NUTRITHERAPY for CANCER… and for all degenerative “diseases”
La Nutriterapia naturale per i Tumori e per tutte le “malattie” degenerative – MARKERS + Terapie fai da Te ….
Una buona notizia:
Finalmente sono stati liberati dal segreto, posto col copyright nel 1945, gli studi dell’ Istituto Italiano Tumori degli anni 30 sulla cura dei tumori inoperabili e già in metastasi, che portò alla loro completa regressione mediante terapia biologica -nutrizionale.
Studi trentennali iniziati nel 1907, che però andavano contro il protocollo del tempo, fondato sulla chemioterapia gestita dal “cartello” delle case farmaceutiche.
La chemioterapia è una tecnica inventata nel 1903 da un ricercatore della BASF che iniettando anilina, un derivato del catrame (petrolio), aveva scoperto che le cellule necrotizzate si coloravano, mentre quelle sane non si coloravano semplicemente perché queste ultime avevano la membrana cellulare ancora integra.
Lo scopo era quello quindi di selezionare le cellule necrotizzate colorandole con l’ anilina per poi colpirle col radio al fine di ridurre la massa tumorale, per poi, ridotta, poterla asportare.
Questa tecnica fu subito contrastata dall’ Istituto Italiano Tumori e da altri medici chirurghi internazionali di istituti nazionali tumori, sorti sempre nel 1907 a Lovanio in Belgio, Berlino, San Pietroburgo, Nagasaki, Hiroshima.
Nel 1897 in Sassonia (Germania Orientale ) il coke fu portato a 400 gradi, fu ottenuto il catrame e esattamente 10 anni più tardi, nel 1907, il 100% dei lavoratori del catrame iniziò ad ammalarsi di tumore, ragione per cui sorsero nel 1907 tutti questi Istituti Nazionali Tumori.
La tecnica della chemioterapia fu contrastata perché avevano constatato che la colorazione andava a danneggiare le cellule sane, indebolendo enormemente il sistema immunitario perché andava ad atrofizzare la milza, essendo la milza la ghiandola che produce i globuli bianchi, i globuli rossi e che produce tutto il tessuto vascolare e connettivo, inoltre anche se asportato il tumore, rimaneva latente la possibilità che potesse riformarsi non essendo stata eliminata la causa che lo aveva portato a formarsi.
L’Istituto Italiano Tumori aveva scoperto che la causa dei tumori non era, come asseriva la narrazione ufficiale dell’ epoca, cellule improvvisamente impazzite del nostro corpo che iniziavano a mangiarsi cellule sane, come se diventassimo cannibali di noi stessi, ma la causa dei tumori era semplicemente il frutto di ciò che mangiamo e ciò che respiriamo.
Da qui il detto che “SIAMO ciò che mangiamo e ciò che respiriamo”.
Dissero che nutrivano grandi speranze in questa “chemio sperimentale”, ma il dato è che ancora oggi, solo il 2% è ancora in vita 5 anni dopo l’ inizio della chemio, viene quindi detto, per cercare di scusarsi, che se non fosse stata fatta la chemio, il soggetto sarebbe morto prima.
Una ricerca svizzera del 2020 ha confermato che i produttori di chemioterapici, le big pharma guadagnano 80 volte i loro costi di produzione, il massimo guadagno realizzabile sulla Terra, un guadagno superiore 20 volte a quello ottenibile col petrolio.
Il medico che si oppone alla chemio viene radiato e non gli permettono più di lavorare.
La Germania finalmente, che aveva posto sotto copyright questi studi dell’ Istituto Italiano Tumori, il 1 gennaio 2024 (il copyright in Germania dura 80 anni anziché 75) ha messo on line tutte le 129 pubblicazioni dell’ Istituto italiano tumori, ove potete controllare voi stessi.
https://link.springer.com/article/10.1007/BF01627509
Il caso Di Bella:
Questo è stato l’ultimo e più eclatante sintomo della grave situazione in cui versa l’approccio ufficiale alla terapia dei tumori. Della terapia Di Bella si possono avere opinioni diverse, ma quello che non si può disconoscere è che il professore siciliano, di fronte alla inutile e distruttiva violenza della chemioterapia, ha gridato forte e in maniera irreversibile: “il re è nudo” !
Il caso Di Bella ha modificato radicalmente la percezione pubblica del problema tumori soprattutto perché, ancora prima della sua messa in discussione dei principi teorici che sottostanno all’approccio chemioterapico, ha mostrato alla vasta audience di giornali e televisione come migliaia di malati di cancro, stanchi di fungere da agnelli sacrificali sull’altare degli interessi farmaceutici multinazionali, abbiano finalmente trovato il coraggio di dire basta, e di cercare strade meno distruttive e più efficaci.
L’esplosione del caso Di Bella, che l’anziano professore ha dovuto pagare subendo attacchi indecorosi ed evidenti manipolazioni della sperimentazione clinica, ha avuto il merito di porre alla coscienza pubblica il seguente quesito: come mai tante persone sono disposte a scendere in piazza per questo “stregone” (così è stato trattato, nonostante una vita dedicata alla scienza e all’accademia ufficiali), se è vero che ormai oltre il 50% dei tumori sono curati dalla chemioterapia, e addirittura, come sostengono gli oncologi ufficiali, si arriva quasi all’80% di guarigioni se il tumore viene preso in tempo ?
Davvero queste migliaia di malati di cancro che si rivolgono a Di Bella o ad altre terapie alternative sono tutti pazzi o stupidi ?
C’è qualcosa di marcio in Danimarca.
Da un lato siamo bombardati tutti i giorni da messaggi mediatici sui trionfi dell’oncologia chemioterapica, e sulle “magnifiche sorti e progressive” della lotta chimica ai tumori.
Dall’altro, chissà perché, tutti gli ammalati di tumore che conosciamo, famigliari, amici e conoscenti, che si sono curati con la chemioterapia soltanto (a meno che, di nascosto dai medici, non abbiano svolto in parallelo cure alternative) quasi mai si salvano, e quasi sempre, anche quando sono dichiarati guariti, finiscono per morire qualche anno dopo di un altro tipo di tumore.
Uno dei segreti sta in un piccolo trucco che viene utilizzato nel confezionare le statistiche sulle guarigioni da tumore: le statistiche ufficiali vengono limitate al breve periodo, o addirittura al momento della dismissione del paziente dall’ospedale.
(NdR: Ed in queste statistiche si includono i tumori operati ed eliminati dall’organismo del malato, anche senza chemio terapia susseguente…e sono almeno il 50% dei casi…)
In questo modo, una chemioterapia che abbia distrutto, ad esempio, un tumore al seno, viene inclusa tra i successi se al momento della cessazione della chemioterapia il tumore al seno è stato eliminato, (NdR: magari con un atto chirurgico…), anche se magari il paziente muore l’anno successivo di un tumore all’utero, o sempre di tumore al seno, ma in un centro oncologico diverso da quello di origine.
Il tragico paradosso delle statistiche ufficiali sui tumori viene spiegato molto bene dallo stesso Di Bella:
”Se una persona viene dimessa dall’ospedale si dice che è in remissione. Quando ritorna viene curata e viene dimessa un’altra volta. Se ogni dimissione viene considerata un dato positivo, i conti aumentano.
E siccome non si può morire più di una volta, se un individuo è stato dimesso 9 volte ed è morto una sola volta si avrà il 90% di gua-rigioni e il 10% di mortalità.”
Ci sono altri trucchi statistici che vengono utilizzati per sostenere la balla dei trionfi della chemioterapia: ad esempio, la cifra del 50% di guarigioni si ottiene facendo la media tra l’87% di guarigioni del tumore al testicolo, e il 10-12% di guarigioni del tumore ai polmoni; il trucco sta nel nascondere il fatto che i malati in un anno di tumore al testicolo sono 2.000, mentre quelli del tumore ai polmoni sono oltre 40.000!
Il normale (ed economicamente conveniente) modo di pensare della dominante medicina chemiotossica è per compartimenti stagni. Un paio di anni fa ci fu molto rumore su tutti i giornali per un nuovo farmaco, il tamoxifen, che si diceva essere capace di bloccare l’insorgenza del tumore al seno; i ricercatori che lo realizzarono, entusiasti del loro ritrovato, dichiaravano candidamente che l’unico effetto collaterale era che aumentava significativamente il rischio di tumore all’utero !
Sembra una barzelletta, ma è la Verità !
Certo, la gran parte delle persone si fidano ancora delle promesse e statistiche ufficiali (NdR: fasulle).
In fondo, molti pensano, aumentare anche solo di pochi anni la sopravvivenza di una persona è già qualcosa. Ma a parte il prezzo di sofferenza che i pazienti della chemioterapia devono pagare, non esiste controprova a tale argomento, dato che non è possibile verificare se il malato di tumore sottoposto a chemioterapia non avesse potuto sopravvivere anche più a lungo senza lachemioterapia.
Di fatto, quando questa valutazione è stata fatta, si è visto che sopravvivono più a lungo i pazienti che non si sottopongono a chemioterapia né ad alcun altro trattamento.
Inoltre, l’argomento vale solo per chi non sappia o non voglia sapere che ci sono mezzi molto più efficaci e meno invasivi di combattere il tumore; e per chi si ostini a non capire che il prezzo della chemioterapia è quello di rendere assai più difficile curare il tumore la seconda volta che si manifesti nella stessa o in altre forme.
Già, perché al di là delle varie forme che assume, il tumore è uno, e la sua frammentazione in tanti specifici tumori differenti non fa che oscurare il fondamento sottostante tutti i tumori (maligni e non), e che hanno a che fare con lo squilibrio dell’individuo nella sua interezza di psiche (Conflitti Spirituali irrisolti che creano il loro corpo di dolore) ed energia metabolico /immunitaria con ripristino della funzionaltà della ghiandola Pineale per mezzo della melatonina specializzata e con le tecniche BioElettroniche direinformatizzazione dei sistemi alterati a qualsiasi livello, dai geni, DNA, molecole, cellule, tessuti, organi ed i vari sistemi od apparati.
La crescente schiera di chi cerca alternative all’approccio chemiotossico, comincia a imparare che le terapie Bioelettroniche, fitoterapiche e nutriterapiche funzionano, e che molte erbe o superalimenti particolari (alghe, funghi, germogli, ecc.) contengono numerosi e potenti principi antitumorali.
Quello che accomuna tutte le forme di terapie naturali, è l’idea che nessuna terapia che vada contro il fondamento vitale dell’uomo, contro l’innata capacità immunitaria e autoregolatrice del nostro organismo, può veramente funzionare.
Ci sarebbe anche da parlare del ruolo che la psiche svolge nella prevenzione e guarigione del tumore, sicuramente essenziale, e su cui si può lavorare sia attraverso strumenti psicoterapici sia attraverso veri e propri interventi di “psichiatria ortomolecolare” (o nutrizionale).
Non possiamo dilungarci qui su questo tema, ma anche qui quel che è certo è che l’insensibilità di molti oncologi, che sparano sui malati condanne a morte con estrema facilità, deriva anche dalla sottovalutazione che la mente gioca nello sviluppo della malattia.
E’ spesso impossibile intervenire simultaneamente su soma e psiche, soprattutto perché manca ancora una teoria e pratica compiuta dell’approccio psicoterapico al tumore (anche se l’approccio sviluppato dal dr. Hamer probabilmente rappresenta oggi la forma più avanzata di tale approccio).
Anche quando non sia possibile fare altro, è comunque certamente importante evitare atteggiamenti terroristici e disperati, e offrire al malato un sostegno morale e la convinzione che, se vuole, può guarire.
Tuttavia, per decenni si sono avuti significativi successi sulle patologie tumorali anche solo attraverso adeguati interventi fitoterapici. Si può spiegare questo con il fatto che il tumore, come d’altronde tutte le malattie, è una condizione complessa costituita da fattori fisici, mentali e spirituali, e che giunge a maturazione solo con il concorso di tutti i fattori necessari (Psico-fisici).
In altre parole, è come se esistesse una soglia al di sotto della quale il tumore permane sempre latente, un rischio che non si concretizza se non appunto superando tale soglia.
E perché tale soglia sia oltrepassata non basta che ad esempio l’individuo non trovi più senso nella propria vita (fattore che a mio avviso gioca un ruolo più importante di quel che comunemente si ritiene nello sviluppo dei tumori), perché se a tale condizione psicoetica non si aggiungono anche determinate condizioni di intossicazione, alimentari – nutrizionali, ossidative, infiammatorie e di decadimento immunitario, quella condizione rimarrà probabilmente un malessere esistenziale comune a molti, possibilmente foriero anche di trasformazioni positive.
Per spiegare la cosa da un altro punto di vista, si dirà che anche i fattori psico-spirituali si manifestano in un modo piuttosto che in un altro quando i canali della loro manifestazione somatica siano alterati in un determinato modo e in misura sufficiente.
Ecco perché una terapia fitonutrizionale che sia davvero in grado di normalizzare lo stato immunitario e le capacità antiossidanti e antinfiammatorie dell’organismo può fare una differenza sostanziale nella possibilità di guarire dal tumore, anche bloccando la manifestazione dei fattori psichici in modi fisiologicamente patologici.
Che la psiche svolga un ruolo essenziale nel tumore è chiaramente visibile anche nel fatto che laddove non ci sia volontà o speranza di guarire da parte del paziente, ogni intervento finisce per essere inutile (ecco perché la terapia naturale deve comunque associarsi almeno a costanti iniezioni di fiducia al malato, quando non sia possibile aiutare il malato a comprendere i fattori psicologici ed esistenziali che possono averlo condotto al tumore).
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
– vedi: Alimentazione + Succhi di frutta e verdura + Frutta e Verdura + Frutta secca + Crudismo + Vegetarianesimo
– vedi particolarmente ed anche: Bioelettronica + Semeiotica biofisica
…in Sintesi:
Il bicarbonato di sodio, umile composto e molto a buon mercato, secondo recenti e sorprendenti ricerche mediche, può curare anche il cancro. E non solo, allevia molto significativamente anche gli effetti secondari negativi della chemioterapia.
La “soluzione” della medicina ufficiale per il cancro, si basa su tre procedure molto rischiose e altamente invasive la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.
Dose Consigliata: 1/2 litro di acqua + succo di 3 limoni + 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio. Prendere a stomaco vuoto al mattino, può essere suddivisa in due dosi durante il giorno , ma non tra i pasti. E‘ meglio prenderla ogni giorno, anche quando la malattia è sparita, perché tutti i tumori possono tornare, ed è importante prevenire e curare anche mediante la Melatonina specializzata
Inoltre tutti i cancerosi, come gli ammalati gravi, hanno carenze di melatonina, perché l’Epifisi (ghiandola pineale) che la secerne, nei malati si riduce quantità e qualità della melatonina creata.
E’ importante far assumere la melatonina coniugata per farla giustamente assimilare.
Canceroso: un Canarino al banco, grazie ! il Pantellini Drink + Bevanda per la salute e per il cancro + + Cura dell’Uva per il Cancro + Cura Di Bella, funziona + Visionare questo PDF sui benefici dei Limoni per la salute
+ vedi qui sotto altre terapie naturali.
Multiterapia Di Bella: https://www.salutecobio.com/paolo-lissoni-metodo-di-bella
IMPORTANTE ed UTILE per i Cancerosi: Bicarbonato di sodio + Melassa (o succo d’acero), Potassio + Strisce PX stick = mistura molto utile che in certi casi fan guarire dal cancro in 15gg, serve per alcanizzare velocemente i liquidi dell’organismo, dall’acidosi che è la base del cancro !
Guarisce in 12 giorni il suo cancro alla prostata con metastasi alle ossa. Ecco la sua cura.
Vernon Johnston è un diverso tipo di soggetto sopravvissuto al cancro. Quando i suoi medici nel 2008 gli diagnosticarono un cancro alla prostata aggressivo al IV stadio, con metastasi alle ossa, non prese neppure in esame i programmi di trattamento tradizionali provati scientificamente.
Rispetto alla chemioterapia e la radioterapia, si dice che la terapia di Cesio produca risultati migliori. Sapendo questo, Vernon, pensò inizialmente di incominciare una cura a base di Cloruro di Cesio, che purtroppo non è mai arrivata a casa sua (l’aveva ordinata su internet), così decise di cercare vie alternative per aumentare i livelli di pH del suo corpo e optò per un metodo alternativo noto come “terapia pH elevato.” Ha finito per curare il suo cancro usando il protocollo con melassa e bicarbonato di sodio per curare la citotossicità, con la quale è stato in grado di aumentare i suoi livelli di pH di alcalinità. 12 giorni dopo aver iniziato la cura, il suo cancro era sparito !
Il Sig. Johnston spiega: “E’ molto importante per quelli di noi che hanno fatto o stanno facendo questa cura (con bicarbonato di sodio) che ci concentriamo su una dieta alcalina. Perlomeno, a quelli di noi che stanno recuperando, suggerisco una dieta che sia almeno all’80 % alcalina e 20 % acida…”.
Il Protocollo – Ingredienti e strumenti:
– Bicarbonato di Sodio
– Melassa
– Potassio
– Strisce PX stick
Bicarbonato di Sodio
Il bicarbonato di sodio Arm & Hammer o bicarbonato di sodio Bob Red Mill senza alluminio.
Arm & Hammer è apparentemente senza alluminio. Arm & Hammer è stato utilizzato in questo protocollo.
Nota: Anche il bicarbonato di sodio Solvay dovrebbe essere senza alluminio in quanto sulla confezione è scritto: “Bicarbonato di sodio purissimo”.
Melassa
Melassa Black Strap o sciroppo d’acero biologico, grado B.
Nota: L’importante è che sia proveniente da canna da zucchero non solforata.
La canna da zucchero color verde (acerba) viene trattata con fumi di zolfo durante la lavorazione e produce la melassa solforata.
Il biossido di zolfo, che agisce come conservante, viene aggiunto durante il processo di estrazione dello zucchero.
La canna da zucchero color giallo ocra (maturata in pieno sole) che è stata purificata e concentrata, produce la melassa non solforata.
Lo zolfo viene utilizzato anche per sbiancare la melassa.
(La canna da zucchero impiega circa 12 mesi per maturare, ma in alcune zone (Louisiana) ne bastano 6, mentre in altre ne occorrono 24.)
In questo protocollo è stata utilizzata la melassa Brer Rabbit Blackstrap. Negli ingredienti è specificato che si tratta di: Unsulphured Molasses, cioè melassa non solforata.
Potassio
Acquistare una buona marca di potassio (verificare).
Strisce reattive pH Stix. Sono facili da utilizzare (vedi istruzioni nel video). Sono molto precise perché hanno un incremento dello 0,25 tra il pH 5,5 e 7,5 (altri misuratori arrivano soltanto allo 0,5).
Come effettuare le misurazioni del pH: utilizzare solo cucchiai di plastica.
Effetti collaterali
6° – 7° giorno. Si può avere un po’ di nausea, le feci possono diventare giallastre. Le labbra possono formicolare e si può avere più ossigeno ed euforia, anche un leggero mal di testa. Questo è previsto e può eventualmente diminuire.
8° – 11° giorno. Si può avere un po’ di diarrea e ci si può sentire un po’ deboli. Ma prendendo il potassio, durante la cura con il bicarbonato di sodio, la perdita di energia dovrebbe diminuire. Si dovrebbe prendere un alto dosaggio di potassio al giorno con questa cura.
9° o 10° giorno. Con questo dosaggio (2 cucchiai di melassa e 2 di bicarbonato) si possono avere sudorazioni notturne. Questo è previsto.
Spesa totale: € 27,71 + Bicarbonato € 1,20 + Potassio € 12,60 + Melassa Rapunzel di canna da zucchero BIO (è priva di zolfo) € 4,5 + Strisce reattive pH Stix € 9,41 – Totale = € 27,71
Tempo
Giorni di completa guarigione: 12 (Vernon Johnston è guarito dopo 10 giorni “Ho iniziato il 2 giugno 2008 e ho terminato il 12 giugno 2008. Ho smesso perché mi è stato programmato per un’altra scintigrafia ossea, il 13 giugno 2008. I medici volevano vedere quanto si stava diffondendo il cancro o se quello che stavo facendo ha rallentato lo stava rallentando).
Procedura
– I primi 5 giorni
Mescolare:
– 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio con
– 1 cucchiaino di melassa in
– 1 tazza d’acqua
(Può essere riscaldato in padella per essere sciolto, ma questo non è necessario – vedi il video per le istruzioni).
– Bere la miscela 1 volta al giorno per 5 giorni.
Nota: Bere sempre la soluzione 2 ore prima o dopo un pasto.
pH
Prova il tuo pH frequentemente; sia della saliva che delle urine.
Il pH deve essere portato al livello normale/alcalino che è di 7,2-7,5.
Questo livello dovrebbe indurre le cellule tumorali ad andare in letargo. Ed un livello di 8,0-8,5 dovrebbe ucciderle, e così è consigliabile portare il vostro livello di pH a 8,0-8,5 per 4 o 5 giorni soltanto, e poi abbassare di nuovo alla normalità).
Il 6° e 7° giorno
Mescolare:
– 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio e
– 2 cucchiaini di melassa in
– 1 tazza di acqua
Bere la miscela 2 volte al giorno. Continuare questa formula fino al 7° giorno.
(Si può iniziare a sentire un po’ di nausea, e le feci possono diventare giallastre. Questo è previsto. Qualcosa di buono sta accadendo nel tuo corpo. Qualcosa di brutto sta accadendo al cancro. Inoltre, le tue labbra possono formicolare e si può avere più ossigeno ed euforia, anche un leggero mal di testa. Questo è previsto e può eventualmente diminuire).
Dall’8° all’11° giorno
Il giorno 8, bere la miscela 3 volte al giorno fino al giorno 11.
(Si può avere un po’ di diarrea e ci si può sentire un po’ deboli. Ciò dovrebbe avvenire, ma prendendo il potassio, durante la cura con il bicarbonato di sodio, la perdita di energia dovrebbe diminuire. Si dovrebbe prendere un alto dosaggio di potassio al giorno con questa cura. Nel 9° o 10° giorno con questo dosaggio, si possono avere sudorazioni notturne. Questo è previsto.
La cosa che stai facendo in questo momento serve ad avere un pH a 8,0-8,5 (più o meno), e a mantenerlo a questi livelli per un paio di giorni (la terapia dal 1° al 5° giorno spiega di mantenere questo pH (8,0-8,5) per un periodo di 4-5 giorni n.d.a.).
Se si avvertono effetti collaterali troppo forti, si può sempre tornare indietro a prendere la miscela due volte al giorno, e quando i sintomi diminuiscono, tornare a 3 volte al giorno.
La sperimentazione va bene – ascolta il tuo corpo, ti dirà quando fare marcia indietro).
Il 12° giorno
Il 12° giorno ci si può sottoporre ad un esame diagnostico per controllare lo stato della neoplasia. Se non si ha più il cancro si può interrompere la cura o fare una terapia di mantenimento.
– 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio e
– 1 cucchiaino di melassa in
– 1 tazza di acqua
Bere la miscela una o due volte al giorno per 7 giorni: per esempio, se si sta solo cercando di alzare l’ambiente alcalino a 7,2-7,5 pH.
Se non si è guariti si può ricominciare tutta la terapia, partendo dal primo step.
Il pH basico uccide il Cancro
Schema del protocollo – Video illustrativo: se non lo vedete è perché la censura su Youtube ha raggiunto anche questo tema…..perché non è allineato al “pensiero unico” di Big Pharma.
https://youtu.be/Yl8Y8I_TsjI
Cancro e trattamento alternativo
La storia di Johnston, che può essere letta sul suo sito web, esemplifica l’emergere di polarizzazione di storie di successo con metodi alternativi. Da un lato, il trattamento tutto naturale sembra aver funzionato bene. Pochi mesi dopo aver ricevuto la diagnosi terminale, le metastasi alle ossa si erano ritirate, così come quello alla prostata. Oggi, è vivo per raccontare la sua storia.
