…..la SINGOLARITA’, una invenzione ? forse si !
Big Bang, teoria sempre più contestata:
http://video.google.com/videoplay?docid=1868661388454830893
Due fisici americano “creano” il Big Bang al computer, ma poi si accorgono che i conti NON tornano, perché si rendono conto di non saper spiegare perche’ l’antimateria manchi all’appello !
Ma l’antimateria è fuori e dentro la “materia” stessa perché quest’ultima è formata da 2 “lati” (Materia + AntiMateria a loro volta strutturate in 2 energie) come già dall’antichità si sapeva e si insegnava: la Vita è retta e si mantiene per mezzo della materia=energia=forza duale Yin e Yang
L’astronomo Fritz Zwicky (morto nel 1974) sosteneva:
“Sono convinto che ogni teoria sarà vuota, finché non capiremo di che cosa è fatta tutta la materia dell’UniVerso“.
Oggigiorno vi è tanta confusione e tante teorie mai provate !
La “manifestazione” dell’UniVerso, (il Bereshit della Genesi), è attuata SOLO e con progetto (idea) che movimenta l’energia dell’Etere e propaga un “suono” che esce dal “Buco nero“, un buco esistente in OGNI parti-cella esistente, sul Vuotoquantomeccanico, che struttura-crea le figure di Lissajous, e quindi tutti gli orbitali degli 8 livelli atomici, quindi la “creazione” (manifestazione) e’ continua in ogni punto dell’UniVerso…
vedi: INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI + Universi paralleli 2
Lo Spirito = l’In-Form-Azione, crea attraverso il Verbo/Azione che si manifesta attraverso Progetto vita dentro, insito nel:
VuotoQuantoMeccanico per mezzo del = il Suono = Linguaggio
Teoria R3 – Una semplice Teoria dell’UniVerso – PDF – dell’Ing. Alberto Angelo Conti
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Finalmente, cominciano ad accorgersene questi “moderni scienziati” che hanno fino ad ora sbagliato con la Teoria del Big Bang:
Niente Big Bang, niente fine, Nuova – Antica teoria per l’Universo – 03/08/2010
Il nostro Cosmo non ha avuto un momento iniziale e non morirà: è in continua evoluzione, trasformazione (nulla si crea, nulla si distrugge TUTTO si trasforma), mentre massa, energia, informazione, tempo e spazio possono convertirsi l’uno nell’altro.
Fa discutere lo studio di un ricercatore di Taiwan, che permette di risolvere molti misteri, ma presenta ancora alcune incoerenze.
NESSUN inizio, nessuna fine, ma un Universo in continua evoluzione, dove massa, tempo e spazio possono convertirsi l’uno nell’altro.
Un Universo dunque, senza Big Bang e senza fine.
Questo è il cosmo in cui viviamo, così come lo ha concepito e definito Wun-Yi Shu della National Tsing Hua University di Taiwan, che permette di risolvere molti problemi ancora aperti della teoria oggi comunemente accettata, che vuole che l’Universo in cui viviamo sia nato dal Big Bang.
Nell’Universo di Shu sono quattro gli elementi in contrasto con l’attuale teoria dell’evoluzione del cosmo e che ne danno una nuova visione.
Il primo: la velocità della luce e la “costante gravitazionale” non sono costanti, ma variano con il tempo.
Il secondo: il tempo non ha avuto né inizio, né fine, quindi non c’è stato alcun Big Bang.
Il terzo: la sezione spaziale dell’Universo è paragonabile ad una sfera a più di tre dimensioni, un’immagine inconcepibile con la fantasia umana, ma che si spiega solo matematicamente.
Il quarto, infine: l’Universo vede momenti di accelerazione e decelerazione nella sua espansione.
L’ipotesi di Shu vede da una nuova prospettiva le entità che stanno alla base dell’Universo, in quanto il tempo e lo spazio si possono convertire l’uno nell’altro con la velocità della luce come fattore di conversione.
La massa e la lunghezza sono anch’esse intercambiabili: la conversione dipende dalla “costante gravitazionale”, che è variabile nel tempo, e dalla velocità della luce, anch’essa variabile. Secondo questa nuova complessa visione, quando l’Universo è in espansione il tempo si converte in spazio e la massa in lunghezza. Quando l’Universo si contrae avviene il contrario.
“Nella mia visione dell’Universo la velocità della luce è un fattore di conversione tra il tempo e lo spazio, in quanto è semplicemente una delle proprietà della geometria dello spazio-tempo”, spiega Shu, il quale continua: “Poiché l’Universo è in espansione si può ipotizzare che in fattore di conversione vari in rapporto a tale espansione e dunque la velocità della luce varia con il tempo cosmico”.
Questa ” (NdR: cioe’ antica) nuova” concezione del cosmo in cui viviamo, tra l’altro, dà modo di spiegare la sua espansione senza ricorrere all'”energia oscura” che, secondo i canoni attuali, compone il 73% dell’Universo (il 23% è materia oscura e solo il 4% è materia ordinaria, quella di cui sono composte le stelle, i pianeti e tutto l’Universo visibile). Dell’energia oscura non si sa nulla e rimane il più grande mistero per gli scienziati.
Alcune critiche, tuttavia, sono già state mosse alla nuova teoria. Le più vigorose vengono da Michael Drinkwater, astronomo alla Univesity of Queelsland, il quale sottolinea come vi siano numerose prove che la velocità della luce è costante e non cambia con il tempo come sostiene Shu. La quantità di idrogeno, elio e altri elementi presenti nell’Universo, inoltre, sono coerenti con la nascita dell’Universo attraverso il Big Bang.
Un’altra problematica riguarda la “radiazione cosmica di fondo” che, nel modello del Big Bang, corrisponde alla radiazione residua delle fasi iniziali della creazione dell’Universo e ne è considerata una conferma chiave. Shu è consapevole di queste controversie, ma secondo l’astrofisico è solo una questione di tempo e anch’esse troveranno una spiegazione nell’Universo infinito.
By Luigi Bigmani – Tratto da: repubblica.it
Commento NdR: questo articolo non tiene conto che le ricerche effettuate con i numeri dicono cose diverse…PDF
vedi anche la luna e la materia oscura…PDF (studi del ricercatore Rubino).
Altra teoria sul NON big bang (singolarita’):
“Abbiamo scoperto di poter descrivere esattamente l’evoluzione quantistica dell’universo”, dice Neil Turok, direttore del Perimeter Institute for Theoretical Physics, in Ontario, e coautore dello studio. “Abbiamo scoperto che l’universo passa senza problemi attraverso la singolarità ed esce dall’altra parte. Era ciò che speravamo, ma non ci eravamo mai veramente riusciti prima d’ora”.
Turok e Steffen Gielen, dell’Imperial College di Londra, hanno pubblicato i loro calcoli su: “Physical Review Letters” del mese scorso.
vedi:
http://www.lescienze.it/news/2016/08/06/news/universo_nato_grande_rimbalzo-3193803/
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“Il big bang non c’è più ?” o forse NON c’è mai stato… – 24/02/08
A lanciare un simile sasso nello stagno della scienza sull’origine dell’Universo è il fisico cosmologo della Sissa di Trieste Cristiano Germani, che sembra abbia prodotto una nuova teoria che toglie di mezzo il grande botto iniziale, facendo anche riferimento anche alla nuova teoria detta delle super-stringhe.
