Potenziale di OSSIDO – RIDUZIONE, Redox (Principi)
Le reazioni di ossidoriduzioni o RedOx sono reazioni nelle quali si ha variazione del numero di ossidazione (n.o.) di ioni o atomi caricati elettricamente.
Nelle reazioni d’ossido-riduzione avviene uno scambio d’elettroni in maniera tale da variare lo stato d’ossidazione degli elementi suscettibili a questo fenomeno. Nelle reazioni d’ossidazione un elemento può perdere elettroni raggiungendo uno stato d’ossidazione più positivo.
Una reazione di ossido-riduzione (reazione redox) è una reazione nella quale una sostanza perde elettroni: (elettrone, di valenza, in inglese: valence electron. L’elettrone è una particella elementare che ha carica elettrica pari a 1.6 10–19 coulomb e massa pari a 9.1 10–28 grammi. Negli atomi gli elettroni sono distribuiti esternamente al nucleo in vari livelli di energia – orbite. Gli elettroni degli strati più esterni (elettroni di valenza) partecipano alla formazione dei legami con altri atomi e conferiscono a ciascun elemento le sue peculiari proprietà chimiche).
La sostanza quindi perdendo elettroni (si ossida), mentre un’altra sostanza li acquista (si riduce).
La specie chimica che si ossida cede elettroni ed aumenta il numero di ossidazione (> n.o.).
La specie chimica che si riduce acquista quegli elettroni, diminuendo il numero di ossidazione (< n.o.). Ovviamente la specie chimica che si ossida funge da riducente mentre, al contrario, quella che si riduce funge da ossidante.
Ossidarsi significa quindi avere una carica più positiva (+) di prima e Ridursi significa avere una carica più negativa (-) di prima.
Un esempio di reazione di ossido-riduzione è la combustione delle molecole che compongono il legno, la carta, il carbone si ossidano e si trasformano in CO2 ed altri residui ossidati, mentre l’ossigeno dell’aria si riduce, trasformandosi in acqua.
le molecole: mole’cola, in inglese, molecole. Una molecola è l’unita’ elementare di una sostanza ed è costituita da due o più atomi (eguali o diversi tra loro) uniti da legami covalenti o ionici.
legame covalente, in inglese: covalent bond. Il legame covalente (simboleggiato nelle formule strutturali con un trattino tra i simboli degli atomi) è un legame che si stabilisce tra due atomi che mettono in comune una o più coppie di elettroni del guscio elettronico più esterno.
Si ha un legame covalente puro (non polare) quando gli atomi hanno elettronegatività identica; ne sono esempi H2, O2, Cl2.
Si ha invece un legame covalente polare quando i doppietti elettronici in comune tra gli atomi non sono equamente condivisi. In questo caso gli elettroni di legame sono più vicini all’atomo più elettronegativo, che acquista così una parziale carica negativa, mentre l’altro atomo acquista una parziale carica positiva.
Si chiamano molecole organiche i composti del carbonio, con esclusione dei composti minerali di questo elemento (CO, CO2, carburi, carbonati).
Ossidazione e Riduzione avvengono sempre contemporaneamente, per il trasferimento di elettroni da un atomo ad un altro.
In una reazione ossido-riduttiva il bilancio delle cariche deve essere uguale a zero.
Vedi anche:
http://www.itchiavari.org/chimica/materiali/red2.html
http://www.scienzeweb.it/dizionari/chimica/definizioni/definizione.asp?testo=78
http://www.liceofoscarini.it/fisica94/nelchemredox.html
http://www.nonsolofitness.it/argomenti/biochimica.asp?bio=5
Bibliografia:
Principi di biochimica: di Nelson David L.; Cox Michael M. ; Zanichelli
Biochimica: di Berg Jeremy M.; Tymoczko John L.; Stryer Lubert ; Zanichelli
Fondamenti di biochimica: V. Donald; Voet Judith G.; Pratt Charlotte W. ; Zanichelli
Respirazione e buona Digestione (Polmoni + Intestino) sono fondamentali nella funzione di assorbimento di Elettroni e Protoni dall’aria e dalle sostanze ingerite, questo per raggiungere e/o mantenere un elevato standard-gradiente RedOx, estremamente necessario per il mantenimento di una buona Salute o per il recupero di essa; questi sono i due interventi indispensabili e necessari per stimolare l’autoguarigione.
