Oltre al World Wide Web ……vi è anche il BodyWW (BWW)
Ecco un’utile libro “Physiologia Nova”, di Giovanni Mancini, sulla “concezione elettrica” degli organismi umani, concezione che riguarda però anche tutti gli organismi Viventi.
http://www.illibroparlante.it/introvabili_trovati.html
Body Wide WEB
La singola cellula possiede le caratteristiche di un elemento vivente, ma finisce per essere un elemento unitario per la costruzione di insiemi cellulari in sistemi complessi. La stessa organizzazione degli organi e dei tessuti (insiemi di cellule) è il frutto di un complesso sistema di interazioni ed adesioni, nonché di comunicazione tra i singoli elementi cellulari attraverso la “matrice” o Terreno.
Il mantenimento della funzionalità di una cellula e di conseguenza di un organismo in buona salute, è mantenuto da un ottimo drenaggio cellulare e corporeo, ossia libero da tossine; questo è un presupposto imprescindibile sia per la normale e buona comunicazione elettronica e chimica fra le cellule, che per la conservazione dello stato di salute cellulare, organico, sistemico e quindi corporale, ma e sopra tutto per una maggiore efficacia delle eventuali terapie adottate.
La “vita sociale” delle cellule è regolata da un complesso insieme di meccanismi molecolari, che permette loro di stabilire contatti con le altre cellule e con i diversi tessuti, quindi degli organi e sistemi del corpo.
Uno dei sistemi di contatto/trasmissione più importanti, è quello mediato dalle integrine, una famiglia di recettori che attraversano la superficie cellulare esterna e che fungono da “ancore/antenne” molecolari, permettendo la formazione dei tessuti e il contatto/traduzione della comunicazione fra cellule.
Tra i vari sistemi corporei dei viventi, quello che raggiunge il maggiore grado di complessità è sicuramente il sistema nervoso.
Il funzionamento del sistema nervoso è legato alle interazioni intercellulari ed alla comunicazione bioelettronica e neurochimica dei singoli elementi.
Anche il sistema immune e quello endocrino utilizzano una logica analoga: l’adesione e la comunicazione sono basilari per instaurare dei circuiti immunologici ed endocrini capaci di risposte molto complesse.
Questi 3 sistemi sono dotati di sistemi di riconoscimento e di interazione intercellulare, nonché di sistemi di adesione a strutture extracellulari, attraverso la “Matrice” extracellulare, i liquidi del corpo ovvero il Terreno.
L’embriogenesi e la organogenesi si basano anch’esse sulle interazioni intercellulari e sui sistemi di adesione.
Da ciò appare abbastanza chiaro che l’adesione, il riconoscimento, quindi la comunicazione sono essenziali al mantenimento dell’ordine funzionale dei sistemi degli organismi pluricellulari ed è di estremo interesse proprio il fatto che l’evoluzione verso forme complesse di vita non è altro che una evoluzione della complessità delle interazioni tra le cellule.
In effetti in una “società complessa” come l’organismo umano la comunicazione è fondamentale per il mantenimento della stessa e per l’evoluzione verso forme superiori.
L’adesione delle cellule con altri elementi cellulari o con substrati non cellulari (matrice extracellulare) è una forma molto comune di comunicazione. Lo scopo è quello di “informare” le cellule su particolari funzioni o azioni biologiche, per mezzo della stretta correlazione e trasduzione tra messaggi esterni e messaggi endocellulari.
Per di più molti recettori/antenne sono localizzati sul plasmalemma delle cellule e perciò funzionano come delle vere e proprie “antenne molecolari” capaci di captare dei messaggi dall’esterno della cellule e di trasmetterli all’interno.
Così come le antenne radioTV, captano segnali di particolari frequenze o lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico, anche i recettori/antenne si legano in modo specifico e quindi captano e trasducono questi specifici messaggi.
Già dagli anni 1990 il concetto di BCS (Bioelettronical Connectional System) ovvero biosistema connettivale è stato illustrato da vari studi: (1, 2, 3)
Questo sistema (BCS) viene definito come un enorme sistema cooperativo di comunicazione intra ed itercellulare, costituito da polimeri filamentosi capaci di condurre e tradurre segnali endogeni ed esogeni (4)
Questo sistema (BCS) si aggiunge agli altri grandi sistemi comunicativi fra le cellule: quello nervoso, endocrino, immunitario.
