COLON IRRITABILE
Sindrome della permeabilita’ intestinale ed autismo
COLON IRRITABILE
“Metà delle persone, che dicono di essere in buona salute, portano continuamente con sé, fin dall’infanzia, parecchi chili di sostanze mai eliminate. Una buona evacuazione al giorno non ha alcun significato”, questo e’ cio’ che afferma il Prof. Arnold Ehret, in The mucusless diet
Quando si pensa alla farina di frumento viene spontaneo un ringraziamento, pensando che con essa si è sfamata l’umanità dagli albori del tempo.
Dobbiamo però precisare che la farina usata nei tempi passati era integrale, e le massaie che hanno provato ad impastare la pasta del pane, sanno bene quanto sia difficile da usare se non mescolata con della normale farina bianca.
La farina bianca, infatti, presenta purtroppo un grande inconveniente, tanto pericoloso quanto sconosciuto: è collosa, per il glutine che contiene, specie la farina derivante dal grano chiamato “Creso” !.
Questo fatto lo si riscontra facendo cuocere acqua e farina bianca a fuoco lento, ne sortisce una colla tanto buona che serve ancor oggi per rilegare il libri antichi.
“Ed allora ?, chiederà qualcuno, cosa centra tutto ciò con la buona salute ?”.
Centra, e molto, perché con il passare degli anni i cibi contenenti farina bianca, lasciano una patina sulle pareti dell’intestino, specialmente sulla parte finale, detto intestino crasso o colon. Questa patina, giorno dopo giorno, può diventare tanto spessa che nello spazio centrale (detto “lume”) riesce a passare a stento una matita.
Una delle maggiori cause dei problemi intestinali, specialmente del colon, va ricercata nella patina di cui sopra che, nel corso degli anni, diventa una vera e propria incrostazione, che, sono le parole del dr. Jensen, assomiglia ai pneumatici delle automobili.
È ovvio che tali incrostazioni non sono le uniche responsabili, ad esse si devono aggiungere: il poco movimento, l’inquinamento ambientale, l’uso di medicinali non naturali ed anche un’alimentazione sbilanciata, assai ricca di zuccheri, di alimenti raffinati e additivi chimici che, nel contempo, risulta povera di elementi importanti, come fibre, vitamine e sali minerali.
Tutto questo, a cui si dove aggiungere lo stress, determina un’alterazione delle pareti intestinali, provocando una contrazione eccessiva o insufficiente. Questa condizione, non solo causa un accumulo di scorie e l’aumento delle incrostazioni fecali descritte in precedenza, ma può influenzare la flora batterica, rallentando i processi biologici propri dell’intestino.
Danni causati da questa situazione :
La SII (Sindrome da Intestino Irritabile)
viene anche chiamata IBS (Irritable Bowel Syndrome). Si tratta di una patologia che mette l’intestino in condizioni di “spremere” il cibo digerito in modo troppo debole o troppo forte, facendo così in modo che il transito del medesimo sia troppo lento o troppo veloce.
** (NdR: quello che occorre aggiungere e’ che la malattia del colon irritabile, nasce principalmente da:
1 – errori alimentari + acque contaminate + + utilizzo di farmaci e VACCINI
2 – stress cronico anche dovuto a NON soluzione dei Conflitti Spirituali
3 – alterazione del pH digestivo, con instaurazione di acidosi cellulare – metabolica
4 – alterazione della flora batterica, sopra tutto nell’intestino tenue
3 – irritazione della mucosa intestinale….nel tempo = morbo di Crohn oppure cancro al colon
Soluzione: riordino dei punti 1 + 2 + 3 = aggiunta alla propria alimentazione degli integratori (Fermenti Probiotici) in capsule “gastroresistenti” a base di sali basici per il riordino del pH digestivo: Bicarbonato di Potassio e/o di Sodio + Magnesio Stereato + Acido Stearico, oltre al riordino della Flora batterica intestinale da 1 o 2 capsule 2 volte al di’ prima o dopo i pasti) – e’ molto importante aiutare il riordino con Cataplasmi di fango (argilla) fredda sul ventre per 45 notti, in quanto le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Contemporaneamente alla giusta alimentazione: Crudismo frullato + Emodieta
Sindrome della Permeabilità Intestinale – 25/02/2016
La Sindrome della permeabiltà intestinale è una delle principali cause di malattie e disfunzioni nella società moderna, pari ad almeno il 50% delle malattie croniche, come confermato dai test di laboratorio.
In questa condizione, l’epitelio sui villi dell’intestino tenue si infiamma e si irrita, il che consente a tossine del metabolismo e microbiche di giungere al flusso sanguigno . Questo evento compromette il fegato, il sistema linfatico, e la risposta immunitaria compreso il sistema endocrino.
Le malattie autoimmunitarie più incurabili sono causate da questo esatto meccanismo, in cui il corpo attacca i suoi stessi tessuti.
E’ spesso la causa primaria delle seguenti condizioni comuni: asma, allergie alimentari, sinusite cronica, eczema, orticaria, emicrania, colon irritabile, fibromialgia, e disturbi articolari infiammatori tra cui l’artrite reumatoide sono solo alcune delle patologie che possono avere origine la permeabilità intestinal. Essa contribuisce anche a PMS, fibroma uterino, e fibroma al seno (NdR: e molte altre cosiddette “malattie” cancro compreso)
La sindrome di permeabilità intestinale è spesso la vera base per la sindrome da stanchezza cronica e deficienze immunitarie pediatriche.
Sta raggiungendo proporzioni epidemiche nella popolazione. Storicamente, le tossine intestinali l’unico modo in cui entrano nel flusso sanguigno era attraverso un trauma, per esempio con la spada o la lancia.
Al di fuori di un trauma, il corpo ha mantenuto una barriera selettiva meravigliosamente efficace nell’intestino tenue, che ha permesso a sostanze nutritive di entrare, ma ha tenuto fuori i rifiuti metabolici e tossine microbiche rampanti nell’intestino.
Quale Evento Moderno ha consentito questa Rottura ?
In primo luogo sono l’abuso di (NdR: principalmente Vaccini) antibiotici, secondariamente farmaci anti – infiammatori non steroidei (Aspirina, Ibuprofen, Motrin, Aleve e Advil), pillola anticoncenzionale e molti altri, perché brutalmente infiammano il rivestimento intestinale, causando un allargamento degli spazi tra le cellule e a volte emorragia.
Altre cause comuni sono la chemioterapia, eccesso di alcol, formaldeide dei vaccini od inalato, allergeni alimentari, stress emotivo, allergie e flora intestinale povera.
Gli Antibiotici (NdR: ed i Vaccini) Danneggiano la Flora Intestinale
Gli antibiotici creano i loro danni in due modi. Il primo è distruggendo batteri benefici. Nell’intestino tenue e crasso vivono oltre cinquecento tipi diversi di batteri benefici. Questi batteri svolgono centinaia di funzioni necessarie per mantenere il metabolismo sano e la risposta immunitaria.
Attraverso le secrezioni di enzimi, i batteri trasformano i rifiuti metabolici e microbi prima di essere eliminati dal corpo. Questi rifiuti sono detriti cellulari, ormoni, rifiuti chimici, la bile, accumuli di pus, tossine virali, tossine batteriche, ecc
Ad esempio, il corpo crea bile non solo come lubrificante per svuotare i rifiuti fuori del fegato, ma anche, per disintossicare molti dei prodotti tossici che si accumulano. La bile, tuttavia, è estremamente dannosa per l’epitelio dell’intestino crasso.
Quando la bile entra nell’intestino tenue attraverso il dotto biliare, i batteri benefici rompono i sali biliari in un composto meno tossico , rendendoli meno pericolosi dal momento in cui raggiungono l’intestino crasso.
Quando prendi antibiotici distruggi questi batteri ed i sali biliari entrano liberamente e danneggiano l’intestino crasso.
Credo che questo contribuisca in modo significativo all’alta incidenza di cancro al colon che affligge la società di oggi, ma ci vorrebbero studi al riguardo.
I batteri benefici scompongono anche le secrezioni ormonali che passano dal fegato all’intestino tenue. Se ti mancano i batteri per abbattere gli estrogeni e la permeabilità intestinale è stato alterata, il paziente ora riassorbe gli estrogeni nel loro stato originale.
Il corpo li depositerà in aree sensibili di estrogeni , come le mammella, l’utero, o le ovaie, contribuendo, se non provocando, fibromi e tumori. Lo stesso scenario è responsabile anche della sindrome premestruale.
La mucosa sana permette a nutrienti di passare e la barriera blocca l’ingresso di tossine.
Con intestino permeabile, la barriera è disfunzionale, bloccando le sostanze nutritive al villi danneggiato pur permettendo tossine di entrare nel flusso sanguigno.
Infine, il sistema immunitario diventa esausto e eventualmente perde questa sfida.
Il danno causato da questi organismi offensivi è che la barriera epiteliale intestinale, consentendo l’assorbimento di agenti tossici e sostanze chimiche prodotte all’interno dell’intestino stesso, entrano nel flusso sanguigno e influenzano numerosi organi, compreso il cervello.
Le Allergie: Il Fattore di Complicazione
Quando l’integrità della barriera intestinale è stata compromessa, le tossine intestinali non sono i soli agenti patogeni a essere assorbiti. La barriera intestinale, in uno stato di salute, permette selettivamente a sostanze nutritive digerite di entrare nell’intestino tenue, quando tutto è pronto.
Con l’intestino permeabile, i nutrienti possono essere assorbiti prima di essere completamente digeriti. La risposta immunitaria del corpo, attraverso specifici indicatori di antigene-anticorpo, sarà di etichettare alcuni di questi alimenti come invasori.
Ogni volta che un particolare cibo tocca gli epiteli, si accende una risposta immunitaria infiammatoria che causa ulteriori danni al rivestimento epiteliale. Quello che era iniziato come una irritazione causata da un organismo patogeno con restringimento delle cellule ora è stato complicato con infiammazione attiva ogni volta che un particolare alimento è mangiato.
Le allergie alimentari sono un problema secondario comune alle infezioni, e, se presente, manterranno l’ intestino permeabile, anche se gli organismi patogeni sono stati debellati.
Le allergie alimentari più comuni sono prodotti lattiero-caseari, uova, grano, mais, fagioli di soia (soprattutto), crostacei e noci.
Ci sono raramente vere e proprie allergie a base di carne, riso, miglio, verdure, o frutta, anche se un’allergia all’aglio non è rara.
Dobbiamo distinguere tra una vera allergia – ciò che provoca una reazione infiammatoria di istamina nel sito degli epiteli del tenue (SI)
– dalle intolleranze alimentari, che possono causare sintomi di disagio, ma raramente sono dannose.
Le intolleranze alimentari si manifestano a causa di bassa acidità di stomaco o secrezione pancreatica di enzimi e permeabilità intestinale.
Nella guarigione del rivestimento intestinale, l’esposizione significativa a un’allergia può sabotare il trattamento .
Il ruolo del Fegato e Sistema Linfatico
Le tossine metaboliche e microbiche che entrano nel flusso sanguigno quando a causa dell’intestino permeabile finiscono nel fegato, che ha il compito di disintossicazione e scaricare i prodotti di scarto che riceve. In condizioni normali, il fegato è tassato solo elaborando i rifiuti metabolici giornalieri creati da attività delle cellule e le attività degli organi.