Questa ipotesi mette in discussione tutto l’apparato scientifico legato al “creazionismo”, e porta avanti altre ipotesi legate invece all’idea dell’Etere o continuum al di fuori dal tempo, che crea un gran fastidio ad una certa casta di fisici legati alla teoria delle particelle nate appunto dal grande botto, e poi da fastidio a chi ha bisogno di dimostrare che c’è stata una volontà di qualcuno che ha voluto questo grande botto.
L’altro filone di idee invece potrebbe pensare che il tutto dipende da oscillazioni dell’Etere o continuum informatico o altro ancora….che è l’essenza base dell’universo fuori dal tempo, che si potrebbe anche visualizzare come un enorme ragnatela di fili intrecciati in più dimensioni che hanno doti di memoria e quindi hanno dato vita ad un software di base ottimizzato, tale hardware informatico probabilmente oscilla da sempre creando Universi/Cosmi/Stelle/sistemi solari, ecc., che si creano collassano e rinascono, arricchendo continuamente le sue/loro memorie al suo/loro interno, la base della massa è la pulsazione che crea onde o frequenze facendo oscillare il plasma od etere informatico senza tensioni, tali vortici energetici pulsanti a due pressioni (positivo e negativo) che noi chiamiamo atomi, crescono e si arricchiscono di in-form-azioni, utilizzando negli esseri viventi le memorie pregresse come il DNA ecc., in tale ipotesi la gravità potrebbe essere vista come il flusso continuo di etere-informazioni senza tensioni che va ad alimentare i vari vortici energetici degli atomi, la fisica quantistica spiega già molte questioni viste in tal senso, il problema è che non possediamo strumenti adatti a rilevare il flusso di un etere informatico non entrato ancora nella densità dei vortici energetici (energia=materia), e quindi per esempio poi la scienza classica definisce circa il 23 % della massa che costituisce l’Universo come materia oscura, il discorso qui si fa lungo tortuoso e complicato, e porta con se anche il concetto filosofico-scientifico che dice che noi e tutta la massa dell’Universo siamo costruiti con materiale informatico fuori dal tempo, per cui anche le nostre singole memorie (IO SONO / Ego / mEnte) sono eterne e destinate ad evolversi all’Infinito attraverso il continuo passaggio nella materia che si informa e diviene materiale informatico (Spirito-In-form-azione) per riportare nella memoria universale e singolare, arricchendo lo Spirito dei singoli e quello Universale, il tutto in un Continum Spirito che anima la materia la quale a sua volta serve per ri-animare-ri-arricchire lo Spirito, e cosi all’InFinito, mediante il Vuotoquantomeccanico.
Big Bang, si è Sgonfiato ?
L’Universo potrebbe non aver avuto un inizio – 25/02/2015
Se questa nuova teoria si rivela essere vera, l’universo non potrebbe aver iniziato con il botto.
Nella nuova formulazione, l’UniVerso non è mai stato una singolarità, od un infinitamente piccolo e infinitamente denso punto della materia. Infatti, l’universo può non avere avuto affatto un’ inizio.
“La nostra teoria suggerisce che l’età dell’universo potrebbe essere infinita”, ha detto il co-autore Saurya Das, un fisico teorico presso l’Università di Lethbridge in Alberta, Canada.
Il nuovo concetto potrebbe anche spiegare che cosa è la materia oscura – la misteriosa sostanza invisibile che costituisce la maggior parte della materia nell’universo – che in realtà e’ un dato di fatto, Das ha aggiunto. [The Big Bang di Civilization: 10 Amazing Origin Eventi]
Big Bang sotto il fuoco…Secondo la teoria del Big Bang, l’universo è nato circa 13.800 milioni anni fa.
Tutta la materia che esiste oggi era una volta schiacciata in un infinitamente denso ed infinitamente piccolo punto ultra-caldo, chiamato una singolarità. Questa piccola palla di fuoco poi è esplosa ed ha dato origine all’universo primordiale.
La singolarità esce dalla matematica della teoria della relatività generale, che la descrive come una massa che deforma lo spazio-tempo, ed un’altra equazione (chiamata equazione di Raychaudhuri) di Einstein prevede che se la traiettoria di qualcosa possa convergere o divergere nel corso del tempo.
Andando indietro nel tempo, secondo queste equazioni, tutta la materia dell’universo era una volta in un unico punto – la singolarità del Big Bang.
Ma non è del tutto vero.
Nella formulazione di Einstein, le leggi della fisica in realtà si rompono, prima del raggiungimento della singolarità. Ma gli scienziati vogliono estrapolare all’indietro, come se le equazioni della fisica continuano a mantenersi, ha detto Robert Brandenberger, cosmologo teorico alla McGill University di Montreal, che non è stato coinvolto nello studio.
“Così, quando diciamo che l’universo inizia con un big bang, non abbiamo davvero il diritto di dire cio’”, ha detto Brandenberger diretta Science.
Ci sono altri problemi in fisica – cioè che le due teorie più dominanti, meccanica quantistica e relatività generale, non possono essere riconciliate.
La Meccanica quantistica dice che il comportamento di minuscole particelle subatomiche è fondamentalmente incerto. Questo è in contrasto con la relatività generale di Einstein, che è deterministica, il che significa che una volta che tutte le leggi naturali sono note, il futuro è completamente predeterminato dal passato, cosi’ Das ha detto.
E nessuna delle due teorie spiega cos’è la materia oscura, una forma invisibile di materia che esercita una forza di attrazione gravitazionale sulla materia ordinaria, ma non può essere rilevata da maggior parte dei telescopi, e ciò è un fatto.
Correzione Quantum
Das ed i suoi colleghi volevano trovare un modo per risolvere almeno alcuni di questi problemi.
Per farlo, hanno osservato un vecchio modo di visualizzare la meccanica quantistica, chiamato meccanica bohmiana.
In esso, una variabile nascosta governa il comportamento bizzarro delle particelle subatomiche. A differenza di altre formulazioni della meccanica quantistica, che fornisce un modo per calcolare la traiettoria di una particella, l’utilizzo di questo modello antiquato della teoria quantistica, i ricercatori hanno calcolato un piccolo termine di correzione che potrebbe essere incluso nella teoria della relatività generale di Einstein.
Poi, hanno capito cosa sarebbe accaduto nel tempo profondo, antico. [8 modi Potete Vedere Teoria della Relatività di Einstein in Real Life]
Il risultato ? Nella nuova formulazione, non c’è singolarità, e l’universo è infinitamente vecchio.
Un modo per testare la teoria
Un modo di interpretare il termine di correzione di qualità nella loro equazione è che è correlato alla densità della materia oscura, Das ha detto.
Se così e’, l’universo potrebbe essere riempito con un superfluido condotti di ipotetiche particelle (l’etere degli antichi), come le particelle che trasportano la gravità, noti come gravitons, o ultra-fredde, particelle spettrali note come assioni, Das ha detto.
Un modo per verificare la teoria è quello di esaminare come la materia oscura è distribuita nell’universo e vedere se corrisponde le proprietà del superfluido proposto, Das ha detto.
“Se i nostri risultati corrispondono con quelli, anche approssimativamente, il che è grande”, ha detto Das in diretta a Science.
Tuttavia, le nuove equazioni sono solo un modo per conciliare la meccanica quantistica e la relatività generale.
