TRASMETTITORE a SPIN – Comunicazione a mezzo Laser ?
Il Fisico Italiano Massimo Corbucci ha collaborato con il “GSI” di Darmstadt per trovare la ragione dell’impossibilità di sintesi dell’atomo trans-Uranico di numero atomico 114.
NUOVO MODELLO DI ATOMO (By M. Corbucci)
Buchi neri dell’Universo simili a quelli atomici – vedi PDF studio-ricerca di fisici
Con questo articolo cade ogni precedente nozione della Fisica che vuole un tempo di propagazione per comunicare nello spazio da A a B. Anche se sembra incredibile, si può comunicare a distanze non solo interplanetarie, ma persino intergalattiche e “immediatamente” !
Il lettore si renderà conto, superato l’attimo di sconcerto, che milioni di chilometri o milioni o addirittura miliardi di anni luce, non sono più niente per il “trasmettitore a spin”.
Gli addetti ai lavori nelle Telecomunicazioni prendano nota.
I lettori stupiscano. Immediatamente vuoi dire: senza niente che medi !
Anticamente per far arrivare una “missiva” da un Comune a un altro, veniva incaricato un “messaggero”, che galoppando a gran velocità faceva da corriere. In questo modo per andare da Roma a Milano magari ci saranno voluti più di 3 giorni.
Poi si è ricorsi ai piccioni viaggiatori che volando, ovviamente, hanno abbreviato i tempi di attesa.
Finalmente nel 20° secolo uno scienziato geniale (abbiamo appena parlalo nel numero scorso dell’opera di G. Marconi e della Radio), ha pensalo bene di impiegare messaggeri che “volano” alla velocità della luce: i fotoni ! (Dalle antenne radio entrano ed escono fotoni !)
Allo stato attuale dell’arte in Fisica “sembra” che quella della luce sia la massima velocità alla quale si possa comunicare.
Pertanto un’astronave su Marte ci mette 40 minuti per “palleggiare” i “piccioni viaggiatori” – volevamo dire i fotoni – con la Base a Terra.
Ci si potrebbe mettere meno tempo ?
Questo argomento va affrontato con la consapevolezza che è il caso di inchinarsi umili e deferenti di fronte al grande Mistero del Creato.
Via la prosopopea del Fisico, che si gonfia della propria appartenenza a una casta di “duri”, che non ammette mai virate concettuali, le quali possono far sbandare dai percorsi tradizionali, già tracciati.
Vestendo l’abito più ieratico dell’epistemologo scientifico, si può vedere l’Universo per quello che è realmente: “niente, rivestito” di elettroni e protoni.
Ora lasciamo stare le dissertazioni della serie l’atomo è una voragine rivestita… e chiediamoci se è possibile, alla luce di una maggiore cognizione sullo spazio (non c’è solo il fuori, c’è anche il dentro), concepire una comunicazione da un punto A a un punto B, “immediata”. (Nel senso che non si affida ad alcun mediatore il compilo di andare fisicamente da A a B).
Preghiamo il lettore di non precipitarsi a rispondere, lo che in questo momento sto scrivendo sono Massimo Corbucci, e ricordo che fui invitato a parlare del vuoto quanto-meccanico davanti ad una platea. Mi venne in mente di parlare della glicerina.
Dissi: «La glicerina è un alcool, che quando fu scoperto era liquido. Poi un giorno avvenne che un barile di questo “liquido”, su una nave merci, per un combinarsi di ragioni, cristallizzasse e divenisse solido. Ebbene, da quel preciso istante anche tutta la glicerina del mondo cristallizzò. Come aveva fatto la glicerina su quella nave a comunicare con tutta la glicerina del pianeta ?».
Già la domanda incominciò a far impallidire tutti. Quando poi aggiunsi: «Attraverso cosa la glicerina iniziò a parlarsi simultaneamente ?». Fu un tripudio.
Cavalcando l’onda della grande curiosità, potei introdurre la mia scoperta sulla “discontinuità” della materia a livello degli “‘shell elettronici” e dei barioni del “nucleo”.
Lo spiegai così: «Immaginate l’atomo come una costruzione, dove i pezzi di cui si compone, possono essere ammucchiati. Del pari alle grosse pietre con cui un muratore, prima di edificare una casa, fa un mucchio e poi si accorge che la compagine ammucchiata presenta un accesso verso un cunicolo. In quei buco vede entrare il suo cane e non lo vede più uscire !!!»
Massimo si è avveduto dell’unica cosa sfuggita alla Fisica, che la continuità della materia non è affatto assicurata.
Nessun Fisico ha mai pensato che dentro la materia vi fosse un pertugio (buco nero) che s’affaccia nell’Infinito. È la nuova nozione che introduce in fisica la possibilità di comunicare, senza che trascorra tempo, quale che sta la distanza da coprire.