Immaginate l’ulteriore carico creato dal rilascio di gravi tossine intestinali su base regolare. Arriva un punto in cui il fegato diventa saturo ; non può disintossicare ulteriormente i prodotti di scarto, e ritornano nella circolazione sanguigna.
Il sangue ha meccanismi sofisticati per preservare l’omeostasi chimica, e diffondere la maggior quantità di sostanze chimiche tossiche e detriti fisici nei fluidi interstiziali come è possibile . Da qui il sistema linfatico tenterà di raccogliere e neutralizzare le tossine, ma in grado di inviare le tossine al fegato, il corpo diventa essenzialmente tossico .
I microbi crescono e si sviluppano, quindi ci può essere gonfiore linfatico cronico, specialmente nei bambini. In un periodo di tempo, le tossine saranno costrette a distanziare il tessuto connettivo intorno ai muscoli e alle articolazioni, causando fibromialgia , o nelle cellule, che possono precipitare mutazione genetica e infine il cancro.
Stress per il Sistema Immunitario ed Endocrino
Il sistema immunitario è sollecitato in tre modi principali. Innanzitutto presso il sito della mucosa intestinale.
Come tossine e antigeni alimentari si sfregano contro la mucosa, il sistema immunitario si mobilita per neutralizzare le tossine. Normalmente , gran parte di questo lavoro sarebbe stato fatto da batteri benefici, che sono stati distrutti dagli antibiotici, (NdR: vaccini, ed alimentazione industriale inadatta !.
Le tossine che arrivano alla mucosa intestinale, il corpo li etichetterà con il secretorio IgA (SIgA), che attira macrofagi e altri globuli bianchi a consumare le tossine.
Il secondo fattore di stress avviene nel fegato e sistema linfatico, che, quando sovraccaricato, attiva il sistema immunitario.
Il terzo fattore di stress è una conseguenza: come la risposta immunitaria diminuisce, più i microbi (virus, batteri e funghi ) si moltiplicano, consentendo uno stato cronico di infezione, (NdR: per la mancanza di antagonismo fra di loro essendo la flora autoctonaalterata).
L’organo più importante nella produzione di agenti immunitari sembrano essere le ghiandole surrenali, e la sindrome della permeabilità intestinale diminuisce lentamente la funzione surrenale. Nelle fasi iniziali e centrali, vi è in realtà un eccesso surrenale, misurato in un’eccessiva produzione di cortisolo conosciuto come l’ormone dello stress. Alla fine, i livelli di cortisolo lentamente iniziano a decadere fino ad arrivare all’esaurimento fisico.
Il ruolo del Tratto Digestivo
Gli organismi patogeni fioriscono quando il terreno nell’intestino lo favorisca con un pH intestinale acido.
Tante persone usano antibiotici o seguono vari tipi di protocolli per uccidere questi organismi ma con scarsi risultati perchè tornano a ricrescere. Fino a che non si crea un ambiente sfavorevole per la diffusione di organismi patogeni attraverso un pH intestinale basico, questi organismi continueranno a proliferare indisturbati.
Gli antibiotici (NdR: ed i Vaccini) sono le cause portanti del cambiamento del nostro mondo interiore.
Antibiotici e malattie croniche riducono la produzione di acido nello stomaco, contribuendo alla alcalinità dello stesso, e consentendo anche scarso assorbimento. In realtà, molte persone con permeabilità intestinale sono malnutriti e perdono peso, non importa quanto sano il cibo che mangiano o quante calorie assumono.
L’idea che la supplementazione di Lactobacilli è tutto ciò che è necessario, dopo gli antibiotici è un po delirante; infatti la maggior parte dei lattobacilli assunti attraverso un’integratore di probiotici, non sopravvivono nell’intestino, a causa del terreno povero e la temperatura dell’intestino troppo bassa.
Giusto per assicurarsi di avere una piena comprensione della gravità della permeabilità intestinale, qui di seguito una sintesi :
- Quando l’intestino è infiammato non produce enzimi digestivi per digerire gli alimenti correttamente o assorbire i nutrienti in modo corretto. Il risultato può risultare in indigestione con gas e gonfiore, chiamato sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
– Quando grandi particelle di proteine non digerite, vengono assorbite , allergie alimentari e nuovi sintomi si manifestano (ad esempio, IBS, malattie della colecisti, artrite o la fibromialgia)
– Quando l’ intestino è infiammato, le proteine di trasporto sono danneggiate, così si sviluppano malassorbimento di nutrienti e carenze. Queste carenze rallentano la capacità dell’intestino di guarire e può causare un numero qualsiasi di altri sintomi (per esempio, la carenza di magnesio può indurre spasmi intestinali, carenza di cromo induce livelli elevati di colesterolo o desiderio di zucchero, carenza di zinco induce prostatite o mancanza di formazione di acido)
– Quando i percorsi di disintossicazione dell’intestino sono compromessi, la sensibilità chimica può sorgere. Inoltre, la fuoriuscita di tossine che sovraccaricano il fegato il corpo è meno in grado di gestire agenti chimici comuni negli alimenti, acqua e aria
Ora molti alimenti possono causare sintomi anche se prima non succedeva, perché il sistema di disintossicazione dell’intestino (fegato) non è in grado di far fronte alle centinaia di additivi chimici , coloranti, conservanti e pesticidi comuni nei nostri cibi.
– Quando il rivestimento dell’intestino è infiammato, il rivestimento intestinale protettivo degli anticorpi intestinale può perdersi.
Con la perdita della immunoglobulina secretoria A (SigA), il corpo diventa più vulnerabile alle infezioni nell’intestino da batteri, virus, parassiti e funghi e diventano resistenti al trattamento.
Ironia della sorte, più resistenti gli organismi diventano, più forte la terapia di antibiotici prescritta dal medico, con conseguente più crescita eccessiva di organismi resistenti. Come questi organismi indesiderati crescono, l’intestino diventa più infiammato e con infiltrazioni, iniziando un circolo vizioso di peggioramento della condizione e delle principali cause di tante malattie incurabili
– Quando il rivestimento intestinale è infiammato , microrganismi patogeni possono traslocare. In altre parole, possono passare dalla cavità intestinale nel flusso sanguigno e causare un infezione altrove nel corpo, compreso il cervello. Questa è spesso la causa misteriosa e non diagnosticata di infezioni nei denti e le gengive, le ossa, della prostata, della vescica e del seno
– Con la formazione di anticorpi, antigeni alimentari che fuoriescono attraverso la parete intestinale a volte può assomigliare agli antigeni naturali sui tessuti. Gli anticorpi protettivi attaccheranno gli antigeni, come dovrebbero e tessuti, causando ulteriori danni
– È il motivo per cui le malattie autoimmuni iniziano. Il morbo di Crohn, la Colite Ulcerosa, la Celiachia, il Lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la miocardite, irite e tiroidite sono alcuni dei membri di questa sempre crescente categoria di malattie autoimmuni misteriosamente incurabili
Conclusione
L’intestino è come per un albero le radici; quando le radici iniziano ad ammalarsi, tutto l’albero si ammala. Oggi sappiamo che il deterioramento di quest’organo così complesso è dove la maggior parte delle malattie hanno inizio. Quindi per ricostruire la propria salute, invece di concentrarsi sui sintomi bisogna impegnarsi per correggere queste disfunzioni nel tratto digestivo attraverso un regime alimentare appropriato assieme a cambi di stile di vita.
Referenze:
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– Fasano A. Zonulin, regulation of tight junctions, and autoimmune diseases. Ann N Y Acad Sci. 2012 Jul; 1258(1): 25–33
– Kosewicz M. Gut Microbiota, Immunity, and Disease: A Complex Relationship. Front Microbiol. 2011; 2: 180
– Charles N. Antibiotic Use and the Risk of Crohn’s Disease. Gastroenterol Hepatol (N Y). 2013 Jun; 9(6): 393–395
– Rottem M. Asthma as a paradigm for autoimmune disease. Int Arch Allergy Immunol. 2003 Nov;132(3):210-4
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– Gyongyi S. Gut-Liver Axis and Sensing Microbes. Dig Dis. 2011 Apr; 28(6): 737–744
– Giannelli V. Microbiota and the gut-liver axis: Bacterial translocation, inflammation and infection in cirrhosis. World J Gastroenterol. 2014 Dec 7; 20(45): 16795–16810
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– Deitch EA. Role of the gut lymphatic system in multiple organ failure. Curr Opin Crit Care. 2001 Apr;7(2):92-8
Tratto in parte, con commenti del redattore della pagina, da:
http://www.shantihcoro.com
vedi anche: Intestino + Intestino motore del corpo + Mega Colon + Micotossine + Micotossine e permeabilita’ intestinale PDF + Sindrome dell’Intestino Permeabile (LGS)+ Malattie Gastrointestinali + Malassorbimento e malnutrizione + Colon Irritabile + Mega Colon + Putrefazione intestinale + DIGESTIONE + Intestino, la forza del e nell’Intestino + Feci e Fermenti +Batteri autoctoni + Dove localizzare la mente ? – Stati d’ansia ed Intestino + Intestino permeabile + Intestino motore del corpo + COPROTERAPIA (assunzione di feci selezionate)
vedi: Dottrina Termica + Batteri Autoctoni
Alterazioni cerebrali nella sindrome del colon irritabile – Un cambiamento di prospettiva
I cambiamenti più rilevanti sono a carico dell’insula posteriore e del grigio acqueduttale, aree preposte alla gestione del dolore
La sindrome del colon irritabile non è una patologia meramente funzionale, ma ha una base organica, legata a cambiamenti strutturali a livello cerebrale che la apparentano con altre patologie del dolore come la nevralgia del trigemino o l’emicrania.
La scoperta, fatta da ricercatori dell’Università della California a Los Angeles e della McGill University è pubblicata sulla rivistaGastroenterology.
La scoperta mostra che la sindrome del colon irritabile è associata a diminuzioni e aumenti della densità in aree chiave del cervello coinvolte nell’attenzione, nella regolazione delle emozione, nell’inibizione del dolore e nell’elaborazione delle informazioni viscerali. Attualmente la sindrome del colon irritabile viene considerata una patologia funzionale del tratto digestivo dato che i tentativi di identificare alterazioni strutturali o biochimiche all’origine della patologia hanno avuto scarsi risultati.
“La scoperta di cambiamenti cerebrali strutturali, che siano primari o secondari ai sintomi gastrointestinali, dimostra una componente ‘organica’ della sindrome, e suffraga l’idea di un disturbo cerebro-intestinale“, ha osservato Emeran Mayer, che ha diretto lo studio.
“La scoperta demolisce anche l’idea che i sintomi della sindrome del colon irritabile non siano ‘reali’ ma ‘solamente psicologici’, e ci dà una migliore comprensione della malattia.”
