BIOFLAVONOIDI
ll termine “Bioflavonoidi” in molte pubblicazioni è indicato in modo incompleto e poco preciso; se ne parla come un gruppo di sostanze che hanno lo stesso effetto e le stesse proprietà; queste definizioni possono indurre in errore.
Con questo nome si devono identificare un gruppo di molecole che ha in comune solo un’identica struttura flavane; essi fanno parte degli elementi nutritivi essenziali e sono di fatto medicinali Naturali per eccellenza.
Il Biochimico Francese Prof. J. Masquelier (Università di Bordeaux) ha dato un’importante contributo alla schedatura delle diverse proprietà chimico/farmacologiche dei Flavonoidi.
Egli ha scoperto assieme ad altri ricercatori che un gruppo specifico di flavonoidi, i flavonoli, non dovrebbero più essere considerati come una sotto categoria dei flavonoidi ma come una classe diversa ed equivalente.
Questo gruppo è formato da diversi tipi di composizioni stabili di 2, 3, 4, o più molecole di flavane 3 o legate l’una all’altra; l’intero gruppo di composizioni con questo tipo di molecole viene definito con il nome di Bioflavonoli (flavonoli) od Oligomeri ovvero OPC.
Fra le caratteristiche migliori di queste sostanze vi è quella di essere degli eliminatori dei radicali liberi (ossidanti) ovvero sono degli ottimi anti ossidanti; le sostanze tossiche create dall’organismo e/o quelle ingerite, che dovrebbero essere eliminati al più presto.
Una delle caratteristiche della nostra alimentazione industrializzata è quella di essere molto carente dei Bioflavonoli, in quanto queste sostanze si trovano solo nelle parti esterne dei prodotti alimentari (vegetali) e cioè nelle scorze, cortecce degli alberi, nelle parti legnose delle piante, nelle pellicole della frutta, della verdura ovviamente allo stato crudo, ma spesso queste parti vengono scartate durante il consumo della frutta (quella acerba ne contiene pochi, matura invece molti) e delle verdure.
Queste sostanze sono entro contenute nei prodotti stessi della natura e sono indispensabili per poter digerire bene ed assimilare i fattori vitali dei prodotti stessi e scatenare anche le trasmutazioni atomiche a debole energia per ottenere le Vitalie indispensabili alla buona Salute degli esseri viventi.
Esempio: un aumento di stress ossidativi determina una carenza di anti ossidanti.
Questi prodotti di fatto non sono conosciuti come ad esempio le vitamine od i minerali, ma dovranno riscuotere sempre più importanza nel futuro alimentare dei popoli della terra.
Queste sostanze sono utilissime anche per le pareti vascolari della circolazione sanguigna e per la migliore regolamentazione dei vari tipi di colesterolo oltre all’eliminazione dei radicali liberi.
Sono indispensabili in ogni tipo di infiammazione e come fattori di eliminazione di ogni tipo di allergia, salvo quelle derivanti dalle vaccinazioni perché queste ultime sono terribilmente tossiche e determinano delle irreversibilità, ma comunque possono essere mantenute sotto controllo evitando sicuramente di peggiorare.
Non esiste campo in cui i bioflavonoli non possano essere utili.
Queste sostanze od estratti vegetali rappresentano un’efficace rimedio Nutrizionale ad “ampio spettro” e devono ridiventare oggetto di nutrizione per coloro che desiderano mantenere o recuperare la Salute con i metodi Naturali.
Fra i Bioflavonoli più condensati vi è il Tannino; il Tanno (disinfestante ed antisettico) è estratto dalla corteccia di Quercia, (letteralmente in Gallico è detta: Tanno) ma la parola è utilizzata per designare altri tipi di estratti da corteccia. Il Tanno “funziona” perché contiene il Tannino e gli Indiani pellerossa lo usavano per curare lo scorbuto.
Il Tannino è estratto mediante bollitura della corteccia.
Il buon Vino Rosso, bevuto in piccole quantità, ha un effetto simile alla Vitamina P, tiene alla larga dai pericoli della radioattività e rinforza il Sistema Immunitario.
Es.: si sono fatti esperimenti con il vino rosso e si è scoperto che esso aumenta la resistenza dei capillari.
L’effetto migliore lo si ottiene utilizzando vino rosso più stagionato che quindi è più arricchito di polifenoli.