Sei gruppi di strutture compongono il BCS:
I° – Matrice Nucleare
II° – Citoscheletro
I primari tipi di fibre componenti il citoscheletro sono microfilamenti, microtubi, ed i filamenti intermedi;
Microfilamenti: sono fibre proteiche filiformi di 3-6-nm di diametro.
Microtubi: sono tubetti cilindrici di 20-25 nm di diametro.
Filamenti intermediari: hanno un diametro di circa 10 nm e sono custodi della elasticità e della solidità della cellula.
Questo complesso sistema di filamenti prende il nome di citoscheletro (scheletro e muscolatura)
Il citoscheletro e la sua rete di connessioni crea una impalcatura architettonica tridimensionale attraverso il citoplasma cellulare.
III° – Matrice extracellulare
IV° – Giunzioni intercellulari
V° – Strutture extracellulari
VI° – Integrine – ovvero i sensori delle cellule; esse partecipano alla trasmissione ed alla traduzione dei segnali fra la matrice (terreno) extracellulare e la cellula per mezzo della loro funzione come recettori oltre che ad essere elementi importanti anche nella stimolazione della mitosi cellulare.
Le integrine sono anche veri e proprio sensori che, generando segnali che arrivano fino al DNA contenuto nel nucleo, permettono alla cellula di modificare l’espressione di geni essenziali per la proliferazione e il differenziamento, adattandosi così al proprio “ruolo sociale
Fra la matrice (terreno i liquidi corporei) extracellulare e le cellule esistono interazioni di tipo “induttivo” che sono state sperimentalmente dimostrate (5,4,6,7,8,9,10)
I segnali trasmessi dal BCS sono:
Particelle Cariche.
Onde di eccitazione e di polarizzazione.
Radiazioni ottiche ed infraottiche.
Onde vibrazionali meccaniche (anche acustiche).
La trasduzione nella materia vivente di segnali elettromagnetici in segnali meccanico acustici è stata dimostrata sperimentalmente in numerosi substrati biologici e analizzata in fantocci tessuto-equivalenti e si verifica per TUTTE le frequenze dello spettro elettromagnetico (e.m.) essa è anche alla base delle tecniche moderne diagnostiche. Quindi questo Sistema BCS permette il riconoscimento e la comunicazione fra cellule, dove accanto a segnali e meccanismi biochimici, sono sempre e certamente in gioco interazioni di risonanza fra segnali elettromagnetici coerenti. Con questo meccanismo le cellule si riconoscono e si aggregano in tutto il corpo ma anche e sopra tutto nella fase embrionale.
Esso indubbiamente, per anni non studiato né compreso, assume una enorme importanza alla luce delle nuove e sempre più sconvolgenti scoperte su questo Sistema e le sue interazioni con TUTTO ciò che viene introdotto (aria, cibi, liquidi, farmaci, vaccini) negli organismi viventi.
Comprendere appieno le sua proprietà di traduzione e comunicazione fra ambiente (Terreno) corporeo e singole cellule di tessuti, organi e sistemi deve attirare sempre più l’attenzione di ricercatori e medici se hanno a cuore lo studio della vera funzione degli esseri Viventi.
Bibliografia
1. Bistolfi F., Rivista Panminerva Medica 32:10-18,1990
2. OschmanJ.L. The Rolf Institute, PO Box 1868, Boulder, Colorado, 80306, USA
3. Oschman J.L. Bioelettromagnetic Communication; Bemi Currents –The NewsLetter of the BioElettric Institute- vol.2:11,14,1990.
4. Bistolfi F. “Biostructures and radiation order and disorder” Edizioni Minerva Medica, 1991
5. Alberts B., Bray D., Lewis J., et al. « Biologia molecolare della Cellula », Bologna, Zanichelli Ed., 2° ed.
6. Tacchetti G., Quarto R., Nitsch L. et al. “In Vitro Morphogenesis of chick Embryo hypertrophic Cartilage”, J. Cell. Biol. 105: 999-1006, 1987.