I ricercatori hanno individuato cambiamenti in aree del cervello coinvolte nelle funzioni cognitive e valutative, compresa la corteccia prefrontale e parietale posteriore, ma soprattutto nell’insula posteriore: “i cambiamenti nell’insula posteriore sono particolarmente interessanti perché hanno un ruolo centrale nell’amplificazione del dolore”, ha osservato David A. Seminowicz, coautore dello studio. “Questa differenza ha un ruolo significativo nell’aumento dei segnali dolorifici che dall’intestino raggiungono il cervello.”
Una condizione complicata dal fatto che si riscontra una modificazione anche a livello della regione periacqueduttale, che dovrebbe gestire la soppressione del dolore. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: quello che non comprendono questi ricercatori e’ che questo meccanismo, investe anche OGNI tipo di malattia….perche’ la malattia e’ sempre psicosomatica e somatopsichica !
Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra MICROBIOMA Intestinale (intestino) e CERVELLO – 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano vivono principalmente nell’intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora, recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino, fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10 anni, vari studi hanno collegato il microbioma intestinale a una serie di comportamenti complessi, come umori ed emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al mantenimento della funzionalità cerebrale, ma non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo. Una delle modalità più sorprendenti con cui il microbioma influisce sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta preparando a rispondere al mondo circostante”, spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze presso la facoltà di veterinaria dell’Università della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema microbico della madre si modifica – per esempio a causa di infezioni, stress o diete – ciò cambierà il micro bioma intestinale del neonato, e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la possibilità che il microbioma abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com : http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere anche e non solo per i vaccini che il neonato subisce dai due, tre mesi in avanti…infatti se una madre ha delle amalgami dentali in bocca (contengono mercurio) il neonato potra’ subire delle conseguenze anche gravi.
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Crampi addominali – Crampi addominali dolorosi – Intestino irritabile e/o permeabile
Hai mai avuto dei crampi addominali dolorosi ? Non è un disturbo raro, visto che almeno una persona su quattro soffre almeno una volta nella vita di disturbi addominali. Il tratto gastro-intestinale può perdere il suo equilibrio in seguito a diversi fattori. I disturbi addominali possono essere molto variabili e ciascuna persona colpita soffre in maniera del tutto personale. Spesso compaiono sintomi quali crampi addominali, che vengono di solito percepiti come dolori addominali. Inoltre, spesso compaiono altre manifestazioni collaterali, quali diarrea, stipsi o meteorismo.
I crampi addominali dolorosi sono dovuti per lo più a un’alimentazione non adeguata, a un’intolleranza alimentare, allo stress e alla frenesia quotidiana o persino a carichi psichici. A volte, sono però presenti di base anche malattie gravi. L’origine dei disturbi addominali crampiformi non va sempre cercata nel tratto gastro-intestinale. Questi disturbi possono essere scatenati anche da altri organi.
Tutti conoscono i dolori addominali. Spesso durano solo poche ore, ma a volte anche più a lungo.
Che cosa succede nel tratto gastro-intestinale quando compaiono crampi addominali dolorosi ?
La muscolatura si contrae quindi, compaiono dolori addominali crampiformi. Alcune persone soffrono due o tre volte al mese di crampi dolorosi. Altre ne soffrono solo ogni tanto, in presenza di malessere addominale. Ma indipendentemente dalla frequenza con cui compaiono, queste manifestazioni compromettono la qualità della vita. Tutti coloro che hanno già sofferto di crampi addominali sanno quanto questi possano essere spiacevoli.
Nel caso di disturbi addominali ricorrenti per i quali il medico non riesce a trovare alcuna causa organica, si tratta di cosiddetti disturbi addominali funzionali.
Tra questi, la malattia più comune è la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Tra le cause esterne al tratto gastro-intestinale dei dolori addominali crampiformi, la più comune è rappresentata dalle mestruazioni
Soffre di tanto in tanto di dolori e crampi addominali associati a irregolarità delle abitudini intestinali, quali diarrea o stipsi ? Chi soffre da almeno 3 mesi o più di questi disturbi, ha probabilmente un “colon irritabile”, patologia denominata anche “sindrome dell’intestino irritabile”. I sintomi possono anche essere poco pronunciati e comparire a distanza di lunghi intervalli di tempo.
Le donne soffrono della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) con una frequenza all’incirca doppia rispetto agli uomini. Questo fatto è dovuto da un lato all’influenza degli ormoni sessuali femminili sui sintomi intestinali, dall’altro alla maggiore frequenza con la quale le donne si rivolgono al medico e, quindi, ad una formulazione della diagnosi più frequente nel sesso femminile. Di solito, i primi sintomi compaiono a un’età compresa fra i 20 e i 40 anni. Il 90% delle persone colpite ha un’età inferiore ai 50 anni e una persona su due ha persino meno di 35 anni.
In molti casi si tratta di disturbi lievi, senza effettivo significato patologico. Alcune persone, però, soffrono di forti disturbi cronici, che riducono sensibilmente la qualità della vita.
Check IBS, con l’aiuto del quale è possibile stabilire se si è affetti da sindrome dell’intestino irritabile. Questo metodo può dare delle indicazioni, ma non può sostituire in alcun modo la diagnosi di un medico. La diagnosi di IBS può essere posta solo dopo aver escluso tutte le altre possibili cause. Prima di tutto, si svolge un approfondito colloquio con il medico (anamnesi). Successivamente, vengono condotte delle indagini mediche per escludere definitivamente altre malattie. Queste indagini possono comprendere, tra l’altro, esami di laboratorio, test sulle feci, ecografia, endoscopia dello stomaco e dell’intestino e un test allergico.
Se risponde a diverse di queste domande con un “sì”, è possibile che soffra di una sindrome dell’intestino irritabile. Chieda consiglio al Suo medico.
– Soffre di dolori addominali crampiformi o di disturbi addominali ?
– I disturbi sono comparsi per la prima volta almeno 6 mesi fa ?
– I disturbi si sono manifestati negli ultimi 3 mesi in almeno 3 giorni al mese ?
– Nella maggior parte dei casi, i disturbi migliorano dopo l’evacuazione
Contemporaneamente, compare anche un cambiamento delle abitudini intestinali e/o della consistenza delle feci ? (diarrea, stipsi) ?
Tratto da: buscopan.ch
Alle volte l’intestino puo’ essere parassitato da microorganismi che lo possono colonizzare, tipo ad esempio l’ameba:
La maggior parte delle persone infette è asintomatica, ma cronicamente emette cisti con le feci.
I sintomi che si presentano con l’invasione tissutale includono diarrea intermittente e costipazione, flatulenza e dolori addominali crampiformi. Può esserci una dolorabilità su fegato e colon ascendente e le feci possono contenere muco e sangue.
Consiglio della Medicina Naturale:
Ogni mattina bere a digiuno 1 bicchiere di acqua tiepida + 1 cucchiaino di miele e nel pomeriggio mangiare 3 prugne secche oppure 3 fichi secchi (non di più) .+ la mela …
Cercare di andare regolarmente in bagno e non avrete avuto più quei dolori atroci all’intestino …
Non dimenticate di bere un’infusione di finocchio ogni giorno 1 litro (senza aggiungere zucchero o limone, tiepido o fresco)
Questa cura puo’ valere anche per i bambini, naturalmente adeguata al piccolo.
Fangoterapia (voce cataplasmi)
I fanghi di argilla curativa rappresentano uno dei tesori più grandi dell’umanità.
Si puo’ bere ed usare sul ventre di giorno e di notte lontano dai pasti.
L’efficacia dei fanghi di terra curativa per la salute e la bellezza del corpo umano è nota fin dall’antichità. In tempi recenti questo rimedio naturale è stato riscoperto ed ora è apprezzato da molte persone.
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NUOVI sintomi, che i medici impreparati della medicina ufficiale chiamano impropriamente “malattie“…
(ANSA) – Viareggio,Lucca, 1 Ott. 2011
Ha tanti sintomi in comune con la celiachia, ma e’ una patologia a se’ stante (NdR: NON e’ vero, la malattia e’ sempre la stessa ed e’ unica).
Si chiama ”glutensensitivity” ed e’ una malattia di cui si e’ parlato questa mattina al Festival della Salute in corso a Viareggio, durante un convegno dedicato alla celiachia e al quale ha preso parte Antonio Calabro’, uno dei massimi esperti in materia, responsabile del Centro Regionale di riferimento per la celiachia dell’adulto dell’Aou Careggi di Firenze.
”Esistono vari modi attraverso i quali il glutine puo’ creare problemi: c’e’ chi avverte i suoi aspetti tossici anche senza essere celiaco – ha spiegato il professor Calabro’ – e cioe’ anche senza avere una risposta immunitaria a questa sostanza, non avendo i geni presenti invece nei celiaci, per i quali la patogenesi e’ di tipo autoimmune”. Molti sintomi sono in comune con quelli della celiachia (e del colon irritabile, con cui spesso la sensibilita’ al glutine viene confusa): gonfiore addominale, problemi intestinali, ma anche cefalee, problemi ostetrico-ginecologici (come la difficolta’ ad avere bambini, per le donne), malattie reumatiche.
”Si stima che i celiaci – ha aggiunto Calabro’ – siano l’1 per cento della popolazione, e noi siamo convinti che la sensibilita’ al glutine sia diffusa almeno 5-6 volte di piu’. E dunque stimiamo che in Italia ci possano essere 3 milioni di ammalati di questa patologia”. Il professor Calabro’ e la sua equipe, a Careggi, stanno mettendo a punto un metodo per diagnosticarla: si tratta di ”un’impronta metabolica”, ovvero di un metodo basato su esami del sangue, delle urine e sulla risonanza magnetica che – un po’ come avviene con le impronte digitali – consentira’, una volta validato, di identificare in modo univoco questa malattia.
Commento NdR: la celiachia cosi’ come tutti questi sintomi e’ generata al 99% dai vaccini !
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Le coliche addominali
A volte è difficile trovare le parole giuste per spiegare cosa si prova durante un attacco di mal di pancia acuto. Arriva in genere senza preavviso e, una volta che c’è, non ci consente di concentrarci su nulla, salvo che sul dolore. Chi ne soffre non ama parlarne e spesso pensa di essere l’unico ad avere questo problema.
Eppure, una persona su quattro soffre di mai di pancia e disagio addominale associato a crampi; quel fastidioso “nodo all’intestino”, che compare anche due o tre volte alla settimana, limitando le normali attività quotidiane e sodali e influenzando in maniera negativa la qualità della nostra vita. Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo interpretare il dolore come un “messaggio” che il nostro corpo ci sta inviando per comunicarci che qualcosa nel nostro intestino non funziona al meglio o che si sono create condizioni che lo “irritano” in modo particolare. In pratica occorre precisare che le “coliche” addominali sono in realtà dei segnali che il cervellopercepisce come dolore a crampi, ma che in realtà dipendono da movimenti violenti del colon, in generale, con l’intento di spingere masse di feci o boli gassosi intestinali, difficili da emettere.
Sono in sostanza delle contrazioni spasmodiche dell’intestino, specie del colon. Talora le coliche si associano a stitichezza, per cui risolvendo i problemi dell’alvo si risolvono le coliche. Altre volte l’alvo è tendenzialmente diarroico e le scariche di feci sono numerose nell’arco della giornata. In questi casi dobbiamo pensare anche a malattie infiammatorie intestinali, come la retto colite ulcerosa o il morbo di Crohn.