(La stanza di là o una galassia a 10 miliardi dì anni luce, non fanno differenza).
La figura rappresenta il dentro (buco nero della materia)
La continuità della materia non è affatto assicurata. Nessun Fisico ha mai pensato che dentro la materia vi fosse un pertugio che s’affaccia nell’Infinito.
Quello che si deve ammettere è che l’atomo è “bucato”. Anzi, che altro non è che un buco, dove girano intorno elettroni e protoni e tanta altra roba che è noioso nominare.
Che sorpresa rendersi conto che il “sistema” è un mezzo per trasmettere messaggi, talmente perfetto, che a volerne inventare uno migliore, sarebbe impossibile !
E’ sbalorditivo fino a lasciare confusi, che la “rotazione” dei due “calici” sia simultanea, ovvero istantanea; o meglio immediata, anche frapponendo distanze di miliardi di anni luce. C’è solo un modo per non impazzire: apprendere che nello spazio oltre al “fuori”, c’è anche il “dentro” e in quel Luogo le distanze e i tempi si azzerano.
Noi tre, Massimo, Gianni e Giorgio; abbiamo depositato una domanda d’invenzione dal titolo: Dispositivo di telecomunicazione immediata a qualsiasi distanza, basato sul principio della interconnessione degli spin accoppiati.
Non abbiamo la copertura economica per farne un brevetto mondiale, ma che qualcuno possa rubarci l’idea e realizzare il trasmettitore a spin, non rappresenta per noi un timore. Anzi toccheremmo il cielo col dito se questo avvenisse !
Poter verificare che le immagini riprese da una telecamera su Marte arrivano “immediatamente” sulla Terra è l’unica cosa che ci interessa. Quando si vedrà che è così, incomincerà una nuova era, come lo fu nel 1895, con il campanello di Marconi, che suonò a 2 km daVilla Grifone.
Però mentre con la Radio si apri l’era tecnocratica della gestione delle bande elettromagnetiche, con la Non-Radio non ci saranno né bande, né frequenze da gestire.
Il rice-trasmettitore istantaneo sconvolge ogni nozione: è come connettere il microfono e la telecamera in un bocchettone al posto di trasmissione e connettere un altoparlante e uno schermo video dall’altra parte del medesimo bocchettone, al posto di ricezione; distante quanto si voglia farlo essere distante.
L’attenuazione è zero, la potenza di trasmissione è zero, la fedeltà di riproduzione è totale.
Le interferenze sono inesistenti ! Gianni Iacarelli, che installa sistemi di ricetrasmissione per esigentissime aziende, che richiedono giustamente di poter col legare loro postazioni distanti in modo possibilmente perfetto, può dire quanto sia problematico impiantare un sistema ricetrasmittente, per via delle inevitabili interferenze radio, degli ostacoli che si interpongono, della fedeltà di riproduzione che finisce giocoforza per perdersi e dei problemi radiotecnici del dover contemperare potenze di irradiazione con l’impiego di antenne non colossali e con le potenze elettriche, sempre da rapportare alle autonomie delle postazioni da collegare.
Un trasmettitore a spin che praticamente, in termini elettrici, è come interconnettere direttamente il ricevitore (in mezzo ci può essere qualsiasi ostacolo, qualsiasi interferenza, può persino scoppiare la bomba atomica), Iacarelli lo trova semplicemente da sogno, dacché talvolta solo lo scintillio delle candele dei ciclomotori in strada fa perdere una parola tra due interlocutori che si parlano via radio. Giorgio Cavalieri aggiunge, che per quanto riguarda la privacy, il sistema a spin è perfetto: nessun altro, che non siano i due interconnessi a spin, potrebbe “intercettare” la comunicazione.
Massimo, Giorgio e Gìanni si guardano e si chiedono se mai 3 Radioamatori come loro potranno tornare tra i colleghi (molti Fisici elettronici. Ingegneri, Tecnici abituati ad apparati radioelettrici da paura) e non destare perplessità, dopo aver scritto un articolo dove si parla di un sistema di comunicazione che, a potenza zero, fa arrivare un segnale a distanze illimitate, libero dalle interferenze, da qualunque ostacolo materiale e garantendo pure la privacy totale e la fedeltà di riproduzione del messaggio ricevuto assolutamente perfetta.
Asserendo, con la massima serietà, che non resta che verificarlo, contiamo di poter tornare tra loro.
Le SCOPERTE di M. CORBUCCI (Fisico) + Cosa e’ l’Atomo ?
Fig. 1:
Paragoniamo gli elettroni a due calici poggiali su un vassoio e poniamo che per un principio inderogabile questa coppia di oggetti abbia l’obbligo di mantenersi in posizione diametralmente opposta, nel senso che se un calice è messo dritto, l’altro deve stare capovolto e semmai un cameriere provasse a capovolgere il primo calice, inevitabilmente il secondo dovrebbe raddrizzarsi.
