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Influenza Spagnola, dai Vaccini ed Aspirina – 2

Jean Paul Vanoli by Jean Paul Vanoli
22/12/2020
in Medicina
21 min read
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Vaccino, sperimentale non un ipotetico virus, il responsabile dell’influenza spagnola

Bill Gates Il  suo nonno, dr. Frederick L. Gates, è stato coinvolto con l’esperimento Rockefeller Meningite batterica JAB che ha ucciso 100 milioni nel 1918 – 1920.
Non era l’influenza spagnola… era un VACCINO sperimentale per la meningite !
Rivelata la verità sulla mortale influenza spagnola del 1918: Era in realtà una polmonite batterica, creata e diffusa con un vaccino sperimentale per la meningite…
Quando gli Stati Uniti entrarono nella Prima Guerra Mondiale, nell’aprile del 1917, la nascente industria farmaceutica ebbe a disposizione qualcosa che non aveva mai avuto prima: una grande disponibilità di soggetti umani da testare. Durante gli anni della guerra, dal 1918 al 1919, l’esercito statunitense raggiunse i 6 milioni di uomini, di cui 2 milioni furono inviati oltreoceano. Il Rockefeller Institute for Medical Research approfittò di questo nuovo bacino di cavie umane per condurre esperimenti sui vaccini.Image result for united states soldier 1918 vaccinations

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I presunti “virus” possono entrare nelle cellule ? NO

 SIERI GENICI sperimentali, SPACCIATI per “VACCINI”

Leggete “Il padrino dei vaccini ammette liberamente di aver commesso una truffa immorale durante una deposizione legale”.

Nel gennaio 1918, il vaccino fu somministrato ai soldati a Ft. Riley, in Kansas. Poco dopo, il chirurgo della divisione offrì il vaccino a tutto il campo. Il vaccino utilizzato fu prodotto nel laboratorio del Rockefeller Institute. Tra il 21 gennaio e il 4 giugno 1918, il dottor Frederick L. Gates riferì di un esperimento in cui ai soldati furono somministrate tre dosi di un vaccino contro la meningite batterica. I vaccini erano dosi di un siero vaccinale derivato da cavalli.

I dettagli sono disponibili in una relazione del Dr. Gates: “Vaccinazione antimeningite e osservazione delle agglutinine nel sangue dei portatori cronici di meningococco”.

Gates ha scritto che gli uomini che hanno partecipato all’esperimento hanno mostrato sintomi simil-influenzali, tra cui tosse, vomito e diarrea, dopo aver ricevuto il vaccino. Questi sintomi sono un disastro per gli uomini che vivono nelle caserme, che viaggiano sui treni per la costa atlantica, che navigano verso l’Europa e che vivono e combattono nelle trincee.

Poi, poco prima della colazione di lunedì 11 marzo, iniziò la prima ondata della cosiddetta influenza del 1918. A mezzogiorno, il chirurgo del campo Edward R. Schreiner aveva per le mani oltre 100 uomini malati, tutti apparentemente “affetti dalla stessa malattia”.

Dal rapporto del dottor Gates:

Reazioni… Sono stati notati diversi casi di lassità intestinale o diarrea transitoria. Questo sintomo non era mai stato riscontrato prima. Un’attenta indagine nei singoli casi ha spesso rivelato che gli uomini che lamentavano gli effetti della vaccinazione soffrivano di una leggera corizza, bronchite, ecc. al momento dell’iniezione.

A volte la reazione è stata avviata da una sensazione di freddo o di refrigerio e alcuni uomini hanno lamentato febbre o sensazioni febbrili durante la notte successiva.

Seguono, con una certa frequenza, nausea (occasionalmente vomito), vertigini e “dolori” generali alle articolazioni e ai muscoli, che in alcuni casi si localizzavano in particolare al collo o alla regione lombare, causando torcicollo o rigidità della schiena. Alcune iniezioni sono state seguite da diarrea.

 Le reazioni, quindi, simulavano occasionalmente l’insorgenza di una meningite epidemica e diversi uomini vaccinati furono inviati come sospetti all’ospedale di base per la diagnosi.

Secondo Gates, iniettarono ai soldati dosi casuali di un vaccino sperimentale contro la meningite batterica. In seguito, alcuni dei soldati presentarono sintomi che furono caratterizzati come meningite “simulata”, ma il dottor Gates avanza la fantasiosa affermazione che non si trattasse di meningite vera e propria.

Nel 1918, “influenza” o influenza era un termine generico per indicare una malattia di origine sconosciuta. Il termine fuorviante “influenza spagnola” non è mai stato corretto. Chi l’avrebbe detto? Ha contribuito a nascondere l’origine della pandemia. Se ci fosse una vera giustizia in questo mondo, si chiamerebbe “pandemia di Rockefeller”.

