ANTIBIOTICI sotto accusa:
“Non funzionano più” e/o fanno male in tutti i casi
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS): se ne usano troppi (antibiotici) e nascono nuove malattie. I mangimi animali sono pericolosi – vedi: Malattie da antibiotici e Vaccini
WASHINGTON – US
I microrganismi responsabili di malattie che vanno dal mal di gola alla polmonite, alla malaria e all’Aids stanno subendo in tutto il mondo, a un ritmo preoccupante, mutazioni che hanno come conseguenza l’insorgere di infezioni molto più pericolose, resistenti alle terapie farmacologiche: è l’allarme lanciato lunedì dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Proseguendo su questa strada, secondo quanto concluso dal primo rapporto speciale dell’OMS sull’argomento, il mondo potrebbe riprecipitare nell'”era pre-antibiotici”, quando era normale morire per malattie che, nei tempi moderni, si sono poi facilmente curate con antibiotici e altri farmaci.
“Può darsi che ci restino solo dieci o vent’anni per utilizzare al meglio molti dei farmaci attualmente a disposizione per bloccare le infezioni”, ha detto David Heymann, direttore esecutivo del programma OMS sulle malattie contagiose, “siamo letteralmente in corsa contro il tempo per ridurre i livelli delle infezioni in tutto il mondo”.
Il rapporto OMS ha concluso che la resistenza ai farmaci è in aumento soprattutto a causa dell’uso eccessivo di antibiotici nei paesi ricchi mentre nei paesi poveri i medicinali vengono utilizzati in maniera insufficiente e incompleta (con largo impiego di farmaci “contraffatti”). Inoltre è pratica diffusa somministrare mangimi contenenti bassi livelli di antibiotici per favorire la crescita del bestiame.
L’OMS ha fatto appello ai medici dei paesi sviluppati affinché riducano le prescrizioni di antibiotici, effettivamente necessari, secondo l’organizzazione, solo nella metà dei casi in cui vengono utilizzati.
Da anni gli esperti si preoccupano dell’aumento dei micro organismi farmacoresistenti. Il rapporto dell’OMS, organizzazione affiliata all’ONU con sede a Ginevra, costituisce oggi la più completa, e forse più allarmante, documentazione a riguardo.
La capacità che batteri, virus e parassiti hanno di diventare resistenti ai farmaci è un fenomeno naturale legato alla mutazione e alla sopravvivenza dei microrganismi più forti. Il problema sorge solo quando i microrganismi patogeni diventano capaci di contrastare farmaci altrimenti curativi.
Dopo la seconda guerra mondiale l’industria farmaceutica sviluppò moltissimi antibiotici efficaci, molti pensarono così che non fosse più necessario produrne altri e gran parte delle industrie farmaceutiche perse interesse nella ricerca.
Questo, secondo Heymann fa sì che “attualmente non esistono nuovi farmaci o vaccini a nostra disposizione”.
Il rapporto OMS descrive numerosi esempi di come la resistenza ai farmaci possa incidere gravemente sulla salute pubblica: negli Usa, secondo le stime, sono circa 14.000 le persone che muoiono ogni anno a causa di infezioni da microrganismi farmacoresistenti contratte in ospedale. Dieci anni fa in India il tifo si curava con tre farmaci poco costosi. Oggi quei farmaci sono in gran parte inefficaci contro questa malattia letale.
Nell’Europa dell’Est e in alcune zone della Russia più del 10% dei pazienti affetti da tubercolosi è contagiata da ceppi batterici resistenti ai due più potenti antibiotici. In gran parte del sud est asiatico il 98% dei ceppi della gonorrea è resistente alla penicillina, che per decenni è stato il farmaco leader nella cura di questa malattia.
L’OMS ha raccomandato di evitare l’uso di antibiotici come stimolatori della crescita nei mangimi per animali.
E l’Unione Europea ha già proibito l’uso di molti antibiotici ai fini dell’allevamento degli animali.
By Mark Kaufman – Copyright°: “Los Angeles Times-Washington Post News Service. All Right Reserved”
vedi: Antibiotico resistenze + Pericolo farmaci + Origano al posto degli antibiotici + Antibiotici – 2
Gli antibiotici invecchiano le cellule
Il loro uso indiscriminato però è pericoloso, perché non causa solo antibiotico-resistenze: se assunti per lunghi periodi, infatti, gli antibiotici possono causare disfunzioni nei mitocondri, e sottoporre le cellule sane dei mammiferi a stress ossidativo, accelerando il processo di invecchiamento cellulare (NdR: e quindi preparano la base fisiologica del cancro = acidosi > stress ossidativo=cancro).
A spiegarlo, indicando anche i modi per evitare che questo accada, è uno studio pubblicato su Science Translational Medicine.
