CELLULE STAMINALI
STAMINALI una prospettiva per il FUTURO oppure anche FUTURI problemi ?
– vedi Cellule – 1 e 2
…..dai trapianti di Organi ai trapianti delle cellule Staminali eterologhe = nessuna differenza = problemi futuri ai trapiantati !
Solo nel caso di cellule staminali autologhe (provenienti dallo stesso paziente sul quale si esegue il trapianto), non vi è pericolo.
Cosa sono le Cellule Staminali: Cellule che ancora non sanno che cosa fare “da grandi”.
Differenze fra totipotenti, pluripotenti, multipotenti, mesenchimali
Sono cellule primitive (indifferenziate) non specializzate, cellule il cui destino non è ancora “deciso”, che si rinnovano attraverso la divisione cellulare per un periodo indefinito di tempo e che possono trasformarsi in cellule specializzate di vari tessuti dell’organismo, cioe’ sono dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo, per mezzo di un processo di informatizzazione con le cellule del luogo (tessuto) ove sono inserite.
Possono quindi originare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato “differenziamento”.
Grazie a questa proprietà le cellule staminali hanno od avrebbero la capacità di riparare organi danneggiati rimpiazzando cellule morte o non più funzionanti. Ormai da varie parti del Pianeta arrivano informazioni sull’utilizzo di queste cellule staminali “indifferenziate” e sui loro benefici anche su pazienti traumatizzati da gravi incidenti. I migliori risultati si ottengono dalle cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale.
Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo.
Le cellule staminali si trovano quindi nell’embrione, in alcuni tessuti dell’adulto (ad esempio nel midollo osseo), e nel cordone ombelicale. A seconda della loro provenienze, le cellule staminali sono totipotenti se possono dare origine a qualsiasi tipo di tessuto (sono le cellule staminali prelevate dalla blastocisti, l’embrione nei primi 3-5 giorni di sviluppo), multipotenti se possono trasformarsi solo in alcuni tessuti (sono le cellule staminali adulte).
Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.
Quindi per riassumere: la differenza fra una cellula normale differenziata, cioè specializzata, ed una indifferenziata, cioè staminale è l’informazione in esse contenuta.
Ma dove è contenuta l’informazione che le differenzia ?
Essa ci dicono, è contenuta nel cromosomi del nucleo, i quali a loro volta contengono il DNA nucleico e nei e nel DNA Mitocondriale. Ma dove si trova nel DNA nucleico e mitocondriale l’informazione ?
Essa ci dicono, è contenuta nei Geni insiti nei rispettivi DNA. Ma essi sono anch’essi, come cellula, mitocondri, nucleo, cromosomi, DNA, SOLO dei “contenitori” dell’informazione, quindi dove si posiziona l’informazione ?
Di Cosa e’ composto i DNA ? così ci dicono:
Quattro sono le basi azotate che possono essere utilizzate nella formazione dei nucleotidi da incorporare nella molecola di DNA: adenina, guanina, citosina e timina. La disposizione in sequenza di queste quattro basi costituisce l’informazione genetica, leggibile attraverso il codice genetico, che ne permette la traduzione in amminoacidi, e qui pare siamo arrivati al traguardo od almeno così pare, ma non è cosi:
Quindi dove si trova veramente l’informazione ? quale è il Luogo ove essa risiede, essa ci dice la nuova “fisica” è di fatto ancora più “dentro” nella materia….ma quella atomica, infatti essa ci dicono è dentro negli atomi e più precisamente nel gas fotonico negli elettroni che ruotano attorno agli atomi, che compongono le molecole delle sostanze, ovvero gli “aggregati atomici” che compongono le molecole del DNA.
Ed a questo punto ci rendiamo conto che non siamo più sul livello della “materia”, ma siamo passati al livello dell’Energia, quindi l’informazione ci dicono è il lato “oscuro” dell’Energia come due facce della stessa medaglia, ovvero le due facce della materia… ma di fatto non siamo arrivati ancora al “luogo” ove risiede l’In-Form-Azione….infatti essa risiede nel “cuore di ogni atomo”, nel suo “centro” ove e’ sempre presente un micro “buco nero”, cioè un buco sull’Infinito, meglio definito come VuotoQuantoMeccanico:
Ecco il LUOGO (Infinito) ove risiede l’In-Form-Azione, ciò che si sta formando ! – vedi: Cimatica
Ciò significa che il “Progetto Vita” è insito e presente Lì nell’INFINITA’ ed è di conseguenza quindi presente in ogni Atomo e quindi in ogni luogo della Materia, ecco il “Dio” omnipresente di cui parlano le varie religioni del Pianeta Terra.
Per riassumere: la malattia (leggere la sua definizione) è anche e sopra tutto In-form-azione, pensare di stravolgere il processo naturale con le staminali o con un farmaco od un vaccino sono altri ed ulteriori errori che l’Umanità sta compiendo stupidamente, senza pensare che essa DEVE in primis cambiare l’informazione (Etica) degli esseri malati per aiutarli a comportarsi pro Vita e NON CONTRO Vita, indicando le vie Naturali della Salute che da SEMPRE sono insegnate dalla Medicina Naturale.
Pensare di fare ciò che si vuole, tanto ho di “scorta” le cellule staminali, NON e’ possibile e la Natura farà in modo da segnalare con altre e future malattie anche gravi agli umani che ignorando le Leggi della Natura pensando di dominarla…..ma la Natura è nostra madre ed Ella ci vuole educare per il nostro bene, quindi farà in modo che noi impareremo dai nostri ERRORE anche se il dolore sarà grande…!
Con le cellule staminali si vogliono sconfiggere le malattie mantenendo nel contempo lo status-quo dei comportamenti assurdi contro Vita:
Mangiare e bere di tutto e vivere senza malattie, grazie alle miracolose cure staminali eterologhe…
NULLA di piu’ FALSO !
L’utilità senza pericolo, delle cellule staminali, è solo per quelle autologhe !
Le ricerche e le applicazioni delle cellule staminali sono un Business enorme a livello mondiale,
vedi:
http://www.washingtonpost.com/ac2/wpdyn/comments/display?contentID=AR2007041101736&start=41
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
Le cellule staminali, note per ricostituire le scorte di altri tipi di cellule nel corso della vita, potrebbero avere un’ulteriore, imprevista capacità: conservare il ricordo di ferite e infiammazioni passate.
Nuovi studi su pelle, intestino e vie aeree suggeriscono che le cellule staminali, spesso in collaborazione con il sistema immunitario, possono usare queste memorie per migliorare la risposta dei tessuti a successive lesioni e ad aggressioni da parte di elementi estranei.
“Stiamo iniziando a capire che queste cellule non sono lì solo per fabbricare tessuti. In realtà hanno altri ruoli comportamentali”, ha detto Shruti Naik, immunologa della New York University che ha studiato questo effetto memoria nella pelle e in altri tessuti. Le cellule staminali, dice, “hanno una raffinata capacità di sentire il loro ambiente e rispondere a esso”.
Ma quando in queste risposte qualcosa va storto, possono causare o contribuire a una varietà di problemi di salute di lunga durata che coinvolgono l’infiammazione cronica, come le allergie gravi e disturbi auto-infiammatori.
Le cellule staminali che aiutano i nostri tessuti a riprendersi dalle lesioni sono state tradizionalmente considerate “tabule rase” per lo sviluppo. Lavori recenti suggeriscono invece che possano in qualche modo conservare il ricordi dei danni precedenti, così da poter promuovere una guarigione più efficace in futuro. (Eric Petersen for Quanta Magazine)
La maggior parte dei tessuti del corpo contiene piccoli serbatoi di cellule staminali di lunga vita che possono dividersi e specializzarsi in una miriade di tipi di cellule, in base alle necessità.
Una cellula staminale nella pelle, per esempio, può dividersi e generare linee di cellule che producono pigmento o cheratina, cellule che formano le ghiandole sudoripare, o anche cellule-barriera flessibili che permettono alla pelle di allungarsi quando il corpo si muove. Il ruolo di fabbriche in miniatura per altri tipi di cellule sembrava essere la funzione primaria delle cellule staminali e poiché per questo ruolo hanno bisogno di rimanere versatili, un presupposto di fondo era che dovessero essere “lavagne pulite” non alterate dalla loro storia. Ma ora inizia a emergere una nuova immagine.
In agosto, un articolo su “Nature” firmato da ricercatori dell’area di Boston ha offerto nuove prove dell’esistenza di una sorta di memoria nelle cellule staminali, e alcune delle prime prove di questo fenomeno nell’essere umano.
Il gruppo, guidato dal pioniere del sequenziamento di singole cellule Alex Shalek e dall’immunologo José Ordovas-Montañes, entrambi del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e dall’immunologa Nora Barrett del Brigham and Women’s Hospital – aveva cercato di capire perché alcune persone soffrono di allergie croniche debilitanti a polveri, polline e altre sostanze presenti nell’aria.
La maggior parte delle persone sperimenta al massimo un attacco passeggero con sintomi simili al raffreddore dovuti a queste sostanze irritanti, ma circa il 12 per cento della popolazione ha una reazione grave che dura tutto l’anno e provoca polipi nasali o altre escrescenze.
Il lavoro è il primo passo della più ampia ricerca del gruppo mirata a comprendere malattie infiammatorie croniche, come l’asma, e le malattie infiammatorie croniche intestinali, in cui il sistema immunitario continua a lanciare attacchi inutili anche dopo che la sfida iniziale è scomparsa. Questi tipi di disturbi auto-infiammatori sono stati a lungo attribuiti al sistema immunitario, che reagirebbe eccessivamente a una minaccia percepita. Ma il gruppo di Boston sospettava potesse esserci una causa nel tessuto stesso.
I ricercatori hanno iniziato prelevando cellule dalle cavità nasali infiammate di persone con sinusite cronica per poi confrontarle con cellule di soggetti sani usati come controllo. Dopo aver raccolto circa 60.000 cellule da 20 persone, hanno sequenziato le molecole di RNA prelevate da singole cellule per determinare quali geni fossero attivi. Nelle staminali dei pazienti affetti da sinusite, hanno osservato che molti dei geni attivi erano associati all’infiammazione allergica, in particolare i geni erano bersaglio di due mediatori immunitari chiamati interleuchina 4 (IL-4) e interleuchina 13 (IL-13). Si tratta di piccole molecole che le cellule immunitarie come i linfociti T e B usano normalmente per comunicare tra loro.
Il fatto che i geni bersaglio fossero attivi nelle cellule staminali indicava che apparentemente le staminali stesse erano in comunicazione diretta con il sistema immunitario. L’intuizione che questa comunicazione potesse avere un effetto sulla natura cronica della malattia ha portato i ricercatori a un’ulteriore serie di esperimenti.
Così hanno rimosso le cellule dalle vie aeree dei pazienti allergici, le hanno messe in coltura per circa cinque settimane e poi hanno profilato la loro attività genica. In questo modo gli scienziati hanno scoperto che i geni coinvolti nell’infiammazione allergica erano ancora attivi, anche se la minaccia allergica costituita dalla polvere e dal polline era scomparsa da tempo. Inoltre, i ricercatori hanno descritto molte cellule come “bloccate” in uno stato non completamente maturo.
Per Shalek, questo risultato segnala “che le cellule staminali potrebbero trasferire ‘memorie’ alle future generazioni di cellule e questo può causare cambiamenti quasi permanenti nel tessuto che riforniscono”.
Questo processo invita a un confronto con il sistema immunitario: le cellule B e le cellule T ricorrono alle loro esperienze di infezioni già respinte per poter combattere più efficacemente quelle nuove. Allo stesso modo, le staminali possono mantenere una traccia delle aggressioni precedenti per affinare la loro risposta in un’evenienza successiva. Ma nel caso dei pazienti allergici, a quanto pare la memoria diventa disadattativa: continua a far segnalare in modo incessante al sistema immunitario la presenza di un attacco, creando un feedback che promuove l’infiammazione (NdR: esempio ASIA) e i polipi.
Secondo Shalek, la comprensione di quali cellule diventano “attori cattivi” e del modo in cui la loro risposta si propaga in tutto il tessuto dovrebbe portare a interventi terapeutici più efficaci. Nel loro lavoro sono riusciti a testare gli effetti di un anticorpo che blocca IL-4 e IL-13 sulle cellule staminali e secretorie di un individuo con polipi nasali, osservando poi un sostanziale ripristino dell’espressione genica associata a un tessuto sano, un passo promettente verso lo sviluppo di terapie future.
“Questo apre le porte a un nuovo paradigma in cui non ci concentriamo solo sul potenziale di auto-rinnovamento di queste cellule, ma anche sulla loro potenziale interazione con l’ambiente che le circonda”, ha detto Semir Beyaz, immunologo al Cold Spring Harbor Laboratory.
Beyaz non è stato coinvolto nello studio del gruppo di Boston, ma ha ottenuto risultati simili nell’intestino: in un articolo pubblicato su “Nature” nel 2016 ha dimostrato che l’intestino dei topi con una dieta ad alto contenuto di grassi produce un numero maggiore di cellule staminali rispetto ai topi che mangiano meno grassi. Quando si dividono, anche le cellule staminali intestinali sembrano aumentare più spesso il proprio numero invece di generare cellule più differenziate, un cambiamento che è stato collegato a malattie come il cancro.
Alex Shalek (destra) nel suo laboratorio allo Shalek Lab. (© 2017 Shalek Lab)”Dal punto di vista funzionale, ci stiamo rendendo conto che le cellule possono essere sintonizzate”, ha detto Naik. “Gli immunologi iniziano a capire che le reazioni immunitarie si verificano nei tessuti, e il modo in cui i tessuti rispondono è a livello delle cellule staminali”.
Alcuni anni fa, in collaborazione con biologi delle cellule staminali, Naik ha esaminato in alcuni topi gli effetti di precedenti lesioni e infiammazioni sulla guarigione delle ferite, nella speranza di capire se l’esperienza di un’infiammazione influisce sulle cellule staminali. Come descritto in un articolo del 2017 su “Nature”, Naik e colleghi hanno scoperto che se delle lesioni cutanee dei topi si infiammano e riescono a guarire, le successive ferite in quello stesso punto guariranno 2,5 volte più velocemente, un effetto che potrebbe durare fino a sei mesi.
In quell’esperimento, ha spiegato Naik, la memoria conservata nelle cellule staminali è stata utile perché “sintonizzava le cellule su una risposta più intensa utile alla guarigione e alla rigenerazione delle ferite”. Ma il rovescio della scoperta, come hanno osservato Shalek, Barrett e Ordovas-Montañes, è che “se insegni alle cellule cattivi comportamenti… ricorderanno anche quelli”, dice Naik.
Non si sa come le cellule staminali riescano a immagazzinare questi ricordi; sia negli studi sull’allergia sia negli studi sulla guarigione delle ferite, il meccanismo sembra implicare qualche modifica del DNA che rende alcuni geni più o meno accessibili all’attivazione. Naik ha scoperto che il DNA nelle cellule staminali cutanee dei topi feriti due volte conteneva molte regioni che erano meno compatte, e questo di solito indica un’attività genica; e alcune di quelle regioni sono state mantenute accessibili anche molto tempo dopo che l’infiammazione era passata.
Come hanno recentemente discusso Naik e colleghi in un articolo di rassegna per “Cell”, in una vasta gamma di tessuti le staminali si impegnano in un “dialogo” chimico con il sistema immunitario, e potenzialmente molti altri tipi di cellule, e in questo dialogo entrambe le parti mettono in comune le informazioni per far fronte nel modo più efficace a condizioni mutevoli.
Quali che siano i dettagli di queste conversazioni, tutte le prove indicano che le cellule staminali hanno un ruolo centrale nel concorrere a rendere i tessuti più adattabili conservando qualche traccia della loro storia.
“Ha senso che un tessuto impari dalla propria esperienza”, ha detto Naik. “In questo modo non deve reinventare la ruota ogni volta”.
Nota:
(L’originale di questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2018 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale indipendente online promossa dalla Fondazione Simons per migliorare la comprensione pubblica della scienza.
Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)
Tratto da: lescienze.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La fisica per spiegare come cambiano forma le staminali – 25 maggio 2015
Uno studio sui meccanismi di base delle cellule staminali dimostra che le cellule primordiali germinali cambiano la loro forma, e il loro volume, quando esplorano l’ambiente circostante.
Spesso ce le immaginiamo sferiche, eppure le cellule non hanno sempre la stessa forma. Che sia per muoversi, comunicare con l’ambiente circostante o svolgere qualsiasi altro tipo di funzione, la forma di una cellula varia e, stando allo studio pubblicato sulla rivista “Physical Review Letters”, anche il suo volume.
Tra le funzioni cellulari che comportano un cambiamento morfologico della cellula ci sono le protrusioni (bleb) della membrana plasmatica, che si formano in risposta alla pressione generata all’interno del citoplasma dal cortex cellulare, e sono osservabili durante l’embriogenesi, nel corso della divisione cellulare, durante l’apoptosi e durante l’invasione delle cellule tumorali.
Il team internazionale, coordinato da Caterina La Porta del Dipartimento di Bioscienze della Statale di Milano, attraverso la collaborazione tra fisici e biologi (alla ricerca hanno partecipato anche l’Università di Ginevra, il CNRS francese e la Fondazione ISI di Torino) è riuscito a osservare il cambiamento di volume nelle cellule, dimostrando così che alla formazione di protrusioni corrisponde un cambiamento di volume, smontando l’idea comune che le cellule si comportino come un palloncino pieno d’acqua.
“Il nostro lavoro – spiega La Porta – ha utilizzato una ricostruzione ad alta risoluzione spazio-temporale in 3D di cellule primordiali germinali di pesce zebra e ha dimostrato un significativo cambiamento del volume cellulare durante la formazione delle protrusioni della membrana plasmatica in vivo”.
