Il senso della vita, è un mistero ? NO !
Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di comprendere il significato e il senso della vita. E’ un tema ricorrente in filosofia, letteratura, poesia e arte. La filosofia greca sostiene che il senso della vita consiste nel curare l’anima. La dottrina filosofica moderna e contemporanea e di recente le neuroscienze identificano l’esistenza come progettazione, realizzazione della propria individualità e aspirazione alla perfezione.
A un certo punto della nostra vita od in più momenti arriviamo a interrogarci sul senso della nostra esistenza. Viviamo giorno per giorno così velocemente che non abbiamo facilmente il tempo difermarci a pensare a noi stessi, al senso della vita. Si tratta quindi di guardarci dentro e di interrogarci per scoprire qual è lo scopo della vita sia personale che dell’insieme degli esseri viventi.
Chi sono io ?, Qual è il senso della vita ? Esiste uno scopo ? Perché vivi ? Qual è il motivo della tua vita ? Cosa succede dopo la morte ? Prima o poi dovremmo affrontare queste domande nella vita.
Spesso si avverte una nostalgia interiore, di una vita che deve trovare ancora un perché e uno scopo: sono domande comuni alle quali ognuno tenta di dare una risposta, seppure personale e unica, e trovare così la sua strada, il suo percorso da seguire.
Ogni uomo è, infatti, unico e irripetibile e la sua vita ha un valore immensamente grande anzi infinito.
Il senso della vita è una delle questioni più antiche e universali, che ha ricevuto risposte diverse in base a prospettive filosofiche, religiose, scientifiche e personali. Ecco alcune prospettive principali:
- Filosofia: Filosofi come Aristotele hanno proposto che il senso della vita è la ricerca della felicità e della virtù, raggiungendo l’”eudaimonia” (realizzazione del proprio potenziale umano). Esistenzialisti come Sartre e Camus, invece, sostengono che la vita di per sé non ha significato intrinseco; il senso lo diamo noi attraverso le nostre scelte e la nostra volontà di vivere con autenticità.
- Religione: Molte religioni insegnano che il senso della vita è trovare connessione con l’InFinito. Ad esempio, il cristianesimo vede il significato della vita nella relazione con l’InFinito, che essi chiamano impropriamente “dio” e nell’imitare Gesù cristo.
Il buddismo, invece, cerca il senso nel raggiungimento dell’illuminazione, superando l’egocentrismo e il ciclo delle rinascite. - Scienza e umanesimo: Da una prospettiva scientifica, la vita può essere vista come il risultato dell’evoluzione. Il significato non sarebbe intrinseco, ma possiamo trovarlo nel miglioramento della condizione umana, nella conoscenza e nella crescita personale. Molti scienziati e pensatori umanisti sostengono che, in assenza di un significato oggettivo, possiamo creare il nostro senso attraverso amore, creatività e scoperta.
- Approccio personale: Molte persone trovano che il senso della vita è legato a relazioni significative, crescita, contributo alla società, e scoprire chi siamo. I nostri valori e passioni spesso plasmano la nostra interpretazione personale del senso della vita.
In breve, il senso della vita può variare da individuo a individuo. Se il significato non è già scritto, allora siamo noi a scriverlo attraverso le nostre esperienze, scelte e relazioni. In questo senso, il valore della vita è anche nella sua apertura a interpretazioni infinite.
Comunque, il senso della vita permette alle persone di interpretare e organizzare la loro esperienza quotidiana, raggiungere obiettivi e classificare l’importanza degli oggetti.
Trovare la risposta a questa domanda, è alla base della felicità e della pienezza dell’esistenza, fintanto che siamo alla ricerca ci sentiamo incompleti, insoddisfatti, ansiosi, come se mancasse un tassello.
Eppure ciascuno di noi nasce con una missione importante da realizzare e quando scopriamo di cosa si tratta e ci impegniamo per realizzarla tutti gli aspetti della nostra vita si riconciliano. Anche la nostra condizione psicofisica migliora e lo stesso succede alla condizione economica.
La vita ha sempre un senso in ogni circostanza, perché se si è capaci di dare un senso alle avversità, è possibile trasformare la propria tragedia in una conquista, in un modo per superarla, in paole povere la vita serve per fare esperienze che debbono servire alla evoluzione del nostro Spirito.
Avere uno “scopo” significa avere una vocazione, avere qualcosa per cui vivere, sacrificarsi e lottare. Quando una persona ha un suo fine, un traguardo da perseguire, riesce a lavorare per raggiungerlo in modo più positivo, soddisfacente e produttivo, rispetto a chi non lo ha, proprio perché quello che sta facendo significa davvero qualcosa per la sua vita.