Come spiegano gli scienziati dell’Howard Hughes Medical Institute di Boston, l’impiego di antibiotici per periodi prolungati può innescare la produzione di specie reattive dell’ossigeno (Ros), che distruggono il DNA batterico, di fatto assolvendo alla funzione di battericidi (NdR: e dalla disgregazione del DNA dei batteri nascono i virus…). Ma, si sono chiesti i ricercatori, interessati a chiarire il ruolo che gli antibiotici battericidi esercitano sui tessuti, queste sostanze inducono la produzione di Ros anche nelle cellule sane dei mammiferi ?
Per capirlo, gli scienziati guidati da Sameer Kalghatgi hanno testato tre tipologie di antibiotici battericidi (chinoloni, beta-lattamici e aminoglicosidi) su colture di cellule umane, confermando che questi, effettivamente, inducono la produzione di Ros interrompendo la catena di trasporto degli elettroni nei mitocondri (processo chiave della respirazione cellulare). Lo stress ossidativo conseguente ha quindi causato danni al Dna sano, e alle proteine e lipidi di membrana.
Inoltre, per osservare gli effetti che gli stessi antibiotici avevano in vivo, gli scienziati hanno somministrato ad alcuni topi dosi cliniche dei medicinali, osservando segni di danni ossidativi nel sangue e nelle ghiandole mammarie.
Il danno da Ros tuttavia, può essere contenuto tramite trattamenti con il potente antiossidante N-acetilcisteina, senza compromettere le proprietà battericide degli antibiotici, spiegano gli scienziati, suggerendo che questi “effetti collaterali” possano essere prevenuti con l’assunzione di antiossidanti. Insieme a questo, concludono gli autori, andrebbe preferito l’uso di antibiotici batteriostatici (che limitano o inibiscono la replicazione batterica senza tuttavia uccidere il microrganismo) come la tetraciclina, che non inducono stress ossidativo nelle cellule.
Riferimenti: Sci. Transl. Med. Doi: 10.1126/scitranslmed.3006055
Commento NdR: Le Tetracicline hanno tossicità molto più elevata delle penicilline. Possono dare disturbi intestinali (nausea, squilibri della flora batterica intestinale che possono favorire la candida o lo pseudomonas).
Sulle ossa i trattamenti a lungo termine possono produrre malformazioni, in quanto le tetracicline eliminano il calcio (osteoporosi).
Si riscontrano inoltre effetti tossici sul fegato, eritemi da fotosensibilizzazione e disturbi vestibolari sul sistema nervoso centrale.
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Efficacia antibiotici sempre più a rischio
Aumentano i casi in cui i batteri diventano insensibili a questi farmaci.
NIZZA (Francia) – Efficacia degli antibiotici sempre più a rischio a causa delle resistenze a questi farmaci sviluppate dai batteri. A sottolineare il problema è stato Gianmaria Rossolini, docente di Microbiologia clinica all’Universitá di Siena e direttore del dipartimento di Biologia molecolare dello stesso ateneo toscano, intervenuto al 16esimo Congresso europeo di Microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) in corso a Nizza.
L’esperto ha parlato del fenomeno durante una sessione dedicata proprio all’evoluzione del fenomeno della resistenza alla classe di antibiotici betalattamici (di cui la penicillina è capostipite), i più conosciuti e utilizzati nel mondo. «Studiando come i batteri evolvono e diventano resistenti a questi farmaci ci siamo resi conto che stiamo perdendo progressivamente l’efficacia di tantissime molecole, ed è un grande problema dal punto di vista medico ed epidemiologico».
«Esistono situazioni – ha proseguito l’esperto- in cui i batteri isolati risultano resistenti a tutti i farmaci esistenti: in questi casi, se si vuole combattere l’infezione e non perdere il paziente, si agisce cercando di associare più antibiotici sperando in sinergie fra loro o ricorrendo a prodotti vecchi e tossici che possono funzionare, ma hanno pesanti effetti collaterali». «A volte – ha sottolineato Rossolini – assistiamo a fenomeni che si verificavano soltanto prima della scoperta della penicillina, quando non si avevano armi efficaci contro le infezioni.
Tratto da: corriere.it
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Gli antibiotici sono utili per le sinusiti, bronchiti ecc. ? NO !
Gli antibiotici sono comunemente usati per trattare le infezioni del seno, ma un nuovo studio ha scoperto che non funzionano meglio di un placebo. Inoltre, la prescrizione di antibiotici ai pazienti con sinusite può causare danni aumentando la loro resistenza ai farmaci.
Nello studio, i ricercatori hanno seguito circa 200 pazienti con sinusite. Dei 100 che hanno ricevuto un antibiotico, il 29% ha avuto sintomi che sono durati 10 giorni o più. Altri 107 hanno ricevuto un placebo, e il 34% ha avuto sintomi altrettanto duraturi. La differenza era statisticamente insignificante.
