Cuore – Cervello del Cuore – Campo Toroidale stazionario bi fase
(Ammalamenti del cuore e Cure naturali)
Il Cuore umano (ed animale) facente parte dell’apparato cardiovascolare, genera il più ampio Campo ElettroMagnetico “toroidale” del corpo che fa parte dell’AuRa ed ha un proprio cervello separato dagli altri cervelli (intestinoe testa) !
Fonte: Applications of Bioelectromagnetic Medicine (Applicazioni cliniche di Medicina Elettromagnetica), PJ. Rosch e M.S. Markov, New York 200-t – Istitute of HeartMath® – www.heartmath.org
Quando viene concepito un bambino, il Cuore umano inizia a battere prima che il cervello si sia formato e ciò sembra un “paradosso”, ma non è cosi perché il cuore ha un piccolo e proprio “cervello” formato da circa 40.000 cellule nervose, e da esso viene emanato il più ampio CEM (Campo ElettroMagnetico) del corpo.
Il Campo Elettrico del Cuore, che viene misurato dall’elettrocardiogramma (EGC) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali, dei due emisferi cerebrali (cervello nella testa), registrate da un elettroencefalogramma (EEG).
La componente Magnetica del campo del cuore, è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata anche a distanza dal corpo con uno Strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID), basato su magnetometri.
La dimensione del CEM Toroidale varia da un minimo di 2,5 ed un massimo di 3 mt., con asse verticale centrato nel cuore.
La sua forma Toroidale, è la forma spesso considerata la più unica e primaria dell’Uni-Verso.
Questo campo Toroidale contiene un suo doppio (come una matriosca), più piccolo e sullo stesso asse verticale, questo perché esso è “duale” come le energie della ManifestAzione, le forze E+ ed E- ovvero Yin e Yang, e con esse interagisce ad ogni istante.
Respirazione Toroidale del Cuore:
Questo CEM, generato anche dai cromosomi contenuti nelle cellule nervose di questo piccolo cervello del cuore, permea ogni cellula dell’organismo e può agire come un segnale sincronizzatore per tutto il corpo in maniera analoga all’In-Form-Azione portata dalle onde a radiofrequenza delle Radiotrasmittenti, TV ecc.
un’inciso è da questo campo che si sincronizzano le cellule del muscolo cardiaco per far battere il cuore alla frequenza utile alla Perfetta salute (c.a. 70 battiti al minuto), salvo quando vi sono distonie particolari nelle parti dell’organismo inter-relazionate con il cuore (sangue, ghiandole, intestino, ecc.).
Ormai è stato sperimentato e dimostrato che questa energia (CEM Toroidale) non solo è trasmessa internamente al cervello di sopra nella testa a e di sotto a quello enterico nell’intestino, ma è anche recepibile inconsciamente o consciamente, dagli altri soggetti che si trovano nel suo raggio di azione-comunicazione che è di massimo 3 m di diametro.
Gli animali lo recepiscono anche da più lontano. Esso è stato individuato con apposite apparecchiature elettroniche.
Ogni organo del corpo emette un proprio CEM di intensità e frequenza diversa a seconda del tipo di organo ma tutti questi CEM sono sincronizzati dal campo del Cuore. L’insieme di questi campi (CEM) si chiama AURA ed essa forma una specie di “uovo” attorno all’organismo degli esseri viventi; è stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate-modificate dall’esperienza di differenti emozioni = emo-azioni = movimento del sangue.
Questi cambiamenti derivanti dalle emozioni, nelle onde elettromagnetiche, fanno variare la frequenza del battito, la pressione sanguigna e quella sonora prodotta dall’attività del ritmo cardiaco, sono anche percepiti da ogni cellula del corpo ad ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione fisiologica di ogni organo e sistema con i ritmi del cuore.
Questo Campo ElettroMagnetico del cuore è SEMPRE oscillate come onda stazionaria (ogni secondo della vita dell’essere) colloquiante con il Campo ElettroMagnetico dell’Uni-Verso e scambia quindi InFormAzioni con Lui.
Riceve “impulsi-info” e ne comunica alla Banca Dati Universale; esso è il punto di collegamento fra l’Essere e l’UniVerso; ma esso è in continua comunicazione (scambio di info) anche con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta, esso è in continua comunicazione con la ghiandola Pineale all’interno del cervello antico del Cranio.
Alla morte-trapasso, questo Campo del cuore si ritira piano piano fino a scomparire (in circa un’ora, cioè quanto dura la funzionalità della ghiandola Pineale) e permette lo scambio totale delle informazioni finali dell’essere stesso con tutti i suoi Elettroni, Atomi, che lo compongono e che andranno a fare parte di altre forme (sostanze, corpi, vegetali, animali, umani, ecc.).
Questa è stata una scoperta sconvolgente e di enorme importanza; essa comunque conferma anche la veridicità delle affermazioni di coloro che fin dai secoli passati (gli iniziati alla Medicina naturale), hanno parlato o scritto sull’intelligenza e percezione del cuore.
CERVELLO del Cuore
Il Cuore possiede un piccolo cervello intrinseco e quindi indipendente che “colloquia” con gli altri cervelli degli altri organi, esempio il cervello enterico (intestinale) e quelli/o nel cranio. Questo cervello del cuore è formato da circa 40.000 cellule nervose.
Esso emette anche un Campo Magnetico bipolare toroidale concentrico-informato molto ampio, il quale interferisce e comunica inconsciamente con gli altri campi di tutti i soggetti viventi.
Il corpo umano visto dal punto di vista di campo elettromagnetico emesso e modulato è un trasmettitore che ha una banda che va da circa 1,5 a 9,5 Megahertz. Da altri studi si è arrivati a capire che la banda del corpo umano non è solo nell’intorno delle onde Corte (1,5 -9,5 MHz, questa è quella relativa all’emissione di campo elettromagnetico generato dalle cellule e dagli organi), ma si estende almeno fino alla banda di emissione della LUCE visibile, lo stesso vale per tutti i corpi.
Le informazioni ricevute ed emesse dal campo (CEU), vengono elaborate dal cervello limbico, (tradizionalmente si intende come sistema limbico un gruppo di strutture neurologiche situate tra il tronco encefalico e la corteccia cerebrale), ed infine dal cervello del cuore, recente scoperta della neurocardiologia: un vero e proprio cervello che ha sede nell’organo cardiaco, dotato di circa 40.000 neuroni e di uno straordinario campo magnetico. Tre “cervelli” e tre circuiti che rappresentano globalmente tre stadi evolutivi della coscienza umana.
La scienza dimostra: la mente del Cuore è il vero coordinatore del sistema Vivente
Per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l’amore, il coraggio, la generosità. Presso l’Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l’elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L’osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una pompa, come siamo abituati a considerarlo.
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni ’70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l’organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della neurocardiologia, il Dott. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di ”cervello del cuore”.
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un “piccolo cervello” appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Nel libro “Neurocardiology”, il Dott. Armour e il Dott. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, la chimica corporea, la frequenza cardiaca e la pressione.
Tutto si traduce in impulsi neurologici che dal sistema nervoso del cuore viaggiano fino al cervello, attraverso diverse vie; per gli stessi canali passano anche i segnali del dolore e le sensazioni. E queste informazioni entrano nel cervello attraverso una porta d’ingresso che si trova nel tronco cerebrale.
Il sistema nervoso cardiaco è costituito da gangli complessi: si tratta di neuriti multifunzionali, distribuiti in tutto il cuore, sensibili a molti tipi di input sensoriali provenienti dall’interno del cuore stesso e dal resto dell’organismo.
Una volta che le informazioni sono trattate dai neuroni del cuore, i segnali appropriati sono inviati ai nodi senoatriale e atrioventricolare. Così, in normali condizioni fisiologiche, il sistema nervoso intrinseco del cuore gioca un ruolo importante in gran parte del controllo di routine della funzionalità cardiaca, indipendentemente dal sistema nervoso centrale.
Il Dott. Armour ei suoi colleghi hanno dimostrato che il sistema nervoso intrinseco del cuore è vitale per il mantenimento della stabilità cardiovascolare e che senza di esso, il cuore stesso non può funzionare correttamente.
“Il sistema nervoso cardiaco, o cervello del cuore, è fatto di gangli complessi, contenenti un circuito locale ricevente (interneuroni) e trasmittente (neuroni simpatici e parasimpatici). I neuriti sensori multifunzionali, distribuiti nel cuore, sono sensibili a molti tipi di segnali originati dallo stesso cuore. I gangli cardiaci integrano messaggi dal cervello e da altri centri di processazione presenti nel corpo, con l’ informazione ricevuta dai neuriti cardiaci. Quando l’ informazione è stata processata dai neuroni del cuore, i segnali appropriati vengono mandati ai nodi senoatriali e atrioventricolari come ai muscoli del cuore. Sotto normali condizioni psicologiche, il sistema nervoso del cuore gioca un ruolo importante per gran parte della routine di controllo della funzione cardiaca, indipendentemente dal sistema nervoso centrale.
Il Dott. Armour e i suoi colleghi hanno mostrato che il sistema nervoso del cuore è vitale per il mantenimento della stabilità cardiovascolare e per la sua efficienza, senza di esso, il cuore non puo’ operare correttamente.
I percorsi di comunicazione neurale tra il cuore e il cervello. Il sistema nervoso del cuore consiste in gangli, che contengono il circuito locale di neuroni di diverso tipo, e i neuriti sensori, distribuiti nel cuore. I gangli processano e integrano l’ informazione entrante dal sistema nervoso esterno e dai neuriti nel cuore. I gangli cardiaci esterni, localizzati nella cavità toracica, hanno connessioni dirette agli organi come i polmoni e l’ esofago e sono anche connessi indirettamente tramite il midollo spinale a molti altri organi, inclusa pelle e arterie.
L’informazione parasimpatica che arriva al cervello viaggia dal cuore ad esso attraverso il nervo vago e verso la medulla.
I nervi simpatici afferenti si connettono ai gangli cardiaci esterni (centro di processazione), quindi al ganglio dorsale principale e quindi al midollo spinale. Quando i segnali afferenti raggiungono la medulla, viaggiano alle aree subcorticali ( talamo, amigdala, ecc..) e quindi alle aree corticali.
Un altro componente del sistema di comunicazione del cervello cardiaco è stato rivelato dai ricercatori che hanno studiato il sistema ormonale. Il cuore è stato riclassificato come ghiandola endocrina e ormonale, quando nel 1983 è stato isolato un ormone prodotto e rilasciato dal cuore, il fattore natriuretico atriale (ANF).
Questo ormone esercita ampiamente i suoi effetti: sui vasi sanguigni, sulle ghiandole surrenali, sui reni e su diverse regioni regolatorie nel cervello. Il Dott. Armour e i suoi studenti hanno scoperto che il cuore contiene un tipo di cellule dette cellule “cardiache adrenergiche intrinseche” (ICA).
Queste cellule sono classificate come “adrenergiche” perché sintetizzano e rilasciano catecolamine (norepinefrina e dopamina), neurotrasmettitori che si pensava fossero prodotti solo dai neuroni del cervello e dai gangli fuori dal cuore.
Piu’ recentemente, è stato scoperto che il cuore secerne anche oxitocina, conosciuta come l’ ormone “dell’ amore”. Oltre alle sue funzioni conosciute nei parti e nella lattazione, recenti evidenze indicano che questo ormone è coinvolto anche nella cognizione, tolleranza, adattamento, in comportamenti sessuali e materni complessi, come anche a livello sociale e nei legami di coppia.
Da notare che le concentrazioni di oxitocina nel cuore sono allo stesso livello di quelle nel cervello.
La complessità del sistema nervoso cardiaco e l’ estesa influenza della sua secrezione ormonale sono state largamente comprese dalla comunità scientifica mentre i Lacey effettuavano la loro ricerca e le loro teorie dovevano essere accettate molto prima, comunque, le loro sperimentazioni e hanno giocato un ruolo importante per chiarire i processi fisiologici e psicologici di base che connettono mente e corpo. Nel 1977, il Dott. Francis Waldropin, Direttore dell’ Istituto Nazionale di Salute Mentale, ha affermato in un articolo sul lavoro dei Lacey che:
“Le loro procedure attente e intricate, combinate alle loro audaci teorie, hanno prodotto un lavoro controverso e promettente.
Nella lunga corsa, la loro ricerca ci puo’ dire molto su cosa ci rende delle persone e puo’ suggerire tecniche che possono rigenerare persone sofferenti in persone sane.”
In effetti, questa predizione fa parte del passato. Doc Childre e l’ Istituto di HeartMath sono nati sul lavoro di altri come i Lacey e il Dott. Armour per sviluppare pratici interventi che incorporano la comprensione che il cuore influenza profondamente la percezione, la consapevolezza e l’ intelligenza. Questa tecnologia ha aiutato ora migliaia di persone a divenire piu’ produttive, sane e piene di vitalità, imparando a vivere sincronizzando mente e cuore, operando in costruttiva sinergia tra l’ intelligenza mentale e quella del cuore.
Fonte: heartmath.org
“La novità più importante quindi deriva dalle neuroscienze: oggi finalmente siamo in grado di riconoscere una base neurologica del pensiero del cuore. è il cuore l’organo di comando e non il cervello, come siamo abituati a pensare.
Il cuore è il nostro più potente generatore di frequenze, quelle che appunto informano il cervello e tutte le cellule del nostro corpo.
L’Istituto HeartMath svolge ricerche da venti anni sulle emozioni e sull’intelligenza del cuore, nonché sulla resilienza e sulla coerenza energetica.
Quando il cervello del cuore può svolgere il suo ruolo direttivo, il corpo fisico funziona in maniera ottimale: la salute è eccellente e il livello di energia è elevato. Sappiamo che l’omeostasi, l’equilibrio perfetto del corpo, si fonda sul bilanciamento fra il sistema simpatico e quello parasimpatico: quando a dirigere è il cervello del cuore, il parasimpatico ritrova la sua piena capacità ed è in grado di equilibrare l’azione del sistema simpatico. Non appena tenta di instaurarsi lo squilibrio, il cuore produce l’ormone antistress ANF che attenua e rimette al giusto posto i vecchi meccanismi di difesa o di attacco, di paura e di separazione che si apprestano ad entrare in gioco. Lo stress scompare, e le ripercussioni sulla salute sono immediate, con, fra l’altro:
– scomparsa o forte riduzione delle malattie, perché il sistema immunitario funziona in maniera ottimale
– sonno ristoratore
– pressione arteriosa normale
– vitalità accresciuta perché tutti gli organi funzionano al meglio secondo il principio di risonanza.
Coerenza energetica ?
E’ uno stato ottimale in cui il cuore, la mente e le emozioni operano in sincronia ed armonia. Alcune persone provano questo allineamento tra mente, emozione e fisiologia in particolari stati: ad esempio può accadere ad un individuo in profondo rilassamento, o ad un monaco in meditazione, o ad un atleta durante un allenamento intenso.
La ricerca mostra chiaramente che un maggior livello di coerenza corrisponde a uno stato più efficiente e armonico, dal punto di vista cardiovascolare, nervoso, ormonale e immunitario. Ma Heartmath si è spinto oltre.
Il Campo Magnetico Toroidale del cuore umano può diventare molto incoerente o al contrario molto armonioso, a seconda del tipo di emozioni provate. Inoltre, tale campo è più potente di quello di tutti gli altri organi e supera largamente i confini del corpo fisico, potendosi estendere fino a diversi metri di distanza, il che significa che i nostri campi energetici non si limitano a sfiorarsi, ma addirittura si compenetrano. Siamo quindi tutti immersi nei campi energetici del cuore di coloro che ci circondano.
Ricordiamoci anche che l’oscillatore più potente tende a trascinare gli oscillatori meno forti. Così, che lo vogliamo o no, siamo in una condizione di continua influenza reciproca. Se nutriamo forti emozioni negative, separative, il caotico campo energetico del nostro cuore tenderà a trascinare quelli delle persone che ci circondano (se da questo punto di vista sono meno forti di noi…).
Esse tenderanno ad entrare in risonanza vibratoria e verranno attivate in loro le emozioni inferiori corrispondenti. Se invece nutriamo forti emozioni positive, unificanti e benevole, il fenomeno della risonanza tenderà ad attivare negli altri lo stesso tipo di emozioni. Mettendo in azione la potenza magnetica del nostro cuore, possiamo indurre gli altri “cuori” attorno a noi ad oscillare anch’essi nello stato di coerenza…
Tratto in parte da: Velediluce.com e da mauroscardovelli.com
Cervello
La comunicazione tra Cuore e Cervello è un dialogo dinamico, continuo, a due vie, con ogni organo che influenza continuamente la funzione dell’altro. La ricerca ha dimostrato che il cuore comunica al cervello in quattro modi principali: neurologicamente, biochimico, biofisico ed energetico, anche con i campi elettromagnetici dei rispettivi organi.
Cuore
Il cuore è circa 100 volte più forte elettricamente e 5000 volte più forte magneticamente rispetto al cervello. Il campo magnetico del cuore, che è il campo ritmico più forte prodotto dal corpo umano, copre ogni cellula del corpo, ma si estende anche in tutte le direzioni nello spazio intorno a noi. Comprendere come connettersi al proprio cuore e sentire, è il segreto della Manifestatione.
Una volta che sei nel momento presente, ci sono infinite possibilità che esistono nel campo quantistico come frequenze elettromagnetiche.
By Dr. Joe Dispenza
Un cervello nel cuore
C’è sempre stato questo paradosso: quando viene concepito un bambino, il cuore umano inizia a battere prima che il cervello sia formato. Ciò ha portato i medici a chiedersi da dove provenga l’intelligenza necessaria ad avviare e regolare il battito cardiaco
Lo spazio sacro del cuore, chiamato a volte la camera segreta del cuore, è una dimensione senza tempo della coscienza in cui tutte le cose sono possibili, qui e ora.
Nei testi antichi e nelle tradizioni orali di tutto il mondo si trovano riferimenti a un luogo segreto o speciale all’interno del cuore.
Una breve citazione dei versi della Chandogya Upanishad dice: “Vasto come questo spazio esterno è il minuscolo spazio dentro al nostro cuore: in esso si trovano il cielo e la terra, il fuoco e l’aria, il sole e la luna, la luce che illumina e le costellazioni, qualunque cosa quaggiù vi appartenga e tutto ciò che non vi appartiene, tutto questo è raccolto in quel minuscolo spazio dentro al vostro cuore”. Un altro riferimento è costituito dal libro collegato alla Torah detto “La camera segreta del cuore”.
E forse la scienza sta incominciando ad affrontare cautamente proprio questa comprensione. Un gruppo di ricerca, l’Institute of HeartMath (N.d.T.: Istituto di matematica del cuore) di Boulder Creek, in California, collegato all’Università di Stanford, ha scoperto alcuni nuovi dati molto interessanti. Queste informazioni potrebbero essere utili ad alcuni di voi che stanno cercando di comprendere il cuore. Non è un’impresa facile, ma quando la mente collabora, il cuore risponde.
C’è sempre stato questo paradosso: quando viene concepito un bambino, il cuore umano inizia a battere prima che il cervello sia formato. Ciò ha portato i medici a chiedersi da dove provenga l’intelligenza necessaria ad avviare e regolare il battito cardiaco.
Con sorpresa del mondo medico, gli scienziati dell’HeartMath hanno scoperto che il cuore ha il proprio cervello – sì, un autentico cervello con vere e proprie cellule cerebrali. È molto piccolo, ha soltanto all’incirca quarantamila cellule, ma è un cervello e ovviamente è tutto ciò di cui il cuore ha bisogno. Questa è stata una scoperta di enorme importanza e conferma la veridicità delle affermazioni di coloro che per secoli hanno parlato o scritto sull’intelligenza del cuore.
Gli scienziati dell’HeartMath hanno fatto una scoperta forse ancora più grande riguardo al cuore. Hanno dimostrato che il cuore umano genera il campo energetico più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello all’interno del cranio. Hanno scoperto che questo campo elettromagnetico ha un diametro che si estende dai due metri e mezzo ai tre metri, con l’asse centrato nel cuore. La sua forma ricorda quella acciambellata di un toro, forma spesso considerata la più unica e primaria dell’universo.
Per chi ha studiato entrambi i volumi de L’antico segreto del Fiore della Vita, queste informazioni sul campo toroidale del cuore suoneranno molto familiari.
Nel Cubo di Metatron si possono trovare i cinque solidi platonici l’uno dentro l’altro, e ciascuno di essi contiene in sé una copia più piccola della forma originale – un cubo dentro un cubo, un ottaedro dentro un ottaedro e così via.
Qui è raffigurato un campo elettromagnetico toroidale che sorge dal cuore, con un campo toroidale più piccolo al suo interno, ed entrambi sono centrati sullo stesso asse, proprio come i cinque solidi platonici nel Cubo di Metatron.
By Drunvalo Melkesidek
Il cuore genera il più ampio campo elettromagnetico del corpo – vedi anche: Campo CEU
I campi elettromagnetici generati dal cuore permeano ogni cellula e possono agire come un segnale sincronizzatore per il corpo in maniera analoga all’informazione portata dalle onde radio. L’evidenza sperimentale dimostra che questa energia non solo è trasmessa internamente al cervello ma è anche recepibile da altri che si trovino nel suo raggio di comunicazione. Il cuore genera il più ampio campo elettromagnetico del corpo. Il campo elettrico come viene misurato dell’elettrocardiogramma (ECG) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali registrate da un elettroencefalogramma (EEG).
La componente magnetica del campo del cuore, che è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata a diversi piedi di distanza dal corpo con uno Strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID) basato su magnetometri. è stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate dall’esperienza di differenti emozioni.
Questi cambiamenti nelle onde elettromagnetiche, nella pressione sanguigna e in quella sonora, prodotti dall’attività del ritmo cardiaco sono percepite da ogni cellula del corpo a ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione.
Fonte: Applications of Bioelectromagnetic Medicine (Applicazioni cliniche di Medicina Bioelettromacgnetica). P.J. Rosch e M.S. Markov, New York 2004 – Istitute of HeartMath® – www.heartmath.org
Il cuore è il terzo cervello”
Con un sistema nervoso intrinseco cardiaco di circa 50mila neuroni ed interneuroni, che creano circuiti neurologici complessi, sufficientemente sofisticati per qualificarli come un “Cervello”
Dal 1986 negli Usa è nata una nuova Disciplina: la Neurocardiologia, ad opera dei ricercatori Cantin e Genest, confermata da altri due ricercatori, Armour e Ardell. Così nel tempo le concezioni sul cervello si sono man mano trasformate mostrandoci come non esiste solo un cervello, ma bensì: tre cervelli!
Si era già molto parlato del secondo Cervello, considerando l’intestino con tutte le sue circonvoluzioni ed elucubrazioni, come un cervello a sé stante: il secondo cervello. Recentemente, però, si è scoperto che c’é ancora un’altro cervello, da considerarsi tale a tutti gli effetti, cioè con circa 50mila neuroni: quello del Cuore.
Si può così oggi parlare del “Terzo Cervello” o “Cervello Cardiaco”, per cui i prof. di Fisiologia e Biofisica Armour e Ardell hanno coniato il termine “Neurocardiologia”, definendone significato e funzioni, anche attraverso la prospettiva delle innovazioni apportate dalla biofisica.
Di fatto, possiamo considerare il cuore come un cervello completo. Con un Sistema Nervoso intrinseco Cardiaco di circa 50mila neuroni ed interneuroni, che creano circuiti neurologici complessi, sufficientemente sofisticati per qualificarli come un “Cervello”. L’insieme dei circuiti, costituiti da questi neuroni, consente al Cuore di apprendere e comprendere, ricordare e prendere decisioni funzionali, indipendentemente dal Cervello della testa, a cui invia informazioni e comunicazioni. Le quali procedono dal Cuore al Cervello e non solo dal Cervello al Cuore, come un tempo si credeva. Allo stesso modo come per il cervello dell’intestino.