Negli esseri umani, per esempio il pH del sangue deve rimanere costante attorno a pH 7.4, altrimenti la morte può sopraggiungere. Cosiccome il pH dei liquidi del corpo i quali, per mantenere la buona salute, DEVONO rimanere leggermente basici ! (vedi 1) + (2) + (3)
Ma un determinato pH ha enormi variabili di resistività (ro’), misurabile in Ohms e di carica ionica, ovvero di potenziale elettronico (rH2), misurabile in microVolt. Essi sono SEMPRE correlati ed interdipendenti !
Se non si tiene conto di queste variabili è impossibile avere un panorama chiaro, completo e descrittivo (es.:nell’esame del sangue e dei valori reali del suo pH, oppure in quello dell’urina, saliva, ecc.) della salute di un essere umano od animale:
Bibliografia:
1. Frassetto Lynda and Sebastan Antony – “Age and Systemic Acid-Base Equilibrium”, Analysis of Pubblished Data, Journal of Genrontology: Biological Sciences 1996, Vol51A. N° 1,B91-B99
2. Frassetto Lynda et al – “Diet, evolution and aging”, European Journal of Nutrition, Vol40, N° 5, 2001
3. Prakova Gospodinga R. – “Mornitoring of Acid-Base Status of Workers at a methylMethacrylate and Polymethyl Metha crylate Production Plant in Bulgaira”, American Industrial Hygiene Association Journal 64:11-16, 2003
4. Wang Sang – “Reverse Aging”, ISP Publishing, Miami FL, 1990
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Ruolo dell’integrazione naturale nelle sindromi da alterata utilizzazione dell’ossigeno
L’ossigeno rappresenta l’elemento vitale per eccellenza. Esso, infatti, funge da accettore degli atomi di idrogeno estratti dai vari macronutrienti (glicidi, lipidi, amminoacidi e proteine) per generare, a livello dei mitocondri, l’adenosintrifosfato (ATP), principale fonte di energia chimica per le cellule. Pertanto, una riduzione significativa dei livelli di ossigeno nei tessuti, nota come ipossia, può comportare una serie di conseguenze più o meno gravi sull’economia dell’intero organismo, in funzione non solo della sua entità ma anche della sua durata.
L’ipossia acuta, cioè di durata limitata nel tempo, come quella che può verificarsi in seguito ad una transitoria riduzione del flusso sanguigno nel microcircolo (per vasospasmo o parziale obliterazione del lume vascolare da parte di formazioni trombo-emboliche) può favorire il rilascio di calcio dai depositi cellulari, con conversione dell’enzima xantina-deidrogenasi in xantina-ossidasi, ed imprimere una spinta ai processi metabolici in senso anaerobio, con produzione di cataboliti acidi e conseguente abbassamento del pH.
Ciò determina, a sua volta, il rilascio di ferro o rame dalle relative proteine di trasporto con scissione degli idroperossidi circolanti in radicali liberi dell’ossigeno. Il livello di questi ultimi, paradossalmente, aumenterà ancora, proprio dopo il ripristino del flusso sanguigno, per riduzione dell’ossigeno da parte della xantina-ossidasi (danno da ischemia-riperfusione). Di qui una condizione subdola di stress ossidativo, un fattore di rischio emergente per la salute, associato non solo all’invecchiamento ma anche ad una serie di patologie (aterosclerosi, diabete, obesità, coliti, neoplasie etc.).
D’altro canto, anche l’ipossia cronica, cioè protratta nel tempo, dovuta a carenza di ossigeno nell’aria respirata (ipossia ipossica), a riduzione della concentrazione di emoglobina nei globuli rossi (ipossia anemica), a ristagno del sangue nel microcircolo (ipossia anossica) o a danno “chimico” della catena respiratoria (ipossia istotossica) sortirà i suoi effetti negativi, generando un caratteristico quanto insidioso corteo sintomatologico (astenia, cefalea, ronzii auricolari, stentata crescita dei capelli e delle unghie etc.).
