Ayahuasca – Daime
Bevanda antica quanto il mondo, utilizzata dagli Sciamani
Sostanza naturale psicoattiva-psicotropica
Daime
E’ una parola che significa Diamo, dal verbo Dare, oppure UdV (Unao do Vegetal), e’ una bevanda ed e’ un infuso concentrato di 2 piante, che sanno preparare soltanto certe persone: Ayashuasca (Banisteriopsis Caapi) che e’ la corteccia di una liana + Foglia della Regina (in Brasile si chiama Folha Rainha e proveniente dalle foreste pluviali);
Strati alternati di quanto è stato ricavato rispettivamente dall’arbusto e dalla foglia, sono disposti in un grande calderone e fatti bollire finché ne fuoriesce un liquido che è raccolto in bottiglie (dove si conserva per parecchio tempo).
Il DAIME o UDV è una bevanda (Ayahuasca) ben conosciuta dagli Sciamani (proibita dai “religiosi cristiani”) e’ utilizzata dagli sciamani per parlare con altre dimensioni e per curare certe malattie nervose.
e fatta riconoscere nel mondo da una congregazione:
http://www.santodaime.org/indexy.htm
http://www.soga-del-alma.org/ConferenceSite/index.html
http://www.ayahuayra.org/main.htm
http://www.udv.org.br/
Le 2 piante (la prima che rappresenta il principio maschile) e della foglia (la seconda che rappresenta il principio femminile) vengono ridotte in poltiglia. – vedi Yinn + Yang
Questa tisana che si assume alla sera, amarissima ed acre, procura (bevendone al massimo un bicchiere) vomito e diarrea, per cui occorre avere vicino l’occorrente….(WC + recipiente) quindi aiuta e favorisce le eliminazioni profonde delle intossicazioni ed infiammazioni della mucosa del tubo digerente, facilitando la decongestione sanguigna linfatica ed infiammatoria, sempre presente nella parete della mucosa intestinale in quasi tutti i soggetti.
Questa azione di disintossicazione ha anche e parallelamente un’azione psichica sul cervello inferiore (intestinale) che favorisce e permette l’eliminazione fisica e Spirituale e quindi Psichica dai 2-3 cervelli di tutti i “mostri” le nostre paure consce ed inconsce, per mezzo della visualizzazione mentale di tutte le emozioni=immagini mentali che risiedono nel nostro inconscio; per cui occorre sapere che assumendo quel prodotto avremo delle “allucinazioni” = immagini, frutto dei nostri problemi passati; l’effetto dura da 6 ore a 10 ore a seconda del soggetto.
La ghiandola Pineale (nel cervello antico) secerne una sostanza importante per l’uomo la DMT (dimetiltriptamina), la quale e’ indispensabile per avere il giusti rapporti fra emozioni e sentimenti; la preparazione e la produzione di questa sostanza, nelle popolazioni occidentali, e’ diminuita rispetto alle popolazioni tribali e/o in quelle che non seguono i ritmi ossessivi del sistema occidentale, quindi in questi ultimi, per atrofia e riduzione di utilizzo, cioe’ per mancanza di “uso”, per via dell’uso della sola “logica” senza possibilita’ di introduzione dell’incognita nei ragionamenti fatti, i sentimenti aperti e possibili, vengono ad essere oscurati-impossibilitati e quindi questa e’ una delle “cose” che questo tipo di “civilta ristretta” deve saper recuperare.
Vedi i particolari del fatto che il Cervello (cosi come tutti i 3 cervelli) e’ una apparecchiatura bioElettronica complessa, ricetrasmittente, da e per qualsiasi dimensione “spazio-temporale” dell’UniVerso e quindi ha delle peculiarita’ molto interessanti da scoprire…
– per i particolari li trovate QUI in Cervello
Le sedute terapeutiche sono guidate sa uno sciamano o da un vegetalista.
Daime o UdV, (Ayhuasca) aiuta a ritrovare la propria identita’, perche’ permette di conoscersi “dentro”, di visionare la parte della mente – la “corteccia” quella ove sono insediate le nostre immagini di ansia, paura, i nostri “mostri”; esso aiuta ad eliminare le ansieta’ e le angosce esistenziali, quelle che portano il dolore, la paura e quindi la malattia.