Un punto fondamentale è stata l’analisi dei dati e qui sono entrati in gioco i fisici. “I dati sperimentali – spiega Stefano Zapperi, coautore dell’articolo – sono stati poi spiegati grazie a un modello computazionale della biomeccanica cellulare dove si spiega come gli effetti coordinati delle deformazioni corteccia-membrana e il flusso di acqua guidino la formazione delle protrusioni”.
“Questi studi – sottolinea La Porta – chiariscono un meccanismo di base della biologia cellulare con ricadute anche per la comprensione di patologie come i tumori”. Tratto da: lescienze.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Con la corsa nuove cellule staminali nel cervello – 10/03/2014
La scoperta firmata Ibcn-Cnr e pubblicata su Stem Cells smonta un dogma della neurobiologia, dimostrando per prima volta che la perdita di cellule staminali neuronali durante l’età adulta è un processo reversibile. Lo studio apre nuove prospettive nell’ambito della medicina rigenerativa del sistema nervoso central
Che l’esercizio fisico giovi non solo al corpo ma anche al cervello, grazie alla produzione di nuovi neuroni, è cosa nota. I ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma hanno però dimostrato per la prima volta che la corsa è in grado perfino di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale e di stimolare la produzione di nuove cellule staminali, che migliorano le capacità mnemoniche. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cells.
“Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile”, spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore dello studio. “Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali, causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali (il gene Btg1), abbiamo invece constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico come la corsa blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo”.
Lo studio, realizzato nel laboratorio diretto da Felice Tirone che da anni studia alcuni meccanismi molecolari che regolano i processi di proliferazione e differenziamento nella neurogenesi adulta, in collaborazione con Vincenzo Cestari dell’Università La Sapienza, apre nuovi scenari nella medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale.
“La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare. I risultati avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti”, conclude Farioli-Vecchioli. Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, “le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo sarà validare la scoperta su altri modelli murini con malattie quali Alzheimer, Parkinson oppure in cui un evento ischemico abbia provocato un’elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate”
By dott. Giuseppe Parisi (medico)
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Staminali del sangue agiscono diversamente rispetto al sesso ! – USA, Feb. 2014
Le cellule staminali ematopoietiche (Cse) sono regolate in modo diverso, fra i topi maschi e i topi femmina.
A dirlo un nuovo studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature. Le Cse sono staminali del sangue che possono dare origine a tutti i tipi di cellule ematiche. I risultati della nuova ricerca condotta dagli scienziati dello University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas potrebbero far luce su come modulare le funzioni delle cellule staminali, in un modo specifico che dipende dal sesso, nei tessuti che invece non presentano differenze dovute al genere sessuale.
Una delle questioni fondamentali nella biologia delle cellule staminali riguarda il modo in cui queste vengono influenzate dai segnali a lungo raggio e dai segnali locali all’interno dei tessuti. I tessuti dei mammiferi che differiscono tra maschi e femmine contengono staminali che sono regolate da ormoni sessuali.
Si pensa che le ematopoietiche abbiano funzioni simili per entrambi i sessi: gli scienziati hanno ora mostrato che queste staminali nelle femmine si dividono piu’ frequentemente, in risposta all’ormone estrogeno. Secondo gli scienziati, questa condizione riflette la capacita’ delle madri di soddisfare la crescente richiesta delle staminali ematopoietiche durante la gravidanza.
L’utilizzo dei fattori di differenziazione delle cellule staminali come regolatori epigenetici nelle malattie cronico- degenerative ed in medicina rigenerativa. PDF
Un nuovo modello (Olopattern) del sistema cognitivo mente-corpo.
By Pier Mario Biava (medico) – biava@tiscali.it – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Multimedica, Milano
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il Nobel per la Medicina alle cellule riprogrammabili – 08 Ottobre 2012
“Per la scoperta che le cellule adulte possono essere riprogrammate in cellule pluripotenti”. Questa è la motivazione che ha portato l’Assemblea per il conferimento dei Premi Nobel del Karolinska Institute di Stoccolma in Svezia a conferire oggi il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia a Sir John B. Gurdon e a Shinya Yamanaka, pionieri nello studio delle cellule staminali pluripotenti indotte.
Nel 1962 lo scienziato britannico John B. Gurdon prende un dogma della scienza, quello secondo il quale una cellula oramai differenziata è irreversibilmente vincolata al suo destino, e lo scardina, provocando un terremoto tra biologi e fisiologi.
Per farlo, Gurdon ha preso una cellula uovo di una rana, ne ha eliminato il nucleo, lo ha sostituito con quello di una cellula già differenziata prelevata da un girino. Poi è riuscito a fecondarla e a farla sviluppare in un girino completo. In questo modo Gurdon ha dimostrato che la specializzazione cellulare era un processo reversibile anche se non ne aveva spiegato i meccanismi che lo rendevano tale.
Quasi 40 anni dopo, nel 2006, in uno studio pubblicato su Cell, il giapponese Shinya Yamanaka ha riprogrammato una cellula adulta di topo in una cellula staminale immatura (da non confondere con una embrionale totipotente), in grado di differenziarsi in un diverso tipo cellulare (dai fibroblasti alle cellule nervose e intestinali) introducendo copie extra di 4 geni, e chiama queste cellule staminali pluripotenti indotte (induced pluripotent stem cells, iPSC). Un anno dopo, lo stesso Yamanaka e James Thomson (biologo statunitense escluso dal premio), indipendentemente, hanno creato le prime staminali indotte da cellule umane.
Secondo l’Assemblea, “queste scoperte rivoluzionarie hanno completamente cambiato il nostro modo di guardare allo sviluppo e alla specializzazione cellulare. Hanno portato alla riscrittura dei manuali di studio e aperto la strada a nuovi campi di ricerca per lo studio delle malattie e lo sviluppo dei nuovi sistemi di diagnosi e terapia”.
Dal 2006 a oggi gli scienziati hanno mostrato che le iPCS possono dare origine a tutti i diversi tipi di cellule che compongono il corpo umano. È ancora lontano, tuttavia, ha spiegato l’Assemblea del Karloniska durante la conferenza stampa che ha fatto seguito all’annuncio, l’impiego terapeutico di queste cellule, poiché ancora non sono considerate completamente efficaci e sicure in quando hanno dimostrato di avere un alto rischio oncogeno (danno facilmente origine a tumori). Tuttavia in questi ultimi anni si sono rivelati un’arma efficace per la sperimentazione di nuovi farmaci e per lo studio di molte malattie. Per esempio, cellule della pelle di pazienti affetti da diverse patologie, riprogrammate possono essere usate in laboratorio per capire come queste si differenzino da quelle di individui sani.
Oggi John Gurdon lavora al Gurdon Institute di Cambridge (Regno Unito).
Shinya Yamanaka invece, attualmente insegna all’ Università di Kyoto e lavora anche per il Gladstone Institute.
By Caterina Visco – Tratto da: galilonet.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il punto sulle staminali – 20/09/2011
Lo studio di queste cellule ha portato ad alcune terapie e a una conoscenza più profonda sulla formazione dei tessuti del nostro organismo, ma anche a false promesse pericolose per i pazienti e a un acceso dibattito etico
La prima prova sperimentale dell’esistenza delle staminali nel nostro organismo risale agli anni cinquanta. Da allora sono stati fatti considerevoli progressi nello studio di queste cellule, in grado di differenziarsi nelle cellule che compongono i vari tessuti del corpo, sia nella ricerca di base sia in ambito clinico.
Attualmente però le staminali sono uno valido strumento di cura solo in ambito ematologico e nel trattamento di alcuni epiteli. In altri casi di malattie caratterizzate da perdita di tessuto e di cellule si è ancora in fase di sperimentazione. Eppure sempre più pazienti scelgono trattamenti con staminali costosi, non sicuri, non verificabili e potenzialmente pericolosi.
By Luciano Conti ed Elena Cattaneo – Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
PER INFORMAZIONI PER LE TERAPIE con CELLULE STAMINALI da CORDONE OMBELICALE e CELLULE PLURIPOTENTI.
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici
By: www.terapiestaminali.org
Testimonianze:
Mi chiamo Ivan Santolin, ho 34 anni, vivo a Treviso, da circa 15 anni soffro di una malattia rara che solo nel settembre 2008 dopo il mio girovagare per i vari istituti ospedalieri in Italia, hanno saputo diagnosticare, all’università di Verona ‘Borgo Roma’ il Dott. Salviati.
A oggi il Dott. Salviati lo posso ringraziare molto perché dopo anni di ricerche è riuscito a scovare nei miei acidi grassi a catena molto lunga la mia malattia rara denominata ‘adrenomieloneuropatia’ una malattia progressiva che colpisce e distrugge la mielina nella parte superiore della colonna vertebrale.
Scoperta e diagnosticata la malattia mi hanno proposto di assumere delle pastiglie di ‘Lioresal’ e ‘l’Olio di Lorenzo’ che assunto per 9 mesi non mi ha dato nessun effetto ma ho avuto un peggioramento maggiore (non per colpa dell’olio).
Sono molti anni che studio a casa neurologia e le staminali, per cercare di capire i miei malori, questo mi è servito molto perché visto i risultati diagnostici e il nulla fare dei farmaci ho tirato un muro e mi sono buttato sulle cellule staminali.
Ho fatto uno studio per capire bene quali cellule a oggi siano più sicure ed efficaci per malattie neurodegenerative.
Inoltre ho conosciuto decine di persone che si sono recate all’estero in vari istituti del mondo tra, Russia, Cina, Ucraina, Germania, Santo Domingo.
Da qui ho cominciato a capire quali fossero le staminali più adatte al mio caso, quindi sono partito per l’oriente, ecco osa mi hanno fatto:
Le terapie vengono eseguite con 2 iniezioni indirette endovena di cellule staminali ombelicali, e da 4 iniezioni spinali dirette, finito il trapianto viene fatto un flebo di fattori di crescita che sono altre staminali estratte dal liquido della placenta, qui le decine di persone che ho contattato sono entusiasti del trattamento e di aver speso i soldi bene! Io personalmente posso solo confermare visto che sono partito il 27 luglio e tornato il 27 agosto e ho già avuto dei miglioramenti.
Sono partito che non riuscivo a deambulare più di 10 metri con l’ausilio di stampelle e molle di codivilla, ora ho già levato l’ausilio delle molle di Codivilla e cammino senza fermarmi, riesco a fare le scale senza stampelle, non ho più spasticità e l’ipertono muscolare, adesso come consigliato e spiegato dai medici cinesi stò facendo 2 volte al giorno fisioterapia, vogliono cosi e non 3 volte alla settimana perché noi malati dobbiamo non tanto rinforzare la muscolatura ma imparare come un bimbo ad usare la testa e ridargli il collegamento agli arti tramite spina dorsale.
Aggiungo: Le staminali è il mezzo che porta al recupero ma da sole possono fare ma non tutto, bisogna essere preparati psicologicamente, e fare molta fisioterapia riabilitativa.
P.S. Non voglio parlare che la gente sta meglio per un’effetto placebo !!!!
Come dicono molti medici per continuare a nascondere le verità.
Per ogni chiarimento sono disponibile al numero 320.8865463
Cordiali saluti Ivan Santolin
By Associazione Terapie Staminali
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ma le cellule staminali le prendono (2009) dal cordone ombelicale ad ogni nascita…infatti prelevano il sangue dal cordone ombelicale e lo congelano per inserirlo in una banca del sangue per renderlo disponibile in futuro se il proprietario dovesse averne bisogno per qualche grave malattia.
Ma queste cellule le prelevano anche dal tessuto della placenta per metterle in terreno di coltura e riprodurle a volontà nel caso di necessità del proprietario.
Taglio del Cordone ombelicale:
Ma è poi vero che si debba “tagliare” il cordone ombelicale subito dopo la nascita ? Assolutamente no ! quella tecnica INNATURALE, genera il trauma della nascita che rimane registrato nell’inconscio di TUTTI.
vedi: Nascere in modo Naturale
L’utilizzo per se stessi delle cellule staminali AUTOLOGHE, cioè proprie, può essere utile, ma il problema grave e’ quando si trapiantano le cellule staminali di terzi (eterologhe=estranee), perché l’informazione patologica e non, del “donatore” è sempre presente nel DNA nucleico e soprattutto in quello Mitocondriale ! quindi il soggetto trapiantato è a grave rischio, nel tempo, perché il DNA mitocondriale rilascerà facilmente le informazioni “raccolte” in precedenza !
IMPORTANTE: Ma comunque prima dell’utilizzo delle cellule staminali autologhe, si devono ricercare ed eliminare le cause della malattia e con le cellule staminali autologhe, riparare i danni cellulari che sono intervenuti con la malattia.
vedi: Cellule + Stress Ossidativo
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Dalla pelle al sangue – 08/11/2010
La conversione è un processo diretto e non richiede uno stadio intermedio di staminali pluripotenti in grado di differenziarsi in molti altri tipi di cellule umane
Trasformare fibroblasti dermici in cellule ematopoietiche: è questo l’obiettivo raggiunto da un gruppo di ricercatori della McMaster University, che firmano in proposito un articolo sulla rivista Nature.
Il risultato, stato ottenuto diverse volte nel corso di due anni su soggetti di tutte le età, potrebbe aprire nuove prospettive per tutte le persone che attualmente necessitano di trasfusioni di sangue nel caso di interventi chirurgici, di terapie oncologiche o altre patologie ematiche come l’anemia: i primi trial clinici dedicati a questa nuova metodica potrebbero iniziare già nel 2012.
Come sottolineato dagli autori Mick Bhatia, direttore scientifico dello Stem Cell and Cancer Research Institute della McMaster, la conversione è diretta: l’ottenimento di sangue dalla pelle non richiede uno stadio intermedio di staminali pluripotenti in grado di differenziarsi in molti altri tipi di cellule umane.
“Abbiamo mostrato che il metodo funziona con cellule umane: ora non ci resta che verificare la possibilità di utilizzare altri tipi di cellule oltre a quelle epiteliali, per la quale abbiamo già indicazioni incoraggianti”. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Anche la retina è fonte di cellule staminali – 09 gennaio 2012
Ricerca scientifica sulle cellule staminali – La retina è stata isolata come fonte facilmente estraibile di cellule staminali neurali.
La notizia arriva dal Sally Temple del Neural Stem Cell Institute di Rensselaer, New York, pubblicata poi sulla rivista “Cell Stem Cell”. Le staminali neurali multipotenti si trovano infatti nell’epitelio pigmentato retinico, cioé uno strato di cellule deputato al mantenimento e alla protezione della retina.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le controverse cure con le cellule staminali embrionali sono sicure ? – Londra Feb. 2009
La vicenda di un ragazzo israeliano curato a Mosca per una rara malattia genetica con un’iniezione di staminali (NdR: non provenienti da cordone ombelicale) sembra indicare che possono insorgere problemi. Il giovane, oggi 17enne, in seguito alla terapia ha sviluppato tumori benigni al cervello e alla spina dorsale, come si legge in un articolo apparso su ‘PLoS Medicine’.
La vicenda non fa che rinfocolare il dibattito sull’uso delle staminali embrionali e la loro sicurezza. Gli scettici, oltre a obiettare l’eticita’ dell’uso di queste cellule, sostengono che non sono sicure perche’ potrebbero generare tumori e trasmettere virus o altri agenti patogeni.
Il ragazzo in questione e’ stato curato con un trapianto di staminali per l’Ataxia Telangiectasia, una rara malattia genetica che attacca la regione del cervello che controlla il movimento e la parola. Il paziente ha ricevuto tre iniezioni di cellule staminali embrionali nel cervello e nel liquido che circonda la spina dorsale.
Quattro anni dopo la prima iniezione, i medici dello Sheba Medical Centre di Tel Aviv hanno scoperto due tumori, uno nella spina dorsale e l’altro nel cervello, proprio laddove erano state fatte le iniezioni di staminali. L’anno seguente, i tumori benigni sono stati rimossi; analizzandoli, i medici hanno visto che contenevano cellule che non potevano essersi originate dai tessuti del paziente ma dalle cellule staminali donate.
Al momento non è ancora chiaro se la terapia con le staminali abbia migliorato la malattia genetica.
Ma i medici che hanno curato il giovane dicono che questi risultati “non implicano che la ricerca sulle terapie con le staminali debba essere abbandonata”, bensì che occorre lavorare ancora per valutarne efficacia e sicurezza.
Fonte: agisalute.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Staminali. Bimbo morto per iniezione nel cervello. Processo – 26 ottobre 2010
Per ora sotto accusa c’è solo una dottoressa di XCell-Center, la clinica che vende a caro prezzo la speranza di guarire con le cellule staminali. La Procura di Duesseldorf deve accertare se la morte, lo scorso agosto, di un bambino rumeno di 18 mesi, sia addebitabile alle cellule staminali che la dottoressa gli ha iniettato nel cervello dopo averle prelevate dal midollo spinale.
Subito dopo l’intervento il bambino ha avuto abbondanti emorragie che gli sono state fatali. In aprile era accaduta la stessa cosa con un ragazzino di dieci anni, ma per fortuna lui si è salvato.
Questo genere d’intervento non è proibito, anche se già da 18 giorni “la clinica vi ha rinunciato spontaneamente”, precisano le autorità sanitarie del Nordrhein-Westfalen. Un divieto potrebbe essere deciso al termine di questo processo, che si basa sulla perizia fornita il 14 ottobre dall’Istituto Paul-Ehrlich.
Vi si legge che iniettare cellule staminali nel cervello ha conseguenze dannose se si supera una certa misura, anche quando le procedure siano state rispettate.
A Duesseldorf arrivano pazienti da tutto il mondo, disposti a pagare 20.000 euro per potersi curare con le staminali.
Ma in ambienti scientifici si fa notare che i metodi utilizzati all’XCell-Center non danno garanzie, in compenso comportano dei rischi. Anche 13 professori della rete di ricerca sulle cellule staminali, pur fiduciosi in una futura applicazione clinica delle staminali, hanno mosso critiche a queste pratiche, giudicate ancora premature.
