Indubbiamente il Cervello dei mammiferi è l’organo più complesso e stupefacente di tutto l’UniVerso.
Ha funzionalità che difficilmente si ritrovano in natura: è un vero e proprio miracolo. Su di esso, però, ancora poco sappiamo e, probabilmente poco sapremo ancora per molti anni. La ricerca Neurobiologica ha permesso di conoscere molto sulla sua funzionalità ed ha aperto nuove vie alla comprensione della strutturazione citoarchitettonica del complesso.
Infatti, I neuroni nascono grazie agli stimoli e alle esperienze (positive e/o negative, ad esempio i danni dei Vaccini).
Lo dimostrano le ricerche effettuate anche su due topi geneticamente identici che, vivendo in ambienti diversi, hanno sviluppato due “personalità” differenti, perché’ nel loro cervello sono nati nuovi neuroni e quindi nuove connessioni, sinaptiche.
Lo studio, pubblicato su “Science” e coordinato dalla tedesca Julia Freund del Politecnico di Dresda, dimostra che il cervello puo’ essere scolpito dall’interazione con l’ambiente e che la crescita di nuovi neuroni anche in eta’ adulta promuove individualità’ diverse anche in gemelli identici.
Per comprendere bene le Funzioni del Cervello leggere anche: Fisica Quantistica.
Il Sesso
Sesso, per i maschi è una priorità: lo rivelano i “misteriosi neuroni”
Studio su Nature: cellule trovate nel cervello di un verme funzionano come un campanello che ricorda l’urgenza dell’accoppiamento
Scoperte da un gruppo internazionale coordinato da Arantza Barrios, dell’University College di Londra, queste cellule “misteriose” sono uniche e sono sfuggite finora all’analisi di laboratorio: di derivazione gliale (cellule che costituiscono il sistema nervoso insieme ai neuroni), si sviluppano con la maturità sessuale e funzionano come un campanello d’allarme che costantemente ricorda al maschio che le esigenze legate al sesso sono prioritarie, tanto che durante l’accoppiamento fanno passare in secondo piano perfino l’esigenza di mangiare.
Come il cromosoma Y è unico nel genoma maschile, i neuroni appena individuati sono esclusivi del cervello dei maschi e sono la chiave che spiega le differenze nell’apprendimento e nelle abilità cognitive rispetto alle femmine.
“Abbiamo dimostrato come le differenze genetiche e quelle nello sviluppo tra i due sessi siano legate a cambiamenti strutturali nel cervello che avvengono durante la maturità sessuale”, osserva Barrios. “Questi cambiamenti – ha aggiunto – fanno sì che il cervello maschile funzioni in modo diverso, rendendo i maschi più inclini a ricordare gli incontri sessuali avuti in passato ed a considerare il sesso una priorità”.
Non è la prima volta che gli studi nel campo della neurologia di genere evidenziano caratteristiche diverse del cervello maschile e femminile: genetiche, ormonali, fisiche.
I maschi hanno sei volte e mezzo la materia grigia delle donne, che è collegata all’intelligenza generale, ad esempio, mentre le femmine hanno dieci volte la materia bianca del maschio, che ha la funzione di relazionare le aree cerebrali tra loro.
Ma è la prima volta che vengono scoperte delle cellule presenti specificatamente nel cervello maschile.
Non resta che aspettare che gli studi sul cervello del verme C. elegans possano fornire altre risposte su quello degli esseri umani.
Il cervello femminile
Il cervello femminile è architettonicamente diverso da quello maschile – 17 Luglio 2008
LONDRA – L’ultimo numero della rivista britannica “New Scientist” affronta uno studio sulle differenze tra il cervello maschile e quello femminile. Secondo la ricerca esistono “architetture agli antipodi” e “differenti lunghezze d’onda”.
Alcuni studi effettuati dalla Medical School di Harvard, dall’universita’ della California e dall’Universita’ canadese McGill di Montreal dimostrano che uomini e donne ragionano in maniera totalmente opposta e sono piu’ portati ciascuno per differenti mansioni: le donne hanno un’organizzazione cerebrale che le rende piu’ brave a prendere decisioni e a concentrarsi maggiormente sulle emozioni, mentre gli uomini sono spinti di piu’ verso il sesso e l’azione.
Quindi risulterebbe non piu’ sostenibile la tesi delle differenze riconducibili a educazione, mentalita’ e ormoni. (Agr)
Negli esseri umani esistono due sistemi che contribuiscono all’immunità (vedi sotto):
il sistema immunitario innato o aspecifico e il sistema adattativo o specifico, suddiviso in umorale e in cellulo-mediato. Entrambi questi sistemi sono essenziali per la sopravvivenza della specie.
Alcuni Virus vengono replicati non solo dalle cellule, ma anche nei e dai macrofagi primari umani, SENZA stimolare l’immunità innata, nonostante la trascrizione inversa di RNA genomico in DNA a doppio filamento, attività che ci si potrebbe aspettare per attivare i recettori dei “pattern recognition” (immunitari) innati.
Cio’ significa che alcuni virus NON vengono riconosciuti dal sistema immunitario e quindi possono andare ove li porta il flusso di liquidi ove vengono o sono inseriti, ad esempio con i vaccini esempio nella micro circolazione producendo gravi danni nei tessuti, specie quelli dei cervelli !
Tutta la teoria dell’immunologia, nella medicina ufficiale, si basa su questi concetti di antigene e anticorpo (NdR: che e’ ancora imprecisa ed indimostrata, oltre che fasulla in tante sue parti, vedi qui sotto).
Il problema dell’immunologia è quindi proprio quello di basarsi su due termini che si definiscono reciprocamente e che non sono quasi mai reciprocamente esatti, precisi, anche perche’ la teoria degli anticorpi e’ una semplice teoria indimostrata con i fatti, infatti ad esempio il 30% dei vaccinati non produce anticorpi all’antigene del vaccino che gli e’ stato propinato, proprio perche’ la teoria della risposta anticorpale obbligatoria del sistema immunitario e’ fasulla.
vedi la prova QUI: Copia dei titoli anticorpali di un soggetto plurivaccinato
TROVATO l’ANELLO MANCANTE fra CERVELLO e SISTEMA IMMUNITARIO:
In una rivoluzionaria scoperta che stravolge decenni di precetti dei manuali di medicina, i ricercatori della School of Medicine dell’Università della Virginia (UVA) hanno determinato che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario per mezzo di vasi linfatici di cui in precedenza non si contemplava l’esistenza.
E già abbastanza sorprendente che questi vasi fossero sfuggiti alla meticolosa mappatura del sistema linfatico dell’intero corpo, ma il vero significato di questa scoperta sta nell’impatto che potrebbe avere sullo studio e su trattamento di malattie neurologici che vanno dall’autismo al morbo di Alzheimer e alla sclerosi multipla. “Il modo di percepire l’interazione neuro-immunitaria ora è completamente cambiato”, ha detto il Dott. Ric. Jonathan Kipnis, docen del Dipartimento di Neuroscienze e Direttore del Center for Brain Immunology and Glia (BIG) presso la UVA.
L’inattesa presenza dei vasi linfatici solleva un gran numero di domande che ora esigono risposta sia riguardo al funzionamento del cervello che riguardo alle malattie che lo colpiscono.
Per esempio, consideriamo il morbo di Alzheimer: “Nell’Alzheimer, si vedono accumuli di grosse placche proteiche nel cervello”, spiega il Prof. Kipnis. “noi riteniamo che, probabilmente, se si accumulano nel cervello è perché non c’è stata una rimozione efficace di parte di questi vasi linfatici.”
Kipnis nota che i vasi assumono un aspetto diverso con l’età, dunque il ruolo che svolgono con l’invecchiamento è un’altra strada esplorare. E c’è una lunga serie di malattie neurologiche, dall’autismo alla sclerosi multipla, che andrebbero riconsiderate alla luce della presenza di qualcosa che la scienza finora dava per inesistente.
Fonte: ScienceDaily.com, 1 giugno 2015,
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/06/150601122445.htm
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero.
Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sulle vere cause dell’autismo e/o di tutte le patologie neurologiche oltre al possibile trattamento di quei problemi, spaziando dall’autismo al morbo di Alzheimer fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta sensazionale
Anziché porsi interrogativi quali: ‘Come si studia la risposta immunitaria del cervello?‘, ‘Perché pazienti con sclerosi multipla presentano diversi attacchi al sistema immunitario?‘, ora possiamo avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei – ha affermato Jonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
Cambia completamente il modo in cui percepiamo l’interazione neuro-immunitaria. Abbiamo sempre percepito questo collegamento tra sistema nervoso e sistema immunitario come qualcosa di esoterico, che non potesse essere studiato. Ma ora siamo in grado di porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi linfatici possano svolgere un ruolo importante per ogni malattia neurologica con una componente immune; sarebbe difficile immaginare che questi vasi linfatici non abbiano connessioni con malattie neurologiche di natura immunologica !
Il risultato e le nuove prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee, presidente del Dipartimento di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua reazione alla scoperta del team di Kipnis:
“La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho subito detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri di testo. Non è mai esistito un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale con il sistema immunitario.
La scoperta è stata resa possibile grazie al lavoro svolto da Antoine Louveau, un borsista post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I vasi linfatici sono stati rilevati dopo che Louveau ha sviluppato un metodo per ricostruire le meningi di un topo in un singolo vetrino in modo da poter essere esaminato globalmente.
E’ stato abbastanza facile, in realtà. C’è un trucco: abbiamo fissato le meningi nella calotta cranica, in modo che il tessuto rimanesse nella sua condizione fisiologica, e quindi abbiamo sezionato l’area che ci interessava. Se avessimo fatto il contrario, non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i modelli dei vasi linfatici sul suo vetrino avevano la stessa distribuzione di cellule come nel sistema immunitario, li ha confrontati e avvisato Kipnis. L’impossibile esisteva”.
Louveau ricorda il momento dicendo:
Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a guardare al microscopio e ho detto: “Penso che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi vasi linfatici come “molto ben nascosti” in quanto sono riusciti a non essere notati per così tanto tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi, dopo essere stati “fotografati” tramite tecniche di imaging, seguono un importante vaso sanguigno verso le cavità sinusali, un’area molto difficile da visualizzare in quanto si trova nelle ossa del viso ed è connessa con le cavità nasali.
Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni che si perde facilmente di vista. – ha aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai cercando, la perdi.
Il lavoro di imaging, molto importante per l’intero studio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Tajie Harris, ricercatore, assistente del professore di neuroscienze e membro attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche elogiato le “fenomenali” capacità chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro è stato fondamentale per il successo di imaging dello studio.
Alzheimer, autismo, sclerosi multipla e molto altro…(danni neurologici)
Ed ora l’ inaspettata identificazione dei vasi linfatici solleva un enorme numero di domande sia sul funzionamento del cervello che alle malattie ad esso collegato che lo affliggono, come ad esempio il morbo di Alzheimer.
Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine – ha detto Kipnis. Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel cervello a causa del fatto che non vengono rimossi in maniera efficace da questi vasi sanguigni. Egli ha osservato, inoltre, che questi vasi cambiano aspetto all’aumentare dell’età dell’individuo, dunque il ruolo che essi giocano nella fase dell’invecchiamento rappresenta un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna rivolgere l’attenzione, in luce dei risultati ottenuti, sono l’autismo e la sclerosi multipla. I risultati sono stati pubblicati on line dalla prestigiosa rivista Nature e appariranno in una prossima edizione di stampa.
Approfondimenti:
– University of Virginia, Health System
.- Kipnis J et al. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels. Nature, Published Online June 1 2015. doi: 10.1038/nature14432
Fonte: neuroscientistnews.com
Tratto in parte da.
http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Sistema di drenaggio linfatico del cervello: un nuovo obiettivo per l’intervento di malattie neurologiche.
Articolo di revisione, By Sun BL, et al. Prog Neurobiol. 2018 aprile – maggio
Citazione completa
Estratto
La convinzione che il cervello dei vertebrati funzioni normalmente senza i classici vasi di drenaggio linfatico è stato mantenuto per molti decenni. Al contrario, nuove scoperte mostrano che il drenaggio linfatico funzionale esiste nel cervello. Il sistema di drenaggio linfatico cerebrale è composto da una via perivascolare basata sulla membrana basale, una via glicemica a livello cerebrale e vie di drenaggio del liquido cerebrospinale (CSF), compresi i vasi linfatici meningei associati al seno e le vie linfatiche olfattive / cervicali.
I sistemi linfatici del cervello funzionano come una via di drenaggio per il liquido interstiziale (ISF) dal parenchima cerebrale ai linfonodi vicini. Il drenaggio linfatico del cervello aiuta a mantenere il bilancio idrico e ionico dell’ISF, la clearance dei rifiuti e il riassorbimento dei soluti macromolecolari. Una seconda funzione fisiologica include la comunicazione con il sistema immunitario che modula la sorveglianza immunitaria e le risposte del cervello. Queste funzioni fisiologiche sono influenzate dall’invecchiamento, dai fenotipi genetici, dal ciclo sonno-veglia e dalla postura del corpo. La compromissione e la disfunzione del sistema linfatico cerebrale hanno ruoli cruciali nei cambiamenti legati all’età della funzione cerebrale e nella patogenesi delle malattie neurovascolari, neurodegenerative e neuroinfiammatorie, nonché delle lesioni cerebrali e dei tumori. In questa recensione, riassumiamo gli elementi chiave del componente (regioni, cellule e trasportatori di acqua) del sistema linfatico cerebrale e dei loro regolatori come potenziali bersagli terapeutici nel trattamento delle malattie neurologiche e delle loro complicazioni risultanti. Finalmente,
PMID 28903061 [- in elaborazione]
Testo intero: Testo completo sul sito del giornaleCommento NdR: La medicina naturale ha da sempre parlato che quando il sistema linfatico non drena le sostanze eccedenti o tossiche dall’organismo, l’ammalamento e’ assicurato, specie se cio’ riguarda i tessuti nervosi, glia e ghiandole cerebrali; finalmente anche la medicina allopatica, ci e’ arrivata.
Descrizione de meccanismo di riproduzione-moltiplicazione dei virus da parte della cellula stessa.
Altro meccanismo di azione delle tossine vaccinali di qualsiasi vaccino, anche nel cervello:
I Macrofagi molte volte trasportano le sostanze vaccinali nel cervello ed in tutti i tessuti del corpo, ecco una descrizione del meccanismo:
L’alluminio (od altri metalloidi tossici, ad esempio il Thiomersal) contenuto in vari Vaccini esempio: influenza, esavalente comprese, viene trasportato nel cervello dai macrofagi …. e cio’ spiega il meccanismo della cosiddetta SIDS o morte nella culla, che nei fatti e’ una danno vaccinale e non una nuova malattia !
Ecco spiegato il meccanismo biologico ed il diagramma del tragico evento….
Il meccanismo viene ben spiegato qui: ciò che in realtà accade è che un tipo di globuli bianchi chiamati a macrofagi (MF) ingerisce (processo è chiamato “fagocitosi”) gli AANs prima che si sciolgano. (Aluminum Adjuvant Nanoparticles = AANs)
L’ingestione di corpi estranei è un comportamento normale per MF. La loro funzione principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, anche nanoparticelle, compresi i microrganismi (batteri e funghi estranei), e di distruggerle. Inoltre, fatto importante da tenere in considerazione in questi casi, secernono citochine ad attività proinfiammatoria e presentano l’antigene ai linfociti T-CD4.
Quando MFs rilevano batteri o altri agenti patogeni, i loro campi magnetici li invitano ad ingerire gli agenti patogeni, e distruggerli con gli enzimi. I MFs sanno assieme ad altre cellule del sistema immunitario circa il patogeno introdotto e come rilevarlo. MFs ingeriscono anche molti tipi di nanoparticelle.
Il problema è che AANs non sono digeriti dagli enzimi MF. E gli AANs, una volta all’interno degli MF, si sciolgono lentamente.
Le AANs persistono per lungo tempo (anni) e causano nei MF a far fuoriuscire lentamente alluminio.
Gli MF che consumano gli AANs divengono altamente contaminati con l’alluminio o con altri metalli tossici e nanoparticelle ingerite, e li diffondono ovunque vanno. E vanno in tutto il corpo. MFs e non viaggiano solo nel sangue, il che spiega il motivo per cui non si trova facilmente nel sangue l’alluminio dopo la vaccinazione, perche’ e’ gia stato fagocitato (ingerito) dagli MF e perche’ gli MF viaggiano anche attraverso il sistema linfatico.
I campi magnetici sono in grado di “viaggiare” (informare) attraverso la barriera emato-encefalica (BBB). Gli MFS, una volta caricati con AANs, agiscono come un cavallo di Troia e trasportano le AANs nel cervello. Questo è dannoso, perché il cervello è molto sensibile all’ alluminio.
Senza contare le possibili microischemie (vedi le scoperte del Dott. Andrew Moulden) che possono intervenire nella microcircolazione, soprattutto cerebrale od in altri luoghi…per il fatto che i globuli bianchi e di conseguenza i macrofagi nel loro processo di fagocitosi, (ingestione delle sostanze tossiche vaccinali) possono generare,…. inoltre i macrofagi secernono, nella loro azione quando hanno ingerito le sostanze vaccinali, altre sostante PRO-infiammazioni…. con tutte le conseguenze del caso, polio = paralisi, distrofie,meningiti, sclerosi, infiammazioni croniche, gastroenteriti croniche, ecc….fino alla morte nella culla = SIDS !!
A conferma di cio’ che abbiamo scritto qui sopra – Maggio 2016
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero.
Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sulle vere cause dell’autismo e/o di tutte le patologie neurologiche.
Come si studia la risposta immunitaria del cervello ?
Perché pazienti con malattie neurologiche, autismo, sclerosi multipla, ecc., presentano diversi attacchi al sistema immunitario, cioe’immunodepressioni ?,
…ma ….ora finalmente possiamo comprendere, oltre alle cause di tali malattie, anche avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei– cosi’ ha affermato Jonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
Qui nel diagramma, viene spiegato nei particolari il tragico evento:
http://vaccinepapers.org/al-adjuvant-nanoparticles-can-travel-brain/
CNR: Cloro nel cervello: la prima misura in-vivo – 19 dicembre 2017
Comunicato stampa – Ricercatori di Nano-Cnr e della Scuola Normale Superiore hanno sviluppato un metodo per misurare per la prima volta la concentrazione nelle cellule nervose dell’elemento che regola meccanismi inibitori ed eccitatori del cervello, dal cui equilibrio derivano deficit cognitivi e importanti patologie come autismo ed epilessia. Lo studio, e’ stato pubblicato su Pnas.
Raggiunto un risultato che la neurobiologia inseguiva da tempo: un metodo non invasivo per misurare il cloro nelle cellule cerebrali in vivo, fondamentale poiché deficit cognitivi e malattie come epilessia e autismo sono potenzialmente legati a difetti nella regolazione del cloro. A realizzare il nuovo sensore strumento, capace di misurare il valore del cloro nelle cellule nervose di un cervello vivente, l’Istituto Nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Nano-Cnr) e la Scuola Normale Superiore, in collaborazione con Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Trento.
“La concentrazione del cloro intracellulare è un regolatore cruciale dell’equilibrio tra neuroni eccitatori, che aumentano l’attività cerebrale, e neuroni inibitori, che la riducono.
L’equilibrio tra le due componenti è fondamentale per il corretto funzionamento del cervello”, spiega Gian Michele Ratto di Nano-Cnr. “Quando il livello di cloro è troppo alto i meccanismi di inibizione funzionano in misura ridotta e il cervello entra in uno stato patologico. Studi recenti suggeriscono che una regolazione difettosa del cloro giochi un ruolo nell’insorgenza di patologie complesse, come epilessia, sindrome di Down e autismo”.
È stato così raggiunto un obiettivo che la comunità inseguiva da più di vent’anni. “Il nuovo metodo combina la fluorescenza di due proteine, usate come ‘marcatori luminosi’ del cloro con la microscopia a due fotoni in vivo, una tecnica di imaging di cui il team di Nano-Cnr è pioniere in Italia.
Il risultato è una vera e propria mappa della concentrazione di cloro in un cervello vivente che permette di distinguere condizioni fisiologiche e patologiche”, spiega Ratto. “Fino a ora era possibile effettuare misure solo in culture cellulari o sezioni di cervello, sistemi semplificati che non hanno le caratteristiche fisiologiche di un cervello nella sua integrità”.
Lo strumento apre così una nuova finestra sul funzionamento del cervello. “Le misure effettuate in vivo hanno dato intanto la prima dimostrazione diretta che la concentrazione di cloro si modifica durante le fasi iniziali dello sviluppo cerebrale. Il prossimo passo sarà studiare le variazioni del cloro associate ad una varietà di condizioni patologiche, compresa l’epilessia, e in modelli genetici di malattie dello spettro autistico”, conclude Ratto. “Questo potrà aiutare a capire i meccanismi alla base di patologie come epilessia e autismo, ancora in larga misura sconosciuti, attraverso studi in vivo dove l’integrità del cervello e il suo funzionamento sono preservati”. Tratto da: lescienze.it
Commento NdR: l’alterazione dei giusti rapporti fra neuroni eccitatori e quelli inibitori e’ una delle possibilita’ come danno da vaccino, per le intossicazioni indotte dal vaccino. Quindi la produzione del cloro nel cervello viene alterata con tutte le conseguenze del caso.
Siccome il cervello e’ in continua trasformazione e sviluppo anche dopo la nascita, interferire con sostanze tossiche come quelle vaccinali, e’ un CRIMINE assoluto !
vedi: Cervello, mente e fiori + Pineale + Definizione di cosa e’, dove e’, chi e’ il cristo ?
vedi anche: Il Cervello nella Scuola + Sonno e cervello
ABBIAMO TRE CERVELLI: UNO in TESTA e UNO in PANCIA (addominale) ed UNO nel Cuore
Questi 3 cervelli sono rispettivamente collegati con le loro terminazioni finali nei 3 strati (parti) del cervello di sopra.
vedi: La teoria dei tre cervelli nel cranio, di Paul MacLean: cervello rettile, quello emotivo e la neocorteccia o cervello pensante +CERVELLO, come funziona:
Alimenti e funzioni cerebrali
Il Cervello (vedi Encefalo) è una specie di interfaccia fisica (organo) che permette la manifestazione della CoScienza nell’organo mente, cosi come, una radio od un televisore, permettono di manifestare le onde elettromagnetiche sottoforma di suoni ed immagini.
Principalmente e sommariamente esso è suddiviso in 2 parti detti emisferi dx e sx ed ognuno di essi è suddiviso in quattro lobi principali: La Corteccia; il Lobo frontale (*), occupa 1/3 del volume della corteccia cerebrale; quello Parietale (A); il Temporale(B); l’Occipitale (C) ed infine il Cervelletto. – vedi: Telencefalo
(*) I Lobi frontali sono le strutture cerebrali che mediano le abilita’ del pensiero astratto, organizzano il comportamento in sequenze logiche ed in serie temporale, inibiscono risposte automatiche inappropriate agli stimoli ambientali; essi sono l’area della neocorteccia il cui sviluppo risulta piu’ recente. Sono noti alcuni test per misurare la funzionalita’ del lobo frontale, fra questi citiamo: Wisconsin Card Sorting Test (Milner, 1964), il test della Torre di londra (Shallice, 1982) ed il Six Elements Test, di Shallice e Burgess (1991).
