CIRCOLAZIONE, PRESSIONE SANGUIGNA – Microcircolazione
Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti. I citrati eliminano le calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto !
Apparato Cardiovascolare – Circolazione sanguigna: è la funzione dell’apparato cardiovascolare
– Universalmente conosciuta l’importanza della Circolazione e i gravi problemi che possono derivare dal difettoso funzionamento di questo sistema. Circa 96.000 Km di vasi irrigano le cellule del corpo umano trasportando ossigeno e elementi nutritivi principalmente, ma anche tossine da eliminare, ormoni, cellule di difesa ,………..
Tra le principali patologie circolatorie prenderemo in esame Arteriosclerosi e/Aterosclerosi che sono fra le più frequenti cause di morte oltre agli ictus e gli infarti, nei paesi industrializzati.
vedi: Depurazione arterie, vene e del sangue +
Il cuore NON è una pompa
Il precursore di tutte le malattie è la troppa emo-viscosità o viscosità del sangue.
La viscosità è la resistenza di un fluido al flusso e per quanto concerne il sangue, dipende dal contenuto e dalla qualità e tipologia delle sostanze entrocontenute e specialmente la forma e consistenza dei globuli rossi, dall’aggregazione e dalla deformabilità eritrocitaria, dalla viscosità del plasma (più o meno densa e, in maniera inversamente proporzionale, dalla velocità del flusso, ma essa dipende soprattutto ed in particolare dall’alimentazione.
IMPORTANTE:
La viscosità e la qualità del sangue si mantengono i modo salubre, SOLO con l’alimentazione CRUDISTA, assieme alla Emodieta.
Non lo sono di certo i batteri affamati di sporco, nostri angeli custodi, e non certo la morta e defunta proteina virale /esosomi/virus, non certo gli eicosanoidi e i viscidi Omega3, non certo la vitamina B12, non certo il ributtante Ferro-Eme; non certo il coenzima Q10, non certo le integrazioni mineral-vitaminiche di sintesi, non certo l’acido alfa-lipoico o tiotico, servono al ripristino ed al mantenimento della salute e della vitalità, ma soprattutto il tipo di alimentazione del soggetto.
Esiste solo un fattore-chiave che nessuno ama citare per questa ansia generalizzata verso l’efficienza psico-fisica, e questo fattore-fondamentale si chiama fluidità del sangue.
E’ come dire che il precursore di tutte le malattie umane o della salute, è uno solo, ed è l’appropriata viscosità del sangue che deve essere mantenuta ai valori normali e salubri, da una dieta Crudista..
Perché il sangue non si attacca nelle pereti interne delle arterie ?
Il sangue ha questa brutta abitudine di attaccarsi in giro. Ti ricordi quando si sanguinava ?, il sangue viene versato e si attacca su qualsiasi superficie dove capita: tuttavia, non si attacca alla parete delle arterie.
Questo miracolo permanente è dovuto alle cariche bioelettroniche opposte rispettivamente del liquido, il plasma, rispetto alle pareti arteriose e venose oltre che ad un sottile strato di cellule chiamate “epitelio”, che copre le pareti interne dentro le arterie/vene. Esse producono un anticoagulante che consente al sangue di scorrere come l’acqua su una papera, impedendogli di aderire alla parete.
Purtroppo, il fumo, i radicali liberi (molecole cannibali), omocisteina che è una sostanza infiammatoria), cattiva alimentazione, stile di vita sedentario, attaccano costantemente l’epitelio delle arterie. Quando l’epitelio è danneggiato, le piastrine si possono aggrappare alle pareti e formare un piccolo coagulo.
Il Cuore non è una pompa, il Sangue NON circola !
Leggendo la lezione V del Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco, divulgata da Ehret , a un certo punto ci si trova di fronte a una affermazione dell’autore, Arnold Ehret, che la maggior parte dei lettori non accetta immediatamente, mentre altri persino la rifiutano categoricamente:
IL CUORE NON E’ UNA POMPA !
Non è facile accettare tale asserzione per il semplice fatto che da sempre viene insegnato a tutti, già da bambini che il cuore è una pompa, che spinge il sangue nelle arterie, fino ai più piccoli capillari poi passa nel sistema venoso e così via e tutto riprende da capo.
E’ una credenza così consolidata nella nostra occidentale cultura ed istruzione scolastica da essere diventata una “certezza”, e prima di leggere i libri di Ehret non avevo mai nemmeno pensato, né nessuno mai mi aveva detto il contrario, e se qualcuno me lo avesse detto con convinzione lo avrei considerato un tipo un pò bizzarro.
Ehret lo dichiarava apertamente nelle sue conferenze a partire dal 1915 a Los Angeles e diversi suoi colleghi naturopati presero le distanze da lui, senza nemmeno tentare di valutare se le affermazioni di Ehret potessero essere vere. Alcuni scrissero anche dei libri includendo la maggior parte dei principi insegnati da Ehret ma si guardarono bene dal menzionarlo.
Negli anni ’20 Rudolf Steiner sosteneva la stessa cosa durante le sue conferenze, e negli anni ’30 vennero fatti degli studi per dimostrare che il cuore non è una pompa. Non ebbero seguito perché all’establishment medico ortodosso conveniva, e tuttora conviene, che si continuasse a considerare il cuore una pompa.
Per chi fosse interessato ho tradotto l’articolo seguente.
(Il seguente articolo è stato pubblicato sul numero 1, Autunno-Inverno 1995 [Volume 5, # 1] di “Frontier Perspectives“, la rivista del Centro per le Scienze di Frontiera presso la Temple University di Philadelphia, Pa.) – Traduzione di Luciano Gianazza
Il cuore non e’ una pompa:
Una confutazione della presupposizione della funzione cardiaca di propulsione per pressione
Ralph Marinelli (1) ; Branko Fuerst (2) Hoyte van der Zee (3) ; Andrew McGinn (4) ; William Marinelli (5)
(1) Rudolf Steiner Research Center, Royal Oak, MI
(2) Dept. of Anesthesiology, Albany Medical College, Albany, NY
(3) Dept. of Anesthesiology and Physiology, Albany Medical College, NY
(4) Cardiovascular Consultants Ltd., Minneapolis, MN. Department of Medicine, University of Minnesota, MN
(5) Hennipen County Medical Center and Dept. of Medicine, University of Minnesota, MN
Sinossi
Nel 1932, Bremer di Harvard filmò nei primi stadi di un embrione il sangue che circolava per autopropulsione in flussi a spirale, prima che il cuore iniziasse a funzionare. Sorprendentemente, fu così impressionato dalla caratteristica a spirale del modello del flusso del sangue che non si rese conto che il fenomeno davanti ai suoi occhi aveva demolito il principio della propulsione per pressione.
In precedenza, nel 1920, Steiner, del Goetheanum in Svizzera, aveva fatto notare in conferenze rivolgendosi a dei medici, che il cuore non è una pompa che costringe del sangue inerte a muoversi con la pressione, ma che il sangue ha una sua propria dinamica biologica, come si può vedere nell’embrione, e si dà un’ulteriore spinta con le forze “indotte” dal cuore. Inoltre affermava che la pressione non provoca la circolazione del sangue, ma è causata interrompendo la circolazione. La conferma sperimentale dei concetti di Steiner inerenti all’embrione e agli adulti viene presentata qui di seguito.
Introduzione
Il fatto che il cuore di per sé non è in grado di sostenere la circolazione del sangue era noto ai medici dell’antichità. Ricercarono possibili forze ausiliarie della circolazione del sangue nei vari tipi di “eterizzazione” e “pneumatizzazione” o “ensoulement” del sangue durante il suo passaggio attraverso il cuore ed i polmoni. Agli albori della scienza moderna e nel corso degli ultimi trecento anni, tali concetti divennero insostenibili. Il concetto meccanicistico del cuore come pompa idraulica prevalse e si stabilì saldamente intorno alla metà del XIX secolo.
Il cuore, un organo del peso di circa trecento grammi, si suppone che “pompi” circa otto mila litri di sangue al giorno a riposo e molto di più durante l’attività, senza fatica. In termini di lavoro meccanico, questo rappresenta il sollevamento di circa 45 chilogrammi all’altezza di un chilometro e mezzo! In termini di flusso capillare, il cuore eseguirebbe il compito ancora più prodigioso di “spingere” il sangue con una viscosità cinque volte superiore a quella dell’acqua in milioni di capillari con diametro spesso inferiore a quello dei globuli rossi stessi! Chiaramente, tali pretese vanno oltre la ragione e l’immaginazione. A causa della complessità delle variabili in gioco, non è stato possibile calcolare la vera resistenza periferica, neanche di un singolo organo, per non parlare di tutta la circolazione periferica. Inoltre, il concetto di una fonte centralizzata di pressione (il cuore) che genera alla sua sorgente una pressione al di là dei normali limiti, in modo tale che sufficiente pressione rimanga nei capillari più remoti, non è dei migliori.
La nostra comprensione e la terapia delle aree chiave di fisiopatologia cardiovascolare, come lo shock settico, l’ipertensione e l’ischemia miocardica sono ben lungi dall’essere complete. L’impatto della spesa di miliardi di dollari per la ricerca cardiovascolare utilizzando un presupposto erroneo è enorme. Riguardo a questo, gli sforzi per costruire un cuore artificiale soddisfacente non hanno ancora portato i loro frutti. Entro i confini del pensiero della biologia e della medicina contemporanee, la forza propulsiva del sangue rimane un mistero. Se il cuore in realtà non fornisce al sangue tutta la forza motrice necessaria, dove è la fonte della forza ausiliaria e qual è la sua natura? La risposta a questa domanda apporterà un nuovo livello di comprensione dei fenomeni della vita nelle scienze biologiche e fornirà ai medici la capacità di riscoprire l’essere umano che, troppo spesso, molti sentono di aver perso.
Panoramica
Impliciti nel concetto di propulsione per pressione nel sistema cardiovascolare sono i seguenti quattro concetti principali:
Il sangue è naturalmente inerte e deve quindi essere spinto per circolare.
C’è una combinazione casuale delle particelle composte nel sangue.
I globuli rossi sono sotto pressione in ogni momento.
Il sangue è amorfo e viene costretto a riempire i suoi vasi e quindi ne assume la forma.
Tuttavia, ci sono osservazioni che sfidano queste nozioni. Si è visto che il sangue ha una sua propria forma, il vortice, che determina la forma piuttosto che adattarla alla sezione vascolare e circola nell’embrione con la sua intrinseca dinamica biologica prima che il cuore cominci a funzionare. Proprio come in natura un vortice inerte pulsa in senso radiale e longitudinale, timidamente assumiamo che il sangue è anche libero di pulsare e non è soggetto alla pressione che limita il suo pulsare implicita nel concetto di propulsione della pressione. Il sangue non è azionato da una pressione, ma da un proprio moto biologico rafforzato dal cuore.
Quando il cuore comincia a funzionare, rafforza il moto del sangue con impulsi a spirale. Le arterie hanno una funzione sussidiaria che mimica quella del cuore fornendo ulteriori impulsi a spirale al sangue circolante. In tal modo le arterie si dilatano nel ricevere il sangue in entrata e si contraggono per fornire un impulso per aumentare la quantità di moto del sangue.
Storia
La storia della presupposizione della propulsione per pressione risale a Galileo e a Leonardo da Vinci. Il concetto del cuore che funziona come una pompa di pressione che pompa il sangue, ritenuto essere amorfo e inanimato, nei suoi vasi sanguigni e che ne assume la forma fu suggerito da Borelli (1), uno studente e amico di Galileo, che osservando il cuore a spirale paragonò la sua funzione al fuoriuscire dell’acqua strizzando un panno umido. Borelli non ha confermato la sua congettura con esperimenti, ma è stata sostenuta da disegni ingannevoli del ventricolo sinistro trovati in seguito in un’opera di Leonardo. Nei quaderni di Leonardo la parete del ventricolo sinistro viene mostrata di spessore uniforme come uno si aspetta di trovare in una camera di pressione.
Tuttavia, al contrario, lo spessore della parete del ventricolo sinistro varia del 1.800% circa, come abbiamo visto in dissezioni di cuori bovini. Lo spessore va da 0,23 centimetri all’apice a 4,3 centimetri nella zona equatoriale. La parete all’apice è così morbida e debole che può essere trafitta con il dito indice. La peculiare variabilità dello spessore della parete ventricolare non è in linea con l’idea del cuore come generatore di pressione. Tuttavia, si potrebbe concepire che una simile conformazione della parete ventricolare massimizzi l’inerzia del moto senza alcuna pressione statica all’apice del ventricolo. L’apice sottile, flessibile, a forma di cono e la sospensione dall’aorta suggeriscono la presenza di una funzione di torsione in particolare se si tiene conto dell’orientamento a spirale degli strati del muscolo miocardico.
Il movimento rotatorio del cuore, delle arterie, e del sangue è stato misurato o rilevato da vari ricercatori (2), (18), (19).
Con lievi variazioni, il disegno erroneo nei Quaderni di Leonardo è stato utilizzato nella maggior parte dei testi di biologia, fisiologia e medicina nel corso delle ultime poche centinaia di anni, così come nella maggior parte dei testi di anatomia moderna negli ultimi decenni. Così, schizzi falsi sono serviti a testimoniare falsi presupposti.
William Harvey (1578-1657) frequentò l’Università di Padova, mentre Galileo era nella Facoltà della stessa. Sembra che stesse per decidere in favore del moto propulsivo secondo i suoi stessi esperimenti incentrati sul flusso del sangue e la propulsione per pressione, probabilmente sotto l’influenza di Borelli, che era focalizzato sul movimento del cuore. A quel tempo suggeriva un concetto del moto propulsivo: “L’atrio del cuore spinge il sangue nel ventricolo” e “il ventricolo proietta il sangue in movimento nell’aorta. ”
“Il sangue viene proiettato da ogni pulsazione del cuore.” Altre volte ha usato espressioni che implicano un concetto di propulsione per pressione. “Il cuore spreme fuori il sangue.” “Il sangue viene spinto nell’aorta per contrazione del ventricolo.” In alcuni casi parla della pressione del sangue. Tuttavia, di volta in volta ha anche usato termini neutri, “il sangue viene trasferito, trasfuso, trasmesso e inviato” Successivamente dei ricercatori che hanno contribuito a stabilire con fermezza il concetto di propulsione per pressione sono i seguenti: Stephen Hales (1677-1761) che inserì un tubo di vetro nell’arteria di un cavallo e assunse che la colonna di sangue è stata bilanciata da pressione statica. Jean-Léonard-Marie Poiseuille (1799-1869) scoprì che la dilatazione delle arterie era in fase con l’espulsione effettuata dal ventricolo sinistro. Pertanto ipotizzò che la dilatazione fosse la risposta passiva alla pressione del sangue. Tra le altre cose sostituì un manometro a mercurio al manometro a sangue di Hales. Carl Ludwig (1816-1895) ha inventato il manometro grafico aggiungendo un galleggiante con penna e carta mobile al manometro al mercurio di Poiseuille, e inaugurò l’era della registrazione continua della pressione. Infine, Scipione Riva-Rocci (1896-1903) ha perfezionato lo sfigmomanometro nel 1903 e ha portato l’esame della pressione arteriosa nella pratica clinica.
Il problema e la proposta per la sua soluzione
La situazione problematica nella fisiologia cardiovascolare è stata espressa da Berne e Levy (3) che ha scritto: “Il problema di esporre il flusso pulsante attraverso il sistema cardiovascolare in precisi termini matematici è praticamente insuperabile.”
Un aspetto fondamentale di questo problema riguarda il fatto che la maggior parte della nostra conoscenza della dinamica cardiaca è stata dedotta da dati sulla pressione. Infatti la nostra conoscenza del sistema ha due fonti indipendenti: fatti determinati sperimentalmente e concetti logicamente dedotti dalla presunta propulsione per pressione. La situazione è talmente confusa che alcuni scienziati della vita prendono in considerazione la teoria del caos e la matematica per cercare di trovare coerenza nel sistema. Sarà mostrato che il caos deriva da un mix di fatti e congetture, e non dalla natura del fenomeno stesso.
Il nostro scopo è di dimostrare che la congettura di Borelli è errata e di proporre il concetto che il sangue viene spinto da una forma unica di moto. In primo luogo, l’arco dell’aorta non risponderebbe come previsto, se il sangue in esso fosse sotto pressione.
L’aorta è un tubo ricurvo e tale è la forma di base dell’elemento sensibile alla pressione del manometro di Bourdon (*), ampiamente utilizzato. Quando il tubo ricurvo del manometro di Bourdon è soggetto a pressione positiva, è costretto a raddrizzarsi, come si può vedere con una canna dell’acqua da giardino. Quando è invece soggetto a una pressione negativa, la curvatura del tubo aumenta. Durante l’eiezione sistolica (periodo in cui il sangue viene espulso dal ventricolo), la curvatura dell’aorta si vede che aumenta, significando che l’aorta non è sottoposta a una pressione positiva, ma a una pressione negativa (4). Abbiamo dimostrato che questa pressione negativa è quella associata con il centro vuoto del movimento dei vortici di sangue. Quindi il movimento della aorta, se considerato come sensore di una pressione della stessa natura, contraddice l’assunto della propulsione per pressione. Naturalmente, le correnti a spirale del vortice hanno una pressione potenziale, così qualsiasi tentativo di misurare la pressione si tradurrà in una lettura positiva della pressione a causa del moto proprio interrotto.
Il movimento senza pressione applicata è movimento di moto proprio, come si osserva in modo così drammatico nei lunghi salti dei gatti che corrono. Questo moto proprio si manifesta anche in natura nel fluire dell’acqua nei fiumi, nell’avanzare dei tornado, e nei jet stream che sono in realtà spirali orizzontali di aria e di umidità che possono essere lunghe migliaia di miglia di lunghezza che si muovono come fiumi vorticanti nell’alta atmosfera. Una palla lanciata nella sua traiettoria, anch’essa si muove senza pressione.
E la pressione sanguigna che viene misurata? Il concetto in esame è qui il ben noto il rapporto forza/area:
– pressione = forza/area (forza per unità di superficie)
La pressione è un rapporto aritmetico derivato dalla forza media del sangue in movimento, e, come tale, indica il fenomeno del sangue che si muove in modo indiretto. In un sistema di moto proprio la pressione è potenziale mentre l’oggetto è in movimento e si manifesta quando la velocità è ostacolata:
– moto (massa x velocità) = impulso (forza x tempo)
Il sangue si muove con velocità diverse nei suoi flussi vorticosi. Al momento dell’impatto di un oggetto che si muove di moto proprio, la velocità diminuisce mentre appare la pressione di una certa grandezza.
Rudolf Steiner, scienziato e filosofo, ha sottolineato in diverse occasioni che il sangue si muove autonomamente (5), e che la pressione non è la causa del flusso di sangue, ma il risultato di esso (6). I medici del passato usavano metodi elaborati per descrivere la natura del polso arterioso e del battito del cuore o del battito dell’apice, che è l’impulso del cuore contro la parete toracica.
Molti termini descrittivi, come fibrillazione da shock ipovolemico, collasso o polso a martello d’acqua per insufficienza aortica e “ansante” impulso apicale di ipertrofia ventricolare sinistra, trasmettono la comprensione intuitiva del vero e proprio meccanismo di azione del cuore.
Un tentativo di caratterizzare la funzione ventricolare sinistra mediante gli indici, come la velocità massima di contrazione (V max) e la variazione massima di pressione ventricolare sinistra nel tempo (dP/dt max) lascia intendere la sentita inadeguatezza del semplice concetto di propulsione per pressione.
Flusso e Pressione – Considerazioni
Quando una massa fluida è soggetta a una forza sotto forma di pressione, dapprima resisterà al movimento a causa della sua inerzia e viscosità. In un sistema azionato dalla pressione, la pressione si alza più velocemente di quanto il fluido si muova; la pressione raggiungerà il picco prima che la velocità del fluido raggiunga il suo picco. Tuttavia, quando si misurano contemporaneamente la pressione e il flusso nell’aorta, il picco del flusso precede nettamente il picco della pressione. Questo fenomeno è stato osservato già nel 1860 da Chauveau e Lortet e, come riportato da McDonald (7), in contraddizione con la legge dell’inerzia nel concetto di propulsione per pressione. Mentre questo rapporto di fase in realtà conferma il principio di propulsione di moto proprio, tuttavia esso rimase una fonte di congetture per un considerevole periodo di tempo negli anni ’50 fino a quando non è stato “salvato” con l’aiuto di elaborati modelli matematici per i flussi oscillanti.
Un’osservazione in favore del concetto del sangue con il suo proprio moto è stato riferito da Noble (8) nel 1968. Con misurazioni della pressione simultanea nel ventricolo sinistro e nella radice dell’aorta di un cane, ha dimostrato che la pressione nel ventricolo sinistro supera la pressione aortica solo durante la prima metà della sistole e che la pressione aortica è in realtà più elevata durante la seconda metà. Trovò paradossale che il sangue espulso dal ventricolo continui nell’aorta, nonostante l’aumento della pressione positiva. L’erroneo concetto di pressione ventricolare sinistra che superi la pressione aortica durante tutta la sistole proposto da Wiggers nel 1928 ancora è presente in molti testi moderni di fisiologia. Noble ha proposto che questo tipo di modello di pressione potrebbe essere il risultato del flusso di moto proprio, ma questa idea è stata adombrata dal carrozzone della propulsione per pressione.
Il concetto di propulsione per pressione ha arruolato fisiologi e scienziati provenienti da diversi campi in una crociata che ha portato a numerose ipotesi e teorie sulla meccanica del sistema cardiovascolare. Il detto che “I Dinamisti del fluido nel XIX secolo erano suddivisi in ingegneri idraulici che osservavano cose che non potevano essere spiegate e matematici che spiegavano cose che non potevano essere osservate” è ancora valido al giorno d’oggi..
Osservazioni Embriologiche
Steiner (6) mostrò che l’embriologia fornisce gli indizi per risolvere il problema della circolazione. In relazione a questo, Bremer (9) effettuò una notevole serie di osservazioni sulla circolazione del sangue in un embrione di pulcino nei primissimi stadi di sviluppo prima della formazione delle valvole cardiache. Descrisse i due flussi di sangue con movimento in avanti a spirale di diversa velocità nello stadio in cui il cuore è un singolo condotto. Tuttavia, si è notato che il sangue ha una precisa direzione di flusso all’interno del condotto e si muove apparentemente senza un meccanismo di propulsione. Questi flussi si muovono a spirale lungo il proprio asse longitudinale e uno intorno all’altro. I flussi sembrano essere a considerevole distanza, non riempiono i loro vasi sanguigni, e sembrano essere in segmenti discontinui.
In un film fatto da Bremer sul battito del cuore embrionale, si osserva che il sangue a spirale è ulteriormente rafforzato dal cuore pulsante senza creare turbolenza nel sangue. Questo suggerisce che il trasferimento di moto che si verifica tra il cuore e il sangue riguarda una fase, il sincronismo, il cuore deve in qualche modo sentire il movimento del sangue e rispondere ad esso, a sua volta con impulsi a spirale alla stessa velocità del sangue, sincronizzando il moto del sangue e il moto del cuore.
Si presume che gli strati del muscolo cardiaco abbiano lo stesso modello di distribuzione di velocità, come i flussi concentrici di un vortice libero per consentire al cuore e al movimento del sangue di accordarsi a differenti velocità. È significativo osservare che il movimento del cuore avviene con il minimo movimento interno della parete cardiaca. Che il fluire del sangue può essere osservato prima che il cuore entri in funzione è supportato da osservazioni sul fatto che la circolazione in un precoce embrione di pulcino si è mantenuta fino a circa 10 minuti dopo che il cuore era stato asportato (10) . Inoltre, la mobilità intrinseca del sangue è stata evidenziata da Pomerance e Davies (11) , che trovarono un embrione che visse a lungo senza cuore, ma nacque morto e gravemente sfigurato. Così la visione composita del sistema cardiovascolare embrionale ci dice che il sangue non viene spinto dalla pressione, ma si muove con una sua propria dinamica biologica e con il suo intrinseco modello di flusso.
Alternanze di Vortici di Liquidi e di Gas nel Sangue
L’esistenza di spazio apparentemente vuoto tra e all’interno del flusso a spirale di un liquido può essere spiegata come spazio riempito di gas o vapore. Tuttavia, questa ipotesi appare assurda se si considera che anche piccole bolle nella circolazione arteriosa possono provocare una embolia significativa. Ogni segmento di 100 cm di sangue arterioso contiene 0,3 ml di ossigeno libero fisicamente disciolto, 2,6 ml di anidride carbonica e 1 ml di azoto.
L’importanza della piccola quantità di ossigeno disciolto è riconosciuta solo in casi estremi di anemia quando diventa una notevole fonte alternativa di ossigenazione dei tessuti. Quando viene visto nei termini di una distribuzione altamente differenziata di componenti solidi, liquidi e vaporosi e/o gassosi del vortice composito, questa quantità di gas libero assume fondamentale importanza.
Il fatto che il gas sia elusivo nello sfuggente sangue liquido è molto allineato con la constatazione che il sangue, come vortici caratteristici di liquidi e gas, si muove di moto proprio senza alcuna pressione. Il vortice nei tornado è una configurazione molto stabile e coesa, con un centro vuoto, fortemente tenuta insieme da un sistema di forze centripete. Non ha le proprietà fisiche del gas amorfo sotto pressione che tende ad espandersi.
Per chiarire ulteriormente le nostre osservazioni, abbiamo escogitato un modello di ventricolo con un contenitore sigillato, a forma di cono rovesciato, un fiasco di vetro trasparente da mezzo litro pieno d’acqua.
L’attrezzaggio consistette nell’installare due tubi all’interno del fiasco collegati a dei trasduttori per registrare il vuoto al centro del vortice e l’impulso di potenziale pressione nel moto dell’acqua vorticosa. Il segnale di pressione in funzione del tempo fu visualizzato sullo schermo dell’oscilloscopio e anche memorizzato sul computer per ulteriori analisi. Il “ventricolo” fu messo in funzione tenendolo in mano e dandogli un movimento oscillatorio e contemporaneamente circolare per creare un vortice. Per aumentare la visibilità, abbiamo riempito il contenitore con acqua colorata di blu di metilene.
Anche operazioni delle più energiche risultarono in quasi nessun movimento dell’acqua. Con alcuni esperimenti abbiamo determinato che, a meno che nel modello di ventricolo non ci fosse circa 1/3 del suo volume di aria, non era possibile formare un vortice.
Questo ci ha portato alla conclusione che il gas altamente organizzato e a bassa densità nel plasma è una componente necessaria del vortice del sangue. Questo fa sorgere anche la questione di come elementi gassosi e fluidi possano rivelare le proprietà di locomozione della vita.
L’idea del vortice composito di globuli rossi-plasma-gas è in accordo con i “gap” nel flusso dei vasi embrionali. Per valutare quanto fosse valido il nostro modello di ventricolo, abbiamo misurato la pressione del suo impulso potenziale (pressione arteriosa come viene in genere misurata) nell’acqua vorticosa e nel vuoto al suo centro e rilevammo che erano rispettivamente +130 e -180 mm Hg.
Inoltre, abbiamo costruito un “ventricolo” di vetro con attaccata una “aorta” e dimostrammo che fino al 50% del volume del liquido potrebbe essere espulso sottoponendolo a un impulso oscillante e rotatorio, senza il movimento verso l’interno della parete “ventricolare”.
Una Funzione Ben Nota del Vortice
E ‘noto che il modello del flusso sanguigno attraverso il cuore contribuisce in modo significativo alla dinamica delle valvole cardiache, come è stato dimostrato da numerosi studi che utilizzano cineradiografia di contrasto e, più recentemente, l’ecografia Doppler a colori. Taylor e Wade (12) hanno confermato modelli di flussi di stabili vortici dietro le cuspidi delle valvole, mitrale e tricuspide, visualizzando il minutamente preciso contrasto del flusso immesso. Inoltre, la formazione di vortici nel seno aortico non solo è stata dimostrata nel modello del cuore, ma anche visualizzata con la mappatura della velocità per mezzo della risonanza tridirezionale. (13)
Senza la formazione di un vortice nel seno aortico, possiamo concepire che, con il sangue che spinge con impeto dal tratto di efflusso del ventricolo sinistro alla velocità da uno a due metri al secondo, le arterie coronarie sarebbero malamente irrorate, come avviene nei casi di grave stenosi aortica (restringimento), dove il flusso di sangue ad alta velocità non consente la formazione dei vortici normali sovravalvolari.
Evidenze di Moto Proprio nell’Adulto
Non solo il flusso di sangue è ben mantenuto nell’embrione prima della formazione delle valvole, non ci sono segnalazioni di adulti in cui entrambe le valvole tricuspide e polmonare infette siano state rimosse chirurgicamente e non sostituite da protesi valvolari, senza problemi significativi (14). Werner (15) tramite due ecocardiografie bidimensionali ha osservato che le valvole mitrale e aortica erano aperte durante la compressione toracica esterna e che le cavità cardiache erano passive e non cambiavano di dimensione.
Il Vortice Perpetuo nel Ventricolo
La tecnica ampiamente utilizzata della misurazione della gittata cardiaca con il metodo della termodiluizione è piena di deviazioni significative delle singole misurazioni. Questa tecnica si basa sul principio del sangue caldo che viene miscelato con il bolo di soluzione salina fredda nel ventricolo e individuando l’aumento della temperatura della miscela nell’arteria polmonare. Il valore finale viene ottenuto facendo la media dei risultati delle diverse misurazioni.
Misurando la conducibilità elettrica in varie località del ventricolo sinistro di un cane, Irisawa16 non fu in grado di mostrare una miscelazione uniforme della soluzione salina. Le rilevazioni sulla conducibilità hanno mostrato i flussi vorticosi di sangue di diverse concentrazioni saline dentro i ventricoli durante la sistole e la diastole (la fase di dilatazione o di espansione del muscolo cardiaco, che permette alle cavità del cuore di riempirsi di sangue), confermando ulteriormente il concetto dei modelli vorticosi altamente organizzati all’interno delle camere del cuore.
Brecher (17) ha condotto un esperimento su un cane che ha evidenziato una regione della continua pressione negativa nel ventricolo osservando il flusso continuo di soluzione di Ringer da un vaso al di fuori del cuore attraverso una cannula posizionata nel ventricolo sinistro attraverso l’atrio del cuore. Questo conferma ulteriormente il nostro concetto della persistenza del vortice nel ventricolo con il suo centro di pressione negativa e il potenziale dell’impulso positivo di pressione nella sua vorticosa periferia per tutto il ciclo cardiaco. Così il cuore come organo minimo funzionale consiste non solo del suo tessuto, ma anche del vortice continuo di sangue, che provvede al vuoto perpetuo nel suo centro che probabilmente aiuta a richiamare indietro nel cuore il sangue dai capillari e dalle vene. La persistenza del vortice spiega agli ingegneri l’anomalia di una presunta pompa che conserva il 40% della sua carica ad ogni espulsione; una pompa dovrebbe espellere quasi il 100% del suo carico. Il concetto di pompa è assurdo, ciò che è presentato qui è geniale. Pettigrew (2) ha trovato tre colonne di spirale di sangue nel ventricolo sinistro.
