Ecco le dimostrazioni sulla memoria dell’Acqua ed anche del sangue
Altri ricercatori seguirono le orme del dr. Benveniste (direttore del centro di ricerca che con la sua equipe, fece quelle importanti scoperte) andando avanti, scoprendo ed aggiungendo altri particolari che dimostrano che Benveniste aveva fatto una grande scoperta.
Questa “memoria” è basata sul processo detto: Solvatazione
Naturalmente l’Establishement della medicina ufficiale, quello legato alle grandi case farmaceutiche che vedevano in quelle scoperte dei gravi pericoli per i loro fatturati… cercarono in ogni modo di immettere nella congiura del silenzio quelle importanti scoperte ed in parte ci riuscirono… fino al giorno d’oggi, quando un semplice, ma intelligente medico italiano il dott. Mario Pitoni, ha scoperto, con osservazioni visive dirette con un microscopio e dei vetrini di sangue prelevati dai pazienti (egli pratica il salasso), che anche nel sangue, che è una sospensione, cioe’ un tessuto liquido, essendo composto (come solvente) da H2O cioe’ da acqua, è “stampata” la traccia “mnemonica vermiforme” del contatto con la vena ed ha quindi dimostrato la proprieta’ dell’acqua e del sangue, di avere una memoria elettromagnetica. (vedi foto)
Fig. 1 – In questa foto il sangue si è coagulato in modo sparso in forme irregolari ma è anche comparsa la formazione di un “coagulo vermiforme”, “cilindri forme”. Il sangue e fuori uscito, tramite una incisione di una vena di piccola dimensione, dalla regione del malleolo del piede e si raccoglie coagulando sul fondo di una vaschetta. E’ un ramo ascendente della vena safena che va ad irrorare la superficie del nervo “sciatico” affetto da infiammazione reumatica.Il fenomeno del “coagulo vermiforme” è dovuto nella infiammazione reumatica al rallentamento alla stasi micro circolatoria del sangue sul nervo in patologia: Iperemia venosa.
Fig. 2 – In questa foto il sangue fuoriuscito da una vena , tramite incisione, della regione malleolare del piede, di un paziente affetto da sciatica(dolore sofferenza del nervo sciatico) si è raccolto sul fondo di una vaschetta. Si è coagulato e si è formato un coagulo “Vermiforme”.
Dopo qualche ora si è essiccato e fotografato a ingrandimento su fondo di sangue sparso coagulato. Il colorito del coagulo vermiforme è particolarmente “nerastro”, scoro. Una caratteristica del sangue iperemico da stasi venosa circolatoria. Il paziente soffriva di sciatica di natura causale infiammatoria reumatica.
Fig. 3 In questa foto il sangue fuoriuscito da una incisione venosa malleolare si è coagulato in una forma normale costante, standard, di colorito rosso, vivace, chiaro, ben ossigenato dall’aria; senza coagulo vermiforme. Il sangue è di un paziente giovane con dolore alla schiena da compressione di un disco vertebrale che preme su una radice del nervo sciatico. E’assente l’infiammazione reumatica e quindi l’iperemia venosa. Da notare che il sangue non è torbido, informe, scuro come il sangue intossicato, saturo da farmaci o da altre sostanze tossiche microcristalline.
Fig. 4 – In questa foto si notano due formazioni coagulate vermiformi, cilindri forme. Si ripete costantemente il fenomeno patologico vermiforme. La memoria del sangue Il paziente è affetto da sciatica di natura infiammatoria reumatica.
Fig. 5 – Formazione di coaguli cilindriformi del sangue fuoriuscito dalla caviglia. (aveva una infiammazione reumatica “sciatica”).
LEGENDA: (non è ancora terminata)
Paziente con infiammazione reumatica, sciatalgia, e radicolite compressiva. Sottoposto a terapia intensa di: cortisone, antidolorifici, antinfiammatori ipotensiva Sangue: sciolto, non denso, con ritardo nella emostasi di colore chiaro quando esce dall’incisione.