7. Smith C.W., Best S., “The Elettromagnetic Man”.
8. Szent Gyorgyi A. In Wolkowski Z.W. Ed.“Interaction of non Ionizing Radiation with Living Systems”.
9. Del Giudice E., Doglia S., Dilani M., e coll. “Structures Correlations and Elettromagnetic interactions in living matter: Teory end application”, in Frohlich E. Ed., “Biological Coherence and Response to External Stimunli”, Spirnger, Berlin, 1998, pp. 49-64.
10. Hameroff S.R., “Coherence in the cytoskeleton: Implications for biological information processing”, in Frohlich H. Ed. “Biological Coherence and Response to External Stimunli”, Spirnger, Berlin, 1998, pp. 242-266.
——————————————————————————————————————–
Le ricerche sulle connessioni che fanno funzionare l’organismo umano. – Come un grande web, Internet è il nostro corpo
Le COMUNICAZIONI tra le CELLULE = Il Body Wide Web
C’è una grande rete che collega il nostro corpo: gli scienziati stanno cominciando a conoscerla davvero e potrebbe servirci moltissimo:
Cervello chiama ghiandole surrenali, rispondete. Qui ghiandole surrenali, dì pure cervello.
Attenzione, stress in vista, attivare risorse energetiche, passo e chiudo. Ricevuto cervello, inviamo immediatamente il segnale. Ghiandole surrenali chiamano fegato. Qui fegato. Stress in vista, serve più energia, attivare le risorse zuccherine. Ricevuto ghiandole surrenali, sarà fatto immediatamente, passo chiudo.
Può sembrare un dialogo surreale, eppure accade davvero nel nostro corpo ! Le cellule dei diversi organi comunicano continuamente.
Ci sono contatti diretti, a distanza e senza fili, tanto che si potrebbe pensare che, nel nostro corpo, esista una sorta di “body wide web”, una grande rete dell’organismo.
Cellule come computers, ormoni e neurotrasmettitori come megabyte di dati inviati in continuazione e con estrema precisione.
E in questo modo internet biologico tutte le cellule, da quelle nervose a quelle muscolari, da quelle epatiche ai globuli bianchi, sono on line, 24 ore su 24.
Questa rete di comunicazioni è, in fatti, vitale per il nostro organismo. Sono i continui scambi di segnali a guidare lo sviluppo dell’embrione, e poi a fare un ammasso di miliardi di cellule un organismo completo.
“L’abilità di una cellula a ricevere e rispondere in modo corretto ai segnali che le arrivano è la base dello sviluppo del nostro organismo, della riparazione dei tessuti, del nostro sistema immunitario e in generale dell’attività dei nostri organi”, racconta a Quark Antonio De Flora, professore di Biochimica all’Università di Genova e presidente del Cba, il Centro di Biotecnologie Avanzate della Regione Liguria.
Insomma, questa rete non fa solo funzionare il nostro corpo 24 ore su 24, ma può essere anche alla base di alcune malattie, e soprattutto apre nuove possibilità di cura.
Per esempio nel caso del cancro “se si conosce come funzionano i meccanismi di queste comunicazioni, si possono individuare nuovi bersagli per nuove terapie. Se si scopre che le cellule di un tipo di tumore riescono a ricevere determinati segnali, necessari per la loro sopravvivenza e proliferazione, allora tagliando questo filo di comunicazione si può pensare di indurre la cellula tumorale alla morte.
Una strategia promettente e che sta già passando dalla teoria alla pratica, come è dimostrato dall’uso in oncologia di farmaci basati su anticorpi diretti contro i recettori presenti in particolari tipi di tumori”, racconta De Flora.
Ma le potenzialità vanno oltre, e sfociano anche nello studio delle cellule staminali. Sono infatti i segnali che arrivano alle staminali dalle cellule vicine a dire loro quando differenziarsi per formare cellule del muscolo o delle ossa, e quando invece rimanere staminali, cioè totipotenti.
Uno studio svolto all’Università della Pennsylvania, pubblicato lo scorso settembre sulla rivista Cell, ha mostrato che cellule staminali adulte presenti nel midollo osseo possono trasformarsi in cellule delle ossa, dei muscoli o in neuroni a secondo degli stimoli che arrivano loro dall’ambiente in cui si trovano.