Corpuscoli del Sangue Orbitanti
In contrasto con il profilo della velocità parabolica assunta da sospensioni di particelle di piccole dimensioni sotto pressione in tubi rigidi di piccolo diametro, in un modello di flusso in vivo gli elementi cellulari del sangue si dispongono in modo tale che i più pesanti globuli rossi orbitano più vicini al centro con le più leggere piastrine in orbite più distanti circondate da un rivestimento di plasma alle pareti dei vasi sanguigni. Tale disposizione ordinata di configurazione di particelle del sangue vista in una sezione delle arterie nega un meccanismo di propulsione omnidirezionale per pressione e conferma la premessa vortice/moto.
Si può dimostrare questo fenomeno di differenziazione in termini di massa nel vortice facendo girare liberamente in acqua delle sfere scelte per comodità di stesse dimensioni (3 mm di diametro) e di colore diverso per peso diverso. Si vedrà che le sfere più pesanti orbiteranno più vicino al centro di rotazione. La velocità orbitale del vortice aumenta nella misura in cui le orbite si avvicinano al centro di rotazione. Al contrario, durante il tempo che una coppia di forza viene applicata per ruotare nel recipiente, creando un vortice forzato, tutte le sfere sono costrette a dirigersi verso la periferia, dove le velocità sono più elevate, come in una centrifuga.
Ad ulteriore conferma dell’esistenza in vivo del modello di velocità di un vortice indipendente, abbiamo sondato il flusso di sangue nella carotide posizionandovi un trasduttore Doppler a 900 Hz per rivelare il movimento vorticoso del sangue e elaborato gli echi Doppler attraverso un filtro passa banda variabile cercando modelli di frequenza (velocità) di distribuzione.
Abbiamo rilevato echi da raggruppamenti di particelle a frequenze trasdotte da 400 a 650 Hz, da 650 a 900 Hz e inferiori a 200 Hz. Questi tre gruppi indicano tre diverse velocità e regioni orbitali. Osservazioni preliminari indicano una distribuzione altamente ordinata di componenti cellulari e di plasma del sangue.
Inoltre, quando si muovono attraverso le arterie più grandi, i globuli rossi sono in forma toroidale, con la loro massa alla periferia per massimizzare il momento di inerzia, e si presume che ruotino attorno al proprio asse individuale a causa del fenomeno del vorticismo (la creazione di micro-vortici tra gli strati vorticosi nel vortice principale che si muovono a velocità differenti). Così ci si può aspettare di scoprire che i miliardi di globuli rossi in realtà viaggiano nel proprio spazio unico come una prova ulteriore dell’ordine estremo del movimento del sangue.
Il tema ricorrente della Spirale
Il tema della spirale è evidente anche nella forma e nella funzione del cuore e dei vasi sanguigni. La muscolatura del cuore e delle arterie giù fino ai capillari è orientata a spirale, e sia il cuore che le arterie hanno movimento a spirale per aumentare la quantità di moto del sangue (2), (18), (19). La letteratura su considerazioni anatomiche e fisiologiche del moto a torsione del cuore e dei vasi è completa ed è stata recentemente rivista (2). Il fatto che l’orientamento delle cellule endoteliali arteriose segue da vicino i modelli di flusso del sangue è ben consolidata (18), (19).
In un gruppo di pazienti sottoposti a chirurgia ricostruttiva vascolare delle estremità inferiori, Stonebridge e Brophy hanno osservato, con un esame angioscopico diretto, che la superficie interna delle arterie era organizzata in una serie di pieghe a spirale.
Hanno osservato che le pieghe si verificano a causa del flusso sanguigno a spirale, che può essere più efficiente, richiedendo meno energia per guidare il sangue attraverso l’affusolato e ramificato sistema arterioso (19). Hanno inoltre osservato il sangue vorticante con le fibre ottiche nella regione delle pieghe endoluminali. Riguardo a questo, gli appassionati sanno che le canne di fucile rigate, costringendo la pallottola a ruotare, rendono più stabile la sua traiettoria, e quindi più precisa nel raggiungere il suo bersaglio.
Nei vasi il sangue “riga” i suoi condotti proprio allo scopo di rafforzare il suo impulso di torsione. Tuttavia, queste pieghe a spirale non si trovano nelle arterie asportate, sono dinamiche del tessuto vivente.
Conclusioni Fisiologiche
Il movimento autonomo a vortice discusso nel presente documento è inerente al movimento del sangue. Non è un disturbo accidentale locale spesso spiegato come turbolenza o correnti parassite, né un fenomeno localizzato, con un unico scopo funzionale come nella dinamica delle valvole cardiache. Da una visione più ampia si può prevedere che il sangue dovrebbe muoversi così, considerando che i fluidi in natura tendono a muoversi in modo curvilineo, che è il loro percorso con il minimo impiego di energia. L’espressione estrema di questa tendenza nella natura, in termini di ordine, stabilità e minor consumo di energia sono i tornado e le scie dei “jet”.
Potenziali Conseguenze Cliniche
Queste considerazioni dovrebbero favorire una comprensione più rapida del sistema cardiovascolare attraverso un riesame della grande quantità di preziosi dati sperimentali raccolti in tutto il mondo. Dal momento che abbiamo osservato che il sangue ha una forma altamente dinamica e ordinata, e un moto e un orientamento ordinato dei corpuscoli del sangue, dovremmo essere in grado di sviluppare dispositivi e tecniche per rilevare piccole deviazioni da norme di gruppo e singole, e quindi costituire una base per una diagnosi molto precoce delle malattie cardiovascolari, che resta la prima causa di morte negli Stati Uniti. Nuove e più efficaci terapie per le malattie cardiovascolari, si spera, potrebbero anche evolvere da questa nuova prospettiva sulla fisiologia cardiovascolare.
Nota finale
*Il manometro a tubo di Bourdon prende il nome dal suo inventore, Bourdon. Il suo elemento sensibile alla pressione è costituito da un tubo piegato circolarmente che è appiattito per aumentare la sua sensibilità alla pressione. Quando il tubo è sottoposto ad una pressione interna positiva tende a raddrizzarsi; quando è sottoposto ad una pressione interna negativa la curvatura aumenta.
La deformazione del tubo è proporzionale alla pressione e viene trasmessa tramite collegamenti e ingranaggi a meccanismi che dirigono una lancetta su una scala graduata per indicare la pressione.
Ringraziamenti
Ringraziamo Larry W. Stephenson, MD, Chief of Cardiothoracic Surgery, Wayne State University School of Medicine e Beverly Rubik, Ph.D., per i loro commenti su questo lavoro.
Riferimenti Bibliografici
(1) Borelli, De Motu Animalium. Rome, 1681.
(2) Marinelli, R., Penney, D.G., et al. 1991. Rotary motion in the heart and blood vessels: a review. Journal of Applied Cardiology 6: 421-431.
(3) Berne, R., Levy, M., 1986. Cardiovascular Physiology. St. Louis, MO: C.V. Mossy Co., p. 105.
(4) Rushmer, R.F., D.K. Crystal. 1951. Changes in configuration of the ventricular chambers during cardiac cycle. Circulation 4: 211-218.
(5) Steiner, R., 1990. Psychoanalysis and Spiritual Psychology. Hudson, NY: Anthroposophic Press, p. 126.
(6) Steiner, R., 1920. Spiritual Science and Medicine. London, England: Rudolf Steiner Press, 24-25.
(7) McDonald, D.,1952. The velocity of blood flow in the rabbit aorta studied with high speed cinematography. Journal of Physiology 118: 328-329.
(8) Noble, M.I., 1968. The contribution of blood momentum to left ventricular ejection in dog. Circulation Res. 26: 663-670.
(9) Bremer, J. 1932. Presence and influence of spiral streams in the heart of the chick embryo. American Journal of Anatomy, 49: 409-440.
(10) Manteuffel-Szoege, L., 1969. Remarks on blood flow. J. of Cardiovasc. Surg. 10: 22-30.
(11) Pomerance, A., Davies, M. 1975. Pathology of the Heart London, England: Blackwell Scientific Publications, pp. 538-39.
(12) Taylor, D.E.M., J.D. Wade. 1973. Pattern of blood flow in the heart. Cardiovascular Research 7:14-21.
(13) Kilner P.J., Z. Y. Guang, et al. 1993. Helical and retrograde secondary flow patterns in the aortic arch studied by three-directional magnetic velocity mapping. Circulation 88: 2235-2247.
(14) Arbulu, A., I. Asfaw. 1981. Tricuspid valvulectomy without prosthetic replacement. J. Thorac Cardiovasc Surg 82: 684-691.
(15) Werner, J.A., H.L. Greene, et al. 1981. Visualization of cardiac valve motion in man during external chest compression using two dimensional echocardiography. Circulation 63: 1417-1421.
(16) Irisawa, H., M. F., Wilson, R.F. Rushmer. 1960. Left ventricle as mixing chamber. Circulation Research 8:183-87.
(17) Brecher,G.A. 1956. Experimental evidence of ventricular diastolic suction. Circulation Research 4:513-18.
(18) Lowell, L.B., L.S. Adamson. 1980. Relationship between blood flow direction and endothelial cell orientation at arterial branch sites in rabbits and mice. Circ. Res. 48: 481-488.
(19) Stonebridge, P.A., C. M. Brophy. 1991. Spiral flow in arteries? The Lancet 338:1360-61.
Tratto dal sito Arnold Ehret Italia Link: arnoldehret.it/il-cuore-non-e-una-pompa
Il Sangue non circola
Moto Browniano:
https://www.youtube.com/watch?v=cDcprgWiQEY
Impulsi Ritmici:
https://www.youtube.com/watch?v=hIWova0DG48
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Un gruppo di studio del Rowett Research Institute in Scozia ha trovato che la sostanza gialla intorno ai semini dei pomodori ha il potere di ridurre del 72% l’aggregazione piastrinica.
Che significa ? Riduzione del rischio di coaguli e prevenzione delle malattie cardiovascolari !
Il consiglio è di mangiare quindi 3 o 4 pomodori al giorno cotti o crudi senza scartare il loro prezioso contenuto.
Errore: non si devono mangiare i pomodori (specie cotti e con la pelle) tutti i giorni perché essi acidificano le digestioni e quindi procurano alterazione del pH intestinale e nel tempo proliferazione dei funghi per l’alterazione della flora che interviene ogni qual volta si altera il pH e non succede solo questo….
Utilizzare invece solo i semi (se possibile quelli selvatici ed in poca quantità giornaliera) provenienti da coltivazioni biologiche !
La prova:
Dalla bistecca all’ischemia, la colpa è della flora intestinale – 06/11/2014
Scoperto un nuovo meccanismo biochimico attraverso cui la carne rossa espone al rischio di malattie cardiovascolari: l’insorgenza dell’aterosclerosi – la progressiva ostruzione delle arterie che predispone all’ischemia – è promossa da un composto chimico chiamato gamma-butirrobetaina, prodotto dalla flora intestinale a partire da una proteina che abbonda in quell’alimento.
Lo studio, secondo il quale la gamma-butirrobetaina è ancor più pericolosa per la salute cardiovascolare di un’altra sostanza identificata in precedenza, apre la strada all’individuazione di nuovi bersagli terapeutici(red)
L’abbondante consumo di carne rossa può minacciare la salute: studi epidemiologici hanno mostrato in particolare che espone al rischio di malattie cardiovascolari.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Cell Metabolism” a firma di Stanley Hazen, della Cleveland Clinic, di Cleveland, in Ohio, e colleghi chiarisce ora il meccanismo fisiologico alla base di questa correlazione, che coinvolge la L-carnitina, una proteina abbondante nella carne rossa, e la flora batterica intestinale.
La carne di manzo e la più consumata delle carni rosse: il rischio cardiovascolare è legato alla trasformazione della L-carnitina da parte dei batteri dell’intestino.
In una precedente ricerca, Hazen e colleghi avevano chiarito il legame tra carne rossa e aterosclerosi, il processo di indurimento delle arterie che può determinare un ridotto afflusso di sangue in diversi tessuti e nei casi più gravi un’ischemia. L’aterosclerosi è infatti promossa da un composto chimico denominato trimetilamina-N-ossido (TMAO), che viene sintetizzato da un precursore, la trimetilamina. Quest’ultima viene prodotta dai batteri dell’intestino a partire dalla L-carnitina, una proteina contenuta in grandi quantità nella carne rossa.
In questo nuovo studio, condotto su topi, Hazen e colleghi hanno identificato un altro metabolita, la gamma-butirrobetaina, che viene prodotta in quantità ancora maggiori dalla flora batterica a partire dalla L-carnitina, e contribuisce anch’essa all’aterosclerosi.
Gli autori hanno scoperto in particolare che la gamma-butirrobetaina è prodotta dai batteri come metabolita intermedio a un tasso mille volte più elevato rispetto alla trimetilamina: si tratta quindi del metabolita più abbondante generato nell’intestino a partire dalla L-carnitina introdotta nell’organismo con la dieta. Inoltre, la gamma-butirrobetaina può essere convertita anch’essa in trimetilalamina e TMAO. Si tratta quindi di una sostanza notevolmente più pericolosa per la salute cardiovascolare.
Lo studio ha mostrato un altro dato interessante: i batteri che producono la gamma-butirrobetaina a partire dalla L-carnitina sono diversi da quelli che producono la trimetilamina. L’esistenza di un nuovo cammino biochimico di trasformazione della proteina ha conseguenze importanti perché potrebbe essere sfruttato come nuovo bersaglio terapeutico per la prevenzione dell’aterosclerosi.
Una possibile via potrebbe prevedere per esempio l’inibizione di diversi enzimi batterici o il cambiamento della composizione della flora batterica intestinale con probiotici e altri trattamenti.
By Adrianna Williams/Corbis – Tratto da: lescienze.it
Commento NdR: ma questo è esattamente ciò che la Medicina Naturale insegna da migliaia di anni…. finalmente ci arrivano anche questi ricercatori all’alba del 2014….con una giusta e funzionale flora batterica intestinale, aiutata nelle sue funzioni dalla giusta alimentazione, le “malattie” NON compaiono MAI !!
A riprova:
E se l’aterosclerosi venisse (anche) dalla pancia ? A finire sotto “accusa” un microbiota della flora batterica intestinale – 25/06/2016
Gli ultimi studi aprono un nuovo fronte di ‘responsibilità dei miliardi di ospiti che popolano il nostro intestino. Un microbiota particolare, selezionato da una dieta ricca di uova e carne, potrebbe provocare un eccesso di attivazione piastrinica e dunque favorire le trombosi ed altro. L’osservazione sperimentale è per ora stata fatta sui topi, ma anche nell’uomo è possibile rintracciare questo fenotipo anche nei soggetti obesi e con insulino-resistenza.
Un articolo appena pubblicato sul New England Journal of Medicine, attira l’attenzione su un altro fronte di “innesco”, per molti aspetti inedito e ancora appannaggio della ricerca di base, più che della clinica.
Protagonista è ancora una volta il microbiota intestinale, già chiamato in causa per molte altre patologie sistemiche
“Alcune sostanze nutritive come la fosfatidilcolina, la colina, la carnitina – scrive Herbert Tilg, dipartimento di medicina interna dell’Università di Innsbruck (Austria) – vengono processate dal microbiota intestinale per produrre trimetilamina (TMA) che, assorbita dall’intestino, viene convertita nel fegato in TMA-N-ossido (TMAO) dalle monossigenasi contenti flavina (FMO)”.
I TMAO hanno un effetto favorente l’aterosclerosi, promuovendo l’accumulo di macrofagi carichi di colesterolo e la formazione delle foamcell, che entrambi danno un contributo importante allo sviluppo delle placche vulnerabili.
Nell’uomo, il consumo di cibi quali carne e uova è stato associato ad un aumento dei livelli di TMAO, a loro volta correlati con un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, maggiori nei pazienti coronaropatici.
La somministrazione di antibiotici riduce in maniera importante le concentrazioni plasmatiche di TMAO, che poi risalgono alla sospensione dei farmaci. Anche questo dimostra l’importanza del microbiota nella produzione dei TMAO.
Un recente lavoro di Zhu pubblicato su Cell ha evidenziato che i livelli plasmatici di TMAO nell’uomo correlano con il rischio di trombosi. A livelli fisiologici, in presenza di shear stress, i TMAO aumentano l’attivazione piastrinica. Esponendo inoltre le piastrine a livelli crescenti di TMAO, si assiste al rilascio di calcio dai depositi intracellulari, fenomeno questo che facilita l’attivazione piastrinica da parte di una serie di agonisti.
Somministrando ai topi un eccesso di colina con la dieta, i TMAO prodotti dal microbiota aumentano la responsività delle piastrine, promuovendo un fenotipo di tipo protrombotico.
Zhu e colleghi hanno individuato 9 specie batteriche associate ai livelli plasmatici di TMAO e 15 specie correlate in maniera significativa al rischio di trombosi nei topi.
Gli stessi autori hanno dimostrato che il trapianto fecale effettuato nei topi germ-free, ‘contagia’ a questi animali un aumentato rischio di trombosi che, almeno nei topi, è dunque un tratto trasmissibile.
Non è però ancora mai stato individuato un recettore per i TMAO.
Tilg ritiene dunque che questi studi, oltre ad aver rivelato un inedito rapporto tra dieta, microbiota, attivazione piastrinica e rischio di trombosi, apriranno la strada ad un filone di ricerca del tutto nuovo e a possibili nuovi trattamenti per la prevenzione delle patologie aterosclerotiche.
E’ infatti già noto che il 3,3-dimetil-1-butanolo inibisce la formazione dei TMA da parte del microbiota, riducendo così i livelli plasmatici di TMAO e proteggendo dall’aterosclerosi facilitata dalla colina dietetica.
Prima di elaborare approcci terapeutici anti-TMAO tuttavia – ammonisce l’autore – è necessario stabilire se oltre a dieta e microbiota ci siano altri fattori in grado di influenzare questo sistema.
Inoltre la colina è un nutriente critico per molte funzioni cellulari, dunque è necessario appurare, attraverso studi clinici, che una sua riduzione nella dieta non provochi danni.
Commento NdR: pare che questi ricercatori non si rendano conto che ciò che hanno scoperto è null’altro che un’alterazione della flora intestinale (microbiota) che produce conseguentemente queste sostanze che attivano i processi qui descritti.
Tutto ciò, è da decenni e decenni che la medicina naturale lo insegna…: tutte le “malattie” nascono dall’intestino e dai suoi disordini dovuti in sintesi, a vari cofattori: alimentazione inadatta, farmaci, Vaccini, stress, conflitti spirituali irrisolti !
I disturbi dei vasi sanguigni possono raramente essere presenti sin dalla nascita, ma questi vengono a galla in una età che oscilla tra i 20 ed i 40, a volte anche dopo. Sono lesioni delle strutture dei vasi che, comportano nel tempo vere e proprie rotture con massiva fuoriuscita di sangue. Se ad essere interessata e’ un vaso del cranio, dipende dal calibro di esso, si va dall’ictus alla morte improvvisa.
Tecnica per riattivare circolazione sanguigna e soprattutto quella linfatica (drenaggio linfatico) ed il transito intestinale, ma anche la termica delle viscere, cioè le infiammazioni profonde del corpo, assieme alle Frizioni fredde ed ai cataplasmi di argilla/terra fredda sul ventre.
1 – doccia fredda sugli arti ogni mattina, in senso antiorario e partendo dal basso per sostenere il passaggio della linfa e quindi la pulizia della matrice durante la fase più liquida del tessuto connettivo
2 – saltellare sul posto, per almeno 3 volte, 3 minuti alla volta. Il movimento sussultorio aiuta il sistema linfatico e mette in moto l’intestino, l’organo di espulsione finale delle tossine in circolo.
3 – Bere acqua calda appena alzati e poi durante tutto il giorno. L’acqua è il primo nutrimento dell’organismo e l’unico in grado “pulire” quando c’è bisogno di farlo. Bere acqua calda la mattina regolarizza l’intestino e sorseggiarla durante il giorno consente all’acqua di raggiungere immediatamente i processi metabolici per sostenere il naturale ritmo biologico in atto.
Leggete qui nel sito: il Cuore non è una pompa ma qualcosa si diverso e molto altro
vedi i particolari sull’aneurisma cerebrale + Cervello base
http://www.farmacoecura.it/malattie/aneurisma-cerebrale-sintomi-conseguenze-cause/
Disintossicare tutto l’organismo, specialmente effettuare il riordino della flora batterica intestinale e la disintossicazione del fegato !
Come tenere pulito anche il cervello: Alimentazione basica, Emodieta e Crudismo
Quando e come il cervello elimina le tossine, quando vi riesce: durante il sonno…per cui, meglio si dorme, meglio e più facilmente si eliminano le tossine.
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August Krogh, dopo molti anni di studio, ha trovato che i capillari sono dilatati o contratti a seconda della quantità di sangue necessaria del tessuto. Ha inoltre condotto ricerche sulla respirazione cellulare e sul sistema circolatorio ed inventato un microtonómetro per misurare la tensione di ossigeno e anidride carbonica nel sangue arterioso.
Da queste indagini, Krogh ha sviluppato uno schema generale del sistema capillare (microcircolazione), ed il suo meccanismo normativo in cui i nervi sono coinvolti, anche come ormoni. I suoi studi sul metabolismo, sulla fisiologia della respirazione e della circolazione e, soprattutto, quelli sul meccanismo di regolazione vasomotoria dei capillari sanguigni, nel 1920 gli valsero il premio Nobel per la medicina o la fisiologia.
Nei fatti egli descrive la “nascita della malattia” come un’alterazione della circolazione sanguigna nei microvasi, la quale alterando la funzionalità cellulare, ne altera il suo metabolismo.
TESSUTO VASCOLARE – Livello superiore – Cellula – Organizzazione in tessuti, organi e sistemi
Esso è rappresentato dai liquidi circolanti, più specificatamente da sangue e linfa: la sua funzione è quella di irrorare i tessuti e gli organi del corpo di un essere vivente, trasportandovi ossigeno e sostanze nutritive e prelevandovi sostanze di rifiuto del metabolismo e della respirazione, oltre che a partecipare alla difesa dell’organismo costituendo con la sua parte corpuscolata il sistema immunitario. Sangue e linfa sono costituiti da un plasma liquido contenente cellule libere: queste ultime rappresentano appunto la cosiddetta parte corpuscolata, comprendente le cellule della serie bianca, cioè i leucociti o globuli bianchi, e le cellule della serie rossa, cioè gli eritrociti o globuli rossi.
Sono conosciuti diversi tipi di leucociti: linfociti, granulociti , monociti, e tutti svolgono la loro attività principale nei tessuti.
Quelli che vengono osservati nel torrente circolatorio solitamente si stanno trasferendo dai siti di origine verso il midollo, la milza o le strutture linfoidi nei tessuti.
I linfociti, provenienti da milza, timo e linfonodi, sono più comuni nei vasi linfatici e nei linfonodi interposti lungo il loro percorso.
Essi sono privi di attività ameboide, e svolgono un’azione difensiva partecipando alle reazioni immunitarie, trasformandosi in cellule produttrici di anticorpi, le quali sintetizzano le gammaglobuline.
I granulociti, provenienti dalle cellule reticoloendoteliali all’esterno dei capillari del midollo osseo, si trovano nella corrente sanguigna ed intorno ai tessuti. Si dividono in granulociti neutrofili, eosinofili e basofili. Dotati di capacità ameboide, sono in grado di uscire dai vasi sanguigni e di penetrare nei tessuti, dove intervengono contro le infezioni, eliminando le sostanze estranee. In particolare i granulociti neutrofili sono fagociti attivi (dal greco phagein = mangiare e kytos = cellula) che proteggono dalle infezioni causate da batteri, eliminandoli tramite fagocitosi.
I granulociti eosinofili e basofili intervengono nelle reazioni immunitarie.
– I monociti provengono dalla milza e dal midollo osseo. Anch’essi dotati di capacità ameboide e fagocitica, possono come i granulociti abbandonare il torrente circolatorio per passare nei tessuti.
Un’altra componente corpuscolata del sangue è costituita dalle piastrine, che derivano dalla frammentazione dei megalocariociti presenti nel midollo osseo. Esse hanno una forma più o meno discoidale e forniscono la sostanza necessaria alla coagulazione del sangue: infatti, quando un vaso sanguigno viene leso, le piastrine si aggregano e si disintegrano, liberando tromboplastina, la sostanza cioè che inizia il processo di coagulazione. La tromboplastina, combinandosi con gli ioni calcio sempre presenti nel plasma, agisce sulla protrombina, un’altra proteina plasmatica (sintetizzata dal fegato grazie alla vitamina K), per produrre trombina.
La trombina agisce su di un’altra proteina plasmatica, il fibrinogeno, convertendola in fibrina, la quale si trasforma in una massa di fibre sottili che bloccano i corpuscoli del sangue, formando così il coagulo.
-Gli eritrociti o globuli rossi sono prodotti principalmente dal midollo rosso. Sono deputati al trasporto dell’ossigeno ai vari distretti del corpo ed al prelievo dell’anidride carbonica, prodotto di rifiuto della respirazione, per la sua eliminazione.
La funzione del trasporto dell’ossigeno viene svolta grazie alla presenza negli eritrociti dell’emoglobina, una proteina coniugata contenente ferro. La sua molecola è globulare ed è formata da quattro subunità, ciascuna delle quali è costituita da un gruppo prostetico, detto eme, coniugato ad una catena polipeptidica.
L’eme è un derivato porfirinico (anello tetrapirrolico) contenente al centro un atomo di ferro. I quattro polipeptidi, chiamati nella loro totalità globina, sono uguali a due a due, e nell’uomo sono detti rispettivamente catena alfa e catena beta. L’emoglobina lega l’ossigeno a livello degli alveoli polmonari in corrispondenza del ferro dell’eme, diventando così ossiemoglobina.
Il sangue così ossigenato passa nel circolo generale, distribuendosi a tutti i tessuti, dove l’ossigeno viene liberato. Contemporaneamente, l’anidride carbonica proveniente dal metabolismo ossidativo delle cellule viene trasportata in direzione opposta fino ai polmoni. L’anidride carbonica è trasportata nel sangue sotto tre forme: una piccola quantità (circa il 10%) viene trasportata sotto forma di anidride carbonica fisicamente disciolta nel plasma; la maggior parte (circa il 70%) sotto forma di bicarbonati trasportati sia negli eritrociti che nel plasma; una terza quantità (circa il 20%) come un composto di combinazione con un gruppo aminico della globina (detto perciò carbamino-emoglobina) e con gruppi aminici delle proteine plasmatiche.
I globuli rossi circolanti hanno una vita media di 120 giorni. Al termine della loro vita subiscono un processo di invecchiamento che provoca modificazioni nella loro struttura relative soprattutto alla membrana cellulare, a causa dei quali vengono riconosciuti e captati dalla milza (e in minor misura da fegato e midollo osseo) dove sono fagocitati dai macrofagi del sistema reticolo-istocitario.
La globina viene degradata in aminoacidi e l’eme si trasforma nel pigmento biliare bilirubina, che viene secreto dal fegato nel duodeno. Il ferro dell’eme viene depositato invece nel citoplasma dei macrofagi sotto forma di complessi che vengono formati con le proteine ferritina ed emosiderina, e può essere ceduto agli eritroblasti che lo riutilizzano per la sintesi di nuova emoglobina.
Gli eritrociti nella maggior parte dei mammiferi sono tondeggianti, biconcavi e privi di nucleo; negli altri vertebrati sono ovoidali, biconvessi e privi di nucleo. La forma biconcava e priva di nucleo presente nella maggior parte dei mammiferi, compreso l’uomo, sembra rappresentare uno stratagemma evolutivo, in quanto assicura la massima efficienza consentendo una rapida diffusione di ossigeno e/o anidride carbonica all’interno della cellula. Infatti un elemento biconcavo possiede, a parità di volume, una superficie maggiore per unità di contenuto di quella di un elemento sferico, oltre al fatto che la sua parte centrale risulta più vicina alla superficie.
In generale le funzioni svolte dal sangue sono numerose, e possono essere qui di seguito riassunte:
1) Trasporta ossigeno dagli organi dei sistemi respiratori ai tessuti, e preleva anidride carbonica dai tessuti stessi trasportandola in senso inverso fino agli organi respiratori, dove viene eliminata.
2) Trasporta acqua e sostanze nutritive provenienti dagli alimenti elaborati dall’apparato digerente ai tessuti dei vari organi.
3) Trasporta sostanze nutritive accumulate da un organo, o da un tessuto, ad un altro quando è necessario.
4) Trasporta rifiuti organici, sali minerali in eccesso in soluzione, e acqua, agli organi del sistema escretore.
5) Trasporta gli ormoni dalle ghiandole dove sono prodotti ai siti bersaglio.
6) Trasporta gli anticorpi per la difesa dell’organismo durante la risposta immunitaria.
7) Regola il pH dei tessuti entro stretti limiti per mezzo dei tamponi quali i fosfati e i bicarbonati, mantenendo un pH relativamente costante di 7,35- 7,4.
8) Mantiene il bilancio idrico fra i tessuti e le strutture deputate all’escrezione, svolgendo questo compito con una tale rapidità che il suo contenuto idrico non varia in maniera apprezzabile in un individuo in salute.
9) Negli uccelli e nei mammiferi, animali a sangue caldo, cioè omeotermi, serve a mantenere la temperatura del corpo entro stretti limiti, distribuendosi in maniera differenziale fra gli organi interni e la superficie del corpo.
E’ il sangue contenuto nei capillari a svolgere la funzione di scambio di sostanze nutritive e prodotti finali del metabolismo, e ciò avviene nella linfa, il liquido tessutale, che si raccoglie nei canali interstiziali che si trovano fra capillari e cellule.
La linfa è un filtrato di plasma, cioè un liquido formatosi dall’efflusso dell’acqua e dei soluti attraverso la parete dei capillari, promosso all’estremità arteriosa dei capillari dalla pressione idrostatica dovuta all’azione del cuore, mentre le proteine plasmatiche restano nei capillari perché le loro notevoli dimensioni molecolari ne impediscono la diffusione. Comunque non c’è una perdita continua di plasma nel sangue perché la pressione idrostatica è contrastata dalla pressione osmotica che fa entrare l’acqua nei capillari: infatti la concentrazione dell’acqua è maggiore nella linfa rispetto al sangue a causa delle proteine trattenute nei capillari, per cui l’acqua fluisce all’interno trasportando con sé soluti, a cui le pareti dei capillari sono permeabili. All’estremità venosa dei capillari la situazione si inverte, in quanto la pressione idrostatica è inferiore a quella osmotica, e quindi si ha un movimento netto di acqua e soluti verso l’interno.
Oltre ad essere trasportati dal movimento osmotico dell’acqua i soluti si muovono per diffusione passiva in direzioni determinate dai loro gradienti di concentrazione. Per esempio, quando il glucosio è utilizzato dalle cellule dei muscoli durante l’attività muscolare, la sua concentrazione nella linfa scende rispetto a quella del sangue, e quindi il glucosio presente nel sangue diffonde nella linfa.
La diffusione si ha anche tra cellule e linfa, con la differenza però che le cellule sono capaci anche di trasporto attivo. Oltre che con questo tipo di processo la linfa viene restituita al sangue anche grazie al sistema linfatico, costituito appunto da vasi linfatici (con pareti sottili e provvisti di valvole) che si trovano fra cellule e capillari.