Per esempio, una parte della teoria delle stringhe noto come cosmologia gas stringa predice che l’universo una volta aveva una fase statica duratura, mentre altre teorie predicono c’era una volta “rimbalzo” cosmico dove l’universo prima si contrasse fino a raggiungere una piccola dimensioni, poi cominciò a espandersi, Brandenberg ha detto.
In entrambi i casi, l’universo era una volta molto, molto piccolo e caldo.
“Il fatto che ci sia una palla di fuoco caldo in tempi molto antichi: che è confermato”, ha detto Brandenberg in diretta a Science. “Quando si cerca di tornare indietro fino alla singolarità, ecco che sorgono i problemi.”
La nuova teoria è stata spiegata in un documento pubblicato 4 febbraio sulla rivista Physical Letters B, e un altro documento che è attualmente in fase di revisione tra pari, che è stato pubblicato sulla rivista Preprint arXiv.
By Tia Ghose
Tratto da: http://www.livescience.com/49958-theory-no-big-bang.html
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ADDIO BIG BANG ! … ERA un IPER-BUCO NERO ? – 25/01/2015
A scuola ci hanno insegnato che quel grande ammasso di spazio e materia che campeggia sulle nostre teste che chiamiamo Universo è cominciato circa 13 miliardi di anni fa con un’esplosione: il Big Bang !
Ma oggi, potrebbe essere venuto il momento di salutare la tanto famosa teoria per fare spazio a nuove idee sull’origine dello spazio-tempo.
Il modello standard del Big Bang suppone che l’Universo si venuto fuori da un’esplosione degenerata da un punto infinitamente denso, detto “singolarità”.
Nessuno però è in grado di dire cosa abbia potuto innescare l’immane esplosione, ne cosa ci fosse prima: le leggi conosciute della fisica non sono in grado di spiegare cosa sia successo in quel momento.
“Tutti i fisici sanno che dalla singolarità può venir fuori di tutto: universi, draghi e streghe”, scherza Niayesh Afshordi, astrofisico presso l’Istituto Perimeter di Fisica Teorica di Waterloo, Canada.
Risulta anche difficile spiegare come una violenta esplosione come il Big Bang abbia potuto lasciarsi alle spalle un Universo con una temperatura quasi completamente uniforme, dato che sembra non esserci stato abbastanza tempo dalla nascita del cosmo per poter raggiungere l’equilibrio termico che oggi registriamo.
Per la maggior parte dei cosmologi, la spiegazione più plausibile per tale uniformità è che subito dopo l’inizio del tempo, una qualche forma sconosciuta di energia abbia fatto espandere il giovane Universo ad una velocità maggiore di quella delle luce.
In tal modo, una piccola zona con temperatura approssimativamente uniforme si sarebbe espansa dando vita all’equilibrio termico che vediamo oggi. Ma come nota Afshordi su Nature, il Big Bang era così caotico che non sarebbe mai potuto esistere un’area così omogenea dal punto di vista termico.
Una nuova idea
In un articolo pubblicato la settimana scorsa su arXiv, Afshordi e colleghi hanno ipotizzato che l’Universo osservabile possa essere il risultato dei detriti espulsi dal collasso di una mastodontica stella in un buco nero, teoria che potrebbe spiegare perchè il cosmo sembra essere così uniforme in tutte le direzioni.
Il lavoro riprende un modello cosmologico realizzato nel 2000 da un gruppo di ricercatori guidato da Gia Dvali, fisico della Ludwig Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, nel quale l’Universo tridimensionale è concepito come una membrana (o brana), che fluttua in uno spazio a quattro dimensioni.
Il team di Ashfordi si è reso conto che se tale spazio contiene proprie stelle a quattro dimensioni, alcune di esse possono collassare formando buchi neri quadridimensionali, allo stesso modo in cui avviene nel nostro Universo: esplodono come supernovae, espellendo il loro strato esterno, mentre lo strato interno collasso in un buco nero.
Nel nostro Universo, un buco nero è delimitato da una superficie bidimensionale chiamata orizzonte degli eventi. Mentre in un buco nero in uno spazio a quattro dimensioni sarebbe delimitato da un orizzonte degli eventi a forma di ipersfera, cioè una superficie tridimensionale.
Quando il team di Ashfordi ha simulato la morte di una stella 4D, ci si è resi conto che il materiale espulso formerebbe una membrana 3D in espansione.
I ricercatori hanno ipotizzato che l’universo 3D in cui viviamo potrebbe essere solo una membrana in espansione: “Gli astronomi misurano l’espansione dell’universo a partire dal Big Bang, ma si tratta solo di un miraggio”, dice Afshordi.
Il modello spiega la fondamentale uniformità del nostro Universo, dato che lo spazio 4D potrebbe esistere da un tempo infinitamente più lungo, consentendo l’equilibrio che il nostro spazio avrebbe ereditato.
Tuttavia, tale modello teorico sembra essere discrepante con i dati diffusi dall’Osservatorio Planck dell’Agenzia Spaziale Europea, il quale ha mappato le lievi fluttuazioni di temperatura nella radiazione cosmica di fondo (la radiazione fossile che porte l’impronta dei primi istanti di vita dell’Universo).
Sperando di risolvere la discrepanza, Afshordi afferma che per ora il suo modello è in fase di raffinazione. Il ricercatore ha incassato anche i complimenti di Dvali, il quale ha elogiato il modo ingegnoso in cui la squadra ha messo in crisi il modello standard del Big Bang.
“La singolarità all’origine dell’Universo è il problema più fondamentale della cosmologia”, dice Dvali. “Ahshordi ha riscritto il modello in un modo mai concepito prima.
Considerando che i dati di Planck dimostrano la correttezza della Teoria dell’Inflazione, tuttavia lasciano aperta la questione di come essa sia avvenuta. Lo studio potrebbe aiutare a capire che l’inflazione viene attivata dal movimento dell’Universo attraverso una realtà a più dimensioni”.
Tratto da: ilnavigatorecurioso.it
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Secondo la teoria della gravità arcobaleno, non ci sarebbe stato alcun big bang. (© Rhys Taylor/Stocktrek Images/Corbis)
Anche se è troppo presto per sapere se questi scenari possano corrispondere al vero, sono certamente affascinanti.
“Questo articolo e alcuni altri mostrano che questa idea di gravità arcobaleno potrebbe legittimamente aspirare a un posto nella cosmologia, e questo per me è incoraggiante”, dice Amelino-Camelia, che non è stato coinvolto nella ricerca, ma ha studiato i contesti teorici che permetterebbero lo sviluppo di una teoria quantistica della gravità.
“Nella gravità quantistica stiamo scoprendo sempre più esempi in cui compare la caratteristica che si può chiamare gravità arcobaleno. E’ qualcosa che diventa sempre più avvincente.”
Eppure l’idea ha i suoi critici. “E’ un modello che non credo abbia a che fare con la realtà”, spiega Sabine Hossenfelder del Nordic Institute for Theoretical Physics di Stoccolma, aggiungendo che non è l’unico modo per togliere di mezzo la singolarità del big bang. “Il problema non è rimuovere la singolarità, il problema è modificare la relatività generale in modo coerente, cioè in modo che produca ancora tutte le sue conquiste e, in più, quelle del modello standard della fisica delle particelle.”
Lee Smolin del Perimeter Institute for Theoretical Physics, in Ontario – che per primo, insieme a Joao Magueijo dell’Imperial College di Londra, ha suggerito l’idea di gravità arcobaleno – dice che, nella sua testa, la gravità arcobaleno fa parte di un’idea più ampia, chiamata località relativa. Secondo la località relativa, osservatori situati in diverse località di tutto lo spazio-tempo non saranno d’accordo sul punto in cui avvengono gli eventi; in altre parole, la posizione è relativa.
