ANTIBIOTICI e loro danni
Il crollo di un mito: Antibiotico – vedi: Malattie da antibiotici e Vaccini
Farmacologi ed esperti di malattie infettive concordano ormai che stiamo entrando nell’era post-antibiotica.
L’era della “pallottola magica” (per usare l’espressione che Paul Ehrlich coniò più di ottant’anni fa a proposito del primo farmaco efficace contro la sifilide) è tramontata. Nel 1945 lo scopritore della penicillina, l’inglese Alexander Fleming, ricevette, a motivo dell’eccezionale risultato, il premio Nobel per la medicina, ma era già un anno che circolavano ceppi di Stafilococcus Aureus che erano in grado di disattivare la più potente pallottola magica mai prodotta dall’umanità contro i batteri. Come era potuto accadere ?
Verosimilmente, l’uso massiccio di penicillina, da quando negli Stati Uniti iniziò la produzione industriale (era il 1941), aveva selezionato dei ceppi batterici capaci di produrre un enzima che rompe la molecola di penicillina rendendola inattiva e quindi inefficace. Da quel momento è stata una rincorsa continua tra antibiotici di nuova generazione e batteri resistenti: qui sotto ne riassumiamo le principali tappe:
A 50 ANNI dalla PENICILLINA i BATTERI RISCHIANO di STRAVINCERE
La rincorsa Batteri-antibiotici
1941
Inizia negli Stati Uniti la storia industriale di produzione della penicillina. All’epoca la penicillina si mostra in grado di distruggere virtualmente la totalità dei batteri Gram-positivi*.
1944
Vengono segnalati i primi ceppi resistenti alla penicillina: appartengono allo Stafilococcus aureus.
Questo batterio si mostra capace di secernere una sostanza (che prima venne chiamata “penicillinasi'”e poi “beta-lattamasi”) che blocca la penicillina. Da allora una percentuale crescente di Stafilococcus aureus diviene resistente non solo alla penicillina, ma anche alla ampicillina e ad altre penicilline.
Oggi più del 95% dei ceppi di Stafilococcus aureus è resistente alla penicillina.
Anni 70′
L’industria farmaceutica mette in campo le penicilline semisintetiche, come la meticillina.
Anni 80′
Si segnalano in Inghilterra, Polonia e Danimarca e, successivamente, negli Stati Uniti (NdR: ed ormai negli anni 2000, anche negli altri ospedali in tutte le nazioni del mondo) ceppi di Stafilococcus aureus resistenti anche alla meticillina. La sigla scientifica di questi nuovi ceppi resistenti è MRSA (Meticillino Resistenti Stafilococcus Aureus)
Anni 90′
La nuova risposta farmaceutica è la vancomicina, efficace verso i MRSA, ma gli scienziati hanno già trovato che l’uso intensivo di questo nuovo antibiotico, soprattutto in ospedale, ha prodotto ceppi resistenti in altre specie batteriche (enterococchi). La rincorsa continua, ma ormai il cerchio si sta chiudendo: la ricerca batte il passo, al punto che nel 1993 la FDA ha registrato un solo nuovo antibiotico.
I batteri vengono distinti in due grandi gruppi, Gram-positivi e Gram-negativi, a seconda della colorazione che assumono in laboratorio secondo un metodo inventato dal medico olandese Grani.
Fonte: M.L. Cohen Epìdemiology ofDrug Resistance: Implicationsfor a Post-Antìmicrobial era, in ‘Science’, 1992, 257: 1050-1055; H.C. Neu The Crisis in Andbìotic Resistance, in ‘Science’, 1992, 257: 1064-1072.
Tratto da: “Psiconeuroimmunologia” di F. Bottaccioli – Ediz Red
Anni 2000 le antibiotico resistenze sono ormai divenute un fenomeno molto frequente e la rincorsa alla produzioni di nuovi tipi di antibiotici si fa sempre piu’ difficile se non impossibile.
Quindi i Batteri hanno Vinto la loro “battaglia” dimostrando…che la strada intrapresa NON era quella Giusta !
Quando cambieranno le strategie della Sanita’ mondiale, seguendo le indicazioni della Medicina Naturale ? se cio’ avverra’ la medicina fara’ passi da gigante a favore del benessere degli esseri Viventi ed a sfavore delle case farmaceutiche….ma prima o poi’ speriamo che cio’ avvenga ed anche al piu’ presto per il bene dei malati !!
vedi:
Anni 2010 – Antibiotici in ospedale: meno prescrizioni, più benefici
Educare i medici prescrittori sull’uso di antibiotici in ospedale, può limitarne l’impiego eccessivo, non solo riducendo infezioni e resistenze, ma anche aumentandone l’efficacia terapeutica e, in ultima analisi, migliorando la prognosi dei pazienti e facendo risparmiare denaro agli ospedali..
Ecco le conclusioni dell’aggiornamento di una revisione Cochrane sull’argomento, coordinata da Peter Davey, professore di farmacoeconomia all’università di Dundee nel Regno Unito. «Nonostante gli sforzi per promuovere l’uso appropriato degli antibiotici, i medici continuano a prescriverli in modo eccessivo e i dati pubblicati stimano che fino al 50% delle somministrazioni ospedaliere sono inappropriate»
Anni 2015
La Infectious diseases society of America (Idsa) ha preparato una lista cinque punti sui quali medici e pazienti dovrebbero riflettere per poter scegliere in modo più saggio e utilizzare al meglio gli antibiotici e i test per valutare le malattie infettive. Al primo posto nella lista si colloca la batteriuria asintomatica che secondo gli esperti Idsa non deve essere trattata con antibiotici. «L’uso di antibiotici per questo disturbo è una delle principali cause dell’abuso di antibiotici» spiegano dall’Idsa precisando come la terapia antibiotica non porti – tranne in casi selezionati – a benefici o a riduzioni nella mortalità o nella morbilità, aumentando invece il rischio di infezione da Clostridium difficile e la generazione di batteri resistenti. L’attenzione degli esperti si sposta poi sulle infezioni del tratto respiratorio superiore che, ancora una volta, non richiedono la prescrizione di antibiotici.
Conclusione:…..Meglio ancora, evitarli
vedi: Antibiotici e sostituti naturali + Antibiotico resistenze 2 + Antibiotico + Pericolo farmaci
Gli antibiotici causano danni al sistema immunitario e riducono la crescita delle cellule cerebrali
https://sadefenza.blogspot.com/2020/01/gli-antibiotici-causano-danni-al.html
Antibiotici e loro danni
Già negli anni 1950 si registrava un aumento della somministrazione di antibiotici per via orale, a discapito di quella per via intramuscolare (la via più sicura utilizzata in precedenza). Tale incremento improvviso nell’uso degli antibiotici, specie sui soggetti vaccinati, può spiegare l’aumento dell’incidenza sulla popolazione dell’autismo e di altre alterazioni dello sviluppo, come i disturbi da deficit di attenzione (ADD, Attention Deficit Disorder).