“Neurocardiologia”, fu il primo libro scritto da Armour e Ardell, pubblicato per la prima volta nel 1994, anche se le primissime investigazioni nel campo delle interazioni Cuore-Cervello furono condotte negli anni ’70 e nei primi anni ’80 dai fisiologi John e Beatrice Lacey, e nell’86 da Cantin e Genest, tra i primi a postulare il ruolo causale del sistema cardiovascolare nella modulazione delle performances percettive e cognitive. Si vide che il Cuore, inoltre, come il “Secondo Cervello”, produce ormoni e neurotrasmettitori. E fu proprio la scoperta che l’intestino produceva numerosi neurotrasmettitori, in maggior misura la Serotonina, a far decidere che il Sistema Nervoso Enterico rappresentasse un “Secondo Cervello”. Così in seguito si vide che, il Cuore producendo l’ormone Anf (Atrial Natriuretic Factor), molto importante per la sua influenza su molti apparati, inibendo la produzione di ormoni dello stress, come il cortisolo ed assicurando l’equilibrio generale dell’organismo, andava ridefinito al di là delle sue funzioni vascolari. Il cuore secerne persino la propria adrenalina, quando ne ha bisogno, e sintetizza anche altri ormoni che hanno un’influenza diretta sul comportamento emozionale, tra cui l’ossitocina, detta anche ormone dell’amore.
La Neurocardiologia rappresenta, quindi, lo studio della relazione tra Cuore e Cervello, e viene studiata non solo dal punto di vista biochimico, ma anche biofisico. Il cuore invia ad ogni battito un potente gettito di pressione a tutto il corpo e si è riusciti a rilevare che esiste una relazione tra l’arrivo dell’onda di pressione del cuore e l’attività delle onde cerebrali. In particolare si è osservata una relazione diretta tra pressione sanguigna, respirazione ed alcuni ritmi del sistema nervoso autonomo. Dal punto di vista energetico il cuore possiede un campo elettromagnetico 5.000 volte più forte di quello del cervello e più potente di tutti gli altri organi del corpo e produce 40/60 volte più bioelettricità del cervello.
Questa energia elettrica pervade tutte le cellule del corpo fisico crea un legame particolare tra di esse. Quando siamo turbati da emozioni negative (paure, ansie, frustrazioni, stress) il campo diventa caotico e disordinato, cioè ha uno spettro incoerente, mentre quando proviamo emozioni positive, come la gratitudine, la compassione, il perdono, la tenerezza, l’amore, il campo diventa ordinato e si ottiene uno spettro coerente. Possiamo quindi oggi affermare che il cervello del cuore è in grado di registrare direttamente le informazioni del sistema ormonale e di altri sistemi e tradurli in impulsi nervosi, elaborando così direttamente l’informazione che riceve, inviandola poi al cervello lungo un circuito nervoso che utilizza il nervo vago ed i nervi posti ai lati della colonna vertebrale, raggiungendo poi il cervello limbico ed infine la corteccia cerebrale.
Il cervello del cuore può dunque influenzare quello della testa, cioè il nostro modo di pensare, di vedere le cose, la nostra percezione della realtà, le nostre reazioni emozionali. La nuova disciplina mostra che il cuore è molto più di una semplice pompa, è un organo sensoriale, un sistema complesso, con il proprio cervello, un centro per ricevere ed elaborare informazioni. Il sistema nervoso del cuore o cervello cuore consente di imparare, prendere decisioni funzionali ed indipendenti dalla corteccia cerebrale, ed i segnali che invia al cervello influenzano le regioni superiori coinvolte nella percezione, cognizione ed elaborazione emotiva. È sempre presente come campo ritmico ed ha una forte influenza sui processi di tutto il corpo anche attraverso interazioni con i campi magnetici, per cui è responsabile anche dell’intelligenza, del pensiero, della memoria, dell’introspezione, degli aspetti cognitivi, dell’ideazione e immaginazione nonché della consapevolezza.
Il campo elettrico del cuore ha un’ampiezza di 40/60 volte superiore a quello del cervello, mentre quello magnetico è circa 5.000 volte più forte del campo generato al livello cerebrale e si estende tutto intorno al corpo fino ad una distanza di 2/4 metri e l’informazione energetica contenuta nel cuore viene ricevuta da tutte le persone che ci circondano. Il cuore trasmette informazioni attraverso le pulsazioni del suo campo magnetico, non diversamente da come fanno i cellulari o le stazioni radio. Il campo elettromagnetico del cervello si estende invece a non più di alcuni centimetri dal cranio. Il cuore quindi può essere definito come la centrale energetica primaria del corpo, che produce un campo magnetico e forti correnti elettriche che caricano, stimolano, attivano e trasformano le energie del corpo.
Il cuore invia ad ogni battito un potente gettito di pressione a tutto il corpo e si è riusciti a rilevare che esiste una relazione tra l’arrivo dell’onda di pressione del cuore e l’attività delle onde cerebrali. In particolare si è osservata una relazione diretta tra pressione sanguigna, respirazione ed alcuni ritmi del sistema nervoso autonomo. Cioè il ritmo cardiaco e le sue variazioni sono messaggi diretti non solo al cervello, ma a tutto il corpo, senza il “permesso” del cervello. E questo fenomeno è misurabile: le onde cerebrali si sincronizzano naturalmente sulle variazioni del ritmo cardiaco diventando regolari più ampie e più regolari Ma anche grazie al sangue, ogni singola cellula del nostro corpo, attraverso un capillare sanguigno, viene informata di ogni nostro pensiero, di ogni nostra emozione, sensazione, percezione, di ogni evento sia al livello conscio che inconscio. Così che la nostra coscienza, non è rappresentata e localizzata, come si supponeva nel cervello, ma è in ogni parte di noi e del nostro corpo!
Ma c’è di più, per il fenomeno della risonanza, il principio di sincronicità per risonanza dei sistemi oscillatori (fenomeno dei pendoli a bilanciere) mostra che: in ogni sistema oscillatorio, il fenomeno del trascinamento sincrono fa sì che l’elemento che oscilla di più trascini gli altri oscillatori meno potenti. È stato studiato in diversi sistemi fisici evidenziando che: in ogni sistema oscillatorio, sia materiale che biologico, il sistema funziona al massimo delle sue capacità e con il minimo dispendio di energia, quando tutte le sue parti sono sincrone. Questo stato di coerenza perfetta tra esse fa sì che il sistema dia il massimo rendimento.
Il cuore è un potente oscillatore biologico: e questo principio si può applicare direttamente al nostro organismo. Il corpo fisico, attraverso i cristalli liquidi e tutti gli elementi che lo compongono è un grande oscillatore biologico, ed il cuore, non il cervello, è tra tutti gli elementi del corpo l’oscillatore biologico più potente, e può essere indipendente dal cervello. E quando il nostro organismo entra in risonanza sincrona con l’oscillatore più potente si crea uno stato di coerenza biologica perfetta che ottimizza il funzionamento umano ad ogni livello. Quando il cuore, oscillatore principale è in grado di imporre il suo ritmo, tutti gli altri sistemi oscillatori del corpo a tutti i livelli, fisico, emozionale, mentale sono automaticamente armonizzati fra loro dal ritmo principale.
Vengono allora ottimizzate tutte le funzioni specifiche. Quindi cuore, cervello e livelli di coerenza e forse potremmo dire anche di coscienza. Potremmo allora definire un altro percorso della coscienza, che usi il cervello del cuore e tutto il suo potenziale di oscillatore principale? Forse non è il cervello, come si è fino a poco tempo fa creduto a generare la coscienza, ma è il livello di coscienza che determina quali parti del cervello vengono usate? Siamo agli inizi di un’era molto diversa, una nuova età, tutta la medicina va rivisitata alla luce delle nuove conoscenze. Anche perché pur avendo allungata la vita umana e debellato le malattie infettive, sul piano delle malattie degenerative e mentali ben poco è riuscita a fare.
La strada è lunga, ma se finalmente accetteremo il modello della complessità, lavorando in sinergia, in gruppi inter/intra disciplinari integrati, potenziando modelli di ricerca equilibrati che comprendano anche l’elettromagnetismo, e protocolli adeguati per le nuove terapie, forse sarà possibile prevenire gli squilibri della persona e/o curarli in tempo utile! In conclusione, il cuore controlla e coordina tutte le funzioni corporee, fa lavorare all’unisono gli organi ed i tessuti, dice ad ogni singola cellula cosa fare, coordina ogni atto e funzione. Il vecchio detto “al cuor non si comanda” diceva la verità, il cuore non si può comandare, perché è lui il nostro Comandante !
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Negli Stati Uniti, e più precisamente in California, presso l’HearthMath Institute, si è scoperto che il cuore emette un campo elettromagnetico molto più potente di quello del cervello, e sorprendentemente, si è scoperto che il campo elettromagnetico del cuore, influenza quello del cervello. Inoltre si è scoperto che non è il cervello che dice al cuore cosa fare, ma esattamente il contrario.
è stata fatta la scoperta di un vero e proprio sistema nervoso all’interno del cuore, che può farsi risalire al 1991, quando dopo lunghe ricerche, uno dei primi pionieri della Neurocardiologia, una nuova disciplina che ha fornito importantissime informazioni sul sistema nervoso nel cuore e su come il cervello e il cuore comunichino tra loro tramite il sistema nervoso, il Dr. J. Andrew Armour, ha introdotto il concetto di un “cervello del cuore”.
I neuroni quindi esistenti nel cuore, lo abilitano ad agire indipendentemente dal cervello, per imparare, ricordare, scegliere e persino avere sensazioni.
Il libro recente “Neurocardiologia” del Dr. Armour e del Dr. Jeffrey Ardell, fornisce una panoramica della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore e del ruolo dei neuroni autonomi centrali e periferici nella regolazione della funzione cardiaca.
Il sistema nervoso del cuore contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori, che rilevano gli ormoni circolanti, le sostanze neurochimiche, la frequenza cardiaca e la pressione.
L’informazione ormonale, chimica, della frequenza e della pressione viene tradotta in impulsi neurologici dal sistema nervoso del cuore e inviata dal cuore al cervello tramite diversi percorsi. è sempre tramite questi percorsi nervosi che i segnali di dolore e altre sensazioni vengono inviate al cervello. Questi segnali arrivano anche ai maggiori centri cerebrali, dove possono influenzare la percezione, le decisioni e altri processi cognitivi.
Il cuore insomma, comunica con il cervello in un modo che influenza significativamente come noi percepiamo e reagiamo al mondo.
Il cuore sembra mandare chiari messaggi al cervello ai quali non solo esso risponde, ma obbedisce.
Tutto questo ci suggerisce di riconsiderare con attenzione e rispetto gli enunciati di antiche civiltà: magari potrebbero fornirci preziose indicazioni per il nostro benessere e che la scienza solo in seguito, non appena ne avrà i mezzi, potrà confermare.
Tratto da: rossellafalappa.altervista.org
Il Campo Toroidale dell’Uomo, cos’è, ed a che cosa serve – 16/07/2018
Cari amici, quante volte ci è successo di conoscere una persona e di trovarci, già dopo pochi istanti, in uno stato di armonia ed affinità con lei tale da farci asserire: “mi sembra di conoscerti da una vita”.
Quante volte, alla fine di un amore o alla perdita di una persona cara, abbiamo provato per giorni, per settimane, per mesi quella fitta persistente al plesso solare, al cuore.
Quante volte, per affermare la nostra volontà a compiere un’azione “lo faccio io” o la nostra identità “io sono Jacopo”, ci siamo portati istintivamente la mano all’altezza del petto……e non del capo.
Questi quesiti, sorprendentemente, hanno un minimo comune denominatore.
Vediamo di spiegarlo.
Qual è il centro di comando della meravigliosa macchina uomo ?
Dove risiede esattamente la nostra mente creativa ?
Qual è l’organo attraverso il quale il flusso di informazioni veicolate attraverso onde elettriche ed elettromagnetiche è più potente ?
Ovvio, il cervello, mi direte……sbagliato, è il cuore.
Recentemente gli scienziati dell’Istitute of Heart Math in California hanno dimostrato che il cuore umano genera un campo energetico più ampio e potente di tutti quelli prodotti da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello.
Il campo elettrico del cuore è infatti all’incirca 60 volte più ampio di quello generato dal cervello. L’emissione di onde elettromagnetiche generate dal cuore è addirittura 5000 volte più potente di quelle generate dal cervello.
Si è scoperto che questo campo elettromagnetico si dipana esattamente dal cuore estendendosi, al di fuori della nostra sagoma, per circa tre metri. La sua forma è toroidale.
Nel toroide l’energia fluisce in maniera vorticosa alla stessa maniera con cui si può vedere e misurare negli atomi, nelle cellule, nei semi, nei fiori e nei frutti, negli alberi, negli animali, negli umani, negli uragani, nei pianeti, nelle stelle, nelle galassie e persino nell’intero cosmo.
Lo scienziato e filosofo Arthur Young ha affermato che: “un toroide rappresenta un processo e non solo una forma, è l’unico modello di energia o dinamica che è in grado di autosostenersi ed autoalimentarsi”.
Nel 1958, la scienza, grazie al fisico americano James Van Hallen, ha appurato che dal nucleo (cuore) del nostro pianeta si dipana un enorme campo elettromagnetico di forma toroidale che lo avvolge completamente. Questo campo è stato appunto chiamato “fasce di Van Allen”. Semplificando, la sua funzione, di concerto con l’atmosfera, è quella di filtrare le onde radioattive provenienti dal sole e trasformarle localmente in luce e calore tale da poter consentire e mantenere la vita sul pianeta.
Perché dunque questa affinità di forma e moto energetico in organismi apparentemente così diversi (l’essere umano e il pianeta Terra) anche e soprattutto nella loro scala di grandezza ?
Perché il filo d’erba, l’insetto, il nostro cane, noi stessi, gli alberi, i frutti e tutta la natura che ci circonda costituiscono un sistema perfettamente integrato, armonico ed autosufficiente edificato e modellato da strutture energetiche invisibili che originano da una matematica perfetta, divina.
L’ ecosistema è dunque quella perfetta integrazione delle quattro dimensioni immanenti (regno minerale, vegetale, animale, umano) tali per cui l’albero cresce attraverso l’assunzione degli elementi minerali presenti nel sottosuolo, genera un frutto commestibile che un animale o un uomo con la propria bocca, zampa o mano stacca dal ramo e mangia, poi il cibo viene elaborato dall’organismo e ciò che non è utile per il sostentamento dello stesso viene restituito alla terra affinché i processi chimici e biologici si rinnovino naturalmente.
L’uomo non è una creazione a parte. Egli è totalmente integrato con la natura in tutte le sue forme, vive con essa (o almeno dovrebbe farlo) in maniera simbiotica.
Non c’è dunque da stupirsi se le forme energetiche che elaborano ed istruiscono il visibile abbiano una comune matrice.
Campo Toroidale della Terra
Si, ma allora se questo è vero, e se volessimo continuare a ragionare cavalcando l’ assioma coniato dai pensatori e dai mistici del passato “così in alto così in basso”, ovvero che i sistemi integrati si replicano all’infinito su diverse scale, allora, parlando di “macro”, anche la nostra galassia, la Via Lattea, dovrebbe ricalcare le stesse dinamiche ?
Ecco infatti che il campo elettromagnetico della Via Lattea è stato misurato e….sorpresa: la sua forma è toroidale. Esso la avvolge dipanandosi dal sole centrale, il sole manassico (guarda un po’, il cuore della Via Lattea), e si espande fino ai limiti della stessa.
…si ok ma nel micro però ?
È mai stato per esempio misurato il campo elettromagnetico di un albero o dei frutti ?
Certo che si, guardate un pò…albero toroide
e quello delle Galassie
Torniamo all’uomo:
la ricerca di base presso l’Istituto di Heart Math dimostra anche che: “le informazioni riguardanti lo stato emotivo di una persona sono trasmesse in tutto il corpo attraverso il campo elettromagnetico del cuore”.
Amore, empatia, allegrezza ma anche rabbia, paura, frustrazione modificano, ovvero alterano, armonizzandolo o disarmonizzandolo il campo toroidale.
Tutti noi siamo portati a considerare il cuore come una pompa che lavora in maniera meccanica. Questo straordinario organo, invece, è capace di agire, attraverso il campo elettromagnetico, come un segnale sincronizzatore tra il cuore stesso, il sistema nervoso ed il cervello, in maniera analoga all’informazione portata dalle onde radio. E in questo modo, comunica costantemente con il resto del corpo.
Ma non solo ! E’ stato dimostrato che i vari campi, quello dell’uomo, delle piante, degli animali, della Terra, comunicano tra loro.
Tutto ciò ci porta a riflettere su quanto ci sia ancora da conoscere sul nostro cuore e, in generale, sulle reali potenzialità del nostro corpo.
Se è vero che il campo del cuore agisce come un’onda portante di informazioni all’interno del corpo e fuori di esso, allora è vero che siamo tutti connessi l’un l’altro, e molto più intimamente di quanto siamo abituati a ritenere.
I campi dunque comunicano tra di loro in maniera automatica, a prescindere dalla nostra volontà di iniziare una relazione o un dialogo con chi abbiamo davanti.
Ecco dunque la risposta al primo quesito che ponevo all’inizio: la natura dell’affinità tra due persone che, pur essendosi appena conosciute, sentono di avere una attrazione reciproca, è diretta conseguenza dell’interazione tra i loro due campi toroidali.
Interazione di campo
Tanto più la frequenza e l’intensità dei due campi è affine tanto più si proverà una sensazione di empatia e benessere a stare assieme, viceversa se le caratteristiche di campo sono troppo distanti si proverà quella sensazione di disagio e di imbarazzo che certamente molte volte ci è capitato di provare.
Nei casi più estremi, dove la risonanza dei due campi è sovrapponibile, si parla di affinità elettiva, ma per indagare questo aspetto, che riguarda la straordinaria capacità del campo di custodire la memoria atavica delle interazioni avvenute tra due entità prima ancora dell’incarnazione, dovremmo aprire discorsi che in questa sede potrebbero essere troppo lunghi e complessi.
Anche la risposta al secondo quesito apparirà adesso logica: la perdita di una persona cara o la fine di un amore interrompono bruscamente l’interazione che si era consolidata tra i due campi toroidali.
Addirittura nella coppia i campi si fondono e, quando c’è armonia e complicità tra le due persone, questi danno origine ad un unico campo che si espande in maniera esponenziale. Ovvio dunque che il distacco genera una lacerazione che disarmonizza il campo e riverbera molto dolorosamente nella zona del cuore o plesso solare.
E’ stato inoltre dimostrato che molte patologie dell’organismo umano sono in diretta relazione con le alterazioni del campo elettromagnetico toroidale.
Ovvero gli stati d’animo prolungati di depressione, rabbia, pena, rimpianto, ecc, essendo scientificamente null’altro che forme energetiche disarmoniche elaborate nel campo toroidale, riverberano nella materia biologica dando origine alle malattie.
Ora, cari amici, alla luce di quanto sopra, facendo l’esempio della depressione successiva ad una perdita affettiva o a un qualsiasi altro grave trauma, pensate veramente che un farmaco chimico possa essere risolutivo ?
Pensate davvero che una pillola possa riarmonizzare e ricostituire le disfunzioni del campo ?
Pensate dunque che una medicina che indaga solo e sempre sugli effetti e non sulle cause e che, per la maggior parte, non contempla neanche l’aspetto energetico della macchina uomo, possa essere una medicina che cura davvero ?
Immagino che la risposta possa trovarci tutti d’accordo.
Immagino anche che ora riusciate ad intuire quale potrebbe essere la medicina (naturale al 100%) che, pian piano, possa agevolare la rigenerazione e la stabilità del nostro campo energetico per garantire un permanente stato di salute psico fisica. Per logica deduttiva dovrebbe trattarsi di tutti quei sentimenti o stati d’animo opposti a quelli che hanno generato le disfunzioni.
Se volessimo sintetizzarli tutti con una sola parola questa sarebbe, certamente, …l’amore.
Il motivo è ovvio: dal momento che i campi energetici comunicano tra di loro alterandosi a vicenda a seconda della carica ed armonia energetica che possiedono, se una persona ama, per legge naturale (legge di causa ed effetto), attrarrà verso di lei persone che la ameranno e l’interazione con esse, con il loro campo energetico, faciliterà il recupero del proprio ottimale stato psico fisico.
In particolare, è stato sperimentato che, dopo un forte trauma come la perdita di una persona cara, la vicinanza con i mondi vegetali ed animali (che per istinto naturale, tendono a compiacere l’essere umano in quanto situato all’apice della piramide dei regni immanenti), la musica, la vicinanza di un amico autentico, velocizzano ed accorciano i tempi di rigenerazione del campo toroidale.
Ora vedete che queste affermazioni, senza i presupposti scientifici che vi ho presentato, sarebbero state etichettate come romantiche farneticazioni di un sciocco che crede nelle favole.
Il nostro problema invece è, come al solito, la corretta informazione.
Senza la corretta informazione, in questo caso la conoscenza su come siamo fatti e su qual è la reale natura dei rapporti tra gli esseri umani ed il mondo naturale, resteremo sempre in quella scomoda posizione di sudditanza ed impotenza verso un sistema che invece ci vuole ignoranti, paralizzati all’interno dei credo, dell’effetto gregge, senza alcuna possibilità di emancipazione culturale.
Lo studio, la conoscenza e la sperimentazione dovrebbero essere gli obiettivi primari da perseguire per l’uomo che vuole uscire dalla gabbia dei dogmi e delle consuetudini costruite per renderlo schiavo.
Infine riguardo al terzo quesito.
Istintivamente ed inconsciamente portiamo la mano al petto quando ci identifichiamo perché li, nel cuore, riverbera il nostro Io, ovvero lo Spirito. Non nel cervello dunque ma nel cuore.
Anche qui i sistemi di potere hanno operato sottilmente ma con grande efficacia inculcando nelle nostre teste il concetto di divisione, quel dividi et impera grazie al quale siamo sempre rimasti con la testa schiacciata sotto il tallone del potente di turno.
Siamo da sempre stati divisi e messi l’uno contro l’altro con la scusa di motivazioni razziali, religiose, politiche o di lotta di classe (e capite ora quanto questo sia assurdo avendo appena visto che le nostre interazioni psichiche ed emotive sono effetto di cause che risiedono nell’intangibile cioè, in questo caso, nel campo elettromagnetico toroidale, che, ovviamente, non contempla razza, credo religioso, partito politico, etc).
Addirittura ci è stata inculcata e fatta accettare la divisione più assurda che si possa pensare cioè quella tra il corpo biologico e l’energia invisibile che lo anima, cioè lo Spirito.
Laddove invece è proprio lo spirito (quello che noi generalmente releghiamo nell’ambito “dei credo”) il motivo e la causa dell’esistenza del corpo (quello che invece releghiamo nell’ambito della scienza).
E’ come se, per fare un esempio pratico, dicessimo che il computer esiste ed è vero in quanto possiamo toccarlo e smontarlo mentre l’energia elettrica che gli permette di funzionare, siccome è invisibile, allora è un credo…. forse esiste o forse no !
Noi, cari amici, non siamo un corpo che ha uno spirito….noi siamo lo Spirito Intelligenza che temporaneamente vivifica ed anima quel corpo.
Esistiamo, in quanto spirito, prima dell’incarnazione e continuiamo ad esistere anche quando il corpo cessa di funzionare.