Per una strana coincidenza, nemmeno la tecnologia moderna è riuscita a individuare il ceppo influenzale killer di questa pandemia. L'”influenza spagnola” attaccò persone sane nel fiore degli anni. La polmonite batterica attacca le persone nel fiore degli anni. L’influenza attacca i giovani, gli anziani e gli immuno-compromessi.

In realtà la polmonite batterica era il vero killer e migliaia di autopsie lo confermano.

I ricercatori hanno esaminato più di 9.000 autopsie e “non ci sono risultati negativi nelle colture polmonari (batteriche)”.

Secondo un documento del 2008 del National Institute of Health, la polmonite batterica è stata l’assassino in almeno il 92,7% delle autopsie di coloro che sono morti a causa della cosiddetta “influenza spagnola” tra il 1918 e il 1919.

Così un siero sperimentale antimeningococco derivato dai cavalli fu iniettato ai soldati che sarebbero entrati nelle condizioni di vita anguste e insalubri della guerra. Cosa poteva andare storto ?

L’Istituto ha dichiarato di aver distribuito il siero batterico in Inghilterra, Francia, Belgio, Italia e altri Paesi durante la prima guerra mondiale. In definitiva, questi ciarlatani dell’Istituto Rockefeller uccisero tra il 1918 e il 1919 da 50 a 100 milioni di persone a causa di infezioni polmonari batteriche.

Un articolo del 2008 sul sito web dei Centers for Disease Control degli Stati Uniti descrive come i soldati malati della prima guerra mondiale potessero trasmettere i batteri ad altri diventando “adulti nuvola”.

“Infine, per brevi periodi e in misura variabile, gli ospiti colpiti diventavano “adulti delle nuvole” che aumentavano l’aerosolizzazione di ceppi di batteri colonizzanti, in particolare pneumococchi, streptococchi emolitici, H. influenzae e S. aureus.

La dottoressa Carol Byerly descrive come l'”influenza” si sia diffusa a macchia d’olio nell’esercito americano. (Sostituire “batteri” con “influenza” o “virus” della dottoressa Byerly):

Quattordici dei più grandi campi di addestramento avevano segnalato focolai di influenza in marzo, aprile o maggio, e le truppe infette recuperate portarono il virus con sé a bordo delle navi dirette in Francia. Quando i soldati in trincea si ammalavano, i militari li evacuavano dalle prime linee e li sostituivano con uomini sani. Questo processo portava continuamente il virus a contatto con nuovi ospiti, soldati giovani e sani, nei quali poteva adattarsi, riprodursi e diventare estremamente virulento senza pericolo di esaurirsi.
A contribuire all’alta mortalità di questa epidemia di polmonite fu anche l’uso eccessivo di aspirina.

Leggi “L’aspirina ha contribuito alla mortalità dell’epidemia del 1918-1919 e altro ancora”.
https://www.winterwatch.net/2021/06/the-truth-revealed-about-the-deadly-1918-spanish-flu-it-was-actually-bacterial-pneumonia/

Ryle Dwyer, scrive sull’orrore della pandemia del 1918-20 che la propaganda dice essere stata causata dai Vaccini.
INFLUENZA SPAGNOLA (THU, 08 MAGGIO, 2003, esaminatore Irlandese, 1 Maggio 2003).
Come sapevano che era il virus dell’influenza spagnola che ha ucciso milioni di civili e soldati ?
Questo disastro si è verificato quando i virus erano sconosciuti alla scienza medica.
Ci è voluta una squadra scientifica britannica per identificare il primo virus nell’uomo nel 1933.

Per quanto riguarda l’origine dell’epidemia, egli riferisce che un alto ufficiale dell’esercito statunitense ha suggerito che i tedeschi potrebbero essere stati responsabili del virus come parte del loro sforzo bellico, diffondendolo nei teatri o dove si è riunito un gran numero di persone. Lo hanno diffuso anche tra la loro stessa gente, uccidendo 400.000 persone, come riferito ?
Ryle vorrebbe farci credere che tutti quei soldati americani morti per cause non belliche potrebbero essere morti di influenza spagnola. Ma i registri dell’esercito americano mostrano che sette uomini sono morti dopo essere stati vaccinati.
Un rapporto del segretario di guerra americano Henry L. Stimson non solo ha verificato questi decessi, ma ha anche dichiarato che ci sono stati 63 morti e 28.585 casi di epatite come risultato diretto della vaccinazione contro la febbre gialla durante soli sei mesi di guerra. Questo è stato solo uno dei 14-25 vaccini somministrati alle reclute.