In medicina gli azzardi sono sempre possibili fino a quando manca un divieto esplicito. I medici possono sperimentare qualsiasi cosa definibile come un “tentativo di cura individuale”, previo il consenso informato del paziente.
E XCell-Center ha persino ottenuto l’autorizzazione dell’amministrazione distrettuale di Colonia per prelevare cellule staminali dal midollo osseo dei pazienti e coltivarle. Per l’intervento in sé, ancorché rischioso, non serve il permesso. In quanto alla legge sui farmaci, essa prevede norme particolari per i preparati contenenti cellule da utilizzare sul donatore stesso.
By Christina Berndt, pubblicato su: Sueddeutsche Zeitung del 26/10/2010 – Traduzione di Rosa a Marca – Tratto da: aduc.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Nuovi dubbi tra gli scienziati sull’uso in medicina delle staminali, le cellule ‘bambine’ considerate una potenziale arma terapeutica contro varie malattie killer – Roma, 18 Giu. 2010 (Adnkronos/Adnkronos Salute)
A gettare nuove ombre sul loro utilizzo, il caso di un paziente con una grave patologia renale, a cui le staminali erano state iniettate in una clinica privata. Dopo qualche mese dall’intervento, l’organo ha iniziato a perdere sangue e i medici sono stati costretti a rimuoverlo. L’espianto tuttavia non è bastato a salvare la vita al malato, morto per un’infezione.
Così due studiosi dell’ateneo Chulalongkorn, a Bangkok, in squadra con Paul Scott Thorner dell’Università di Toronto, hanno analizzato il rene rimosso per indagare le cause che avevano portato al tragico epilogo. Passando ‘sotto la lente’ l’organo, hanno visto che la terapia aveva causato nel paziente lo sviluppo di vasi sanguigni e masse di midollo osseo, una complicanza finora sconosciuta.
In altre parole, spiegano gli scienziati sul Journal of the American Society of Nephrology, il malato non aveva beneficiato della terapia, ma, al contrario, le cellule avevano fatto sì che sviluppasse delle lesioni angio mieloproliferative nell’area dove erano state iniettate, ovvero un pericoloso mix di vasi sanguigni e cellule di midollo osseo.
“Questo tipo di lesione non è mai stata descritta prima nei pazienti – assicura Kavirach Tantiwongse, tra gli scienziati che hanno analizzato i tessuti danneggiati – Crediamo che si sia formata direttamente dalle staminali che sono state iniettate, oppure che le cellule abbiano generato le masse” che hanno poi portato all’espianto del rene.
Gli autori sottolineano che i loro risultati dovrebbero servire da monito ai ricercatori clinici, che da ora in poi dovrebbero tenere a mente che lo sviluppo di vasi sanguigni e masse di midollo osseo può essere una possibile complicanza della terapia basata sull’iniezione di cellule staminali.
Sono necessarie ulteriori ricerche, precisano inoltre gli studiosi, per stabilire le circostanze che possono portare alla formazione di queste masse, nonché la messa a punto di strategie che evitino che questa possibile complicanza si verifichi in futuro.
Nel riesaminare i risultati dell’analisi in un editoriale di commento allo studio, Andras Nagy e Susan Quaggin, del Mount Sinai Hospital e dell’ateneo di Toronto, hanno osservato che il caso segnalato induce alla cautela ed evidenzia un crescente rischio associato al numero sempre maggiore di cliniche private che offrono terapie con staminali per i pazienti, con poca o nessuna sorveglianza da parte della comunità scientifica. “L’entusiasmo precoce e protocolli non completamente controllati – fanno notare gli esperti – sono pericolosi e finiscono per sfociare in una pubblicità negativa per il settore della ricerca sulle cellule staminali. Ma, soprattutto, possono provocare esiti disastrosi senza alcun beneficio per il paziente”.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il dott. S. Stagnaro e le cellule staminali.
Il futuro del trapianto della faccia è nelle cellule staminali
(Commenti) – http://www.molecularlab.it/news/commento.asp?n=4026&p=1
Affrontiamo problemi attuali, lasciamo perdere la futurologia di Stagnaro (21/04/2006)
Non si comprende il fascino delle mode se non si fa ricorso alla povertà di idee originali degli studiosi.
Il futuro è ANCHE nell’utilizzo intelligente delle cellule staminali: siamo tutti d’accordo.
Ma che senso ha utilizzare cellule staminali prima di essere in grado di procedere alla sostituzione anche del DNA mitocondriale ?
Domanda sempre priva di una risposta (Il titolo di un mio articolo su ilpungolo.com recita: Cellule staminali ibernate: Era dei Lumi spenti”: nessuno ha reagito criticamente…forse per la pochezza dell’autore..?.
La notizia, successiva a questa di molecularlab.it, solleva inquietudini proprio in rapporto a quanto ho appena scritto: “Perdita di tessuto osseo nei bambini dopo terapia con cellule staminali”. Io prevedo (la previsione è di natura scientifica: la si può corroborare o falsificare) che in quei mitocondri trasfusi era scritta l’informazione patologica della Costituzione Osteoporotica! (Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche. Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Travel Factory, Roma, 2004. http://www.travelfactory.it/libro_costituzionisemeiotiche.htm
Stagnaro S., Stagnaro-Neri M. Single Patient Based Medicine.La Medicina Basata sul Singolo Paziente: Nuove Indicazioni della Melatonina. Travel Factory, Roma, 2005. http://www.travelfactory.it/libro_singlepatientbased.htm
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Cellule Staminali, le preoccupazioni del medico dott. S. Stagnaro: Inserito il – 24/07/2006 : 18:09:43 in:
http://www.medforum.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=476
CARISSIMI AMICI,
PRIMA del PREVISTO ARRIVANO CORROBORAZIONI ai MIEI SOSPETTI a PROPOSITO dei TUMORI GENERATI dalle STAMINALI – By MUSSI AND C.
NOTATE che in questi CASI RIPORTATI SOTTO, COMMENTO ad una NOTIZIA APPARSA su MOLECULAR LAB.IT si PARLA SOLTANTO di N-DNA !.
STAMINALI NEURONALI ALIMENTANO TUMORE AL CERVELLO
(Commenti) : http://www.molecularlab.it/news/commento.asp?n=4304&comid=6440
Prime prove che ho ragione – di Stagnaro (24/07/2006 18.04.43)
Come avevo previsto recentemente , segnalando i miei giustificati timori al “silenzioso” Ministro, On F. Mussi, questo (di Arturo Alvarez-Buylla e Erica Jackson, della University of California a San Francisco, riportato in molecularlab.it) in notizia è un ulteriore studio che mette in guardia sulla possibilità di Tumore Maligno indotto da Staminali.
Un altro studio è il seguente: Research Highlight Nature Reviews Cancer 6, 575 (August 2006) | doi:10.1038/nrc1964 Leukaemia stem cells: Self-renewal-associated signature Sarah Seton-Rogers: http://www.nature.com/nrc/journal/v6/n8/full/nrc1964.html
Caro Ministro On F. Mussi e illustri ricercatori, della miniserie “Saranno Famosi”, pensateci bene a studiare le staminali ANCHE dal punto di vista dei mitocondri alterati. Infatti, questi studiosi parlano soltanto di alterazioni del DNA nucleare. Nemmeno loro sono esperti di mit-DNA !
By Sergio Stagnaro
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Anche la Corea del Sud spenderà pare 450 milioni di dollari per l’impiego delle cellule staminali. Bene ! – 15/06/2006
Evidentemente possono farlo.
Sul sito Molecularlab.it ho messo in rete il seguente commento:
“A rischio di ripetermi, o di essere più noioso del solito, ritorno criticamente sull’attuale, generale, sorprendente e desolante volontà di studiare le cellule staminali da parte delle competenti autorità dei vari Paesi, Corea del Sud ed Italia incluse.
A) Sorprendente: tutti i Paesi lamentano scarse risorse economiche, aumentano le tasse, parlano di crisi economica mai raggiunta in precedenza (On. Ministro P. Schioppa…)…e sono pronti a spendere milioni di dollari o euro per lo studio e l’utilizzo di cellule, di cui ignorano la reale situazione Mitocondriale
(Leggere: le costituzioni semeiotico-biofisiche dei donatori: http://www.semeioticabiofisica.it ), come da me denunciato nella Lettera Aperta all’On. Fabio Mussi, Ministro di sinistra, ma silenzioso come i precedenti governi di destra !.
B) Desolante: tutti i governi del mondo – udite, udite – sordi alle critiche mosse dalla “BASE” sul fondamento di lunga esperienza CLINICA, preferiscono seguire la TERAPIA delle malattie piuttosto che spendere soldi ANCHE per la Prevenzione Primaria, OGGI POSSIBILE (V. il sito citato, Doctor’s Corner e la vasta Bibliografia) !
Per fare questo, dall’ALTO della loro posizione di Potere, forti del loro sinistro silenzio, evitano il confronto con chi parla di costituzioni semeiotico-biofisiche (diabetica, dislipidemica, ipertensiva, osteoporotica, glaucomatosa, litiasica, TUMORALE o Terreno Oncologico, etc.), diagnosticabili “quantitativamente” fin dalla nascita del singolo con l’utilizzo del semplice fonendoscopio, cioè con una sana semeiotica fisica.
Io prevedo, ma le corroborazioni sono già disponibili oggigiorno(V. Lettera Aperta all’On. Fabio Mussi, Ministro dell’Università e della Ricerca), che l’attuale utilizzo delle cellule staminali, in una alta percentuale dei casi calcolabile intorno al 40%, significa introdurre in un corpo innocente e mantenuto “democraticamente” nell’ignoranza, bombe a scoppio ritardato con esiti mortali e criminali! Il problema etico, lo ripeto per i sordi, viene dopo, caso mai dovesse presentarsi !”
By Sergio Stagnaro
http://www.medforum.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=428
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Staminali del cordone ombelicale congelate: Era dei Lumi “spenti” !
Seguendo la moda dei ricchi americani, le cellule staminali del cordone ombelicale dell’Infanta Leonor di Borbone, nipote di Juan Carlos e probabile erede al trono di Spagna, sono state inviate negli USA per essere congelate ed eventualmente utilizzate in caso di malattia della stessa , entro 18 aa.: Era dei Lumi “spenti”.
http://www.katamed.it/notizia.asp?ID=8396&Lingua=IT&idcat=999&rub=
Il Secolo XIX del 27 gebbraio 2006, Pg. 7.
Congelate le cellule staminali del cordone ombelicale dell’Infanta Leonor.
Si dice, pare, circola la voce che il Cavaliere, essendo benestante, si sia fatto clonare provocando insonnia in molti suoi oppositori. In altre parole, esisterebbero molti cavalieri disposti a cedere organi in caso di bisogno al Cavaliere. In realtà, alla base sia della clonazione sia delle cellule staminali esistono gli indentici bias, ignorati purtroppo dai medici-congelatori e dai ricercatori (V. miei precedenti interventi messi in rete sul BMJ.com e New York Acàdemy of Sciences.com, (Sergio Stagnaro. Is there a fundamental bias at the base of cloning? (20 February 2004) http://bmj.bmjjournals.com/cgi/eletters/328/7437/415
By Sergio Stagnaro. A fundamental bias of present human cloning.
http://www.memberconnections.com/olc/membersonly/NYAS/mboards.html
Il congelamento delle cellule staminali, del cordone ombelicale o di altra provenienza, confuta definitivamente i principi della termodinamica, secondo me ovviamente: cellule progenitrici di cellule malate, per esempio, cellule-beta pancreatiche, risultate poi essere “diabetiche”, cioè con ingravescente incapacità di produrre “e” secernere insulina, hanno dimostrato di poter dare origine a cellule dello stesso tipo, cioè, nel nostro esempio, cellule beta-pancreatiche, e non solo, ma “perfettamente” funzionanti nel senso che producono e secernono insulina fisiologicamente! Mi sembra tanto strabiliante, da non crederci.
Se uno non ha soldi, cultura, Amore…non ne può assolutamente dare ad altri più sfortunati: questo è il senso del mio discorso. I progenitori di cellule beta-pancreatiche “diabetiche” sono dotati di MITOCONDRI funzionalmente alterati geneticamente (cellule ICAEM-alfa-positive: semeioticabiofisica.it: la loro “prole” mostrerà inevitabilmente uno stesso corredo difettoso di mitocondri, conditio sine qua non del diabete. Per questo motivo propongo di definire il tempo in cui viviamo come Era dei Lumi “spenti”.
Per “accenderli” è inevitabile la conoscenza delle varie costituzioni semeiotico-biofisiche, per poter scegliere razionalmente le cellule staminali di “sana” provenienza. Solo questo procedimento permetterà alla nostra Epoca di essere correttamente definita “Era dei nuovi Lumi”.
By Sergio Stagnaro – http://www.katamed.it/notizia.asp?ID=8608&Lingua=IT&idcat=999&txtRub=37
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Tumori e staminali, secondo Veronesi: alcune mie domande !
“Nel carcinoma mammario siamo solo all’inizio dell’era della biologia molecolare e delle terapie mirate . Le loro potenzialita’ sono infinite, ma le aspettative che si sono create non saranno soddisfatte in tempi brevi”. Lo ha ricordato lo scorso 11 aprile a Milano Umberto Veronesi, a margine della presentazione dello studio Omero, nel quale i ricercatori hanno paragonato tra loro tumori del seno a differente aggressività.
“L’incidenza del tumore al seno continua ad aumentare, mentre la mortalità negli ultimi 15 anni è cominciata a diminuire in maniera abbastanza accentuata. Il 50% di questo successo è dovuto al fatto che scopriamo i tumori sempre più precocemente; un altro 50% è dovuto al fatto che le terapie, nel frattempo, sono migliorate”. Un successo evidenziato dallo stesso studio Omero, che evidenzia come i risultati terapeutici siano uniformi su tutto il territorio nazionale.
Ma i tumori osservati al sud Italia -hanno commentato gli esperti- sono generalmente ad uno stadio più avanzato rispetto a quelli delle pazienti del nord. Un dato che evidenzia come la diagnosi precoce nel sud Italia non sia ancora ottimale.
“Negli ultimi anni -ha continuato Veronesi- si e’ passati dal praticare il trattamento massimo tollerato dalla paziente, al trattamento minimo efficace. Un approccio che punta a mirare la paziente e non piu’ soltanto le cellule, in modo da utilizzare la chemioterapia soltanto quando necessario. Abbiamo acquisito strumenti biologici molto importanti, che ci dicono molto del processo di trasformazione delle cellule tumorali. Tanto che gli ultimi studi hanno identificato un derivato della vitamina A che ha dato risultati molto interessanti in questo senso”.
L’oncologo non ha dimenticato di sottolineare l’importanza della prevenzione e dei controlli periodici, ma ha anche ricordato quali sono le prospettive future: “La scoperta delle cellule staminali tumorali porterà ad una ulteriore rivoluzione nella terapia oncologica. Le potenzialità della biologia molecolare sono infinite: ormai la strada è segnata, non si torna più indietro. Ora bisogna creare le nuove generazioni dei medici”.
Fonte: Aduc (24/04/2006) – Tratto da: http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=4034
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Tumori e staminali, secondo Veronesi: alcune fondamentali domande – Fonte Aduc, molecularlab.it
Ecco quanto scrivo al Prof. Umberto Veronesi nel commento in rete sul sito citato:Innanzitutto ricordo ai gentili lettori la mia Lettera Aperta sulla Prevenzione Primaria del Cancro del Seno, inviata all’ex-Ministro della Salute Prof. G. Sirchia (fatta conoscere anche ad altri…studiosi …dell’argomento) rimasta senza risposta alcuna dal maggio 2004 !
La lettera è in rete ai seguenti URLs:
http://www.ilpungolo.com/site/leggi.asp?NWS=2390&IDS=10
http://www.katamed.it/Notizia.asp?id=8094&lingua=IT&idcat=999
http://digilander.iol.it/piazzetta.sfera.net
http://bmj.bmjjournals.com/cgi/eletters?lookup=by_date&days=1#72216
http://www.numedionline.it/apps/essay.php?id=2380
http://www.mednat.org/cancro/terreno_oncologico.htm
Detto questo, leggerei volentieri e finalmente… le risposte “chiare” del Prof. Umberto Veronesi alle seguenti mie domande, dalle conseguenze notevoli:
A) Lei, Prof Umberto Veronesi, cosa ne pensa del Terreno Oncologico?
Intendo chiederle se, secondo lei, esiste o non esiste questa linea di demarcazione, tracciabile con un semplice fonendoscopio, che divide la popolazione MASCHILE e femminile in due: da una parte chi può ammalare (e morire!) – per esempio, di cancro del seno – e, dall’altra, chi SICURAMENTE non sarà MAI colpito dal tumore, anche se fuma, è in sovrappeso, segue un errato stile di vita, etc. Le ripercussioni di una tale presa di posizione da parte sua sulla conduzione della Prevenzione Primaria Oncologica sarebbero notevoli…..con riduzione delle attuali INUTILI perdite di danaro , a mio parere, naturalmente.
- B) Quali cellule staminali intende lei utilizzare nella “futuribile” terapia del cancro del seno? Intendo dire, cellule staminali dello “stesso” individuo o di altro…magari nel TOTALE disinteresse ed ignoranza della provenienza di queste cellule totipotenti.
Mi spiego ancora meglio con ulteriori dettagli, per essere auspicabilmente compreso. Secondo lei, si devono, oppure no, utilizzare cellule staminali provenienti da una FONTE umana NON colpita da Terreno Oncologico – sempre che lei non ne neghi l’esistenza – (penso, in concreto, alle cellule staminali dell’individuo da trattare, OVVIAMENTE!). La pensa esattamente come me, Prof. Umberto Veronesi? Infatti, io mi sono sempre chiesto che senso ha trattare una malattia con una terapia…mortale e/o fare prevenzione oncologica in soggetti che NON sono a “reale rischio” oncologico!