Lo spirito non muore, non può farlo. La sua proprietà intrinseca è infatti proprio quella di vivificare, di dare la vita.
Così come la proprietà intrinseca dell’acqua è quella di bagnare, del fuoco quella di bruciare, della gravità quella di attirarci a terra e così via.
Sono le leggi di natura che “se ne fregano” se noi ci crediamo oppure no, tanto continuano a funzionare così come hanno fatto da sempre.
E’ per questo che quando affermiamo il nostro ego sum dicendo: “io sono” portiamo istintivamente la mano al petto, vicino al cuore, perché è da li che lo Spirito Intelligenza ci ricorda che esiste e che non è un credo.
By Jacopo Bonfili – Tratto da: jacopobonfili.com
Vedi: Morte cosa sei ?
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CRISI CARDIACHE / INFARTI dai Vaccini
Epub – 2010 22 ottobre.
Effetti dell’infiammazione correlati alla vaccinazione adiuvante dell’influenza A sull’attivazione piastrinica e sulla funzione cardiaca autonomica.
By Lanza GA 1, Barone L, Scalone G, Pitocco D, Sgueglia GA, Mollo R, Nerla R, Zaccardi F, Ghirlanda G, Crea F.
Estratto
SFONDO:
Infiammazione, reattività piastrinica e disfunzione cardiaca autonomica aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, ma le relazioni tra questi marcatori prognostici sono scarsamente definite. In questo studio, abbiamo studiato l’effetto di uno stimolo infiammatorio (es.: vaccino per l’influenza A) sull’attivazione piastrinica e sulla funzione cardiaca autonomica.
METODI:
Abbiamo misurato i livelli sierici di proteina C-reattiva (CRP) e interleuchina-6, gli aggregati monociti-piastrinici (MPA) e l’espressione dei recettori monociti / piastrinici prima e dopo la vaccinazione adiuvante A in 28 pazienti con diabete di tipo II (età media 62,1 ± 8 anni , 18 uomini). L’elettrocardiogramma Holter di 24 ore è stato registrato 24 ore prima e dopo la vaccinazione; la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) è stata valutata come una misura della funzione cardiaca autonomica.
RISULTATI:
Le citochine infiammatorie, la formazione di MPA e l’espressione dei recettori dei monociti / piastrine sono aumentate dopo la vaccinazione. CRP era 2,6 ± 2,8 e 7,1 ± 5,7 mg L⁻¹ 48 h prima e dopo la vaccinazione, rispettivamente (P <0,0001).
I parametri HRV sono diminuiti dopo la vaccinazione rispetto al basale, con un’ampiezza a bassa frequenza che mostra il cambiamento più significativo (34,6 ± 11,8 e 31,0 ± 10,2 ms 48 h prima e dopo la vaccinazione, rispettivamente: P = 0,002).
Una correlazione significativa è stata trovata tra variazioni percentuali nei livelli di CRP e nella maggior parte delle variabili HRV, con le correlazioni più significative tra le variazioni nei livelli di CRP e le variazioni nella deviazione standard di tutti gli intervalli RR normali (r = 0.43; P = 0.02).
CONCLUSIONI:
Insieme a una reazione infiammatoria, il vaccino influenzale ha indotto l’attivazione piastrinica e lo squilibrio simpaticovagal verso la predominanza adrenergica. Sono state trovate correlazioni significative tra i livelli di CRP e i parametri HRV, suggerendo un legame fisiopatologico tra infiammazione e regolazione autonomica cardiaca.
L’attivazione piastrinica correlata al vaccino e la disfunzione autonomica cardiaca possono aumentare transitoriamente il rischio di eventi cardiovascolari.
Associazione per la pubblicazione del Journal of Internal Medicine.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20964738
“Problemi cardiaci descritti negli inserti del pacchetto vaccinale”
Molti inserti di pacchetti di vaccini elencano eventi avversi correlati al cuore che si sono verificati durante gli studi clinici o durante il postmarketing.
Per esempio:
– Vaccino per la ricombinato dell’epatite B: ipotensione, tachicardia
– Vaccino Engerix per l’ epatite B: ipotensione, tachicardia, palpitazioni cardiache
– Vaccino Infanrix (difterite-tetano-pertosse acellulare): sindrome della morte improvvisa infantile
– Vaccini Boostrix e Adacel (tetano-difterite-acellular pertussis): miocardite
– Vaccini Flulaval e Fluzone (influenza): dolore al petto
– Vaccini per il Falso Vaccino per la Covid19: infarti e morti improvvise, miocarditi, alterazione della circolazione sanguigna, cardiaca e respiratoria, ecc.
vedi: Danni dei …Vaccini a mRna: https://pattoverascienza.com
La morte (elencata come “disturbo generale” o SIDS o morte improvvisa) è una delle “esperienze” avverse, riportate dopo l’approvazione e la commercializzazione di TUTTI i vaccini, ma ed anche quelli per il papillomavirus umano (HPV) di Gardasil e Gardasil-9 ecc. e soprattutto per quelli per la Covid 19 degli anni 2020-in avanti….
Tratto in parte da: informaresenzacensure.blogspot.com con precisazioni del Redattore della pagina
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Il Cuore non è una pompa – il Sangue non circola perché “pompato” dal cuore… !
Leggendo la lezione V del Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco, a un certo punto ci si trova di fronte a una affermazione dell’autore, Arnold Ehret, che la maggior parte dei lettori non accetta immediatamente, mentre altri persino la rifiutano categoricamente: IL CUORE NON E’ UNA POMPA.
Non è facile accettare tale asserzione per il semplice fatto che da sempre viene insegnato già da bambini che il cuore è una pompa, che spinge il sangue nelle arterie, fino ai più piccoli capillari poi passa nel sistema venoso e così via e tutto riprende da capo.
E’ una credenza così consolidata nella nostra cultura e istruzione da essere diventata una certezza, e prima di leggere i libri di Ehret non avevo mai nemmeno pensato, né nessuno mai mi aveva detto il contrario, e se qualcuno me lo avesse detto con convinzione lo avrei considerato un tipo un po’ bizzarro.
Ehret lo dichiarava apertamente nelle sue conferenze a partire dal 1915 a Los Angeles e diversi suoi colleghi naturopati presero le distanze da lui, senza nemmeno tentare di valutare se le affermazioni di Ehret potessero essere vere. Alcuni scrissero anche dei libri includendo la maggior parte dei principi insegnati da Ehret ma si guardarono bene dal menzionarlo.
Negli anni ’20 Rudolf Steiner sosteneva la stessa cosa durante le sue conferenze, e negli anni ’30 vennero fatti degli studi per dimostrare che il cuore non è una pompa. Non ebbero seguito perché all’establishment medico ortodosso conveniva, e tuttora conviene, che si continuasse a considerare il cuore una pompa.
Per chi fosse interessato ho tradotto l’articolo seguente.
Le figure indicate in più punti non ci sono perché non ho la pubblicazione cartacea e nel documento che ho tradotto sono state omesse. Dovessi un giorno trovarle verranno aggiunte.
Se incontrassi dei termini medici che non comprendi, cerca le definizioni in un dizionario o internet, ti eviterai irritabilità e nervosismo, o di abbandonare la lettura, come ho fatto io diverse volte prima di completare la traduzione e solo dopo aver compreso cosa stavo traducendo. D’altra parte i termini medici sono intenzionalmente ostici, per far credere che la materia sia difficile e che solo gli addetti ai lavori debbano occuparsene. E’ una specie di linguaggio come quello egizio riservato solo alla casta sacerdotale che il popolo non conosceva. Eventuali errori o granchi che possa aver preso sarebbe gradito che mi venissero segnalati.
(Il seguente articolo è stato pubblicato sul numero 1, Autunno-Inverno 1995 [Volume 5, # 1] di “Frontier Perspectives“, la rivista del Centro per le Scienze di Frontiera presso la Temple University di Philadelphia, Pa.) – Traduzione di Luciano Gianazza.
Il cuore non e’ una pompa:
Una confutazione della presupposizione della funzione cardiaca di propulsione per pressione
Ralph Marinelli (1) ; Branko Fuerst (2) Hoyte van der Zee (3) ; Andrew McGinn (4) ; William Marinelli (5)
(1) Rudolf Steiner Research Center, Royal Oak, MI
(2) Dept. of Anesthesiology, Albany Medical College, Albany, NY
(3) Dept. of Anesthesiology and Physiology, Albany Medical College, NY
(4) Cardiovascular Consultants Ltd., Minneapolis, MN. Department of Medicine, University of Minnesota, MN
(5) Hennipen County Medical Center and Dept. of Medicine, University of Minnesota, MN
Sinossi
Nel 1932, Bremer di Harvard filmò nei primi stadi di un embrione il sangue che circolava per autopropulsione in flussi a spirale, prima che il cuore iniziasse a funzionare. Sorprendentemente, fu così impressionato dalla caratteristica a spirale del modello del flusso del sangue che non si rese conto che il fenomeno davanti ai suoi occhi aveva demolito il principio della propulsione per pressione.
In precedenza, nel 1920, Steiner, del Goetheanum in Svizzera, aveva fatto notare in conferenze rivolgendosi a dei medici, che il cuore non è una pompa che costringe del sangue inerte a muoversi con la pressione, ma che il sangue ha una sua propria dinamica biologica, come si può vedere nell’embrione, e si dà un’ulteriore spinta con le forze “indotte” dal cuore. Inoltre affermava che la pressione non provoca la circolazione del sangue, ma è causata interrompendo la circolazione. La conferma sperimentale dei concetti di Steiner inerenti all’embrione e agli adulti viene presentata qui di seguito.
Introduzione
Il fatto che il cuore di per sé non è in grado di sostenere la circolazione del sangue era noto ai medici dell’antichità. Ricercarono possibili forze ausiliarie della circolazione del sangue nei vari tipi di “eterizzazione” e “pneumatizzazione” o “ensoulement” del sangue durante il suo passaggio attraverso il cuore ed i polmoni. Agli albori della scienza moderna e nel corso degli ultimi trecento anni, tali concetti divennero insostenibili. Il concetto meccanicistico del cuore come pompa idraulica prevalse e si stabilì saldamente intorno alla metà del XIX secolo.
Il cuore, un organo del peso di circa trecento grammi, si suppone che “pompi” circa otto mila litri di sangue al giorno a riposo e molto di più durante l’attività, senza fatica. In termini di lavoro meccanico, questo rappresenta il sollevamento di circa 45 chilogrammi all’altezza di un chilometro e mezzo! In termini di flusso capillare, il cuore eseguirebbe il compito ancora più prodigioso di “spingere” il sangue con una viscosità cinque volte superiore a quella dell’acqua in milioni di capillari con diametro spesso inferiore a quello dei globuli rossi stessi! Chiaramente, tali pretese vanno oltre la ragione e l’immaginazione. A causa della complessità delle variabili in gioco, non è stato possibile calcolare la vera resistenza periferica, neanche di un singolo organo, per non parlare di tutta la circolazione periferica. Inoltre, il concetto di una fonte centralizzata di pressione (il cuore) che genera alla sua sorgente una pressione al di là dei normali limiti, in modo tale che sufficiente pressione rimanga nei capillari più remoti, non è dei migliori.
La nostra comprensione e la terapia delle aree chiave di fisiopatologia cardiovascolare, come lo shock settico, l’ipertensione e l’ischemia miocardica sono ben lungi dall’essere complete. L’impatto della spesa di miliardi di dollari per la ricerca cardiovascolare utilizzando un presupposto erroneo è enorme. Riguardo a questo, gli sforzi per costruire un cuore artificiale soddisfacente non hanno ancora portato i loro frutti. Entro i confini del pensiero della biologia e della medicina contemporanee, la forza propulsiva del sangue rimane un mistero. Se il cuore in realtà non fornisce al sangue tutta la forza motrice necessaria, dove è la fonte della forza ausiliaria e qual è la sua natura? La risposta a questa domanda apporterà un nuovo livello di comprensione dei fenomeni della vita nelle scienze biologiche e fornirà ai medici la capacità di riscoprire l’essere umano che, troppo spesso, molti sentono di aver perso.
Panoramica
Impliciti nel concetto di propulsione per pressione nel sistema cardiovascolare sono i seguenti quattro concetti principali:
Il sangue è naturalmente inerte e deve quindi essere spinto per circolare.
C’è una combinazione casuale delle particelle composte nel sangue.
I globuli rossi sono sotto pressione in ogni momento.
Il sangue è amorfo e viene costretto a riempire i suoi vasi e quindi ne assume la forma.
Tuttavia, ci sono osservazioni che sfidano queste nozioni. Si è visto che il sangue ha una sua propria forma, il vortice, che determina la forma piuttosto che adattarla alla sezione vascolare e circola nell’embrione con la sua intrinseca dinamica biologica prima che il cuore cominci a funzionare. Proprio come in natura un vortice inerte pulsa in senso radiale e longitudinale, timidamente assumiamo che il sangue è anche libero di pulsare e non è soggetto alla pressione che limita il suo pulsare implicita nel concetto di propulsione della pressione. Il sangue non è azionato da una pressione, ma da un proprio moto biologico rafforzato dal cuore.
Quando il cuore comincia a funzionare, rafforza il moto del sangue con impulsi a spirale. Le arterie hanno una funzione sussidiaria che mimica quella del cuore fornendo ulteriori impulsi a spirale al sangue circolante. In tal modo le arterie si dilatano nel ricevere il sangue in entrata e si contraggono per fornire un impulso per aumentare la quantità di moto del sangue.
Storia
La storia della presupposizione della propulsione per pressione risale a Galileo e a Leonardo da Vinci. Il concetto del cuore che funziona come una pompa di pressione che pompa il sangue, ritenuto essere amorfo e inanimato, nei suoi vasi sanguigni e che ne assume la forma fu suggerito da Borelli (1), uno studente e amico di Galileo, che osservando il cuore a spirale paragonò la sua funzione al fuoriuscire dell’acqua strizzando un panno umido. Borelli non ha confermato la sua congettura con esperimenti, ma è stata sostenuta da disegni ingannevoli del ventricolo sinistro trovati in seguito in un’opera di Leonardo. Nei quaderni di Leonardo la parete del ventricolo sinistro viene mostrata di spessore uniforme come uno si aspetta di trovare in una camera di pressione.
Tuttavia, al contrario, lo spessore della parete del ventricolo sinistro varia del 1.800% circa, come abbiamo visto in dissezioni di cuori bovini. Lo spessore va da 0,23 centimetri all’apice a 4,3 centimetri nella zona equatoriale. La parete all’apice è così morbida e debole che può essere trafitta con il dito indice. La peculiare variabilità dello spessore della parete ventricolare non è in linea con l’idea del cuore come generatore di pressione. Tuttavia, si potrebbe concepire che una simile conformazione della parete ventricolare massimizzi l’inerzia del moto senza alcuna pressione statica all’apice del ventricolo. L’apice sottile, flessibile, a forma di cono e la sospensione dall’aorta suggeriscono la presenza di una funzione di torsione in particolare se si tiene conto dell’orientamento a spirale degli strati del muscolo miocardico.
Il movimento rotatorio del cuore, delle arterie, e del sangue è stato misurato o rilevato da vari ricercatori (2), (18), (19).
Con lievi variazioni, il disegno erroneo nei Quaderni di Leonardo è stato utilizzato nella maggior parte dei testi di biologia, fisiologia e medicina nel corso delle ultime poche centinaia di anni, così come nella maggior parte dei testi di anatomia moderna negli ultimi decenni. Così, schizzi falsi sono serviti a testimoniare falsi presupposti.
William Harvey (1578-1657) frequentò l’Università di Padova, mentre Galileo era nella Facoltà della stessa. Sembra che stesse per decidere in favore del moto propulsivo secondo i suoi stessi esperimenti incentrati sul flusso del sangue e la propulsione per pressione, probabilmente sotto l’influenza di Borelli, che era focalizzato sul movimento del cuore. A quel tempo suggeriva un concetto del moto propulsivo: “L’atrio del cuore spinge il sangue nel ventricolo” e “il ventricolo proietta il sangue in movimento nell’aorta. ”
“Il sangue viene proiettato da ogni pulsazione del cuore.” Altre volte ha usato espressioni che implicano un concetto di propulsione per pressione. “Il cuore spreme fuori il sangue.” “Il sangue viene spinto nell’aorta per contrazione del ventricolo.” In alcuni casi parla della pressione del sangue. Tuttavia, di volta in volta ha anche usato termini neutri, “il sangue viene trasferito, trasfuso, trasmesso e inviato” Successivamente dei ricercatori che hanno contribuito a stabilire con fermezza il concetto di propulsione per pressione sono i seguenti: Stephen Hales (1677-1761) che inserì un tubo di vetro nell’arteria di un cavallo e assunse che la colonna di sangue è stata bilanciata da pressione statica. Jean-Léonard-Marie Poiseuille (1799-1869) scoprì che la dilatazione delle arterie era in fase con l’espulsione effettuata dal ventricolo sinistro. Pertanto ipotizzò che la dilatazione fosse la risposta passiva alla pressione del sangue. Tra le altre cose sostituì un manometro a mercurio al manometro a sangue di Hales. Carl Ludwig (1816-1895) ha inventato il manometro grafico aggiungendo un galleggiante con penna e carta mobile al manometro al mercurio di Poiseuille, e inaugurò l’era della registrazione continua della pressione. Infine, Scipione Riva-Rocci (1896-1903) ha perfezionato lo sfigmomanometro nel 1903 e ha portato l’esame della pressione arteriosa nella pratica clinica.
Il problema e la proposta per la sua soluzione
La situazione problematica nella fisiologia cardiovascolare è stata espressa da Berne e Levy (3) che ha scritto: “Il problema di esporre il flusso pulsante attraverso il sistema cardiovascolare in precisi termini matematici è praticamente insuperabile.”
Un aspetto fondamentale di questo problema riguarda il fatto che la maggior parte della nostra conoscenza della dinamica cardiaca è stata dedotta da dati sulla pressione. Infatti la nostra conoscenza del sistema ha due fonti indipendenti: fatti determinati sperimentalmente e concetti logicamente dedotti dalla presunta propulsione per pressione. La situazione è talmente confusa che alcuni scienziati della vita prendono in considerazione la teoria del caos e la matematica per cercare di trovare coerenza nel sistema. Sarà mostrato che il caos deriva da un mix di fatti e congetture, e non dalla natura del fenomeno stesso.
Il nostro scopo è di dimostrare che la congettura di Borelli è errata e di proporre il concetto che il sangue viene spinto da una forma unica di moto. In primo luogo, l’arco dell’aorta non risponderebbe come previsto, se il sangue in esso fosse sotto pressione.
L’aorta è un tubo ricurvo e tale è la forma di base dell’elemento sensibile alla pressione del manometro di Bourdon (*), ampiamente utilizzato. Quando il tubo ricurvo del manometro di Bourdon è soggetto a pressione positiva, è costretto a raddrizzarsi, come si può vedere con una canna dell’acqua da giardino. Quando è invece soggetto a una pressione negativa, la curvatura del tubo aumenta. Durante l’eiezione sistolica (periodo in cui il sangue viene espulso dal ventricolo), la curvatura dell’aorta si vede che aumenta, significando che l’aorta non è sottoposta a una pressione positiva, ma a una pressione negativa (4). Abbiamo dimostrato che questa pressione negativa è quella associata con il centro vuoto del movimento dei vortici di sangue. Quindi il movimento della aorta, se considerato come sensore di una pressione della stessa natura, contraddice l’assunto della propulsione per pressione. Naturalmente, le correnti a spirale del vortice hanno una pressione potenziale, così qualsiasi tentativo di misurare la pressione si tradurrà in una lettura positiva della pressione a causa del moto proprio interrotto.
Il movimento senza pressione applicata è movimento di moto proprio, come si osserva in modo così drammatico nei lunghi salti dei gatti che corrono. Questo moto proprio si manifesta anche in natura nel fluire dell’acqua nei fiumi, nell’avanzare dei tornado, e nei jet stream che sono in realtà spirali orizzontali di aria e di umidità che possono essere lunghe migliaia di miglia di lunghezza che si muovono come fiumi vorticanti nell’alta atmosfera. Una palla lanciata nella sua traiettoria, anch’essa si muove senza pressione.
E la pressione sanguigna che viene misurata? Il concetto in esame è qui il ben noto il rapporto forza/area:
– pressione = forza/area (forza per unità di superficie)
La pressione è un rapporto aritmetico derivato dalla forza media del sangue in movimento, e, come tale, indica il fenomeno del sangue che si muove in modo indiretto. In un sistema di moto proprio la pressione è potenziale mentre l’oggetto è in movimento e si manifesta quando la velocità è ostacolata:
– moto (massa x velocità) = impulso (forza x tempo)
Il sangue si muove con velocità diverse nei suoi flussi vorticosi. Al momento dell’impatto di un oggetto che si muove di moto proprio, la velocità diminuisce mentre appare la pressione di una certa grandezza.
Rudolf Steiner, scienziato e filosofo, ha sottolineato in diverse occasioni che il sangue si muove autonomamente (5), e che la pressione non è la causa del flusso di sangue, ma il risultato di esso (6). I medici del passato usavano metodi elaborati per descrivere la natura del polso arterioso e del battito del cuore o del battito dell’apice, che è l’impulso del cuore contro la parete toracica.
Molti termini descrittivi, come fibrillazione da shock ipovolemico, collasso o polso a martello d’acqua per insufficienza aortica e “ansante” impulso apicale di ipertrofia ventricolare sinistra, trasmettono la comprensione intuitiva del vero e proprio meccanismo di azione del cuore.
Un tentativo di caratterizzare la funzione ventricolare sinistra mediante gli indici, come la velocità massima di contrazione (V max) e la variazione massima di pressione ventricolare sinistra nel tempo (dP/dt max) lascia intendere la sentita inadeguatezza del semplice concetto di propulsione per pressione.
Flusso e Pressione
Considerazioni
Quando una massa fluida è soggetta a una forza sotto forma di pressione, dapprima resisterà al movimento a causa della sua inerzia e viscosità. In un sistema azionato dalla pressione, la pressione si alza più velocemente di quanto il fluido si muova; la pressione raggiungerà il picco prima che la velocità del fluido raggiunga il suo picco. Tuttavia, quando si misurano contemporaneamente la pressione e il flusso nell’aorta, il picco del flusso precede nettamente il picco della pressione. Questo fenomeno è stato osservato già nel 1860 da Chauveau e Lortet e, come riportato da McDonald (7), in contraddizione con la legge dell’inerzia nel concetto di propulsione per pressione. Mentre questo rapporto di fase in realtà conferma il principio di propulsione di moto proprio, tuttavia esso rimase una fonte di congetture per un considerevole periodo di tempo negli anni ’50 fino a quando non è stato “salvato” con l’aiuto di elaborati modelli matematici per i flussi oscillanti.
Un’osservazione in favore del concetto del sangue con il suo proprio moto è stato riferito da Noble (8) nel 1968. Con misurazioni della pressione simultanea nel ventricolo sinistro e nella radice dell’aorta di un cane, ha dimostrato che la pressione nel ventricolo sinistro supera la pressione aortica solo durante la prima metà della sistole e che la pressione aortica è in realtà più elevata durante la seconda metà. Trovò paradossale che il sangue espulso dal ventricolo continui nell’aorta, nonostante l’aumento della pressione positiva. L’erroneo concetto di pressione ventricolare sinistra che superi la pressione aortica durante tutta la sistole proposto da Wiggers nel 1928 ancora è presente in molti testi moderni di fisiologia. Noble ha proposto che questo tipo di modello di pressione potrebbe essere il risultato del flusso di moto proprio, ma questa idea è stata adombrata dal carrozzone della propulsione per pressione.