Un gruppo di scienziati Bulgari ricercando un’efficace antidoto contro le radiazioni nucleari, ha scoperto nel vino rosso una sostanza definita “miracolosa”, cioè un “pigmento” presente nei vini rossi e ci si è accorti che essa stimola molto la produzione delle cellule bianche del sangue, favorendo lo smaltimento delle tossine radioattive, rafforzando così il Sistema Immunitario nel suo complesso.
Occorre comunque ricordare che il vino va bevuto annacquato e sorseggiato durante i pasti in ragione di 1/2 bicchiere al massimo di vino puro; occorre comunque tenere presente che l’alcol contenuto nel vino aumenta le fermentazioni e le putrefazioni intestinali, quindi attenzione al vino ed agli alcolici.
Si può bere anche fra i pasti avendo l’accortezza di aditivare l’acqua con il vino rosso in ragione di 1/4 di vino rosso e 3/4 di acqua.
Si è dimostrato che il vino rosso contiene molecole condensate composte da flavani-3-ol.
Gli stessi Bioflavonoli, contenuti anche nella corteccia di Pino, nelle bucce di Arachidi fresche, nel Vischio (non per nulla i Galli ed i popoli Nordici lo ritenevano una pianta sacra), nel tè verde, nel Ginkgo biloba, nei semi dell’Uva, nella radice di Ginseng, ecc., hanno azione Vitaminica P, più forte.
Lo studio di circa 500 piante ha dimostrato come i Bioflavonoli sono presenti in tutti il regno vegetale, ma sopra tutto nelle sezioni lignee, corteccia, buccia o scorza, pellicole, foglie e fiori delle piante legnose.
L’estratto di Bioflavonoli è formato da Monomeri ed Oligomeri Procianidolici (prevalentemente trimeri e dimeri), si ottiene mediante un processo di estrazione messo a punto dal Prof. Masquellier, che ottiene una miscela pura di Bioflavonoli. Questo prodotto lo si trova ormai in commercio sotto forma di polvere o pastiglie.
Un inciso: meglio utilizzare ai pasti il sidro di mele (con parsimonia) piuttosto che il vino !, questo perche’ il vino di uva crea delle reazioni acide intestinali, mentre il sidro per l’alto contenuto di Potassio crea reazioni (nell’intestino) molto meno acide.
Sui flavonoidi, sostanze contenute in moltissime piante, frutti e verdure gli esperti, pur non avendo dubbi sulle loro numerose proprietà terapeutiche, affermano che esistono ancora delle difficoltà nel raccomandare quale determinato flavonoide vada assunto, con l’alimentazione, per avere uno specifico effetto benefico sulla salute.
Lee Hooper (Scuola di Medicina dell’Università East Anglia di Norwich in Gran Bretagna) assieme ad alcuni collaboratori statunitensi e australiani, nonché del King’s College di Londra, hanno svolto un accurato lavoro su ben 133 studi riguardanti i flavonoidi.
Cioccolato
Dall’analisi dei dati emerge che mangiare cioccolato fondente (dal 70 al 90%) o cacao, migliorano la dilatazione flusso-mediata che è indicativa di un buon flusso sanguigno. Cioccolato e cacao sono anche in grado di ridurre la pressione arteriosa, la massima di circa sei punti e la minima di circa tre, anche se non sembrano avere (secondo gli studi analizzati) effetto sul cosiddetto colesterolo cattivo (LDL).
Una ricerca pubblicata sull’European Heart Journal dissipa dubbi e incertezze e da il via libera alle uova di cioccolato. I ricercatori del German Institute of Human Nutrition hanno seguito per un decennio 19.357 persone, tra i 35 e i 65 anni, e hanno scoperto che chi mangiava la più alta quantità di cioccolato (7,5 grammi al giorno) godeva di numerosi benefici sulla salute, come valori più bassi della pressione sanguigna e il 39% di riduzione del rischio di avere un attacco cardiaco rispetto a quelli che mangiavano solo 1,7 grammi al giorno in media.
La differenza tra i due gruppi era di sei grammi di cioccolato, l’equivalente di un piccolo quadratino di una tavoletta da 100 grammi. Il merito è dei ben noti flavonoidi, sostanze che migliorano la biodisponibilità dell’ossido nitrico, la cui azione migliora la pressione, la funzione delle piastrine e aumenta la fluidità del sangue.
Il CIOCCOLATO NERO UTILE CONTRO I DANNI CEREBRALI – 17/04/2011
Dei ricercatori hanno scoperto che la EPICATECHINA, una componente del cioccolato nero, può proteggere il cervello dopo un ictus, aumentando i segnali cellulari che proteggono le cellule nervose dal danno.
