ENERGIA GRATIS – Il raggio che dà energia
(tutto insabbiato da decenni)
Free energy – Energia libera da 10Kw in su…
il Gas di Brown:
http://crombette.altervista.org/gas_di_brown.htm
Marconi ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolini lo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche gli scienziati crearono l’alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l’invenzione stava per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato !
“Il segreto non doveva finire ai militari”
L’energia pulita tanto auspicata dal presidente Obama dopo il disastro ambientale del Golfo del Messico forse esiste già da un pezzo, ma qualcuno la tiene nascosta per inconfessabili interessi economici. Ma non solo.
Negli anni Settanta, infatti, un gruppo di scienziati italiani ne avrebbe scoperto il segreto, ma questa nuova e stupefacente tecnologia, che di fatto cambierebbe l’economia mondiale archiviando per sempre i rischi del petrolio e del nucleare, sarebbe stata volutamente occultata nella cassaforte di una misteriosa fondazione religiosa con sede nel Liechtenstein, dove si troverebbe tuttora.
Sembra davvero la trama di un giallo internazionale l’incredibile storia che si nasconde dietro quella che, senza alcun dubbio, si potrebbe definire la scoperta epocale per eccellenza, e cioè la produzione di energia pulita senza alcuna emissione di radiazioni dannose. In altre parole, la realizzazione di un macchinario in grado di dissolvere la materia, intendendo con questa definizione qualunque tipo di sostanza fisica, producendo solo ed esclusivamente calore.
Una scoperta per caso
Come ogni giallo che si rispetti, l’intricata vicenda che si nasconde dietro la genesi di questa scoperta è stata svelata quasi per caso. Lo ha fatto un imprenditore genovese che una decina d’anni fa si è trovato ad avere rapporti di affari con la fondazione che nasconde e gestisce il segreto di quello che, per semplicità, chiameremo «il raggio della morte». E sì, perché la storia che stiamo per svelare nasce proprio da quello che, durante il fascismo, fu il mito per eccellenza: l’arma segreta che avrebbe rivoluzionato il corso della seconda guerra mondiale. Sembrava soltanto una fantasia, ma non lo era. In quegli anni si diceva che persino Guglielmo Marconi stesse lavorando alla realizzazione del «raggio della morte».
La cosa era solo parzialmente vera. Secondo quanto Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati durante una delle sue ultime interviste, Marconi inventò un apparecchio che emetteva un raggio elettromagnetico in grado di bloccare qualunque motore dotato di impianto elettrico. Tale raggio, inoltre, mandava in corto circuito l’impianto stesso, provocandone l’incendio.
Lo scienziato dette una dimostrazione, alla presenza del duce del fascismo, ad Acilia, sulla strada di Ostia, quando bloccò auto e camion che transitavano sulla strada. A Orbetello, invece, riuscì a incendiare due aerei che si trovavano ad oltre due chilometri di distanza. Tuttavia, dice sempre Mussolini, Marconi si fece prendere dagli scrupoli religiosi. Non voleva essere ricordato dai posteri come colui che aveva provocato la morte di migliaia di persone, bensì solo come l’inventore della radio.
Per cui si confidò con Papa Pio XII, il quale gli consigliò di distruggere il progetto della sua invenzione. Cosa che Marconi si affretto a fare, mandando in bestia Mussolini e gerarchi. Poi, forse per il troppo stress che aveva accumulato in quella disputa, nel 1937 improvvisamente venne colpito da un infarto e morì a soli 63 anni.
La fine degli anni Trenta fu comunque molto prolifica da un punto di vista scientifico. Per qualche imperscrutabile gioco del destino, pare che la fantasia e la creatività degli italiani non fu soltanto all’origine della prima bomba nucleare realizzata negli Stati Uniti da Enrico Fermi e dai suoi colleghi di via Panisperna; altri scienziati, continuando gli studi sulla scissione dell’atomo, trovarono infatti il modo di «produrre ed emettere sino a notevoli distanze anti-atomi di qualsiasi elemento esistente sul nostro pianeta che, diretti contro una massa costituita da atomi della stessa natura ma di segno opposto, la disgregano ionizzandola senza provocare alcuna reazione nucleare, ma producendo egualmente una enorme quantità di energia pulita».