Il sistema linfatico trasporta il liquido in un solo verso, dai tessuti al sangue e al cuore, grazie all’azione esercitata dai muscoli sui vasi linfatici e alle variazioni della pressione toracica determinata dalla respirazione, mentre le valvole linfatiche ne impediscono il reflusso. E’ essenziale nel mantenere il volume sanguigno. Lungo i vasi linfatici si trovano numerosi linfonodi che, oltre a produrre linfociti, difendono l’organismo dalle infezioni intercettando gli organismi patogeni.
Tratto da: ispesl.it
Commento NdR: Inoltre ripetiamo alcuni concetti visti da altre angolazioni e livelli, siccome le pareti dei vasi sanguigni (arterie e vene) sono composte da particolari tessuti, questi quando sono, dagli insulti vaccinali ed altro, (come scritto nella premessa introduttiva), investiti anch’essi dalle intossicazioni cellulari e/o tissutali ed infiammazioni (vasculite), la conseguenza è anche il rallentamento in esse del flusso sanguigno, quando addirittura non compaiono, nella microcircolazione sanguigna di certi tessuti, in certi organi, delle micro ischemie od in certi casi anche di fenomeni trombosici (più o meno intensi), le cui cause sono riconducibili essenzialmente alla cosiddetta triade di Virchow: stasi del circolo – vedi sotto: (SC) -, lesione endoteliale del tessuto epiteliale e alterazioni della coagulazione del sangue, per le tossine introdotte, soprattutto con i Vaccini !
Poiché le pareti dei tessuti di cui parliamo, compongono i tubicini delle arterie e delle vene dei vasi sanguigni, queste pareti non sono rafforzate da muscoli, ne’ da altro, quindi queste possono facilmente perdere il loro normale “tono”, quando il sangue che scorre al loro interno ed il flusso ematico vengono rallentati.
Un esempio: le vene varicose sono l’indicazione più nota e facilmente visibile, sulla pelle, di questo evento, ma ciò avviene e/o può avvenire, anche all’interno di qualsiasi altro tipo di tessuto od organo dell’organismo, dato che la circolazione sanguigna e di conseguenza anche la microcircolazione è sempre presente in ogni tipo di tessuto.
(SC) Stasi del Circolo a vari stadi, prevalentemente nella circolazione sanguigna, fino al microcircolo:
Nello stadio I, o dell’irritazione, prevalgono i fenomeni compressivi con stasi venosa ed edema.
L’edema (dal greco οίδημα, gonfiore) è un accumulo di liquidi corporei (di qualsiasi tipo) in certi “spazi” interstiziali dell’organismo.
Nello stadio II, o dei deficit, si determina un aumento della pressione interstiziale con stasi del microcircolo.
Nello stadio III, o delle paralisi, si realizza una più o meno grave ischemia.
Se tutte o parte delle cellule nervose si trovano in uno stato di media eccitazione per i punti indicati qui sopra, ed eccitano i propri prolungamenti nervosi (cilindrassi), l’intera immensa rete costituisce uno stato di eccitazione, a seconda della zona del tessuto neuronale investita dalle tossine vaccinali, droghe, farmaci, cibi tossici, acque malsane, alcol, ecc.
In particolare le tossine aggrediscono alcune terminazioni nervose proprie del cervello, dando prima dei sintomi di eccitazione = agitazione psichica, intenso stress, con alterazione delle sinapsi neuronali e quindi dei circuiti che formano e formeranno nel lattante la personalità.
Un esempio importante:
– J Cereb Blood Flow Metab. 2013 Sep 18. doi: 10.1038/jcbfm.2013.161. [Epub ahead of print] Cerebral arterial bolus arrival time is prolonged in multiple sclerosis and associated with disability.
– Paling D, Thade Petersen E, Tozer DJ, Altmann DR, Wheeler-Kingshott CA, Kapoor R, Miller DH, Golay X.
Soure: Department of Neuroinflammation, UCL Institute of Neurology, Queen Square MS Centre, London, UK.
Estratto
Sono state riportate alterazioni dell’emodinamica cerebrale complessiva nella sclerosi multipla (SM); tuttavia, la loro causa e il loro significato sono sconosciuti. Mentre le potenziali cause venose sono state esaminate, le cause arteriose no. In questo studio, è stata utilizzata una sequenza di imaging di risonanza magnetica con etichettatura dello spin arterioso con ritardo multiplo a 3T per quantificare il tempo di arrivo del bolo del parametro emodinamico arterioso (BAT) e il flusso sanguigno cerebrale (CBF) nella sostanza bianca dall’aspetto normale (NAWM) e nel grigio profondo importante in 33 controlli e 35 pazienti con SM recidivante-remittente. Il tempo di arrivo del bolo è stato prolungato nella SM in NAWM (1,0±0,2 rispetto a 0,9±0,2 secondi, P=0,031) e materia grigia profonda (0,90±0,18 rispetto a 0,80±0,14 secondi, P=0,001) e il CBF è stato aumentato in NAWM (14± 4 contro 10±2 mL/100 g/min, P=0,001).
BAT prolungato in NAWM (P = 0,042) e sostanza grigia profonda (P = 0,01) Alpha sono stati associati a un punteggio di stato di disabilità ampliato più elevato. Questo studio dimostra l’alterazione dell’emodinamica arteriosa cerebrale nella SM. Una possibile causa potrebbe essere un’infiammazione diffusa. Il tempo di arrivo del bolo era più lungo nei pazienti con maggiore disabilità indipendentemente dall’atrofia e dal carico di lesione T2, suggerendo che alterazioni dell’emodinamica arteriosa cerebrale potrebbero essere un indicatore di patologia clinicamente rilevante. Pubblicazione online anticipata del Journal of Cerebral Blood Flow & Metabolism, 18 settembre 2013; doi:10.1038/jcbfm.2013.161.
Tratto da: Journal di Cerebral Blood Flow & Metabolism pubblicazione online, 18 settembre 2013, doi: 10.1038/jcbfm.2013.161 – PMID: 24045400 – [PubMed – come fornito dalla casa editrice]
Commento NdR:
Non poteva che essere cosi, in quanto le arterie, le vene ed il microcircolo, essendo dei tubi con le pareti di essi fatte da tessuti e quindi dalle cellule che li compongono che li alimentano per mantenerli funzionali al loro scopo, di trasportane il sangue alle giuste velocità e quantità per mantenere sano l’organismo.
Quando per alimentazione inadatta o contaminata, utilizzo di Vaccini e/o farmaci o di amalgami dentali e/o protesi non adatte, la funzione cellulare essa viene ad essere compromessa, in quel tipo od altri tipi di tessuti, ecco che le cellule ivi residenti si troveranno in situazioni di malfunzione, cioè in uno stato di metabolismo alterato e di stress ossidativo che si ripercuote sul tessuto interessato, infiammandolo e non mantenendo il tessuto nelle sue opportune e giuste funzionalità operative.
In questo caso specifico, si tratta di una infiammazione che restringe il diametro interno del tubo, dell’arteria, vena e/o vaso sanguigno e quindi la velocità del transito e la quantità del flussi di sangue in quello specifico tratto, viene ad essere alterata compromettendo la funzionalità cerebrale più o meno intensamente, con le conseguenze del caso ritrovato anche e non solo nella Sclerosi Multipla.
Per inciso questa è la semplice e chiara eziopatogenesi: l’eziopatogenesi o etiopatogenesi, in medicina, è l’analisi del processo di insorgenza di una patologia e del suo sviluppo (patogenesi), con particolare attenzione alle sue cause (eziologia); il termine deriva dalla fusione di eziologia e patogenesi, di QUALSIASI sintomo chiamato impropriamente “malattia” dai medici della medicina allopatica.
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Stress: scoperto il meccanismo che porta a ictus e infarto – 27/06/2014
Scienziati americani hanno svelato la stretta correlazione tra stress e infarto o ictus. A dimostrarlo uno studio della Harvard medical school, di Boston.
Secondo i ricercatori la connessione sarebbe identificabile con una sovrapproduzione di globuli bianchi. “Se ve ne sono troppi, o sono nel posto sbagliato, possono essere dannosi”, hanno spiegato gli autori dello studio.
Gli scienziati sono riusciti a dimostrare le modalità con cui lo stress cronico porta ad infarto e ictus.
La tensione emotiva infatti innesca una sovrapproduzione di anticorpi quali i globuli bianchi che possono essere dannosi se in eccesso. Le cellule in eccedenza si ammassano sulle pareti interne delle arterie, limitando il flusso sanguigno e favorendo la formazione di coaguli che bloccano la circolazione o rompono i vasi e sfociano in un’altra parte del corpo.
I globuli bianchi “sono fondamentali per combattere le infezioni e favorire la guarigione, ma se se ne hanno troppi, o sono nel posto sbagliato, possono essere dannosi,” ha spiegato Matthias Nahrendorf della Harvard Medical School di Boston.
Da tempo, i medici sono ben consapevoli che lo stress cronico porta a malattie cardiovascolari. Ma finora non era mai stato del tutto chiaro il meccanismo.
Per scoprire le cause, Nahrendorf e un team di ricercatori hanno studiato le condizioni di 29 medici che lavorano in un’unità di terapia intensiva. Il loro ambiente di lavoro è considerato un modello per l’esposizione cronica da stress, dato il ritmo veloce e le gravose responsabilità che portano le decisioni tra la vita e la morte.
Confrontando i campioni di sangue prelevati durante le ore di lavoro e le incombenze, così come i risultati dei questionari di percezione dello stress, i ricercatori hanno scoperto un legame tra stress e sistema immunitario. In particolare, hanno notato che lo stress attiva le cellule staminali del midollo osseo, che a sua volta innescano una sovrapproduzione di globuli bianchi, chiamati anche leucociti.
I globuli bianchi, cruciali nella guarigione delle ferite e contro le infezioni, possono se in eccesso causare conseguenze devastanti per le persone con malattie come l’arteriosclerosi, un ispessimento delle pareti delle arterie causata da un accumulo di placca.
Lo stesso studio è stato poi replicato su topi da laboratorio, scoprendo che i globuli bianchi in eccesso sono prodotti come conseguenza dello stress accumulato all’interno delle arterie e la crescita potenziata della placca.
“Qui, le cellule rilasciano enzimi che ammorbidiscono il tessuto connettivo e portano alla rottura della placca”, ha detto Nahrendorf. “Questa è la tipica causa di infarto miocardico (attacco cardiaco) e ictus”.
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AUTOREVOLE STUDIO, SCOPRE la PRESENZA di MALATTIE CEREBROVASCOLARI in TUTTE le MALATTIE NEUROVEGETATIVE – 23 Ott. 2013
Perelman School of medicine – University of Pensnsylvania Health System . Comunicato stampa del 9 Luglio 2013
La Presenza di malattie vascolari segnalate in tutte le diverse malattie neurodegenerative.
Philadelphia, USA – I ricercatori della Scuola di Medicina di Perelman all’Università della Pennsylvania hanno scoperto che, attraverso una varietà di malattie neurodegenerative, malattie cerebrovascolari, aumenta la circolazione del sangue nel cervello è stata significativamente associata con demenza.
I ricercatori sostengono che le persone che presentano già le caratteristiche cliniche della malattia di Alzheimer e altri deficit di memoria possono beneficiare di terapie efficaci attualmente disponibili per ridurre i problemi vascolari.
Pertanto, la gestione precoce dei fattori di rischio vascolari, come la pressione alta e colesterolo, e l’adozione di una dieta ‘sana del cuore’, così come l’esercizio fisico e altri stili di vita nella mezza età può ritardare o prevenire l’insorgenza della demenza dovuta al morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Il Centro per la ricerca sulle malattie neurodegenerative – Perelman School of Medicine presso l’Università della Pennsylvania – University of Pennsylvania Health System
Il legame tra la malattia cerebrovascolare era più forte con la malattia di Alzheimer – rispetto ad altre malattie neurodegenerative tra cui la degenerazione frontotemporale lombare, il morbo di Lou Gehrig o SLA e morbo di Parkinson – e ha avuto l’effetto più pronunciato nei pazienti di più giovane Alzheimer, secondo lo studio, pubblicato sulla 10 luglio questione di cervello .
“Mentre non vi era prova già a suggerire che la malattia vascolare potrebbe svolgere un ruolo nella malattia neurodegenerativa, questo è il primo studio per confrontare il peso delle malattie vascolari attraverso le malattie neurodegenerative con multiple, distinte o diverse origini”, ha detto l’autore senior John Q. Trojanowski, MD, PhD, direttore del National Institute on Aging-finanziato malattia Nucleo Centro di Alzheimer presso l’Università della Pennsylvania e professore di Patologia e Medicina di Laboratorio. “Siamo stati sorpresi di trovare un forte legame con le malattie vascolari nella malattia di Alzheimer, soprattutto nei pazienti più giovani, in confronto a soggetti con altre malattie neurodegenerative.”
Penn ed i ricercatori hanno analizzato 5715 casi dal Centro di Coordinamento del National Alzheimer (CCNA) banca dati, che sono stati raccolti da 35 centri di Alzheimer NIA-finanziati passato e presente attraverso gli Stati Uniti da CCNA è stato avviato nel 1999. Questo è il primo studio per confrontare la presenza di malattia cerebrovascolare attraverso l’intero spettro di malattie neurodegenerative.
Quasi il 80 per cento dei più di 4600 pazienti con malattia di Alzheimer hanno mostrato un certo grado di patologia vascolare – definito come vasi induriti o bloccati sangue, morte dei tessuti a causa della mancanza di afflusso di sangue, o emorragia – nel cervello, rispetto al 67 per cento nel controllo gruppo di persone senza cervello notevole patologia di malattia, e il 66 per cento nel gruppo di patologia del Parkinson.
“In assenza di terapie modificanti la malattia di cambiare il corso del morbo di Alzheimer e di Parkinson, ci auguriamo che l’uso diligente dei trattamenti esistenti per le condizioni vascolari e l’attuazione di campagne di promozione di stili di vita sani nei giovani e persone di mezza età può avere un impatto positivo sulla prevenire o ridurre i sintomi della demenza nella malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson “, ha detto l’autore dello studio, Jon B. Toledo, MD, ricercatore post-dottorato presso l’Università della Pennsylvania Perelman School of Medicine.
Lo studio ha implicazioni dal punto di vista della salute pubblica e per la progettazione di coorti di studi clinici che meglio rappresentano la popolazione di persone con deficit cognitivo. Inoltre, i farmaci testati per la malattia di Alzheimer e altre demenze correlate dovrebbero prendere in considerazione l’impatto della frequente presenza coincidente di malattie cerebrovascolari sulla risposta al trattamento di nuove terapie per il morbo di Alzheimer, come le prove più attuali escludono pazienti con fattori di rischio vascolari o malattie cardiovascolari. Data la prevalenza di problemi vascolari, i ricercatori fanno notare che questo grande sottogruppo di pazienti affetti da demenza dovrebbe essere incluso in studi clinici per rappresentare con precisione la vera popolazione si occupano di queste malattie neurodegenerative, o, per lo meno in considerazione quando predire l’impatto clinico sui pazienti in un vero e proprio della popolazione mondiale.
Gli altri membri del gruppo di studio Penn includono Steven Arnold, MD, co-direttore del Penn Alzheimer Disease Nucleo Center e Murray Grossman, MD, EDD, direttore del Centro Malattie frontotemporale Penn, Kevin Raible e JohannesS Brettschneider dal Centro per la ricerca sulle malattie neurodegenerative e Sharon Xie, del Dipartimento di Biostatics ed Epidemiologia. Colleghi al Centro di coordinamento del National Alzheimer presso l’Università di Washington hanno contribuito a questo rapporto.
Il Finanziamento è stato fornito dal National Institute on Aging (U01 AG016976 e P30 AG010124), con il sostegno aggiuntivo della Fundacion Alfonso Martin Escudero.
Medicina di Penn è uno dei principali centri medici accademici di tutto il mondo, dedicata alle relative missioni mediche di istruzione, la ricerca biomedica, e di eccellenza nella cura del paziente. Penn Medicine consiste nella Raymond e Ruth Perelman School of Medicine presso l’Università della Pennsylvania (fondata nel 1765 come prima scuola medica della nazione) e la University of Pennsylvania Health System, che insieme formano un 4,3 miliardi dollari impresa.
La Scuola di Medicina di Perelman è stato classificato tra i primi cinque scuole di medicina negli Stati Uniti negli ultimi 16 anni, secondo il US News & World Report indagine s ‘di scuole mediche orientate alla ricerca. La Scuola è costantemente tra i primi destinatari della nazione di finanziamento dal National Institutes of Health, con 398 milioni dollari assegnato per l’anno fiscale 2012.
L’Università di strutture di assistenza dei pazienti della Pennsylvania Health System comprende: l’Ospedale della University of Pennsylvania – riconosciuto come uno dei migliori “Honor Roll” ospedali della nazione da US News & World Report ; Penn Presbyterian Medical Center, Chester County Hospital; Penn Wissahickon Hospice e Ospedale della Pennsylvania – il primo ospedale della nazione, fondata nel 1751. Ulteriori strutture affiliate assistenza ospedaliera e dei servizi in tutta la regione di Filadelfia includono Chestnut Hill Hospital e Buon Pastore Penn Partners, una partnership tra il Buon Pastore Rehabilitation Network e Penn Medicine.
Tratto da: marilena-miaelafantafisica.blogspot.it
Commento NdR: l’ammalamento fisico inizia proprio nei difetti della microcircolazione…..
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Alcune Sostanze della Circolazione sanguigna
PIASTRINE: A cosa servono
La finalità della coagulazione è la difesa contro le emorragie. Le piastrine sono dette anche trombociti perché il “tappo” che ferma la fuoriuscita di sangue, a causa di una ferita, è chiamato trombo. Affinché possa avere luogo il processo di coagulazione, è necessario che nel sangue compaiano alcune sostanze: la fibrina, la trombina e la trombochinasi (enzima che partecipa al processo di coagulazione). Quest’ultima è un fermento contenuto nelle piastrine e nelle cellule dei tessuti. Questa sostanza è rilasciata solamente quando le cellule che la contengono vengono distrutte. Ciò impedisce che il sangue nei vasi coaguli.
In realtà, anche le piastrine invecchiano e, quando muoiono, rilasciano naturalmente trombochinasi che potrebbe creare problemi alla circolazione. Ma nel sangue esiste anche una sostanza chiamata antitrombina, che contrasta la possibile coagulazione.
Come funzionano
Il processo di formazione di un coagulo e in particolare della fibrina (sostanza che non si trova normalmente nel sangue) avviene in due fasi. In un primo momento la trombina, che è presente nel sangue in forma di prototrombina (non coagulante), viene trasformata dalla trombochinasi contenuta nelle piastrine. Successivamente la trombina trasforma il fibrinogeno, già presenta nel sangue, in fibrina, che è la sostanza albuminoide responsabile del reticolo fibrillare che costituisce le comuni “croste”.
Tutto il processo è avviato dalle piastrine, che contengono trombochinasi. Essendo queste libere nel sangue, è importante che venga mantenuto un equilibrio costante con le sostanze anticoagulanti. Quando ciò non accade, le piastrine morte possono avviare il processo di coagulazione in assenza di qualsiasi ferita, favorendo l’apparizione di trombosi.
Se le piastrine – le cellule che intervengono nei meccanismi della coagulazione del sangue – sono carenti, è facile che compaia un ematoma. Un ridotto numero di piastrine può essere dovuto all’azione di alcuni farmaci, come gli antinfiammatori, oppure a rare e serie malattie del sangue. Invece, quando il disturbo è dovuto a una carenza dei fattori della coagulazione, si è in presenza di emofilia.
Conta piastrinica e Salute
Le piastrine sono cellule molto piccole che circolano nel sangue la cui funzione è quella di aiutare con il processo di coagulazione . Senza piastrine, le emorragie interne che si sarebbero verificate, porterebbero alla morte.
Con una durata di 10 giorni, queste cellule hanno la capacità di legare gli uni agli altri per consentire al sangue di coagulare .
Un basso numero di piastrine può causare molti problemi di salute come ad esempio un eccessivo sanguinamento dal naso e le gengive. Questa condizione viene definita thromobocytopenia . Senza trattamento, thromobocytopenia può diventare pericolosa per la vita in quanto non ci sono piastrine sufficiente per arrestare l’emorragia in tagli anche minori o ferite .
Tre cose sono evidenti nella trombocitemia e nella piastrinosi:
1 – La presenza costante di leucocitosi (sovrabbondanza di leucociti e di globuli bianchi, e quindi tendenze
leucemiche).
2 – La sideropenia, ovvero carenza di ferro e conseguenti tendenze all’anemia.
3 – La splenomegalia, ovvero l’ipertrofia o il volume abnorme della milza, costretta evidentemente a superlavoro per colpa di un sangue denso e lipotossico.
Niente di idiopatico e di misterioso, niente di ereditario e criptogenico.
Tutte condizioni chiare e conosciute sulle quali poter lavorare in modo naturale e igienistico. Ecco la strada igienistica per il ripristino della normalità
La leucocitosi si riduce consumando pasti crudi ed eliminando ogni proteina animale.
La sideropenia si riduce migliorando l’assimilazione del ferro, consumando quindi verdure crude (tarassaco, crescione, ortiche, selene, cavoli, cicorie), cereali integrali, germe di grano, lupini, tegoline.
Si eviteranno nel contempo inibitori e distruttori di ferro, tipo caffè, the, fumo, aspirina, zucchero, sale, farmaci, soprattutto Vaccini, tranquillanti e analgesici.
La milza ipertrofica si riporta alle giuste dimensioni fluidificando il sangue, ovvero collezionando una serie continua di digestioni virtuose, ovvero un percorso netto in termini ippici, privo di acidificazioni, di putrefazioni, di leucocitosi, di farmaci e vaccinazioni.
Sangue puro uguale milza sana, sangue tossico uguale milza gonfia
La milza è una delle ghiandole del sistema immunitario, preposta a distruggere le sostanze estranee e tossiche del sangue, ed in particolare i farmaci, ovvero i peggiori veleni di matrice umana.
Più il sangue è impuro e più la milza si irrita e si infiamma, gonfiandosi oltremisura.
Una semplice visita iridologica rivela immediatamente lo stato patologico della milza, poiché, nella zona iridale corrispondente a quest’organo, appaiono macchie o infiammazioni prodotte da tali veleni. Chiaro che la milza non si ammala da sola, per sfortuna o per capriccio.
Scelta crudista e ripristino delle funzioni eliminative cutanee
A una milza ingrossata corrisponde normalmente un sistema epatico ingrossato, una cistifellea ribollente e un sistema renale intasato. Essendo le malattie della milza derivate dall’impurità del sangue, è importantissima una scelta dietologica vegano-crudista, accompagnata da un forte ripristino delle funzioni eliminative cutanee e della traspirazione.
Può essere d’aiuto mangiare molta verdura e frutta, che contengono vitamine A, E, C e K, nonché mirtilli a volontà (gli estratti di questo frutto vengono impiegati anche per preparare farmaci che proteggono i capillari).
Oltre all’alimentazione Crudista ecco le Erbe per aumentare o regolare le piastrine
Per molti, il farmaco è una parte inevitabile della vita. Ma i farmaci, hanno TUTTI effetti collaterali.
L’uso di integratori a base di erbe naturali sono un valida aiuto in alternativa per il trattamento di alcuni tipi di disturbi in modo efficace. Una di queste condizioni è una bassa conta di cellule delle piastrine, che può essere migliorata con alcune erbe naturali, assunte quotidianamente.
Goldenseal
Forse l’ erba più popolari e ampiamente utilizzati per aiutare conta piastrinica aumento è goldenseal. Anche se la FDA non impone severe linee guida per i preparati a base di erbe, goldenseal ha un numero di usi per i quali molti testimoni sono efficaci.
Vi sono poche ricerche o dati per sostenere queste affermazioni e, per alcuni casi, goldenseal deve essere utilizzato sotto controllo medico. Anche se non si sa esattamente come goldenseal piastrine aumenta in il corpo, è opinione diffusa che una componente naturale della goldenseal, il berberin, ne è responsabile .
Resveratrolo e Vitamina C
Una combinazione popolare di integratori naturali per aiutare le cellule aumento delle piastrine è il resveratrolo e vitamina C.
Il resveratrolo è una sostanza chimica naturale presente nella buccia delle uve e di altre piante come il poligono del Giappone. Prodotta da impianti come un antibiotico naturale per combattere i funghi, il resveratrolo è pensato per essere un ottimo antiossidante che può contribuire ad aumentare le cellule di piastrine.
La vitamina C antiossidante agisce stimolando il sistema immunitario , permettendo così al produzione di cellule piastrine di più.
Se combinato con resveratrolo e prese su base giornaliera, i due lavorano insieme e hanno dimostrato la capacità di aumentare i livelli delle piastrine. Come molte altre erbe aromatiche, tuttavia, la loro efficacia non è supportata da dati sufficienti per l’approvazione USDA. Monitoraggio della combinazione con regolari esami del sangue è fondamentale per determinare se questi lavori erbe per voi.
Suggerimenti
Come per tutti gli integratori a base di erbe e rimedi, trattamenti possono rispondere in modo diverso in tutti quanti.
Regolari esami del sangue sono essenziali durante il trattamento.
Ricordiamo che i rimedi naturali richiedono tempi lunghi, perciò armatevi di tanta pazienza; essi sono sempre più efficaci se la dieta e’ di tipo Crudista nella Emodieta, aggiungendovi ogni giorno la giusta dose di Mirtillo.
Aglio e Cipolla
Importanti perché evitano che le piastrine si attacchino tra di loro per formare accumuli e tengono la pressione sotto controllo. Cercare di mangiare sempre almeno uno spicchio d’aglio o una piccola cipolla al giorno, o in alternativa prendere delle compresse erboristiche a base di aglio.
L’aglio si dimostra efficace anche nel tenere sotto controllo la pressione arteriosa.
Secondo una ricerca australiana, una dose giornaliera di due/4 pillole contenenti estratto stagionato di aglio ad alta potenza aiuta a ridurre la pressione alta.
Lo studio condotto presso l’Università di Adelaide e l’Istituto nazionale di medicina integrativa è stato condotto su 79 pazienti che soffrono di ipertensione e ha rivelato una riduzione significativa della pressione sistolica nell’arco di 12 settimane.
Ginkgo (Ginkgo biloba)
Conosciuto nella cura delle malattie cardiache perche’ e’ un forte antiossidante e tonificante delle arterie. I dosaggi vanno decisi con un esperto. Tenere sotto controllo gli effetti indesiderati come vertigini e dolori intestinali.
Biancospino
Fiori e bacche aumentano il flusso di sangue perche’ dilatano le arterie. E’ un antiossidante, anti-infiammatorio, e riduce il colesterolo. Tipica dose: 1 tazza di tè tre volte al giorno (bollire 1 cucchiaino di bacche essiccate o ripida 1 cucchiaino di foglie e fiori in 1 tazza di acqua calda per 10 a 15 minuti), oppure 1 / 2 a 1 cucchiaino di tintura tre volte al giorno o 100 a 250 milligrammi in capsule standardizzato al 20 per cento proantocianidine tre volte al giorno.
Frutta secca
Dose consigliata di frutta fresca, per l’implementazione di minerai e grassi “buoni”, specie noci, mandorle dolci, nocciole, (meglio evitare le arachidi, che sono un legume ed anche perché sono molto inquinate dai prodotti chimici utilizzati in agricoltura), utilizzate al massimo 60 gr al giorno ripartito nella giornata; molto utili nel dimagrimento e per tutte le età, per la circolazione sanguigna e per il cuore; per il colesterolo è d’obbligo l’utilizzo di 2 noci brasiliane al giorno.
Zenzero
Questa erba aromatica abbassa il colesterolo e previene l’accumulo di piastrine, riducendo l’assorbimento del colesterolo alimentare, e stimolando la sua escrezione nella bile, uno dei modi principali del corpo elimina l’eccesso di colesterolo. Lo zenzero funziona meglio se consumato fresco e assunto a stomaco vuoto. Attenzione: Ginger può causare disturbi allo stomaco in alcune persone, specialmente alle alte dosi.
Erba medica
La foglia di questo grano diminuisce i livelli di colesterolo e riduce placche che sono già presenti. Spesso disponibili in polvere, seguire le indicazioni presenti sulle confezioni.
Achillea
Achillea dilata le arterie e aiuta a ridurre il colesterolo. E ‘considerato un tonico dei vasi sanguigni, migliorando la salute delle arterie in genere. Tipico dosaggio: da 1 a 3 tazze di tè due o tre volte al giorno.
Millefoglio
Un altro tonico cardiaco tradizionale, il millefoglio è noto per abbassare il colesterolo, ridurre l’accumulo di piastrine e, in generale rafforzare il cuore. Rallenta anche una troppo rapida frequenza cardiaca, soprattutto quando l’ansia è un fattore che contribuisce, in quanto rilassa il sistema nervoso in generale. Tipica dose: 1 tazza di tè due o tre volte al giorno.
Ginseng siberiano
Questa erba agisce sulle ghiandole surrenali. Esso tende a correggere la malattia producendo processi nel corpo.
Nelle persone con malattie cardiache, sembra abbassare il colesterolo e ridurre la pressione sanguigna. E’ particolarmente appropriato quando lo stress cronico è una parte del quadro medico. A dosi elevate il, ginseng siberiano può causare insonnia, irritabilità o ansia. Se questi si verificano, ridurre il dosaggio.
Anche se i rimedi naturali e le erbe vi aiutano a prevenire le malattie, la migliore cura è la prevenzione, per mezzo dell’alimentazione Crudista in Emodieta.
Suggerimenti
Come per tutti gli integratori a base di erbe e farmaci, trattamenti di lavoro e rispondere in modo diverso per tutti. Regolari esami del sangue sono essenziali durante il trattamento. Se il numero di piastrine rimane bassa, chiedere il parere di professionisti.
Le malattie cardiache possono essere causa di morte, quindi da non sottovalutare, se state prendendo farmaci per curare malattie cardiache, lavorate con il vostro professionista e informatelo sempre dei progressi o regressi che notate, contattate inoltre un bon erborista per il dosaggio giusto delle erbe che volete usare.
La Serotonina
La serotonina (5-idrossitriptamina, 5-HT) è un neurotrasmettitore monoaminico sintetizzato nei neuroni serotoninergici nel sistema nervoso centrale, nonché nelle cellule enterocromaffini nell’apparato gastrointestinale. Nel sistema nervoso centrale, la serotonina svolge un ruolo importante nella regolazione dell’umore, del sonno, della sessualità e dell’appetito.
La serotonina è coinvolta in numerosi disturbi neuropsichiatrici, come l’emicrania, il disturbo bipolare, la depressione e l’ansia. Esercita anche funzioni a livello periferico, ad esempio sulle piastrine, nel processo di coagulazione del sangue e nella peristalsi gastrointestinale. È prodotta dall’organismo per decarbossilazione di un amminoacido essenziale, il triptofano.
Molti psicofarmaci noti, come ad esempio gli antidepressivi SSRI (come il Prozac e Zoloft), antidepressivi triciclici e inibitori delle monoammino-ossidasi interferiscono con la sua azione naturale.