Naturalmente la sanita’ mondiale e sopra tutto quella europea si e’ scagliata contro l’uso di questa sostanza per scopo personale, imprigionando e cercando di condannare coloro che l’utilizzano, dato che e’ legata a doppio filo con le industrie degli psicofarmaci che vendono di fatto DROGHE (psicofarmaci), pericolose per i soggetti che le usano, NON vuole concorrenti e quindi cercano di eliminare sul nascere ogni forma di possibile concorrenza….(cosi “loro” la ritengono)
Ma questa sostanza NON e’ una droga (nel senso comune della parola), anche se e’ una sostanza allucinogena utilizzata da milioni di anni dall’uomo, essa NON produce psicodipendenza e deve essere utilizzata di rado per avere i dovuti effetti liberatori, salvo casi particolari – es. i drogati da eroina, cocaina, crak, ecc. – nel qual caso e’ opportuno utilizzarla molte piu’ volte nel corso dell’anno seguendo un protocollo preciso.
vedi: Lavaggio Energetico e Settimo Senso + Legge di Guarigione + Tecnica del Vomito volontario
Comunque un consiglio: fate attenzione da chi vi recate, per evitare di fare brutte esperienze, e ricordate che questa tecnica NON vi porta all’illuminazione….che invece arriva dal “colloquio” con l’IO SONO attraverso la mEnte…quando essa “risuona” con l’IO SONO che irrora la mente con l’olio sacro detto il “cristo”….che nel Cranio (arca del patto) la ghiandola del cervello detta pineale “secreta”…da cui “segreto”…, ma vi fa conoscere le grandi possibilita’ e funzioni del cervello che purtroppo utilizziamo solo al 5%…..delle sue possibilita’ !
Comunque il Daime – Ayhuasca, e’ un prodotto Fitoterapico molto utile per la Sindrome Down (danno vaccinale = mutazione genetica, di genitori vaccinati o con madre che ha avuto molte amalgami dentali, che si trasmette alla prole) e per bloccare ed aiutare l’Alzheimer.
I ricercatori dell’Istituto Brasiliano D’Or per la ricerca e l’Istruzione, dell’Istituto di Scienze Biomediche dell’Universita’ Federale di Rio de Janeiro, hanno pubblicato uno studio il 06/12/2016 su “Peer”, perche’ hanno scoperto, dopo migliaia di anni…., che questa miscela di piante utilizzata dagli sciamani, contiene delle sostanze molto utili per la depressione, ansia ed ora anche per l’Alzheimer e la sindrome di down, l’Armina in essa contenuta sarebbe in grado di restimolare la rigenerazione delle cellule nervose (neuronali) che di solito avviene nello sviluppo prenatale ed in certi casi anche nell’eta’ adulta.
Quella sostanza nei topi, è stata in grado di rigenerare il 70% delle cellule nervose cerebrali !
Bibliografia:
– Alex Polari de Alverga, Ayahuasca. Vida y enseñanzas del Padrino Sebastián y el Santo Daime, Ediciones Obelisco, Barcellona 1994;
– Alberto Groisman, Eu venho da floresta. Um estudo sobre o contexto simbólico do uso do Santo Daime, Editora da UFSC, Florianópolis 1999.
– Edward McRae, Guiado pela Lua. Xamanismo e uso ritual da ayahuasca no culto do Santo Daime, Brasiliense, San Paolo (Brasile) 1992.
– Carsten Balzer, “Santo Daime in Deutschland – eine verbotene Frucht aus Brasilien”, Zeitschrift für Religionswissenschaft 7 (1999), pp. 49-79.
Sugli enteogeni cfr., fra i molti, Huston Smith, Cleansing the Doors of Perception. The Religious Significance of Entheogenic Plants and Chemicals, Jeremy P. Tarcher-Putnam, New York 2000.
Dipendenze affettive e piante psicotrope: una possibile terapia ?
