Calligaris il ricercatore:
Chi è Giuseppe Calligaris
Nato a Forni di Sotto, in provincia di Udine, il 29 ottobre 1876, era figlio di un medico condotto operante nell’Alta Valle del Tagliamento che, in quell’epoca, era “terra di frontiera”, da non molti anni appartenente al Regno d’Italia. E “di frontiera” si rivelerà, in seguito, anche il pensiero dello studioso.
Anche ammettendo la forte influenza della tradizione familiare sulla scelta dell’indirizzo di studi del giovane Calligaris, indubbiamente non si può escludere una vocazione innata per la medicina, né si può negare che, già allora, la sua mente fosse fortemente innovativa. Infatti, nel 1901, Calligaris si laureò a Bologna discutendo una tesi estremamente insolita: “Il pensiero che guarisce”.
Evidentemente, il nostro personaggio non aveva nessuna intenzione di lasciarsi incatenare la mente dalle teorie più classiche e consolidate. Leggendo il suo primo scritto si comprende come abbia fin da subito riconosciuto l’imprescindibile legame tra gli stati psicologici e le condizioni di salute fisica. In altre parole il legame psico-cerebro-viscero-cutaneo stava già prendendo forma dentro di lui senza, però, avere ancora il supporto della sperimentazione.
Soltanto un anno più tardi, Calligaris si trasferì nella Capitale per assumere l’incarico di assistente del professor Mingazzini, direttore dell’Istituto di Neuropatologia dell’Università di Roma ed ottenere, poco più tardi, una propria cattedra come docente.
Nel 1909, a soli 32 anni, fu nominato segretario del primo Congresso dei Neurologi italiani e, nello stesso anno, pubblicò il primo testo dal titolo “Le mieliti sperimentali”.
Dopo questo brillante inizio, la sua carriera sembrò diventare ancora più promettente quando, ritornato in Friuli, fondò con l’aiuto del padre una clinica per malattie nervose.
Ma, per quanto brillante e dotato di intuizioni, l’uomo non può sfuggire alle condizioni storiche e politiche della sua epoca e Calligaris si trovò ben presto a vestire la divisa di Capitano Medico per prestare la propria opera durante il lungo Primo Conflitto Mondiale.
Abituato ad annotare tutte le sue esperienze, dalla sua vita militare nacque l’unico libro non strettamente scientifico partorito dalla sua penna “Un Medico e la guerra”. Il volume, che fu criticato per l’analisi “clinico-pacifista” degli eventi bellici e per la crudezza del giudizio rivolto a chi scaricava le proprie ansie e frustrazioni in una violenza ingiustificata, segnò l’inizio dei suoi contrasti con la collettività.
Ma il danno più pesante inflittogli dalla Guerra, oltre alla “perdita” di cinque anni di ricerche, fu la distruzione della clinica e di quasi tutto il materiale di studio in essa contenuto. Durante l’invasione del Friuli da parte dell’esercito Austriaco, infatti, la clinica era stata requisita e, poco prima della ritirata, completamente devastata.
Tutt’altro che prostrato da tali vicissitudini, Calligaris, riprese il proprio lavoro con immutato vigore e, nel 1927, consegnò alla stampa il libro in due volumi “Il Sistema Motorio Extrapiramidale” che fu adottato per lungo tempo come testo nelle Facoltà di Medicina.
Da qui in poi, la successione delle sue opere fu rapidissima e, nell’arco di sedici anni, sfornò numerose migliaia di pagine di testo raccolte in oltre venti volumi.
Via, via che le sue teorie venivano divulgate in libreria, nei convegni e tramite le riviste specializzate, cresceva anche l’ostracismo da parte dei vertici della medicina accademica fino a portare ad una sorta di “processo inquisitorio” dello studioso ed alla “distruzione” sistematica delle sue opere.
La sua scomparsa, nel 1944, non fu mai seguita in Italia dalla meritata riabilitazione, neppure a partire dal momento in cui l’influenza della psiche sui disturbi fisici è diventata innegabile. In compenso in Russia, in Germania, in Austria, negli Stati Uniti d’America e in molti altri Paesi le sue teorie sono state analizzate seriamente e hanno trovato un loro spazio, a volte anche nell’universo medico.