Altre importanti sostanze sono i Globuli Bianchi, Globuli rossi, ma è soprattutto la giusta ed efficace alimentazione Crudista + emodieta, che permettono al sangue di mantenersi salubre e con i giusti rapporti fra le sostanze che contiene e che servono principalmente a nutrire le cellule affinché abbiano un corretto metabolismo.
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Arteriosclerosi: indurimento (sclerosi) della parete arteriosa che normalmente si manifesta con l’invecchiamento.
E’ conseguenza dell’accumulo di fibre connettivali fibroso che antagonizzano le fibre elastiche.
Aterosclerosi: malattia infiammatoria cronica delle arterie di grande e medio calibro che si manifesta con l’ateroma o placca aterosclerotica.
Ateroma: ispessimento localizzato dell’intima (strato più interno dei vasi a diretto contatto con il sangue circolante) dovuto a depositi di varie sostanze e a proliferazione del tessuto connettivo come reazione di difesa o più spesso mutazione cellulare.
Questi stati fisiologici, portano a cattiva circolazione o all’estremo a blocco di irrorazione di un distretto tissutale (es. infarto miocardio)
Molto tempo prima di una manifestazione patologica seria vi sono segni che possono evidenziare questo rischio :
– piedi spesso freddi
– torpore sovente agli arti (braccia e gambe)
– senso di peso agli arti
– facile crampo alla mano se si scrive
– piega diagonale sul lobo dell’orecchio
– frequente pizzicore o formicolio alle dita e alle labbra
– dolore o indolenzimento alle ossa dopo una corsa
– memoria indebolita
– saltuaria impotenza o frigidità sessuale
– gonfiore serale alle caviglie
– tosse persistente
– manca il fiato dopo un leggero sforzo o quando ci si distende
– ci si alza più di 2 volte la notte per orinare
– anello biancastro sotto la parte esterna della cornea
– ipertensione
Alcuni sintomi sono comuni ad altri sintomi, ma comunque più segni sono presenti, più il sistema circolatorio si sta deteriorando.
Fattori di rischio
Tutti sanno che una vita sedentaria favorisce le patologie circolatorie, ma vi sono molti altri cofattori frequenti, nei paesi industrializzati, che contribuiscono oltre e soprattutto alla cattiva alimentazione, certi farmaci e soprattutto tutti i Vaccini, sono sempre concause all’insorgenza di malattie vascolari:
– fumo
– consumo di olii insaturi specialmente rancidi (vecchi o ossidati)
– conservanti ed additivi alimentari (es. nitrati e nitriti)
– inalazione di monossido di carbonio (gas di scarico di veicoli e industriale)
– costipazione cronica
– bere o bagnarsi in acqua clorata
– radiazioni di ogni tipo (raggi X, gamma ,ultravioletti, ecc…….)
– stress accumulato
– bevande caffeiniche (caffé, the, cola…..)
– consumo eccessivo di zuccheri raffinati e dolci con molti zuccheri
– Vaccini: uno dei meccanismi in causa, secondo il dott. Moulden, è un’instabilità elettrostatica del flusso sanguigno che impedisce la dinamica circolatoria e perciò la distribuzione di ossigeno e sostanze nutrienti attraverso le circa 60.000 miglia di vasi capillari, una distribuzione necessaria per la vita, la guarigione, la funzione delle cellule e la salute.
L’eccesso di uno o più fattori di rischio in un persona sana non provoca grandi conseguenze, salvo con i Vaccini, ma comunque nel tempo può creare accumulo o interagire con altri fattori. vedi anche alterazione del pH digestivo
Aterosclerosi
Ha assunto proporzioni epidemiche: la maggior parte degli individui sopra i 30 anni all’esame autoptico evidenzia problemi aterosclerotici che iniziano in giovane età e progrediscono nell’arco della vita. Quando si formano le placche in punti importanti della circolazione, i coaguli di sangue possono ostruire il lume interrompendo il flusso con conseguente attacco cardiaco, colpo apopletti-co o gangrena a seconda della localizzazione dell’evento. Spesso sono le placche che crescono fino ad ostruire l’arteria.
Le sostanze che costituiscono la placca ateromatosa sono: fibre, collagene, fosfolipidi, trigliceridi, colesterolo, mucopolisaccaridi, proteine estranee, metalli pesanti, specie quelli dei Vaccini, tessuti muscolari e detriti cementati dal calcio.
All’origine delle principali malattie cardiovascolari abbiamo una distrofia (crescita cellulare anomala) della parete muscolare media delle arterie, che fisiologicamente permette alle arterie di dilatarsi e contrarsi a seguito dell’azione di pompa del cuore, può contrarsi a seguito di stress aumentando la pressione sanguigna per portare più nutrienti e ossigeno in specifici distretti del corpo per avere più energia utile (es. reazione di “attacco e fuga”).
Le cellule della parete muscolare sotto svariati stimoli tossici possono subire una mutazione che le fa proliferare in maniera atipica (diversa dal fisiologico ciclo di crescita cellulare) formando una pic-cola neoformazione benigna frutto di mutazione cellulare. Questa crescita può produrre un’escrescenza sulla parte arteriosa fino a rompere la tonaca interna.
Come reazione di riparazione il sangue deposita fibrina che attira minerali (soprattutto calcio) per gradiente elettrico, che a loro volta attirano lipidi sulla lesione, gradualmente si depositano detriti circolanti e tra gli ultimi il colesterolo.
Se il sistema immunitario e’ valido, può identificare la cellula mutante come “non self” (cellula non propria) e innescare una risposta anticorpale risolvendo completamente il problema. Se il sistema immunitario e’ depresso (es. amalgami dentali, e soprattutto i Vaccini, cattiva alimentazione, stress….), non riesce a contrastare il processo e si verificano le patologie cardiocircolatorie.
Questa sommaria spiegazione serve a capire l’importanza dei fattori di rischio così frequenti ai giorni nostri…
L'”oro rosso” naturale, che diluisce le vene varicose:
Se soffrite di cattiva circolazione, vene varicose, gambe pesanti o emorroidi, continuate a leggere.
Esiste una sorta di “venotonico naturale” che fa miracoli sia per le donne che per gli uomini. Come se cancellasse le vene varicose e diluisse le vene danneggiate. Tutto si basa in gran parte su un fenomeno naturale unico.
Succede solo una volta all’anno.
Verso la fine di settembre, una pianta molto speciale diventa ricca di polifenoli, tannini, antocianosidi e flavonoidi…Poi assume un colore “rosso sangue”…
Ed è allora che diventa una grande risorsa per il sistema circolatorio.
Da 25 anni gli scienziati sanno come i micronutrienti di questa pianta straordinaria agiscano sul nostro sistema circolatorio.
Le sue foglie sono così finemente dettagliate da sembrare quasi un pizzo.
Questo “tesoro della natura” è la Vitis Vinifera.
È nota anche come “vite del tintore” o vite rossa.
Nel XV secolo a.C., i Greci lo consideravano un simbolo di civiltà1. Più tardi, nel Medioevo, i medici trasformarono il frutto in “vini medicinali”. Ma si sbagliavano…
Perché nel XVII secolo i medici si resero conto che il vero tesoro di questa pianta non era nascosto nei suoi frutti… ma all’interno delle sue foglie.
Affinché questo funzioni, è necessario raccoglierle quando sono piene di molecole preziose.
Tra la fine di settembre e la fine di ottobre, all’inizio dell’autunno, quando il colore rosso delle foglie si intensifica e comincia a diventare un pò bordeaux.
Questo è il momento in cui contengono la maggior quantità di antocianosidi, polifenoli e flavonoidi.
Questo agisce sulla salute delle vene e contribuisce a ridurre i sintomi associati all’insufficienza venosa2.
I loro benefici sul sistema circolatorio sono noti da oltre 15 anni e sono stati scientificamente provati.
Già nel 2003, un piccolo gruppo di ricercatori tedeschi ha pubblicato uno studio sull’effetto delle foglie di vite rossa sui sintomi dell’insufficienza venosa3.
-59% di dolore alle gambe in 6 settimane!
59 uomini e donne, di età compresa tra i 25 e gli 82 anni, che soffrivano di dolori e disturbi alle gambe sono stati divisi in 2 gruppi:
Il primo gruppo ha ingerito un estratto secco di vite rossa;
Il secondo gruppo ha assunto un semplice placebo.
Che cosa è successo?
In soli 45 giorni, i ricercatori hanno osservato risultati spettacolari nel primo gruppo:
– Sensazione di gambe pesanti: – 55%.
– Tensione alle gambe: – 56
– Formicolio, spilli e aghi: – 53%
– Dolore: – 59%.
E non è tutto.
Un altro studio clinico ha dimostrato che la vite rossa ha ridotto significativamente la “circonferenza” delle gambe in sole 12 settimane4.
Avete letto bene: le “gambe grosse” divengono più sottili !
Infatti, è per tutti questi effetti che la naturopata che tutti vogliono, Caroline G***, prescrive sempre la vite rossa ai suoi pazienti che soffrono di gambe pesanti5.
Anche l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ne riconosce ufficialmente l’efficacia: nel “trattamento dell’insufficienza venosa, delle vene varicose, della fragilità capillare, nonché delle ustioni e delle irritazioni dovute alle emorroidi”.
Ma una scoperta molto recente va ben oltre.
Emorroidi o problemi di circolazione sanguigna: cosa c’è di “sbagliato” nel vostro corpo
Sapete cosa provoca gambe pesanti… vene varicose… crampi ai polpacci… emorroidi ?
Tutti questi sintomi hanno la stessa origine: l’insufficienza venosa.
Il sangue fatica a “risalire la corrente” per tornare al cuore dopo essere andato a irrigare la parte inferiore del corpo.
Di conseguenza, il sangue rimane bloccato nel punto sbagliato.
Ristagnando, esercita una pressione significativa sulle pareti delle vene, che si degradano.
La vena si allarga e si deforma: diventa “contorta” e appare sulla superficie della pelle.
Quando si tratta dei vasi sanguigni delle gambe, si parla di vene varicose.
Quando si tratta dei vasi del retto o dell’ano, si parla di emorroidi.
Qualunque sia il luogo, il meccanismo coinvolto è lo stesso.
In Europa si stima che 1 adulto su 3 soffra di insufficienza venosa6.
Dopo i 50 anni, la situazione peggiora sempre di più.
Le pareti dei vasi sanguigni invecchiano e si deteriorano.
Le vene non sono più elastiche come un tempo e si deformano più facilmente.
La menopausa nelle donne e l’andropausa negli uomini comportano spesso un aumento di peso. I tessuti adiposi aumentano la pressione nelle gambe, comprimendo le vene e impedendo il ritorno venoso.
Questo fa sì che le vene varicose crescano, si espandano e sporgano dalla gamba come se stessero per esplodere.
Un’altra preoccupazione: con l’età si digerisce meno bene e si soffre più spesso di stitichezza.
Cosa c’entra tutto questo?
La stitichezza aumenta la pressione sanguigna nelle vene del retto e dell’ano…
Conseguenza: favorisce gli attacchi emorroidali. Per le emorroidi, la crema o l’unguento da applicare localmente, che controllerà l’infiammazione e anestetizzerà il dolore.
Spesso, il primo riflesso quando qualcuno lamenta gambe pesanti o vene varicose è quello di utilizzare calze a compressione: esse esercitano una pressione sulle gambe per “stringere” le vene ed evitare che il sangue ristagni.
Per le varici, quando il dolore diventa troppo insopportabile, si immergono i piedi o la sedia in una bacinella di acqua fredda e ci si dice che “passerà”.
Oppure si alzano i piedi a letto, sperando di favorire il ritorno venoso e di svegliarsi il giorno dopo senza quelle orribili vene varicose sui polpacci o sulle cosce.
Naturalmente si tratta di buoni “consigli”. Ma molto spesso non sono sufficienti.
È necessario trattare il problema direttamente dall’interno del corpo.
Perché se non si fa nulla: i problemi circolatori possono portare a complicazioni tragiche.
Può portare ad attacchi di cuore, ictus, ecc.
Alcune persone finiscono su una sedia a rotelle o addirittura subiscono l’amputazione di una gamba. Penserete che stiamo esagerando ?
Ma è quello che è successo ad un francese di circa 50 anni7.
Siamo ad Amiens, in Francia, nel settembre 2006, sono le 10 circa del mattino.
Egli ha un appuntamento con il suo flebologo per alcune piccole vene varicose che gli danno fastidio sulla gamba destra.
Niente di troppo grave.
Il flebologo decide di eseguire una sclerosi.
Si tratta di una procedura abbastanza benigna, che consiste nell’iniettare una sorta di “schiuma” nella vena malata per distruggerla… e far scomparire la vena varicosa.
La stessa cosa può essere fatta per le emorroidi.
Ma quel giorno le conseguenze, furono drammatiche.
Appena 10 minuti dopo aver lasciato lo studio medico, avvertì un forte dolore nel punto in cui il medico gli aveva fatto l’iniezione.
Poche ore dopo, la situazione divenne critica: riusciva a malapena a camminare.
Alle 13.15, tre dita dei piedi cambiano gradualmente colore e diventano nere.
A metà pomeriggio, in preda al panico, ha chiamato il medico SOS, che gli ha prescritto un trattamento antinfiammatorio.
Il mattino seguente, le condizioni del piede peggiorarono, è stato portato d’urgenza in clinica.
Fu dimesso un mese e mezzo dopo: La gamba destra è stata amputata appena sotto il ginocchio.
Fortunatamente, incidenti tragici come questo sono rari.
E a volte, quando la situazione è troppo grave, o quando c’è una predisposizione genetica, questi interventi sono difficili da evitare.
Il primo “tesoro” per la salute di chi soffre di insufficienza venosa, come ho detto, è la vite rossa.
Ma vedrete che c’è ancora di più.
Ricordate quando eravate bambini e per sbaglio avete calpestato le ortiche?
Per diversi minuti, si è avuta la sensazione di frustare il sangue!
Abbiamo tutti un brutto ricordo.
E questo contribuisce alla cattiva reputazione di questa erba pazza.
Tuttavia, l’ortica ha proprietà eccezionali per alleviare le persone che soffrono di cattiva circolazione.
Guardate al microscopio:
È come se migliaia di mini aghi venissero a “pungere” i nostri vasi sanguigni per dire loro di svegliarsi e di ritrovare un po’ di “tono”.
Fa male… ma è una bella sensazione!
Già in epoca romana, le guarnigioni legionarie usavano mazzetti di ortiche per fustigare le gambe e attivare la circolazione sanguigna e il riscaldamento !
Conoscevano già le fenomenali proprietà di questa pianta… anche se il modo in cui la usavano era un po’ arcaico.
Qualche anno fa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha riconosciuto i benefici dell’ortica nel favorire la circolazione venosa e il benessere circolatorio.
E per “potenziare” la circolazione venosa, c’è un’altra pianta che proviene anch’essa dalla medicina tradizionale.
Si tratta di piccole bacche rosse e aspre che assomigliano un po’ alle ciliegie.
I Maya li usavano sotto forma di succo per rafforzare le difese dell’organismo e per prevenire e curare molte malattie.
Ed a metà del XX secolo, durante una spedizione nella giungla, i ricercatori sudamericani si resero conto delle formidabili proprietà di questi piccoli frutti.
Hanno scoperto che queste bacche rosse contengono in realtà un’eccezionale quantità di vitamina C.
Fino a 32 volte più vitamina C che in un’arancia !
Come avrete capito, si tratta di frutti di acerola.
Riporto di seguito alcune delle indicazioni ufficiali sulla salute approvate dalle autorità sanitarie europee (EFSA) sui benefici di questo “nutriente stellare “8 .
Dopo aver esaminato i dati scientifici, hanno stimato che la vitamina C contribuisce a:
– la normale formazione del collagene necessario per il normale funzionamento di vasi sanguigni, ossa, cartilagine, pelle, denti e gengive
– normale metabolismo energetico
– il normale funzionamento del sistema nervoso
– normali funzioni mentali
– il normale funzionamento del sistema immunitario
– riduzione della fatica
– rigenerazione della vitamina E nella sua forma ridotta
– l’assorbimento digestivo del ferro
– protezione delle cellule dai radicali liberi (effetto antiossidante)
E non parlo delle ricerche in corso sulla sua azione nel ridurre i rischi cardiovascolari.
Ma la vitamina C è ancora più importante.
Questa molecola funge da scudo per i vasi sanguigni.
Senza di essa, le pareti delle arterie e delle vene tenderebbero a… marcire, come questa vecchia mela.
I colpevoli sono i cosiddetti “ radicali liberi”.
Si tratta di molecole invisibili a occhio nudo, ma che provocano molti danni.
Allo stesso modo in cui i radicali liberi rosicchiano la mela, essi danneggiano la pelle, gli organi e le pareti dei vasi sanguigni.
Reagendo con le proteine che trasportano il colesterolo “cattivo” nel sangue, i radicali liberi favoriscono i depositi sulle pareti delle vene e delle arterie.
Questi residui formano “tappi” che causano l’infiammazione dei vasi sanguigni e ostacolano il flusso del sangue.
Ciò aumenta il rischio di trombosi venosa, embolia polmonare, ictus ischemico, infarto del miocardio o attacco cardiaco.
Per questo motivo, da alcuni anni molti flebologi prescrivono ai loro pazienti affetti da disturbi circolatori un trattamento antiossidante.
Una delle molecole antiossidanti più potenti oggi conosciute è il coenzima Q10.
I ricercatori non possono crederci: le loro arterie sono più giovani di 20 anni!
Uno studio pubblicato nel 2018 sulla rivista scientifica dell’American Heart Association ha condotto uno studio per misurare l’impatto dell’integrazione di coenzima Q10 sulle malattie cardiovascolari9.
11 uomini e 9 donne di età compresa tra 60 e 79 anni sono stati suddivisi in 2 gruppi:
Per 6 settimane, la metà di loro ha assunto un integratore di 20 mg al giorno di coenzima Q10.
Gli altri hanno assunto un placebo.
Alla fine dell’esperimento, i ricercatori della University of Colorado Boulder Research hanno invertito i due gruppi.
I risultati sono stati sorprendenti: durante l’integrazione, la dilatazione delle arterie degli uomini era aumentata del 42%.
Era come se le loro arterie fossero diventate “più giovani di 15-20 anni”!
Questo miglioramento è stato anche associato dai ricercatori a una riduzione del 13% del rischio di malattie cardiovascolari.
“Questo è il primo studio clinico che convalida l’efficacia del [coenzima Q10] sulla funzione vascolare umana”, ha dichiarato il ricercatore Matthew Rossman, autore principale dello studio.
Sono disponibili queste piante ?
Gli estratti di vite rossa e di ortica essiccata sono facilmente reperibili, ma fate attenzione alla qualità di questi prodotti.
Scegliete un laboratorio di cui vi potete fidare, puntate sul “made in France”.
E se possibile, prendete prodotti “biologici”.
È un po’ più difficile trovare l’acerola o il coenzima Q10.
La buona notizia è che il laboratorio Serenalpes, che talvolta consiglio, ha sviluppato una formula che contiene questi 4 ingredienti naturali, oltre alle vitamine B6 e B9.
Per quanto ne so, si tratta di una formula totalmente pensata per tutti coloro che vogliono agire sui disturbi venosi e sulla circolazione sanguigna:
– Vite rossa biologica
– Ortica biologica
– Acerola biologica
– Coenzima Q10
– Vitamina B6
– Vitamina B9
Se volete stimolare la circolazione venosa, proteggerla dalle malattie o se già soffrite di disturbi venosi, potete provare questa formula.
Se siete incinte o state allattando, vi consiglio di chiedere al vostro medico se potete assumere questa combinazione di ingredienti.
È possibile ordinarla direttamente dal loro sito web: non credo sia già disponibile altrove.
Fonti e riferimenti :1. https://dumas.ccsd.cnrs.fr/dumas-01090470/document
2. https://wwwvidal.fr/parapharmacie/phytotherapie-plantes/vigne-rouge-vitis-vinifera-tinctoria.html
3. Schaefer, Eckhard; Peil, Hubertus; Ambrosetti, Lara; Petrini, Orlando (2003). Oedema Protective Properties of the Red Vine Leaf Extract AS 195 (Folia vitis viniferae) in the Treatment of Chronic Venous Insufficiency. Arzneimittelforschung, 53(4), 243–246. doi:10.1055/s-0031-1297103
4. H. Kiesewetter; J. Koscielny; U. Kalus; J. Vix; H. Peil; O. Petrini; B. Toor; C. Mey (2000). Efficacy of Orally Administered Extract of Red Vine Leaf AS 195 (folia vitis viniferae) in Chronic Venous Insufficiency (Stages l-ll). , (), –. doi:10.1055/s-0031-1300174
5. Dossier Académie de Phytothérapie : Retour veineux, mon protocole pour des jambes légères.
6. Statistique issue de l’Étude Ifop pour SIGVARIS GROUP France, “Les Français et leurs jambes”, avril 2020. Accessible à l’adresse https://www.ifop.com/wp-content/uploads/2020/05/Sigvaris-DP-IFOP-VDEF.pdf
7. https://www.20minutes.fr/societe/794366-20110926-amiens-ampute-jambe-varice
8. https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.2903/j.efsa.2010.1815
9. Matthew J. Rossman, Jessica R. Santos-Parker, Chelsea A.C. Steward, Nina Z. Bispham, Lauren M. Cuevas, Hannah L. Rosenberg, Kayla A. Woodward, Michel Chonchol, Rachel A. Gioscia-Ryan, Michael P. Murphy, Douglas R. Seals. Chronic Supplementation With a Mitochondrial Antioxidant (MitoQ) Improves Vascular Function in Healthy Older Adults. Hypertension, 2018; HYPERTENSIONAHA.117.10787 DOI: 10.1161/HYPERTENSIONAHA.117.10787
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Le placche aterosclerotiche si sviluppano in poco tempo – Apr. 2011
Il risultato è stato ottenuto con un’ingegnosa tecnica di datazione al carbonio 14, che ha consentito di datare le lesioni aterosclerotiche
Le placche aterosclerotiche si formano in un tempo abbastanza breve, di 3-5 anni, e in una fase tardiva dell’esistenza: è quanto affermano in un articolo pubblicato sulla rivista PLoS ONE i ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia.
Il risultato è stato ottenuto con un’ingegnosa tecnica di datazione al carbonio 14, utilizzato da molto tempo in archeologia e in geologia, andando a cercare i residui di questo isotopo presenti in atmosfera, la cui abbondanza è cresciuta rapidamente in seguito ai test atomici a terra eseguiti negli anni Cinquanta e Sessanta per poi diminuire in modo graduale.
Ora proprio questo fenomeno può essere sfruttato per determinare quando è stato sintetizzato un tessuto biologico, anche in epoca relativamente recente.
Gli studiosi hanno raccolto campioni di placche aterosclerotiche durante gli interventi chirurgici per stenosi dell’aorta effettuati presso lo Stockholm South General Hospital (Södersjukhuset).
I pazienti erano stati ricoverati a causa delle lesioni carotidee che ostruivano il flusso sanguigno verso il cervello, causando i sintomi del cosiddetto attacco ischemico transitorio (TIA) che in alcuni casi ha portato all’ictus.
“Quello che ci aspettavamo era che le placche fossero notevolmente più vecchie. I pazienti avevano un’età media di 68 anni all’epoca degli interventi, mentre le placche non erano più vecchie di 10 anni”, ha spiegato Johan Björkegren, che ha guidato lo studio per il Dipartimento di biochimica e biofisica.
Un altro dato estremamente interessante è la limitata variabilità dell’età delle placche, il che fa ipotizzare che la loro formazione sia avvenuta durante un periodo di tempo relativamente breve e entro pochi anni prima dell’operazione. Se queste conclusioni verranno confermate, potrebbe aprirsi una nuova prospettiva terapeutica per l’interruzione della formazione delle lesioni aterosclerotiche prima che vi siano manifestazioni cliniche. (fc) – Tratto da lescienze.espresso.repubblica.it
Consideriamo alcuni fattori di rischio:
Radicali liberi: Sono frammenti molecolari che reagiscono rapidamente e aggressivamente sulle molecole dell’organismo formando nuovi atomi squilibrati che penetrano nel DNA cellulare producendo cellule mutate con crescita incontrollata……Distruggono le membrane cellulari, gli enzimi, il DNA……
I radicali liberi si producono nell’organismo dalla scomposizione di molti composti chimici :
– catrame del fumo
– grassi insaturi soprattutto ossidati
– inalazione di prodotti chimici tossici come il tetracloruro di carbonio (nei prodotti della pulizia della casa) e monossido di carbonio (dalla combustione di idrocarburi)
– stitichezza (libera nel sangue per assorbimento intestinale 3-metil colantrene)
– additivi alimentari e conservanti chimici come nitrati e nitriti (formano le nitrosammine)
– acqua contenente metalli tossici e cloro (può produrre cloroformio)
– derivati del petrolio (nei farmaci, coloranti artificiali, smog……….)
– alcool
– Cadmio e metalli pesanti che possono essere assunti involontariamente in varie forme..
– Inoltre anche l’esposizione a radiazioni (raggi X, Gamma, UVA in eccesso…)
I radicali liberi danneggiano il collagene (sostanza di connessione delle cellule) causando la perdita di elasticità dei tessuti. La pelle raggrinzita, rigidità delle articolazioni e pressione sanguigna alta sono spesso il risultato di questa degenerazione. In base a questo fenomeno si può fare un semplice test per valutare questo danno : stendete una mano in posizione rilassata a palmo in giù, stringete la pelle del dorso formando una piega verso l’alto e rilasciate questa piega.
Se il danno è minimo o la situazione è normale si osserva che la pelle si spiana immediatamente, mentre se c’è un danno del collagene la pelle impiegherà qualche secondo per tornare alla posizione originale.
Particolare attenzione va posta nella valutazione dei grassi e oli come coefficiente di rischio.
Grassi e Olii:
Il condimento principe per ogni tipo di dieta è l’olio extravergine di oliva che è un olio insaturo, ma gli oli insaturi sono chimicamente instabili e più un olio e’ insaturo e maggiore è la sua instabilità che favorisce la formazione chimica di radicali liberi. Il calore favorisce l’instabilità dell’olio, ma tutti gli oli insaturi sono ottenuti con lavorazione a caldo; anche l’olio” pressato a freddo” viene prodotto a temperatura leggermente superiore a 100°C per consentire l’estrazione dal seme.
Inoltre lo stesso invecchiamento dell’olio porta a fenomeni ossidativi che aumentano l’instabilità.
Prima del 1920 l’incidenza di fenomeni cardiocircolatori era bassa (nei paesi industrializzati) pur con un grande consumo di grassi saturi(burro, uova, carne di manzo, maiale e derivati…).
Con l’aumento del consumo di grassi poliinsaturi (oli vegetali, margarina, grassi trattati in maniera industriale…..) l’incidenza di queste malattie è aumentata in maniera progressiva poiché sono chimicamente instabili e con il calore e l’aria si ossidano rapidamente formando radicali liberi.
In sintesi è consigliabile assumere oli e grassi di qualità e non conservati a lungo…..
Colesterolo: Rappresenta una frazione dei lipidi (grassi) circolanti nel sangue.
Si distingue in colesterolo “buono” o HDL (lipoproteine ad alta densità) che è compatto e denso per cui può scivolare senza difficoltà nei vasi e colesterolo cattivo o LDL (lipoproteine a bassa densità) che essendo leggero e “gonfio” può più facilmente ostruire i vasi soprattutto dove esistono strozzature o irregolarità della parete (es. ateroma).
Svolge molte funzioni vitali nella biochimica dell’organismo e non è il fattore di rischio più importante, poiché, come già detto e’ tra gli ultimi elementi che partecipano alla formazione della placca ateromasica.
Paradossalmente aiuta ad ingrassare i produttori di farmaci ipocolesterolemizzanti….
A proposito và detto che l’80% delle persone colpite da attacco cardiaco non presentavano prima elevati livelli serici di colesterolo inoltre è l’unico agente antiossidante che l’organismo produce.
Concludendo ritorniamo alla soluzione che l’unica vera prevenzione delle malattie cardiovascolari è una corretta alimentazione (Crudismo in Emodieta) e un sano esercizio fisico cercando di evitare i fattori di rischio.
Bibliografia:
– La depurazione vascolare nutrizionale di D. Rowland, Phd, “The nutritional Bypass Health”, Naturally Publications Inc. 1995
Carboidrati e malattie cardiovascolari e NON solo…..(per i troppi zuccheri e poche proteine e grassi)
E’ ampiamente riconosciuto che i fattori dietetici svolgano ruoli importanti nello sviluppo delle malattie cardiovascolari: in base ad uno studio svolto in Corea, è stato dimostrato che un’assunzione di carboidrati (anche se non superiore a quella prevista dalle Dietary Reference Intakes – DRI) risulta significativamente associata NON solo a diabete mellito e bassi livelli di HDL-C nel sesso femminile, il che suggerisce che il miglioramento delle abitudini alimentari potrebbe costituire un importante approccio alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, diminuendone i fattori di rischio.
Gli altri fattori associati a un eccesso di carboidrati nelle donne comprendono BMI, ipertensione, glicemia a digiuno e trigliceridemia. Nel sesso maschile, comunque, solo i livelli di colesterolo totali sono risultati associati a un’elevata assunzione di carboidrati.
Tratto da: Int J Cardiol online 2008, pubblicato il 13/11/2008
Micrografia elettronica a scansione colorata (SEM) di un eritrocita in un capillare. Ingrandimento x9000, la lente è posta a 10cm dal globulo rosso.
Ecco le proporzioni fra un capillare della microcircolazione ed un globulo rosso….capite che è facile non avendo un sangue ben fluido e pieno di sostanze nutritive non tossiche, ma ricco di zuccheri, grassi e calcio, sostanze vaccinali tossiche, si possano somatizzare, ictus, ischemie, ecc., nel microcircolo anche cerebrale….con pericolo di morte..
IMPORTANTE:
Se non esiste il colesterolo buono e/o cattivo, quale è allora il vero problema ?
Il problema sta nello stress ossidativo e nei radicali liberi (tossine).
Non sono le lipoproteine LDL in sé il mostro cattivo, ma piuttosto le LDL ossidate, che diventano pericolose in quanto alterate.
Cos’è che altera le LDL ?
Una sistematica assunzione di cibi inadatti al sistema gastrointestinale umano: cibi carnei, cibi grassi, ma anche cibi industriali e raffinati, cibi acidificanti, cibi indigesti, cibi concentrati, cibi spazzatura, cibi devitalizzati, cibi zuccherati, cibi salati, cibi arricchiti, cibi integrati, cibi irradiati, cibi conservati, cibi cotti.
Questi sono i veri responsabili dei guai.
Quindi ciò significa che sono le intossicazioni con i troppi grassi delle proteine specie animali, farmaci, soprattutto i Vaccini + le Infiammazioni ed occlusioni delle arterie dovute al alimentazione inadatta e protratta per diverso tempo, a generare questi problemi di circolazione e cardiaci….non il colesterolo, buono o cattivo….tanto caro a Big Pharma…per vendere i suoi prodotti…
I problemi stanno tutti nelle infiammazioni ed occlusioni delle arterie e pertanto occorre focalizzare la nostra attenzione sui fattori di infiammazione e non sul colesterolo.