Le ricerche storico-antropologiche registrano in molte culture di tipo sciamanico (Sud America, Siberia, India) un utilizzo molto antico di “piante maestre”, ovvero piante che, grazie alle loro proprietà, permettono di raggiungere “Stati non ordinari” di coscienza.
Tali stati di coscienza possono sorgere attraverso diverse pratiche, come la meditazione, la respirazione olotropica, lo yoga, la deprivazione sensoriale, o addirittura a livello spontaneo come nel caso dei “mistici” cristiani.
L’esperienza contemporanea riportata dai ricercatori ha offerto dati molto incoraggianti sui benefici di questo tipo di esperienze.
La ricerca sviluppata negli USA, in linea generale, tende a seguire protocolli molto rigidi nella ricerca, in cui giocano un ruolo fondamentale il Set (lo stato attuale ma anche la storia clinica e biografica del paziente), il Setting (l’ambiente in cui avviene l’esperienza) e la sostanza (tipologia, dosaggio, qualità e quantità).
Dal punto di vista storico, possiamo affermare che in Europa, erano già presenti ai tempi dei greci prima e dell’impero Romano poi, i riti dionisiaci, i misteri di Eleusi, in cui si fa riferimento all’utilizzo di sostanze psicoattive. Elemento tipico del culto di Dioniso è la partecipazione essenzialmente femminile alle cerimonie che si celebravano in diverse zone della Grecia: le Baccanti (chiamate anche menadi) ne invocavano e cantavano la presenza e, anche per mezzo di maschere (importanti nel culto di Dioniso, che si suppone legato alla nascita della tragedia greca), riproducevano ritualmente il mitico corteo dionisiaco di sileni, satiri e ninfe.
Oggi, come allora, le ricerche riportano i cambiamenti del comportamento pro sociale in numerosi campioni di persone che hanno fatto uso di diversi tipi di “piante maestre”, sia in contesti religiosi, come nel caso dell’ayahuasca per i praticanti della chiesa del Santo Daime, sia in contesti informali.
Le sfide per il futuro sull’utilizzo terapeutico delle sostanze psicoattive sono ancora molte, una possibilità concreta potrebbe essere quella di rivitalizzare l’utilizzo rituale delle sostanze unendo passato e presente, antiche conoscenze e moderna scienza a servizio della cura, in particolare a fare delle cosiddette “new addictions”.
Esistono, infatti, forme di dipendenza, le cosiddette new addictions o dipendenze comportamentali, la cui caratterizzazione è legata ad attività diffuse e socialmente riconosciute quali il gioco, lo shopping, l’utilizzo di internet, il sesso, le relazioni sentimentali, il lavoro e l’esercizio fisico/sport. L’idea che anche uno stimolo “differente”, rispetto alla sostanza psicoattiva, possa far scaturire una condizione di dipendenza è stata introdotta da Peele nei primi anni ’70 (Peele et al., 1975).
Nell’ultima versione del DSM (DSM 5, 2013) è stato proposto l’inserimento di un nuovo capitolo – Behavioral addictions – in accordo con i dati delle neuroscienze, sempre più consistenti, secondo i quali le dipendenze comportamentali di fatto sono attribuibili al sistema dopaminergico (Holden, 2001; Potenza, 2006; O’Brien et al., 2006; Tao et al., 2010).
La proposta di un intero ed onnicomprensivo capitolo del DSM 5 legato alle dipendenze è stata tuttavia rigettata, almeno fino ad ora, a causa dell’indisponibilità di dati evidence based sufficientemente forti e convincenti da qualificare criteri diagnostici solidi per classificare tali condizioni come nuove forme di disturbo mentale (APA, 2013).
Il tema della Dipendenza affettiva si presenta oggi come un rilevante aspetto individuale e, al contempo, interpersonale in grado di condizionare la vita emotiva – ma non solo – dei singoli individui e delle coppie che conoscono da vicino questa dinamica: oggi più che mai, essa sta infatti attirando un interesse sempre più crescente da parte degli operatori della relazione d’aiuto e del mondo scientifico così come, al contempo, sembra che si stia risvegliando la consapevolezza di tutti coloro che, direttamente o indirettamente, ne sono coinvolti. Tratti di disregolazione affettiva emergono puntualmente dalle ricerche in vari tipi di dipendenze.