“La località relativa è un modo più profondo di intendere la stessa idea” di gravità arcobaleno, dice Smolin. Il nuovo articolo di Awad e colleghi, aggiunge, “è interessante, ma prima di credere davvero nel risultato, vorrei riformularlo nel quadro della località relativa. Potrebbero esserci problemi nel modo in cui è scritta la località e dei quali gli autori potrebbero non essere consapevoli.”
Nei prossimi anni i ricercatori sperano di analizzare i lampi di raggi gamma e altri fenomeni cosmici alla ricerca di segni degli effetti della gravità arcobaleno. Se li troveranno, potrebbe significare che l’universo ha una storia più “colorata” di quanto pensato.
(La versione originale di questo articolo è apparsa su:
scientificamerican.com il 9 dicembre.
Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati) – Tratto da: lescienze.it
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I sostenitori della teoria del Big Bang spesso ricorrono a due fenomeni che dovrebbero confermarla: l’esistenza della radiazione cosmica di fondo – risultante, ipoteticamente, dalla “grande esplosione” – e il redshift – che dovrebbe dimostrare l’allontanamento graduale delle stelle, e quindi provare che l’esplosione si è realmente verificata miliardi di anni fa.
La radiazione cosmica di fondo in realtà sembra semplicemente provenire dalle stelle e dalle galassie che ci circondano. Essa non proviene da un unico punto – cioè dalla presunta origine del Big Bang – ma è isotropa.
Inoltre è notevolmente più debole di quanto previsto dalla teoria, presenta una temperatura molto inferiore a quella predetta, ed è eccessivamente uniforme.
Secondo William Corliss, “le recenti misurazioni delle fluttuazioni di densità nella radiazione cosmica di fondo a microonde non mostrano fluttuazioni maggiori di 2,5 parti su 100.000.
Nessuna galassia potrebbe nascere da una fluttuazione tanto piccola – neppure in 15 miliardi di anni”.
L’altro fenomeno, il redshift, riguarda i moti di allontanamento delle galassie. Semplificando, il redshift è il fenomeno che fa apparire di colore più rosso gli oggetti che si allontanano dall’osservatore.
Se l’effetto Doppler fosse l’unica causa del redshift spettrale – come ritengono gli evoluzionisti – ciò dimostrerebbe che l’universo è in fase di espansione, per effetto dell’esplosione del Big Bang.
Ma esistono altre due cause di redshift confermate dalla scienza, che sono in grado di spiegare in modo più convincente il fenomeno: il graduale rallentamento della luce nel percorrere lunghe distanze, e la perdita di
energia da parte della luce quando questa transita in prossimità di ampi campi gravitazionali come quelli delle stelle.
La predizione che la luce emessa da una sorgente dotata di forte campo gravitazionale debba tendere verso il rosso fu formulata da Albert Einstein, e verificata sperimentalmente da Walter Adams.
Peraltro, la ricerca sui redshift per effetto Doppler ha prodotto risultati non credibili: applicando questa teoria, i quasar risulterebbero eccessivamente luminosi (in base alla legge del quadrato inverso), e oltre
30 quasar scoperti recentemente si allontanerebbero da noi a un’impressionante velocità, fino a otto volte superiore a quella della luce.
By Carlos : “Il Big Bang che tanti usano per dimostrare il momento della creazione non è esistito. Ma se fosse esistito, sarebbe stata la prova che dio si è sparato.”
Tratto da:
http://rael.org –
http://www.thereisnogod.info – cabb56BOTTO@hotmail.com
Prima di scrivermi disinnescate le c@22@t3
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Il Big Bang è veramente stato l’inizio del tempo ? – Oppure l’Universo esisteva prima di allora ?
Si chiede Gabriele Veneziano in un conciso quanto significativo articolo apparso su Scientific American il maggio scorso.
Del resto l’intervista che qui precede e l’articolo sull’universo senza tempo a pag 44 sollevano e sviluppano la stessa domanda:
È proprio la teoria delle stringhe a suggerire che il Big Bang non sia stato l’origine dell’universo ma semplicemente il risultalo di uno stato già in atto.
Tali domande – scrive Veneziano – solo un decennio fa erano quasi blasfeme. Appariva quasi come un non senso, simile a ricercare un nord al nord del polo. Gli sviluppi nella Tisica teorica stanno cambiando gli assi in tavola e l’universo del pre-bang è diventato la più recente frontiera della cosmologia.
L’interrogativo che pone – continua Veneziano – si intreccia con una serie imponente di preoccupazioni, una meravigliosamente racchiusa in un dipinto del 1897 di Paul Gauguin: D’ou venons-nous ? Qui sommes-nous ? Ou allons-nous ? (Da dove veniamo ? Che cosa siamo ? Dove stiamo andando ?)
L’opera raffigura il ciclo di nascita, vita e morie – origine, identità e destino per ciascun individuo – e queste preoccupazioni personali si connettono direttamente a quelle cosmiche.
Possiamo rintracciare il nostro lignaggio attraverso le generazioni, attraverso i nostri ancestrali animali, alle prime forme di vita e protovita, agli elementi sintetizzati nell’universo primordiale, all’energia amorfa depositate nello spazio prima di questo. Il nostro albero genealogico si estende all’indietro per sempre ?
O le sue radici terminano ?
È il cosmo così impermanente come lo siamo noi ?
Gli amichi greci dibattevano accanitamente l’origine del tempo.
Per questa ed altre ragioni, il tempo deve estendersi eternamente nel passato e nel futuro.
S. Agostino disputava che Dio esisteva fuori dallo spazio e dal tempo, capace di far esistere questi concetti cosi sicuramente come poteva formare altri aspetti del nostro mondo. Quando gli fu chiesto, «Che cosa faceva Dio prima che creasse il mondo ?»
S. Agostino rispose, «Essendo il tempo stesso parte della creazione di Dio, semplicemente non c’era un prima !».
La teoria della relatività generale di Einstein ha portato i moderni cosmologo più o meno alla stessa conclusione e gli astronomi hanno confermato negli anni ’20 del novecento che il nostro universo si sta attualmente espandendo: distanti galassie si allontanano una dall’altra. Mentre si proietta la storia cosmica all’indietro nel tempo, tutte le galassie si raggruppano assieme in un singolo punto infinitesimale, chiamato una singolarità – quasi come se stessero discendendo in un buco nero.
Ogni galassia o il suo precursore è schiacciata ad una dimensione zero. Quantità come la densità, la temperatura e la curvatura dello spazio tempo diventano infinite, L’inevitabile singolarità pone seri problemi ai cosmologi.
In particolare, sta scomodamente seduta con l’alto grado di omogeneità ed isotropia che l’Universo esibisce su larga scala. Perché il cosmo abbia più o meno lo stesso aspetto ovunque, un qualche tipo di comunicazione ha dovuto verificarsi tra regioni distanti dello spazio (attraverso i cunicoli intergalattici ? come afferma il fisico M. Corbucci,) coordinando le loro proprietà.
La distanza tra le galassie è aumentata dì un fattore di circa 1.000 (dovuto all’espansione), mentre il raggio dell’universo osservabile è aumentato del più grande fattore di circa 100.000 (perché la luce va più in là dell’espansione). Vediamo parti dell’universo odierno che 13,7 miliardi di anni fa non avremmo potuto vedere.