Se invece parliamo di sindrome del colon irritabile…
E’ come avere una “sensazione viscerale o di pancia” o avere “strani movimenti nello stomaco”, espressioni colloquiali molto usate, che suggeriscono l’esistenza di un collegamento tra le sensazioni, ovvero tra quello che sente la nostra mente, e gli organi digestivi; come se ci fosse una sorta di correlazione tra disturbo “emozionale” e disturbo “viscerale”. In realtà, tra cervello e apparato digerente esistono rapporti molto stretti e il funzionamento di quest’ultimo, rispetto ad altri sistemi, è fortemente influenzato dalle modificazioni che avvengono nel cervello durante uno stimolo intenso di tipo emotivo. Negli ultimi anni si è assistito all’affascinante scoperta che alcune sostanze chimiche presenti nel tratto gastro-intestinale che hanno il compito di regolare la funzionalità del nostro apparato digerente, sono anche presenti nel cervello con funzioni che regolano il nostro comportamento e le nostre emozioni. Una conferma di questi legami viene anche dall’osservazione di una comune origine embrionale del sistema nervoso e dell’apparato digerente. Gli organi addominali sono dunque molto sensibili alle sollecitazioni interne ed esterne e, ad oggi, possiamo affermare cori certezza che esiste un’immediata reattività dei tubo digerente a forti emozioni e ad ogni tipo di impulso stressorio in generale. In termini di struttura e funzione le cellule del ‘apparato digerente sono così simili alle cellule del cervello, che le persone a volte parlano di “cervello viscerale”.
Dunque, come si comporta questo secondo cervello ?
Questo delicato sistema di fibre nervose presenti nella parete del tubo gastro-enterico è un centro di controllo molto sofisticato, in grado di distinguere tra sostanze nocive e benefiche e, se qualcosa non va, è capace di gestire autonomamente la trasmissione delle sue “sensazioni” ad un livello superiore, prima ancora che noi diventiamo consapevoli dell’esistenza del problema.
Durante il normale processo digestivo la muscolatura liscia delle pareti del tratto gastrointestinale si contrae in modo ritmico e ondulatorio; questo movimento si chiama peristalsi. Si tratta di un movimento di tipo autonomo che fa avanzare il cibo ingerito lungo il tratto digestivo e normalmente non viene avvertito. Quando il sistema digestivo è sovraccaricato o disturbato, o in presenza di stimoli irritativi, le fibre nervose intestinali e il cervello lavorano insieme per proteggerlo e, nel tentativo dì arginare il problema, reagiscono producendo uno spasmo, ovvero una contrazione esagerata della muscolatura liscia della parete del viscere che noi avvertiamo come un dolore addominale crampiforme. Dolore e malessere addominali possono essere scatenati o aggravati da una serie di fattori, fra cui uno stile di vita frenetico, pasti frettolosi o troppo abbondanti che possono rendere particolarmente difficoltosa la digestione, l’assunzione di bevande stimolanti, quali il caffè o gli alcolici, o la presenza di intolleranze alimentari.
Lo stress, il nervosismo e la tensione emotiva, possono acuire ‘intensità di queste contrazioni, provocando veri e propri crampi addominali. Nella maggior parte dei casi, si tratta di episodi passeggeri e transitori, ma se il problema dovesse ripresentarsi con una certa frequenza, occorre correre ai ripari.
COSA FARE
Quando il disturbo è occasionale, modificare le proprie abitudini alimentari e ridurre i fattori stressanti, aiutano a controllare gli attacchi acuti. Esistono svariate alternative efficaci nel ridurre il dolore da crampi addominali. Naturalmente, prevenire è meglio che curare: se possibile, evitate i cibi e le bevande che scateneranno un attacco di dolore e cercate di ridurre al minimo gli effetti dello stress sulla digestione. Il calore, come quello di una borsa termica,potrebbe contribuire ad aumentare la circolazione verso l’addome e a rilassare la muscolatura contratta. Considerato che all’origine del dolore c’è lo spasmo della muscolatura liscia viscerale, i rimedi che possono dare un sollievo sintomatico, quando il dolore è occasionale, sono gli spasmolitici, ovvero quei medicinali in grado di rilassare la muscolatura liscia delle pareti del tubo digerente.
Gli spasmolitici agiscono interrompendo il segnale nervoso dal cervello alla muscolatura liscia dei visceri e prevenendo quindi io spasmo che è all’origine del dolore. Ricordate che, in caso di forti dolori, se sono continui o in peggioramento, se sono accompagnati da febbre o perdita di peso, se notate sangue nelle feci o se avete una storia familiare di malattie dell’apparato digerente, è importante recarsi subito dal medico. Ciò è imperativo nelle cosiddette condizioni di “addome acuto”, quando cioè compaiono altri segni importanti in medicina come la contrattura della parete addominale ed una dolenzia eccessiva che viene evocata alla palpazione intestinale, oppure un vivo dolore evocato quando, dopo aver palpato l’addome si rilascia la mano a piatto e ciò causa un segno detto “Bumberg positivo”.
La frequenza evacuativa, ovvero l’intervallo di tempo tra una evacuazione di feci e l’altra, varia notevolmente da individuo a individuo: per alcuni soggetti è normale scaricarsi 3 volte al giorno, per altri è normale farlo 1 o 2 volte alla settimana. E’ quindi difficile stabilire quale sia il “numero magico” e, ancor di più, definire il confine tra normalità e disturbo basandosi solo sulla frequenza evacuativa. In generale, gli esperti dicono che una frequenza inferiore alle 3 volte a settimana, sia da considerare insufficiente.
Oggi, per Inquadrare la “stipsi” da un punto di vista diagnostico, sono necessarie altre informazioni relative alle caratteristiche dell’alvo, con particolare attenzione alla difficoltà nell’evacuare le feci e alla loro consistenza. In particolare, il rallentamento del transito intestinale facilita il riassorbimento dell’acqua da parte delle pareti del colon, disidratando il contenuto fecale. Dunque, se le feci rimangono troppo a lungo nel lume intestinale, diventano più dure e, dì conseguenza, più difficili da espellere.
Se la stitichezza è un fenomeno occasionale, ovvero si accompagna ad esempio ad un viaggio o ad una vacanza che introduce qualcosa di diverso sia nelle nostre abitudini alimentari che nei nostri ritmi quotidiani, i lassativi di contatto, possono aiutare ad alleviare il disturbo stimolando delicatamente la motilità del colon. Questi prodotti, presentano ii vantaggio di lavorare durante la notte, infatti, assunti alla sera prima di coricarsi, svolgono il loro effetto il mattino successivo.
Se la stitichezza non è solo un problema occasionale ma ci accompagna quotidianamente, diventa importante rivalutare cosa c’è nel nostro comportamento che non va, e tornare a prendersi cura del nostro intestino. Il nostro intestino può sviluppare cattive abitudini che possono essere rieducate con esercizi adeguati. La rieducazione intestinale (toilet training) recita che il riconoscere lo stimolo a defecare e non trascurarlo o rimandarlo, è i! primo passo per aiutare l’intestino a ritrovare il suo ritmo normale.
Il rispetto del proprio corpo è un tema riportato e sostenuto fin dalle origini della civiltà e in tutte le culture. Custodire l’integrità delle proprie funzioni vitali è la base di ogni altra attività sociale. L’individuo moderno spesso dimentica l’importanza del proprio benessere e io subordina ai doveri sodali. Riappropriarsi del proprio benessere genera “gratificazione” e produce le energie psicofisiche per espletare tutte le funzioni sociali al meglio.
II primo passo per ritrovare quella “regolarità” perduta consiste proprio nell’ottimizzare la nostra dieta. La “dieta”, in termini tecnici, non è altro che l’insieme dei comportamenti che definiscono un “modo di vivere” confacente alla salute.
Dunque, una buona dieta comprende, non solo un’alimentazione corretta, ma anche una regolare attività fìsica e dei ritmi di vita coerenti con la necessità fisiologica di riposo.
La “regolarità intestinale” è favorita da un comportamento equilibrato nei confronti del cibo, e coerente con l’ingestione di una giusta quantità di liquidi e di fibre. Passare più volte in una giornata da uno stato dì sazietà ad uno di farne non da la possibilità al nostro organismo di tararsi su una condizione costante. Mangiare bene e ad intervalli regolari permette di attraversare dolcemente e senza brusche variazioni le fasi della giornata, evitando di arrivare “affamati” ai pasti.
Analogamente, il lavoro e la pigrizia possono privarci di molto tempo dedicabile al movimento, ed un’attività fisica saltuaria ed intensa serve solo a colmare il senso di colpa e a dare degli scossoni al metabolismo poco utili a medio-lungo termine. E’ consigliabile, pertanto, dedicare regolarmente momenti della giornata ad un’attività fisica moderata e non affaticante. Le stesse autorità sanitarie consigliano di “muoversi” verso la salute: un dispendio energetico dei 30% eseguendo esercizio fisico permette di bruciare le energie alimentari rafforzando i muscoli e i tessuti biologici Una lieve attività fisica continuativa, può essere espletata attraverso passeggiate di almeno 30 minuti, l’uso delle scale al posto dell’ascensore, o evitando il classico schema “casa-macchina-ufficio” a favore dell’uso dei mezzi pubblici.
Allo stesso modo l’alimentazione completerà il quadro con pasti equilibrati, frequenti e leggeri, senza togliere nulla al gusto e ai piacere di un’alimentazione di qualità. Bere molta acqua, fare passeggiate, non saltare i pasti, sono buone abitudini. Imparare a migliorare significa partire dai propri punti di forza e aggiungere ogni giorno un contributo personale nella quantità agevole ad ognuno. Col tempo, sarà il nostro organismo ad abituarsi alle nuove regole, comunicando con noi attraverso risposte di piacere e gratifica. Ricordate sempre che il rischio di brusche deviazioni dalle abitudini è quello di stufarsi presto; al contrario, l’applicazione costante di accorgimenti quotidiani permette di mantenerli nel tempo, apprezzandone così i giovamenti e vivendo il cambiamento in modo graduale e indolore.
Tratto da: webalice.it
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COLITE
Talvolta i pazienti avvertono sintomi da infezione poi rivelatasi essere effettivamente Cistite in concomitanza di attacchi di COLITE, ovvero un’infiammazione del Colon, per curare tale problema è consigliato seguire una DIETA di ELIMINAZIONE degli allergeni, generalmente CRUSCA, GRANO, LATTICINI e cibi contenenti CARRAGERINA come i prodotti a base di latte e cioccolato, per la sua proprietà di legarsi stabilizzando il latte, può provocare inoltre l’ulcera nell’intestino cieco e neoplasie del colon, difetti congeniti ed EPATOMEGALIA; assumere carboidrati complessi e non raffinati quindi meglio consumare farine, pane e pasta integrali, molta fibra, e pochi zuccheri e carboidrati raffinati perchè aumentano la fermentazione dell’intestino facilitando la crescita irregolare dei batteri.
