“Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma.
Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”. By Bertrand Russell
La medicina non è una scienza, quindi non può avere certezze
Scientismo e relativismo sono due atteggiamenti opposti ma entrambi devono essere evitati – 7 marzo 2021
Spesso e volentieri si confondono o si equiparano, nella discussione pubblica, i concetti di medicina e scienza come se fossero la stessa cosa, ma non è così. Giustamente gli antichi greci, che hanno inventato l’una e l’altra, dicevano che la medicina era una ’techne’, cioè una pratica, e la scienza una ’episteme’, cioè una forma di conoscenza certa.
E oggi, volendo definire la medicina ‘scientifica’, si usa l’acronimo inglese Ebm (’Evidence based medicine’), per dire che la medicina si basa su diverse discipline scientifiche (fisica, chimica, genetica, etc.), ma NON è una scienza.
La scienza si configura, infatti, come un rapporto tra un soggetto (conoscente) e un oggetto (conosciuto) esterno e indipendente, e quindi persegue la certezza oggettiva della realtà.
Un obiettivo ambizioso, che purtroppo non è raggiungibile nel mondo dell’infinitamente piccolo, dove basta lo sguardo dell’osservatore per influenzare l’oggetto percepito.
La medicina opera, invece, attraverso un rapporto tra due soggetti che interagiscono reciprocamente. Somministrando farmaci, il medico attiva, oltre alla mente, il sistema immunitario del malato, il quale reagisce in modi diversi e spesso imprevedibili per chi lo osserva.
Questo spiega alcuni fenomeni apparentemente incomprensibili come l’effetto placebo, nel quale soggetti a cui è stata somministrata (senza che lo sappiano) una sostanza inerte, guariscono al pari di altri che hanno ricevuto il farmaco, e viceversa. Per questo vediamo che persone venute a contatto con il Covid si ammalano, altre no; alcuni non hanno sintomi, altri purtroppo muoiono.
Al pari di tutti i farmaci, i vaccini sono efficaci solo entro determinate percentuali, mai nel cento per cento dei casi: una cosa del tutto normale solo se teniamo presente quella che è la specificità del mondo vivente.
In conclusione, parlando di scienza e medicina bisogna evitare, a mio parere, di assumere due atteggiamenti opposti ed ugualmente deleteri, ma nei quali, ad esempio, non era caduto Newton: da una parte lo scientismo, secondo cui la verità assoluta è alla portata della nostra ragione; dall’altra il relativismo, per cui non esiste conoscenza, ma solo opinione. Medicina e scienza sono costruzioni umane, storicamente condizionate, ma per fortuna in continuo progresso; non sono, ahimè, nemmeno universalmente diffuse e accettate, ma sono l’unico strumento di cui disponiamo per sopravvivere in un mondo in cui, nonostante le nostre pretese e illusioni, virus e batteri dimostrano di essere molto più numerosi e forse più potenti di noi. Perché mutano in continuazione e si adattano all’ambiente circostante. Ma questa è tutta un’altra storia, per la quale bisognerebbe fare riferimento a un altro gigante della scienza di nome Charles Darwin.
By Walter Bernardi – Docente di storia della scienza
Vedi questo video:
L’errore fondamentale della medicina
– Mauro intervistaPaolo Renati
Effetto gregge non esiste, esiste solo l’immunità naturale:
https://www.nature.com/articles/d41586-021-00728-2
“91 studi di ricerca affermano l’immunità acquisita naturalmente a Covid-19: documentata, collegata e citata”.
vedi anche: L’effetto gregge è una BALLA !
La Comunità scientifica NON ESISTE !
La “comunità scientifica”, intesa come unanimità di teorie e prove, non esiste.
Tale “comunità scientifica” (che a leggere dichiarazioni ufficiali sarebbe schierata per gli obblighi vaccinali) non esiste.
Parola di scienziato. Gli scienziati non sono unanimi, ci sono quelli che lavorano nel paradigma dominante e quelli che lo contestano. Talvolta, pochi si sono opposti al credo convenzionale e poi hanno avuto ragione (da questo punto di vista è vero che la Scienza non e’ democratica). E’ sempre stato cosi’.
Dire che il decreto Lorenzin (ora Legge n 119/17) è stato approvato dalla “comunità scientifica” è un FALSO storico, filosofico, etico, scientifico.
La “comunità scientifica” che approva o sostiene decisioni di legge non esiste.
Esistono alcuni medici filogovernativi, esistono certamente organizzazioni di medici e di pediatri che si sono schierate secondo le linee ufficiali e hanno coniato il paradigma “i vaccini sono efficaci e sicuri“, esistono alcuni scienziati che, esprimendo opinioni coerenti col volere governativo, magari anche in pieno Conflitti di interessi, sono serviti ai politici per cercare di far passare loro decisioni prese da tempo.