Tutto ciò permette di sentirsi utili facendo qualcosa di importante per se stessi e per gli altri. Ci rende motivati e ci aiuta ad affrontare meglio tutte le difficoltà che incontriamo nella vita.
Avere uno scopo allunga la vita e aiuta anche, a vivere le sfide della vita con più ottimismo e a cogliere le opportunità che si trovano nelle difficoltà.
Finché l’essere vivente – è scritto nei “Veda” – “non si interroga sui valori spirituali dell’esistenza deve conoscere la sconfitta ed i mali nati dall’ignoranza”
Lo scopo innato di approfondire l’essenziale dell’essere umano, nel suo rapporto con il mondo e le altre persone, e che contengono “verità irrinunciabili”, ovvero primi principi sulla nostra esistenza, sull’esistenza del mondo diverso da noi, sulla nostra capacità di conoscere il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, sul senso della vita e sui progetti esistenziali.
L’amor proprio è il punto di partenza per la crescita della persona che sente il valore di assumersi la responsabilità della propria esistenza.
La domanda sul senso della vita è un tema ricorrente nella filosofia e nella psicologia, oltre che in letteratura, poesia e altre forme espressive.
Sono molti coloro che, cercando di dare una risposta a questa domanda, sperimentano un profondo vuoto esistenziale.
I molti che si pongono questa domanda, nelle loro riflessioni si dicono:
Cos’è per me il senso della vita se non faccio altro che lavorare, se tutti i miei giorni sono uguali e se, in realtà, non trovo alcun significato in niente di tutto quello che mi circonda e continuo a soffrire nella mia esistenza ?
Il senso dell’esistenza, per Socrate, è riconoscere che l’essenza della natura umana sta nella sua psyché, ossia nella sua anima, nel suo cervello, e quindi in ciò che permette all’uomo di diventare “buono” o “cattivo”. Egli deve occuparsi soprattutto della sua anima in modo che essa diventi “migliore il più possibile”.
Platone attribuisce questo apoftegma: “Una vita senza ricerche non è degna per l’uomo di essere vissuta“.
Oscar Wilde, massimo esponente dell’estetismo, che scrive: “Lo scopo della vita è l’autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere“.
Nella domanda stessa, il senso della vita, si intravvede un’aspirazione dell’uomo alla perfezione.
Gli esseri umani devono sapere che non saranno mai totalmente al riparo e protetti dalle sperienze anche spiacevoli. Tutti sono sulla Terra per imparare e per svilupparsi anche spiritualmente; le difficoltà e le prove giornaliere della Vita, sono là proprio per costringerli a farlo e ad esse non ci si può sottrarre.
Allora, invece di correre a destra e a sinistra per esigere, protestare e lamentarsi, ciascuno deve fare un lavoro interiore, poiché è innanzi tutto in sé stesso che troverà i rimedi, il conforto e la speranza e quindi agirà per la soluzione dei problemi, al meglio che gli sarà possibile in funzione delle nozioni che ha acquisito.
Vedi anche: Cure naturali per la salute
Domanda:
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
La Vita nell’Uni-Verso
vedi: UniVerso Intelligente + Conclusioni + Chi siamo noi ? + Progetto Vita
Albert Einstein il Senso della Vita:
Il senso della Vita secondo Jim Carrey:
Il senso della vita consiste nel trovare uno scopo, nell’assumersi una responsabilità per noi stessi e per l’essere umano in generale. Avendo ben chiaro un “perché”, potremo affrontare tutti i “come” e solo sentendoci liberi e sicuri dell’obiettivo che ci muove, saremo capaci di generare dei cambiamenti per creare una realtà molto più nobile di quella odierna.
Ma lo scopo finale della nostra esistenza è percepire e vivere l’InFinito e quindi capire di vivere il Progetto della Vita eterna enll’Amore.
La chimica dell’intelligenza: il carbonio e i suoi derivati
Nel libro di Erwin Schrödinger “Che cos’è la vita ?”, si trova un argomento alquanto convincente della necessità che la vita si manifesti con un certo grado di complessità strutturale.
L’autore, da profondo conoscitore della natura intima della materia, riferisce come spesso il lavoro dei fisici si focalizzi sullo studio della struttura della materia inanimata nella quale gli atomi mostrano di disporsi a formare un reticolo cristallino elementare che si ripete periodicamente.
Quando invece si osserva da vicino la struttura della materia animata, si nota come questa struttura cristallina sia aperiodica e, per questo, alquanto irregolare. Nello spiegare la sostanziale differenza tra le due strutture, quella cristallina periodica e quella cristallina aperiodica, Schrodinger fa il paragone tra “un’ordinaria carta da parati, in cui lo stesso disegno è ripetuto indefinitamente con periodicità regolare e un capolavoro di ricamo, per esempio un arazzo di Raffaello in cui non si hanno delle semplici ripetizioni, ma un disegno elaborato, coerente, significativo, tracciato dal grande maestro”.