Per esempio vediamo che popolazione infantile, l’infezione dell’orecchio medio (otite media) è una delle principali condizioni patologiche pediatriche curate con antibiotici. Nelgi US, i ricercatori Kontstantareas e Homatidis, dell’Università di Guelph (Ontario, Canada), hanno osservato un’elevata correlazione fra la prevalenza delle infezioni auricolari e l’incidenza dell’autismo. La correlazione tra autismo e uso massiccio degli antibiotici può essere spiegata così: l’eliminazione di tutti i normali batteri solitamente presenti nell’intestino provocata dalle terapie antibiotiche dà luogo alla proliferazione dei lieviti e di batteri antibiotico-dipendenti, di solito scarsamente presenti. Tali microrganismi, una volta cresciuti di numero, producono quantità anomale di molecole tossiche.
Queste, attraverso l’assorbimento intestinale, pervengono nel sangue, per mezzo del quale raggiungono tutti i tessuti, compresi quelli cerebrali, assieme ai metalli tossici contenuti nei vaccini anche sottoforma di nanoparticelle. Queste intossicazioni influenzano il metabolismo del soggetto, le sue funzioni neurologiche e, non ultimo, il suo comportamento.
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Neuropatia da fluorochinoloni, alert dell’FDA – Luglio 2013
L’uso di antibatterici della classe dei fluorochinoloni può provocare un serie effetto collaterale: una neuropatia periferica a carico di braccia o gambe, un evento raro ma i cui danni sono permanenti.
A seguito di questo aggiornamento sulla sicurezza dei fluorochinoloni, la Food and drug administration ha stabilito che i foglietti illustrativi (bugiardini) di tutte le molecole di questa classe e i testi medici dovranno segnalare questa evenienza, che può manifestarsi a breve distanza dall’inizio dell’assunzione del farmaco.
Secondo l’agenzia regolatoria statunitense il rischio sussiste con i medicinali somministrati per bocca o per via iniettiva, mentre le formulazioni topiche di fluorochinoloni per uso otologico e oftalmico non presentano questo rischio.
Tra i sintomi che devono mettere in allarme i pazienti: dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento, debolezza, diversa percezione del tatto, del dolore o della temperatura, alterata percezione della posizione corporea.
In presenza di uno qualsiasi di questi sintomi è necessario interrompere immediatamente l’assunzione del fluorochinolone e somministrare al paziente un antibiotico di un’altra classe farmacologica, a meno che non esistano alternative di pari efficacia.
Tratto da: doctor33.it
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Antibiotici: L’altra scelta !
Gli antibiotici sono sostanze prodotte da microrganismi, capaci di inibire la moltiplicazione di batteri, (azione batteriostatica), o di distruggerli, (azione battericida). Gli antibiotici agiscono sui batteri sia a livello della parete cellulare, sia del nucleo e del suo DNA.
Il primo antibiotico conosciuto e impiegato per usi terapeutici fu la penicillina, scoperta da Alexander Fleming, nel 1928.
Era un batteriologo britannico, che scoprì le proprietà, che avevano alcune muffe di pennicillum notatum, di bloccare la moltiplicazione dei batteri.
Per questo nel 1945 ricevette il premio Nobel per la medicina.
Fu una scoperta di notevole importanza, perché riusciva a guarire parecchie malattie infettive.
All’inizio bastavano qualche migliaia d’unità giornaliere di penicillina naturale per l’azione terapeutica. Oggi servono alcuni milioni di antibiotici di sintesi.
Questo perché l’industria farmaceutica, trasformò gli antibiotici da naturali in sintetici. Più potenti, ma anche con sempre maggiore resistenza batterica. Oggi usiamo in modo spropositato, e a volte inutilmente, sempre più antibiotici a largo spettro, che uccidono più tipi di forme batteriche, anche quelle saprofite, che ci difendono dalle malattie. Dopo alcuni giorni la malattia che sembrava guarita si ripresenta, perché non ci sono più batteri saprofiti efficaci per contrapporsi a quelli patogeni.
Gunther Enderlein, nato a Lipsia nel 1872, conseguì la laurea in scienze naturali ad indirizzo zoologico. Trascorse gran parte della vita a Berlino dove divenne Direttore del Museo zoologico.
Scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere imperniate sulla simbiosi e sul pleomorfismo.
La simbiosi è la convivenza tra due organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti. Il pleomorfismo o polimorfismo è la presenza d’individui di forma o di aspetto diverso in seno ad una stessa specie.
Nel 1916, analizzando sieri di malati di tifo con microscopio in campo oscuro, si accorse che nel sangue c’era un microrganismo vegetale l’Endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò Protidi e Condriti. Questi, a contatto con inquinamenti dell’aria, conservanti e coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, possono evolversi in forme patogene quale virus, batteri e funghi. La chiamò Ciclogenia ed è la sua grande scoperta.
Se batteri saprofiti, batteri patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta nel nostro corpo, perché ucciderli con l’antibiotico? Enderlein pensava di poter fare regredire la forme patogene in forme apatogene con l’ausilio di microrganismi omeopatizzati.
La terapia non mira alla soppressione dei microrganismi nocivi per l’organismo malato come fanno gli antibiotici. Tramite un processo di coniugazione con i rimedi derivati da microrganismi simbionti omeopatizzati, degrada virus, batteri e funghi, riconducendoli alle loro forme originarie innocue, che possono essere escrete dall’organismo.
I vantaggi di questa terapia sono innegabili.
Primo non si uccidono i batteri saprofiti e l’intestino funziona meglio, facendoci mantenere il nostro naturale equilibrio.
Secondo possiamo guarire anche malattie virali e fungine che in ogni caso con gli antibiotici di sintesi non riusciremmo a debellare.
Questa scoperta non ha avuto il successo degli antibiotici, per le invidie che ci sono sempre state in campo medico scientifico, ma, ragionandoci un attimo, si capisce la sua importanza.
Una frase, che ho trovato in un piccolo libretto che parla d’erboristeria, vale più di tutte le teorie mediche, e fa capire quanto sono dannosi gli antibiotici di sintesi:
”Curare una tonsillite con l’antibiotico è come voler uccidere cento uomini con la bomba atomica”.
A buon intenditor, poche parole.
Tratto da: giovanniangile.it
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GRAVIDANZA ed Antibiotici = danni per il bambino, come con i Vaccini
L’assunzione di antibiotici durante la gravidanza potrebbe danneggiare il sistema immunitario del bambino. Secondo i ricercatori dell’Ospedale Pediatrico di Philadelphia infatti gli antibiotici interferiscono con lo sviluppo del sistema immunitario del feto, stimolando il parto prematuro e rendendo i neonati più esposti ad alcuni batteri, come quello dell’escherichia coli.