La gestione delle sindromi da alterata utilizzazione dell’ossigeno prevede, accanto all’approccio convenzionale (anamnesi, esame obiettivo, indagini strumentali e di laboratorio), l’esecuzione di specifici test biochimici per la valutazione dello stress ossidativo e, quando possibile, un trattamento causale. In tale contesto, può risultare particolarmente utile per il paziente l’azione coadiuvante di una miscela complessa di natura colloidale, contenente dispersi in acqua solfato di deuterio, 17 amminoacidi, 34 enzimi e 78 minerali, in tracce. Numerose evidenze, infatti, suggeriscono che questo prodotto incrementa la biodisponibilità di ossigeno a livello cellulare attraverso un meccanismo verosimilmente on demand, con aumento, quindi, dei livelli di energia, senza il rischio degli effetti indesiderati di questo prezioso elemento per la concomitante quanto ben documentata potente attività antiossidante.
vedi a conferma: REDOX e Salute By Samuelson
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Stress ossidativo, Stress emozionale
Questo “processo cellulare” non è mai stato ben compreso, neé tenuto in sufficiente considerazione, quindi poco noto, nella medicina ufficiale, salvo che da parte di certi medici super specializzati, mentre nella Medicina Naturale esso è alla base di ogni ammalamento.
Ruolo del mitDNA (mitocondriale) in risposte tossiche da stress ossidativo – PDF
Nel corso degli anni ’50 si scoprì che una grave forma di cataratta neonatale responsabile di cecità (la fibroplasia retroenticolare) era in qualche modo correlata con la somministrazione, nei primi attimi di vita, di ossigeno a pressioni parziali superiori a quelle esistenti nella nostra atmosfera.
Qualche anno dopo veniva dimostrato che questa terapia iperbarica ante litteram era in grado di determinare la produzione di specie chimiche reattive centrate sull’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS), i comuni radicali liberi dell’ossigeno, in definitiva responsabili dell’opacamento del cristallino osservato nei neonati. Altre ricerche intanto, in apparente contrasto con le precedenti, documentavano come alcune ROS erano indispensabili nella difesa dell’organismo contro le infezioni da taluni germi patogeni. Da allora i risultati di migliaia di studi sperimentali e clinici hanno portato alla conclusione che in qualsiasi organismo aerobio l’ossigeno genera continuamente e “fisiologicamente” specie chimiche più o meno altamente reattive, di enorme importanza per il mantenimento dell’omeostasi. Queste ROS, infatti, insieme ad altre specie chimiche ossidanti controllano una serie di funzioni vitali, quali la difesa contro germi patogeni e cellule tumorali, l’espressione di alcuni geni ecc.
Oggi appare chiaro che nell’Uomo esiste un delicato equilibrio fra produzione ed eliminazione di radicali liberi (NdR: e delle tossine), normalmente spostato verso una condizione in grado di garantire la presenza di una determinata quantità di specie reattive, indispensabili per il corretto svolgimento delle funzioni vitali ad esse legate.
L’eventuale, ulteriore eccesso di tali specie ossidanti viene eliminato dal sistema di difesa antiossidante. Ma se nell’organismo la quantità di radicali liberi aumenta in maniera significativa, per un incremento della loro produzione e/o per una inefficienza delle difese antiossidanti, si viene a determinare una condizione patologica denominata stress ossidativo.
Oggi lo stress ossidativo è ritenuto un fattore di rischio importante non solo per l’invecchiamento precoce, ma anche per il successivo sviluppo di patologie ad insorgenza subdola e ad andamento cronico spesso invalidanti quali il diabete, la colite, l’obesità, l’artrite, la degenerazione maculare della retina ecc. E particolari relazioni sembrano esistere fra lo stress ossidativo e lo stress emozionale, una condizione o stato di tensione psicofisica scatenato da una situazione imprevista che, come tale, può assumere una valenza sia positiva (eu-stress) che negativa (di-stress).
Condizione reattiva dello stress
Infatti, almeno nella sua forma acuta e “benigna” (eu-stress), lo stress è una condizione reattiva, di chiaro significato adattativo (lotta per la sopravvivenza) che mette l’organismo, sottoposto a vari stressori (agenti fisici, chimici, biologici, psicologici), nelle condizioni ottimali per affrontare una situazione minacciosa, imprevista o imprevedibile col fine ultimo di superare, evitare l’emergenza.
La dilatazione delle pupille, l’accelerazione del battito cardiaco, i tremori, la sudorazione fredda, la stipsi, la riduzione della diuresi ecc., sono le manifestazioni più eclatanti di tale “fisiologica” reazione.