Oggi sappiamo che alcune delle tesi del grande fisico proposte nel libro che ha ispirato generazione di biofisci tra i quali anche Cricke Watson, sono errate. Infatti Schrodinger riteneva di avere trovato nella struttura aperiodica dei cromosomi la spiegazione di come le informazioni vengono trattenute dalle cellule, ruolo ricoperto come oggi tutti sanno dalla molecola complessa del DNA, protetta all’interno del nucleo cellulare. In ogni caso, e in questo Schrodinger aveva ragione, appare chiaro come un cristallo periodico non possa veicolare se non informazione ridondante, mentre uno aperiodico, anche con pochi elementi, riesce a “ricordare” immensi quantitativi di dati.
Il compito di una tale complessità della nostra struttura secondo Schrodinger è quello di tenerci lontano dalla incredibile variabilità del mondo atomico. Se fossimo capaci di sentire l’influenza di ogni singolo atomo che impatta sul nostro corpo non potremmo sviluppare un’intelligenza come quella di cui disponiamo, presi come saremmo dal continuo afflusso di dati disordinato che ci arriva dal mondo esterno. L’avere un corpo che non ha continuamente coscienza dell’essere costituito da atomi ci permette di vivere non disturbati dai continui cambiamenti che avvengono dentro e fuori di noi a livello atomico e molecolare, permettendoci di trovare in Natura delle leggi fisiche esatte.
In realtà esse sono esatte solo da un punto di vista statistico e la vita intelligente sembra essere dovuta a questa complessità della realtà che ci fa vedere solo come i fenomeni galleggino in modo ordinato su un brulicare di caos atomico e molecolare.
Ma quali sono gli elementi chimici che possono costituire la base di una costruzione così complicata come quella di un corpo vivente ? Quali sono i mattoncini della costruzione che, a lungo andare nella storia evolutiva, genera l’intelligenza ?
Tra tutti gli elementi chimici presenti qui sulla Terra come nello spazio, quelli più adatti a sostenere una costruzione complessa sembrano essere il carbonio, l’azoto, l’ossigeno e l’idrogeno.
La struttura esterna di alcuni elementi sembra essere incompleta. Questa loro incompletezza costituisce quasi una trappola per altri elementi che si trovino a passare vicino a loro e che rimangono intrappolati a formare aggregati chimici. Intuitivamente possiamo immaginare un atomo come una sfera liscia.
Se sulla sua superficie sferica vi sono delle scabrosità, ovvero se è ruvida in qualche punto, esso offrirà ad altri atomi- anch’essi più o meno ruvidi- una maggiore probabilità di appigliarvisi. Il processo mediante il quale atomi si appigliano con le unghie ad altri atomi può interrompersi subito o continuare teoricamente all’infinito e la grandezza di queste costruzioni di atomi dipende essenzialmente da quanto incompleti sono i gusci esterni degli elementi usati come legante, da quanto essi sono ruvidi.
Il carbonio lo si ritrova nella composizione di tutti i cristalli aperiodici che compongono gli esseri viventi e per questo è l’atomo alla base della chimica detta appunto “organica”. La struttura dell’atomo di carbonio presenta nel guscio esterno quattro “ganci” che gli permettono di legarsi ad altri atomi di carbonio come ad atomi che presentano un minor numero di questi appigli.
In chimica si dice che l’atomo di carbonio è tetravalente indicando così che può accettare quattro elettroni da atomi che, anche loro incompleti, sono disposti a condividere i propri elettroni esterni per trovare una stabilità energetica. Possiamo vedere la cosa immaginando che due o più atomi ruvidi, agganciandosi tra loro, tentino di formare una sfera liscia più grande, una molecola.
“L’autoCoscienza dell’UniVerso è la proprietà intrinseca che Egli possiede di generare al suo interno una qualche forma di vita intelligente, in grado di effettuare osservazioni. In sostanza, questa proprietà esprime quelle che è stata definita come la “formulazione forte” del Princìpio Antropico. Questo principio è sempre piu’ considerato come l’unica spiegazione possibile in relazione agli “strani numeri dell’UniVerso” o coincidenze cosmologiche.
In sintesi, le costanti di natura hanno certi valori raffinatissimi, non casuali, proprio perché solo tali valori avrebbero consentito la formazione della vita intelligente”.