Tanto per fare un esempio concreto, ionizzando un grammo di ferro si sviluppa un calore pari a 24 milioni di KWh, cioè oltre 20 miliardi di calorie, capaci di evaporare 40 milioni di litri d’acqua.
Per ottenere un uguale numero di calorie, occorrerebbe bruciare 15mila barili di petrolio. Sembra quasi di leggere un racconto di fantascienza, ma è soltanto la pura e semplice realtà. Almeno quella che i documenti in possesso dell’imprenditore genovese Enrico M. Remondini dimostrano.
La testimonianza
«Tutto è cominciato – racconta Remondini – dal contatto che nel 1999 ho avuto con il dottor Renato Leonardi, direttore della Fondazione Internazionale Pace e Crescita, con sede a Vaduz, capitale del Liechtenstein.
Il mio compito era quello di stipulare contratti per lo smaltimento di rifiuti solidi tramite le Centrali termoelettriche polivalenti della Fondazione Internazionale Pace e Crescita. Non mi hanno detto dove queste centrali si trovassero, ma so per certo che esistono. Altrimenti non avrebbero fatto un contratto con me. In quel periodo, lavoravo con il mio collega, dottor Claudio Barbarisi.
Per ogni contratto stipulato, la nostra percentuale sarebbe stata del 2 per cento.
Tuttavia, per una clausola imposta dalla Fondazione stessa, il 10 per cento di questa commissione doveva essere destinata a favore di aiuti umanitari. Considerando che lo smaltimento di questi rifiuti avveniva in un modo pressoché perfetto, cioè con la ionizzazione della materia senza produzione di alcuna scoria, sembrava davvero il modo ottimale per ottenere il risultato voluto.
Tuttavia, improvvisamente, e senza comunicarci il perché, la Fondazione ci fece sapere che le loro centrali non sarebbero più state operative. E fu inutile chiedere spiegazioni. Pur avendo un contratto firmato in tasca, non ci fu nulla da fare. Semplicemente chiusero i contatti».
Remondini ancora oggi non conosce la ragione dell’improvviso voltafaccia. Ha provato a telefonare al direttore Leonardi, che tra l’altro vive a Lugano, ma non ha mai avuto una spiegazione per quello strano comportamento. Inutili anche le ricerche per vie traverse: l’unica cosa che è riuscito a sapere è che la Fondazione è stata messa in liquidazione.
Per cui è ipotizzabile che i suoi segreti adesso siano stati trasferiti ad un’altra società di cui, ovviamente, si ignora persino il nome. Ciò significa che da qualche parte sulla terra oggi c’è qualcuno che nasconde il segreto più ambito del mondo: la produzione di energia pulita ad un costo prossimo allo zero.
Nonostante questo imprevisto risvolto, in mano a Remondini sono rimasti diversi documenti strettamente riservati della Fondazione Internazionale Pace e Crescita, per cui alla fine l’imprenditore si è deciso a rendere pubblico ciò che sa su questa misteriosa istituzione. Per capire i retroscena di questa tanto mirabolante quanto scientificamente sconosciuta scoperta, occorre fare un salto indietro nel tempo e cercare di ricostruire, passo dopo passo, la cronologia dell’invenzione.
Ad aiutarci è la relazione tecnico-scientifica che il 25 ottobre 1997 la Fondazione Internazionale Pace e Crescita ha fatto avere soltanto agli addetti ai lavori. Ogni foglio, infatti, è chiaramente marcato con la scritta «Riproduzione Vietata». Ma l’enormità di quanto viene rivelato in quello scritto giustifica ampiamente il non rispetto della riservatezza richiesta.
Il «raggio della morte», infatti, pur essendo stato concepito teoricamente negli anni Trenta, avrebbe trovato la sua base scientifica soltanto tra il 1958 e il 1960. Il condizionale è d’obbligo in quanto riportiamo delle notizie scritte, ma non confermate dalla scienza ufficiale. Non sappiamo da chi era composto il gruppo di scienziati che diede vita all’esperimento: i nomi non sono elencati. Sappiamo invece che vi furono diversi tentativi di realizzare una macchina che corrispondesse al modello teorico progettato, ma soltanto nel 1973 si arrivò ad avere una strumentazione in grado di «produrre campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti, in modo da colpire qualsiasi materia, ionizzandola a distanza ed in quantità predeterminate».