Fonte: Visione d’insieme/Cosmologia delle Stringhe- http://sciam.com
Riadattato da Nityama Masetti – Tratto da Scienza e Conoscenza n° 10
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SINGOLARITA’, BIG-BANG e “PUZZLE” UNIVERSALI
Scienziati “scomodi” che, con le loro teorie “scomode”, hanno contribuito e contribuiranno di certo al progresso della conoscenza umana ce ne sono sempre stati e, se Dio vuole, ce ne saranno sempre.
Ma cosa, realmente, è “scomodo” e cosa, invece, è solo il naturale manifestarsi dell’intelletto umano nella ricerca della Conoscenza Ultima?
Prendiamo la questione del Big-Bang: la nostra mente raziocinante, alla frenetica ricerca di un inizio di tutto, dopo aver sbattuto come un uccello capitato in una stanza contro le pareti della filosofia, della speculazione, della mistica e della magia, si è per ultimo affidata agli scienziati.
L’esigenza di trovare “l’inizio” è stata, potremmo dire, “l’input subliminale” alla formulazione del concetto di “singolarità”, frutto e parto dei fisici teorici di tutto il pianeta da parecchi decenni.
Il fatto è che il pensiero di un “universo infinito” rappresentava un insopportabile blocco: voglio dire, qualcosa che non riusciamo a concepire può mai entrare in qualche modello scientifico?
L’uomo di scienza ha cercato in tutti i modi di rispondere “no”, ed è così, in parole molto succinte, che è nata l’esigenza della “singolarità”.
Siamo negli anni ’70: mentre si cercava di bypassare l’esigenza di una “singolarità iniziale” in attesa di maggiori e nuovi elementi da inserire in un soddisfacente modello fisico, Roger Penrose e Stephen Hawking hanno voluto dichiarare che la singolarità, pur nell’ambito delle soluzioni di Fridman definite dalle equazioni di Relatività Generale, è un evento inevitabile.
Ma non dimentichiamo che la Relatività Generale ha un tallone d’Achille proprio nella struttura basilare dei suoi assunti laddove pone sullo stesso piano, tempo spazio e materia. Sì, perché, nel caso della singolarità, questi tre elementi non esistono affatto e, dunque, una singolarità equivale di fatto al funerale della Relatività Generale. Non esistono leggi fisiche nella singolarità, anzi, non esiste proprio fisica.
Ma, allora, ci sono, e se sì quali, dei limiti alla Relatività Generale che rendano necessario il superamento della teoria classica di Einstein magari grazie alle teorizzazioni della Fisica Quantistica in virtù degli specifici campi d’indagine di quest’ultima?
La risposta non è facile perché, a tutt’oggi, anche i limiti della Fisica Quantistica sembrano emergere abbastanza evidenti.
Sono stati tentati vari approcci, vari modelli, ma nessuno si è rivelato del tutto soddisfacente. In pratica, il problema basilare si può riassumere come “la difficoltà di applicare la Fisica Quantistica ai problemi cosmologici”.
Ecco, allora, gli studi del matematico italiano Fantappié, che parlavano, fin dal 1952, di nuove visioni dei concetti di “simmetria” e di “legge fisica” che ci portano a rapportarci, essenzialmente, a due parametri costanti: il primo è la nota velocità della luce, l’altro che definisce il raggio dello spazio-tempo, facendo di questo un qualcosa di sferico, di uniforme e, soprattutto, di esente da singolarità. In altre parole, questo modello, attraverso l’algebra, permetterebbe di arrivare all'”universo di De Sitter”, una soluzione che non mancò di sollevare perplessità al suo apparire non riuscendo i fisici a ben circoscrivere gli strani comportamenti dello spazio-tempo-vuoto.
Se la meccanica quantistica si occupa del complesso fenomenico inerente il mondo atomico, i cosiddetti “micro-oggetti” da essa studiati, costituiscono le “oscillazioni di campo” le quali, di fatto, permettono al principio d’indeterminazione di Heisenberg di acquisire un senso, in quanto un evento può sì essere calcolato probabilisticamente ma “mai” in modo certo come avveniva, invece, nella fisica pre-quantistica.
Ad ogni modo, non è ancora possibile considerare un metodo, un modello, un sistema soddisfacenti per applicare la meccanica quantistica alla cosmologia. Le “visioni standard”, possiamo dire che limitano e rendono incompleti gli sforzi dei teorici. Nei modelli standard, sia del Big-Bang che della meccanica quantistica, hanno visto confluire in sé tutte le teorizzazioni di scienziati come S. Hawking e J. Hartle, A. Guth e P. Steinhardt, A. Linde e A. Vilenkin e altri ancora.
A questo punto, sorge l’importantissima questione del “vuoto” e, qui, non voglio avventurarmi oltre e troppo in territori che non mi competono. Se il vuoto è energia, attualmente possiamo ritenere con una certa speranza di veridicità che, quando il vuoto avrà esaurito del tutto la sua “funzione d’onda”, esso si riavvolgerà su se stesso e forse, come un grande buco nero, “evaporerà”.
(liberamente tratto da: “Atti del Convegno -Teoria degli Universi e Sintropia L. Fantappié del 21 maggio 1993” da Synthesis settembre – dicembre 1993)
A questo punto, potremmo pensare al nostro UniVerso come ad un qualcosa di “disordinato”?
L’aggettivo sembra in effetti un pò originale, certo non molto cosmologico ma quest’impressione è solo superficiale. In effetti, se consideriamo, innanzitutto, che il principio della “entropia” è in un certo senso il nome scientifico del disordine, dobbiamo domandarci se il nostro Universo abbia a che vedere o meno con questo principio.
Qui ci colleghiamo a quello che alcuni fisici degli anni Settanta definirono “l’universo oscillante”, ovvero un universo che compie continui viaggi di “andata e ritorno” fra un big bang ed un big crunch (collasso globale e definitivo di tutto quanto esiste nell’universo fino al punto di partenza).
Un “universo oscillante” che potrebbe esistere da sempre e proseguire la sua esistenza all’infinito. Un big bang, quello di questo ciclo, che altro non sarebbe che uno degli infiniti big bang già trascorsi.
Ma è mai esistito un big bang “iniziale” ?
La scienza non è in grado affatto di rispondere a questa domanda.
Se ci pensiamo, possiamo richiamare alla nostra mente Aristotele il quale, già ai suoi tempi, parlava di universo eterno.
Ma torniamo al presunto principio dell’entropia, ovvero del “disordine” dell‘Universo.
È davvero un universo “disordinato”, il nostro ? E, se fa parte di un infinito ripetersi di universi, sono sempre stati universi “disordinati”?
Se la seconda legge della termodinamica è applicabile in senso cosmologico (e non si vede perché non dovrebbe esserlo, a questo punto della nostra discussione) potremmo considerare che il disordine, ovvero l’entropia dell’universo, sono in costante aumento con il trascorrere del tempo.
“Tempo”: parola basilare e molto importante.
Di che tempo stiamo parlando ? Del tempo “termodinamico”, o entropico, che segue una sua peculiare freccia ?
Del tempo che alcuni chiamano “filosofico” o “psicologico”, che ha a che vedere con il nostro rapporto umano e concettuale con il tempo ?
O, infine, del tempo cosmologico, la cui freccia pare portarci verso una costante dilatazione dell’universo ?