L’efficacia di uno spray di steroidi nasali per le infezioni del seno è stato anche testato nello studio, e trovato per funzionare lo stesso come il placebo (tranne tra un gruppo di pazienti con sintomi più lievi, quando era leggermente vantaggioso).
I ricercatori hanno suggerito che l’antibiotico non ha aiutato le infezioni sinusali perché non poteva penetrare le cavità sinusali piene di pus.
La prescrizione inutile di antibiotici ha portato a enormi problemi di resistenza ai farmaci. Gli antibiotici sono stati recentemente trovati inefficaci anche contro le infezioni dell’orecchio e la bronchite.
I ricercatori dicono che i risultati dovrebbero incoraggiare più pazienti a rinunciare agli antibiotici per le infezioni del seno.
“Con un po’ di pazienza, il corpo di solito guarisce da solo”, ha detto il dottor Ian Williamson, autore principale dello studio.
Sources: Journal of the American Medical Association December 5, 2007;298(21):2487-2496
Houston Chronicle December 5, 2007
Tratto da: http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2007/12/29/are-antibiotics-useless-for-sinus-infections.aspx
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Sempre piu’ inefficaci gli antibiotici
Si parla molto dei rischi dei prodotti transgenici, ancora non provati, e assai poco di quelli derivanti dal massiccio uso di antibiotici, i cui guai planetari sono ben noti e verificati, ovvero la crescente resistenza o immunità acquisita dai ceppi batterici nei confronti delle medicine antibiotiche, per cui è sempre più difficile curare le comuni malattie infettive.
Secondo uno studio del Comitato economico e sociale dell’Unione Europea, polmoniti e otiti da pneumococchi sono ormai infezioni diffusissime perché il pneumococco ha acquisito resistenza alla penicillina.
I batteri della tubercolosi, altra malattia in forte espansione anche perché favorita dall’epidemia di AIDS, sono diventati multiresistenti agli antibiotici e costituiscono un enorme problema non solo nei paesi in via di sviluppo.
Sono cresciute le infezioni da salmonella e, per lo stesso motivo, quelle da stafilococco aureo e da enterococchi. Nei paesi in via di sviluppo ceppi di batteri multiresistenti che causano dissenteria sono all’origine di un’elevata mortalità.
I batteri diventano resistenti grazie a trasformazioni genetiche casuali, come quella della parete cellulare, che può cambiare al punto di impedire alle molecole di antibiotico di penetrare nella cellula; oppure possono acquisire enzimi in grado di distruggere l’antibiotico, giovandosi di un trasferimento di geni da altri batteri, anche di specie diverse, che conferiscono resistenza a numerosi antibiotici nello stesso tempo. Poiché la maggior parte dei batteri si moltiplica in tempi molto brevi, tale resistenza può diffondersi velocemente, funzionando secondo il principio della pressione selettiva.
Le cause, secondo il Comitato economico e sociale della CE, stanno principalmente nell’uso indiscriminato di antibiotici, gran parte dei quali sono impiegati per il trattamento delle infezioni dell’apparato respiratorio dovute a virus, che non sono attaccati dagli antibiotici. Ma il medico dispone di strumenti limitati per stabilire se un’infezione è di origine virale o batterica e, nel dubbio, prescrive gli antibiotici, che lasciano in vita i batteri resistenti dandogli l’opportunità di moltiplicarsi ulteriormente e di sopravvivere a dosi medicinali sempre più massicce e mirate.
Anche i pazienti stessi abusano di antibiotici per curare inutilmente semplici malattie dovute a virus, come i raffreddori.
In particolare, però, il Comitato economico e sociale europeo punta il dito contro la somministrazione di antibiotici in agro-zootecnia, che si trasferisce nella catena alimentare. In alcuni paesi oltre il 50 per cento della produzione totale di composti antimicrobici viene utilizzato per bestiame, pesci e vegetali, in gran parte sotto forma di additivi nei mangimi al semplice scopo di promuovere la crescita degli animali o, in agricoltura, per prevenire malattie batteriche delle piante.
L’unico Stato europeo che ha vietato l’impiego degli antibiotici come promotori di crescita degli animali è la Svezia, che ha ottenuto una deroga dall’Unione europea scaduta il 31 dicembre 1998.
Eppure è stato dimostrato che la somministrazione di antibiotici determina negli animali la selezione di batteri resistenti che in seguito si trasmettono all’uomo attraverso la catena alimentare; ma nella CE il problema è ancora oggetto di discussioni e per ora si è deciso soltanto di ridurre il numero degli antibiotici consentiti nell’alimentazione animale, non le quantità.