Ok dal governo Andreotti
Fu a quel punto che il governo italiano cominciò ad interessarsi ufficialmente a quegli esperimenti. E infatti l’allora governo Andreotti, prima di passare la mano a Mariano Rumor nel luglio del ’73, incaricò il professor Ezio Clementel, allora presidente del Comitato per l’energia nucleare (Cnen), di analizzare gli effetti e la natura di quei campi magnetici a fascio. Clementel, trentino originario di Fai e titolare della cattedra di Fisica nucleare alla facoltà di Scienze dell’Università di Bologna, a quel tempo aveva 55 anni ed era uno dei più noti scienziati del panorama nazionale e internazionale.
La sua responsabilità, in quella circostanza, era grande. Doveva infatti verificare se quel diabolico raggio avesse realmente la capacità di distruggere la materia ionizzandola in un’esplosione di calore. Anche perché non ci voleva molto a capire che, qualora l’esperimento fosse riuscito, si poteva fare a meno dell’energia nucleare e inaugurare una nuova stagione energetica non soltanto per l’Italia, ma per il mondo intero.
Tanto per fare un esempio, questa tecnologia avrebbe permesso la realizzazione di nuovi e potentissimi motori a razzo che avrebbero letteralmente rivoluzionato la corsa allo spazio, permettendo la costruzione di gigantesche astronavi interplanetarie.
Il professor Clementel ordinò quindi quattro prove di particolare complessità.
La prima consisteva nel porre una lastra di plexiglass a 20 metri dall’uscita del fascio di raggi, collocare una lastra di acciaio inox a mezzo metro dietro la lastra di plexiglass e chiedere di perforare la lastra d’acciaio senza danneggiare quella di plexiglass.
La seconda prova consisteva nel ripetere il primo esperimento, chiedendo però di perforare la lastra di plexiglass senza alterare la lastra d’acciaio. Il terzo esame era ancora più difficile: bisognava porre una serie di lastre d’acciaio a 10, 20 e 40 metri dall’uscita del fascio di raggi, chiedendo di bucare le lastre a partire dall’ultima, cioè quella posta a 40 metri. Nella quarta e ultima prova si doveva sistemare una pesante lastra di alluminio a 50 metri dall’uscita del fascio di raggi, chiedendo che venisse tagliata parallelamente al lato maggiore.
Ebbene, tutte e quattro le prove ebbero esito positivo e il professor Clementel, considerando che la durata dell’impulso dei raggi era minore di 0,1 secondi, valutò la potenza, ipotizzando la vaporizzazione del metallo, a 40.000 KW e la densità di potenza pari a 4.000 KW per centimetro quadrato. In realtà, venne spiegato a sperimentazione compiuta, l’impulso dei raggi aveva avuto la durata di un nano secondo e poteva ionizzare a distanza «forma e quantità predeterminate di qualsiasi materia».
Tra l’altro all’esperimento aveva assistito anche il professor Piero Pasolini, illustre fisico e amico di un’altra celebrità scientifica qual è il professor Antonino Zichichi. In una sua relazione, Pasolini parlò di «campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti che sviluppano atomi di antimateria proiettati e focalizzati in zone di spazio ben determinate anche al di là di schemi di materiali vari, che essendo fuori fuoco si manifestano perfettamente trasparenti e del tutto indenni».
In pratica, ma qui entriamo in una spiegazione scientifica un po’ più complessa, gli scienziati italiani che avevano realizzato quel macchinario, sarebbero riusciti ad applicare la teoria di Einstein sul campo unificato, e cioè identificare la matrice profonda ed unica di tutti i campi di interazione, da quello forte (nucleare) a quello gravitazionale. Altri fisici in tutto il mondo ci avevano provato, ma senza alcun risultato. Gli italiani, a quanto pare, c’erano riusciti.