Gli studiosi hanno osservato che i batteri autoctoni presenti nell’intestino giocano un ruolo cruciale nell’aumentare la rapida produzione di globuli bianchi in grado di combattere le infezioni.
I globuli bianchi sono presenti già nel sangue del feto, ma se la gestante assume antibiotici la loro efficacia diminuisce: di conseguenza, spiegano gli esperti, i neonato saranno più vulnerabili alle infezioni, soprattutto se nascono prematuramente.
La distorsione e, la carenza del microbioma (la quantita’ e la qualita’ dei batteri auctotoni cioe’ quelli buoni che regolano il sistema immunitario) viene ad aversi dopo assunzione di antibiotici.
Significa che un antibiotico è anche fonte di immunodepressione.
La biodiversità del microbioma intestinale può ridursi in modo significativo anche per un anno dopo l’uso di antibiotici orali, secondo quanto conclude uno studio pubblicato sulla rivista mBio dell’American Society of Microbiology, prima autrice Egija Zaura del Dipartimento di odontoiatria preventiva all’Università di Amsterdam.
Molti operatori sanitari usano strategie di profilassi antibiotica per prevenire la comparsa di infezioni dopo un intervento chirurgico, ma l’uso indiscriminato di questa strategia, per quanto efficace, è oggetto di discussione poiché aumenta la diffusione della già elevata resistenza agli antibiotici. «Un altro motivo per limitare il più possibile l’uso di antibiotici è il loro impatto sul microbioma intestinale, un argomento che nonostante la sua importanza non ha ricevuto finora sufficiente attenzione» spiegano i ricercatori, che hanno randomizzato 66 persone sane residenti in Svezia e Regno Unito a ricevere placebo o uno di quattro antibiotici: clindamicina, amoxicillina, ciprofloxacina e minociclina, raccogliendo campioni salivari e fecali prima e dopo il trattamento.
E dai risultati emerge che nel lungo termine il microbioma salivare si modifica in modo trascurabile, mentre la biodiversità di quello fecale risulta ridotta, e tale riduzione dura un massimo di 4 mesi nei pazienti trattati con clindamicina e fino a 12 mesi nel gruppo in terapia con ciprofloxacina. “In particolare, i batteri produttori di butirrato, un acido grasso a catena corta coinvolto nel controllo dell’infiammazione, della cancerogenesi e dello stress ossidativo intestinale, risultano significativamente ridotti”, sottolinea Zaura, aggiungendo che dai test genetici eseguiti nei campioni fecali risulta la presenza di un aumentato numero di geni batterici associati alla resistenza agli antibiotici.
Concludono gli autori: “Secondo i nostri dati, la somministrazione anche di un solo ciclo di terapia antibiotica in un individuo sano aumenta non solo il rischio di sviluppare resistenza, ma porta anche a modifiche dannose e prolungate del microbioma intestinale“.
Fonte: MBio. 2015. doi: 10.1128/mBio.01693-15:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26556275
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Bimbi e antibiotici: a rischio l’intestino – La Salute dei bambini compromessa anche dagli antibiotici – 25/09/2012
L’ utilizzo eccessivo di antibiotici durante l’ infanzia puo’ portare all’ aumento delle malattie croniche intestinali. Lo rivela uno studio condotto presso il Seattle Children’s Hospital’s e pubblicato sulla rivista “Pediatrics“.
È stato stimato che negli ultimi dieci anni il tasso di malattie infiammatorie intestinali e’ aumentato in modo vistoso e che i bambini trattati con antibiotici prima del compimento del primo anno di età si sono rivelati 5 volte più predisposti degli altri a sviluppare malattie infiammatorie intestinali.
L’assunzione di antibiotici dopo il primo anno e nell’adolescenza aumenta sempre il rischio di sviluppare tali patologie e il rischio maggiore si registra quando la somministrazione si realizza prima dell’anno di età.
Commento NdR: ma perche’ i medici ufficiali propinano gli antibiotici ai bambini anche dai 3 primi mesi dalla nascita ?
perche’ quei bambini hanno dei problemi, ma cosa produce quei problemi, per cui vengono somministrati gli antibiotici ?
sono i vaccini pediatrici, propinati ai neonati e bambini che li generano ! poi i medici impreparati della medicina ufficiale gli propinano anche gli antibiotici, e cosi’ aggravano il loro stato di salute. Questo succede perche’ quei medici ignorano completamente la Medicina Naturale !
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Oli essenziali, sinergie e antagonismi – vedi: Antibiotici naturali
Il preoccupante aumento di ceppi batterici antibiotico-resistenti spinge la medicina clinica a sperimentare nuove strategie terapeutiche, tra cui anche alcuni composti di origine naturale come gli oli essenziali (o.e.).
Un o.e. è una complessa miscela di composti diversi, tuttavia quelli attivi possono suddividersi in 4 grandi famiglie: terpeni, terpenoidi, fenilpropanoidi ed “altri”, con differenti proprietà e meccanismi d’azione. I terpenoidi (timolo, carvacrolo, linalolo etc.) presentano la più spiccata attività anti microbica, influenzata dal gruppo fenolico e da un’intensa delocalizzazione elettronica.
Il carvacrolo in particolare si è dimostrato il più attivo, sia contro batteri Gram+, muffe e lieviti, sia contro Gram-, solitamente meno sensibili agli o.e. I fenilpropanoidi rivelano anch’essi una non trascurabile attività antibatterica, l’isoeugenolo e l’eugenolo in particolare verso Gram-, lieviti e muffe e la cinnamaldeide contro E. coli e Salmonella typhimurium. I terpeni (p-cimene, pinene etc.) sono invece degli inefficaci antibatterici ma presentano altre proprietà complementari (es. balsamiche, tossifughe) e possono potenziare l’attività dei terpenoidi e di alcuni antibiotici di sintesi. Gli “altri “composti sono solitamente composti di degradazione e alcuni composti azotati e solforati, come ad esempio l’isotiocianato di allile e l’allicina che hanno evidenziato attività batteriostatica e battericida contro alcuni patogen i alimentari tra cui anche i pericolosi Ecoli O157:H7 e L. monocytogenes.
Per l’applicazione clinica degli o.e. è doverosa la conoscenza della Mic rispetto a ciascun ceppo batterico e del meccanismo d’azione di ogni singolo componente anche in virtù di un loro utilizzo in combinazioni sinergiche. (Nguefack et al., 2012).
L’effetto combinato di una miscela di singole sostanze viene misurato attraverso l’indice di concentrazione frazionaria di inibizione (Fic Index) secondo le formule definite da Davidson e Parish, 1989. I risultati vengono interpretati come: “sinergico” se Fic Index <0,5, “additivo” se 0,5 4.