I registri dell’Esercito rivelano anche che dopo che la vaccinazione divenne obbligatoria nell’Esercito degli Stati Uniti nel 1911, non solo il tifo aumentò rapidamente, ma tutte le altre malattie vaccinali aumentarono ad un ritmo allarmante.
Dopo l’entrata in guerra dell’America nel 1917, il tasso di mortalità per la vaccinazione contro il tifo è salito al punto più alto nella storia dell’esercito americano.
I decessi sono avvenuti dopo che le iniezioni sono state fatte negli ospedali sanitari americani e nei campi dell’esercito ben sorvegliati in Francia, dove l’igiene è stata praticata per anni.

Il rapporto del chirurgo generale dell’esercito americano mostra che nel 1917 furono ricoverati negli ospedali dell’esercito 19.608 uomini affetti da inoculazione antitifoide e vaccinia.
Non si tiene conto di coloro le cui malattie da vaccino sono state attribuite ad altre cause.

I medici dell’esercito sapevano che tutti questi casi di malattia e di morte erano dovuti alla vaccinazione e sono stati abbastanza onesti da ammetterlo nei loro referti medici.
Quando i medici dell’esercito hanno cercato di sopprimere i sintomi del tifo con un vaccino più forte, questo ha causato una forma peggiore di paratifoide tifoide.
Ma quando hanno inventato un vaccino ancora più forte per sopprimere quello, hanno creato una malattia ancora peggiore dell’influenza spagnola.
Dopo la guerra, questo fu uno dei vaccini usati per proteggere un mondo in preda al panico dai soldati di ritorno dai fronti di battaglia della prima guerra mondiale infettati da pericolose malattie.
Il resto è storia – By Patrick J. Carroll, Lady Lane House, Waterford.

L’influenza spagnola fu causata dalle vaccinazioni a cui furono sottoposti i militari
Giovedì 08 maggio 2003 – RYLE DWYER scrive sull’orrore della pandemia del 1918-20 che la propaganda sostiene sia stata causata dal virus dell’influenza spagnola (Irish Examiner, 1 maggio).

Come facevano a sapere che era stato il virus dell’influenza spagnola a uccidere milioni di civili e soldati ?
Questo disastro si è verificato quando i cosiddetti e supposti, virus erano sconosciuti alla scienza medica.

Ci volle un team scientifico britannico per indicare il primo virus nell’uomo nel 1933, ma la ricerca sull’isolamento del presunto virus non fu esegiuta secondo i canoni scientifici detti Gold Standard né sottoposti a verifica secondo i postulati di Koch, quindi nessun isolamento fu fatto, né  scoperto nessun virus !
– vedi in questo sito Cosa sono i virus/esosomi
Per quanto riguarda l’origine di quelle che fu proclamata come una epidemia (fasulla), si riferisce che un alto ufficiale dell’esercito americano suggerì che i tedeschi avrebbero potuto essere responsabili dell’errore come parte del loro sforzo bellico, diffondendolo nei cinema o dove si riuniva un gran numero di persone.
Lo hanno anche diffuso tra la propria gente con i vaccini del Vaiolo e con quelli della Meningite e febbre gialla, che avevano fatto siu militari e sulla popolazione inerte…, uccidendo 400.000 come riportato ?
Ryle vorrebbe farci credere che tutti quei soldati americani che sono morti per cause non combattenti potrebbero essere morti di influenza spagnola. Ma i registri dell’esercito americano mostrano che sette uomini sono morti dopo essere stati vaccinati….. e gli altri sono stati immunodepressi e rovinati di conseguenza nella loro flora batterica intestinale e quindi si sono ammalati di influenza stagionale, mal curati specie con forti dosi di aspirina, cosa assai deleteria, e quindi sono facilmente morti.

Un rapporto del segretario alla guerra americano Henry L Stimson non solo ha verificato questi decessi, ma ha anche affermato che ci sono stati 63 decessi e 28.585 casi di epatite come risultato diretto della vaccinazione per la febbre gialla durante solo sei mesi di guerra. Quello era solo uno dei 14-25 colpi dati alle reclute.

I registri dell’esercito rivelano anche che dopo che le campagne vaccinali,  divenne obbligatoria nell’esercito americano nel 1911, non solo il tifo aumentò rapidamente, ma tutte le altre malattie vaccinali aumentarono a un ritmo allarmante.
Dopo che gli Stati Uniti entrarono in guerra nel 1917, il tasso di mortalità per vaccinazione salì al punto più alto della storia dell’esercito americano.