Il concetto di propulsione per pressione ha arruolato fisiologi e scienziati provenienti da diversi campi in una crociata che ha portato a numerose ipotesi e teorie sulla meccanica del sistema cardiovascolare. Il detto che “I Dinamisti del fluido nel XIX secolo erano suddivisi in ingegneri idraulici che osservavano cose che non potevano essere spiegate e matematici che spiegavano cose che non potevano essere osservate” è ancora valido al giorno d’oggi..
Osservazioni Embriologiche
Steiner (6) mostrò che l’embriologia fornisce gli indizi per risolvere il problema della circolazione. In relazione a questo, Bremer (9) effettuò una notevole serie di osservazioni sulla circolazione del sangue in un embrione di pulcino nei primissimi stadi di sviluppo prima della formazione delle valvole cardiache. Descrisse i due flussi di sangue con movimento in avanti a spirale di diversa velocità nello stadio in cui il cuore è un singolo condotto. Tuttavia, si è notato che il sangue ha una precisa direzione di flusso all’interno del condotto e si muove apparentemente senza un meccanismo di propulsione. Questi flussi si muovono a spirale lungo il proprio asse longitudinale e uno intorno all’altro. I flussi sembrano essere a considerevole distanza, non riempono i loro vasi sanguigni, e sembrano essere in segmenti discontinui.
In un film fatto da Bremer sul battito del cuore embrionale, si osserva che il sangue a spirale è ulteriormente rafforzato dal cuore pulsante senza creare turbolenza nel sangue. Questo suggerisce che il trasferimento di moto che si verifica tra il cuore e il sangue riguarda una fase, il sincronismo, il cuore deve in qualche modo sentire il movimento del sangue e rispondere ad esso, a sua volta con impulsi a spirale alla stessa velocità del sangue, sincronizzando il moto del sangue e il moto del cuore.
Si presume che gli strati del muscolo cardiaco abbiano lo stesso modello di distribuzione di velocità, come i flussi concentrici di un vortice libero per consentire al cuore e al movimento del sangue di accordarsi a differenti velocità. È significativo osservare che il movimento del cuore avviene con il minimo movimento interno della parete cardiaca. Che il fluire del sangue può essere osservato prima che il cuore entri in funzione è supportato da osservazioni sul fatto che la circolazione in un precoce embrione di pulcino si è mantenuta fino a circa 10 minuti dopo che il cuore era stato asportato (10) . Inoltre, la mobilità intrinseca del sangue è stata evidenziata da Pomerance e Davies (11) , che trovarono un embrione che visse a lungo senza cuore, ma nacque morto e gravemente sfigurato. Così la visione composita del sistema cardiovascolare embrionale ci dice che il sangue non viene spinto dalla pressione, ma si muove con una sua propria dinamica biologica e con il suo intrinseco modello di flusso.
Alternanze di Vortici di Liquidi e di Gas nel Sangue
L’esistenza di spazio apparentemente vuoto tra e all’interno del flusso a spirale di un liquido può essere spiegata come spazio riempito di gas o vapore. Tuttavia, questa ipotesi appare assurda se si considera che anche piccole bolle nella circolazione arteriosa possono provocare una embolia significativa. Ogni segmento di 100 cm di sangue arterioso contiene 0,3 ml di ossigeno libero fisicamente disciolto, 2,6 ml di anidride carbonica e 1 ml di azoto.
L’importanza della piccola quantità di ossigeno disciolto è riconosciuta solo in casi estremi di anemia quando diventa una notevole fonte alternativa di ossigenazione dei tessuti. Quando viene visto nei termini di una distribuzione altamente differenziata di componenti solidi, liquidi e vaporosi e/o gassosi del vortice composito, questa quantità di gas libero assume fondamentale importanza.
Il fatto che il gas sia elusivo nello sfuggente sangue liquido è molto allineato con la constatazione che il sangue, come vortici caratteristici di liquidi e gas, si muove di moto proprio senza alcuna pressione. Il vortice nei tornado è una configurazione molto stabile e coesa, con un centro vuoto, fortemente tenuta insieme da un sistema di forze centripete. Non ha le proprietà fisiche del gas amorfo sotto pressione che tende ad espandersi.
Per chiarire ulteriormente le nostre osservazioni, abbiamo escogitato un modello di ventricolo con un contenitore sigillato, a forma di cono rovesciato, un fiasco di vetro trasparente da mezzo litro pieno d’acqua.
L’attrezzaggio consistette nell’installare due tubi all’interno del fiasco collegati a dei trasduttori per registrare il vuoto al centro del vortice e l’impulso di potenziale pressione nel moto dell’acqua vorticosa. Il segnale di pressione in funzione del tempo fu visualizzato sullo schermo dell’oscilloscopio e anche memorizzato sul computer per ulteriori analisi. Il “ventricolo” fu messo in funzione tenendolo in mano e dandogli un movimento oscillatorio e contemporaneamente circolare per creare un vortice. Per aumentare la visibilità, abbiamo riempito il contenitore con acqua colorata di blu di metilene.
Anche operazioni delle più energiche risultarono in quasi nessun movimento dell’acqua. Con alcuni esperimenti abbiamo determinato che, a meno che nel modello di ventricolo non ci fosse circa 1/3 del suo volume di aria, non era possibile formare un vortice.
Questo ci ha portato alla conclusione che il gas altamente organizzato e a bassa densità nel plasma è una componente necessaria del vortice del sangue. Questo fa sorgere anche la questione di come elementi gassosi e fluidi possano rivelare le proprietà di locomozione della vita.
L’idea del vortice composito di globuli rossi-plasma-gas è in accordo con i “gap” nel flusso dei vasi embrionali. Per valutare quanto fosse valido il nostro modello di ventricolo, abbiamo misurato la pressione del suo impulso potenziale (pressione arteriosa come viene in genere misurata) nell’acqua vorticosa e nel vuoto al suo centro e rilevammo che erano rispettivamente +130 e -180 mm Hg.
Inoltre, abbiamo costruito un “ventricolo” di vetro con attaccata una “aorta” e dimostrammo che fino al 50% del volume del liquido potrebbe essere espulso sottoponendolo a un impulso oscillante e rotatorio, senza il movimento verso l’interno della parete “ventricolare”.
Una Funzione Ben Nota del Vortice
E ‘noto che il modello del flusso sanguigno attraverso il cuore contribuisce in modo significativo alla dinamica delle valvole cardiache, come è stato dimostrato da numerosi studi che utilizzano cineradiografia di contrasto e, più recentemente, l’ecografia Doppler a colori. Taylor e Wade (12) hanno confermato modelli di flussi di stabili vortici dietro le cuspidi delle valvole, mitrale e tricuspide, visualizzando il minutamente preciso contrasto del flusso immesso. Inoltre, la formazione di vortici nel seno aortico non solo è stata dimostrata nel modello del cuore, ma anche visualizzata con la mappatura della velocità per mezzo della risonanza tridirezionale. (13)
Senza la formazione di un vortice nel seno aortico, possiamo concepire che, con il sangue che spinge con impeto dal tratto di efflusso del ventricolo sinistro alla velocità da uno a due metri al secondo, le arterie coronarie sarebbero malamente irrorate, come avviene nei casi di grave stenosi aortica (restringimento), dove il flusso di sangue ad alta velocità non consente la formazione dei vortici normali sovravalvolari.
Evidenze di Moto Proprio nell’Adulto
Non solo il flusso di sangue è ben mantenuto nell’embrione prima della formazione delle valvole, non ci sono segnalazioni di adulti in cui entrambe le valvole tricuspide e polmonare infette siano state rimosse chirurgicamente e non sostituite da protesi valvolari, senza problemi significativi (14). Werner (15) tramite due ecocardiografie bidimensionali ha osservato che le valvole mitrale e aortica erano aperte durante la compressione toracica esterna e che le cavità cardiache erano passive e non cambiavano di dimensione.
Il Vortice Perpetuo nel Ventricolo
La tecnica ampiamente utilizzata della misurazione della gittata cardiaca con il metodo della termodiluizione è piena di deviazioni significative delle singole misurazioni. Questa tecnica si basa sul principio del sangue caldo che viene miscelato con il bolo di soluzione salina fredda nel ventricolo e individuando l’aumento della temperatura della miscela nell’arteria polmonare. Il valore finale viene ottenuto facendo la media dei risultati delle diverse misurazioni.
Misurando la conducibilità elettrica in varie località del ventricolo sinistro di un cane, Irisawa16 non fu in grado di mostrare una miscelazione uniforme della soluzione salina. Le rilevazioni sulla conducibilità hanno mostrato i flussi vorticosi di sangue di diverse concentrazioni saline dentro i ventricoli durante la sistole e la diastole (la fase di dilatazione o di espansione del muscolo cardiaco, che permette alle cavità del cuore di riempirsi di sangue), confermando ulteriormente il concetto dei modelli vorticosi altamente organizzati all’interno delle camere del cuore.
Brecher (17) ha condotto un esperimento su un cane che ha evidenziato una regione della continua pressione negativa nel ventricolo osservando il flusso continuo di soluzione di Ringer da un vaso al di fuori del cuore attraverso una cannula posizionata nel ventricolo sinistro attraverso l’atrio del cuore. Questo conferma ulteriormente il nostro concetto della persistenza del vortice nel ventricolo con il suo centro di pressione negativa e il potenziale dell’impulso positivo di pressione nella sua vorticosa periferia per tutto il ciclo cardiaco. Così il cuore come organo minimo funzionale consiste non solo del suo tessuto, ma anche del vortice continuo di sangue, che provvede al vuoto perpetuo nel suo centro che probabilmente aiuta a richiamare indietro nel cuore il sangue dai capillari e dalle vene. La persistenza del vortice spiega agli ingegneri l’anomalia di una presunta pompa che conserva il 40% della sua carica ad ogni espulsione; una pompa dovrebbe espellere quasi il 100% del suo carico. Il concetto di pompa è assurdo, ciò che è presentato qui è geniale. Pettigrew (2) ha trovato tre colonne di spirale di sangue nel ventricolo sinistro.
Corpuscoli del Sangue Orbitanti
In contrasto con il profilo della velocità parabolica assunta da sospensioni di particelle di piccole dimensioni sotto pressione in tubi rigidi di piccolo diametro, in un modello di flusso in vivo gli elementi cellulari del sangue si dispongono in modo tale che i più pesanti globuli rossi orbitano più vicini al centro con le più leggere piastrine in orbite più distanti circondate da un rivestimento di plasma alle pareti dei vasi sanguigni. Tale disposizione ordinata di configurazione di particelle del sangue vista in una sezione delle arterie nega un meccanismo di propulsione omnidirezionale per pressione e conferma la premessa vortice/moto.
Si può dimostrare questo fenomeno di differenziazione in termini di massa nel vortice facendo girare liberamente in acqua delle sfere scelte per comodità di stesse dimensioni (3 mm di diametro) e di colore diverso per peso diverso. Si vedrà che le sfere più pesanti orbiteranno più vicino al centro di rotazione. La velocità orbitale del vortice aumenta nella misura in cui le orbite si avvicinano al centro di rotazione. Al contrario, durante il tempo che una coppia di forza viene applicata per ruotare nel recipiente, creando un vortice forzato, tutte le sfere sono costrette a dirigersi verso la periferia, dove le velocità sono più elevate, come in una centrifuga.
Ad ulteriore conferma dell’esistenza in vivo del modello di velocità di un vortice indipendente, abbiamo sondato il flusso di sangue nella carotide posizionandovi un trasduttore Doppler a 900 Hz per rivelare il movimento vorticoso del sangue e elaborato gli echi Doppler attraverso un filtro passa banda variabile cercando modelli di frequenza (velocità) di distribuzione.
Abbiamo rilevato echi da raggruppamenti di particelle a frequenze trasdotte da 400 a 650 Hz, da 650 a 900 Hz e inferiori a 200 Hz. Questi tre gruppi indicano tre diverse velocità e regioni orbitali. Osservazioni preliminari indicano una distribuzione altamente ordinata di componenti cellulari e di plasma del sangue.
Inoltre, quando si muovono attraverso le arterie più grandi, i globuli rossi sono in forma toroidale, con la loro massa alla periferia per massimizzare il momento di inerzia, e si presume che ruotino attorno al proprio asse individuale a causa del fenomeno del vorticismo (la creazione di micro-vortici tra gli strati vorticosi nel vortice principale che si muovono a velocità differenti). Così ci si può aspettare di scoprire che i miliardi di globuli rossi in realtà viaggiano nel proprio spazio unico come una prova ulteriore dell’ordine estremo del movimento del sangue.
Il tema ricorrente della Spirale
Il tema della spirale è evidente anche nella forma e nella funzione del cuore e dei vasi sanguigni. La muscolatura del cuore e delle arterie giù fino ai capillari è orientata a spirale, e sia il cuore che le arterie hanno movimento a spirale per aumentare la quantità di moto del sangue (2), (18), (19). La letteratura su considerazioni anatomiche e fisiologiche del moto a torsione del cuore e dei vasi è completa ed è stata recentemente rivista (2). Il fatto che l’orientamento delle cellule endoteliali arteriose segue da vicino i modelli di flusso del sangue è ben consolidata (18), (19).
In un gruppo di pazienti sottoposti a chirurgia ricostruttiva vascolare delle estremità inferiori, Stonebridge e Brophy hanno osservato, con un esame angioscopico diretto, che la superficie interna delle arterie era organizzata in una serie di pieghe a spirale.
Hanno osservato che le pieghe si verificano a causa del flusso sanguigno a spirale, che può essere più efficiente, richiedendo meno energia per guidare il sangue attraverso l’affusolato e ramificato sistema arterioso (19). Hanno inoltre osservato il sangue vorticante con le fibre ottiche nella regione delle pieghe endoluminali. Riguardo a questo, gli appassionati sanno che le canne di fucile rigate, costringendo la pallottola a ruotare, rendono più stabile la sua traiettoria, e quindi più precisa nel raggiungere il suo bersaglio.
Nei vasi il sangue “riga” i suoi condotti proprio allo scopo di rafforzare il suo impulso di torsione. Tuttavia, queste pieghe a spirale non si trovano nelle arterie asportate, sono dinamiche del tessuto vivente.
Conclusioni Fisiologiche
Il movimento autonomo a vortice discusso nel presente documento è inerente al movimento del sangue. Non è un disturbo accidentale locale spesso spiegato come turbolenza o correnti parassite, né un fenomeno localizzato, con un unico scopo funzionale come nella dinamica delle valvole cardiache. Da una visione più ampia si può prevedere che il sangue dovrebbe muoversi così, considerando che i fluidi in natura tendono a muoversi in modo curvilineo, che è il loro percorso con il minimo impiego di energia. L’espressione estrema di questa tendenza nella natura, in termini di ordine, stabilità e minor consumo di energia sono i tornado e le scie dei “jet”.
Potenziali Conseguenze Cliniche
Queste considerazioni dovrebbero favorire una comprensione più rapida del sistema cardiovascolare attraverso un riesame della grande quantità di preziosi dati sperimentali raccolti in tutto il mondo. Dal momento che abbiamo osservato che il sangue ha una forma altamente dinamica e ordinata, e un moto e un orientamento ordinato dei corpuscoli del sangue, dovremmo essere in grado di sviluppare dispositivi e tecniche per rilevare piccole deviazioni da norme di gruppo e singole, e quindi costituire una base per una diagnosi molto precoce delle malattie cardiovascolari, che resta la prima causa di morte negli Stati Uniti. Nuove e più efficaci terapie per le malattie cardiovascolari, si spera, potrebbero anche evolvere da questa nuova prospettiva sulla fisiologia cardiovascolare.
Nota finale
*Il manometro a tubo di Bourdon prende il nome dal suo inventore, Bourdon. Il suo elemento sensibile alla pressione è costituito da un tubo piegato circolarmente che è appiattito per aumentare la sua sensibilità alla pressione. Quando il tubo è sottoposto ad una pressione interna positiva tende a raddrizzarsi; quando è sottoposto ad una pressione interna negativa la curvatura aumenta.
La deformazione del tubo è proporzionale alla pressione e viene trasmessa tramite collegamenti e ingranaggi a meccanismi che dirigono una lancetta su una scala graduata per indicare la pressione.
Ringraziamenti
Ringraziamo Larry W. Stephenson, MD, Chief of Cardiothoracic Surgery, Wayne State University School of Medicine e Beverly Rubik, Ph.D., per i loro commenti su questo lavoro.
Riferimenti
(1) Borelli, De Motu Animalium. Rome, 1681.
(2) Marinelli, R., Penney, D.G., et al. 1991. Rotary motion in the heart and blood vessels: a review. Journal of Applied Cardiology 6: 421-431.
(3) Berne, R., Levy, M., 1986. Cardiovascular Physiology. St. Louis, MO: C.V. Mossy Co., p. 105.
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(5) Steiner, R., 1990. Psychoanalysis and Spiritual Psychology. Hudson, NY: Anthroposophic Press, p. 126.
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(7) McDonald, D.,1952. The velocity of blood flow in the rabbit aorta studied with high speed cinematography. Journal of Physiology 118: 328-329.
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(9) Bremer, J. 1932. Presence and influence of spiral streams in the heart of the chick embryo. American Journal of Anatomy, 49: 409-440.
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(14) Arbulu, A., I. Asfaw. 1981. Tricuspid valvulectomy without prosthetic replacement. J. Thorac Cardiovasc Surg 82: 684-691.
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(16) Irisawa, H., M. F., Wilson, R.F. Rushmer. 1960. Left ventricle as mixing chamber. Circulation Research 8:183-87.
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(19) Stonebridge, P.A., C. M. Brophy. 1991. Spiral flow in arteries? The Lancet 338:1360-61.
Tratto dal sito Arnold Ehret Italia Link: arnoldehret.it/il-cuore-non-e-una-pompa
Il Sangue non circola perché pompato dal cuore, ma perché il campo toroidale che il cuore emana, lo fa arrivare fin negli infinitesimi e microscopici capillari dei tessuti in tutto il corpo.
Una interessante e logica argomentazione
Moto Browniano ed Impulsi Ritmici
Il cuore non è una pompa semplicemente perché il sangue come liquido non circola.
Se il sangue circolasse veramente in tutte quelle decine di chilometri di vene, capillari nella microcircolazione, sarebbe necessaria una pompa muscolare di grandissime dimensioni che consumerebbe un’enorme quantità di energia per mantenere una pressione adeguata capace di vincere tutte le resistenze e gli attriti di percorsi tanto sottili, tortuosi e lunghi.
Se parlate con un cardiologo che ama la Verità, vi confesserà che per la scienza medica è un vero mistero capire come possa un muscolo della grossezza di un pugno, pompare il sangue nella rete vascolare instancabilmente settanta novanta volte al minuto per l’intero arco della vita umana e cioè anche per cento anni e più. Se il cuore fosse una pompa bisognerebbe gridare di continuo al miracolo, perché non c’è modo di trovare nessuna spiegazione veramente scientifica al suo funzionamento.
A questo punto voi direte: “Se il sangue non circola, come fa ad ossigenarsi nei polmoni, a filtrarsi nei reni, a rigenerarsi nel fegato, ecc ?” Cercherò di spiegarlo, ma per prima cosa è necessario stabilire come base un concetto fondamentale e cioè che un organismo vivente è Unitario. Cosa vuol dire Unitario ?
Che tutte le parti che lo compongono agiscono per un obiettivo comune che è il mantenimento e l’accrescimento della vita. Anche l’apparato vascolare è a sua volta unitario nel suo complesso volto al servizio dell’organismo e il sangue al suo interno è Omogeneo. Cosa vuoi dire Omogeneo ?
Che la sua composizione di base è sostanzialmente identica sia nel cuore, nelle arterie, nelle vene che nel più piccolo dei capillari. Essendo il sangue per sua natura omogeneo, tende con costanza, direi quasi con volontà costante, a mantenere le caratteristiche fondamentali della sua omogeneità, cioè ad avere nel suo interno una equa distribuzione di tutti quegli elementi che sono indispensabili alla vita delle cellule che compongono l’organismo, cioè ossigeno, sostanze nutrienti, agenti di protezione, ecc..
Quando il sangue presente nei polmoni viene. ossigenato dal ritmo respiratorio, subito l’ossigeno prelevato viene distribuito a tutto il sangue non tramite il movimento circolatorio, ma per mezzo della trasmissione diffusiva che non essendo meccanica, né tanto meno idraulica, ma essenzialmente ritmico magnetica, è assai più rapida e precisa. Mi chiederete: “Ma cos’è questa trasmissione ritmica che ha così tante qualità intelligenti ?”.
Non solo intelligenti ma anche di ordine morale. Infatti è sempre presente, attenta ai bisogni di tutte le cellule, giusta nel distribuire a ciascuna quanto necessario alla vita, pronta ad accogliere i rifiuti e a trasmetterli per osmosi là dove possono essere eliminati, sempre vigile, per difendere, curare ed equilibrare le sue protette.
Avete ragione: il meccanismo della trasmissione ritmica che agisce non solo per Osmosi ma soprattutto per Induzione e Risonanza in tutto l’organismo vivente, dovrebbe essere preso come modello da tutte le amministrazioni comunali, regionali e statali che sono così inadeguate al confronto. Dunque cos’è questa benedetta trasmissione ?
Potrei cavarmela con una risposta semplice e comoda dicendovi che è qualcosa di simile ad una trasmissione televisiva in diretta.
Noi siamo comodamente seduti in poltrona ed accendendo il televisore vediamo e sentiamo cosa avviene su un campo di calcio giapponese in contemporanea. Possiamo ammirare il bel gioco, udire gli incitamenti degli spettatori e provare più o meno le stesse emozioni del pubblico presente nello stadio.
Ma la trasmissione ritmica organico cellulare è qualcosa di meglio e di più di una irradiazione di onde elettromagnetiche. Infatti non perturba l’etere, né abbisogna di satelliti artificiali perché avviene essenzialmente per Corrispondenza pur esprimendosi come Diffusione.
Per esempio nel caso della ossigenazione, ogni globulo rosso trasmette a tutti gli altri l’ossigeno che riceve PERCHÉ SI IDENTIFICA IN TUTTI GLI ALTRI.
Voi obietterete che cerco di spiegare il mistero della Trasmissione nell’ambito di un mezzo sostanzialmente statico come il sangue, con altri termini misteriosi quali la Corrispondenza e l’identificazione.
Beh, allora per rincarare la dose vi parlerò di un altro concetto misterioso quale è appunto la Risonanza.
Voi sapete che se fate vibrare la corda di una chitarra o di un pianoforte, se nell’ambiente vi è un altro strumento simile accordato con l’altro, ebbene, anche se distante diversi metri, la corda corrispondente di quest’ultimo vibra e risuona come se fosse stata veramente pizzicata o percossa.
Si potrebbe quasi parlare di simpatia, di AmOre, di condivisione o meglio ancora di unità fra i due strumenti.
Ma poi basta pensare alla Radio: com’è possibile che una scintilla elettrica generata in Europa riesca a comandare l’accensione delle luci in una città dell’Australia ? È quello che riuscì a fare Marconi nonostante che i notabili della Scienza del tempo affermassero che ciò non era assolutamente possibile.
A posteriori di fronte all’evidenza, ripiegarono sull’esistenza di campi elettrici nelle zone superiori dell’atmosfera che avrebbero agito da specchi riflettendo le onde radio. In realtà la spiegazione risiede nell’effetto della risonanza che ha un carattere universale.
Avrete senz’altro sentito parlare di cosa succede fra gemelli e cioè come sovente sia lo stato d’animo che di salute di uno, si ripercuote anche a grande distanza sull’altro. Bene, le cellule presenti nel nostro sangue sono tutte gemelle monozigotiche, per cui la totalità condivide ciò che avviene nel singolo individuo e viceversa.