C) Prof. Umberto Veronesi, ammesso che lei riconosca l’esistenza del Terreno Oncologico, ritiene che TUTTI i soggetti con Terreno Oncologico possano essere colpiti dal Tumore, per esempio, della mammella, o SOLTANTO quei maschi e femmine con Terreno Oncologico e “reale rischio” oncologico al seno, diagnosticato e quantizzato bedside in pochi secondi con la Semeiotica Biofisica?
D) Mi può spiegare, infine, Prof. Umberto Veronesi, come può lei falsificare o corroborare la mia teorie del Terreno oncologico e del “reale rischio” oncologico se non conosce la Semeiotica Biofisica? Intendo dire: o lei è esperto in Semeiotica Biofisica (in questo caso non comprendo il suo abissale “silenzio” su questa semeiotica fisica) oppure conosce altre semeiotiche sofisticate in grado di esprimere un parere AUTOREVOLE su quanto le ho chiesto. Quali sono questi strumenti del dipartimento dell’immagine
Prometto di mettere in rete nella mia Rubrica “Semeiotica Biofisica” su www.katamed.it, il contenuto della presente, e le assicuro pubblicherò le sue graditissime risposte “critiche” seguite magari da un mio commento.
By dott. Sergio Stagnaro
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Carissimi, http://www.aprileonline.info/index.php?id=26 – 19 gennaio 2007 h 19,06
Mi dicono missing e scrivo alla Redazione
I governi cambiano ma il comportamento dei Ministri della Salute e della Ricerca (e Università) restano desolatamente identici.
A mio parere è latitante il dialogo diretto tra cittadino (nel mio caso, Vedere la Presentazione nel sito www.semeioticabiofisica.it )e la transeunte Autorità. Come già scrissi su questo sito, che ringrazio per la messa in rete tempestiva, ho espresso anche ai suddetti ministri il mio punto di vista di scienziato sull’attuale “criminale” utilizzo delle staminali, intorno alle quali ruotano milioni di euro….. In breve, il problema fondamentale non è morale-etico, ma scientifico: se noi utilizziamo su vasta scala – quando sarà reso possibile dalla tecnologia – le cellule staminali di qualsiasi provenienza a scopo terapeutico, se non conosciamo perfettamente le COSTITUZIONI dei donatori (Nel sito citato e Bibliografia), noi corriamo fin d’ora il rischio di inserire nel corpo delle vere e proprie bombe “a scoppio ritardato” (chiedere a Google: Stagnaro S and Staminali).
Già oggi si lamentano casi di LEUCEMIA e di OSTEOPOROSI in bambini trattati con cellule staminali. Se non ci pensano i medici e i POLITICI di destra o di sinistra (!), ci pensino i giornalisti “liberi” prima che sia troppo tardi, come è successo nel caso della rabdomiolisi da cerivastatina (o altre statine…) da me denunciata dodici (Ripeto DODICI) anni prima su carta stampata ed in sede CONGRESSUALE !
Un cordiale saluto
PS. Vi prego di conservare il presente messaggio come faccio io, a testimonianza che io ho fatto tutto quanto è nelle mie possibilità. Grazie.
By Sergio Stagnaro
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Stem cells and biophysical-semeiotic Constitutions – 24 Aprile 2008
http://blogs.nature.com/reports/theniche/2008/04/stemcell_skin_creams_a_san_die.html#comments
At my knowledge, a great lot of money on studying staminal cells, even in … skin cream as well as in menstrual blood, accounts for the reason there is an overlooked bias in such as research articles! In fact, in performing staminal cell researches in whatever tissue ALL scientists overlook both an inherited mithocondrial cytopathy, I termed Congenital Acidosic Enzyme-Metabolic Histangiopathy and Biophysical-Semeiotic Constitutions 1-6;
See my earlier
Letter on Whashington Post: URL
http://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn/comments/display?contentID=AR2007041101736&start=41
For example: accordingly, type 2 diabetes is a major problem worldwide, a real epidaemic. Independent of different countries, in recent decades diabetes prevalence has increased rapidly over time among both developed and developing populations, nothwithstanding a lot of campaigns of prevention. Surely, genetic factors alone cannot explain these patterns. However, as allows me to state my 52-yeqr-long clinical experience – www.semeioticabiofisica.it – an individual, without diabetic “AND” dyslipidaemic biophysical-semeiotic constitutions, can not be involved by type 2 diabets, at all 1-6.
Certainly, rapid changes in lifestyle and risk factors such as obesity, unhealthy diets, physical inactivity, tobacco smoking, a.s.o., acting on people with diabetic and dyslipidaemic constitution may cause, AT FIRST, Pre-Metabolic Syndrome, then, over years or decades, metabolic syndrome 2, 6, IGT, and finally type 2 diabetes. In a few words, all around the world, e.g., the war against diabetes mellitus and its well-known and harmful so-called complications, as well as the war against all other serious and common human diseases, is nowadays possible, also utilizing possibly staminal cells of “whatever” origin, exclusively by means of a primary prevention, which must be perform at the bed-side, i.e., clinically, on a very large scale, using the simple stethoscope. In addition, we must in the future utilize staminal cell, of whatever origin, of individuals not involved by above-cited biophysical semeiotic constitutions !
In other words, in both primary prevention and screening programme for whatever disease, including DM and its complications, and cancer, we need efficacious clinical tools to obtain the best results, avoiding, e.g., to use staminal cell with impaired mitochondria.
Really, early diagnosis must certainly be established in asymptomatic patients, who, for example, are evolving slowly towards diabetes mellitus, i.e. long time before disease onset, in order to avoid the well known, severe complications. In fact, to prevent these diabetic complications, including diabetic retinopathy, on very large scale, it is extremely necessary that doctors use a clinical tool, reliable in diagnosing early diabetes mellitus stages, from initial stages, i.e., biophysical-semeiotic constitutions, and then the Pre-Metabolic Syndrome 1-6, usefull particularly in selecting “appropriate” stem cells to be utilized.
As I wrote formerly in PLOS, physicians can fortunately utilize bedside clinical methods reliable in ascertain the truth of articles published in famous peer reviews.
By Sergio Stagnaro
References
1 Stagnaro S., Stagnaro-Neri M. Valutazione percusso-ascoltatoria del Diabete Mellito. Aspetti teorici e pratici. Epat. 32, 131 1986
2 Stagnaro Sergio, Stagnaro-Neri Marina. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno oncologico. Travel Factory SRL., Roma, 2004
3 Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche.Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Ediz. Travel Factory, Roma, 2004.
4 Stagnaro S., Istangiopatia Congenita Acidosica Enzimo-Metabolica. Una Patologia Mitocondriale Ignorata. Gazz Med. It. – Arch. Sci. Med. 144, 423,1985 Infotrieve.
5 Stagnaro S. Diet and Risk of Type 2 Diabetes. N Engl J Med. 2002 Jan 243464:297-298. [MEDLINE].
6 Stagnaro S.-Neri M..Stagnaro S., Sindrome di Reaven, classica e variante, in evoluzione diabetica. Il ruolo della Carnitina nella prevenzione del diabetemellito. Il Cuore. 6, 617, 1993, [MEDLINE].
By Sergio Stagnaro MD | April 26, 2008 07:10 AM – Founder of Quantum Biophysical Semeiotica
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Cari Redattori ANSA ed altri destinatari, sulla vostra Home Page leggo oggi 18 maggio 2008 la notizia di ieri: 2008-05-17 18:31 Sclerosi: staminali, presto test uomo. Ricercatore, idee e tecnologie ci sono mancano solo i fondi.
Mancano i fondi ? Meglio così, aggiungo io !
Da sempre vado affermando che l’attuale uso delle cellule staminali è un atto criminale: se si ignorano le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche si corrono seri rischi di provocare altre malattie, per es., osteoporosi, leucemie, diabete ed ALTRO, come è già avvenuto, per es. nei bambini trattati con cellule staminali. Nessuno di voi ne sa nulla ?
Possibile che non ne siate informati, proprio voi che dovreste informare ?
Washington Post e Nature.com mi mettono in rete (vedi sotto) i miei critici commenti, ma non i mass-media italiani, ANSA inclusa e giornalisti…vari, forse perché vi manca la necessaria autorizzazione a diffondere “scientifiche” accuse contro un utilizzo, vero business, delle staminali.
E’ prevedibile che il RAZIONALE impiego delle staminali potrà diventare la terapia del domani. Un evento terapeutico, sia ben chiaro, che nel corpo umano avviene da sempre spontaneamente, e che certe terapie (NIR-LED, per esempio, ignorate finora nel Bel Paese) sono in grado di incrementare.
Debbo ammettere che nessuno, non so se per onestà intellettuale o non sicuro delle proprie idee, si è contrariato quando, per la prima volta, ma non l’ultima, su un celebre sito, www.ilpungolo.com, nella Pagina Scienza, pubblicai un articolo su questa Era dei Lumi Spenti, su questo Medio Evo della Medicina..
Anche se continuate a dare largo spazio alla Malasanità, che tale sempre NON è, ricordatevi che “Veritas Filia Temporis”, come pensava nel II secolo d.C. Aulo Gello.
Buona Domenica
By Dott. Sergio Stagnaro – Fondatore della Semeiotica Biofisica Quantistica – Riva Trigoso (Genova) Europa
Le 3 ZONE della Moderna Medicina
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
SANITA’ news
La redazione – Richiesta info inviata il 2/09/2008 alle 10:31:08 AM
Richiesta: Carissimi, alla URL del sito Nature.com, http://www.nature.com/news/2008/080831/full/news.2008.1070.html è riferita la Notizia anche a voi riportata, MA con una SOSTANZIALE differenza…che distingue le informazioni di Nature.com da tutte quelle “italiane”, incluso Sanitas-news. Secondo voi, in cosa consiste questa differenza ?
Cordialmente Sergio Stagnaro MD Founder of Quantum Biophysical Semeiotics Who\’s Who in the World (and in America) since 1996 to 2009.
Prima di tutto, GRAZIE alla Redazione di SanitasNews (nessuno si è firmato con Nome e Cognome) per offrirmi la possibilità di vedere certamente quanto segue in rete su SanitàNews.it !
Come potete notare dal numero di websites che hanno ospitato il mio punto di vista sull’attuale uso potenzialmente dannoso delle staminali, un grandissimo business, che vado illustrandovi utilizzando codici facilmente, decodificabili da chiunque, la mia critica non è certo di scarso rilievo, come ho scritto il 03 Agosto 2006, molto dettagliatamente in
Il dibattito: CELLULE STAMINALI E DIFFICOLTÀ DI COMUNICAZIONE NELL’ERA DELL’INFORMATICA.
http://www.ilpungolo.com/site/leggi.asp?NWS=NWS4017&IDS=13
(V. I Allegato). Affermo che le cellule staminali potranno essere la terapia fondamentale della Medicina futura solo a patto che vengano utilizzate cellule prive delle dannose costituzioni semeiotico-biofisico-quantistiche, da me scoperte e descritte in vasta letteratura (Chiedere a Google.com: Stagnaro S Biophysical SemeioticConstitutions ).
Questo è il punto della vostra sorprendente, meglio direi desolante, domanda e della mia chiarissima risposta:
Le COSTITUZIONI, diabetica, ipertensiva, osteoporotica, reumatica, allergica, glaucomatosa, dislipidemica, arteriosclerotica (CAD, CVD)…… e TUMORALE, leggere Terreno Oncologico con il suo Congenito Reale Rischio in uno o più sistemi biologici.
Questi progressi inquietanti della Medicina CLINICA, in Italia coperti da silenzio fortunatamente superabile, solo siti indipendenti, come www.nature.com, possono divulgare, grazie ad Editori liberi e lungimiranti.
Chiedo io a chi mi ha scritto dalla Redazione di Sanitas News – senza firmarsi – che SENSO ha secondo lui terrorizzare i malati SENZA TERRENO ONCOLOGICO o positivi per il Terreno Oncologico, MA negativi per il Reale Rischio CONGENITO, sottoponendoli a un LUNGO iter diagnostico per la ricerca dei marcatori tumorali, mammografie, ecografie, TAC Spirali, SPCT, NMR e dulcis in fundo l’inevitabile biopsia.
Terreno Oncologico è il TO-dipendente Reale Rischio Congenito, sono riconosciuti e quantizzati con un fonendoscopio…:
II Allegato).
Le osservazioni riferite valgono per tutte le altre COSTITUZIONI: a causa di un pregresso infarto miocardico, mi hanno – moglie e colleghi vari – sottoposto ad almeno 25 dosaggi della glicemia, pur non essendo portatore della COSTITUZIONE DIABETICA. Riuscite voi della Redazione di SanitasNews a comprendere le motivazioni della mia definizione di Era dei Lumi Spenti e di Medio Evo della Medicina ?
Se non avete ancora capito, dopo quanto ho scritto sopra, la differenza nel dare informazioni ai medici, che passa tra www.nature.com e voi, mi arrendo e rinuncio !
Continuate pure, per esempio, a sostenere la dispendiosa ed inutile Prevenzione Primaria dell’Ipertensione in TUTTI, specialmente in chi non ha la Costituzione Ipertensiva: l’inflazione ha raggiunto e superato i limiti di guardia !
By dott. Sergio Stagnaro
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
EMOPOIESI e CELLULE anche STAMINALI
Il termine emopoiesi o ematopoiesi si riferisce alla formazione e alla maturazione di tutti i tipi di cellule del sangue a partire dai loro precursori. Nell’essere umano adulto normale le cellule ematiche sono formate nel midollo osseo dello scheletro assiale.
Gli spazi occupati da midollo emopoietico si riducono progressivamente dall’infanzia all’età adulta, fino ad essere confinati alla parte centrale dello scheletro. Durante lo sviluppo fetale l’emopoiesi si svolge dapprima nel sacco vitellino, successivamente nel fegato e nella milza, e infine nelle ossa.
La maggior parte delle cellule è incapace di ulteriore divisione e, avendo vita relativamente breve, è rimpiazzata continuamente da nuovi elementi provenienti dal midollo osseo.
I globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine derivano da un’unica cellula staminale emopoietica pluripotente.
La formazione di questa cellula staminale è la prima di una serie di tappe, sequenziali e ordinate, di crescita e maturazione cellulare. La cellula staminale pluripotente può seguire linee di maturazione morfologicamente e funzionalmente diverse, a seconda del condizionamento determinato dal tipo di stimolo o di mediatore presente.
Questa procede verso due direzioni principali:
– la linea linfoide da cui sia avvia la linfopoiesi (linfociti B, T ed NK ovvero “NATURAL KILLER”)
– la linea mieloide da cui si sviluppa la mielopoiesi, l’eritropoiesi e la produzione di piastrine (granulociti, monociti, eritrociti, piastrine). Ematopoiesi è il processo dal quale gli elementi formati del sangue sono prodotti.
Il processo è regolato attraverso una serie di passi inizianti con la cellula staminale ematopoietica pluripotente.
Le cellule staminali sono capaci di produrre globuli rossi, tutte le classi di granulociti, monociti, piastrine, e le cellule del sistema immunitario. Il preciso meccanismo molecolare -o intrinseco nelle cellule staminali stesse o attraverso l’azione di fattori estrinseci- con il quale la cellula staminale diventa adatta a dare la linea differenziativa non è ancora pienamente definita.
Comunque, esperimenti su topi suggeriscono che le cellule eritroidi derivano da un progenitore eritroide/megacariocita comune che non si sviluppa in assenza dell’espressione dei fattori di trascrizione GATA-1 e FOG-1. Con l’impegno nella linea differenziativa, i progenitori ematopoietici e le cellule precursori vanno sempre di più sotto influenze regolatorie di fattori di crescita e ormoni.
Per la produzione di globuli rossi, l’eritropoietina (EPO) è l’ormone regolatore. EPO è richiesta per il mantenimento di determinate cellule progenitrici eritroidi che, in assenza dell’ormone, vanno incontro alla morte cellulare programmata (apoptosi).
Il processo regolatorio della produzione di globuli rossi è la eritropoiesi. Nel midollo osseo, il primo precursore eritroide riconoscibile morfologicamente è il pronormoblasto o proeritroblasto. Questa cellula può andare incontro a 4-5 divisioni cellulari che si risolvono nella produzione di 16-32 globuli rossi maturi. Con una produzione aumentata di EPO il numero dei progenitori eritroidi è amplificato e a sua volta darà un aumento del numero degli eritrociti (globuli rossi).
La regolazione della produzione di EPO è legata alla disponibilità di Ossigeno a livello del tessuto renale.
La produzione normale di globuli rossi deriva dalla giornaliera sostituzione del 0.8-1 % di tutti tutti i globuli rossi circolanti nel corpo poiché la vita media di un globulo rosso è 100-120 giorni. L’organo responsabile della produzione di globuli rossi è chiamato eritrone. L’eritrone è un organo dinamico costituito da una riserva (pool) di cellule precursori eritroidi midollari a rapida proliferazione e dalla grande massa di eritrociti maturi circolanti.
Vita media cellule mature
– Globulo rosso – 120 giorni
– Piastrina – 10 giorni
– Granulociti e monociti – 10 ore
– Linfociti – di solito muoiono dopo aver debellato l’infezione (ad eccezione di linfociti particolari, le cellule della memoria, che vivono anche mesi in attesa di una seconda infezione provocata dallo stesso agente patogeno della prima)
Questi dati sono molto importanti dal punto di vista medico, poiché condizionano le trasfusioni di sangue (o di sole cellule), le operazioni chirurgiche e la somministrazione di farmaci che influenzano l’emostasi.
CELLULE STAMINALI
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo. Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.
Caratteristiche distintive
Per poter essere definita come staminale una cellula deve soddisfare le due proprietà: l’autorinnovamento e la potenza.
L’ autorinnovamento è la capacità di compiere un numero illimitato di cicli replicativi mantenendo il medesimo stadio differenziativo. Ciascuna cellula staminale realizza l’autorinnovamento o tramite la divisione asimmetrica obbligata, dove la staminale dà origine ad un’altra staminale e ad una cellula destinata a differenziarsi oppure mediante differenziamento stocasico, dove una popolazione di cellule staminali si conserva poiché esiste un numero pressoché uguale di staminali che generano due staminali replicandosi e staminali che generano due cellule destinate a differenziarsi.