Una breve frase estremamente illuminante a proposito dell’operato e della personalità di Calligaris è la seguente, tratta dalla dedica del suo libro “Telepatia e radio-onde cerebrali” (pubblicato postumo):
“… il labirinto delle Catene Lineari del corpo e dello spirito, nel quale mi aggiro da tanti anni, rinchiuso prigioniero insieme con i miei critici, non è altro che un circuito oscillante delle irradiazioni dell’Universo…”.
In poche parole Calligaris riesce a rendere l’idea di come i suoi studi lo abbiano in qualche modo “preso in ostaggio”, insieme a tutti quelli che non tenevano in considerazione le sue rivelazioni; nel contempo sintetizza il cuore stesso delle sue scoperte: il fondamentale collegamento con quell’Energia Universale di cui l’Uomo è utilizzatore superficiale e poco cosciente.
Le catene lineari del corpo e dello Spirito
“L’essere umano è costituito da corpo, mente ed anima (NdR: in realtà Spirito); questa triplice essenza è riflessa sulla sua pelle”.
Questa frase illuminante scritta da Giuseppe Calligaris rappresenta un’apertura affacciata su un ampio universo di conoscenza.
Il centro di tale universo è l’uomo e il clima che si manifesta nell’ambiente circostante è la conseguenza dell’alternarsi di “perturbazioni e schiarite” che hanno origine dal flusso di tempeste nate nel mondo psichico.
Ebbene, se in poche righe abbiamo presentato i personaggi attorno ai quali ruoterà l’intera vicenda, facciamo ora conoscenza con ognuno di essi.
Giuseppe Calligaris è stato un medico ricercatore che ha operato le proprie indagini in campo neuro-psichiatrico nella prima metà del Novecento. La citazione, tratta da uno dei suoi numerosissimi scritti, è sintomatica della direzione presa fin dai primi giorni delle sue esplorazioni nel campo della neurologia. Partendo, infatti, da un tema abbastanza preciso come la necessità di scoprire i collegamenti tra le zone cutanee prive di sensibilità e specifiche aree della corteccia cerebrale, lo scienziato friulano finì con l’incappare in un discorso molto più ampio, che ha dato origine alla citazione in apertura. Come si comprende chiaramente dalle poche parole citare, il fisico (con tutti i suoi organi e le sue funzioni) è indissolubilmente legato ai pensieri (mente) e all’anima (sentimenti ed emozioni di ordine superiore – NdR: in realtà Spirito). Ma il circuito non si interrompe qui ! Un ulteriore elemento, che è la pelle, fa da specchio per i precedenti soggetti.
Quando cominciammo a ripercorrere le sue ricerche, senza accontentarci di “credere ciecamente”, ma verificando sperimentalmente passo dopo passo i risultati ottenuti dal nostro predecessore (e illuminante guida), abbiamo riscontrato la veridicità di quanto espresso, per arrivare in seguito ad estendere la materia fino a renderla una tecnica applicativa capace di risolvere (e non soltanto identificare e comprendere) gli stati di malessere che turbano la comune esistenza dell’essere umano.
Ritorniamo, per un attimo, all’inizio: il protagonista assoluto del concetto base è l’essere umano e le sue componenti principali sono corpo, mente e anima – (NdR: in realtà Spirito).
Intendiamoci meglio sul significato preciso di questi termini.
Per corpo dobbiamo intendere la materia che compone il corpo stesso e l’energia vitale che anima ogni organo, quindi volendo usare termini di origine antroposofica, di facile comprensione, il Corpo fisico ed il Corpo eterico. L’insieme di questi due elementi costituisce la nostra “materialità viva” e risponde, appunto, alle leggi fisiche del mondo materiale.
L’anima (o psiche, che in greco ha il medesimo significato – NdR: in realtà Spirito) è la componente immateriale dell’uomo.
Per la precisione il termine andrebbe esteso a comprendere anche la parte spirituale e quindi l’unione dei Corpi astrale e causale.
Quindi l’anima (NdR: in realta’ Spirito), come intesa da Calligaris, sarebbe all’origine dei sentimenti, delle percezioni, delle illuminazioni e, infine, della coscienza di sé e della volontà. Queste ultime manifestazioni si presentano sul mondo fisico, ma non “vivono” propriamente su di esso, tanto è vero che non sono costrette a soggiacere ai vincoli del tempo e dello spazio.