Ora non è il caso di passare dalla demonizzazione del colesterolo alla esaltazione del medesimo. Certo è che le notevoli differenze esistenti tra individuo e individuo dipendono dagli stili di vita, specie alimentari.
Lo stato di salute e di benessere si verifica ancora una volta sulla situazione reale, sul sentirsi bene, sulla resa fisica e intellettuale di breve e lungo periodo, più che sulle tabelle numeriche.
I tre Test per capire la vera situazione cardiovascolare
Quali sono allora i veri indicatori dei problemi cardiovascolari, se mettiamo in disparte il colesterolo ?
Le ultimissime posizioni parlano di tre test specifici che sono:
1 – Test sull’omocisteina nel sangue, che deve stare ai minimi livelli possibili (valori medi 5-15 micromol/L (ma già a livello 12 c’è di che preoccuparsi).
2 – Test sul grado di calcificazione presente nelle coronarie (valutazione della placca arteriosa).
3 – Test della PCR, ovvero la proteina C reattiva (che sta ad indicare il grado di ossidazione dell’organismo, e che non dovrebbe superare i 10 mg/L (test correlato con la VES (test sulla velocità di eritro-sedimentazione).
vedi sull’Omocisteina questi importanti dati:
http://www.ipnosiregressiva.it/blog/587/non-devi-sapere-che-esite-lomocisteina-perche-un-amminoacido-che-smaschera-il-business.html
La cronica carenza di vitamina C ed E, ovvero la cronica carenza di frutta e verdure CRUDE
Certo che una cosa rimane chiara ed essenziale, ed è che gli eccessi di colesterolo LDL ossidato, gli eccessi di omocisteina, l’eccesso di lipoproteine Lp(a) che ispessiscono le arterie, sono tutte dovute a stress ossidativo e a carenza di semplici antiossidanti naturali, ovvero di vitamina C ed E naturale, ovvero di frutta e verdura crude.
Cronica carenza di antiossidanti, di bioflavonoidi, di polifenoli, di glutatione e ubiquinone
Certo è che altri antiossidanti essenziali come i bioflavonoidi (che stanno in tutti i frutti colorati di rosso, di bianco, di verde, di giallo e di violetto) e i polifenoli (delle bucce e dei semi d’uva, ad esempio), il glutatione, e l’ubiquinone o coenzina Q10 (delle nocciole, delle arachidi e dell’avocado), sono importantissimi per mettere l’organismo al riparo dalle malattie cardiache.
By Valdo Vaccaro (Igienista)
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VASCULITE
La Vasculite (conosciuta anche come Angite): E’ una lesione delle pareti dei vasi sanguigni con tutte le conseguenze (Vas: il vaso, corrisponde alla parola tedesca”Vase”, Blumenvase: corrisponde a vaso di fiori ect.)
Spasmi Vascolari (o Angiospasmi): Crampi che riguardano le pareti dei vasi sanguigni.
Quelli che una volta spesso finivano in una istituzione psichiatrica
– Vedere la nota numero 1
Ipossia: un insufficienza di ossigeno pericolosa
“Le persone arrivano malati dalle esposizioni alle sostanze chimiche tossiche nella casa, nel posto di lavoro, al chiuso e all’aperto. Talvolta essi soffrono in silenzio, mentre l’allegria della vita è diminuita, mentre la loro carriera è finita, e i meccanismi del corpo diventano disfunzionali. E essi non si rendono conto che c’è un collegamento tra l’esposizione e le malattie chimiche.
Molte di queste problematiche sono prevenibili. Istruzione è la chiave della prevenzione. Un problema esiste come vasto solo se non è noto in questo momento. Ma ognuno è in pericolo. Nessuno è al sicuro. Non l’autore. Non il lettore. Non chiunque….”
By (Jacob B). Berkson, Attorney at Law, Maryland, USA, in “Canary’s Tale”, 1996)
Il rischio e l’esito infausto dei nostri disturbi moderni del flusso sanguigno.
Una lesione dei vasi sanguigni non infettiva (la Vasculite) è un danneggiamento delle pareti dei vasi sanguigni reattiva.
Può essere scatenata dalle più diverse cause e meccanismi. La sintomatologia dei conseguenti disturbi del flusso sanguigno è diversa a seconda dei diversi organi colpiti. La vasculite può colpire la pelle, le mucose, la muscolatura, i reni, lo stomaco, l’intestino, il fegato, il cuore, il cervello, il midollo spinale, i sistemi autonomi e endocrini (ormonali), le articolazioni e altri organi e procurarvi delle lesioni importanti e dei disturbi funzionali altrettanto gravi.
All’inizio compaiono dei sintomi comuni infiammatori come: la Congiuntivite (rappresenta uno stato infiammatorio a carico della congiuntiva) e la Sclerite, (che e’ l’infiammazione della sclera oculare, è il cosiddetto “bianco dell’occhio”: si tratta di una membrana fibrosa opaca che costituisce i 5/6 della tunica esterna del bulbo oculare, il cosiddetto “l’occhio rosso”), la Rinite e la Sinusite (il naso e le cavità paranasali), la stomatite (infiammazione alle mucose della bocca) incluso ogni tipo di esantema della pelle, Orticaria, (cioè detta la malattia dell’ortica) e gli Edemi (i rigonfiamenti dati dall’intolleranza istaminica), dolori alla testa, alla schiena e una rilevante stanchezza.
In seguito si aggiungono tra l’altro anche: disturbi all’udito e tinnito, disturbi alla vista e all’udito poco chiari, aumento o diminuzione di peso, sudori notturni, una generale debolezza, oppure una generale eccitazione, una “Mononeurite Multipla” (specialmente una Polineuropatia del sistema sensibile autonomo), parestesie (formicolii) così come anche la “sindrome Restless- Legs” (cosiddetta Sindrome Gambe Inquiete) o la “sindrome Burning-Feet” (Sindrome dei Piedi Brucianti).
Infine compaiono: i “reumatismi” (Collagenosi: dolori alle parti molli, ai muscoli, alle articolazioni), la cosidetta “Sindrome Regionale Complessa- Komplex Regionales Schmerzsyndrom”, (CRPS, “Sudeck” (Atrofia o Distrofia di Sudeck) – un dolore continuo di cui non si conosce la causa), compaiono problemi allo stomaco e all’intestino, diarree, edemi, micro-ematuria (tracce di sangue nelle urine, le prime lesioni ai reni), inoltre una aumentata sedimentazione del sangue, ipoclicemia (cioè insufficienza di zuccheri, data dalla intolleranza allo zucchero con trigliceridemia reattiva), una inquietudine interna, tremore o vibrazioni interne, disturbi nel ritmo cardiaco, angina pectoris, una propensione pericolosa alle trombosi di tutti i tipi ( –a tutti i vasi sanguigni- a tutti gli organi!), una insufficienza respiratoria in un sistema bronchiale iperreattivo (condizioni simili all’Asma), una stanchezza abnorme, ma anche insonnia, disturbi aumentati nella concentrazione e nella coordinazione u.v.a.m.
Un inciso:
Il glucosio (zucchero) è un alimento nobile soprattutto per le cellule nervose, ma non per le cellule degli altri tessuti, muscoli, ecc., perché queste ultime si nutrono di lipidi (grassi).
La vecchiaia e una perdita della capacita di produrre la melanina (vedi BioElettronica), assieme alla lenta acidosi progressiva che si accumula negli anni con la perdita dei bicarbonati (pH basico).
I sintomi clinici di una vasculite (del disturbo del flusso del sangue) variano a seconda dello sviluppo della malattia e degli organi interessati.
L’assunzione di farmaci (NdR: e particolarmente i VACCINI) o di droghe o l’inalazione di sostanze chimiche sono le cause principali di una vasculite grave (cioè del disturbo della circolazione sanguigna).
Questi disturbi della circolazione sanguigna causati da sostanze chimiche (cioè non infettivi) con lesioni alle pareti dei vasi – conducono attraverso la stimolazione chimica – a spasmi pericolosi dei vasi e quindi a una completa interruzione del flusso sanguigno e alla Ischemia (cioè alla deficienza di ossigeno acuta e grave) negli organi colpiti come la muscolatura, le articolazioni, il cuore, il cervello, i reni, lo stomaco, l’intestino – con conseguenze fatali. Queste malattie complesse e il loro sviluppo sono ancora oggi legate a diagnosi sbagliate.
Nel caso della “Vasculite Sistemica” generalizzata sono colpiti i vasi sanguigni di tutti i tipi e di tutte le dimensioni – in organi interi, prima di tutto nella muscolatura degli organi, con l’interessamento di organi vitali come il cervello, i polmoni, il cuore i reni, il fegato, il sangue, gli organi dei sensi, eccetera… questi disturbi della circolazione sanguigna sono sempre potenzialmente rischiosi.
Mentre prima (come cose rare) non venivano ne conosciute, ne prese in considerazione nella prassi e nella clinica (lo erano solo allo stadio terminale: infarti cardiaci, emorragie celebrali, etc..) oggi possiamo riconoscere – controllare attraverso la diagnostica adeguata – sempre più spesso e sempre di più in uno stadio latente (come delle Pre-Vasculiti).
A una nuova conoscenza ha contribuito la comprensione della clinica del sistema immunitario, delle malattie autoimmunitarie, la scoperta delle intolleranze multiple (“Pseudoallergie”), delle Amiloidosi ( malattie degenerative dell’albume), delle cosiddette Sindromi dei Capillari che Sanguinano u.v.a.m.
Da ciò è possibile diagnosticare meglio delle vasculiti gravi (nello stadio avanzato) attraverso dei procedimenti per immagini (v.a. la scintigrafia, procedimento neuro-otologico e anche la microscopia elettronica).
Una Vasculite indotta chimicamente (una lesione dei vasi sanguigni) si può contrarre in presenza di (Esposizioni) corrispondenti, relative in ogni età. Con il crescere dell’età cresce anche l’irreversibilità e il grado di gravità della malattia cronica e della menomazione .
Le terapie farmacologiche di una vasculite (sistemica) generalizzata in presenza di una intolleranza acquisita non sono possibili, in particolare perché nello stesso tempo è presenza una intolleranza ai farmaci di un grado altrettanto elevato. Anche i farmaci della medicina naturale e omeopatia, come anche gli “integratori alimentari ” (“Nutrienti” e “Supplementi”) peggiorano la sensibilità e l’intolleranza in maniera notevole.
Dall’altra parte a differenza di quelle neurologiche, i dolori e le malattie vascolari sono curabili da lungo tempo. Tuttavia in nessun campo – questo è comprensibile – i piccoli errori nutrizionali e di cura si pagano così tanto, come in quello delle intolleranze e delle vasculiti.
Le reazioni di intolleranza sono caratterizzate dal fatto che esse imitano le allergie (tuttavia) i meccanismi immunologici sono interessati solo parzialmente . Non si limitano queste reazioni di intolleranza in nessun modo solo ai farmaci, ma possono essere senz’altro scatenate anche da tutte le possibili sostanze nocive.
Le manifestazioni più importanti sono:
– la circolazione (deficienza acuta fino alla reazione anafilattoide)
– il tratto respiratorio (Riniti e sintomi asmoidi simili all’influenza)
– la pelle (Orticaria e altri Esantemi)
– il sistema nervoso (Encefalopatia Vascolare e Mononeurite Multipla).
Eccezionalmente gravidica di conseguenze è una ” Intolleranza Istaminica”, che allo stesso modo non è causata solo da alimenti, ma anche da medicinali, da un gran numero di sostanze chimiche e produce una funzione eccezionalmente rinforzante di effetti nocivi.
Trattamenti farmacologici di tutti i tipi (tradizionali, naturali, omeopatia) peggiorano regolarmente una Pre-Vasculite nella direzione di una vasculite sistemica permanente:
– effetti farmacologici indesiderati (UAWs) – qui si comprendo anche quelle sostanze chimiche volatili biocide (disinfettanti, insetticidi) – che hanno come conseguenza spesso una quadro clinico aggravato di una vasculite sistemica.
La malattia della “Vasculite” si esprime perciò in maniera così variegata, poiché nel corpo ci sono vasi dappertutto. Fondamentalmente una vasculite si può manifestare in tutti gli organi. Ma si rileva prima di tutto dove l’irrorazione del sangue viene interrotta o gravemente compromessa. Questo è il caso soprattutto dei piccoli vasi o di quelli che sono stati precedentemente danneggiati.
Disturbi funzionali in tutti gli organi spesso vengono rilevati contemporaneamente. Questo si può esprimere in una combinazione che viene detta “quadro variegato di disturbi e di sintomi” . Preferibilmente vengono colpite aree irrorate come i reni, la pelle, gli occhi, gli organi dell’udito, i muscoli, il cuore, il sistema nervoso e prima di tutto il sistema autonomo ormonale (endocrino).
Di solito ogni vasculite è preceduta da fasi protrobiche (cioè dalla Pre-Vasculite). Nella vasculite TILT, la Pre-Vasculite è uno stadio preliminare permanente, una predisposizione acquisita a reazioni di intolleranza fatali.
L’Intolleranza alle Sostanze Chimiche perniciosa acquisita (GCI), con la predisposizione alle vasculite specifica generalizzata, è in base alla esperienza medica innanzitutto una reazione acquisita a esposizioni croniche, a prodotti della combustione, in particolare a gas della combustione altamente tossici, polvere fine di pirolisi, a monossido di carbonio. Gli spasmi dei vasi pericolosi (le dilatazioni dei vasi e le paralisi dei vasi) sono effetti tipici pericolosi dell’Ipossia, che ancora una volta è causata da prodotti della combustione di ogni tipo.
Che inseguito anche i biocidi (i pesticidi) o gli idrocarburi volatili, i solventi, i prodotti aromatici o le polveri di metalli pesanti o il mercurio volatile, scatenino simili vasculiti (come la Vasculite da Ipersensitività) e anche spasmi dei vasi in seguito a lesioni e a cicatrici non è affatto sorprendente, ma anzi da aspettarselo.
Sappiamo che i “disturbi” del flusso del sangue (le vasculiti cioè le Vasculopatie), non solo precedono per anni una malattia reumatica grave, una lesione al muscolo cardiaco, un infarto, un diabete, ma nella stessa misura precedono i disturbi neurologici ad eziologia organica, come in particolare una depressione, una sclerosi multipla, un tumore, una epilessia o una malattia di Alzheimer.
Vi sono migliaia di referti che scrivono dei sintomi neurovegetativi, o psichiatrici, sia frequenti che rari, che sono stati scatenati da sostanze chimiche. Noi non sappiamo ne quanto spesso si presentino dei disturbi psichici ad eziologia organica indotti da sostanze, ne sappiamo quanto frequentemente questa diagnosi venga ignorata.
Tuttavia sappiamo da alcuni studi, che i disturbi psichici ad eziologia organica e dei disturbi gravi indotti da tossine, spesso a causa della loro complessità non vengono riconosciuti o male interpretati.
Negli ultimi anni sono state corrette conoscenze essenziali sulla eziologia e la patogenesi della malattia nel suo complesso, anche solo considerato il fatto che, nessuno è immune dai danni alla salute provocati dal fumo, dai gas di combustione e dal monossido di carbonio.
Nessuno è sicuro, tutti sono esposti a questo pericolo; non esiste qui ne resistenza, ne tolleranza, ne immunità o simili.
Per ora, non si tratta solo di misure terapeutiche, ma innanzitutto di misure preventive, quando vengono richiesti degli spazi liberi dal fumo nell’ambiente di lavoro, nella vita privata e in quella pubblica.
Il fumo passivo è secondo delle indagini, in base ai risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti, ancora più pericoloso di quello che fino ad ora si credeva.
Solo considerato il rischio per le malattie cardiache, questo pericolo si raddoppia per gli esseri umani che sono solitamente esposti al fumo di sigaretta, così appunto si dice in questo studio dell’Università di Harvard.
Gli studiosi hanno indagato in un lasso di tempo di 10 anni gli effetti del fumo passivo su più 32.000 donne.
Si è visto dopo questo studio, che il rischio di infarti del miocardio non letali è salito nei fumatori attivi occasionali di un 64%, mentre per quanto riguarda il fumo passivo regolare è salito addirittura del 88%.
Tutto quello che riguarda i nostri malesseri e le nostre malattie è una cosa complessa. Non si può comprendere un dato di fatto complesso semplificandolo. La semplificazione ignora la complessità che determina tutta la nostra vita. Il semplificare e i semplificatori tesiziali ci hanno portato nella più grave crisi del nostro sistema sanitario.
Così non si può continuare.
By C IGCI, 2001.8 Schwinger-Taschanz – Medico Indipendente Svizzero/Tedesco – Informazioni Tossicologiche ( Pubblicate con il permesso dell’autore) – Traduzione dal tedesco Prof. Franco Botarelli – Tratto da: safer-world.org
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PRESSIONE SANGUIGNA – Pressione del sangue
Quale pressione e quanta ?
Una volta tanto, non si guarda alle cause, anche perché nel 90-95% dei casi stabilire la causa dell’ipertensione arteriosa non si può e si parla quindi di ipertensione essenziale (come dire che c’e’ e tanto basta). Anche senza parlare di eziopatogenesi (cioè, appunto, di cause) c’e’ comunque molto da dire su un tema apparentemente limitato come la misurazione della pressione arteriosa.
Una valutazione fondamentale sia al momento della diagnosi sia in seguito, quando si e’ avviata la terapia, per controllare se ha successo oppure se è necessario cambiare strada.
A rendere fondamentale la misurazione periodica c’è soprattutto un fatto: l’ipertensione, in sé, non dà sintomi o disturbi di cui il paziente possa accorgersi e che, quindi, possano metterlo in allarme. A causa di questa circostanza, per inciso, è frequentissimo che il paziente iperteso si dimentichi di assumere regolarmente i farmaci prescritti, finendo quindi con non curarsi. Di fatto, la percentuale dei pazienti la cui pressione è effettivamente tenuta sotto controllo è bassa, dal 15% (come in Italia) al 30%.
Quale pressione ?
Per cominciare, chiariamo i termini: la pressione che qui interessa è quella del sangue che scorre all’interno delle arterie, a sua volta determinata da molti fattori (volume del sangue, gittata del cuore, resistenza del vaso eccetera). L’unità di misura adottata sono i millimetri di mercurio (sigla mmHg). Le pressioni che si misurano sono due: sistolica o massima, che corrisponde al momento in cui il cuore si contrae e pompa il sangue nei vasi, e diastolica o minima, che corrisponde al momento in cui il cuore si dilata per riempirsi. Di conseguenza, la pressione arteriosa si definisce con due valori: diastolica e sistolica scritti nella forma 140/90 mmHg, che si legge “140 su 90”.
La prima misurazione (che non può essere una sola, ma deve essere ripetuta per diversi giorni)
Per concludere che una persona è ipertesa ci si deve basare su più misurazioni effettuate in diverse occasioni, perché la pressione arteriosa è uno di quei parametri fisiologici soggetti a variazioni anche rilevanti nel corso della giornata, così come per effetto di diversi fattori esterni e interni. Detto questo come va condotta la misurazione?
Queste sono le buone regole secondo la letteratura internazionale:
– Il paziente, prima di procedere, deve poter restare seduto qualche minuto in una stanza tranquilla
– Il medico deve usare un bracciale adatto alle dimensioni del braccio
– Se c’è il sospetto di qualche disturbo della circolazione periferica, la misurazione, la prima volta, va condotta su entrambe le braccia – Durante la misurazione, il bracciale deve trovarsi all’altezza del cuore, indipendentemente dalla posizione del paziente
– Negli anziani, nelle persone che soffrono di diabete e in altre situazioni in cui e’ probabile una diminuzione della pressione in posizione eretta la pressione va misurata in piedi.
Tratto da: dica33.it
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Ipertensione, in studio ruolo nitrati assunti con le verdure (crude)
L’efficacia dei nitrati inorganici nell’ipertensione dipende dall’enzima nitrito reduttasi nei globuli rossi, e questo supporta il concetto che l’aggiunta di nitrati alla dieta è una strategia antipertensiva semplice, efficace ed economica
Lo sostiene Andrew Webb, professore di farmacologia cardiovascolare al King’s college di Londra, Regno Unito, e coautore di un articolo pubblicato su Hypertension. «Il nitrato inorganico è presente in molte verdure, specie quelle a foglia verde e le barbabietole» spiega il farmacologo.
Studi precedenti dimostrano che microrganismi residenti sulla superficie dorsale della lingua bioattivano il nitrato ingerito a nitrito, che a sua volta è convertito nel circolo sistemico in ossido nitrico (NO), molecola con attività vasodilatatrice.
Il primo passaggio è legato ai batteri, mentre il secondo dipende dall’ossido-riduzione dei nitriti, facilitata da diversi enzimi dell’organismo. Proprio qui sta il punto: quale delle molte nitrito-reduttasi è responsabile dell’effetto antipertensivo ? «L’incertezza sta nel fatto che l’ossido-riduzione del nitrito aumenta con la diminuzione del pH e della quantità di ossigeno nel sangue» riprende Webb, che continua: «Queste condizioni favoriscono l’attività di alcune nitrito-riduttasi, tra cui quella dei globuli rossi, la desossiemoglobina, l’aldeide-ossidasi e la NO-sintasi endoteliale (eNOS)».
Per individuare quella giusta i farmacologi britannici hanno analizzato 15 ipertesi lievi, senza terapia farmacologia, suddividendoli in due gruppi cui per un mese è stato somministrato un quarto di litro al giorno di succo di barbabietola o di placebo col medesimo sapore e colore.
L’aggiunta di nitrato alla dieta ha ridotto di circa 12 mm/Hg la pressione sistolica del gruppo di studio rispetto ai controlli, aumentando visibilmente l’attività della nitrito-riduttasi eritrocitaria. «Questi sono solo risultati preliminari, ma la nostra speranza è che l’assunzione di alimenti ad alto contenuto di nitrati possa far parte di uno stile di vita benefico per la salute cardiovascolare» conclude il farmacologo britannico.
Fonte: Hypertension 2013. Published online before print April 15, 2013
Ipertensione, studio: fra le cause bassi livelli di vitamina D
Basi livelli di vitamina D possono essere una causa dell’ipertensione. Sono questi i risultati dello studio dello University College London presentato durante la conferenza annuale della European Society of Human Genetics. Si tratta del più grande studio del mondo che analizza il rapporto fra le due condizioni.
I risultati dell’osservazione di oltre 155mila persone hanno mostrato che alte concentrazioni di 25 idrossivitamina D D (25(OH)D) riducono la pressione del sangue e abbassano il rischio di ipertensione. “In precedenza si sapeva che bassi livelli di 25(OH)D erano associati a una minore probabilità di ipertensione ma il nesso causale non era chiaro. “Ora abbiamo stabilito questo nesso”, ha spiegato Vimal Karani S, fra gli autori dello studio. In particolare, gli scienziati hanno scoperto che ogni aumento del 10 per cento della concentrazione di 25(OH)D si traduce in una diminuzione dell’8 per cento del rischio di sviluppare ipertensione.
Pressione alta incurabile. Sì al «black out» renale….per chi non vuole fare la dieta Crudista !
La “denervazione renale” promette di stabilizzare la pressione attraverso radiofrequenze mirate che interrompono gli impulsi nervosi che arrivano ai reni. Entrata tra le linee guida per il trattamento dell’ipertensione resistente ai farmaci, la tecnica darà speranza ai 300mila italiani e oltre 10 milioni in Europa a rischio di ictus, infarto e danni renali, su cui non sono efficaci i farmaci.
Tratto da. Corriere della Sera
La regolazione della pressione si ottiene come effetto secondario.
Primariamente bisogna agire su certi trigger points localizzati per esempio sul muscolo soleo.
La spina calcaniale: E’ una di quelle “spine” che è difficile dimenticare di avere o togliere senza problemi; è un disturbo del piede che si presenta in modo particolarmente fastidioso e doloroso, ma non solo, quando c’è questo problema, ogni piccolo passo può trasformarsi in un’esperienza dolorosa quanto complicata. Il tallone è il bersaglio vero e proprio del problema, ma è tutta la pianta e, di conseguenza, l’appoggio del piede, a risentirne maggiormente.
Essa é sempre associata a patologie del miocardio.
Se si elimina il trigger nel muscolo soleo (basta un ago, ma anche una digitopressione può andar bene), non solo sparisce la spina calcaniale, ma anche il miocardio riprende a funzionare bene (tachicardia, aritmie ecc).
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Un terzo giovani ha pressione alta, studio Gran Bretagna (UK)
L’ipertensione non è un problema solo dell’età avanzata: lo ha scoperto uno studio della compagnia Lloydspharmacy su 8.000 giovani inglesi tra i 16 e i 34 anni, scoprendo che più di un terzo ha problemi di pressione alta. Secondo lo studio, riportato dal Daily Mail, il problema riguarda il 35% degli intervistati.
I ‘colpevoli’ del fenomeno sono il bere eccessivo, la mancanza di esercizio e la pessima dieta, che possono dare problemi cardivoascolari e ai reni con il passare dell’età.
“Anche se lo studio non è conclusivo – ha spiegato Shafeeque Mohammed, che ha coordinato la ricerca – le misure che abbiamo fatto sono molto più alte del previsto. La pressione alta è qualcosa di cui la maggior parte delle persone pensa di doversi occupare più avanti negli anni, ma in realtà può presentarsi a ogni età. Ci sono diversi fattori che possono scatenarla, compreso il fumo, la mancanza di attività fisica, l’obesità e il consumo eccessivo di alcol.
E’ importante che i giovani e gli adulti siano consapevoli del rischio e modifichino il loro stile di vita”.
Commento NdR: Ciò sta ad indicare l’estrema importanza di uno stile di vita salubre, ma e soprattutto di:
– un’alimentazione sana e CRUDISTA in emodieta
– anche l’assunzione di Vitamina C, è utile per evitare il formarsi di depositi di grassi nelle arterie e nelle vene + IPERTENSIONE e FLORA BATTERICA INTESTINALE
Per l’ipertensione il sale è l’imputato numero uno.
Tutto ciò si verifica perché, se ne assumiamo in eccesso, è in grado di determinare un abbassamento della temperatura corporea, mettendo in difficoltà il nostro sistema cardiovascolare. Quest’ultimo infatti ha la funzione di regolare la pressione sanguigna e di mantenere costante la temperatura del corpo. Il sale sembra interferire con questo meccanismo, facendo in modo che il nostro sistema cardiovascolare non riesca ad assolvere contemporaneamente a tutti e due i suoi compiti.
Abbassate la vostra pressione sanguigna con la Vitamina C
Questo è un semplice metodo per abbassare la pressione sanguigna, molto più che con i farmaci e state fuori dai loro effetti collaterali
– Uno studio su 250 donne, fra gli 8 e gli 11 anni, per un periodo di 10 anni, ha collegato il livello di vitamina C nel loro sangue con la bassa pressione di giovani donne, mentre veniva loro monitorata per tutto il periodo, la pressione sanguigna.
Altre ricerche hanno indicato che alti livelli di Vitamina C sono collegati alla bassa pressione sanguigna anche per gli adulti e gli anziani.
Abbassa la pressione sanguigna con la vitamina C
Esistono molti metodi semplici per abbassare la pressione sanguigna in modo più efficace rispetto ai farmaci e senza gli effetti collaterali potenzialmente pericolosi.
Uno studio ha collegato alti livelli ematici di vitamina C a una pressione sanguigna più bassa nelle giovani donne.
Lo studio ha coinvolto quasi 250 donne. Sono entrati nello studio quando avevano dagli 8 agli 11 anni e per un periodo di 10 anni sono stati monitorati i loro livelli plasmatici di acido ascorbico (vitamina C) e la pressione sanguigna. Entrambi i valori della pressione sanguigna sistolica e diastolica sono risultati essere inversamente associati ai livelli di acido ascorbico.
Ricerche precedenti avevano già collegato alti livelli plasmatici di vitamina C a una pressione sanguigna più bassa tra gli adulti di mezza età e gli anziani.Fonti: Reuters December 30, 2008 – Nutrition Journal December 17, 2008
IMPORTANTE: Le terapie naturali (alimentazione ed appositi integratori, sono di gran lunga più efficaci dei farmaci di sintesi, che NON riescono a far regredire l’arteriosclerosi.
La Vitamina C (meglio se proveniente da prodotti naturali) assunta assieme alla Lisina (amminoacido) fa regredire l’arteriosclerosi in sei-otto settimane. Assunta da sola la vitamina C, non serve per questo scopo, vedi:
ATTENZIONE:
Non si può fare unicamente prevenzione cardiovascolare solo con integratori a base di vitamina C o di vitamina E, sono queste le amare conclusioni cui è giunto il Physicians’ Health Study II, uno studio in doppio cieco, randomizzato, a lungo termine, effettuato su 14.641 medici statunitensi.
Gli attuali risultati riguardano due delle quattro iniziali linee di ricerca dello studio, nello specifico il trattamento giornaliero con 500mg di vitamina C e 400 UI di vitamina E, da soli o in combinazione, controllati verso placebo.
Gli altri due rami di ricerca riguardano la supplementazione con beta-carotene (braccio terminato nel 2003) e quella con un multivitaminico, ancora in corso. La sperimentazione con vitamina C ed E è iniziata nel 1997 per terminare 10 anni più tardi e si è svolta su uomini sani, ultracinquantenni, con profilo di rischio cardiovascolare medio-basso.
I partecipanti sono stati seguiti per una media di 8 anni, durante i quali sono stati registrati tutti gli eventi cardiovascolari maggiori (infarto del miocardio non fatale, ictus non fatale, morte per patologia cardiovascolare) che costituivano l’endpoint composito della ricerca. Data l’ampiezza del campione i risultati, analizzati anche per singolo evento, sono significativi e non evidenziano alcuna differenza nell’incidenza di eventi cardiovascolari tra i gruppi placebo e i gruppi trattamento.
L’unico dato rilevante è riferito all’ictus emorragico: 39 casi nel gruppo vitamina E contro 23 nel gruppo placebo, un incremento del rischio relativo del 74%, dato peraltro in accordo con i risultati di un precedente studio (ATBC trial, su maschi fumatori del 2000). L’assenza di efficacia preventiva di certi supplementi era già emersa da altri studi; questo in particolare si concentra su una popolazione a basso rischio, prima poco studiata, impiega dosi consistenti di vitamine e si avvantaggia di un campione di partecipanti, medici di professione, estremamente aderenti alle prescrizioni per tutta la durata dello studio.
In conclusione quindi non vi sono elementi a supporto di una integrazione con vitamina E o C per la prevenzione di eventi cardiovascolari, anche se gli autori non escludono che con tempi molto più lunghi si possano in futuro ottenere risultati diversi.
By JAMA 2008; 300(18): 2123-2133
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Pressione bassa
La bassa pressione non è pericolosa come la pressione alta ma è comunque molto fastidiosa.
La pressione arteriosa, che mai rimane inalterata nel corso della giornata, mostra un fisiologico incremento dei valori (presente sia nei soggetti normotesi che in quelli ipertesi) nelle prime ore del mattino; tale incremento è legato a diversi fattori dei quali il principale è l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRRA).
Sbalzi più o meno importanti di pressione possono verificarsi a causa di diversi motivi, non ultime le situazioni che comportano uno stato di eccitazione o di nervosismo. I valori della pressione tendono inoltre ad aumentare nel momento in cui si sta effettuando uno sforzo fisico.