Eppure, anche se medici “ipervaccinatori” e a favore dell’obbligo fossero la maggioranza (difficile dirlo visto che il dissenso e’ vietato e punito) cio’ non costituirebbe parere della “comunita’ scientifica” a sostegno di decisioni che una parte politica vorrebbe imporre. La Scienza ha certo scoperto antigeni, anticorpi, decine di diversi linfociti e via dicendo, fino ad una complessità impensabile di meccanismi genetici ed epigenetici. Questo si.
Ma non ha dimostrato che oggi ci sia una situazione epidemiologica peggiore dell’anno scorso, né di 3, 5, 10, 20 anni fa, né ha dimostrato che aumentando forzatamente le coperture dal 92 al 97 % si eradica il morbillo, né che la difterite è sparita grazie al vaccino, né si conosce la farmacocinetica dei prodotti iniettati, né il meccanismo d’azione degli adiuvanti, né si è certi che le reazioni avverse siano solo quelle dichiarate visto che i sistemi di sorveglianza sono inefficienti.
Non ci sono prove scientifiche, ma solo ipotesi (che si confrontano con altre ipotesi) delle cose che ci vogliono propinare.
Le soglie del cosiddetto effetto gregge sono spesso aleatorie, dovrebbero essere aggiornate per la situazione italiana e per alcuni vaccini neppure si conoscono.
La Scienza dell’igiene ha portato e porta benefici immensi indipendentemente dai vaccini. La Scienza dell’epidemiologia dimostra che i problemi di salute degli Italiani non sono infezioni ma patologie cronico-degenerative, cardiovascolari, metaboliche, neuropsichiatriche. La Scienza dell’immunopatologia ha scoperto che il diabete giovanile è una malattia che spesso ha una patogenesi autoimmune e che l’autoimmunità può essere scatenata dal mimetismo molecolare. Eccetera. Quindi, per favore, dico ai politici renziani, berlusconiani (c’era una volta il popolo delle libertà…) e lorenziniani:
Almeno prendetevi le vostre responsabilità e non nascondetevi dietro la foglia di fico della “comunità scientifica”.
La “comunità scientifica” che viene evocata a sostegno di una parte politica non esiste. Invece di ripetere slogans e introdurre obblighi e sanzioni inusitati e inesistenti in tutti gli altri Paesi civili, cercate di convincere la gente con argomenti validi che conviene vaccinarsi.
In Veneto, non certo l’ultima delle Regioni Italiane per Sanità pubblica, tutto ha funzionato benissimo con l’informazione e la responsabilizzazione. Se proprio volete imparare qualcosa dagli scienziati, almeno guardate l’esperienza !
By prof Paolo Bellavite + vedi anche: chi è il sig. Burioni…
https://codacons.it/red-ronnie-non-ha-diffamato-burioni-ora-stop-al-virologo-nei-programmi-rai/
Il “MITO” della “COMUNITÀ SCIENTIFICA”
Invocare la cosiddetta comunità scientifica è diventato un mantra moderno molto usato, non solo in ambito scientifico e giornalistico, ma anche tra la gente comune.
L’idea alla base è che ci sia questo organo collegiale che vigila sulla giustezza delle scoperte scientifiche fino ad arrivare a coprire con la sua benefica influenza anche scelte politiche. Insomma un bel tappeto comodo comodo sotto cui gettare tutti i dubbi che possono sorgere su scoperte scientifiche, loro applicazioni pratiche e derivanti legiferazioni in merito.
Ma come funziona questa “comunità scientifica” ?
Prima di tutto il senso della parola comunità è proprio quello più “laico”, ovvero un insieme di persone. Le persone di cui parliamo sono appunto gli scienziati che aderiscono comunitariamente a dei “valori” quali la sperimentazione e la conoscenza. Quindi parliamo di una comunità mondiale di persone distanti anche migliaia di chilometri che lavorano più o meno con gli stessi metodi e attitudine, e che a loro volta formano comunità più piccole in base al ramo scientifico di cui si occupano e che a loro volta si ramificano ancora in base al campo specifico e così via.
Stiamo parlando quindi non di un congresso o un parlamento, ma di un concetto astratto esattamente come può essere quello di “nazione” inteso come insieme di cittadini e quello di “internet” inteso come insieme di navigatori.