A dir la verità esiste una spiegazione più esauriente di come avvengono, Corrispondenza e Risonanza; ne ho scritto in modo dettagliato in un altro libro che verrà forse pubblicato tra qualche tempo.
Credo di interpretare il vostro pensiero dicendo: “Ammesso e non concesso che il sangue non circoli, allora a cosa serve il cuore ?”
A cosa serve il cuore ?
Ma lui (il cuore) è il Regista, il Capo, il Sole, la Cellula Madre, il Direttore d’orchestra che dirige e guida tutta la Sinfonia della Vita coordinando i suoni prodotti o meglio riprodotti per risonanza dagli orchestrali, cioè le innumerevoli cellule che compongono la struttura di un organismo vivente.
In ogni cellula dell’organismo risuona ridotto in maniera proporzionale alle dimensioni e alla distanza, ciò che avviene nella grande Cellula Cuore di cui tutti gli altri organi sono duplicati specifici, che filtrano magneticamente suddividendola fra loro in modo diverso, l’energia che il Cuore distribuisce, perché a loro volta la distribuiscano alle varie cellule.
E’ chiaro che nel corso di una conferenza divulgativa non si può scendere troppo nei particolari e quindi mi fermo per darvi modo di “masticare” il cibo un po’ indigesto che vi ho propinato. So che avrete mille domande e obiezioni da farmi, ma al momento anticiperò la risposta solo a quelle più prevedibili.
Nella chirurgia cardiaca si sono fatti dei progressi eccezionali in questi ultimi tempi.
By Pass, sostituzione di cuori ammalati con quelli prelevati a cadaveri sono interventi ormai all’ordine del giorno e sono tutti resi possibili grazie all’uso del cuore artificiale che è appunto una pompa e alla circolazione extracorporea. Non è forse questa la prova più evidente che anche il cuore di carne funziona in modo analogo ? Non è così e cercherò di spiegarvene i motivi.
Tutto ciò che è interno ad un campo magnetico, inverte la sua polarità quando ne esce. Abituati come siamo ad associare il concetto di polarità con quello di elettricità, facciamo una grande fatica ad estenderne il significato alle funzioni, agli stati fisici, alle caratteristiche spaziali e temporali.
Noi tutti vediamo il Sole muoversi nel cielo attorno alla Terra, ma gli scienziati ci dicono che è la Terra a ruotare su se stessa.
Un tempo si credeva alla prima ipotesi, oggi si crede alla seconda; poi è arrivato Ighina a dirci che sia la Terra che il Sole sono fermi e che si muove solo la luce all’interno del campo magnetico. Quale di queste tre ipotesi è quella vera ?
Tolomeo aveva supportato la sua cosmologia con un apparato geometrico e matematico di prim’ordine. Copernico era stato assai più scadente al confronto per giustificare la sua.
Ighina poi non ha nemmeno tentato di fornire delle vere spiegazioni. razionali; lui SAPEVA che sia il Sole che la Terra sono fermi e chi non ci credeva peggio per lui. lo credo a ciò che Gigi mi ha insegnato e mi sforzo di trovare anche delle spiegazioni razionali per non costringere le persone a fare esclusivamente degli atti di fede in argomenti così controversi.
La Fede è indispensabile, ma se gli si può dare una mano anche con un po’ di logica, forse si facilitano le cose. A parte questo mio lavoro che non so quanto potrà essere utile, vorrei dirvi che ciò che conquista di più nelle rivelazioni di Ighina, è l’universalità dei suoi insegnamenti che si possono estendere a tutti i campi, sia dell’esistenza che dello scibile umano.
Per cui ciò che vale per il Cosmo, ha valore pure per un Pianeta e nell’ambito di un pianeta per un essere vivente, per una singola cellula, per un atomo.
La scoperta fondamentale dell’identità delle Funzioni indipendentemente dalle dimensioni e dell’aspetto esteriore degli organismi in cui si esplicano, è forse una delle scoperte più rivoluzionarie di Ighina, che abbinata con la rivelazione che tutte le forze e le materie provengono da una sola Energia Fondamentale che riflettendosi in se stessa e moltiplicandosi ha creato l’UniVerso, lo qualificano di diritto come il più grande scienziato che sia mai apparso sulla superficie della terra.
Tornando al cuore artificiale il suo funzionamento esteriore sostituisce, anche se per breve tempo, quello del cuore interiore con una funzione inversa. Il movimento supplisce anche se in maniera non altrettanto perfetta, quelle trasmissioni ritmiche che si verificavano nella staticità complessiva dei sangue.
I due fenomeni e cioè movimento esteriore e trasmissione interiore, si integrano fra loro dal momento che ciascuno di essi agisce nell’ambito suo proprio nel rispetto dalla diversa funzionalità. Un’altra prevedibile obiezione è questa: quando si recide un’arteria, il sangue scorre fuori a fiotti seguendo gli impulsi del battito cardiaco; non dimostra questo che il sangue circola spinto dal cuore ?
A questo riguardo non bisogna far confusione.
Se si rompe un tubo, sia che in esso il liquido stagni o circoli, ne consegue la fuoriuscita. Il fatto, poi che il sangue sgorghi in sintonia col battito cardiaco si può spiegare anche col fatto che sangue e cuore sono un tutt’uno, cioè il cuore esercita dall’esterno sul sangue una funzione che il sangue esercita sul cuore dall’interno.
Si tratta di un rapporto simile a quello che intercorre fra la corrente elettrica e il suo campo magnetico e cioè sono fra loro interdipendenti. Infatti il cuore vive e funziona perché il sangue lo alimenta, così come il sangue mantiene in sé l’omogeneità perché il cuore gliene trasmette gli impulsi energetici.
Ma da chi riceve il cuore gli impulsi magnetici che poi a sua volta dirama al sangue agli organi e a tutte le cellule ?
Dalla spina dorsale, cioè dal Ritmo Tensivo che intercorre fra il sesso ed il cervello tramite il midollo spinale. Il Ritmo Spinale poi corrisponde con le debite proporzioni al Ritmo Tensivo perpendicolare Sole e Terra, mentre il Ritmo Cardiaco ne rivela, per così dire, i moti spiraliformi apparenti, ripeto “apparenti”, perché ciò che sembra muoversi nello Spazio SI TRASMETTE come cercherò di spiegare più avanti.
Questo Ritmo nascosto nel midollo si trasmette per Induzione al cuore, che lo rivela in modo Trasversale nei suoi battiti contrattivi ed espansivi che si ripercuotono su tutte le cellule che compongono l’organismo. A sua volta il Ritmo Cardiaco sostiene energeticamente le cellule coinvolte nel Ritmo Spinale permettendone così la continuità e il mantenimento.
Il battito cardiaco è diffuso in tutto l’organismo perché le cellule battono per Corrispondenza, per Riflessione indotta, lo stesso ritmo del muscolo cardiaco. E allo stesso modo nella Rete Nervosa e cioè nei singoli nervi che pervadono l’organismo, si distribuisce la Sensibilità corporea di cui il Ritmo Spinale è il Promotore e il Regista.
Ciò che è il Cuore per il sangue e le vene, lo è la Spina Dorsale per i nervi e la sensibilità; le singole cellule poi partecipano per Empatia alle influenze energetiche di entrambi. Ecco perché è possibile sentire la pulsazione del cuore in qualsiasi parte dei corpo; basta comprimere una qualsiasi parte di esso per sentire non solo con lo stetoscopio ma anche con le dita, quella che è la Pulsazione Vitale diffusa in tutto l’organismo vivente. Io non sono un medico, perciò affronto i problemi della Fisiologia con poca competenza specifica ma appunto per ciò con grande libertà di spirito. Ora rileggendo quanto ho scritto, mi rendo conto che le mie affermazioni non sono sufficientemente spiegate. Per ciò riassumo aggiungendo ulteriori dettagli.
Dunque, in un organismo vivente vi sono Tre Ritmi Fondamentali, quello Cardiaco, quello Spinale e quello Respiratorio che sono interdipendenti fra loro. II Ritmo Respiratorio porta all’interno dell’Organismo l’Ossigeno che altro non è che l’aspetto Atomico e quindi materiale, dell’Energia Solare presente nell’aria.
Il Ritmo cardiaco assorbe dall’intestino l’Energia Terrestre prelevata dalla digestione alimentare e infine il Ritmo spinale che mettendo in comunicazione diretta tra loro sia l’Energia Solare presente nel Cervello, sia quella Terrestre accumulata nel Sesso, ne determina lo Scontro Tensivo che si esprime nel cuore per Induzione tramite successive contrazioni e dilatazioni dello stesso, che si irradiano per Diffusione Ematica, a tutte le cellule dell’organismo.
Ora è importante chiarire sia cos’è l’Ossigenazione del sangue venoso nei polmoni, sia in cosa consiste l’Apporto Nutrizionale che trasforma il sangue arterioso in venoso soprattutto nell’intestino oltre che in altri organi che si trovano all’interno del tronco.
Si dirà che anche nel cervello il sangue arterioso si trasforma in venoso e questo, anche se può sembrare inverosimile, dipende dalla “Alimentazione Sensoriale”. Infatti all’interno dell’organismo non entrano solo il cibo e l’aria, ma anche le Percezioni che sono l’alimento dell’apparato digestivo cerebrale.
Attraverso la lingua, il naso, gli occhi, gli orecchi, l’epidermide, la mente “mangia” sapori, odori, visioni, suoni, percezioni tattili che “digerisce” come esperienze nel cervello, per alimentare il Corpo Denso della Memoria di cui le emozioni e i sentimenti sono l’Anima e le intuizioni lo Spirito.
Si potrebbe anche dire, sotto un altro punto di vista, che la Memoria Atavica sia lo Scheletro, quella individuale la Carne e il Grasso, le Emozioni e i Sentimenti il Sangue, le Intuizioni i Nervi, di quel Ritmico Organo Vivente che risiede nella testa sotto forma di Cervello pervaso dalla Mente.
Dunque, come si ossigena il sangue nei polmoni ?
Non è che i Globuli rossi catturino l’ossigeno come tale comportandosi come quei carrelli che nelle miniere trasportano il carbone. Infatti i Globuli rossi trasformano, tramite la loro membrana cellulare, l’Ossigeno in Energia Solare che come tale viene ricevuta dall’emoglobina presente in essi.
Ecco perché l’Energia Solare si trasmette a tutto il circuito arterioso per Corrispondenza e non per circolazione.
La stessa cosa avviene nell’intestino dove le sostanze nutritive, grazie anche alla collaborazione dello stomaco, del fegato e del pancreas che contribuiscono alla dissoluzione molecolare del cibo, vengono trasformate dalle membrane cellulari dei villi intestinali in Energia Terrestre, ed è in tale forma che essa giunge nel sangue arterioso intestinale trasformandolo in venoso, da dove viene trasmessa per Corrispondenza diffusiva, a tutto il circuito venoso.
Ora io vi scandalizzerò ulteriormente dicendovi che la Contrapposizione fra il Sistema venoso e quello arterioso, uno carico soprattutto di Energia Terrestre, l’altro di Energia Solare, avviene nel Cuore e di riflesso in tutti gli organi e in tutte le cellule, producendo “Scintille” invisibili di Vitalità energetica che poi si trasformano, là dove è necessario e cioè all’interno delle cellule, in Particelle visibili materiali che sono i “mattoni” che servono all’alimentazione, alla riparazione e alla riproduzione cellulare. Non è pensabile che quello che di materiale viene prelevato dall’ambiente esterno, possa essere utilizzato come tale all’interno di un organismo vivente e questo per due buoni motivi.
Primo: perché i glucidi, i lipidi, i protidi, le vitamine, ecc. hanno una struttura biologica e quindi un DNA completamente diverso da quello tipico dell’organismo che se ne nutre.
Secondo: perché è una elementare Legge di Natura che tutto ciò che entra di materiale all’interno di un Campo Magnetico vivente venga smaterializzato e quando ciò non sia possibile, venga vomitato o comunque espulso.
Dovrei parlare e scrivere per ore per spiegare più dettagliatamente queste affermazioni, ma sinceramente non mi sembra il caso.
Il mio compito specifico è quello di trasformare in concetti comprensibili le Rivelazioni d’origine Spirituale portate nel mondo da Ighina, che aprono una strada nuova per chi vuole comprendere la Verità nascosta dietro il velo delle apparenze.
L’approfondimento di queste conoscenze è un compito che viene affidato alle nuove generazioni di ricercatori che hanno abbastanza coraggio per scegliere liberamente fra una visione materialista del mondo che sta precipitando sempre più l’umanità nel baratro della disgregazione e quella spirituale che è la sola capace non solo di preservare e migliorare la vita, ma anche di conoscerla pienamente.
Ma torniamo al sangue la cui staticità complessiva sarà la pietra di scandalo su cui inciamperanno molti fra quelli qui presenti e colgo l’occasione per rispondere in anticipo ad un’altra possibile obiezione, facendo notare che l’apparente moto ascendente e discendente dei sangue, corrisponde al Ritmo di scambio di Calore e Luce fra la Terra e il Sole. Così come il Calore Tenebroso della Terra si ritrasforma in Luce nel Sole, così il Sangue venoso scontrandosi energeticamente col Sangue arterioso nel Cuore, genera delle Scintille di Luce che si irradiano a tutto l’organismo.
Questo avviene grazie al Setto che divide il Cuore a metà, che impedisce il contatto materiale fra i due tipi di sangue, ma appunto perciò ne favorisce le interferenze energetiche e spirituali. Il cuore si comporta come uno Scambiatore di Calore: trasmette le qualità non solo termiche di un liquido ad un altro invertendone la polarità, trasformando in Luce il Calore delle Calorie senza che essi entrino a diretto contatto fra loro. Ma, negli scambiatori Termici utilizzati in campo idraulico, i due liquidi, quello caldo e quello freddo, si muovono; allora come faccio io a sostenere che il sangue è sostanzialmente fermo ?
Vi risponderò con un esempio tratto dalla Natura e vi chiedo a mia volta: “Voi pensate che l’acqua dei mare si muova ?” “Certo – voi mi risponderete – basta osservare le onde”
Le onde: questa è appunto la parola che mi permette di rispondere alle vostre obiezioni. Le onde sia nel Mare di acqua che nell’Oceano Eterico dello Spazio, si trasmettono l’un l’altra il movimento ma per se stesse, come Molecole d’acqua o Cellule eteriche, rimangono quasi praticamente immobili.
Ogni molecola d’acqua di mare al pari di ogni cellula eterica che compone lo spazio, trasmette a quelle adiacenti un impulso che a sua volta ha ricevuto da altre. La somma dei singoli impulsi trasmessi si accumula dando origine ad onde anche gigantesche, all’interno e al di sotto delle quali le molecole d’acqua rimangono immobili subito dopo aver trasmesso a zone successive di mare l’energia ricevuta.
Quando la trasmissione energetica arriva alla sponda, si infrange con violenza dando inizio nel contempo a degli impulsi riflessi, di senso contrario, che tornano indietro come risacca.
Tutto ciò è analogo a quanto avviene nel cuore che si espande e si contrae come un’onda nel mare di sangue, diffondendo all’intorno gli impulsi energetici che sono il Calore venoso e la Luce arteriosa che si combinano fra loro materializzandosi nella forma più adatta alle necessità delle cellule, in tutte le parti dell’organismo dove risuona, dove si ripercuote il medesimo ritmo che si realizza nel cuore.
Ma voglio affrontare questo argomento anche da un altro punto di vista.
Vedete, nel linguaggio comune è nascosta una Sapienza Divina che si rivela non solo nell’etimologia dei termini e nella struttura delle frasi, ma anche nel suono stesso delle parole.
Ascoltate la parola “Circolazione” e confrontatela con quest’altra “Diffusione”, non sentite anche voi come il suono della prima è più duro, denso, materiale, mentre quello della seconda è più dolce, leggero, eterico ?
Infatti la Circolazione è un moto determinato e differenziato che si svolge SOPRA ad una omogeneità spaziale quale ad esempio una strada, una ferrovia o anche l’acqua, l’aria, mentre la Diffusione è una Trasmissione che si effettua soprattutto DENTRO un mezzo omogeneo.
II più grave errore di noi uomini suggestionati dalle illusorie percezioni esteriori, è quello di voler applicare all’interiorità ciò che ha una validità relativa solo nell’Esteriorità e questo perché non riusciamo, non vogliamo capire che fra DENTRO e FUORI vi è una corrispondenza inversa non solo di Polarità ma anche di Funzionalità.
Ma non voglio insistere oltre anche perché non credo proprio di avervi convinto. Tuttavia prima di arrendermi, passo al contrattacco chiedendovi: “Esistono alberi giganteschi che arrivano e superano i cento metri di altezza. Come fa la linfa a salire e scendere dalle radici al più alto dei rami e viceversa ?
Gli alberi non hanno un cuore-pompa, né si rivela in essi alcun segnale esteriore di circolazione; allora, come si spiega la loro continua crescita ?
Ancora: si dice che negli organismi animali la linfa circoli, eppure è evidente che non esiste un “cuore linfatico” che la faccia muovere. Come si spiega ?”
Paradossalmente potrei dare io stesso una risposta a queste domande tirando in ballo il cosiddetto “Moto Browniano”.
Circa 37 anni fa quando non ero ancora convinto che Gigi avesse ragione circa l’immobilità della Terra, avevo scritto una breve relazione in cui cercavo di trovare una mediazione fra la sua cosmologia e quella della Scienza ufficiale.
In essa sostituivo alla rotazione della Terra sul suo asse, un moto spiraliforme nello spazio conseguente al Ritmo magnetico di scambio energetico fra Sole e Terra, per cui la Terra trasformava in un moto Ciclico Parabolico il ritmico impulso attrattivo e repulsivo operato dal Sole.
Tale moto eliminava di fatto l’esistenza necessaria di una Forza Centrifuga conseguente alla rotazione sul proprio asse, che all’equatore non poteva essere neutralizzata da una Forza di Gravità equamente distribuita in relazione alla massa.
Per ciò che riguardava la circolazione del sangue che non poteva essere spiegata razionalmente dal funzionamento di un cuore-pompa, avevo ipotizzato che essa fosse una conseguenza dei Moto Browniano, cioè di quel moto vorticoso ed incessante che anima le particelle colloidali sospese in un liquido.
Di questo Moto Browniano non c’era e non c’è tuttora alcuna spiegazione scientifica veramente valida.
Lo stesso Einstein con poca convinzione, aveva cercato di attribuirlo agli urti accidentali di tali particelle con le molecole del mezzo liquido in cui erano in sospensione, ma si trattava di una ipotesi veramente troppo aleatoria e indimostrabile.
Ora dal momento che sia il sangue che la linfa animale e vegetale sono colloidi, io avevo supposto che fosse il Ritmo Magnetico presente negli organismi ad indurre il Moto Browniano nelle cellule che compongono il sangue e che tale Moto Ciclico, simile a quello della Terra nello Spazio, si tramutasse in un moto unidirezionale circolatorio prima ascendente poi discendente grazie alla elasticità dei vasi sanguigni, alla presenza delle valvole semilunari e del cuore che io non consideravo una pompa, ma una semplice e importante valvola di scambio.
Quindi allora sostenevo che NON ERA IL CUORE A FAR CIRCOLARE IL SANGUE, MA BENSÌ LA CIRCOLAZIONE DEL SANGUE A FAR PULSARE IL CUORE.
Forse se sostenessi ancor oggi questa teoria, ci sarebbero senz’altro più probabilità che venisse accettata in confronto con quella ché vi io proposto in precedenza.
Ma io DEVO SOSTENERE FERMAMENTE CIO’ CHE HO AFFERMATO PERCHÉ VI SIA PERFETTA ARMONIA FRA LE SINGOLE PARTI ED IL TUTTO.
Non posso fare eccezioni che sarebbero come Travi difettose nell’esposizione costruttiva dell’edificio della Creazione. Le Verità portate sulla Terra da Ighina, si contrappongono nettamente alle illusioni sostenute dalla Scienza ufficiale, perché lo Spirito che ha pur creato la Materia scontrandosi ed equilibrandosi con la propria Riflessione, si trova in una Dimensione inversa rispetto ad essa.
Ora la Verità è Spirituale e può spiegare anche le illusioni provocate dall’Effetto Stroboscopico sulla Materia, mentre non è possibile fare il contrario se non eliminando lo Spirito che è il Fondamento della Vita.
Una concezione materialistica della Creazione che nega lo Spirito e la sua Verità, uccide la Vita e porta il mondo alla distruzione.
Riassumendo, posso affermare che l’unico vero moto esistente nell’Universo è il Moto Ciclico o Convettivo che anima ogni Atomo, che ritmicamente assorbe ed emana l’Energia Ritmica che lo alimenta.
Tale Moto Apparente (con entrambi i significati, di questo aggettivo), è la manifestazione esteriore alla periferia di un Atomo, di una Pulsazione, cioè di una espansione e di una contrazione alterne che avvengono nel suo Centro o Cuore come conseguenza esteriore di una immobile e invisibile Tensione interiore.
Nell’Universo la Staticità è la Regola che racchiude in sé il Paradosso di una Vibrazione o Pulsazione ritmica interiore, in un certo senso Neutralizzata dall’Apparente Manifestazione di un Moto Ciclico esteriore.
II Moto Spiraliforme apparente e quindi luminoso che caratterizza le manifestazioni cosmiche anche di enormi dimensioni, è in un certo senso la conseguenza del sommarsi di innumerevoli Moti ciclici eterici ed atomici che lo compongono e che si trasmettono l’un l’altro gli impulsi ritmici che li animano. Per cui dire che nell’Universo tutto si muove, è apparente, cioè visibile, ma Falso e Illusorio.
Dire che nell’Universo tutto è statico, è Impercettibile ma Vero. Faccio ancora un tentativo per rendere più comprensibile questo difficile concetto.
Osserviamo un corpo planetario che si muove apparentemente nello Spazio. Tale Moto è espressione della somma degli innumerevoli Moti Convettivi degli Atomi che compongono quel Corpo, che “materializzano”, in tal modo la Pulsazione delle Cellule eteriche che di tali Atomi sono la Matrice.
Questo che ora descrivo è un primo Ciclo di Manifestazione completo:
Una TENSIONE ENERGETICA all’INTERNO di una CELLULA ETERICA CHE E’ LA PIÙ’ PICCOLA DELLE FORME CREATE, E’ DI PER SE’ STATICA, MA RIFLETTENDOSI IN SE STESSA, DETERMINA CIRCA AL CENTRO DELLA PROPRIA INTERIORE TENSIONE, UNA RITMICA PULSAZIONE CHE POI SI TRASFORMA ALTERNATIVAMENTE IN UNA CONTRAZIONE CHE ASSORBE CALORE ED IN UNA ESPANSIONE CHE IRRADIA LUCE.
A QUESTO PUNTO SI PUÒ DIRE CHE LA CELLULA ETERICA SI E’ TRASFORMATA IN UN ATOMO CHE SOSTANZIALMENTE E’ COMPOSTO DA UN MOTO CONVETTIVO CHE ESCE DAL CENTRO DELLA CELLULA IN FORMA LUMINOSA, PER POI RITORNARVI IN FORMA DI CALORE TENEBROSO DALLA PARTE OPPOSTA E IN SENSO INVERSO. QUESTO CICLO ORA DESCRITTO SI RIPETE IN MODO IDENTICO IN TUTTI I LIVELLI DI MANIFESTAZIONE DEL CREATO. IN UNA TENSIONE CHE FINCHE’ RIMANE TALE, NON ESISTE NE’ MOVIMENTO NE’ TEMPO, MA NELL’ISTANTE IN CUI DA ESSA SI MANIFESTA LA PULSAZIONE, IL TEMPO AL PARI DEL MOTO DI CUI È MISURA, NASCE DAL CENTRO CHE ERA “ETERNO ” FINCHE’ ERA BLOCCATO COME TENSIONE, E DIVENTA “TEMPO CHE PASSA” E QUINDI “PASSATO”. FIN CHE DURA IL MOTO ESPANSIVO DELLA PULSAZIONE, CHE POI Sl TRASFORMA IN “TEMPO CHE SI RIASSORBE” E QUINDI “FUTURO” FIN TANTO CHE DURA IL MOTO CONTRATTIVO.