Poi aggiungiamo che anche spezzando in due il vassoio e separando le 2 parti sulle quali poggiano i rispettivi calici, l’obbligo di rispettare quel principio che vuole i calici in posizione contraria, resta in vigore, ma il “buon senso” non farebbe mai sospettare che si verifichi davvero che capovolgendo un bicchiere ormai separato fisicamente dal suo “compagno”, l’altro a sua volta si capovolga conseguentemente.
Una porzione di vassoio e relativo calice è rimasta a Roma, mentre l’altra e stata portata a Ginevra: la più grande scoperta della Fisica è imminente! Il cameriere romano sa che il calice della parte di vassoio rimasto nel suo locale è posizionato dritto e una mattina lo trova capovolto. Telefona a Ginevra al suo collega svizzero, che custodisce il vassoio col bicchiere capovolto: per gioco il bicchiere e stato messo dritto ! Quando viene rimesso nella posizione iniziale, d’incanto anche a Roma il vassoio torna ad avere il calice dritto. 1 due camerieri esterrefatti, non si rendono conto che il “giochetto” funzionerebbe anche portando il semivassoio su Marte o sulla Galassia Andromeda e decidono di nascondere le parti di vassoio e calice in loro possesso, per non essere presi per matti.
La continuità della materia non è affatto assicurata. Nessun Fisico ha mai pensato che dentro la materia vi fosse un pertugio che s’affaccia nell’Infinito.
Vedi sopra Fig 1
Quello che si deve ammettere è che l’atomo è “bucato”. Anzi, che altro non è che un buco, dove girano intorno elettroni e protoni e tanta altra roba che è noioso nominare.
Come può funzionare la ricetrasmittente a spin ?
Lo spin o “trottola” è quel fenomeno per cui un elettrone gira, come un pallone sull’asse di un giocoliere.
Può girare o in senso orario o in senso antiorario e come la punta di un trapano, se gira in senso orario va in su (entra), o al contrario va in giù (esce).
Per un principio della fisica, che si chiama “di esclusione”, di Pauli, due elettroni appaiati, che si trovano ad orbitare sullo stesso orbitale di un atomo, se vogliono coesistere, debbono avere uno spin su e l’altro spin giù.
Questa “imposizione” naturale, non solo non ammette deroghe, ma persino se i due elettroni dovessero allontanarsi tra loro, resterebbe in vigore. Gli elettroni “appaiati” sono l’analogo di due gemelli monovulari, e per capire gli elettroni è utile l’esemplificazione di ammettere che se un gemello è destrimano, l’altro debba giocoforza essere mancino e rimanere in questo stato differenziale, qualunque cosa capiti loro e qualunque distanza li separi.
Poniamo che uno dei due gemelli, Mario, vada a vivere in Giappone e inizi a usare la mano destra per scrivere Pino, che è rimasto a Milano, una bella mattina si sveglia e scopre di essere diventato lui mancino. Non poteva non accadere, per il principio di esclusione, che vige senza alcun limite di spazio e di tempo !
Cari lettori, se avete letto attentamente fin qui, diteci come si fa a non farsi “accendere una lampadina” dentro al cervello, riflettendo attentamente su un principio fisico, che obbliga una particella ad “adeguarsi” all’altra, fosse l’altra portata ai confini dell’Universo ?
Come si fa a non ravvisarci un sistema per comunicare tra la Terra e Marte istantaneamente e poi a non accorgersi che o Terra-Marte o Terra-Galassia Andromeda non cambierebbe niente e il principio rimarrebbe a far funzionare la trasmissione fino alla distanza di 13,7 miliardi di anni luce. (Ai confini del cosmo) ?
A parte questa emozionante constatazione che le distanze si annullano e si abbattono i tempi di propagazione delle onde elettromagnetiche, che volano massimamente alla velocità della luce, non meno si resta trasecolati alla semplice idea che uno può andare a 11.000 metri sottacqua nella fossa delle Marianne, portandosi dietro un piccolo apparato elettronucleare e può tranquillamente comunicare con il proprio ufficio, ubicato magari dalla parte opposta del globo terrestre.
Sinceramente si resta col fiato mozzato solo a pensare che un dispositivo del genere darebbe modo a due interlocutori di rimanere letteralmente “attaccati”, pur scorrazzando per l’Italia ! È proprio l’idea che qualcosa possa comunicare senza alcunché che medi la comunicazione, a far rimanere a dir poco trasecolati e senza parole per alcuni minuti. Ci si sente come quando uno si sveglia dopo un bel sogno.