(A) ll lobo parietale è compreso tra il lobo frontale, anteriormente, il lobo occipitale (con il quale si trova parzialmente in continuità), posteriormente, ed il lobo temporale, inferiormente. Esso si estende sulle facce laterale e mediale degli emisferi telencefalici, ma non su quella inferiore.
(B) Il lobo temporale è situato al di sotto dei lobi frontale e parietale, dai quali è separato per mezzo della scissura laterale (di Silvio). Si estende sulla faccia laterale e su quella inferiore degli emisferi, ma non su quella mediale.
(C) Il lobo occipitale costituisce l’estremità posteriore degli emisferi telencefalici, allungandosi all’indietro a costituire il polo occipitale. Si estende su tutte e tre le facce dell’emisfero (mediale, laterale ed inferiore).
Il Cervello (i due Cervelli) appartiene alla dimensione dell’Energia/frequenza cristallizzata, di diversa “vibrazione”: la Materia organica che è più solida; esso è “diviso” per convenzione, in 3 parti principali ed interdipendenti: i 2 emisferi con il Cervelletto ed il Cervello di sotto, quello nell’intestino (sistema nervoso enterico ovvero EnteroEncefalo).
Ricordiamo che negli Usa, Il prof. Michael Gershon della Columbia University di NY, ha scoperto nel 1998 che il sistema nervoso enterico legato all’apparato digerente ed in particolar modo all’intestino (parola che significa dentro nella testa) costituisce un cervello a sé stante con centinaia di milioni di cellule nervose (più di quante ne abbia il midollo spinale) è autonomo ed indipendente dal cervello che abbiamo nella testa; quello enterico comunica ed interagisce con il cervello di sopra, ma agisce anche autonomamente; quindi ogni stato di stress, infiammazione alterazione della flora batterica, interferiscono ed interagiscono con il cervello di sotto, sottoponendolo a stress cronico; agire sull’intestino in modo da riportarlo nei normali valori e funzioni significa aiutare il cervello di sotto a funzionare bene e quindi a fornire vitalità al corpo intero.
In questo cervello vi “dimorano” l’inconscio e le emozioni di ognuno di noi – l’inconscio e’ registrato nei geni del DNA dei neuroni delle cellule nervose del cervello di sotto (enterico- intestino).
Il Cervello nei suoi “insiemi” (i vari cervelli che soprassiedono ai sistemi: nervoso centrale, periferico, sensoriale) è il computer che l’Ente/Mente forma ed utilizza per poter esistere e quindi manifestarsi; esso è l’organo coordinatore del corpo fisico e quindi fa parte dei “sensori” che l’Ente materializza per potersi spostare nello spazio/tempo e per trarne informazioni;
Quello nella testa è suddivisibile anche in altre 3 parti:
A) quello ancestrale, detto Diencefalo, posizionato pressappoco al centro del cranio nella sua parte più interna.
B) quello detto Telencefalo.
C) quello detto Proencefalo od anteriore o corteccia cerebrale (sostanza grigia).
Il suo peso nella femmina è di circa 1.200 gr.; nel maschio raggiunge i 1.400 gr.
Il nostro istinto è legato all’EnteroEncefalo (Sistema Nervoso Enterico, nell’intestino); noi “sentiamo” per mezzo di sensori con questo Cervello di Sotto (EnteroEncefalo); tutti maschi e femmine, avvertono il pericolo con il “ventre”; le femmine si dice, ragionano con l’utero……; i maschi con il pene…., ecc.
L’EnteroEncefalo è in perenne scambio di informazioni con il Cervelletto ed il Diencefalo (Ipotalamo, Ipofisi, ecc.); tutte le informazioni passano anche e contemporaneamente ai 2 lobi cerebrali per essere analizzate, confrontate e sintetizzate, tutto ciò in perenne colloquio, con queste 2 parti del Cervello di sopra, per essere infine trasmutate e trasferite alla Corteccia cerebrale (Proencefalo) la quale provvede a fornire le immagini mentali, gli archetipi della sensazione o l’immagine vera e propria; quindi, una volta prodotta l’immagine, essa viene ad essere rielaborata, resa sempre più sintetica ma con definizioni sempre maggiori; a questo punto il tutto può essere memorizzato o rielaborato dalle varie parti della mente/organo utilizzando i vari Cervelli necessari alla soluzione dell’enigma o del problema.
Nel cervello superiore, i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono.
Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’Ego / IO SONO, l’Ente con la Sua Mente, e quindi anche dai Geni del DNA, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di intermodulazione del Campo (CEI) PsicoEnergoBioFisico sono sinergici con la totalità dell’organismo.
Infine vi e’ il cervello enterico, nel quale “vive” l’inconscio del soggetto, che colloquia con quello di sopra.
Per riassumere, quindi l’Ente IO SONO /Ego/IO è la sintesi delle Considerazioni, Percezioni, Informazioni ed è lo Spirito, l’Essenza stessa dell’Essere. Egli è “AMOR”; questa parola che deriva dall’antico Fenicio ed è composta dalla parola radice: AOR (dalla quale è derivata la nostra parola ORO) e che significa “Luce” intesa come Informazione Energetica, nella quale si è introdotto il concetto della MEM (lettera M in antico Fenicio) che ha come significato: la funzione Matriciale ed il Moltiplicare.
In antico Sanscrito la parola “Amar” significa “immortalità”; quindi il vero significato della parola “Amor” è l’insieme di questi 2 significati:
La Luce/Informazione si diffonde amando ed amando si tende a vivere per sempre; è come dire che l’Amore è l’Informazione data o ricevuta, che ha potere generante, moltiplicante e porta all’immortalità !
vedi anche: http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/la_teoria_dei_tre_cervelli
Nel cervello meccanismo autopulente smaltisce i “rifiuti” – 17 Ago. 2012
Il cervello è dotato di un meccanismo autopulente in grado di eliminare i rifiuti (NdR: NON quelli dei Vaccini). Lo hanno scoperto, nei topi, i ricercatori americani dell’Università di Rochester che hanno pubblicato lo studio su Science Translational Medicine.
Se il processo sarà confermato negli esseri umani la ricerca aprirebbe la strada a nuove terapie nel trattamento di malattie legate all’accumulo di sostanze tossiche, come nel caso dei depositi di peptide beta-amiloide nella malattia di Alzheimer. E in effetti i ricercatori hanno dimostrato che il liquido cefalorachidiano (liquor, o liquido cerebro spinale) fa da spazzino: circola all’esterno delle vene e delle arterie portando via al suo passaggio i rifiuti prodotti dal cervello.
Per analizzare il meccanismo di “pulizia cerebrale” è stata utilizzata una tecnica avanzata di diagnostica per immagini, il microscopio a due fotoni. Questo metodo ha permesso di visualizzare il reale scorrimento del liquor nel topo vivente.
Il cervello invece di avere un sistema linfatico per eliminare le scorie, come gli altri organi, approfitta dunque dei vasi sanguigni come strade per arrivare in tutte le aree cerebrali, lavare il tessuto e portare via i depositi. Gli spazi attorno ai vasi funzionano da veri e propri canali per eliminale gli accumuli di beta-amiloide: il malfunzionamento del sistema di pulizia potrebbe essere un fattore favorevole allo sviluppo dell’Alzheimer. “Controllare questo meccanismo di scorrimento del fluido potrebbe aiutare a mettere a punto terapie innovative contro l’Alzheimer”, ha detto Jeffrey Iliff che ha coordinato l’equipe di ricerca dell’università di Rochester.
By Adnkronos Salute
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Ecco come il cervello si mantiene pulito – 19, Ago. 2012
Ogni organo produce rifiuti, e il cervello non fa eccezione, ma a differenza del resto del nostro corpo non dispone di un sistema linfatico, una rete di vasi che filtrano la spazzatura. Ora, un nuovo studio sul cervello dei topi suggerisce come vengono trattati i rifiuti. La scoperta, riportata sulla rivista Science Translatiponal Medicine potrebbe suggerire possibili trattamenti per malattie come l’Alzheimer.
Grazie alle nuove tecniche di imaging si è potuto scrutare all’interno del cervello di un topo vivo, e vedere i processi in atto. Il fluido cerebrospinale che scorre all’esterno dei vasi sanguigni, attraverso una rete di tubi raccoglie i rifiuti che si sono accumulati tra le cellule, e li scarica attraverso le vene principali.
Si è dimostrato che il cervello dei topi con carenza di questi canali accumula i rifiuti, tra cui la proteina amiloide, l’accumulo è legato alla malattia di Alzheimer. Gli animali ammalati eliminano il 70 per cento dei rifiuti più lentamente rispetto ai topi in possesso dei normali canali.
“Il cervello sano produce amiloide normalmente, ma in un sistema normalmente funzionante viene eliminata, affermano i ricercatori. Nel cervello di paziente con Alzheimer, si accumula e si accumula, fino a quando alla fine si formano le placche che possono ostruire il cervello”, ha detto Jeffrey J. Iliff – uno degli autori.
In teoria, si potrebbe prevenire o rallentare l’accumulo migliorando il sistema di lavaggio del cervello. “La chiave è, quella di trovare un modo per ‘alzare’ il sistema”, ha detto Iliff. “Dopo decenni di incertezza sul funzionamento del fluido cerebrospinale nel cervello, stiamo finalmente facendo un pò di luce”.
Questo può valere anche per altre condizioni cerebrali, come il morbo di Parkinson o ictus.
Leggi abstract:
A Paravascular Pathway Facilitates CSF Flow Through the Brain Parenchyma and the Clearance of Interstitial Solutes, Including Amyloid β
Jeffrey J. Iliff,Erlend A. Nagelhus,and Maiken Nedergaard + al. Sci Transl Med 15 August 2012 4:147ra111.
Fonte ed approfondimenti: University of Rochester Medical Center – Wired.com
Come tenere pulito anche il cervello: Alimentazione basica, Emodieta e Crudismo
Quando e come il cervello elimina le tossine, quando vi riesce: durante il sonno…per cui, meglio si dorme, meglio e piu’ facilmente di eliminano le tossine.
vedi: Circolazione sanguigna
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I fisici ribaltano un’ipotesi centenaria su come funzionano le cellule cerebrali – 06/08/2019
By Simone Caporali
Il cervello umano contiene poco più di 80 miliardi di neuroni, ognuno dei quali si unisce ad altre cellule per creare trilioni di connessioni chiamate sinapsi. I numeri sono sbalorditivi, ma il modo in cui ogni singola cellula nervosa contribuisce alle funzioni del cervello è ancora oggetto di discussione.
Un team di fisici dell’Università di Bar-Ilan in Israele ha condotto esperimenti su neuroni di ratto cresciuti in una cultura per determinare esattamente come questi rispondano ai segnali che ricevono da altre cellule. Come il Voltron, che ci permetterà di vederli dialogare.
In effetti, uno studio pubblicato nel 2017 ha ribaltato un’ipotesi centenaria su ciò che fa “innescare” esattamente un neurone.
Per capire perché questo è importante, dobbiamo risalire al 1907, quando un neuroscienziato francese di nome Louis Lapicque propose un modello per descrivere come la tensione della membrana di una cellula nervosa aumenta quando viene applicata una corrente. Una volta raggiunta una certa soglia, il neurone reagisce con un picco di attività, dopo di che la tensione della membrana si ripristina. Ciò significa che un neurone non invierà un messaggio a meno che non raccolga un segnale abbastanza forte.
Le equazioni di Lapique non erano l’ultima parola sulla questione. Ma il principio di base del suo modello di integrazione e innesco è rimasto relativamente incontestato nelle descrizioni successive, costituendo oggi il fondamento della maggior parte degli schemi computazionali neuronali.
Secondo i ricercatori, la lunga storia dell’idea ha fatto sì che pochi si fossero preoccupati di chiedersi quanto fosse accurata.
“Siamo arrivati a questa conclusione utilizzando una nuova configurazione sperimentale, ma in linea di principio questi risultati avrebbero potuto essere scoperti utilizzando la tecnologia esistente dagli anni ’80”, ha detto il ricercatore capo Ido Kanter all’epoca.
“La convinzione, che è stata radicata nel mondo scientifico per 100 anni, ha provocato questo ritardo di diversi decenni”.
Gli esperimenti hanno affrontato la questione da due angolazioni: una ha esplorato la natura del picco di attività in base a dove la corrente veniva applicata, l’altra ha osservato l’effetto che più input avevano sull’innesco di un nervo.
I loro risultati suggeriscono che la direzione di un segnale ricevuto può fare la differenza nel modo in cui un neurone risponde.
Un segnale debole da sinistra che arriva insieme un segnale debole da destra, non si combinerà per creare una tensione che dà il via a un picco di attività (come invece credevamo). Ma un singolo segnale forte da una direzione particolare può provocare un messaggio.
Tuttavia, è importante non gettare un secolo di saggezza sull’argomento per un singolo studio. I ricercatori ammettono anche di aver esaminato solo un tipo di cellula nervosa chiamata neurone piramidale, lasciando molto spazio per futuri esperimenti.
Fonte: Sciencealert.com
Le cellule nervose del cervello potrebbero essere di migliaia di tipi diversi tra loro.
Lo suggerisce un’analisi dettagliata su una piccola regione cerebrale di topo effettuata con una tecnica di profilazione genetica…..
Nuovi tipi di esperimenti rivelano che un neurone funziona come unità di soglia indipendente multipla.
By Shira Sardi, Roni Vardi, Anton Sheinin, Amir Goldental & Ido Kanter
Rapporto scientifico, volume 7, articolo numero: 18036 (2017) | Download Citation
Estratto
I neuroni sono gli elementi computazionali che compongono il cervello e i loro principi fondamentali di attività sono noti da decenni. Secondo lo schema computazionale di lunga durata, ogni neurone somma i segnali elettrici in ingresso attraverso i suoi dendriti e quando il potenziale di membrana raggiunge una certa soglia, il neurone genera tipicamente un picco al suo assone. Qui presentiamo tre tipi di esperimenti, utilizzando culture neuronali, che indicano che ogni neurone funziona come un insieme di unità di soglia indipendenti. Il neurone è attivato anisotropo in seguito all’origine dei segnali che arrivano alla membrana, attraverso i suoi alberi dendritici. Il primo tipo di esperimenti dimostra che la forma d’onda spike di un singolo neurone varia tipicamente in funzione della posizione della stimolazione. Il secondo tipo rivela che la somma spaziale è assente per le stimolazioni extracellulari provenienti da diverse direzioni. Il terzo tipo indica che la sommatoria e la sottrazione spaziale non si ottengono quando si combinano stimolazioni intra- ed extracellulare, così come per le interferenze non locali nel tempo, dove i tempi precisi delle stimolazioni sono irrilevanti.
I risultati chiamano a riesaminare le funzionalità neuronali al di là del quadro tradizionale, e le capacità computazionali avanzate e le proprietà dinamiche di tali sistemi complessi.
Articolo completo su: https://www.nature.com/articles/s41598-017-18363-1
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Aspirina per combattere i disturbi mentali, ovvero Psichici
Per combattere le piu’ comuni malattie mentali una risorsa arriva dagli antinfiammatori come l’aspirina.
Riguardo alle patologie mentali (Psichici) la cui origine si riconduce sempre a processi infiammatori nel sangue e nel cervello, sperimentazioni cliniche all’Universita’ di Melbourne dimostrano che farmaci e sostanze anti-infiammatorie aggiunte ai trattamenti in corso alleviano sintomi di depressione, disturbo bipolare e schizofrenia, ecc.., fra di essi aspirina, e gli acidi grassi omega 3 contenuti nell’olio di pesce.
Commento NdR: …come volevasi dimostrare, che anche le cosiddette (falsamente) chiamate “malattie” mentali, dai medici dellamedicina allopatica, in realta’ solo sintomi, nascono dalle intossicazioni che generano infiammazioni, e quindi sintomi anche e non solo mentali, cioe’ psichici, ecc…..
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Le dimensioni del cervello e l’intelligenza dipendono da 4 geni – 18 Apr. 2012.
Londra, (UK) – La nostra intelligenza e le dimensioni del cervello dipendono da 4 geni. Questa è la scoperta compiuta da 200 scienziati in 100 istituti diversi.
Lo studio, il più grande mai effettuato sul cervello umano, ha messo in evidenza inaspettatamente che esistono dei geni che possono spiegare le differenze individuali in termini di dimensioni celebrali e di intelligenza.
Questa ricerca internazionale aveva motivo di essere in quanto il suo scopo era quello di trovare l’origine genetica di alcune patologie che colpiscono il cervello. Così, esaminando i dati, gli scienziati hanno scoperto che i soggetti che presentano un cervello più grande e al tempo stesso un quoziente intellettivo maggiore, avevano anche una variante del gene che regola l’intelligenza, chiamato HMGA2.
Paul Thompson, professore di neurologia presso la David Geffen School of Medicine presso l’UCLA e membro del Laboratorio di Neuroimaging dell’Università, afferma che in questa ricerca gli scienziati hanno cercato di individuare i geni che aumentano il rischio dell’ereditarietà per una singola malattia.
Hanno anche cercato i fattori che causano l’atrofia dei tessuti e la riduzione della dimensione del cervello, che è un marcatore biologico per le malattie come la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione, l’Alzheimer e la demenza. Ma il risultato della ricerca è stato altro.
La ricerca è partita tre anni fa. Il laboratorio di Thompson ha collaborato con i genetisti Nick Martin e Margaret Wright del Queensland Institute for Medical Research di Brisbane, Australia, e con Barbara Franke, genetista del Radboud University Nijmegen Medical Centrenei Paesi Bassi.
I quattro ricercatori hanno raccolto le immagini celebrali dai laboratori di tutto il mondo, unendo le scansioni cerebrali ai dati genomici all’interno del Project Enigma (Enhancing Neuro Imaging Genetics through Meta-Analysis).
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno misurato le dimensioni del cervello e dei suoi centri di memoria attraverso migliaia di immagini appartenenti a 21.151 persone sane e contemporaneamente hanno fatto lo screening del loro DNA.
Hanno così scoperto i geni che spiegano le differenze individuali di intelligenza, racchiusa nella variante del gene chiamata HMGA2. Come sappiamo, il DNA è formato da quattro basi azotate, l’adenina (A), la citosina (C), la timina (T) e la guanina (G). Le persone il cui gene HMGA2 aveva una doppia C e nessuna T, mostrava dimensione del cervello più elevate, e di conseguenza una maggiore intelligenza. By Sabrina Bachini – Tratto da: romatg24.it
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Una nuova forma di comunicazione neuronale – Due studi indipendenti – 03 Feb. 2011
In un esperimento, soggetti sottoposti a stimolazione elettrica transcranica ai lobi temporali anteriori raggiungevano la giusta prospettiva per la soluzione di un problema complesso tre volte più spesso dei soggetti di controllo.
Gli innumerevoli campi elettrici che si sovrappongono nel cervello a seguito dell’attività neuronale delle diverse aree non sarebbero un semplice epifenomeno, ma rappresenterebbero un’ulteriore forma di comunicazione neuronale.
A mostrarlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech), del Politecnico di Losanna e della Korea University diretti da Christof Koch e Henry Markram e pubblicata su Nature Neuroscience.
“Finora la comunicazione fra i neuroni è stata pensata come se avvenisse in una macchina localizzata, quella della sinapsi.
Il nostro lavoro suggerisce l’esistenza di un altro mezzo di comunicazione neuronale attraverso lo spazio extracellulare, indipendente dalle sinapsi”, spiega Costas Anastassiou, primo firmatario dell’articolo. “Le perpetue fluttuazioni di questi campi extracellulari sono il tratto distintivo del cervello vivo e in azione di ogni organismo, e la loro assenza è indice di un profondo stato di coma, se non di morte, del cervello.”
In precedenza si riteneva che questi campi fossero in grado di influenzare o controllare l’attività dei neuroni solo in particolari condizioni patologiche, come le crisi epilettiche, che generano campi molto intensi. Pochi studi avevano studiato l’impatto dei campi non epilettici, molto più deboli ma molto più comuni.
Nel nuovo studio i ricercatori si sono concentrati sui campi, relativamente forti e dotati di una lenta oscillazione, detti potenziali di campo locali (LFP), di circuiti neurali di poche cellule. Per misurarli hanno posizionato in cervelli di topo una serie di microelettrodi a una distanza l’uno dall’altro di appena 50 micron.
“I campi di un millivolt per millimetro alterano notevolmente l’attivazione di singoli neuroni e aumentano la cosiddetta spike-field coherence, ossia il sincronismo con cui i neuroni si attivano in relazione al campo. E nel cervello di mammifero sappiamo che ci sono campi che eccedono facilmente i due o tre millivolt per millimetro”, aggiunge Anastassiou. “L’aumento di questa coerenza può incrementare notevolmente la quantità di informazione trasmessa fra neuroni. Inoltre, si sa da tempo che gli schemi di attività cerebrale correlati alla memoria e alla navigazione spaziale generano forti campi e aumentano la SFC.”
Ciò ha conseguenze interessanti anche per la possibilità di influire sull’attività cerebrale, dato che fisica ci dice che un campo esterno imposto influirà sulla membrana neuronale, osservano i ricercatori. L’effetto dipenderà però anche dallo stato del cervello, e dal fatto che non tute le aree mostrano sempre lo stesso livello di attivazione: “Se il campo imposto avrà un’influenza dipende da quale area è interessata”.
Proprio in questa direzione va un’altra ricerca pubblicata su PLoS ONE, dalla quale è risultato che l’applicazione di un campo attraverso una stimolazione transcrarnica ai lobi temporali anteriori è in grado di aiutare la persona a vedere i problemi sotto una luce nuova: nell’esperimento eseguito dai ricercatori dell’Università di Sydney che hanno condotto lo studio, i soggetti sottoposti a simili campi riuscivano a raggiungere la giusta prospettiva per la soluzione di un problema complesso tre volte più spesso dei soggetti di controllo. (gg)
Tratto da. lescienze.espresso.repubblica.it
VIDEOGAMES – I videogiochi violenti modificano il cervello – 10 gennaio 2012
I videogames violenti producono delle modifiche nel cervello. La scoperta si deve ai ricercatori dell’Indiana University School of Medicine.
Lo studio, presentato al meeting della Radiological Society of North America, dimostra che è sufficiente settimana di gioco per variare l’attivazione delle aree cognitive ed emozionali. Gli esperti, per arrivare a queste conclusioni, hanno monitorato 28 giovani maschi tra i 18 e i 29 anni.
La proteina immunitaria che regola anche le sinapsi cerebrali – 03 Mar.2011
Spesso, processi biologici diversi sono innescati da molecole identiche. Per esempio, a modellare le connessioni nervose ci pensa la stessa proteina che permette al sistema immunitario di riconoscere le molecole estranee. La scoperta, riportata su Nature Neuroscience, è frutto del lavoro di un gruppo di ricerca coordinato da Kimberley McAllister della University of California – Davis, negli Usa.