L’INSIEME DEI DUE MOTI CHE COSTITUISCE L’INTERA PULSAZIONE, FORMA “L’ATTIMO PRESENTE” CHE MANIFESTA UN ‘ ATOMO DI ETERNITÀ, CIOÈ LA RICOSTITUZIONE MOMENTANEA DELL’EQUILIBRIO NELLA TENSIONE CHE, FINCHE’ E’ TALE, E’ SPIRITUALE.
ECCOCI ORA AL PUNTO CULMINANTE DI TUTTA QUESTA SPIEGAZIONE: TUTTO CIO’ CHE E’ TENSIVO, E’ IMMOBILE, SPIRITUALE, REALE ED ETERNO. TUTTO CIO’ CHE È’ MOTORIO, E’ MATERIALE, TEMPORALE, TRANSITORIO ED ILLUSORIO. L’INTERA CREAZIONE PARTECIPA AD ENTRAMBI QUESTI STATI CHE SONO FRA LORO CONTRADDITTORI, SVILUPPANDO PIAN PIANO. UNA CONOSCENZA DI ESPERIENZA CHE SI TRADUCE IN COSCIENZA, LA QUALE E’ UNO STATO DI EQUILIBRIO E QUINDI DI LIBERTÀ, CHIAMATO A SCEGLIERE FRA CIO’ CHE E’ VERO, REALE, MA INVISIBILE E CIO’ CHE E’ FALSO, ILLUSORIO MA PERCEPIBILE.
LA VERITÀ’ STATICA MA INVISIBILE E LA MOBILITÀ’ ILLUSORIA MA APPARENTE, SONO I TERMINI CONTRAPPOSTI CON CUI OGNI UOMO DEVE CONFRONTARSI NEL CORSO DELLA SUA VITA PER OPERARE UNA SCELTA CHE DECIDERÀ’ DEL SUO DESTINO.
II Moto Ciclico o convettivo che si genera da un punto immobile per ritornarvi ed esservi assorbito, esprime assai bene la posizione dell’uomo nella natura, in quanto il suo lO, sede della sua coscienza di esistere, oscilla fra il sesso e la mente e l’Oscillazione è un Moto Ciclico.
L’Energia Vitale dell’uomo nasce dal cuore e con un duplice moto, convettivo in se stesso ma trasmissivo nell’insieme e che si identifica in quelle che la Scienza medica chiama Grande e Piccola Circolazione del sangue, si filtra nel sesso e nel cervello dove si accumula con una preponderanza di Energia Calorica da una parte, compensata da una preponderanza di Energia Luminosa dall’altra.
Questa “Oscillazione Pendolare” dell’IO, è il corrispettivo a livello animico dell’apparente moto convettivo del sangue. E qui qualcuno giustamente chiederà: “Ma insomma, spiegati !
Questo Moto Convettivo è reale o apparente ? Prima hai detto che il Moto Ciclico è l’unico vero moto esistente nell’UniVerso, poi dici che è apparente. Non riusciamo assolutamente a capire quello che vuoi dire”.
Avete ragione di non capire perché la Verità è paradossale e si può cercare di comunicarla solo con dei paradossi incomprensibili per la ragione rinchiusa nella logica. Faccio un ultimo tentativo per spiegarmi.
Se voi vi identificate nella carne e nella materia, allora la Verità per voi è che tutto si muove.
Se vi identificate nello Spirito, allora la Realtà è che tutto è fermo. Ma poiché voi siete uomini nati dalla collaborazione dello Spirito con la Materia, la Verità è che esiste un Moto Ciclico universale nelle Cellule Eteriche che formano lo Spazio da cui nascono e muoiono di continuo gli Atomi, che parte dall’immobilità Spirituale Tensiva per poi ritornarvi dopo aver compiuto una breve Parabola “materiale”.
Pertanto non si può definire con una parola univoca ciò che appare e scompare, ciò che si muove ma che è in sé fermo. Questo però non esime dall’operare una scelta di fondo che conduce o alla più profonda Immedesimazione nell’illusorietà della Materia destinata prima o poi alla Disintegrazione Radioattiva, o all’identificazione con lo Spirito destinata alla Fusione con “Dio”, l’InFinito, nell’Unità più perfetta.
Fonte: dalla Seconda Conferenza di Alberto Tavanti:
Link : http://it.scribd.com/doc/147562110/Conferenze-Di-Alberto-Tavanti-Su-Ighina-Completo
Tratto da: ilquieora.blogspot.it
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La relazione fra cuore e cervello
Alcune ricerche interdisciplinari emergenti – inizialmente avviate da ricercatori “popolari” più che da scienziati istituzionali – indicano che il cuore non è una semplice pompa muscolare, ma una parte del cervello con stesso numero di neuroni sensoriali posseduto da certe regioni subcorticali del cervello. Vedi: Cervello + Cuore che batte
Per altri particolari su questo “tema”, vedi anche: Cervello-Cuore e CEM + Campo energetico del Corpo + Diagnosi sul cuore in un secondo + Circolazione sanguigna + Infarto + Problemi di cuore ed infezioni
vedi anche, HRV non è altro che una espressione della risonanza stocastica (By Franco Missoli):
Risonanza stocastica 1 + Risonanza stocastica 2 + Risonanza stocastica 3
In questo “campo magnetico toroidale” vengono registrati anche tutti pensieri e le azioni dell’essere vivente:
INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI + Campi Toroidali-1 + Campi Toroidali-2
CORRELAZIONE STRETTA fra EMOZIONI del CUORE (VARIAZIONI del suo CEM) ed il MAGNETISMO TERRESTRE
Sebbene ci sia molto che ignoriamo rispetto alla coscienza, una cosa la sappiamo per certo: è fatta di energia. Quella energia include il magnetismo. Anche se potremmo dedicarci all’esplorazione della natura magnetica della coscienza per altri cento anni senza però riuscire a risolvere tutti i suoi misteri. Un crescente corpus di prove oggi indica che il campo magnetico della terra gioca un ruolo molto importante nel collegarci gli uni agli altri e anche al pianeta.
A settembre del 2001 due satelliti ambientali operativi geostazionari (GOES), che orbitavano intorno alla terra, captarono un aumento del magnetismo globale che ha cambiato per sempre il modo in cui gli scienziati concepiscono noi e il mondo. Sia il GOES-8 che il GOES-10 evidenziarono un forte picco di intensità del campo geomagnetico nei dati che trasmettevano ogni trenta minuti. Sono state la scala di grandezza dei picchi e la loro tempistica ad attirare per prime l’attenzione degli scienziati. Da un’altezza di circa 35.880 chilometri al di sopra dell’equatore, il GOES-8 ha captato la prima ondata, seguita da una tendenza al rialzo nelle letture, che superarono di quasi cinquanta unità (nanotesla) qualunque altro rilevamento precedente riferito allo stesso momento.
Erano le 9.00 del mattino secondo l’Eastern Standard Time, l’ora standard dell’est, quindici minuti dopo che il primo FALSO aereo (inventato alla TV, ma inesistente aveva “colpito” il World Trade Center e circa un quarto d’ora prima del secondo e FASULLO impatto. In realtà sono stati abbattuti con una demolizione controllata, ormai accertata anche per il 3° edificio….
La correlazione fra gli eventi e le rilevazioni era inspiegabile — e innegabile. I dati facevano sorgere due domande: esisteva un reale collegamento fra gli “attacchi” (in realtà demolizioni controllate) alle Torri Gemelle e i dati del satellite ? In caso affermativo, qual’era il legame fra i due ? È la risposta alla seconda domanda ad avere innescato la ricerca e l’ambiziosa iniziativa che ne sono conseguite.
Alcuni studi svolti in seguito dall’Università di Princeton e dall’Istituto di HeartMath — una innovativa istituzione senza scopo di lucro costituitasi nel 1991 per aprire la strada alla ricerca e sviluppo di tecnologie basare sul cuore – hanno scoperto che la correlazione tra i rilevamenti dei satelliti GOES e gli eventi dell’11 settembre rappresenta più di una semplice coincidenza. Grazie alla scoperta che i satelliti avevano già registrato in passato altri picchi simili a questi durante eventi di focalizzazione globale, come la morte della principessa Diana, il fattore che sembrava collegare i rilevamenti era chiaro: le indicazioni
additavano il cuore umano.
In particolare, l’emozione basata sul cuore della popolazione mondiale, derivante da simili eventi, sembra influenzare i campi magnetici terrestri. La scoperta è resa così significativa dal fatto che quei campi sono ora collegati a tutto, dalla stabilità del clima alla pace fra le nazioni.
Fra le nuove scoperte ce ne sono due che danno nuovo significato a ciò che i satelliti ci hanno mostrato rispetto all’11 settembre del 2001:
Scoperta 1: è ben documentato che il cuore genera il campo magnetico più forte del corpo umano, circa cinquemila volte più intenso di quello del cervello. Quel campo crea una sagoma a forma di ciambella (toroide) che si estende ben oltre il corpo fisico e che è stata rilevata a distanze comprese fra 1,5 e 3 metri circa dal cuore fisico con asse verticale centrato sul cuore.
La sua forma Toroidale, è la forma spesso considerata la più unica e primaria dell’UniVerso.
I ricercatori hanno dimostrato che il cuore umano genera il campo energetico più esteso e potente di tutti gli organi del corpo, cervello compreso. Il campo elettrico come è misurato dell’elettrocardiogramma (ECG) è all’incirca 60 volte più potente di quello generato dalle onde cerebrali registrate da un elettroencefalogramma (EEG). La componente magnetica del campo del cuore è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello e può essere misurata a diversi centimetri di distanza dal corpo tramite uno strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID) basato su magnetometri. Sapendo che questo campo esiste, i ricercatori di HearthMath si sono chiesti se in questo campo conosciuto trovasse posto anche un altro tipo di energia non ancora scoperto.
Implicazioni: il campo magnetico del cuore risponde alla qualità delle emozioni e sentimenti che generiamo nella nostra vita. Proprio come il legame intuitivo fra i sentimenti e il corpo sembra indicare, anche le emozioni positive aumentano l’equilibrio ormonale fisico e il ritmo cardiaco, oltre alla lucidità mentale e alla produttività. Altrettanto intuitivamente, gli studi dimostrano che le emozioni negative possono arrivare a influenzare fino a millequattrocento cambiamenti biochimici nell’organismo, che includono squilibrio ormonale, frequenza caotica cardiaca, “oscurità” mentale e bassi livelli di rendimento. è stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate-modificate dall’esperienza di differenti emozioni = emo-azioni = movimento del sangue).
Questi cambiamenti derivanti dalle emozioni, nelle onde elettromagnetiche, fanno variare la frequenza del battito, la pressione sanguigna e quella sonora prodotta dall’attività del ritmo cardiaco, sono anche percepiti da ogni cellula del corpo ad ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione fisiologica di ogni organo e sistema con i ritmi del cuore.
Scoperta 2: determinati strati dell’atmosfera terrestre, oltre alla terra stessa, generano ciò che oggi viene definita una“sinfonia” di frequenze (comprese fra 0,01 e 300 hertz), alcune delle quali si sovrappongono alle stesse frequenze create dal cuore mentre comunica col cervello. È proprio questo rapporto apparentemente antico e quasi olistico fra ilcuore umano e lo scudo che rende possibile la vita sulla terra ad aver generato una splendida teoria e il progetto che la sta esplorando. Detto in parole usate dai ricercatori di HeartMath, il rapporto fra il cuore umano e il campo magnetico terrestre indica che «una intensa emozione collettiva esercita un impatto misurabile sul campo geomagnetico della Terra».
Implicazioni: se possiamo imparare il linguaggio del cuore — lo stesso che lo scudo protettivo magnetico della terra riconosce e al quale risponde — allora possiamo partecipare agli effetti che il campo esercita su ogni forma di vita. I cambiamenti nei campi magnetici a cui accediamo attraverso il cuore sono stati associati a mutamenti che includono l’attività del cervello e del sistema nervoso, quali la memoria e le prestazioni atletiche; la capacità delle piante di creare sostanze nutritive vitali; la mortalità umana imputabile alle cardiopatie; e il numero di casi conosciuti di depressione e suicidio, per citarne alcuni.
Queste due scoperte hanno spalancato le porte alla riscoperta del rapporto perduto fra noi e la Terra.
Se una fetta sufficientemente estesa della popolazione terrestre dovesse focalizzare il campo più potente del corpo umano su una singola emozione nello stesso momento, avrebbe assolutamente senso che tale punto focale influisse sulla parte di pianeta che opera in base alla stessa gamma di frequenze rispetto alle emozioni. Il rapporto è chiaro: un cambiamento in ciò che proviamo verso noi stessi e il nostro mondo ha il potenziale di influire sul mondo stesso
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Il segreto della salute del cuore si nasconde nel palmo della mano – 15/05/2015
NEW YORK (WSI) – Risultati clamorosi di una nuova ricerca: possibilità di morte prematura e rischi infarto si possono prevedere guardando la forza della presa. Lo stato di salute di ciascuno di noi può essere nascosto nel palmo della mano.
Secondo una ricerca condotto su un campione di quasi 140.000 persone di 14 paesi paesi, la forza di presa della mano è in grado di anticipare in maniera addirittura più precisa della pressione sanguigna il rischio di avere un attacco di cuore o un ictus. Lo si legge nella rivista scientifica Lancet.
Secondo il team di ricerca internazionale che condotto lo studio, questo tipo di controllo è “semplice oltre che poco costoso” per i medici. Secondo lo studio, la presa diminuisce nel corso degli anni. Ma coloro la cui forza declina in maniera repentina è esposto a maggiori rischi di salute.
Un esempio:
Una donna intorno ai 20 anni ha una forza di presa della mano fino 34kg, che scende a 24 kg quando raggiunge i 70 anni.
Le cifre corrispondenti per gli uomini sono 54kg in flessione a 38 kg. Lo studio ha dimostrato che a ogni riduzione della forza di 5kg, le probabilità di una morte prematura aumentano del 16%. (mt)
Un cardiologo e neurologo sostengono che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall’attacco cardiaco si può facilmente porvi rimedio ed evitarne le conseguenze.
Il trucco è riconoscere per tempo l’attacco cardiaco, riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia; cosa che non è facile, salvo che non si conosca la Semeiotica Biofisica Quantistica.
In questi punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un attacco di cuore:
1 – Controllare se ha un forte dolore al petto persistente ed al braccio sinistro od a tutte due le braccia, allo stomaco e/o alla mandibola, fiato corto, sudore freddo, grave malessere, senso di stordimento e/o svenimento.
2 – Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);
3 – Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata); se non ce la fa è sotto attacco;
4 – Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);
5 – Chiedete al paziente di mostrarvi la lingua. (se la lingua sembra ingrandita o la muove solo lateralmente è anche questo un segno di chi è colpito da attacco cardiaco).
Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso e descrivete i sintomi della persona per telefono.
Un cardiologo sostiene che se mandate questa e.mail ad almeno 10 persone, si può essere certi che avremmo salvato la vita di qualcuno ed eventualmente anche la nostra.
vedi: Cuore + Circolazione sanguigna
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Con attacco cardiaco
L’attacco cardiaco è un evento sempre pericoloso, conoscere come si presenta e sapere cosa fare può salvare una vita, magari anche la tua. Ogni anno in Italia 160.000 persone sono colpite da attacco cardiaco e 50.000 sono vittima di morte improvvisa da arresto cardiaco.
Molto spesso è l’attacco cardiaco che genera l’arresto, soprattutto nella prima ora dall’esordio dei sintomi e spesso prima di giungere in ospedale e di iniziare le cure.
Poiché l’attacco cardiaco è un evento sempre pericoloso, conoscere come si presenta, sapere cosa fare e come farlo può salvare una vita, magari anche la tua.
Impara i segni di allarme
E’ importante sapere come può presentarsi l’attacco cardiaco e quali sono i segni abituali di allarme.
Non saper decidere cosa fare impedisce un soccorso tempestivo e cure efficaci.
Segni di allarme di attacco cardiaco
– Dolore al torace: senso di forte oppressione, peso, costrizione dolorosa al centro del petto che dura alcuni minuti, può andare e venire o protrarsi nel tempo.
– Dolore in altre zone: il dolore può irradiarsi ad una o ad entrambe le braccia, alle spalle o al dorso, al collo, alla mandibola oppure allo stomaco.
– Fiato corto: spesso accompagna il dolore o può precederlo.
– Altri segni: sudorazione fredda, nausea, senso di stordimento o di svenimento, grave malessere.
Non tutti i segni si presentano in ogni caso di attacco cardiaco.
Se il dolore toracico dura oltre 10 minuti e temi di star avendo un infarto cardiaco telefona o fai telefonare al numero 118 senza esitare.
Chiama il 118
Il tempo è tutto in caso di attacco cardiaco. Chi avverte i segni di allarme dell’attacco spesso tende a negare che la situazione sia seria e preferisce aspettare e stare a vedere. Ma il tempo è troppo importante e chi avverte questi segni deve avere il più presto possibile una valutazione medica e se del caso un pronto trattamento.
Non bisogna aspettare più di 10 minuti per chiamare il 118 e raggiungere, così protetti, l’Ospedale il più rapidamente possibile.
Quali sono i vantaggi ? Poter iniziare immediatamente le cure.
In caso di arresto cardiaco durante il trasporto il personale del sistema di emergenza è dotato di defibrillatore e autorizzato all’intervento di defibrillazione precoce per far tornare il cuore a battere.
Il paziente con attacco cardiaco trasportato in Ospedale dall’ambulanza ha sicuramente un trattamento più rapido al suo arrivo in ospedale essendo già allertati il medico dell’emergenza e il cardiologo dell’Unità Coronarica.
Ricorda: non ritardare
Il miglior modo per stabilire se i disturbi che stai provando sono dovuti ad un attacco cardiaco è di farli valutare presso il Dipartimento di Emergenza o il Pronto Soccorso di un Ospedale.
Nell’attacco cardiaco il danno al muscolo cardiaco aumenta ogni minuto che passa. Puoi salvare una vita chiamando o facendo chiamare prontamente il 118.
Se hai un attacco cardiaco e per qualsiasi ragione non puoi chiamare il 118 fatti portare subito da qualcuno in Ospedale. Non guidare tu stesso a meno che non vi sia assolutamente altra possibilità.
Tratto da: tuttocuore.it
I tre Test per capire la vera situazione cardiovascolare
Quali sono allora i veri indicatori dei problemi cardiovascolari, se mettiamo in disparle il colesterolo ?
Le ultimissime posizioni parlano di tre test specifici che sono:
1 – Test sull’omocisteina nel sangue, che deve stare ai minimi livelli possibili (valori medi 5-15 micromol/L (ma già a livello 12 c’è di che preoccuparsi).
2 – Test sul grado di calcificazione presente nelle coronarie (valutazione della placca arteriosa).
3 – Test della PCR, ovvero la proteina C reattiva (che sta ad indicare il grado di ossidazione dell’organismo, e che non dovrebbe superare i 10 mg/L (test correlato con la VES (test sulla velocità di eritro-sedimentazione).
vedi sull’Omocisteina questi importanti dati:
http://www.ipnosiregressiva.it/blog/587/non-devi-sapere-che-esite-lomocisteina-perche-un-amminoacido-che-smaschera-il-business.html
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Un cardiochirurgo di fama mondiale ci illumina su ciò che provoca realmente le malattie cardiache – 01/03/2012
Noi medici con tutta la nostra formazione, la conoscenza e l’autorità spesso acquisiamo un ego piuttosto grande che tende a rendere difficile ammettere che abbiamo torto. Così, eccomi qui. Ammetto di aver sbagliato.
Da cardiochirurgo con 25 anni di esperienza, dopo aver effettuato oltre 5.000 interventi chirurgici a cuore aperto, oggi è il mio giorno per riparare al torto fatto come medico e scienziato.
Ho studiato per molti anni con altri medici importanti etichettati come “opinion makers” (autorità del settore).
Bombardati continuamente dalla letteratura scientifica, frequentando seminari di formazione, noi professionisti, abbiamo insistito che le malattie cardiache sono semplicemente il risultato della presenza di colesterolo nel sangue.
L’unica terapia accettata era prescrivere farmaci per abbassare il colesterolo e una dieta che limita fortemente l’assunzione di grassi. La limitazione di quest’ultimo, naturalmente, abbiamo creduto potesse far abbassare il colesterolo e quindi le malattie cardiache. Deviazioni da queste raccomandazioni sono sempre state considerate eresia e potrebbero apparire come negligenza medica.
Non funziona !
Queste raccomandazioni non sono più scientificamente e moralmente difendibili. La scoperta pochi anni fa che l’infiammazione della parete arteriosa è la vera causa delle malattie cardiache, sta lentamente portando ad un cambiamento di paradigma nel modo in cui le malattie cardiache e altre malattie croniche saranno curate.
Le raccomandazioni dietetiche, a lungo termine, hanno creato epidemie di obesità e diabete, le cui conseguenze fanno impallidire qualsiasi piaga storica in termini di mortalità, sofferenza umana e disastrose conseguenze economiche.
Nonostante il fatto che il 25% della popolazione prende costosi farmaci che contengono statine e nonostante il fatto che abbiamo ridotto il contenuto di grassi della nostra dieta, più americani moriranno quest’anno di malattie cardiache rispetto al passato.
Le statistiche dell’American Heart Association mostrano che 75 milioni di americani soffre di malattie cardiache, 20 milioni hanno il diabete e 57 milioni hanno pre-diabete. Questi disturbi colpiscono le persone sempre più giovani in numero maggiore ogni anno.
In poche parole, senza un’infiammazione presente nel corpo, non c’è modo che il colesterolo si accumuli sulla parete del vaso sanguigno causando così malattie cardiache e ictus. Senza l’infiammazione, il colesterolo è libero di muoversi in tutto il corpo come natura vuole. E’ l’infiammazione che causa l’accumulo di colesterolo.
L’infiammazione non è una cosa complicata – è semplicemente una difesa naturale del corpo ad un invasore estraneo, come tossine, batteri o parassiti.
Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo, ma se non fatta uscire dall’orhanismo si traduce in qualsiasi possibile ammalamento (sintomi=Malattie)
Tuttavia, se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è nociva tanto quanto l’infiammazione acuta è benefica.
Quale persona ragionevole vorrebbe intenzionalmente esporsi ripetutamente ad alimenti o altre sostanze che sono note per causare lesioni al corpo ? Beh, forse i fumatori, ma almeno hanno fatto questa scelta volontariamente.
Il resto di noi ha semplicemente seguito i consigli della dieta tradizionale a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di grassi polinsaturi e carboidrati, non sapendo che stavamo causando lesioni ripetute ai nostri vasi sanguigni. Queste lesioni creano un’infiammazione cronica che porta a malattie cardiache, ictus, diabete e obesità.
Lasciatemelo ripetere:
le lesioni e l’infiammazione dei nostri vasi sanguigni sono causate dalla dieta a basso contenuto di grassi raccomandata per anni dalla medicina ufficiale allopatica.
Quali sono i maggiori colpevoli dell’infiammazione cronica ?