Un esperimento archivialo per mancanza dì spiegazioni
Una ventina di anni or sono tra Roma e Ginevra avvenne il più impressionante fenomeno dì tutta la storia della Scienza: 2 elettroni accoppiati erano stati separati a Roma all’I.N.EN. (Istituto Nazionale dì Fisica Nucleare) e uno dei due è stato portato (non certo in un fazzoletto da naso, ovviamente bisogna confinarlo in un contenitore magnetico, con complicatissimi accorgimenti) a Ginevra al C.E.R.N. (Centro Europeo di Ricerche Nucleari). Ebbene, il Fisico su a Ginevra si è messo a “giocare” con l’elettrone, cambiando il suo spin, e sapete che cosa è capitato ?
Anche lo spin dell’elettrone rimasto a Roma si è girato ! Come vuole la legge di esclusione di W. Pauli. Quello che non hanno potuto sopportare i Fisici è stato di non poter capire perché la cosa accadesse con 1000 km “di mezzo”.
Negli ambienti “scientistici” quando una cosa non si spiega, si fa come se non fosse mai accaduta. Quando a Darmstadt nel Febbraio 1996 non si spiegavano come mai il montaggio dell’atomo fino al n° 112 fosse proceduto bene e poi dal n° 113 in poi qualcosa si opponeva all’assemblaggio, la reazione dei Fisici è stata dì far finta che vi fosse un problema tecnico.
Esaminare la possibilità che a 112 vi fosse il “capolinea” ? Non aderente ai “protocolli” !
Cosi come quando nell’Ottobre 2000 a Ginevra il Bosone di Higgs non è venuto fuori dal L.e.p., spegnere tutto senza due parole ai cronisti, in attesa del Nobel di P. Higgs, è stato naturale.
Sebbene qualcuno volle l’archivio dello “spaventoso” esperimento, nottetempo, ai tempi attuali, si ripresenta l’occasione per capire finalmente quello che in Fisica è rimasto coperto da un velo: tra l’Italia e la Svizzera è stato progettato il famoso esperimento dì “collegamento” tra il Laboratorio sotterraneo del Gran Sasso e il C.E.R.N di Ginevra !
Il collegamento si basa sull’uso dei neutrini. Quello che é paradigmatico è che deve avvenire “sottoterra”. Bisognerebbe andare a dire ai Fisici del C.E.R.N e dellT.N.FN, che il collegamento “quella volta” dello spin, avvenne già nel più “grande, perfetto e “pervio” “sotterraneo” che si possa immaginare.
Il sotterraneo che connette insieme tutti gli atomi dell’universo. Un sotterraneo attraversato da un’orda di… tachioni.
Come funziona l’interconnessione dello spin
Quando qualche bizzarro personaggio di periferia asserì, che esistono particelle che viaggiano a velocità di gran lunga superiore alla velocità della luce, fu preso per matto.
A questo punto pensiamo di poter far conciliare la serietà della Fisica, con la “poesia” dei “precursori” di grandi verità, che hanno avuto solo la colpa (se di colpa si può parlare) di usare il linguaggio della Fisica, inadeguato a descrivere fenomeni “enormi”.
Vediamo insieme dov’è l’inghippo, che poi è della stessa natura concettuale della “gravita”: la constatazione che la gravita di un astro “viene giù” (viaggia ?!) più veloce dei classici 299.793 km al secondo, suscita ai fisici il dubbio che “prenda una scorciatoia”, se non ci sono i tachioni.
Nell’articolo del n° 9 “E se la gravita viaggiasse all’interno degli atomi ? ho già affermato che la gravita non sorpassa la luce, ma viaggia dentro gli atomi, mentre la luce viaggia fuori, e luce e gravita non si incontreranno mai.
Il punto concettuale è che il verbo “viaggiare”, per qualcosa che “fluisce” (ma di fatto non fluisce niente !) dentro il “sotterraneo” atomico, è decisamente improprio. Tuttavia l’idea di un’orda di scalmanate “particelle” (immaginarie), che sfrecciano come diavoli, sembra irrinunciabile.
La “chiave” è tutta nella parola immaginarie, (momento di riflessione).
Abbiamo il “luogo” di un enorme cunicolo tutto nero, basta pensarlo popolato di una folla oceanica di entità sfrecciami in modo superluminare, ed ecco comparire nella scena dei concetti di Fisica i tachioni, che poi urtano profondamente i fisici !
Del resto al Creatore è bastato immaginare noi, ed eccoti gli umani con annessi e connessi !
Onore al merito per il “pensatore” dei tachioni, dunque. Sufsum cordis, (In alto i nostri cuori, per chi lo ha cuore !).
Separare i gemelli
Analizzeremo attentamente cosa avviene a due elettroni “gemelli” una volta “separati”.
La prima cosa da comprendere è che le particelle e quindi gli elettroni, altro non sono, che “spaziature” esterne al vuoto quant-omeccanico, separate da una “intelaiatura” di vuoto quanto-meccanico medesimo.
