L’Aromaterapia è un ramo della fitoterapia che usa gli olii essenziali (olii eterici): le sostanze fortemente odoranti delle piante. Vengono estratti di solito tramite distillazione a vapore da foglie, fiori, corteccia, legno, semi, pericarpi, radici.
Il termine aromaterapia ha significati diversi a seconda dei Paesi in cui viene usato, per esempio in Inghilterra, Russia, negli USA ed in Francia.
Essa impiega al posto delle piante intere, gli oli essenziali estratti da alcune piante e le essenze aromatiche di ogni vegetale impiegato a scopo curativo.
Anche i profumi liberati dagli olii eterici delle differenti erbe aromatiche, hanno un effetto benefico sulla salute, influenzando positivamente il nostro subconscio.
Il padre moderno di questa tecnica è il francese Jean Valnet (scomparso); egli ha scritto numerosi validi libri che vi consigliamo, tradotti anche in Italiano.
L’aromaterapia si basa principalmente sui seguenti effetti terapeutici:
– effetti antibiotici: virostatici, battericidi, fungicidi in base all’olio utilizzato
– effetti centralnervosi: tramite l’odore in base all’olio utilizzato
– effetti metabolici / endocrini (ormonali) in base all’olio utilizzato
L’aromaterapia richiede studio ed esperienza: bisogna conoscere proprietà, indicazioni e controindicazioni dei diversi oli. Inoltre sono prodotti molto concentrati: in certi casi da una manciata di materia prima si riesce ad estrarre solamente una goccia di olio essenziale.
Anche per questo motivo e per l’energia consumata nel processo di distillazione dei prodotti utilizzabili a scopo terapeutico, tali oli sono molto costosi, se non sono di importazione cinese.
Applicazione a largo spettro
Principalmente queste sostanze si usano come “profumi” (ovvero interagiscono col corpo umano per inalazione del soggetto).
In aromaterapia si fa una distinzione ulteriore legata alle modalità di uso specifico:
– percutaneo (ovvero per contatto con la cute: bagni, massaggi, maschere, fanghi)
– permucotico (ovvero per contatto con le mucose:ad esempio risciacqui o gargarismi)
– inalatorio (inalatori, diffusori)
– raramente orale (anche perché si uscirebbe dall’ambito dell’aromaterapia)
Applicazione diluita
In aromaterapia si usano quasi sempre le essenze fortemente diluite. Visto che non si sciolgono in acqua, si diluisce in alcool o olio.
– Diluzioni alcooliche: P.es. per fare gargarismi si diluisce Aeth. Thymi in grappa (1:10). Poi si diluisce qualche goccia del miscuglio in un sorso d’acqua e si utilizza per fare gargarismi.
– Diluzioni oleose: Si versa una goccia di un olio eterico in un cucchiaio di olio per massaggiare
– Diluzioni in unguenti: Alla fine della preparazione dell’unguento si aggiunge max. 5% di oli eterici.
– Eccezione 1: Come antisettico per una piccola ustione si applica una goccia di Aeth. Lavandulae pura sull’ustione.
– Eccezione 2: Come anestetico locale si spalma 1 goccia di Aeth. Caryophylli (chiodo di garofano) attorno al dente dolente.
Indicazioni
– anestetici dermici e mucotici: (Garofano, Menta)
– antisettici cutanei e mucotici: (Lavanda, Melaleuca, Timo, Rosmarino, …)
– diverse malattie infettive banali (p.es. Aeth. Pini pumillionis =>pino mugo inalato contro bronchiti)
– disturbi endocrini / metabolici (p.es. Aeth. Menthae pip. fortemente diluito => max. 1‰ in tintura epatica, orale)
– disturbi psicosomatici (p.es. Aeth. Neroli => fior d’arancio percutaneo contro disturbi somatici legati a malinconia)
Effetti collaterali
Ad elevati dosaggi (poche gocce per un adulto) orali: tossicità
Precauzione d’uso
– Durante la gravidanza e per i bimbi
– Allergici
– Epilettici
Controindicazioni
Allergie e intolleranze note.