Molto semplicemente, sono il sovraccarico di carboidrati semplici e altamente trasformati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) e l’eccessivo consumo di omega-6, oli vegetali come soia, mais e girasole, che si trovano in molti alimenti trasformati.
Provate a pensare di strofinare ripetutamente con una spazzola rigida la nostra pelle morbida finché non diventa tutta rossa e quasi sanguinante. Pensate di fare questo più volte al giorno, tutti i giorni per cinque anni. Se si potesse sopportare questa dolorosa spazzolatura, si arriverebbe ad avere un’area gonfia, sanguinante e infetta che si aggrava dopo ogni ripetuto attacco.
Questo è un buon modo per visualizzare il processo infiammatorio che potrebbe essere in corso nel vostro corpo in questo momento.
Il processo infiammatorio è lo stesso, indipendentemente da dove avviene, esternamente o internamente. Io ho guardato dentro migliaia e migliaia di arterie. La parete di un’arteria malata fa pensare proprio a qualcuno che la abbia ripetutamente strofinata con una spazzola. Più volte al giorno, ogni giorno, i cibi che mangiamo creano piccole ferite che si aggiungono a ferite, stimolando l’organismo a rispondere in modo continuo all’infiammazione.
Mentre noi assaporiamo il gusto di un dolce appena cotto, il nostro corpo risponde in modo allarmante, come se un invasore straniero fosse arrivato a dichiarare guerra. Gli alimenti carichi di zuccheri e carboidrati semplici o elaborati con oli omega-6 per la lunga conservazione, sono stati il pilastro della dieta americana per sei decenni. Questi alimenti hanno lentamente avvelenato tutti.
Come mai mangiando un semplice dolce l’infiammazione aumenta fino a farti male ?
Immaginate di versare dello sciroppo sulla vostra tastiera e di avere una visuale di ciò che avviene all’interno. Quando consumiamo carboidrati semplici come lo zucchero, lo zucchero nel sangue aumenta rapidamente.
In risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero in ogni cellula in cui c’è fabbisogno di glucosio. Se la cellula è piena e non necessita di glucosio, lo zucchero in eccesso viene respinto per evitare di inceppare il meccanismo.
Quando le cellule già sature rifiutano il glucosio extra, lo zucchero nel sangue aumenta, viene prodotta più insulina e il glucosio viene convertito in grasso immagazzinato.
Cosa ha a che fare tutto questo con l’infiammazione ?
Il livello di glucosio viene controllato in un intervallo molto breve. Le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che a loro volta vanno a colpire la parete del vaso sanguigno. Questo danno ripetuto alla parete del vaso sanguigno scatena l’infiammazione. Quando si supera il livello di zuccheri nel sangue più volte al giorno, ogni giorno, è esattamente come prendere della carta vetrata e strofinarla nei tuoi delicati vasi sanguigni.
Anche se non sei in grado di vederlo, ti assicuro che è così. L’ho visto in più di 5.000 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico in 25 anni, che hanno tutti un denominatore comune – l’infiammazione delle loro arterie.
Torniamo al nostro dolce.
Questo apparentemente innocente cibo, non contiene soltanto zuccheri, viene cotto in uno dei tanti oli omega-6 come la soia.
Le patatine fritte sono immerse in olio di soia, prodotti alimentari trasformati sono realizzati con oli omega-6 per aumentare la durata di conservazione. Gli omega-6 sono essenziali: sono parte di ogni membrana cellulare e controllano ciò che accade dentro e fuori la cellula – però devono essere nel giusto equilibrio con gli omega-3.
Se l’equilibrio si sposta in un eccessivo consumo di omega-6, la membrana della cellula produce sostanze chimiche chiamate citochine che causano direttamente l’infiammazione.
La dieta americana tradizionale di oggi ha prodotto uno squilibrio estremo di questi due grassi. Il rapporto di squilibrio è nell’intervallo da 15:1 ad un massimo di 30:1 a favore degli omega-6. Questo indica l’enorme quantità di citochine che causano l’infiammazione.
Un giusto, ottimale e sano equilibrio nell’alimentazione, sarebbe un rapporto 3:1.
A peggiorare le cose, l’eccesso di peso provocato da questi alimenti crea cellule di grasso sovraccaricate che a loro volta riversano grandi quantità di sostanze pro-infiammatorie che vanno ad aggiungersi ai danni causati dalla presenza di zucchero nel sangue. Il processo che è iniziato con un piccolo dolce si trasforma in un circolo vizioso nel corso del tempo, portando a problemi cardiaci, pressione alta, diabete e infine, il morbo di Alzheimer, mentre l’infiammazione continua senza sosta.
Non può sfuggire il fatto che più si consumano cibi preparati e trasformati, più agiamo sull’interruttore dell’infiammazione giorno dopo giorno.
Il corpo umano non è in grado di elaborare, né è stato progettato per consumare, cibi ricchi di zuccheri e imbevuti di oli omega-6.
C’è solo un modo per spengere l’infiammazione; tornare ai cibi più vicini al loro stato naturale.
Per nutrire i muscoli, mangiare più proteine. Scegliere i carboidrati che sono molto complessi, come frutta e verdura. Ridurre o eliminare i grassi omega-6 come l’olio di mais e di soia e gli alimenti trasformati che causano l’infiammazione.
Un cucchiaio di olio di mais contiene 7280 mg di omega-6; uno di soia contiene 6.940 mg. E’ più salutare usare l’olio di oliva o burro da bovini allevati a fieno.
I grassi animali contengono meno del 20% di omega-6 e hanno molte meno probabilità di provocare una reazione infiammatoria rispetto agli oli polinsaturi apparentemente etichettati come sani.
Dimenticate la “scienza” che vi è stata inculcata nella testa per decenni. La scienza che afferma che i grassi saturi provocano malattie cardiovascolari, non dice il vero.
Il pensiero scientifico che dice che i grassi saturi aumentano il colesterolo nel sangue non è attendibile. Dal momento che ora sappiamo che il colesterolo non è la causa di malattie cardiache, la paura dei grassi saturi è ancora più assurda oggi.
La teoria sul colesterolo ha portato alle diete senza grassi, o a basso contenuto di grassi, creando cibi che stanno provocando un’epidemia di infiammazione. La Medicina tradizionale ha commesso un terribile errore quando ha consigliato di evitare i grassi saturi a favore di cibi ricchi di grassi omega-6. Ora abbiamo un’epidemia di infiammazione arteriosa che porta a malattie cardiache e ad altri “assassini silenziosi”.
Ciò che si può fare è scegliere alimenti integrali “della nonna” e non quelli trasformati e lavorati, che oggi “la mamma” acquista nelle grandi catene alimentari. Eliminando gli alimenti che provocano infiammazione: zuccheri dolci, e quindi anche i carboidrati che vanno consumati con parsimonia, e con l’aggiunta di sostanze nutritive essenziali da prodotti alimentari freschi e non lavorati, si invertirà il processo di anni di nutrizione sbagliata e conseguentemente, i danni alle arterie.
Il Dr. Dwight Lundell è stato a capo del personale e Primario di Chirurgia all’Heart Hospital Banner, Mesa, AZ. Il suo studio privato, Cardiac Care Center si trova a Mesa, AZ. Recentemente il dottor Lundell ha abbandonato la pratica chirurgica per concentrarsi sul trattamento nutrizionale delle malattie cardiache. Egli è il fondatore della Healthy Humans Foundation che promuove la salute umana con particolare attenzione su come aiutare le grandi aziende a promuovere il benessere. Egli è anche l’autore di The Cure for Heart Disease e The Great Cholesterol Lie.
Fonte: PreventDisease.com – Tradotto da: La Leva di Archimede
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FANS: Farmaci molto pericolosi
L’uso di FANS in dosaggi finora considerati sicuri appare associato a un significativo aumento di rischio di arresto cardiaco, secondo uno studio danese pubblicato nel numero di aprile della rivista European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy che secondo gli autori impone di rivedere le modalità di commercializzazione: «Permettere che questi farmaci siano acquistati senza ricetta, e senza alcun consiglio medico né limitazioni all’uso, trasmette al pubblico un messaggio sul fatto che il loro impiego sia sicuro» spiega Gunnar H. Gislason, cardiologo dell’ospedale universitario Gentofte di Copenhagen, in Danimarca.
Per definire meglio i contorni della relazione tra impiego di FANS e aumento di rischio cardiovascolare segnalata in letteratura, Gislason e colleghi hanno esaminato tutti i quasi 29.000 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero censiti tra il 2001 e il 2010 nell’apposito registro nazionale, raccogliendo anche tutti i dati delle ricette per FANS presentate nelle farmacie danesi a partire dal 1995, comprendendo sia le molecole non selettive (diclofenac, naprossene, ibuprofene), sia gli inibitori selettivi della COX-2 (rofecoxib, celecoxib).
Ogni paziente è stato usato sia come caso sia come controllo in due differenti periodi di tempo, così da eliminare l’effetto confondente delle comorbidità. In particolare l’assunzione di FANS nei 30 giorni precedenti all’arresto cardiaco (periodo del caso) è stata confrontata con quella in un diverso periodo di 30 giorni lontani dall’evento (periodo del controllo).
L’unico FANS dispensato in Danimarca come prodotto da banco è l’ibuprofene (Moment) nel dosaggio da 200 mg, e il suo impiego è stato verosimilmente analogo nei due periodi caso-controllo.
L’uso di FANS è risultato essere associato a un incremento del 31% del rischio di arresto cardiaco.
Stessa percentuale è associata all’ibuprofene, mentre per il diclofenac l’aumento di rischio relativo sarebbe del 50%.
Invece l’uso di naprossenne, celecoxib e rofecoxib non è apparso associato all’occorrenza di arresto cardiaco, probabilmente a causa del basso numero di eventi.
“Questo deve ricordarci che i FANS non sono innocui”, ha commentato Gislason in un comunicato-stampa della Società europea di cardiologia.
“Dovrebbero essere usati con cautela e per un’indicazione valida, e probabilmente evitati nei pazienti con malattie cardiovascolari o con molti fattori di rischio cardiovascolare. Anche le formulazioni non soggette a prescrizione dovrebbero essere disponibili in farmacia, in quantità limitate e in bassi dosaggi”.
Quanto alle distinzioni tra diverse molecole, ha aggiunto: “Non bisogna assumere più di 1.200 mg di ibuprofene al giorno. Il naprossene è probabilmente il FANS più sicuro, che si può assumere fino a 500 mg/die. Il diclofenac è il più rischioso, e dovrebbe essere evitato dai pazienti con malattie cardiovascolari e dalla popolazione generale. Sono disponibili farmaci più sicuri con effetti antidolorifici simili, per cui non c’è ragione di usare il diclofenac”, ha concluso.
“Nel registro danese sull’arresto cardiaco extraospedaliero è stato documentato che il trattamento a breve termine con Fans non selettivi, in particolare ibuprofene e diclofenac, è stato associato ad un aumento del rischio di arresto cardiaco”, commenta il presidente Anmco Andrea DI Lenarda. “La mancata associazione tra l’arresto cardiaco e l’uso di Cox-2 inibitori selettivi (rofecoxib e celecoxib), né con il Fans non selettivo naproxene potrebbe essere spiegato dal basso numero di eventi registrati con questi farmaci. Le cause di questi effetti negativi a livello cardiovascolare sono riconducibili all’inibizione della cicloossigenasi (COX) a livello vascolare, che riduce la produzione diprostaciclinecircolanti.
Le prostacicline sono in grado di prevenire l’aggregazione piastrinica(trombosi) e la vasocostrizione. A livello cardiaco la riduzione della produzione di prostacicline può determinare fibrosi miocardica ed aritmie. Questo potrebbe essere il meccanismo legato all’aumentato rischio di arresto cardiaco registrati nel registro danese”.
Questi risultati supportano ancora una volta l’evidenza di uno sfavorevole profilo di rischio cardiovascolare associato all’uso di FANS non-selettivi e sottolineano la necessità di un attento bilancio di rischi e benefici prima di prescrivere Fans.
Il gruppo di studio di Farmacoterapia Cardiovascolare della Società Europea di Cardiologia ha infatti pubblicato un Position Paper nel 2015 le cui conclusioni vengono qui riassunte:
– La prescrizione di Fans (esclusa l’aspirina) richiede in ogni caso una attenta valutazione del rischio di complicanze cardiovascolari e sanguinamento.
– I FANS dovrebbero essere prescritti e venduti solo dopo avere verificato che le misure messe in atto garantiscano che il loro uso sia accompagnato da un adeguata informazione sulle possibili complicanze cardiovascolari
– I FANS, in generale, non dovrebbero essere utilizzati in pazienti con malattia cardiovascolare documentata e/o ad alto rischio
– Quando si prescrivono i FANS, i vecchi COX-2 inibitori selettivi (es. diclofenac), dovrebbero essere evitati, in quanto non vi sono dati che dimostrino la loro superiorità rispetto ad altri prodotti e che ne giustifichino l’uso tenendo conto dei rischi cardiovascolari associati.
Eur Heart J Cardiovasc Pharmacother (2017) 3 (2): 100-107. DOI:10.1093/ehjcvp/pvw041
https://academic.oup.com/ehjcvp/article/3/2/100/2739709/Non-steroidal-anti-inflammatory-drug-use-is
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Infarto del miocardio ed erbe cinesi – Gen. 2013
In Cina, nel trattamento di infarto del miocardio, i rimedi della fitoterapia tradizionale sono diffusamente somministrati come terapia aggiuntiva all’utilizzo dei farmaci di sintesi. Questa meta-analisi di Rct ha valutato l’efficacia del trattamento combinato (rimedi tradizionali e farmaci di sintesi) nel trattamento dell’infarto del miocardio, rispetto all’uso esclusivo di quest’ultimi.
Sono stati selezionati 65 Rct (12.022 pazienti) di qualità moderata e sono stati identificati 6.036 pazienti trattati con entrambi i tipi di farmaci e 5986 pazienti che hanno utilizzato solo farmaci di sintesi. L’uso di entrambi i trattamenti si è dimostrato utile nel ridurre la mortalità per qualsiasi causa (riduzione del rischio relativo (RRR) = 37%, 95% IC = 28%-45%, I (2) = 0.0%) e di mortalità di origine cardiaca (RRR = 39%, 95% IC = 22% -52%, I (2) = 22,8).
La somministrazione di rimedi tradizionali si è dimostrata efficace nel ridurre il rischio di shock cardiogeno fatale e non fatale, di aritmia cardiaca, di infarto del miocardio, di insufficienza cardiaca, di angina, e di eventi cardiaci totali.
In conclusione, pur in attesa di una ulteriore conferma di questi dati, il trattamento combinato sembra aver dimostrato una certa efficacia nel migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da infarto del miocardio rispetto a quelli trattai solo con farmaci di sintesi.
Bibliografia:
– Chung VC et al. Add-on effect of chinese herbal medicine on mortality in myocardial infarction: systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Evid Based Complement Alternat Med. 2013.
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Morte improvvisa per 1.000 giovani all’anno in Italia – 11 Mar. 2011
(NdR: Nel 2021 e successivi, vi è stato un enorme aumento di giovani morti (morti inprovvise, infarti, da miocarditi ecc.) per i Vaccini per la Covid19…)
E’ il dato terrificante che ha visto negli ultimi anni perire solo in Italia, circa, 1.000 giovani al di sotto dei 35 anni di età, per arresto cardiocircolatorio. Sembra incredibile, ma è la pura verità dei dati. E cosa si fa per combatterla ?
Naturalmente accertamenti diagnostici approfonditi, elettrocardiogramma, analisi del DNA (allo scopo di verificare se esistono delle “cause endogene” che predispongono alla malattia), si costituiscono associazioni ONLUS finanziate dallo stato (cioè da noi stessi) per la prevenzione e scendono in campo anche star dello sport. E il risultato qual è ?
Che avremo qualche migliaio di giovani cardiopatici “certificati” e bisognosi di cure continue in più ogni anno !
Bella soddisfazione, soprattutto quando basterebbe un pò di Vitamina C per migliorare tantissimo questo drammatico problema.
Guarda il video qui sopra:
Personalmente sono oltre 4 anni che seguo le indicazioni del dott. Rath, nell’integrazione di vitamine nella dieta e non sono mai stato meglio. Mi sento addirittura ringiovanito e ho dimenticato il significato di stanchezza, febbre, influenze, raffreddori, mal di schiena, ecc. ! E tu cosa aspetti a star meglio ?
By Giovanni Lollo
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Prendete 2 minuti e leggete questo, per favore
Mettiamo che siano le 8:15 P.M. (20,15) e vai a casa (per esempio) dopo una giornata insolitamente dura al lavoro.
Sei molto stanco, infastidito e frustrato.
All’improvviso cominci a sentire un forte dolore che corre verso il braccio sinistro e fino alla mandibola e la parte superiore del ventre. Sei solo a circa cinque Km dall’ospedale piu’ vicino a casa tua. Disgraziatamente non si sa se riuscirai ad arrivare cosi’ lontano. E anche se sei stato allenato al RCP (resurrezione cardio polmonare) il signore che ti ha insegnato il corso non ti ha spiegato come effettuarlo su te stesso.
Come sopravvivere a un attacco di cuore quando sei solo ?
Visto che molte persone sono sole quando hanno un attacco di cuore, senza aiuto, la persona il cui cuore sta palpitando incorrettamente e che comincia a sentirsi debole, ha solo 10 secondi prima di perdere conoscenza.
Comunque, la vittima puo’ aiutarsi a se stessa provocandosi la tosse in continuazione e con molta energia.
Propio cosi’: si deve fare un respiro profondo e con i polmoni ben pieni, provocarsi una tosse profonda e prolungata, come quando si vuole sputare tirando dalla parte piu’ profonda del petto.
Un respiro e la tosse devono ripetersi ogni due secondi senza tregua fino al momento in cui arriva un aiuto o fino a che sentite che il cuore batte normalmente.
I respiri profondi portano ossigeno ai polmoni e la tosse in tali condizioni crea movimenti che stringono il cuore e mantengono attiva la circolazione del sangue.
La pressione esercitata dalla compressione della tosse, fa le veci di un massaggio al cuore ed inoltre aiuta a recuperare il suo normale ritmo.
In questo modo, le vittime di attacchi cardiaci possono arrivare in tempo ad un ospedale.
Dì a più persone che puoi quello che hai letto. Potresti salvargli la vita !!
Un cardiologo dice che se tutto il mondo riceve questo messaggio e gentilmente lo rimanda a 10 persone, può scommettere che salveremo almeno una vita.
By dott. N. Silva (cardiologo)
Quindi In caso di Forte dolore al petto e ti trovi da solo, non farti prendere dal panico, tossici FORTE e respira profondamente, aiuterai il cuore a non cessare di battere e potrai avere il tempo di chiamare i soccorsi, vedi questo documento
Le malattie cardiovascolari sono la causa più importante di mortalità, morbosità e invalidità nella popolazione italiana.
vedi: Perche’ gli animali non sono soggetti ad attacchi cardiaci + Rischio cardiaco – Tratti dal libro del dott. Rath
Bastano due esami,la misurazione della Creatina nel sangue ed il controllo delle urine(*), per conoscere se i reni funzionano bene o meno. Test checostano poco piu’ di 3 euri, ma che possono indicare e segnalare qualcosa che non va.
Successivamente una volta che i test indicano che qualcosa non va, è opportuno fare anche una ecografia.
(*) Analisi delle urine: Le urine sono un importante test per una diagnosi non solo a carico della funzionalità renale ma anche per vari disordini del cuore, del fegato o del metabolismo.
Le analisi delle urine sono di due ordini:
esame macroscopico o di routine + caratteri generali + componenti patologici + esame microscopico del sedimento e urinocultura
Dopo un’infarto il fumo passivo UCCIDE !
– Il fumo passivo è noto per aumentare il rischio di infarto. + Malattia coronarica e Depressione
Vedi questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=DdM3JTrtB1k&feature=player_embedded
Video della SISBQ – Report di casi clinici in cardiologia – dott. M. Siniscalchi – diapositive in PDF.
Il dottor Mario Siniscalchi, dirigente medico di Cardiologia presso l’UOC di Cardiologia con UTIC ed Emodinamica dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli” di Napoli, Vicepresidente della SISBQ, applica da diversi anni la Semeiotica Biofisica Quantistica. Egli ha posto in evidenza, durante il III convegno di Porretta Terme, alcuni casi clinici significativi correlati o risolti con il prezioso ausilio informativo di questa originale diagnostica.
Per visualizzare il video dell’intervento del dott. Siniscalchi clicca qui sotto:
VIDEO DELLA RELAZIONE
Il cuore, malattie e disturbi
Una patologia cardiaca può interessare una o più parti del sistema cardiovascolare.
Il funzionamento del cuore può essere danneggiato da più malattie e dare sintomi diversi:
malattie delle arterie coronarie – NdR: vedi: Ruolo del CAD nelle malattie coronariche (english)
insorgere di angina
infarto miocardico
malattie delle valvole cardiache
scompenso cardiaco
dolori toracici
Ma non è semplice identificare le dimensioni e le cause di un disturbo cardiaco.
Chiami il Suo cardiologo in presenza di qualsiasi combinazione di questi sintomi:
– Dolore intenso e prolungato al petto, pressione e disagio per più di alcuni minuti
– Dolore che si irradia dalla spalla sinistra, braccio sinistro, collo, schiena e mandibola
– Palpitazioni o battiti cardiaci eccessivi
– Affanno
– Svenimenti o perdita di conoscenza (sincope)
– Nausea o vomito
– Sudore, colorito anormale della pelle
– Frequenti attacchi di angina che non sono provocati da sforzi fisici o emozioni
– Attacchi di angina che non trovano giovamento dopo 15 minuti e dopo aver assunto 3 pasticche di nitroglicerina
Come identificare una patologia cardiaca o infarto cardiaco ?
Non tutti i segni o sintomi sono elementi presenti durante un attacco cardiaco, poiché in molti casi questi sintomi sono minimi o di difficile riconoscimento.
Può qualsiasi dolore toracico essere un attacco cardiaco ?
Il dolore al petto può essere prodotto da diverse cause, cardiache e non: ischemia miocardica, infarto cardiaco, altri problemi cardiaci, e diverse cause non cardiache.
In ogni caso, NON CORRA NESSUN RISCHIO !!!
Se è in corso un infarto cardiaco, un’azione immediata è fondamentale. Si rechi al più vicino pronto soccorso chiamando il 118 od il proprio cardiologo.
Tratto da: http://www.cardiochirurgiasancamillo.it/sul_cuore/malattie.htm
Se il cuore fa le “bizze”, se non segue il “ritmo” come dovrebbe, potrebbe trattarsi di fibrillazione atriale, la più diffusa tra le aritmie cardiache, caratterizzata da un’attivazione elettrica degli atri, due delle quattro parti che compongono il cuore, decisamente anomala, irregolare. Se, in condizioni normali, la contrazione atriale avviene in modo regolare, in presenza di questo disturbo, si verificano movimenti caotici.
Movimenti caotici, ma non solo: in caso di fibrillazione atriale, il battito cardiaco è accelerato e irregolare, la frequenza dei battiti, che solitamente si aggira intorno alle 60-80 pulsazioni al minuto, aumenta fino a raggiungere 100-200 pulsazioni al minuto.
Non esiste un solo tipo di fibrillazione atriale. E’ parossistica, nel caso in cui si verifichi il ripristino spontaneo del ritmo cardiaco normale e gli episodi siano di durata inferiore ai sette giorni (24/48 ore). Quando la fibrillazione atriale diventa una costante più duratura (durata superiore a 7 giorni), senza interrompersi in modo spontaneo, si parla di fibrillazione atriale persistente. Nell’eventualità più seria, nonostante i trattamenti, il disturbo persiste: si tratta di fibrillazione atriale cronica o permanente.