Obiettivo: la cellula virtuale
L’esistenza della rete di comunicazione fra le cellule venne a galla già nel 1965, appena 2 anni la descrizione della doppia cellula elica del DNA: fu il lavoro pionieristico di Edwin Krebs ed Edmond Fischer, che si divisero il Nobel per la medicina nel 1992, a mostrare al mondo che le cellule avevano ingegnosi sistemi per ricevere un segnale ed eseguire un compito.
Da allora c’è stato un susseguirsi di risultati ma, mentre oggi abbiamo la mappa completa del Dna umano, quella dei segnali e delle comunicazioni tra cellule è ancora lontana.
Lo ha spiegato, con un esempio efficace, Henry Bourne dell’Università di California a San Francisco: “Stiamo esplorando un vasto, vasto, vasto continente e, al momento, conosciamo solo pochi porti, una manciata di fiumi e un paio di catene montuose”. Quindi, è importante unire le forze.
Così qualche anno fa, con altri nomi di primo piano della biochimica, tra cui il Nobel Alfred Gilman, Bourn ha fondato l’Afcs (Alliance for Cellular Signalling, Alleanza per lo studio delle segnalazioni fra cellule), grande progetto internazionale con l’obiettivo di costruire una sorta di cellule virtuale.
Un elemento importante, secondo gli autori della ricerca, per rendere possibile l’uso terapeutico delle staminali, per esempio contro gravi malattie come l’infarto.
Una conferma in più circa l’importanza di questi scambi di segnali è arrivata dai risultati di uno studio comparso di recente sulla rivista Nature, Fred Gage, del Salk Institute for Biological Studies, in California, e colleghi hanno mostrato che la sopravvivenza dei nuovi neuroni nel cervello dipende dalla quantità di input che ricevono.
In altre parole, i neuroni che non comunicano non sopravvivono. E più in generale, “errori nei processi di comunicazione sono alla base di malattie gravissime fra cui anche il diabete”, continua De Flora. “Proprio per questo ci si focalizza sempre più sullo studio dei segnali cellulari per identificare nuovi bersagli per nuove terapie”.
Siti, e-mail e voip
Ma non è così semplice. Sbirciando nei laboratori dove si fa ricerca avanzata sulle segnalazioni fra cellule, salta all’occhio l’incredibile complessità e vastità di questo “Body Wide Web”.
Sappiamo che i segnali inviati sono tanti e diversi a seconda delle cellule da raggiungere e del messaggio da trasferire: vengono “spediti” ormoni, fattori di crescita, neurotrasmettitori, proteine, ma anche ioni, ossia molecole cariche elettricamente, solo per citare i casi più comuni. Sappiamo anche che ci sono molti modi diversi in cui le cellule comunicano fra loro, proprio come un internet che sfrutta tutte le vie possibili.
Ci sono comunicazioni a distanza, senza fili, in cui i messaggi inviati sono ormoni e proteine che vengono immesse nel circolo sanguigno come se fossero pubblicati on-line. Questi messaggi vengono captati da cellule anche lontane, ma dotate della giusta password per decodificare i singoli segnali. E siccome si tratta di cellule, le password altro non sono se non una serie di molecole, chiamate recettori, poste per lo più sulla loro membrana. I recettori funzionano come artigli che individuano e captano gli ormoni e le proteine-messaggio in circolo. Poi ci sono le comunicazioni più circoscritte nello spazio, che si potrebbero paragonare a e-mail personali.
Sono, per esempio, le sinapsi, come quelle che legano i neuroni nel nostro cervello. Ma anche le cellule del sistema immunitario si parlano attraverso sinapsi, dalla forma molto da quelle del sistema nervoso che permettono alle cellule immunitarie “di creare contatti fugaci mentre viaggiano nell’organismo alla ricerca dei segnali di una malattia, scambiandosi informazioni sui pericoli presenti”, spiega Daniel Davis, dell’Imperial College di Londra.
Comunicazione a distanza (endocrine)
Sono comunicazioni fra cellule che non si trovano a contatto diretto ma possono essere anche distanti e in organi diversi.
E’ una comunicazione senza fili, in cui una cellula lancia un segnale (una molecola o un ormone), che viene catturato altre cellule, che a loro volta reagiscono al segnale ricevuto. Un esempio è rappresentato della risposta delle cellule del fegato all’ormone epinefrina rilasciata nel circolo sanguigno dalla ghiandola surrenale.