La potenza è la capacità di dare origine a una o più specie cellulari tramite il differenziamento. All’interno di questo concetto potrebbe essere anche compreso quello di transdifferenziamento, cioè la capacità di una cellula staminale in fase di differenziamento di cambiare la propria linea cellulare modificando il suo programma di sviluppo.
Ciclo vitale
Sebbene le cellule staminali siano dotate di un potenziale replicativo illimitato, sono normalmente quiescenti (fase G0 del ciclo cellulare) e solo di rado entrano in mitosi (fa eccezione lo sviluppo embrionale). Infatti la parte più consistente del “lavoro replicativo” che porta all’incremento numerico della progenie delle cellule staminali in funzione dell’accrescimento o della riparazione dei tessuti, viene svolto da cellule non staminali definite progenitori o transit amplifying cells (TAC), derivate direttamente dalle cellule staminali, ma parzialmente differenziate e prive della capacità di autorinnovamento. Questa strategia replicativa, che limita il numero di eventi replicativi a cui una cellula staminale va incontro, si fonda probabilmente su due importanti principi tra loro collegati:
Stretto controllo del numero di cellule staminali: ogni cellula staminale occupa una propria nicchia biologica definita da una complessa rete di segnali biochimici, che probabilmente forniscono anche alla cellula staminale le informazioni necessarie sul momento opportuno per replicarsi.
Conservazione dell’integrità del genoma delle cellule staminali: un basso numero di replicazioni riduce il rischio di danni al DNA, cioè di mutazioni. Le mutazioni a carico delle cellule staminali sono estremamente nocive e pericolose, poiché:
– vengono trasmesse a tutte le generazioni di cellule figlie derivate da quella cellula staminale. Al contrario una mutazione in una TAC si ripercuote solo su di una singola generazione di cellule, che eventualmente dopo un certo tempo verrà comunque sostituita.
– possono indurre la cellula staminale a degenerare in senso neoplastico, diventando una cellula staminale tumorale[1], cioè una tipologia di cellula probabilmente responsabile del continuo rifornimento di nuove cellule che caratterizza lo sviluppo e soprattutto le recidive dei tumori.
Tipi – In base alle potenzialità si possono distinguere quattro tipi di cellule staminali:
– Una singola cellula staminale totipotente può svilupparsi in un intero organismo e persino in tessuti extra-embrionali.
I blastomeri posseggono questa proprietà.
– Le cellule staminali pluripotenti possono specializzarsi in tutti i tipi di cellule che troviamo in un individuo adulto ma non in cellule che compongono i tessuti extra-embrionali.
– Le cellule staminali multipotenti sono in grado di specializzarsi unicamente in alcuni tipi di cellule.
– Le cellule staminali unipotenti possono generare solamente un tipo di cellula specializzata.
– Le cellule staminali sono anche classificate secondo la sorgente di derivazione, come embrionali, fetali, amniotiche e adulte.
– Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate reperibili tra cellule specializzate di un tessuto specifico e sono prevalentemente multipotenti. Queste sono tuttora già utilizzate in cure per oltre cento malattie e patologie. Sono dette più propriamente somatiche (dal Greco σῶμα; sôma = corpo), perché non provengono necessariamente da adulti ma anche da bambini o dai cordoni ombelicali (sia dal sangue del cordone che dal tessuto del cordone stesso)
– Le cellule staminali embrionali sono ottenute a mezzo di coltura, ricavate dalle cellule interne di una blastocisti.
La ricerca sulle cellule staminali embrionali è ancora ai primi stadi: fare ricerca con cellule umane di questo tipo è una questione controversa: l’utilizzo di cellule staminali embrionali ha sollevato un grosso dibattito di carattere etico. Difatti per poter ottenere una linea cellulare (o stirpe, o discendenza) di queste cellule si rende necessaria la distruzione di una blastocisti, un embrione non ancora cresciuto sopra le 150 cellule; tale embrione è ritenuto da alcuni un primitivo, od almeno potenziale, essere umano, la cui distruzione equivarrebbe all’uccisione di un essere umano già concepito. Il dibattito vede dunque contrapposti coloro che preferiscono adottare, proprio per la mancanza di certezze sul momento in cui possa individuarsi la nascita dell'”essere umano”, una posizione prudente e contraria all’utilizzo degli embrioni umani per fini di ricerca, e coloro che condividono e sostengono la necessità di ricerca sulle cellule embrionali umane pur essa implicando la distruzione dell’embrione fermo restando che sarebbero utilizzati solo embrioni congelati che sarebbero poi distrutti per la perdita della loro efficacia. Questi embrioni sono le “rimanenze” di inseminazioni artificiali e circa il loro utilizzo in campo di ricerca la loro potenzialità potrebbe essere sfruttata per una ipotetica terapia di un maggior numero di patologie. Tutto ciò è già possibile negli U.S.A., grazie a finanziamenti soprattutto privati.
– Le cellule staminali amniotiche si trovano nel liquido amniotico che circonda il feto durante la gestazione.
Le cellule staminali amniotiche hanno caratteristiche biologiche molto simili alle staminali embrionali, ma non hanno le controindicazioni di tipo etico legate alla distruzione dell’embrione. La ricerca su queste cellule è molto recente, ma sono molte le patologie per le quali è prevista l’applicazione sull’uomo: dalle malattie della retina, al diabete, alle malattie neurodegenerative, alla chirurgia ricostruttiva, alle malattie rare…[2][3][4]. Esistono, sia in Italia che all’estero, centri pubblici e banche private che conservano le cellule staminali amniotiche in vista di un utilizzo autologo[5].
– Le cellule staminali fetali con caratteristiche multipotenti, sono presenti nell’utero, nel corso dello sviluppo fetale, e vengono ottenute da feti abortiti spontaneamente o da interruzioni di gravidanza.
Le cellule staminali amniotiche possono essere ottenute dal campione residuo prelevato per l’effettuazione dell’esame di diagnosi prenatale facoltativa denominato “amniocentesi“. Dal residuo del liquido non utilizzato per l’esame diagnostico si ricavano cellule staminali multipotenti e di grande vitalità, in grado di moltiplicarsi centinaia di volte e capaci di differenziarsi in vari tessuti adulti. Rispetto alle embrionali, le staminali amniotiche non hanno suscitato problemi etici e – elemento fondamentale dal punto di vista medico – possono essere utilizzate ad uso autologo, cioè direttamente sull’individuo stesso. Questo fatto – che non è attuabile con quelle embrionali, poiché l’embrione da cui originano è stato distrutto – permette una assoluta compatibilità con il “proprietario”, senza alcun problema di rigetto. Il rigetto si può evitare anche con le cellule staminali adulte, ma queste ultime sono più “anziane”, con minori capacità differenziative e meno dinamiche rispetto a quelle embrionali, fetali o amniotiche.
Numerose istituzioni universitarie e centri di ricerca nel mondo sono impegnati a studiare le cellule amniotiche, la cui scoperta è molto recente e le cui potenzialità sono tuttora oggetto di continue scoperte. Ad oggi si ipotizza che queste cellule possano differenziarsi in molti tessuti come quelli cartilaginei, ossei, adiposi, neurali. Esiste una recente pubblicazione di un gruppo franco-italiano ha permesso di differenziare le staminali amniotiche in staminali emopoietiche.[6]
Società private propongono la conservazione a pagamento delle cellule staminali che potrebbero essere utilizzate per il proprietario stesso o per i parenti più stretti (in alcuni casi). In sintesi, è possibile affermare che le cellule staminali presenti nel liquido amniotico siano in grado di differenziarsi in molti tipi di cellule adulte, conservando caratteristiche di “gioventù” uniche nel percorso biologico dell’individuo. Riguardo al dibattito etico, l’uso delle cellule amniotiche non presenta controindicazioni e i principali quotidiani cattolici, da “L’Avvenire” all’autorevole “Osservatore Romano”, quotidiano ufficiale della Chiesa Cattolica, si sono espressi favorevolmente[7].
Cellule staminali ottenute da sangue del cordone ombelicale – vedi Cellula staminale ematopoietica
Il sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale costituisce una fonte di cellule staminali emopoietiche adulte.
Dal 1988 queste cellule staminali da cordone ombelicale sono impiegate per curare il morbo di Gunther, la sindrome di Hurler, la leucemia linfocitica acuta e molte altre patologie che interessano in particolare i bambini. Il sangue è raccolto dal cordone ombelicale – sia in caso di parto spontaneo che di taglio cesareo – facendo un prelievo (in circuito chiuso sterile) dalla vena ombelicale.
Una volta raccolto, ne viene calcolato il volume e la quantità di globuli bianchi, che non devono essere inferiori, rispettivamente, a 60 ml e 800 milioni (la quantità dei bianchi minimi alla raccolta è spesso diversa da banca a banca, è però comunemente accettato il fatto che ad unità congelata non debbano essere inferiori a 800 milioni).
Questo sangue non viene analizzato direttamente per agenti infettivi, in quanto gli esami sierologici vengono effettuati sulla partoriente, al parto e a sei mesi dalla donazione. Viene eseguita però la caratterizzazione HLA per determinare se il ricevente sia compatibile o meno con il tessuto ricevuto. I risultati della tipizzazione HLA vengono pubblicati su dei database mondiali – per es. BMDW – accessibili da centri trapianto autorizzati per poter “avviare” una ricerca di tessuto compatibile con il proprio paziente.
Il sangue da cordone subisce trattamenti ed è deprivato dei globuli rossi prima di essere conservato in azoto criogenico a una temperatura compresa tra -130 e -196° centigradi per un futuro utilizzo. Al momento del trapianto, il sangue viene scongelato, vengono filtrate le sostanze criopreservanti e somministrato al paziente per endovena o nella cresta iliaca.
Questo genere di terapia, in cui le cellule staminali sono ottenute da un donatore estraneo, è detta allogenica. Quando le cellule sono ricavate dallo stesso paziente sul quale saranno utilizzate la conservazione è detta autologa e quando provengono da individui identici, è chiamata singenica. Il trasferimento xenogenico, quindi tra animali appartenenti a diverse specie, è molto poco sviluppato e si ritiene abbia scarse possibilità.
In Italia la conservazione per uso “personale”, o più precisamente per uso intrafamiliare, è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella fratria o nei genitori del neonato stesso, delle patologie che abbiano l’indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue placentare.
In questo caso si parla di conservazione dedicata (o più propriamente, di uso autologo e uso allogenico correlato) ed è sufficiente presentare un certificato medico degli specialisti che seguono la persona malata.
Per le conservazioni dedicate i criteri di selezione e di esclusione dell’unità dalla raccolta e dal congelamento sono meno rigidi rispetto alle comuni conservazioni.
In caso diverso è comunque consentito, previa autorizzazione delle autorità competenti (vedi Decreto ministeriale del 18 novembre 2009 pubblicato sulla G.U. del 31 dicembre 2009), raccogliere il sangue placentare e spedirlo all’estero a pagamento per la criopreservazione presso laboratori privati, pratica vietata in Italia.
Cellule staminali sono presenti anche nell’individuo adulto.
Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate che si riproducono giornalmente per fornire alcune specifiche cellule: ad esempio 200 miliardi di globuli rossi sono generati ogni giorno nel corpo da cellule staminali emopoietiche.
Fino a poco tempo fa si pensava che ognuna di queste cellule potesse produrre unicamente un tipo particolare di cellula: questo processo è chiamato differenziazione (vedi morfogenesi).
Tuttavia negli ultimi anni si sono avute prove che le cellule staminali possono acquisire molte forme differenti: è noto che cellule staminali nello stroma del midollo osseo possono trasformarsi in cellule epatiche, neurali, muscolari, renali e follicolari. Caratteristiche molto simili o identiche si ritrovano anche nelle cellule staminali contenute nel tessuto adiposo, presenti in abbondanza e facilmente prelevabili con una semplice lipoaspirazione; il lipoaspirato può essere processato anche immediatamente e rappresenta oggi la fonte più promettente di cellule staminali adulte mesenchimali
Le cellule staminali adulte potrebbero anche essere più versatili. Ricercatori alla New York University School of Medicine hanno estratto cellule staminali dal midollo osseo di topi che loro dicono essere pluripotenti.
Trasformare un tipo di cellula staminale in un altro si chiama transdifferenziazione.
Utili fonti di cellule staminali adulte sono in realtà localizzabili in tutti gli organi del corpo. Ricercatori alla McGill University di Montréal hanno ricavato cellule staminali dalla pelle capaci di specializzarsi in molti tipi di tessuto, compresi neuroni, cellule muscolari lisce e cellule adipose. Esse sono state trovate nel derma, lo strato più profondo della pelle: queste cellule staminali giocano un ruolo centrale nella rimarginazione di piccoli tagli. Si ritiene che anche i vasi sanguigni, la polpa dentaria, l’epitelio digestivo, la retina, il fegato ed anche il cervello contengano cellule staminali, utili per la rigenerazione dello stesso sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale. In Italia, attraverso il Registro Nazionale dei donatori di Midollo Osseo, “IBMDR“, è possibile rintracciare un donatore volontario di cellule staminali adulte, per la cura di varie malattie, tra cui la leucemia.
Cellule staminali embrionali
Le Cellule staminali embrionali (ES) sono cellule pluripotenti ricavate dalla massa cellulare interna della blastocisti.
Queste cellule, una volta estratte, possono essere messe in coltura e fatte proliferare quali linee indifferenziate oppure si può procedere facendole differenziare nella linea cellulare voluta dal ricercatore. Grazie a questo tipo di cellule è stato scoperto molto sulla segnalazione e il differenziamento delle cellule degli embrioni, ma sono state anche utilizzate in esperimenti genetici nel topo volti alla comprensione della funzione di alcuni geni, dove sono stati generati topi knockout (cioè in cui è stato volutamente inattivato o deleto un gene dal DNA) e topi knockin (dove un gene è sostituito da una sequenza di DNA mutata). Si stanno studiando queste cellule come valido strumento per la rigenerazione di alcuni tessuti che nell’organismo sono quiescienti o non proliferanti come ad esempio i cardiomiociti cardiaci, i neuroni o gli epatociti.
Cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) – vedi Cellule staminali pluripotenti indotte
Gli scienziati giapponesi K.Takahashi e S.Yamanaka sono stati i pioneri della riprogrammazione di cellule differenziate in cellule pluripotenti nel topo tramite induzione. Hanno dimostrato che la pluripotenzialità di una cellula staminale dipende dall’espressione di almeno quattro geni (Oct 3/4, c-Myc, Sox-2 e Kfl4), tutti fattori di trascrizione a cui si deve aggiungere una proteina homeobox chiamata Nanog che impedisce alle staminali di differenziars, anche se quest’ultima non risultò indispensabile.
Per fare ciò hanno utilizzato dei fibroblasti umani che sono stati riprogrammati mediante trasfezione dei quattro geni sopra riportati, facendoli diventare cellule staminali pluripotenti.[8]. Un altro laboratorio ha condotto un esperimento simile utilizzando i geni Sox-2, Oct 3/4, Lin28 e Nanog.[9].
Le cellule riprogrammate risultato di questi esperimenti sono state chiamate cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) e dato che sono generate a partire da cellule somatiche adulte non presenterebbero i problemi etici delle cellule staminali embrionali (ES) e potrebbero essere impiegate più diffusamente nelle terapie basate sulle cellule staminali. Un problema è che uno dei quattro geni, c-Myc e Kfl4, è un potente oncogeno, per cui si dovrebbero cercare altri geni che, pur generando iPS non siano oncogeni.
Sembra che altri laboratori siano riusciti a produrre iPS facendo a meno di c-Myc.[10]
Eventi storici chiave della ricerca sulle staminali
1909 – Alexander A. Maximow The lymphocyte as a stem cell, common to different blood elements in embryonic development and during the post-fetal life of mammals. Lecture with a demonstration, held at a special meeting of the Berlin Hematological Society on 1 June 1909 (Tradotto dal tedesco). Folia Haematologica 8.1909, 125-134 (L’originale in tedesco)
1960 – Joseph Altman e Gopal Das presentano prove di neurogenesi adulta e di attività da parte di cellule staminali nel cervello: quanto affermano contraddice il dogma di Cajal che escludeva la possibilità di formazione di nuovi neuroni
1963 – McCulloch e Till illustrano la presenza di cellule staminali autorinnovanti nel midollo osseo di topo
1968 – trapianto di midollo osseo tra due fratelli tratta con successo la SCID
1978 – vengono scoperte cellule staminali ematopoietiche nel cordone ombelicale umano
1981 – vengono derivate cellule embrionali staminali di topo dalla massa cellulare interna
1992 – cellule staminali neurali sono coltivate in vitro sotto forma di neurosfere
1992 – Claudio Bordignon completa la prima procedura medica al mondo mirante alla terapia genica delle malattie ereditarie, usando cellule staminali come vettori per il materiale genetico.
1995 – Bill Clinton firma una legge che rende illegali fondi federali per la ricerca su cellule staminali ottenute con la distruzione dell’embrione
1997 – si dimostra che la leucemia origina da cellule staminali ematopoietiche: è la prima prova diretta dell’esistenza di un nesso tra cellule staminali e cancro
1998 – James Thomson e i suoi collaboratori derivano la prima linea di cellule staminali embrionali presso l’Università del Wisconsin-Madison.