Purtroppo, il persistere degli stressori e/o la loro inadeguata rimozione, comporta la cronicizzazione dello stress. Sarà questo “di-stress” ad innescare meccanismi potenzialmente dannosi per la salute (alterazioni neuropsichiche, turbe vasomotorie ecc.).
Ed è affascinante considerare che per lo stress ossidativo possa esistere un eu-stress e un di-stress.
La condizione di eu-stress ossidativo andrebbe individuata nel sopra accennato “fisiologico” squilibrio tra produzione ed eliminazione di radicali liberi, quale continua risposta adattativa che consente all’organismo di far fronte alle sue esigenze vitali. Ovviamente, il persistere dello stressore comporterà la cronicizzazione della reazione con tutte le conseguenze indesiderate di una risposta che alla fine si ritorce contro l’organismo stesso (di-stress).
Mentre la persistenza dell’agente infettivo – dovuta all’entità della carica patogena o alla specifica virulenza dei batteri – comporta il protrarsi della produzione di radicali liberi che, non più adeguatamente contrastata dai sistemi di difesa antiossidanti, potrà innescare un danno dapprima d’organo e poi sistemico. Purtroppo, queste due forme di stress tendono oggi sempre più a sovrapporsi non solo nei single ma anche nelle persone impegnate in una vita di coppia, sempre più minacciata da vecchi e nuovi stressori fisici, psichici ed ambientali, che impediscono il realizzarsi dell’armonico equilibro fra la naturale aspirazione ad un proprio spazio e il bisogno di aprirsi all’altro.
Un aiuto naturale
In tali situazioni può trovare utile indicazione, accanto ai tradizionali presidi di ordine psicologico, il ricorso intelligente e mirato ad integratori di origine naturale.
Così, se per Lei e Lui il problema è un aumento della conflittualità, può essere utile assumere dei prodotti naturali in gocce sublinguali, scegliendo un potente ed adatto neuromodulatore naturale attivo anche sul metabolismo dei fosfolipidi e degli amminoacidi, cioè assumendo un’integratore naturale a base diversi amminoacidi ed enzimi, oltre a minerali e solfato di deuterio in tracce, l’unico vero PASS PER IL BENESSERE. Anche quello di coppia.
By Prof. Iorio Eugenio Luigi
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Misurare lo stress ossidativo in vivo
Il corretto equilibrio tra la reazione di ossidazione e la sua inversa, la riduzione, è l’ago della bilancia tra salute e malattia.
I Tumori, patologie del sistema nervoso come il Parkinson, le patologie cardiovascolari e l’invecchiamento, hanno una cosa in comune: i tessuti che ne vengono colpiti mostrano variazioni ossidative a carico di importanti biomolecole.
Queste sono causate da molecole di ossigeno relative tra cui i famigerati radicali liberi, che sono formati da prodotti di scarto della respirazione cellulare e che attaccano le proteine cellulari, gli acidi nucleici e gli acidi grassi.
Negli ultimi anni è stata riconosciuta anche l’utilità di queste molecole di ossigeno reattive, poiché si è scoperto il loro ruolo nella regolazione dei maggiori processi biologici come la crescita e la morte delle cellule.
Il corretto equilibrio tra la reazione di ossidazione e la sua inversa, la riduzione, è l’ago della bilancia tra salute e malattia: il cosiddetto stress ossidativo si origina quando questo equilibrio è sbilanciato in favore dei processi che promuovono l’ossidazione.
Finora risultava estremamente difficoltoso per gli scienziati misurare il livello di ossidazione e quindi lo stato di stress ossidativo di una cellula vivente.
Queste difficoltà sono state superare ora grazie a uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature” e firmato da Tobias Dick e collaboratori del German Cancer Research Center, insieme con i colleghi della Università di Heidelberg, nell’ambito della quale è stato sviluppato un sensibile biomarcatore in grado di misurare lo stato di ossidazione del glutatione.
È questa una importante molecola di protezione che cattura una larga parte delle molecole di ossigeno reattive all’interno di una cellula. Se una buona parte di glutatione è presente in uno stato ossidato, ciò rappresenta un importante indicatore dello stato di ossidazione complessivo della cellula.
Nel corso dello studio, le cellule sono state dotate di una proteina fluorescente che reagisce alle variazioni nel livello di ossidazione rilasciando segnali luminosi. Poiché la proteina fluorescente non è di per sé sufficientemente sensibile, è stata accoppiata con un enzima chiamato glutaredoxina.