Un esempio apparentemente banale è costituito dagli avvenimenti della vita onirica: quando il fisico è in stato di riposo e quindi non manifesta particolari esigenze, non “soffoca” (permetteteci il termine) l’indipendenza psichica, l’individuo non è costretto a mantenere la percezione di trovarsi nel proprio letto, ma può muoversi nel tempo e nello spazio provando sensazioni altrettanto concrete e reali quanto quelle che si presentano durante l’attività diurna.
Possiamo quindi dire che la suddivisione fin qui operata evidenzia che dei due diversi personaggi uno è soggetto alle “regole materiali” e l’altro a “leggi quantistiche”.
Veniamo alla mente:
possiamo immaginarla come una sorta di “capacità pensante”, presente nell’uomo, in grado di elaborare e tradurre le percezioni provenienti tanto dal mondo materiale, quanto da quello più sottile. Questa mente che riesce a comunicare con entrambi i corpi, si occupa anche della registrazione degli eventi, ovvero collabora al processo mnemonico. Tale processo ha una doppia finalità: la prima è evolutiva e consiste nella comprensione del proprio vissuto come bagaglio di esperienza, il secondo scopo è conservativo, ovvero serve alla sopravvivenza e al mantenimento della specie, alla protezione della vita secondo criteri di miglioramento.
La mente, dunque, quando viene accusata di fare brutti scherzi è spesso malcompresa. Il suo lavoro è difficile soprattutto perché deve essere in grado di parlare due lingue differenti: quella psichica e quella materiale.
Calligaris afferma che un osservatore esterno può trovare sulla pelle di qualunque soggetto i riflessi delle sue attività fisiche, mentali e psichiche, a patto di conoscerne perfettamente le aree corrispondenti. Ed è vero, ma è altresì reale (e qui lo affermiamo come autori di molteplici sperimentazioni) la possibilità di riportare alla luce gli eventi memorizzati per favorire la presa di coscienza ed annullarne gli eventuali effetti negativi tanto sul piano fisico, quanto nei processi mentali ed emotivi.
Per comprendere come ciò possa avvenire, consideriamo la triplice corrispondenza sotto una forma semplificata (vedi Fig. 1)
Il collegamento che unisce questi tre elementi è percorribile in ogni direzione e le ripercussioni di un malessere fisico, di un problema psico/emotivo o di uno squilibrio energetico si possono rintracciare in ognuno di questi tre piani dell’essere umano.
Fin qui, probabilmente, non stiamo dicendo nulla di particolarmente nuovo, almeno per gli studiosi o appassionati di cure olistiche, medicine naturali ed esoterismo. La grande innovazione, che nasce da queste scoperte, è che tanto un malessere psichico (che si ripercuote su un organo fisico) quanto uno fisico possono essere “letti” sulla pelle, e, cosa ancora più sorprendente, è possibile stimolare la pelle in modo adeguato per inviare un messaggio “controtendenza”, quindi avviare il procedimento risolutivo del malessere.
La procedura proposta non si fonda, ovviamente, sull’impiego di una bacchetta magica, ma di una stimolazione cutanea, quindi di una tecnica riflessologica. Non si stupiranno, quindi, i riflessologi né tantomeno gli esperti di medicina cinese, quanto chi è abituato ad utilizzare rimedi che agiscano sulla pura materia.
Certo che se non fossimo costituiti anche da una componente animica e spirituale o, meglio ancora, se non fossimo neppure dotati di memoria (conscia ed inconscia che sia), sarebbe sufficiente abolire il sintomo per cancellare anche la causa !
Per fortuna non è così. Anzi, maggiormente sono sviluppate le facoltà del corpo astrale e del corpo causale e più risultano possibili attività degne di nota e rispetto tra le quali, appunto, la coscienza di sé. Il processo che conduce a questo stadio, da Carl Gustav Jung, era denominato individuazione del Sé. E, si faccia attenzione: la maiuscola è ben meritata a tutti gli effetti!
Torniamo dunque alla pelle !
Su di essa si estende una fitta rete di Linee energetiche che riflettono lo stato di benessere degli organi fisici e delle facoltà psichiche (sentimenti è il nome che è stato loro impartito da Calligaris e che manterremo).
Sulla cute, possiamo rilevare gli squilibri, siano essi a livello fisico o psicologico, e operare in modo da riarmonizzare sentimenti e pensieri.