Comunicazione ravvicinate (sinapsi)
Un tipico esempio sono le sinapsi fra neuroni. In questo caso quando il primo neurone (pre sinaptico) ha una comunicazione, cioè uno stimolo nervoso, da inviare al secondo neurone (post sinaptico) dei gruppi di molecole, chiamati neurotrasmettitori, si dirigono verso la membrana del primo neurone per essere rilasciato all’esterno ed essere captate dai recettori del secondo neurone.
Comunicazione a stretto contatto (gap-junction)
Molte cellule possono stabilire contatti strettissimi con cellule vicine mediante delle proteine, dette connessione, che formano dei veri e propri canali di collegamento. Questi collegamenti si formano per esempio fra cellule del rivestimento dell’intestino.
Attraverso questi canali possono passare da una cellula all’altra ioni e piccole molecole, ma anche molecole importanti per il sostentamento delle cellule.
Infine, esistono le comunicazioni dirette, a tu per tu, note come gap-junctions, che ricordano una sorte di “voip” (le telefonate via internet) biologico.
“Fra cellule di uno stesso organo o tessuto si instaurano veri e propri canali, che mettono in comunicazione diretta l’interno di una cellula con quella vicina. Ed è proprio attraverso questi canali”, spiega ancora il professor Antonio De flora, “che passano segnali, sotto forme di piccole molecole o ioni, per avviare una nuova attività o per scambiarsi sostanze utili alla sopravvivenza. Così per esempio, una cellula in difficoltà può ricevere dalle vicine l’aiuto e il sostegno di cui ha bisogno”.
Ma forse i nodi più complicati di questo internet dell’organismo non sono tanto nell’invio e nella ricezione del segnale, ma in quello che succede dopo, dentro alle cellule, in risposta agli input ricevuti.
L’arrivo di un segnale, infatti, innesca una serie di processi a cascata che coinvolgono tutta la cellula, dalla membrana al citoplasma, fino al Dna.
L’insieme di questi eventi è noto fra gli addetti ai lavori, col nome di “traduzione di segnali”. Proteine, ioni, molecole complesse e più semplici, che si avvicinano, si legano o si separano, ne chiamano in causa altre fino ad arrivare al nucleo, e dire ai geni che cosa fare: produrre una proteina o un’altra, accendersi o spegnersi.
“L’interno di una cellula è come una zuppa densa di proteine che si parlano l’una con l’altra in tanti modi che ancora non conosciamo”, commenta Robin Irvine, dell’Università di Cambrige, in Gran Bretagna.
Di molte molecole ancora non si conosce il ruolo. Così non si resta troppo sorpresi a sapere che, per esempio, il colesterolo, spesso ricordato perché può favorire l’infarto, è presente anche nelle membrane delle cellule e lì potrebbero avere una funzione di regolatore di questo network di segnali.
Il risultato è stato descritto sulla rivista Science da ricercatori dell’Università del Texas, guidati da Richard Anderson, “I segnali delle cellule devono essere ben controllati”, spiega Anderson, “Se il meccanismo non funziona, come può accadere se nella membrana cellulare non c’è abbastanza colesterolo, allora arrivano alla cellula informazioni sbagliate, che possono scatenare malattie”.
Uno stimolo per morire
Altri protagonisti della trasmissione dei messaggi sono gli ioni calcio, una sorta di segnalatori universali per moltissimi messaggi diversi. “L’aumento della loro concentrazione nel citoplasma può portare una cellula a proliferare, creando due cellule figlie, oppure può indurla all’apoptosi, cioè alla morte.
Ma può anche regolare altre attività.
Per esempio, nelle cellule del pancreas, questi segnali danno il via alla produzione di insulina, in quelle muscolari inducono la contrazione, nel sistema nervoso modificano la plasticità delle sinapsi”, dice De Flora. “Dunque, nelle comunicazioni intercellulari ci sono le indicazioni per una cellula per attivare quel gene o quell’altro”, prosegue lo studio, “per avviare o sospendere la produzione di una proteina, ma anche per avere lo stimolo a riprodursi o a morire”.
Articolo originale:
http://www.nature.com/nbt/journal/v24/n3/full/nbt0306-282.html