L’attività antimicrobica di un o.e. può dipendere da 1 o 2 dei suoi componenti principali ma anche dalle interazioni con i componenti minori. Per esempio si è riscontrata sinergia tra carvacrolo e timolo, potenziata maggiormente nella combinazione ternaria con eugenolo. La sinergia è stata anche osservata tra carvacrolo e p-cimene e tra p-cimene e l’antibiotico poliximin B nonapeptide.
È stato inoltre dimostrato che linalolo o mentolo combinati con eugenolo mostrano la più alta sinergia, suggerendo come vantaggiosa una combinazione monoterpenoide-fenolo con un alcol monoterpenoide.
Tuttavia può esistere anche antagonismo come nel caso del carvacrolo il cui effetto antimicrobico risulta circa 1500 volte inferiore quando è inserito nell’o.e. di origine (o.e. origano). Poco si sa riguardo le cause che governano i meccanismi di sinergia e antagonismo. Per la sinergia si teorizza: (i) fasi sequenziali diverse di inibizione in un particolare pathway biochimico; (ii) inibizione di enzimi che degradano gli antimicrobici escreti; (iii) interazione tra diversi antimicrobici aventi meccanismo d’azione diverso con la parete cellulare; (iv) interazione con la parete o membrana che porta ad un aumento dell’uptake di a ltri antimicrobici.
Circa le cause di antagonismo, è stato ipotizzato: (i) combinazione tra batteriostatici e battericidi; (ii) antimicrobici aventi lo stesso sito di azione; (iii) antimicrobici che interagiscono tra di loro. L’incapsulamento ed il rilascio controllato possono risultar utili per ridurre l’impatto organolettico e gli effetti collaterali e allo stesso tempo per aumentare la potenza antimicrobica se il materiale di incapsulamento facilita la stretta interazione con i microrganismi.
Referes:
MacKay D. Can CAM therapies help reduce antibiotic resistance? Altern Med Rev. 2003 Feb; 8(1): 28-42.
Hyldgaard M, Mygind T, Meyer RL. Essential oils in food preservation: mode of action, synergies, and interactions with food matrixcomponents. Front Microbiol. 2012; 3:12.
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Gonorrea diventata resistente ai farmaci – Ago. 2012
La gonorrea sta diventando sempre più resistente ai farmaci fino ad oggi in uso. L’allarme arriva dagli esperti di salute pubblica dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC = pieni di Conflitti di interesse) negli USA.
La gonorrea – una delle malattie sessuali più pericolose: può provocare infertilità, infiammazioni ed infezioni.
Nei soggetti di sesso femminile i sintomi che caratterizzano la gonorrea possono essere bruciore vaginale, perdite vaginali, minzioni frequenti, gonfiore delle parti genitali, rossore e prurito, sebbene in più della metà delle donne infette la malattia risulti asintomatica.
Tuttavia l’infiammazione-infezione, può diffondersi per via ematica e possono manifestarsi episodi di febbre, tachicardia, vomito, nausea, peritonite, ovarite. Nei soggetti di sesso maschile la malattia si manifesta con difficoltà all’emissione di urine: disuria e stranguria, o infezioni a livello rettale.
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L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) lancia l’allarme per il sovra consumo di antibiotici, con la conseguenza di un possibile pericoloso aumento di reazioni avverse da farmaco (ADR – 2010).
I dati diffusi dall’Aifa e dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che con il ministero della Salute hanno avviato una campagna per l’uso ‘responsabile’ degli antibiotici, sono indubbiamente allarmanti: nel 2009 il numero totale di reazioni avverse agli antibiotici è stato pari a ben 1643, contro le 1303 del 2008.
Nel 2009 il numero maggiore di segnalazioni si è avuto per le penicilline (637) e gli antibatterici chinolonici (317).
Nel 2008 invece il numero totale di adr da antibiotici è stato di 1303 e ha costituito l’11,2% delle reazioni avverse presenti nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza dell’Aifa.
Le maggiori segnalazioni le hanno raccolte, anche in questo caso, le penicilline (506), seguite da macrolidi e lincosamidi (142), cefalosporine (225) e chinoloni (291).
Tra il 2002 e il 2009 sono state segnalate complessivamente 8.833 sospette reazioni avverse.
Secondo la LAV il problema non deve essere visto unicamente sotto l’aspetto dell’eccesso di prescrizioni e di consumo di antibiotici, con il conseguente verificarsi del fenomeno della farmaco-resistenza, ma è indispensabile affrontare la questione ‘a monte’ ovvero sul piano metodologico: un così elevato numero di reazioni avverse conferma che la sperimentazione animale (la fase preclinica della ricerca) non è un metodo scientificamente valido e dunque rischioso per malati, nonché crudele per i 12 milioni di animali uccisi ogni anno a scopo sperimentale nell’Unione Europea.
Infatti, animali di specie diverse, uomo incluso, possono manifestare reazioni molto diverse a una stessa sostanza/test.
Il mondo della ricerca deve impegnarsi in favore dell’uso e della validazione dei metodi alternativi (senza uso di animali), efficaci e affidabili. La validazione è il processo, spesso lungo e oneroso, che stabilisce l’affidabilità scientifica e la rilevanza del metodo: ebbene, tutti i test su animali già in uso non sono mai stati validati. Eppure sono in uso da anni.
Ma anche nella fase di validazione è indispensabile abbandonare lo sterile confronto con i risultati ottenuti, in passato, per le stesse sostanze su animali ‘da laboratorio’: può essere molto fuorviante confrontare dati riferiti a specie diverse. Il rigore scientifico, dunque, anche in fase di validazione deve imporre il confronto con i dati noti sull’uomo.
“I dati sulle reazioni avverse ai farmaci devono preoccupare: infatti, nonostante siano in grande espansione campi come l’epigenetica e la farmacogenetica che sottolineano l’individualità della nostra specie e del singolo organismo, la ricerca continua ad essere ancorata all’obsoleta sperimentazione preclinica su animali, coinvolti in 3 milioni di procedure all’anno, fenomeno che alimenta un colossale business dove si pretende che cavie fungano da uomini e uomini facciano da cavie”, afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Vivisezione e autrice del Dossier “Sperimentazione animale e farmaci che ammalano”.
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Di antibiotici ne assumiamo troppi
Ogni anno in Europa muoiono 25 mila persone per malattie causate da batteri divenuti resistenti a questi farmaci. Spesso le soluzioni naturali possono essere un’alternativa concreta… – Dic. 2011
In lotta perenne contro i batteri e le infezioni: lo eravamo agli inizi del secolo scorso, quando la comunità scientifica esultò per la scoperta della penicillina, lo siamo oggi a fronte di 25 mila morti ogni anno in Europa (5 persone ogni 100 mila) per malattie causate da batteri divenuti resistenti agli antibiotici. (NdR: anzi se ne nutrono…)
Un paradosso ? No, la realtà.
Questo dato scioccante (ma negli Stati Uniti non va tanto meglio, con 4 persone morte ogni 100 mila) è scritto, nero su bianco, nel primo rapporto della Transatlantic taskforce on antimicrobial resistance (Tatfar) pubblicato nell’ottobre scorso.