D’altra parte, tali trattamenti miracolosi ovviamente non rientrano tra i “parametri scientifici di coerenza e di efficacia” come terapia convenzionale. Se lo facessero, il cancro non sarebbe più un problema.
Con il finanziamento della ricerca e le spese mediche in esecuzione su una scheda annuale di $ 210.000.000.000 nei soli Stati Uniti, non è difficile immaginare che l’avida azienda medica stia trattenendo una cura universale. Più della metà di questi costi, sono costi indiretti di mortalità, il che significa che circa $ 130.000.000.000 non tornano a beneficio delle imprese del governo, ospedali, o ambito farmaceutico. Invece di diffamare o respingere la storia di Johnston come una menzogna, potrebbe essere più ragionevole focalizzare l’attenzione sul fatto che la ricerca sul cancro è un’impresa sistematica basata sull’osservazione, i risultati, la riproducibilità e l’incertezza. Fino a quando queste indagini convergono in una soluzione definitiva, dobbiamo essere consapevoli di teorie e credenze parallele.
La chemioterapia è una forma aggressiva di trattamento del cancro. Spesso, la procedura può lasciare il paziente svuotato di energia, con un sistema immunitario quasi nullo. Nel caso di Vernon, il suo cancro era già in fase avanzata e anche sedute di chemioterapia continue non avrebbero garantito la cura. Così quello che ha fatto è stato quello di prendere in mano la situazione.
Il bicarbonato di sodio è un elemento comune e viene usato come antiacido. Quello che ha fatto è stato quello di mescolare il bicarbonato di sodio con la melassa (o sciroppo d’acero), e ha iniziato a prenderlo su base regolare. Può sembrare altamente improbabile, ma il successo di Vernon nel combattere il cancro utilizzando semplicemente bicarbonato di sodio e altri ingredienti naturali è stato adeguatamente documentato nel suo blog, in modo che tutti possano informarsi e prendere spunto dalla sua esperienza.
I benefici per la salute del bicarbonato di sodio comprendono l’incremento dei livelli di pH del corpo neutralizzando il suo contenuto acido. E’ anche usato come antisettico topico che impedisce la formazione di cicatrici e vesciche. Infine, può essere utilizzato per ridurre il prurito causato da allergie cutanee.
Il bicarbonato di sodio e come può aiutare la battaglia del cancro
Le cellule tumorali in genere hanno bisogno di un ambiente acido per il progresso e la diffusione. Alcuni esperti ritengono che alcalinizzare l’ambiente, può aiutare a far morire di fame le cellule tumorali e diminuire la loro crescita. Questa soluzione piuttosto “semplice” è stata dimostrata giusta ed efficace. Ovviamente, la soluzione migliore sarebbe quella di localizzare il bicarbonato di sodio nelle zone il più possibilmente vicine al tumore, ergo, iniezione endovenosa di bicarbonato di sodio è la scelta migliore rispetto alla somministrazione per via orale. Tuttavia, i farmaci orali sono relativamente meno costosi, e spesso più sicuri e facilmente disponibili rispetto al suo omologo per via endovenosa.
Tratto da: frasideilibri.com
Promemoria:
Al di là delle varie forme che assume, il tumore è uno, e la sua frammentazione in tanti specifici tumori differenti non fa che oscurare il fondamento sottostante tutti i tumori (maligni e non), e che hanno a che fare con lo squilibrio dell’individuo nella sua interezza di psiche (Conflitti Spirituali irrisolti che creano il loro corpo di dolore) ed energia metabolico /immunitaria con ripristino della funzionaltà della ghiandola Pineale per mezzo della melatonina specializzata e con le tecniche BioElettroniche di reinformatizzazione deisistemi alterati a qualsiasi livello, dai geni, DNA, molecole, cellule, tessuti, organi ed i vari sistemi od apparati.
Ma occorre ricordare anche che, ogni individuo ha reazioni totalmente diverse da un’altro alla stessa terapia.
Ad uno guarisce, all’altro fa poco, ad un’altro non fa nulla !
Per cui è il malato che DEVE provare le varie terapie e vedere se il suo organismo si attiva verso la guarigione o meno.
IMPORTANTE SCOPERTA su Latte materno e Cancro
Ricercatori svedesi dell’Università di Lund hanno trovato risultati promettenti dalla ricerca gli effetti della sostanza sui pazienti con cancro alla vescica – Maggio 2017
Nei primi studi clinici con pazienti affetti da cancro della vescica, quelli iniettati con il composto ha cominciato a gettare le cellule tumorali morte attraverso la loro urina in pochi giorni.
Il composto derivante dal latte materno mira le cellule tumorali da solo, offrendo un’alternativa ai trattamenti chemio e radioterapia che danneggiano le cellule, sia sane e cancerose nel corpo.
http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/breast-milk-cancer-sweden-university-of-lund-a7735351.html
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TERAPIA del dott. Aldo Vieri
Ecco, qui di seguito, la sintesi elaborata da Alessandro Ferrini, con l’ausilio e il controllo di Martino Sartori, vero esperto in Biologia, sentito pure, il parere del dottor Andreatti e frutto di anni di lavoro e ricerche sul prezioso lascito scientifico del compianto dottor ALDO VIERI che, grazie alla buona volontà di pochi, almeno all’inizio, stiamo parlando di almeno 10 anni fa, oggi, viene riscoperto, in molte parti del mondo da ricercatori vari, come recita il testo stesso.
IL TESTO, qui di seguito, Compare nel File: GLI EPIGONI DEL DOTTOR ALDO VIERI a cui, anche il sottoscritto, è stato invitato a partecipare fin dalla prima ora.
By Alessandro Ferrini
F.A.Q. DOMANDE FREQUENTI (scaricabili e meglio leggibili nella sezione “file”) – Prima di intervenire nelle discussioni leggete attentamente !
1. In cosa consiste la cura elaborata dal dott. Aldo Vieri ?
E’ una soluzione composta da tintura alcolica di Colchico autunnale (bulbo), acido acetico, alcool puro a 95°. Le proporzioni e le modalità di preparazione indicate da Aldo Vieri, rese pubbliche dal 1967, sono le seguenti: 10cc di alcool in una boccetta contagocce nuova (per evitare contaminazioni); aggiungere 3 gocce di tintura di colchico; aggiungere 3 gocce di aceto di puro vino.
2. Quali sono le modalità di somministrazione (posologia) ?
Agitare bene e a lungo, prima di ogni utilizzo, poiché la tintura di colchico tende a separarsi dall’alcol e dall’aceto.
Ogni giorno, per almeno due mesi, mettere 9 gocce del preparato sulla lingua, attendendo il completo assorbimento da parte della mucosa.
ATTENZIONE.
Evitare che il contagocce entri in contatto con agenti di qualsiasi tipo, inclusa lingua, denti, mucosa buccale in generale, poiché una volta inserita la pipetta nella boccetta i batteri contaminano il preparato in modo irrimediabile.
Se ciò accade, NON INSERIRE LA PIPETTA NELLA BOCCETTA: IL CONTAGOCCE VA BUTTATO, SIGILLATA LA BOCCETTA E ACQUISTATO UN NUOVO CONTAGOCCE.
3. Come agisce sul cancro ?
Il colchico ha effetti antimitotici e conseguentemente antiangiogenetici noti fin dal 1800, in altre parole impedisce la replicazione cellulare, provocando la morte delle cellule. La particolare formulazione del dott. Aldo Vieri fa sì che il colchico agisca selettivamente sulle masse tumorali, preservando le cellule sane, e provocando la progressiva morte cellulare delle masse a seguito della mancata divisione cellulare e la formazione di nuovi vasi sanguigni che alimentano i tumori solidi.
4. Come faccio a reperire il preparato ?
Attualmente, da quel che sappiamo, è possibile reperire il preparato qui:
– FARMACIA ASSAROTTI – Tel. 010 / 8392831 Dott. Edilio Lancellotti Via Peschiera, 3 – 16122 Genova (GE) Fax.: 010 / 8396959
– ERBORISTERIA DEA SALUS DI ANDREATTI FABRIZIO 39, Via Rosmini Antonio – 38015 Lavis (TN) – Tel. 0461 241696 (Fabrizio Andreatti, in quanto esperto erborista, si occupa anche della raccolta del colchicum autumnale, sulle montagne del Trentino, prepara la tintura madre e utilizza aceto ed alcool biologici)
5. Quanto costa il preparato di Aldo Vieri ?
Attualmente il costo indicativo del preparato è di circa 15-16 euro per una boccetta da 100cc che garantisce un trattamento di due mesi.
6. E’ possibile utilizzare il preparato a scopo preventivo ?
Sì, è possibile utilizzare il preparato a scopo preventivo. Il dott. Vieri suggeriva, a questo fine, di assumere il preparato per circa un mese, una volta all’anno. Vista la tossicità pressoché nulla, grazie alla combinazione del preparato, è possibile anche utilizzarlo più frequentemente.
7. Ci sono studi, testimonianze e una casistica che comprovino l’efficacia del colchico ?
Negli ultimi 15 anni, ma soprattutto negli ultimi 6, la colchicina è tornata al centro del panorama accademico internazionale ed è molto studiata in diversi atenei universitari.
Uno dei ricercatori che stanno approfondendo ampiamente la questione è il prof. Laurence Patterson che ha coniato il nomignolo “Smart Bomb” dopo aver osservato la selettività della colchicina, opportunamente veicolata, nell’attaccare le cellule mutate del cancro lasciando inalterate quelle sane. Per ulteriori informazioni sulle pubblicazioni scientifiche, vale la pena ricercare “colchicum + cancer” (ad esempio) sul portale PubMed.
Oltre a ciò esiste una casistica pressoché sterminata di persone guarite da Aldo Vieri a partire dagli anni ’50.
8. Il colchico è tossico ? Il preparato colpisce solo le cellule tumorali ?
Sì, il colchico è una pianta estremamente tossica SE e SOLO SE assunta pura e in quantità elevate. TUTTAVIA la formulazione di Vieri, grazie all’azione combinata delle sue componenti, rende totalmente innocua la colchicina per le cellule sane di chi la assume, conservandone gli effetti letali per le cellule malate. Inoltre la quantità giornaliera assunta è molto lontana da quella considerata pericolosa per la salute (circa 0,005 ml di tintura di colchico che contiene, oltre alla colchicina, altri fitocomponenti della pianta).
9. Si può utilizzare il preparato di Vieri insieme alle cure tradizionali ?
Non esistono controindicazioni particolari in merito a questo. Suggeriamo di valutare eventuali interazioni assieme al medico curante, opportunamente informato sul preparato di Aldo Vieri.
E’ necessario sottolineare, tuttavia, che alcuni trattamenti utilizzati attualmente per la cura del cancro possono ridurre la risposta dell’organismo all’azione del preparato (chemio, radioterapia).
10. Il preparato può essere assunto da tutti ?
Ad oggi non esistono controindicazioni particolari note, fatte salve intolleranze o allergie alle sue componenti.
11. La componente alcolica del preparato di Vieri può far male a chi è astemio o a chi ha patologie epatiche ?
La quantità di alcool contenuta in un’assunzione giornaliera di preparato di Vieri, facendo le dovute proporzioni, è pari a circa 1/30 di quella contenuta in un bicchiere di vino.
12. Come mai i media non ne parlano ?
Il metodo Vieri è stato dimenticato, nonostante i grandi risultati degli anni ’60 e ’70, dopo essere stato “cassato” dal sistema sanitario, al pari del metodo Luigi Di Bella il quale, tuttavia, grazie alla tenacia del figlio, è tornato in auge smontando progressivamente i risultati della fallace sperimentazione ufficiale a suon di articoli scientifici.
Lo stesso sta avvenendo anche per il metodo Vieri, grazie a ricercatori che in tutto il mondo stanno riscoprendo l’efficacia della colchicina come potentissimo antitumorale, senza tuttavia menzionare il primo ideatore di questa efficacissima cura.
Il gruppo nasce proprio per ridare lustro a questa grande personalità scientifica.
13. Ci sono tipologie di tumori su cui è stata osservata una maggior efficacia ? Su quali si è osservata una minor efficacia ?
Non si è osservata nessuna differenza di efficacia sulla tipologia di tumore. Si è rilevata una minor efficacia del preparato su persone che stiano effettuando o che abbiano effettuato chemio e radio-terapia, così come su soggetti in avanzato stadio terminale. In una delle sue pubblicazioni, il dott. Aldo Vieri dichiarò un tasso di successo di circa l’80% su un “campione” di centinaia di pazienti, spesso curati gratuitamente e talvolta aiutandoli economicamente, quando non fossero di Roma, per permanere nella capitale per il periodo necessario.
14. Come mai l’erboristeria Andreatti ha modificato le proporzioni di colchico ed acido acetico nel preparato di Vieri ?
Fabrizio Andreatti, erborista di Lavis (TN), avendo rilevato empiricamente una maggior efficacia del preparato se somministrato due volte al dì (soprattutto su persone già radio o chemiotrattate) ha inizialmente suggerito questa posologia, comunque molto lontana da un dosaggio tossico, anche “fingendo” di non considerare la detossificazione prodotta dall’acido acetico.
In un secondo momento, per venire incontro in particolare a chi soffre di neoplasie nel tratto dalla bocca alla gola che possono rendere difficoltosa l’assunzione (soprattutto se doppia), ha correttamente valutato di raddoppiare la quantità di tintura di colchico per boccetta da 100ml (da 30 gocce a 60) e di fare lo stesso anche per la componente acetica.
In questo modo, ora è possibile assumere il dosaggio doppio, che molti pazienti dichiarano essere più efficace, in un’unica soluzione giornaliera di 9 gocce, anziché 9+9 al dì. Di fatto non cambia nulla.
15. Come mai bisogna evitare che il contagocce venga in contatto con lingua, denti, mucosa buccale ? Denti, lingua, mucose in generale, presentano un quadro batterico molto elevato.
Se il contagocce tocca elementi non sterili, pertanto, si contamina e, una volta inserita nuovamente nella boccetta, innesca una reazione del preparato che lo rende, poi, del tutto inefficace.
16. Come si conserva il preparato di Aldo Vieri ?
E’ consigliabile conservare la boccetta con il preparato al riparo dalla luce del sole e ad una temperatura controllata. Consigliato, ma non obbligatorio, tenerla in frigo per evitare eccessivi sbalzi termici, soprattutto durante la stagione estiva.
17. Quali sono gli effetti collaterali di questa cura ?
Ad oggi non si rileva alcun effetto collaterale, solo miglioramenti delle condizioni di vita.
By dott. Aldo Vieri
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L’estratto dall’Olio di Cocco, l’acido Laurico elimina velocemente le cellule cancerose !
Lo studio pubblicato sulla rivista Cancer Research dai ricercatori dell’Università di Adelaide ha scoperto che l’acido laurico, che costituisce almeno il 50% dell’olio di cocco, ha sterminato più del 90% delle cellule del cancro del colon dopo appena due giorni di trattamento in una linea cellulare di tumore del colon in vitro.
I ricercatori hanno scoperto che l’olio di cocco è ricco di una potente sostanza anticancro che si è dimostrata in grado di uccidere il 93% delle cellule del cancro al colon in soli due giorni.
Lo studio cita anche altre ricerche che mostrano come l’acido laurico può indurre morte delle cellule tumorali sia in vitro che in vivo. Infatti sono stati condotti degli studi sugli animali che mostrano come l’olio di cocco sia effettivamente potente nella cura del cancro.
I ricercatori hanno scoperto infatti che l’acido laurico ha indotto la morte delle cellule cancerose nel tratto intestinale delle cellule epiteliali dei topi.
L’acido laurico è un acido grasso a catena media che si trova in grande quantità nel latte materno e che:
– Supporta il sistema immunitario
– Ha proprietà antimicrobiche
– Ha proprietà antivirali
– Induce la morte delle cellule cancerose
E’ in grado di inibire efficacemente l’enzima 5 alfa reduttasi che trasforma il testosterone in DHT (diidrotestosterone) e quindi è utile per contrastare le affezioni legate agli androgeni come l’iperplasia e il tumore della prostata, l’irsutismo, la sindrome dell’ovaio policistico, l’acne e l’alopecia androgenetica.
Secondo l’American Society for Nutrition, gli studi clinici hanno anche dimostrato che i grassi trovati all’interno l’olio di cocco “sono utili nel trattamento e prevenzione di malattie come il diabete, l’osteoporosi, malattie dovute a virus (mononucleosi, epatite C, l’herpes, ecc), malattie della colecisti,morbo di Crohn, e il cancro.”
L’olio di cocco si è dimostrato anche in grado di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e migliorare la qualità della vita dei malati di cancro.
Ci sarebbero tante proprietà salutari e curative associate all’olio di cocco e ulteriori ricerche potrebbero mettere in luce altre possibili applicazioni.
Olio di Cocco – Pura Energia per rinforzare denti, ossa, fegato, tiroide e metabolismo e Ecco perché l’olio di cocco è meglio di qualunque dentifricio.
L’importante è scegliere olio di cocco vergine biologico estratto a freddo se vogliamo godere di tutti i benefici.
Per chi si approccia per la prima volta all’olio di cocco ne consiglio tre cucchiaini al giorno direttamente in bocca o nei frullati o nello yogurt. E’ ottimo per sbiancare i denti, depurare facendoci l’oil pulling, guarisce la pelle e tanto altro.
Fonte: attivotv.it
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Kalanchoe, la pianta anticancro
Genere vegetale, che identifica oltre un centinaio di varietà di piante succulente della famiglia delle Crassulaceae. Nella medicina popolare dei Paesi dove crescono spontanee, queste piante sono tenute da sempre in alta considerazione e vengono impiegate per la cura di un gran numero di patologie.
In alcuni paesi dell’America Latina, come il Venezuela, il Perù e la Colombia, le Kalanchoe stanno assumendo un ruolo sempre più di rilievo nella lotta contro il Cancro e un’associazione spagnola no profit, la Dulce Revolución, si sta battendo per divulgare queste importanti informazioni anche qui, nel vecchio continente.
Infatti Josep Pàmies, agricoltore e studioso, nonché socio fondatore dell’associazione Dulce Revolución, non soltanto afferma che queste piante sono estremamente utili per il trattamento di tantissimi tipi di patologie di natura diversa (ipertensione, diabete, malattie psichiche, ecc..) ma soprattutto giura sulla sua efficacia nel contrastare e nel debellare il Cancro !
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Le multinazionali agroalimentari + la fabbrica del cancro (oncologia ufficiale) fanno DISINFORMAZIONE (mezze cose vere ed altre false) su questo tema:
http://paradisefruit.altervista.org/frutta-acida-cancerogena-decine-di-volte-piu-della-carne-tramite-la-putrescina-fonte-pubmed/
La frutta acida non fa venire il cancro, se non vi sono già questi cofattori in atto ed in essere:
Conflitto spirituale irrisolto + Acidosi metabolica + Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
Già, perché al di là delle varie forme che assume, il tumore è uno, e la sua frammentazione in tanti specifici tumori differenti non fa che oscurare il fondamento sottostante tutti i tumori (maligni e non), e che hanno a che fare con lo squilibrio dell’individuo nella sua interezza di psiche (Conflitti Spirituali irrisolti che creano il loro corpo di dolore) ed energia metabolico /immunitaria con ripristino della funzionaltà della ghiandola Pineale per mezzo della melatonina specializzata e con le tecniche BioElettroniche direinformatizzazione dei sistemi alterati ed a qualsiasi livello, dai geni, DNA, molecole, cellule, tessuti, organi ed i vari sistemi od apparati.
Però è VERO che il canceroso NON deve utilizzare la frutta ACIDA perché stimola la crescita delle cellule cancerose che già sono con un metabolismo acido…
Il più famoso oncologo italiano, Dott. Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in caso di cancro conclamato suggerisce di evitare il consumo di arance e di frutta ricca di poliammine, perché queste stimolano la crescita dei tessuti.
– vedi: https://www.youtube.com/watch?t=117&v=8aA1j5ECbeA + https://www.youtube.com/watch?v=LTfFzJPil1w
FRUTTA (non molto matura, con pochi zuccheri) e VERDURE (fresche e biologiche) per le malattie, cancro compreso, ecco cosa insegna un medico:
Guanabana o frutto dell’albero Crossoli (Graviola)
Frutta, che cura il cancro ed il suo effetto è 1.000 volte più forte della chemioterapia.
Non vogliono far sapere la cosa, i più grandi produttori di farmaci perché non potrebbero più vendere i loro prodotti… terribile !
Questo frutto è uno dei più forti anti cancerogeni su questo pianeta – è un prodotto magico che uccide le cellule tumorali.
Perché non sappiamo di questo ? perché le CRIMINALI case farmaceutiche nascondo tutto !
http://www.life4fitmama.com/all-pharmaceutical-companies-have-hid-far-from-us-the-fruit-that-treats-cancer-however-at-the-end-everyone-should-know-about-it/#sthash.n3R05mMU.dpbs
Ecco gli effetti antitumorali del THC, il principale componente psicoattivo della cannabis.
Il video vi spiega esattamente come il THC uccida del tutto le cellule tumorali, senza alcun effetto negativo per le cellule sane.
Come lo stesso prof. Di Bella ha ripetutamente spiegato, una adeguata terapia del tumore deve lavorare su due fronti sinergici: da un lato l’attacco diretto, ma dolce e con il minimo di effetti collaterali tossici, alla capacità di riproduzione e proliferazione delle cellule tumorali, che nella terapia Di Bella, possiamo dire semplificando, viene svolta dalla somatostatina e dalla melatonina.
Dall’altro la nutrizione ed il sostegno al sistema immunitario del paziente e sua alla capacità antiossidante e antinfiammatoria, che ad esempio, nella terapia di Bella, viene svolta dal mix di integratori alimentari (vit. A, E, C, selenio-metionina, carotenoidi, etc.).
Si tratta di un dato teorico generale importante, e in fondo già patrimonio di tutte le tradizioni curative naturali.
Per certi versi possiamo dire che tutte le erbe, anche se in concentrazioni diverse, contengono sostanze antitumorali e sostanze nutrizionali, e nella gran parte dei casi la stessa distinzione tra i due tipi di sostanze non regge, dato che sostanze nutrizionali come le vitamine, i minerali e i caroteni, che si definiscono nutrizionali proprio in quanto si suppone che la loro azione terapeutica avvenga indirettamente tramite la mediazione dei loro effetti sul sistema immunitario, svolgono in realtà anche azioni antitumorali dirette.
Questa flessibilità intelligente dei nutrienti naturali è solo uno dei vantaggi della nutriterapia naturale rispetto a quella “artificiale” (che fa uso di integratori nutrizionali di sintesi).
L’altro grande vantaggio è l’efficacia assolutamente superiore dei nutrienti naturali (alimenti biologici + Micro diete + fitoterapia), che si basa sul fatto della loro elevata assimilabilità e biodisponibilità, contro la scarsa assimilabilità e attività organica dei nutrienti di sintesi.
Certo, l’integratore di sintesi, il multivitamico così come la singola vitamina isolata e concentrata, da al medico l’illusione di poterne dosare meglio e a suo piacimento la concentrazione e l’attività, ma si tratta appunto di un’illusione, perché nessuno sa esattamente cosa succede nell’organismo quando vi si immette un “finto nutriente” di sintesi chimica (a chiralità inversa), è di una illusione pericolosa, perché può annullare la possibilità di fornire all’organismo malato veri nutrienti naturali, assimilabili ed efficaci.
Ci sono diversi studi che dimostrano l’azione antitumorale del betacarotene, ma quegli stessi studi hanno dimostrato che il betacarotene di sintesi, anche quando estratto ed isolato da fonti naturali, lungi dall’avere effetti antitumorali, svolge al contrario un’azione ossidante e protumorale.