Nella fondamentale ricostruzione dei meccanismi all’origine dei comportamenti di addiction le ricerche sostengono che la dipendenza non è indirizzata all’esclusiva ricerca di un piacere, ma è più vicina alla ricerca di un’esperienza che permette all’individuo di cancellare, spostare, non considerare stati emotivi spiacevoli, negativi quali dolore, ansia, preoccupazioni, esperienze quindi che permettono di alleviare un dolore vissuto come “sintomaticamente insopprimibile” che si esprime in una triade comportamentale caratterizzata da impulsività, ossessività e compulsività tra di loro intimamente interconnesse.
Tale quadro è riconducibile, nelle sue grandi linee, ad un sindrome post-traumatica da stress dal momento che sono individuabili nell’infanzia o nell’adolescenza situazioni caratterizzate da comportamenti di abuso, abbandono comunque di comunicazione non empatica e di sostegno ai processi di crescita psicoemotiva.
“Da un punto di vista neurobiologico, le condizioni di maltrattamento ed abuso producono invece una riduzione dell’attivazione nelle aree dell’ippocampo e della corteccia (in particolare proprio della corteccia prefrontale, oltre che di quella temporale e parietale), che sono particolarmente coinvolte nella percezione sensoriale e nella memoria autobiografica (Caretti e Craparo, 2008); parallelamente si assiste ad un incremento dell’attivazione cerebrale nelle aree connesse alla memoria emotiva ed al comportamento (particolarmente nel cingulus posteriore e nella corteccia motoria) quando il soggetto è sottoposto a stimoli che richiamano gli eventi traumatici.
A ciò si aggiungono gli effetti del trauma interpersonale precoce sul sistema degli oppioidi endogeni, quali la dopamina. Il fenomeno del craving inteso come “la condizione sindromica di base delle addiction, caratterizzata da un’urgenza appetitiva di ricerca di piacere e una messa in atto irriducibile, anche a svantaggio della stessa volontà del soggetto; ovvero una “fame” viscerale e travolgente che sottovaluta il rischio e disconosce le possibili conseguenze negative ” (Caretti, Craparo, Schimmenti, 2010). Sulla base delle ricerche sviluppate finora dell’utilizzo di “piante maestre” nell’ambito delle dipendenze, si evidenzia la possibilità di un nuovo ambito di ricerca nel settore delle “nuove dipendenze” in particolare di quelle affettive.
By Tania Re (Antropologa, Psicologa)
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Ayahuasca – Daime – 26/12/2016
Dominique era “cocainomane all’ultimo stadio” e fumava due pacchetti di sigarette al giorno quando ha scoperto l’ayahuasca, una bevanda allucinogena originaria dell’Amazzonia: “Ho bloccato tutto dall’oggi al domani, senza sforzi”..
Questa franco-americana di Los Angeles fa parte delle migliaia di adepti di questa bevanda psichedelica che fa furore negli Stati Uniti e provoca gli interessi di ricercatori in psichiatria che la vedono come un rimedio potenziale alle dipendenze, alla depressione o alle sindromi post-traumatiche.
Classifica come droga pesante dalle autorita’ sanitarie, l’ayahuasca non e’ tuttavia senza rischi. Prima di tutto perche’ e’ gestita dalla clandestinita’, aprendo le porte ai suoi derivati.
Questo decotto di liana Banisteriopsis caapi e di foglie di chacruma, preparato ed ingerito secondo dei rituali sciamanici, ha da piu’ di dieci anni una popolarita’ esponenziale. In particolare nella Silicon Valley ed a Holliwood dove diverse vedette -Sting, Paul Simon, Tori Amos, Lindsey Lohan- hanno descritto al loro esperienza.
“Si crede a torto che siano degli hippies con delle piume nei capelli che la prendono, ma ci sono stilisti, attori, parrucchieri, dirigenti d’azienda, avvocati…”, assicura Jeff, organizzatore di cerimonie. Il suo nome e quello dei consumatori sono stati cambiati per preservare il loro anonimato.