Ma già nel 1998 un parere ufficiale del Comitato economico e sociale dell’Unione europea definiva la resistenza agli antibiotici «una minaccia per la salute pubblica». Ed erano addirittura gli anni ’40 quando i medici si sono accorti della nascita di batteri resistenti alla penicillina.
Oggi il fenomeno ha assunto proporzioni che qualcuno definisce addirittura ingovernabili.
La ragione sta nell’abuso che si è fatto di questi farmaci, utilizzati sia sull’uomo sia sugli animali in maniera estensiva e spesso nient’affatto selettiva. «Sviluppare nuovi farmaci non sarà sufficiente per contenere il fenomeno dell’antibioticoresistenza» afferma la Tatfar. «I microbi troveranno sempre il modo per sfuggire alla loro azione».
Si è dunque compreso di avere percorso la strada sbagliata ? Quel che è certo è che la prospettiva non è rassicurante e la priorità individuata dalla comunità medica, benché solo di recente, è quella di ridurre drasticamente la somministrazione dei farmaci in questione. Ma, è proprio il caso di dirlo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e ad attestarlo sono i dati sul consumo effettivo di antibiotici.
Il consumo in cifre
Secondo l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), in Italia le dosi assunte giornalmente da un adulto ogni 1000 abitanti sono passate dalle 24,5 del 1999 alle 27,6 del 2007 e la spesa nel 2009 per il Servizio sanitario nazionale è stata pari a 1 miliardo e 38 milioni di euro. Il consumo in Italia è più basso soltanto di quello di Francia e Cipro (in questi due paesi però viene incluso anche il consumo ospedaliero), ed è più elevato di quello di tutti gli altri paesi europei, in alcuni casi di oltre il 100%. Inoltre, mentre in Italia nel periodo 1999-2007 i consumi sono aumentati del 13%, nello stesso periodo in Francia si sono ridotti del 16%.
Ma non è finita qui:
l’Italia risulta essere il paese dell’Unione europea con il più elevato consumo di antibiotici in formulazione iniettabile, corrispondenti a quasi il 3% del consumo totale. Francia e Belgio, che hanno consumi totali paragonabili a quelli dell’Italia, hanno un consumo di formulazioni iniettabili da 3 a 6 volte inferiore a quello italiano.
Il nostro è anche uno dei tre paesi con il maggiore consumo di 8 dei 20 antibiotici più comunemente prescritti in formulazioni parenterali (ceftriaxone, lincomicina, cefonicid, cefotaxime, tiamfenicolo, netilmicina, ampicillina+inibitore, cefodizima) e il terzo paese con maggior consumo per due dei primi quattro antibiotici maggiormente prescritti in formulazione parenterale (gentamicina, ceftriaxone, cefazolina e lincomicina),
che da soli coprono oltre il 50% dell’uso delle formulazioni iniettabili in Europa….
Tratto da: aamterranuova.it
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DANNI dell’ANTIBIOTICO
Alle paure per le epidemie si è aggiunta oggi la scoperta in sei ospedali USA (e non solo negli USA) di un batterio che nel 2003 potrebbe avere ucciso nel Quebec, in Canada, oltre 200 persone.
Il batterio in questione è il ‘Clostridium difficile’ (C-diff) che alligna nel colon e che sembra prosperare con l’uso di alcuni antibiotici ai quali è diventato resistente: gli antibiotici uccidono gli altri batteri concorrenti consentendo così al C-diff di espandere il suo raggio di azione.
Negli Usa sono stati scoperti finora 33 casi di malattia provocata da questo batterio intestinale: solo una persona è morta ma le autorità sanitarie hanno espresso preoccupazione per la sua diffusione, inaspettatamente ampia, negli Stati Uniti. (ANSA).
AMOXICILINA
Domandiamoci quante volte e’ stato somministrato ai bambini, che presentano deficit di biotinidasi, e quindi con sicure problematiche biochimiche, un Antibiotico chiamato Amoxicillina.
Nel Marzo del 2004 l’ American Academy of Pediatrics and American Academy of Family Physicians, nel suo Sito consiglia l’Amoxillicina affermando ……….. se proprio si deve ricorrere agli antibiotici – dicono i pediatri USA – l’ideale è l’amoxicillina, efficace, sicura di basso costo e di sapore gradevole per i bambini.
Ma si e’ scoperto anche che non la pensano così gli allevatori di Conigli, che sconsigliano assolutamente l’uso di Amoxillicina in quanto distrugge la flora favorevole dell’intestino degli animali:
L’Amoxicillina è un antibiotico (che risulta essere spesso usato per i bambini) che può portare più danni che benefici ai nostri figli.
Purtroppo le conseguenze funeste della somministrazione di questo farmaco non sono molto note per alcuni motivi: alcuni veterinari con poca esperienza in conigli, ovvero medici ai quali capita raramente di visitarne, hanno talvolta prescritto l’amoxicillina senza notare effetti secondari e quindi danno per scontato che sia un farmaco sicuro anche per i coniglietti.
Un altro motivo è la reazione “a scoppio ritardato” che questo antibiotico provoca nell’organismo dei conigli. Possono passare infatti anche dieci giorni da quando si conclude il trattamento col farmaco prima che si passi al secondo stadio del processo negativo che avviene nell’intestino : la flora autoctona dell’intestino viene distrutta, permettendo la crescita dei batteri patogeni (per i conigli, come per gli umani).
Se questi batteri proliferreranno sufficientemente, produrranno le tossine che possono uccidere il coniglio.
Quindi che un coniglietto sopravviva o no al trattamento con l’Amoxicillina dipende dalla quantità e dalla forza dei batteri patogeni e dalla capacità di ogni singolo coniglio di far fronte alle tossine prodotte e cio’ avviene anche per i nostri bambini.
Quindi il consiglio è di evitare sempre per sicurezza una cura che includa l’Amoxicillina e cercare col proprio medico un’alternativa valida.
E viene da chiedersi, se i conigli vengono usati come cavie nella sperimentazione umana, come è possibile che questo fenomeno di distruzione della flora favorevole dell’intestino anche degli animali, non sia stata considerata negli studi e non venga segnalata nelle controindicazioni del farmaco ?
C’e’ da presumere che si tratti dell’attuazione di quel concetto di marketing che dice: certi farmaci vengono ugualmente messi in commercio “nonostante tutto”, perché l’effetto collaterale è magari trascurabile rispetto al beneficio del farmaco….. in questi casi si guarda al rapporto rischio per la pelle degli animali ed umani ed il beneficio per le case farmaceutiche…..
In effetti, non c’è solo la possibilità “serve oppure non serve a niente”, ma ci sono anche varie altre possibilità:
1 -serve, con effetti collaterali sopportabili….ma ognuno puo’ avere effetti diversi da soggetto a soggetto….