Per i fisici, possiamo parlare fino ad un certo punto, sia della freccia del tempo termodinamica che di quella psicologica: entrambe sembrano procedere nella stessa direzione. Se, però, dovesse un giorno iniziare il processo che porterà l’Universo al big crunch, non possiamo aspettarci una semplice rivisitazione “all’indietro” del cammino fin qui fatto, perché la freccia termodinamica non ci seguirà. Se questo ipotetico big crunch avvenisse, molti pensano che sarebbe alquanto simile all’evento che origina un “buco nero“, nel quale non viene giudicata possibile l’esistenza di vita intelligente poiché pare che una freccia termodinamica forte sia necessaria per gli esseri viventi. All’inizio del percorso verso il big crunch, infatti, le stelle avrebbero tutte esaurito il loro combustibile nucleare, protoni e neutroni, che ne costituivano l’essenza, si saranno trasformati (o, meglio, decaduti) in piccolissime particelle radioattive e luminose ed il disordine sarebbe assoluto.
L’uomo ipotetico che si trovasse ancora vivo in un simile scenario, proprio come il classico astronauta caduto in un buco nero, subirebbe contrazioni letali, sarebbe trasformato in una sottiletta o meglio, più precisamente, subirebbe forti ed insopportabili contrazioni in senso orizzontale contemporanee ad insostenibili “stiramenti” in senso verticale.
Indubbiamente, un’ottima cura dimagrante, ma, ahimè, letale… Così, almeno, ci dicono molti scienziati.
Ma c’è una domanda che, se ci riflettiamo bene, potrebbe sorgere in noi: se il percorso verso il big crunch è così caotico e disordinato, così entropico, come potremmo ritornare alle soglie di un successivo big bang, quello previsto dal modello dell'”universo oscillante”, dove tutto dovrebbe risultare “altamente ordinato” ?
Qualche fisico ha espresso la possibilità che, in questo caso, avremmo a che fare con una sorta di eventualità fortunata, un pò come quando si spera che la pallina di una roulette si fermi proprio sul numero giusto o quella di un flipper vada a posizionarsi nella buca giusta per vincere un’altra partita… La “buca giusta”, in questo caso, sarebbe uno stato di uniformità tale, se vogliamo di tale eccezionalità, che renderebbe possibile l’avvio di un nuovo big bang verso un universo simile al nostro. E la giostra ricomincerebbe.
Finora, siamo rimasti alla posizione delle speculazioni fisiche degli anni ’60 e ’70. Cosa è cambiato, oggi ?
Dovremmo, qui, parlare a lungo di questioni come l’inflazione, dello spaziotempo di De Sitter, o di teorie come quella degli “universi a bolla” o dell’universo emerso dal nulla per via di un tunnel quantistico.
Chiaramente non è questa la sede né sono io il relatore più qualificato. Mi sembra, però, degno di interesse concludere questo intervento citando la teoria dell'”universo autogenerante” ovvero: potrebbe, l’universo, essersi creato da sé ?
Se qualcuno ha presente la teoria delle “supercorde”, diventata abbastanza d’attualità negli ultimi tempi, ricorderà che essa ci parla di un insieme di dimensioni spaziali inizialmente “arrotolate” ed infinitesimamente piccole.
Insomma, tutte le dimensioni, anche il nostro tempo, sarebbero state avvinghiate l’una all’altra e, se ha un qualche senso parlare di “piccolezza”, appunto, molto piccole.
Fin qui, saremmo anche d’accordo con l’inflazione poiché l’universo in espansione sarebbe simile a quello del passato, per gradi successivi. Ovvero, l’universo di un miliardo di anni fa sarebbe simile a quello di due miliardi di anni fa, solo più “espanso”; e questo a quello di tre miliardi di anni fa, e via di seguito… In questo modello, un piccolo frammento di universo sarebbe identico a quello da cui tutto è partito.
Immaginiamoci un puzzle: se una piccola tessera (e noi sappiamo che è così) è stata quella da cui ha avuto principio e si è sviluppato tutto il puzzle, fatto della stessa materia e dipinto con gli stessi colori, possiamo dire, forse, che, da qualche parte, c’è un giocatore che ha bisogno di trascorrere il tempo…
By Antonio Bruno – Tratto da edicolaweb
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L’astrofisica Margherita Hack, afferma il Big Bang NON esiste !
“Io penso che l’universo sia infinito nel tempo e nello spazio, cioè sia sempre esistito e sempre esisterà”.
A dirlo non è Sara Tommasi, Piergiorgio Odifreddi o altri personaggi a completo digiuno di scienza, ma nientemeno che l’astrofisica Margherita Hack.
Lo dichiara in “Il perché non lo so”, autobiografia in libro e dvd, edita da poco da Sperling & Kupfer. Uno dei 27 libri scritti in 27 mesi.
Nel corso degli anni, la teoria del Big Bang si è attirata uno stuolo di avversari e contestatori, i quali credono di aver trovato gli argomenti giusti per sbarazzarsi del “grande botto”.
Eric Lerner, scrittore e divulgatore scientifico, fece una prima incursione nel 1991, con il libro: “Il Big Bang non c’è mai stato”, nel quale viene descritto un universo dominato dalla fisica del plasma, come proposto dal premio Nobel Hannes Alfvèn nel 1960. Le osservazioni astronomiche degli anni 90 hanno poi contraddetto molte delle idee proposte da Lerner.
Il Big Bang viene spesso ridicolizzato in alcuni articoli di matrice creazionista, accanto all’evoluzionismo di Charles Darwin. Secondo costoro, il Big Bang si adatta così bene alla teoria dell’evoluzione da spingere Dio così lontano nello spazio e così indietro nel tempo, da eliminarlo del tutto.
I critici della teoria del Big Bang sostengono che esiste un gruppo elitario di astronomi con il compito di sminuire e sopprimere eventuali teorie alternative alla cosmologia del grande botto primordiale.
Christof Wetterich, un fisico teorico presso l’Università di Heidelberg, Germania, ha elaborato una nuova teoria radicale. Il ricercatore sostiene che l’espansione dello spazio sia solo un’illusione e che l’universo non stia andando da nessuna parte. Anzi, è più probabile che sia in una fase di contrazione.
Lo spostamento verso il rosso della luce delle galassie non sarebbe dovuto all’espansione dello spazio, ma ad un aumento lento e costante della massa dell’universo. Quindi, il nostro universo non sta diventando più grande, ma più pesante !
Alcuni astrofisici hanno commentato la teoria valutandola come un’affascinante alternativa su cui vale la pena riflettere. Altri, invece, la considerano un punto di vista alternativo alla cosmologia attuale, piuttosto che un modello concorrente al Big Bang.
Altri ancora, in maniera più sbrigativa, considerano la teoria di Wetterich uno scherzo ! Ma la comunità scientifica non è intenzionata a coalizzarsi contro lo scienziato per sgonfiare la sua ipotesi, come sostengono alcuni teorici della cospirazione.
Il cervello olografico in un universo olografico
Misteriose onde radio dalle profondità del Cosmo
Se la teoria di Wetterich fosse corretta, significherebbe che l’interpretazione di tutti i dati spettrali è sostanzialmente errata.
Le galassie sembrano sempre più rosse, e quindi sempre più distanti, non per l’espansione dello spazio, ma perchè tendono ad aumentare la loro massa nel tempo. Quindi, non un universo in espansione, ma un universo in crescita !