Questa scoperta ha portato i terapeuti ad utilizzare non più il solo betacarotene ma un mix di caroteni comprendente anche l’alfa e il gamma-carotene. Si tratta di un passo avanti, ma mi chiedo: perché si insiste ad utilizzare un limitato mix di caroteni di sintesi quando in natura esistono erbe o alimenti, come l’acetosella (8-10% di caroteni), o meglio ancora diversi tipi di alghe verdi-azzurre, che arrivano a contenere spettri di ben 15 caroteni e ad elevate concentrazioni ?
La stessa cosa accade con tutti gli altri nutrienti, con i minerali antiossidanti (selenio, zinco, etc.) che si dimostrano molto più potenti quando lavorano in sinergia con altri minerali e vitamine, alle vitamine come la C che allo stesso modo è molto più efficace quando lavora in sinergia con un ampio spettro di bioflavonoidi.
Commento NdR: Promemoria ai tecnici:
“tutti i prodotti di sintesi chimica, hanno gli atomi che hanno uno “spin” contrario (chiralità inversa) a quello che hanno gli atomi della stessa molecola ma di estrazione naturale; ecco perche’ hanno controindicazioni per l’antagonismo, anzi controfase fra i CEM atomici (quelli di sintesi rispetto a quelli provenienti dalla natura); se il CEM naturale è destrogiro, quello di sintesi è levorigo e/o viceversa”.
Insomma, la ricerca scientifica sul ruolo terapeutico dei nutrienti, che in questi ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante, mostra in maniera sempre più chiara come in natura vige un “principio di sinergia” per cui è molto più efficace un ampio spettro di piccole quantità di nutrienti naturali piuttosto che una grande quantità di un singolo nutriente isolato o un mix limitato di pochi nutrienti estratti e concentrati.
Se noi associamo tale principio di sinergia con quello di “economia” descritto sopra, per cui lo stesso nutriente svolge sia un ruolo nutritivo-immunostimolante sia un ruolo di antagonismo diretto rispetto ai fattori della malattia, si può cominciare a comprendere perché alcuni rimedi fitonutrizionali, frutto della sapienza della natura e della sapienza “semplice” (non tecnologicamente avanzata come quella inscritta negli integratori fatti dall’uomo), ad esempio di popoli nativi, possano essere più efficaci di tanti approcci fondati su rimedi “costruiti” dall’uomo.
Per comprendere meglio tutta la questione, facciamo un piccolo passo indietro.
Abbiamo detto innanzitutto dell’importanza di associare specifici principi attivi antitumorali all’intervento nutriceutico o nutriterapico.
Abbiamo poi visto come mentre nella medicina moderna questa distinzione abbia un certo fondamento, dato che si separa l’elemento tossico per il tumore dall’intervento di sostegno energetico-immunitario, nella medicina tradizionale e naturale questa distinzione è meno immediatamente visibile nella misura in cui i due fattori sono uniti nella stessa sostanza o addirittura sono lo stesso elemento che gioca i due diversi ruoli a seconda delle neces-sità dell’organismo. Tuttavia, la distinzione teorica rimane, ed è importante capirne meglio il fondamento.
Tutti i grandi medici dell’antichità hanno chiarito una fondamentale distinzione tra due tipi di intervento terapeutico, che io definisco come medicina dei rimedi e medicina del regime.
Si tratta di una versione più ampia di quella delineata sopra tra intervento terapeutico diretto e intervento nutrizionale indiretto.
Ora, se ascoltiamo con attenzione quello che ci dicono, tra gli altri, Ippocrate, Paracelso, o anche lo stesso Hanemann, ne emergerà il seguente quadro: il rimedio ha una valenza terapeutica in quanto anche potenzialmente tossico cioè, come dice Hanemann, in quanto è ”una malattia che scaccia un’altra malattia”; o, come dice Paracelso, “un veleno che guarisce se usato nelle giuste proporzioni”.
In altre parole, la medicina dei rimedi si occupa di individuare le sostanze specifiche, i principi attivi che, se ben adoperati svolgono una funzione benefica, ma che possono altresì essere adoperati male provocando tossicità e malattia.
In effetti, la distruttività della chemioterapia non sta tanto solo nell’uso di fattori tossici, quanto nella assoluta incomprensione della legge naturale della proporzione. Paradossalmente, se la chemioterapia fosse fatta con dosaggi minimi, ovviamente associata a un forte regime nutriterapico di stile di vita, lo stesso veleno chemioterapico potrebbe svolgere un ruolo positivo.
In fondo, questo è proprio quello che succede con le terapie naturali efficaci.
Per esempio l’acido ossalico dell’acetosella, a certi dosaggi e per periodi di tempo diversi secondo che si voglia prevenire o curare una malattia già avanzata, svolge un’importante azione antitumorale; laddove è tossico e dannoso se usato in dosaggi eccessivi e per periodi di tempo troppo prolungati in individui non gravi. Insomma, la somatostatina o l’acido ossalico usati in eccesso possono fare danni (anche se mai in misura così elevata come le sostanze purificate della chemioterapia), e la loro efficacia sta proprio nel fatto che:
– sono usati in proporzioni controllate, adeguate a prevenirne la loro potenziale tossicità;
– sono associati, o intrinsecamente come nell’acetosella o artificialmente come nella terapia Di Bella, ad un regime nutriterapico adeguato.
La superiorità della nutriterapia naturale nella cura dei tumori, sta soprattutto nel legame inscindibile che esiste nei cibi / rimedi naturali tra rimedio terapeutico e fattori nutrizionali, legame grazie al quale la componente terapeutica perde gran parte della sua potenziale tossicità proprio perché è organicamente controbilanciata da numerosi fattori antiossidanti e antinfiammatori.
Nel corso degli anni, assieme ai medici e terapeuti che hanno collaborato con il sottoscritto nell’ambito delle attività del Centro di Ricerche Nutriterapiche, abbiamo messo a punto un protocollo che ha dato e continua a dare straordinari risultati su tutte le patologie degenerative, pur trattandosi di un programma sostanzialmente fondato sull’uso di alimenti, seppur di natura particolare.
Tale protocollo prevede l’uso combinato di almeno altri 3 superalimenti naturali, e precisamente:
– la microalga del lago Klamath e di un suo specifico estratto; o specifico ceppo di acidophilus DDS-1;
– gli enzimi (soprattutto il Lisozima) e in particolare le proteasi, prodotti per fermentazione dal fungo aspergyllus. Ad essi si associa un fitopreparato con proprietà fortemente depurative e protettive.
Negli ultimi 50-60 anni ci sono state, nell’alimentazione umana, trasformazioni importanti (purtroppo in negativo): la capacità nutritiva degli alimenti si è enormemente deteriorata, di pari passo con la progressiva degenerazione del terreno costituzionale degli individui.
Non c’è dubbio che anche solo fino a 40 anni fa il terreno costituzionale degli individui, cioè la loro capacità metabolica, immunitaria ed energetica, era certamente in condizione assai migliore di oggi. Io cito spesso un dato estremamente indicativo: le più recenti statistiche della OMS dicono che il contenuto medio di spermatozoi nello sperma dei maschi di oggi è pari circa al 30% dello sperma dei maschi di 100 anni fa.
Poiché lo sperma è ovviamente la parte energeticamente più vitale dell’organismo umano (anche perché deve contribuire a creare una nuova vita), il fatto che ci sia stata una diminuzione del 70% ci dice che probabilmente una diminuzione di simili proporzioni si è verificata anche in rapporto al terreno costituzionale, cioè vitale ed energetico, degli esseri umani odierni.
Questo è un fatto estremamente rilevante per la medicina naturale, proprio perché essa si basa sullo stimolo e attivazione delle risorse energetiche e immunitarie intrinseche dell’individuo.
Un terreno energetico e immunitario forte risponde in maniera rapida e profonda al rimedio, sia esso erboristico, fitoterapiche,omeopatico o altro; un terreno fortemente indebolito, come quello odierno, farà molta più fatica a recepire lo stimolo del rimedio.
Alla base di questa degenerazione dei terreni costituzionali ci sono diversi fattori, come ad esempio l’inquinamento e lo stress, ma certo l’impoverimento nutritivo degli alimenti (NdR: ed i cibi contaminati dall’industria e non solo…) gioca un ruolo essenziale. Alimentandoci di cibi sempre più vuoti di nutrienti essenziali, anche il nostro organismo diventa sempre più vuoto di energia.
Se non rimediamo a questa situazione, cioè se non riconduciamo a livelli sufficientemente forti il nostro terreno tramite programmi nutrizionali adeguati, difficilmente i rimedi fitoterapici, anche se potenti, riusciranno ad essere pienamente efficaci da soli.
C’è poi da considerare che l’impoverimento progressivo dei terreni agricoli, che sta alla base di quello alimentare, non può non aver colpito le stesse erbe che su quei terreni crescono.
Ciò significa che probabilmente le erbe non sono più quelle di una volta, e dunque la loro stessa efficacia, per quanto ancora elevata, si è ridotta.
Sono dunque due le ragioni fondamentali per cui rimedi specifici devono essere associati ad un regime nutrizionale e nutriterapico adeguato: da un lato perché solo rigenerando il terreno costituzionale dell’individuo, cioè i suoi livelli energetici, metabolici e immunitari, l’organismo malato sarà messo in grado di rispondere allo stimolo terapeutico del rimedio erboristico.
Dall’altro perché si sta scoprendo sempre più che superalimenti come l’alga Klamath, oltre ad essere in grado di ricostruire in maniera significativa il terreno costituzionale, sono ricchi di specifiche molecole nutrizionali cariche però di valenze immunomodulanti e antitumorali.
By Dr. Stefano Scoglio, Ph.D. – Centro di Ricerche Nutriterapiche di Urbino
Commento NdR: Approvo in pieno questa terapia in quanto è basata su solidi principi naturali e quindi è assolutamente condivisibile.
A questa terapia va aggiunto il protocollo messo a punto dal ricercatore palermitano Giovanni Puccio il quale ha scoperto la notevole utilità della molecola adatta per il cancro (qualsiasi) = la fosfato metilammina
Anche ed inoltre:
CANNABIS DISTRUGGE CANCRO – 18/03/2014
All’Università Complutense di Madrid, in Spagna, la dottoressa Christina Sanchez sta studiando, da oltre un decennio, gli effetti antitumorali del THC, il principale componente psicoattivo della cannabis.
In un video spiega esattamente come il THC uccida del tutto le cellule tumorali, senza alcun effetto negativo per le cellule sane.
La Canapa ed anche il suo olio, sono molto utili in qualsiasi problema di salute e per di più, distruggono le cellule cancerose – video
https://youtu.be/I2tfjOvX4FM
vedi: La terapia di Max Gerson + Bio elettronica + Medicina del dott. Max Gerson + Come fare i clisteri di acqua basica +Ascorbato di Potassio + Perossido di Idrogeno in endovena
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
Scoperta shock: la mela distrugge cellule tumorali più dei farmaci chemioterapici !
La ricerca è recentissima – Giugno 2013, ed arriva dall’università di Xi’an in Cina, dove alcuni ricercatori e medici hanno sperimentato delle sostanze contenute nella mela nella cura di un carcinoma umano del colon e con grande sorpresa hanno constatato che gli oligosaccaridi delle mele sono stati in grado di uccidere più cellule cancerogene del miglior farmaco chemioterapico conosciuto contro il tumore del colon.
L’esperimento è stato fatto in vitro e l’interesse è altissimo in quanto se l’effetto fosse replicato anche in vivo la scoperta porterebbe a delle conseguenze positive di enorme importanza nella cura del tumore al colon, dal momento che gli oligosaccaridi sono molecole biologiche naturali che l’organismo umano recepisce e tratta in maniera indolore e processa in maniera biocompatibile, al contrario del farmaco chemioterapico, il quale viene recepito sempre malissimo dall’organismo e spesso scatena reazioni collaterali tossiche nel paziente.
Gli oligosaccaridi di mele hanno ucciso fino al 46 per cento delle cellule del cancro del colon umano in vitro e superato il farmaco chemio più comunemente usato. A soli 0,9 microgrammi per mL (circa 0,9 PPM), gli oligosaccaridi hanno ucciso il 17,6 per cento delle cellule del cancro dopo 36 ore, mentre il farmaco chemio ha ucciso solo il 10,9 per cento (ad una concentrazione più elevata di 1,3 microgrammi per mL).
FONTE: http://www.naturalnews.com/039680_apples_cancer_cells_chemotherapy.html
Articolo originale: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23511050
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L’ERBA MAGICA che DISTRUGGE le CELLULE CANCEROGENE in 16 ORE – 03/03/2014
L’Artemisia Annua, per lo più ignorata dalla comunità medica, avrebbe effetti notevoli per la cura del cancro
New York (WSI) – Il cancro può essere considerata come una delle malattie più mortali sul nostro pianeta, dove si sono spesi molti soldi per la ricerca medica, cercando di trovare una cura definitiva. Una delle tante cure è quella nota come “erba magica”, per lo più ignorata dalla comunità medica, ma che in realtà distrugge fino al 98% delle cellule cancerogene in sole 16 ore.
Secondo quanto riporta Spirit Science and Metaphysic questa tecnica veniva usata nella medicina cinese e il solo utilizzo dell’erba, chiamata Artemisia Annua, riduceva le cellule tumorali del polmone del 28% e, in combinazione con il ferro, sconfiggeva il cancro.
In passato l’artemisinina è stata utilizzata come un potente rimedio antimalarico ma ora è dimostrato che questa cura è efficace anche nella lotta contro il cancro. Questo perché quando si aggiunge del ferro alle cellule tumorali infettate, attacca selettivamente le cellule “cattive”, e lascia quelle “buone” intatte.
Gli scienziati che seguono le ricerche, condotte presso l’Università della California, hanno dichiarato: “In generale i nostri risultati mostrano che l’artemisinina ferma il fattore di trascrizione ‘E2F1’ e interviene nella distruzione delle cellule tumorali del polmone, il che significa che controlla la crescita e la riproduzione delle cellule del cancro”.
Utilizzando una varietà resistente alle radiazioni delle cellule del cancro al seno (che aveva anche una elevata propensione per l’accumulo di ferro) l’artemisinina si è dimostrata avere un tasso di uccisione del cancro del 75% dopo appena 8 ore, e uno del quasi 100% dopo appena 24 ore.
Fonte: wallstreetitalia.com
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Il cancro si previene a tavola: Frutta, cereali e miele le armi – 02/11/2012
La conferma arriva dalle attuali linee guida dell’American Cancer Society e del World Oncology Forum di Zurigo, ma soprattutto dagli studi del premio Nobel Otto Heinrich Warburg
Mentre la ricerca scientifica, dal 1950 a oggi, ha fatto passi da gigante nella guerra contro le malattie che colpiscono il nostro sistema cardiovascolare, su tutte infarto e ictus, diminuendo la loro fatalità di oltre il 60%, nella guerra contro il cancro è ancora in trincea.
E’ vero, sempre più pazienti sopravvivono, ma il numero dei casi aumenta ancora più in fretta: dai 12 milioni di nuove diagnosi del 2011 si arriverà ai 15 milioni nel 2020.
Cifre sconcertanti che fanno paura e che, proprio per questo, danno adito a convinzioni, false informazioni, leggende metropolitane, prive di alcun fondamento scientifico e, alcune volte, addirittura nocive per la nostra salute. Eppure, fin dal lontano 1923 Otto Heinrich Warburg, vincitore poi nel 1931 del premio Nobel per la medicina, era riuscito prima a intuire e poi provare quale fosse la reale e primaria causa di questa malattia.
Perché le scoperte che gli hanno valso addirittura un Nobel sono state poi via via e in gran parte ignorate dalla scienza e dalla potente industria farmaceutica ?
Di certo, non per la loro scarsa fondatezza e rilevanza scientifica …
La frutta è fra gli alimenti più indicati nella prevenzione del cancro
L’effetto Warburg
L’illustre scienziato tedesco aveva scoperto che tutte le forme di cancro erano (e sono tuttora) caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidità dei liquidi del corpo (terreno–matrice) (acidosi) e mancanza di ossigeno (ipossia). Se, infatti, si priva una celluladel 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in tessuto cancerogeno. Mentre tutte le cellule sane per vivere hanno un assoluto bisogno di ossigeno, le cellule tumorali possono riuscirci perfettamente senza, grazie alla fermentazione dello zucchero (glicolisi) e all’acidità dell’ambiente. Corollario: per evitare che la malattia si manifesti e le cellule del nostro organismo funzionino regolarmente devono potere vivere in un ambiente alcalino e ricco di ossigeno.
Come ? Con l’esercizio fisico che ossigena tutto il corpo e attraverso l’alimentazione.
Una volta terminato il processo digestivo, sono, infatti, gli alimenti a fornire e generare la condizione di acidità o alcalinità.
Tra quelli che acidificano troviamo lo zucchero raffinato, la carne, l’alcol e la caffeina, la margarina e il pane, tutti gli alimenti in scatola, i cibi cotti che durante la cottura eliminano ossigeno, aumentando l’acidità.
Gli alimenti alcalinizzanti sono, invece, la frutta e verdura crude, alcuni semi come le mandorle, i cereali integrali, il miele, la clorofilla. L’arma vincente è la prevenzione.
Una volta che il conflitto tra il cancro e il nostro corpo è esploso, i vantaggi che si possono ottenere con le attuali terapie sono limitati, diviene quindi fondamentale prevenire.
Lo asseriscono i cento più qualificati scienziati e clinici dei cinque continenti nella lotta al cancro che hanno appena concluso a Zurigo il World Oncology Forum: la maggior parte dei successi ottenuti nell’abbassamento della mortalità per tumore è dovuta alla prevenzione, in particolar modo alimentare. Ad essi si è poi affiancata, con le sue linee guida relative alla dieta e all’esercizio fisico (che deve essere costante, moderato e preferibilmente aerobico), l’American Cancer Society, in modo tale da fare un po’ di chiarezza su un argomento dove sembra si possa dire e scrivere tutto e il contrario di tutto.
Gli esempi si sprecano. Di volta in volta sono saliti sul banco degli imputati il microonde, i tralicci dell’alta tensione, i traumi e colpi al seno, le bevande calde, la stipsi, il pollo d’allevamento, la plastica, i cellulari, oltre agli indiscussi amianto, smog, raggi x, tabacco, etc..
Noi siamo quello che mangiamo
Lo ha dichiarato nel 1800 il filosofo Ludwig Andreas Feuerbach, ma la fondamentale intuizione ci arriva da Ippocrate, il padre della medicina, che già nel 400 a.C. amava ripetere: “Il cibo è la tua medicina, la medicina è il tuo cibo”.
L’ha confermato l’American Cancer Society per la quale l’alimentazione se salutare, equilibrata e moderata dal punto di vista calorico ha un effetto antitumorale pari al 30-50%. Quelle che seguono, sono le sue linee guida.
Meglio preferire i cereali integrali, più ricchi di antiossidanti, a quelli raffinati; è bene limitare il consumo settimanale di insaccati e carni rosse e mangiare giornalmente frutta e verdura (5 porzioni distribuendole tra pasti e spuntini), alimenti in grado di proteggere le cellule dalla formazione dei radicali liberi, i prodotti di scarto dell’ossidazione generati dal nostro organismo per produrre energia. L’American Cancer Society, infine, raccomanda di non eccedere con il calcio, che sembra predisporre al cancro alla prostata, con il sale pericoloso per lo stomaco e con gli zuccheri e tutti i suoi sottoprodotti, particolarmente nocivi per il pancreas.
Polmoni, cavo orale, laringe ed esofago, come è ormai noto da tempo, sono invece molto sensibili all’azione del fumo, oltre a quella dell’alcol.
By Mabel Bocchi – Tratto da: gazzetta.it
Commento NdR: si vede che questo articolista non conosce a fondo le proprieta’ naturali dei cibi biologici CRUDI, se si informasse scoprirebbe che essi possono anche eliminare il cancro e tutte le altre “malattie” in realta’ solo sintomi di malfunzione sistemica, dichiarate stupidamente inguaribili dai medici della medicina ufficiale..!
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DIGIUNO
Esistono casi documentati di malati che sono guariti dal cancro con lunghi digiuni, d’altronde non si e’ mai sentito parlare dianoressici che sono morti di cancro. Ma certo e’ una semplice cura che non farebbe guadagnare nulla alle case farmaceutiche ed aimedici oncologi, per cui non hanno interesse ne’ a studiarla, ne’ a diffonderla.
Attualmente e’ in corso di perfezionamento una cura anticancro basata su infusioni concomitanti d’insulina (per indurre ipoglicemia) eglicerolo, per nutrire le cellule sane, vedi: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11359348
ARRUOLIAMO il MICROBIOMA nella LOTTA al CANCRO
Il corpo umano è abitato da migliaia di miliardi di microrganismi che acquisiamo fin dalla nascita e che si mantengono per tutta la vita.
Questo microbioma, anche se per lo più tendiamo a dimenticarcene, costituisce una parte intima ed essenziale della nostra persona.
E coinvolto in numerosi processi biologici vitali, come la nutrizione, il sistema immunitario e persino la salute mentale. E oggi si stanno accumulando sempre più prove di una relazione fra microbioma e cancro.
Negli ultimi cinque anni, è stato creato un catalogo completo dei microrganismi che vivono sulle superfici e all’interno delle varie cavita’ del nostro corpo.
Ciò ha rivelati che il microbioma è una comunita’ eterogenea di oltre 1.500 specie cui la stragrande maggioranza risiede nell’intestino.
Nell’uomo, la prova più convincente del potenziale rapporto fra microbioma e cancro proviene dagli studi su del colon-retto (CRC), la terza forma tumorale più comune negli Stati Uniti nonché seconda principale causa di morte oncologica.
Le ricerche recenti su pazienti con questo tipo di cancro rivelavano degli squilibri nelle loro comunità microbiche intestinali.
Per esempio, confrontate con quelle di soggetti sani, le feci dei pazienti CRC contengono una quantita’ minore di batteri dei gruppiLachnospiraceae e Roseburia ed una sovrabbonda di altri batteri come Enterococcus e Streptococcus.
Perché è importante la tipologia di microrganismi presenti nel tratto gastrointestinale ?
Il microbioma gioca semplicemente un ruolo nel nostro sistema immunitario, ma produce anche il 10% delle nostre energie e fa fermentare i carboidrati introdotti con la dieta in vari metaboliti quali gli acidi grassi a corta catena acetato, proprionato e butirrato.
Fonte: NewScientist.com, 281 2014, http://tinyurl.com/l9chmav
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
Terapie giuste ?:
L’alimentazione, prima di tutto. Il cancro si nutre di zucchero, e ogni cibo che innalzi il nostro indice glicemico va eliminato.
Poi vi sono il sale, il glutine, la carne e il latte. Analizzando i diversi studi prodotti negli ultimi decenni si è visto come questi alimenti innalzino l’infiammazione cellulare e tissutale, favoriscano la proliferazione del cancro e l’angiogensi e di fatto remino contro il lavoro dei nostri natural killer impegnati insieme al nostro sistema immunitario a combattere ed eliminare le cellule del cancro.
La nostra dieta deve riempirsi di tutto ciò che invece è stato visto protettivo e coadiuvante la nostra guarigione e questi sono a forza maggiore alimenti di origine vegetale, verdure, legumi, cerali integrali, semi di lino, frutta secca e grassi sani.
Questo comporta inevitabilmente un cambiamento delle nostre abitudini, bisognerà imparare a cucinare tutto in casa e ricercare prodotti biologici e biodinamici vivi e capaci di aiutare veramente il nostri sistema immunitario a reagire”, alimentandosi SOLO con la dieta CRUDISTA.
Video sulla giusta Nutriterapia:
EFA Ossigenazione e Cancro – By prof. Brian Scott Peskin – Scritto riassuntivo di Magnet
Cancro e cardiopatie possono essere prevenuti tramite l’assunzione di acidi grassi essenziali non adulterati: Capostipiti di omega-6 e omega-3 secondo un rapporto variabile tra 1:1 e 2,5:1.