2000 – vengono pubblicati numerosi studi sulla plasticità delle cellule staminali adulte
2003 – Songtao Shi dell’NIH scopre una nuova fonte di cellule staminali adulte nei denti da latte dei bambini
2004-2005 – Hwang Woo-Suk asserisce di avere creato numerose linee di cellule staminali embrionali umane da ovociti umani non fertilizzati. Si scopre che non era vero
19 luglio 2006 – George W. Bush firma il veto della legge che avrebbe permesso l’uso di fondi federali per la ricerca su cellule staminali ottenute dalla distruzione dell’embrione
7 gennaio 2007 – Un pool di scienziati, comprendenti l’italiano Paolo De Coppi, annuncia di aver scoperto cellule staminali nel liquido amniotico
8 aprile 2008 – i fibroblasti si trasformano in cellule staminali pluripotenti, in grado di curare nei topi di laboratorio il morbo di Parkinson. Il risultato, appena pubblicato sulla rivista scientifica Pnas (Proceedings of the national academy of sciences).
Ottobre 2008 – Nasce in Lombardia la prima banca al mondo per la conservazione delle cellule staminali del liquido amniotico
9 marzo 2009 – Il presidente americano Barack Obama ha rimosso, con un ordine esecutivo, i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali
8 marzo 2010 – Il gruppo di ospedali americano Caritas Christy (il più grande del New England) sigla con Biocell Center un’intesa per la conservazione delle cellule staminali amniotiche prelevate nei propri centri
12 gennaio 2011 – Muore Estern McCulloch (scopritore delle cellule staminali)
26 agosto 2011 – Al Centro Europeo di Ricerca sulle cellule staminali di Terni (diretto dal prof. Angelo Vescovi) viene dato il via, dal comitato etico regionale dell’Umbria, la sperimentazione delle cellule staminali sull’uomo.[11]
Banche di crioconservazione = BIOBANCHE
Le “banche di conservazione delle cellule staminali” sono strutture con elevati standard di sicurezza, in cui le unità di cellule prelevate vengono stoccate in capienti contenitori di azoto criogenico fino al momento del loro eventuale utilizzo.
Le cellule staminali possono essere conservate immerse in celle di azoto liquido o di vapori di azoto a -170 / -190 °C (risospese in appropriati mezzi per la crioprotezione, come ad esempio il dimetilsolfossido o il glicerolo).
La legislazione che regolamenta le Banche di cellule staminali varia da Paese a Paese, e si differenzia a seconda della fonte di prelievo delle cellule (amniocentesi, cordone ombelicale, sangue, denti….) e dell’uso previsto (autologo o allogenico): in Italia la legislazione vieta solo la conservazione delle cellule cordonali ad uso autologo presso banche private, pur consentendone la conservazione presso strutture estere.
La conservazione autologa ha il vantaggio della totale assenza di fenomeni di rigetto in caso di autotrapianti di organi e tessuti, mentre lo svantaggio di tale pratica è rappresentato dal fatto che, in caso di leucemia, ad esempio, nel campione conservato siano presenti cellule tumorali leucemiche, così come nell’organismo malato del paziente: questo è il motivo per cui, principalmente, gli interventi effettuati nella pratica chirurgica sono a base di cellule staminali cordonali eterologhe, ottenute quindi da un donatore presumibilmente sano. La cellule vengono conservate perché si prevede che in futuro saranno un elemento di cura per i linfomi, leucemie e tumori, utile nella terapia genica e tissutale, nel trattamento di patologie ereditarie, ma per il momento, vengono utilizzate fondamentalmente in alternativa al trapianto di midollo osseo.[12]
Nel nostro Paese infatti sono attive banche pubbliche di cellule cordonali e banche di cellule staminali di varia natura, tra cui le amniotiche.
Banche Italiane di conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale
In Italia, in alcuni ospedali, è però possibile effettuare la donazione delle cellule staminali cordonali, le quali vengono conservate presso banche situate in strutture pubbliche (la più grande è la Milano Cord Blood Bank presso l’Ospedale Maggiore, ne esistono altre presso gli ospedali di Pavia, Verona, Padova, Torino, Bologna, Genova, Treviso, Firenze, Pisa, Pescara, Roma, Napoli, San Giovanni Rotondo, Reggio Calabria, Sciacca). Molti altri ospedali pubblici italiani, dove non esiste una struttura interna deputata alla conservazione dei campioni, fungono da centri di raccolta del sangue cordonale, che viene poi distribuito alle banche pubbliche.[13]
In Italia esistono solo banche cordonali pubbliche: infatti il decreto ministeriale del 18 novembre 2009 recita che “è vietata l’istituzione di banche per la conservazione di sangue dal cordone ombelicale presso strutture sanitarie private o presso società private”;[14]
Le banche pubbliche sono state istituite per conservare il sangue cordonale dei neonati per cui esiste un’elevata familiarità per alcune gravi patologie genetiche – si parla in questo caso di “conservazione autologa dedicata” – o per conservare il sangue cordonale che alcuni genitori decidono di donare affinché, in caso di compatibilità, possa essere trapiantato ad un bambino malato – si parla di “conservazione allogenica”.
Nelle banche private, situate necessariamente in territorio estero, l’unità di sangue prelevata dal cordone ombelicale di un bambino viene invece conservata a suo nome – si parla di “conservazione autologa” – e diventa a tutti gli effetti una sua proprietà; il sangue rimane così congelato fino al momento in cui dovesse servire allo stesso bambino (trapianto autologo) o eventualmente a un suo familiare compatibile.
Banche di cellule da liquido amniotico
Si tratta di una tematica molto attuale, che vede soggetti privati e pubblici attivi anche sul territorio italiano, dove attualmente non esiste una legislazione sul tema, dal momento che le cellule amniotiche non sollevano dilemmi etici tra donazione e conservazione per il bambino.
Vista l’alta capacità moltiplicativa, le staminali da liquido amniotico si possono conservare per se stessi autorizzando al contempo la possibilità di utilizzo per altri soggetti compatibili.
Le cellule amniotiche non rientrano concettualmente nella linea legislativa del sangue e dei suoi derivati, pertanto la loro conservazione è consentita in tutto il mondo.
Le cellule vengono estratte da un campione prelevato durante l’amniocentesi, pratica a pagamento per le donne under 35, che implica un rischio generalizzato di aborto pari all’1% dei casi, successivamente amplificate ed espanse in laboratorio.
La speranza è che le numerose ricerche in corso aprano la possibilità di utilizzo delle cellule amniotiche nel trattamento e nella cura di numerose patologie, dalle malformazioni fetali a malattie degenerative e a disordini di tipo genetico, anche se lo stadio attuale della ricerca è ancora molto precoce.
Note
^ Reya T, Morrison SJ, Clarke MF, Weissman IL, Stem cells, cancer, and cancer stem cells, Nature. 2001 Nov 1;414(6859):105-11
^ «Feti curabili in utero». 4 febbraio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2010.
^ «Malattie rare». 4 febbraio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2010.
^ «Retinite pigmentosa». 4 febbraio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2010.
^ «Policlinico Tor Vergata”. 4 febbraio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2010.
^ A. Ditadi, M. Cavazzana-Calvo et alii (2009). Human and murine amniotic fluid c-Kit+Lin- cells display hematopoietic activity. Blood 113 (17): 3853-3960.DOI:10.1192/blood-2008-10-102105.
^ «Alla ricerca delle staminali buone». 4 febbraio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2010.
^ http://www.cell.com/abstract/S0092-8674%2806%2900976-7
^ http://www.sciencemag.org/content/318/5858/1917.abstract
^ Nikhil Swaminathan. Stem Cells—This Time without the Cancer in Scientific American News. 2007-11-30. URL consultato il 2007-12-11.
^ http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp? ARTICOLO_ID=298617
^ «Donazione cordone ombelicale». ADISCO.
^ «Finanziamento ministeriale di 15 milioni di euro alle banche pubbliche del cordone». ADISCO, 18 03 2009.
^ «Articolo Decreto 18 novembre 2009». AIDO, 18 11 2009.
Voci correlate
Biologia
Blastocisti
Embrione
Placenta
Zigote
Collegamenti esterni
Notizie sulle Cellule Staminali
(EN) Nature Reports Stem Cells: Introductory material, research advances and debates concerning stem cell research.
(EN) Scientific American Magazine (June 2004 Issue) The Stem Cell Challenge
(EN) Scientific American Magazine (July 2006 Issue) Stem Cells: The Real Culprits in Cancer?
(EN) Isolation of amniotic stem cell lines with potential for therapy
Estratto anche da Wikipedia
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
IMPIEGO delle CELLULE STAMINALI nelle varie malattie importanti.
Il possibile impiego delle cellule staminali per curare anche le malattie neurodegenerative sarà al centro della ricerca nel campo della medicina rigenerativa.
Il trapianto di cellule staminali potrebbe costituire una prospettiva terapeutica per numerose patologie neurodegenerative e neuromuscolari al momento incurabili, che sono dovute ad eventi spesso geneticamente determinati.
Tale ipotesi si basa sulla loro capacità di costituire nuovo tessuto che potrebbe sostituire quello danneggiato dalla malattia o di fornire un supporto trofico alle cellule affette.
Le cellule staminali potrebbero rappresentare una sorgente cellulare per il morbo di Parkinson, i traumi del midollo spinale, la sclerosi laterale amiotrofica e per le distrofie muscolari, malattie per le quali attualmente non è disponibile nessuna cura.
La “cellula staminale” è una cellula che ha due caratteristiche: 1 – la capacità di auto-rinnovamento cioè di riprodursi a lungo uguale a se stessa; e 2 – la capacità di dare origine a cellule differenziate (cellule ematiche, nervose, muscolari etc.).
Attualmente esistono due possibili sorgenti di cellule staminali: le cellule staminali embrionali e le cellule staminali dell’adulto.
Le cellule staminali embrionali sono presenti nei primi giorni di sviluppo e sono cellule pluripotenti: possono dare origine cioè a tutti i tessuti.
Esistono anche cellule staminali in diversi tessuti dell’organismo adulto che garantiscono possibilità di rigenerazione e mantenimento dei tessuti stessi. Ad esempio nel caso del sangue le cellule staminali ematiche si replicano e differenziano dando origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine durante tutto il corso della vita, così come le cellule staminali della pelle danno origine ai diversi strati della cute e ne permettono la rigenerazione periodica. In passato si riteneva che queste cellule fossero in grado di dare origine solo alle cellule del tessuto in cui risiedevano.
Recenti studi condotti sia in vitro che su animali da laboratorio hanno dimostrato invece che queste cellule possiedono una certa “plasticità” e possono essere riprogrammate a dare origine a diversi tessuti.
Ad esempio cellule staminali emopoietiche di derivazione dal midollo osseo possono dare origine a osso, cartilagine, a cellule muscolari sia scheletriche che cardiache, e anche a cellule nervose.
La pluripotenzialità delle cellule staminali somatiche è oggetto di intenso studio, spesso con risultati controversi rispetto alla reale capacità di acquisire completamente fenotipi molto complessi come quelli neuronali. Tuttavia se appare necessaria una certa cautela nel supporre che qualsiasi cellula progenitrice possa trasformarsi in qualsiasi tessuto diverso da quello di origine, si vanno delineando evidenze sperimentali dell’esistenza nei tessuti dell’adulto di sottopopolazioni, verosimilmente rare, che possiedono caratteristiche di pluripotenzialità simili a quelle embrionali.
A tale proposito è evidente la necessità di approfondire la caratterizzazione di tali pool cellulari rispetto a cellule già più differenziate, sviluppando tecniche adeguate per l’isolamento, l’espansione in vitro che garantisca il mantenimento delle caratteristiche staminali, nonché metodiche adeguate di trapianto in vivo.
E’ inoltre essenziale valutare lo specifico potenziale rigenerativo delle cellule staminali somatiche, anche al fine di validare l’ipotesi dell’utilizzo delle cellule staminali somatiche per la genesi di nuovi neuroni o di cellule muscolari. In tale direzione si muovono i filoni di ricerca relativi allo studio dei meccanismi di rigenerazione tissutale, come si è in parte fatto per il muscolo scheletrico a partire dalle cellule staminali che ivi risiedono e che fisiologicamente sono deputate a questa funzione.
Il nostro gruppo di ricerca ha concentrato la sua attenzione sull’isolamento ed espansione in vitro delle cellule staminali dell’adulto, in particolare di derivazione muscolare, nell’ottica di utilizzare queste cellule come terapia per la distrofia muscolare di Duchenne. Questa malattia è dovuta ad un difetto nel gene sul cromosoma X che codifica la distrofina, una proteina della membrana muscolare, ed è caratterizzata da una degenerazione del tessuto muscolare scheletrico e dalla sua sostituzione con tessuto fibroso e adiposo. Questo si traduce a livello clinico in un progressivo deficit di forza muscolare e purtroppo nella morte del paziente in giovane età.
In passato sono stati condotti studi tramite trapianto di cellule satelliti in vivo su modelli animali e in misura limitata anche sull’uomo. Le cellule satelliti muscolari sono i progenitori muscolari che risiedono tra la fibra muscolare e la lamina basale. Tali studi hanno avuto esiti limitati. Le ragioni di tale insuccesso sono molteplici ed includono la limitata sopravvivenza delle cellule, la mancata diffusione nel tessuto, la risposta immunitaria, oltre alla necessità di dover trattare tutti i muscoli dell’organismo con iniezioni dirette.
Una possibile soluzione dei problemi osservati in questi primi studi può essere fornita da una migliore comprensione dei processi biologici alla base della rigenerazione muscolare e in particolare dall’osservazione che probabilmente esiste un pool eterogeneo di cellule staminali e precursori all’interno del muscolo.
Nel nostro laboratorio abbiamo eseguito studi su modelli murini che ci hanno condotto all’identificazione di sottofrazioni staminali muscolari in grado di contribuire alla rigenerazione del tessuto muscolare e al ripristino dell’espressione della distrofina.
Attraverso una selezione basata sulle caratteristiche di adesione, abbiamo isolato una popolazione cellulare ad alta capacità proliferativa, positiva per marker ematopoietici (CD34+Sca1+).
Tali cellule sono in grado di raggiungere i tessuti muscolari attraverso la circolazione ematica permettendo una somministrazione sistemica. Dato che l’iniezione intravenosa comporta una dispersione delle cellule nel letto vascolare di diversi organi tra cui fegato e polmoni, abbiamo messo a punto in modelli murini una metodica di distribuzione elettiva nei muscoli mediante iniezione intrarteriosa.
La frazione cellulare Sca1+CD34+ iniettata per via intrarteriosa in topi mdx, modello murino della distrofia muscolare di Duchenne, è stata in grado di migrare nel tessuto muscolare e di contribuire alla formazione di nuove fibre e alla riespressione di distrofina come dimostrato dalle metodiche di immunoistochimica e di biologia molecolare.
Dati questi promettenti risultati stiamo proseguendo gli studi di isolamento, espansione e caratterizzazione di cellule staminali di derivazione muscolare dall’uomo. 22
Bibliografia:
– Cossu, G., and Bianco, P. (2003). Mesoangioblasts – vascular progenitors for extravascular mesodermal tissues. Curr Opin Genet Dev 13, 537-542.
– Daley, G. Q., Goodell, M. A., and Snyder, E. Y. (2003). Realistic prospects for stem cell therapeutics. Hematology (Am Soc Hematol Educ Program), 398-418.
– Prockop, D. J., Gregory, C. A., and Spees, J. L. (2003). One strategy for cell and gene therapy: Harnessing the power of adult stem cells to repair tissues. Proc Natl Acad Sci U S A 100 Suppl 1, 11917-11923.
– Sampaolesi M, Torrente Y, Innocenzi A, Tonlorenzi R, D’Antona G, Pellegrino MA, Barresi R, Bresolin N, De Angelis MG, Campbell KP, Bottinelli R, Cossu G. (2003) Cell therapy of alpha-sarcoglycan null dystrophic mice through intra-arterial delivery of mesoangioblasts. Science. 301(5632), 487-92. Epub 2003 Jul 10.
– Torrente Y, Tremblay JP, Pisati F, Belicchi M, Rossi B, Sironi M, Fortunato F, El Fahime M, D’Angelo MG, Caron NJ, Constantin G, Paulin D, Scarlato G, Bresolin N. (2001). Intraarterial injection of muscle-derived CD34(+)Sca-1(+) stem cells restores dystrophin in mdx mice. J Cell Biol. 152(2), 335-48.
– Torrente Y, Camirand G, Pisati F, Belicchi M, Rossi B, Colombo F, El Fahime M, Caron NJ, Issekutz AC, Constantin G, Tremblay JP, Bresolin N. (2003). Identification of a putative pathway for the muscle homing of stem cells in a muscular dystrophy model. J Cell Biol. 162(3), 511-20. Epub 2003 Jul 28.
By Nereo Bresolin, Stefania Corti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Cellule staminali contro le malattie respiratorie – 03/11/2011
Finalmente una possibile soluzione alle malattie respiratorie che danneggiano i polmoni, le cellule staminali. Grazie a degli studi effettuati sui topi, si è scoperto come le cellule abbiano rapidamente ricostruito il tessuto degli alveoli.
Le cellule staminali, infatti, si moltiplicano rapidamente, creando centinaia di volte il loro numero originale entro una settimana, e riparano i tessuti danneggiati rigenerandoli.
Il dottor McKeon ha isolato cellule simili a quelle che si trovano nel tessuto polmonare umano e ha scoperto che sono in grado di comportarsi nella stessa maniera: “questi studi” afferma “possono rappresentare una speranza per il trattamento di malattie respiratorie, ora è necessario arrivare all’identificazione delle molecole chiave del meccanismo che permette alle cellule di moltiplicarsi velocemente e di migrare ad altri parti danneggiate”.
Ciò significa che, se dovesse funzionare velocemente anche negli esseri umani, in futuro si potrebbero guarire persone con danni polmonari acuti e cronici; le staminali, infatti, sarebbero in grado di porre rimedio ai danni prodotti su tutte le componenti dell’organo, ovvero i bronchioli, i vasi sanguigni e gli alveoli.
Un ricercatore italiano, Piero Anversa, ha dimostrato come, sempre grazie alle cellule staminali, ricavate però dal midollo osseo, è possibile riparare il cuore tramite la generazione di tessuto miocardico e di nuovi vasi sanguigno; i ricercatori, in pratica, hanno ricavato le cellule da alcuni campioni di tessuto umano sottoposto a test in vitro, per poi trapiantarle nei topi da laboratorio. Come risultato le cellule si sono integrate al tessuto polmonare degli animali malati, rigenerandolo e riparandolo.