Sono utili i CLISTERI di SCFA (short-chain faty acid) ovvero acidi grassi a catena breve contenenti BUTIRRATO alla concentrazione di 80-100 mmol/l, che in uno studio hanno dato dopo 8 settimane di terapia nel 47 % dei pazienti remissione completa di colite ulcerosa E’ Suggerita anche un’integrazione con minerali e vitamine oltre a capsule di multibatteri ed enzimi.
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TERAPIA BIOLOGICA per il MORBO di CROHN
(AGI) – Roma – Duecento persone su centomila, negli Usa, in Europa e in Italia, sono affetti dal Morbo di Crohn, le cui origini sono ancora sconosciute.
“Per loro – afferma il Prof. Giovanni Gasbarrini, Direttore dell’Istituto di Medicina Interna dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Policlinico Gemelli – ora c’e’ una speranza concreta: la terapia biologica (Ruolo dei Probiotici nelle intolleranze alimentari – come da sempre insegnato e praticato dalla Medicina Naturale) che in molti casi noi al Gemelli stiamo applicando con risultati straordinari perche’ porta alla quasi-guarigione del Crohn.
Essa consiste nel contrastare la malattia attraverso metodi naturali”, ha proseguito l’illustre clinico. “Ad esempio, data l’attivita’ dei linfociti nell’evoluzione della malattia, li si va a colpire evitando il coinvolgimento degli altri organi”.
La terapia biologica del Crohn non e’ ancora molto diffusa e i primi risultati italiani verranno resi noti in occasione del Congresso Internazionale della Federazione Europea di Medicina Interna (EFIM), che ne ha affidato la presidenza al Prof. Gasbarrini e che si apre a Roma oggi giovedi’ 8 maggio all’Aurelia Convention Center in Via di Torre Rossa.
L’evento si svolge in collaborazione con il Congresso della SIMI, la Societa’ Italiana di Medicina Interna presieduta dal Prof. Giuseppe Licata, che affronta temi di grande attualita’ nel sistema salute: dal mal di testa all’ipertensione arteriosa, dal diabete al rischio cardiovascolare.
L’annuncio di Gasbarrini sulla terapia biologica del Morbo di Crohn e di altre malattie croniche intestinali, apre nuove strade alla terapia e nuovi orizzonti per lo studio dell’intestino tenue e per la comprensione delle patologie che sono in continuo aumento nel nostro come in altri Paesi. vedi: Ruolo dei Probiotici
La Leaky Gut Syndrome
I medici non ne parlano, ma molti problemi e malattie nascono proprio a causa di un malfunzionamento dell’intestino, generalmente causato da un cattivo stato delle sue pareti che perdono la dovuta impermeabilità. Questa patologia, tradotta letteralmente, significa “sindrome da intestino che
sgocciola”, ma viene comunemente tradotta come “perdita di impermeabilità della mucosa intestinale”.
Glutine e malattia celiaca.
E allora ? Cosa possiamo fare ?
Purtroppo i lassativi, oggi largamente usati, danno solo un beneficio momentaneo perché, a lungo termine, tendono a danneggiare la mucosa intestinale. Per pulire l’intestino in modo radicale si potrebbe fare qualche seduta (max 4-5) di Idrocolonterapia.
Conclusione :
Dice un’antica massima “Bella pelle, belle budelle”, e la nostra esperienza insegna che tanti problemi di pelle, compresi quelli che appaiono dopo qualche giorno dopo aver iniziato le vacanza, sarebbero prontamente risolti con una purga o un clistere.
A proposito di brufoli sulla pelle, va ricorda che, quando il corpo cerca di scaricare dei rifiuti sulla pelle, significa che ve ne sono troppi in circolo e i reni non ce la fanno a smaltirli. Se cerchiamo di eliminarli con una pomata corriamo il rischio di bloccare lo sfogo facendo in modo che il corpo vada ad accumulare i rifiuti in qualche organo. Ciò creerebbe i presupposti per problemi assai più gravi.
vedi: Idro Colon Terapia + Sindrome dell’Intestino Permeabile (LGS) + Acqua contaminata e colon irritabile + Fermenti e probiotici
Molto utile e’ anche l’ARGILLA (fango di terra argillosa) mangiata come un “dolce” ogni giorno od ogni 2 o 3 giorni per un certo periodo che in genere varia da soggetto a soggetto, con un minimo di 15 giorni; alle volte e’ necessario assumerla per periodi piu’ lunghi. Fare attenzione che l’argilla puo’ portare stitichezza.
L’argilla con il suo potere mineralizzante, cicatrizzante e chelante, fornisce un ottimo ausilio a tutti coloro che si debbono disintossicare dalle sostanze tossiche, aiutando la disinfiammazione e la disintossicazione dell’apparato digerente ed il corpo intero.
MENTA PIPERITA
La sua funzione analgesica riconosciuta dalla ricerca. Aiuta la gestione dello stress provocato dal dolore insieme a psicoterapia e farmaci che combattono i sintomi – 21-04-2011
Il 13 aprile 2011 è stato pubblicato dalla rivista “Pain” un lavoro di ricerca dal titolo “Un nuovo ruolo per il TRPM8″ facendo riferimento alle funzioni del recettore TRPM8 (“Transient receptor potential cation channel subfamily M member 8″) attivato dal freddo e da agenti chimici di raffreddamento, come il mentolo. – vedi: Dottrina termica del freddo
L’attivazione del TRPM8 procura un’analgesia della zona cui afferiscono le terminazioni nervose ove si trova il recettore.
Alcuni ricercatori dell’Università di Adelaide hanno dimostrato come la menta piperita aiuti ad alleviare la sintomatologia riferibile alla sindrome del colon irritabile, tanto diffusa quanto poco trattabile dal punto di vista clinico.
La menta piperita, come dice il dottor Stuart Brierley, è comunemente prescritta dai naturopati per il trattamento del dolore, ma a seguire un metodo empirico, in quanto non vi era sinora, alcuna dimostrazione scientificamente adeguata della funzione analgesica svolta dalla menta.
La ricerca dimostra che l’azione analgesica si spiega con l’attivazione da parte di questa sostanza del canale specifico anti-dolore TRPM8. La scoperta rappresenta un primo importantissimo passo atto a stabilire un nuovo protocollo terapeutico destinato alla sindrome da colon irritabile (IBS, Irritable bowel syndrome).
L’IBS risulta estremamente invalidante in quanto caratterizzata da crampi, dolore addominale, nausea, costipazione e/o diarrea, ed è causa di disagio e di stress pur non provocando, fortunatamente, lesioni permanenti all’intestino.
La terapia mira al ripristino di una dieta corretta, e alla gestione dello stress ricorrendo, oltre che alla psicoterapia, a farmaci sintomatici. Per alcuni individui la IBS può rivelarsi invalidante tanto da inquinarne la qualità di vita, impedendo o riducendo enormemente i contatti sociali, con tutto quello che ne può conseguire.
Lo studio ha determinato il ruolo del recettore (TRPM8) nell’ambito del percorso neurosensoriale colico ed ora il trattamento analgesico a base di menta piperita ha una sua motivazione scientifica.
Note di approfondimento:
“A novel role for TRPM8 in visceral afferent function”, Andrea M. Harrington, Patrick A. Hughes, Christopher M. Martin, Jing Yang, Joel Castro, Nicole J. Isaacs, L. Ashley Blackshaw and Stuart M. Brierley (Nerve-Gut Research Laboratory, Department of Gastroenterology & Hepatology, Hanson Institute, Royal Adelaide Hospital, Adelaide, South Australia, Australia; Discipline of Medicine, University of Adelaide, Adelaide, South Australia, Australia.
– Discipline of Physiology, University of Adelaide, Adelaide, South Australia, Australia
– Sindrome del colon irritabile
– How Peppermint Helps to Relieve Irritable Bowel Syndrome
Transient receptor potential cation channel subfamily M member 8
By Luisa Barbieri – Tratto da: domani.arcosis.tv
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Nuovi Probiotici contro la malattia di Crohn
Sono circa 100.000, in Italia, le persone affette da questa patologia infiammatoria cronica dell’intestino
Un gruppo di ricercatori dell’Università Pierre e Marie Curie di Parigi e dell’Istituto Pasteur a Lille ha identificato una specie batterica che potrebbe rappresentare la chiave di volta per la terapia della malattia di Crohn, una patologia infiammatoria dell’intestino, uno dei cui fattori scatenanti sembra essere l’abnorme attivazione del sistema immunitario, che finisce per danneggiare l’organo, e che potrebbe avere come concausa principale uno sbilanciamento nella composizione della flora batterica intestinale.
La malattia, che solitamente ha un andamento cronico, con un’alternanza di periodi con manifestazioni infiammatorie di gravità variabile con altri, anche prolungati, di remissione – si ritiene che interessi in Italia almeno 100.000 persone.
In studi precedenti, lo stesso gruppo di ricercatori diretti da Philippe Langella aveva mostrato che nei pazienti affetti dalla malattia di Crohn si rilevava una marcata deficienza dei batteri del gruppo Clostridium leptum. Ora – come riferiscono in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) – i ricercatori hanno potuto dimostrare che all’origine di questa deficienza di batteri è la marcata diminuzione di uno specifico batterio, Faecalibacterium Prausnitzii.
In particolare i ricercatori sono riusciti a scoprire che F. prausnitzii è il responsabile della secrezione di sostanze biochimiche che sono in grado di ridurre i processi infiammatori intestinali.
Facendo riferimento ai dati ottenuti da uno dei più vasti studi sulla malattia, hanno inoltre scoperto che i pazienti affetti da morbo di Crohn sottoposti in passato a interventi chirurgici sull’intestino avevano maggiori probabilità di incorrere in ricadute della malattia se avevano livelli di F. Prausnitzii inferiori al normale.
I risultati sono stati poi controllati in una serie di esperimenti eseguiti in vitro, nei quali hanno potuto evidenziare come il liquido di coltura in cui erano state fatte crescere colture di F. Prausnitzii era in grado di esercitare un effetto antinfiammatorio sugli animali da esperimento.
Se gli esperimenti verranno confermati, la scoperta potrebbe portare a un nuovo trattamento terapeutico dei pazienti attraverso la somministrazione di probiotici a base di F. Prausnitzii. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: come volevasi dimostrare ! la Medicina Naturale ha da sempre indicato nelle malattie dell’intestino, come causa fisiologica, alterazione del pH digestivo, flora batterica autoctona, irritazione della mucosa della parete intestinale e riduzione della dimensione dei villi, con conseguente malassorbimento e quindi malnutrizione..
ROSMARINO (Rosmarinus officinalis Labiata) Foglie e Fiori: – Arbusto legnoso, sempreverde, originario del bacino del Mediterraneo. Il nome latino è Ros Marinus, che sembrerebbe significare “rosa o rugiada del mare”; in realtà deriva dal greco, dai termini Rhops, che significa “arbusto” e Myrinos, che significa “aromatico.
Il rosmarino fiorisce da Marzo ad Ottobre, è largamente diffuso anche allo stato spontaneo. Diffuso come pianta da bordura o siepe, e normalmente diffuso come pianta aromatica. Si usano le foglie, raccolte in piena estate e facendole essiccare rapidamente all’ombra. Si prediligono i rametti giovani, non ancora lignificati. Si conservano poi in vasi di vetro.