L’organismo umano mostra una certa sensibilità alle variazioni pressorie e, nei momenti in cui la pressione aumenta o si riduce, tenta di riportarla entro il range di normalità.
La pressione bassa, o ipotensione che dir si voglia, è una condizione caratterizzata da valori pressori inferiori alla norma. In termini numerici, un individuo soffre di ipotensione quando la sua pressione arteriosa a riposo scende al di sotto dei 90/60 mm Hg.
In virtù della variabilità individuale, un’ipotensione lieve è generalmente priva di significato clinico. Quando è fisiologica, una pressione arteriosa attorno ai limiti minimi normali, viene addirittura considerata positiva, poiché mette al riparo da diverse malattie cardiovascolari. Questa condizione si registra più frequentemente nelle donne che, rispetto agli uomini di pari età, presentano valori pressori lievemente inferiori. Il primo valore, detto pressione arteriosa sistolica (o massima), dipende dalla forza di contrazione cardiaca e dall’elasticità delle pareti arteriose; il secondo, detto pressione arteriosa diastolica (o minima), dipende invece dalle resistenze periferiche.
La pressione bassa è senza ombra di dubbio un disturbo molto meno preoccupante dell’ipertensione (la cosiddetta pressione alta) dal momento che quest’ultima rappresenta una condizione salutisticamente molto preoccupante; la pressione bassa è anche meno frequente di quella alta, ma è una condizione comunque abbastanza diffusa, specialmente nel periodo estivo durante il quale è associata a stanchezza e a capogiri.
La pressione bassa è un disturbo che può colpire qualsiasi persona indipendentemente dalla sua età, anche se certe fasce e determinate categorie risultano maggiormente interessate.
L’ipotensione è, per esempio, più frequente nei soggetti di sesso femminile e in coloro che praticano sport a intensità medio-alta (a tale proposito si consulti il nostro articolo Ipotensione e corsa). Un’altra condizione che determina una diminuzione generalizzata dei valori pressori è la gravidanza; infatti, soprattutto nei primi mesi, si verifica una certa instabilità a livello vasomotorio determinata dal rilassamento, indotto dal progesterone, della muscolatura dei vasi sanguigni.
Una delle dirette conseguenza della pressione del sangue bassa, seppur meno frequente della più grave e preoccupante ipertensione, la pressione bassa è un disturbo piuttosto diffuso che, specie nella stagione calda, deriva da un minore afflusso di ossigeno ai vari organi, una condizione che può avere diverse conseguenze e manifestarsi con diversi sintomi, è comunque frequentemente associato a stanchezza generalizzata e capogiri.
I sintomi più comuni sono:
– senso di mancamento, mal di testa, giramenti di testa, vertigini e sudorazione fredda, pallore improvviso, senso di vomito e diarrea, mancanza di aria. Nel caso in cui si stia guidando una macchina, è opportuno fermarsi immediatamente.
Cosa fare in caso di un attacco di bassa pressione
In caso di un picco di pressione bassa è opportuno sdraiarsi, possibilmente tenendo le gambe alzate, assumere qualche grano di sale grosso, annusare dell’aceto o una buccia di limone e bere un bicchiere di acqua e zucchero o un caffè (zuccherato), oppure delle caramelle allo zucchero/miele. Inoltre è utile aprire un pà le finestre in modo tale da respirare aria fresca e pulita.
Evitare l’utilizzo di diuretici o farmaci che abbassano la pressione; evitare la sauna, bagni di vapore e la doccia troppo calda.
Nausea
La nausea risulta essere uno dei sintomi più comuni della pressione bassa, infatti il minore flusso di sangue all’interno dei vasi sanguigni determina un minore afflusso sia di sangue che di ossigeno al cervello; questa condizione può manifestarsi con la sensazione di nausea.
Vertigini
La pressione bassa del sangue può provocare le vertigini e la sensazione di stordimento, sintomi che, in genere, si manifestano in seguito a cambiamenti di postura, ad esempio quando si passa da una posizione sdraiata ad una posizione eretta; questa condizione tende ad interessare soprattutto le persone di età superiore ai 60 anni e le persone che sono disidratate.
Svenimenti
La pressione del sangue bassa viene considerata come la causa più comune degli svenimenti, infatti un afflusso insufficiente di sangue e di ossigeno al cervello può provocare uno svenimento; in genere, lo svenimento è strettamente connesso ad un improvviso abbassamento della pressione che, non necessariamente, dipende da un problema di pressione bassa.
Esiste un banale trucco (ora studiato anche scientificamente – Vanderbilt University, Tennessee) noto a tutti, ma spesso utilizzato solo per persone che avvertono veri e propri malori (il trucco funziona se il malore è causato da un abbassamento pressorio in seguito a un’emozione o altro): dar da bere al soggetto un bel bicchier d’acqua. I risultati della ricerca della Vanderbilt University hanno evidenziato che bere 250 cc d’acqua fa aumentare la pressione di circa 20 mm di mercurio. Il meccanismo non è noto, ma il risultato è certo.
NON dare da bere ad un soggetto appena risvegliato da uno svenimento, attendere almeno qualche minuto.
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L’esame della pressione sanguigna è una grande protezione e prevenzione che noi possiamo effettuare al nostro organismo; infatti permette l’immediato controllo del sistema circolatorio. Rivela malattie renali ed altre infermità.
E’ tra tutti gli esami medici uno dei più semplici e utili. Molti temono che la pressione alta preluda all’invalidità e alla morte prematura.
Nel sistema circolatorio, il cuore e le arterie devono mantenere una data pressione per spingere il sangue attraverso i vasi che vanno a mano a mano restringendosi: dalle arterie alle arteriole e da queste ai capillari. Senza tale pressione il sangue non potrebbe alimentare i miliardi di cellule affamate del corpo.
Decine di volte al giorno la pressione è soggetta ad ampie oscillazioni per far fronte ai bisogni dell’organismo. Sale nei momenti di paura o ira, durante i pasti, con lo sforzo fisico, quando siamo preoccupati; scende nel sonno, al mattino prima che l’attività cominci, quando facciamo un bagno caldo o leggiamo un libro divertente.
L’esame cerca di determinare lo stato del sistema circolatorio in condizione di riposo.
Generalmente si usa lo sfigmomanometro: gonfiando il manicotto, il medico preme contro l’osso l’arteria principale del braccio, fino ad arrestare la circolazione del sangue; quando, ascoltando con lo stetoscopio, sente cessare il battito del polso, comincia a sgonfiare lentamente il manicotto. Egli rileva la pressione sanguigna nell’istante in cui il polso riprende a pulsare.
Questa è la pressione sistolica, cioè la massima pressione nelle arterie allorché il cuore si contrae. Continuando a sgonfiare il manicotto, il medico fa una seconda lettura nel momento in cui il polso scompare nuovamente, quando il cuore, per una piccola frazione di tempo, riposa.
Questa è la pressione diastolica, cioè la pressione minima nelle arterie fra un battito e l’altro del cuore.
Pochi medici si fidano di un solo esame. Molti fattori possono determinare un indice errato d’alta pressione, persino l’ansietà causata dall’esame stesso. Solitamente si tende a fare diversi esami, tenendo conto delle cifre più basse.
E’ la pressione più bassa, quella diastolica che probabilmente può interessare più della sistolica. Infatti rivela lo sforzo a cui è soggetto il cuore fra un battito e l’altro, quando invece dovrebbe prendersi quel riposo di vitale importanza. In un certo senso si può pensare la pressione diastolica come la misura della qualità del riposo che e’ concesso al cuore.
Nei momenti d’ira, l’adrenalina contrae le arterie, provocando un aumento della pressione, come avviene in un tubo di gomma quando si stringe : in questo modo l’organismo riceve un fresco apporto di energia per far fronte ad una circostanza critica.
Altro regolatore è il seno carotideo del collo, un lieve ingrossamento dell’arteria principale che porta il sangue alla testa. Quando questa piccola borsa si gonfia troppo di sangue, i suoi nervi trasmettono un messaggio al cervello, il quale risponde ordinando ai muscoli delle pareti delle arterie di rilassarsi e al cuore di rallentare, abbassando quindi la pressione.
Pressione del sangue (mm Hg)
Secondo la OMS, la pressione sanguigna normale negli adulti deve stare nel range 120/80, dove 120 è la sistolica e 80 la diastolica.
Se la sistolica supera i 140 e la diastolica i 90, si ha l’ipertensione.
Nell’ipertensione essenziale la pressione sanguigna risulta essere troppo elevata. Tensione e sforzi vari, ansietà e costante affaticamento possono contrarre le pareti arteriose e far salire la pressione; se lo sforzo o la tensione persistono, la pressione si mantiene ad un alto livello, imponendo un aggravio a cuore ed arterie. Spesso il cuore si dilata per far fronte al maggior lavoro.
Le arterie perdono la loro normale elasticità e si induriscono. Se non si interviene, il cuore può cedere per l’eccessivo lavoro, può formarsi un coagulo che ostruisce il sangue oppure un’arteria corrosa può rompersi nel cervello.
Talvolta l’esame della pressione sanguigna dà cifre più basse del solito. Spesso le persone che ne sono colpite lamentano spossatezza ma la bassa pressione sanguigna predispone ad una vita sana e lunga.
Nessuno deve temere il manicotto per misurare la pressione, anzi possiamo dire che è uno dei nostri migliori amici.
Vi è una ricerca tedesca curiosa pubblicata dal Journal of the American Medical Association che afferma che i polifenoli del cioccolato (fondente) aiutano a dilatare i vasi sanguigni. Poco più di 6g al giorno in 4 mesi hanno ridotto la pressione tanto che il 18% dei pazienti non soffriva più di ipertensione (jama.com).
Decalogo del paziente iperteso
– Riduzione del peso se presente sovrappeso o obesità
– Restrizione del consumo di alcolici
– imitare il fumo o meglio smettere di fumare
– Limitare il consumo del caffé
E’ opportuna una restrizione del sodio (sale) a 4/6 grammi al giorno, ottenibile non aggiungendo sale nella preparazione dei cibi e insaporendoli con aglio, cipolla, salvia, prezzemolo, basilico, rosmarino, limone; evitare i cibi conservati e l’uso di estratti o dadi
E’ opportuno un buon apporto di calcio (1 grammo al giorno), consumando latte e/o yogurt e/o latticini magri
E’ opportuno un buon apporto di potassio (100 mEq al giorno), aumentando il consumo di frutta fresca e verdure (anche surgelate)
Praticare un’attività fisica moderata (passeggiate, bicicletta, nuoto)
Praticare eventuali tecniche di rilassamento
Assicurare un numero sufficiente di ore di sonno
Seguire con costanza la terapia farmacologica prescritta dal medico
Controllare periodicamente la pressione arteriosa e mantenere uno stretto contatto con il proprio medico curante
Tratto da: http://www.anagen.net/pressione.htm
Alcuni prodotti Naturali e Tecniche che possono essere di aiuto per chi soffre di ipertensione sono:
Aglio (è il migliore ed il più efficace, se assunto in pastiglie e/o in capsule od in macerato) – Omega 3 – Omega 6 Melatonina (coniugata
Bere ogni giorno 1 litro di infuso di Biancospino od assumere prima di ogni pasto delle capsule di Biancospino + Aglio liofilizzato + 1/2 litro di succo di Barbabietola rossa (*) e la pressione scende.
La tecnica naturale idro terapica più adatta per i malati di ipertensione e cancro è quella di:
Bagno alla sera prima di coricarsi a letto in acqua tiepida (temperatura a seconda di come si vuole) aditivata con 1/2 kg. di sale inglese (si trasforma in magnesio). Stare 20 minuti -1/2 ora a bagno, una o due volte alla settimana.
Buona norma è, quando vi è un innalzamento della pressione sanguigna, rallentare prolungando la fase si “espirazione” così da scendere dalla media di 14-19 respiri al minuto a 10; questa semplice tecnica ottiene un effetto dilatatorio dei piccoli vasi sanguigni periferici, abbassando la pressione.
Per la Glicemia alta, tipica dei “diabetici”, sia alimentari, che da farmaci e soprattutto i Vaccini, con aumento dello zucchero nel sangue, si consiglia oltre alla eliminazione dello zucchero, l’assunzione dopo ogni pasto di una tisana di Charantia
(*) Uno studio pubblicato su “Hypertension” dai cardiologi della London School of Medicine ha confermato che il succo crudo di Barbabietola rossa diminuisce e regolarizza la pressione sanguigna oltre ad aumentare la quantità dei globuli rossi, e’ utile quindi anche per gli anemici.
Ricordiamo che la barbabietola rossa (succo crudo) non serve solo per la pressione arteriosa, ma anche e sopra tutto per l’anemia di ogni tipo.
5 piccole strategie per abbassare la pressione sanguigna in modo naturale (English)
ISCHEMIA
Termine che indica i disturbi della circolazione sanguigna comportanti una riduzione dell’apporto di sangue e quindi di ossigeno ai tessuti. L’ischemia può essere determinata da una insufficienza generale della circolazione (in casi di shock, di emorragie, di arresto cardiaco): in questi casi essa fa sentire i suoi effetti su tutti i tessuti, danneggiando maggiormente quelli che sono più sensibili alla riduzione dell’apporto di sangue.
L’ischemia può anche essere un fenomeno locale, circoscritto ad una parte dell’organismo: in questi casi essa può dipendere da compressione di vasi sanguigni, o da malattie della parete vasale (per es. l’aterosclerosi) che determinano restringimento o occlusione del lume, oppure da fenomeni di trombosi o di embolia. Le conseguenze dell’i. dipendono dalla sua entità e dalla natura del tessuto interessato. Nei casi lievi, o che si instaurano lentamente, il tessuto può manifestare ipotrofia e degenerazione delle cellule, sostituzione da parte di connettivo.
Quando l’ischemia si stabilisce improvvisamente ed è completa e permanente comporta la morte delle cellule nel tessuto colpito, e la zona di tessuto morto prende il nome di infarto. I tessuti possono essere più o meno suscettibili all’ischemia: così mentre la cute, i tessuti connettivi, le fibre nervose e muscolari sono abbastanza resistenti, il tessuto nervoso è molto sensibile, ed è sufficiente una ischemia anche molto breve, per determinare lesioni gravi nell’uomo l’arresto della circolazione cerebrale per 7 secondi determina la perdita della coscienza, mentre un danno cerebrale permanente si ha dopo soltanto 3 minuti di ischemia
L’ischemia a livello del cuore prende il nome dalla sintomatologia presente: angina.
L’angina pectoris è una sindrome clinica espressione di un’ischemia cardiaca (ossia di un apporto di ossigeno al miocardio inferiore rispetto alle sue esigenze metaboliche).
La manifestazione principale del sintomo o “malattia”, è un dolore precordiale a carattere oppressivo e costrittivo, spesso associato a sudorazione fredda profusa, nausea e vomito, irradiato all’arto superiore sinistro (braccio sx), al giugulo, a livello interscapolare o all’epigastrio. Tale sintomo è tipicamente aumentato d’intensità dallo sforzo ed alleviato dal riposo o dall’assunzione di nitroglicerina sublinguale e non cambia d’intensità con gli atti respiratori.
In altri casi, invece, il dolore non c’è e vi è solo l’evidenza elettrocardiografica dell’ischemia In tal caso si parla di ischemia silente. Spesso la cardiopatia ischemica riconosce un’ampia familiarità.
Cause
Nella stragrande maggioranza dei casi l’angina dipende da un’ostruzione coronarica dovuta ad una placca aterosclerotica.
Quando l’esercizio fisico richiede un maggiore apporto di sangue al cuore il restringimento dovuto alla stenosi impedisce tale aumento di flusso e si scatena così la crisi dolorosa (che sembra determinata da una serie di alterazioni metaboliche intracellulari). Per lungo tempo lo sforzo necessario può essere costante. In tal caso si avrà l’angina stabile. Quando invece la progressione della malattia aumenterà il grado di ostruzione del vaso l’esercizio fisico necessario a scatenare il dolore sarà di intensità sempre minore. Si parlerà in questo caso di angina in crescendo.
In altri casi stimoli quali l’eccessiva emozione o il freddo potranno generare un attacco anginoso. Se la placca aterosclerotica si rompe e su di essa si forma rapidamente un trombo (dovuto all’aggregazione piastrinica ed all’attivazione dei fattori della coagulazione), la coronaria colpita ridurrà bruscamente il suo lume e si andrà incontro a quelle che vengono definite sindromi coronariche acute con dolore anche a riposo (angina instabile, infarto miocardico non transmurale).
Se il trombo formatosi perdura per un tempo sufficiente la mancanza di ossigeno porterà a morte le cellule miocardiche determinando un infarto miocardico acuto. In alcuni casi l’angina può riconoscere altre cause: anemia, anomalie congenite delle coronarie, vizi valvolari, intossicazione da ossido di carbonio.
Un discorso a parte merita poi un altro meccanismo:
il vasospasmo.
In questo caso la brusca riduzione del lume vasale è causata da un’improvvisa contrazione delle cellule muscolari lisce delle coronarie. Il dolore insorge a riposo e ha particolari alterazioni elettrocardiografiche che definiscono il quadro della cosiddetta angina variante o di Printzmetal.
Diagnosi
Tra un episodio e l’altro il soggetto non presenta alcun segno di malattia. Durante l’angina, invece, mentre l’obiettività cardiaca può risultare del tutto normale o mostrare segni aspecifici, l’elettrocardiogramma darà alterazioni tipiche.
Nel caso permangano dubbi sarà possibile evidenziare questi segni mediante i cosiddetti test provocativi che mirano a studiare l’attività cardiaca durante lo sforzo o a simularla mediante la somministrazione di particolari farmaci.
Tra questi esami ricordiamo: l’elettrocardiogramma con stress ergometrico (che viene effettuato facendo pedalare il paziente o facendolo camminare su un tapis roulant), la scintigrafia miocardica con stress ergometrico o farmacologico (dipiridamolo) e l’ecocardiogramma con stress farmacologico (dipiridamolo o dobutamina).
Qualora questi accertamenti rendano evidente una malattia ischemica sarà necessario eseguire una ventricolocoronarografia.
Questo esame è in grado di mostrare con assoluta precisione le lesioni coronariche, fornendo indispensabili informazioni per il successivo trattamento. Negli ultimi anni, per la diagnosi delle sindromi coronariche acute, stanno acquistando sempre maggior valore delle sostanze di origine muscolare rilevabili con un semplice prelievo ematico (di sangue): le troponine.
Tratto da: corriere.it
Cartamo prodotto naturale anti-ischemico
Segnaliamo questo studio perché a nostro giudizio è paradigmatico.
I ricercatori cinesi hanno approfondito lo studio sul meccanismo d’azione dell’estratto di Carthamus tinctorius L., noto con i nomi comuni di cartamo o zafferanone, pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae che cresce spontanea in Oriente ma anche lungo le coste mediterranee.
L’estratto viene somministrato in Cina per via iniettiva nei pazienti affetti da ischemia cerebrale alla dose standard di 50 mg e in questo studio murino sono stati in parti elucidati a livello molecolare i meccanismi biologici con cui l’estratto corregge il metabolismo cellulare danneggiato dall’insulto ischemico.
By Liu Y. A Systematic, Integrated Study on the Neuroprotective Effects of Hydroxysafflor Yellow A Revealed by (1)H NMR-Based Metabonomics and the NF-êB Pathway. Evid Based Complement Alternat Med. 2013; 2013:147362. doi: 10.1155/2013/147362
Tratto da una segnalazione di: Luigi Gori, Centro di Medicina Integrativa, AOUC – Università di Firenze
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ACIDO SOLFIDRICO
Quel disgustoso gas che sa di uova marce (perché contiene zolfo) e che viene usato per costruire bombe puzzolenti si sta rivelando importantissimo in medicina: è capace di regolare, abbassandola, la pressione del sangue. Ce lo fanno sapere alcuni studiosi americani della Johns Hopkins University sulle pagine di una delle più note riviste scientifiche, Science.
Nel corpo umano questo gas, chimicamente chiamato acido solfidrico, viene di solito prodotto dai batteri intestinali in piccole quantità (e non aggiungiamo altro).
Adesso Solomon Snyder e i suoi collaboratori hanno scoperto che l’acido solfidrico viene prodotto anche nella parete dei vasi sanguigni grazie a un enzima chiamato Cse. Non solo: hanno anche dimostrato che il gas ha un’attività rilassante sulle arterie e abbassa quindi la pressione del sangue.
NUOVI FARMACI –
«Adesso che sappiamo come l’acido solfidrico regola la pressione sanguigna – ha commentato Snyder – possiamo pensare a nuovi farmaci che aumentino la sua produzione e possano essere utilizzati in alternativa alle attuali terapie per curare l’ipertensione». I ricercatori hanno condotto i loro esperimenti su topi privi dell’enzima Cse, misurando il contenuto di acido solfidrico in vari tessuti, compresi i vasi sanguigni, e confrontando poi i risultati con quelli ottenuti nei topi normali.
Hanno così scoperto che nei topi privi dell’enzima il gas era presente in piccolissime quantità. In questi stessi topi hanno poi misurato la pressione del sangue (con una piccolo manicotto messo sulla coda) riscontrando che era aumentata del 20 per cento rispetto a quella dei topi normali. Come ultimo passo hanno poi verificato che i topi privi dell’enzima rispondevano con una riduzione della pressione a un farmaco, la metacolina, capace di rilassare i vasi sanguigni, dimostrando così che e’ proprio la mancanza di acido solfidrico a innescare l’aumento di pressione.
I MESSAGGERI – Questo gas entra ora a fare parte della famiglia dei gastrasmettitori, messaggeri gassosi che hanno un ruolo importante nella fisiologia umana. Uno dei più conosciuti e’ il monossido di azoto (o ossido nitrico, in sigla NO) che ha anch’esso un ruolo nella regolazione della pressione arteriosa.
Fonte: corriere.it – Tratto da: attentialweb.blogspot.com
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MICROCIRCOLAZIONE (La via maestra della Salute) – vedi: PDF che lo Illustra bene
Rete periferica costituita dai capillari che rappresentano le più frequenti modalità di comunicazione tra arterie e vene. Rientrano inoltre nella m., dove presenti, i capillari linfatici.
I capillari sono piccolissimi canali, di diametro variabile da 7 a 30 mm, situati tra i rami terminali delle arterie e i rami di origine delle vene. Sono numerosissimi anche negli organi meno riccamente vascolarizzati (nell’uomo la superficie complessiva dei capillari è di circa 6300 metri quadrati). La loro parete è estremamente sottile e fenestrata. Attraverso questa il sangue può effettuare gli scambi nutritizi e gassosi con i tessuti circostanti. I vasi linfatici costituiscono un sistema deputato al trasporto di acqua, proteine e altre sostanze residue dallo spazio interstiziale al sistema circolatorio. Queste sostanze costituiscono nel loro insieme la linfa. La m. non possiede regolazione propria, per cui dipende dalla pressione arteriosa, dal deflusso venoso, e dalla capacità del sangue di trattenere acqua (pressione oncotica).
Il microcircolo quindi è l’insieme dei vasi ematici con dimensioni inferiori a 100 micron.
Attraverso questi vasi avvengono gli scambi trofico-metabolici che intercorrono tra sangue, tessuti e cellule.
È costituito da cellule endoteliali, cellule circolanti come eritrociti, leucociti e piastrine.
L’unità microcircolatoria è costituita da: una arteriola afferente, venule efferenti, anastomosi A-V, metarteriole da cui originano i capillari, gli sfinteri pre-capillari, i linfatici iniziali che insieme al tessuto connettivo formano la cosiddetta “unità microvasculotessutale o istangio”.
Lo studio del microcircolo fornisce elementi di fisiopatologia che sono alla base della sofferenza tessutale, individua l’evoluzione della microangiopatia stasica fino alla irreversibilità e coglie il viraggio verso quest’ultima. Una valutazione unitaria, poliparametrica del microcircolo rende conto degli eventi fisiopatologici e ciò è ora possibile nei laboratori angiologici grazie alla capillaroscopia tradizionale e dinamica che fornisce dati morfologici e microemodinamici settoriali capillari (velocità dei globuli rossi solo nei capillari) rispettivamente, il Laser Doppler che studia la microemodinamica globale e l’ossimetria transcutanea che valuta il metabolismo tessutale.
La capillaroscopia dinamica associata alla microlinfografia permette di visualizzare e studiare per la prima volta nell’uovo e in tempo reale tale unità microcircolatoria.
MICROVASI – MICROCIRCOLAZIONE – Capillari
Per comprenderne bene la micro circolazione bisogna partire ricordando alcune nozioni di fisiologia della circolazione sanguigna.
E’ ben risaputo che se la funzione delle arterie è quella di trasportare ad alti regimi pressori il sangue ai tessuti, quella delle arteriole e delle metarteriole è di fungere da valvole di controllo attraverso cui il sangue viene immesso nei capillari e, quella di fornire, con la loro sfigmicità, la vis a tergo che favorisce il flusso a livello di microcircolazione. Spetta invece ai capillari di favorire lo scambio di acqua, nutrienti, elettroliti, ormoni e altre sostanze tra il sangue e il liquido interstiziale, alle venule di raccogliere il sangue dai capillari, e infine alle vene di fungere da condotti per il trasporto del sangue al cuore e di serbatoio di grosse quantità di sangue.
Le loro pareti, infatti, sono molto sottili ma posseggono ugualmente una tunica muscolare che consente, con il suo contrarsi e rilassarsi, di accogliere e di immettere nella circolazione sanguigna, a seconda del fabbisogno, quantità più o meno grandi di sangue. Una caratteristica comune a tutti i vasi è poi la distensibilità.
Il fatto che le arterie siano distensibili permette di accogliere la gittata pulsatoria del cuore e di smorzare le pulsazioni pressorie trasformando il flusso sanguigno da pulsatile a continuo nei vasi molto piccoli. Il sistema più distensibile è’, comunque, quello venoso. Per la sua distensibilità esso esplica le funzioni di riserva temporanea di grandi quantità di sangue da poter utilizzare nel momento del bisogno da altri settori del sistema circolatorio.
La regolazione nervosa della circolazione sanguigna interessa principalmente le funzioni generali come la ridistribuzione del flusso sanguigno nelle diverse aree del corpo, il potenziamento dell’attività della pompa del cuore (e in particolare la regolazione rapida della pressione arteriosa).
La sezione più importante del sistema nervoso autonomo che controlla la circolazione sanguigna è quella del sistema simpatico.
La sezione parasimpatica del sistema nervoso autonomo ha significati importanti soprattutto nella regolazione della funzione cardiaca.
Le fibre nervose vasomotrici del simpatico partono dal midollo spinale con tutti i nervi del tratto toracico e con i primi uno-due nervi del tratto lombare, passano nei gangli della catena simpatica e, da qui, raggiungono i vasi sanguigni attraverso due strade: i nervi simpatici specifici che innervano il sistema vascolare degli organi interni e il cuore e i nervi spinali che innervano principalmente i territori periferici.
L’innervazione simpatica vale per tutto il sistema arterioso e venoso con l’esclusione degli sfinteri precapillari, dei capillari, della maggior parte delle metarteriole (Fig. 2). Il centro vasomotore (un’area situata nella sostanza reticolare del bulbo e nel terzo inferiore del ponte) trasmette di continuo segnali alle fibre nervose vasocostrittrici del simpatico in tutto l’organismo mantenendo un’attivita’ di scarica a bassa frequenza di circa 0.5-2 impulsi al secondo.
Questa attività continua è chiamata tono vasocostrittore del simpatico che mantiene in uno stato di parziale contrazione le pareti dei vasi sanguigni (tono vasomotore). Il sistema nervoso autonomo simpatico, poiché innerva quasi la totalità dei vasi, se stimolato, può fare incrementare la resistenza vascolare sistemica con riduzione del volume dell’intero sistema vascolare sistemico. Con tale meccanismo il sistema nervoso autonomo simpatico è in grado di variare il ritorno del sangue al cuore svolgendo, così, un ruolo importante nella regolazione della funzione cardiovascolare.
Tratto da: lapelle.it
Le alterazioni microcircolatorie, possono essere studiate in maniera diretta tramite la capillaroscopia dinamica. Il sistema è costituito da un microscopio montato su di un braccio oscillante. Il microscopio è fornito di un filtro necessario per la visualizzazione della fluorescenza, e da sistema di illuminazione con lampada a vapori di mercurio. L’immagine viene videoregistata ed analizzata con sistemi computerizzati.
Un apposito software (Capiflow) permette una analisi morfologica delle immagini ed il calcolo di diversi parametri quali:
– la velocità di scorrimento delle emazie;
– l’ematocrito relativo;
– i diametri capillari:
– la diffusione transcapillare di traccianti intravitali come la fluorescina al 20%.
– La misurazione della velocità (cross-correlation) indica la velocità di scorrimento delle emazie nel capillare in mm/sec.
L’ematocrito relativo viene misurato con un metodo densitometrico, misurando la differenza percentuale di densità ottica tra due finestre fotometriche.
Sempre con il metodo densitometrico viene calcolata la quantità di fluorescenza che esiste all’interno ed all’esterno del capillare, in Unità Arbitrarie.
Tratto da: doctor33.it
In seguito all’infiammazione acuta, nel microcircolo, sede di scambi gassosi con i tessuti, possiamo osservare una serie di reazioni:
– vasocostrizione: è la risposta più rapida, indotta dallo stimolo ricevuto, ed è immediatamente constatabile
– vasodilatazione: è provocata dai mediatori e per effetto del rilassamento delle cellule muscolari lisce
– ipertermia attiva: è provocata dal maggior afflusso di sangue
– ipertermia passiva: per effetto della migrazione di parte del sangue nel tessuto interstiziale e per
– l’addensarsi di quello che resta nel circolo sanguigno. Il lume dei capillari, in questa fase, tende a rivestirsi di globuli bianchi
– migrazione dei leucociti: passano nel connettivo
– formazione dell’essudato: a causa del ristagno dei liquidi
– fagocitosi: per effetto dell’afflusso dei leucociti nella sede dell’infezione
(NdR: Nei fatti la “malattia” (qualsiasi) nasce fisiologicamente, proprio qui nel microcircolo, per l’intossicazione dell’organismo e/o la iper produzione di globuli bianchi (dovute alle iperstimolazioni del sistema immunitario dovute soprattutto ai Vaccini, stress, ecc.), e/o per il diminuito apporto alle cellule di ossigeno, nutrienti e sostanze necessarie alla produzione di certe proteine ecc., e/o alla loro specializzazione, oltre ad impedire la distribuzione delle sostanze prodotte e/o specializzate alle altre cellule dell’organismo e/o l’eliminazione delle eccedenze e/o delle tossine dalle cellule stesse, e quindi dai tessuti alle quali esse appartengono ! )
Video sulla microcircolazione – Capillari:
ICTUS
FAGOCITOSI
La fagocitosi avviene in seguito al processo che opsonizza il materiale che dev’essere fagocitato. Tale operazione è promossa dagli anticorpi IgG e dal sistema del complemento. Il fagosoma è aggredito dai granuli primari contenuti nei lisosomi che, per effetto delle idrolasi acide, delle proteasi neutre e dei lisozimi, distrugge il fagosoma. Viene attivata la via degli esosi fosfati che, sotto l’azione dell’enzima NADPH ossidasi, forma NADPH.