[…] Il rapporto del chirurgo generale dell’esercito americano mostra che nel 1917 furono ricoverati negli ospedali dell’esercito 19.608 uomini che soffrivano di inoculazione per il tifo e per il vaiolo.

Ciò non tiene conto di coloro le cui malattie da vaccino sono state attribuite ad altre cause. I medici dell’esercito sapevano che tutti questi casi di malattia e morte erano dovuti alla vaccinazione ed erano abbastanza onesti da ammetterlo nei loro referti medici.

Quando i medici dell’esercito hanno cercato di sopprimere i sintomi del tifo con un vaccino più forte, ciò ha causato una forma peggiore di paratifo tifoide. Ma quando hanno inventato un vaccino ancora più forte per sopprimerlo, hanno creato una malattia (la spagnola) ancora peggiore.
Il resto è storia.

By Patrick J Carroll, Lady Lane House, Waterford.
Questa storia è apparsa nella versione stampata dell’Irish Examiner giovedì 8 maggio 2003 su:
https://www.irishexaminer.com/opinion/ourview/arid-10058295.html

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Larry Romanoff – 18 dicembre 2020 – The UNZ Review
Un nuovo sviluppo storico che si è evoluto nel corso di alcuni anni e che ora è stato messo a fuoco grazie al Covid-19, è la cosiddetta “influenza spagnola” del 1918. Stanno emergendo rapporti e documenti ricorrenti che ci dicono che questa “più grande pandemia della storia” [1] non è stata “spagnola”, [2] non è stata una “influenza” e,[3] non si è trattato di un evento naturale, ma bensì del risultato di una manipolazione umana con i Vaccini, del Vaiolo, Tifo e Meningite.
Sicuramente c’è molto di più da scoprire, ma le prove accumulate fino ad oggi sono troppo convincenti per essere ignorate.

In parole povere, le prove che stanno emergendo supportano le ipotesi secondo cui la pandemia del 1918 fu causata da un errato programma, altamente sperimentale, di vaccinazione contro la meningite, condotto dal Rockefeller Institute (fondato dal Dr. F.T. Gates con fondi anche di J.D. Rockefeller), avviato dall’esercito statunitense a Fort Riley e da lì diffusosi nel mondo.
https://www.mag24.es/2021/11/04/il-vaccino-sperimentale-e-il-mistero-dellinfluenza-spagnola-pochi-sanno-che-tutto-inizio-con-un-esperimento-voluto-dal-rockefeller-institute-for-medical-research/ 

Questo saggio cercherà di documentare brevemente le prove finora disponibili.
Ci saranno naturalmente molte obiezioni ai contenuti, non solo da parte degli ideologi e dei troll, ma anche da parte di personaggi di alto rango con organi del corpo vitali che necessitano di protezione (*)

In primo luogo, non c’è mai stata alcuna giustificazione per associare la pandemia del 1918 alla Spagna.
L’agente patogeno non ha avuto origine in Spagna, né la Spagna è stata la più colpita.
La “storia ufficiale” più comunemente accettata dai nostri media mainstream è che in tutti i paesi, tranne che in Spagna, era in vigore una severa censura (a causa della guerra) e, conseguentemente, i fatti della pandemia circolavano liberamente solo nei media spagnoli; era quindi “naturale” riferirsi a questa come all’influenza spagnola. Da questo ragionamento, dato che tutti noi sappiamo che gli Stati Uniti hanno almeno il 125% di libertà di parola e meno lo stesso grado di censura, dovremmo ribattezzare il Covid-19 “la maledizione americana” (questo può ancora accadere, per altri motivi più validi).

In ogni caso, esistono prove documentate, sempre più voluminose e sempre più solide, che questa epidemia ha avuto origine a Fort Riley, in Kansas, negli Stati Uniti. I teorici della cospirazione e i revisionisti storici non possono più cambiare questa situazione.

La pandemia del 1918 fu probabilmente la peggiore che il mondo avesse mai visto, certamente per secoli. Infettò circa 500 milioni di persone e ne uccise almeno 50 milioni in tutto il mondo.
L’attuale “narrazione ufficiale” (ancora una volta) è che fu causata da “un virus H1N1 originatosi negli uccelli” (che non è comunque una “influenza”), e la sua unica tenue connessione con gli Stati Uniti è che fu “identificata per la prima volta negli Stati Uniti tra il personale militare” nella primavera del 1918. Queste affermazioni sembrano false. In un rapporto del 2008, il NIH (equivalente del nostro ISS, n.d.t.) statunitense ha ammesso che la maggior parte dei decessi non era stata causata da una “influenza” né da alcun virus aviario, ma bensì da una polmonite batterica [1].