I membri della comunità scientifica, come quelli di tutte le comunità, dialogano tra loro. Al di là di convegni e seminari, la forma più autorevole di comunicazione avviene attraverso le riviste scientifiche dove vengono pubblicati articoli riguardanti nuove scoperte. Più una rivista è autorevole e più le ricerche pubblicate sono sicure e valide perché attentamente vagliate. Attraverso queste pubblicazioni, che contengono anche dettagliate metodologie di analisi, la comunità scientifica viene a conoscenza di nuove scoperte, come queste siano avvenute e chi le ha condotte, in modo da usare queste informazioni per ulteriori ricerche.
Un metodo che sembra molto sicuro.
La parola “sembra” è d’obbligo perché per considerare questo sistema di cose sicuro e per vedere la comunità scientifica come portinaia della Verità, è necessario trascurare una lunga serie di fatti, dettagli e ragionamenti logici.
Partiamo con la pubblicazione su riviste scientifiche.
Questa avviene attraverso la cosiddetta peer review (revisione paritaria) ovvero la validazione di un lavoro scientifico da parte di ricercatori che lavorano nello stesso ambito. Passata questa revisione, l’articolo viene pubblicato e diventa letteratura scientifica.
Questo processo viene spesso fatto passare come una validazione di una ricerca da parte della cosiddetta comunità scientifica, convogliando l’autorevolezza di milioni di addetti ai lavori a ciò che viene pubblicato, però la cosiddetta comunità scientifica non è per nulla coinvolta nella pubblicazione degli articoli, ma solo chi è interpellato a validarli dall’editore scientifico.
Il resto della comunità può leggere e, nel caso, confutare quella ricerca, ma di questa enorme massa di scienziati quanti, effettivamente, leggono nel dettaglio quella ricerca, vogliono testarla e hanno, allo stesso tempo, capacità e strumenti per farlo ? Stiamo parlando di un ago nel pagliaio.
La maggior parte della letteratura scientifica quindi dipende dalla revisione di pochi scienziati che si basano su altra letteratura revisionata allo stesso modo.
Non c’è nessuna “comunità scientifica” intesa come un insieme di migliaia se non milioni di scienziati che attivamente ne controlli e garantisca la validità. La presunta pluralità di questa immensa comunità che dovrebbe difendere la validità delle ricerche dall’errore o malafede di pochi è di fatto inesistente.
Come riportato anche in un mio precedente articolo, la rivista scientifica Nature ha condotto una ricerca statistica coinvolgendo 1500 scienziati per comprendere quanto i risultati pubblicati sulle riviste scientifiche siano riproducibili. Nature ha scoperto che gli scienziati interpellati non hanno ottenuto gli stessi risultati di ricerche altrui nel 70% dei casi e il 50% di loro non ha ottenuto gli stessi risultati nemmeno cercando di riprodurre le proprie ricerche.
John P. A. Ioannidis (medico-scienziato che ha contribuito alla letteratura in medicina, epidemiologia e salute pubblica, scienza dei dati e ricerca clinica) ha pubblicato un articolo nel 2005 sul Public Library of Science con l’eloquente titolo “Perché la maggior parte dei risultati di ricerca pubblicati sono falsi”.
Sempre nello stesso anno Ioannidis ha analizzato 49 dei risultati di ricerca più apprezzati in medicina negli ultimi 13 anni scoprendo che, in analisi successive con campioni di analisi più ampi, solo il 44% di quei risultati è stato replicato, il 32% risultavano contraddetti o presentavano effetti minori.
Nel 2014 ha pubblicato un’altra ricerca che affronta come poter ottenere più pubblicazioni veritiere.
Nelle premesse si stima che l’85% delle risorse di ricerca siano sprecate e si mette in luce il rischio di alti tassi di falsi positivi delle ricerche imputando il problema a una serie di fattori tra i quali ci sono i pregiudizi, i conflitti di interesse e mancanza di collaborazione.
Non c’è da stupirsi che il capo editore della rivista scientifica Lancet (una delle più autorevoli) abbia dichiarato che “…gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può semplicemente essere falsa. Tormentata da studi effettuati con campioni di piccole dimensioni, risultati infimi, analisi esplorative non valide e palesi conflitti d’interesse, aggiunti all’ossessione di seguire tendenze alla moda di dubbia importanza, la scienza ha preso una svolta verso l’oscurità.”
Considerando tutto questo e che ogni ramo della scienza è sempre più sottile e dedicato, il cosiddetto dibattito scientifico su una data ricerca riguarda in realtà un numero limitatissimo di scienziati e non è impermeabile a tutto un cosmo di realtà che sta attorno a quel dibattito.