Studiando il cervello di roditori nelle fasi immediatamente successive alla nascita, i ricercatori hanno localizzato delle proteine – chiamate MHC type I – sulla superficie delle cellule nervose. Si tratta di una vecchia conoscenza per i biologi, perché sono le stesse che permettono al sistema immunitario di distinguere le molecole appartenenti all’organismo da quelle “esterne”, alcune volte in modo utile (come nella lotta contro i tumori o le infezioni), altre volte creando problemi (come nei casi di rigetto successivi ai trapianti di organi). Per scoprire il ruolo di queste molecole nello sviluppo cerebrale, i ricercatori hanno studiato sia il cervello di topi privi di questo tipo di proteine, sia neuroni isolati e con un numero alterato di MHC I.
Hanno così scoperto che l’assenza delle proteine portava a un aumento nel numero di sinapsi, i collegamenti che permettono la propagazione dell’impulso nervoso tra i neuroni.
Al contrario, una maggiore densità di MHC I “tagliava” le connessioni neuronali. “Queste molecole non controllano solo la densità sinaptica”, aggiunge McAllister, “ma anche le dinamiche di eccitazione e inibizione dei giovani neuroni, processi indispensabili per l’elaborazione delle informazioni e per garantire plasticità cerebrale”. In più, i ricercatori hanno evidenziato una sorta di controllo incrociato: se le MHC I modellano le connessioni cerebrali, l’attività neuronale regola la loro espressione.
Sebbene lo studio non evidenzi alcuna relazione diretta tra proteine e disturbi nervosi, i ricercatori suggeriscono un possibile collegamento. Disordini come la schizofrenia e l’autismo, infatti, sono causati da alterazioni nelle connessioni tra neuroni. È quindi possibile che le MHC I giochino un ruolo anche nello sviluppo di queste patologie.
Riferimenti: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.2764
Tratto da galileonet.it
Neuroni sintonizzati – Cervello si comporta come una Radio – USA 27 Set. 2010
Il cervello visto come una radio, dove gruppi di neuroni fisicamente distanti si coordinano sintonizzandosi su determinate frequenze.
È questa l’immagine che emerge da uno studio della University of California (Berkeley) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science (Pnas). La ricerca aggiunge nuove informazioni su come funziona il cervello di fronte a compiti complessi, come afferrare una palla in movimento. Fondamentali per la sintonizzazione coordinata sarebbero le oscillazioni dei neuroni corticali.
“Uno dei principali problemi delle neuroscienze è capire il meccanismo che fa agire miliardi di neuroni diversi e indipendenti come un sistema unificato, in grado di agire e sopravvivere in un mondo complesso”, spiega Jose Carmena, docente presso il Dipartimento di Energia Elettrica e Informatica di Berkeley. “La nostra ricerca supporta l’idea che le oscillazioni neuronali abbiano un ruolo fondamentale nell’organizzare l’attività di singoli neuroni in gruppi funzionali più ampi”.
Per il loro studio, i ricercatori hanno analizzato l’attività neuronale di quattro macachi, due impegnati in compiti di interfaccia cervello-macchina, due alle prese con compiti di memorizzazione. I ricercatori hanno osservato la relazione tra la l’attivazione delle cellule nervose e i ritmi corticali in varie zone del cervello. L’analisi dei dati ha dimostrato che la tempistica dei picchi neuronali è sincronizzata in diverse aree del cervello sulla base di ritmi corticali identificati da frequenze ben precise. Per esempio, la frequenza compresa tra 25 e 40 hertz sembra essere particolarmente importante per l’attivazione di neuroni anche lontani coinvolti nel controllo del movimento e nella pianificazione.
Due neuroni sensibili a frequenze diverse avranno un’attività elettrica distinta, non importa quanto vicini essi siano.
Viceversa, due neuroni in aree diverse del cervello ma sensibili allo stesso “richiamo” avranno pattern di attivazione simili. “E’ come una comunicazione radiofonica tra diverse unità impegnate in un’emergenza”, hanno spiegato gli autori: “Ogni gruppo si sintonizza su una frequenza e ha il suo canale: così non c’è il rischio di sovrapporsi e si può comunicare anche a distanza”.
Secondo i ricercatori, la scoperta potrebbe essere utile sia per migliorare le performance di interfacce uomo-computer, sia per trovare nuove strategie di intervento sulle disfunzioni di reti neuronali tramite la stimolazione elettrica.
Un esempio è il trattamento dei disordini del movimento tramite la stimolazione del cervello: di solito l’azione si concentra su una singola area; i risultati fanno ipotizzare l’efficacia di stimolazioni ritmiche più leggere su aree diverse.
Riferimento: doi: 10.1073/pnas.1008306107
By Giulia Belardelli – Tratto da galileonet.it
Si può paragonare il cervello ad una stazione radio, trasmittente e ricevente, il quale per mezzo del DNA delle sue cellule nervose, le cui antenne sono principalmente i cromosomi che sono un avvolgimento a spirale di un “cavo” biologico” (DNA), galleggiante in liquidi, per cui omnidirezionale, che permette la trasmissione o ricezione di qualsiasi tipo di “onda-frequenza” esistente nell’universo, dalle sotto infrarosse alle ed oltre le ultraviolette… a bassissima potenza, intensita’ e voltaggio, che sono di difficile intercettazione/rilevamento, salvo con attrezzature elettroniche particolari, utilizzate ad esempio nella tecnica di medicina naturale denominata appunto BioElettronica, e l’Etere dello spazio e’ l’onda portante come il mare porta le barche…e la modulazione della portante e’ dovuta alle variazioni all’interno di essa e/o per le “interferenze” create dall’informazione che essa puo’ contenere e/o trasportare di essa (portante).
vedi Onde elettromagnetiche
Quindi e pero’ il cervello non è solo trasmittente, nel caso dell’immaginazione creativa, il cervello funge anche da ricevente, così come può ricevere gli stimoli di pensiero.
http://www.radiomarconi.com/marconi/prunai/
Gli odierni piloti dei caccia da militari supersonici, hanno dei caschi che ricevono e trasmettono le onde cerebrali emesse od inviate al cervello del pilota il quale sono pensando e’ in grado di pilotare l’aereo…
http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/caschi_f35.shtml
Ecco i campi emessi dal cervello del Cuore:
http://www.mednat.org/cervello/cervello_cuore.htm
https://antoniovaccarello.wordpress.com/luomo-e-unantenna/
http://www.mednat.org/cure_natur/DNA_antenna.htm
http://www.lastoriavariscritta.it/dna-un-sistema-biologico-ricetrasmittente/
http://www.mednat.org/new_scienza/nuova_scienza_base.htm (vedi Entaglement)
http://www.segnidalcielo.it/scienziati-scoprono-il-luogo-dellanima-allinterno-del-cervello-umano/
Quando il cervello viene stimolato, o sottoposto ad una alta dose di vibrazioni, esso diviene più pronto a ricevere il pensiero-frequenze che gli proviene da sorgenti esterne, questo processo avviene attraverso le emozioni, positive o negative.
Attraverso le emozioni quindi si possono incrementare le vibrazioni del pensiero.
E’ possibile modificare la sintonizzazione del cervello.
L’azione di piante psicogene e’ quella di ridurre od alterare la “taratura” del cervello sulle frequenze dell’ossigeno e del carbonio, che si ottiene con sostanze congeniali ad essa (endoprodotte) e con il pH adatto del liquido cerebrale, in quanto il cervello e’ un organo ricetrasmittente con e di qualsiasi “frequenza-vibrazione-onda” esistente nell’universo, per cui alla nascita esso si “tara” si sintonizza per ricevere solo le onde-frequenze che sono atte a mantenere in vita in questa dimensione l’essere che e’ nato, come una radio od una TV che una volta sintonizzata sulla frequenza di una certa stazione radio o TV, riceve solo quella.
Con queste erbe e/o con sostanze es. minerali tossici (es. quelli dei vaccini -alluminio, mercurio ecc., anche sottoforma di nanoparticelle, che creano anche e non solo l’autismo….), chimiche e/o psicofarmaci, oltre che con certe erbe, che gli sciamani sanno utilizzare, e’ possibile “Disintonizzare” il cervello dalla apposita e normale taratura autoregolata alla nascita per cui esso diviene immediatamente disponibile a riceve le altre frequenze esistenti nell’universo di qualsiasi dimensione esistente e presente.
Infatti nei casi di pre-morte (NDE) ad esempio, la riduzione della quantita’ di ossigeno presente nella circolazione sanguigna cerebrale, “dissintonizza e stara” il cervello il quale si “risintonizza” su altre frequenze di altre dimensioni parallele per cui le rivela e quindi il soggetto vede, sente, percepisce cose, persone, voci, che provengono dal cosiddetto al di la’ che e’ in un’altra dimensione….
E noto che la stessa cosa avviene agli alpinisti quando sono in carenza di ossigeno in alta quota, essi possono vedere, sentire, percepire, ecc., altri esseri in altre dimensioni.
La stessa cosa la si ottiene con sostanze chimiche tipo gli stupefacenti i quali a seconda del tipo di sostanza chimica permettono la sintonizzazione di nuove stazioni trasmittenti di qualsiasi tipo !
Per cui la cosiddetta “pazzia” null’altro e’ che una di-sintonizzazione dal qui ora per la “staratura” del cervello dalle sole frequenze di questa dimensione, che raggiungono, per vari motivi, ma sempre per intossicazioni da metalli tossici, sostanze chimiche o droghe.
http://docplayer.it/5329614-Onde-cerebrali-variazione-delle-risonanze-terra-ionosfera-frequenze-di-schumann-degenerazione-neuronale-harbar-e-attivazione-del-corpo-di-luce.html
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La Medicina Naturale insegna che il cervello umano e’ anche la radio ricetrasmittente biologica, piu’ avanzata dell’UniVerso, con il quale e’ in perenne contatto, essendo sempre immersa nel suo Campo CEU, in qualsiasi “luogo” esso si trovi di qualsiasi punto dell’UniVerso stesso.
Come tutte le radio ricetrasmittenti, esso deve essere “tarato” sulle frequenze da ricevere e trasmettere; esso si tara automaticamente e definitivamente quando viene concepito e nasce-esce dall’elemento Acqua, nel quale e’ stato concepito ed ha vissuto per 9 mesi, cioe’ nell’elemento acqua della placenta. In quel momento, essendo stato tarato precedentemente sulla frequenza base dell’acqua (H2O), come il cervello degli animali acquatici, si ri-tara quando viene in contatto con l’elemento Aria, ecco perche’ il cordone ombelicale deve rimanere attaccato fino al completo deflusso del sangue dal cordone, per non generare un trauma al nascituro, in quanto la taratura, se lo si taglia prematuramente, come oggi stupidamente i medici ufficiali fanno, non avviene completamente come dovrebbe essere.
L’elemento aria e’ un composto di vapor acqueo e gas:
l’aria secca al suolo è composta all’incirca per il 78% V/V di azoto, per il 21% V/V di ossigeno, per l’0,9% V/V di argon e per lo 0.04% V/V di anidride carbonica, più altri componenti in quantità minori.
Questa taratura avviene proprio su questi gas, mantenendo anche parte di quella dell’acqua per il vapor acqueo presente nell’aria.
Infatti se noi andiamo a variare anche in modo minimo (senza arrivare alla morte), la composizione in percentuale di questi gas, succedono varie cose:
– Degli astronauti a certe altitudini, ove l’aria non e’ quella dell’atmosfera al suolo, riferiscono con discrezione per non essere derisi, che hanno dei veri e propri contatti con parenti morti, parlano con esseri (angeli od extraterrestri), sentono musiche particolari, alcuni dicono celestiali ecc.
– Degli scalatori, che sulle montagne alte piu’ di 6.000 metri, riferiscono di aver visto degli angeli, parlato con i propri cari defunti, avuto delle visioni, ecc.
Anche nelle profondita’ del mare alcuni che le hanno visitate con sottomarini abissali (batiscafi), hanno riferito di aver avuto strane sensazioni, visioni.
Altro FATTO: vi e’ una ubriacatura da ossigeno e/o da azoto, che al soggetto fa vedere cose diverse da quelle che ha davanti; anche alcuni dei quali hanno utilizzato la camera iperbarica, riferiscono cose simili.
– Nei casi di pre.morte avvengono le stesse cose; anzi le descrizioni sono ancora piu’ precise, e sono uguali in tutte le parti del mondo ed a qualsiasi religione appartenga il soggetto.
Anche coloro che usano droghe, sintetiche o naturali, riferiscono di visioni, musiche, personaggi, animali, visti…
– Anche i cosiddetti “pazzi”, parlano e comunicano con esseri che vedono veramente, proprio perche’ il loro cervello si e’ disintonizzato dalle frequenze sulle e per le quali era stato tarato (fondamentalmente le frequenze del carbonio) e si e’ ri-sintonizzato su altre frequenze di altri Universi paralleli.
– i militari, e gli enti governativi americani, russi, cinesi, ecc. con i loro esperimenti di emanazioni di frequenze radio a bassa frequenza, su cervelli di cavie umane, hanno, con i loro esperimenti criminali, condizionato, alterato, gli stati normali di coscienza di migliaia di soggetti utilizzati, a loro insaputa o meno. con quelle sperimentazioni….
– anche l’esposizione a certi campi magnetici, possono fare raggiungere nei soggetti sottoposti alle stesse percezioni, visioni, luci, suoni, colloqui con parenti defunti, percezione di presenze sconosciute, ecc.
Questi sono fatti, per cui possiamo confermare che variando la composizione dell’aria (in questo caso di ossigeno) che arriva al cervello, e/o variando le sostanze che arrivano al cervello e che lo nutrono, oppure se si altera anche di pochissimo il pH del liquido intracranico (il liquor), la “radio cervello” si disintonizza dalle frequenze fondamentali e si ri-sintonizza su altre frequenze degli UniVersiparalleli che lo compenetrano.
Naturalmente la medicina imperante ufficiale, queste cose le classifica come ideologie di pazzi….in quanto non ne capisce proprio NULLA !
Il Cervello emana onde elettromagnetiche:
Le onde emanate dal cervello sono onde a frequenza elettromagnetica molto bassa (VLF) ed estremamente bassa (ELF), vedi rapporto AirResearce sulle Bio-comunicazioni e Laboratorio di Bio-Informazioni di Mosca.
I neurologi e psicologi russi che per anni hanno studiato questo tipo di “trasmissione” biologica del cervello, essi che per anni hanno considerato il cervello e la mente umana poco più che un semplice apparato elettrochimico, hanno dedotto che al contrario esso è con la mente (percezione di sé) ivi residente, un sistema molto più complesso ed efficiente; in pratica hanno descritto ciò affermando che: “gli organismi ed i circuiti nervosi, cosi come tutte le altre componenti degli organismi viventi presiedono a funzioni protettive e di adattamento…….la natura ha dotato tutta la materia vivente di strutture nervose assai raffinate……..la trasmissione elettromagnetica di informazioni mentali a distanza, rappresenta una funzione vitale del sistema nervoso; ciò porta ad un concetto dedotto logicamente: il sistema nervoso centrale degli esseri umani (cervello compreso) è sede di strumenti assai sofisticati di radiocomunicazioni biologiche, di una complessità ed efficacia di gran lunga superiori a quelle dei più recenti apparecchi per le radiocomunicazioni oggi esistenti.
Queste “nascoste” capacità sono in noi presenti e latenti, basta saperle sviluppare per utilizzarle per noi stessi e per il bene comune. Il futuro dell’uomo è dia arrivare a riutilizzare queste possibilità per comunicare con la natura stessa………di qualsiasi dimensione !
vedi: Campo CEM corporeo (Aura)
Il cervello superiore (quello nel cranio) è anche diviso in centinaia di aree, ciascuna delle quali governa e controlla delle specifiche funzioni organiche e di sistema del corpo (organi e sistemi bersaglio) – vedi anche: DUE Cervelli + …anzi 3
Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue cellule hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte le altre; infatti, se occludiamo anche per brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello, tramite una momentanea compressione della vena giugolare (D), avremo come risultato prima lo svenimento, poi la paralisi ed infine la morte.
Quindi più ossigeno e gli altri elementi vitali, arrivano al cervello attraverso una buona respirazione, maggiori potranno essere le capacità intellettuali.
(D) La vena Giugulare interna è un grosso vaso venoso che attraversa in modo obbliquo dall’alto in basso e da dietro in avanti la regione laterale del collo + vedi: Gola
Per comprendere meglio, dobbiamo ricorrere all’analogia (comunque impropria) con il computer anche se dobbiamo ricordare che il computer non funziona come il cervello: il cervello è l’equivalente della parte fisica elettronica del computer, la macchina.
Come puo’ il cervello fisico elaborare le informazioni che riceve attraverso gli organi di senso e quelle che riceve dalla mente stessa che vive anche al suo interno ?
Il nostro organismo riceve stimoli, per mezzo degli organi di senso, pelle, udito, vista, olfatto, tatto, attraverso le onde elettromagnetichee segnali chimici (E), piu’ o meno “sottili” che stimolano i sensori di quegli organi di senso; il gusto riceve stimoli biochimici, che nell’organismo vengono poi trasdotti, trasformati in energia elettromagnetica che viene inviata al cervello.
(E) Segnali chimici:
Le cellule comunicano tra loro mediante il rilascio di molecole: semplici segnali chimici (es. rilascio di neurotrasmettitori come laDopamina da parte dei neuroni) o molecole derivate dal colesterolo (es. gli ormoni steroidei: ormoni prodotti a partire dal colesterolo. Si suddividono in ormoni corticosteroidi (prodotti dalle ghiandole surrenali, si tratta soprattutto del cortisolo ed in ormoni sessuali) o molecole proteiche (es. fattori di crescita, insulina…).
Queste molecole più o meno complesse vengono riconosciute dalle cellule bersaglio mediante “recettori” che possono essere sia di superficie (sulla membrana cellulare) sia nel citosol della cellula (come i recettori per gli ormoni steroidei) che nel nel nucleo della cellula (es. recettori per l’acido retinoico).
Le “molecole segnale intracellulari” permettono la trasmissione del segnale dal recettore superficiale all’interno della cellula stimolando una risposta adattatoria (metabolica, sintesi proteica ecc…)
Quindi il cervello funziona con una base principalmente elettromagnetica (oltre che per caduta, biochimica), che a sua volta trasforma queste energie (EM) per mezzo della Nevro-Glia in radiofrequenza che contiene le informazioni trasformate in forma olografica, che si traducono in sensazioni, percezioni, emozioni, per l’IO SONO – Ego/IO, cioe’ per l’essere stesso, il quale le memorizza (consciamente od inconsciamente) nell’Atomo dell’Ego – IO SONO stesso, cioe’ per l’Essere ed anche negli atomi che compongono il DNA dei cromosomi del cervello stesso ed in quelli delle cellule del corpo se necessario, e le “dona”- trasmette sempre anche al suo centro, che e’ il vortice centro mosso di un micro buco nero che si “affaccia”, nel Vuotoquantomeccanico…e quindi da e per l’INFINITO.
Per comprendere bene le Funzioni del Cervello leggere anche: Fisica Quantistica
Il Cervello è quindi la macchina (hardware), il computer (la radio ricetrasmittente) ed il corpo è l’automa-scafandro che permette all’IO SONO – Ego/IO di manifestarsi nel “cronotopo”, lo spazio-tempo nel quale si trova o si deve recare; è quindi la Mente (software) che “porge” (dopo le opportune elaborazioni) all’Ego/IO-Coscienza-Essere, le sensazioni e le percezioni.
Le informazioni o le sensazioni interiori, sono “dati” che inseriamo nel nostro computer (il cervello che li elabora attraverso la mente/organo, per mezzo del programma di sopravvivenza), attraverso tutti gli organi di senso, udito, vista, tatto, gusto, olfatto, intuizione, che si traducono in apprendimento, godimento, sofferenza, ecc.
Questi dati vanno ad arricchire i “file”, le memorie, la banca dati dell’IO SONO/Ego, e quindi rappresentano le informazioni e le esperienze dell’Essere (Co-scienza) passando per quelle degli Atomi, e degli Elettroni contenuti negli atomi dei Geni del DNA di tutte le cellule del corpo, fin nel nostro InConscio che “vive” nel cervello di sotto (enterico) e contemporaneamente arriva fino nelVuotoquantomeccanico dell’Infinito.
Per cui è chiaro che l’Ego/IO NON E’ il CERVELLO e nemmeno la Mente lo è; essa è il mediatore=sistema operativo del cervello, il medium dell’Ego/IO, è la parte di energia che lo circoncide e lo rinchiude in un Atomo (la bolla di Energia Informata = come una bolla di sapone) che si personalizza con la propria esperienza ad ogni vita vissuta.
Gia nella Bibbia e precisamente in Esodo e Levitico si parla della famosa e leggendaria Arca di Mosé.
Sul suo coperchio vi erano posizionati 2 Cherubini con le ali spiegate e fra queste ali si sprigionava la Shekinà (arco sacro) ed il testo biblico dice che questa energia era la rappresentazione della divinità.
La Shekinà era ed è la rappresentazione simbolica della CoScienza che compare sull’ARCa, cioè nel CRAnio ed i 2 Cherubini sono i nomi dei 2 emisferi del Cerebrum (Cervello) che essa utilizza per potersi manifestare.
IO SONO / Ego + Mente + Cervello sono 3 parti interdipendenti, correlate strettamente tanto da sembrare “Trino” (3 unità) od una sola cosa, ma comunque distinte, cosi come il “cervello fisico” quello nella testa, e’ composto da due parti (emisfero sx e dx) + il cervello di sotto (quello enterico, nell’intestino) ci permetto di essere Uno e Trino (3 unita’) nello stesso tempo/circuito.
Inoltre: Tutti abbiamo 3 cervelli = 2 cervelli + 1 nel Cuore
1° che e’ quello nella testa (cranio) il Cervello di sopra, con 2 emisferi ed il cervelletto (in sintesi sono 3 cervelli);
2° il cervello inferiore (Sistema Nervoso Enterico od Encefalo Enterico) o di sotto, chiamato giustamente In-test-ino, cioè dentro nella testa; quest’ultimo cervello e’ in parte autonomo, esso è la sede della Mente reattiva, che è strettamente correlata al Sistema Immunitario; infatti proprio nell’intestino vi sono dei “sensori” IMPORTANTI del Sistema Immunitario ed il 65% di esso ha la sua funzione proprio nell’intestino ed infine:
il 3°quello nel Cuore
Il Cervello (superiore, quello nel cranio) è una specie di interfaccia che permette la manifestazione della CoScienza nell’organo mente, cosi come, una radio od un televisore, permettono di manifestare le onde elettromagnetiche sottoforma di suoni ed immagini; gli stati di pre-morte quindi dimostrano che la mente/Coscienza sopravvive alla morte del cervello.
Anche coloro che sono contrari a questa definizione, ammettono che le immagini ed i suoni avvengono realmente, ma che sarebbero frutto di allucinazioni dovute alla scarsità di apporto di ossigeno al cervello……..ma come mai questi racconti e le loro descrizioni (schema base identico) sono SEMPRE simili e ciò in tutte le culture e religioni in tutte le parti del pianeta, mentre è notorio che le allucinazioni NON sono MAI e poi mai simili, né hanno uno schema identico ???