Tale enzima “misura” lo stato ossidativo del glutatione e ne trasmette il valore alla proteina fluorescente.
Il biosensore sviluppato da Dick e colleghi misura così le più piccole variazioni nello stato di ossidazione del glutatione senza distruggere la cellula. Ancora più rilevante, secondo gli autori, è la sua risoluzione temporale.
Secondo Tobias Dick: “Al fine di misurare le variazioni a breve termine dello stato di ossidazione, i sistemi devono reagire istantaneamente e il modo dinamico. Tutto ciò è garantito dal nostro biosensore, in grado di funzionare fino alla scala dei secondi.”
Questo sistema di misurazione in definitiva permette ai ricercatori di determinare quelle variazioni a breve termine che si verificano quando i composti dell’ossigeno reattivi sono rilasciati come molecole di segnalazione.
Tuttavia il biosensore potrebbe essere altrettanto utile nella ricerca farmaceutica, per esempio, per determinare l’effetto di nuove sostanze sui processi ossidativi e quindi sullo stato di stress delle cellule. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it – Mag 2008
Lo Stress Ossidativo
E’ causato da uno sbilanciamento tra la produzione di ossigeno reattivo e l’abilità di un sistema biologico di detossificare prontamente gli intermedi di reazione o di riparare facilmente il danno risultante. Tutte le forme di vita mantengono un ambiente riducente entro le proprie cellule; l’ambiente cellulare redox è preservato da enzimi che mantengono lo stato ridotto attraverso un costante input di energia metabolica. Eventuali disturbi in questo normale stato redox può causare effetti tossici per la produzione di perossidi e radicali liberi che danneggiano tutti i componenti della cellula, incluse proteine, lipidi e DNA.
Comunque, le specie reattive dell’ossigeno possono essere benefiche, come quando usate dal sistema immunitario come via per eliminare patogeni e come una forma di oscillazione e comunicazione cellulare
Il termine STRESS OSSIDATIVO identifica la modificazione del normale equilibrio intracellulare tra sostanze ossidanti, prodotte fisiologicamente durante i processi metabolici e il sistema di difesa antiossidante che svolge la funzione di neutralizzarle.
Numerosi processi fisiologici e patologici (intossicazione, infiammazione, le infezioni, la carcinogenesi, l’invecchiamento, i processi di riparazione cellulare, le radiazioni etc.) possono aumentare la produzione di sostanze ossidanti, dette specie reattive dell’ossigeno (ROS) o più comunemente radicali liberi e/o compromettere il sistema di difesa antiossidante.
Quando le sostanze ossidanti prevalgono e/o le sostanze antiossidanti si riducono, si configura lo stress ossidativi. La maggior fonte di sostanze ossidanti è la catena respiratoria mitocondriale. A questo livello si producono radicali liberi,le principali sostanze ossidanti elaborate dall’organismo.
I radicali liberi sono sostanze derivate dall’ossigeno molecolare, caratterizzate dalla presenza di elettroni spaiati. Sono altamente reattivi e possono danneggiare il DNA, le proteine, i carboidrati ed i lipidi. Intervengono nei normali processi di crescita e morte della cellula e sono coinvolti nelle risposte infiammatorie.
L’eccessiva presenza di radicali liberi quando non opportunamente contrastato dal sistema antiossidante può provocare alcune importanti alterazioni patologiche tra cui: l’apoptosi, la proteolisi incontrollata, l’azione mutagena sul DNA, la per ossidazione lipidica.
Le evidenze scientifiche disponibili sono attualmente concordi nel ritenere che lo stress ossidativo costituisce uno dei fattori di rischio emergenti per la salute. Ad esso, infatti, risultano associati non solo l’invecchiamento precoce, ma anche una serie di quadri morbosi, spesso di natura degenerativa e ad andamento cronico, che vanno dalla malattia di Parkinson alla demenza di Alzheimer, dal diabete mellito, all’obesità, dall’ipertensione arteriosa all’aterosclerosi e persino al cancro, nelle sue diverse forme e localizzazioni.
Ma cosa è, esattamente, lo stress ossidativo ?
(NdR: Questo sono dei Dati indicati e tratti dalla Medicina ufficiale ma, secondo la Medicina naturale, assai incompleti, anche se riportati da diversi autori)
Lo stress ossidativo è il principale evento patogenetico che si verifica in varie malattie umane, da quelle metaboliche a quelle proliferative.