Consideriamo per esempio il segreto industriale e quanto un brevetto, un marchio o un copyright possano impedire un dibattito aperto su una scoperta scientifica. Consideriamo la pressione lobbistica delle case farmaceutiche: è impensabile credere che la ricerca in questo campo sia esente da corruzione o altre pratiche illecite soprattutto quando consideriamo che parliamo di aziende con indotti da capogiro.
La questione lobbistica di solito viene banalizzata e ridicolizzata affermando che non esiste nessuno in grado di corrompere TUTTA la comunità scientifica, cioè ogni singolo scienziato ovunque nel mondo. Ma questa obiezione è ridicola.
In tutti i settori dello scibile umano esiste una compartimentazione delle mansioni e delle responsabilità che permette di far accadere cose toccando solo i giusti ingranaggi, senza bisogno di avere sotto controllo tutta la macchina. Ma sembra veramente ridicolo in questo momento storico, dopo gli infiniti esempi offertici in tutti i settori, dalla politica all’economia, dover ancora analizzare un aspetto talmente banale ed ovvio.
Nessun settore importante dal punto di vista politico o economico è esente dalla creazione di potentati più o meno oligarchici che tentano di far prevalere la loro volontà.
La Pfizer e la Johnson&Johnson, ad esempio, due colossi del settore farmaceutico, fatturano rispettivamente 52 e 76 miliardi di dollari all’anno.
In nessun campo imprenditoriale si esclude la possibilità che grandi aziende facciano cartello, manipolino dati o facciano pressioni di tipo lobbistico, anzi, la cronaca è piena di esempi ed è noto che accada. Quando però si parla di scienza, improvvisamente un paraocchi viene calato sul volto e tutto cambia, al punto che ad esempio l’espressione “Big Pharma” è considerata complottismo da due soldi.
Eppure ci sono addetti ai lavori come B. Saraceno (Psichiatra, per più di 10 anni Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze della Organizzazione Mondiale della Salute) che non solo usano giustamente quel termine ma lo usano per denunciare, ad esempio, nel suo libro “Sulla povertà della psichiatria”, che la spesa per il marketing di Big Pharma negli Stati Uniti dal 1996 al 2005 è cresciuta da 11,4 a 29,9 miliardi di dollari e la spesa di pubblicità diretta al consumatore, nello stesso periodo, è cresciuta del 330%.
Riprendendo le due aziende citate poco sopra, la Johnson&Johnson nel 2013 ha speso 17.5 miliardi di dollari nel marketing contro gli 8.2 in ricerca e sviluppo di nuove molecole; la Pfizer a fronte di 11.4 miliardi di dollari spesi nel marketing ne ha spesi 4.8 di meno per la ricerca.
Pensare che con cifre di questo calibro in ballo le aziende interessate possano fare dei responsabili passi indietro quando trovano muri politici, etici o scientifici è semplicemente imbarazzante.
Le attività di corruzione e lobbismo sono infinite.
Recentemente in Grecia la Novartis avrebbe pagato tangenti (le carte dell’FBI parlano di 50 milioni) per far aumentare i prezzi dei propri farmaci sul mercato ellenico e per farli acquistare dal servizio sanitario nazionale per gli ospedali pubblici. Uno scandalo che coinvolge numerosi nomi della politica.
La casa farmaceutica Glaxo sta collezionando accuse di corruzione in giro per il mondo, senza tregua. In Polonia il manager regionale della Glaxo Smith Kline e 11 dottori sono sotto indagine per un presunto giro di mazzette versato ai camici bianchi in cambio della prescrizione del farmaco antiasmatico Seretide.
Pfizer nel 2009 ha patteggiato una multa da 2,3 miliardi di dollari negli USA: aveva pagato tangenti ai medici per prescrivere quattro farmaci tra i quali l’antiinfiammatorio Bextra, ritirato dal mercato nel 2005 a causa di incertezze sulla sua sicurezza.
Eppure anche nel nostro “piccolo” in Italia, per fare qualche esempio, abbiamo visto la Glaxo pagare una tangente all’allora ministro (e medico) De Lorenzo affinché un vaccino diventasse obbligatorio, ma si potrebbe anche citare l’orrenda storia di Duilio Poggiolini che negli stessi anni prendeva tangenti dalla case farmaceutiche per inserire i loro prodotti nei prontuari, lo stesso Poggiolini che è collegato anche con lo scandalo degli emoderivati infetti messi in commercio, tra le altre, da Bayer e Baxter: queste compagnie erano al corrente che gli emoderivati in loro possesso erano infetti ma anziché distruggerli e perdere quattrini hanno semplicemente continuato a venderli all’estero. Secondo alcune stime, in Italia i decessi per infezione da emoderivati sono, al 2009, circa 2.600 mentre sono più di 66 mila le richieste di indennizzo da parte di pazienti per danni subiti.