Proprio il minore apporto di ossigeno al cervello sembra essere il responsabile della perdita di “sintonizzazione” del cervello in questa realtà dimensionale, che man mano che l’ossigeno diminuisce, permette al cervello di sintonizzarsi su altre dimensioni esistenti nell’UniVerso, questo per poter proiettare attraverso il buco nero interiore, nel tunnel dimensionale che termina con un buco bianconella nuova dimensione ove ci si deve recare alla morte con il Trapasso.
Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue cellule hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte le altre; infatti, se occludiamo anche per brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello, tramite una momentanea compressione della vena giugolare, avremo come risultato prima lo svenimento, poi la paralisi ed infine la morte. Quindi più ossigeno e gli altri elementi vitali, arrivano al cervello attraverso una buona respirazione, maggiori potranno essere le capacità intellettuali.
Per comprendere meglio, dobbiamo ricorrere all’analogia (comunque impropria) con il computer anche se dobbiamo ricordare che il computer non funziona come il cervello: il cervello è l’equivalente della parte fisica elettronica del computer, la macchina.
Da che cosa e’ composto il Cervello, da cellule nervose e da un tessuto a rete le cui maglie si trovano nelle cellule stesse; questo tessuto e’ detto Neuro-glia o Nevro-Glia (Nevroglia=Stroma, cioe’ impalcatura connettivale del tessuto nervoso, detto anche Glia).
Già nel 1906 il premio Nobel per la Neurologia, Ramon y Cajal, sostenne nei suoi studi, l’importanza della “NevroGlia” come primo anello fisio-psichico di interazione fra cervello e mente. La nevroglia è la base, del tessuto nervoso a struttura reticolare delle cellule nervose e costituisce l’impalcatura di sostegno della sostanza grigia e bianca dell’encefalo, midollo spinale e nervi periferici, anche con funzione fagocita e rigenerativa; essa rappresenta quindi il 90% del Sistema nervoso, l’altro 10% e’ rappresentato dai neuroni.
Queste cellule che compongono la nevro-glia nel nostro corpo, sono quindi 10 volte più numerose dei neuroni e costituiscono la metà del volume del sistema nervoso centrale e periferico.
Questa parte (il tessuto, la nevro-glia) della struttura matriciale dei neuroni, la “placenta” nella quali essi si formano e si “relazionano” con le altre cellule nervose, è anche foto sensibile, quindi reagisce alla Luce/Informazione come le foglie degli alberi; l’albero del Sistema Nervoso ha le sue foglie nella “nevroglia” che essendo foto sensibile, permettono alla Luce/inFormAzione di modulare la struttura base (sotto forma di impulsi bio luminosi elettronici) dei neuroni, i quali a loro volta trasformano la “Luce”, l’inFormAzione da impulsi luminosi/elettronici in segnali bio chimici, affinché i neuroni stessi possano creare sinapsi, collegamento circuitali con altri neuroni; ecco come l’iDEA crea il movimento nella materia fisiologica.
Il Sistema nervoso nel suo insieme e’ la parte dell’organismo che “dirige” la funzione e quindi anche la funzionalita’ del “Sistema Immunitario” il quale a sua volta e’ l’insieme di funzioni di vari sistemi ed organi, in primis il cervello di sotto, il sistema nervoso enterico=tubo digerente o sistema gastrointestinale.
Le cellule della microglia, “giardiniere” del cervello – 09/03/2016
La plasticità cerebrale, il processo che permette la riconfigurazione dei circuiti nervosi, dipende in modo essenziale dall’azione di alcune cellule immunitarie che eliminano, “potandoli”, i collegamenti fra neuroni divenuti inutili. Le risorse cellulari liberate porteranno alla creazione di nuove connessioni (red)
La plasticità del cervello, ossia la sua capacità di ristrutturare le connessioni fra i neuroni, dipende in modo essenziale dall’azione delle cellule della microglia, le cellule immunitarie che proteggono il cervello dalle infezioni e distruggono le cellule morte in seguito a una lesione.
Fino a poco tempo fa si riteneva che il ricablaggio dei circuiti cerebrali fosse gestito esclusivamente dai neuroni, ma più di recente sono emersi dati che indicano un coinvolgimento anche della microglia.
Il nuovo studio – condotto da ricercatori dell’Università di Rochester e pubblicato su “Nature Communications” – conferma il ruolo di queste cellule nella plasticità cerebrale, sottolineandone l’importanza e chiarendo alcuni dei meccanismi della loro azione.
Nei loro esperimenti sui topi, i ricercatori hanno osservato le cellule della microglia in azione mentre stavano riorganizzando le connessioni fra i neuroni quando il cervello invece di ricevere le informazioni visive da due occhi le riceveva da uno solo.
Hanno così visto che le cellule della microglia prendevano di mira le sinapsi – i punti di collegamento che permettono la comunicazione fra i neuroni – scollegando fisicamente un neurone da un altro, ma lasciando intatti gli altri collegamenti importanti.
Tranciando le connessioni divenute inutili, vengono così indirettamente rinforzate le altre sinapsi e c’è la possibilità di crearne delle nuove, più appropriate, grazie alle risorse cellulari liberate da quella “potatura”.
“La rete dei collegamenti cerebrali è come un giardino”, ha detto Rebecca Lowery, coautrice dello studio. “Non solo richiede nutrimento e un ambiente sano, ma ogni tanto è necessario potare i rami secchi e strappare le erbacce per consentire la crescita di nuovi fiori.”
I ricercatori hanno poi individuato uno dei meccanismi molecolari chiave di questo processo, che fa perno su un recettore, chiamato P2Y12.
Il recettore è espresso esclusivamente sulla superficie delle cellule della microglia in stato quiescente e funziona da pulsante di attivazione di quelle cellule quando si lega a sostanze emesse da neuroni in sofferenza.
Lowery e colleghi hanno scoperto che P2Y12 è sensibile anche alle variazioni nei livelli di attività dei neuroni, e che il blocco o l’eliminazione del recettore impedisce che si inneschi il processo di plasticità.
Tratto da: lescienze.it
vedi: PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
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La relazione fra cuore e cervello – Ottobre 2014
Alcune ricerche interdisciplinari emergenti – inizialmente avviate da ricercatori “popolari” più che da scienziati istituzionali – indicano che il cuore non è una semplice pompa muscolare, ma una parte del cervello con stesso numero di neuroni sensoriali posseduto da certe regioni subcorticali del cervello.
Fra il cervello e il cuore esistono fenomeni di retroazione biologica strettamente interconnessi, nei quali vengono scambiate informazioni sulla percezione del mondo da parte del cuore. Il cuore usa un linguaggio emotivo altamente dettagliato per percepire e descrivere il mondo, e queste descrizioni vengono inviate al cervello, che le analizza ed elabora una risposta.
I due organi essenzialmente effettuano un’analisi attraverso due meccanismi diversi per ottenere la migliore comprensione del mondo in cui vive un individuo umano. Mentre la mente apprende attraverso modelli analitici, il cuore utilizza la sua capacità di generare dei complessi unici di sentimenti-Gestalt per comprendere la realtà interiore del mondo che lo circonda.
Il cuore apprende un mondo vivo; il cuore ha una capacità naturale di trovare l’unicità delle cose, di sperimentare un’intimità con ciascun evento particolare. Gli antichi Greci chiamavano questa capacità aisthesis, in cui ogni cosa possiede una profondità interiore, un punto di vista e una vitalità. Come commentava lo psicanalista junghiano James Hillman, il cuore è l’organo che “percepisce le corrispondenze fra le sfumature della coscienza e i livelli dell’essere” ed è coinvolto nella “interpenetrazione fra la coscienza e il mondo” (dalla lezione “Thoughts of thè Heart”, 1981).
Il cuore ha una capacità naturale di trovare l’unicità delle cose, di sperimentare un’intimità con ciascun evento particolare.
Gli antichi Greci chiamavano questa capacità aisthesis. Sviluppare la capacità dell’ Xaisthesis permette all’essenza vivente unica che è presente in ogni cosa di fluire nell’uomo attraverso l’organo di percezione che è fatto per riceverla: il cuore.
Tratto da Nexus n° 111
vedi: Cervello-Cuore e CEM + Campo energetico del Corpo
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Cervello e neuroni: spiati da un robot del MIT – 07 Maggio 2012
Arriva dal MIT un nuovo metodo in grado di ottenere l’accesso ai meccanismi interni dei neuroni nel cervello. Insieme ai colleghi delGeorgia Tech, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno sviluppato un modo per automatizzare il processo di ricerca e registrare le informazioni dei neuroni in un cervello vivente.
I ricercatori hanno infatti dimostrato che un braccio robotico guidato da una cella di rilevamento può identificare e registrare i neuroni del cervello di un topo vivente con una migliore precisione e velocità rispetto ad uno sperimentatore umano. Il braccio robotico cala una sorta di pipetta di vetro all’interno del cervello del topo anestetizzato con precisione micrometrica.
Il nuovo processo automatizzato fornisce dunque le tanto ricercate informazioni sulle attività delle cellule dei viventi. Utilizzando questa tecnica, gli scienziati potrebbero classificare le migliaia di diversi tipi di cellule nel cervello, ma potrebbero anche realizzare la mappa sul modo in cui si connettono le une alle altre. Infine, aiuterebbe a capire come le cellule malate si differenziano da quelle sane.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra i laboratori di Ed Boyden, professore associato di ingegneria biologica e del cervello e scienze cognitive del MIT, e Craig Forest, professore di ingegneria meccanica presso la Georgia Tech. “Il nostro è stato un team interdisciplinare fin dall’inizio” ha detto Forest.
Il metodo potrebbe essere particolarmente utile nello studio di disturbi cerebrali come la schizofrenia, il morbo di Parkinson, l’autismo e l’epilessia.
Dice Boyden a poposito: “In tutti questi casi, una descrizione molecolare di una cellula integrata con le sue proprietà elettriche è rimasta evasiva. Se potessimo davvero descrivere come le malattie cambiano le molecole nelle cellule specifiche all’interno del cervellovivente, ciò potrebbe consentire di individuare bersagli diretti per i farmaci”.
By Francesca Mancuso – La ricerca è stata pubblicata su Nature Methods.
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La materia bianca del cervello
La materia bianca del cervello non è un’infrastruttura passiva, ma svolge un ruolo attivo nell’apprendimento e nello sviluppo delle malattie mentali.
La materia bianca, a lungo considerata un tessuto passivo, influisce attivamente sia sul modo in cui il cervello impara, sia sulle sue disfunzioni. Mentre la materia grigia (composta da neuroni) esegue le attività di pensiero e di calcolo, la materia bianca (composta da assoni rivestiti da mielina – sostanza facilmente inibita dai Vaccini) controlla i segnali condivisi fra i neuroni, coordinando il lavoro delle diverse regioni cerebrali.
Un nuovo tipo di tecnologia basata sulla risonanza magnetica, l’imaging del tensore di diffusione (DTI), ha mostrato per la prima volta la materia bianca in azione, rivelandone il ruolo prima ignoto. La mielina si forma in parte alla nascita, e si sviluppa gradualmente in varie regioni fino ai 25 annidi età. I tempi di crescita e il grado di completamento esercitano un’influenza su apprendimento e autocontrollo, nonché su malattie mentali come la schizofrenia, l’autismo e persino la pseudologia fantastica, o menzogna patologica. By R. Douglas Fields – Tratto da: Le Scienze, maggio 2008, n.477
Le cellule del Sistema nervoso (Nevro-Glia + Neuroni) secernono anche “Citochine“, sopra tutto quando i sensori del SN ricevono il segnale di un agente MNO = Molecole Non Originarie tipo: radicali liberi, tossine di qualsiasi tipo, molecole e/o sostanze endoprodotte e/o introdotte con Vaccini, farmaci, droghe, alimenti e bevande NON idonee alla Perfetta Salute, introdotti nell’organismo, che SEMPRE ammalano il soggetto.
Le Citochine sono una classe eterogenea di proteine secretorie prodotte da vari tipi di cellule, ed hanno la funzione di condizionare il comportamento di altre cellule-specifiche verso cui sono indirizzate; si comportano quindi da “mediatori” tra le diverse cellule, ed agiscono da segnali inter-cellulari.
Sono molecole prodotte essenzialmente durante la fase di attivazione e durante la fase effettrice sia dell’immunità naturale che di quella specifica.
Azione delle Citochine:
Le azioni delle Citochine possono essere riepilogate in cinque aree:
– Attivazione delle risposta immunitaria cellulare ed umorale.
– Induzione dell’infiammazione e veicolazione della stessa a tutte le cellule del corpo.
– Regolazione dell’emopoiesi = processo di formazione degli elementi cellulari del sangue.
– Controllo sulla differenziazione e proliferazione cellulare.
– Modulazione della guarigione
Le citochine influenzano spesso la sintesi di altre citochine e/o la loro attività. Le Citochine possono operare in modo SINERGICO e COOPERATIVO potenziansi a vicenda e trasportando quindi l’informazione a qualsiasi livello attraverso il sangue.
Quando esse vengono a veicolarsi nel plasma sanguigno informatizzano (informano) tutte le cellule del corpo, di cio’ che sta avvenendo in esso; sono anche quindi le veicolatrici dello stato di irritazione, infiammazione, conseguente, stato che interviene SEMPRE quando una MNO si introduce nel sistema corpo.
Le cellule della Nevro-Glia “percepiscono” interagiscono, assorbono, riflettono anche la radiazione cromatica (intesa come Luce) che è sempre la solita radiazione elettromagnetica nel campo spettrale da 400 a 700 nanometri.
L’assorbimento della luce è un caso particolare e concettualmente abbastanza secondario della più ampia interazione delle radiazioni EM con la materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli in sospensione per lo più riflettono e disperdono la luce, “scatter”.
I composti intra cellulari l’assorbono un poco, se sono cromogeni naturali (clorofilla, emoglobina, porfirine, ecc.) o artificiali (esempio: psoraleni: composti chimici ad azione fotosensibilizzante che tramite l’assorbimento dei raggi UV stimolano modifiche biologiche cellulari).
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Le normali strutture cellulari (esempio: proteine, DNA, ecc.) non assorbono molto la luce cromatica, ma sono molto sensibili alla radiazione della luce più energetica (ultravioletti).
L’acqua delle cellule assorbe per esempio l’infrarosso scaldandosi, in quel caso la radiazione non è più “cromatica”. L’italiano, prof. Leonida Santamaria, Patologo generale in Pavia, era famoso per la sua ricerca sulla fototossicità.
Comunque occorre ricordare che tutta la materia, corpo umano compreso, è composta di atomi o campi
atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La malattia è una alterazione di queste vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione anche con le apparecchiature Bio elettroniche di tutti i tipi.
Qualche inciso: recenti studi nel laboratorio Europeo di ricerca sulle particelle sub nucleari hanno confermato che ogni particella sub nucleare è influenzata dalle variazioni (cioè dalle informazioni) lunari, terrestri e solari (le loro varie fasi, alterazioni dei loro campi magnetici, macchie solari, terremoti, quindi dai campi elettromagnetici e di quelli più sottili, ecc.), per cui abbiamo la dimostrazione che tutta la materia vivente (anche i corpi umani) è interagente con qualsiasi altra materia a livello sub atomico fino a quello Spirituale, il Pensiero.
Anche le più avanzate ricerche scientifiche in merito (vedi gli studi del Dr. Prof. C.F. Bucca di Firenze, Italia) confermano le nostre affermazioni. In quegli studi, si evidenzia come: “L’IO, la Mente ed il cervello possono presentare dei disturbi di comunicazione a vari livelli; questi disturbi potranno essere espressi da una somatizzazione, come una espressione di un processo finale di uno stress mentale sul piano fisico, da una malattia organico/mentale”.
La malattia è quindi SEMPRE di ordine Spiritual/Mental/Organica (Conflitto Spirituale + Stress) e quindi la guarigione deve seguire uno schema identico partendo dalla risoluzione dello stress/Conflitto e contemporaneamente agire con le Cure naturali sul fisico.
Il reticolo vescicolare presinaptico è stimolato dalle onde di Luce/informazione, emesse o ricevute trasformando i segnali in ordini e comandi precisi, quindi in azioni coerenti e coordinate a finalità definite.
Ogni desiderio od intenzione mentale, quindi anche ogni emozione, (consciamente od inconsciamente), attiva la corteccia cerebrale in certe precise regioni del cervello, ancor prima che vi appaia il movimento; ciò è stato rilevato sperimentalmente con certezza.
Quindi possiamo affermare con sicurezza che ogni pensiero, conscio od inconscio, proveniente dal “cielo del pensiero”, ancor prima di scendere in “terra” e divenire azione, movimento, attiva e viene rivelato dalla mente/organo energetico e diviene azione generando onde elettromagnetiche (radiofrequenza) e quindi movimento nei cervelli (superiore ed inferiore), agendo con ordini finalizzati, nell’organismo che è il recettore ed esecutore dei comandi Spirituali, dell’Ego/IO della persona stessa, ecco la discesa delle iDEE, (gli Dei=informazioni) nella “Terra” fisiologica.
Essendo la vita l’accumulo di esperienze quindi un continuo flusso di informazioni, possiamo definire il corpo degli esseri viventi come una “macchina biologica CibernEtica” atta a raccogliere, elaborare, memorizzare distribuire informazioni, con un “sistema” che parte dallo Spirito (la CoScienza) e finisce nella sua parte densa, il corpo fisiologico.
Queste ricerche permettono pure di appurare e comprendere lo stato ed il livello di consapevolezza della persona e come ella risponde agli stimoli informazionali con i quali entra in contatto.
Si determina anche lo stato del territorio, sociale, fisico, mentale/emozionale/affettivo, nel quali l’individuo vive e ciò permette di comprendere la Sua personale “visione del mondo”, che è partecipatoria alla realtà, ma non è sempre conforme alla stessa; come afferma anche lo scienziato e fisico inglese Hoyle: “l’ Universo esiste per essere osservato ed osservandolo lo si fa esistere”; ciò significa quindi che la nostra personale visione del mondo, può modificarne la struttura del suo divenire; anche la realtà è interdipendente dalla nostra particolare visione del mondo, così come la vediamo e la immaginiamo, ciò significa che noi siamo in grado di “captare” solo ciò per cui siamo stati condizionati/informati, dal nostro inconscio/conscio, cioe’ da cio’ che ci e’ necessario per arrivare ad una evoluzione sempre piu’ perfetta e consapevole !
vedi Sintesi
Tanto più acquisiamo consapevolezza e quindi informazione sulla realtà del reale, tanto maggiore sarà la nostra possibilità di acquisire risonanza con livelli migliori e quindi superiori; ciò significa che il nostro “destino” non è solo una questione di possibilità, ma bensì anche di scelte, consapevoli o meno.
Nei suoi studi il ricercatore italiano ing.Tedeschi ha potuto vedere, dopo attente osservazioni, che la mappa cerebrale riferita agli organi del corpo ricostruisce la “mappa fisiologica” non di un uomo adulto, ma bensì quella di un embrione di 12 settimane (3 mesi) !!! a quell’età infatti si costituiscono i vari livelli di distribuzione dell’inFormAzione nei vari sistemi organici di reflessologia, nei piedi, nell’iride degli occhi, nelle orecchie, nelle mani, nella pelle, ecc.
Il Tedeschi, con le sue attente ricerche sulle frequenze cerebrali emesse dai 2 emisferi del cervello umano, ha anche permesso di comprendere molto meglio i meccanismi che intercorrono fra l’IO SONO=Coscienza, Ego/IO parte della mente/organo, come struttura indipendente di Luce/energia plasmica/mente come organo e corpo fisico con cervello, organi e sistemi; per mezzo di tecniche riflessogene e di imposizioni delle mani, egli ha dimostrato come tutti gli esseri viventi complessi sono anche dei BioRisuonatori Universali, che utilizzano dei “diapason” che se opportunamente eccitati, consentono di far risuonare i diapason/organi del corpo non solo proprio, ma anche quelli di altre persone.
Questo particolare fenomeno è chiamato BioRisonanza del corpo.
La scansione di frequenze cerebrali che avviene, è correlata alla corretta attivazione delle frequenze/organo, per cui nell’istante i cui un tecnico di medicine naturali od un guaritore tratta un organo od una determinata parte del corpo, si vede nel suo quadro cerebrale l’attivazione in ampiezza dell’onda cerebrale della frequenza a cui corrisponde e dopo una frazione di secondo l’attivazione della stessa frequenza nel quadro del ricevente, un altro soggetto, che sta in posizione di rilassamento con occhi chiusi e senza l’appoggio diretto di mani del tecnico o terapeuta sul suo corpo e con entrambi in perfetto silenzio.
La Mente/organo è l’equivalente del “programma o sistema operativo” ovvero del programma per poter ricevere ed elaborare i dati (i Files) che si inseriscono nella memoria del “computer biologico”; essa serve per far sopravvivere al meglio l’Essere, nello Spazio/Tempo nel quale è manifestato; essa si avvale del “dischetto-CD-Nastro” che è un supporto fatto di materia allo stato di Energia, il Campo Psico Elettro Magnetico Informato (CEI) ed emana e riceve certi tipi speciali di “radiofrequenze” anche elettro magnetiche.
La mente (vegetale, animale, umana), lo ricordiamo, ha la stessa “qualità ” intrinseca degli oggetti che osserva e/o entra in contatto e che ha desiderato e quindi “creato”, si è evoluta con essi ed interagendo dinamicamente con essi, è stata capace (per intrinseche proprietà) di crearne rappresentazioni olografiche/virtuali in se stessa; piu’ la mente ha piu’ proprietà, maggiori sono le sue possibilità; e’ di tutta evidenza che la mente di un vegetale ha la stessa “qualità” di un animale od umano, ma non, la stessa quantità e quindi le stesse possibilità.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione ed informazione olografica, quindi immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente/immagine, in una Unica grande mente Universale fin nel VuotoQuantoMeccanico dell’Infinito.
TUTTI i nostri guai, le nostre malattie, ricordiamolo ancora una volta, sono generate dai Conflitti Spirituali irrisolti (il che comprende anche una immaginazione non sana, non tendente alla perfezione), che determinano la rottura dei giusti rapporti Psico/Termico/Nutrizionali, intossicando quindi l’organismo o parte di esso.
Ciò significa che ogni Conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
Se avremo una mente/organo che tenderà a sovreccitare ed irritare, creando Conflitti Spirituali (vedi Uomo Psico elettronico) ed infiammando, eccitando oltre misura i neuroni del cervello; la sovreccitazione nasce quando essi sono sottoposti ad una attività non CONFORME ai desideri veri dell’Ego/IO che sempre è alla ricerca di Verità sempre più Perfette ed in linea con le Leggi, gli scopi e le Finalità della Manifestazione, se così è, avremo molti problemi (Conflitti Spirituali) e quindi di Salute; in questo caso la mente attiva azioni inconsce per creare un sangue tossico che infiamma le cellule…..con meccanismi che partono dall’intestino….(disbiosi + malnutrizione, farmaci, Vaccini, ecc.).