2 -serve, con molti effetti collaterali gravi, ma per fortuna non molto frequenti…
Ricordiamoci pero’ che TUTTI gli antibiotici distruggono la flora batterica autoctona e quindi indeboliscono molto l’organismo !
Cio’ significa che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Sul numero del 6 novembre del BMJ è uscita un interessante indagine svolta nel Galles (Gran Bretagna).
Sono stati analizzati ben 30.000 campioni di urine prelevati da pazienti a scopo di fare diagnosi di infezione urinaria.
Si è ricercata la percentuale di batteri antibiotico-resistenti in questi campioni, e si è ricercato se l’antibiotico-resistenza era collegata al livello di prescrizione di antibiotici effettuata negli ambulatori medici (anche per altre malattie, probabilmente malattie respiratorie, che sono le malattie per cui si prescrivono più spesso antibiotici )
Risultati :
nel 21 % dei campioni prelevati, è stata riscontrata una antibiotico resistenza a 2 categorie di antibiotici.
Gli antibiotici che hanno determinato antibiotico-resistenza sono 2 antibiotici di larghissimo uso, anche in Italia:
Antibiotici penicillinici ad ampio spettro senza inibitori delle beta-lattamasi, tipo l’amoxicillina (alcuni nomi commerciali italiani : mopen, velamox, zimox) trimethoprim (alcuni nomi commerciali italiani: abacin, bactrim, chemitrim,eusaprim. In Italia qs. prodotti sono associati a sulfametoxazolo)
Dato ancora più interessante, l’antibiotico-resistenza è statisticamente correlata, con una correlazione lineare altamente significativa (P<0,001) alla frequenza di prescrizione di questi antibiotici ogni 1000 pazienti \anno : più i medici prescrivono questi antibiotici, più i loro pazienti sviluppano antibiotico-resistenza.
Per esempio, dalla tabella 1 dell’articolo si vede che , quando vi è una elevata percentuale di prescrizioni di amoxicillina (352 prescrizioni ogni 1000 pazienti\anno: ad un paziente su 3 sono stati prescritti antibiotici) , la percentuale di batteri antibiotico-resistenti nelle urine è altissima : 53,2 % !! .
Infatti l’articolo conclude: “it seems probable that the relations reflect a causal Darwinian association between prescribing and resistance” (sembra probabile che questa relazione – fra prescrizione di antibiotici ed antibiotico-resistenza – rifletta una relazione causale Darwiniana fra le abitudini prescrittive da parte dei medici e l’insorgenza della antibiotico resistenza).
Cosa significa questo concetto ?
La teoria dell’evoluzione di Darwin sostiene che in un ambiente ostile, vengono selezionati (e quindi aumentano di numero, in quanto si riproducono di più) gli organismi che hanno caratteristiche più adatte per sopravvivere in quell’ambiente ostile.
Nel nostro caso, la prescrizione di antibiotici crea un ambiente ostile ai batteri : vengono quindi selezionati i ceppi batterici più in grado di resistere agli antibiotici. Gradatamente questi ceppi diventano sempre più numerosi fino a poter diventare dominanti.
Quindi, la prescrizione di antiobiotici sposta l’evoluzione dei batteri verso ceppi antibiotico-resistenti.
Queste le conclusioni dell’articolo: “questi risultati …forniscono una prima prova che i medici potrebbero dover far fronte alle conseguenze più generali derivanti dalla loro pratica prescrittiva degli antibiotici nei loro stessi pazienti.”
Commento :
Questo articolo fornisce una prima prova che lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza è collegato alla prescrizione di antibiotici da parte dei medici
– occorre quindi che si sviluppi una presa di coscienza sia nei medici che nella popolazione che porti ad una diminuzione nella prescrizione di antibiotici
– occorre infine che si allarghi l’uso di terapie non farmacologiche (es. fitoterapia, omeopatia) che possono essere efficaci nelle comuni infezioni ambulatoriali (quelle comunemente curate dai medici con antibiotici): infatti il meccanismo dell’antibiotico resistenza non è noto che insorga se il paziente si cura con la fitoterapia o l’omeopatia.
Nella valutazione del caso singolo, quando si deve decidere se assumere o meno l’antibiotico , occorre tenere presente che:
– l’uso dell’antibiotico può aiutare a risolvere la malattia infettiva acuta (ma le comuni malattie virali – per es. l’influenza – guariscono anche SENZA antibiotici)
– l’uso dell’antibiotico aumenta l’antibiotico-resistenza per cui aumentano le probabilità che quella classe di antibiotici in futuro non sia più efficace; l’uso degli antibiotici dovrebbe quindi progressivamente essere mirato spt. verso le gravi infezioni batteriche: le infezioni per cui sono stati originariamente creati
Abstract dell’articolo: BMJ 1999;319:1239-1240 ( 6 November 1999 )
La resistenza agli antibiotici è correlata all’uso di antibiotici da parte delle pratiche locali
I modelli di resistenza agli antibiotici in alcune parti del Galles riflettono l’uso di antibiotici da parte dei medici di base in quelle aree. Magee et al hanno analizzato i dati dei laboratori di sanità pubblica sulla suscettibilità agli antibiotici nei campioni di urina di routine prelevati dai medici di base per diagnosticare le infezioni del tratto urinario e li hanno confrontati con i dati di prescrizione per ogni pratica (p 1239). Hanno esaminato i dati su circa 30 000 isolati da 190 pratiche che servono 1,2 milioni di pazienti. La correlazione tra la prescrizione di un antibiotico e la resistenza allo stesso antibiotico era spesso significativa. Gli autori suggeriscono che i medici di base potrebbero dover affrontare le conseguenze più ampie della loro prescrizione tra i loro stessi pazienti.
Il testo completo si trova:
http://www.bmj.com/cgi/content/short/319/7219/1239
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Ed i DANNI degli antibiotici: CHI LI CONSIDERA ?
Quante volte si pensa ai danni futuri che un trattamento irrispettoso della fisiologia dell’organismo può provocare ?
E quanto conta la spinta indotta dalle case farmaceutiche ?
La somma di dati scientifici che precisa la pericolosità del trattamento antibiotico inutile è veramente notevole, ma la gente comune non ne è informata. Mentre continuano ad essere proposte notizie di nuovi antibiotici e nuovi trattamenti, sostenuti dalle notizie di nuove malattie, possibili pandemie e altre paure diverse, le comunicazioni sui rischi documentati di questo tipo di molecole sono veramente tante (vedi notizie correlate nel menù di destra), ma vengono spesso relegate al ruolo di curiosità in qualche angolo di giornale.
Eurosalus ha sempre difeso l’uso integrato del trattamento antibiotico.
Meno male che esiste questa forma di terapia, ma il suo uso deve essere limitato a casi ben definiti e specifici.