Tutto ciò può accadere grazie ad una regola fondamentale delle corrispondenze psico-fisico-cutanee, la “Legge degli Antagonismi”. Per chiarire nel modo più sintetico possibile questo concetto, si rende necessario un esempio.
Il sistema cardiocircolatorio (fisico) è collegato secondo la Triplice corrispondenza all’emozione (sentimento) ed entrambi si riflettono su una linea energetica che passa (in un tratto del suo decorso) lungo la linea assiale del dito mignolo la quale riflette contemporaneamente lo stato dell’organo e del sentimento corrispondenti.
Il sistema respiratorio (fisico), correlato con il sonno (sentimento), si riflette, invece, su una linea che decorre nella zona interdigitale tra il mignolo e l’anulare. Per sonno si intende effettivamente il riposo, ma anche la calma, quindi lo stato che permette di recuperare le energie spese durante i periodi attivi (e-mozionanti, cioè che partono da una causa fino ad esplicitarsi in movimento, azione).
Probabilmente ci siamo già traditi, anticipando la sorpresa! Come emozione e sonno sono due sentimenti atti a compensarsi l’un l’altro, così cardiocircolatorio e respiratorio lavorano in “antagonismo”. Ma non dobbiamo immaginare l’antagonismo come quello che fa scontrare due nemici… Tutt’al più sono antagonisti come i due piatti di una stessa bilancia!
La Legge degli Antagonismi, quindi, permette di ripristinare l’equilibrio momentaneamente perduto agendo riflessologicamente sulla linea opposta a quella che manifesta un’iperattività !
L’uomo che è in continuo rapporto con il mondo che lo circonda risente delle influenze esterne che si susseguono e si alternano ininterrottamente. Pertanto, per poter sopravvivere in un ambiente “così movimentato”, ogni essere umano deve essere (e difatti lo è) dotato di un meccanismo di autorecupero e di autobilanciamento.
Quando le “prove della vita” non superano le capacità di recupero dell’individuo (a patto di rispettare i tempi tecnici) nessuna di tali prove si trasformerà in un trauma irrisolto. Ma quando un uomo si trova a fronteggiare situazioni per le quali non è sufficientemente equipaggiato, allora l’esperienza vissuta può trasformarsi in una “ferita aperta”, in un evento traumatico. Destabilizzante può essere anche una successione di fatti troppo rapida che non lascia il tempo necessario alla metabolizzazione (digestione e assimilazione) degli eventi. Se un trauma non viene affrontato fino alla sua comprensione, rimane parcheggiato a livello inconscio nel “reparto” dei problemi ancora da risolvere. Le manifestazioni di un di malessere non sono che il segnale per riportare l’attenzione sul tema specifico. Quindi la “costruzione” di un’esistenza equilibrata e felice richiede inevitabilmente una ricapitolazione cosciente dell’esistenza.
Il Metodo Calligaris per il Riequilibrio Energetico psico-fisico consente di avviare proprio un processo regressivo e di analisi interfacciandosi contemporaneamente con il piano fisico e con quello psichico.
Ma le meraviglie della Riflessologia cutanea non si esauriscono qui… In effetti il discorso è ben lontano dal finire, poiché l’uomo, oltre a rappresentare un intero micro-cosmo, è in costante contatto con il macro-cosmo. E non soltanto tramite i consueti cinque sensi che ci offrono la possibilità di captare gli stimoli provenienti dal mondo fisico, bensì grazie anche a quegli “organi percettivi sottili” che ci consentono di captare i segnali provenienti dagli strati immateriali, o meglio di differente densità.
Anche sotto questo punto di vista, le scoperte di Calligaris si rivelano straordinarie. Infatti, stimolando adeguatamente alcuni punti sensibili sulla superficie cutanea è possibile aiutare il risveglio di facoltà superiori e, in seguito, incrementarle e ottimizzarle.
La ricerca in tal senso di Giuseppe Calligaris è durata tutta la vita e non ha mai trovato una fine…
Attraverso la fondazione dell’Associazione Culturale Vega stiamo cercando di non lasciare cadere questa eredità e, anzi, di portare avanti sperimentazioni, ricerche, e tutti i possibili sviluppi che queste scoperte hanno proposto.
By Samantha Fumagalli e Flavio Gandini
– Tratto da: scienzaeconoscenza.it