Questo costante aumento di massa nel corso del tempo sarebbe proporzionale alla distanza delle galassie: più sono lontane, più sono massicce e, quindi, antiche.
Secondo Witterich, il pregio di questa teoria sta nel liberarsi dal concetto di un universo derivante spontaneamente dalla singolarità primordiale, un seme quantistico infinitamente denso che ha preceduto la comparsa del tempo e dello spazio.
Questo potrebbe significare che il cosmo potrebbe essere immobile, un pò più simile all’universo stazionario proposto da Fred Hoyle più di mezzo secolo fa. Certo, per le nostre categorie mentali è difficile immaginarci un universo che esista da sempre e che esisterà per sempre.
Tratto da: ilnavigatorecurioso.it
Ci sono dissidenti del BIG BANG.
Halton Arp, autorità in tema, mostrò che i quasar non sono affatto ai limiti dell’Universo, ma connessi con le galassie a loro prossime. L’universo non si sta espandendo e non c’è mai stato un big bang.
A causa del suo dissenso, perse il tempo di telescopio a lui riservato. ”La cosmologia è ipotesi…solo teoria…
Hoyle, nel 50, ostracizzato per il suo scetticismo nei confronti del Big Bang, aveva in parte ragione».- J. Maddox, direttore “Nature”.
Le prove contro il big bang ? Continuano ad accumularsi.
La galassia 7319 con le sue dense nuvole che nascondono tutti gli oggetti di là dal suo nucleo. Di fronte al nucleo galattico c’è un quasar fortemente spostato verso il rosso. Stante le verità ufficiali, il redshift del quasar lo avrebbe posto 90 volte più distante da noi rispetto alla galassia retrostante. Ma Arp e colleghi mostrarono che il quasar sta interagendo energeticamente con il materiale davanti alla galassia.
Pertanto la teoria sul redshift è FALSA: il redshift non è effetto di velocità d’allontanamento o di espansione dell’Universo. Reazioni nella comunità astronomica ? ….
….dal silenzio imbarazzato, all’odio. La Verità disturba.
Nuova prova della bugia del Big bang. Le istituzioni ufficiale ? Rassicurarono. Scuole, università, pubblicazioni, continuano a ingannare e a presentare il big bang come un fatto.
Nel 1950, l’astronomo Carl SAGAN, nel libro “Cosmos”, dice sul redshift: “Un sospetto circola tra astronomi, che non tutto fili liscio nella deduzione – dal redshift – che l’Universo sia in espansione.
Arp individuò casi preoccupanti in cui una galassia e un quasar, o una coppia di galassie, pur in apparente collegamento fisico hanno redshift molto diversi…qualcosa di strano sta succedendo nelle profondità spaziali. “Ognuno è libero di fantasticare…ma se restiamo nel campo della fisica… ai modelli astratti bisogna sostituire ricerche confortate dai fatti”. – Margherita HACK, astronoma, commentando Stephen Hawking sul Big bang -: Un’esplosione distrugge, mica costruisce !
Ma tali alternative non possono essere discusse. Nelle conferenze ufficiali, in Università, dubbi e dissensi non sono tollerati. Molti scienziati tacciono per paura di perdere finanziamenti, lavoro…e vita. Vietato dire la Verità.
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Altra Teoria:
Universi che si susseguono – 2018
Questa è la nuova ipotesi di uno studio condotto da tre fisici, guidati da Roger Penrose, un collaboratore di Stephen Hawking, che da anni studiano cosa potrebbe esserci stato prima del Big Bang.
Lo studio è pubblicato in preprint su arXiv e l’ipotesi che presenta rivoluzionerebbe non solo l’idea che abbiamo del cosmo, ma anche la concezione stessa del tempo.
La teoria dei ricercatori si chiama Conformal Cyclic Cosmology (o CCC), ovvero “Cosmologia Ciclica Conforme”: l’idea è che non viviamo nel primo universo, dato che precedentemente ce n’era un altro. Questo era pieno di buchi neri, corpi in grado di risucchiare materia e radiazione, che sono cresciuti fino a costituire l’intero Universo.
Tuttavia, questi buchi neri perdevano gradualmente una piccola quota di energia, attraverso la cosiddetta radiazione di Hawking, uno degli elementi centrali della sua teoria. Man mano che perdevano energia, questi corpi andavano anche estinguendosi, fino alla loro completa evaporazione: a questo punto l’Universo era fatto da un brodo di particelle senza massa, come fotoni e gravitoni. Questa fase avrebbe segnato la fine dell’Universo precedente e il Big Bang che conosciamo, l’esplosione iniziale che ha dato via a tutto.
Ma come fanno gli autori a dire che questa ipotesi è valida ?
Secondo loro, le prove si troverebbero nella radiazione cosmica di fondo (CMB), che permea l’Universo e fornisce una prova del modello del Big Bang. Secondo gli autori, in questa radiazione vi sono dei punti anomali che altro non sarebbero che i punti di Hawking, tracce lasciate dai buchi neri evaporati prima del Big Bang. Una simile teoria era già stata presentata da Penrose insieme ad un altro fisico nel 2010, ma l’ipotesi era stata rigettata dalla comunità scientifica, secondo quanto riporta il giornale LiveScience.
Chissà che questo e nuovi studi non aprano nuove linee di ricerca, in ambito cosmologico, su cosa c’era prima del Big Bang.
Riferimenti: arXiv
E SE il BIG BANG NON CI FOSSE MAI STATO ?
– vedi anche: http://www.reporterliveitalia.info/2013/12/forse-non-ce-mai-stato-alcun-big-bang-e.html
http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/audio/Germani_big_bang.mp3
MATERIA OSCURA
Il mistero della materia oscura e dell’energia oscura potrebbe essere presto risolto. Secondo una nuova teoria elaborata dall’astrofisico Jamie Farnes, dell’Università di Oxford, i due elementi sarebbero in realtà un unico fenomeno, simile a un ‘fluido repellente’ caratterizzato da massa negativa, che accelera nella direzione opposta a quella in cui viene spinto e da gravità negativa, che respinge tutto ciò che gli si avvicina. Su di esso ‘galleggerebbe’ la materia conosciuta, dotata di massa e gravità positive.
Secondo l’astrofisico, materia e energia oscure sarebbero un unico fenomeno simile a un ‘fluido’ (NdR: il famoso Etere conosciuto da millenni). La sua teoria confermerebbe quanto suggerito anche da Einstein un secolo fa.
La teoria, pubblicata sulla rivista Astronomy and Astrophysics, sembrerebbe confermare l’ipotesi di Albert Einstein.
Nel 1918, infatti, il padre della relatività fu il primo a suggerire l’esistenza dell’Universo oscuro, introducendo nelle sue equazioni un parametro noto come ‘costante cosmologica’, indicato solitamente con la lettera greca lambda e che oggi è diventato sinonimo di energia oscura.
La descrizione di questa componente fornita da Einstein delineava un Universo pieno di materia con massa negativa. In seguito, gli esperti avevano escluso la sua esistenza perché pensavano che con l’espansione del cosmo la materia oscura si sarebbe rarefatta sempre più, mentre le osservazioni indirette sull’energia oscura dimostravano esattamente il contrario.
Farnes ha superato questo paradosso ipotizzando una continua produzione di massa negativa, che in questo modo non diminuisce con l’espansione dell’UniVerso.