Utile in: Astenie, epatismo, ittero, cirrosi, litiasi biliare, aumenta la secrezione biliare, stimolante generale anche surrenalico, balsamico ed attivo per le vie respiratorie, contro la tosse, raffreddore, influenza, bronchiti, disturbi della menopausa, regolatore del flusso mestruale, antisettico polmonare, antigotta, diuretico, combatte l’anemia, stimola la circolazione sanguigna e la regolarizza, stimola la crescita dei bambini ed è utilizzato contro la stanchezza mentale e nei casi di sovraffaticamento, dolori gastrici, affezioni del sistema nervoso, vertigini, disturbi cardiaci.
Uso esterno: Scottature, piaghe, perdite bianche vaginali, scabbia.
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Con MENTA e con l’ANETO GUARISCE il COLON IRRITATO
Patologia di difficile trattamento terapeutico
Secondo alcune recenti indagini la malattia più diffusa tra gli italiani sarebbe la sindrome del colon irritato, patologia di difficile trattamento terapeutico, che è influenzata sia dall’alimentazione, sia dalla personalità psichica, dall’ansia e dallo stress. Dolore o senso di pesantezza addominale, alternanza di diarrea o stipsi, meteorismo sono i principali sintomi del colon irritabile (ove nessun esame clinico consente di far diagnosi) che incide notevolmente sulla qualità della vita della persona che ne soffre. Tra i numerosi rimedi sintomatici per la cura del colon irritato, menta piperita, tiglio, finocchio, anice, aneto, altea, melissa, achillea, camomilla, rappresentano alcune delle piante medicinali che vengono maggiormente utilizzate.
Con uno studio clinico di qualche anno fa, compiuto da alcuni ricercatori di Taiwan, su 110 persone affette da sindrome del colon irritabile, si dimostrò come la somministrazione di un preparato contenente olio essenziale di menta si aveva una significativa riduzione della sintomatologia, solamente due persone sospesero il trattamento per effetti collaterali; vennero anche eseguiti test di funzionalità epatica che non mostrarono significative variazioni.
La menta (si usano le foglie e l’intera pianta) viene solitamente adoperata, oltre che nel trattamento di diverse patologie dell’apparato digerente, anche come antisettico e analgesico, ed è soprattutto all’olio essenziale (il cui contenuto varia con la provenienza della pianta) che vengono attribuite le principali attività terapeutiche, compresa quella antispastica. Bisogna però considerare anche la presenza di altri componenti chimici, quali ad esempio i flavonoidi e i triterpeni, dotati di importanti attività farmacologiche.
La menta può essere adoperata in infuso, decotto, tintura alcolica ad un dosaggio standard di 12 grammi per 350 cc d’acqua per dieci minuti di infusione o in 400 cc per 5 minuti di ebollizione.
vedi ** NdR, in questa pagina
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Una spezia la Curcuma, contro il Cancro del colon – 11/5/2008
Intere regioni della Cina e dell’India non conoscono il cancro del colon. Il segreto è nell’alimentazione e in particolare in una spezie: laCurcuma al cui interno ci sono circa 150 sostanze che hanno un effetto di prevenzione sui tumori dell’intestino.
La notizia è stata resa nota dal Prof. Enrico Roda dell’Università di Bologna alla chiusura del VII Congresso Internazionale di Medicina Interna svoltosi a Roma. Non a caso in oriente la “curcuma” sta andando a ruba e il suo prezzo sul mercato è aumentato. In Europa il consumo di Curcuma è ancora basso ma la notizia si sta diffondendo.
Sempre parlando dei così detti cibi funzionali il Prof. Roda ha ricordato come gli alimenti ricchi di steroli vegetali come la frutta, verdura e le noci, mandorle, pistacchi e legumi, abbassano il colesterolo nel sangue, prevenendo cosi’ l’arteriosclerosi.
In questa direzione si stanno orientando non soltanto i nutrizionisti italiani ma anche i medici internisti cui spetta spesso suggerire diete o nuove abitudini alimentari.
Tratto in sintesi, da: napoli.com
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Intestino: Lo specchio dell’anima – vedi Iridologia
Dare sfogo ai sentimenti fa bene al cuore, alla testa e all’intestino Anche per la medicina tradizionale, la sindrome dell’intestino irritabile (chiamiamola colite per semplificare, anche se il termine non è del tutto corretto) è una “malattia non malattia”:
le sue cause organiche sono sconosciute. E’ però vero che i fattori emozionali possono scatenarne i sintomi tipici come stipsi, diarrea, gonfiore, dolore insopportabile alla pancia. Perchè?
Perchè le funzioni intestinali e i malesseri connessi sono spesso direttamente legati a come ci sentiamo. Tanto che in molti concordano nel considerare la colite un chiaro esempio di malattia psicosomatica. E qui, la vita di coppia la fa da padrona. Le crisi amorose, ad esempio, creano una sofferenza della psiche e, se non ci sono altre valvole di sfogo, il corpo diventa il mezzo per far emergere i disagi emotivi: è come se si facesse carico di tradurre “in concreto” l’insoddisfazione interiore e lanciasse il suo S.O.Sattraverso il malessere fisico.
In questa chiave di lettura, alcune forme diarroiche o di stipsi avrebbero delle motivazioni di carattere psicologico.
vedi: Conflitti Spirituali
Secondo alcune autorevoli teorie, la defecazione può essere influenzata da conflitti inconsci legati al dare, al trattenere, al negare, al rifiutarsi. In sintesi possiamo dire che nella costipazione “è trattenuto” qualcosa che nella diarrea è invece “espulso violentemente”.
Se la nostra colite è a impronta prevalentemente stitica, è probabile che ci siamo stancati di dare amore senza riceverne: cosi come le feci sono trattenute, così anche l’affettività è bloccata. In sostanza, facciamo fatica a donare affetto (ma anche cose materiali), ad abbandonarci, a farci coinvolgere dalle situazioni. Teniamo tutto dentro di noi, abbiamo un eccessivo attaccamento al passato, a relazioni finite, ricordi, oggetti e vecchie abitudini: tutto questo diventa ingombrante e tossico, proprio come le feci accumulate nell’intestino. Se, invece, improvvisamente diventiamo preda della diarrea, potrebbe essere che abbiamo bisogno di esprimere tutta la nostra affettività o eliminare compulsivamente pensieri o fantasie trasgressive, che viviamo come sporche anche se non lo sono affatto.
Alla luce di tutto questo, l’insegnamento è che dobbiamo imparare ad assecondare l’istinto, a seguire le nostre inclinazioni anche nelle piccole cose, ad esprimere le nostre emozioni senza paura del giudizio degli altri e a liberarci di ciò che non serve più (o magari di un partner che non ci fa stare bene).
E poi è sempre meglio non condannarci a reprimere a ogni costo i pensieri impuri: qualche volta lasciamoci andare a un linguaggio disinvolto o a un comportamento trasgressivo con il nostro partner, anche per il bene dell’intestino !
Tratto da: farmasalute.it
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MORBO di CROHN
La Malattia di Crohn è una malattia infiammatoria osservata a vari livelli dell’apparato digerente che colpisce il più delle volte la porzione terminale dell’intestino tenue, l’intestino crasso (colon) e la regione anale la cui causa resta sconosciuta.
Si tratta di una malattia relativamente frequente (ne sono affetti circa 100000 italiani, 40000 francesi e 2000000 d’americani) con un aumento dei cas negli ultimi anni.
È una malattia, di solito, cronica con un’alternanza di periodi con manifestazioni infiammatorie di gravità variabile con altri di remissione, talvolta prolungati.
È una malattia ancora misteriosa per quanto riguarda la sua (o le sue) causa, ma che i medici conoscono sempre meglio grazie all’accumulo di informazioni provenienti dalle ricerche in corso in tutto il mondo.
È una malattia, infine, che i malati devono imparare a conoscere affinché la relazione tra malati, malattia e medico trovino il loro giusto equilibrio. Un paziente, spesso giovane ed in età scolastica al momento della diagnosi, deve potere, come un diabetico, adattare all’occorrenza la sua vita sociale e professionale con la sua malattia, partecipare alla decisione dei trattamenti ed aderirvi attivamente in seguito.
Scoperto gene che aumenta rischi morbo di Crohn
Roma, 9 Gen. 2009 (Adnkronos Salute) – E’ la variazione di un gene a renderci più vulnerabili nei confronti del morbo di Crohn, patologia infiammatoria cronica che colpisce l’apparato digerente con sintomi diversi: dolore addominale, febbre, perdita di peso.
A scoprirlo sono stati gli esperti canadesi del Research Institute del McGill University Health Center e del McGill University and Menome Quebec Innovation Center, che riportano i risultati delle loro osservazioni sulla rivista scientifica “Nature Genetics“, ricordando che in Nord America sono fra 400 e 600 mila i malati. In Italia il morbo di Crohn colpisce circa 100 mila persone. Anche se la causa esatta della malattia non è ancora stata chiarita dagli studiosi, è ormai noto che alla base ci siano fattori ambientali ed ereditari.
La proteina individuata dagli scienziati canadesi come ‘chiave’ della patogenesi, chiamata NLRP3 o criopirina, è un sensore di batteri intracellulari che gioca un ruolo di primo piano nella messa in moto della risposta immunitaria da parte dell’organismo. In alcuni pazienti, ipotizzano gli studiosi, questo gene è difettoso e non riconosce a dovere la presenza di microrganismi dannosi a livello dell’intestino, aprendo le porte al morbo di Crohn. “Quando il sistema di difesa del tratto digestivo è insufficiente – spiega Alexandra Villani, che ha guidato l’indagine – c’è un’infiltrazione di batteri nelle pareti intestinali. Normalmente l’organismo tenta di ripetere l’attacco, ma questo sforzo non è sufficiente e porta peraltro a un circolo vizioso di infiammazione cronica, cioè al morbo di Crohn”. Il gene individuato regola inoltre la febbre, uno dei primi meccanismi di difesa del corpo contro i batteri, “dunque variazioni genetiche a livello del NLRP3 causano anche la sindrome ereditaria di febbre periodica”, aggiunge l’esperta.
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Una proteina cruciale per le malattie infiammatorie dell’intestino
La proteina IL-18 consente ai topi di mantenere il colon in salute innescando la produzione di cellule epiteliali per compensare quelle danneggiate o distrutte dalla colite
Una proteina codificata da un gene già associato a numerosi disturbi di natura infiammatoria svolge un ruolo cruciale nel proteggere l’intestino dalla colite: è quanto hanno scoperto i ricercatori del St. Jude Children’s Research Hospital.
Com’è noto, colite è un termine generico che indica un’infiammazione della mucosa dell’intestino che può assumere varie forme, acute o croniche, di varia gravità e con diversa origine. L’immunologia si occupa di quelle forme, come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, caratterizzate da un danno permanente ai tessuti dell’intestino dovuto a diversi meccanismi autoinfiammatori, in cui il sistema immunitario aggredisce i tessuti dello stesso organismo.