– By Ferdinando Catalano
“Il mondo Vivente è costituito dalla Coscienza rivestita di carne ed ossa” – By T. De Chardin
Anche l’atomo di azoto è mancante di alcuni elettroni esterni e può quindi essere un legante tra specie chimiche.
A differenza del carbonio, però, è più stabile da un punto di vista energetico mancando solo di tre elettroni e questo comporta che le catene di elementi che lo sfruttano come legante terminano prima. Detto in altro modo, l’azoto è meno ruvido del carbonio, è più liscio. Si può dare un’utile rappresentazione grafica di quanto detto finora. Rappresentiamo in una scala da uno a quattro puntini quanto sono ruvidi gli elementi carbonio, azoto, ossigeno e idrogeno. In seguito verranno usati dei trattini per rappresentare il legame tra due atomi e bisogna immaginare che a ogni capo del trattino corrisponda un elettrone (puntino) della specie chimica “ruvida” rappresentata dalla lettera vicina.
Allora vediamo brevemente che tipi di composti molecolari è possibile costruire partendo dai primi due di questi elementi.
Come si può facilmente notare, dal carbonio C è possibile ottenere delle catene molto lunghe di elementi legati fra loro, catene che virtualmente potrebbero non avere fine, mentre l’azoto N che è trivalente esaurisce prima la sua capacità di aggregazione andando a formare a esempio la molecola di ammoniaca mostrata in figura.
Anche se non contiene carbonio, l’acqua mostra di essere l’elemento più abbondante in assoluto.
Addirittura il totale d’acqua presente in una cellula ammonta al 70 per cento e l’importanza di questo composto è grande dato il gran numero di funzioni alle quali essa è deputata.
L’acqua è un reagente. La si ritrova come prodotto di un grande quantità di reazioni e tutte quelle che caratterizzano la biologia avvengono in essa che come solvente riesce a portare nutrimento alle cellule. Rimane liquida in un ampia gamma di temperature (0- 100° C) se confrontata con altri possibili solventi (l’ammoniaca è liquida tra -78 e -33 °C) e gelando aumenta il proprio volume riuscendo così a galleggiare sull’acqua liquida dei fiumi e dei laghi formando uno strato di protezione per la prosecuzione dei processi vitali al di sotto di esso. Inoltre vaporizzando protegge l’ambiente dall’arrivo di radiazione stellare ultravioletta che- nociva per la vita- scinde il vapore d’acqua inducendo la formazione di ozono O3 nell’alta atmosfera. La reazione chimica in cui tutta l’importanza dell’acqua e del carbonio appare evidente per l’esistenza della vita terrestre è la seguente:
6CO2 + 6H2O + luce solare = C6H12O6 + 6O2
ovvero sei molecole di anidride carbonica si combinano con sei molecole d’acqua producendo- con l’apporto di energia fornito dalla luce solare, glucosio e ossigeno molecolare. E’ possibile apprezzare come dai prodotti di scarto degli organismi viventi come l’anidride carbonica, il processo fotosintetico ricava zucchero e ossigeno, indispensabili per il prosieguo della vita.
Vi sono anche altri elementi che possono in linea teorica costituire da base per costruzioni così lunghe (dette polimeri) di elementi chimici, ma- come vedremo più avanti-intervengono alcuni problemi di stabilità delle molecole così costruite.
Come potrebbero esserci altre biologie fondate su una chimica diversa dal carbonio, potrebbero esservi biochimiche diverse per le quali non l’acqua, ma altri composti fungerebbero da solvente.
Comunque la vita, se si tratta di vita chimica, sembra dovere obbedire alla dura legge del carbonio che appare essere l’elemento più frequentemente riscontrabile negli esseri viventi terrestri, eccezione fatta per l’ossigeno che- essendo uno dei due costituenti dell’acqua- lo ritroviamo ovunque in grandi quantità.
Sulla base di quanto detto infatti pare non sia possibile immaginare una struttura vitale che poggi su basi fisiche diverse dalla nostra, e ciò può indurci a pensare che se la vita altrove c’è, deve assomigliare in qualche modo alla vita terrestre.
Tratto da:
http://www.torinoscienza.it/dossier/apri?obj_id=1682
Sintesi:
La vita, come abbiamo compreso è certamente eterna, anche perché se anche vivessimo anche trilioni di cinquilioni di anni, alla fine morimemmo comunque e ritorneremmo nel nulla….., ciò non avrebbe nessun senso, né significato per noi, né per la manifestazione della coscienza universale che è anche la percezione dei suoi vari ed infiniti punti di sé, ovvero dei viventi.
Quindi razionalmente dobbiamo dire che, “o la vita è eterna od essa non ha nessun senso” !
Definizione di Infinito: https://mednat.news/?s=Infinito