Creare immagini mentali in sintonia con le Leggi Creative, renderle Azioni, fare all’Amore con la persona amata, riflettere, imparare, conoscere, meditare o pregare, ascoltare musica, auto esaltarsi, raggiungere stati psichici emotivi di grande gioia, partecipare con concentrazione a riunioni nelle quali vi è grande comunione fra i presenti, ecc., fa per esempio aumentare il tasso di endorfine prodotte dalle cellule neuroniche e rende il vostro sangue migliore.
Le sovra eccitazioni, le intossicazioni, le infiammazioni neuronali, generate dai Conflitti Spirituali, se rese croniche, prima o poi creeranno dei micro corto circuiti neuronali che altereranno le giuste informazioni che essi prima inviavano ai vari organi o sistemi corrispondenti alla loro attività psichica, di conseguenza anche l’aids o il cancro potranno comparire, se il supporto fisico risponderà a quelle nuove sollecitazioni anomale, perché i liquidi del corpo (il terreno) varieranno i loro giusti rapporti di pH e quindi quelli Termico/Nutrizionali intossicando tutto l’organismo o parte di esso.
Alcune funzioni del cervello superiore sono speculari, ad esempio l’emisfero destro controlla i muscoli ed i movimenti della parte sinistra del corpo; mentre l’emisfero sinistro controlla quelli della parte destra; anche gli stimoli quelli Tattili, Acustici, Olfattivi, Gustativi, che provengono dalla metà destra del corpo, vengono registrati dall’emisfero di sinistra e viceversa, per poi essere trasformati in Sensazioni Spirituali (InFormAzioni); altre funzioni sono asimmetriche, in quanto sono raggruppate soltanto in uno dei due emisferi.
Nella maggior parte delle persone l’emisfero di sinistra controlla le funzioni linguistiche in quanto vi sono localizzati alcuni centri del linguaggio i quali permettono di leggere, parlare, scrivere e di comprendere il linguaggio degli altri; questa asimmetria è così evidente che l’emisfero sinistro è più “grosso” come volume a livello della corteccia cerebrale dell’altro.
A destra sono invece localizzate le funzioni che permettono di riconoscere le immagini visive e di essere coinvolti emotivamente quando si osserva una immagine, un bel tramonto, un paesaggio o nell’ascoltare una musica particolare.
Questo emisfero, contribuisce a conferire il “tono” all’emozione, le pause e le inflessioni nel linguaggio; ciò è molto importante per dare una impronta caratteriale specifica in quanto la comunicazione non è affidata solo alle parole, ma anche alle sensazioni emotive e di tono, le quali sono cariche di informazioni istintive; ovviamente a seconda del sesso a cui apparteniamo le zone di utilizzazione degli emisferi cerebrali, variano.
Una piccolissima parte dell’architettura del cervello, fatta di miliardi e miliardi di connessioni che uniscono tra di loro le cellule nervose, i neuroni, è di origine genetica (DNA); la maggior parte di questa architettura invece, viene a crearsi man mano che il tempo passa e le informazioni arrivano dall’ambiente nel quale l’Essere è manifestato.
Il cervello e la sua intricata rete di connessioni nervose, possono essere paragonati alla chioma di un albero (l’albero delle vite); di questa chioma sovrabbondante, l’ambiente “pota” alcuni rami mentre ne consolida altri, cioè le connessioni sinaptiche tra neuroni, sono più abbondanti di quelle richieste, nel corso del tempo e dello sviluppo, vengono stabilizzate solamente quelle connessioni che vengono “usate”.
Il nostro cervello è un organo “plastico”, le sinapsi nervose, aumentano o diminuiscono a seconda degli stimoli bio elettrochimici che pervengono ai neuroni; si è potuto vedere al microscopio elettronico l’incremento di sinapsi, ottenute con l’arrivo di nuovi stimoli psico bio elettrochimici; queste nuove sinapsi permettono all’Ego/IO una migliore e più grande possibilità di elaborare i dati ricevuti dall’ambiente.
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Un dogma da modificare – Comunicazione tra cellule nervose anche senza sinapsi
Gli interneuroni possono diffondere GABA nello spazio extracellulare per comunicare con le altre cellule cerebrali, anche in presenza di livelli molto bassi del neurotrasmettitore.
I neuroni comunicano attraverso le sinapsi: è quanto si legge qualunque manuale di biologia o di neuroscienze. Ora questa nozione dovrà essere modificata perché un gruppo di ricerca dell’Università di Szeged, in Ungheria, ha scoperto che alcuni neuroni per comunicare bypassano del tutto la sinapsi, utilizzando l’emissione di neurotrasmettitori nello spazio tra le cellule, che investe i neuroni circostanti.
Il risultato, riferito in un articolo apparso sulla rivista “Nature”, è venuto studiando gli interneuroni, comuni nella corteccia cerebrale, una regione che riveste un ruolo cruciale in molte funzioni cerebrali, tra cui memoria, attenzione e linguaggio.
Precedenti studi hanno mostrato come gli interneuroni possano inibire l’attivazione di altre cellule nervose rilasciando il neurotrasmettitore GABA (acido gamma-aminobutirico), che tipicamente trasmette i messaggi lungo le sinapsi.
Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che il GABA può diffondere anche nello spazio extracellulare, dove veicola il messaggio tra neuroni non connessi tra loro da sinapsi. Gli studiosi tuttavia ritenevano che per avere una quantità sufficiente di GABA occorresse l’attivazione di molti neuroni contemporaneamente.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori ungheresi hanno analizzato campioni di interneuroni umani e murini, che possiedono assoni molto ramificati e riccamente dotati di siti da cui il GABA può essere rilasciato nello spazio extracellulare.
I ricercatori hanno potuto riscontrare come solo 11 dei 50 siti di rilascio esaminati corrispondessero a sinapsi. Ulteriori sperimentazioni hanno poi confermato che un solo interneurone, se stimolato, rilascia abbastanza GABA da inibire l’attività dei neuroni circostanti non connessi da sinapsi.
Si è scoperto inoltre che gli interneuroni contengono recettori sensibili a livelli di GABA molto bassi, il che fa ipotizzare che essi siano “progettati” per comunicare tra loro così come con altri tipi di cellule. Gli stessi recettori sono sensibili anche ai neurosteroidi. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
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Lo sviluppo del Sistema Nervoso è un complicatissimo processo di interazioni tra l’Essere e l’ambiente; nell’ambito di queste interazioni, il cervello gioca un ruolo essenziale.
Esso non è un organo pronto per l’uso; tra il cervello e gli organi che ricevono i suoi comandi o che gli inviano degli stimoli bio elettrochimici, si devono formare delle connessioni specifiche, che vengono consolidate dagli impulsi che percorrono i circuiti nervosi.
In esso i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’IO SONO-Ego/IO, l’Ente con la Sua mEnte, e quindi anche dai Geni, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è per esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di inter modulazione del Campo (CEI) Psico Elettro Magnetico Informati sono sinergici con la totalità dell’organismo che e’ un corpo olografico cibernetico.
Non possiamo distinguere il Cervello di sopra, dal Sistema Nervoso Centrale, essi formano un unico ed inscindibile corpo e sistema chiamato l’Albero delle Vite; il Cervello di sotto (Sistema Nervoso Enterico, quello nell’intestino) comunica e dialoga con quello di sopra nel cranio, ma è come “separato” da esso, ma comunica ad ogni istante con quello di sopra; i cervelli arrivano attraverso la loro immensa rete nervosa fino alla pelle, cioè “collegano” l’IO SONO, il Sé, l’Ego/IO e l’Ambiente, cioè di tutto ciò che sta fra l’Essere ed i confini dell’Universo.
Altro importante fatto che pochi hanno preso in considerazione è che il cervello di sopra è anche l’insieme dei cervelli di tutti gli organi (eccetto l’intestino ed il cuore che ne hanno anche uno proprio in loco) e di tutti i sistemi esistenti nel corpo; in parole povere significa che il cranio è la sede ove esistono tutte le parti Mentali, cerebrali dei vari organi o sistemi; ecco perché vi sono i rigetti da parte del corpo all’introduzione di organi estranei (vedi trapianti, sangue, protesi, ecc.); la Mente utilizza la parte del cervello di quell’organo, che ha sede nel cranio ed essa rifiuta sempre qualsiasi cosa che non riconosce come Suo.
Sappiamo anche che il cervello di sopra del maschio è diverso da quello della femmina; ad un esame autopico, si è rilevata la fondamentale differenza fra il maschio e la femmina; il nucleo dimorfico sessuale e l’area preottica, due zone del nostro cervello, presentano nel maschio un numero di cellule più che doppio rispetto alle femmine; questo non significa che il maschio “abbia più cervello”, la quantità di cellule in più gli è necessaria per svolgere certi compiti totalmente diversi dalla femmina; quantità non significa qualità.
Spesso si sente di dire che il cervello umano è come un computer molto complesso; niente di più stupido, perché esso non funziona affatto come un grande computer; vediamone il perché: guardando la sezione ingrandita di un cervello, sembra di poterci scovare dei cablaggi, cioè i collegamenti di fili fra le varie parti del computer, perché i neuroni si collegano ad altri con una immensa rete di connessioni; esso ha un’attività elettrica, cioè emette elettricità che i nervi trasportano dove serve; sembra dunque un insieme di semiconduttori umido; in realtà se noi ingrandiamo il cervello al microscopio osservandone l’anatomia, riscontriamo anche ai più forti ingrandimenti che esso assomiglia ad un folto sottobosco, ad una giungla di liane più che ad un computer.
Se dovessimo per ipotesi costruire un computer in quel modo, l’unica cosa che otterremmo sarebbe un “rumore di fondo”; inoltre seguendo l’anatomia umana non potremmo mai costruire 2 computer uguali, né metterci un programma; questa variabilità unica del cervello ha una precisa funzione dal punto di vista dell’Evoluzione Spirituale (accumulo dell’in-form-azione per se e per l’Universo nel quale siamo); essa segue una finalità (funzione) apparentemente entropica, ma in realtà Sintropica; cioè da un apparente disordine, l’ordine appare; in questo schema la variabilità, il “rumore di fondo” non è un incidente biologico ma una precisa base necessaria, come insegna la “teoria dei frattali e quella del caos”, per i successivi cambiamenti richiesti dall’essere al mutare dell’ambiente o delle sensazioni che egli ricerca.
Altra differenza fra il cervello ed il computer è che quest’ultimo è una macchina che funziona con procedure logiche, ma benché la logica sia di uso generale, dalla matematica alle decisioni più importanti, essa non è la funzione suprema attorno alla quale tutto gira; vi sono funzioni più fondamentali della nostra logica, oppure bisogna dire che occorre una nuova logica da imparare e di livello superiore, una volta che le nostre attuali informazioni si sono arricchite da qualche cosa che non si è saputo precedentemente.
Un esempio ci conferma che i giudizi basati sulle categorizzazioni, non sono logici; né la scienza appare vincolata alla logica (oggi conosciuta), né l’arte, la creatività, né l’evoluzione stessa; invece il computer per funzionare bene ha bisogno di procedure efficienti e logiche; quando si dice per esempio che il computer ha risposto ad una domanda postagli, in realtà è l’uomo che risponde a Se stesso, in quanto le informazioni inserite nel computer le abbiamo inserite noi umani, esso le ha solo elaborate con una fervida memoria per poterci dare la risposta che potremmo darci se potessimo elaborare le stesse idee con il suo procedimento e le sue capacità elaborative; la macchina NON ha imparato nulla, né ha inventate le regole, né le conosce, ciò significa che non è il computer che gioca a scacchi, come comunemente si dice.
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Quale è la primaria funzione del cervello, della mente/organo e dell’EGO/IO ? …è quella di saper e dover imparare; attraverso gli organi di senso otteniamo delle percezioni, delle sensazioni e con essi e la nostra capacità mentale di elaborare i dati ricevuti, suddividiamo il mondo in oggetti, movimento e classi, prima ancora di possedere le parole per definirli; ecco come sembra funzionare la materia pensante od informata.
Ogni immagine, suono, sensazione tattile, odore, gusto, ecc., modifica le connessioni bio elettroniche e sinaptiche della mente/organo, formando delle immagini con onde a bassa, media ed alta frequenza, che vengono inconsapevolmente confrontate con quelle fondamentali (archetipi) già iscritte nel programma “genetico” degli Elettroni/Positroni che vivono nei Geni dei cromosomi del DNA/RNA, esperienze che sono state acquisite nel corso dell’infinità del passato.
Vi sono come abbiamo già detto (vedi Chi siamo noi ?) anche gli Elettroni “giovani” appena nati=apparsi in questa dimensione, che sono contenuti nel DNA delle cellule neuroniche, che devono completare anch’essi la loro evoluzione spirituale; essi, i nostri fratelli, utilizzano anche i corpi umani per conoscere sempre più; alcuni di Noi (esseri Umani) hanno un IO giovane e poco sapiente, perciò si reincarnano per accrescere il loro potenziale informazionale.
Per riassumere in sintesi tutti i meccanismi: l’IO SONO–Ego/IO utilizza la mente/organo ed essa utilizza i cervelli i quali sono il cuore del sistema nervoso che fornisce le energie, correnti elettriche e le informazioni necessarie (dai sensori degli organi di senso) per mettere in movimento le altre parti del corpo e per attivare gli organi sensoriali e motori; questi servono e sono attivati per ottenere le informazioni che l’IO SONO–Ego/IO necessita in quel momento spazio/temporale e/o per lo spostamento spaziale; quindi i dati raccolti vengono ordinati, dal programma (software) mentale, organizzati, sintetizzati e memorizzati nella mEnte dell’IO SONO (nell’atomo in formazione, specializzazione, che ognuno di noi e’, e che diventa un “cluster” -insieme coerente- di atomi alla morte dell’involucro, il corpo fisico terrestre ove esso si forma = il bruco che si trasforma in farfalla…) ed in tutte le cellule (precisamente negli elettroni degli atomi contenuti nei geni del DNA) del corpo per trarne Sensazioni, ConoScenza e quindi Godimento e Gioia per l’IO SONO–Ego/IO, cioè per l’Essere stesso e per gli Elettroni che vivono nel DNA, ma con Lui (Essere) la stessa esperienza di Vita.
Per fare ciò occorre che il corpo di ManiFestAzione dell’Essere sia vivo e SANO, in moto, quindi in movimento; cioè che esso sia energizzato, come ?
l’Energia vitale Fondamentale (E), chiamata in Oriente “Prana” ed in Occidente “Etere”, altrimenti chiamate Ynn e Yang, Duale e contra – opposta in 2 Energie (E), una di natura Femminile e Fredda (E-) ed in (E+) di natura Maschile e Calda, (Ynn e Yang), che permea tutto la ManiFestAzione – vedi Cosmologia – quindi tutta l’Energia/Mater-ia è da Essa inFormata ed essa si rivela, si ManiFesta, si concretizza, si rende evidente e sensibile sotto forma di materia/energia più o meno densa nel CAMPO Energetico Universale.
Un recente esperimento condotto da un neuro psicologo Canadese M. Persinger, sembra dare una risposta affermativa e quindi gettare nuova luce su questi temi.
Egli ha preso un certo numero di volontari “normali” cioè non dediti a sensitività, medianità, contattismo, ecc., che ha sottoposto ad un esperimento di condizionamento del lobo temporale (parte del cervello del cranio), utilizzando una specie di elmetto in grado di rilevare con appositi sensori l’attività Bio elettronica della corteccia cerebrale e di modificarla attraverso la produzione di un campo elettromagnetico.
I volontari hanno riferito di avere visto luci, sentito suoni e provato sensazioni che hanno interpretato in termini di alterazione della loro coscienza e che nascevano nel loro cervello; hanno avuto la sensazione che qualcuno volesse entrare in contatto con loro ed influenzarli, come se fossero alla merce di entità sovrannaturali, di forze o creature extraterrestri.
Secondo il ricercatore Canadese ciò accade in quanto vi sarebbe una caduta dei livelli di ossigeno della corteccia cerebrale(fase tipica), così come avviene quando si sta per perdere coscienza o negli stati mentali della fase di pre-morte (stati di chi si sente in punto di morte e poi si riprende); per poter disintonizzare il cervello dal Qui Ora, occorre che la quantita’ di ossigeno che vi arriva diminuisca.
UN’altro esperimento e’ consistito ad immettere un soggetto in una stanza (gabbia di faraday), per isolarlo dal campo elettromagnetico terrestre e totalmente buia, e con uno speciale casco sulla testa che poteva emettere, a comando, un campo magnetico; il tutto con la registrazione visiva e sonora dell’avvenimento ; il soggetto poteva riferire le sue sensazioni ad ogni istante.
Ad un certo punto, dopo qualche tempo (decine di minuti) di silenzio, l’operatore che stava in un’altra stanza fuori dalla gabbia di faraday, dava un’impulso al casco e questo emetteva un certo campo elettromagnetico, solo a quel punto il soggetto riferiva di sentire e percepire delle presenze di esseri, attorno a lui, che scomparivano quando il campo non era piu’ emesso dall’operatore, la cosa si e’ ripetuta piu’ volte, confermando che il cervello e’ un’apparecchiatura biologica ricevente anche per altre forme di vita che sono presenti in certi campi elettromagnetici (dimensioni diverse dalle nostre).
Questa è la prova inconfutabile che il cervello è l’unica e la più perfetta apparecchiatura bio elettronica radio ricevente e trasmittente creata nella Manifestazione dell’UniVerso Mentale per poter comunicare con tutte le tendenti infinite dimensioni di Ella.
Quando si alterano le normali condizioni bio elettroniche neuronali, e l’apporto di ossigeno varia, il cervello e quindi la Coscienza, può “sintonizzarsi” e rivelare TUTTA la Manifestazione, nelle sue varie forme-frequenze.
Smettiamola quindi di dare del “pazzo” a coloro che sono in sintonia con altre parti dell’Universo, ma aiutiamoli a ritornare o stare nel qui ora, nel presente della nostra realtà, in modo che essi possano vivere senza psico dipendenze da altre zone o parti dell’Universo.
Se, in questo UniVerso così immenso che tende ………..all’InFinito spazio e tempo, con miliardi di miliardi di miliardi di galassie con anche esse miliardi di miliardi di miliardi di stelle che a loro volta contengono, miliardi e miliardi di pianeti, ci fossimo solo noi terrestri, che spreco di spazio e di tempo vi sarebbe……….
…..ciò NON ha nessun senso, evidentemente così NON È !!, quindi la Vita è OVUNQUE !!!
vedi: Progetto Vita
Cervello: risonanza 3D scova traumi nascosti in fasci nervi
Ansa – ROMA, 08 Mar. 2012 – Con una nuova tecnica e’ possibile vedere i danni provocati al cervello dai traumi (NdR: es. quelli deiVaccini) con la stessa definizione con cui i raggi X mostrano le ossa fratturate. A mettere a punto la risonanza tridimensionale e’ stata l’universita’ di Pittsburgh, che l’ha descritta sul Journal of Neurosurgery.
Le cellule cerebrali, spiegano gli autori dell’articolo, comunicano attraverso un sistema di fibre nervose che costituiscono la ‘materia bianca’.
I ricercatori hanno studiato una risonanza magnetica tridimensionale ad alta definizione che agisce insieme a un programma informatico riuscendo a mappare i fasci principali delle fibre, e ad evidenziare danni e interruzioni: “Per la prima volta e’ possibile rendere visibili danni una volta nascosti – spiega Walter Schneider, uno degli autori – se non si puo’ vedere o quantificare il danno e’ difficile trattarlo. Con questa tecnica possiamo virtualmente sezionare i 40 tratti maggiori delle fibre e quantificare quali e quante sono danneggiate”.
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Un ricercatore della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, insieme a colleghi americani, ha illustrato sulla rivista ‘Neuron’ i meccanismi della visione umana, uno dei processi cognitivi piu’ straordinari e affascinanti, ma tuttora poco compreso. Italy, Trieste, 08 Mar. 2012- (Adnkronos)
Perche’ riusciamo con apparente semplicita’ a identificare e riconoscere le lettere sullo schermo del computer, una tazzina di caffe’ sul tavolo e una persona che esce dall’ascensore? Alla base del riconoscimento visivo degli oggetti c’e’ un processo molto complesso.
Lo studio dei meccanismi neuronali che ci consentono di interpretare le scene visive ed estrarne informazioni, essenziali per interagire con il mondo circostante e guidare le nostre azioni motorie, e’ una sfida aperta per le neuroscienze cognitive, la psicofisica, la neurofisiologia e la computer science.
Sulla rivista “Neuron” Davide Zoccolan, che alla Sissa di Trieste dirige il laboratorio di neuroscienze visive, ha pubblicato insieme ai collaboratori americani James Di Carlo (Mit, Boston) e Nicole Rust (University of Pennsylvania), un articolo che svela molti meccanismi. ”Noi siamo in grado di classificare e identificare gli oggetti, indipendentemente dagli infiniti modi in cui possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per la posizione, l’orientamento, la dimensione, il contesto e le condizioni di illuminazione.
E riusciamo a farlo in poche centinaia di millisecondi”, spiega Zoccolan, torinese, dal 2009 alla Sissa.
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Il cervello usa due metodi distinti per distinguere il vero dal falso – 08 luglio 2009 – Milano, Italy
By ANSA – La capacita’ di distinguere il vero dal falso coinvolge due distinti processi mentali e sistemi cerebrali: lo dimostra uno studio italiano.
Stabilire se una frase e’ vera si fonda soprattutto su un processo di recupero di informazioni dalla memoria, mentre determinare se essa e’ falsa attiva processi analoghi a quelli di ragionamento e soluzione di problemi.
Vero e falso, il cervello li distingue – 25 Ago. 2009
Ci vogliono due aree diverse del cervello per distinguere tra loro le cose vere da quelle false. La scoperta è il frutto delle ricerche di Nicola Canessa e Stefano Cappa, neurologi dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, pubblicate sulla rivista Cortex.
Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di volontari alla risonanza magnetica funzionale, per capire quale parte del cervello è coinvolta nella comprensione delle affermazioni e degli eventi veri, e quale invece ha il compito di distinguere le cose false.
Per fare questo, alle persone coinvolte è stato chiesto di leggere delle affermazioni considerate universalmente vere (ad esempio «gli aerei atterrano») e viceversa delle affermazioni false, controllando in contemporanea l’attività del loro cervello.
Si è allora visto che, quando la frase letta è vera, nel cervello si attivano aree del lobo parietale (vicine alla parte più in alto e laterale del cranio) legate alla memoria; se invece la frase letta è falsa, ad accendersi è il lobo frontale destro (porzione che si trova sopra l’occhio dello stesso lato), deputato al ragionamento.
Quest’ultimo fatto, in particolare, secondo gli esperti è dovuto alla necessità di valutare e scoprire la contraddizione contenuta nella frase falsa.
Tratto da: corriereuniv.it
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Nel cervello, come in un videogame – 22 Dic. 2010
Non c’è niente di meglio di una passeggiata per l’ippocampo per creare un po’ di intimità tra due neuroscienziati.