I dettagli degli studi lo confermano ampiamente, e persino il Dr. Anthony Fauci dice: “Siamo completamente d’accordo sul fatto che la polmonite batterica ha avuto un ruolo importante nella mortalità della pandemia del 1918” [2], [3] [4] [5].
Infatti, si afferma ora che la ragione per cui la moderna tecnologia medica non è mai stata in grado di identificare il “ceppo di influenza killer” di questa pandemia è stato perché l’influenza non era il killer.
Potrebbe essere ovvio per noi, oggi, perché sappiamo che l’influenza attacca i giovani, gli anziani e gli immuno-depressi, mentre l’influenza “spagnola” attaccava le persone sane nel fiore degli anni, che è quello che fa una polmonite batterica.

Anche in questo caso, la narrazione ufficiale ci dice che, a causa dei movimenti di truppe dovuti alla guerra, l’agente patogeno si è diffuso in tutto il mondo. Ma l’attuale tesi emergente è che i movimenti delle truppe potrebbero essere stati irrilevanti perché il Rockefeller Institute, con una combinazione di fretta e presunzione, “inviò il suo siero sperimentale (vaccino) anti-meningococco in Inghilterra, Francia, Belgio, Italia e molti altri paesi, contribuendo a diffondere l’epidemia in tutto il mondo“. Sembra certamente il principale sospettato, e possiamo capire la riluttanza dell’OMS e del CDC di oggi a rivelarlo alla stampa popolare.
Come ha scritto il dottor Kevin Barry:
“Sarebbe molto più difficile sostenere il mantra della commercializzazione dei “vaccini salva-vita” se [si confermasse che] un esperimento di vaccino originario degli Stati Uniti … ha causato la morte di 50-100 milioni di persone”. Inoltre, affermare che “l’American Rockefeller Institute for Medical Research, con il suo vaccino sperimentale contro il meningococco batterico, potrebbe aver ucciso 50-100 milioni di persone nel 1918-19” è uno slogan commerciale molto poco efficace [6].”

La pistola fumante
Secondo il documento del 2008 dell’Istituto Nazionale della Salute, la polmonite batterica risulta essere stata il colpevole in un minimo del 92,7% delle autopsie del 1918-19 esaminate. È probabilmente superiore al 92,7%. I ricercatori hanno esaminato più di 9.000 autopsie, e “non ci sono stati risultati negativi (in quanto a batteri) nelle colture polmonari“.
“… Nelle 68 serie di autopsie di qualità superiore, in cui si poteva escludere la possibilità di colture negative non dichiarate, il 92,7% delle colture polmonari autoptiche era positivo per ≥1 batterio. … in uno studio su circa 9.000 soggetti che sono stati seguiti dalla presentazione clinica con l’influenza alla risoluzione o all’autopsia, i ricercatori hanno ottenuto, con tecnica sterile, colture di pneumococchi o streptococchi da 164 di 167 campioni di tessuto polmonare.

“Erano presenti 89 colture pure di pneumococchi; 19 colture da cui sono stati recuperati solo streptococchi; 34 che hanno prodotto miscele di pneumococchi e/o streptococchi; 22 che hanno prodotto una miscela di pneumococchi, streptococchi e altri organismi (in particolare pneumococchi e streptococchi non emolitici); e 3 che hanno prodotto solo streptococchi non emolitici. Non ci sono stati risultati negativi della coltura polmonare” [2]. Pneumococchi o streptococchi sono stati trovati in “164 su 167 campioni di tessuto polmonare” esaminati con l’autopsia, cioè il 98,2%. Il batterio era l’assassino [6].

I volumi del 1918 e del 1919 del Journal of the American Medicine Association includono molti articoli sulle cause, la prevenzione e il trattamento dell’influenza.
Più e più volte gli investigatori si meravigliavano della sporadica presenza di ‘B. influenzae’ nei malati, notando la sua presenza in individui sani e osservandola in altre infezioni quali il morbillo, la scarlattina, la difterite e la varicella.”
In un articolo gli autori scrivono: “Non sembra esserci alcuna giustificazione per la convinzione che l’epidemia sia dovuta al bacillo dell’influenza, che è probabilmente un invasore secondario e ha più o meno la stessa relazione con i casi di influenza che con le infezioni respiratorie di tipo diverso” (Lord 1919) [7].”