E la notizia recentissima, pubblicata in questi giorni su Chest (Marra F et al, 2006 Mar;129(3):610-8) evidenzia che a fronte anche di un solo trattamento antibiotico nel corso del primo anno di vita di un bambino il rischio di diventare allergico diventa triplo del normale.
Anche l’edizione online della BBC ha ripreso l’argomento in modo evidente, e a ben guardare lo ha fatto in modo serenamente critico nei confronti dell’eccesso di prescrizioni antibiotiche inutili.
Nulla di nuovo sotto il sole, infatti qualche giorno prima sul Journal of Allergy and Clinical Immunology (la bibbia degli allergologi) è stata pubblicata una ricerca che ha evidenziato quanto sia diversa la reattività allergologica in un gruppo di bambini curati e cresciuti secondo i principi Steineriani antroposofici. (L’antroposofia è una filosofia medico-nutrizionale molto vicina ai principi della medicina naturale e della omeopatia).
Lo studio è stato svolto su oltre 6600 bambini, seguiti in diverse parti del mondo da un team internazionale. Purtroppo sono stati raccolti dati impressionanti sui controeffetti dei farmaci:
1. L’uso di antibiotici nel primo anno di vita è associato a aumento di asma e eczema e rinocongiuntivite allergica
2. L’uso prematuro di antinfiammatori e di farmaci per la febbre è associato ad un aumento di asma
3. La vaccinazione anti rosolia, parotite, morbillo è associata ad aumento della rinocongiuntivite allergica e non solo….
4. La infezione naturale morbillosariduce notevolmente l’incidenza delle forme di eczema.
Indubbiamente dobbiamo porci qualche domanda.
Riflettere sulla funzione dei farmaci e sulla necessità di rispettare l’organismo in modo più rilevante. Probabilmente credere meno ai medici quando ci dicono che il bambino (o l’adulto) è allergico perchè il nonno aveva l’asma !!
Tratto da: eurosalus
Antibiotico Naturale: Prodotti dell’Alveare
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Attenzione agli antibiotici
La mia analisi delle esperienze di alcuni dissidenti mi ha portato a scrivere questo articolo sui farmaci di cui penso che i dissidenti non siano sufficientemente diffidenti: gli antibiotici.
Penso che gli antibiotici abbiano l’effetto collaterale, come l’aspirina e i corticoidi, di rompere le proteine (o impedire la loro aggregazione) e di fluidificare il sangue. Inoltre, il chimico che scrive sul forum onnouscachetout sotto lo pseudo Cheminot fa notare che un certo numero di antiotici ha un’attività ossidante.
Alcuni dissidenti si trovano in una situazione particolarmente viziosa nei confronti degli antibiotici, perché adottano metodi di cura naturali e, allo stesso tempo, non sono molto sospettosi degli antibiotici. Così, se mai si ammalano, tenderanno a prendere gli antibiotici senza paura.
Non per un sì o un no, come fanno molte persone; ma, se sembra giustificato, li prendono.
Ma il fatto che alcuni antibiotici diluiscano il sangue e siano ossidanti è pericoloso. È pericoloso per le pareti dei vasi sanguigni. A mio parere, tenderà a disintegrarli in certi punti.
Non romperà i grandi vasi, naturalmente, le cui pareti sono troppo spesse, ma specie i piccoli vasi della microcircolazione.
E questo sarà particolarmente vero per le persone magre. E ancora di più sulle persone magre che praticano il digiuno. Queste persone, a causa di una dieta povera di grassi e di proteine, avranno già sangue fluido e pareti dei vasi sottili. Pertanto, l’assorbimento di un prodotto che assottiglia ancora di più il sangue e attacca le pareti dei vasi sanguigni, in queste persone, porterà a emorragie.
Mentre nelle persone che seguono una dieta convenzionale, le pareti dei vasi sanguigni sono sufficientemente ispessite dall’assorbimento di grassi e proteine e il sangue è sufficientemente intasato di proteine perché l’antibiotico rompa queste proteine prima di attaccare i vasi e perché non succeda nulla.
Il pericolo letale sarà in un posto: il cervello.
Dappertutto, il fatto che alcuni piccoli vasi sanguigni siano perforati non è probabilmente pericoloso per la vita.
Perché una piccola emorragia non causerà molti danni all’organo colpito, e l’organo sarà riparato in pochi mesi. Ma quando si tratta del cervello, le cose sono diverse. Un’emorragia cerebrale distruggerà completamente l’area del cervello colpita. E anche la distruzione parziale del cervello significa spesso la morte vera e propria.
Le emorragie cerebrali causano 42.000 morti su 150.000 casi all’anno. Quindi circa il 30% dei casi.
Per coloro che praticano il digiuno come soluzione ai vari problemi di malattia, l’esperimento di Mark Griffiths dimostra che l’antibiotico agirà in modo piuttosto vizioso. L’antibiotico attaccherà l’organismo in modo particolarmente intenso dove è più concentrato. E logicamente, è più concentrato dove viene assorbito. Quindi, nel sistema digestivo.
Si sa che gli antibiotici fanno venire il mal di stomaco.
Quindi, chi è magro e abituato a digiunare per risolvere piccoli problemi di stomaco, rischia il digiuno.
Il suo sangue, già abbastanza fluido, lo sarà ancora di più. E l’azione nociva dell’antibiotico sarà massima sulle pareti dei vasi, portando a un rischio relativamente alto di emorragia.
In breve, l’antibiotico, con la sua aggressione sull’apparato digerente, provoca il comportamento a digiuno che renderà la sua azione ancora più pericolosa. Ma anche senza digiuno, su qualcuno che è abbastanza magro, l’azione dell’antibiotico rimane pericolosa secondo me.
Questo era il caso di Mark Griffiths, credo. Da quello che mi è stato detto, è stato sotto antibiotici per un po’ di tempo a luglio dopo un’operazione dentale. Ben presto si lamentò di dolori allo stomaco.
Ricorse allora al suo solito metodo di digiuno. Ha fatto diversi periodi di digiuno tra agosto e settembre.
Poi, una settimana prima del 23 ottobre, ha iniziato a comportarsi in modo incoerente di fronte ai suoi amici, come cercare di cambiare i canali della sua TV con una torcia o arrotolare una sigaretta senza tabacco dentro. Il 22 ottobre, un giornalista lo ha chiamato e Mark sembrava totalmente incoerente.
E il 23 ottobre muore. Così sembra chiaro dal suo comportamento sempre più incoerente che un’emorragia cerebrale ha distrutto il suo cervello.
Sembra che sia stato così anche per sua moglie: Sylvie Cousseau. Avevo letto che aveva un cancro al seno.
Così ho pensato che avesse usato comunque la medicina allopatica e che fosse morta per i farmaci anticancro. Ma, in effetti, qualcuno che la conosceva poco prima che morisse mi ha detto che non aveva seguito una terapia oncologica allopatica
Aveva seguito solo il metodo Hamer; che è un metodo basato sulla psicologia; quindi, senza farmaci.
