Evviva, che sorpresa,
Architettura hardware dei nanorobot per la difesa medica
By Adriano Cavalcanti,1,2,* Bijan Shirinzadeh,2 Mingjun Zhang,3 and Luiz C. Kretly4
Author information Article notes Copyright and License information Disclaimer
This article has been cited by other articles in PMC. – Go to:
Estratto
Questo lavoro presenta un nuovo approccio con dettagli sulla piattaforma integrata e l’architettura hardware per l’applicazione dei nanorobot nel controllo delle epidemie, che dovrebbe consentire una prognosi in tempo reale in vivo dell’infezione da rischio biologico. I recenti sviluppi nel campo della nanoelettronica, con i trasduttori che si stanno progressivamente riducendo a dimensioni più piccole grazie alla nanotecnologia e ai nanotubi di carbonio, dovrebbero portare a possibilità innovative di strumentazione biomedica, con nuove terapie e metodologie di diagnosi efficienti. L’uso di sistemi integrati, biosensori intelligenti e nanodispositivi programmabili sta facendo progredire la nanoelettronica, consentendo la progressiva ricerca e sviluppo di macchine molecolari. Dovrebbe fornire un monitoraggio biomedico pervasivo ad alta precisione con trasmissione dei dati in tempo reale.
L’uso della nanobioelettronica come sistemi “incorporabili” (I) è la via naturale verso la metodologia di produzione per realizzare applicazioni nanorobot fuori dai laboratori il più presto possibile.
Per dimostrare l’applicazione pratica della nanorobotica medica, una simulazione 3D basata su dati clinici affronta come integrare la comunicazione con i nanorobot utilizzando RFID, telefoni cellulari e satelliti, applicata alla sorveglianza onnipresente a lunga distanza e al monitoraggio sanitario per le truppe nelle zone di conflitto. Pertanto, il modello attuale può essere utilizzato anche per prevenire e salvare una popolazione contro il caso di alcune malattie epidemiche mirate.
(I) = “incorporabili con vaccini o chips”…..
Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3675524/
https://pattoverascienza.com/vaccino-covid-non-e-un-vaccino-ma-e/ un dispositivo PATOGENO, ciò significa che ….i Vaccini sono dispositivi, attivabili a comando anche con 5G, Satelliti, ecc..
——————————————————————————————————-
La tecnologia Quantum-Dot Cellular Automata QCA
La Wireless Nano-Sensors Network è la rete che interconnette microdispositivi e nano-nodi o nano-sensori. I nano-nodi sono composti da nanoprocessori, nano-memoria, nano-batterie, nano-ricetrasmettitori, nano-antenna e nano-sensori, che operano a livello di nanoscala.
Questa è la nanotecnologia che ricrea la tecnologia di comunicazione che già conosciamo, ma lo fa all’interno del corpo. La domanda da porsi, chi ne beneficia?
Queste iniziative sono davvero per il bene dell’umanità, o solo per pochi all’estremo vertice che desiderano un maggiore controllo sulle masse?
Ad esempio, si prevede che le reti wireless 5G e oltre raggiungano velocità di dati Tbps.
A causa delle dimensioni dei nanodispositivi, la gamma di frequenza di emissione delle antenne diventa molto ampia poiché le antenne su scala nanometrica come il nanonastro di grafene (GNR) e il nanotubo di carbonio (CNT) possono irradiare in modo efficiente a partire dalle gamme di frequenza THz. Sebbene i nanodispositivi possano emettere onde elettromagnetiche a livelli di frequenza MHz con nanotrasmettitori elettromeccanici, l’efficienza energetica della generazione di onde elettromagnetiche meccanicamente è inferiore rispetto alle bande THz.
La tecnologia delle nano reti confermerebbe che i vaccini sono, tra l’altro, vettori per l’installazione di nanotecnologie o nanodispositivi nel corpo umano. Tuttavia, al di là della pura coincidenza, gli autori esplicitano l’uso del grafene e dei nanotubi di carbonio, come elementi necessari per questo modello di rete.
Un’Internet in cui a comunicare non sono i dispositivi, ad esempio gli smartphone e i computer, ma direttamente i corpi umani.
D’altra parte, la rete di nanocomunicazione destinata al corpo umano, nanocomunicazione elettromagnetica, al suo livello più elementare, è stata accuratamente progettata nei suoi aspetti topologici, con componenti specializzati per svolgere tale compito. La topologia definisce anche la possibilità che l’intera infrastruttura di nanonodo, nanorouter e interfaccia su nanoscala sia unita in un unico nanodispositivo chiamato polo o metamateriale.