L’insabbiamento
In un Paese normale (ma tutti sappiamo che il nostro non lo è) una simile scoperta sarebbe stata subito messa a frutto. Non ci vuole molta fantasia per capire le implicazioni industriali ed economiche che avrebbe portato. Anche perché, quella che a prima vista poteva sembrare un’arma di incredibile potenza, nell’uso civile poteva trasformarsi nel motore termico di una centrale che, a costi bassissimi, poteva produrre infinite quantità di energia elettrica.
Perché, dunque, questa scoperta non è stata rivelata e utilizzata ? La ragione non viene spiegata.
Tutto quello che sappiamo è che i governi dell’epoca imposero il segreto sulla sperimentazione e che nessuno, almeno ufficialmente, ne venne a conoscenza. Del resto nel 1979 il professor Clementel morì prematuramente e si portò nella tomba il segreto dei suoi esperimenti. Ma anche dietro Clementel si nasconde una vicenda piuttosto strana e misteriosa.
Pare, infatti, che le sue idee non piacessero ai governanti dell’epoca. Non si sa esattamente quale fosse la materia del contendere, ma alla luce della straordinaria scoperta che aveva verificato, è facile immaginarlo.
Forse lo scienziato voleva rendere pubblica la notizia, mentre i politici non ne volevano sapere. Chissà? Ebbene, qualcuno trovò il sistema per togliersi di torno quello scomodo presidente del Cnen. Infatti venne accertato che la firma di Clementel appariva su registri di esame all’Università di Trento, della quale all’epoca era il rettore, in una data in cui egli era in missione altrove. Sembrava quasi un errore, una svista. Ma gli costò il carcere, la carriera e infine la salute.
Lo scienziato capì l’antifona, e non disse mai più nulla su quel «raggio della morte» che gli era costato così tanto caro. A Clementel è dedicato il Centro ricerche energia dell’Enea a Bologna.
C’è comunque da dire che già negli anni Ottanta qualcosa venne fuori riguardo un ipotetico «raggio della morte». Il primo a parlarne fu il giudice Carlo Palermo che dedicò centinaia di pagine al misterioso congegno, affermando che fu alla base di un intricato traffico d’armi.
La storia coinvolse un ex colonnello del Sifar e del Sid, Massimo Pugliese, ma anche esponenti del governo americano (allora presieduto da Gerald Ford), i parlamentari Flaminio Piccoli (Dc) e Loris Fortuna (Psi), nonché una misteriosa società con sede proprio nel Liechtenstein, la Traspraesa. La vicenda durò dal 1973 al 1979, quando improvvisamente calò una cortina di silenzio su tutto quanto.
Erano comunque anni difficili. L’Italia navigava nel caos. Gli attentati delle Brigate rosse erano all’ordine del giorno, la società civile soffocava nel marasma, i servizi segreti di mezzo mondo operavano sul nostro territorio nazionale come se fosse una loro riserva di caccia. Il 16 marzo 1978 i brigatisti arrivarono al punto di rapire il presidente del Consiglio, Aldo Moro, uccidendo i cinque poliziotti della scorta in un indimenticabile attentato in via Fani, a Roma. E tutti ci ricordiamo come andò a finire.
Tre anni dopo, il 13 maggio 1981, il terrorista turco Mehmet Ali Agca in piazza San Pietro ferì a colpi di pistola Giovanni Paolo II.
È in questo contesto, che il «raggio della morte» scomparve dalla scena. Del resto, ammesso che la scoperta avesse avuto una consistenza reale, chi sarebbe stato in grado di gestire e controllare gli effetti di una rivoluzione industriale e finanziaria che di fatto avrebbe cambiato il mondo? Non ci vuole molto, infatti, ad immaginare quanti interessi quell’invenzione avrebbe danneggiato se soltanto fosse stata resa pubblica. In pratica, tutte le multinazionali operanti nel campo del petrolio e dell’energia nucleare avrebbero dovuto chiudere i battenti o trasformare da un giorno all’altro la loro produzione. Sarebbe veramente impossibile ipotizzare una cifra per quantificare il disastro economico che la nuova scoperta italiana avrebbe portato.