I 2 elettroni dell’atomo di Elio, per esempio, sono ben intelaiati al 1° livello quantico. Resta da dire che sono separali da un “diaframma” sottile dell’intero telaio, per cui uno ruota a spin su e l’altro a spin giù. Staccarli l’uno dall’altro significa separare l’Idrogeno dall’Elio, e poi ?
E poi “estendere” la Parete di Bloch fatta di vuoto quanto-meccanico del 1° elettrone, tanto quanto ci vuole per star dietro a quella dell’elettrone gemello, fino alla distanza di allontanamento.
Come si “trasmette” l’eventuale inversione di spin di uno dei 2. all’altro, separato ?
Il Professor Marco Tomaselli, collega e amico, è Cattedratico di Fisica a Darmstadt e Scienziato del G.S.I Tedesco.
Si occupa di accoppiamento degli spin. Per potersene occupare ha dietro una carriera spaventosa, migliaia di pubblicazioni, parla 5 lingue.
È sorpreso a sentir dire che gli spin elettronici possano accoppiarsi senza un “mediatore”. Solo il concetto di Vuoto Quanto-meccanico eliminerebbe tutto lo sconcerto. Posto però che sia accolto dalla Comunità scientifica.
Quello che si deve ammettere è che l’atomo è “bucato”. Anzi, che altro non è che un buco, dove girano intorno elettroni e protoni e tanta altra roba che è noioso nominare.
Altresì, che tutto ciò che c’è da quel buco in “fuori” è il mondo esterno, misurabile e a contatto con tutti gli altri atomi grazie all’emissione fotonica; e tutto ciò che riguarda il “dentro” non è più ”misurabile” ed è a contatto “intimo” con tutti gli altri atomi, senza esclusione di nessuno questa volta, a mezzo di un oceano dove tutto “naviga” istantaneamente. Arricchendosi di una nozione così, la Fisica si eleva a scienza che studia non solo ciò che nasce (Phyo = ciò che nasce), ma anche ciò che c’è da sempre.
Già, perché il vuoto quanto meccanico, se non si fosse capito, è lì da sempre, anche da prima del “big bang”. Solo che “prima” non potevano esserci fisici a studiarlo !
Sebbene sia ampiamente dimostrato che gli elettroni accoppiati (o i fotoni) restano interconnessi e che lo spin si “adegua” da Ginevra a Roma, altro sarebbe l’impatto emotivo di una voce e di una immagine, in arrivo da centinaia di milioni di chilometri.
Le forti emozioni scuotono la “coscienza collettiva” e mettono in ginocchio gli scettici a oltranza. Pertanto avremmo bisogno di un Istituto di Fisica Nucleare che ci mettesse a disposizione l’attrezzatura per separare due elettroni appaiati di un atomo e poi “mantenerli in vita” onde poterne invertire lo spin in modo sequenziale a frequenza sufficiente per “portarci” audio + video e infine poter rivelare a distanza lo spin dell’altro elettrone, ripristinando la “sequenza”, portante suono e immagini.
Al di là del prodigio scientifico, fa riflettere che si annullino tutte le distanze.
È il caso di inginocchiarsi di fronte ad un così grosso Mistero ! Non abbiate paura.
Della questione del trasmettitore a spin è stata informata la Direzione dell’I.N.FN. nella persona del Prof. Mario Calvetti, per esaminare la richiesta di poter fornire i mezzi tecnici elettro-nucleari, necessari a mettere a punto i complessi, ma non enormi, dispositivi su cui si basano gli apparati di ricetrasmissione istantanea a spin.
By dott. Massimo Corbucci
Bibliografia
II cosmo intelligente, E Davies – Mondadori & De Agostini Edizioni.
Dio e la nuova fisica, E Davies – Oscar Saggi Editore Mondadori
L’Universo elegante, B. Greene – Einaudi Editore
Le forze profonde che spiegano il cosmo, M. Rees – Rizzoli Editore
Oltre la scienza sensoriale, R Seymour – Longanesi &r C Edizioni
La danza dei maestri Wu Li, G, Zukav – Corbaccio Editore
La Scienza 1° vol. – La Biblioteca di Repubblica
Le meraviglie del cielo, R Candy – II Castello Edizioni
Anticipazioni:
La “materia” (da mater), che si occupa di ciò che c’è da sempre, se vi interessa saperlo è la Matematica.
Sul prossimo numero, il 15, ci sarà l’articolo di Matematica che parlerà dell’Infinito Assoluto.
Pensate che stranezza: l’Infinito poco “potente” dei numeri interi e l’infinito a “due stelle” dei punti della rena e l’infinito ”capitano” dei punti sul piano e il “maggiore” dei punti dello spazio tridimensionale, sono stati una “conquista” intellettuale dove hanno svolto la loro opera personaggi come Pitagora, Galileo, Cantor, Godei, Cohen.