Esiste comunque una complessità della nanocomunicazione nel corpo umano, dove i nanonodi della rete sono distribuiti in tutto il corpo, in molti casi in movimento, a causa del flusso sanguigno, e in altri attaccati all’endotelio delle pareti arteriose e capillari o nei tessuti di altri organi. Esiste comunque una complessità della nanocomunicazione nel corpo umano, dovuta proprio alla complessità e alla perfezione del corpo umano che segue la LOGICA DEL CREATO.
TRATTO DAL MIO LIBRO
By Ing. Giuseppe Reda, già ricercatore presso Dipartimento di Chimica UNICAL, membro del Patto Vera Scienza.
——————————————————————————————————
Le nanoparticelle nel presunto vaccino (in realtà siero genico) per la sindrome influenzale Covid19 possano scatenare reazioni avverse, assieme alle reazioni alle altre sostanze presenti, tipo spike, sincitina, metalli tossici, ecc., e ciò nel 100 % dei casi di quelli che hanno ricevuto il “vero vaccino/siero genico”, mentre in quelli che hanno ricevuto il vaccino “placebo”, od in quelli che hanno ricevuto il “vaccino a basse dosi”, le reazioni avverranno nel tempo; questo perché le Big pharma, conoscendo in anticipo i gravi danni di questi sieri genici, hanno preparato vari tipi dello stesso prodotto, “vaccino” quello contenente il 100%, quello al 30% e quello placebo, senza nessuna sostanza…da proporre agli amici degli amici, personaggi importanti a loro scelta, politici, banchieri, ecc.
I vaccini a mRna (NON si tratta di vaccini ma di sieri a genetico), come quelli di Pfizer e di Moderna, contengono nanoparticelle ricoperte di Peg, una sostanza utilizzata anche in altri prodotti farmaceutici e cosmetici, contro cui talvolta l’organismo produce anticorpi e comunque reazioni per tentare di eliminarle dall’organismo.
Che cosa scatena queste gravi reazioni avverse, al presunto vaccino (siero genico) per la Covid di Pfizer e BioNTech, tra l’altro approvato anche in Europa….dall’EMA ed i vari ministeri, collusi con le Big Pharma….
I maggiori esperti mondiali non idottrinati dalle Big Pharma, né collusi con esse, hanno trovato la risposta, nelle sostanze contenute in questo siero “magico”: Spike, metalli tossici, sincitina, nanoparticelle, mRna (quando è presente, perché non tutti questi sieri magici lo contengono)
Una ulteriore ricerca già al vaglio del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e della Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti, è che a sovraeccitare il sistema immunitario siano anche e non solo le nanoparticelle di polietilenglicole (Peg) che avvolgono lo mRna contenuto nel vaccino, quando è presente.
Che cos’è il Peg
Il polietilenglicole, o Peg, è un polimero (tossico per gli organismi viventi) che trova molte applicazioni in campo bio-farmaceutico. Viene utilizzato in ambito di ricerca per la produzione di anticorpi monoclonali, ma anche nei lassativi e nelle formulazioni di altri prodotti farmaceutici, dagli unguenti alle compresse, nei cosmetici, compresi dentifrici e shampoo. Insomma, è “considerato” una molecola sicura, della quale però non è mai stata dimostrata con certezza, la sua sicurezza.
Prima d’ora, però, questa sostanza non era mai stata utilizzata all’interno di un vaccino/siero genico.
Pfizer-BioNTech e anche Moderna lo hanno invece introdotto nella composizione dei nuovissimi e sperimentali sieri genici chiamati falsamente vaccini, quelli a mRna per la sindrome influenza stagionale alla quale hanno cambiato nome, per poter spaventare la popolazione ignorante, medici compresi dandogli il nome di un ipotetico ed inesitente virus Covid-19 (Sars.cov2): l’mRna (cioè il frammento di materiale genetico che dovrebbe servire a cercare di cambiare il DNA del vaccinato) è avvolto da nanoparticelle lipidiche/grassi (Lnp) combinate chimicamente con il Peg.
Le Lnp servono a tentare di favorire/trasferire il messaggio dell’mRna alle cellule mentre il Peg aumenta la stabilità e la durata delle nanoparticelle nella circolazione sanguigna così da perpetuare nel tempo di danni che questi sieri producono.
Ma producono risposte imfiammatorie nell’organismo !
Anticorpi anti-Peg
Fino a non molto tempo fa il Peg era “considerato” dalle Big pharma e quindi dai ricercatori al loro servizio, una sostanza inerte, questa considerazione non è mai stata supportata da ricerche serie, sulla loro pericolosità o meno di quelle sostanze, cioè che non reagisca con i sistemi biologici, quindi è sempre rimasta una loro considerazione NON scientifica. Negli ultimi anni, però, gli scienziati hanno constatato che l’organismo umano produce anticorpi contro di esso.