Ma queste sono solo ipotesi. Ciò che invece risulta riguarda la decisione presa dagli autori della scoperta. Infatti, dopo anni di traversie e inutili tentativi per far riconoscere ufficialmente la loro invenzione, probabilmente temendo per la loro vita e per il futuro della loro strumentazione, questi scienziati consegnarono il frutto del loro lavoro alla Fondazione Internazionale Pace e Crescita, che l’11 aprile 1996 venne costituita apposta, verosimilmente con il diretto appoggio logistico-finanziario del Vaticano, a Vaduz, ben al di fuori dei confini italiani. In quel momento il capitale sociale era di appena 30mila franchi svizzeri (circa 20mila Euro). «Sembra anche a noi – si legge nella relazione introduttiva alle attività della Fondazione – che sia meglio costruire anziché distruggere, non importa quanto possa essere difficile, anche se per farlo occorrono molto più coraggio e pazienza, assai più fantasia e sacrificio».
A prescindere dal fatto che non si trova traccia ufficiale di questa fantomatica Fondazione, se non la notizia (in tedesco) che il primo luglio del 2002 è stata messa in liquidazione, parrebbe che a suo tempo l’organizzazione fosse stata costituita in primo luogo per evitare che un’invenzione di quella portata fosse utilizzata solo per fini militari. Del resto anche i missili balistici (con quello che costano) diventerebbero ben poca cosa se gli eserciti potessero disporre di un macchinario che, per distruggere un obiettivo strategico, necessiterebbe soltanto di un sistema di puntamento d’arma.
Secondo voci non confermate, la decisione degli scienziati italiani sarebbe maturata dopo una serie di minacce che avevano ricevuto negli ambienti della capitale. Ad un certo punto si parla pure di un attentato con una bomba, sempre a Roma. Si dice che, per evitare ulteriori brutte sorprese, quegli scienziati si appellarono direttamente a Papa Giovanni Paolo II e la macchina che produce il «raggio della morte» venisse nascosta per qualche tempo in Vaticano.
Da qui la decisione di istituire la fondazione e di far emigrare tutti i protagonisti della vicenda nel più tranquillo Liechtenstein. In queste circostanze, forse non fu un caso che proprio il 30 marzo 1979 il Papa ricevette in Vaticano il Consiglio di presidenza della Società Europea di Fisica, riconoscendo, per la prima volta nella storia della Chiesa, in Galileo Galilei (1564-1642) lo scopritore della Logica del Creato.
Comunque sia, da quel momento in poi, la parola d’ordine è stata mantenere il silenzio assoluto.
Le macchine del futuro
Qualcosa, però, nel tempo è cambiata. Lo prova il fatto che la Fondazione Internazionale Pace e Crescita non si sarebbe limitata a proteggere gli scienziati cristiani in fuga, ma nel periodo tra il 1996 e il 1999 avrebbe proceduto a realizzare per conto suo diverse complesse apparecchiature che sfruttano il principio del «raggio della morte». Secondo la loro documentazione, infatti, è stata prodotta una serie di macchinari della linea Zavbo pronti ad essere adibiti per più scopi.
L’elenco comprende le Srsu/Tep (smaltimento dei rifiuti solidi urbani), Srlo/Tep (smaltimento dei rifiuti liquidi organici), Srtp/Tep (smaltimento dei rifiuti tossici), Srrz/Tep (smaltimento delle scorie radioattive), Rcc (compattazione rocce instabili), Rcz (distruzione rocce pericolose), Rcg (scavo gallerie nella roccia), Cls (attuazione leghe speciali), Cen (produzione energia pulita).
A quest’ultimo riguardo, nella documentazione fornita da Remondini si trovano anche i piani per costruire centrali termoelettriche per produrre energia elettrica a bassissimo costo, smaltendo rifiuti.
C’è tutto, dalle dimensioni all’ampiezza del terreno necessario, come si costruisce la torre di ionizzazione e quante persone devono lavorare (53 unità) nella struttura. Un’intera centrale si può fare in 18 mesi e potrà smaltire fino a 500 metri cubi di rifiuti al giorno, producendo energia elettrica con due turbine Ansaldo.