Ma si potrebbe andare avanti per ore.
Ridere e scherzare sul termine “Big Pharma” davanti a tutto questo più che ingenuo e idiota è quasi criminale.
Basti pensare che, senza scomodare atti di puro lobbismo e corruzione, persino il numero e la qualità delle ricerche seguono naturalmente i soldi: gli ambiti di ricerca che possono portare a scoperte interessanti per i mercati pullulano di ricercatori mentre gli altri ambiti vanno sempre più deserti.
La ricerca indipendente è semplicemente strozzata, la stragrande maggioranza delle ricerche è finanziata da aziende private e questo è un grosso problema, sia per quanto riguarda l’attendibilità dei risultati, sia perché la ricerca è indirizzata ad ottenere risultati spendibili sul mercato, non socialmente utili. Ad esempio la spinta può essere verso ricerche che portino a nuovi prodotti medici riguardanti patologie che statisticamente colpiscono pazienti con alto reddito oppure ricerche su temi che possano distrarre dai potenziali rischi di altri prodotti già in commercio.
Il CODACONS ha pubblicato la lunghissima lista dei medici italiani e delle fondazioni, università finanziati dalle case farmaceutiche nel 2015-2017, lista in cui appare sorprendentemente anche l’Istituto Superiore della Sanità, fatto che l’associazione ritiene “quanto meno inopportuno” e invita chi di competenza a dare dettagli in merito.
Anche la dottoressa Marcia Angell, ex caporedattrice del New England Journal of Medicine, in un articolo sul Boston Review descrive la “sordida storia” di come i dollari delle multinazionali abbiano corrotto la ricerca e l’istruzione nei centri medici accademici, incluso il suo attuale posto di lavoro, la Harvard Medical School.
Anche Arnold Seymour Relman (1923-2014), professore di medicina a Harvard e, anche lui, ex redattore capo dello stesso giornale ha affermato “La professione medica viene comprata dall’industria farmaceutica, non solo in termini di pratica medica, ma anche in termini di insegnamento e ricerca. Le istituzioni accademiche stanno diventando gli agenti pagati dell’industria farmaceutica. Penso che sia vergognoso”.
Sembra davvero banale dover argomentare in proposito, ma chi ha frequentato l’università sa benissimo che persino in quell’ambito, quando ancora non ci sono soldi né carriere in ballo, esistono pressioni che non permettono di trattare certi temi per la propria tesi in completa libertà. Se questo avviene in un ambiente “protetto” che è addirittura precedente a quello del lavoro…
Oltre a questo, laboratori e istituzioni di ricerca hanno forma gerarchica e i presunti risultati oggettivi a cui dovrebbe arrivare la scienza lasciano il passo a meccanismi come nepotismo, autoritarismo e catena di montaggio in cui le ricerche e le intuizioni del singolo, assieme alla loro possibile validità e scientifica e utilità sociale, contano sempre meno.
Non dimentichiamoci ad esempio di come siano stati trattati alcuni scienziati e medici solo per aver suggerito una maggiore farmacovigilanza nel settore vaccini o perché, sempre nell’ambito dei vaccini, semplicemente hanno rammentato di tenere presente anche i rischi correlati oltre ai benefici. Alcuni, solo per queste posizioni precauzionali, sono stati radiati, cosa che non è successa a medici che hanno leso volontariamente la salute dei loro pazienti. Successivamente la radiazione viene usata come elemento di prova della non-genuinità delle affermazioni del radiato da parte di tutta la comunità scientifica e dell’opinione pubblica, un meccanismo molto poco scientifico.
È evidente che in alcuni ambiti la libertà di dissenso che dovrebbe stare alla base del cosiddetto “dibattito scientifico” e che dovrebbe garantire la genuinità delle scoperte scientifiche, semplicemente sparisce dietro l’ombra colossale del dogmatismo, prezzolato o no che sia.
Quando si parla di scienza, sia che lo faccia uno scienziato che un non addetto ai lavori, si ha sempre l’idea di parlare di qualcosa di super partes che non ha a che fare con la fallibilità umana, col conflitto di interessi, con l’economia, con l’egemonia, con il capitalismo, con l’utilitarismo, con il produttivismo, ecc.
Questo è il grande errore: inglobare in un metodo di indagine (quello scientifico, considerato puro e sempre tendente alla verità senza pregiudizi) tutto quello che ha che fare con quel metodo, anche se dipende o genera o riguarda ambiti molto più complessi e diversificati che non hanno più niente a che fare direttamente con quel metodo, implicando premesse e conseguenze del tutto diverse.