E infatti, sembra chiaramente che non sia morta per un cancro al seno, ma per un’emorragia in seguito all’assunzione di antibiotici e/o farmaci antivirali. Mark avrebbe detto alla persona che ha il nick Terry sul forum onnouscachetout: “è morta per un’emorragia, a causa del farmaco antivirale che stava prendendo per problemi digestivi”.
La persona che la conosceva mi ha detto “ma ha preso degli antibiotici poco prima della fine”. È possibile che abbia preso degli antibiotici prima, che le abbiano causato il mal di stomaco e che abbia preso degli antivirali dopo. Era anche abbastanza magra (beh, era nel suo peso forma, come Mark). Quindi, di nuovo, abbiamo un’assunzione di antibiotici molto probabile e abbiamo, convenientemente, una morte per emorragia.
La persona il cui nickname è Jimmy il ribelle, sul forum onnouscachetout, ha avuto anche problemi di mal di stomaco, molto probabilmente causati dagli antibiotici. Quindi questo non è un caso di morte, ma è anche un esempio interessante. Sono noti i dolori di stomaco legati agli antibiotici.
Ma, per quanto se agisce immediatamente o rapidamente, possiamo facilmente stabilire la relazione tra il mal di stomaco e l’antibiotico, sarà molto meno il caso se l’effetto collaterale si verifica 1 o 2 mesi dopo.
Qui, è successo poco più di un mese e mezzo dopo che Jimmy ha finito un trattamento contro una presunta toxoplasmosi.
Questo porta ad un altro effetto, anch’esso molto vizioso, che è che trattandosi di una malattia non pericolosa (e credo totalmente fasulla) come la toxoplasmosi, gli effetti reali dell’antibiotico fanno credere alla gente che, ecco, lo stadio dell’AIDS è raggiunto. Questo permette ai medici di rendere la persona ansiosa e di spingerla a tornare alla triterapia.
Quindi abbiamo un processo in due fasi:
1) o abbiamo una malattia che non ha dato origine ad alcun sintomo, ma che viene rilevata dai test, o abbiamo una vera e propria malattia banale, la cui importanza viene amplificata.
2) In entrambi i casi, si danno antibiotici che causano mal di stomaco e diarrea.
Di conseguenza, il medico è libero di dire che questo è tutto, lo stadio dell’AIDS è stato raggiunto e che è necessario tornare alla tripla terapia.
L’effetto iatrogeno dell’antibiotico viene spacciato per una malattia cosiddetta “batterica” e questa doppia menzogna viene utilizzata per dare consistenza a un primo stadio che altrimenti ne avrebbe poca o nessuna e per far credere che si sia raggiunto lo stadio dell’AIDS.
Per le persone che sono un po’ in sovrappeso, e che mangiano una dieta abbastanza ricca di proteine e grassi, a mio parere, gli antibiotici non rappresentano un pericolo mortale. D’altra parte, il fatto di dare mal di stomaco, rimane presente, e può portare al processo descritto nel caso di Jimmy.
In generale, per le persone magre che prendono antibiotici per lo streptococco o l’influenza, o un raffreddore, o dopo un mal di stomaco, l’antibiotico può arrivare nel momento peggiore possibile.
Infatti, è di solito quando la crisi di eliminazione è passata o è in procinto di passare (sudore pesante e naso che cola per il raffreddore, l’influenza e altri; e diarrea per il mal di stomaco) che si prende l’antibiotico. Di conseguenza, l’effetto sui vasi sanguigni e sul sistema digestivo è massimo.
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Un esempio pratico.
Epidemia Ucraina: non è polmonite, ma una nuova forma di distruzione polmonare da farmaci e Vaccini, cioe’ da sostanze farmacologiche che creano immunodepressione. – Ottobre 2009
Intervista con il Prof Victor Bachinsky, M.D. medico legale nella regione di Chernivtsi in Ucraina. Insegna anche al Dipartimento di Anatomia e Medicina Legale all’Accademia Medica di Stato di Bukovynian.
“Sulla base delle autopsie siamo arrivati alla conclusione che non si tratta di polmonite, ma insufficienza cardiopolmonare e shock cardiogenico…nei polmoni, c’è emorragia.
Non si dovrebbero usare antibiotici perche’ non servono.
Chi ha un forte sistema immunitario sopravviverà. Chi lo ha debole soccomberà alla malattia.
Il capo dell’ufficio legale regionale di Chernivtsi, il Professor Victor Bachinsky M.D. fa una affermazione forte: tutte le vittime in Bukovina (22 persone tra i 20 e 40 anni) non sono morte per polmonite bilaterale (doppia), come inizialmente si pensava, ma per totale distruzione dei polmoni.
Nella regione di Chernivtsi sono morte 18 persone. Abbiamo studiato tutta a storia ed evidenza di questa malattia, preclinica, clinica, rianimazione. Quando facciamo una autopsia, su organi e tessuti si fanno studi istologici (analisi cellulare); abbiamo concluso che non si è trattato di polmonite e che non ha nessuna relazione con essa.
Si può curare ?
Dipende dal sistema immunitario. Se il sistema immunitario di una persona è forte, la supereranno.
Gli antibiotici non devono essere assolutamente presi:
Si, non è polmonite ! Questa distruzione dei polmoni, e se il sistema immunitario è debole, insorge emorragia nei polmoni.
Nei polmoni c’è una piccola struttura- acini-che sembra un grappolo di uva. Quando si respira, l’ossigeno entra in questo “grappolo d’uva” (alveoli polmonari). Alla superficie degli acini ci sono i capillari, dove le cellule dei globuli rossi si saturano di ossigeno e danno sangue , che rifornisce tutti i tessuti e gli organi del corpo.
Il Tamiflu può servire ? Questo non è un antibiotico, ma una medicina antivirale, somministrabile il secondo o terzo giorno della malattia, ma non può essere usata come un preventivo perché è tossico.
E Per evitare si ammalarsi e’ necessario migliorare il sistema immunitario. Non solo ora ma in generale. Aglio, cipolle, rosa canina… ed altri.
Fonte: Sintesi tratta dal Global Research, November 15, 2009 / Unian News Agency (Ukraine)
Commento NdR: Ed ilsistema immunitario si indebolisce con QUALSIASI tipo di Vaccino, anche quelli per il Covid; pur segnalando i vari pericoli degli antibiotici e sono tanti ed intensi, essi possono e/o debbono essere utilizzati quando NON vi sono altre alternative (pericolo di Vita), che in genere i medici allopati NON conoscono e che la Medicina Naturale invece conosce da sempre.
Gli antibiotici naturali sono i Prodotti dell’Alveare (miele, propolis, pappa reale), oltre all’alimentazione crudista, la pulizia intestinale e la cura dell’aglio !.