L’Infinito Assoluto, invece, era lì da sempre e nessun Matematico se ne è accorto, perche’ tutti gli uomini dì Scienza sono stati sempre convinti che il “mondo” fosse ciò che si vede fuori e solo guardando fuori si sarebbero potute lare “scoperte”.
I proto-Filosofi dell’antica Grecia invero lo dissero: «Cercate di guardare dentro…!». Ironia della sorte, il fondatore della Fisica, Galileo Galilei ha dato inizio alla Scienza dopo la sua gloriosa “verifica” sperimentale, che i corpi (a prima vista !) cadano a terra con la stessa accelerazione “g”.
La Fisica oggi deve essere riveduta e corretta, dacché effettivamente non cadono a terra con la stessa “g”.
Si e scoperto l’inghippo guardando “dentro” l’atomo e prendendo atto della “sorpresa”, che anche Galileo avrebbe capito, se solo avesse avuto a disposizione un cronometro ad alta precisione.
La vecchia storia della Terra che gira intorno al Sole e non viceversa, è un malinteso dei moderni; il dramma di Galileo, riassunto nella frase “eppur si muove” non ha a che vedere con la questione copernicana, bensì con il tentativo di spiegare come mai la Terra tosse “attratta”.
Fini per occuparsi di ciò Newton, stravolgendo le intenzioni di Galileo, il quale non avrebbe mai voluto essere il precursore di una “meccanica” che, a partire da F = ma, da per scontata la liceità di pontificare la “gravitazione universale” !
La Terra è attratta dal Sole per tutt’altro meccanismo, che non una corrente di “mediatori” in “palleggio” tra una stella e un pianetino.
Quello che serve per dimostrare:
1) Che l’atomo è “bucato“.
2) Che lo spin si trasmette a tempo 0.
Sarebbe l’annuncio TV dell’avvenuta trasmissione a spin ! Lo spin si trasmette a tempo 0, ci vorrebbe un annuncio televisivo dell’avvenuta trasmissione a spin, con esito positivo ovviamente.
Tratto da: Scienza & Conoscenza – n° 14, 2005
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Trasmissione a Laser – Comunicazione laser
Il trasferimento dei dati sarà cento volte più veloce di quanto avviene con le onde radio. Lo promettono i primi test effettuati da un istituto tedesco
Ricevere le immagini di Google Earth o le foto del telescopio Hubble in tempo reale potrebbe presto essere realtà. Un istituto tedesco ha infatti sperimentato un sistema di comunicazione basato sul laser che consentirà di trasferire i dati con una velocità cento volte superiore a quella possibile con le onde radio.
La tecnologia è stata messa a punto dai ricercatori del Fraunhofer Institute for Laser Technology di Aquisgrana per conto della società Tesat GmbH & Co. nell’ambito di un progetto finanziato dal Centro Aerospaziale Tedesco (Dlr).
I test sono stati eseguiti su due satelliti: il tedesco TerraSar-X e lo statunitense Nfire. Grazie alla tecnologia laser, i dati sono schizzati, letteralmente, tra i due satelliti alla velocità della luce, coprendo più di cinquemila chilometri senza andare incontro neanche a un errore. Il laser ha permesso di trasferire, in un’ora, una quantità di dati pari all’informazione contenuta in 400 Dvd e ha garantito una maggiore precisione nella trasmissione, grazie alla semplicità del sistema di puntamento.
Secondo i ricercatori, il nuovo sistema consentirà di trasferire una grande mole di informazioni in poco tempo e di inviare con maggiore efficienza e in tempo reale, per esempio, le immagini del pianeta riprese dai satelliti alle stazioni terrestri, cosa non possibile con le onde radio.
Prima di essere installati sui satelliti, i moduli che contengono il laser hanno dovuto superare alcuni test mirati a verificare la loro resistenza in condizioni estreme di temperatura, accelerazione e radiazioni gamma.
“Il modulo”, afferma Martin Traub, il coordinatore del progetto, “è grande quanto una scatola di fiammiferi e pesa circa 130 grammi, come una barretta di cioccolato”. Per ottenere questo, è stato necessario scegliere i materiali con grande accuratezza. La prossima sfida sarà riuscire a dissipare l’elevato calore che i dispositivi producono, nonostante le loro piccole dimensioni. (c.c.)
Tratto da galileonet.it
Prove di teletrasporto dalla Cina – 13 Settembre 2010
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Photonics del giugno scorso descrive come alcuni scienziati, in Cina, siano riusciti a portare la tecnologia delle telecomunicazioni ad un livello in stile Star Trek. Gli scienziati credono che questa svolta della scienza dei fotoni porterà ad una comunicazione globale criptata ed indistruttibile.