Alterazioni
Possono essere numerose le anomalie morfologiche e funzionali dei capillari.
Le “malattie”, in realtà sono sintomi, che causano danni nel microcircolo (microangiopatie) sono varie, tra le quali il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa e i disordini endocrini, sono in genere causate soprattutto dai Vaccini e da alimentazione inadatta per decenni.
La prima regola per controllare l’ipertensione a tavola ?
Seguire la dieta mediterranea, abolire il sale aggiunto e ridurre le portate e seguire la dieta crudista. Ed un aiuto arriva anche dal mondo dei prodotti funzionali: è a disposizione anche in Italia un nuovo latte fermentato ricco di peptidi bioattivi, sostanze naturali che possono favorire il controllo dell’ipertensione, un disturbo che colpisce il 38 per cento della popolazione adulta italiana e addirittura il 50 per cento degli anziani.
“Secondo gli studi, i peptidi del latte fermentato con Lactobacillus helveticus LBK-16H”, spiega Carlo Cannella, Ordinario di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università di Roma La Sapienza, “agiscono come ACE inibitori naturali. Le sostanze ‘ACE inibitorie’ inibiscono la formazione di angiotensina II, una sostanza vasocostrittrice che può portare all’aumento della pressione arteriosa”.
Gli studi finora disponibili sul consumo di questo latte fermentato con Lactobacillus Helveticus, Evolus, mostrano che può contribuire a ridurre i valori pressori se assunto con regolarità per almeno 15 giorni, nel quantitativo di 65 ml al giorno, in un regime dietetico adeguato.
Come gli altri alimenti funzionali, questo latte ‘completa’ la dieta dell’iperteso, che deve seguire regole precise.
“La prima norma da seguire è quella di controllare l’apporto calorico degli alimenti, che non dovrebbe superare le 1300 calorie al giorno, in funzione dell’attività fisica svolta, per evitare il sovrappeso”, spiega Gianfranco Parati, Direttore del Dipartimento di Cardiologia, IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Luca di Milano e docente del Dipartimento di Medicina clinica, Prevenzione e Biotecnologie sanitarie dell’ Università di Milano-Bicocca. “La prevalenza di ipertensione aumenta infatti all’aumentare del peso corporeo. Se il 15 per cento delle persone con peso normale soffre di ipertensione, questa percentuale sale al 23 per cento tra le persone leggermente in sovrappeso (BMI 25-27), al 27 per cento in quelle con sovrappeso più grave (BMI 27-30) e addirittura al 42 per cento negli obesi.
La riduzione di peso porta all’abbassamento dei valori pressori, con un effetto pari a quello di alcune terapie farmacologiche. Secondo i dati disponibili, basterebbe perdere il 10 per cento del peso per ridurre in modo significativo i valori pressori. Nelle forme di ipertensione lieve (valori uguali o leggermente superiori a 140/90 mmHg) la correzione della dieta potrebbe risultare sufficiente per riportare i livelli pressori nella norma nei pazienti con ipertensione lieve e, nei casi di ipertensione più severa, potrebbe permettere di calibrare la terapia con dosi minori di farmaci”, conclude Parati.
Anche la scelta degli alimenti è importante. “Consumare 5 porzioni di frutta e ortaggi al giorno”, continua Cannella, “aiuta a controllare la pressione; questi sono alimenti poveri di sodio e ricchi di potassio (intracellulare), una sostanza che aiuta a modulare la pressione arteriosa. Bisogna inoltre evitare alimenti particolarmente ricchi di grassi, sostanze che si distribuiscono nel tessuto adiposo e che possono ostruire i vasi sanguigni. È bene poi evitare il sale (NaCl: cloruro di sodio). Il sodio in eccesso infatti causa un aumento dei fluidi extracellulari nel sangue, fenomeno che può condurre a ipertensione.”
“Gli alimenti che contengono una flora microbica “probiotica”, cioè favorevole alla vita in quanto producono sostanze protettive per il nostro organismo, vengono detti funzionali”, aggiunge Cannella. “Questi alimenti completano la dieta, potenziandone gli effetti benefici. Evolus, come gli altri alimenti funzionali, ‘completa’ la dieta, che deve comunque essere bilanciata come apporto energetico rispetto allo stile di vita e a ridotto apporto di sodio.”
Eppure spesso anche i pazienti ipertesi dopo i primi sforzi abbandonano le buone regole a tavola. “Tra i principali consigli da seguire quello di modificare la dieta è sicuramente il meno facile da ottenere”, spiega Alberto Aronica, Medico di Medicina Generale e Specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio. “In media, solo il 20-30 per cento dei pazienti con rischi cardiovascolari modifica il proprio stile di alimentazione sostanzialmente e per lungo tempo. Lo sforzo dei medici di medicina generale dovrebbe proprio essere quello di educare alla dieta e a sane abitudini di vita (cessazione del fumo, incremento dell’attività fisica, riduzione del peso corporeo) che sono la base di qualsiasi trattamento preventivo contro l’insorgenza di malattie cardiovascolari.”
Il Pensiero Scientifico Editore – Lun 21 Mag – Fonte: Ufficio stampa Emmi 2007.
Commento NdR: quando lo dicevamo noi e questo da decenni, eravamo dei pazzi…ora che lo dice un medico la cosa e’ vera…Follia della classe medico sanitaria…
Per le “1300 calorie”, indicate dal medico in questione nell’articolo, vorrei ricordare che a seconda del tipo di metabolismo di un individuo, le calorie possono rappresentare solo una indicazione non realistica delle sostanze assimilate.
Consiglio: meglio assumere i probiotici SENZA il latte vaccino – aggiungere ai probiotici degli ovuletti o capsule che contengono Aglio+ Biancospino, da assumere tutti i giorni in ragione di almeno 6-8 ovuletti o capsule.
Alterazioni del microcircolo sono state documentate nella sepsi, dove la densità capillare e la reologia sono alterate. Nei casi di alterazione, spesso a causa dell’aumentata permeabilità vascolare, si formano micro-emorragie che possono condurre alla distruzione del capillare.
“La funzione principale del sistema circolatorio è quella di fornire, attraverso il sangue, ossigeno e nutrienti agli organi in misura adeguata alle loro necessità. I capillari (sede dello scambio di elettroliti e gas fra sangue e tessuti) sono costituiti da un singolo strato di cellule endoteliali e consentono un rapido scambio di acqua e soluti con il liquido interstiziale.
Le arteriole possiedono uno spesso strato di muscolatura liscia, un sottile stato avventizio ed un rivestimento della parete interna di natura endoteliale, ed un diametro variabile fra i 5 ed i 100mm. Dalle arteriole originano i capillari (5-10 µm di diametro) o, meno frequentemente, le metarteriole aventi un diametro compreso fra 10 e 20 µm) da cui originano i capillari. Le metarterile possono avere funzione di transito verso le venule, o possono alimentare il letto capillare. I capillari costituiscono una fitta rete di piccoli condotti fra loro interconnessi. Le arteriole costituiscono i vasi di resistenza del sistema circolatorio e, il loro diametro, è il risultato della forza costrittrice del muscolo contro la forza distendente prodotta dalla pressione intraluminale. Sfruttando la muscolatura di cui sono dotate possono controllare e modulare la quantità di sangue da far giungere ai diversi distretti corporei.
La distribuzione dei capillari varia da tessuto a tessuto, ed è maggiore nei tessuti muscolare, cardiaco e ghiandolare, dove ha sede un’intensa attività metabolica, ed è minore negli altri tessuti (es.: cartilagineo). Alcuni capillari hanno un diametro inferiore a quello degli eritrociti, costringendo questi ultimi a deformarsi temporaneamente durante il passaggio. La velocità del flusso sanguigno nei capillari è regolata dalle arteriole, mediamente è di 1mm x s-1. La vasomotilità dei vasi precapillari agisce compensando incrementi e decrementi pressori, è tuttavia influenzata anche da fattori umorali e nervosi.
Il flusso di sangue fra capillari e tessuti è denominato flusso nutrizionale poichè attraverso di essi si realizzano scambi di gas e soluti, il flusso attraverso metarteriole che si cortocircuitano facendo passare il flusso arterioso in quello venoso, senza scambi interstiziali, è definito flusso non nutrizionale (tipico della regione dei polpastrelli).
Il tessuto capillare non è provvisto di muscolatura, non può pertanto determinare direttamente variazioni sul flusso ematico.
E’ invece recente la scoperta che, le cellule endoteliali che lo compongono sono in grado di sintetizzare sostanze in grado di modificare l’entità contrattile delle arteriole. Una di queste sostanze è il monossido di azoto noto anche come fattore rilasciante di origine endoteliali, con proprietà vasodilatatrice, viene liberato sotto la stimolazione di alcune molecole (es. ATP, istamina ecc.). Anche la prostaciclina viene liberata dalle cellule endoteliali dei capillari. Con il particolare compito di evitare la trombosi intravascolare ostacolando l’aggregazione piastrinica sull’endotelio”.
By Dott. Pierluigi De Pascalis – Tratto da: Nonsolofitness.it
Le alterazioni microcircolatorie, possono essere studiate in maniera diretta tramite la capillaroscopia dinamica.
Il sistema è costituito da un microscopio montato su di un braccio oscillante. Il microscopio è fornito di un filtro necessario per la visualizzazione della fluorescenza, e da sistema di illuminazione con lampada a vapori di mercurio.
L’immagine viene videoregistata ed analizzata con sistemi computerizzati. Un apposito software (Capiflow) permette una analisi morfologica delle immagini ed il calcolo di diversi parametri quali:
– la velocità di scorrimento delle emazie;
– l’ematocrito relativo;
– i diametri capillari:
– la diffusione transcapillare di traccianti intravitali come la fluorescina al 20%.
La misurazione della velocità (cross-correlation) indica la velocità di scorrimento dei globuli rossi nel capillare in mm/sec.
MICROANGIOLOGIA CLINICA SEMEIOTICO-BIOFISICA dei DISPOSITIVI ENDOARTERIOSI di BLOCCO.
In questo articolo è illustrata la microangiologia clinica semeiotico-biofisica di importantissime strutture microcircolatorie (*), i Dispositivi Endoarteriolari di Blocco (DEB), diffusi in tutti i sistemi biologici (in realtà, solo i BED tipo Iisono ubiquitari: V. avanti), dove svolgono un ruolo di primaria importanza nella regolazione della locale flow-motion, come dimostra il fatto che la loro compromissione, magari funzionale, “geneticamente” orientata, provoca la compromissione dell’attuazione della fisiologica Riserva Funzionale Microcircolatoria, che condiziona il rischio di patologie che si instaurano magari dopo anni o decenni, come ci consente di affermare una esperinza clinica di 45 anni con l’originale semeiotica fisica.
(*) NdR: Microcircolazione: “circolazione del sangue nei piccoli vasi” – Utile il Mirtillo Rosso per migliorare la microcircolazione – ll Mirtillo Rosso (Vaccinium vitis idaea) trova un crescente impiego anche riattivare la microcircolazione; riattivarla, significa anche apportare ossigeno alle cellule ed al flusso sanguigno.
Difficili sono da sintetizzare le proprietà farmacologiche delle bacche: si pensi che soltanto antocianine (flavonoidi) sono conosciute più di cinquecento varietà !
A questo punto, il lettore deve sapere che la presenza di DEB tipo I neoformati, patologici, descritti in seguito, indicano il “reale rischio” di malattie, incluso il tumore.
Questi eventi microcircolatori, sui quali ritorneremo con necessaria insistenza anche nei capitoli ulteriori, hanno permesso di stabilire, per la prima volta clinicamente “clinicamente”, il legame tra fattore genetico e fenotipo.
Infatti, lo studio clinico dei dispositivi endoarteriosi di blocco ha reso possibile l’osservazione e la “quantificazione” degli errori genetici nei vari sistemi biologici, permettendo di individuare i soggetti a “rischio reale” delle più frequenti e pericolose patologie umane e di descrivere le differenti costituzioni semeiotico-biofisiche.
Per questi motivi, illustrati nei dettagli dal punto di vista clinico semeiotico-biofisico, noi attribuiamo alla descrizione dell’anatomia e della funzione di queste strutture microcircolatorie, al momento sconosciute da parte della maggioranza dei clinici, un valore essenziale per la comprensione dell’importanza dello studio della Microangiologia Clinica da parte dei medici di domani, in particolare dei medici di medicina generale.
I dispositivi endoarteriosi di blocco (DEB), strutture ubiquitarie di differente morfologia derivate dalla media arteriolare, si trovano in un solo punto della parete vascolare con due o più strati di cellule muscolari lisce e sono aggettanti nel lume in forme diverse: cuscinetti a larga base d’impianto, formazioni allungate o polipoidi, generalmente peduncolate (Curri 1, 2) formazioni sfinteriche, architetture intimali contrattili (Fig. 1).
Fig.1. : Dispositivo endoarterioso di blocco, peduncolato ed aggettante nel lume arteriolare, di tipo proboscide, indicato dalla freccia, osservato nella cute della gamba. (Riprodotto per gentile concessione del Prof. S.B.Curri)
Per le figure vedi il sito del dott Stagnaro: Semeiotica Biofisica
La localizzazione dei DEB è nelle piccole arterie con media formata da due o più strati di cellule muscolari lisce, cioè a monte delle “arteriole”, secondo Bucciante.
La contrazione e la decontrazione di questi dispositivi di blocco, che avvengono in sintonia con quelle arteriolari ma sono più intense per la maggiore ricchezza di cellule muscolari nei confronti della media arteriolare, permettono una sicura regolazione del flusso microcircolatorio distrettuale diretto alle arteriole ed ai capillari, come consente di affermare la Semeiotica Biofisica.
Le cellule muscolari dei DEB, immerse in un “ambiente” di glucosaminoglicani e fibrille collagene disposte in senso spiraliformi all’esterno e circolare all’interno verso il lume, sono contenute dentro lo sdoppiamento della lamina elastica interna, ricoperta da endotelio.
A differenza di altre strutture anastomotiche, come le AVA tipo II, gruppo A e B, i DEB, che dal punto di vista funzionale devono essere considerati come AVA, sono ampiamente rappresentati e diffusi in quasi tutti i sistemi biologici (mi riferisco ai DEB t5ipo II, come scritto sopra) (1, 2), come da noi altrove dimostrato clinicamente (V. Bibliografia nel sito citato: 36, 39, 53, 86).
Ne consegue che in moltissimi tessuti, per esempio il miocardio e il tessuto adiposo della mammella, la regolazione del flusso sanguigno diretto alle reti capillari e’ affidata esclusivamente ai DEB, definiti da Bucciante “architetture intimali contrattili”; essi corrispondono ai “cuscinetti endoarteriosi” o al tipo I dei dispositivi di blocco di Curri (1, 2) e, infine, alle “Polsterarterien” di Bucher (3).
I DEB possono essere isolati o contrapposti, in modo più o meno esatto, nella parete arteriolare. Talvolta, sono presenti in numero maggiore nella stessa arteriola, in forma di “cuscinetti”, che sporgono nel lume riducendone il calibro. Anche se la forma dei DEB è differente, la struttura e’ costante con un funzionamento di chiusura del lume arterioso quando i DEB sono rilasciati o decontratti, e di apertura fisiologica allorché le cellule muscolari lisce si contraggono, il che avviene ciclicamente.
Per motivi di chiarezza diciamo subito che l’apertura delle AVA tipo I e II, gruppo A e B, provoca derivazione del sangue, che non fluisce attraverso i capillari nutrizionali. Al contrario, l’apertura dei DEB favorisce la flow-motion.
Poiché noi trattiamo insieme l’attività di queste strutture derivative, in quanto le consideriamo tutte come AVA “funzionalmente” intese, il termine apertura deve essere inteso come causa di deviazione del sangue verso i shunts locali. In realtà, in questo caso, i DEB sono chiusi. Ne consegue che il termine apertura, quando applicato alle AVA in generale, indica la chiusura dei DEB, a cui fa seguito il fenomeno della centralizzazione del flusso microcircolatorio locale.
Dal punto di vista microangiologico-clinico la vera chiusura dei DEB e’ rivelata dalla presenza del riflesso ureterale medio (NN = 20 sec. di durata a riposo) durante stimolazione di “media” intensità di determinati trigger-points: immediatamente valutata, l’ossigenazione istangica appare ai limiti superiori della norma, nel fine gioco delle oscillazioni fisiologiche del pH tessutale causato dalla disomogeneità temporale. La valutazione dell’ossigenazione tessutale e’ resa possibile, per esempio, dalla quantificazione del tempo di latenza (tl) del riflesso gastrico aspecifico e/o ciecale.
Quando i miociti del cuscinetto sono rilassati, cioè a dire completamente decontratti, il loro volume aumenta in modo consistente, occupando una porzione più o meno rilevante del lume, con conseguente ostacolo meccanico al flusso ematico microcircolatorio distale. Il meccanismo di chiusura del lume arteriolare potrebbe essere differente nel caso che la architettura intimale fosse disposta circolarmente nelle parete arteriolare, provvista di fibre disposte circolarmente all’esterno e longitudinalmente all’interno.
Importante è il fatto che i DEB sono ubiquitari e che, come tutti i microvasi, vanno incontro a processi di involuzione senile fisiologica e subiscono delle modificazioni patologiche nelle varie istangiopatie: dissociazione dei fasci di fibre muscolari (edema interstiziale, imbibizione plasmatica), miocitolisi, iperplasia e ipertrofia del sarcolemma con dissociazione miofibrillare, connettivizazione e fibrosclerosi completa con retrazione del dispositivo.
Inoltre, fatto di fondamentale importanza per la Microangiologia Clinica, le alterazioni funzionali dei DEB sono frequentissime e precoci nel corso di malattie di varia natura e in particolare nelle più gravi patologie umane, a partire dallo stadio iniziale, come diremo in seguito.
Si tratta di un aspetto fondamentale nella patogenesi delle malattie umane più frequenti e pericolose, mai trattato prima dal punto di vista clinico, che sarà ampiamente affrontato e discusso ai fini della prevenzione primaria. Noi attribuiamo alla iniziale disfunzione dei DEB il ruolo principale nell’insorgenza e progressione dello stato pre-morboso, come diremo nel relativo articolo.
Dal punto di vista semeiotico-biofisico queste alterazioni, assai precoci nel confronto di quelle di altre strutture microcircolatorie, possono essere funzionali, reversibili, o strutturali, quasi sempre irreversibili. Sulla base di sicuri dati istologici, la reattività e la modalità di risposta dei dispositivi endoarteriosi di blocco di fronte alle numerose cause patogene, sono caratterizzate da una certa monotonia ed uniformità delle lesioni di tutta la parete(1, 2).
La Semeiotica Biofisica consente lo studio del modo di essere funzionale e strutturale dei DEB, in qualsiasi loro localizzazione.
Le alterazioni dei DEB, molto “precoci”, come più volte ricordato, causano modificazioni emodinamiche a livello capillare e venulare post-capillare, cioè quella condizione che Curri definisce “insufficienza dei dispositivi di blocco” (1).
In realtà, secondo noi, molto più frequente in clinica è l’ “insufficienza funzionale” dei DEB, presente ab initio in tutte le malattie, acute e croniche, queste ultime precedute, per anni o decenni (zona grigia, a cui dedicheremo un’ampio spazio), dalle alterazioni dei DEB, che descriviamo di seguito.
La valutazione semeiotico-biofisica dei DEB, in condizioni fisiologiche e patologiche, si realizza mediante stimolo di “media” intensità (pizzicotto cutaneo o pressione digitale, indirettamente o, rispettivamente, direttamente), applicato direttamente (polpastrello digitale, mammella, tessuto adiposo addominale, ecc.) e, molto più frequentemente, in modo indiretto mediante pizzicotto cutaneo prolungato dei trigger-points del corrispondente dermatomero (nostri lavori: Bibliografia nel sito). Dopo tl di 3 sec., nel sano, il terzo medio ureterale si dilata con una intensità ³ 1,5 cm.£ 2 cm., per la durata di 20 sec. esatti e con un riflesso residuo di appena 0,5 cm. (= interstizio).
Dopo ulteriori 6 sec.- tempo della scomparsa del riflesso o della chiusura dei DEB – dalla cessazione del riflesso si osserva l’inizio del ciclo successivo. In realtà, subito dopo l’applicazione dello stimolo sui relativi trigger-points compare un riflesso medio ureterale < 1 cm. (= interstizio), seguito dopo 2 sec. dal riflesso appena descritto.
A questo punto anticipiamo la importanza diagnostica della veloce realizzazione del primo riflesso ureterale (= interstizio): un riflesso instauratosi rapidamente e’ espressione di locali condizioni fisiologiche dei DEB.
INDIVIDUO SANO. – vedi: Semeiotica Biofisica
DEB: Apertura – Durata 20 sec., Intensità ³ 1,5 cm.£ 2 cm. Þ Chiusura 6 sec. (ripet. ciclo)
La valutazione “dinamica” dei parametri di questo riflesso (riflesso ureterale medio) e’ assai ricca di informazione: durante stress tests e la manovra di Valsalva, sono quantizzati i vari parametri, che vengono confrontati con i rispetivi valori di base.
Nel sano osserviamo: tl 3 sec., I ³ 2 cm., D > 22 sec., riflesso residuo 0,5 cm. e tempo della chiusura o scomparsa del riflesso 3-4 sec. Contemporaneamente, il riflesso ciecale, provocato subito dopo con “intensa” stimolazione degli stessi trigger-points, mostra un tl aumentato significativamente, espressione di un netto incremento dell’ O2 tessutale. Questi dati indicano chiaramente che la flow-motion aumenta (apertura “reale” dei DEB) in modo netto per rifornire i tessuti della quantità necessaria di materia-informazione-energia.
In riferimento a quanto scritto prima, a proposito del funzionamento attuale delle anastomosi arterio-venulari, considerando che contemporaneamente le AVA tipo I e II (dove sono presenti) partecipano alla regolazione del flusso microcircolatorio, in questa condizione parliamo di chiusura delle AVA anche se, in realtà, i DEB sono aperti ben oltre i valori fisiologici di apertura.
Infine, una valutazione dei DEB, ricca di informazione, e’ rappresentata dal precondizionamento di queste strutture microvasali.
Ricordo che esistono gli importanti DEB tipo I neoformati, sempre patologici, caratterizzati da muscolatura abbondante con più intenso ostacolo del flusso ematico nelle piccole arterie e conseguente acidosi tessutale nel relativo parenchima. Infatti, il riflesso ureterale medio, causato da “intensa” stimolazione dei trigger-points specifici, è meno intenso (I = 1 cm.) di quello relativo ai DEB tipo I, normale (I = 2,5 cm. circa), provocato da stimolazione medio-intensa (= differente la struttura muscolare).
Nelle patologie acute la modificazione funzionale dei DEB è presente a partire dal primo stadio, clinicamente asintomatico. Per esempio, nella comune influenza, quando ancora è assente la SISRI “incompleta” (V. Glossario nel sito), l’incrementata funzione dei DEB e’ evidenziabile chiaramente: tl 3 sec. (durante il quale si attua il riflesso ureterale medio interstiziale < 1 cm.), I >1,5 , D > 20 sec., riflesso residuo > 0,5 cm., tempo di scomparsa < 6 sec. e precondizionamento ancora fisiologico. Contemporaneamente è presente il tipico diagramma “influenzale” della unità microvascolotessutale del polpastrello digitale (a questo argomento dedicheremo un ampio capitolo: Bibliografia nel sito), in assenza di altri segni.
E’ possibile, pertanto, prevedere l’episodio morboso influenzale con ore di anticipo, il che ha favorevoli conseguenze in caso di comparsa di febbre, vomito, vertigine, diarrea, non solo per il malato ma anche per il curante.
La precocità e la sensibilità della disfunzione dei DEB e la presenza di DEB tipo I neoformati sono tanto ricche di significato clinico da permettere di escludere, quando i parametri del riflesso ureterale medio sono nella norma, una qualsiasi patologia dell’organo studiato.
Va aggiunto che, se queste interessanti strutture microcircolatorie sono bene funzionanti anche durante le prove dinamiche, si può escludere il “rischio reale” di future patologie, croniche o tumorali, in quello specifico sistema biologico, naturalmente se le condizioni “dietetiche” ed ambientali restano immutate.
In base a quanto sopra riferito, merita una profonda discussione il fondamentale ruolo svolto dai DEB nella prevenzione primaria di patologie croniche, come il diabete mellito, artrosi, connettiviti varie, dislipidemie, gotta (trigger-point l’elice), glaucoma, tumori maligni (V. Terreno Oncologico nel sito), ecc, oltre a quello, già detto, nella diagnostica bed-side.
Infatti, le informazioni acquisite con la valutazione dei cinque parametri del riflesso ureterale medio sono in perfetto accordo con altri dati, che tuttavia sono presenti in un tempo anche di molto successivo, relativi alla vasomotility, vasomotion, RFM, pH tessutale, funzionamento delle AVA tipo I e II, gruppo A e B, O2 istangico e i parametri del precondizionamento semeiotico-biofisico.
E’ da tenere sempre presente, però, che la disfunzione dei DEB, facilmente evidenziabile, magari con le prove dinamiche, inizia assai precocemente, precedendo di anni e decenni le patologie croniche, come glaucoma, diabete mellito (4), emopatie ecc.
Questi fatti, osservati in una ormai lunga esperienza al letto del malato, rendono ragione della importanza patogenetica, da noi attribuita alla disfunzione dei DEB, e della nostra previsione di una futura branca della Microangiologia Clinica che studierà queste strutture microcircolatorie dal punto di vista anatomo-funzionale.
A questo punto, ci dobbiamo chiedere quale sia il ruolo patogenetico (se veramente esiste) eventualmente svolto dalla disfunzione dei DEB. Detto altrimenti, il funzionamento imperfetto, iniziale e reversibile, in un primo tempo almeno, di queste strutture, osservabile quando la vasomotility e la vasomotion relative a riposo sono normali, verosimilmente recita un ruolo patogenetico di primo piano nell’insorgenza delle comuni malattie croniche, le cui molteplici noxe agiscono anche mediante le alterazioni, prima funzionali e, poi, strutturali, dei DEB, causa a loro volta della “microcirculatory maldistribution”, secondo Curri (1, 2).
Consideriamo un esempio paradigmatico, che esprime chiaramente e concretamente la valenza astratta del concetto: il pancreas endocrino di un individuo, figlio di due diabetici, apparentemente sano e con esami di laboratorio perfettamente normali al momento, presenta segni semeiotico-biofisici di compromissione funzionale dei DEB pancreatici già a riposo e la presenza dei DEB tipo I neoformati.
Infatti, il pizzicotto cutaneo, medio-intenso e prolungato, e rispettivamente “intenso”, del VI dermatomero toracico (la cute dell’epigastrio, sotto l’emiarcata costale ds o sn, subito all’interno della linea emiclaveare) dopo tl di 3 sec. provoca il riflesso ureterale medio di 2,5 cm., e rispettivamente di circa 1 cm., che durano < 20 sec. (NN = 20 sec.), seguito da un riflesso residuo di > 0,5 cm. e da un tempo di scomparsa di > 6 sec. Nella pratica quotidiana si può valutare la sola durata di apertura dei DEB, in genere inversamente correlata con il valore del precedente parametro, e la presenza dei DEB tipo I neoformati.
La disfunzione, così accertata, è resa ancora più evidente dalle prove da sforzo, o dinamiche, cioe’ lo stress test o la manovra di Restano (il soggetto da esaminare chiude i pugni e per soli 5 sec. non respira: test del pugile più test della apnea), cioè ipertono simpatico.
Molto utile per la ricchezza di informazioni è il preconsizionamento semeiotico-biofisico (V. Glossario nel sito). Semeiotica Biofisica
Di fronte ad un simile individuo, il medico deve intervenire prontamente, spiegando all’interessato la sua particolare condizione di rischio “reale” di diabete mellito, come scritto su NEJM da uno di noi (Bibliografia nel sito: 87), consigliando la terapia “dietetica” preventiva e sottoponendo il soggetto a periodici controlli clinici.
E’ opportuno sottolineare, fatto di notevole interesse, che si tratta di soggetti in uno stato pre-clinico, pre-metabolico, per cui la prevenzione primaria non è diretta soltanto contro il diabete mellito, ma contro tutte le altre patologie che compongono la Sindrone di Reaven, classica e variante (24, 69).
Quanto appena scritto vale, pertanto per tutte le malattie croniche, compresa la pericolosa cardiopatia ischemica, molto spesso silente, magari per lunghi periodi di tempo.
Negli stadi più avanzati, per ovvi motivi, i dati della valutazione clinica di base della patologia dei DEB sono perfettamente sovrapponibili a quelli del precondizionamento semeiotico-biofisico, attuato negli stadi iniziali.
Una utilissima applicazione della valutazione clinica dei DEB recita un ruolo di primo piano nella prevenzione e, naturalmente, dalla diagnosi della cardiopatia ischemica “silente” (Cardiopatia Ischemica nel sito): nel sano, la pressione della mano, di media intensità, esercitata sopra la proiezione cutanea dei due ventricoli, causa il riflesso ureterale medio, che fisiologicamente mostra valori parametrici, ormai noti al lettore, cioè tl 3 sec., I ³ 1,5 cm., D 20 sec. esatti, riflesso residuo praticamente assente e tempo di scomparsa 6 sec.
Al contrario, in presenza di “rischio coronarico” – questo vale anche per tutti gli altri sistemi biologici a rischio reale – i parametri del riflesso, relativo ai DEB, sono alterati più o meno seriamente, con intensità e durata inversamente correlati alla gravità del rischio. Inoltre, e’ sempre presente il riflesso residuo, anche se lieve, mentre il tempo di scomparsa è > 6 sec. Come sempre, un ruolo importante è svolto dalla osservazione dei DEB tipo I neoformati.
A questo punto è opportuno segnalare che nelle fasi iniziali della alterazione “funzionale” dei DEB, la vasomotility appare incrementata, anche se lievemente (AL + PL = 7 sec. versus 6 sec.) al fine di mantenere la vasomotion in valori normali: nella vasomotion, AL + PL durano 6 sec. all’inizio, per scendere dopo anni o decenni, a 5 sec., mentre la vasomotility si accentua ulteriormente e si realizza il quadro della attivazione microcircolatoria tipo II o dissociata, suddivisibile, in realtà, come ormai noto al lettore, in diversi sottotipi proprio in rapporto al comportamento delle AVA, funzionalmente intese.
In queste condizioni, in cui il microcircolo è in qualche modo attivato, l’O2 tessutale, valutato di base come tl del riflesso ciecale e/o gastrico aspecifico, e’ ancora nei limiti normali, cosicché i dati del precondizionamento sono ai bassi livelli fisiologici: nella ripetuta valutazione, a distanza di cinque secondi l’una dall’altra, dei parametri del riflesso ciecale il miglioramento risulta statisticamente non significativo oppure è nullo.
In altre parole, come altrove descritto in questo sito, si tratta di una “variante” della attivazione microcircolatoria patologica, dissociata, di tipo II, in cui l’istangio è in condizioni di rifornimento di energia-materia-informazione ai limiti inferiori della norma a riposo, poiché la vasomotility è attivata per contrastare la prolungata, patologica ancorché parziale, occlusione arteriolare.