“In un’epoca marcata dal consumerismo e dal divertimento, le persone cercano delle esperienze spirituali forti”, dice.
Per Dennis McKenna, professore al Centro di spiritualita’ dell’Universita’ del Minnesota, “ogni notte circa 100 cerimonie si tengono a New York, ed e’ altrettanto vero per Los Angeles e San Francisco”.
Ma e’ difficile saperlo precisamente, in virtu’ del carattere illegale di questa sostanza che contiene DMT, un potente psicotropo.
In Usa, solo due chiese di origine brasiliana che hanno sede nell’ovest americano, possono utilizzarlo legalmente, in virtu’ del loro rituale.
I critici deridono la popolarità della ayahuasca come l’ultima moda in crescita.
Gli adepti dicono di prenderne una con diversi mesi di intervallo.
Essi devono anche seguire una dieta stretta di una settimana prima di partecipare a queste cerimonie, che si tengono spesso il luoghi in aperta natura, ritmate di sequenze meditative e con canti tradizionali.
L’ingestione di ayahuasca genera allucinazioni euforiche: “Ho avuto la sensazione di uscire dal mio corpo”, racconta Dominique. “Ho visto delle girandole di rose e violette, delle forme geometriche verdi”, dice Leonard, un altro entusiasta.
Gli effetti curativi potenziali interessano sempre di piu’ i ricercatori, come dice Jessica Nielson, del Centro di lesioni cerebrali dell’Universita’ della California di San Francisco (UCSF).
Lei ha cominciato a studiare l’ayahuasca dopo un viaggio in Peru’ dove ha visto “due persone colpite da sindrome post-traumatica che le sono sembrate totalmente guarite” dopo averla assunta.
Ora sta cercando di ottenere l’autorizzazione dell’Autorita’ americana dei farmaci (FDA) per una prova clinica, ma il percorso e’ laborioso con questa sostanza classificata come droga pesante, anche se psicotropi come il MDMA o LSD sono utilizzati in psichiatria.
Pertanto, stima Chalrles Grob, professore al dipartimento di psichiatria del centro medico Harbour-UCLA a Los Angeles, “la medicina occidentale ha spesso delle difficolta’ a trattare le dipendenze da droghe e alcool, allora vale la pena di studiare” queste possibilita’.
Se le ricerche in Usa sono frenate dal quadro giuridico, esse si moltiplicano altrove, essenzialmente in Brasile dove l’ayahuasca e’ legale -e’ cosi’ anche in diversi altri Paesi dell’America latina come Messico, Peru’ e Colombia- e in Spagna dove ha un suo quadro giuridico.
Grob cita essenzialmente “uno studio pilota in Brasile su delle persone che soffrono di depressione cronica e non reagiscono bene agli antidepressivi. I risultati preliminari sono positivi”.
L’ayahuasca puo’ anche essere pericolosa, essenzialmente per le persone che prendono degli antidepressivi, che soffrono di problemi cardiaci o psicotici, per gli epilettici o gli asmatici.
“Bisogna valutare le persone, assicurarsi che esse siano psichicamente e mentalmente in grado di sopportarla”, spiega Jeff, affermando che “non e’ pericolosa” quando queste precauzioni sono prese.
“Una volta, qualcuno ha gridato per diverse ore ma il giorno dopo stava bene”, aggiunge.
La popolarita’ di questa pianta, che alcuni comprano su Internet, attira anche i ciarlatani, che si spacciano per esperti, fanno sapere Jeff e McKenna.
Essa puo’ anche creare dei drammi. In Peru’, dove il turismo dell’ayahuasca va per la maggiora, delle aggressioni sessuali sono state segnalate e un britannico e’ stato accoltellato da un canadese dopo una cerimonia, perche’ questa droga suscita dei trans euforici ma anche talvolta delle fasi depressive e piu’ raramente delle crisi di panico o paranoia.
“Tutto cio’ che e’ sufficientemente potente puo’ essere utile anche per fare del male. Ciò che occorre è una maggiore ricerca, conclude Mark Barad”, uno psichiatra all’UCLA.
Tratto dall’agenzia France Press – AFP del 26/12/2016