C’è anche un quadro economico (in milioni di dollari americani) per calcolare i costi di costruzione. Nel 1999 si prevedeva che una centrale di questo tipo sarebbe costata 100milioni di dollari. Una peculiarità di queste centrali è che il loro aspetto è assolutamente fuorviante. Infatti, sempre guardando i loro progetti, si nota che all’esterno appaiono soltanto come un paio di basse palazzine per uffici, circondate da un ampio giardino con alberi e fiori.
La torre di ionizzazione, dove avviene il processo termico, è infatti completamente interrata per una profondità di 15 metri. In pratica, un pozzo di spesso cemento armato completamente occultato alla vista. In altre parole, queste centrali potrebbero essere ovunque e nessuno ne saprebbe niente.
Da notare che, secondo le ricerche compiute dalla International Company Profile di Londra, una società del Wilmington Group Pic, leader nel mondo per le informazioni sul credito e quotata alla Borsa di Londra, la Fondazione Internazionale Pace e Crescita, fin dal giorno della sua registrazione a Vaduz, non ha mai compiuto alcun tipo di operazione finanziaria nel Liechtenstein, né si conosce alcun dettaglio del suo stato patrimoniale o finanziario, in quanto la legge di quel Paese non prevede che le Fondazioni presentino pubblicamente i propri bilanci o i nomi dei propri fondatori.
Si conosce l’indirizzo della sede legale, ma si ignora quale sia stato quello della sede operativa e il tipo di attività che la Fondazione ha svolto al di fuori dei confini del Liechtenstein. Ovviamente mistero assoluto su quanto sia accaduto dopo il primo luglio del 2002 quando, per chissà quali ragioni, ma tutto lascia supporre che la sicurezza non sia stata estranea alla decisione, la Fondazione ufficialmente ha chiuso i battenti.
Ancora più strabiliante è l’elenco dei clienti, o presunti tali, fornito a Remondini. In tutto 24 nomi tra i quali spiccano i maggiori gruppi siderurgici europei, le amministrazioni di due Regioni italiane e persino due governi: uno europeo e uno africano. Da notare che, in una lettera inviata dalla Fondazione a Remondini, si parla di proseguire con i contatti all’estero, ma non sul territorio nazionale «a causa delle problematiche in Italia». Ma di quali «problematiche» si parla ?
E, soprattutto, com’è che una scoperta di questo tipo viene utilizzata quasi sottobanco per realizzare cose egregie (pensiamo soltanto alla produzione di energia elettrica e allo smaltimento di scorie radioattive), mentre ufficialmente non se ne sa niente di niente ?
By Rino Di Stefano – Tratto da: ilgiornale.it
Commento NdR: pare la stessa scoperta fatta qualche anno prima da Tesla….di cui Marconi copio’ alcune sue scoperte.
Vedi anche: Motore a turbina di aria + Free energy – Energia libera da 10Kw in su…
– http://video-reporter.blogspot.it/2018/02/motore-magnetico-perpetuo-perche-non.html
NUOVE ENERGIE PER IL 2015 ! – E’ UFFICIALE, LA TECNOLOGIA ENERGETICA: “DEFKALION”
La DEFKALION EUROPA, e’ SBARCATA in ITALIA (ed anche nel RESTO d’ EUROPA)
Ci sono anche buone notizie per il prossimo 2013 sul fronte delle Nuove Tecnologie Energetiche !
E’ Ufficiale: “DEFKALION EUROPA”, JOINT VENTURE fra “MOSE srl” e “DEFKALION CANADA ltd”, in QUOTA PARITETICA, ha abbracciato il Mondo delle Nuove Tecnologie Energetiche ed è diventata di recente la licenziataria Italiana ed Europea della nuova tecnologia Energetica marchiata: “DEFKALION”
La “DEFKALION EUROPA” ha come mission principale quella di creare applicazioni industriali, ma non solo: infatti anche l’ utenza privata, con apparati domestici progettati ad hoc, sarà soddisfatta in un secondo tempo …
Mentre i Nostri politici pensano per lo più solo ad aggiudicarsi le prossime poltrone, c’ è qualcuno che fa cose molto concrete, importanti e anche all’ avanguardia! Imprenditori ed aziende nuove che mettendoci proprie risorse economiche fanno cose che possono davvero aiutare le Persone e l’ economia anche del Nostro Paese, e d’ Europa, proponendo nuove tecnologie energetiche e nuovi apparati che promettono di fornire: energia economica, inesauribile e pulita ! Che creeranno anche nuovi posti di lavoro !