La scenografia è creata da un ambiente virtuale 3D che si serve di un sistema pensato per i Web-game (Java Monkey), molto divertente da navigare.
Ma lo scopo per cui è stato sviluppato questo ambiente è decisamente serio: fare in modo che chi studia il cervello condivida le fantastiche immagini (di solito gelosamente custodite), ottenute con le avanzate tecniche di neuroimaging.
In altre parole, l’obiettivo finale è che ogni laboratorio metta i propri dati a disposizione degli altri, in un unico grande catalogo: Whole Brain Catalog.
Si tratta di un database open source e open access, in cui poter esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e disegni al computer, il cervello di un topo.
Il progetto è di Mark Ellisman, docente di neuroscienze e bioingegneria all’Università della California di San Diego, e ad oggi offre 3.595 contenuti, tra immagini e video. Si scarica il programma ed è come avere degli atlanti in tre dimensioni, in cui poter zoomare dall’intero cervello del roditore a un singolo neurone (ovvero, come andare da un continente alla foglia di un albero con Google Earth).
Il catalogo offre numerosi link alle banche dati con cui è stato costruito: l’enciclopedico Allen Brain Atlas, e il Neuroscience Information Framework dei National Institutes of Health. A parte questi due pilastri, sono ancora pochi i laboratori che hanno aperto i propri archivi. Tra questi c’è il laboratorio di Fred Gage del Salk Institute di La Jolla (California), che ha fornito la simulazione in 2D della crescita di una cellula nervosa di un topo adulto (trasformata in una dimostrazione 4D dal team di Ellisman). L’ultimo acquisto riguarda le immagini della retina e del nervo ottico. Buona visione.
By Tiziana Moriconi – Fonte: Wired.it + http://wholebraincatalog.org/index.shtm
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Dolore tuo, dolore mio
Nei soggetti con deficit congenito di percezione del dolore, l’empatia per lo stato emotivo altrui prende una strada neuronale differente, che coinvolge la capacità cognitivo-emotiva
Secondo quanto riportato sulla rivista “Neuron”, gli schemi di attivazione delle aree cerebrali coinvolte nel caso di dolore empatico, evidenziati grazie alle tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI), sono simili a quelli provati in prima persona, ma con alcune sostanziali differenze.
È stato ipotizzato in passato che una persona che non abbia mai provato una specifica emozione dovrebbe avere difficoltà a empatizzare direttamente con una che la stia provando tramite un meccanismo di “rispecchiamento emotivo” e dovrebbe per contro fare affidamento su processi inferenziali di “cambiamento di prospettiva”.
I ricercatori si sono così basati su un campione di soggetti con un deficit di questo tipo, caratterizzati da insensibilità congenita al dolore (CIP), che secondo precedenti studi tendono in effetti a sottostimare il dolore degli altri.
“I soggetti CIP rappresentano un’opportunità unica per verificare questo modello di empatia per stabilire in che modo la mancanza di una rappresentazione mentale del proprio dolore possa influenzare la percezione del dolore altrui”, ha spiegato Nicolas Danziger del Dipartimento di neurofisiologia clinica e Centro del dolore dell’Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, in Francia. Sottoposti ad alcuni test in cui veniva loro mostrata una serie di fotografie di visi con espressioni di dolore, i volontari hanno mostrato una diminuzione dell’attivazione fMRI nelle regioni che sovrintendono alla visione, un risultato indicativo di un ridotto disagio emotivo alla vista del dolore altrui.
D’altra parte, nei pazienti CIP, diversamente dal gruppo di controllo, la capacità empatica è fortemente predittiva dell’attivazione delle strutture cerebrali coinvolte nei processi di inferenza degli stati emotivi altrui.
I risultati, secondo i ricercatori, suggeriscono che in assenza di una “risonanza emotiva” plasmata da personali esperienze di dolore, i pazienti CIP possono solo affidarsi alle loro capacità empatiche di immaginazione del dolore, e in particolare attraverso l’attivazione dei processi cognitivo-emozionali. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it – sintesi dell’articolo sulla rivista “Neuron”
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Cervello: arriva microchip che dialoga con neuroni cerebrali – 03 Set 2012
Padova, (Italy) – Un consorzio europeo di scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Universita’ degli Studi di Padova, ha sviluppato un microchip di silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con in neuroni cerebrali. La ricerca, condotta nell’ambito del progetto CyberRat finanziato dalla Comunita’ Europea, si e’ avvalsa di avanzate tecnologie del silicio per creare dei microchip a forma di ago direttamente impiantabili nel cervello. Un rivestimento di diossido di titanio di spessore nanometrico ottenuto mediante speciali procedure di deposizione ha conferito al chip alta biocompatibilita’. Grazie a sensori e attuatori di dimensioni micrometriche integrati nel chip, e’ stato possibile registrare l’attivita’ di grandi popolazioni di neuroni in varie regioni cerebrali con una risoluzione di soli dieci micrometri.
“Oltre a raggiungere per la prima volta una risoluzione cosi’ elevata – spiega il professor Vassanelli – la tecnica ha consentito di stabilire con i neuroni una comunicazione bi-direzionale: da cervello a chip, registrando l’attivita’ neuronale, e da chip a cervello stimolandola.
La nuova tecnologia sviluppata in CyberRat rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di nuovi sofisticati strumenti sperimentali utili a capire come le reti complesse che i neuroni creano nel cervello interconnettendosi sono in grado di elaborare le informazioni”.
E’ possibile cosi’ intravedere in futuro l’applicazione di questa tecnologia per la creazione di neuroprotesi “intelligenti”, capaci di registrare l’attivita’ cerebrale ad alta risoluzione, elaborare delle risposte mediante microelaboratori su chip e stimolare il cervello in un circuito ibrido neuro-elettronico. Questo approccio sara’ di grande aiuto per la terapia di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e l’epilessia.
Tratto da: salute.agi.it
Commento NdR: quello che non dicono e’ che questa possibilita’ verra’ anche sfruttata per impiantare nel cervello di certi soggetti ed a loro insaputa, il chip in modo da poterli controllare a distanza.….
QUI, definiamo parola Anima di ogni Essere Vivente
L’alimentazione ed i processi Nutrizionali sono da tenere sotto controllo se desideriamo essere efficienti ed abili nella Vita;
Ecco le generali modalità per star bene:
La Medicina Biologica o Naturale è la Scienza che procede indagando sulle Vere cause che provocano le malattie, cercando di risolverle nel miglior ed unico modo possibile e cioè, ri-muovendo tutte le cause ri-trovate, senza ricorrere ad interventi cruenti o nocivi per gli stati fisiologici e psichici generali, (che invece sono sempre presenti negli “effetti collaterali” utilizzando i farmaci allopatici moderni), seguendo procedure che siano in sintonia con le “Leggi Cosmiche” dalle quali tutti i complessi biologici dipendono.
Si tratta dell’applicazione, attraverso l’Educazione alla Salute, di procedimenti fisici, psicologici, l’impiego di sostanze naturali ed atossiche, atte a ripristinare le “alterazioni” Psicofisiche e le intossicazioni intervenute nello stato di malattia, in modo da recuperare la Perfetta Salute, in quanto questa è un patrimonio ed un diritto acquisito dalla nascita, da parte di tutti gli esseri viventi ma e sopra tutto dalla “forma Umana” e per mantenerla tale occorre rispettare delle regole fondamentali che si possono sintetizzare nel saper controllare il corpo in modo che sia mantenuto il più possibile con un pH fisiologico adatto (minimo a pH 7,35).
La forma Umana è stata progettata per funzionare con un pH corporeo quasi neutro (leggermente alcalino) e con potere ossido/riducente tendente al neutro e come tale deve essere mantenuto per star bene e vivere il più possibile nel benEssere.
Per rimanere in quei limiti occorre che ci si alimenti con diete idriche di acque le più pure possibili (a basso tenore di minerali residui) e con cibi integrali, biologici, con prevalenza di verdura e frutta crude, alle volte cotte, pochissime proteine di tipo vegetale e rarissimamente di quelle animali, preferendo carne di pesce piccolo (niente molluschi, crostacei) ed alle volte di piccoli animali terrestri; mai cibarsi di quelli grandi nemmeno se sono ancora lattanti; praticando ginnastiche o movimento all’aria aperta e con la pelle in contatto con il sole e l’aria, riposando adeguatamente, respirando bene e profondamente, cercando di non crearsi degli inutili conflitti spirituali oltre a quelli che la vita stessa propone, arrivando a pensare in positivo il più possibile in modo da digerire bene anche tutte le asperità della vita.
vedi Cure naturali + Protocollo della Salute
Fare all’Amore spesso e bene con il proprio partner, Meditare, Riflettere, pregare, ascoltare o fare musica melodiosa, ballare con musiche rilassanti o gioiose, giocare e passeggiare in mezzo alla Natura, sono medicine gratuite che vanno utilizzate il più possibile per mantenersi in Perfetta Salute.
Ecco descritte le semplici regole per star bene e per poter far funzionare al meglio la propria mente/organo, cervello ed avere anche una buona memoria.
La memoria utilizza anche una “velocità di elaborazione e di fissazione” dei dati ricevuti, possiamo dire analogicamente in linguaggio moderno, che una memoria può funzionare come quella di un computer con un “clock a 32 MHertz” altre ancora più veloci nei “64, 120, 266, 300, bit” ecc.; più la velocità sarà alta, più saranno veloci le reazioni e le risposte all’ambiente interno ed esterno al corpo.
Nel cervello i percorsi neuronali (sinapsi) crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi Informatici (CEI) centro mossi dall’IO SONO–Ego/IO, l’Ente con la Sua Mente e quindi anche dai Geni del DNA, che “appaiono” nel fisico per attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione, l’attivazione e perfezionamento del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è per esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di intermodulazione del Campo (CEI) Psico Energo BioFisico sono sinergici con la totalità dell’organismo.
Per ottenere ciò, come abbiamo già detto, occorre una alimentazione biologico integrale, tendenzialmente a base di prodotti crudi dell’orto frutta, in grande quantità e per la nutrizione, l’utilizzo di micro diete + integratori multi microbici, alghe – vedi Protocollo della Salute – a seconda dei casi, sono la base su cui lavorare, ma occorre anche attenzione, concentrazione, da prestare alle sollecitazioni di ogni tipo e che il cervello sia il più possibilmente allenato in modo che esso possa creare (nei periodi di veglia) continue connessioni sinaptiche atte a formare e perfezionare il “programma Operativo” dell’evoluzione Spirituale, che negli esseri Viventi si chiama: schema della Mente.
Ricordiamo che la Mente/organo è di fatto essa stessa un “organo indipendente” una struttura ben definita nellospazio/tempo, fatta di energia plasmica che staziona e sopravvive “galleggiando” all’interno dei cervelli, superiore all’interno del Cranio ed in quello inferiore, detto encefalo enterico che è nell’intestino e nel “Cervello del Cuore” (la Trinita’ nell’Uomo).
Quest’organo plasmico, (radiofrequenza) la mente, deve essere inteso come una bolla di sapone di energia, formata da tendenti infinite bollicine interne, ognuna delle quali contiene al suo interno insiemi di fotoni i quali a loro volta sono formati da unioni di Info – Tachioni (monopoli Ante+ e monopoli Ante-); in parole povere la mente/organo è la parte esterna di una bolla di vortice centromosso di un Atomo, cioe’ un’insieme di gas fotonico con elettroni e positroni = in fase di formazione, che si alimenta per mezzo della Luce/Informazione e che produce a sua volta energia, Luce – Informazione, che viene “rivelata” (tradotta) dalla “nevroglia” e quindi dai neuroni i quali la trasformano in energia elettromagnetica e quindi in energia biochimica, fornendo quindi gli ordini bio elettro chimici ai vari sistemi ed organi del corpo per il loro movimento. Quindi il meccanismo e l’interazione fra Ego/IO, Luce (InFormAzione), Mente/organo (energia) e cervello-corpo è assolutamente dimostrabile in ogni situazione.
In sintesi vogliamo anche ricordare che la mente (vegetale, animale, umana), ha la stessa “qualità” intrinseca degli oggetti che osserva e che ha desiderato e quindi creato, si è evoluta con essi ed interagendo dinamicamente con essi, è stata capace (per intrinseche proprietà) di crearne rappresentazioni olografiche – virtuali in se stessa.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione (movimento) ed informazione olografica immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente-immagine, in un insieme di menti che formano la grande mente Universale.
Seguendo la natura complessa della matrice mentale/energetico/materiale, che tende a suddividersi all’inFinito in ogni suo singolo frattale, in essa si sviluppano in questo modo aggregati informativi vibrazionali, olografici, detti oggetti, quali anche corpo fino al nostro organo/cervello, che, interagendo con gli altri aggregati, ne creano, come in un gioco di specchi, implicite rappresentazioni illusorie che nascono e muoiono secondo i tempo/spazi della mente.
In Essa il tutto è rappresentato all’inFinito in modo parziale ed oggettivo seguendo le linee guida del soggettivo mentale UniVersale.
Le ricerche del Tedeschi hanno dimostrato che i vari livelli di InFormAzione sono in relazione costante fra le varie e specifiche frequenze cerebrali con i vari organi fisici corrispondenti, ormai ben definiti e delineati del corpo umano. Per cui è possibile, determinare con molto anticipo sulla somatizzazione delle malattie fisiche, l’anomalia delle frequenze e quindi di ordine InFormAzionale o Spiritualeche dir si voglia.
Quindi come perfetti BioRisuonatori, noi offriamo anche al mondo circostante il nostro stato di salute Spirituale/fisico ed i nostri ideali-traguardi, interagendo con quelli altrui.
Con queste premesse è facile comprendere come si possa facilmente “programmare” un essere vivente, anche standogli vicino ed informandolo solamente di dati che interessano il suo programmatore.
Una antica tecnica di de-programmazione e/o ri-programmazione della mente/organo di un soggetto, era quella dell’imposizione delle mani sulla testa del soggetto da deprogrammare, mettendolo preventivamente in stato di massimo rilassamento ed in ginocchio davanti al deprogrammatore; in genere funzionava abbastanza bene, ma si instaurava una psico dipendenza dal soggetto deprogrammatore.
Ancor oggi vi sono dei movimenti religiosi che utilizzano questa tecnica per rendere psico dipendenti i loro adepti.
Quindi si sconsiglia di imporre o di farsi imporre facilmente le mani sulla testa, in quanto possono essere influenzate le onde della mente/organo del soggetto al quale si impongono le mani, rendendolo molto facilmente deprogrammato, ma riprogrammato ad ubbidire al deprogrammatore e/o riprogrammatore.
Diffidate da coloro che vogliono imporvi le mani sulla testa, fate molta attenzione, probabilmente desiderano produrre in voi, psico dipendenza da loro.
Solamente se siete “forti” con un Ego/IO adulto, divenuto un Noi al servizio della ManiFestAzione dell’InFinito nel Finito, potete “giocare” con loro, in quanto essi NON potranno fare nulla su di voi.
Amrita = Cristo = Olio sacro, secreto (segreto) dalla Pineale:
Occorre aggiungere alla giusta per una corretta ulteriore definizione,…. anche il fatto che bisogna sapere cosa significava e cosa signifca la parola “cristos = unto”, ma da che cosa ? ….dall’olio sparso sul capo degli “unti” che era atto un simbolico che illustrava agli iniziati che l’illuminazione arriva solo quando la ghiandola pineale secreta (da cui segreto) una sostanza particolare oleosa che irrora e nutre i neuroni cerebrali e quelli del corpo (la famosa Kundalini dell’oriente) e li fa funzionare a frequenze vibratorie diverse da quelle alle quali normalmente vibrano, disintonizzando il cervello dalla realta’ del QUI ed ora, per sintonizzarlo a seconda dei casi anche su altre frequenze dell’Universo che permettono di “vedere” le altre dimensioni parallele….questa e’ l’illuminazione, cioe’ la conoscenza delle infinite possibilita’ che l’INFINITO ha e che sono a disposizione di tutti purche’ si inizino all’illuminazione !
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NEUROFISIOLOGIA – La memoria “cache” del cervello
La memoria procedurale rimane impressa nella chimica delle sinapsi. E il merito non è di un’attività cellulare costante.
Uno studio su Science:
Quando guidiamo un’automobile o ci allacciamo le scarpe memorizziamo una serie di gesti che vengono richiamati in modo più veloce e automatico ogni volta che compiamo nuovamente quell’azione. È la cosiddetta working memory o memoria procedurale, il cui funzionamento assomiglia a quello della memoria cache di un computer che, per esempio, ci permette di aprire più velocemente una pagina internet già visitata.
Uno studio condotto da Gianluigi Mongillo dell’istituto di ricerca francese Cnrs, e Omri Barak e Misha Tsodyks del Weizmann Institute(Israele) sembrerebbe smentire la convinzione diffusa che questo tipo di memoria venga fissata grazie all’attività continua di un certo numero di neuroni specifici: al contrario, la memoria procedurale sarebbe registrata a livello dei cambiamenti chimici che restano nelle cellule dopo il passaggio dell’impulso nervoso nelle sinapsi (i punti di contatto e comunicazione fra i neuroni).
Il messaggio nervoso si trasmette da un neurone all’altro attraverso la sinapsi: proprio in questo punto, la cellula “a monte” (presinaptica) rilascia nello spazio fra le due cellule una quantità di molecole di neurotrasmettitore (il messaggero del segnale nervoso) che, venendo a contatto con la membrana della cellula “a valle”, induce in essa i cambiamenti chimici necessari alla trasmissione del messaggio. Ogni impulso comporta nella cellula presinaptica una diminuzione della quantità di neurotrasmettitore e un aumento della concentrazione di ioni calcio.
Secondo Mongillo e collaboratori, proprio queste conseguenze chimiche dell’impulso renderebbero le sinapsi più “forti” e già pronte per il prossimo stimolo.
Le diverse configurazioni fra i neuroni coinvolti nella cascata di impulsi collegati a un’azione costituiscono la specifica base della memoria pronta per essere rapidamente riutilizzata per compiere un’azione analoga.
Secondo gli autori, il vantaggio di questo meccanismo è notevole soprattutto a livello metabolico: si tratta infatti di un sistema di memorizzazione di tipo “latente”, che non richiede un’attività costante e dispendiosa delle cellule, ma che viene attivato solo nel momento in cui serve. (s.s.)
Tratto da: galileonet.it
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La RAM del cervello in ogni singolo neurone – Fonte: “Nature Neuroscience” – Gen. 2009
Uno studio ha identificato specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e rivelano come il cervello conservi temporaneamente le informazioni.
Singole cellule nervose nelle regioni frontali del cervello possono conservare una traccia di memoria per circa un minuto o anche di più, secondo una recente ricerca svolta presso lo UT Southwestern Medical Center.
Lo studio, disponibile online e pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature Neuroscience”, è il primo a identificare specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e che rivelano in che modo il cervello è il grado di conservare temporaneamente le informazioni.
“Le conclusioni dello studio potrebbero avere importanti implicazioni per comprendere i fenomeni di dipendenza, dei disturbi del’attenzione e della perdita di memoria correlata a un evento stressante”, ha spiegato Don Cooper, docente di psichiatria della UT Southwestern e autore senior dello studio, che è stato condotto su topi di laboratorio.
I ricordi permanenti sono immagazzinati in modo permanente quando il glutammato attiva i canali ionici sulle cellule nervose nel cervello per riorganizzare e rafforzare nel connessioni tra neuroni. Ma il processo impiega minuti od ore per avviarsi e concludersi, ed è quindi troppo lento per conservare temporaneamente l’informazione che si trasmette in modo rapido.
“Questo tipo di memoria – ha commentato Cooper – è simile alla RAM di un computer, la memoria che conserva temporaneamente i dati e che consente di svolgere diverse operazioni”.
I ricercatori hanno trovato che i rapidi input che durano meno di un secondo innescano un processo di memoria cellulare in singole cellule che dura circa un minuto, denominato trasmissione metabotropica del glutammato. In particolare è stato individuato uno specifico recettore metabotropico per il glutammato chiamato mGluR5 che, quando viene attivato, inizia una cascata di segnalazione utilizzando il calcio per conservare le tracce mnemoniche.
Questa trasmissione nella parte più evoluta del cervello conserva l’informazione istante per istante. (fc)Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: NON hanno ancora capito la memoria dei dati raccolti e/o autogenerati, viene impressa, quindi memorizzata, anche e soprattutto negli atomi contenuti nelle molecole che compongono le cellule neuroniche !
Il cervello che si autoripara
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gliastrociti mentre questi ultimi cercano di riparare i danni agli altri neuroni
Un gruppo di ricercatori ha scoperto un modo nuovo e completamente inaspettato con cui il cervello argina i danni ai nervi: sono le cellule note come astrociti a rilasciare proteine di protezione dei neuroni vicini.
Gli astrociti rappresentano cellule di supporto con varie funzioni: uno dei loro ruoli è quello di “soccorrere” i nervi danneggiati durante un trauma cerebrale e di formare tessuto cicatriziale nell’area danneggiata.
Roger Chung e colleghi del Menzies Research Institute dell’Università della Tasmania, in Australia, hanno trovato un altro trucco per svolgere il loro compito.
Dopo che è stato prodotto un danno al tessuto, gli astrociti producono in sovrappiù una proteina chiamata metallotioneina (MT) e la secernono verso i nervi circostanti; al MT è una proteina che neutralizza radicali liberi e ioni metallici e di conseguenza previene il danno cellulare che tali molecole possono provocare.
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gli astrociti: questi ultimi cercano invece di riparare i danni agli altri neuroni.
Chung e colleghi hanno dimostrato che l’MT era presente nel fluido esterno in seguito a un danno provocato a un cervello di ratto. Inoltre, con l’aiuto di una proteina MT fluorescente, hanno osservato che le MT prodotte dagli astrociti possono essere trasportate all’esterno della cellula e successivamente assorbite dai nervi circostanti, e che il livello di MT è correlato con la riuscita della riparazione dei neuroni.
Sebbene l’esatto ruolo fisiologico svolto dalle MT nel promuovere la riparazione debba ancora essere identificato, questo inatteso ruolo per la proteina potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per il trattamento dei traumi cranici. (fc)
Tratto da: .kiwari.com
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Alimentazione e Cervello: riduzione 30% calorie migliora memoria del 20%
Diete a basso apporto di calorie e ricche di acidi grassi insaturi (UFA) sarebbero benefiche per le funzioni cognitive, soprattutto durante l’invecchiamento.
Lo dimostra una ricerca della University of Munster, pubblicata in questi giorni su Proceedings of the National Academy of Sciences (A.V. Witte et al., Caloric restriction improves memory in elderly humans, PNAS, Jan. 2009).
I ricercatori tedeschi hanno testato in un disegno prospettico se gli effetti benefici di una dieta povera di calorie, riscontrati precedentemente in studi animali, potessero essere indotti negli umani. Il campione, composto da 50 soggetti anziani sani con peso fra la norma e il sovrappeso (fra cui 29 femmine con età media 60,5 anni e BMI medio di 28 kg/m2), è stato stratificato in 3 gruppi: uno a restrizione calorica (riduzione del 30%), uno a incremento calorico (aumento del 20%), uno di controllo.