Ciò che distingue infatti le staminali da quelle normali è proprio la capacità di moltiplicarsi velocemente, generando tessuto in vari elementi. A questo punto non resta che procedere con una sperimentazione umana che potrebbero portare alla scoperta di nuove possibilità terapeutiche per le varie malattie respiratorie croniche che affliggono milioni di persone.
Tratto da: scienze-naturali.it
Commento NdR: questi ricercatori, si dimenticano che le cause dei problemi alle vie respiratorie, sono nell’intestino, vedi: Catarro tosse raffreddore + Polmonite
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Stamina, non cerco guadagno, voglio soltanto curare gratis – 08/03/2013
Davide Vannoni, inventore del metodo al centro di polemiche e contese giudiziarie: il mio obiettivo è trattare 20mila pazienti l’anno.
Le nostre cellule sono sicure, ciò che mi spinge è vedere tutti i miglioramenti che riusciamo a ottenere
Vannoni Davide, professore di neuroscienze cognitive all’università di Udine, è il presidente della onlus Stamina Foundation messa sotto inchiesta oltre 4 anni fa dalla procura di Torino.
Professore, in che cosa consiste la sua cura ?
“Utilizziamo le cellule staminali prelevandole dalla parte spugnosa dell’osso, dal bacino, e le lavoriamo in modo che abbiano una grande quantità di cellule progenitrici. Chiunque può donarle perché non c’è alcun rigetto. Ogni coltura ha 5 differenti tipi di cellule, ognuna con la sua funzione: le progenitrici sono le più importanti perché rigenerano i tessuti danneggiati, poi ci sono le immunoregolatrici che regolano il sistema immunitario, quelle che ricreano i vasi sanguigni, quelle che difendono dal sistema immunitario, e quelle antinfettive che combattono le infezioni”.
Perché riuscite solo voi a fare queste cure ?
“Abbiamo sviluppato un know how in 20 anni, trovando il modo di coltivare le cellule in modo che restino sempre vive e vitali. Diversa è anche la posologia: infondiamo ai pazienti una quantità ottimale per avere recuperi e stabilizzazioni”.
Da chi è composta la sua squadra ?
“Da sei biologi e 5 medici, tra cui Marino Andolina che ci ha seguito fin dal principio. Oggi siamo in cerca di biologi da formare: il nostro obiettivo è curare 20 mila pazienti all’anno in modo gratuito. Vogliamo riuscire a costruire un laboratorio per trapianti secondo la legge Turco-Fazio (per cure compassionevoli) con 10 camere bianche (aree sterili per produrre cellule) e con 20 biologi”.
Queste cure sono gratuite ?
“La produzione cellulare la paghiamo noi. Ci sono donatori, ma non sono i genitori dei pazienti. il sistema sanitario copre solo le spese mediche. abbiamo donazioni importanti da enti”.
Perché porta avanti questa battaglia in Italia ?
“È una battaglia che voglio portare avanti qui, siamo stati negli Usa dove ci hanno proposto una sperimentazione. Ma io non voglio fare un farmaco da vendere al SSn, voglio fare cure”.
Perché ?
“Vedere i progressi è il motore che mi spinge ad andare avanti, non prendo alcuno stipendio da Stamina, ho solo quello da professore: ho dato in concessione la metodica a un’azienda farmaceutica, mi hanno pagato e ho messo tutti i soldi nella fondazione. Questa metodica può essere sviluppata in tutto il mondo, e attualmente ci sono 6 paesi che ci hanno chiesto di poterla fare”.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ieri ha detto che non c’è alcuna persecuzione nei suoi confronti ma che dovete rendere trasparenti i vostri protocolli.
Cosa risponde ?
“Due anni fa sono stato convocato dal ministero che ci aveva proposto la sperimentazione, ci siamo resi pienamente disponibili ma poi non ci hanno più fatto sapere nulla”.
L’Aifa vi ha bloccato sostenendo tra l’altro che il vostro laboratorio era sporco. Perché ?
“Il nostro laboratorio non è farmaceutico, ma per fare trapianti “sporco” non significa che non sia sterile”.
Cosa pensa della sentenza del giudice Mollo per Salvatore ?
“Il giudice è stato intelligente, ma sarà difficile riuscire a trovare un altro laboratorio Gmp in cui infondere la terapia, in cui arriviamo noi con le nostre procedure e scombiniamo tutti i loro metodi”.
Guariniello (Giudice di Torino) ?
“Ha fatto il suo lavoro, io lo stimo, forse non ha mai chiuso le indagini perché in tanti l’hanno supplicato di far proseguire le cure”.
Le vostre cellule sono sicure ?
“Sono testate 5 volte prime di essere iniettate, per verificare che non ci siano funghi batteri e contaminazioni”.
By Sarha Martinenghi – Tratto da: torino.repubblica.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
CELLLULE STAMINALI: La CONNESSIONE con l’ARGENTO
Fino a quando nel flusso sanguigno è presente una quantità sufficiente di ioni di argento l’organismo è capace di produrre le proprie cellule staminali nella misura necessaria nonché di dirigerle ovunque siano richieste.
Un moderno miracolo di guarigione
Ci capita in continuazione di sfogliare i quotidiani o vedere i telegiornali e venire a sapere delle più recenti ricerche inerenti alla produzione di cellule staminali.
Di conseguenza, molti potrebbero rimanere decisamente sorpresi dallo scoprire che alcuni fra i più eminenti ricercatori del settore medico hanno dimostrato che è possibile produrre agevolmente cellule staminali di eccelsa qualità, artificialmente nonché dove e quando necessarie. Oltre a questo si è dimostrato che l’organismo umano è in grado di stabilire in anticipo con esattezza le cellule staminali richieste per guarire una lesione. In condizioni appropriate l’organismo è in grado di produrne il numero esatto, nonché di utilizzarle tutte senza lasciarne alcuna in soprannumero! Sbalorditivo! Ancor più sorprendente è il fatto che potete fare facilmente altrettanto voi stessi a casa vostra.
Quindi su cosa verte il grande impulso che ruota intorno alla questione ?
La ricerca vera e propria concerne un processo di produzione di cellule staminali che possa essere brevettato e, in tal modo, controllato e commercializzato dalle aziende farmaceutiche con enormi profitti. Se le aziende in questione riusciranno a brevettare il processo di produzione di tali cellule staminali, quindi a immagazzinarle, trasportarle e iniettarle in base a complesse procedure, ricavandone al contempo lauti profitti, e se la conoscenza delle modalità di produzione potrà essere negata alla gente comune, allora tali aziende avranno facoltà di vita o di morte sui malati e gli invalidi e di distribuire le cellule al prezzo da esse stabilito; sono i prestigiatori che impugnano la bacchetta magica della guarigione.
Di norma una cellula è in grado di riprodurre unicamente una cellula del proprio tipo. Una cellula della pelle può riprodursi solo nella forma di un’altra cellula cutanea dello strato cutaneo di appartenenza. Altrettanto dicasi per una cellula cardiaca. Una cellula staminale è una cellula priva di specifiche caratteristiche tissutali, quindi in grado di diventare una cellula cutanea, cardiaca, polmonare, ossea, etc. Può diventare qualunque cosa.
Per comprendere meglio la questione serve conoscere la differenza fra cellule staminali, cellule indifferenziate e cellule de-differenziate. Le staminali sono cellule non ancora diventate di qualche tipo specifico; solitamente provengono da un embrione, un feto o dal cordone ombelicale. Le cellule indifferenziate provengono dal midollo osseo, principalmente dal femore. Le de-differenziate sono cellule già differenziatesi in cellule sanguigne, cutanee, muscolari, etc., ma trasformatesi in cellule indifferenziate e quindi ora in grado di diventare qualsiasi tipo di cellula richiesto. L’unica differenza fra i tre tipi concerne la loro storia. Sono tutte cellule staminali e hanno il DNA del donatore. Per semplicità, da qui in avanti verranno definite tutte “cellule staminali”, salvo nei casi in cui la differenza risulti rilevante per la comprensione dell’argomento trattato.
Alcuni genitori hanno prodotto un embrione al solo scopo di fornire cellule staminali per un membro della famiglia. I laboratori producono abitualmente embrioni per ricavare cellule staminali. L’impiego di embrioni e feti per ricavarne cellule staminali è diventato un tema che ha scatenato roventi dibattiti; l’embrione può essere ucciso allo scopo di derivare cellule staminali, che quindi si possono utilizzare in altri esseri umani se il DNA è sufficientemente simile.
Il DNA è un grosso problema in quanto è estraneo a chi riceve le staminali. Una cellula staminale è come un organo donato: il sistema immunitario tende a rigettarla, quindi di solito, affinché accetti la cellula in questione, esso deve essere inibito. Come nel caso della donazione di un organo, la cellula staminale si riproduce con il suo DNA ancora estraneo e il sistema immunitario del ricevente dovrà probabilmente essere inibito a tempo indeterminato.
Un sistema immunitario vigoroso rappresenta certamente uno dei nostri beni più preziosi, tant’è che uno degli obiettivi più auspicabili sotto il profilo della salute è quello di costruire un forte sistema immunitario. Dovremo dunque scambiare il nostro sistema immunitario con le fantastiche proprietà guaritrici delle cellule staminali e quindi dipendere in modo permanente da farmaci in sua sostituzione ?
L’organismo dispone costantemente di alcune cellule indifferenziate derivate dal midollo osseo e altri tessuti. Quindi in alcuni ospedali i medici stanno eseguendo esperimenti nell’ottica di separare queste cellule dal sangue del paziente e realizzare un embrione dal nucleo di ciascuna cellula, a scopo di impianto o di congelamento e conservazione delle cellule stesse in vista di un pianificato utilizzo futuro. Si tratta di una procedura assai costosa. Ad ogni modo, posto che tali cellule non vengano danneggiate nella fase del congelamento, hanno comunque il DNA del paziente e tale procedimento ha conseguito risultati davvero notevoli. Queste cellule staminali possono essere quindi iniettate dove necessario. Tuttavia tale processo può risultare oneroso sotto il profilo dei costi e del tempo impiegato – e talvolta i pazienti non ne hanno molto a disposizione.
Di recente, nel Wisconsin e in Giappone, alcuni scienziati sono riusciti a prelevare alcune cellule da un paziente e a iniettare in esse un virus geneticamente alterato, con l’intento di produrre cellule che si comportano quasi come cellule staminali e hanno il DNA del paziente. Tuttavia sinora le cellule prodotte in questo modo non sono identiche a quelle del paziente e vi sono dubbi che si avrà la sicurezza che mai lo saranno.
Riprodurranno cellule difettose ?
Pare che in assenza di cellule staminali l’organismo sia in grado di guarire grazie al tessuto formatosi da tessuto esistente dello stesso tipo. Così, nel caso in cui manchi una consistente porzione di tessuto, il tessuto di guarigione deve svilupparsi da quello che è rimasto; quindi, lì dove manca un’estesa porzione di pelle, la ferita deve rimarginarsi dai bordi verso l’interno. Nello sforzo di guarire dove una guarigione appropriata non è possibile, si sviluppa tessuto cicatriziale, costituito da cellule deformate che, una volta consunte, si riproducono nella stessa condizione deformata. Così le cicatrici di solito durano a tempo indefinito. Ma esiste una soluzione.
La bacchetta magica d’argento
Avete la facoltà di produrre tutte le vostre cellule de-differenziate di cui avete bisogno ! E conterranno il vostro DNA. Si tratta di una procedura semplice e agevole. In presenza di ioni d’argento, prodotti dal “metodo Bredig”, l’organismo de-differenzia tutte le cellule che gli servono !
Nel suo best seller The Body Electric (1985), scritto in collaborazione con Gary Selden, il celebre chirurgo ortopedico e scienziato ricercatore Robert O. Becker, MD, tratta dei suoi esperimenti condotti nel tentativo di rigenerare arti completi in esseri umani. Anche se si ritrovò a corto di finanziamenti per la ricerca prima di riuscire a conseguire compiutamente l’obiettivo, egli enunciò in misura rilevante la comprensione dei processi di guarigione.
Nel corso di sette anni di ricerca, egli essenzialmente scoprì che una bassissima corrente elettrica continua, fatta scorrere fra un elettrodo positivo e un elettrodo negativo, produceva un effetto di guarigione nelle ossa. Per i propri elettrodi Becker sperimentò svariati metalli: oro, platino, titanio, acciaio inossidabile e argento.
Gli esiti ottenuti con l’argento risultarono di gran lunga più efficaci di quelli derivati da tutti gli altri metalli, quindi Becker si dedicò a condurre esperimenti per comprenderne la ragione.
In base alle sue scoperte, la corrente elettrica continua attirava ioni d’argento dall’elettrodo positivo, ed erano questi ultimi a incrementare in modo così drastico la guarigione.
Il Dr. Becker dimostrò che in presenza di sufficienti ioni d’argento, l’organismo produceva tutte le cellule staminali di cui necessitava. Senza l’argento, questo non era possibile.
La tecnica nota come “metodo Bredig”, inventata negli anni Ottanta del diciannovesimo secolo da Georg Bredig, costituisce il metodo fondamentale tramite cui realizzo il prodotto che denomino “Argento Ionico Colloidale”.
La scienza medica sostiene che un globulo rosso non è in grado di de-differenziarsi in quanto privo di nucleo, il che sembra una conclusione alquanto ovvia, inizialmente condivisa anche dal Dr. Becker; tuttavia, quando studiò i cambiamenti di produzione di cellule staminali secondo incrementi minimali, egli scoprì che queste derivavano in massima parte da globuli rossi! Uno studio approfondito rivelò che prima di diventare tale, un globulo rosso dispone di un nucleo; nel processo di de-differenziazione, il globulo rosso sviluppa nuovamente il proprio nucleo e quindi diventa de-differenziato. Dunque, quando su una ferita si forma una crosta, essa ha tutte le cellule potenziali per de-differenziarsi, ma solitamente le cellule non si comportano così; però, in presenza di argento, lo fanno.
In The Body Electric, il Dr. Becker dedica un intero capitolo, ovvero “The Silver Wand”, agli effetti de “lo strabiliante ione d’argento”. La “bacchetta d’argento” cui fa riferimento è il suo elettrodo in argento. A pagina 175 il Dr. Becker afferma: “Forse abbiamo appena scalfito in superficie l’eccellenza medica dell’argento. Già così si tratta di uno strumento stupefacente; stimola le cellule adibite alla formazione delle ossa, cura le infezioni più persistenti di tutti i tipi di batteri e stimola la guarigione nella pelle e in altri tessuti soffici. …Forse in questo magico caduceo si celano altre meraviglie… Quale che sia la sua esatta modalità di azione, lo ione d’argento generato elettricamente è capace di produrre abbastanza cellule per i blastemi umani [il materiale prodotto dalle cellule staminali e che si trasforma in tessuto guarito]; ha rinfocolato la mia convinzione che negli esseri umani sia possibile portare a termine una completa rigenerazione degli arti e, forse, di altre parti del corpo…”
Notate che il Dr. Becker afferma con chiarezza che, con l’argento, “la tecnica rende possibile produrre grandi quantitativi di cellule dedifferenziate” (pag. 175). Notate inoltre che queste “cellule dedifferenziate” (cellule staminali) avrebbero lo stesso DNA del paziente. Se questo corrisponde al vero (ne fornirò ulteriori prove più avanti), allora perché tutta questa fatica per ricavare cellule staminali dagli embrioni – con il relativo strascico di questioni morali e dispendiose tecniche associate? Non sarà perché è talmente semplice e sicuro che chiunque è in grado di farlo, persino a casa? Migliaia di persone che orbitano attorno al campo della salute alternativa lo stanno già facendo senza rendersene conto. Se mai la gente comune se ne renderà a sua volta conto, l’establishment medico ci rimetterà miliardi di dollari.
Il Dr. Becker descrive in modo approfondito la guarigione di vari pazienti affetti da infezioni multiple delle ossa e della carne, non curabili tramite pratiche mediche convenzionali ma che reagivano drasticamente a questi “ioni d’argento”, il prodotto derivante dal processo di Bredig. Sull’argomento il Dr. Becker ha scritto, singolarmente e in collaborazione, vari libri e documenti, ad esempio R. O Becker e J. A. Spadaro, “Treatment of Orthopedic Infections with Electrically Generated Silver Ions: A preliminary report”, J Bone Joint Surg Am ottobre 1978; 60(7):871-81.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Cellule staminali e trattamento del cancro
Il ricercatore del settore oncologico Gary Smith, MD, è arrivato in maniera indipendente a una conclusione simile partendo dalle sue ricerche sul cancro. In una lettera inedita egli afferma: “Il successo [nel trattamento del cancro] dipende dall’argento presente nell’organismo di un soggetto. Quando l’argento è presente le cellule del cancro si de-differenziano e l’organismo si ripristina… Quando i livelli di argento sono…inesistenti, il tasso di crescita del cancro…continua…perché le cellule non sono in grado di de-differenziarsi… Sospetto che la carenza di argento sia forse una delle ragioni per cui il cancro esiste e sta aumentando a un tasso talmente rapido.” (Il corsivo è aggiunto.)
Il Dr. Smith sostiene che è naturale avere nell’organismo abbastanza argento per produrre tutte le cellule staminali di cui abbiamo bisogno, e che non ne disponiamo in quanto i nostri alimenti vengono coltivati o allevati in terreni impoveriti.
Attualmente nella cura del cancro si fa molta sperimentazione con le cellule staminali, e a quanto risulta gli esiti sono sorprendenti. Ora ci viene detto che il problema è quello di ottenere abbastanza cellule staminali per curare i vari tipi di cancro. Seguendo una serie di procedure alcuni ricercatori stanno raccogliendo da malati di cancro cellule staminali, per poi congelarle e utilizzarle in successivi trattamenti contro la malattia.