Insomma dopo la Società italiana: “PROMETEON”, (tecnologia E-Cat/Hot E-Cat); adesso abbiamo, con sede sempre in Italia, anche la Società: “DEFKALION EUROPA”, JOINT VENTURE fra “MOSE srl” e “DEFKALION CANADA ltd”, in QUOTA PARITETICA, che è entrata in scena, e che ha messo tutta la sua esperienza Scientifica e tecnica, maturata in passato nel campo delle nuove energie, per promuovere la nuova tecnologia energetica targata: “DEFKALION”, sia in Italia che nel resto d’ Europa …
2013 !
Che bell’anno nuovo si annuncia ! Sicuramente una sana concorrenza tra i due players internazionali, gli attuali principali pionieri industriali della “Fusione Fredda”, LENR: la “LEONARDO CORP/PROMETEON”, ecc. Da una parte, e la “DEFKALION EUROPA”.
Devo anche aggiungere che l’ amministratore delegato della “DEFKALION EUROPA” mi ha già anticipato, con mia grande sorpresa, ma solo ufficiosamente, che: “Loro, (la “DEFKALION EUROPA”), sono andati già oltre la Fusione Fredda, LENR”.
Ma i dettagli saranno comunicati Ufficialmente solo in seguito …
Viviamo veramente in un’ era di grandi innovazioni Scientifiche e tecniche ! Speriamo che contribuiscano anche ad un’ evoluzione Spirituale dell’ Umanità e alla pace nel Mondo…
Auspicherei per tanto una collaborazione, e una sinergia, tra tutti i soggetti attualmente coinvolti, piuttosto che sterili polemiche, o addirittura concorrenza sleale … Che finirebbero solo per danneggiare le nuove tecnologie energetiche, e far sopravvivere all’ infinito quelle vecchie! (Che come sappiamo rischiano di distruggere la vita sul pianeta Terra!). Insomma gioco di squadra, e anche stile, per cortesia … La missione della vera Scienza è solo il benessere dell’ Umanità e non il mero prevalere dell’ Uno piuttosto che dell’ Altro !
C’ è spazio per Tutti i players, sia attuali che futuri, delle Nuove Tecnologie Energetiche ! (Anche Altri si stanno attrezzando, e seguiranno, in tutto il Mondo …). Tutto il Mondo è interessato ad avere e ad utilizzare queste nuove fonti di energia: economica, inesauribile e pulita! Questo è vitale per la stessa sopravvivenza del Genere Umano, e del pianeta Terra!
Il “mercato” inoltre è planetario ! E penso che non basteranno i prossimi 20 anni per sostituire le vecchie tecnologie energetiche e i vecchi impianti collegati, con i nuovi impianti e centrali, finalmente basati sulle Nuove Tecnologie Energetiche: economiche inesauribili e pulite, che verranno proposte in questi prossimi anni …
Auguri alla “DEFKALION EUROPA” ! E anche a Noi Cittadini, che dovremmo poter verificare gli effetti positivi di queste nuove tecnologie energetiche, se davvero valide e reali, anche nei Nostri sempre più vuoti portafogli …
By Luciano Saporito
Motore magnetico:
http://www.ilmioprimoministro.it/motore-magnetico-italiano-progetto-ce/
Generatore di energia con l’acqua
https://www.youtube.com/watch?v=vEqSuTOKUEg&feature=youtu.be
Bollicine che implodono con la potenza di una stella
In BASE ai dati di un recente studio, quando la forza delle onde sonore fa implodere minuscole bollicine in un liquido a temperatura ambiente la superficie della bolla può toccare temperature di circa 14.000 gradi Celsius, più del doppio della temperatura della superficie del sole. Il centro della bolla potrebbe avere temperature ancora superiori.