 Questo sembra essere il punto di partenza della storia
A seguito allo scatenarsi di un’epidemia di meningite a Camp Funston, Kansas, nell’ottobre e nel novembre del 1917, fu intrapresa una serie di vaccinazioni anti-meningite su soggetti volontari di quel campo [8]. All’epoca le vaccinazioni (e forse gran parte della scienza medica in generale) erano agli inizi, un territorio molto poco conosciuto.
In particolare, lo stesso Dr. Gates (si veda la nota 8) osserva che prima di questo periodo, “i vaccini contro il meningococco non sono stati ampiamente utilizzati come profilassi per l’immunizzazione, e nella letteratura si trovano solo pochi riferimenti relativi alle esperienze di vaccinazione“. Egli riferisce inoltre che i pochi casi citati avevano avuto reazioni “molto gravi” ai vaccini, che erano completamente sperimentali.

In questo caso, il Rockefeller Institute, che sembra essere il luogo in cui hanno avuto origine gli esperimenti iniziali di questo speciale compartimento del vaso di Pandora, aveva ideato un vaccino sperimentale ed era comprensibilmente ansioso di “vedere cosa succede”. A quanto pare si trattava di un vaccino antibatterico piuttosto rozzo che veniva fatto ai cavalli. Non ho la competenza medica per commentare la parte equina, ma altri più esperti hanno suggerito che questo potrebbe non essere stato il metodo migliore.
Un enorme vantaggio della guerra per il Rockefeller Institute fu che l’esercito americano passò da poco più di 250.000 a 6.000.000.000 di uomini, mettendo così a disposizione del “Rockefeller Institute for Medical Research” un enorme bacino di cavie umane per condurre esperimenti sul vaccino.
Non solo per l’origine, a quanto si sa, a Camp Riley. Ma anche, sostiene Kevin Barry, perché «dal 21 gennaio al 4 giugno 1918 un vaccino sperimentale contro la meningite batterica, coltivato nei cavalli dal Rockefeller Institute for Medical Research di New York, fu iniettato nei soldati di Fort Riley». Post hoc ergo propter hoc? O è solo una coincidenza? Se sì, perché la sperimentazione venne poi accantonata? Sia come sia, a quella guerra parteciparono anche truppe coloniali, che tornate a casa portarono con sé il contagio contribuendo all’ecatombe generale. E cominciando dai più fragili e poveri (la sottoalimentazione e la mancanza di fogne e acqua corrente parteciparono alla grande).
Senza contare che quei soldati avevano subito in precedenza anche il vaccino per il vaiolo….

In un articolo di 26 pagine pubblicato nel luglio del 1918 dal Dr. Fredrick L. Gates, M. D., First Lieutenant, Medical Corps, U. S. Army, scrivendo dall’Ospedale della Base, Fort Riley, Kansas, e dal Rockefeller Institute for Medical Research, New York, il Dr. Gates descrive la procedura [8].

“Per la determinazione del dosaggio e lo studio delle reazioni e della formazione di anticorpi sono stati scelti sei gruppi di circa 50 uomini ciascuno dalle varie compagnie del reggimento. I gruppi successivi hanno ricevuto dosi crescenti di vaccino in una serie di tre iniezioni a intervalli di 4-10 giorni.
La determinazione del dosaggio del vaccino per i gruppi successivi è stata effettuata sulla base dei rapporti delle reazioni prodotte dalle dosi somministrate. Si è ritenuto importante aumentare gradualmente le dosi per localizzare da vicino la zona delle reazioni lievi ed evitare risultati inaspettatamente gravi.

Il verificarsi di una reazione occasionale di maggiore gravità anche con le dosi più piccole e l’aumento dell’indolenzimento locale dopo l’iniezione delle dosi maggiori di vaccino, hanno portato alla scelta di dosi relativamente più basse per la serie generale in tutto il campo piuttosto che al tentativo di spingere il dosaggio fino al limite della resistenza. L’esperienza successiva ha pienamente giustificato questa decisione.
La serie preliminare di vaccinazioni, quindi, servì a stabilire il metodo di iniezione, il giusto dosaggio per la vaccinazione diffusa, le reazioni che ci si poteva aspettare come risultato delle dosi scelte e la produzione di corpi anticorpi nel siero dei soggetti vaccinati. Sulla base di questi risultati il vaccino è stato praticato a tutto il campo.
Finora i vaccini contro il meningococco non sono stati utilizzati in modo estensivo per l’immunizzazione profilattica, e solo pochi riferimenti si trovano in letteratura relativamente alle esperienze di vaccinazione.
Alcuni riferimenti elencati hanno, verosimilmente, manifestato reazioni gravi, il che indica che si è trattato di un vero e proprio esperimento intrusivo in un campo totalmente inesplorato.”

I risultati non si fecero attendere. “… Quattordici dei più grandi campi di addestramento avevano segnalato focolai di influenza in marzo, aprile o maggio [1918, n.d.t.] e le truppe infette portarono il “virus” a bordo delle navi dirette in Francia… Quando i soldati in trincea si ammalarono, i comandi li fecero evacuare dalle linee del fronte e li sostituirono con uomini sani. Questo processo portava continuamente il “virus” a contatto con nuovi ospiti, giovani soldati sani in cui poteva adattarsi, riprodursi e diventare estremamente virulento senza pericolo di esaurirsi.

… Prima che potesse essere imposto un divieto di viaggio, un contingente di truppe di rimpiazzo partì da Camp Devens (fuori Boston) per Camp Upton, Long Island, il punto di imbarco dell’esercito per la Francia, e portò con sé la c.d. “influenza”. Gli ufficiali medici di Upton dissero che si manifestò “all’improvviso” il 13 settembre 1918, con 38 ricoveri ospedalieri, seguiti da 86 il giorno dopo e 193 il giorno successivo.
I ricoveri ospedalieri raggiunsero l’apice il 4 ottobre con 483, e nel giro di 40 giorni, Camp Upton inviò 6.131 uomini all’ospedale per “influenza”. Alcuni svilupparono la polmonite così rapidamente che i medici furono in grado di diagnosticarla semplicemente osservando il paziente senza neppure auscultare i polmoni…”[9].

Direi qui che tutte le indicazioni portano a concludere che questo evento è stato accidentale. Al Rockefeller Institute possono anche esserci stati arroganza e fantasticherie di “semi-divinità”, ma io non sono in grado di formulare tali accuse. Da tutto quello che ho visto nella ricerca su questo argomento e, anche se non posso parlare a nome del Rockefeller, l’esercito americano sembra aver affrontato la questione con sincerità, buone intenzioni e grandi speranze di evitare infezioni da meningite nelle sue truppe. Ho fatto riferimento all’articolo del dottor Gates, scritto nel 1918, e l’ho studiato ripetutamente. Da quelle letture, non ricavo alcun accenno di inganno o insabbiamento, nessuna imprudenza, nessun disprezzo per la vita dei soldati, e nessun tentativo (come vediamo oggi con i vaccini) di minimizzare o escludere i pericoli di reazioni avverse.
L’intero tono del suo articolo è quello di un ufficiale medico intelligente e istruito che documenta sinceramente la situazione di un pericoloso agente patogeno e i suoi sforzi per eliminarlo. Egli è attento nelle sue dichiarazioni, documenta la cura nella [parte della] somministrazione di dosi minori e crescenti di vaccino e nel monitoraggio dei loro effetti in ogni fase. Da tutto quello che ho appreso, non posso attribuire alcuna colpa all’esercito americano in questo “esperimento”, tranne forse il fatto che si trattava, appunto, di un ‘esperimento’. Le colpe, lo spregio, gli insabbiamenti e l’inganno sono venuti dopo.

La mia lettura del periodo successivo è che sia il Rockefeller Institute che l’esercito statunitense (dopo aver condotto migliaia di autopsie) si siano resi pienamente conto di quanto era accaduto e, in termini umanamente comprensibili di fronte alla calamità che avevano inavvertitamente scatenato, abbiano deciso che la strada più prudente era quella di seppellire la verità piuttosto che affrontare l’indignazione di un mondo già esaurito dalla guerra.
Non dimentichiamo che quella pandemia uccise di gran lunga più persone che la guerra stessa. In questa situazione, cosa avreste fatto? Immaginate il New York Times e il London Times che titolano “OOPS !”
Credo che questa pandemia vaccinale, sia diventata “influenza” e “spagnola” perché mascherava sia l’origine che l’agente patogeno stesso, indirizzando il pubblico mondiale in direzioni sbagliate e attribuendo la colpa di tutto alla natura. Ma forse, dopo più di 100 anni, è giunto il momento che gli Stati Uniti mostrino un pò di coraggio e di integrità e dicano la verità. Dopo tutto, c’è una prima volta per tutto.

Nota: ho ritenuto utile dividere l’articolo originale in due parti distinte, fondamentalmente perché, secondo me, Romanoff tratta due diversi aspetti che è consigliabile esaminare separatamente. Il primo ha valenza decisamente storico-medica, il secondo invece è maggiormente correlato ad una specie di antenato delle attuali “fake news”.