Fonte: consumatori.it
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Gli effetti degli antibiotici sulla salute dei bambini – 16 giugno 2016
Due nuovi studi su bambini dalla nascita ai primi anni di vita dimostrano che l’assunzione di antibiotici determina una riduzione della varietà dei microbi del tubo digerente umano e attiva geni legati alla resistenza agli antibiotici. Il risultato getta luce sugli effetti di questi farmaci nella prima infanzia e la loro possibile influenza sulla salute anche a lungo termine (red)
La terapia antibiotica sui bambini è di uso comune da molti anni. Si calcola per esempio che negli Stati Uniti, ogni bambino, all’età di due anni, abbia già subito, in media, tre trattamenti con questo tipo di farmaci. Il loro utilizzo è indicato quando si tratta di infezioni batteriche, ma in tutto il mondo i microbiologi segnalano un uso indiscriminato, che può avere conseguenze serie, anche sul lungo periodo, per i piccoli pazienti.
Un primo effetto evidente, come dimostrano due nuovi studi pubblicati sulla rivista “Science Translational Medicine”, è che i bambini sottoposti ripetutamente a terapia antibiotica mostrano un’alterazione del microbiota, l’insieme dei microbi – per la maggior parte batteri, ma anche lieviti e virus – che albergano nel tubo digerente umano. Inoltre, l’esposizione ripetuta agli antibiotici induce i batteri intestinali ad attivare i geni che garantiscono una resistenza a quella classe di sostanze.
Il microbiota umano, che in condizioni normali conta tra le 500 e le 1000 specie diverse di microrganismi, negli ultimi anni si è guadagnato una grande attenzione da parte della ricerca biomedica. Sono molti infatti gli indizi della sua notevole influenza sulla salute. Alcuni studi per esempio hanno mostrato che l’alterazione dei batteri intestinali è correlata all’insorgenza di diverse patologie, quali le malattie infiammatorie dell’intestino, il diabete di tipo 2, l’obesità e i disturbi metabolici, il tumore del colon-retto, la cirrosi epatica e l’artrite reumatoide, per citarne solo alcune.
In molti casi tuttavia, si è trattato di studi longitudinali, cioè che hanno seguito campioni di popolazione per molti anni per verificare se l’alterazione o la disregolazione dei microbiota si possa far risalire a cattive condizioni di salute infantili quali la malnutrizione, il diabete di tipo 1 o l’asma.
Solo di recente alcuni ricercatori hanno iniziato a studiare l’impatto di fattori esterni, come l’esposizione agli antibiotici, dimostrando, su piccoli campioni di soggetti adulti, che questi farmaci determinano una diminuzione della diversità microbica, e confermando così analoghi risultati ottenuti nei topi di laboratorio.
Un aspetto finora non chiarito era però l’influenza degli antibiotici sulla prima infanzia.
Nel primo studio, Nicholas Bokulich e colleghi della New York University hanno studiato lo sviluppo del microbioma in 43 bambini dalla nascita fino a due anni di età, raccogliendo campioni di feci e confrontandoli con analoghi campioni delle madri prima e dopo la nascita. Hanno così scoperto che la somministrazione di antibiotici, insieme al parto cesareo e all’allattamento con latte artificiale, può ritardare lo sviluppo del microbiota e ridurre la diversità batterica.
Nel secondo studio, Moran Yassour del Broad Institute del MIT e della Harvard University a Cambridge, nel Massachusetts, e colleghi di una collaborazione tra istituti finlandesi e statunitensi, hanno analizzato i campioni fecali di 39 bambini per tre anni, concludendo anche in questo caso che il trattamento antibiotico, insieme ad altri fattori, riduce la diversità e la stabilità microbica intestinale. Nei primi mesi di vita, in particolare, tutti i bambini nati con parto cesareo e il 20 per cento di quelli nati con parto naturale erano privi di batteroidi, particolari tipi di batteri che contribuiscono a regolare il sistema immunitario dell’intestino.
Ma il dato più preoccupante – anche se transitorio – per la salute dei piccoli riguarda la resistenza agli antibiotici. Nei mesi successivi alla somministrazione dei farmaci, i batteri mostravano un incremento nell’espressione di geni che codificano per proteine legate al fenomeno della resistenza antibiotica. Un dato interessante,è che per ragioni ancora non comprese, questi geni sono espressi anche nei bambini di due mesi non esposti agli antibiotici.
Tratto da: lescienze.it
Commento NdR: quando un bambino e’ vaccinato da neonato, esso ha come conseguenza la meno diagnosticata, una cronica disbiosi che pero’ puo’ generare qualsiasi sintomo = malattia fino all’autismo ed al cancro; se a questi poveri bambini supervaccinati si aggiungono per le loro malattie indotte dai vaccini, le “cure” a base di antibiotici…il disastro e’ assicurato !