Il potere dell’establishment medico
Se sappiamo già come produrre agevolmente cellule staminali dotate dello stesso DNA del paziente, allora per quale motivo scienziati e medici non le producono e utilizzano in tal modo? Il Dr. Becker fa un po’ di luce sulla questione. Nonostante le accurate e ben documentate ricerche condotte nell’arco di sette anni, in linea generale l’establishment medico non si è curato di prestare alcuna seria attenzione ai suoi straordinari risultati.
Il Dr. Becker sostiene che una delle ragioni di tale atteggiamento risiede nel fatto che le ricerche iniziali, risalenti a due secoli or sono e nel cui contesto i ricercatori utilizzarono corrente elettrica a scopo terapeutico, sono state oggetto di scherno ed è stata loro negata qualsivoglia disamina. Le ricerche in questione erano del tutto avulse dalle nozioni chimiche dell’epoca. Dato che la terapia elettrica nella sua forma di quel tempo presentava problemi, in quest’epoca “illuminata” le versioni perfezionate vengono respinte senza la minima considerazione. Invero la storia della scienza è ricca di vicende relative a “nuovi sviluppi” accolti con grande entusiasmo, ma che erano stati resi noti molto tempo prima – mentre gli scienziati del periodo erano stati denigrati e alla loro opera era stata negata qualsiasi attenzione.
Un’altra ragione per cui la professione medica non accetta nuove ricerche è che virtualmente tutte le informazioni concernenti la salute che pervengono a medici e legislatori sono fornite dalle aziende farmaceutiche. L’establishment scientifico/medico/farmaceutico è del tutto refrattario alla nozione che persone comuni siano in grado di produrre e utilizzare agevolmente e in sicurezza le proprie cellule staminali; tale eventualità costerebbe allo stesso establishment miliardi di dollari.
Studi analitici con l’argento
Al di fuori della ricerca medica, quali riscontri abbiamo che questo “argento ionico” produrrà cellule staminali ? Disponiamo di rapporti inerenti alle esperienze di numerosi utenti.
Un valido esempio è la ferita della puledra purosangue illustrata nelle figure 1, 2 e 3. La puledra si procurò uno squarcio del diametro di vari pollici, profondo sino all’osso, osso che, a detta del veterinario, era certamente infetto. Se non si fosse trasferito immediatamente alla clinica veterinaria adibita agli equini, onde raschiare l’osso e disinfettare a fondo la ferita, l’animale non sarebbe sopravvissuto. Anche così, sempre a detta del veterinario, sull’osso sarebbe rimasto un sottile strato di tessuto, nonché un’area depressa e deturpata, priva di pelo, che avrebbe rovinato la puledra. Per salvarla il veterinario stimò un intervento dell’importo di 28.000 dollari, tuttavia il proprietario dell’animale non poteva permettersi un costo così elevato, quindi, in alternativa, ripulì la ferita con una canna dell’acqua, vi riversò comune acqua ossigenata, sciacquò nuovamente la ferita con la canna e quindi la cosparse di 20 ppm di “argento ionico”; sistemò nella cavità un grande batuffolo d’ovatta impregnato di tale soluzione, assicurandolo con una benda elastica. Il proprietario replicò tale prassi ogni giorno, sino a quando la ferita non guarì completamente. La puledra si rimise del tutto in salute, senza la minima traccia di cicatrici e con il pelo perfettamente ricresciuto in modo naturale
Osservando la figura 1 è possibile vedere la ferita con quella che il Dr. Becker descrive come la “crescita granulare sull’osso” nonché il “tappeto rosa”. Il nuovo muscolo è cresciuto sull’osso e si sta riformando anche dai bordi, senza tessuto cicatriziale. Tenete presente che in qualsiasi fase non si è manifestata quasi nessuna infezione, e quel poco che si è sviluppato è stato prontamente curato.
Un giorno la puledra si strappò le bende con i denti e alcune mosche volarono nella ferita, lasciandola sporca delle loro feci – tuttavia l’infezione si ripulì senza problemi in un paio di giorni. Nella figura 2 è possibile osservare la ferita quasi guarita. I punti bianchi sul pelo sono originati dall’acqua ossigenata. I riscontri indicano con chiarezza che la ferita è stata guarita dalle cellule staminali prodotte dagli “ioni d’argento”, come descrive il Dr. Becker. Nella figura 3 non vi è traccia di alcuna ferita; anche dopo un minuzioso esame, non vi è modo di stabilire dove si trovasse la lesione. La puledra non manifesta alcuno zoppicamento o disturbi di altro genere alla zampa, come se la ferita non fosse mai esistita; è stata addestrata come puledra di un anno e ora viene allenata per il salto degli ostacoli.
Un altro caso interessante è quello di Betty S. di Huntington Beach, California (vedere figura 4). Secondo le sue parole: “…All’età di 89 anni la mia pelle è diventata sottilissima e il mio organismo non guarisce più con la prontezza di un tempo. Sono inciampata e mi sono scorticata un braccio contro la parete, provocando un’abrasione lunga all’incirca due pollici e mezzo e larga tre quarti di pollice [6.4 e 1.9 cm]. Sanguinava copiosamente. Un’infermiera ha provveduto quotidianamente a cambiare la medicazione e ad applicare una pomata antibiotica. Per la completa guarigione ci sono voluti quasi quattro mesi ed è rimasta una cicatrice grande grosso modo quanto la ferita stessa.
Circa due mesi dopo che la prima ferita era guarita sono inciampata di nuovo, provocando una seconda ferita estesa più o meno quanto la prima. Questa volta, invece che pomata antibiotica, per curarla l’infermiera ha utilizzato argento ionico; ha cambiato la medicazione ogni giorno, medicazione che ho imbevuto svariate volte al giorno con argento ionico. Siamo rimaste entrambe piacevolmente sorprese dalla rapidità di guarigione della ferita; invece di mesi, solo 16 giorni, e invece di un’estesa cicatrice, in luogo della lesione è rimasta solo una sottile linea arrossata. Dopo alcuni mesi la pelle dell’area circostante la ferita è tornata normale, al punto che, a meno di non sapere esattamente dove mi ero fatta male, non era possibile individuare il punto…”
Mi sono state riferite numerose vicende analoghe a queste, senza che però mi siano state fornite le foto di corredo. Mi è giunta la comunicazione di un allevatore di maiali giapponese, il quale riscontrava un numero eccessivo di decessi fra i suoi animali e quindi ha deciso di somministrare loro “argento ionico”. Tale iniziativa non solo ha ridotto il numero dei decessi ma, inaspettatamente, ha anche incrementato drasticamente il tasso di crescita. Di conseguenza, un altro allevatore di maiali in Corea ha provato a miscelare l’argento nell’acqua dei suoi animali, conseguendo risultati identici. Questo fenomeno è imputabile alle cellule staminali prodotte, oppure all’eliminazione della trichinosi, così comune nei suini? Non lo so. Comunque sia, due individui hanno sperimentato l’argento sui pomodori del proprio orto domestico; uno di costoro riferisce che le piante di pomodoro sottoposte al trattamento sono cresciute tre volte di più rispetto ad altre piante identiche, producendo una quantità di pomodori tre volte superiore; i pomodori stessi pesavano singolarmente il triplo dei corrispettivi maturati sulle piante non trattate, e risultavano anche di migliore qualità. Questo fenomeno è imputabile alla produzione di cellule staminali? Indubbiamente questi casi non dimostrano alcunché, nondimeno suscitano interrogativi e forniscono indizi sulla possibilità che le cellule staminali vengano prodotte allo stesso modo nelle piante e negli animali.
Storia e dati scientifici inerenti all’argento
Sotto il profilo storico l’argento risulta impiegato come agente di prevenzione e cura di alcune malattie. Gli antichi Egizi utilizzavano “bisturi” d’argento in ambito chirurgico. Si diceva che il rame determinasse un’incontrollabile decomposizione della carne, tant’è che una ferita inferta da una spada di rame era assai temuta. Durante le Crociate i cavalieri avevano al seguito una coppa d’argento, dalla quale molti di essi bevevano, e correva voce che pur bevendo dalla medesima coppa d’argento una persona non poteva contrarre la malattia di un’altra. Coloro che erano nelle migliori condizioni di salute usavano stoviglie in argento, anche se potevano disporre di corrispondenti in oro e se, a differenza di quest’ultimo elemento, l’argento si ossidava e anneriva. Prima dell’invenzione dei moderni apparecchi per la refrigerazione, era prassi comune inserire una moneta d’argento in una bottiglia di latte onde prevenirne il deperimento. Sino a tempi recenti i medici hanno utilizzato l’argento quando si rendeva necessario tenere unite ossa o ricoprire buchi nel cranio.
Quasi 200 anni fa i medici appresero che potevano triturare l’argento sino a ridurlo a una polvere finissima, simile a farina, e impiegarlo per curare patologie altrimenti incurabili come la sifilide; tuttavia di solito evitavano di usarlo, in quanto generalmente determinava argyria, vale a dire un’alterazione della pelle che le conferiva una colorazione grigio-bluastra. Il nitrato d’argento veniva inoltre comunemente impiegato come disinfettante; lo ione negativo del nitrato è velenoso.
Verso il 1880 lo scienziato Georg Bredig elaborò un procedimento per realizzare un prodotto di gran lunga superiore, collocando due elettrodi d’argento immersi in acqua e provocando un arco elettrico fra di essi. Per produrre l’arco utilizzò un voltaggio assai elevato (migliaia di volt), il che erose l’argento sino a formare un colloide d’argento in particelle finissime in forma ionica positiva (uno ione è un atomo elettricamente carico).
Questo prodotto non determinava argyria e risultava assai più efficace dell’argento in polvere o del nitrato d’argento. Ad ogni modo, l’argento di Bredig presentava due inconvenienti. In primo luogo, il voltaggio assai elevato poteva rivelarsi decisamente pericoloso; in secondo luogo, il processo era estremamente lento.
Di conseguenza, le aziende farmaceutiche optarono per la produzione e la commercializzazione dei sali d’argento, più facili da ottenere, e di preferenza il nitrato d’argento. Si industriarono sino a convincere vari governi a varare leggi che ne prevedessero l’utilizzo negli occhi dei neonati, onde evitare la cecità provocata da infezioni derivate dalla madre durante il parto. Il nitrato d’argento, però, presenta gravi problemi. Attacca la carne e macchia di nero qualsiasi cosa con cui viene a contatto, e si tratta di macchie assai difficili da eliminare. Doveva essere maneggiato con la massima cura, altrimenti avrebbe attaccato gli occhi e determinato esso stesso cecità permanente. Alcuni ritenevano che danneggiasse sempre in qualche misura gli occhi dei neonati, e spesso si diceva che un bambino trattato con il nitrato aveva occhi più opachi di quelli di un bambino non sottoposto al trattamento.
Il continuativo uso medico di nitrato d’argento e, occasionalmente, di argento triturato, ha fruttato a tale elemento una pessima fama, tant’è che veniva considerato più o meno come ‘l’ultima risorsa’. Poi, spinti fortemente dalle aziende farmaceutiche, sono arrivati gli antibiotici. Mentre l’argento era in grado di trattare efficacemente quasi qualsiasi ceppo di batteri, virus e funghi, i nuovi antibiotici trattavano solo determinati batteri; spesso prima di prescrivere l’antibiotico appropriato risultava necessaria una precisa diagnosi.
L’argento aveva un’altra assai strana e desiderabile qualità, che invece mancava agli antibiotici: era assai selettivo rispetto ai batteri che eliminava; distingueva i batteri benefici da quelli nocivi, uccidendo soltanto i secondi! Malauguratamente il settore medico appoggiò le scoperte di Pasteur sui batteri e il loro rapporto con le malattie, e costruì il proprio indiscusso sapere scientifico sulle patologie in quanto prodotto dei batteri. L’atteggiamento generale era che tutti i batteri vanno evitati.
Ora si sa che molti batteri sono essenziali per un buono stato di salute e che pochissimi batteri determinano patologie, a meno che l’organismo di un individuo non sia fortemente compromesso. Curare i sintomi di una malattia frutta molto più denaro che curarne la causa. Nondimeno l’atteggiamento generale dei medici è ancora quello di “uccidere i batteri”, ovvero ciò che tendenzialmente fanno gli antibiotici, il cui impiego spesso determina l’eliminazione di batteri essenziali dell’apparato digerente e, probabilmente, di altre parti dell’organismo. Per la propria produzione chimica il fegato spesso ricorre a determinati batteri, proprio come fanno le aziende farmaceutiche. Gli antibiotici uccidono senza discriminare.
Anche se i medici curavano efficacemente con l’argento funghi e batteri prima dell’era degli antibiotici, una volta giunti alla ribalta questi ultimi il settore medico assunse la posizione secondo cui virus e funghi sono incurabili. Somministravano ai pazienti antibiotici contro i virus, anche se ufficialmente i primi non potevano trattare i secondi. In tempi più recenti le aziende farmaceutiche hanno elaborato prodotti antifungini, quantunque si sappia che questi hanno effetti pesanti sul fegato e non particolarmente incisivi sotto il profilo terapeutico. Anche sostanze quali iodio e mercurio cromo uccidono indiscriminatamente e di solito attaccano la carne in qualche misura. L’appropriato prodotto all’argento, invece, è assai salutare.
Sviluppi nella produzione
In tempi più recenti si è elaborato un processo di produzione di “argento ionico” tramite corrente a bassissima tensione. Lavoro da 14 anni per ottimizzare tale procedura; si tratta di una versione sicura del metodo Bredig. Malauguratamente, presenta un problema: se si utilizza acqua contenente delle impurità, spesso l’argento si combina con esse sino a determinare prodotti indesiderabili – tuttavia, in assenza di impurità, l’acqua non condurrà la corrente elettrica necessaria a produrre l’argento in essa.
Di conseguenza, molti realizzano il prodotto con questo sistema, utilizzando comune sale da tavola come elettrolito, il che produce cloruro d’argento, che a sua volta non è idrosolubile e quindi si accumula nei tessuti. Se utilizzato in ingenti quantitativi, il cloruro d’argento determinerà l’alterazione del colore della pelle nota con il nome di argyria. Forse avrete visto, alla televisione o altrove, fotografie de “l’uomo blu”; costui produceva il suo argento in questo modo e lo ha bevuto come acqua per un periodo prolungato.
Un’altra comune forma è una “proteina d’argento”, una miscela di argento e gelatina, o un’altra proteina, spesso utilizzata dai ricercatori medici in quanto conveniente, laddove la produzione di “argento ionico” di elevata qualità non lo è affatto. Le proteine di argento si possono produrre agevolmente ed economicamente in elevate concentrazioni; spesso sono propagandate in quanto caratterizzate da molte parti per milione e quindi ritenute assai efficaci. L’elevata concentrazione riguarda in gran parte il contenuto di proteina piuttosto che quello di argento, quindi l’area superficiale coperta dall’argento è ridotta, limitando la sua efficacia.
Da 14 anni mia figlia e io vendiamo un generatore automatico di “argento ionico”, che funziona molto bene utilizzando solo acqua distillata. Ne abbiamo venduti 6.000 esemplari e nessun acquirente ha mai lamentato alterazioni del colore della pelle. Trascorriamo gran parte del tempo discorrendo al telefono con gli acquirenti e a quanto ne sappiamo non si è presentato alcun problema di natura medica – anche se la FDA (US Food and Drug Administration – Ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmacologico, ndt) ha continuato ad avvertire i nostri clienti che sarebbero diventati blu ! La differenza operativa fra queste varie sostanze, tutte denominate “argento colloidale”, è difficile da determinare – ma non così i risultati. Tutte producono alcuni risultati benefici, ma esiste una differenza, ancor più riguardo alla produzione di cellule staminali.
Attualmente dispongo di un brevetto su tale processo, e un altro in corso di concessione, che rende pratica la produzione da acqua pura e la computerizza sino a raggiungere una concentrazione ottimale.
Tutti i fluidi negli esseri umani, negli animali e nei vegetali sono in forma ionica.
Alfred B. Searle, fondatore della Searle Pharmaceuticals, agli inizi del ventesimo secolo ha condotto approfondite ricerche sull’argento. Nel suo libro dal titolo The Use of Colloids in Health and Disease (1919) egli afferma: “Si è realizzata l’applicazione di argento colloidale a esseri umani in un gran numero di casi, con esiti straordinariamente felici.” Una nozione assai interessante formulata da Searle è che l’argento in forma ionica risulta particolarmente efficace in quanto i batteri hanno una carica ionica negativa e quindi l’argento si attacca ad essi, come acciaio a un magnete, soffocandoli. Ancor più interessante, egli ha detto che lo “argento ionico” si attacca alle tossine, anch’esse dotate di carica ionica negativa, e tale fenomeno contribuisce all’eliminazione delle tossine stesse.
Prodotti quali argento “ionico” e “colloidale”, DMSO e il suo derivato MSM, tutti realizzati tramite moderne procedure scientifiche, nonché tutti gli efficacissimi prodotti utilizzati dai nostri antenati, vengono sempre più adottati da coloro che intendono curarsi con efficacia senza dover ricorrere a prodotti farmaceutici dai pericolosi effetti collaterali. Inoltre, la fobia dei batteri, rifilata al pubblico attraverso la scuola e i media, sta cominciando a perdere la propria influenza.
Per le foto vedere nel sito segnalato
By Marvin-Lee Robey, 2008 – tratto da NEXUS New Times n. 77
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Se vuoi conoscere il tuo stato di Benessere e migliorarlo con queste speciali apparecchiature modernissime, che neppure gli ospedali hanno, prenota via mail la consulenza QUI. Esso permette anche di analizzare qualsiasi prodotto esistente e la sua compatibilita’ o meno, con il soggetto analizzato….
vedi anche: Medicina Quantistica
Quindi se volete fare un Test di Bioelettronica (test di controllo del livello di Salute_benessere)….
– scrivete QUI: info@mednat.news