1 – La causa primaria del cancro non è di natura genetica.
Un tempo il cancro era una malattia non comune, che colpiva un’esigua percentuale di cittadini statunitensi; nel 1900 soltanto il 3% della popolazione morì a causa di tale affezione. Invece attualmente il cancro è diventato talmente comune che virtualmente chiunque conosce qualcuno colpito da tale terribile patologia. In realtà ammalarsi di cancro non è più l’eccezione bensì la regola.
Ormai siamo giunti ad accettare il cancro come un male inarrestabile, incurabile, si tratta di una tragedia in quanto il cancro non è una patologia naturale ed è prevenibile.
Quello che i più trovano sconvolgente è il fatto scientifico che sotto il profilo genetico il cancro sia recessivo, non dominante; in realtà il l’organismo umano è assai resistente al cancro. Nel 1969 il prof. Henry Harris della Oxford University scosse sino alle fondamenta la comunità della ricerca sul cancro, allorquando dimostrò l’infondatezza di suddette precedenti teorie.
Il Prof. Harris prese comuni cellule di tessuto e fuse con esse tre tipi di cellule cancerose; lo studioso pensava che certamente le seconde avrebbero prevalso sulle prime, convertendole in cancro. Sorprendentemente, le cellule sane crebbero normalmente.
Contrariamente a quanto comunemente ritenuto, per svilupparsi negli esseri umani il cancro impiega vari decenni.
Dato tale prolungato periodo di incubazione, la scienza può indicarci il modo di distruggere tutte le iniziali cellule precancerose ed impedire a quelle cancerose di provocare danni estesi.
Se siete convinti che la base del cancro sia di natura genetica, vi invito a ricredervi. Il Dr. Robert A. Weinberg del Massachusetts Institute of Tecnology (MIT), uno dei più eminenti ricercatori del settore, nonché scopritore del cosiddetto oncogene (il gene che provoca il cancro), Ha riveduto le sue precedenti conclusioni dopo aver scoperto che “sembra sia stata erroneamente copiata meno di una base del DNA su un milione.? Non è un difetto sufficiente! Il Dr. Weinberg ha detto esattamente: “Qualcosa era decisamente sbagliato. La nozione che un cancro si sviluppasse tramite attivazione successiva di una serie di oncogeni aveva perso il suo rapporto con la realtà,? Egli definì sterili le scoperte genetiche fatte sino ad allora. Di conseguenza la causa primaria del cancro non è di natura genetica. Questo annuncio risale al 1998. Ne avete inteso parlare? Probabilmente no.
Nel 2006, i dirigenti del più grande centro mondiale di ricerca sul cancro di Houston, Texas, hanno annunciato che la causa primaria del cancro non è genetica, e si afferma che altre ricerche dovrebbero avere la precedenza, sul progetto genoma del cancro.
Così la causa primaria del cancro non è una mutazione genetica, anche se il cancro imperversa nella vostra famiglia, esistono speranze concrete. Malauguratamente i genetisti hanno rivoltato la questione, tentando di costringere i fatti ad adattarsi alle loro teorie a base genetica quando queste ultime non sono conformi ai fatti poiché, come il prof. Harris ha dimostro molti anni fa, il cancro non è geneticamente dominate.
A che punto siamo ? Dove possiamo andare alla ricerca di soluzioni ? Che dire delle popolari soluzioni nutrizionali per combattere il cancro ?
2 – Le comuni soluzioni anticancro non funzionano.
Nel loro complesso le persone, nella speranza di vincere la battaglia contro il cancro seguono diligentemente le raccomandazioni degli esperti. Purtroppo virtualmente nulla di quanto ci viene detto si basa su fatti scientifici.
Frutta e verdura:
nemmeno gli ortaggi a foglia verde proteggono dall’insorgenza del cancro. (JAMA 2001; 285:769-776).
Fibre:
invece di contribuire a prevenire il cancro al colon, le fibre lo fanno peggiorare (Lancet 2000; 356:1286-7).
Mammografia:
Samuel S Epstein, (presidente della Cancer Pevention Coalition ), Rosalie Bertell e Barbara Seamen, hanno pubblicato un articolo che denunciava le verità relative alla mammografia, di cui la maggioranza delle donne non è mai stata informata. Non è una tecnica per la diagnosi precoce, ed in verità prima che si riesca ad individuarlo, solitamente il cancro al seno è già presente da circa otto anni.
Olio di pesce: la maggior parte degli integratori all’olio di pesce non hanno alcuna utilità nella prevenzione del cancro e possono rivelarsi pericolosi per la salute. Il Quarto Convegno della International Socitety for the Study of Fatty Acids and Lipids (ISSFAL). Tenutosi dal 4 al 9 giugno 2000 a Tsukuba, Giappone, ha riportato quanto segue:
“…..Alcuni studi indicano che, secondo i livelli utilizzati, l’olio di pesce (costituito da derivati dagli omega-3) fa diminuire un’ampia gamma di risposte delle cellule immuni (cellule killer naturali), attività dei linfociti T citotossici, proliferazione dei linfociti e produzione di IL-2 e IFN-y (1,2).?
“….Recenti studi hanno indicato che livelli relativamente bassi di acidi grassi omega-3 a catena lunga (EPA o DHA)… sono sufficienti a determinare alcuni degli effetti soppressivi…?
“….Tale diminuzione, di inibita proliferazione di linfociti ed attività delle cellule killer naturali, provoca maggiori quantità di batteri cellulari (infezione) e compromessa eliminazione delle cellule tumorali.?
Qualsiasi sostanza che provoca una menomazione della facoltà di uccidere le cellule tumorali è carcinogena, l’opposto di quello che vogliamo. Dato che sono in molti a consumare l’olio di pesce, questo potrebbe rappresentare una ragione a monte del fatto che i tassi di insorgenza del cancro sono in aumento invece che in diminuzione.
Inoltre l’olio di pesce non ha alcuna utilità nella prevenzione delle cardiopatie, anni orsono la Harvard Medical School ci aveva avvertiti, pochi hanno prestato ascolto. Anche il consumo di pesce intero, invece del solo olio si è dimostrato inefficace. I Giapponesi, grandi consumatori di pesce, presentano tassi di cancro e di cardiopatie superiori a quelli statunitensi (già tra i più alti del pianeta).
Dal 1981, in Giappone, il cancro è la principale causa di mortalità.
Nel gennaio 2006 è stata smascherata l’inefficacia anticancro degli omega-3 (JAMA 2006; 295(4))
L’analisi più esauriente attualmente disponibile, pubblicata sul British Medical Journal del 24 marzo 2006 nella quale si esaminano 96 prove, di cui 44 comprendenti integratori e 5 costituite principalmente da ALA (capostipite degli omega-3) derivati da piante come il lino e con la parte restante di olio di pesce, conferma l’inefficacia anticancro: “
Non abbiamo trovato alcun riscontro del fatto che i grassi omega-3 abbiano avuto un qualche effetto sull’incidenza del cancro….Questa rassegna sistematica ha valutato, in un’ampia varietà di partecipanti, gli effetti determinati dall’impiego di grassi omega-3 sulla mortalità complessiva, su fenomeni cardiovascolari, cancro e colpi apoplettici, senza rilevare alcun evidente beneficio degli omega-3 sulla salute.? Purtroppo nonostante questi fatti, per la maggior parte i medici di tutto il mondo continuano a raccomandare l’olio di pesce per prevenire cancro e cardiopatie.
Soia:
Nemmeno i prodotti a base di soia vi proteggeranno dal contrarre il cancro. Le proprietà della soia vengono tuttora propagandate da nutrizionisti, medici e pubblicazioni popolari che si occupano di salute e bellezza, tutti senza cognizione dei fatti scientifici. I fagioli di soia sono fonte di isoflavonoidi tra cui genisteina e daidzeina, che contrariamente da quanto comunemente riportato dai media sono entrambe pericolose per la salute. Tratto da Biochemical Farmacology (1997;54:1087-96): “ i fagioli di soia contengono composti (genisteina e daidzeina) che inibiscono la perossidasi tiroidea (TPO), la quale è essenziale per la sintesi dell’ormone tiroideo.?
I popolari fitoestrogeni genisteina e daidzeina sono distruttori endocrini. Le donne di tutto il mondo sono state fuorviate. La soia inoltre danneggia il sistema immunitario.
Già nel 1975 il Canadian Journal of Biochemistry riportava “che i fagioli di soia di fatto indeboliscono il sistema immunitario, si è riscontrato che l’inibitore della tripsina presente nella soia inibisce la trasformazione dei linfociti umani.
Ecco cosa accade.
La tripsina è un enzima prodotto dal pancreas e viene impiegato per la digestione delle proteine; ha un’importanza cruciale per la produzione di anticorpi. Il pancreas viene irritato, e sollecitato a produrre ormoni quando in realtà non è nelle condizioni di farlo, determinando una diminuita ossigenazione dovuta all’irritazione…..
Di conseguenza la soia induce l’insorgenza del cancro nel pancreas, una patologia che corrisponde tipicamente ad una condanna a morte.
3 – Le ricerche anticancro del Dr. Otto Warburg.
Molti dei miei colleghi medici sono rimasti sconvolti nell’apprendere queste verità. Quanti di noi hanno letto sulla stampa popolare queste importanti scoperte pubblicate sulle riviste mediche? Purtroppo non molti. Non disperate, poiché una soluzione anticancro esiste, la scoprì nel 1952 Otto Warburg, MD,PhD. Al Dr. Warburg si è fatto riferimento come al massimo biochimico del 20mo secolo; la quantità e l’importanza delle sue scoperte lo qualificano come il più esperto biochimico di tutti i tempi.
Negli anni 20 il Dr Warburg condusse ricerche su enzimi respiratori (coenzimi), determinate vitamine e minerali di cui l’organismo necessita per l’utilizzazione dell’ossigeno nelle cellule, il che alla fine gli valse il premio Nobel nel 1931.
Senza dubbio il comitato del Nobel si aspettava che la comunità medica si avvalesse delle vitali scoperte di Warburg sul cancro; malauguratamente, intervenne la politica ed il cancro non venne sradicato.
Il Dr. Warburg continuò a fare importanti e fondamentali scoperte, tra cui come misurare la pressione dell’ossigeno in una cellula vivente elaborando uno speciale manometro, passo assai importante che portò alla sua scoperta secondo cui una bassa concentrazione di ossigeno e pressione presagiva sempre lo sviluppo del cancro.
L’importanza di tale scoperta è che egli isolò la causa funzionale primaria della patologia. Egli descrisse le effettive condizioni inerenti alle cellule che inducono e provocano il cancro e, così facendo, rese possibile ad altri elaborare successivamente metodologie pratiche e funzionali per inibire lo sviluppo della malattia. Il fatto che nessun rilevante principio delle sue numerose scoperte sia stato utilizzato dalla comunità della ricerca medica a fini di prevenzione, cura e remissione del cancro è agghiacciante.
Nessuno scienziato o ricercatore ha mai confutato la validità, la correttezza o l’applicabilità di queste importanti scoperte nella prevenzione e nella cura del cancro. Ancora oggi, il consenso della comunità medica ha ben poco a che fare con la scienza.
La politica ha dilapidato gli sforzi di molti ricercatori.
4 – La causa primaria fisiologica del cancro.
Ormai siamo talmente abituati a sentirci dire che un giorno potremmo scoprire cosa provoca il cancro, che tale patologia rappresenta il principale mistero della medicina dei tempi moderni, che forse stenterete a credere a quanto segue.
Il Dr. Otto Warburg scoprì, ed affermò con chiarezza, che la causa primaria e basilare del cancro è troppo poco ossigeno che affluisce alle cellule. Nel 1966, nel corso di un convegno di premi Nobel tenutosi a Lindau, in Germana, egli dichiarò: “Rileviamo in via sperimentale che all’incirca il 35% di inibizione della respirazione di ossigeno è di per sé sufficiente ad indurre tale trasformazione durante la crescita cellulare.
Et voilà ! Semplicissimo, no ? Solo un terzo di ossigeno in meno rispetto al normale e si contrae il cancro. In base a meticolosi esperimenti che egli e molti altri verificarono numerose volte, il Dr. Warburg scoprì ed affermò che la causa primaria del cancro è semplicemente un insufficiente afflusso di ossigeno nelle cellule (ipossia).
La situazione peggiora perché una volta che la cellula è diventata cancerosa, non è in grado di tornare allo stato precedente, deve essere distrutta (Science 1956; 123(3191)).
Tali informazioni sulla connessione ossigeno-cancro sono state pubblicate varie volte su recenti riviste di oncologia, ad esempio Radiotherapy and oncology 1993; 26(1):45-50 e 1990; 53:113-17. Tuttavia, la soluzione pratica al problema della carenza di ossigeno è sfuggita ai ricercatori.
L’assunzione di perossido di idrogeno, integratori di calcio, integratori all’olio di pesce, ingenti quantitativi di omega-3, ozono, acqua ossigenata, non risolverà la carenza di ossigeno a livello cellulare.
Nemmeno l’attività fisica di qualsiasi livello serve.
Il Dr. Warburg è stato al riguardo molto chiaro, l’ossigeno di per sé non è sufficiente, in quanto a promuovere la carenza di ossigenazione cellulare concorrono diversi fattori di cui accenneremo più avanti. Di conseguenza l’esercizio fisico di per sé stesso non rappresenta la soluzione per restare immuni dal cancro, molti individui che si allenano regolarmente, compreso gli atleti contraggono comunque il cancro.
5 – Cause secondarie del cancro.
Virtualmente qualsiasi presunta causa di cancro citata al giorno d’oggi dalle pubblicazioni di ambito sanitario e nutrizionale è una causa secondaria. Fra le cause secondarie si annoverano: ambiente, sostanze chimiche cancerogene, radiazioni di origine ambientale e medica, grassi trans (idrogenati), additivi alimentari, sostanze chimiche presenti nel fumo, virus e anche mutazioni genetiche. Le cause secondarie di cancro sono innumerevoli, sono utili a scopi preventivi.
Tuttavia andare incessantemente alla ricerca di cause secondari è uno spreco di tempo in quanto non ha mai portato i ricercatori né lo farà mai, ad ottenere una reale cura per il cancro. Il Dr. Warburg ci ha ripetutamente avvertito riguardo allo spreco di tempo prezioso dedicato alla ricerca di cause secondarie.
Ciò che ogni causa secondaria ha in comune è che determina direttamente o indirettamente una insufficiente ossigenazione nelle cellule. Di conseguenza se affrontiamo in modo diretto il problema di come far affluire sufficiente ossigeno alle cellule, ridurremo al minimo il pericolo rappresentato da qualsiasi tipo di causa secondaria.
6 – Acidi grassi essenziali ed oli contenenti EFA.
L’organismo necessita di specifici grassi i quali, fra le altre importanti funzioni, fanno si che sufficiente ossigeno pervenga alle cellule attraverso le membrane cellulari, che rappresentano l’elemento cruciale. Gli specifici grassi in questione hanno un’elevata capacità di assorbimento dell’ossigeno. Denominati acidi grassi essenziali, o EFA, questi grassi specifici devono essere quotidianamente somministrati all’organismo dall’esterno, dal cibo e da determinati oli, poiché l’organismo non è in grado di produrli autonomamente. Esistono due forme “capostipite? di EFA che consentono al vostro organismo di ricavare da essi qualsiasi cosa di cui abbia bisogno, vale a dire vari tipi di “derivati? dagli EFA.
Il capostipite degli omega-6 è denominato acido linoleico (LA), mentre il capostipite degli omega-3 è denominato acido alfalinoleico (ALA).
L’olio di oliva contiene principalmente omega-9, un olio non essenziale che l’organismo produce da sé.
Tradizionalmente l’olio extravergine di oliva non è trattato e quindi non provoca il cancro, ma non vi proteggerà da tale patologia. Evitare assolutamente la margarina; non va a male nemmeno quando viene conservata fuori dal frigo, a dimostrazione che l’olio idrogenato non ossigena.
Si sconsigliano l’olio di colza e l’olio di soia, entrambi mai concepiti per il consumo da parte di esseri umani, bensì come alimento per animali o per usi industriali, evitare i prodotti lavorati che li contengono.
Prima di acquistare un prodotto, accertatevi di cosa state comprando. Assicuratevi che gli oli siano crudi, non trattati e biologici, e che non contengano olio di pesce o qualsiasi olio idrogenato.
7 – Rapporti fra omega-6 e omega-3.
Per determinare quali oli contengono i migliori EFA anticancro, dobbiamo prendere in considerazione il contenuto di tessuto nel nostro organismo. In base a studi patologici si sa che il cervello ed il sistema nervoso presentano un rapporto di uno a uno (1:1) fra omega-6 e omega-3. Alcuni nutrizionisti sostengono che questo rapporto sia il migliore, ma si sbagliano.
Ecco il perché.
Nel loro complesso gli organi contengono un rapporto fra omega-6 e omega-3 pari a 4:1. Ad ogni modo il cervello, il sistema nervoso e gli organi costituiscono soltanto il 12% del peso corporeo. L’epidermide è al 100% capostipite di omega-6 e non contiene omega-3, rappresenta circa il 4% del peso corporeo. I muscoli rappresentano almeno il 50% del peso corporeo complessivo e costituiscono il fattore primario di cui tener conto nel determinare il necessario rapporto fra omega-6 e omega-3.
Uno dei fattori cruciali inerenti alla struttura dei muscoli è che, a secondo della condizione fisica, il muscolo contiene da 5,5 a 7,5 volte omega-6 che omega-3. Ci mettono in guardia rispetto all’eccesso di omega-6 nella nostra dieta e ci dicono che dobbiamo assumere oli contenenti omega-3 come compensazione; ci dicono che ingeriamo troppi omega-6, sino a 20 volte più del necessario. Questo è sbagliato, e l’analisi comprende numerosi altri fattori. Dal punto di vista scientifico, necessitiamo, di un integratore organico con un rapporto omega-6; omega-3 variabile fra 1:1 e 2,5:1. Con un rapporto di tale efficacia, avrete bisogno di un quantitativo giornaliero minimo di 3-4 grammi. Tale rapporto è significativamente diverso da quello che probabilmente vi indicheranno medici, esperti di salute o estensori di articoli destinati alle diffuse pubblicazioni del settore nutrizionale; costoro semplicemente non ne conoscono o non ne comprendono le basi.
La loro analisi è infarcita di un considerevole numero di errori, e mi auguro che esaminerete il documento dal titolo “The Scientific Calculation of the Optimum Omega 6/3 Ratio?
Presso: http:// www.BrianPeskin.com (ciccare su EFA Report), così comprenderete la questione e le basi scientifiche a monte del calcolo relativo al rapporto ideale fra omega-6 e omega-3.
L’olio di pesce, assieme ad una dose eccessiva di derivati di omega-3, può di fatto essere causa di cancro l’esatto opposto di quanto ci proponiamo, e l’olio di lino contiene fin troppi capostipiti di omega-3.
Per la maggior parte i capostipiti degli omega-3 non vengono convertiti in derivati; permangono nelle membrane cellulari e nei tessuti nella originaria forma capostipite. Alcuni scienziati se ne rendono conto ed alcuni testi medici lo spiegano.
Per di più, la lavorazione industriale degli alimenti distrugge una rilevante quantità di tali EFA, unitamente alla loro capacità ossigenante.
8 – Alimenti contenenti EFA
E’ imperativo comprendere che tali alimenti devono provenire da coltivazioni biologiche e, qualora sia necessario, sottoposti ad una lavorazione in condizioni di calore ridotto e senza conservanti artificiali. Diversamente gli EFA risulteranno danneggiati.
Prodotti caseari/uova/formaggi:
Formaggi derivati da “latte crudo” ? ed uova sono eccellenti fonti di EFA. Il latte pastorizzato è carente di EFA ed è nocivo anche per i bambini. (NdR: meglio evitarli in caso di malattie specie se degenerative)
Carni:
Polli, manzi (meglio se alimentati con erba fresca), agnelli, maiali, ecc., allevati e lavorati secondo parametri biologici, sono fonti abbondanti di EFA (NdR: meglio evitarli in caso di malattie specie se degenerative)
Frutta secca:
Anacardi, mandorle, noci, arachidi, ecc., purchè biologiche non lavorate.
Prodotti del mare:
Gamberi, scampi, pesce, aragoste, granchi, frutti di mare, ostriche, ecc.
E’ importante comprendere che consumare grandi quantitativi di prodotti del mare non è la soluzione anticancro; i prodotti del mare sono assai ricchi di EFA capostipite di, e, derivati da omega-3.
Il pesce di allevamento, contiene perlopiù derivati dagli omega-3; il pesce di allevamento e l’olio da esso ricavato vanno evitati.
(NdR: meglio evitarli in caso di malattie specie se degenerative)
Frutta e ortaggi:
Gli animali provvisti di stomaci multipli sono in grado di estrarre EFA dalla cellulosa di vegetali come l’erba, ma gli esseri umani provvisti di un solo stomaco, non possono farlo.
Cereali:
Gli esseri umani non sono in grado di estrarne gli EFA.
9 – Il miracolo delle “calamite di ossigeno degli EFA ?
Pensate a questi EFA polinsaturi come a calamite di ossigeno. La dimostrazione di questo fatto è sepolta nei principali testi e riviste di medicina, come ad esempio Harper’s Illustrated Biochemistry, e Human Nutrition Clinical Nutrition, luglio 1984.
Gli EFA sono essenziali per la struttura e la funzione della respirazione cellulare. In assenza di elevata efficienza della respirazione, il cancro segue a breve. Questi EFA calamite di ossigeno nella membrana cellulare attraggono l’ossigeno presente nel flusso sanguigno e lo trasferiscono nella cellula.
Quindi non ha importanza quanto respiriate o quanto esercizio fisico fate; se non disponete degli adeguati EFA funzionali a livello cellulare, le vostre cellule non assorbiranno abbastanza ossigeno dal sangue e voi risulterete assai predisposti al cancro.
Ricordate che la soglia del cancro corrisponde ad una diminuzione del 35% dell’ossigeno cellulare. Senza un costante rifornimento di questi EFA dagli alimenti, il trasferimento dell’ossigeno cellulare risulta significativamente ridotto.
Un esempio di come funzionano.
Il pesce va a male in pochi giorni poiché l’olio presente nel pesce assorbe ossigeno in quantità elevate, reagisce rapidamente con l’ossigeno presente nell’aria, perché l’olio contenente EFA ha la capacità di assorbire ingenti quantitativi di ossigeno, questo processo si chiama ossidazione.
Questo vale anche per altri tipi di grassi essenziali, che svolgono la loro funzione di assorbire ossigeno, in virtù di tale aspetto hanno una vita limitata, dopo un breve periodo non funzionano più, gli EFA divengono esausti cioè rancidi. Questo è il motivo per cui devono essere sostituiti quotidianamente ricavandoli dal cibo. Madre natura ci ha progettati in questo modo.
10 – Il derivato dagli omega-6 AA (Acido Arachidonico) previene la coagulazione del sangue.
Il Dr. Warburg comprese che un flusso sanguigno lento consente al cancro di andare in metastasi. In seguito altri ricercatori dimostrarono che se si riesce ad impedire ad un cancro localizzato di andare in metastasi, il rischio di morire a causa del cancro diminuisce di ben 10 volte. Anche nel caso in cui abbiate un cancro, non morirete a causa sua.
La velocità e la viscosità del sangue presentano una connessione con la diffusione del cancro; questo è un fatto sorprendente, raramente citato, evidenziato dal biologo molecolare di fama mondiale Robert Weinberg.
Cosa provoca la metastasi ? I coaguli di sangue, ed anche questo è un fatto risaputo. Cos’è che impedisce al sangue di raggrumarsi ed è anche il naturale anticoagulante fornitoci da Madre Natura, che previene i coaguli di sangue? No, diversamente da quanto vi raccontano di continuo, non sono gli omega-3.
Il capostipite degli omega-6 è assai più potente. L’acido arachidonico (AA) è un cruciale derivato dagli omega-6 nonché un importante componente biochimico presente in ciascuna delle nostre cellule; è il mattone adibito alla costruzione del più potente agente antiaggregante (coadiuvante degli anticoagulanti) noto, denominato prostaciclina.
L’AA inoltre inibisce l’adesione delle piastrine, il che lo rende un “anticoagulante” naturale; l’AA contribuisce anche a risolvere danni vascolari conseguenti a lesioni.
Spesso le vittime di attacco cardiaco presentano livelli di EFA scarsi, in particolare gli EFA derivati AA dal capostipite degli omega-6 e gli EPA dal capostipite degli omega-3. Abbiamo in qualche misura bisogno di capostipite degli omega-3, poiché l’EPA è uno dei suoi più importanti derivati. Il problema è che gli integratori all’olio di pesce ce ne forniscono in misura eccessiva.
11 – Cosa ostruisce realmente le arterie.
Contrariamente a quanto ci propinano da decenni, non sono i grassi saturi che ostruiscono le arterie ed impediscono il fluire del sangue; è il capostipite degli omega-6 adulterato.
Un pionieristico articolo di Lancet (1994; 334; 1195-96) riportava alcune analisi delle placche arteriose.
Felton e altri, hanno misurato i singoli componenti e in un coagulo dell’aorta hanno rilevato oltre 10 composti diversi ma nessun grasso saturo. Nel coagulo era presente del colesterolo, fenomeno spiegato dal fatto che il colesterolo funge da agente protettivo di guarigione per tagli e contusioni delle arterie, esattamente come la crosta che si forma sulle ferite esterne.
Qual è il componente predominante di un coagulo Probabilmente lo avete intuito; gli oli polinsaturi omega-6 adulterati.
Quelli che inizialmente contengono EFA che si comportano in modo appropriato, ma che vengono deteriorati nel corso della lavorazione industriale degli alimenti. Sono state svolte e pubblicate sulle riviste mediche numerose simili analisi dei coaguli delle arterie, indicanti i medesimi risultati, ma a quanto pare solo pochi medici ne hanno preso visione.
I comuni cittadini hanno scarsissime possibilità, sempre che ne abbiano, di scoprire la verità.
Quindi non è il colesterolo in se stesso che ostruisce le arterie. Se siete carenti di EFA, il colesterolo si comporta come un sistema di trasporto di veleno.
Gli EFA sono il principale componente del colesterolo.
Come chiarisce il manuale di medicina Molecular Biology of the Cell (p. 481), il colesterolo è necessario all’integrità strutturale del doppio strato lipidico, la matrice di ciascuna delle nostre membrane cellulari.
JAMA (1994;272:135-40) ha pubblicato un articolo nel quale si affermava che i farmaci per abbassare il colesterolo non funzionano in modo significativo per prevenire le cardiopatie.
La ragione ? Non riescono ad abbassare a sufficienza la quantità capostipite di omega-6 difettosi.
Come affermato in Current Atherosclerosis Reports (2004; 272: 1335-40), questo è il motivo per cui i farmaci per il colesterolo non possono svolgere la loro funzione: “L’LDL contiene sino all’80% di lipidi grassi (grassi ed oli), compresi acidi grassi polinsaturi e colesterolo, principalmente esteri (del colesterolo). L’acido linoleico (LA), uno dei più abbondanti acidi grassi presenti nell’LDL….?
In virtù di queste informazioni ci rendiamo conto di quello che il colesterolo trasporta gli EFA adulterati ovvero il problema.
Un articolo pubblicato Human Nutrition: Clinical Nutrition (1984; 38c:245-260) conferma ulteriormente che è il capostipite degli omega-6 a formare la maggior parte degli acidi grassi nel colesterolo LDL e in quello HDL.
Non fatevi ingannare da chi vi dice che i grassi naturali sono “cattivi ?. Tutte le cellule del nostro corpo necessitano di molti grassi naturali contenenti EFA; in particolare, di capostipite degli omega-6.
Se anche solo una esigua frazione di questo capostipite degli omega-6 è difettosa, il che pregiudica la sua prerogativa di assorbire ossigeno e di svolgere altre funzioni cellulari, questa agisce come causa diretta del cancro e delle cardiopatie.
Tratto da: NEXUS numero 68.
By Prof. Brian Scott Peskin, BSEE (MIT) 2 vedi. www.BrianPeskin.com per maggiori approfondimenti.
Commento NdR: pur condividendo in linea di massima il contenuto dell’articolo, non posso non ricordare che in caso diammalamento è molto meglio evitare qualsiasi alimento di derivazione animale !
Il crudismo assoluto, di cibi biodinamici, iniziando con i succhi e la pulizia intestinale sono le armi per eccellenza per qualsiasi tipo diammalamento ! assieme alla vitamina C ed al Glutatione inoculato in Vena….
Guarisce dal Cancro con la dieta Vegana utilizzata per 1 anno
http://informatitalia.blogspot.it/2014/12/guarisce-da-tumore-esteso-e-metastasi.html
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Come abbiamo già ampliamente dimostrato, tutte le cosiddette impropriamente “malattie“, in verità solo sintomi, sono sempre di origine “psicosomatica“, cioè un blocco o malfunzione della comunicazione dell’informazione dal corpo alla Psiche (Spirito) e viceversa e quindi da e per il Vuotoquantomeccanico, cioè da per l’Infinità), mediante il noto meccanismo:
Spiritual–Psico–genetico–cellular–tissutal–neuronal–gastrointestinal–immunologico–endocrino–organico–sistemico…
e l’ammalamento avviene SEMPRE su un Terreno fisiologico in disordine, quindi occorre utilizzare la Nutriterapia sui vari livelli, Spirituale eliminando i Conflitti irrisolti, ed anche quelli fisiologici (cibi adatti per normalizzare l’intestino + aumentare l’Immunità+depurazione del fegato + eliminare l’acidosi, stress ossidativo e l’alterazione metabolica esistenti), mediante:
Terapia Metabolica (mineral-vitaminica per la nutrizione cellulare) + Fitoterapia + Artemisia + Coproterapia + Fermenti lattici +Enzimi + Micro diete + Intestino + Immunità + Scienza della Nutrizione + Bioterapia Nutrizionale + Glutatione Cancro +Omeopatia (per le malattie degenerative.) + Omeopatia degli ibridi + Omeopatia degli ibridi (English)
Vedi anche per l’Alimentazione adatta: Alimenti biodinamici + Crudismo + Verdure e Frutta + Succhi di frutta e verdure + terapia del dott. Gherson + Emodieta + Zapper (antiparassiti)
CIBO per i cancerosi
VIDEO del Dott. Nader Butto il quale spiega cosa è il Cancro
Chi vive bene protegge i cromosomi del proprio DNA – vedi anche: DNA ANTENNA
Lo stile di vita sano allunga i telomeri, le estremità dei cromosomi che controllano l’invecchiamento. Ecco, in sintesi, le conclusioni di un piccolo studio pilota pubblicato su The Lancet Oncology.
Dice Dean Michael Ornish, professore di medicina all’Università della California a San Francisco e primo autore dell’articolo:
«I telomeri, formati da Dna e proteine, influenzano l’invecchiamento delle cellule proteggendo le estremità dei cromosomi, un po’ come le punte ai lacci delle scarpe ne impediscono lo sfilacciamento. Come i telomeri si accorciano e la loro integrità strutturale si indebolisce, le cellule invecchiano e muoiono».
Dunque la lunghezza dei telomeri è un’indicazione di età biologica: più brevi sono più aumenta il rischio di morte e di malattie età-correlate, tra cui il cancro al seno, alla prostata, al colon e i tumori polmonari, ma anche le malattie cardiovascolari, la demenza, l’osteoporosi, il diabete.
Partendo da questi presupposti Ornish e colleghi hanno messo a confronto due piccoli gruppi di uomini con diagnosi di cancro alla prostata a basso rischio.
Ai 10 soggetti del gruppo di studio è stato chiesto di modificare il proprio stile di vita, mentre i 25 individui del gruppo di controllo hanno proseguito i loro normali comportamenti. «I cambiamenti dello stile di vita includevano una dieta a base vegetale, un moderato esercizio fisico, tecniche di gestione dello stress come la meditazione e lo yoga, e un maggiore sostegno sociale» spiega l’internista, sottolineando che nessuno studio ha mai dimostrato un effetto benefico dello stile di vita sui telomeri. E la lunghezza delle estremità dei cromosomi è proprio quella che i ricercatori hanno misurato, all’inizio dello studio e dopo 5 anni.
Morale: alla fine del quinquennio di follow-up nel gruppo che ha cambiato il proprio stile di vita la lunghezza dei telomeri è cresciuta del 10%, mentre nel gruppo di controllo è diminuita del 3%.
Un altro dato interessante è l’effetto dose-risposta: più lo stile di vita cambia, più i telomeri si allungano. «I risultati vanno al di là del cancro della prostata. Se confermati da studi controllati su larga scala, cambiando lo stile di vita si può ridurre il rischio di malattia e morte prematura. I geni racchiusi nei nostri telomeri sono una predisposizione, non necessariamente il nostro destino» conclude Ornish.
The Lancet Oncology, Early Online Publication, 17 September 2013
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La FEBBRE che GUARISCE il CANCRO:
Come insegna la Medicina Naturale, la febbre e’ il principio della guarigione, NON bisogno bloccarla, ma aiutarla ad uscire dall’organismo !
Cancro: il rimedio dimenticato
Siamo nel 1890 a New York . È notte. dott. William Coley si gira e si rigira nel letto. Il giorno prima, questo giovane chirurgo di 28 anni, per la prima volta, ha visto uno dei suoi pazienti morire. Questa paziente, Elizabeth Dashiell, è morta di cancro alle ossa. E il dottor Coley è sopraffatto da sentimenti di colpa e di impotenza.
Al mattino, lascia la sua casa. Ma invece di andare, come al solito al Cancer Hospital di New York dove lavora, ha deciso di andare a Yale. Yale è la più grande università, che è a due ore di treno a nord della città, nel vicino stato del Connecticut.
Yale era già a quel tempo, conosciuta in tutto il mondo per la sua scuola di medicina. La Biblioteca Universitaria conserva gli archivi che coprono tutte le malattie attualmente conosciute, in particolare descrivendo i casi di milioni di pazienti.
È in questo campo che straordinariamente il dott. Coley troverà casi di “sarcoma” simili a quella che ha ucciso la sua paziente. Il Sarcoma è un tipo di cancro.
Il dott. Coley spera di trovare casi in cui i pazienti affetti dallo stesso tumore come il suo paziente sarebbero guariti. Perché è convinto che lì, da qualche parte, vi e’ un trattamento che avrebbe potuto salvarla.
Più di due settimane, dura la sua vana ricerca e si perde in chili di file polverosi. Ma la conclusione è sempre la stessa: il paziente muore. Egli comincia a disperare quando una sera, quando lui è sul punto di rinunciare, ha fatto una scoperta sorprendente: una guarigione misteriosa
Il dott. Coley mise la mano inconsapevolmente su un caso che rivoluzionerà il trattamento del cancro.
Scopre che un uomo il cui sarcoma e’ misteriosamente scomparso dopo la somatizzazione di una malattia infettiva registrata davvero nella cartella clinica.
Questa malattia quasi scomparsa oggi, si chiama erisipela. Si tratta di una infezione della pelle. Si manifesta nei bambini con macchie rosse che possono apparire anche nel volto, ma più spesso sulle gambe, ed è accompagnata da febbre. Ma questa non è una malattia grave.
Subito dopo l’ammalamento di erisipela, il sarcoma del paziente è improvvisamente scomparso.
Il dott. Coley ha trovato casi simili nei diversi archivi consultati, che ormai risalgono a centinaia di anni: il tumore ( sarcoma ) era scomparso dopo una semplice infezione della pelle !
Ha scoperto che altri pionieri mediche come Robert Koch, Louis Pasteur , ed il medico tedesco Emil von Behring, che ha ricevuto il primo Premio Nobel per la Medicina nel 1901, avevano anche osservato casi di erisipela in coincidenza con la regressione spontanea del cancro .
Convinto che non poteva essere una coincidenza, il dott. Coley ha deciso di inoculare volontariamente Streptococcus (batteri morti) in uno dei suoi pazienti affetti da cancro alla gola. L’esperimento è stato condotto su 3 maggio 1891 un uomo di nome Mr. Zola . Immediatamente, il suo cancro regrediva e la salute Zola è notevolmente migliorato. Ha riacquistato la sua salute e ha vissuto otto anni e mezzo di più.
Il dott. Coley creato una miscela di batteri morti e quindi meno pericolosi denominati tossine di Coley. Questa miscela è stata somministrata per iniezione per causare febbre. È stato osservato che il rimedio è stato efficace, anche nel caso di tumori metastatici.
A 16 anni, salvato dal cancro
Il primo paziente a ricevere le tossine di Coley fu’ il giovane John Ficken, un ragazzo di 16 anni affetto da un massiccio tumore addominale.
Il 24 Gennaio 1893, ha ricevuto la sua prima iniezione, che è stata poi ripetuta ogni due o tre giorni direttamente nel tumore. Per ogni iniezione, vie è stata la febbre … e il tumore è regredito.
Già nel maggio del 1883, quattro mesi dopo, il tumore aveva solo un quinto della sua dimensione originale. Nel mese di agosto, era poco più evidente. John Ficken è stato finalmente guarito dal cancro (morì 26 anni dopo un attacco di cuore).
Come questa scoperta è stata stroncata sul nascere.
Ma le tossine di Coley tossine ebbero in quel tempo un formidabile “concorrente”: l’invenzione e lo sviluppo di macchine a raggi radioattivi (radiazione), più facilmente industrializzatae con maggiori guadagni per chi li vendeva.
Il dott. Coley ha anche lui stesso, avuto due macchine di radioterapia. Ma, ha concluso rapidamente la loro minore efficienza. Per 40 anni ha continuato a utilizzare con successo le tossine Coley, fino alla sua morte il 16 aprile 1936.
Il grande business della chemioterapia poi ha assunto forza per garantire che questo rimedio, molto più semplice, più sicuro e molto meno costoso, restasse nella pattumiera della medicina.
A seguito della lettera del giorno :
Le tossine di Coley, rinascono dai cartoni dei files
La storia non finisce qui, per fortuna.
Nel 1999, i ricercatori di mentalità aperta hanno ripreso cio’ che aveva lasciato negli archivi il dott. Coley. Hanno confrontato i loro risultati con quelli dei trattamenti più moderni contro il cancro. E hanno scoperto che i risultati sono stati superiori con il trattamento Coley !
“Quello era, le tossine di Coley, per i pazienti con sarcoma a quel tempo era più efficace di quello che facciamo per questi pazienti oggi”, disse allora Charlie Starnes, ricercatore presso Amgen, una delle principali società di biotecnologie a livello mondiale, di lavoro in Francia con il National Cancer Institute.
La metà dei pazienti affetti da sarcoma Coley ha vissuto dieci anni o più, dopo l’inizio del trattamento, contro il 38 % con le ultime terapie. I risultati per i pazienti malati di cancro del rene e del cancro ovarico sono stati anche superiori.
Grande speranza per i malati di cancro
Oggi, una società americana, MBVax, riprende la ricerca sulle tossine Coley.
Anche se non ha ancora portato studi su larga scala per la loro commercializzazione, 70 persone hanno beneficiato di questa terapia tra il 2007 e il 2012.
Gli effetti sono stati così positivi che la grande rivista scientifica Nature ha ripreso lo studio nel mese di dicembre 2013 [ 1 ] . Le informazioni sono state inoltre riprese anche dalla rivista francese Le Point, 8 Gennaio 2014 [ 2 ].
Le persone che hanno beneficiato di questa terapia non riconosciuta, erano persone affette da cancro in fase terminale, tra cui il melanoma, linfomi, tumori maligni della mammella, prostata, ovaie. E’ consuetudine, infatti, negli ospedali per permettere alle persone in situazioni molto difficili a rivolgersi a terapie innovative, che sono negate ad altri.
Nonostante l’estrema gravità di questi tumori, le tossine Coley hanno causato una riduzione dei tumori nel 70 % dei casi, e anche remissione completa nel 20% dei casi, secondo MBVax.
Il problema l’ azienda deve affrontare oggi è che, per condurre i test su larga scala previsti dalla normativa vigente e’ di costruire una unità di produzione negli standard europei o nordamericani, le cui necessità di finanziamento ammontano a centinaia di milioni … dollari.
Ciò che era possibile nel 1890 presso l’ufficio di un singolo medico di New York con la sua appassionata missione, ora è diventato quasi impossibile nel nostro mondo iper tecnologico e iper … soffocato dalla normativa burocratica.
By Jean- Marc Dupuis
Fonti:
[ 1 ] DeWeerdt S. Bacteriology: A caring culture. Nature 2013 Dec 19;504(7480):S4-S5
[ 2 ] Questo farmaco contro il cancro … che non sarà facilmente commercializzato…..
Fonte: sante-nature-innovation.fr
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Le nuove terapie dell’Oncologia ufficiale, si stanno indirizzando a poco a poco verso quelle dette “Biologiche”, ecco un esempio di debole avvicinamento:
Terapie “biologiche” per il cancro
Le terapie “biologiche” (NdR: una parte di questa terapia puù definirsi biologica, ma è mescolata con farmaci di sintesi, quindi NONbiologici) sono forme di trattamento utilizzate per tentare di neutralizzare l’attività di proteine alterate, prodotte delle cellule tumorali o presenti dal e nel microambiente che le circonda.
La terapia detta “biologica” più frequentemente utilizzata nel tumore polmonare, è rivolta contro il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR), e viene somministrata per via orale (gefitinib, erlotinib).
Negli ultimi anni è stato dimostrato che la presenza di mutazioni attivanti a carico dell’EGFR rende particolarmente sensibile il tumorea tali farmaci detti impropriamente “biologici” che agiscono, cosi dicono gli oncologi, ma non è dimostrato, bloccando l’attivazione del recettore.
Il fatto che diminuiscano i markers nelle analisi consequenziali del sangue, NON significa che le cellule cancerose e non, attigue ad esse, non ne producano più; significa soltanto che diminuiscono le quantità dei markers, in quanto quei farmaci detti impropriamente inibitori, si comportano come i linfociti ed i macrofagi, agglutinando ed accorpando in se stessi i markers, tentando di eliminarli anche e non solo attraverso le vie emuntorie corporali, se esse funzionano regolarmente e non sono inibite, il che può aggravare lo stato della malattia), senza contare che questi farmaci sono inibitori del ciclo dell’ATP cellulare (produzione di elettroni e quindi di energia), la prova e’ che il paziente quando utilizza quei farmaci inibitori delle funzioni metaboliche cellulari, la debolezza generale e’ assicurata !
Inoltre e nessuno lo dice, quando agenti-sostanze tossico-nocivo come i farmaci di sintesi utilizzati, anche e non solo in questa terapia detta impropriamente “biologica”, vaccini compresi, entrano nell’organismo, esso li riconosce immediatamente e la mente ordina alsistema immunitario e di conseguenza attiva il DNA a reagire contro di essi scatenando, immunodepressione o iper eccitazione immunitaria ovvero malattie autoimmuni.
Inoltre queste sostanze tossico-nocive, inibiscono anche le funzioni dei cromosomi (antenne del DNA) specialmente nelle pareti terminali chiamate telomeri diminuendo le loro dimensioni (lunghezze – vedi sopra)
Diversi studi hanno dimostrato che il progressivo accorciamento dei telomeri, ad ogni ciclo replicativo, sia associato all’invecchiamento cellulare (fase di senescenza) e quindi favorisca ed acceleri l’apotosi cellulare.
Tutto ciò compreso l’utilizzo dei farmaci detti impropriamente “inibitori dei markers” impedendo le mitosi cellulari e favorendo le lostress ossidativo e di conseguenza l’alterazione grave del metabolismo, accelerando l’apoptosi, spostano cosi i rapporti fra nuovecellule sane e cellule morte, accelerando quindi il processo di invecchiamento e di morte prematura. del paziente, che di pazienza ne deve avere molta, per tentare di sopravvivere a queste terapie TOSSICO-NOCIVE !
Un altro agente utilizzato in casi selezionati in associazione a chemioterapia contenente platino è il bevacizumab, un anticorpo monoclonale diretto contro il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF).
In certe cliniche od ospedali, sono disponibili metodiche di analisi del DNA tumorale (studio di mutazione del gene EGFR) che consentono di verificare la sensibilità del paziente a tale trattamento.
Questa terapia consiste nella somministrazione di alcune sostanze prodotte dall’organismo stesso, oppure di origine sintetica quindi NON biologiche, per stimolare, orientare o tentare di ripristinare il sistema immunitario dell’organismo a difendersi dalla malattia.
La terapia “biologica” è detta anche terapia con somministrazione di modificatori della risposta biologica (BRM, acronimo per biological response modifier) o immunoterapia.
La terapia si pensa (oncologi ufficiali), possa essere utile per tentare di controllare la malattia di stadio avanzato, oppure che ha già prodotto metastasi (in realta’ altri tumori) in altri organi. In alcuni casi si pensa (oncologi ufficiali) che possa servire a cercare di ridurre le dimensioni del tumore od a tentare di rallentarne la crescita.
Le sostanze più utilizzate per la “terapia biologica” del cancro ad esempio del rene sono l’interferone alfa e l’interleuchina 2.
Molti farmaci detti impropriamente “biologici”, agiscono da modificatori della risposta alterando la risposta dell’ospite alla neoplasia, anche se alcuni di essi sono citotossici (NdR: quindi non biologici). Si tratta di farmaci basati su concetti nuovi, che rappresentano una speranza dell’oncologia ufficiale, nella lotta ai tumori.
Per terapia biologica o immunoterapia si intende dunque ogni terapia basata su componenti del sistema immunitario, il meccanismo di difesa corporeo naturale contro la malattia. È destinato a colpire più specificamente i markers legati alla membrana cellulare delle cellule tumorali e/o quelle circolanti nel sangue, che non la chemioterapia o altri agenti che generalmente tendono a agire sia sui tessuti tumorali che sani, fatto che comunque avviene anche con questa terapia.
Questa terapia, sempre secondo gli oncologi ufficiali, è l’uso di trattamenti che tenterebbero di promuovere o supportare le risorse immunitarie corporee od i componenti del sistema immunitario in modo da tentare di uccidere le cellule tumorali (fatto che non avviene perche’ indimostrato con osservazioni al microscopio – in vitro) o tentare di reprimere la crescita della malattia.
Terapia immunologica
Uno degli scopi principali della terapia immunitaria, è quello di promuovere una risposta immunitaria efficace dell’ospite nei confronti del tumore. Studi negli animali hanno permesso di concludere che il sistema immunitario è in grado di riconoscere ed eliminare in vivo i tumori maligni: il rigetto delle cellule maligne sembra essere mediato principalmente dai linfociti citotossici, comprendenti i linfociti T citotossici e le cellule natural killer (leucociti). Possono inoltre partecipare altre cellule effettrici, tra cui i linfociti T helper, le cellule B e i macrofagi.
Tuttavia la risposta immunitaria antitumorale è difficile da dimostrare nei pazienti affetti da neoplasia e, inoltre, il riconoscimento delle cellule tumorali da parte del sistema immunitario può avvenire senza che si manifesti il rigetto.
L’immunoterapia dei tumori cerca di tentare di evocare una risposta efficace. E stata provata anche la somministrazione di anticorpi monoclonali, di citochine immunomodulatrici, di cellule immunocompetenti autologhe e allogeniche e di pseudo “vaccini” antitumorali.
Gli effetti collaterali più comuni di questa terapia sono:
febbre, mal di testa, nausea e vomito, aumento di peso per ritenzione temporanea di liquidi, abbassamento della pressione sanguigna, eruzione cutanea accompagnata da prurito, perdita dell’appetito e diarrea. Possono essere molto fastidiosi e talvolta seri, ma sono temporanei e scompaiono alla conclusione del trattamento.
Terapia naturale per aumentare velocemente i globuli bianchi, rafforzare il sistema immunitario, che nei malati sono SEMPRE alterati:
– astragalo della EFIT in tintura madre…posologia come da boccetta….
– vitamina C 2gr al giorno, 1 mattina e 1 sera…
– argento colloidale ionico a 40-50ppm, 20ml al giorno (attenzione alle reazioni individuali), meglio usare i Lisozima
– propoli alcolici o analcolici da erboristeria…posologia come da boccetta
…e ricordarsi di eliminare i parassiti che nei cancerosi e non solo in essi, sono SEMPRE presenti e fornire supplementi di minerali evitamine, oltre all’alimentazione crudista !
Si consiglia vivamente anche ai medici, di leggere queste pagine:
Terapia Biologica Metabolica CRAP + Protocollo Terapia Metabolica + Vitamina C per il cancro + Glutatione + Cura metabolica per il Cancro, dott.essa Callari
Una delle cose fondamentali per tentare di guarire da qualsiasi malattia anche e non solo dal cancro, ed eliminare tutti i dentidevitalizzati, cause di infiammazioni ed intossicazioni gravi, nei tessuti del corpo umano a seconda del soggetto:
vedi: Materiali dentali + Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
IMPORTANTE: Nel caso del Cancro e delle malattie degenerative, occorre tenere sotto controllo negli esami del sangue e/o delle urine: i Neutrifili (controllo dei valori del Sistema immunitario valori che devono rimanere nella media) e lo LDH (L-lattato deidrogenasi o LDH, e/o altri specifici isoenzimi) che non devono superare certi quantitativi che se superati, indicano che quel cancro non e’ reversibile.
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
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MARKERS
Termine inglese (indicatori, marcatori) usato in medicina per definire sostanze in grado di svelare la presenza di determinate malattie: in genere si tratta di enzimi, antigeni, anticorpi, la cui produzione aumenta in certe condizioni.
Il termine marker viene utilizzato in biologia per indicare, soprattutto, una molecola che identifica la presenza di un determinatotessuto di certe sostane appunto chiamate markers.
Il marker può essere di ogni natura, ma sostanzialmente è proteico, o comunque polipeptidico, poiché sono le proteine ad esseretradotte dal DNA. Per questo motivo un marker è tale: è una molecola che viene prodotta principalmente da quel tipo di cellula.
Un marker, per essere ideale, dovrebbe essere prodotto esclusivamente dal tessuto in causa, in quantità facilmente dosabili.
Se il marker viene usato come un indice di malattia, dovrebbe essere prodotto solo in presenza di tale malattia. Pochi marker soddisfano tuttavia queste esigenze. Il problema maggiore è dato dai marker delle cellule tumorali: in quanto cellule comunque non del tutto estranee all’organismo, le cellule neoplastiche non traducono per molecole tali da rendere il loro dosaggio accurata metodica.Per tal motivo è utile comparare più dati e vederne le modificazioni nel tempo.
Infatti: I marcatori vengono misurati con metodi immunometrici, cioè la quantità di marcatore presente nel liquido biologico (ad esempio nel sangue) viene misurata con un anticorpo specifico legato ad un sistema di rilevazione (enzimatico, a fluorescenza, ecc). Il legame anticorpo-marcatore determina una reazione la cui intensità è direttamente proporzionale alla quantità del marcatore presente.
L’intensità di reazione viene misurata e confrontata con una curva di calibrazione in cui le concentrazioni del marcatore sono note. Talvolta può succedere che il marcatore presente nel liquido biologico non sia esattamente uguale a quello usato per costruire la curva di calibrazione poiché i marcatori sono molecole complesse, spesso costituiti da famiglie di molecole simili e, quindi, è complesso, se non impossibile, disporre di un marcatore di riferimento (calibratore) esattamente uguale alle sostanze che vogliamo misurare.
La conseguenza di tale, per quanto limitata, approssimazione del sistema di misura è che prodotti commerciali diversi utilizzati per misurare uno stesso marcatore possono produrre risultati in parte diversi.
Comunque i marcatori tumorali sono proteine, ormoni o altre sostanze di scarto cellulare, derivanti e quindi generate (sono cioe’ tossine) dalla forte alterazione del metabolismo delle cellule, presenti nei tessuti del tumore o circolanti nell’organismo e riscontrabili nel sangue, nell’urina o nei tessuti cellulari che presentano un aumento significativo della loro concentrazione, in alcuni tipi dineoplasia e che possono segnalare la presenza di un tumore anche in fase di formazione o di alcune sue caratteristiche dei tessuti degli organi alterati, intossicati, infiammati, cancerosi.
Si tratta infatti di sostanze, che vengono sintetizzate direttamente dalle cellule neoplastiche o da quelle informate per mezzo del loroDNA antenna, della presenza di cellule ormai divenute “cancerogene” (cioe’ con metabolismo alterato sotto stress ossidativo), comunque queste sostanze sono raramente prodotte da altre cellule sane dall’organismo, in risposta allo sviluppo del tumore in altra parte.
Nel 1965 due studiosi americani, isolarono nelle cellule di alcuni tumori del colon una sostanza che si dimostrava correlata alla malattia. Identificata come CEA (Antigene Carcino Embrionale), essa si rivela presente non solo nel tessuto tumorale, ma anche nel sangue dei malati, dove – attraverso un semplice prelievo e mediante test di laboratorio – può essere quantizzata.
Successivamente si scoprì che il CEA viene prodotto, anche se in piccole quantità, anche da tessuti sani e soprattutto che nelle prime fasi della neoplasia i suoi livelli sierici sono molto bassi o normali. Si evidenziò inoltre che si poteva associare ad altre neoplasie (mammella, polmone, apparato urinario, pancreas, stomaco).
Questa constatazione raffreddò gli entusiasmi che avevano accompagnato la scoperta del CEA anche perché successivamente fu rilevato che concentrazioni misurabili del marcatore sono presenti a seguito di malattie non tumorali, come intossicazioni, infiammazioni acute e croniche del fegato, infatti il cancro nasce, cresce e si moltiplica in funzione di queste basi fisiologiche alterate.
Questa considerazione ha fatto capire che la ricerca di alcuni marcatori non sia indicata per la prima diagnosi e per gli screening dei tumori, salvo qualche eccezione.
Si può concludere che il dosaggio dei marcatori assai difficilmente può aiutare il medico a formulare una diagnosi precoce mentre è assai più utile per verificare l’efficacia delle terapie oppure per rivelare con anticipo la presenza di una eventuale ripresa della malattianei pazienti già trattati.
Per questo non basta un solo dosaggio: occorrono esami ripetuti che permettano di confrontare tra loro i valori ottenuti alle diverse scadenze e il loro andamento nel tempo e soprattutto confrontarli contemporaneamente al dato clinico del paziente.
In altre parole l’interpretazione del test non si basa sulla semplice lettura di un dato di laboratorio, ma va inquadrata all’interno del contesto clinico.
La mancanza di informazioni precise e consolidate circa il significato dell’incremento di un marcatore fa sì che in realtà essi vengano frequentemente utilizzate per decisioni cliniche in maniera soggettiva ed a volte arbitraria.
Dati recenti suggeriscono vantaggi in termini di sopravvivenza nei pazienti monitorati con i marcatori che sono stati trattati sulla base dell’incremento degli stessi.
Purtroppo esiste il problema dei falsi positivi, che rappresenta un ostacolo importante ad un possibile trattamento basato solo sui marcatori tumorali quando si utilizzi come criterio decisionale il valore soglia positivo/negativo.
I markers tumorali, per esempio, possono essere presenti nelle sezioni istologiche (ottenute da biopsie) e permettere la diagnosi di certi tipi di tumori; oppure possono circolare nel siero: in questo caso possono essere indicativi della possibilità che sia presente un certo tipo di tumore.
L’utilità maggiore dei markers tumorali, tuttavia, più che diagnostica è prognostica: in linea di massima, infatti, poiché il livello plasmatico dei markers è in funzione dell’attività (estensione o aggressività) del tumore, è possibile – attraverso il loro monitoraggio nel tempo – valutare l’efficienza della terapia eventualmente instaurata e avere indicazioni sulla probabilità di sopravvivenza del paziente.
I markers dell’epatite “virale“, invece, sono antigeni (proteine appartenenti ai virus) o anticorpi (proteine prodotte dall’organismo contro i virus), che permettono di stabilire sia il tipo di virus (A, B o D), sia lo stadio dell’infezione (malattia in corso, guarigione, stato di portatore ecc.).
Questo e’ cio’ che dicono i medici oncologi stessi…
I marcatori tumorali presenti nel sangue sono sostanze, per lo più proteine, che possono essere presenti nell’organismo anche in condizioni diverse dal cancro ma che alcune cellule tumorali producono in quantità molto superiori alla norma. …
Ad oggi non esiste un marcatore unico per tutte le forme di cancro.
“I marcatori tumorali sono sostanze normalmente presenti nel plasma in quantità molto basse in chi non ha un tumore.
Raramente sono completamente assenti. Rilevare la loro presenza è stato l’obiettivo di buona parte della ricerca oncologica da cento anni a questa parte. È molto affascinante l’idea di poter capire in anticipo, da un semplice esame del sangue, se una persona sta sviluppando una neoplasia, se c’è una ripresa della malattia o se non corre alcun pericolo.
Purtroppo, quasi mai i marcatori biologici ci danno questa informazione”.
vedi QUI i principali e cosiddetti Marcatori tumorali: http://www.valorinormali.com/tag/marker-tumorali/
Non sono mai stati designati per fare diagnosi: sottoporre una persona asintomatica che non ha un tumore a una batteria di screening non ha senso. Non solo: se aumenta il numero di test a cui si sottopone la persona, aumenta anche la probabilità che, per effetto del caso, uno di questo test dia un risultato falso positivo.
A quel punto si entra in un tunnel di approfondimenti che non risolveranno il problema: tac, pet, endoscopia. I risultati, nella maggior parte dei casi, riporteranno che non è stata messa in evidenza una malattia neoplastica. Ed eccoci al cuore del problema: un esame strumentale non può dire ‘non c’è alcun tumore’, può solo dire ‘non lo vedo’. Il paziente resterà con il dubbio e il medico non potrà che consigliare di ripetere gli esami, a meno che non si prenda la responsabilità di dirgli di smettere. Ma difficilmente questo accadrà”.
“Già nel 2012, la Società americana di oncologia, l’Asco, aveva pubblicato 5 raccomandazioni per il tumore della mammella:
5 pratiche che dovrebbero essere interrotte. La prima raccomandazione era non effettuare test di sorveglianza come i marcatori tumorali, pet, tac o scintigrafia ossea su ex pazienti asintomatiche a basso rischio di recidiva.
E le nuove linee guida per il follow up dell’Associazione italiana di Oncologia (Aiom) lo ribadiscono: ‘Allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che supporti la prescrizione routinaria dei seguenti esami nel follow-up del carcinoma mammario: esame emocrocitometrico e profilo biochimico, radiografia del torace, scintigrafia ossea, ecografia epatica, marcatori tumorali’. Non significa che non ci interessa riconoscere precocemente una recidiva, ma che questa non è questa la strada. Deve essere il medico oncologo a prescrivere i marcatori, valutando ogni singolo caso, e il risultato deve essere integrato con tutte le altre informazioni, in un percorso complesso di cura o di diagnosi”.
Quando possono essere utili i marcatori per il tumore al seno ?
“I marcatori per il tumore al seno come CEA, CA 15.3, CA 125, CA50 sono abbastanza utili nella paziente metastatica e con una buona risposta alle terapie.
L’appropriatezza degli esami è un tema su cui dobbiamo lavorare molto: prescrivere screening appropriati si traduce in risparmio per il Sistema Sanitario, in maggiore tempo da dedicare alle pazienti e in più tempo-macchina per eseguire gli esami quando sono davvero utili”.
Esistono diversi marker tumorali.
Vengono valutati nella diagnostica oncologica per determinare la presenza del cancro. Un livello elevato di un marcatore tumorale può indicare lo sviluppo di un cancro, anche se possono esistere altre cause d’innalzamento dei loro valori. Altri marker, biomarcatori, consentono di predire la capacità di risposta dei tessuti tumorali alle terapie a bersaglio molecolare.
I markers tumorali possono essere prodotti direttamente da cellule tumorali o non tumorali in risposta alla presenza di un tumore, cioe’ di un’alterazione del metabolismo cellulare, base fisiologica del cancro.
Impiego nello screening oncologico a tappeto
I marker tumorali possono essere impiegati negli estesi programmi di indagini a tappeto sulla popolazione di una data fascia di età, procedura nota come “screening” (visione o schermata), ad esempio misurando nel sangue livelli elevati di antigene specifico prostatico per riscontrare il carcinoma della prostata.
I marker tumorali sono usati anche per monitorare un’eventuale reincidenza di cancro in pazienti sotto terapia medico-chirurgica.
I marker tumorali possono essere classificati in due gruppi:
– markers specifici – per un determinato tipo di cancro
– oppure marker più generici, specifici per un determinato organo o tessuto.
Markers specifici per il cancro
Marker specifici per il cancro sono legati alla presenza di tessuti cancerosi. Dal momento che esiste una grande sovrapposizione tra i vari tipi di tumore ed i marker che questi producono, questi marker “accendono la campanella d’allarme” ma non sono precisi nello stabilire una esatta diagnosi.
Tuttavia possono essere utili nel successivo trattamento “follow up” dei pazienti trattati per descrivere l’evoluzione della malattia, prima che qualsiasi ulteriore massa tumorale (linfonodale, infiltrazione o metastasi: nuovi tumori in altre zone dell’organismo) possa essere riscontrata clinicamente o grazie alle immagini radiologiche.
Esempi di questi marker sono l’antigene carcino-embrionario (CEA), il CA19-9, il CA125 e il gene K-ras.
Antigene Carcino-Embrionario (CEA)
Un esempio di marker specifico di un cancro è il CEA, o antigene carcinoembrionario, che consiste in una proteina del sangue (nello specifico è una glicoproteina di membrana il cui gene appartiene alla superfamiglia delle immunoglobuline), che all’inizio si pensava fosse prodotta soltanto dai tumori del sistema gastroenterico.
Ulteriori investigazioni hanno mostrato che veniva prodotta occasionalmente da qualche caso di cancro al polmone ed alla mammella, provando così che un livello elevato di questa proteina non indica necessariamente un cancro intestinale. Comunque, in pazienti con una storia di cancro intestinale sotto terapia medico-chirurgica, l’elevazione dei livelli di CEA è un segno precoce di reincidenza del cancro addominale. Questo in genere avviene prima che il focolaio tumorale venga localizzato con l’imaging o con l’esame obiettivo, pertanto molti oncologi pongono obiezioni alla volontà del paziente di farsi eseguire dei test ematici per il CEA quando il risultato finale può terrorizzare il paziente e d’altronde non ha molta influenza sul trattamento.
Gene K-ras
Un altro marker specifico, che può essere ricercato in alcune cellule tumorali, per esempio nel tumore del colon-retto o nel carcinoma del polmone non a piccole cellule, è rappresentato dallo stato mutazionale del gene che codifica per la proteina K-ras, il proto-oncogene K-ras (omologo dell’oncogene virale del sarcoma 2 di Kirsten nel ratto). Le mutazioni del gene K-ras in determinati ‘punti caldi’ (principalmente i codoni 12 e 13) comportano l’attivazione costitutiva della proteina K-ras indipendentemente dai segnali dell’EGFR, rendendo virtualmente inefficace un farmaco anti-EGFR. Il test per l’individuazione di questo marker (test K-ras), quindi, può predire la risposta del tumore a una specifica terapia personalizzata, permettendo così di riservarla ai soli pazienti in grado di rispondere efficacemente.
Markers specifici per i tessuti affetti da tumore
I marker specifici per un tessuto sono riferiti a tessuti specifici che vanno incontro a infiammazione oppure allo sviluppo di lesioni espansive, benigne o maligne. In genere, queste sostanze non sono specificamente correlate ai tumori e possono essere presenti, anche a livelli elevati, laddove invece nessun tipo di cancro è presente. A differenza del gruppo precedente, gli elevati livelli di questi marcatori segnalano problemi con un tessuto/organo specifico.
Tra questi, si includono il PSA (Prostate Specific Antigen) che viene prodotto fisiologicamente dalla prostata normale, la beta-HCG – (Gonadotropina corionica umana), la AFP – (Alfa-fetoproteina), la AFP-L3 – (una AFP che reagisce con la lectina) e la Tireoglobulina.
In particolare, il PSA (Prostate Specific Antigen) è un enzima proteico noto come proteasi della serina che usualmente agisce come anticoagulante nella prostata per mantenere gli spermatozoi in un ambiente liquido. In circostanze normali, soltanto piccole quantità di questa proteina tracimano nel torrente circolatorio. Al contrario, nell’ipertrofia prostatica il PSA fuoriesce in quantità maggiore e nel carcinoma prostatico è in genere presente in quantità ancora più elevate. Dunque, se in un paziente si riscontrano elevati livelli di PSA, si deve eseguire una ricerca più approfondita (tramite ecografia e TC) a livello della prostata. Analogamente, in un individuo che mostra livelli elevati di beta-HCG, AFP o AFP-L3, si dovrà ricercare la presenza di lesioni espansive o infiammatorie ai testicoli od al fegato.
I markers tumorali non hanno una valenza “diagnostica” nel senso stretto del termine. Non vorrei annoiarti con ulteriori disquisizioni, ma ti dico semplicemente che se i valori sono bassi, specie in uno stadio iniziale, non è detto che il tumore non ci sia. Al contrario, se dovessero risultare alti, ciò potrebbe essere dovuto ad altra malattia benigna o maligna. Questo vale per tutti i distretti corporei.
Nel caso dei polmoni, alti livelli di CEA possono riscontrarsi in caso di adenocarcinoma del polmone, ma tali livelli possono essere alti anche in altre situazioni, ad esempio nel fumatore di sigaretta. L’NSE può innalzarsi in caso di microcitoma polmonare, CYFRA 21-1 nel tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC).
Markers tumorali: CEA, CA125, CA19-9, CA15-3, TPA
La presenza di un tumore nell’organismo può essere rivelata attraverso il dosaggio di particolari sostanze presenti nel sangue. Nessuna di queste analisi, però, può essere utilizzata come strumento di prevenzione o di screening, ma solo per rafforzare o confermare una diagnosi.
I markers tumorali sono:
– CEA (antigene carcino-embrionario)
– I mucinici, in particolare il CA125, il CA19-9, il CA15-3
– Il TPA (antigene polipeptidico tessutale).
Perché si eseguono
Si tratta di analisi prescritte dal medico (oncologo generalmente) che possono essere utili per diagnosticare se la persona soffre di un tumore (ma si deve tenere presente che non sono analisi che indicano esclusivamente la presenza di un tumore) o per il monitoraggio della malattia, anzi, sono soprattutto utilizzate per questa finalità ed aiutano a valutare se il trattamento è efficace.
Se, infatti, dovessero risultare alterate, è opportuno modificare la cura per combattere la malattia.
In particolare:
CEA (antigene carcino-embrionario) è una proteina che in passato si pensava fosse associata solo alla diagnosi di tumore dell’intestino, oggi, invece, si è scoperto che è associata anche ad altri tipi di tumori come quello della mammella, del polmone, dell’ovaio, dell’utero e del pancreas.
Una sua alterazione, però, può essere causata anche da altre malattie non tumorali come la bronchite cronica, la tubercolosi, la cirrosi epatica, la colite ulcerosa e la pancreatite e anche in alcune persone sane, ma che fumano molto.
Se il risultato è più alto del normale, il medico consiglierà gli approfondimenti del caso per valutare se si tratta di una malattia tumorale o meno (se si tratta di tumore, più il CEA è alto, più il tumore è sviluppato). Se, invece, sono analisi eseguite come monitoraggio di una cura per contrastare un tumore, una sua alterazione indica che i trattamenti non sono efficaci e devono essere modificati.
CA125 è un marcatore del tumore dell’ovaio. Non è precoce e serve, soprattutto, per verificare l’andamento delle cure.
Se il risultato è più alto del normale, il medico consiglierà gli approfondimenti opportuni per valutare se si tratta di un tumore. Se, invece, sono analisi eseguite come monitoraggio di una cura per contrastare un tumore, significa che la persona non risponde ai trattamenti che, quindi, devono essere cambiati.
CA19-9 è legato al tumore all’intestino (e ad altre malattie non tumorali come la pancreatite, la fibrosi cistica, la colite ulcerosa), ma soprattutto è associato al tumore del pancreas. Anche questa analisi non è di tipo precoce.
Se il risultato è più alto del valore normale, il medico si comporterà nello stesso modo di una alterazione del CA 125 o del CA 15-3.
CA 15-3, aumenta nei tumori della mammella.
Se il risultato è più alto del valore normale, il medico si comporterà nello stesso modo di una alterazione del CA 125 o del CA 19-9.
TPA (antigene polipeptidico tessutale) è un marcatore totalmente aspecifico, cioè aumenta in numerose malattie tumorali o infiammatorie ed esprime la velocità del ricambio cellulare (la produzione di cellule), quindi aiuta il medico a valutare quando esiste il rischio che il tumore progredisca velocemente.
Se il risultato è più alto del normale, ma abbastanza vicino al valore di riferimento, indica che il ricambio cellulare è basso, se, invece, il TPA è alto, il ricambio e la produzione è veloce e l’indice è sfavorevole perché significa che si sviluppano delle cellule malate in modo rapido e si diffondono nell’organismo. Per questo all’analisi è sempre associato il CEA, che esprime la presenza di una massa tumorale. Se, infatti, il CEA è molto alto e il TPA basso, significa che la massa tumorale è grossa, ma non si sviluppa in modo veloce, mentre, al contrario, un CEA basso e un TPA alto significa che la massa tumorale è piccola, ma la produzione di cellule è veloce e, quindi, è più preoccupante.
Come si fanno
Si tratta di analisi di laboratorio che consistono in un semplice prelievo di sangue e che richiedono il digiuno per evitare che il cibo interferisca con il risultato. L’assunzione di farmaci non influenza l’esito dell’analisi, fatta eccezione per quelli specifici per la cura dei tumori.
Marcatori tumorali. Quali, quanti, quando ?
Dal punto di vista dei cittadini e dei pazienti uno dei principali problemi nel campo dei marcatori è la comunicazione delle informazioni.
La ricerca di base in questo settore è particolarmente vivace e porta frequentemente a risultati che sembrano molto “promettenti”, ma il percorso di validazione e di collaudo è purtroppo molto lungo e laborioso.
Per far capire la dimensione del problema possiamo dire che per ogni 100 nuove molecole identificate dai ricercatori come potenzialmente utili, solo 2 vengono utilizzate nella pratica clinica.
Nonostante questa problematica sia ben conosciuta, si assiste spesso a comportamenti comunicativi imprudenti, sia da parte media della carta stampata e della televisione sia, a volte, anche da parte di componenti della comunità scientifica e del medici oncologi.
La comunicazione dei risultati della ricerca è frequentemente ottimistica, a volte trionfalistica e quasi mai bilanciata da studi di conferma.
Si riportano (qui sotto) alcuni titoli comparsi su importanti giornali, che rappresentano solo un limitato esempio di quanto giornalmente tutti possono leggere sui quotidiani o ascoltare dagli schermi televisivi.
– «Cancro scoperto meccanismo che dà l’avvio alla metastasi» – Corriere della Sera, 26 ottobre 2006.
– «Cancro del polmone. Nuovo test salva vita» – La Repubblica, 1 marzo 2005;
– «Ecco il kit per scoprire i tumori. Rivoluzione nella diagnosi precoce» – La Repubblica 21 ottobre 2003;
– «USA svolta nella ricerca contro il cancro. Scoperto il gene che provoca metastasi» – Corriere della Sera, 4 agosto 2000;
– «Test della saliva per scoprire il cancro. Così si potranno evitare le biopsia (tra sei mesi kit in commercio)» – Corriere della Sera, 17 marzo 2000.
In realtà, nessuno dei “test salva vita” annunciati, sembra aver finora portato al beneficio clinico sperato, ma è facile immaginare l’impatto emotivo che tale modalità di comunicazione ha sui pazienti affetti da tumore e sulle persone ad essi vicine.
I marcatori oggi sono strettamente associati alle nuove terapie antitumorali e, per numerose ragioni, non sempre scientifiche, il trionfalismo comunicativo tende a prevalere.
Inoltre le grandi attese, conseguenti al fatto che il cancro è ancora percepito come una malattia poco curabile, sono la base per una altissima emotività alle notizie sui risultati della ricerca in questo specifico settore. Per tale ragione è importante raccomandare di verificare sempre con il proprio curante qualsiasi notizia proveniente dai mass-media, per quanto autorevole possa apparire la fonte.
Cosa deve sapere il Paziente:
Come è ben indicato dalle linee guida per i pazienti dall’Associazione Americana di Oncologia Clinica (ASCO), la/il paziente ha diritto di fare al medico domande specifiche sul marcatore.
Queste linee guida raccomandano di fare domande precise sul metodo usato
– Che metodo è stato usato per misurare il marcatore ?
facendo ben capire quanto sia oggi considerato importante verificare l’affidabilità dei metodi utilizzati per la determinazione del marcatore
– Il laboratorio è certificato ed opera in accordo con le linee guida per la determinazione del marcatore ?.
La persona che necessita oggi di tali test deve sapere che il risultato di un esame può essere privo di significato se non è accompagnato dalla precisa definizione dei metodi utilizzati e delle specifiche di qualità seguite dal laboratorio.
Il paziente deve anche essere informato che qualora si rendano disponibili nuovi biomarcatori necessari per la somministrazione di nuovi agenti antitumorali, può accedere, tramite richiesta del proprio medico o dello specialista, al materiale biologico (vetrini, frammenti tissutali paraffina, eccetera) che è stato prelevato al momento dell’intervento chirurgico per il tumore primitivo e che obbligatoriamente deve essere conservato per un tempo indefinito.
IMPORTANTE: rileggersi per premesse e la spiegazione di come funziona questa terapia detta impropriamente “biologica”, ben spiegate nel precedente paragrafo in questa pagina, titolato:
Le nuove terapie dell’Oncologia ufficiale, si stanno indirizzando a poco a poco verso quelle dette “Biologiche”, ecco un ‘esempio:
CONCLUSIONE:
Purtroppo l’enfasi e l’accettazione incondizionata e NON verificata personalmente da parte degli operatori sanitari, degli studi “pilotati” da Big Pharma, anche quelli sui farmaci inibitori dei marcatori, da parte degli Oncologi della medicina ufficiale, ha fatto si che la chemio terapia e/o le più recenti terapie dette ancora impropriamente “biologiche”, utilizzate sui cancerosi, in quanto non tengono assolutamente conto che non è che inibendo od eliminando dall’organismo i markers, il tumore scompaia o si riduca, anche se con i controllo successivi a quelle terapie indicano che i markers sono diminuiti e/o scomparsi, perché alla base della produzione di questi markers, vi è l’alterazione del “metabolismo cellulare” e quindi non lavorando su quest’ultimo, ma inibendo od eliminando solo i markers, con dei farmaci mirati di sintesi chimica (a chiralità opposte a quelle richieste dalla natura, quindi comunque tossici), ci si illude di aver ridotto e/o “sconfitto” il cancro, perché di fatto, non è stata eliminata oltre a quella Spirituale, la Causa fisiologica:
il metabolismo cellulare rallentato e quindi alterato e siccome le cellule dei tessuti alterati, continuano a riprodurre queste sostanze chiamate markers, malgrado l’eliminazione o la riduzione dal sangue, con i farmaci di sintesi utilizzati contro questi markers, (esempio: lo Herceptin – vedi HE), il cancro comunque avanza e si propaga in altre zone del corpo e l’illusione della “guarigione” delude il paziente che va verso una morte più o meno veloce, e l’oncologo che fallisce nella sua impresa di salvare il malato.
Tutto ciò avviene perché i Protocolli standard del Ministero della “Salute” inviati agli ospedali, sono preparati da ricercatori NON indipendenti dalle case farmaceutiche e gli oncologi si “fidano” ciecamente di questi Protocolli, senza riflettere sui loro continui fallimenti !
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
(HE):
Lo Herceptin (trastuzumab) oltre ad essere cardiotossico, NON deve essere utilizzato nelle pazienti ipersensibili (allergiche) a trastuzumab o a uno qualsiasi degli eccipienti e nelle pazienti affette da gravi problemi di respirazione quando sono a riposo dovuti al tumore o ancora alle pazienti che necessitano di ossigenoterapia.
Questo farmaco di sintesi chimica viene impiegato specialmente nel Tumore al seno; questi sono i rischi e benefici del trastuzumab
Nuove luci (e qualche ombra) sull’uso del trastuzumab nella cura del tumore al seno vengono dallo studio condotto da un gruppo di ricercatori delle Università di Milano e Modena, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, pubblicato il 18 aprile sulla Cochrane Library.
Il tumore al seno è uno dei più frequenti tumori femminili e all’interno di un’ampia casistica sono stati classificati come HER2 positivi e negativi quelli in cui le cellule tumorali possono produrre rispettivamente un’elevata quantità o meno di una proteina chiamata recettore per il fattore di crescita epiteliale.
Lo studio ha dimostrato che la somministrazione di trastuzumab insieme alla terapia chemioterapica standard alle pazienti con tumore HER2 positivo se riduce il rischio di recidive, aumentando quindi le probabilità di sopravvivenza, provoca comunque tossicità cardiaca e problemi al cuore.
I ricercatori hanno valutato tutti gli studi clinici randomizzati disponibili, identificandone 8 per un totale di 11,991 donne con tumore al seno HER2 positivo operabile e non metastatico.
Le donne sono state poi divise in modo casuale in due gruppi, suddivisi sulla base della somministrazione o meno del trastuzumab insieme alla chemioterapia standard e monitorate per 3 anni.
I risultati hanno dimostrato che nelle pazienti con terapia aggiuntiva di trastuzumab, la mortalità si è ridotta di un terzo, ma il rischio di tossicità cardiaca è contemporaneamente aumentato di circa 5 volte rispetto alle donne trattate con terapia standard.
“Questo significa – afferma Lorenzo Moja, nostro ricercatore al dipartimento di Sanità pubblica e tra gli autori dello studio – che per ogni mille donne con tumore al seno HER2 positivo che ricevono la terapia standard (senza trastuzumab) 900 di loro saranno ancora in vita dopo 3 anni; su mille che invece ricevono il trastuzumab in aggiunta alla terapia standard, 933 sopravvivranno”.
Il rischio più serio resta quindi la grave tossicità cardiaca (scompenso cardiocircolatorio) del trastuzumab, visto che lo studio ha rilevato come effetto collaterale di quest’ultimo 21 casi in più di scompensi cardiocircolatori nel gruppo con terapia aggiuntiva di trastuzumab rispetto a quello con terapia standard.
“Complessivamente – conclude Roberto D’Amico, ricercatore presso il dipartimento di Oncologia dell’Università di Modena, altro partner della ricerca – il trattamento con il farmaco trastuzumab apporta più vantaggi che danni alle donne in cui è alta la possibilità di recidiva del tumore e che non sono a rischio di malattie cardiache.
Il bilancio tra rischi e benefici è però meno chiaro e deve essere valutato con cautela per le donne che hanno bassa probabilità di recidiva della malattia, per esempio in quelle che hanno tumori di dimensioni molto piccole, e per le donne che non hanno una situazione cardiovascolare ottimale e quindi sono a maggiore rischio di complicazioni cardiologiche.
L’oncologo deve condividere con la paziente se iniziare o meno la terapia con trastuzumab, dopo aver attentamente considerato i rischi e i benefici”.
Lo studio è stato condotto con il finanziamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Per informazioni: Università degli Studi di Milano -Dipartimento di Sanità pubblica, Microbiologia, Virologia
Dott. Lorenzo Moja – Tel. 02 503 15097 – E-mail: lorenzo.moja@unimi.it
Commento NdR: Sarebbe interessante sapere e trovare gli studi di verifica della funzione di questo farmaco sulle cellule tumorali, pero’ con osservazione al microscopio elettronico, almeno in vitro, per verificare se, come alcuni oncologi affermano, che questo farmaco distruggerebbe oltre ai markers specifici, anche le cellule cancerose che producono quei markers…
Nella mia ricerca nel Web NON sono riuscito a trovare quelle ricerche !, se qualcuno e’ in grado di fornircele, provvederemo a pubblicarle in questa pagina in modo gratuito, come concessoci dall’editore del sito.
Quali sono i rischi associati a Herceptin ?
Herceptin può provocare cardiotossicità (danni al cuore), compresa insufficienza cardiaca. Bisogna stare attenti se il medicinale è somministrato a pazienti cardiopatiche; durante il trattamento il cuore di tutti le pazienti deve essere monitorato. Gli effetti indesiderati più comuni con Herceptin (osservati in più di 1 paziente su 10) sono dolore addominale, astenia (debolezza), dolore al torace, febbre, cefalea, dolore, diarrea, nausea, vomito, artralgia (dolore articolare), mialgia (dolore muscolare) ed eruzioni cutanee. Per la lista completa degli effetti indesiderati rilevati con Herceptin si rimanda al foglio illustrativo.
Herceptin non deve essere utilizzato nelle pazienti ipersensibili (allergiche) a Trastuzumab od a uno qualsiasi degli eccipienti e nelle pazienti affette da gravi problemi di respirazione quando sono a riposo dovuti al tumore o ancora alle pazienti chenecessitano di ossigenoterapia.
Perché è stato approvato Herceptin ?
Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) ha deciso che i benefici di Herceptin sono superiori ai rischi nel trattamento delle pazienti affette da tumore al seno metastatico che produce HER2 in quantità superiore al normale e nelle pazienti affette da tumore al seno in fase iniziale HER2-positivo. Il comitato ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio per Herceptin.
Quali sono le misure prese per garantire l’uso sicuro di Herceptin ?
La ditta produttrice di Herceptin condurrà ulteriori studi sulla cardiotossicità, anche in riferimento alla guida fornita ai medici ed alle metodologie per individuare le pazienti a rischio di problemi cardiaci al fine di garantire che siano sottoposti ad attento monitoraggio.
In questa Minichemio, chiamata impropriamente “terapia biologica”, assieme allo Herceptin viene somministrato anche un farmaco di sintesi chiamato Taxolo o Taxol; secondo le indicazioni del produttore esso dovrebbe inibire la mitosi cellulare (duplicazione cellulare), ma checché ne dicano gli oncologi ufficiali, esso non e’ in grado di selezionare le cellule dette “tumorali” da quelle sane e quindi impedisce anche a queste ultime di riprodursi, cosa alquanto antibiologica perche le malattie degenerative abbisognano di riprodurre sempre più le cellule sane rispetto a quelle tumorali (intossicate e sotto stress ossidativo quindi con metabolismo molto alterato), accelerando l’apoptosi cellulare anche di quelle sane, e quindi arricchendo di tossine ed indebolendo l’organismo; ecco perché questo farmaco è tossico-nocivo anch’esso.
E’ utilizzato per trattare pazienti con carcinoma del polmone, dell’ovaio, della mammella, della regione testa-collo e delle forme avanzate del sarcoma di Kaposi, ma non determina nessun miglioramento anzi, e’ stato accertato in numerose cliniche, che il cancro avanza comunque più velocemente.
Effetti collaterali vedi sul Bugiardino, la lunga e pericolosa lista !
ELENCO di varie Terapie Naturali per tutti sintomi degenerativi, chiamati impropriamente “malattie” dai medici impreparati dellamedicina allopatica imperante, nel mondo intero.
Consigli per non ammalarsi: http://www.drpierpaoli.com/ITA/Istruzioni-92d69d00
RICORDO che uno dei Princìpi più importanti, della Medicina Naturale e’ questo:
“Cio’ che NON si Esprime si Imprime” sull’organismo, per mezzo degli errori Spirituali = Conflitti irrisolti (trasgressioni consce od inconsce alle Leggi del Vivente) – e per caduta, quelli della nutrizione e malfunzione cellulare dello Stress Ossidativo cellulare(sui tessuti degli organi bersaglio dell’archetipo conflittuale), e di quello derivante anche dagli errori alimentari, – vedi Crudismo – e/o con l’utilizzo di farmaci (di sintesi) ma e soprattutto dei Vaccini, i quali null’altro sono sostanze/frequenze/vibrazioni tossico-nocive che determinano malfunzioni del fluire o meno e soprattutto dell’informazione all’interno del sistema del corpo Vivente (Psicosoma).
Ecco qui descritto in sintesi, lo “ABC” della BioElettronica (elettronica del Vivente); essa determina, qualifica e quantifica, identificando con apposite apparecchiature bioelettroniche, i parametri elettronici dei liquidi extra cellulari e/o intracellulari – questi parametri elettronici del Vivente sono le Basi fisiologiche, dalle quali per “caduta”, si eseguono e comandano sempre azioni e reazioni, biochimiche e non solo, all’interno di essi e quindi anche sulla membrana cellulare, nelle cellule stesse…che possono, se intossicate, ad esempio, addivenire in uno stato di stress ossidativo, cioe’ all’alterazione-malfunzione del metabolismo cellulare e quindi quello neitessuti (la Matrice) ove esse risiedono, tessuti che si infiammano, generando malfunzione negli organi corrispondenti a quei tessuti, determinando nei fatti la malattia, mentre e si mantengono con stili di vita adeguati (etica, coerenza ecc, lungo la via-legge dell’Amore, la comunione, la compassione, l’aiuto, quindi una vita con stress ridotto al minimo, alimentazione crudista appropriata, le giuste funzioni della perfetta Salute si manifestano a qualsiasi livello, perché mantengono e/o riportano al giusto pH = leggermente alcalino, modo nel quale gli umani funzionano e debbono vivere per rimanere SANI.
Mentre l’Odio, il rancore-risentimento, la violenza, sono matrici di pH ACIDO, quindi generano l’acidosi metabolica, fautrice di qualsiasi malattia, fino al cancro.
Quindi, nei fatti: l’unica e vera Cura che può guarire il cancro, se l’organismo reagisce e/o non eèstato rovinato dalle terapie ufficiali (chemio e radio), è la Terapia della rimozione dei Conflitti Spirituali irrisolti (cause primarie del cancro e non solo…) equella fisica, fisiologica METABOLICA, QUI ben illustrate a base del crudismo alimentare + Vitamina C per il cancro +Glutatione in vena.
La cura metabolica consiste in sintesi; utilizzare le sinergie fra: Cistina, Acetilcisteina, Cisteina, Glutatione (Glutatione – 2) e Vitamina C (Vitamina C – 2)
In sintesi ecco di come e cosa si tratta
– Protocollo generico DISINTOSSICANTE, NUTRIENTE, CRUDISTA ecc.:
Per Pazienti in trattamento chemio, radioterapico e/o farmacologico, per Cancro od altra malattia degenerativa
Questo Protocollo da sottoporre comunque al medico curante, sempre che sia aperto anche alle Medicine Complementari.
Esso è già utilizzato da ben 15 anni da diversi medici anche italiani e da strutture ospedaliere pubbliche e private in vari paesi del mondo; alcuni oncologi la utilizzano in contemporanea con la chemio, con discreti risultati.
Questa è una terapia disintossicante e riordinante dello stress ossidativo cellulare, base di OGNI tipo di malattia !
IMPORTANTE:
Tenere presente che comunque questa terapia per infusione venosa, avviene con dei farmaci di sintesi e quindi anch’essa può avere delle controindicazioni, che possono essere più o meno importanti a seconda del soggetto, per cui si consiglia di attuare prima e/o contemporaneamente e successivamente un’alimentazione Crudista al 100 % con cibi frullati e/o centrifugati ed attuare il riordinomineral–vitaminico + enzimi e flora batterica che in tutti i malati è alterato più meno in modo importante.
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche ( Vitamina C per il cancro + Glutatione) – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale difermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
Leggere bene e con attenzione, il primo articolo in questa pagina, sulla Nutriterapia naturale.
vedi anche: BioElettronica + Metabolismo + Terapia Metabolica (mineral-vitaminica, Vitamina C per il cancro e Glutatione in vena) + Protocollo della Salute
Il Cancro quindi nasce, in sintesi e secondo la Medicina naturale, perché l’organismo del canceroso è intossicato, e lamicrocircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzione cellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismo alterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamente infiammazione nei tessuti, stress ossidativo cellulare e per cadutaimmunodepressione, e parallelamente, alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione della flora batterica,pH digestivo non regolare (e quindi l’organismo è mancante di minerali e vitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassiti, batteri e funghi (candida) i quali producono anche tossine ed ulteriori infiammazioni:Ma tutto ciò è “gestito” come Causa primordiale dai Conflitti Spirituali (consci ed inconsci) e dall’intenso stress del vissuto.
Il Cancro quindi è una malattia MULTIFATTORIALE, e come tale va affrontato tenendo presente che: al di là delle varie forme che assume, il tumore è uno, e la sua frammentazione in tanti specifici tumori differenti non fa che oscurare il fondamento sottostante tutti i tumori (maligni e non), e che hanno a che fare con lo squilibrio dell’individuo nella sua interezza di psiche (Conflitti Spirituali irrisoltiche creano il loro corpo di dolore) ed energia metabolico /immunitaria con ripristino della funzionalta’ della ghiandola Pineale per mezzo della melatonina specializzata (+ Vitamina C per il cancro + Glutatione in vena) e con le tecniche BioElettroniche direinformatizzazione dei sistemi alterati ed a qualsiasi livello, dai geni, DNA, molecole, cellule, tessuti, organi ed i vari sistemi od apparati.
Disbiosi microbica cronica è associata con il cancro al seno umano
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3885448/
Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso, lo ripetiamo, DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’ammalamento.
Cioè devono lavorare per disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare: il pH digestivo, enormalizzare le digestioni + il malassorbimento sempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare il sistema immunitario SEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali (quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sul metabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quello tissutale, sempre presenti in qualsiasimalattia e specie nel cancro, per i danni alla microcircolazione indotti dalle intossicazioni ed infiammazioni più o meno intense.
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema – l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi, specie i lisozimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
L’Acidosi + Acidosi -1 è la base fisiologica del Cancro (da leggere assolutamente) + Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne è la Causa primaria
Cancro = Combattere l’acidità per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
Alimentazione assolutamente Crudista per riottenere un pH fisiologico alcalino + Vitamina C per il cancro + Glutatione in vena.
UNA SCOPERTA PRIVATA PALERMITANA del 1992/1998 – UNO SCREENING PER LA VITA – By G. Puccio, ricercatore.
Prima che avvenga una patologia degenerativa l’organismo va in un status chiamato stress ossidativo Riteniamo che in una fase iniziale si formi un acido chiamato tiodiglicolico.
Ricercare e titolare questo acido, ci permetterà di intervenire ed evitare che l’organismo vada in stress ossidativo e quindi in una patologia degenerativa come il cancro od altre malattie degenerative.
Quindi:
Difendi la tua vita e quella dei tuoi cari, basta poco.
E ‘ confermato che il test dell’acido tiodiglicolico nelle urine si può eseguire dal giorno 15 settembre a Palermo presso il Policlinico di Palermo dell’Università degli Studi: 091.6553167 al costo di € 40
(L’acido tiodiglicolico è un prodotto fisiologico del metabolismo umano. Un innalzamento dei livelli urinari di tale metabolita sono un indice dello squilibrio dell’attività ossido-riduduttiva della cellula (stress ossidativo).
L’acido tiodiglicolico si forma da diversi pathway metabolici: ad esempio è coinvolto nel pathway ossidativo della creatina che coinvolge le vitamine B2, B6, il tetraidrofolato, il glutatione e l’urea).
Abstract : http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23280980
Blog tedesco: http://pucciogiovanni.wordpress.com/
Conferma dell’Università Pensylvania: http://www.newsfood.com/q/50e1d6f6/antiossidanti-una-valida-terapia-contro-il-cancro/
Non è un test di condanna a morte, ma un test preventivo, una prevenzione per monitorare tutto il sistema antiossidante.
Questo permetterà di evitare che l’organismo possa andare in stress ossidativo e quindi in patologia degenerativa.
E’ consigliato principalmente a tutte le persone anziane, e prima di fare qualsiasi Vaccino !
A tutte le persone che hanno problemi cardiaci e problemi all’apparato digerente. Tutte le persone che hanno vissuto e vivono in ambienti inquinati.
Se l’esame risulta positivo (presenza della molecola) il dato va trasmesso per ora alla Associazione per la ricerca scientifica “emmanuele”: e-mail emmanuele.ars@hotmail.it che gratuitamente ti indicherà una terapia integrante per eliminare la causa.
In tutti i casi riusciamo sempre a tirare fuori la gente da questa situazione.
Perchè Palermo soltanto ? perché vi sono resistenze da parte degli enti ufficiali, affinché non si cambino gli attuali protocolli delMinistero della “sanità “, che è legato a filo doppio con Big Pharma…, vedi Corruzione
Questa mia scoperta e del 1998 (relazione scientifica firmata da tanti scienziati e da direttori di compartimento dell’Università di Palermo) osteggiata da tutti per i motivi che potete immaginare. Ci vorrà molto tempo per divulgarla e farla applicare ovunque.
Per la ricerca dell’acido tiodiglicolico:
L’ESAME e’ ESEGUIBILE, al MOMENTO, SOLTANTO al POLICLINICO di PALERMO (I)
Facoltà di Medicina e Chirurgia – CQRC – Controllo Qualità e Rischio Chimico AOUP, dr. Paolo Giaccone – Via del Vespro 133 – 90127 PALERMO Tel 091/6553167.
IMPORTANTE: PRIMA di EFFETTUARE l’ESAME, la SERA PRIMA BERE un BICCHIERE di ACQUA CON un CUCCHIAINO di ZUCCHERO (ESCLUSI CHI PORTA UN TASSO GLICEMICO ALTO).
Questa in questa pagina è la Nutriterapia Biologica Metabolica x il Cancro e non solo, oltre a queste altre:
Terapia Biologica Metabolica CRAP + Terapia Metabolica (mineral-vitaminica) + Vitamina C per il cancro + Glutatione in vena + Perossido di Idrogeno in endovena + Protocollo Terapia Metabolica + Cura metabolica per il Cancro
Questa terapia (CRAP) è sicuramente sostitutiva alla Chemio e Radio, ma può essere di supporto ad esse sia contemporaneamente, sia successivamente, ovviamente con risultati che variano da soggetto a soggetto e da quando rispetto al cancro del malato, viene applicata.
Alimentazione assolutamente Crudista (vegana) per riottenere un pH fisiologico leggermente alcalino > 7pH
Documenti provanti l’indispensabilità delle Vitamine, della Frutta e verdura, oltre ai sali minerali, anche e non solo per i cancerosi:
Doc.1 + Doc.2 + Doc.3 + Doc.4 + Doc.5 + Doc.6 + Doc.7 + Doc.8 + Doc.9 + Doc.10 + Doc.11 + Doc.12 + Doc.13 + Doc.14 + Doc.15 + Doc.16 + Doc.17 + Doc.18 + Doc.19 + Doc.20 + Doc.21 + Doc.22 + Doc.23 + Doc.24 + Doc.61
Guarisce dal Cancro con la dieta Vegana utilizzata per 1 anno
http://informatitalia.blogspot.it/2014/12/guarisce-da-tumore-esteso-e-metastasi.html
CANNABIS DISTRUGGE CANCRO – 18/03/2014
All’Università Complutense di Madrid, in Spagna, la dottoressa Christina Sanchez sta studiando, da oltre un decennio, gli effetti antitumorali del THC, il principale componente psicoattivo della cannabis.
In un video spiega esattamente come il THC uccida del tutto le cellule tumorali, senza alcun effetto negativo per le cellule sane.
La Seria RICERCA sul CANCRO (ostacolata dall’Oncologia ufficiale)
– vedi anche: Ascorbato di Potassio + Artemisia + Vitamina C per il cancro e Glutatione in vena.
Commento NdR: anche se rispettiamo ed indichiamo in questo portale, tutte le possibili terapie naturali per ogni malattia, anche perche’ le reazioni ad ogni tipo di terapia sono diverse da soggetto a soggetto, vogliamo ricordare che anche il cancro come qualsiasi altro sintomo chiamato impropriamente come malattia nasce in “luoghi” ben precisi e quindi ogni malattia ha le sue Cause, con Cause secondarie e terziarie.
vedi: Utilizzo della BioElettronica per qualsiasi sintomo che i medici impreparati della medicina ufficiale chiamano impropriamente “malattie“, per il ripristino della funzionalita’ dei neurotrasmettitori + Protocollo della Salute + Cancro e Medicina Naturale + Lo PSICHIATRA, la PSICOLOGA, il MEDICO ed il CANCRO + SISTEMA ONTOGENETICO dei MICROBI+ Vari terreni + Nozione di Terreno + Terreno Oncologico + Semeiotica Biofisica + BioFISICA MEDICA + BioINFORMATICA
Un amico medico, dott. Giorgio Ciacci (PA), ci segnala che:
I Banerji hanno messo a punto dei protocolli per ogni tipo di tumore (cancri), hanno una casistica immensa in India, con risultati buoni. Io li ho studiati e li applico da qualche anno e sono contento e disponibile ad un confronto di dati ed a mettere a disposizione la mia esperienza
Seguo e faccio applicare il protocollo Pantellini e faccio assumere melatonina ad alte dosi. Oltre a vitamina D e K 2 quella non di sintesi chimica.
Facciamo presente che la melatonina, è contenuta anche nell’urina… – vedi: Urino terapia !
Ricordate che in ogni tipo di tumore occorre nutrire anche la pineale con la melatonina specializzata.
Oltre a lavorare sul corpo con la BIOELETTRONICA oltre che sulle emozioni vissute, soprattutto di dolore, memorizzate del passato (engrams) e che sono le cause della manifestazione del “corpo di dolore“.
Il corpo di dolore, cioè il povero “cristo” crocifisso nel dolore, viene a formarsi NON risolvendo i Conflitti Spirituali, ed a prendere la “guida” del corpo, per mezzo della mente dolorosa chiusa su se stessa senza speranza, e simbolicamente fa percorrere la via dolorosa con la croce sulle spalle del soggetto ….
Ma siccome il corpo chiede alla mente del soggetto, di stare bene, per svolgere il suo compito di avere l’energia sufficiente per manteneresi in vita sana e quindi poter svolgere il compito che gli e’ stato assegnato dal progetto Vita, è comunque OBBLIGO da parte del soggetto (la sua mente razionale) di fare tutto ciò che è possibile imparare e per mantenerlo in piena e Perfetta Salute, anche per essere di esempio ed aiuto agli altri !!
Il Progetto di Vita, cioè lo scopo della vita terrestre di ognuno di noi, è inscritto nell’inconscio e quindi anche nel DNA alle volte prevede la morte prematura del corpo, progetto che l’essere ha scelto di vivere già prima di incarnarsi, in quanto ha visionato e scelto il “film” della sua futura re-incarnazione accettandolo. Quindi qui deve eseguire ed accettare ciò che lui ha già scelto per se stesso e quindi per la propria evoluzione spirituale !
Perché vi sono vari tipi e localizzazione dei tumori (cancri) ?
Il dott. Hamer ci spiega a grandi linee, con le sue ricerche, i significati causali PsicoEmozionali del perché e del perche nel dove, ompare la malattia degenerativa.
Il mio personale commento a questa ricerca è che, Non sarei così determinato nel conferire con assoluta precisione, come fanno gli Hameriani, al perché od al dove, nasce il relativo corpo del dolore, la massa (liquido o solido) od il vuoto (il buco), del problema emozionale, perché la complessità del sistema di controllo della mente conscia (che risiede nella testa) ed inconscia (che risiede nel sistema nervoso enterico, della pancia), da parte della ghiandola Pineale, è molto più complesso di quanto persino gli Hamerianiaffermano, in quanto non si sono neppure essi ricordati del principale ruolo di quella ghiandola nella vita dell’Essere.
Quella ghiandola, quando gli manca la melatonina specializzata, diviene malfunzionante e va piano piano verso la cristallizzazione, perde liquidi e quindi anche la melanina che agisce come una “pila a combustibile“, apportatrice, per mezzo della Luce, di ossigeno, di idrogeno e di elettroni, quindi non controlla più come si deve il corpo ….
La Pineale esegue, per mezzo degli atomi esistenti del DNA, che è presente in tutte le cellule dei suoi tessuti, d’altra parte il Progetto di vita dell’Essere, che ha creato e preso possesso di quel corpo, dalla nascita alla morte e lo esegue in funzione dell’input ricevutodall’Io Sono che ha preso forma con il suo corpo PsicoBioelettronico di plasma e che ha creato il proprio corpo fisico di materia densa, con relativa sua mente per apparire sulla Terra e svolgere la vita, il “film” che ha scelto di vivere per la propria evoluzione spirituale.
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CANCER AS A METABOLIC DISEASE – Il Cancro è una malattia metabolica
La chiave per comprendere questa lezione è conoscere le proprietà del tessuto cerebrale e ciò che lo contraddistingue.
L’encefalo presenta una struttura anatomica molto complessa ed è materia di studio per le neuroscienze, ma a me interessa sottolineare che la fonte principale di energia di questo complesso organo è il GLUCOSIO ed in sua mancanza o carenza, i CORPI CHETONICI… inoltre il tessuto cerebrale ed il resto del corpo sono separati da una barriera tra le più selettive del nostro corpo: la Barriera EMATO-ENCEFALICA (Blood Brain Barrier, o BBB).
La BBB è un muro impenetrabile se non per poche molecole (ossigeno, anidride carbonica, glucosio, ecc.) e garantisce un ambiente altamente controllato per il tessuto cerebrale…
Se vi sono alterazioni della BBB, possono esserci malattie serie: BBB phatophysiology
Una spiccata caratteristica dei tumori cerebrali è di essere ipercaptanti glucosio, infatti grazie alle tecniche PET e all’uso del Fluorodesossiglucosio (FDG) è possibile visualizzare le lesioni neoplastiche e capire come agire sul problema, sempre SE è possibile agire; una lesione che si sviluppa all’interno dell’encefalo è complicatissima da operare, mentre una localizzata contro il cranio è già forse più eradicabile…
In realtà tutto il tessuto cerebrale è dipendente da glucosio, ma in maniera molto meno spiccata dei tumori ipercaptanti…
E allora cosa succede se attraverso la dieta minimizziamo l’introito di zuccheri ? Ovvero seguiamo un regime a restrizione calorica e chetogenico ?
Per regime a restrizione calorica intendo una dieta dove il soggetto assume tutti gli i macro e microalimenti necessari, quindi è ben nutrito, però le calorie totali assunte sono diminuite rispetto ad una dieta normale.
Se ad esempio una dieta normale per un uomo è costituita da 2’500 Kcal, un regime di restrizione potrebbe essere a 1’500 Kcal…comunque tutto poi dipende tutto da quanto e come mangiava prima il paziente.
Ritornando al discorso principale se “affamo” l’encefalo per prima cosa il fegato darà fondo alle sue riserve di glicogeno fino ad esaurirlo e poi cambierà linea di azione iniziando ad inviare in tutto il corpo i corpi chetonici, o ketone bodies (KB); l’obbiettivo è sempre di fornire un flusso costante di nutrienti all’encefalo;
A partire dall’alto vediamo l’acetone, l’acido acetoacetico ed infine l’acido beta-idrossibutirrico;
L’acetone risulta poco importante per questo discorso, comunque anche lui è un KB e va citato;
Appena i KB arrivano all’encefalo “affamato” passano la BBB e vengono usati come fonte di energia, oltre che mattone per la sintesi di acidi grassi; ovviamente ci sarà sempre una certa quantità di glucosio in circolo (data dalla gluconeogenesi epatica), ma ricoprirà unapercentuale (%) ridotta rispetto ai KB durante una dieta ipoglicemica.
E qui arriva il bello, perché i tumori ipercaptanti glucosio sono talmente incasinati dal punto di vista metabolico (hanno i mitocondri praticamente distrutti) che NON riescono ad utilizzare i KB e sono comunque costretti ad utilizzare glucosio, ma questo non c’è, o comunque è molto poco e quindi sono costretti a digerire le proteine, ovvero si autodigeriscono e hanno un altro problema ovvero continuare a fornire alle pompe ATP dipendenti l’energia necessaria per funzionare e non far scoppiare la cellula… infatti alla fine muiono…
Abbiamo ottenuto la morte mirata delle cellule tumorali senza usare la famigerata chemioterapia oncologica, né la radioterapia…
Tutto questo a costo “zero” tra l’altro…
Il Dr Seyfried ha scritto un libro dove parla essenzialmente delle sue scoperte in campo oncologico:
Cancer As A metabolic Disease…
Una recensione interessante, si trova sulla terza sulla pagina di Amazon… :
Citazione:
Sono un oncologo medico certificato dal consiglio direttivo con 30 anni di esperienza nella cura dei pazienti affetti da cancro e altri 20 anni di ricerca nel campo della medicina oncologica che risalgono al 1963. Il “Cancro come malattia metabolica” di Seyfried è il libro più significativo che ho letto nei miei 50 anni di lavoro in questo campo. Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti gli specialisti del cancro, i medici in generale, i ricercatori scientifici nel campo del cancro e per gli studenti di medicina. Non posso esagerare il prezioso contributo che Thomas Seyfried ha dato nella scrittura di questo capolavoro.
Stephen B. Strum, MD, FACP – Medical Oncologist, Member of ASCO (American Society of Clinical Oncology) since 1975
Tratto da un post su: luogocomune.net
Cura farmacologica non tossica, del cancro, Signs of the Times riferisce come “scienziati hanno trovato la cura per il tumore, ma nessuno ne prende atto”.
Riportiamo l’articolo pubblicato nel 15 maggio 2011.
“I ricercatori dell’Università di Alberta, a Edmonton, in Canada hanno trovato una cura per il cancro, ma viene ignorato dai media.
Si tratta di una semplice tecnica che usa un farmaco molto semplice.
Il metodo impiega il dicloroacetato, sostanza che è attualmente utilizzata per trattare disturbi metabolici. Quindi, non vi è alcuna preoccupazione per gli effetti collaterali o per effetti a lungo termine.
Questo farmaco non richiede un brevetto, quindi chiunque può utilizzarlo ampiamente ed è economico rispetto ai costosi farmaci antitumorali prodotti dalle grandi aziende farmaceutiche”.
Il farmaco è ampiamente disponibile e la tecnica è facile da usare, perché le grandi aziende farmaceutiche non sono coinvolte?
Perché i media non sono interessati a questa scoperta?
In sintesi, una cura è già stata trovata, ma nessuno ne gioisce. Continua l’articolo, “Tuttavia, trovare la cura non significa che tutta la ricerca sul cancro deve fermarsi. Al contrario, è nell’interesse della scienza continuare a proseguire rigorosamente gli studi sull’argomento. Gli scienziati canadesi hanno testato questo dicloroacetato (DCA) sulle cellule umane ed hanno constatato che le cellule malate dei polmoni, del seno e del cervello sono state uccise lasciando solo le cellule sane”.
“Nel corpo umano vi è un naturale elemento della cellula umana, i mitocondri, che possono combattere un tumore, ma hanno bisogno di essere innescate per essere efficaci.
Gli scienziati hanno capito che queste cellule mitocondri sono state danneggiate e, quindi, inefficaci contro il cancro ed hanno finito per concentrarsi sulla glicolisi, che è meno efficace e più dispendiosa.
I produttori di farmaci si sono focalizzati sul metodo glicolisi per combattere la malattia. Questo DCA invece non si basa sulla glicolisi ma sui mitocondri, vengono innestati dei mitocondri che a sua volta combattono le cellule tumorali.
L’effetto collaterale di questo è che viene riattivato anche un processo chiamato apoptosi (morte cellulare).
Le aziende farmaceutiche non investono in questa ricerca perché il metodo DCA non può essere brevettato, senza un brevetto non possono fare soldi, come stanno facendo ora con il loro brevetto AIDS.
Dal momento che le aziende farmaceutiche non svilupperanno questo prodotto”, continua l’articolo, “altri laboratori indipendenti dovrebbero iniziare a produrre questo farmaco e fare ulteriori ricerche per confermare tutte le conclusioni della suddetta ricerca.
Tutto può essere fatto in collaborazione con le Università, che saranno liete di assistere in questo tipo di ricerca in grado di sviluppare un farmaco efficace per curare il cancro”.
Purtroppo, alla luce di questo ulteriore boicottaggio dei sistemi semplici di cura, sembra chiaro a questo punto che l’industria medica non troverà mai una cura per il cancro. Perché ?
Perché ci sono troppi soldi che girano in questo settore. Purtroppo il cosiddetto “migliore” trattamento esistente, la costosissima e devastante chemioterapia, non funziona e può anche rendere il tumore peggiore.
L’intento di questo articolo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e l’ambiente medico su questo studio canadese, senza nulla togliere agli sforzi fatti da numerosi seri ricercatori, per verificarne l’effettiva efficacia ed intraprendere una diffusione del farmaco.
Tratto da:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/03/cancro-scoperta-la-fusione-di-due-geni-che-fa-crescere-e-proliferare-tutte-le-forme-di-tumore/4071596/
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URL di questo articolo – Settembre 27, 2005
http://www.communicationagents.com/rinaldo_lampis/2005/10/08/la_nutriterapia_naturale_e_i_tumori.htm
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By Rinaldo Lampis + vedi anche: Terapie fai da Te
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Movimento per la libertà di pensiero e di cura – Ottobre 9, 2005
Secondo il “buonsenso” ufficiale, nessun cittadino italiano sarà mai, a qualsiasi età, sufficientemente maturo per esercitare la libertà di scelta del proprio metodo di cura.
Questo luogo virtuale vuole accogliere fatti, suggerimenti ed iniziative che il libero movimento intende divulgare ed intraprendere perché sia riconosciuta all’individuo la vera libertà di pensiero e la libera espressione della sua volontà.
Sono tornato da un recente viaggio in Italia, dove ho parlato ad una conferenza a Roma e avuto colloqui con un numero di scienziati italiani. Oggi vorrei commentare su certe inesattezze sugli stili alimentari degli italiani e sull’impatto che questi hanno sulla salute.
Esiste infatti il mito che gli italiani sono un popolo in ottima salute perché seguono quella che viene comunemente chiamata la “Dieta mediterranea”.
Il concetto della Dieta Mediterranea proviene dal lavoro del dottor Ancel Keys, della scuola di Salute Pubblica, Università del Minnesota (Keys 1985, Keys 1986, Kromhout 1989).
Nei primi anni ’60 il professore concluse che le popolazioni residenti in paesi che si affacciavano sul mare mediterraneo vivevano più in salute e più a lungo di quelle che vivevano nell’Europa del nord, negli Stati Uniti ed in Giappone. Pensava che ciò fosse dovuto al fatto che le loro diete erano centrate su cibi derivanti principalmente da piante, mentre le proteine animali usate avessero solo un ruolo periferico nella dieta. Ad esempio, l’olio di oliva provvedeva i benefici grassi insaturi, al contrario dei grassi dannosi presenti nei prodotti animali.
I risultati, concluse Keys, erano una minore incidenza di malattie del cuore, del diabete, dell’obesità e di alcuni tipi di cancro. Mentre può esserci della verità in quanto dichiarato, dobbiamo riconoscere che dieta e stile di vita stanno cambiando in Italia e nel resto dell’Europa.
Così cambia l’incidenza delle malattie croniche, incluso il cancro. Se la teoria di Keys fosse vera, ci aspetteremo meno cancro in Italia che nei climi nordici.
In realtà, secondo l’autorevole “Globocan 2000” indice dei dati, esiste in Italia un considerevole ammontare di malattie dovute al cancro. In una nazione con una popolazione di circa 58 milioni di persone, l’incidenza annuale di cancro nei maschi è di 141.000 colpiti, mentre per le femmine è di 120.000.
In una popolazione totale che si ammala di cancro di 261.000 persone, l’incidenza di morti è di 156.000.
Espressi in un altro modo, questi valori indicano che lo 0,45% della popolazione si ammala di cancro e che lo 0,27 ne muore.
In paragone, nella popolazione degli Stati Uniti di 276 milioni, lo 0,48% è colpita dal cancro ogni anno e lo 0,20% muore.
L’Italia ha quindi una percentuale leggermente inferiore di persone colpite, ma una percentuale maggiore di morti.
“Il mito della dieta mediterranea: si muore più di cancro in Italia che negli Stati Uniti”
Il seguito di questo interessante articolo si trova in: www.movimentoconsensus.org
By Ralph W. Moss, Ph.D. (cancer decisions archives)
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La cucina italiana
Guardiamo ora agli stili di vita che potrebbero far aumentare o diminuire lo sviluppo del cancro. La cucina italiana è certamente tra le più gustose del mondo, ma dal punto di vista della salute, le darei dei voti non molto alti.
Una prima colazione consiste tipicamente di un caffé fortemente caffeinato e di una pasta dolce. Devo ammettere che il pezzo dolce può essere la pasta più gustosa che abbiate mangiato nella vostra vita, ma una colazione così non offre che dei carboidrati estremamente raffinati.
La giornata è poi punteggiata da stacchi periodici per altri espressi e cappuccini. A volte sembra che il carburante dell’intera nazione sia caffeina! Non sto dicendo che il consumo della caffeina sia collegato direttamente al cancro, ma il suo consumo prende il posto di bevande sicuramente più salutari, quali i tè nero e verde, i succhi di frutta, o della cioccolata, ricca in antiossidanti.
Oggi due terzi degli italiani vivono nelle città e, come in America, il cibo principale per il pranzo appartiene alla categoria del “prosciutto e formaggio”. Non sto commentando sulla qualità del cibo ma, non importa da quale lato lo si osservi, prosciutto e formaggio sono dei cibi eccessivamente lavorati, ricchi di grassi saturi e di conservanti potenzialmente cancerogeni. Peggio, vengono serviti in un panino che, benché delizioso, è quasi completamente privo di fibre, di antiossidanti e di altri microingredienti.
Secondo l’istituto europeo European Prospective Investigation of Cancer (EPIC), uno studio sulle abitudini alimentari degli europei ha evidenziato che “diete che usano spesso carne eccessivamente trattata, sono associate ad un rischio elevato di cancro allo stomaco e colon rettale, mentre le diete alte in pesce, fibre, frutta e vegetali sono associate con una riduzione di questo rischio” (Blanchard 2003).
Ciò spiega l’alta incidenza di cancro in Italia.
Una cena italiana è il pasto della giornata più ricco in termini di nutrienti. Certamente nei ristoranti ci sono più vegetali freschi e pesce che negli Stati Uniti. Quelle benedizioni dell’agricoltura italiana, l’olivo e l’uva, tornano di nuovo al salvataggio. L’olio d’oliva, ricco in oli insaturi, è tra i grassi più benefici.
E i famosi vini rossi italiani contengono quantità significative di resveratrol, un potente anticancerogeno.
Specialmente nel sud Italia, il cibo è condito spesso da quantità prodigiose di salsa di pomodoro fresca, ricca dell’antiossidante ycopene.
Con del buon cibo, puoi divertirti a tavola e mantenerti in ottima salute allo stesso tempo.
Ma per molti italiani indaffarati, la cena significa ora un Big Mac, delle patatine fritte ed una Coke al ristorante McDonald.
Ciò provvede 1430 calorie, 53 grammi di grasso e quasi zero micronutrienti di qualsiasi tipo.
Al momento (2004) ci sono 290 McDonald in Italia, dando alla nazione il dubbio onore d’essere ottava nel mondo in termini del numero totale di questi ristoranti. Certamente molto indietro gli Stati Uniti, che ne ha 12.804; quindi il danno è ancora riparabile, ma temo per il futuro.
Il fatto è che in questa era di globalizzazione non solo dobbiamo combattere le cattive abitudini alimentari, ma anche preservare e rafforzare quelle buone. E l’Italia ne ha molte.
Forse ancora più importante delle virtù culinarie italiane è il rituale del mettersi a tavola.
La tradizione di riunirsi intorno ad un tavolo contribuisce molto a legare insieme famiglia e amici.
Questa è stata una gioia che ho potuto condividere con i miei colleghi e con le loro famiglie in diverse città della penisola italiana.
By Ralph W. Moss, Ph.D. – CancerDecisions Archives, 11 gennaio 2004.
Tradotto da Rinaldo Lampis.
Referenze:
– Kromhout D, Keys A, Aravanis C, et al. Food consumption patterns in the 1960s in seven countries. Am J Clin Nutr. 1989 May;49(5):889-94.
– Keys A, Menotti A, Karvonen MJ, et al. The diet and 15-year death rate in the seven countries study. Am J Epidemiol. 1986 Dec;124(6):903-15.
– Keys A, Aravanis C, Blackburn H, et al. Serum cholesterol and cancer mortality in the Seven Countries Study. Am J Epidemiol. 1985 Jun;121(6):870-83.
– Skiff, Jennifer. Fast food threatens Italian healthy eating and traditions, CNN, January 29, 1997. Accessed Jan. 4, 2004.
CANCRO risolto ?
La registrazione per la visione el documentario “Eastern Medicine”; esso mette in mostra i segreti anti-cancro in 7 nazioni asiatiche – 27/03/2019
Ma cosa succederebbe se il cancro fosse già stato risolto al di fuori del ristretto sistema della medicina occidentale corrotto dai farmaci ?
Un documentario in 7 parti, con il lancio della registrazione di oggi, ti porta le risposte trovate attraverso la medicina orientale . Il documentario prodotto professionalmente si chiama Eastern Medicine – Journey Through Asia , ed è uno sguardo esclusivo sui trattamenti per il cancro naturale, disponibili solo attraverso il nostro partner cinematografico linkato di seguito (Netflix e Amazon stanno mettendo al bando tutti i film sulla salute olistica, che ci crediate o no) .
Ma non devi perderti questo incredibile evento documentario. Registrati ora a questo link e sarai in grado di vedere il documentario completo gratuitamente, direttamente dal sito web dei produttori cinematografici che hanno viaggiato attraverso l’Asia per immortalare questo spettacolare evento cinematografico.
Le vere risposte al cancro si trovano al di fuori degli Stati Uniti, e al di fuori del sistema corrotto “malato” controllato dal settore farmaceutico
I 7 episodi sono intitolati:
EPISODIO 1 “La terra del sole nascente”
EPISODIO 2 “L’isola meravigliosa “
EPISODIO 3 “Perla dei mari dell’oriente”
EPISODIO 4 “La città del leone”
EPISODIO 5 “La terra degli indigeni del Malese”
EPISODIO 6 “La terra del sorriso”
EPISODIO 7 “La terra degli alberi di Jambu”
Registrati ora a questo link per guardare il documentario completo – (La registrazione è gratuita.)
Preservare la conoscenza umana che può salvare vite e porre fine alla sofferenza