Secondo quanto riportato sull’ultimo numero della rivista Immunity, i ricercatori hanno dimostrato che in un modello murino della colite, la proteina Nlrp3 agisce ancorando un grande complesso multiproteico denominato inflammasoma Nlrp3 dove viene prodotta la proteina messaggera interleuchina 18 (IL-18). Quest’ultima appartiene a una famiglia di molecole note come citochine implicate nella risposta immunitaria dell’organismo.
Secondo i risultati della ricerca, la IL-18 prodotta dall’inflassosoma Nlrp3 consente ai topi di mantenere il colon in salute innescando la produzione di un maggior numero di cellule epiteliali per compensare quelle danneggiate o distrutte dalla colite.
“Questo lavoro fornisce la base per un più efficace trattamento della patologia”, ha commentato Devi Kanneganti, del dipartimento di Immunologia del St. Jude e autore senior dell’articolo, sottolineando anche come sia stato individuato in particolare lo specifico cammino attivato per la produzione di IL-18 dalle cellule epiteliali che rivestono il colon. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: Una delle caratteristiche dei danni che producono i Vaccini (prodotti da Big Pharma) e’ proprio quella di alterare a livello cellulare la sintesi e la specializzazione delle proteine, quindi nulla di strano se dopo una vaccinazione, cio’ avvenga ed ilvaccinato si trovi con degli stati infiammatori – vedi infiammazione – che partendo dall’intestino si distribuiscono nell’organismo a seconda del tipo di terreno tissutale in acidosi o meno.
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Nuovo metodo genetico per diagnosi precoce di cancro del colon – Sett. 2013
Uno studio appena pubblicato sulla rivista Cancer prevention research, coordinato dalla tossicologa Bettina Scholtka, dell’Università di Potsdam in Germania, presenta un metodo che promette di essere semplice da usare e sensibile per la diagnosi precoce del colon. «Cellule tumorali geneticamente mutate si sfogliano nelle feci dalla superficie delle lesioni precancerose e dai cancri del colon in fase iniziale, ma rilevare una singola mutazione in una grande quantità di Dna normale nelle feci del paziente è come cercare un ago in un pagliaio» premette Scholtka.
Per riuscire a individuarle, i ricercatori tedeschi hanno pensato di combinare tre tecniche:
il metodo cosiddetto dell’acido nucleico bloccato (locked nucleic acid, Lna), che aumenta sensibilità e specificità dell’analisi del Dna, l’High resolution melt (Hrm) analysis, che identifica mutazioni, polimorfismi e differenze epigenetiche in campioni di Dna e la reazione a catena della polimerasi. Grazie all’uso combinato di queste tre tecniche, i ricercatori hanno raggiunto una notevole sensibilità.
Le verifiche condotte con numerosi test su campioni di colon e di feci di pazienti con variazioni nei geni APC, hanno infatti individuato le mutazioni in 41 su 80 campioni contro le 28 su 80 rilevate dalle tecniche tradizionali di sequenziamento.
Nella fase successiva, che prevedeva l’analisi di 22 campioni di feci con mutazioni APC e 9 controlli sani, sono state individuate anomalie genetiche in 21 dei 22 campioni. Infine, i test condotti su 20 campioni di tessuto del colon hanno rilevato variazioni nel gene KRAS, dimostrando che il metodo funziona anche con geni diversi da APC.
L’estrema sensibilità della tecnica permette di scoprire quantità molto basse di mutazioni cancerogene nei campioni di feci» riprende Scholtka, specificando che, rispettivamente, circa il 60 e il 40% dei cancri del colon-retto mostrano variazioni nei geni APC e KRAS. «E dato che tali anomalie sono presenti anche nella fase precancerosa, il metodo che le rileva fa diagnosi precoce» aggiunge.
E conclude: «Il metodo vede una singola mutazione neoplastica in quantità di Dna normale diecimila volte maggiori, ed è fino a 5.000 volte più sensibile di altre tecniche di screening non invasive».
Usandolo aumenteranno le possibilità di prevenire il cancro, rimuovendo le lesioni precancerose subito dopo la diagnosi precoce.
Cancer Prev Res September 2013; 6; doi: 10.1158/1940-6207.CAPR-13-0145 898
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La mort commence dans le côlon (Francais) – Traduzione: La morte inizia nel colon
Un de mes meilleurs amis a un enfant qui est accablé d’allergies, d’asthme, d’eczéma, de diarrhées, de constipation. Il fait infection sur infection.
Ses parents lui ont fait arrêter le lait, le gluten, la charcuterie, les oeufs, rien n’y a fait.
Il se trouve que cet enfant est né par césarienne.
Quand il m’en a parlé, je n’ai pas hésité une seule seconde.
J’ai tout de suite pensé : « flore intestinale ».
Un tube digestif mal entretenu, peuplé de bactéries et de champignons opportunistes et pathogènes (en particulier Candida albicans) et pollué par des aliments mal digérés risque de se retrouver encombré par des matières fécales nauséabondes et toxiques. Ce phénomène est facteur de déséquilibres et de troubles de gravité variable.
En particulier, vous pouvez souffrir de constipation rebelles, de ballonnements, de diarrhées, d’inflammations diverses, d’altération de la peau, d’instabilité d’humeur ou de maladies plus graves, comme une colopathie fonctionnelle, une diarrhée sanglante ou un cancer du côlon.
Lors d’une autopsie, il n’est pas rare de constater que le côlon de la personne décédée est fortement encombré par des excréments. C’est l’origine de l’adage : « la mort commence dans le côlon ».
Un intestin malpropre, c’est le risque d’une immunité déficiente. Vous souffrez alors d’une vulnérabilité plus grande aux maladies infectieuses et inflammatoires touchant les sphères digestives, respiratoires, urogénitales, etc.
De plus, un côlon « malade » est aussi un facteur déclenchant de troubles émotionnels : peu de gens, et même de médecins, le savent, mais ce sont les cellules de l’intestin qui produisent 80 % de la sérotonine qui se trouve dans notre corps (la sérotonine est l’hormone de la bonne humeur).
D’une certaine façon, votre intestin est votre « deuxième cerveau ». Vous devez donc en prendre le plus grand soin.
Entretenir votre tube digestif
Vous trouverez partout sur Internet des offres plus ou moins honnêtes pour des produits visant à nettoyer votre tube digestif. Mais votre intestin n’est ni une cheminée qu’on ramone, ni une tuyauterie qu’on débouche avec du « Déstop ». C’est en fait, à la fois plus subtil, mais aussi beaucoup plus simple.
Normalement, vous ne devriez rien avoir à faire. Dame Nature a tout prévu : une armée de milliers de milliards de microorganismes qui peuplent votre côlon (la dernière partie de l’intestin, juste avant le rectum) et qui, nuit et jour, le protègent, le nettoient, et empêchent les bactéries et levures nuisibles de se développer, en occupant la place.
Ces microbes sont en très grand nombre, c’est-à-dire cent fois plus nombreux que les cellules de votre corps, soit 100 000 milliards (14 zéros !).
Cette armée immense s’appelle la « flore intestinale » ou le « microbiote ».
Le mot « flore » peut surprendre pour un endroit pareil, mais c’est une référence au grand nombre d’espèces de bactéries et de levures (au moins 200 espèces) qui cohabitent, comme dans un jardin botanique. Cet ensemble nous est aussi personnel que nos empreintes digitales.
Il ne tient qu’à vous d’entretenir ce jardin, de le réensemencer régulièrement, d’éliminer les mauvaises herbes, de lui apporter de l’engrais… ou alors de le laisser à l’abandon. Dans ce second cas, le joli parc à l’anglaise peut vite se transformer en affreux dépotoir nauséabond, refuge d’espèces nuisibles qui déclenchent des maladies.
Les mauvaises odeurs ne sont pas normales
La principale fonction de votre côlon est de fermenter les aliments incomplètement digérés pour en extraire les derniers nutriments et les faire passer dans le sang. Lorsque votre côlon est sain et qu’il fonctionne bien, il ne laisse que des déchets inutilisables qui sont évacués régulièrement, et ne dégagent pas de mauvaise odeur.
Par contre, en présence de bactéries et de levures nuisibles, le transit est perturbé, entraînant constipation ou diarrhée et les résidus alimentaires deviennent malodorants. De plus, lorsqu’une mauvaise digestion s’installe, en plus d’être désagréable en soi, elle empêche votre corps d’extraire les nutriments de votre nourriture de façon optimale. Si vous ne faites rien, des déficits nutritionnels, voire des carences, peuvent s’installer.
Cette flore nuisible produit aussi du gaz carbonique, du méthane et de l’hydrogène en abondance. Tant et si bien que lorsque vous laissez la situation s’installer, ces germes vont proliférer jusqu’à provoquer des poches de gaz tout au long de votre côlon, jusqu’à ce que vous ayez l’impression qu’il va exploser. Les flatulences et les ballonnements n’ont rien de drôles. Ils indiquent que votre nourriture est mal digérée et que votre côlon a besoin d’aide. Ce cercle vicieux est déclenché par le manque de bonnes bactéries, favorables à la digestion.
Et c’est là que j’en reviens au cas de mon ami dont l’enfant est né par césarienne.
Votre flore intestinale se détermine dès votre naissance
La composition de votre flore intestinale dépend avant tout de la façon dont se déroule votre naissance.
Quand vous étiez dans le ventre de votre mère, votre tube digestif était stérile. Il n’y avait dedans aucun microbe.
Ce n’est qu’au moment de l’accouchement que des bactéries et des levures s’y sont installées : 72 heures après votre naissance, votre tube digestif contenait déjà 1000 milliards de bactéries et levures !
Mais d’où proviennent ces bactéries et levures ? Très peu de gens le savent, là encore, mais elles viennent, pour les enfants nés par voie naturelle, de la flore vaginale de leur mère.
Or, cette flore vaginale est très dépendante de la flore intestinale et donc une femme qui aura une bonne flore intestinale dans les dernières semaines de sa grossesse donnera en héritage à son enfant les bonnes espèces microbiennes pour ensemencer son intestin. Si, par contre l’intestin de la mère est contaminé par des espèces opportunistes et pathogènes, son bébé en héritera aussi, malheureusement.
Ainsi constate-on que certaines prédispositions aux maladies sont liées à une microflore particulière transmise par les mères à leurs enfants au moment de la naissance. C’est en particulier le cas des lignées familiales d’asthmatiques et d’eczémateux. Si, au cours des derniers mois précédant l’accouchement, la mère régénère sa microflore (nous allons voir comment), son enfant ne sera pas porteur d’une microflore induisant de l’eczéma ou/et de l’asthme. Cette simple mesure permet donc de préserver le nouveau-né d’une déficience qui risque de l’handicaper toute sa vie avec la perspective de la terminer dans les souffrances d’une bronchite chronique, sous assistance respiratoire particulièrement invalidante.
Mais un autre cas très problématique est celui des enfants nés par césarienne.
Etant directement extraits du placenta (stérile), le bébé né par césarienne n’a aucun contact avec la flore de sa mère. Il reçoit alors la microflore de l’environnement, et donc de l’environnement hospitalier, souvent riche en bactéries résistantes aux antibiotiques, en particulier le tristement célèbre staphylocoque doré (Staphylococcus aureus).