Paziente sangue nerastro appena esce dall’incisione; diviene successivamente chiaro a contatto con l’ossigeno dell’aria
Paziente senza iperemia infiammatoria reumatica della vena safena.
Paziente sangue nerastro appena esce dall’incisione che diviene chiaro a contatto con l’ossigeno dell’aria
Paziente con sciatalgia e terapia intensa di cortisone ed antinfiammatori.
Paziente sangue nerastro appena esce dall’incisione; diviene chiaro con contatto ossigeno dell’aria.
Paziente sangue nerastro appena esce dall’incisione; diviene chiaro con contatto ossigeno dell’aria.
Come ben evidenziato dalle foto (n° ), il sangue che esce da una vena della caviglia (con nervo sciatico infiammato), si sparpaglia, si rapprende e coagula in forme diverse, ma forma SEMPRE un coagulo “vermiforme”, che rappresenta lo “stampo” del “tubo” dal quale e’ uscito, ecco la memoria del sangue; il coagulo vermiforme al contrario NON si presenta se la memoria del sangue e’ alterata, come nel sangue intossicato di coloro che utilizzano farmaci di sintesi.
Il dott. Mario Pitoni (*) ha notato che un ANALOGO FENOMENO alla memoria dell’acqua, in condizioni naturali e senza esperimenti di laboratorio, appare anche quando fuoriesce il SANGUE da una piccola vena del piede, incisa per togliere l’infiammazione del nervo sciatico su centinaia di pazienti, sottoposti alla tecnica del mini salasso.
Il sangue generalmente coagula assumendo forme diverse, ma in tale condizione patologica appare SEMPRE un coagulo di forma cilindrica vermiforme. Il fenomeno e’ documentato da numerose fotografie sia dopo la fuoriuscita del sangue che dopo essicazione.
Il sangue che e’ costituito prevalentemente da acqua (H2O) per cui l’infiammazione del nervo sciatico, irritato, provoca un ristagno, un rallentamento del sangue venoso che in patologia viene denominato “iperemia”.
In base anche alle ricerche del prof. Preparata e del prof. Del Giudice oltre a quelle del prof. Bistolfi, l’acqua racchiude l’informazione in una rete elettromagnetica, nei Cluster dell’acqua stessa, i quali ricevono e memorizzano l’informazione ritrasmettendola quando le condizioni sono propizie al rilascio dell’informazione stessa.
L’acqua memorizza per mezzo delle forze elettromagnetiche nel cluster di molecole, raggruppamenti omogenei molecolari, chiamati Dominii di Coerenza.
Cio’ puo’ ben spiegare come il sangue sotto stimoli di frequenze specifiche elettromagnetiche tende a riprodurre la forma del liquido tubolare venoso, quindi il CEM del liquido sanguigno ritrasmette lo “stampo della vena in “iperemia”.
Questi scoperte, verso la direzione delle conferme della memoria dell’acqua, aprono nuovi ed importanti orizzonti, cioe’ quella di utilizzare le frequenze di una certa sostanza, con l’introduzione del suo CEM nell’organismo vivente.
In pratica e’ cio’ che effettua il rimedio omeopatico, ma in futuro il rimedio non saranno piu’ utile…..bastera’ un apparecchio elettronico: un trasmettitore di frequenze.
Il dott. M. Pironi eseguendo incisioni da una piccola vena su centinaia di pazienti affetti da infiammazione nel nervo sciatico, ha quindi scoperto che si verifica lo stesso fenomeno di memorizzazione anche nel sangue, infatti il sangue che fuoriesce liquido dall’organismo si coagula, e si rapprende in forme diverse, ma in esso appare sempre un coagulo cilindrico vermiforme, quando ha memorizzato lo “stampo ” il ricalco della vena in “iperemia” nel quale era precedentemente presente.