Si tratta di una molecola antiossidante gia’ piu’ volte chiamata in causa in numerosi studi sulla cioccolata, ma anche su bevande che ne sono ricche quali il te’ verde, tè, vino rosso o certe verdure e frutti -ndr-.
Gli ictus si verificano quando l’apporto di sangue al cervello si blocca o si riduce. Questo fa si che il cervello venga privato dell’ossigeno e nutrimenti necessari, cosa che in pochi minuti genera morte alle cellule cerebrali.
Il cacao ricco di antiossidanti, in alcune tribù come i Kuna, viene consumato da oltre 2600 anni.
Questa popolazione consuma regolarmente bevande di cacao e annovera livelli molto bassi di disturbi cardiovascolari grazie a questo cibo benefico per la salute del cuore.
Il dr Sylvain Doré, autore della ricerca, afferma: “L’epicatechina in se’ potrebbe non essere l’elemento che fa da scudo alle cellule cerebrali proteggendole direttamente dal danno dei radicali liberi, piuttosto questa sostanza e i suoi metaboliti (= sostanze che prendono parte alle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo oppure che derivano da esse, ndr) possono far si che le cellule difendano se stesse.
Secondo Dorè anche una piccola quantità di cacao può essere sufficiente per mietere questi benefici protettivi per la salute.
Mentre tutti i flavonoidi sono antiossidanti, alcuni hanno proprietà antiossidanti più forti di altri, in funzione della loro struttura chimica. La polvere di cacao puro è altamente quotata in termini di proprietà antiossidanti e conseguentemente di benefici per la salute.
Per esempio, una ricerca presentata nel 2003 dal Journal of Agricultural and Food Chemistry, evidenziò che una tazza di cioccolata calda (intesa come pura polvere di cacao) aveva quasi una quantità doppia di antiossidanti rispetto ad un bicchiere di vino rosso e più del doppio di quella del tè verde e 4-5 volte di più del tè nero.
Si è notato che il cioccolato nero puro ha un impatto positivo sulla salute come ad esempio su:
– il metabolismo del glucosio
– la pressione arteriosa
– il sistema cardiovascolare
Il dr Dorè prosegue dicendo che: “l’epicatechina trovata nel cioccolato nero è estremamente sensibile ai cambiamenti di calore e di luce. Nella procedura di produzione del cioccolato, dovete accertarvi di non distruggerlo. Solo alcuni cioccolati hanno l’ingrediente attivo.”
Questo significa che il cioccolato che offre i maggiori benefici di salute è quello che pochi gradiscono al palato, perchè NON è dolce, ma amaro.
Il cioccolato al latte, quindi, ha una tasso bassissimo di beneficio, perchè subisce un forte trattamento.
Il tipico cioccolato commerciale ha la metà dei suoi flavonoidi, dopo la lavorazione.
Secondo il succitato Journal of Agricultural and Food Chemistry, in termini di contenuti di antiossidanti, la polvere di cacao è seguita da :
• cioccolato amaro per dolci
• cioccolato nero
• chips di cioccolato semi amaro
• cioccolato al latte
Dunque se siete tentati dal cioccolato al latte, semplicemente perchè è abitudine averlo sulla lista della spesa… non compratelo! In aggiunta al basso tasso di antiossidanti, il cioccolato al latte contiene appunto latte che annulla gli effetti antiossidanti del cioccolato e che è spesso carico di zucchero, che fa maggior danno al sistema cardiovascolare.
In ultimo un altro dettaglio che sfugge spesso in merito al cioccolato mediamente in commercio : il suo contenuto di piombo. Delle ricerche hanno evidenziato che il cioccolato commerciale può esserne contaminato con una quantità piuttosto alta. Al momento non si conosce se questa contaminazione derivi dal trasporto (marittimo) o dal processo di lavorazione.
Tratto da: saluteolistica.blogspot.com
Sett. 2008 – Per quanto riguarda la Soia, invece, le sue proteine isolate (e quindi non altri prodotti o componenti) hanno dimostrato di poter ridurre significativamente la pressione diastolica (la minima) e anche il colesterolo LDL.. ma attenzione a non abusarne, perché per le femmine è concausa di tumore alla mammella.
Anche bere tè verde fa ridurre il colesterolo LDL; un elevato consumo di tè nero, però, aumenterebbe sia la pressione diastolica che quella sistolica (la massima). Secondo Hooper, pur essendo disponibile un crescente numero di studi sui flavonoidi, da nessuno di questi emerge che le suddette sostanze abbiano “del miracoloso”, ma potrebbero contribuire alla salute cardiovascolare.