Tuttavia, siamo in presenza di una situazione senza dubbio alcuno non propriamente fisiologica, da eliminare tempestivamente, al più presto, innanzitutto con la dieta, etimologicamente intesa, e, poi, con farmaci istagioprotettori (3, 37, 58).
vedi QUI: Semeiotica Biofisica
MICROCIRCOLO A RIPOSO INTENSITA’
I,5 CM. DURATA 20 SEC. RIFLESSO RESIDUO MINIMO 0,5 CM DURATA RIFLESSO RESIDUO 6 SEC.
ATTIVATO TIPO I , ASSOCIATO INTENSITA’
> I,5 CM. DURATA>20SEC. RIFLESSO RESIDUO 1CM DURATA RIFLESSO RESIDUO < 6 SEC.
ATTIVATO TIPO II , DISSOCIATO
INTENSITA’
< I,5 CM.
DURATA<20SEC. RIFLESSO RESIDUO1 CM
DURATARIFLESSO
RESIDUO > 6 SEC
Tabella 1 – vedi su Semeiotica Biofisica:
Nella tabella sono indicati i valori dei parametri dei dispositivi endoarteriosi di blocco nelle varie situazioni fisiologiche e patologiche. Valori intermedi si osservano nei passaggi da una condizione all’altra.
La durata di AL + PL nell’attivazione microcircolatoria tipo I, associata, è di 8 sec. sia nella vasomotility che nella vasomotion, mentre i parametri dei DEB sono in relazione alla presente maggiore “apertura”. Una “variante” del tipo II è rappresentata dall’allungamento di AP + PL della sola vasomotility (8 sec.), mentre normale è il valore parametrico nella vasomotion.
Nella forma di attivazione tipo II osserviamo i più alti valori di AL + PL nella vasomotility (9 sec.), mentre quelli della vasomotion scendono a 5 sec.
Nella “variante” di iniziale scompenso, presenti le alterzioni dei DEB, il parametro AL + PL della vasomotility mostra valori lentamente decrescenti: da 8-9 sec. passa a 7-8 sec. per insufficienza iniziale della sfigmicità arteriolare, espressione di iniziale scompenso del “cuore periferico”; la sua insufficienza diventa “totale” quando, a riposo, AL + PL della vasomotility e’ di 5-6 sec. e quello della vasomotion presenta i valori più bassi osservati.
Direttamente correlato al tipo di attivazione è il comportamento dei noti parametri dei DEB: la durata della apertura si riduce (NN = 20 sec.) e quella della chiusura aumenta (NN = 6 sec.) nel tipo II e nelle sue varianti. Con il venire meno della energia libera nelle cellule muscolari lisce dei DEB appare sempre più compromessa la loro funzione: l’ostacolo al flusso ematico arteriolare aumenta e conseguentemente la sfigmicità, all’inizio, è accentuata per conservare una ancora fisiologica flow-motion capillare, ma successivamente e lentamente va verso lo scompenso, che caratterizza appunto la fase terminale del tipo II o scompenso del cuore periferico ( Tab.2 )
COMPORTAMENTI MICROCIRCOLATORI
Tipo di microcirolazione Vasomotility
AP + PL (sec.) DEB
apertura scomparsa Vasomotion
AP + PL (sec.)
Fisiologica di base 6 20 6 6
Attivazione Microcircolatoria tipo I 7 – 8 > 20 < 6 7 – 8
Attivazione Tipo II , dissociata, “variante” 8 – 9 < 20 > 6 6
Attivazione Tipo II, dissociata 7 – 8 < 15 > 6 5
Scompenso microcircolatorio 6 < 15 > 6 4
Tabella 2
By dott. Sergio Stagnaro (medico) – Semeiotica Biofisica
BIBLIOGRAFIA.
1) Curri S.B. Le Microangiopatie. Inverni della Beffa, Milano, 1986
2) Curri S.B. Pannicolopatia Mammaria da Stasi, Parte seconda. Inverni della Beffa, Milano, 1984
3) Bucher O. Polsterbildungen in den Arterien des Myocards (Polsterkissen und Polsterarterien). Schweiz. med. Wschr.47, 65-69, 1944.
4) Stagnaro S., West PJ., Hu FB., Manson JE., Willett WC. Diet and Risk of Type 2 Diabetes, N Engl J Med. 2002 Jan 24;346(4):297-298. [MEDLINE]
Aneurisma aortico addominale escluso clinicamente in un secondo con la semeiotica biofisica quantistica15 luglio 2009, http://www.fcenews.it , http://www.fceonline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=11855&Itemid=47
Diagnosi Clinica Precoce dell’aneurisma Aortico Addominale – 2005
http://www.piazzettamedici.it/professione/professione.htm
INTRODUZIONE
Questo lavoro sottolinea chiaramente, ancora una volta, l’affidabilità, il notevole valore e, quindi, l’utilità della Semeiotica Biofisica Quantistica applicata sia all’angiologia macro- che microscopica, finora oggetto esclusivo d’indagine della semeiotica strumentale (1-10).
Infatti, la Semeiotica Biofisica Quantistica dell’aorta addominale e delle aa. iliache risulta veramente efficace nel tempestivo riconoscimento, per es., dell’aneurisma aortico addominale (AAA), a partire dagli stadi iniziali privi di fenomenologia clinica, e nel suo monitoraggio (11). In verità, sono troppi i pazienti riconosciuti portatori di Ectasia Pre-Aneurismatica o AAA solamente quando insorge una complicazione come la fissurazione, la rottura o le tromboembolie, a conclusione di un decorso asintomatico della durata di molti anni in individui considerati sani fino al momento del drammatico esordio della malattia.
Una ormai lunga e sicura esperienza al letto del malato mi consente di affermare che molto spesso durante l’esecuzione di una ecotomografia addominale lo specialista non esamina l’aorta addominale di routine, ma esclusivamente su precisa richiesta del medico generalista. Per questi motivi, e specialmente per le notevoli possibilità che la Semeiotica Biofisica offre per prevenire le gravi e/o mortali complicazioni dell’AAA, invito il lettore a seguirmi con particolare attenzione nella seguente illustrazione, che sarà di sicuro arricchimento nel riconoscere precocemente e rapidamente una patologia assai pericolosa se non diagnosticata (11-13).
METODICA
In un individuo, supino e psicofisicamente rilassato, localizzata con la palpazione la sede inguinale dell’arteria femorale comune di destra. (o di sinistra, ovviamente), si colloca il tamburo del fonendoscopio sopra la proiezione cutanea del tratto distale dell’arteria iliaca omolaterale, in pratica subito sopra l’area della pulsazione dell’arteria femorale comune (Fig.1).
Fig. 1 (A) e Fig. 2 (B)
La percussione, come al solito applicata delicatamente e direttamente sopra la cute, viene eseguita procedendo dal fianco ds. verso la linea alba, e viceversa, su linee parallele ed orizzontali, passando via via dallo scavo pelvico alla linea ombelicale trasversa, seguendo la metodica ormai nota al lettore. Quando la percussione è esercitata sopra l’esatta proiezione della arteria iliaca destra., il suono è percepito nettamente modificato, ipofonetico ed intenso, “come se nascesse vicino all’orecchio di chi ascolta” (14, 15). In tal modo è facile delimitare l’arteria iliaca destra. fino alla sua origine aortica (1, 2, 15).
A questo punto, collocato il tamburo del fonendoscopio sopra la proiezione cutanea del tratto aortico terminale e/o dell’inizio delle arterie iliache, si esegue la percussione ascoltata dell’arteria iliaca sinistra. e, infine, dell’aorta addominale, nel modo sopra illustrato (1, 2) (Fig 1).
Interessante ed utile è il fatto che il test del pugile (= il paziente stringe fortemente i pugni), provocando notoriamente ipertono simpatico e, quindi, aumento del tono dei vasi di resistenza (= arteriole e piccole arterie, sec. Hammersen), causa fisiologicamente e transitoriamente la dilatazione delle arterie iliache e dell’aorta, corroborando pertanto la correttezza dell’avvenuta delimitazione dei vasi. In pratica, nel sano dopo un tl di 3 sec. a partire dall’inizio del test del pugile e per una durata di 6 sec. circa, le grandi arterie elastiche e muscolari si dilatano. Al contrario, le rigide pareti, per esempio., di una ectasia pre-aneurismatica o di un aneurisma, consentono soltanto minimi aumenti del diametro vasale, come in caso di ATS, rivelabili come riflesso gastrico aspecifico (V il mio sito www.semeioticabiofisica.it, Pagine techniche, N° 1).
Al fine di evitare risultati apparentemente patologici, cioè falsi positivi, la percussione deve essere delicata, di debole intensità, per quanto “apparentemente” vago possa sembrare questo termine (2, 3) (Fig. 2).
Al valore “scientifico” degli aggettivi che descrivono le differenti intensità della stimolazione dei trigger-points nell’originale semeiotica, è dedicato un ampio e giustificato spazio nel prossimo volume nella Introduzione alla Semeiotica Biofisica (15), correlando l’intensità della percussione all’attivazione delle diverse strutture microcircolatorie attivate.
Mediamente, al di sopra dei 50 aa., il diametro dell’a. iliaca è < 1cm., valutato percusso-ascoltatoriamente come proiezione cutanea, mentre quello dell’aorta è di 1 cm. circa, in un individuo sano, supino e psicofisicamente rilassato.
Dopo aver diagnosticato un aumento, ancorché circoscritto, del diametro vasale, è necessario procedere alla valutazione, sia in senso trasversale sia longitudinale, dei diametri massimi prima e dopo il test del pugile. Infatti, durante la valutazione dinamica (ipertono simpatico) l’aorta sana si dilata di 2 cm. circa in modo statisticamente significativo, facilitando la corretta localizzazione dell’ectasia aortica, le cui modificazioni volumetriche sono minimamente modificate, per esempio, dal test del pugile: 0,5 cm. A questo punto, la pressione digitale, applicata sopra la proiezione cutanea dell’aneurisma stimola i relativi trigger-points parieto-vasali e, quindi, causa la sindrome p. asc. cistica: sollevamento dell’angolo di His, riflesso gastrico aspecifico, riflesso ureterale “in toto”, d’intensità direttamente correlata alla gravita della vasculopatia.
(Per ulteriori informazioni vedere altri articoli e la Bibliografia nel sito citato).
In questa sede desidero soltanto attirare l’attenzione del lettore sul fatto che, nel sano, il calibro dei vasi arteriosi, muscolari ed elastici, indipendentemente dalla pulsazione cardiaca sisto-diastolica e dagli atti respiratori, oscilla in modo autonomo ed autoctono 6 volte al minuto con una intensità convenzionale variabile da 1 a 3 e con un periodo compreso tra 9 sec. e 12 sec., come si osserva in tutti i sistemi biologici.
Accanto a ciò, ricordiamo che anche i relativi vasa vasorum avventiziali mostrano identico comportamento per quanto concerne i loro diametri, la cui indagine fornisce al medico bed-side una notevole mole d’informazioni. Lo studio di queste dinamiche è reso possibile clinicamente dalla Semeiotica Biofisica Quantistica, mentre l’insieme delle conoscenze del caos deterministico “microvascolare”, clinicamente raccolte, costituisce la Microangiologia clinica.
Prima di concludere l’articolo è senz’altro opportuno sottolineare ancora una volta un essenziale aspetto tecnico, cioè la necessità della “delicatezza” dell’esecuzione della percussione digitale, direttamente applicata sopra la cute, che rappresenta la conditio sine qua non, della propagazione delle onde sonore, dalla cute verso l’interno dell’addome, lungo linee perpendicolari e parallele con scarsissimi fenomeni di rifrazione. Ne consegue il perfetto accordo tra i reali diametri massimi, trasversale e longitudinale, dell’aorta e quelli rilevati con la P. Asc. (Fig. 2).
Come riferito sopra, se la percussione è intensa il suono è percepito prima che essa sia applicata sopra l’esatta proiezione cutanea delle pareti dell’aorta, poiché le onde rifratte sono successivamente riflesse dalle pareti del vaso esaminato e, quindi, ascoltate chiaramente dal medico dopo essere state raccolte dal tf collocato ad arte (Fig. 2). In termini tecnici, se la percussione è correttamente applicata, la geometria p.asc., è “euclidea”, ma diventa “proiettiva” quando l’intensità della percussione è erroneamente elevata.
Nel sano, la pressione digitale “intensa” applicata sopra una arteria femorale non provoca “simultaneamente” il riflesso gastrico aspecifico, permettendo di escludere in un secondo l’AAA. Al contrario, in presenza di ectasia dell’aorta o di Aneurisma Aortico Addominale, “simultaneamente” all’inizio della intensa stimolazione arteriosa si osserva la dilatazione del fondo e del corpo gastrico, la cui intensità è correlata con la dilatazione dell’aorta.
website, www.seemioticabiofisica.it , Practical Applications.
Per ricapitolare, di seguito riferisco i due metodi di pratica utilizzazione, da utilizzare nel precisare la diagnosi lesione dell’aorta addominale.
A) Una semplice valutazione dell’AAA è la seguente: pressione digitale “intensa” sopra l’a.femorale ds. Ç ipertono simpatico Ç aumento “transitorio” del tono dei vasi di resistenza Ç aumento pressorio nei vasi elastici e muscolari Ç accentuazione degli in-puts a partire dal vaso aneurismatico Ç comparsa della sindrome cistica (come descritto in precedenza) comprendente il riflesso gastrico aspecifico. In pratica, nel sano la pressione digitale intensa applicata sopra l’arteria femorale all’inguine, per esempio, entro 16 sec.(dato importante: in rapporto alla intensità della stimolazione, media-moderata oppure intensa, dopo rispettivamente 8 sec. e 16 sec., nel sano, lo stomaco subisce modificazioni correlate all’acidosi istangica jatrogenetica dell’arto inferiore, ricchissime d’informazione sulla macro- e micro-circolazione della gamba omolaterale) non provoca il riflesso gastrico aspecifico. Al contrario in caso di ectasia e di aneurisma aortico addominale, dopo 3 sec. se la pressione è di media intensità oppure “simultaneamente” se lo stimolo è intenso (= dilatazione dell’a. ileo-femorale e poi dellaorta) compare il riflesso gastrico aspecifico, la cui intensità è correlata alla gravità della dilatazione dell’aorta.
B) Un’altra indagine di rapida esecuzione ed affidabile nella valutazione clinica quantitativa dell’AAA, facilmente eseguibile da parte di chi conosce bene la percussione ascoltata degli ureteri, è la seguente: nel soggetto da esaminare, supino e psico-fisicamente rilassato, il medico applica la pressione digitale “intensa” sopra l’arteria femorale all’inguine, preferibilmente destro, e valuta il riflesso ureterale “in toto” o dilatazione dell’uretere simultaneamente apparsi (come sempre l’esaminando tiene fermo il tamburo del fonendoscopio nella corretta posizione, VII-VIII dermatomero toracico, cioè la regione del fianco, preferibilmente sinistro, esclusivamente per motivi pratici). Nel sano, l’uretere non si modifica per i primi 16 sec., mentre in caso di ectasia o naturalmente di aneurisma dell’arteria ileo-femorale (tempo di latenza 1-2 sec.) e dell’aorta addominale (tl 3-6 se.) l’uretere si dilata in rapporto alla gravità della patologia arteriosa.
Referenze
– Stagnaro-Neri M., Stagnaro S., Aneurisma Aortico Addominale: una Diagnosi clinica con la Semeiotica Biofisica. Acta Cardiol. Medit. 14, 17, 1986
– Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico. Ed. Travel Factory, Roma, 2004.
http://www.travelfactory.it – www.seemioticabiofisica.it
– Stagnaro Sergio. Aneurisma aortico addominale escluso clinicamente in un secondo con la semeiotica biofisica quantistica. 15 luglio 2009, http://www.fcenews.it, http://www.fceonline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=11855&Itemid=47
– Sergio Stagnaro. Diagnosi Clinica Precoce dell’aneurisma Aortico Addominale.
www.piazzettamedici.it , 2005, http://www.piazzettamedici.it/professione/professione.htm
Among my hypertensive patients there are some who are treating regularly, properly, and succesfully, regarding arterial blood pressure, from a long time with hypertensive drugs and die of CVD
On the contrary, a lot of other hypertension diseased paients, who never are been treated, are going on in good health condition, showing any “so-called” complications. Is not the same with your patients? I suggest less Statistics and more Quantum Biophysical Semeiotics.
In Arterial Hypertension Primary Prevention (PP) as well as therapy, first of all we must agree with the fact that not all hypertensive patients are born equal! In addition, we need new paradigms, which allow doctors to recognize since birth individuals involved by both hypertensive constitution and hypertension Inherited Real Risk, conditio sine qua non of hypertension and hypertension well-known so-called complications, present exclusively in the patients involved also by such as hypertensive inherited real risk in biological systems subsequently showing micro- and macro-vascular disorders: semeioticabiofisica, Practical Applications, and Biophysical-Semeiotic Constitutions (1-7).
For instance, in the normal skeletal muscle microcirculatory bed, there are exclusively “normal” type I (small arterioles, according to Hammersen), and type II Endoarteriolar Blocking Devices, i.e. EBD, (in arterioles), according to S.B.Curri (See http://www.semeioticabiofisica.it/microangiologia).
In fact, in health, not involved by Hypertensive Constitution, we cannot observe newborn-pathological, type I, subtype b), EBD in above-mentioned biological system.
On the contrary, in individuals involved by hypertension Inherited Real Risk as well as overt hypertension, of course, we observe with the aid of Biophysical Semeiotics also newborn-pathological, type I, subtype b) EBD, present also in those tissue, where complications may occur. As a consequence, such as discoveries can facilitate diagnosis and primary orevention.
In addition, the evaluation of Natriuretic Peptides Biological Renal Activity is significantly impaired, corroborating the clinical diagnosis (1-3) (See above-cited website, Practical Applications, two articles on Natriuretic Peptides Bedside Evaluation). Finally, arterial compliance is almost impaired in these subject, when evaluated clinically as I have illustrate earlier (ibidem). In conclusion, physicians nowadays, can uilize new bedside way in reducing mortality in patient involved by hypertensiona as well as diabetes(8).
Referenze:
1) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S., Stadio pre-ipertensivo e monitoraggio terapeutico della ipertensione arteriosa. Omnia Medica Therapeutica. Archivio, 1-13, 1989-90.
2) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico. Ed. Travel Factory, Roma, 2004.
http://www.travelfactory.it/semeiotica_biofisica.htm
3) Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche.Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Ed. Travel Factory, Roma, 2004.
http://www.travelfactory.it/libro_costituzionisemeiotiche.htm
4) Stagnaro S., Stagnaro-Neri M. Single Patient Based Medicine.La Medicina Basata sul Singolo Paziente: Nuove Indicazioni della Melatonina. Ed. Travel Factory, Roma, 2005. http://www.travelfactory.it/libro_singlepatientbased.htm
5) Stagnaro S. Pivotal role of Biophysical Semeiotic Constitutions in Primary Prevention. Cardiovascular Diabetology, 2:1, 2003
http://www.cardiab.com/content/2/1/13/comments#5753
6) Stagnaro Sergio. Role of Coronary Endoarterial Blocking Devices in Myocardial Preconditioning – c007i. Lecture, V Virtual International Congress of Cardiology. http://www.fac.org.ar/qcvc/llave/c007i/stagnaros.php
7) Stagnaro Sergio. Newborn-pathological Endoarteriolar Blocking Devices in Diabetic and Dislipidaemic Constitution and Diabetes Primary Prevention. The Lancet. March 06 2007.
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673607603316/comments?totalcomments=1
http://www.fceonline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3736&Itemid=47
8) Stagnaro Sergio. New bedside way in Reducing mortality in diabetic men and women. Ann. Int. Med. 21, June 2007
http://www.annals.org/cgi/eletters/0000605-200708070-00167v1
9) Stagnaro Sergio. Il Reale Rischio Semeiotico Biofisico Quantistico. Ed. Travel Factory, Roma,Luglio 2010
By dott. Sergio Stagnaro (medico) – Semeiotica Biofisica
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UN SOLO ESAME per SCOPRIRE TUTTO sulle CORONARIE
– (ASCA) – Roma, 18 feb. 2009
Un solo esame per scoprire tutto delle nostre coronarie. Grazie ad un innovativo sistema TAC multistrato è possibile identificare in un’unica seduta ambulatoriale i restringimenti delle arterie del cuore e nello stesso tempo capire quali siano le porzioni di muscolo cardiaco che soffrono per lo scarso afflusso di sangue.
A rendere possibile tutto questo è la TAC Somatom Definition AS 128 slice, frutto della Ricerca e Sviluppo di Siemens Healthcare e adesso in funzione presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico MultiMedica di Sesto San Giovanni.
Gli sviluppi tecnologici nel campo della diagnostica cardiaca hanno fatto passi da gigante, ma il loro cammino aveva seguito sino a oggi due percorsi paralleli: da un lato gli esami morfologici come le coronarografie o le TAC di prima generazione che rilevavano solo la presenza di placche a livello delle coronarie; dall’altro gli esami funzionali come la scintigrafia o l’eco-stress, che riferivano invece quanto questi restringimenti fossero importanti nel ridurre l’afflusso di sangue al cuore.
La nuova tecnologia Somaton Definition rappresenta il punto d’incontro di tutte le tecnologie d’imaging fino ad ora prodotte, perché permette di produrre, grazie alla sua alta velocità di acquisizione, anche immagini del cuore in movimento.
Il nuovo strumento diagnostico potrà inoltre ridurre la spesa sanitaria eliminando ricoveri inutili ed evitando esami invasivi quali la coronarografia o le angiografie dei vari distretti vascolari. A questo scopo nell’ambito del Dipartimento Cardiovascolare dell’IRCCS MultiMedica si stanno sviluppando progetti di ricerca e linee guida interne per identificare i pazienti che possano trarre il massimo beneficio da questa tecnologia innovativa.
By res-mpd/mar/lv – Tratto da asca.it
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Nel mondo i malati di talassemia sono circa 3.000.000. By ANSA – Roma, 8 Mag. 2009
Ogni anno 330.000 bambini nascono affetti da sindromi talassemiche (il 17% e’ affetto da talassemia)
(NdR: essi sono figli tutti quanti di genitori vaccinati quindi portatori sani di mutazioni genetiche e debolezze immunitarie e sanguigne che regalano ai figli….)
L’Italia è uno dei paesi più colpiti con 7.000 malati e 3.500.000 di portatori sani, concentrati nelle zone della Sardegna e Sicilia, le regioni meridionali e la zona del delta padano. Anche se è migliorata la sopravvivenza e la qualità della vita, la talassemia è ritenuta un’emergenza.
La trasmissione genetica della mutazione è molto alta: da due portatori sani si avrà nel 25% dei casi un figlio talassemico.
“E’ necessario – afferma Angela Iacono, presidente Fondazione Giambrone – convogliare tutte le forze, specialmente della comunità scientifica affinché, attraverso la ricerca, si trovi una soluzione decisiva alla malattia per liberare il paziente dalla schiavitù delle trasfusioni”.
La talassemia e’ una malattia genetica ed ereditaria del sangue che si caratterizza per l’incapacità dei globuli rossi di sintetizzare l’emoglobina, cioé la proteina che ha il compito di trasportare l’ossigeno in tutto l’organismo. La malattia ha un’alta prevalenza in alcune aree, in particolare nel bacino del Mediterraneo (Italia, Grecia, Turchia, Cipro) e nel Sud-Est asiatico (India, Vietnam, Cambogia).
Commento NdR: anche questa problematica può essere causata dalle mutazioni genetiche soprattutto prodotte dai Vaccini nei genitori dei nuovi nati.
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SINDROME METABOLICA
Per sindrome metabolica (detta anche sindrome X, sindrome da insulino-resistenza, CHAOS o sindrome di Reaven) si intende, in ambito medico, una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori di rischio e di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo. Questi sono spesso correlati allo stile di vita della persona (peso eccessivo, vita sedentaria) o a situazioni patologiche preesistenti (obesità, ipercolesterolemia – presenza di un elevato tasso di colesterolo nel sangue – ecc.).
Colpisce un’elevata percentuale della popolazione a livello mondiale, principalmente d’età avanzata.
Gli studi svolti confermano che gli individui colpiti dalla sindrome metabolica, che non cambiano drasticamente il proprio stile di vita, hanno un elevato tasso di mortalità legato a problemi cardiovascolari.
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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EMOPOIESI e CELLULE anche STAMINALI
Il termine emopoiesi o ematopoiesi si riferisce alla formazione e alla maturazione di tutti i tipi di cellule del sangue a partire dai loro precursori. Nell’essere umano adulto normale le cellule ematiche sono formate nel midollo osseo dello scheletro assiale.
Gli spazi occupati da midollo emopoietico si riducono progressivamente dall’infanzia all’età adulta, fino ad essere confinati alla parte centrale dello scheletro. Durante lo sviluppo fetale l’emopoiesi si svolge dapprima nel sacco vitellino, successivamente nel fegato e nella milza, e infine nelle ossa.
La maggior parte delle cellule è incapace di ulteriore divisione e, avendo vita relativamente breve, è rimpiazzata continuamente da nuovi elementi provenienti dal midollo osseo.
I globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine derivano da un’unica cellula staminale emopoietica pluripotente.
La formazione di questa cellula staminale è la prima di una serie di tappe, sequenziali e ordinate, di crescita e maturazione cellulare. La cellula staminale pluripotente può seguire linee di maturazione morfologicamente e funzionalmente diverse, a seconda del condizionamento determinato dal tipo di stimolo o di mediatore presente.
Questa procede verso due direzioni principali:
– la linea linfoide da cui sia avvia la linfopoiesi (linfociti B, T ed NK ovvero “NATURAL KILLER”)
– la linea mieloide da cui si sviluppa la mielopoiesi, l’Eritropoiesi e la produzione di piastrine (granulociti, monociti, eritrociti, piastrine)
– l’Ematopoiesi è il processo dal quale gli elementi formati del sangue sono prodotti.
Il processo è regolato attraverso una serie di passi inizianti con la cellula staminale ematopoietica pluripotente.
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Trovata possibilità di Trasformazione di gruppi sanguigni ad altri gruppi: da A a 0, grazie a una coppia di enzimi di un batterio fecale – Giugno 2019
I ricercatori dell’Università della British Columbia (UBC) hanno scoperto che questi enzimi possono essere molto efficienti nel convertire l’antigene A, presente sui globuli rossi dell’omonimo gruppo sanguigno, in antigene H, tipico del gruppo 0.
Nature Microbiology (2019) – Download Citation – Published: 10 June 2019
An enzymatic pathway in the human gut microbiome that converts A to universal O type blood
By Peter Rahfeld 1, 2, Lyann Sim na1 1, 2, Haisle Moon 3, 4 na1, Iren Constantinescu 3, 4, Connor Morgan-Lang 5, 6, Steven J. Hallam ORCID: orcid.org/0000-0002-4889-6876 5, Jayachandran N. Kizhakkedathu ORCID: orcid.org/0000-0001-7688-7574 3, 4 & […], Stephen G. Withers ORCID: orcid.org/0000-0002-6722-5701 1, 2, 7 – Show fewer authors
Estratto
L’accesso ad enzimi efficienti in grado di convertire i globuli rossi di tipo A e B in donatore “universale” O aumenterebbe notevolmente l’offerta di sangue per le trasfusioni. Qui riportiamo lo screening funzionale metagenomico del microbioma dell’intestino umano per la ricerca di enzimi in grado di rimuovere gli antigeni zuccherini di tipo A e B affini. Tra i geni codificati nella nostra libreria di 19.500 fosmidi espressi contenenti DNA batterico intestinale, identifichiamo una coppia di enzimi dall’anaerobo obbligato Flavonifrattore plautii che lavorano di concerto per convertire efficacemente l’antigene A all’antigene H del sangue di tipo O, attraverso un intermedio di galattosamina. La struttura a raggi X della deacetilasi N-acetilgalattosamina rivela il sito attivo e il meccanismo del membro fondatore di una famiglia di esterasi. La galattosaminidasi espande le attività all’interno della famiglia CAZy GH36.
La loro capacità di convertire completamente da A a O dello stesso tipo di rhesus a concentrazioni enzimatiche molto basse nel sangue intero ne semplificherà l’incorporazione nella pratica trasfusionale, ampliando l’offerta di sangue.
I GRUPPI SANGUIGNI
In linea di massima esistono quattro gruppi sanguigni: A, B, AB e 0. Ciò che li distingue è la presenza (o assenza) sulla superficie degli eritrociti o globuli rossi, di diverse molecole di zucchero. Questi zuccheri sono chiamati “antigeni” perché sono molecole che possono essere riconosciute dalle cellule del sistema immunitario, che in questo modo riesce a distingue tra ciò che appartiene all’organismo e ciò che invece è estraneo e potenzialmente pericoloso, ovviamente se questi svolge le sue normali funzioni e non è stato alterato da qualsiasi tipo di vaccino….se esso trova un antigene alieno (eterologo), reagisce e dà il via a una risposta difensiva per tentare di eliminare l’intruso: per questo, quando è necessario trasfondere (trasfusione) del sangue, bisogna conoscere bene il gruppo del donatore e quello del ricevente. L’unico gruppo sanguigno che può essere trasfuso senza rischi è il gruppo 0in quanto questo gruppo i globuli rossi del loro sangue, non hanno nessun antigene e per questo è chiamato possibile donatore universale.
Dallo studio però si evince, ma già lo si sapeva, che alcuni enzimi riuscissero a rimuovere gli antigeni A e B dai globuli rossi, convertendo di fatto un gruppo A, B o AB in un gruppo 0, ma il processo non si era dimostrato molto efficiente e in definitiva sembrava poco conveniente su larga scala, per cui era stato accantonato.
Ora però i ricercatori della UBC hanno sviluppato un nuovo sistema che pare dia buoni risultati:
– analizzando il microbiota intestinale, in particolare l’insieme del patrimonio genetico della flora batterica del nostro intestino, hanno identificato due enzimi che, lavorando in coppia, privano i globuli rossi del gruppo A del loro antigene, lo zucchero:
– N-acetilgalattosamina.
In particolare gli enzimi sono stati isolati dal batterio anaerobio Flavonifractor plautii:
– il primo – l’N-acetilgalattosamina deacetilasi – converte l’antigene A in una molecola chiamata galattosamina
– il secondo – la galattosaminidasi – rimuove l’ammina lasciando il globulo rosso privo di antigene. Proprio come gli eritrociti del gruppo 0.
Secondo i dati riportati dagli autori della ricerca, questo sistema è molto più efficiente di quelli identificati in passato e funziona anche su sangue intero, non solo nella soluzione di laboratorio.
Tuttavia, sottolineano gli stessi ricercatori, al momento non è stato possibile dimostrare che tutti gli eritrociti di gruppo A nei campioni vengano convertiti. È possibile che la conversione non sia totale, quindi è prematuro impiegare il sangue convertito artificialmente nelle trasfusioni negli esseri umani, perché potrebbero scatenarsi risposte immunitarie anomale (malattie immunitarie); i ricercatori quindi suggeriscono cautela e nuove ricerche in merito, per tentare di migliorare la metodologia.