Ma quello che e’ molto importante da far rilevare, e che dimostra e conferma la grande scoperta effettuata da queste ns. ricerche, e’ che TUTTI i soggetti che hanno utilizzato, una cura a base di farmaci di sintesi, per un certo periodo di tempo, all’osservazione diretta, il loro sangue NON mantiene la “memoria” della forma della vena dal quale e’ uscito, ma il plasma (sangue) si adagia sulla pelle senza mantenere la forma del vaso dal quale e’ uscito; al contrario, nei soggetti che NON hanno utilizzato quei farmaci (di sintesi), esso mantiene la forma del vaso dal quale e’ uscito.
Questa importante osservazione ci permette di confermare che, oltre alla memoria dell’acqua contenuta nel plasma sanguigno, i farmaci hanno anche sul sangue un potere di annullare la memoria stessa per il loro “inquinamento (intossicazione) chimico ed anche elettromagnetico”, per cu i cluster che si formano normalmente per effetto naturale della proprieta’ dell’acqua, NON possono formarsi e quindi la memoria di essa non si mantiene, ne’ si forma; cio’ deve far riflettere molto coloro (i medici allopati) che propinano farmaci di sintesi ai loro pazienti ed e’ una ulteriore conferma della grave tossicita’ di tali farmaci.
Tale sorprendente fenomeno e’ una ulteriore conferma che le molecole di H2O hanno una specifica memoria elettromagnetica vibrazionale.
E’ una prova visiva, reale, fotografica del fenomeno, che va oltre i criteri di “scientificita’ della ristretta logica di ricerca attuale, nel campo medico”.
NON si puo’ negare cio’ che si vede, ma bisogna approfondirlo !
L’acqua e dunque anche il sangue sono capaci di memorizzare, trasportare informazioni molecolari (messaggi biologici) che sono passibili di registrazione, trasmissione ed amplificazione, come puo’ essere fatto per il suono e la musica.
La possibilita’ della memorizzazione di “dati = Informazioni” nell’acqua e nel sangue e la trasmissione elettromagnetica dei segnali molecolari non e’ solamente originale, ma ha una importanza COLOSSALE.
La Biologia, nel corso dei secoli, ha concentrato la sua attenzione solo sugli aspetti strutturali e chimici; gli studi sulla “segnalazione fisica” mancano totalmente ed e’ ora che si inizi ad indagare seriamente su queste doti “nascoste” !
Questa la possibile spiegazione del meccanismo della “memoria dell’acqua contenuta nel sangue”:
Quando il sangue esce dal corpo passa istantaneamente da una temperatura di 37° alla temperatura ambiente e da una pressione sanguigna corporea alla pressione ambientale, queste due alterazioni potrebbero quindi scatenare uno “shock termodinamico” e creare un processo di “gel” (G) che permetterebbe al sangue di mantenere la forma del vaso dal quale proviene, detenuta dalla “memoria” bioelettronica dell’acqua contenuta nell’acqua del sangue.
Quello che fa riflettere su questa ipotesi e’ che anche il sangue di coloro che hanno assunto dei farmaci (qualsiasi) viene sottoposto al variare della temperatura e della pressione, subendo lo stesso shock, ma esso non mantiene la forma del vaso dal quale proviene !, cio’ significa che esso ha una alterazione bioelettronica che non permette la coerenza della memoria stessa.
Comunque l’argomento e’ ancora in fase di studio approfondito, da parte di un chimico specializzato, ma rimane comunque l’interrogativo di fondo: come mai, anche se il processo fosse la gelificazione (meglio dire: gelatinizzazione), assume proprio la forma dalla quale proviene ?, e non assume per esempio, la forma piatta della superficie ove viene ad essere collocato ? sembra proprio che anche il sangue stesso con il suo solvente acqua abbia caratteristiche proprie di memoria bioelettronica.
La Fisica e quindi anche la bioelettronica ci vengono in soccorso per spiegare i meccanismi di questa “memoria” del liquido sangue-acqua.
(G): Il gel è un materiale colloidale solido elastico. È costituito da un liquido disperso e inglobato nella fase solida. Il contenuto liquido può separarsi per essiccazione. Può avere origine organica (proteine, polimeri) o inorganica (argilla, silice).