Michio Kaku assicura di avere scoperto la prova scientifica che Dio esiste – 23/03/2014
Uno degli scienziati più rispettati dichiara di aver trovato la prova dell’azione di una forza che ”governa tutto”. Il noto Fisico teorico Michio Kaku ha affermato di aver creato una teoria che potrebbe comprovare l’esistenza di Dio.
L’informazione ha creato molto scalpore nella comunità scientifica perché Kaku è considerato uno degli scienziati più importanti dei nostri tempi , uno dei creatori e degli sviluppatori della rivoluzionaria teoria delle stringhe ed è quindi molto rispettato in tutto il mondo.
Per raggiungere le sue conclusioni, il fisico ha utilizzato un “semi – radio primitivo di tachioni” (particelle teoriche che sono in grado di ”decollare” la materia dell’UniVerso o il contatto di vuoto con lei, lasciando tutto libero dalle influenze dell’universo intorno a loro), nuova tecnologia creata nel 2005.
Anche se la tecnologia per raggiungere le vere particelle di tachioni è ben lontano dall’essere una realtà, il semi-radio ha alcune proprietà di queste particelle teoriche, che sono in grado di creare l’effetto del reale tachion in una scala subatomica.
Secondo Michio, viviamo in un ”Matrix”: “Sono arrivato alla conclusione che ci troviamo in un mondo fatto di regole create da un’intelligenza, non molto diverso del suo videogioco preferito, ovviamente, più complesso e impensabile.
Analizzando il comportamento della materia a scala subatomica, colpiti dalle primitive tachioni semi-radio, un piccolo punto nello spazio per la prima volta nella storia, totalmente libero da ogni influenza dell’universo, la materia, la forza o la legge, è percepito il caos assoluto in forma inedita.
“Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato “caso”, non avrà alcun significato. Per me è chiaro che siamo in un piano governato da regole create e non determinate dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico.” ha detto lo scienziato.
“I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento mostra la sua opera”. (Salmo 19:01 )
Tratto da: evidenzaliena
L’autoCoscienza dell’UniVerso è la proprietà intrinseca che Egli possiede di generare al suo interno una qualche forma di vita intelligente, in grado di effettuare osservazioni. In sostanza, questa proprietà esprime quelle che è stata definita come la “formulazione forte” del Princìpio Antropico. Questo principio è sempre più considerato come l’unica spiegazione possibile in relazione agli “strani numeri dell’UniVerso” o coincidenze cosmologiche. In sintesi, le costanti di natura hanno certi valori raffinatissimi, non casuali, proprio perché solo tali valori avrebbero consentito la formazione della vita intelligente.
(By Ferdinando Catalano)
“Il mondo Vivente è costituito dalla Coscienza rivestita di carne ed ossa” – (By Teilhard De Chardin)
L’Universo si osserva ed osservandolo lo si fa esistere…..
vedi PFD: Universo e la teoria delle stringhe
L’Universo che descrivo in questi miei concetti, è un UniVerso che segue uno o più processi naturali, ed è quindi è il seguito di una serie, una rete di cambiamenti, attività o azioni, collegate tra loro da un senso logico e consequenziale ovvero Intelligente,
Questo perché essendo parte dell’IN-FINITO nel quale TUTTO esiste, anche l’intelligenza…., pone le basi di possibili ed In-Finiti UniVersi.
L’UniVerso è un desiderio Spirituale che diviene un sogno (Progetto di Vita), creando un suono coerente informato, omnipresente nell’Infinità che fa emanare dal Vuotoquantomeccanico l’in-form-azione/energia (ciò che si sta formando/con il movimento, la vibrazione), prodotta dal sogno stesso, che per mezzo della Cimatica muove, fa vibrare l’energia informata, emettendo suoni armoniosi e coerenti di informazione, e creando, come un’orchestra, ed in contemporanea, i vari livelli della Mater-Ia cosi informata – La salute e/o la malattia sono solamente la coerenza o l’incoerenza di questo immutabile processo.
Gli Scienziati avvertono:
l’Universo potrebbe essere distrutto in una Collisione Catastrofica con una bolla di “Energia Negativa” – 31/01/2019
Come pubblicato sulla rivista scientifica Physical Review D., secondo un nuovo studio, l’Universo in cui viviamo potrebbe essere improvvisamente distrutto in una collisione catastrofica con una bolla di “energia negativa”, dicono gli scienziati di Harvard, avvertendo che questo processo potrebbe essere già iniziato, senza che noi ce ne accorgiamo.
In effetti, il modello standard, la teoria che descrive tutte le forze e le particelle conosciute, prevede che, proprio come l’universo ha avuto un inizio, avrà anche un finale. Mentre l’energia oscura continua ad accelerare l’espansione dell’Universo, la materia in esso diverrà sempre più dispersa e si sposterà sempre più lontano, fino a quando l’ultima stella si spegnerà e l’intero cosmo non sarà altro che un abisso insondabile, freddo e nero, più grande e più spaventoso che mai, dove nulla splende più.
La stima calcolata più accurata per il giorno del giudizio cosmico, basata sullo sviluppo logico delle quattro interazioni fondamentali della Natura, ci dice che la fine dell’Universo si verificherà in circa 10 × 139 anni.
Il nuovo modello del “killer Higgs”, sviluppato da un team di ricercatori dell’Università di Harvard è molto più imprevedibile e drammatico. In esso, l’Universo terminerebbe con un botto, e lo farebbe in un periodo di tempo molto più breve.
“Volevamo correggere tutti gli approcci precedenti e ottenere una data il più precisa possibile”, afferma Anders Andreassen, dell’Università di Harvard e autore principale dello studio.
Per raggiungere questo obiettivo, lui e i suoi colleghi hanno usato tutto ciò che sappiamo sulle masse e le interazioni tra le particelle, inclusa la massa del bosone di Higgs, il portatore della forza che conferisce la sua massa a tutte le altre particelle e che si è rivelato essere 125 gigaelettronvolts. Ed è qui, dicono i ricercatori, nella massa del bosone di Higgs, dove risiede il problema.
La ragione è che la massa registrata per il bosone potrebbe non essere la più bassa possibile per quella particella, ma semplicemente un valore temporaneo, che al momento rimane stabile ma potrebbe cambiare un giorno. I calcoli più accurati, in effetti, suggeriscono che il nostro Universo potrebbe effettivamente essere un “falso vuoto”, molto diverso dal “vero vuoto” che avremmo nella configurazione di energia più bassa possibile. Per capire questo concetto, puoi pensare all’Higgs come ad una palla intrappolata nel fondo di una valle poco profonda, che rappresenta la sua massa.
Commento NdR: E se invece, come è più probabile, l’energia oscura/materia oscura fosse un’altro tipo di universo che “succhia” le parti migliori di questo universo, per migliorare il tutto…. ? …seguendo l’entropia negativa, accumulo dell’informazione…..
Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma…..nell’INFINITO. Inoltre il vuoto assoluto, cioè il nulla NON esiste !! ….esiste solo il TUTTO che è in continua trasformazione.
vedi anche: Universo Elettrico 1 + Universo Mentale + Universo Intelligente + UNIVERSO ARMONICO + Cosmologia, Cosmogonia + Esperimento Archiviato + Chi e’, cosa e’, dov’e’ dio ? + Teoria del TUTTO + Trans – Uranici + UNIVERSO OLOGRAFICO – IPERSPAZIO + Vuoto QUANTOMECCANICO Intelligente ? + Le prime parole della Genesi + Galassie madri + Sintesi (il senso della Vita)