È come se pensassimo che in uno stato fondato sull’ideale della democrazia (intesa come potere decisionale del popolo), automaticamente tutto quello che uscisse dal parlamento (qualunque legge, decreto, scelta politica, lavoro pubblico, ecc.), fosse per forza di cose espressione della volontà popolare.
È chiaro che questo è di fatto un ragionamento molto ingenuo e non realistico. Eppure per la scienza funziona così.
È come se pensassimo che, siccome il sistema giuridico si basa sul concetto de “la legge è uguale per tutti”, allora conseguentemente la magistratura e tutto il sistema giuridico siano esenti da corruzione, errori, impedimenti, pressioni di potere, ecc. Sarebbe ridicolo pensare questo.
Ecco invece molti scienziati e molte persone credono che questa fantomatica “comunità scientifica” abbia le stesse mirabolanti peculiarità del parlamento e della magistratura descritte nei ridicoli esempi di poco sopra in cui queste entità sono esenti da qualsiasi contaminazione per il solo fatto che alla base ci siano principi corretti.
Scienza, politica e magistratura non sono affatto diversi: così come, ad esempio, dei parlamenti hanno varato leggi razziste, così i tribunali le hanno applicate e la comunità scientifica dell’epoca ha avvallato scientificamente quell’idea aberrante e criminale.
La cosiddetta comunità scientifica è solo un concetto astratto e non è garante di alcuna verità scientifica. Mai questa ha fatto muro contro decisioni dei vari potentati (se non a posteriori e molto raramente), anzi, di solito la scienza e la sua comunità sono espressione delle dinamiche economiche, capitaliste, industriali, produttiviste, politiche e militari; ne hanno sempre sostenuto le decisioni e a loro volta ne sono state espressione.
Articolo di Mason Massy James
Fonti:
– https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4204808/
– https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1182327
– http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2018/02/12/tsipras-su-scandalo-novartis-far-luce_86ae98b2-d8a0-41bb-b786-a2483929b94a.html
– http://www.movimentodeicittadini.it/dirsol/des3/farmaci.htm
–
https://en.wikipedia.org/wiki/Contaminated_haemophilia_blood_products
– http://bostonreview.net/archives/BR35.3/angell.php
Tratto da: medicinapiccoledosi.it
Covid: “Spike“ danneggia direttamente cellule di vasi sanguigni – Medicina – ANSA.it
ATTENZIONE – Se ANSA sta pubblicando queste notizie, vuole dire che il vento sta cambiando nella narrativa ufficiale.
I ricercatori dell’Università della California San Diego, negli Usa, e della Xi’an Jiaotong University, in Cina, hanno mostrato che la proteina spike non solo si lega alle cellule sane per diffondere l’infezione, ma provoca danni direttamente alle cellule dell’endotelio, il tessuto che rivestono i vasi sanguigni e che sono fondamentali per la circolazione. Il team ha utilizzato degli pseudovirus, ovvero virus ‘vuoti’ e non infettivi ma che esprimono la proteina S (pseudo-spike) sulla superficie, iniettandoli nella trachea di criceti.
Questi hanno avuto come conseguenza danni ai polmoni e alle arterie, dimostrando che la proteina spike da sola causa la malattia, a prescindere dalla diffusione dell’infezione virale.
Il team ha eseguito un altro esperimento esponendo cellule endoteliali sane alla proteina spike: questa, legandosi con ACE2, ha danneggiato le cellule, causandone la frammentazione dei mitocondri (le cosiddette centraline energetiche delle cellule). “Molte persone – commenta Uri Manor, uno degli autori – considerano il Covid-19 una malattia respiratoria, ma in realtà è una malattia vascolare“. (Fonte: ANSA)
https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_bambini/medicina/2021/05/11/covidspike-danneggia-direttamente-cellule-di-vasi-sanguigni_6ba56a18-2c1a-48c5-9ae5-51a7204054f9.htmlE quelli della in-Sanità, hanno fatto passare 1 anno e mezzo, uccidendo migliaia di persone con le loro cure sbagliate, dettate ai ministri della NON salute…..prtiche da stregoni malevoli, che hanno impedito di fare anche le autopsie….per evitare di scoprire le cause e concause dell’ammalamento di questa FALSA “pandemia” inesistente, solo per generare PAURA e quindi per spingere alla vaccinazione/inoculazione di “uno pseudo Vaccino, in realtà un meccanismo genetico“, cioè una bomba a tempo, ed il gregge si sta vaccinando contento…..poveretti….non sanno cosa vanno incontro…, malattie le più impensabili e morte prematura…..,come ben organizzato e gestito da Big Pharma & filiera…..che controlla la snità nel mondo intero….Infatti la medicina NON è una scienza, ma una specie di “arte” che va a tentoni sulla pelle dei “pazienti” che di paazienza ne debbono avere tanta….., sanità che oggi è in mano a dei CRIMINALI !