Quindi lo stress ossidativo è una condizione patologica, trasversale a molte malattie note, derivante dalla rottura del fisiologico equilibrio fra la produzione e l’eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidante, di specie chimiche generalmente molto reattive, comunemente chiamate “radicali liberi”. Normalmente, l’organismo è in grado di far fronte all’attacco di questi ultimi mettendo in atto una serie di meccanismi protettivi, per lo più di natura enzimatica (glutatione perossidasi, superossidodismutasi e catalasi), che possono essere rinforzati dall’assunzione, dall’esterno, di una serie di micronutrienti contenuti in alimenti o integratori nutrizionali.
Questa “barriera”, che si oppone a/l’ossidazione, è localizzata sia all’interno delle cellule che all’esterno di esse, come ad esempio, nel plasma. Qui, alla sua costituzione concorrono numerosissime sostanze e, in particolare, quelle dotate di gruppi “tiolici” o “sulfidrilici” (-SH), ai quali è universalmente riconosciuta un’azione “scavenger” (“spazzino”) diretta nei confronti delle specie ossidanti circolanti, quali gli idroperossidi (ROOH).
Possiedono gruppi sulfidrilici liberi e, quindi, attivi contro i radicali liberi, il Glutatione, la cisterna, l’acido tipoico ecc.
Esistono relazioni fra radicali liberi, antiossidanti e cancro ?
Quando l’efficienza della barriera di difesa antiossidante plasmatica si abbassa e, in particolare, si riduce la concentrazione dei titoli ridotti, i radicali liberi, non più adeguatamente contrastati, possono attaccare qualsiasi componente tissutale, all’esterno e all’intero delle cellule, fino ad ossidare, nei casi estremi, il DNA, depositario dell’informazione genetica, con possibile effetto mutageno e, quindi, cancerogeno. Di qui l’importante ruolo protettivo e, quindi, preventivo degli antiossidanti, da assumersi sia attraverso l’alimentazione che, quando indicato, tramite alcuni specifici integratori.
E’ possibile misurare lo stress ossidativo ?
Lo stress ossidativo può oggi essere agevolmente misurato grazie al panel di test messo a punto dal chimico piacentino Mauro Carratelli. Tale panel si basa sull’esecuzione del d-ROMs test (determinazione dello stato ossidante globale del siero, principalmente attribuibile agli idroperossidi; valori normali 250-300 U CARR, dove 1 U CARR equivale a 0,08 mg/dL di perossido di idrogeno), del BAP test (determinazione del potenziale biologico antiossidante, espresso in termini di attività plasmatica ferro-riducente; va/ore ottimale >2200 pmoli/L) e deli’SHp test (dosaggio dei titoli plasmatici totali; valori normale 4S0-650 fimoli/L).
Queste analisi, come anche il dosaggio degli isoprostani, sono particolarmente utili per individuare una condizione di stress ossidativo e per monitorare eventuali trattamenti con antiossidanti.
Tratto dai lavori sul cancro e sua eziopatogenesi, del ricercatore palermitano, Giovanni Puccio
Prevenzione e Cura di TUTTE le malattie anche quelle degenerative
Come abbiamo da sempre affermato in Medicina Naturale le malattie degenerative sono l’ultimo anello di una catena patologica iniziata molti anni prima dai Conflitti Spirituali, secondo il principio:
“Ogni Conflitto Spirituale irrisolto quindi, scende dai “cieli” dello Spirito nel corpo fisico ed a fissarsi nei tessuti del connettivo e successivamente nelle cellule del tessuto dell’organo bersaglio stesso, che è collegato all’archetipo conflittuale, generando in esse stress detto “ossidativo”, cioe’ malfunzione cellulare.
Gli errori Spirituali (trasgressioni alle leggi della migliore sopravvivenza) fanno compiere al soggetto azioni sbagliate (consciamente od inconsciamente) che alterano SEMPRE l’autoregolazione ormonale ed il potere acido/basico (pH) ossido/riducente (rH) e quello dielettrico (rò) di tessuti e cellule generando alterazione del metabolismo, quindi i processi omeostatici si alterano e anche la Termica corporea, producendo moria della flora batterica intestinale, alterazioni Nutrizionali e quindi intossicazione di tutti i liquidi corporei, il Terreno, la Matrice, i liquidi del corpo”, generando con lo Stress Ossidativo indotto, intossicazione corporea e cellulare quindi infiammazione e quindi formando e manifestando l’Unica malattia con migliaia di sintomi personalizzati.