Fonti
– Tisserand Robert: manuale di aromaterapia; edizioni mediterranee
– Price Shirley; Price Len: trattato di aromaterapia; editore Antonio Pellicani
– F.Firenzuoli. Gli oli essenziali. Tecniche Nuove ed., Milano, 2002
– Valnet Jean-Duraffourd Christian-Lapraz Jean C.: cura delle malattie con piante e aromi; Giunti 2004
Tratto da: it.wikipedia.org
Aromi pericolosi
La combustione dei bastoncini libera sostanze cancerogene la cui inalazione aumenta il rischio di sviluppare tumori dell’apparato respiratorio
L’uso prolungato di incenso (NdR: inalato dalle vie respiratorie) aumenta il rischio di sviluppare tumori dell’apparato respiratorio.
La notizia, che mette sotto accusa una delle abitudini più diffuse nei paesi asiatici ormai diventata di moda anche in Occidente, appare sulle pagine del numero di ottobre di Cancer, il giornale dell’American Cancer Society.
Il team internazionale che ha condotto la ricerca – composto da scienziati danesi, di Singapore e statunitensi – ha dimostrato che la combustione dell’incenso produce sostanze potenzialmente cancerogene, come gli idrocarburi poliaromatici, i carbonili e il benzene.
E che la loro inalazione è correlata all’insorgenza di tumori.
Prima d’ora il legame fra incenso e cancro era stato analizzato solo per quanto riguarda il tumore dei polmoni, con risultati giudicati non significativi. Ma Jeppe Friborg dello Statens Serum Institut di Copenhagen, coordinatore dello studio, ha allargato l’analisi anche ad altri tipi di neoplasie, trovando così una netta correlazione.
Lo studio ha coinvolto 61.320 cinesi di Singapore sani di età compresa fra i 45 e i 74 anni arruolati fra il 1993 e il 1998, campione che è stato seguito dai ricercatori fino al 2005. Nel corso degli anni sono stati rilevati 325 tumori delle vie aeree superiori (incluso naso, lingua, bocca, laringe e altri) e 821 casi di tumore dei polmoni. Solo i primi, però, si sono dimostrati associati con l’uso di incenso.
In più, i ricercatori hanno notato che anche la durata dell’esposizione e l’intensità della sostanza usata fanno la differenza: maggiori questi due fattori, maggiore il rischio di carcinomi a cellule squamose dell’intero apparato respiratorio. Un rischio che per i fumatori è ovviamente maggiore ma che incide considerevolmente anche sui non fumatori. (l.g.)
Tratto da. galileonet.it
Commento NdR: Utilizzare SOLO i bastoncini di aromi SENZA il legno interno !
vedi: Fitoterapia + Floriterapia + Fitoterapia e cancro + Fiori di BACH
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Aromaterapia in chirurgia – Gen. 2014
Susanna Stea e coll. dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, hanno appena pubblicato una bella review sull’uso degli oli essenziali nel paziente chirurgico. E questo lavoro ci fa molto piacere anche perchè frutto di una maturazione scientifica specifica avvenuta da
parte dell’autrice proprio nell’ambito del master di fitoterapia di Firenze. Aromaterapia è l’uso di essenze vegetali per scopi terapeutici: le sue applicazioni sono numerose (dal mantenimento del benessere, al controllo delle infezioni, dalla terapia della demenza a quella dell’ansia).
Sono stati scientificamente validati gli studi ?
Lo scopo del presente studio è rivedere la letteratura disponibile per determinare se vi è evidenza di efficacia di aromaterapia nei pazienti chirurgici per trattare l’ansia e l’insonnia, per controllare il dolore e la nausea, e per…medicare le ferite chirurgiche.
Studi di efficacia di lavanda o di arancio e oli essenziali di menta piperita, per trattare l’ansia e nausea, rispettivamente, hanno mostrato risultati positivi.
Per altri aspetti, come il controllo del dolore, la terapia con oli essenziali ha mostrato risultati incerti. Infine, vi sono dati incoraggianti per il trattamento di infezioni, in particolare per il Tea tree oil. Va inoltre considerato che possono verificarsi reazioni allergiche e tossicità dopo l’ingestione orale.
Pertanto, mentre studi rigorosi sono in corso, è importante che l’uso terapeutico di oli essenziali debba essere eseguito nel rispetto delle norme di sicurezza clinica.
Fonte: Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine Volume 2014 (2014), Article ID 726341, 6 pages