—————————————————————————————————————
Da quando viviamo la vicenda della falsa pandemia (Covid19-20-21-22-23……) e leggiamo con assiduità le dichiarazioni di:
virologi, immunologi, epidemiologi, pandemiologi, farmacologi, biologi, genetisti, primari e medici impegnati sul campo, spulciando con bramosa speranza una verità che ci sfugge, la domanda sorge spontanea e allora è giusto ripeterla: la medicina è una scienza ? E se lo è perché non ci dà risposte, ma opinioni contrapposte, contraddittorie, polemiche furibonde, affermazioni che vengono sistematicamente negate dagli stessi che le hanno sostenute ? Forse dovremmo rivedere la nostra idea di scienza.
Infatti è luogo comune dire che “la medicina è una scienza”.
Così non è.
La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze – la fisica, la chimica, la biologia, l’ecologia, l’economia – che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l’uomo.
L’autore ricostruisce storicamente il patrimonio scientifico di cui la medicina oggi dispone e considera tale patrimonio come il mezzo necessario per conseguire il fine dell’essere medico, cioè un uomo che cura i suoi simili con competenza e disponibilità”.
Piccola sintesi del Dott. Giorgio Cosmacini, medico e filosofo, è uno tra i più autorevoli storici della medicina. Ha scritto e pubblicato tra gli altri, Ciarlataneria e medicina (1998), Il mestiere di medico (2000), La scomparsa del dottore (2013).
“La profonda crisi che sta vivendo la professione medica ha bisogno di una riflessione profonda che sia capace di tracciare una nuova medicina e una nuova figura di medico che non subisca il cambiamento ma che ne sia artefice..
l medico poggia il suo operato su “evidenze scientifiche” assunte spesso come dogmi, (NdR: senza verifiche nella realtà dei fatti) ma che in realtà sono troppo spesso verità relative (“le evidenze scientifiche sono falsificabili”), le linee guida e protocolli si occupano della malattia senza tener conto del malato, del suo contesto, della sua individualità e complessità (“oltre la malattia esiste il malato”) e tutto ciò che esula dagli standard va considerato come “stranezza, eccezioni, singolarità”.
La società “chiede con forza, per tanti ragioni un medico e una medicina diversi”.
Sembra quindi quanto mai necessario ripensare il canone scientifico per evitare una deriva scientista della medicina, che allontana sempre più il medico dal malato; perché non è più possibile “una scienza medica e un medico appropriati al loro paradigma fondante, ma non adeguati alla società alla quale esse si rivolgono”.
La sfida temeraria oggi è proprio dedurre un paradigma medico nuovo, conservando ciò che è ritenuto ancora valido, eliminando quello che non serve più e introducendo ciò che è utile e necessario a governare la complessità.
I cambiamenti di paradigma devono portare a ricercare nuovi equilibri, no a liquidare una intera conoscenza”.
Sintesi da parte di: Ornella Mancin
Presidente Fondazione Ars Medica- Omceo Venezia
“Se qualcuno desidera recuperare la salute bisogna innanzitutto chiedergli se è pronto a eliminare le cause della sua malattia. Solo allora è possibile aiutarlo”. Ippocrate.
Perché la medicina non è scientifica ?
È presto detto. La scienza si differenzia dalla filosofia, perché una ha l’oggetto, l’altra no. Allora, la medicina non è scienza perché non ha oggetto. In quanto carente di oggetto, la medicina è una pratica più vicina alla filosofia che alla scienza. Non a caso Heidegger pone a fondamento dell’ontologia la cura dell’esistere (Sorge).
La medicina non è una scienza esatta. La medicina non è e non potrà mai diventare una scienza esatta e ogni pretesa di esattezza e infallibilità deve essere accantonata quando si riflette senza pregiudizi sulle potenzialità e i limiti della medicina.
L’autogiustificazione scientifica della medicina come scienza ha apportato in chiave iatrogenetica, cioè di danni che derivano dalla medicina stessa. E insieme l’allontanarsi dalla sua funzione di cura, in una costante verifica dialettica tra malati e medici e il trasformarsi in una vulgata corporativa autosufficiente.
Ecco la medicina delle 4 S:
– La medicina del tutto e Subito, ad ogni dolore corrisponde un farmaco, ed allo stesso tempo un farmaco può trattare diversi dolori.
– La medicina Spersonalizzata, checché se ne dica, le linee guida ed i protocolli vengono seguiti come un libro sacro, dimenticandosi che davanti si ha un paziente singolo con le sue problematiche Spirituali/Psichiche
– La medicina Scientista, è incapace di uscire dai propri confini codificati. Incapacità di percepire la realtà come un corpo unitario, chiudendosi nei propri dogmi medievali…
– La medicina Superba, che non vuole andare al di là dei suoi dogmi.
Con tipologie di trattamento che hanno si e no 100 anni, e che ha compiuto il suo ultimo passo nel 1992 attraverso la creazione della EBM, la Medicina Basata sulle Evidenze….che poi nei fatti non attua.
Ricordiamo che chi decide di fare il medico lo fa per ambizione personale. E’ infatti un tipo di laurea che assicura in genere, stipendi superiori alla media e una credibilità sociale invidiabile.
I laureati in medicina hanno tutti una di queste caratteristiche (non di rado associate):
– ambizione personale
– curiosità/preferenza verso le discipline scientifiche, con particolare riferimento all’anatomia e alla chimica
– infarinatura famigliare (erano figli di medici)
Questo cosa significa ?
Significa che il medico, tendenzialmente, ha scelto quel lavoro perché “è un bel lavoro”, un lavoro invidiato. Dunque, non lo confonderei tanto facilmente con il ricercatore scientifico, che si ammazza sui libri o in laboratorio per pochi euro al mese.
Per di più non si aggiorna mai con l’esperienza altrui….ma segue pedestremente le indicazioni che gli arrivano dai ministeri della Non salute in totali conflitti di interesse con Big Pharma, oppure esso stesso è pieno di conflitti di interesse, raramente è all’unisono con il dettame: Scienza e Coscienza….guardando il “malato” da tutti i punti di vista per scoprire le vere cause del suo male che affondano sempre nell’ignoranza e nelle trasgressioni alle Leggi Naturali della vita sana, e quindi per aiutarlo a non ammalarsi più…eliminando le cause stesse, senza farmaci o Vaccini….ed aiutandolo a conoscere ed applicare la Medicina Naturale, che però NON gli hanno insegnato all’università….perché queste ultime sono finanziate e gestite sempre da Big Pharma, che vuole vendere usando i medici, le proprie porcherie: i farmaci ed i Vaccini che ammalano o mantengono la malattia nei corpi viventi generando le malattie croniche o la morte prematura !
http://www.infopal.it/il-british-medical-journal-martella-i-vaccini-anti-covid-per-la-mancanza-di-trasparenza-parte-iv/
https://www.bmj.com/content/371/bmj.m4956
https://www.bmj.com/content/371/bmj.m4037
https://www.bmj.com/company/newsroom/covid-19-vaccine-trials-cannot-tell-us-if-they-will-save-lives/
Le altre parti dell’inchiesta:
Covid-19, profitto e trasparenza. Cosa conosciamo dei vaccini occidentali? – Parte II
Sintesi su:
La cosiddetta “scienza” NON è mai esatta al 100%, perche è formata da molte ipotesi/teorie, che poi puntualmente vengono in grande parte smentite e/o rimesse in discussione formando nuovi “dogmi” da insegnare, e ciò accade ogni dieci anni…specie in medicina !
Ci vuole quindi umiltà nell’ascoltare le opinioni. Bisogna cambiare filosofia. Oggi il mondo e’ dominato dal “dio denaro” e finché chi è più ricco e potente perde invece la cultura, la solidarietà, la fratellanza, e/o la ricerca medica diagnostica indipendente e multidisciplinare, come dice da decenni il dr. Jean Paul Vanoli, non si va da nessuna parte….
In particolare, Tutti i medici allopati hanno i paraocchi e viaggiano su un binario unico tutta la vita…a loro basta una stupida laurea, ma la vera conoscenza è fatta di confronto, di prove errori umiltà, imparare dal lavoro altrui e condividerlo.
Ci vuole una filosofia diversa…meno acida, dato che oggi tutti pensano di essere i più intelligenti e furbi, ma la presunzione è proprio il loro limite. Bisogna aprirsi al mondo alle culture alternative.
By Claudio Creviz (chimico) e commenti di: Jean Paul Vanoli (giornalista investigativo e naturopata, admin di questo sito)
Guardate le risposte e le domande di un medico donna all’ dis-ordine dei medici che le ha inviato una lettera di sospensione, alla quale Lei risponde cosi:
https://www.miglioverde.eu/vaccino-lordine-la-mette-sotto-inchiesta-la-dottoressa-risponde/