Gli esperti hanno utilizzato il teletrasporto fotonico per trasportare informazioni ad una distanza record di 9,9 miglia (16 chilometri). Sono riusciti ad unire pezzi di luce e materia e poi ad utilizzare le proprietà di questo legame per spostare informazioni.
Unire minuscoli pezzi di luce e materia, il cosiddetto teletrasporto quantico, non è una novità; il problema è che finora non erano mai riusciti a farci molto. I pezzi si sciolgono dopo spostamenti di poche iarde; il trucco è tenere legati insieme luce e materia il più possibile.
Questo è il principio di fondo: quando pezzi di luce e materia si uniscono, ciò che accade ad una particella accade all’altra. Gli scienziati riescono solamente a spostare informazioni finché gli atomi restano uniti, perciò tenerli uniti per quasi 10 miglia è sorprendente.
In sostanza, i ricercatori hanno utilizzato un laser blu, un semiconduttore ed un cristallo di beta-bario borato per unire due fotoni di luce. Poi hanno spedito il fotone con più energia da Pechino ad una località nella provincia di Hebei, distante 9,9 miglia. Sono riusciti a far sì che, quando uno dei due fotoni ha cambiato polarizzazione, l’ha fatto anche l’altro.
Quelli tra di noi aperti alla scienza probabilmente sono già impressionati ma, per quelli per cui questa notizia suona un po’ come le istruzioni di uno stereo, ecco la parte migliore: tutto ciò è stato fatto attraverso lo spazio libero. Ora capiamo perché gli studiosi di tutto il mondo vedono questa nuova scoperta nell’ottica di una rete di telecomunicazioni satellitari di nuova generazione che userà il teletrasporto quantico.
Ma una chiamata telefonica su questa rete non sarà più veloce di quanto non lo sia oggi. Se infatti le chiamate telefoniche basate sul teletrasporto quantico viaggeranno più veloci della luce, la chiave decodificata viaggerà alla solita velocità.
“Sarà impossibile ascoltare una conversazione telefonica che utilizza il teletrasporto quantico – spiegano dai laboratori di Pechino – ciò perché i fotoni legati non si uniranno con altri fotoni. E’ come se i fotoni fossero uniti per la vita, perciò anche se il messaggio viene percepito, l’ascoltatore avrà bisogno della chiave decodificata comunicata sulla tradizionale struttura tele comunicativa”.
Tuttavia, secondo gli autori del progetto “questa tecnologia sarà particolarmente utile per comunicare con le navicelle spaziali orbitanti”. Ancora non si sa se si riuscirà a teletrasportare oggetti o persone su queste navicelle, ma sembra che lo Scotty di Star Trek non fosse così lontano dall’obiettivo
By Antonino Neri – Tratto da: nextme.it
Commento NdR: Siamo ancora lontani dal Trasmettitore a Spin… di Corbucci ! …pero’ qui ci stiamo avvicinando…..
http://www.segretiemisteri.com/2018/02/teletrasporto-record-cina-trasmissione-quantistica-fra-la-terra-lo-spazio/
+ Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti
Questo video vi aprira’ gli occhi per vedere la realta’ anche da un’altro punto di vista
Teletrasporto istantaneo dallo spazio, è possibile ? – 23/04/2013
Gli scienziati vogliono usare la Stazione spaziale internazionale per testare quella che Einstein chiamava “azione misteriosa a distanza”.
Spooky action at a distance, ovvero “azione misteriosa a distanza” così Albert Einstein aveva definito il quantum entanglement (la correlazione quantistica) uno dei fenomeni più misteriosi del già strano mondo della fisica quantistica.
Si tratta di un effetto per cui due particelle che vengono correlate tra loro, ad esempio due fotoni “trattati” con un raggio laser, diventano indissolubilmente legate e, quando una delle particelle cambia, l’altra cambia di conseguenza.
Per esempio una particella situata in un angolo dell’universo potrebbe avere una carica positiva o uno spin “up”. Quella correlata avrà le stesse caratteristiche o caratteristiche opposte (carica negativa o uno spin “down”) e, se una cambia, l’altra cambia istantaneamente, come se fossero collegate e riuscissero a trasmettersi l’informazione istantaneamente, a velocità infinita.
Fino ad oggi gli scienziati hanno testato questo processo a una distanza massima di 143 Km, e sono stati in grado solo di dimostrare che la correlazione quantistica agisce a velocità superiori a 10.000 volte quella della luce.
Ora un team dell’Austrian Academy of Sciences vuole testare il quantum entanglement trasmettendo uno dei fotoni correlati sulla Stazione Spaziale Internazionale, che orbita la Terra a quasi 500 chilometri d’altezza.