Il liquido “abita” nella struttura costituita dal solido, che a sua volta sfrutta la tensione superficiale del liquido per non collassare.
Un sol-gel rappresenta una sospensione colloidale in grado di solidificare formando un gel.
Lo xerogel è un particolare colloide solido ottenuto per eliminazione del liquido, mentre eliminando lo stesso liquido in condizioni supercritiche si ottiene un aerogel con caratteristiche peculiari. I gel si preparano per raffreddamento di una soluzione colloidale o per rapida reazione ad alta concentrazione di reagenti in fase liquida. – Tratto da it.wikipedia
Questi lavori, sulla memoria del sangue e relative foto, sono pubblicati per ora solo QUI, e lo sono con l’assenso anche del Dott. Mario Pitoni – Primario di Nefrologia e Dialisi – Ospedale di Rieti – Patologo Generale – Prof. di Nefrologia – Università Cattolica di Roma
Rec.: Via Massimo Rinaldi, 19 – tel. 0746.200.444 – RIETI
Il dott. Mario Pitoni è anche autore della ricerca sulla scoperta dei Microcristalli nelle intossicazioni da Tumore, ricerca che ci ha permesso di individuare l’Albero del Cancro nei sangue dei cancerosi, cioe’ negli individui a Terreno Oncologico.
Il presente articolo è stato preparato dal dr. J. Paul Vanoli che ha collaborato con il medico dott. M Pitoni.
Commento NdR: Questa Dimostrazione visiva non solo evidenzia e dimostra che anche il sangue ha una sua Memoria, per via dell’acqua in esso contenuta, e questa Memoria, e’ ben documentata ed evidenziata anche in un’altra osservazione del sangue fatta al microscopio in quanto il sangue, con questa sua possiblita’ di avere una sua specifica memoria, disegna e crea l’Albero del Cancro, facendo riconoscere ad un attento osservatore che il cancro e’ gia’ insediato nell’organismo, prima ancora di avere una “massa” tumorale nell’organo bersaglio del Conflitto Spirituale irrisolto; formando questo albero, si evidenzia che il sangue, che e’ un liquido, contiene per caratteristiche intrinseche proprie, la possibilita’ (memoria) di formare anche l’albero del cancro (e non solo questo) e quindi questa sua caratteristica e’ una vera e propria memoria dello stato globale dell’organismo, visibile e controllabile SOLO a chi lo osserva attentamente la natura del sangue con un microscopio oppure con altri tipi di analisi ma che vanno “lette” con attenzione e mente “larga” !
Ovviamente questi studi Rimettono in TOTALE DISCUSSIONE tutta la pratica della Donazione di Sangue e delle Trasfusioni, e di riflesso ma marginalmente anche tutte le ricerche fatte sul sangue e per caduta anche le analisi del sangue stesso !!
E per finire: ricordiamo la memoria del sangue e quelli che dicono di aver sperimentato i ricordi di coloro a cui apparteneva il sangue che gli veniva trasfuso…
Un esempio video su certe leghe metalliche che hanno memoria delle loro forme, e che se scaldate o se collegate ad un fonte di corrente continua, ritornano, dopo essere state deformate, alla loro forma primitiva.
Cio’ vuol dire che in natura esistono memorie di forma, e nel caso dell’acqua, e/o del sangue, la memoria è nella forma dei cluster, ed a livello atomico in coerenza elettrodinamica, informazione che viene rilasciata sotto uno stimolo termico e/o di corrente elettrica corporea.
A riconferma dimostrativa della memoria dell’acqua:
È già passato un po’ di tempo dalla morte di uno degli eminenti ricercatori francesi, il premio Nobel Luc Montagnier.
Credo che oggi sia il momento giusto per approfondire una delle teorie più controverse del professore…
E se l’acqua, questa sconosciuta alla “scienza moderna”, avesse una memoria ?
Nel 2007, in una conferenza tenuta a Lugano, il professor Montagnier ha dichiarato per la prima volta pubblicamente che l’acqua potrebbe avere una memoria1.
Questa teoria si basa sul precedente lavoro di Jacques Benveniste, un medico e immunologo francese, nel 1982.
Il principio è semplice: l’acqua sarebbe in grado di conservare le proprietà delle particelle che conteneva, anche se queste particelle non sono più presenti perché sono ampiamente diluite.
In altre parole, l’acqua ricorderebbe le tracce elettromagnetiche delle molecole che contiene… avrebbe quindi una memoria ! Meglio ancora, potrebbe trasmettere queste proprietà a distanza !
Un esperimento realizzato da Luc Montagnier nell’ambito del programma televisivo “On a retrouvé la mémoire de l’eau”, trasmesso nel 2014, è semplicemente sorprendente3 !
Il professore mette una piccola dose di DNA di un malato di AIDS in una provetta.
Il contenuto viene diluito dieci volte in dosi elevate fino a quando non rimane alcuna traccia del DNA nell’acqua. L’acqua viene poi analizzata e i ricercatori registrano le onde elettromagnetiche che emette.
Come promemoria, secondo la scienza convenzionale, l’acqua non dovrebbe emettere onde!
Questo segnale elettromagnetico viene trascritto in un file audio su un computer e inviato a un laboratorio italiano, che poi “ascolta” il suono in acqua pura. Dopo un’ora, l’acqua pura viene analizzata e sorpresa ! Anch’esso conteneva DNA.
DNA identico al 98% a quello dell’inizio dell’esperimento, non diluito.
Cos’è questa stregoneria?
Guardando quel programma, si evidenzia che questi risultati sembrano così impensabili.
Impensabile almeno per la biologia, la chimica e la fisica classiche.
Per la fisica quantistica, dove la materia è anche un’onda, un tale fenomeno è probabile.
L’acqua conserverebbe le informazioni delle particelle con cui è stata in contatto sotto forma di onde, e sarebbe quindi in grado di ripristinarle a distanza. La materia diventa onda, l’onda diventa materia.
Si tratta di un approccio rivoluzionario che richiede ai ricercatori di lavorare in un modo multidisciplinare senza precedenti. Per quanto riguarda le implicazioni mediche ? Sarebbero enormi !
Immaginate, basterebbe registrare le onde elettromagnetiche delle medicine diluite e poi farle “ascoltare” dall’acqua nei corpi delle persone che ne hanno bisogno. Questo suonerebbe la campana a morto per le aziende farmaceutiche come le conosciamo oggi.
E questo è solo un esempio delle applicazioni pratiche che la memoria dell’acqua potrebbe avere.
L’era della biologia digitale… non ancora
Questa teoria dimostrata, è affascinante, ma purtroppo è macchiata da un’implausibile reputazione sulfurea, che mette un freno definitivo a qualsiasi desiderio di progresso concreto.
Fin dall’inizio, quando Jacques Benveniste pubblicò il suo primo articolo sull’argomento nella rivista “Nature”, questa teoria, che convalidava i principi dell’omeopatia, fu percepita male e respinta violentemente dalla comunità scientifica4 5.
Questo accadeva nel 1988.
Nel 2022, alla morte di Luc Montagnier, cioè più di trent’anni dopo, i commenti sono rimasti gli stessi.
Si tratta di un’evoluzione nel pensiero scientifico, mentre il campo concorrente della tecnologia sta esplodendo.
Di cosa ha tanta paura la medicina moderna?
Invece di seppellire gli studi dei ricercatori “marginali”, ed etichettarli come “ciarlatani” al minimo risultato sorprendente, la comunità scientifica non dovrebbe unirsi per amplificare queste ricerche per il bene comune?
Che senso ha allora essere uno scienziato, se si tratta di rimanere nel quadro del “scientificamente accettato” e non osare più staccarsi dalle vecchie concezioni ?
By Thibaut Masco di Santé Non Censurée