Uno studio del 2016 riporta che addirittura il 72% delle persone possiede qualche tipo di anticorpi contro il Peg, forse proprio per l’ampio uso che se ne fa per i farmaci. Solo nel 7% dei casi, cosi affermano i ricercatori, la presenza di questi anticorpi sarebbe abbastanza elevata da predisporre all’insorgenza di reazioni anafilattiche, però NON tutti gli studi sull’argomento, comunque, sono concordi sulle percentuali della presenza di anticorpi alla sostanza stessa. Ci sono aziende che per precauzione hanno deciso di eliminare le molecole pegilate dai loro prodotti.
Reazioni anafilattoidi
Non è ancora chiaro quale meccanismo immunitario possa essere coinvolto. Forse – sostengono alcuni – sono implicati altri meccanismi: delle risposte immunitarie aspecifiche che vedono le nanoparticelle di Peg come dei corpi estranei e quindi il sistema immunitario attiva le reazioni adatte per la loro eliminazione, fatti che comunque comportano reazioni infiammatorie autoimmuni.
Un esempio, è quello di un’operatrice sanitaria statunitense, tra le prime a ricevere il prodotto Pfizer-Biontech nel Paese. La donna, che non avrebbe una storia di reazioni allergiche o anafilattiche, ha cominciato a sentirsi male una decina di minuti dopo l’iniezione. Rash cutanei, difficoltà a respirare e tachicardia hanno portato i clinici a somministrarle subito una dose di epinefrina che ha tamponato le manifestazioni. Tuttavia pare che queste si siano ripresentate e che si sia dovuti ricorrere a steroidi e al ricovero in terapia intensiva.
Il fatto che queste altre reazioni avverse al “vaccino” (siero genico) Pfizer e Moderna, possano essere innescate anche dal Peg, comunque viene presa in seria considerazione dal Niaid e dalla Fda statunitensi, che hanno convocato esperti internazionali e che hanno intenzione di avviare studi specifici per verificare questa possibilità, chissà se lo faranno veramento….??
Nanobot trovati nei tamponi. Estremamente serio. Il vaccino era già stato pianificato – 20/10/2020
I nanobot sono robot nanoscopici o, cosa è lo stesso, un robot di dimensioni nanometriche.
La nanotecnologia è la scienza che studia la materia da un livello di risoluzione nanometrica, cioè la materia con dimensioni misurate in nanometri. Ad esempio, un atomo è inferiore a 1 nanometro.
La spiegazione più straordinaria del genetista Dr. Marcelo Martínez – 02/11/2020
Il quale spiega gli obiettivi di una vaccinazione già pianificata e prodotta prima della “Pandemia”, tra cui spiccano il piano di riduzione della popolazione e la sterilizzazione di massa, oltre al chipping.
Circolano tante voci che riguardano le conseguenze dei vaccini, chi parla di un numero cospicuo di persone che si sono vaccinate che se ne andranno in breve, in un paio di anni, ed altri più in là…; arrivano altre controindicazioni dai danni da vaccino oltre alla morte o all’atrofizazzione degli arti, la sterilizzazione dell’umanità con ls sincitina introdotta in questi sieri genici, spacciati per vaccini, argomento molto caro agli oligarchi che ci governano. Ovviamente i danni andranno a manifestarsi in chi ha creduto o crede nei vaccini, tempo al tempo…
Osservato per la prima volta il movimento collettivo di uno sciame di nanorobot nell’organismo di un topo vivo – Maggio 2020
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science Robotics e condotto dal gruppo dell’Istituto spagnolo di bioingegneria della Catalogna coordinato da Samuel Sánchez, in collaborazione con l’Università autonoma di Barcellona.
Immagini dello sciame di nanorobot nella vescica di un topo vivo (fonte: Pedro Ramos, Cristina Simó/CIC biomaGUNE, IBEC, UAB)
Delle dimensioni di milionesimi di millimetro, i nanorobot potranno essere in futuro utili in medicina, ad esempio per scopi diagnostici, per identificare cellule tumorali, o per liberare farmaci in specifici distretti dell’organismo.
I nanorobot si muovono autonomamente all’interno della vescica dei topi, utilizzando come combustibile l’urea presente nell’urina. Per monitorare i loro spostamenti, i ricercatori hanno utilizzato tecniche di microscopia e la Pet (tomografia a emissione di positroni), strumento diagnostico utilizzato comunemente in medicina.