Un sistema posizionato nella cupola della ISS, basato su una macchina fotografica ipersensibile, rileverebbe il fotone correlato, cercando di stabilire se la comunicazione avviene realmente in maniera istantanea. Le questioni intorno al quantum entanglement e alla fisica quantistica rendono questo processo estremamente complesso: secondo il Principio di Indeterminazione di Heisemberg una particella quantistica esiste in tutti gli stati possibili fino a che non viene misurata. Come si può stabilire che le particelle cambiano il loro stato in base all’azione misteriosa a distanza e che lo fanno istantaneamente?
Non bisogna inoltre confondere il teletrasporto quantistico con l’idea del teletrasporto che ci siamo fatti guardando serie fantascientifiche come Star Trek.
Quest’ultimo, infatti, trasporta materia sotto forma di energia, la disassembla e la riassembla e, come tutta l’energia, la trasporta a velocità subluminali o al massimo luminali. Il teletrasporto quantistico, invece, oltre a essere un fenomeno reale e non fantascientifico, non trasporta la particella stessa ma solo il quanto d’informazione che essa contiene (descritto dal suo stato, proprio come l’1 e lo 0 dei bit basati sui chip di silicio), cioè il cosiddetto “qubit”, e lo fa in maniera istantanea.
Com’è possibile questo fenomeno?
A quanto pare la “spooky action at a distance” è “spooky” (cioè strana e misteriosa) proprio perché contrariamente ai fenomeni classici della fisica, come le interazioni nucleari, elettromagnetiche e gravitazionali, non subisce alcun cambiamento in base alla distanza tra le parti coinvolte e quindi non è soggetta alla limitazioni relativistiche della velocità della luce. In altre parole le informazioni non sono trasmesse attraverso lo spazio ma in qualche altro modo.
Il bello è che l’entanglement tra particelle, che oltre all’interazione con un raggio laser può essere attivato anche in altri modi, sembrerebbe riguardare non solo le particelle subatomiche ma anche molecole come le Buckyballs (sfere di grafene composte da atomi di carbonio disposti ad esagono, simili a un pallone da calcio) e persino certi tipi di nano-diamanti purissimi.
Al momento la distanza più lunga su cui sia stato testato questo fenomeno è, come detto, di 143 chilometri, dalle isole di La Palma a Tenerife nell’arcipelago delle Canarie. Questo, che ha stabilito il limite di velocità inferiore di 10.000 C (dove C è la velocità della luce come molti ricorderanno dalla famosa equazione einsteiniana), era anche il limite massimo perchè corrisponde alla distanza tra la Terra e i satelliti in bassa orbita. Senza considerare, però, un satellite molto particolare: la Stazione Spaziale Internazionale.
Tratto da: scienza.panorama.it
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CORRENTI di SPIN
I ricercatori hanno anche mostrato che invertendo la direzione della polarizzazione circolare si inverte anche la direzione della corrente
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Regensburg, in Germania, sta sviluppando dispositivi che usano una proprietà per nulla sfruttata degli elettroni, lo spin. In un articolo pubblicato il 7 maggio su «Physical Review Letters», gli scienziati riferiscono di poter generare correnti esclusivamente di elettroni con spin «su» o «giù» semplicemente illuminando il giusto materiale.
Secondo questa ricerca, in una grande classe di nanostrutture la luce polarizzata circolarmente crea una corrente con spin polarizzato. La tecnica potrebbe permettere ai ricercatori di imparare di più a proposito degli effetti basati sullo spin e ha già permesso di brevettare un rivelatore ad alta velocità di luce polarizzata circolarmente.
I fisici «spintronici» sanno già che la luce polarizzata circolarmente può produrre più elettroni con un tipo di spin piuttosto che un altro. Molti esperimenti utilizzano strutture quantistiche costituite da un sottile strato di un semiconduttore racchiuso fra strati più spessi di un altro semiconduttore. Lo strato centrale agisce come una trappola per gli elettroni e può essere spesso meno di 20 nanometri, abbastanza da confinare il moto degli elettroni in una direzione. Sergey Ganichev e i suoi colleghi hanno così messo a frutto una proprietà molto poco usata di questi materiali. Grazie alle asimmetrie nel reticolo cristallino, la teoria del trasporto degli elettroni dice che le particelle con spin opposto hanno una velocità media diversa da zero, ma in due diverse direzioni.
Se una popolazione di spin può essere resa molto più grande dell’altra, allora si ottiene una corrente con spin polarizzato.
Ganichev e i suoi colleghi hanno illuminato la superficie trasparente di uno di questi materiali con un laser infrarosso.
La luce ha generato una corrente polarizzata perpendicolare al fascio laser, anche quando questo giungeva obliquo.
I ricercatori hanno anche mostrato che invertendo la direzione della polarizzazione circolare si inverte anche la direzione della corrente. L’aspetto più interessante di questa tecnica è che essa genera correnti con spin polarizzato a temperatura ambiente e senza l’applicazione di alcun campo magnetico o elettrico esterno.
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vedi: Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti