Piu‘ efficienza ed energia con il Coenzima Q10
Un fattore molto trascurato nella cura (NdR: anche e non solo) della stanchezza cronica è il coenzima Q10.
La possibilità per l’organismo di produrre energia non è solo proporzionale alla quantità di calorie introdotte con la dieta o con i suoi livelli ormonali, ma dipende anche dalla capacità di metabolizzare a livello cellulare le sostanze nutritive in energia, che, in biochimica, si valuta con una unità di misura particolare l’ATP; essa è prodotta dalla demolizione di glucosio, aminoacidi o acidi grassi.
Nel caso del glucosio, per esempio, si ha una demolizione (glicolisi) fino ad acido lattico con la produzione di due moli di ATP, ma in presenza di ossigeno e grazie al lavoro ossido-riduttivo dei mitocondri (vere e proprie officine estrattive dell’energia) la demolizione della molecola procede oltre, fino a generare CO2, acqua e ben oltre 36 moli di ATP !
Orbene, qui sta il nocciolo della questione:
il lavoro di estrazione dell’energia compiuto dai mitocondri (veri e propri microrganismi endocellulare, forse risultato di un’ancestrale simbiosi tra una primitiva cellula anaerobia e un batterio aerobio) puo’ interrompersi se una particolare molecola-catalizzatore di ossido riduzione presente nelle loro membrane, detta Coenzima Q10 viene a scarseggiare per insufficiente rimpiazzo dovuto a scarsa sintesi o ad eccessiva sua distruzione.
Cosa provoca la scarsa sintesi di Coenzima Q10 ? Una delle cause accertate sono le statine, usate per abbassare il colesterolo, perché inibiscono l’HMG-Co-A riduttasi, enzima implicato anche nella sintesi del Coenzima Q10.
Per cio’ che riguarda l’eccessiva distruzione del Coenzima in questione concorrono gli alti livelli di radicali liberi prodotti da un’elevata ossidazione conseguente ad una super alimentazione o per infiammazioni croniche.
Oltre alla stanchezza generale, nella carenza di Coenzima Q10 possiamo riscontrare insufficienza cardiaca congestizia, ipercolesterolemia, ipertensione, aumentato rischio di tumori, Parkinson e invecchiamento cutaneo per mancata protezione dai perossidi che danneggiano il collagene e l’elastina procurando perdita di elasticità cutanea e formazione di rughe .
La soluzione terapeutica, in questi casi, è una integrazione di Coenzima Q10 dai 60 ai 200 mg a seconda dei casi.
Per una opportuna valutazione individuale occorre comunque consultare un medico esperto in nutriceutica.
By Dott. Flavio Rodolfo Dainesi
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Aspetti clinici dell’impiego del Coenzima Q 10 – vedi anche: Enzimi
Revisione della letteratura a cura della Redazione de “Il Medico Sportivo”
Poichè il Coenzima Q10 viene impiegato utilizzato per una molteplicità di malattie, in questa revisione vengono illustrate le più recenti acquisizioni sull’utilizzo di questo enzima, con particolare enfasi per quelle aree terapeutiche nella quali questo approccio è completamente nuovo.
Le proprietà del Coenzima Q10 in ambito cardiovascolare sono state oggetto di ulteriori studi in particolare per quanto riguarda la protezione del miocardio durante interventi di cardiochirurgia, prevenzione dell’infarto, cardiomiopatia pediatrica e rianimazione cardiopolmonare. Questo grazie all’attività svolta dal Coenzima Q10 a livello endoteliale e vascolare.
Studi recenti su differenti malattie neurologiche che coinvolgono disfunzioni mitocondriali e stress ossidativo, hanno recentemente illustrato alcuni dei meccanismi neuroprotettivi del Coenzima Q10. Uno studio con follow-up di 4 anni su 10 pazienti affetti da atassia di Friedreich, trattati con Coenzima Q10 e vitamina E, ha dimostrato un significativo miglioramento della bioenergetica del muscolo cardiaco e dei muscoli scheletrici, con evidente beneficio a livello cardiaco e della forza muscolare sotto sforzo.
Inoltre, ulteriori studi che hanno dimostrato come le disfunzioni mitocondriali giochino un ruolo importante nella patofisiologia delle cefalee e della degenerazione maculare, hanno anche confermato il potenziale di miglioramento espresso dal Coenzima Q10 in tali situazioni patologiche.
Infine, l’attività del Coenzima Q10 a livello della muscolatura scheletrica, espressa come capacità di migliorare la produzione di energia a livello cellulare, ha indotto l’impiego del Coenzima Q10 anche in medicina sportiva, dove alcuni studi effettuati su atleti professionisti di ciclismo e sci di fondo hanno dimostrato l’effetto positivo sugli indici di performance fisica e del tono muscolare.
In conclusione, sebbene il Coenzima Q10 sia stato studiato per molti anni, il suo ruolo nel trattamento di malattie caratterizzate da sbilanciamenti negativi delle bioenergie mitocondriali e da intenso stress ossidativo deve essere ulteriormente approfondito in quanto le attuali premesse scientifiche ne fanno supporre un ruolo importante anche in malattie di elevato impatto sociale.
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