BIORITMI e CRONOBIOLOGIA
La Cronobiologia si occupa delle variazioni ritmiche nel tempo, dei fenomeni biologici e sta confermando ciò che in Medicina Biologica chiamiamo: Bioritmi
Essi possono essere influenzati dalle variazioni cicliche di fattori ambientali chiamati: Sincronizzatori; l’alternarsi giorno/luce, notte/tenebre, caldo/freddo, latitudine/longitudine, rappresentano per la maggior parte dei vegetali, degli animali e dell’uomo i più importanti sincronizzatori.
Noi umani abbiamo molti ritmi biologici: quelli giornalieri detti circadiani; quelli inferiori alle 24 ore sono detti “ultradiani” e tanto per citarne alcuni tra i più importanti: quelli del sonno, della veglia, della fame, della sete, della funzionalità urinaria ed intestinale.
Abbiamo anche bioritmi più lunghi delle 24 ore essi si chiamano circamensili, vedi il bioritmo mestruale o la gestazione di un uomo ad esempio, che sono analogicamente in fase con la Luna.
Poi vi sono bioritmi circannuali, circasettennali, circanovennali e circaundecennali.
Nell’uomo alcune attività ritmiche sono in relazione con situazioni endocrine (ghiandolari), nervose, di conseguenza metaboliche, emozionali e Spirituali.
L’orologio “circadiano” è sincronizzato sulle 25 ore e risponde a stimoli precisi Luce/Tenebre ed è quel complesso meccanismo che regola i nostri ritmi vitali quotidiani in completa sintonia con l’ambiente esterno; esso comprende tutte le funzioni dell’organismo che oscillano in modo ritmico: organi (sistola e diastola), pressione del sangue (alta alla sera ed alle 3, 4 del mattino di notte la minima), temperatura corporea (alta alla sera e bassa alla mattina), battito del polso (il massimo di giorno ed il minimo di notte) ecc.
Perché tutto ciò ? Perché la luce influenza l’ipotalamo e questi agisce sull’orologio circadiano in due modi diversi: uno direttamente attraverso l’occhio, l’altro indirettamente attraverso la maggiore o minore produzione di melatonina, secreta dalla ghiandola pineale, la cui produzione aumenta al buio e diminuisce alla luce. Intervenendo su questi due piani possiamo modificare efficacemente il bioritmo circadiano quando esso è sfasato.
Ogni qualvolta vi mettete in viaggio per piacere od affari noterete che quando arrivate nel nuovo luogo il vostro organismo abbisogna di un periodo più o meno lungo di adattamento al nuovo ambiente.
Questo perché i bioritmi o ritmi cronobiologici del vostro corpo erano adattati all’ambiente precedente, perciò occorre assolutamente che diate il tempo e le modalità necessarie all’organismo per potersi adattare alla nuova situazione ed alla nuova e diversa carica elettronica (energetica) del posto.
Vi insegniamo un utile esercizio per ogni vostro viaggio, sopra tutto quelli effettuati in aereo:
Quando arrivate a destinazione in una località con sfasamento di circa 6 ore, state possibilmente nudi 15 minuti circa o al sole od alla luce artificiale; poi state a letto sempre nudi altrettanti minuti al buio più completo e questo fatelo ogni giorno almeno 4 volte al dì, per le prime 72 ore; iniziate sempre dal tipo di periodo (luce/tenebre) al quale dovete andar incontro.
Questo “gioco” vi permetterà di rimettervi in fase nel nuovo luogo ove risiedete in quanto farete “percorrere” al vostro organismo i cicli giorno/notte per più volte nell’alternanza luce/oscurità e sposterete il vostro orologio biologico circadiano avanti od indietro, con questa tecnica.
Senza questa tecnica ci vorranno molti giorni per adattarvi e non potrete eliminare facilmente e velocemente il senso di malessere che in genere dura circa 7 giorni e che è dovuto al cambiamento dei fusi orari.
Bioritmi Circadiani, sonno
Passare una notte senza dormire equivarrebbe ad assumere cibi grassi per almeno 6 mesi, con conseguente rischio di ridotta sensibilità all’insulina e aumento del pericolo di sviluppare diabete.
Nel corso dello studio, condotto su modello animale da Josiane Broussard e colleghi del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, sono state esaminate le conseguenze dell’insonnia e di un’alimentazione poco sana sui livelli di glicemia.
I risultati raggiunti sono stati presentati durante l’incontro annuale della Obesity Society, che si è svolto a Los Angeles. «Quando il nostro organismo diventa meno sensibile all’insulina, si presenta la necessità di produrne di più per mantenere stabile il livello di glicemia. La conseguenza più grave può essere quella di sviluppare diabete di tipo 2» ha ricordato Broussard.
Nel corso dell’esperimento i ricercatori, con un test di tolleranza al glucosio, hanno misurato la sensibilità all’insulina in 8 cani che avevano trascorso una notte senza dormire, confrontando poi i risultati, con quelli degli animali che invece avevano riposato normalmente.
I cani, inoltre, sono stati sottoposti a una dieta ricca in grassi per 6 mesi, in seguito alla quale sono stati testati nuovamente.
Prima del regime alimentare ricco in lipidi una notte senza dormire aveva ridotto la sensibilità all’insulina del 33%, mentre l’assunzione di cibi grassi per sei mesi l’aveva diminuita del 21%. «Il nostro studio» ha dichiarato Broussard «suggerisce che una notte di deprivazione totale di sonno può essere dannosa per la sensibilità all’insulina tanto quanto un periodo di dieta ricca in grassi. Dimostra, inoltre, l’importanza di un sonno adeguato per mantenere equilibrati i livelli glicemici, riducendo il rischio di malattie metaboliche come obesità e diabete».
vedi: Bioritmi – 2 + Decalogo della Vita Sana