Cette flore intestinale d’origine hospitalière peut avoir des conséquences douloureuses sur tout le reste de l’existence, si elle n’est pas corrigée à temps.
Donc pour les mamans qui sont forcées d’accoucher par césarienne, il est très important qu’elles ensemencent le tube digestif de leur bébé, dès la naissance, avec de bonnes bactéries. Avant de vous dire comment, permettez-moi de préciser que, même une bonne flore intestinale à la naissance peut se déséquilibrer par la suite:
Comment l’équilibre de votre microflore risque de se rompre
Après la naissance, l’équilibre de la microflore intestinale est en continuelle évolution. Il s’agit d’un équilibre dynamique qui peut être rompu par différents facteurs endogènes et exogènes:
facteurs endogènes ou causes intérieures à votre corps : il se peut que vous ayez un déficit immunitaire, ou une maladie métabolique discrète, qui entraîne une modification de votre flore intestinale. En cas de blessure ou d’opération chirurgicale, d’inflammation, de constipation chronique ou de tumeurs dans l’intestin, votre microflore peut également être gravement perturbée, ce qui empirera les symptômes de votre maladie, et retardera votre convalescence; facteurs exogènes ou les causes extérieures à votre corps : alimentation déséquilibrée, contamination par des métaux lourds, des pesticides utilisés en agriculture et des additifs alimentaires antimicrobiens, infection par des germes pathogènes, stress intense, traitement aux antibiotiques, vaccination, peuvent contribuer à inhiber vos bonnes bactéries, ce qui laissera la place aux germes opportunistes et pathogènes (responsables de maladies) de se multiplier.
Les conséquences sont de gravité variable : des simples troubles de la digestion jusqu’à la rupture complète des barrières de défense de l’organisme. Dans ce cas, vous risquez la prolifération de germes jusqu’à la septicémie (infection généralisée) et donc, potentiellement, la mort.
Cela montre qu’une flore intestinale équilibrée joue un rôle essentiel pour votre santé et votre résistance aux maladies. Tout doit être fait pour maintenir cette flore dans un bon état microbiologique.
Je vais vous indiquer comment faire:
Entretenir et améliorer sa flore intestinale
Parmi les bactéries de votre flore intestinale, certaines ont un effet positif pour votre santé, et pour la vie en général : c’est pourquoi les scientifiques les ont baptisées « probiotiques » (favorables à la vie). Elles stimulent le système immunitaire, réduisent les allergies, apaisent les inflammations de l’intestin. Elles empêchent la production de toxines susceptibles de surcharger le foie, améliorent le transit intestinal, réduisent les flatulences, préviennent les troubles du transit (constipation ou diarrhée). Pour mériter le nom de probiotique, il faut que cet effet soit scientifiquement démontré.
D’autres espèces sont opportunistes ou pathogènes : elles sont susceptibles de déclencher des problèmes de santé de tous ordres, dont les allergies, les mycoses et même certaines maladies.
Parmi les mycoses, la candidose provoquée par Candida albicans est redoutable car la prolifération de ce germe dans l’organisme provoque une altération de l’immunité qui ouvre la poste à d’autres affections dont le cancer.
Votre défi est le suivant : favoriser, par l’implantation de bonnes espèces et par des « engrais » adaptés, les bonnes bactéries. Empêcher les espèces pathogènes (causes d’affections) de se développer.
Alors voici les mesures que vous pouvez prendre et qui permettront de renforcer votre système immunitaire, accroître votre vitalité et améliorer votre bien-être.
Réduire votre consommation d’aliments concentrés
Les aliments concentrés tels que la viande, les fromages, certaines graisses (beurre, huile de tournesol, de maïs, de soja ou de carthame) et les sucres simples doivent être consommés avec modération car ils sont susceptibles de provoquer une rupture de l’équilibre de la microflore.
Or, depuis les années 1950, la consommation des aliments concentrés n’a pas cessé de croître avec le développement incessant de ce que l’on appelle les maladies de civilisation : troubles cardiovasculaires, digestifs, métaboliques, nerveux, ostéoarticulaires, etc.
Par exemple, la forte consommation de sucres simples : saccharose, fructose, maltose, lactose, glucose.
Tous les aliments sucrés ou qui se transforment rapidement en sucre simples (y compris les jus de fruit), favorisent la prolifération d’une flore fongique qui altère l’immunité, induit le risque de diabète, d’obésité, d’accidents cardiovasculaires et de tous types de cancers.
Cela peut sembler exagéré mais les médecins n’ont plus de doute aujourd’hui à ce sujet : la forte consommation de sucre produit de l’hyperglycémie, puis de l’hyperinsulinémie qui va stimuler la formation de la tumeur cancéreuse et accélérer la croissance des cellules tumorales.
Les Français consomment en moyenne 40 kg de sucre par an, soit environ 110 grammes par jour. Ce chiffre est dangereusement élevé. Il devrait être réduit au minimum des trois quarts, c’est-à-dire descendre en dessous de 10 kg par an. On peut en dire autant de la viande et des produits laitiers.
Alors priorité aux fruits, légumes et céréales complètes, baies, noix, poissons gras de haute mer riches en précieux nutriments (collagène, minéraux, vitamines liposolubles et acides gras omega-3 à longues chaînes). Un peu de viande, de produits laitiers (surtout au lait de chèvre et de brebis) et d’huiles végétales (préférence à l’huile d’olive, de noix, de colza) et très peu de sucreries.
Mangez plus de fibres, ce sont des «prébiotiques»
L’alimentation moderne, trop riche en produits concentrés (viande, fromage, graisses et sucreries), est pauvre en fibres. Si les fibres alimentaires ne sont pas des nutriments essentiels à notre organisme, elles sont indispensables à l’entretien de notre flore intestinale qui s’en nourrit et les transforme en acides organiques, qui protègent et régénèrent la muqueuse intestinale.
Certaines fibres alimentaires sont solubles parce que de bas poids moléculaire. On les appelle alors des « prébiotiques », parce qu’elles stimulent de façon ciblée la croissance des bactéries « probiotiques » ou bonnes bactéries de l’écosystème intestinal.
Puisque votre flore intestinale se nourrit de fibres, il ne faut pas la laissez dépérir en la privant des fibres solubles. C’est ce qui est apporté majoritairement par les fruits de saison bien mûrs et une grande variété de légumes (priorité aux crucifères).
Préférez des légumes et des fruits bio, car il ne contiennent pas de pesticides (cancérigènes) et de conservateurs (antibactériens et antifongiques qui altèrent votre flore intestinale).
Redécouvrez les produits lactofermentés
Toutes les semi-conserves fermentées contiennent des bactéries du groupe lactique (Lactococcus, Enterococcus, Leuconostoc, Pediococcus, Streptococcus, Lactobacillus).
Intuitivement, nos ancêtres avaient compris que les produits lactofermentés se conservaient bien et que leur consommation favorisait leur santé. Depuis le début du siècle dernier, des microbiologistes ont mis progressivement en évidence que certaines bactéries qui se développent spontanément dans les produits lactofermentés ont des caractéristiques « probiotiques » c’est-à-dire bénéfiques à la santé.
La choucroute est consommée depuis l’époque des Romains et le chou fermenté reste un plat important dans la cuisine d’Europe centrale, de l’Alsace jusqu’à l’Ukraine. En Pologne, c’est le jus de betterave rouge fermenté qui forme la base du plat national, le Borsch (soupe de betterave rouge).
Dans les pays asiatiques aussi, le chou fermenté est important, comme le « Kimshi » de Corée, mais la plupart des légumes peuvent être consommés sous cette forme : carottes, aubergines, oignons, concombres…
Dans notre alimentation occidentale, les olives, les cornichons, les betteraves rouges, les navets, etc. peuvent être conservés par lactofermentation. A noter cependant que de plus en plus l’industrie agro-alimentaire conserve ces produits dans des saumures ou dans du vinaigre ou les stérilise après la fermentation, ce qui détruit les bactéries. La bière actuelle, bien que fermentée, est le plus souvent pasteurisée et contient très peu de bactéries et de levures.
Les laits fermentés, en revanche, sont tous riches en bonnes bactéries douées de caractères « probiotiques » de performances différentes selon l’espèce et le biotype bactérien utilisés.
C’est le cas du yoghourt (fermenté par Streptococcus thermophilus et Lactobacilus bulgaricus), du lait à l’acidophilus (fermenté par Lactobacillus acidophilus), du lait au bifidus (fermenté par Bifidobacterium bifidum, longum, breve ou lactis), du kéfir (fermenté par plusieurs espèces de Lactococcus, Leuconostoc, Lactobacillus, Sacharomyces, Kluyveromyces, etc.). Tous ces laits fermentés présentent un intérêt pour la santé, surtout lorsque la matière première est du lait de chèvre, de brebis ou de jument. En ce qui concerne les yaourts classiques, ils présentent moins d’intérêt car de plus en plus de personnes développent une intolérance au lait de vache, avec manifestations inflammatoires (rhinite, sinusite, arthrite, arthrose, etc.).
Adaptez votre façon de manger
Veillez à suffisamment mâcher et imprégner vos aliments de salive, notamment ceux riches en amidon (céréales, fruits et légumes). Une bonne mastication garantit que la première phase de la digestion ait lieu dans la bouche sous l’effet de l’amylase de la salive et évite une fermentation intestinale incomplète, source de troubles digestifs.
Evitez d’abuser des aliments pouvant entraîner chez certaines personnes des réactions d’intolérance immunitaire : lait de vache et ses dérivés, céréales modernes riches en gluten et leurs dérivés.
Pas d’eau chlorée
La raison pour laquelle du chlore est ajouté dans l’eau du robinet avant d’être distribuée est précisément que cela permet de tuer les germes nuisibles qu’elle peut contenir.
C’est une excellente chose, et c’est depuis que ces mesures ont été prises que la dysenterie ou le choléra ont disparu dans nos pays industrialisés.
Cependant, il faut bien comprendre que le chlore a le même effet dans votre tube digestif: il a tendance à le désinfecter, tuant indifféremment mauvais et bon microorganismes. Evitez donc tout contact inutile avec des substances bactéricides (qui tuent les bactéries) ou fongicides (qui tuent les levures et champignons), y compris les produits pour désinfecter les mains et la peau, car elles tuent indifféremment les bonnes et les mauvaises souches microbiennes. Or, la peau et les organes sexuels sont aussi couverts d’une microflore qui s’oppose aux germes nuisibles ; il convient donc de la préserver.
Ces précautions étant prises, votre microflore de protection va d’elle-même se rééquilibrer, à condition que votre alimentation et votre mode de vie le permettent car ils sont les moyens les plus puissants de retrouver une bonne santé.
Pour faciliter le processus, vous pouvez toutefois aussi prendre certains compléments alimentaires. Le problème est qu’ils sont très difficiles à obtenir. La plupart des « probiotiques » vendus dans le commerce ne marchent pas, ne serait-ce que parce qu’ils sont vendus en comprimés, ce qui suppose de leur appliquer une forte pression qui fait monter la température… et tue les bactéries vivantes !
Je vous souhaite une bonne et belle vie,
By Jean-Marc Dupuis – Tratto da: sante-nature-innovation.fr