Anche gli studi del ricercatore italiano Giovanni Puccio con il quale ho collaborato, non si discostano da questi principi Naturali.
Scopo della Medicina Naturale è di scoprire la VERA eziopatogenesi delle malattie ed in particolare quella delle degenerative e come prevenirle.
Ecco in modo assai riassuntivo le nostre “scoperte”, che pero’ sono identiche agli antichi principi della Medicina Naturale.
Un organismo è sano SOLO quando il suo sistema di osmosi cellulare è in perfetta funzione e questa salubre funzione e’sempre determinata dall’equilibrio elettrochimico (giusti rapporti) fra liquidi extra cellulari e quelli endo cellulari, tutto ciò mantiene attivo e perfettamente funzionante oltre al sistema di Nutrizione cellulare, tissutale ed organico anche quello immunitario.
I giusti rapporti bio elettronico chimici della cellula fra il suo interno (Citoplasma) e l’esterno – i liquidi intra ed extra cellulari, cioè il Terreno-Matrice), è basato sulla stabilità del potenziale di membrana e quindi sui giusti rapporti acido-base e sulla regolarità del meccanismo della pompa sodio-potassio (NA/K) ed i giusti rapporti calcio-magnesio (CA/MG), che oltre a mantenere un regolare e giusto rapporto degli elementi chimici, della nutrizione cellulare mantengono un regolare e salubre potenziale di transmembrana.
La funzionalità regolare e salubre delle ”pompe” (NA/K e C/MG) è salvaguardata dall’acido ascorbico (vitamina C), che salifica i quattro elementi NA/K e CA/MG nei relativi ascorbati.
Ma la vitamina C, cioe’ l’acido ascorbico, per salificare i quattro elementi deve stare allo stato” ridotto” e questi è mantenuto tale dai gruppi tiolici -SH, legati principalmente al Glutatione, sostanza preparata e specializzata dal fegato, fino a quando non e’ intossicato.
Il nostro organismo ha sviluppato fin dalle sue origini piu’ remote, vari sistemi difensivi per proteggersi dai continui attacchi dei radicali liberi, per mezzo degli antiossidanti.
E’ quindi importante che nell’organismo vi sia equilibrio fra produzione di radicali liberi e livelli di difese antiossidanti.
Se vengono prodotti troppi radicali liberi (per esempio, in conseguenza ad un’alimentazione squilibrata, un prolungato stress psico-fisico, vaccinazioni, utilizzo di farmaci di sintesi, consumo di alcool, fumo, droghe, un’esposizione impropria a radiazioni, ad inquinanti ambientali ecc.) si sviluppa una condizione di stress ossidativo che può determinare la comparsa di un danno cronico anche grave.
E qui innestiamo, dagli studi del ricercatore Giovanni Puccio, il quale ha ben spiegato in modo semplice e chiaro, i meccanismi che abbiamo sopra descritti.
Nonostante la rapida evoluzione in medicina, degli strumenti diagnostici e terapeutici a nostra disposizione, nel corso degli ultimi anni e sopra tutto nei paesi industrializzati il tasso di mortalità in seguito alle malattie degenerative (artrite, disturbi neurologici, cataratta, cancro, malattie autoimmuni, ecc.) e quelle cardiovascolari (arterosclerosi, infarto, ecc.) è notevolmente aumentato. Per queste patologie, come per l’invecchiamento, è stato ormai evidenziato e lo ricordiamo ancora, lo stretto coinvolgimento dei radicali liberi (Tossine).
I radicali liberi sono sostanze altamente reattive che se non neutralizzate prontamente, si legano ed ossidano:
I lipidi delle membrane cellulari ad alterazioni funzionali delle cellule e di conseguenza, dei tessuti di appartenenza.
Le lipoproteine a bassa densità (LDL), che diventano LDL ossidate, che sono sostanze particolarmente citotossiche che danneggiano l’integrità dell’endotelio del vaso sanguigno dove si trovano. Di conseguenza, si induce lo sviluppo e la progressione delle lesioni arterosclerotiche e quindi delle malattie cardio-vascolari.
Gli acidi nucleici (DNA ed RNA), con conseguente danneggiamento del materiale genetico: le mutazioni del codice genetico.
Le proteine, sia quelle strutturali (acido ialuronico, collagene, ecc.) che quelle regolatorie (enzimi, ormoni, emoglobina, nucleoproteine (*), ecc. ), con conseguenti danni strutturali e funzionali all’organismo. (*) Una nucleoproteina è una proteina strutturalmente associata agli acidi nucleici (sia DNA che RNA). L’esempio tipico è rappresentato dagli istoni, che sono identificabili sugli intrecci dei filamenti di cromatina. La telomerasi, una ribonucleoproteina, e le protammine sono altri esempi di nucleoproteine.
Tratto in parte dalla relazione scientifica “Eziopatogenesi del cancro” depositata in tribunale nel 2000 dal Ricercatore G. Puccio:
Questi gruppi hanno il compito di mantenere allo stato ridotto tutto il sistema antiossidante e le proteine ma soprattutto di mantenere stabile il rapporto ossido/riducente dell’organismo dal quale ricava energia e di legare ed eliminare i veleni che attaccano l’organismo dall’esterno e dall’interno ma soprattutto la cellula. Infatti ogni gene ha un enzima e l’enzima è correlato all’RNA . Sono molte centinaia gli enzimi indispensabili legati ad ogni gene.
Principalmente vengono intaccati i mitocondri delle cellule ove questi messaggi biochimici tossici arrivano e si depositano con tutto il loro “veleno” informazione + sostante tossiche, sopra tutto nel caso di Vaccini a virus (cioè proteine lipidiche, tossiche, a DNA).
L’immissione del veleno blocca l’enzima (e di conseguenza il sistema enzimatico) e questi si ripercuote sull’RNA (DNA) che viene lesionato.
L’informazione genetica resta cosi alterata e la degenerazione cellulare e quindi tissutale può presentarsi in qualsiasi momento, anche dopo anni.
Volendo semplificare al massimo diciamo che per mantenere attivo e funzionante un buon sistema biochimico (equilibrio elettrochimico della cellula e sistema immunitario) dobbiamo tenere sotto controllo i gruppi tiolici che sono ubiquitari nell’organismo, ma che le grosse riserve sono presenti nel fegato.
Infatti questi intervengono sempre in caso di immissione di veleni nell’organismo (esempio con farmaci di sintesi e/o i Vaccini) per evitare che intervenga gli stress ossidativi) che si traducono in alterazioni: della omeostasi (ca++); membrane cellulari; mitocondri; citoscheletro; proteine; DNA; ATP – Redox.
Una delle molecole organiche legati ai gruppi SH è il Glutatione presente negli eritrociti 21/46 mg per 100 mi di sangue intero, la molecola più importante. Quindi sulla base della nostra esperienza possiamo dire che tenere sotto controllo i gruppi tiolici ci permette di prevenire l’alterazione della cellula e del sistema immunitario e quindi le malattie degenerative.
1) ascorbato + agente ossidante, -> deidroascorbato+ H2O2
2) deidroascorbato+- 2 GSH -} ascorbato+ GSSG
3) H2O2 +2GSH-} 2 H2O+ GSSG
4) GSSG + NADPH + Tt -> 2GSH + NADP+
Riepilogando: questi esami oltre alla prevenzione servono per monitorare tutte le terapie adottate e le evoluzioni delle patologie seguenti: ustioni ischemìe, cardiopatie, traumi cerebrali, cancro, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, distrofia muscolare, parkinson, alzheimer, lyme borreliosis, leucemie, ecc. ecc è soprattutto l’istaurarsi di una flogosi acuta.
La terapia crap riesce ad integrare facilmente i gruppi -SH (dimostrato ) e quindi tutto il sistema antiossidante in pochissimo tempo portando l’organismo a riequilibrarsi nel suo giusto rapporto ossidante riducente e quindi ristabilire il sistema immunitario. Integrando il sistema riducente la cellula non potrà mai degenerare.
La presente è stata redatta da Rossetta Puccio, Segretaria dell’associazione: “EMMANUELE”
By Giovanni Puccio,
ricercatore, consulente scientifico e Presidente dell’Associazione per la Ricerca Scientifica, con la collaborazione esterna del dr. Jean Paul Vanoli (admin di questo sito).