Additional References

1. Deaths from Bacterial Pneumonia during 1918–19 Influenza Pandemic, John F. Brundage* and G. Dennis Shanks†
Author affiliations: *Armed Forces Health Surveillance Center, Silver Spring, Maryland, USA; †Australian Army Malaria Institute, Enoggera, Queensland, Australia
https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/14/8/07-1313_article

4. PDF of Fort Riley Study [1918]
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2126288/pdf/449.pdf

5. American Experience, “The First Wave”, PBS
https://www.pbs.org/wgbh/americanexperience/features/influenza-first-wave/

Notes
[1] Bacterial Pneumonia Caused Most Deaths in 1918 Influenza
https://www.nih.gov/news-events/news-releases/bacterial-pneumonia-caused-most-deaths-1918-influenza-pandemic

[2] J Infect Dis. 2008 Oct 1; 1987: 962–970. Predominant Role of Bacterial Pneumonia as a Cause of Death in Pandemic Influenza: Implications for Pandemic Influenza Preparedness David M. Morens, Jeffery K. Taubenberger, and Anthony S. Fauci
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2599911/

[3] https://www.newscientist.com/article/dn14458-bacteria-were-the-real-killers-in-1918-flu-pandemic/

[4] https://www.lewrockwell.com/2020/07/gary-g-kohls/the-true-story-of-the-1918-so-called-viral-influenza-pandemic/

[5] https://www.fbcoverup.com/docs/library/2008-10-01-Predominant-Role-of-Bacterial-Pneumonia-as-a-Cause-of-Death-in-Pandemic-Influenza-

Implications-for-Pandemic-Influenza-Preparedness-by-AS-Fauci-DM-Morens-J-K-Taubenberger-Jrnl-of-Infect-.pdf

[6] https://fort-russ.com/2020/05/did-psychopath-rockefeller-create-the-spanish-flu-pandemic-of-1918/

[7] https://www.historyofvaccines.org/content/blog/vaccine-development-spanish-flu

[8] A REPORT ON ANTIMENINGITIS VACCINATION
https://core.ac.uk/download/pdf/7827612.pdf

[9] Public Health Rep. 2010; 125(Suppl 3): 82–91. The U.S. Military and the Influenza Pandemic of 1918–1919; Carol R. Byerly, PhD
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2862337/

Fine della prima parte.
Link: https://www.unz.com/lromanoff/the-1918-rockefeller-us-army-worldwide-pandemic/
(*) nel testo “vital body organs”, possibile che si riferisca alla possibilità che questa gente rischi un sacco di botte? n.d.t.
Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte
Tratto e continua su:
https://comedonchisciotte.org/la-pandemia-mondiale-del-1918-rockefeller-e-lesercito-americano/

Altri particolari li trovate su: https://mednat.news/vaccini/influenza_spagnola.htm

Leggete anche questo altro articolo:
L’influenza spagnola, i morti uccisi dai Vaccini ed Aspirina propinata a gogo…

Non solo: INDOSSA UNA MASCHERINA e MUORI
NewScientist: – Dr. Antony Fauci: i portatori di maschere erano il vero assassino nel 1918.
Nel 2008, il Dr. Antony Fauci ha scritto un articolo con due colleghi spiegando che l’influenza non era la causa predominante di morte durante la pandemia influenzale del 1918.  I batteri furono i veri assassini nella pandemia influenzale del 1918 New Scientist -4 agosto 2008 Esperti medici e scientifici ora concordano sul fatto che i batteri, non i virus influenzali, furono la principale causa di morte durante la pandemia influenzale del 1918 … “Siamo completamente d’accordo sul fatto che la polmonite batterica abbia giocato  un ruolo importante nella mortalità della pandemia del 1918 “, afferma Anthony Fauci, direttore del National Institute for Allergy and Infectious Disease a Bethesda, nel Maryland, e autore di un altro articolo di giornale uscito il mese prossimo che giunge a una conclusione simile.  Più indagavano, più batteri emergevano come i veri killer, un’idea ora supportata dalla maggior parte degli esperti di influenza..
https://www.newscientist.com/article/dn14458-bacteria-were-the-real-killers-in-1918-flu-pandemic/?fbclid=IwAR1eNdUgc085dPLWs9EP9N8HkBgrT_nw1mOHS6jOzFtbLEjxg_QX_fsKrHQ

Continua QUI:  Influenza spagnola, fu creata con i Vaccini e…! | Mednat® News

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dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, consulente in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia. Consulente di: https://mednat.news (vedi Curriculum) - info@mednat.news - Sovrano, Ambasciatore e Trustee del Trust/Stato/Nazione/Regno libero, sovrano, extraterritoriale: VANOLI GIOVANNI PAOLO° - VANOLI G.P.° - VGP° (Trade Marks) - Defender of human, animal, bacteria and virus/exosomes rights, i.e. Life/Nature in general

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