I ricercatori dell’Università dell’Illinois non si sono limitati ad indagare sulla temperatura raggiungibile dalla bolla ma sostengono di essere riusciti a creare al suo interno uno stato di materia chiamato plasma, in cui alcuni elettroni si separano dagli atomi.
“E’ la prima prova definitiva della formazione del plasma nel corso di questo tipo di implosione delle bolle”, dice uno dei ricercatori, Kenneth S. Suslick, docente di chimica presso l’Università dell’Illinois. La scoperta avvalora la tesi avvincente che si possano comprimere queste bolle con una violenza tale che le molecole di vapore in esse contenute giungano a temperature di molti milioni di gradi. Il fenomeno dell’implosione delle bolle, chiamato sonoluminescenza perché quando la bolla collassa viene emesso un lampo di luce, è stato oggetto di sempre più intensa ricerca da quando fu scoperto, nel 1934.
Nel 2002, alcuni ricercatori impegnati in un esperimento presso il Laboratorio Nazionale di Oak Ridge nel Tennessee comunicarono di aver utilizzato questa tecnica per fondere gli atomi di idrogeno in elio, il processo che sta alla base dell’energia solare. In quell’esperimento non venne misurata la temperatura delle bolle, ma vennero individuati i sottoprodotti della fusione.
Gli scienziati di Oak Ridge affermarono che ogni implosione produceva solo una piccola quantità di energia, ma ipotizzarono che si potesse trasformare in una effettiva fonte energetica.
Gran parte degli altri scienziati continuano ad essere scettici a riguardo, perché l’esperimento non è ancora stato riprodotto altrove, ma l’ipotesi appare sempre più plausibile. “Sto rivedendo il mio scetticismo“, dice Lawrence A. Crum, docente di ingegneria elettrica presso l’Università di Washington. Ma aggiunge: “Non direi però che uno sviluppo del genere sia probabile“.
I dati più recenti, pubblicati sulla rivista Nature, non testimoniano l’avvenuta fusione. Suslick e David J. Flannigan, studente specializzando, forniscono piuttosto indizi interessanti che queste bolle potrebbero raggiungere temperature sufficientemente elevate perché la fusione avvenga.
In sede sperimentale i due ricercatori hanno creato un’unica bolla in un recipiente contenente acido solforico ed hanno osservato come la risonanza di onde sonore superiori ai 18.000 cicli al secondo sul liquido faceva ripetutamente aumentare di volume e quindi collassare la bolla.
Il vapore dell’acido solforico ha una pressione inferiore rispetto a quello dell’acqua, usata nella maggior parte degli esperimenti precedenti sulla sonoluminescenza, e fa collassate la bolla più velocemente producendo lampi di luce 3.000 volte più luminosi di quelli visti in precedenza. L’acido solforico conteneva tracce di gas argon che emetteva particolari tonalità di luce quando la bolla collassava permettendo ai ricercatori di determinarne la temperatura. Suslick e Flannigan hanno anche individuato i colori emessi dagli atomi da cui si separavano alcuni elettroni, a formare un plasma, prerequisito per la fusione.
“Lo giudico un progresso significativo“, afferma Crum. Per formare alcuni degli atomi carichi individuati nell’esperimento dell’Illinois, sostiene, almeno alcuni degli elettroni che si distaccano dal centro della bolla avrebbero dovuto raggiungere una temperatura effettiva superiore ai 140.000 gradi Celsius.
Suslick condivide la tesi che alcuni degli elettroni possedessero una tale quantità di energia, ma a suo parere è possibile che la temperatura globale, ovvero l’energia media di tutti gli elettroni, non fosse così elevata.
I suoi risultati, aggiunge, non confermano né smentiscono il discusso esperimento di Oak Ridge, condotto su basi assai diverse. In futuro sarà possibile ottenere energia di fusione con generatori da tavolo ? “Ora come ora non posso confermarlo né escluderlo“, risponde Suslick.
By Kenneth Chang – 30 marzo 2005)
La Repubblica – Tecnologie e Scienze