La memoria dei partecipanti allo studio è stata esaminata in condizioni standard prima e tre mesi dopo l’intervento.
Risultato: nel gruppo a restrizione calorica le capacità di memoria verbale risultavano aumentate del 20%. I livelli del fattore neurotrofico cervello derivato non risultavano cambiati. Negli altri due gruppi non sono stati rilevati cambiamenti di rilievo.
Gli Autori ritengono che “i meccanismi alla base di questi miglioramenti possono includere una più elevata plasticità sinaptica e una maggiore stimolazione dei circuiti neurofacilitatori del cervello in ragione di una migliore sensibilità insulinica e di una ridotta attività infiammatoria”.
Lo studio – concludono gli Autori – “può essere di aiuto nella definizione di strategie innovative di prevenzione finalizzate a mantenere in efficienza le funzioni cognitive durante l’invecchiamento”.
By Marco Mozzoni – Thursday, 29 January 2009
Tratto da: brainfactor.it
vedi: I batteri controllano la nostra mente + Il Magnesio protegge dall’Ictus
Commento NdR: Sapevamo già che alcuni alimenti contenenti fosforo sono un toccasana per il cervello, in quanto mantengono attiva e vigile la memoria e la concentrazione, ad esempio il cacao, agisce sul cervello come un eccitante.
Queste sostanze hanno il potere di nutrire il cervello e di agire sull’umore, spesso risollevandoci da periodi di depressione o rendendoci più attenti in periodi di grande stress mentale.
Gli Omega3, le Vitamine B12 , l’Acido Folico delle verdure verdi e dei cereali, la Vitamina E che si trova nell’olio di oliva, le Vitamine C e D (kiwi, agrumi, broccoli, cereali integrali).
A questi aggiungete gli aminoacidi come Tirosina e Colina, nelle mandorle; il Magnesio e il Selenio nelle verdure, il Triptofano e i Flavonoidi (banana, spinaci, mirtilli, more). Insomma, per mantenere sano il cervello occorre avere una alimentazione ricca di un po’ tutti i cibi soprattutto crudi.
Se siete convinti vegani, trovate il modo di sostituire le proteine e le vitamine mancanti con integratori – microdiete -, perchè aver cura del corpo va bene, ma se non avete cura del vostro cervello è comunque inutile tutto il resto.
Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra MICROBIOMA Intestinale (intestino) e CERVELLO – 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano vivono principalmente nell’intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora, recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino, fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10 anni, vari studi hanno collegato il microbioma intestinale a una serie di comportamenti complessi, come umori ed emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al mantenimento della funzionalità cerebrale, ma non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo. Una delle modalità più sorprendenti con cui il microbioma influisce sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta preparando a rispondere al mondo circostante”, spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze presso la facoltà di veterinaria dell’Università della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema microbico della madre si modifica – per esempio a causa di infezioni, stress o diete – ciò cambierà il micro bioma intestinale del neonato, e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la possibilità che il microbioma abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com : http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere anche e non solo per i vaccini che il neonato subisce dai due, tre mesi in avanti…infatti se una madre ha delle amalgami dentali in bocca (contengono mercurio) il neonato potra’ subire delle conseguenze anche gravi.
Anche il nostro cervello convive con una colonia di batteri – 14 Nov, 2018
Secondo i risultati preliminari di una ricerca dell’Università dell’Alabama a Birmingham, il nostro cervello potrebbe ospitare batteri al suo interno. Ma è ancora troppo presto per parlare di microbioma cerebrale.
Sappiamo che miliardi di microrganismi, soprattutto batteri, abitano nel nostro intestino, svolgendo innumerevoli funzioni e influenzando la nostra salute.
È da anni ormai che la ricerca scientifica è sempre più affascinata dalle potenzialità ancora non del tutto scoperte del microbioma, concentrandosi sempre di più su come questo possa influenzare la funzione e il comportamento del cervello.
Alcune ricerche, per esempio, hanno suggerito che il microbioma possa influenzare l’umore, il comportamento e persino il rischio di malattie neurodegenerative (anche se i dati non sono solidi e l’associazione non è ancora stata dimostrata).
Ma ora, alcuni risultati preliminari sembrerebbero essere particolarmente sorprendenti: questo mondo di batteri potrebbe non essere l’unico, ma trovarsi anche nel nostro cervello. I risultati sono stati recentemente presentati durante la conferenza annuale della Society for Neuroscience a San Diego, da parte dei ricercatori dell’Università dell’Alabama a Birmingham.
AdChoicesNello studio, il team di ricercatori guidato dal neuroscienziato Rosalinda Roberts ha esaminato i campioni di cervelloprelevati da 34 persone decedute, di cui la metà era affetta da schizofrenia, mentre l’altra metà era considerata sana prima del decesso. “Abbiamo effettuato analisi seriali delle sezioni per l’identificazione e la quantificazione dei batteri”, spiegano i ricercatori nel loro abstract. “In tutti i casi i cervelli ne contenevano in quantità variabile: i batteri erano a forma di bastoncello e contenevano una capsula, un nucleoide, ribosomi e vacuoli”. Inoltre, dall’analisi è emerso che la densità dei batteri variava a seconda della regione del cervello (più abbondanti, per esempio, nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale).
Da dove arrivassero questi batteri ancora non è stato chiarito. Per scansare la possibilità che questi microrganismi avessero invaso il cervello umano solo dopo il decesso, per contaminazioni o altre ragioni, i ricercatori hanno analizzato il cervello di un gruppo di topi, arrivando a risultati molto simili: anche in questo caso, infatti, le analisi hanno rivelato la presenza di un “microbioma cerebrale” nei topi sani.
Sono sicuramente le prime fasi della ricerca e servirà ancora molto lavoro per giungere a una conclusione e affermare che esista davvero un“microbioma cerebrale”. Ma se i risultati futuri dimostreranno l’esistenza di questi batteri all’interno del nostro cervello e spiegheranno come possa influenzarne le funzionalità, sarebbe davvero un importante passo avanti nelle neuroscienze.
“Ci sono ancora molte domande a cui dover rispondere”, ha spiegato a Science, Teodor Postolache psichiatra dell’Università del Maryland di Baltimora, che non è stato coinvolto nello studio. “Non sono molto sorpreso che altre cose possano vivere nel cervello, ma se fosse realmente così sarebbe un fatto davvero rivoluzionario”.
By di Marta Musso – Tratto da: vired.it
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Scoperto un fondamentale collegamento tra cervello e sistema immunitario – 08/06/2015
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero. Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sul trattamento delle malattie neurologiche, spaziando dall’autismo al morbo di Alzheimer fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta sensazionale
Anziché porsi interrogativi quali: ‘Come si studia la risposta immunitaria del cervello ?‘, ‘Perché pazienti con sclerosi multipla presentano diversi attacchi al sistema immunitario ?‘, ora possiamo avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei – ha affermatoJonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
Cambia completamente il modo in cui percepiamo l’interazione neuro-immunitaria. Abbiamo sempre percepito questo collegamento tra sistema nervoso e sistema immunitario come qualcosa di esoterico, che non potesse essere studiato. Ma ora siamo in grado di porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi linfatici possano svolgere un ruolo importante per ogni malattia neurologica con una componente immune; sarebbe difficile immaginare che questi vasi linfatici non abbiano connessioni con malattie neurologiche di natura immunologica!
Il risultato e le nuove prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee, presidente del Dipartimento di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua reazione alla scoperta del team di Kipnis:
La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho subito detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri di testo. Non è mai esistito un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale con il sistema immunitario.
La scoperta è stata resa possibile grazie al lavoro svolto da Antoine Louveau, un borsista post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I vasi linfatici sono stati rilevati dopo che Louveau ha sviluppato un metodo per ricostruire le meningi di un topo in un singolo vetrino in modo da poter essere esaminato globalmente.
E’ stato abbastanza facile, in realtà. C’è un trucco: abbiamo fissato le meningi nella calotta cranica, in modo che il tessuto rimanesse nella sua condizione fisiologica, e quindi abbiamo sezionato l’area che ci interessava. Se avessimo fatto il contrario, non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i modelli dei vasi linfatici sul suo vetrino avevano la stessa distribuzione di cellule come nel sistema immunitario, li ha confrontati e avvisato Kipnis. L’impossibile esisteva. Louveau ricorda il momento dicendo:
Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a guardare al microscopio e ho detto: “Penso che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi vasi linfatici come “molto ben nascosti” in quanto sono riusciti a non essere notati per così tanto tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi, dopo essere stati “fotografati” tramite tecniche di imaging, seguono un importante vaso sanguigno verso le cavità sinusali, un’area molto difficile da visualizzare in quanto si trova nelle ossa del viso ed è connessa con le cavità nasali.
Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni che si perde facilmente di vista. – ha aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai cercando, la perdi.
Il lavoro di imaging, molto importante per l’intero studio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Tajie Harris, ricercatore, assistente del professore di neuroscienze e membro attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche elogiato le “fenomenali” capacità chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro è stato fondamentale per il successo di imaging dello studio.
Alzheimer, autismo, sclerosi multipla e oltre
Ed ora l’ inaspettata identificazione dei vasi linfatici solleva un enorme numero di domande sia sul funzionamento del cervello che alle malattie ad esso collegato che lo affliggono, come ad esempio il morbo di Alzheimer.
Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine – ha detto Kipnis. Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel cervello a causa del fatto che non vengono rimossi in maniera efficace da questi vasi sanguigni.
Egli ha osservato, inoltre, che questi vasi cambiano aspetto all’aumentare dell’età dell’individuo, dunque il ruolo che essi giocano nella fase dell’invecchiamento rappresenta un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna rivolgere l’attenzione, in luce dei risultati ottenuti, sono l’autismo e la sclerosi multipla. I risultati sono stati pubblicati on line dalla prestigiosa rivista Nature e appariranno in una prossima edizione di stampa.
University of Virginia, Health System
Kipnis J et al. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels. Nature, Published Online June 1 2015. doi: 10.1038/nature14432
Fonte: neuroscientistnews.com
Tratto da: http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Commento:
Questa scoperta evidenzia che l’ingegneria biomedica ha trovato la correlazione esistente tra il cervello ed il sistema immunitario.
Si auspica che si possano comprovare anche le correlazioni tra psiche-cervello-organi scoperte (NdR: anche, perche la medicina naturale lo insegna da migliaia di anni) dal dr. R.G. Hamer che chiariscono che questo rapporto esiste per quasi tutte le cosiddette malattie oncologiche e oncoequivalenti.
Scrisse Bernardino del Boca: “2 aprile ’69 – Uno sciamano italiano, che non sapeva di esserlo, pubblicava su “Il Tesoro delle Famiglie”. giornale istruttivo pittoresco del giugno 1875, questa notizia: “Sabuco Donna Olivia di Nantes visse in Alcaras, città della Spagna, sotto il regno di Filippo II, cioè dopo la metà del secolo decimosesto. Ella aveva sortito dalla natura un ingegno superiore al suo sesso, e lo mostrò in alcune opere da lei pubblicate. Il P. Féijoo parla di lei in questo modo:
” Ciò che la rese più commendevole fu il suo nuovo sistema filosofico e medico, in cui stabilisce per principio contro tutti gli antichi, che non è il sangue che nutre il nostro corpo, ma il succo nervoso che dal cerebro si comunica a tutti i nervi; ond’ella attribuisce ai vizi di questo umore vitale quasi tutte le infermità, L’Inghilterra subito ha abbracciato con ardore questo sistema, che la Spagna poco curante ha negligentato; ed ora gli Spagnoli la ricevono dalle mani degli stranieri. Sembra in tal guisa che questa dotta femmina abbia preceduto Renato Cartesio nell’opinione che stabilì nel cerebro l’unica sede dell’animo ragionevole, quantunque ella la estendesse a tutta la sostanza, e non la chiude precisamente nella ghiandola pineale. Questa donna si credeva talmente sicura della verità delle sue osservazioni che si esibiva a dimostrare in presenza dei fisici e dei medici più dotti della Spagna, che la fisica e la medicina che siinsegnano nelle scuole erano assolutamente errate.”
Lo sciamano ha intuito una verità che tuttora è ignorata. L’uomo di oggi, più che mai, ignora di ignorare. (BdB – Singapore-Milano-Kano – II ed. 94 pag. 30):
“Quando i pionieri dello spirito e della verità lasciano la loro impronta nella cultura del loro tempo, essa non può più essere cancellata ed è essa che segna il sentiero che diverrà presto la strada maestra per tutti. Il compito di questi pionieri è soprattutto quello di rompere le barriere della mente e di far espandere la coscienza generale per colmare il vuoto che esiste fra uomo e uomo”.
By Paola Botta Beltramo
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Descritti struttura e funzionamento della neuroglobina
La prossima generazione di trattamenti contro l’ictus potrebbe essere basata su una proteina già presente nel nostro cervello, la neuroglobina. In un articolo pubblicato sul numero di novembre di The FASEB Journal un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma descrive a fondo questa proteina che potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo di nuove terapie che minimizzino i danni cerebrali e migliorino il recupero dei pazienti. Secondo i ricercatori, la proteina sarebbe coinvolta nella risposta cerebrale a situazioni di carenza di ossigeno e avrebbe un ruolo protettivo sui neuroni.
Strutturalmente simile all’emoglobina presente nel sangue e alla mioglobina dei muscoli, la neuroglobina è presente nei neuroni, con maggiore prevalenza proprio nelle aree cerebrali che sono maggiormente a rischio di stress fisiologici come gli ictus. A differenza di emoglobina e mioglobina, però, la funzione primaria della neuroglobina non sarebbe il trasporto dell’ossigeno: secondo gli autori la neuroglobina sembra essere coinvolta in primo luogo nel metabolismo dell’ossido di azoto, e attraverso di esso esplicherebbe i suoi effetti protettivi.
“La comprensione di come il nostro cervello utilizzi una molecola simile all’emoglobina che ha funzioni protettive e di recupero della funzionalità – ha osservato il direttore di Faseb Journal Gerald Weissmann – costituisce un importante passo verso un più concreto aiuto a chi è colpito da ictus o problemi analoghi.”
Tratto da: blog.libero.it
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Bloccare un enzima per arginare i danni da ictus – 22 settembre 2010
L’identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus apre le porte a una promettente terapia contro questa malattia
L’inibizione dell’enzima NOX4, che ha un ruolo centrale nella produzione cellulare di perossido di idrogeno, può essere la chiave per ridurre notevolmente i danni causati da un ictus. E’ questo il risultato di un ricerca condotta presso le Università di Maastricht e di Würzburg – di cui viene riferito in un articolo pubblicato su PLoS Biology – nella quale è stata somministrata una sostanza che inibisce quell’enzima riscontrando che i danni cerebrali conseguenti a un ictus risultavano notevolmente ridotti anche quando la somministrazione avveniva a distanza di ore dall’evento.
Il perossido di idrogeno – la comune acqua ossigenata – è una delle sostanze più attive prodotte nel corso delle reazioni infiammatorie soprattutto dai macrofagi per “sterilizzare” il sito in cui avviene un danno e per eliminare agenti patogeni e cellule danneggiate.
Buona parte dei danni conseguenti a un ictus non sono, com’è noto, dovuti all’evento in sé ma all’eccesso di reazione dell’organismo.
“L’ictus ischemico è la seconda causa di morte al mondo. Attualmente esiste una sola terapia approvata e la sua efficacia è alquanto ridotta, senza contare che può essere utilizzata solamente nel 10 per cento circa dei pazienti, mentre nel restante 90 per cento è esclusa a causa delle sue controindicazioni”, spiega Christoph Kleinschnitz, uno dei coordinatori della ricerca. “E’ quindi urgente trovare nuove terapie. Uno dei candidati a questo ruolo è il meccanismo ossidativo, ma finora i tentativi di utilizzare antiossidanti non sono stati coronati da successo nei trial clinici.”
Questo studio prospetta una nuova strategia per inibire la fonte del perossido di idrogeno e bloccarne la produzione. “E’ importante il fatto che l’eliminazione del gene NOX4 nel topo non appare dare luogo ad anormalità e quindi non ci si dovrebbe aspettare evidenti effetti collaterali dall’uso di futuri farmaci che inibiscano NOX4”, ha aggiunto Harald Schmidt, il secondo coordinatore della ricerca.
L’identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus lo candida allo sviluppo di una promettente terapia contro questa malattia. “La scoperta può avere implicazioni anche per altre condizioni patologiche in cui il perossido di idrogeno o altre specie reattive dell’ossigeno possono avere un ruolo di primo piano, ma in cui gli antiossidanti o le vitamine non hanno avuto successo. Inibire la fonte del perossido di idrogeno e di altri radicali liberi può rappresentare la soluzione a lungo cercata per affrontare anche infarto, tumori e malattie neurodegenerative come il Parkinson o l’Alzheimer”, ha concluso Schmidt. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: le normali reazioni dell’organismo quando vi sono dei problemi, NON e’ la giusta via da percorrere; meglio rimuovere le cause che, anche in questo caso, sono derivanti da sangue ricco di tossine che con il tempo si depositano nellamicrocircolazione impedendo il normale nutrimento e depurazione delle cellule e quindi dei tessuti che compongono, in questo caso, quello nervoso. Ricordiamo che il sangue si forma e si informa dalle ossa e dall’intestino.
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Ictus: ipotermia protegge il cervello da danni – 7 Mar. 2012
AGI – Londra – I danni provocati al cervello da un ictus sono spesso gravissimi. Questo a causa della carenza di ossigeno (ipossia) che manda in sofferenza le diverse aree cerebrali. L’unico modo per evitare questi danni e’ intervenire immediatamente sul coagulo di sangue che impedisce l’apporto di sangue e di ossigeno al cervello.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista BioMed Central Experimental & Translational Medicine dimostra che l’ipotermia lieve (34 gradi centigradi) puo’ ridurre gli effetti collaterali durante le prime 24 ore dopo il verificarsi di un ictus, nonche’ aumentare le possibilita’ di intervenire per mezzo dell’attivatore tissutale del plasminogeno (tPA). Quando un coagulo di sangue blocca il flusso di plasma nel cervello (ictus ischemico) la parte bisognosa di ossigeno inizia rapidamente a morire.
Al fine di evitare danni significativi la tPA deve essere prestata al paziente il piu’ presto possibile dopo l’insorgenza dei sintomi, al massimo entro le prime quattro ore e mezza.
Un team di ricercatori dell’Universita’ di Erlangen, guidati da Rainer Kollmar, ha verificato se una condizione di lieve ipotermia puo’ rivelarsi utile nell’evitare danni al cervello attraverso una serie di esperimenti effettuati sui topi. I ricercatori hanno scoperto che mentre l’ipotermia ha ridotto la quantita’ di gonfiore dei tessuti cerebrali danneggiati da un ictus, la tPA (somministrata 90 minuti dopo l’evento patologico) ne ha determinato un aumento.
“In tutti i casi verificati – ha spiegato Kollmar – l’ipotermia si e’ mostrata in grado di compensare gli effetti collaterali di tPA”. Preliminari studi clinici stanno cominciando a mostrare che e’ possibile trattare i pazienti che hanno avuto un ictus anche combinando ipotermia e tPA. “I nostri risultati – ha concluso lo scienziato tedesco – suggeriscono che l’ipotermia puo’ compensare gli effetti collaterali del tPA, mentre solo ulteriori studi mostreranno se e’ anche in grado di aumentare la finestra temporale per le opportunita’ o meno di intervento con tPA”.
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Promemoria:
Quando affermiamo: il cervello sente, vede, ecc., diciamo una cosa realmente IMPRECISA:
NON e’ il cervello che vede ! il cervello e’ SOLO l’interfaccia fisiologica fra l’IO SONO-‘Ego/IO (micro buco nero sulVuotoquantomeccanico ed e’ totalmente statico…ed Infinito, quindi immortale), cioe’ l’Essere (e’ Lui che VEDE) e la mente (mare sul quale galleggia l’Ente spirituale = mente che pero’ alle volte mentisce) gli mette a disposizione le immagini da visionare (immaginazione = dentro l’immagine), che e’ il programma operativo (software) che fa funzionare il cervello che e’ l’organo fisico preposto ad attivarsi quando gli si immette il “Programma- Progetto Vita“, insito nel Vuotoquantomeccanico, cioe’ nell’Infinito Essere che tutti Viventi SONO.
TUTTO il corpo null’altro e’ che l’interfaccia fra l’Essere Spirituale e lo spazio-tempo nel quale esso si manifesta, per attivare, conoscere, partecipare, vivere….ed e’ lo spazio-tempo che si muove, perche’ l’osservatore e’ Statico, Immobile perche’ infinitamente Eterno !
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IDENTIFICATA la CAUSA di 130 MALATTIE del CERVELLO ? – 04.01.2011
Un gruppo di ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge e dell’Edinburgh University sono stati in grado di mappare le 1461 proteine che costituiscono la densità postsinaptica
Un team di ricercatori inglesi ha annunciato una scoperta che segna una svolta epocale nella comprensione dei meccanismi all’origine di numerose malattie del cervello.
Gli scienziati sono infatti riusciti a mappare le 1461 proteine che interagiscono nella densità postsinaptica, una specifica area delle sinapsi cerebrali da tempo riconosciuta per il ruolo che ricopre in diverse patologie.
Nel corso della sperimentazione sono stati analizzati dei campioni cerebrali prelevati nel corso di alcune operazioni chirurgiche: “Abbiamo identificato 130 “malattie” del cervello in cui sono coinvolte le densità postsinaptiche – spiega uno degli autori dello studio, Seth Grant – Tra esse, ci sono comuni patologie debilitanti come l’Alzheimer, il Parkinson o altre malattie neurodegenerative così come l’epilessia e malattie dello sviluppo dei bambini come l’autismo o le difficoltà di apprendimento.
La nostra scoperta – ha precisato – mostra che le densità postsinaptiche sono lo snodo di un’ampia gamma di malattie che colpiscono milioni di persone”.
Lo studio, apparso sulla rivista Nature Neuroscience, lascia intravedere importanti applicazioni terapeutiche. “Piuttosto che puntare sui “soliti sospetti”, disponiamo adesso di una lista completa di più di 1000 sospetti”, afferma Jeffrey L. Noebels, professore di Neurologia, Neuroscienze e Genetica umana al Baylor College of Medicine. “Dal momento che in molte malattie è coinvolto lo stesso gruppo di proteine, ora possiamo essere in grado di sviluppare nuovi trattamenti che possono essere impiegati in più patologie – prosegue Grant. Inoltre, “Possiamo ipotizzare altri modi per sviluppare test diagnostici e per aiutare i medici a classificare le patologie”.
By Alessandro Veronesi – Tratto da: Infosalute.info
Commento NdR: ….ma quello che non dicono a chiare lettere e’ che, le proteine mancanti e/o eccedenti e/o anomale, lo sono in quanto le funzioni principali cellulari (una delle quali e’ proprio la produzione e la specializzazione delle proteine) sono alterate da vari cofattori, in primis i VACCINI (proteine tossiche complesse a DNA), metalli tossici, micotossine, virus, batteri eterologhi e/o mutati ed infine proteine eterologhe anche quelle introdotte con alimenti contaminati e/o industrializzati e non biologici, generando quelle malfunzioni cellulari e tissutali e quindi organiche, che poi analizzando e controllando le proteine, con appositi esami di laboratorio, si ritrovano in forma anomala, alterata o deficitaria.
Comunque ben vengano queste ricerche, perche’ corroborano tutto cio’ che noi affermiamo da decenni, cioe’ che sono soprattutto i vaccini i quali sono la base per qualsiasi malattia anche cerebrale, anche perche’ vengono propinati fin dabambini… !
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Ictus, scoperto il gene che segnala il rischio
Scoperta la variante genetica che rileva la predisposizione all’ictus. La notizia è stata pubblicata su “Nature Genetics” ed è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dalla St. George University.
Il lavoro ha coinvolto scienziati europei, australiani ed americani che hanno messo a confronto il patrimonio genetico di circa 10 mila persone colpite dalla patologia con quello di 40 mila soggetti sani. Importante il contributo italiano con la partecipazione allo studio dellaFondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, guidato da Eugenio Parati.
L’incrocio dei dati ha consentito di individuare un gene, denominato HDAC9, la cui alterazione fa aumentare il rischio d’ictus ischemico.
vedi: Circolazione sanguigna
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Aneurismi e ictus: perché non sono più tragedie senza ritorno – 20/0372014
Si curano danni che si consideravano intrattabili.
Diana è a un concerto e viene colta da una crisi epilettica. Quando si riprende, la sua vista è doppia e il mal di testa diventa rapidamente insopportabile.
Quando arriva al pronto soccorso, la diagnosi lascia poche speranze: aneurisma cerebrale di grandi dimensioni, oltre i 25 millimetri.
Nonostante la giovane età – Diana ha solo 15 anni – le possibilità di recupero si riducono al lumicino: la probabilità che la sacca di sangue che si è formata nel cervello scoppi con conseguenze drammatiche è elevata.
Eppure oggi, a otto mesi da quel giorno drammatico, Diana (il nome è di fantasia) sta benissimo e ha ripreso la vita di tutti i giorni. Uno straordinario capovolgimento di prospettiva che ha un nome preciso:
“flow-diverter”, il nuovo dispositivo che sta rivoluzionando il trattamento degli aneurismi cerebrali.
A spiegarlo è Italo Linfante, direttore del dipartimento di Neurochirurgia Vascolare presso il “Baptist Cardiac and Vascular Institute” di Miami, in Florida, uno dei centri all’avanguardia del
settore e dove la ragazza è stata operata. “Quando si parla di aneurisma – spiega Linfante – ci si riferisce alla dilatazione di alcune arterie all’interno del cervello che, con il passare del tempo, possono espandersi fino alla rottura. In questi casi intervenire in modo tempestivo è fondamentale. Fino ad alcuni anni fa la tecnica base per trattare questi “eventi” prevedeva la craniotomia e il successivo posizionamento di una clip che, come una vera e propria pinza, isolava l’aneurisma”. Una tecnica chirurgica che ha lasciato lentamente spazio alla neurochirurgia endovascolare, un approccio che prevede l’utilizzo di microcateteri che dall’arteria femorale raggiungono direttamente la zona del cervello interessata dallo “shock”.
“Questa metodica, che presenta eccellenti risultati, consiste nel riempimento della sacca aneurismatica attraverso la creazione di una sfera, che è formata da spirali di platino. Si tratta di un’impalcatura capace di evitare la rottura e di promuovere il riassorbimento del sangue”, sottolinea lo specialista.
Ad oggi, però, alcuni casi come quello di Diana risultano ancora difficili da trattare. Difficoltà che potrebbero essere superate proprio con il “flow-diverter”.
“E’ un dispositivo – spiega Linfante – pensato già alla metà degli Anni 90, ma solo da poco arrivato nelle sale operatorie dopo un rigorosissimo iter di sperimentazione, iniziato dai modelli in vitro e conclusosi con i test sugli animali e nell’uomo”. Tecnicamente, è uno “stent”, che permette di canalizzare il sangue, escludendo così l’aneurisma. Una sorta di rete metallica inserita nell’arteria dove è presente il “problema”.
“La bellezza di questo campo del sapere – continua – è la rapidità con cui si cambia il modo di lavorare. Se prima ci concentravamo nel trattare la sacca aneurismatica, oggi, con il “flow-diverter”
l’attenzione si concentra sull’arteria. L’obiettivo ripristinare il corretto flusso sanguigno. Così facendo, il sangue presente nell’aneurisma si coagula e il problema viene eliminato”. Un dispositivo che permette di trattare aneurismi considerati fino a pochissimo tempo fa intrattabili come quello di Diana. Nel centro di Miami dove lavora Linfante quasi il 40% degli aneurismi viene ormai affrontato in questo modo.
Ma le novità non finiscono qui. Grazie alle nuove tecnologie endovascolari anche il trattamento degli ictus – l’occlusione delle arterie cerebrali – è cambiato radicalmente. L’approccio è del tutto simile agli aneurismi. “Oggi – prosegue – la tecnica più all’avanguardia è quella dello “stent-retriver”.
Il metodo consiste nell’inserzione di una rete a livello dell’arteria ostruita con l’obiettivo di ricanalizzare e aprire il vaso. In questi casi però, a differenza dell’aneurisma, lo “stent” viene tolto e sorprendentemente, nel momento della rimozione, il dispositivo porta via con sé anche il coagulo che ha causato l’ictus”.
Ma se da un lato le tecniche hanno fatto passi da gigante, lo stesso non si può dire per quanto riguarda l’organizzazione delle unità ospedaliere che devono trattare aneurismi e ictus. In Italia (e non
solo) la situazione è a macchia di leopardo e le “stroke unit” scarseggiano. “Per trattare bene questi “eventi” occorrono centri organizzati che operino 24 ore su 24. Non solo. Le risorse andrebbero concentrate in pochi centri e ben dislocati. Un esempio di efficienza – sottolinea Linfante – è Londra, divisa in 8 settori per garantire un punto di riferimento all’avanguardia ogni milione di persone. Più interventi fai e migliore è la qualità. Solo così si potrà veramente avere successo”.
La sfida – conclude – “non sarà mai solo di natura tecnica, ma anche di organizzazione sanitaria”.
By Daniele Banfi – Tratto da: lastampa.it
vedi anche qui altri particolari sull’aneurisma cerebrale:
http://www.farmacoecura.it/malattie/aneurisma-cerebrale-sintomi-conseguenze-cause/
Disintossicare tutto l’organismo, specialmente effettuare il riordino della flora batterica intestinale e la disintossicazione del fegato !
Come tenere pulito anche il cervello: Alimentazione basica, Emodieta e Crudismo
Quando e come il cervello elimina le tossine, quando vi riesce: durante il sonno…per cui, meglio si dorme, meglio e piu’ facilmente di eliminano le tossine.
vedi: Circolazione sanguigna
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Cancro e Pineale – vedi: BioElettronica
Dopo 25 anni di ricerche il dott. Paolo Lissoni, oncologo della divisione di Radioterapia del San Gerardo è riuscito nel suo intento. Infatti, il National cancer institute di Washington, l’istituto oncologico che divulga notizie scientificamente attendibili, ha corroborato la fondatezza dei suoi studi sulla ghiandola pineale.
Lissoni parte dalla teoria di Cartesio che a metà del ‘600 teorizzava il ruolo della ghiandola pineale (alla base del cranio) come collegamento tra il corpo e l’anima. Infatti, Lissoni si rifà agli antichi filosofi che parlavano di unità della persona tra corpo e anima, dai Magi a Platone, secondo cui la malattia era il distacco dall’universale. Dall’ipotesi filosofica, poi è passato a quella scientifica: la ghiandola produce quattro ormoni (fra cui la melatonina), in alcuni casi utili come antitumorali.
Secondo Lissoni non basta curare solo la parte fisica del tumore, ma bisogna occuparsi anche della psiche del paziente, perché la cura della malattia non è semplicemente organica, ma deriva anche da un malessere esistenziale. I quattro ormoni vengono prodotti nelle quattro diverse fasi della giornata, seguendo il ritmo del sole. Le teorie del medico monzese sono state a lungo derise, ma il National Cancer Institute di Washington le ha riconosciute come valide. Lissoni è stato chiamato dal National cancer institute di Washington, il tempio della scienza medica mondiale a cui venerdì riferirà dell’uso dei 4 ormoni prodotti dalla ghiandola pineale.
Nel frattempo, il tempio della ricerca internazionale sta compiendo gli stessi studi sugli animali, mentre a Monza Paolo Lissoni ha già una casistica di 2500 pazienti in 25 anni (circa il 15% dei pazienti del reparto).
Di conseguenza, il San Gerardo si ritrova ad essere l’unico centro al mondo con una tradizione di studio sulla ghiandola pineale.
«Non ho mai voluto spaccare il mondo degli oncologi come fece il professor Di Bella – dichiara il dottor Lissoni – ma auspico l’unione fra gli specialisti del settore, l’unità delle terapie per rendere, per esempio le chemioterapie sempre meglio accettate ed efficaci».
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Intelligenza
Finalmente gli scienziati hanno capito cosa rende un’animale più intelligente di un’altro. Si è sempre affermato che era una questione di quantità di cervello, ma poi si è specificato che era il rapporto del peso del cervello rispetto al corpo a “pesare”.
E invece no !
Studiando varie specie di uccelli gli scienziati hanno osservato che le specie col cervello più lateralizzato, cioè coi 2 emisferi che lavorano indipendentemente, sono anche le più intelligenti. Cioè l’intelligenza dipende dalla specializzazione delle funzioni intellettive, un fatto che è rozzamente osservabile dal grado di lateralizzazione degli emisferi cerebrali. Questo spiegherebbe fra l’altro la superiorità tecnica del cervello maschile rispetto al femminile.
Afferma il neuroscienziato cognitivo Giorgio Vallortigara dell’università di Trento, specialista per l’intelligenza dei polli: “L’idea di un collegamento tra una forte lateralizzazione e abilità cognitiva girava nell’aria da molti anni, ma è stato fatto poco lavoro sperimentale di comparazione con gli animali. Questo studio fornisce un affascinante conferma del legame tra cognizione superiore e asimmetria del cervello.”
Tratto da: http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2009/902/4
vedi anche: DNA, Cromosomi, Amminoacidi + Cervello separato, quello del Cuore + per l’ischemia e’ utile il: Gingo Biloba
Infine vi sono i Batteri detti “Psicobiotici” – vedi: Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la mente, e i ricercatori affermano che possono migliorare l’umore, diminuire l’ansia e la depressione e apportano molti altri benefici. I probiotici sono microrganismi vivi che sono simbiotici con i batteri intestinali positivi e che riescono ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i fermenti dello yogurt non sono considerati probiotici perché muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici non sopportandone l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che alterando i batteri nell’intestino, si potesse gestire meglio lo stress, migliorare l’umore, e anche curare ansia o depressione. Eppure ci sono moltissime ricerche scientifiche pubblicate da vari ricercatori in tutto il mondo che riguardano la connessione intestino-cervello e che stanno dimostrando proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri intestinali in modo da influenzare positivamente l’umore e la funzione del cervello. Uno dei principali modi è quello di assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, producono un beneficio per la salute nei pazienti affetti da malattie psichiatriche.[1] Questa definizione, coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si basa sulla più recente ricerca che dimostra che non c’è bisogno di avere una depressione clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici influenzino positivamente il cervello.[2] Chi soffre di stress cronico, depressione, o di ansia ha il potenziale per beneficiare di questa classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici “alterano la mente” è attraverso la loro capacità di produrre vari composti biologicamente attivi, come i neurotrasmettitori. Diverse molecole con funzioni neuroattive come l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le catecolamine e l’acetilcolina possono essere prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando questi neurotrasmettitori sono secreti all’interno dell’intestino, possono attivare cellule all’interno del rivestimento epiteliale che a loro volta rilasciano molecole che stimolano la funzionalità cerebrale e influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando effetti sul sistema di risposta allo stress del corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa disfunzionale in caso di stress cronico o malattia. Quando si verifica una disfunzione dell’asse HPA, la produzione ritmica di cortisolo e di altri ormoni legati allo stress diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici possono agire sul cervello è attraverso la loro azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti essere una delle principali cause della depressione e di altri disturbi dell’umore e cognitivi. Questa infiammazione può derivare dall’intestino, e alcuni psicobiotici apportare i loro effetti benefici nel cervello abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi psicobiotici hanno dimostrato di migliorare l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici hanno anche dimostrato di curare la depressione, l’ansia, e altri problemi di salute mentale e cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su pazienti con disturbi depressivi maggiori, in cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici, altri un placebo per otto settimane.[7] L’integratore prebiotico era costituito da Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2 miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane, i pazienti che hanno ricevuto il probiotico avevano diminuito in modo significativo i punteggi totali sulla Beck Depression Inventory, un test ampiamente utilizzato per misurare la gravità della depressione, rispetto ai pazienti che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano una significativa diminuzione della infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP, i livelli di insulina erano significativamente più bassi, si era ridotta la resistenza all’insulina, e si era verificato un significativo aumento di glutatione, un antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in persone senza questi disturbi. In uno studio per analizzare i possibili effetti su ansia, depressione, stress in volontari sani, è stato utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus helveticus r0052 e Bifidobacterium longum R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato che esso aveva alleviato lo stress psicologico, in particolare la depressione, la rabbia, l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30 giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L. helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti psicologici benefici nei soggetti sani. Possono contribuire a rafforzare l’umore e alleviare l’ansia nelle persone affette da varie malattie croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un altro studio controllato con placebo nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di unità formanti colonie di Lactobacillus casei, ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno per due mesi. Le persone che avevano assunto il probiotico avevano una significativa diminuzione dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici supplementari hanno dimostrato di poter curare la depressione e l’ansia in studi su animali. Il Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per esempio, è noto per l’effetto di aumentare la dopamina e la serotonina e di diminuire i comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a stress precoce, questo stesso psicobiotico diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli psicobiotici aiutano le persone e gli animali sottoposti a stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir) contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato i livelli di serotonina negli studenti di medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati allo stress come dolore addominale e sintomi del raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo Shirota “può esercitare effetti benefici per prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha funzionato meglio del citalopram nel ridurre l’ansia indotta da stress, depressione e disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il cortisolo e riportato i livelli di serotonina e di altri neurotrasmettitori cerebrali alla normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus helveticus hanno anche dimostrato, in studi condotti su animali, di poter ridurre la depressione legata allo stress e all’ansia, influenzando la serotonina, il cortisolo, e altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus R0011 ha normalizzato i comportamenti simili all’ansia e le carenze di apprendimento e di memoria nei ratti immuno-deficienti con disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti regolatori dell’umore e della funzione del cervello. I prebiotici non sono organismi vivi come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che stimolano la proliferazione dei batteri positivi intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi riducono la secrezione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e migliorano l’elaborazione emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno ricevuto uno dei due prebiotici (frutto-oligosaccaridi, FOS, o Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un placebo (maltodestrine) al giorno per tre settimane. I livelli di cortisolo al mattino erano significativamente più bassi dopo l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto il placebo. I partecipanti che avevano assunto B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi sulla vigilanza e attenzione, che è un’indicazione che il prebiotico ha avuto effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino irritabile spesso hanno l’ansia e / o depressione, condizioni correlate direttamente con la disbiosi e con la diminuzione dell’attività intestinale e della diversità microbica.[19] Uno studio ha trovato che una miscela prebiotica contenente galactooligosaccaride ha dato benefici sull’ansia nella sindrome dell’intestino irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con questa miscela per 4 settimane ha ridotto i punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi dimostrano che gli psicobiotici hanno il potenziale di avere un impatto positivo sulla funzionalità del cervello, sul miglioramento dell’umore, sul trattamento della depressione e dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi devono ancora essere determinati. In generale sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al giorno per la maggior parte dei probiotici, tra cui gli psicobiotici, ma possono anche essere utili apporti superiori o inferiori. Basta fare una prova per almeno un mese prima di decidere se funzionano o meno.
La chiave della salute è nel nostro intestino e gli antichi di ogni tradizione lo sapevano benissimo. Ippocrate, padre della medicina moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli autori dello studio, precisiamo: non e’ che un singolo batterio influisce sulla psiche, ma e’ l’insieme sinergico di TUTTI i batteri autoctoni della flora intestinale, il microbioma, che permette al soggetto di avere una psiche / mente lucida ed attenta, senza distrazioni dai malesseri causati dalle alterazioni della flora foriera di qualsiasi danni o ammalamento.
Riferimenti
[1] Dinan TG et al. Psychobiotics: a novel class of psychotropic. Biol Psychiatry. 2013 Nov 15;74(10):720-6.
[2] Tillisch K et al. Consumption of fermented milk product with probiotic modulates brain activity. Gastroenterology. 2013 Jun;144(7):1394-401, 1401.e1-4.
[3] Wall R et al. Bacterial neuroactive compounds produced by psychobiotics. Adv Exp Med Biol. 2014;817:221-39.
[4] Ait-Belgnaoui A et al. Probiotic gut effect prevents the chronic psychological stress-induced brain activity abnormality in mice. Neurogastroenterol Motil. 2014 Apr;26(4):510-20.
[5] Stuart Watson and Paul Mackin. HPA axis function in mood disorders. Psychiatry Volume 5, Issue 5, 1 May 2006, Pages 166–170
[6] Clin Ther. 2015 May 1;37(5):984-95.
[7] Nutrition. 2015 Sep 28. pii: S0899-9007(15)00391-3.
[8] Br J Nutr. 2011 Mar;105(5):755-64.
[9] Gut Pathog. 2009 Mar 19;1(1):6.
[10] Behav Brain Res. 2016 Feb 1;298(Pt B):202-9.
[11] Brain Res. 2015 Nov 24. pii: S0006-8993(15)00862-8.
[12] Neurogastroenterol Motil. 2014 Nov;26(11):1615-27.
[13] Behav Brain Res. 2015;287:59-72.
[14] Benef Microbes. 2015 Dec 21:1-12.
[15] Neuroscience. 2015 Dec 3;310:561-77.
[16] Psychoneuroendocrinology. 2013 Sep;38(9):1738-47.
[17] Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2014 Oct 15; 307(8): G793–G802.
[18] Psychopharmacology (Berl). 2015; 232(10): 1793–1801.
[19] Neuropsychiatr Dis Treat. 2015; 11: 715–723.
[20] Aliment Pharmacol Ther. 2009 Mar 1;29(5):508-18.
Tratto da dionideam.it
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Sensazionale scoperta scientifica sul cervello !
Gli scienziati hanno scoperto che il cervello umano ospita strutture e forme che contano fino a 11 dimensioni.
I neuroscienziati accolgono la scoperta affermando: “Abbiamo trovato un mondo che non avevamo mai immaginato”.
I metodi matematici di topologia algebrica hanno aiutato i ricercatori a trovare strutture e spazi geometrici multidimensionali nelle reti cerebrali. Secondo gli esperti, un nuovo studio ha dimostrato che il cervello umano ospita strutture e forme che hanno fino a 11 dimensioni.
Si stima che il cervello umano sia sede di ben 86 miliardi di neuroni, con diverse connessioni da ogni cellula cellulare in ogni direzione possibile, formando una rete cellulare super-vasta che SOMEHOW ci rende capaci di pensiero e coscienza, riferisce Science Alert.
Un gruppo internazionale di scienziati riuniti attorno al progetto Blue Brain ha ottenuto risultati mai visti prima nel mondo delle neuroscienze, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Computational Neuroscience.
Questo team è riuscito a trovare strutture nel cervello che presentano un universo multidimensionale, scoprendo il primo disegno geometrico delle connessioni neurali e come rispondono agli stimoli.
Gli scienziati hanno fatto uso di tecniche di modellazione computerizzata approfondite per capire in che modo esattamente le cellule cerebrali umane sono in grado di organizzarsi per svolgere compiti complessi.
I ricercatori hanno utilizzato modelli matematici di topologia algebrica, per descrivere strutture e spazi geometrici multidimensionali nelle reti cerebrali. Nello studio, si denota che le strutture si formano nello stesso momento in cui sono intrecciate in una “unione” che genera una precisa struttura geometrica.
Henry Markram, neuroscienziato e direttore del Blue Brain Project Losanna (CH) afferma: “Abbiamo trovato un mondo che non avevamo mai immaginato. Ci sono decine di milioni di questi oggetti anche in una piccola parte del cervello, fino a sette dimensioni. In alcune reti abbiamo persino trovato strutture con un massimo di 11 dimensioni“.
Come notato dagli esperti, ogni neurone all’interno del nostro cervello è in grado di interconnettersi con un vicino, in un modo specifico per formare un oggetto con connessioni complesse. È interessante notare che più i neuroni si uniscono alla cricca, più le dimensioni vengono quindi aggiunte all’oggetto.
Usando la topologia algebrica, gli scienziati sono stati in grado di modellare la struttura all’interno di un cervello virtuale, generato con l’aiuto dei computer. In seguito, gli scienziati hanno condotto esperimenti sul tessuto cerebrale reale per verificare i risultati.
Dopo che gli scienziati hanno aggiunto degli stimoli nel tessuto cerebrale virtuale, hanno scoperto che erano riunite cricche di dimensioni progressivamente più elevate. Hanno scoperto che tra queste cricche c’erano buchi o cavità.
Ran Levi della Aberdeen University, che ha lavorato al giornale, ha dichiarato a WIRED : “La comparsa di cavità ad alta dimensione quando il cervello elabora le informazioni significa che i neuroni della rete reagiscono agli stimoli in modo estremamente organizzato.”
“È come se il cervello reagisse a uno stimolo costruendo e poi radendo al suolo una torre di blocchi multidimensionali, iniziando con barre (1D), poi tavole (2D), poi cubi (3D) e quindi geometrie più complesse con 4D, 5D, ecc. La progressione dell’attività attraverso il cervello assomiglia a un castello di sabbia multidimensionale che si materializza dalla sabbia e poi si disintegra“.
Mentre le forme tridimensionali hanno altezza, larghezza e profondità, gli oggetti scoperti dagli esperti nel nuovo studio non esistono in più delle tre dimensioni nel mondo reale, ma i matematici usati per descriverli possono avere 5, 6 7 o fino a 11 dimensioni.
Il professor Cees van Leeuwen, di KU Leuven, Belgio, ha detto a Wired : “Al di fuori della fisica, gli spazi ad alta dimensionalità sono spesso usati per descrivere strutture dati complesse o condizioni di sistemi, ad esempio lo stato di un sistema dinamico nello spazio degli stati. ” – “Lo spazio è semplicemente l’unione di tutti i gradi di libertà del sistema, e il suo stato descrive i valori che questi gradi di libertà stanno effettivamente assumendo”.
Tratto da: https://www.wired.co.uk/article/neurons-multi-dimensional-network-brains