Sintomi chiari e precisi, la fibrillazione atriale si fa “riconoscere” con l’improvvisa comparsa di battiti irregolari e accelerati, di palpitazioni, cardiopalmo, dispnea, respiro difficoltoso e astenia, diminuzione della forza muscolare.
Se i sintomi sono facilmente riconoscibili, le cause non sono altrettanto chiare.
TACHICARDIE:
La tachicardia (dal greco tachys = veloce, rapido e cardia cuore) è una forma di accelerazione del battito cardiaco, con aumento della frequenza dei battiti cardiaci con pulsazioni oltre i 90 battiti al minuto.
La tachicardia parossistica è un’ aritmia cardiaca determinata dalla stimolazione anomala di un centro generante impulsi, che si sostituisce al nodo senoatriale (nodo del seno, il pacemaker del cuore) ed assume il comando del ritmo cardiaco per un tempo più o meno lungo. La frequenza cardiaca può variare tra 120 e 200 battiti al minuto, secondo la localizzazione di questo centro anomalo.
Le cause sono diverse: lesioni organiche del cuore (ischemia, miocarditi reumatica o ipertensiva), intossicazioni farmacologiche o riflessi gastrocardiaci.
Gli attacchi tachicardici presentano diversa durata e possono accompagnarsi ad ansia, sudorazione, ipotensione, sensazione di cardiopalmo. La terapia è fondata sull’uso di farmaci antiaritmici (es. betabloccanti) e sulla ricerca e cura della condizione patologica di base, da effettuarsi in ambiente specialistico.
Si classificano principalmente tre forme di tachicardia: sinusale, eterotopa (sopraventricolare e ventricolare) e atriale.
Le tachicardie si dividono in due gruppi principali che a loro volta si dividono in più sottogruppi.
– Tachicardia ventricolare con i suoi sottogruppi:
– Tachicardia ventricolare sostenuta
– Tachicardia ventricolare non sostenuta
– Tachicardia ventricolare idiopatica
– Tachicardia atriale con i suoi sottogruppi:
– Tachicardia atriale automatica
– Tachicardia atriale da rientro
Cause (le principali)
Può essere dovuta ad eventi fisiologici o funzionali come la gravidanza, gli imbarazzi gastrici, gli sforzi fisici, il consumo eccessivo di caffè o te’, oppure a cause direttamente connesse con il cuore come l’arteriosclerosi o l’insufficienza coronarica. Una forma piuttosto frequente è la tachicardia parossistica, dovuta a stimoli ripetuti che partono da varie parti del cuore determinando accessi con frequenze anche di 180-250 al minuto: può durare da pochi minuti a qualche ora, e cessa improvvisamente lasciando il soggetto prostrato; talora determina riduzione dei valori pressori. In un’altra forma, l’episodio di tachicardia insorge quando il soggetto assume la posizione eretta: ciò può verificarsi nell’ipotensione ortostatica, negli stati febbrili, nell’ipertiroidismo, in periodi di eccitazione ed emotività.
Tratto da: Wikipedia.org
La regolazione della pressione si ottiene come effetto secondario.
Primariamente bisogna agire su certi trigger points localizzati per esempio sul muscolo soleo.
La spina calcaniale: E’ una di quelle “spine” che è difficile dimenticare di avere o togliere senza problemi; è un disturbo del piede che si presenta in modo particolarmente fastidioso e doloroso, ma non solo, quando c’è questo problema, ogni piccolo passo può trasformarsi in un’esperienza dolorosa quanto complicata. Il tallone è il bersaglio vero e proprio del problema, ma è tutta la pianta e, di conseguenza, l’appoggio del piede, a risentirne maggiormente.
Essa é sempre associata a patologie del miocardio.
Se si elimina il trigger nel muscolo soleo (basta un ago, ma anche una digitopressione può andar bene), non solo sparisce la spina calcaniale, ma anche il miocardio riprende a funzionare bene (tachicardia, aritmie ecc).
vedi anche: Circolazione sanguigna + Cellule: Danni mitocondriali
ARITMIE (breve descrizione):
L’aritmia in genere è un difetto di conduzione elettrica del cuore, ma ha cause molto piu’ complesse e provenienti da diverse malfunzioni organiche e sistemiche.
Esse sono le alterazioni della normale sequenza dei battiti cardiaci.
Quando si osserva un aumento anomalo dei battiti si parla di tachiaritmie o tachicardie.
Se al contrario si ha una diminuzione anomala del numero dei battiti si parla di bradiaritmie o bradicardie.
– tachiaritmia o tachicardia se il battito aumenta in modo anomalo al di sopra di 100 al min.
– bradiaritmia o bradicardia se il battito rallenta al di sotto di 40-50 per min.
La forma più semplice di tachiaritmia, l’extrasistole, può non essere minimamente apprezzata oppure manifestarsi come sensazione di irregolarità del battito cardiaco, talora associata alla percezione di un senso di “vuoto”, come se per un momento il cuore si fermasse.
Le tachicardie si manifestano con una chiara sensazione di marcato aumento del numero dei battiti cardiaci, che si possono succedere in modo regolare o irregolare. Quando la frequenza cardiaca è molto alta ci possono essere senso di schiacciamento al petto, mancanza di respiro, sudorazione, spossatezza, vertigini. Nelle forme più gravi si può arrivare alla perdita di coscienza.
Nelle bradicardie si possono avere senso di affaticamento, ridotta tolleranza agli sforzi, vertigini, ed anche in questo caso, nelle forme più gravi, si può giungere alla perdita di coscienza.
In entrambi i casi ci si trova di fronte ad una alterazione del normale funzionamento dei circuiti elettrici del cuore, che servono a veicolare lo stimolo elettrico che determina la contrazione del muscolo cardiaco.
In condizioni normali tale stimolo ha origine in una “centralina” chiamata nodo del seno (Il pacemaker del cuore) e collocata negli atrii, che sono la parte superiore del cuore.
Dal nodo del seno lo stimolo elettrico viene veicolato verso il basso sino alla parte inferiore del cuore, i ventricoli.
Per arrivare ai ventricoli lo stimolo elettrico deve transitare attraverso una sorta di “cancello”, posto tra gli atrii ed i ventricoli, chiamato nodo atrio-ventricolare.
Una volta giunto ai ventricoli ed attivata la contrazione del muscolo cardiaco lo stimolo elettrico si estingue.
La formazione dell’impulso avviene a causa di variazioni localizzate di correnti ioniche. Vi sono due cause principali di formazione dell’impulso che possono condurre ad aritmie: l’automatismo e l’attività triggered. L’automatismo può essere normale o anomalo. Quello normale si può riscontrare non solo al NSA ma anche in certi pacemaker latenti o sussidiari.
L’automatismo anomalo è definito dall’iniziazione ripetitiva spontanea di un impulso. A differenza delle aritmie da automatismo, l’attività triggered deve essere preceduta necessariamente da un potenziale d’azione che si sposta dal NSA al focus triggered: ciò può accadere quando il focus ha frequenza maggiore del NSA, per aumentata attività del primo o ridotto attività del secondo.
Fattori di rischio:
Ne esistono numerosi, che facilitano la comparsa della fibrillazione atriale: l’invecchiamento del cuore, con il progressivo ingrandimento dell’atrio sinistro; alcune patologie cardiache o cardiovascolari, come cardiomiopatie, miocardite, cardiopatie congenite, infarto miocardio, ipertensione arteriosa; lo stress, l’assunzione eccessiva di alcuni farmaci, alcol e caffeina.
Protagonista della diagnosi, in qualità di valido alleato dello specialista, è un esame specifico, l’elettrocardiogramma (ECG), assolutamente indolore e privo di controindicazioni, che prevede l’utilizzo di alcuni elettrodi a tampone, da applicare alla pelle del soggetto, in grado di evidenziare l’andamento dei segnali elettrici all’interno del cuore.
Un altro valido alleato diagnostico è l’Holter, che prevede l’applicazione, per alcuni giorni, di uno strumento, che ha lo scopo di registrare eventuali episodi di fibrillazione atriale.
(A) Sono diverse le opzioni terapeutiche possibili, da modulare e da scegliere in base al caso concreto, al paziente da curare, dal trattamento farmacologico, che prevede la somministrazione, per via endovenosa o orale, di farmaci antiaritmici, fino all’intervento chirurgico, l’ablazione transcatetere, che, comporta l’eliminazione, attraverso l’inserimento di appositi cateteri e l’erogazione di energia elettrica, in grado di eliminare le cellule responsabili dell’aritmia.
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Cura naturale per evitare le Tachicardie e le Aritmie:
Aglio, Biancospino e Rafano nero, sono particolarmente indicati, in macerati e/o capsule o pastiglie, assunti ogni giorno per almeno 30 giorni, oltre all’Equilibratore ionico (serve anche per l’alta pressione) da effettuarsi per almeno 3 ore. – tenere presente l’ opzione (A), se le cose non migliorano con la Cura naturale qui indicata.
vedi anche: l’inganno del Colesterolo + Glicemia + Consigli alimentari + Cardiologia + Aritmologia (Ospedale s. Raffaele – MI) + Aritmologia (Associazione)
Commento NdR: Noi, come specialisti in Medicina Naturale, consigliamo a tutti i Vegetariani di nutrirsi almeno una volta alla settimana e con parsimonia, di qualche alimento con proteine animali, preferendo: uova, pesce, e/o carne di animali piccoli (come stazza, meglio i volatili). Ma ricordiamo sopra tutto di ridurre e/o eliminare il latte vaccino, i formaggi e ridurre notevolmente i carboidrati, dalla propria alimentazione.
L’alimentazione è alla base di tutti i tipi di sintomi=malattie, a meno che non derivi da traumi, avvelenamenti o da farmaci e Vaccini, mangiate quindi POCHI carboidrati, aumentate la frutta e le verdure fresche (crude) ed eliminate i dolci – mangiate di tanto in tanto proteine animali (meglio pesce e carne di volatili e pochi formaggi) siate quindi tendenzialmente vegetariani ed aumentate l’assunzione delle Vitamine e minerali con la frutta o supplementi !
vedi: Consigli Alimentari + Vitamina C
FRUTTA SECCA
Dose consigliata di frutta fresca, per l’implementazione di minerai e grassi “buoni”, specie noci, mandorle dolci, nocciole, (meglio evitare le arachidi, che sono un legume ed anche perché sono molto inquinate dai prodotti chimici utilizzati in agricoltura), utilizzate al massimo 60 gr al giorno ripartito nella giornata; molto utili nel dimagrimento e per tutte le eta’, per la circolazione sanguigna e per il cuore; per il colesterolo è utile l’utilizzo di 2 noci brasiliane al giorno.
Alcuni prodotti Naturali e Tecniche che possono essere di aiuto per chi soffre di ipertensione sono:
l’Aglio assunto 2-3 volte al di (in capsule) + Biancospino in altrettante dosi giornaliere + Omega 3 (con parsimonia) + Omega 6 + Melatonina (coniugata) + Depurazione del sangue + Idro Colon terapia (Clistere) + Alimentazione + Crudismo
Bere ogni giorno 1 litro di infuso di Biancospino.
La tecnica naturale idro terapica piu’ adatta per i malati di ipertensione e cancro oltre alla Idro Colon Terapia e’ quella di:
Bagno alla sera prima di coricarsi a letto in acqua tiepida (temperatura a seconda di come si vuole, ma non oltre i 41° additivata con 1/2 kg. di sale inglese – si trasforma in magnesio). Stare 20 minuti -1/2 ora a bagno, una o due volte alla settimana.
Farsi Massaggiare: Collo + Spalle + Osso Sacro + Dorso (specie sui gangli nervosi a lato della colonna) 2 volte alla settimana da un massaggiatore specializzato/a e controllare la Postura da un buon Chiropratico
ma e soprattutto:
Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti. I citrati eliminano le calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto
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Gli esami diagnostici – vedi anche e soprattutto: Semeiotica Biofisica
Molto si può fare per prevenire le malattie cardiovascolari attraverso abitudini di vita più corrette, ma è fondamentale anche la diagnosi precoce. Gli esami diagnostici non mancano, anche così sofisticati da permettere di “fotografare” lo stato e il funzionamento del muscolo cardiaco in tempo reale. Ecco un breve “dizionario” dei test più comuni, quelli che normalmente si prescrivono anche nelle valutazioni periodiche di routine (da tener presente il check-up con un semplice Fonendoscopio della SBQ, Semeiotica Biofisica Quantistica).
Esami del sangue
Colesterolemia: si dosa il colesterolo totale, e la frazione HDL (quella protettiva). Valori accettabili di colesterolo totale non devono superare 200mg/dl e, dopo i 50 anni, 260mg/dl. Il colesterolo HDL, invece, deve essere compreso tra 50 e 60mg/dl, per le donne, e tra 40 e 50mg/dl per gli uomini.
Trigliceridi: il valore normale non deve superare 1,60g/l
Transaminasi: enzimi prodotti dal fegato, che ne indicano il funzionamento; se il fegato non funziona bene può risultare alterato anche il metabolismo dei lipidi. Generalmente si dosano la SGPT e la SGOT. I valori normali per la ALT (SGPT) vanno da 5 a 40 UI/l e per la SGOT (AST) da 5 a 35 UI/l.
Glicemia basale: è la quantità di glucosio nel sangue del paziente a digiuno, serve a scoprire il diabete. I valori di riferimento vanno da 0,8 a 1,2g/l, valori superiori individuano uno stato pre-diabetico, cioè a rischio. Oltre i 2g/l, invece, la diagnosi di diabete è praticamente certa, anche se va confermata con ulteriori esami.
Nota: Glicemia.
L’esame di più immediata comprensione resta la misura della glicemia. Si chiama glicemia basale il valore del glucosio nel sangue a digiuno. L’esame viene fatto su un prelievo eseguito secondo la solita tecnica, estraendo alcuni cm3 di sangue con una siringa dalla vena di un braccio. Vi è una certa differenza tra i valori del sangue tratto dalle vene e quello tratto dalle arterie, e a seconda dei metodi di determinazione. Tuttavia qualche punto per cento in più o in meno non costituisce di solito un problema. La glicemia a digiuno dev’essere al di sotto del grammo per litro. Alcuni autori fanno differenza tra un diabete ai limiti dei valori normali e un diabete conclamato, es. quando si superano i 14 grammi per litro di glucosio (corrispondenti a 7,8mmol/l).
Uricemia: quantità di acido urico presente nel sangue, i valori normali per le donne sono compresi tra 40 e 50mg/l, per gli uomini tra 50 e 60mg/l. Valori anomali sono spesso associati ad altri indici di rischio, quali l’obesità e il diabete.
Elettroforesi delle sieroproteine: consiste nel separare le proteine, presenti nel siero, in base al loro peso molecolare, sfruttando la “spinta” di un campo elettrico. Una volta separate, di solito in 5 gruppi principali, le proteine vengono quantificate.
Questo test serve ad escludere molte patologie che influenzano qualità e quantità delle proteine seriche.
Valori medi di riferimento:
Albumina 43g/l o 60%
Alfa 1 globulina 3g/l o 4%
Alfa 2 globulina 6g/l o 8%
Beta globulina 9g/l o 12%
Gamma globulina 12g/l o 16%
Continua su:
http://www.dica33.it/argomenti/cardiologia/infarto/cuore_foto.asp
Oltre all’elettrocardiogramma + Musicoterapia + Infarto, il rischio è scritto nei Geni = Reale Rischio Congenito di CAD = Terreno fisiologico anche per l’Infarto e malattie cardiache e non solo.
Danni dei Vaccini al Cuore e circolazione
Bibliografia
– “Complicazioni miocardiche delle vaccinazioni”, Annals of Clinical Research 1978 Vol 10
– Perez Diaz R, “Pericardite post-vaccinazione: 2 casi clinici”, Rev Cuba Med, 1:49-54, luglio- agosto 1962
– Larbre F, “Miocardite acuta fatale a seguito di vaccinazione da varicella”, Pediatrie, apr.-maggio 1966, 21:345-350
– “Morte improvvisa tra reclute finlandesi [a seguito di danni cardiaci da vaccini]”, British Med Journal, 1976
vedi: Bibliografia Danni dei vaccini + Bibliografia danni 2 + 1.000 studi sui Danni dei Vaccini
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
I mirtilli fanno bene al cuore
Mangiare i mirtilli potrebbe aiutare a scongiurare diversi fattori di rischio di diabete e malattie cardiovascolari. Questo è quanto sostenuto da uno studio presentato alla conferenza Experimental Biology tenutasi a New Orleans.
I benefici dei mirtilli sono dovuti al contenuto di fitochimici, sostanze chimiche di origine esclusivamente vegetale. Queste molecole specifiche sono benefiche per la salute e quelle dei mirtilli sono degli antiossidanti naturali chiamati antocianine.
E. Mitchell Seymour, ricercatore della University of Michigan, ha dichiarato: «Nello studio a lungo termine Women’s Health Study, è risultato che le donne che seguivano un’alimentazione ricca di antocianine avevano un rischio notevolmente ridotto di malattia cardiaca». Il team ha condotto i propri studi su topi sovrappeso, alla cui alimentazione è stata aggiunta polvere di mirtilli. Dopo novanta giorni i topi che avevano mangiato mirtilli avevano meno grasso sull’addome, un miglior controllo degli zuccheri nel sangue e livelli di trigliceridi e colesterolo inferiori a quelli dei topi che non avevano mangiato mirtilli.
Fonte: AGI – Apr. 2009
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SEMEIOTICA BIOFISICA
Diagnosi clinica di cuore sano in UN SECONDO !
– Reale Rischio Congenito di CAD
L’esperimento di Lory ha dimostrato che in biologia esiste la realtà non locale accanto a quella locale (1, 2).
Nella realtà non locale l’informazione non viene trasmessa con dispendio di tempo e di energia, ma è “simultanea”, cioè avviene per un fenomeno analogo alla risonanza in Chimica, come insegna Paolo Manzelli (1). Inoltre, la realtà non locale è presente in un sistema biologico, a patto che fisiologico sia il locale livello di Energia-Vibratoria (↑ ATP), che così si trasforma in Energia-Informazione, con riduzione Energia-Materia (↓ Acido Piruvico → Acetil-Co-A)
La Semeiotica Biofisica Quantistica (SBQ), insegna che, con un semplice strumento chiamato fonendoscopio e l’auscultazione delle reazioni corporee a stimoli sui “Trigger Point” adatti, e’ possibile effettuare qualsiasi tipo di diagnosi organiche, tissutali, cellulari ecc., in 1 minuto e per qualsiasi sintomo=malattia
Da quanto brevemente scritto sopra, ne consegue che, nel sano, se il medico esegue una stimolazione intensa (forte) dei trigger-points relativi ad un dato tessuto (nel nostro caso il cuore), “simultaneamente” tutte le correlate cellule parenchimali sono stimolate: il livello di energia libero endocellulare viene mantenuto dall’attivazione microcircolatoria di tipo I, associata, indotta dalla intensa stimolazione (1, 2) vedi: Semeiotica Biofisica + www.semeioticabiofisica.it – La pagina Tecnica1.
Nel sano, la “intensa” stimolazione di un sistema biologico non mostra “simultaneamente” il riflesso gastrico aspecifico, che compare ovviamente dopo il fisiologico tempo di latenza, direttamente correlato con l’intensità dello stimolo stesso, a seguito della locale acidosi indotta transitoriamente dall’ipertono simpatico a livello miocardio.
Se la pressione sopra qualsiasi trigger-point cardiaco è lieve-moderata: tempo di latenza del riflesso cardio-gastrico aspecifico 8 sec. esatti, indipendentemente dall’età dell’esaminando (Fig. 1).
Quando, invece, la stimolazione di un singolo trigger-points cardiaci (V dermatomero toracico di sinistra = proiezione cutanea cardiaca) è “intensa”, il tempo di latenza fisiologicamente sale, raddoppiando il valore precedente (tl = 16 sec.) in conseguenza dell’attivazione microcircolatoria coronaria, tipo I, associato, provocata dalla stimolazione.
Nel sano, supino e psicofisicamente rilassato con gli occhi aperti per ridurre la secrezione di melatonina, la pressione digitale “intensa” applicata sopra un punto qualsiasi della proiezione cutanea del cuore, non provoca “simultaneamente” alcun riflesso gastrico aspecifico.
Al contrario, in presenza di una qualsiasi patologia cardiaca, ancorché circoscritta, come il Reale Rischio Congenito di CAD (3-10), “simultaneamente” con l’inizio della stimolazione “intensa”, il medico osserva un riflesso gastrico aspecifico, la cui entità, variabile da 0,5 cm. a 2 cm., è correlata con la gravità della sottostante malattia. In caso di infarto, anche pregresso, il riflesso gastrico aspecifico è simultaneo all’inizio della stimolazione del trigger-point cardiaco.
In conclusione, la Semeiotica Biofisica Quantistica consente al medico di riconoscere in un secondo se il cuore dell’esaminando è sano o malato, a partire dalla nascita ovviamente.
Nel secondo caso, il medico procede immediatamente ad un approfondimento diagnostico, utilizzando la semeiotica fisica quantistica, come ho illustrato in precedenti lavori, pubblicati all’estero (3-10).
Ecco i miei tre lavori su questo tema e la relativa terapia:
– Stagnaro Sergio. Bedside recognizing Inherited CAD Real Risk. www.natura.com 21 May, 2008.
http://network.nature.com/forums/pmgs/1587?page=1#reply-4262
– Stagnaro Sergio. Role of Coronary Endoarterial Blocking Devices in Myocardial Preconditioning – c007i. Lecture, V Virtual International Congress of Cardiology, 2007. http://www.fac.org.ar/qcvc/llave/c007i/stagnaros.php
– Stagnaro Sergio. Bedside Evaluation of CAD biophysical-semeiotic inherited real risk under NIR-LED treatment. EMLA Congress, Laser Helsinki August 23-24, 2008. “Photodiagnosis and photodynamic therapy”, Elsevier, Vol. 5 suppl 1 august 2008 issn 1572-1000.
Bibliografia.
1) Stagnaro Sergio e Paolo Manzelli. Semeiotica Biofisica: Realtà non-locale in Biologia. Dicembre 2007,
http://www.ilpungolo.com/leggi-tutto.asp?IDS=13&NWS=NWS5217
2) Stagnaro Sergio e Paolo Manzelli. L’Esperimento di Lory. Scienza e Conoscenza, N° 23, 13 Marzo 2008.
http://www.scienzaeconoscenza.it//articolo.php?id=17775
3) Stagnaro S. A clinical efficacious maneouvre, reliable in bed-side diagnosing coronary artery disease, even initial or silent, as well as “heart coronary risk”. 3rd Virtual International Congress of Cardiology, FAC,2003,
http://www.fac.org.ar/tcvc/marcoesp/marcos.htm
4) Stagnaro Sergio.Biophysical Semeiotic Constitutions, Genomics, and Cardio-Vascular Diseases. BMC Cardiovascular Disorders, 2004,
http://www.biomedcentral.com/1471-2261/4/20/comments#95454
5) Stagnaro Sergio Endothelial cell function can ameliorate under safer drugs, such as Melatonin-Adenosine. BMC Cardiovascular disorders. 2004 http://www.biomedcentral.com/1471-2261/4/4/comments
6) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Deterministic Chaos, Preconditioning and Myocardial Oxygenation evaluated clinically with the aid of Biophysical Semeiotics in the Diagnosis of Ischaeemic Heart Disease even silent. Acta Medica Mediterranea 13, 109-116, 1997.
7) Stagnaro Sergio. Role of Coronary Endoarterial Blocking Devices in Myocardial Preconditioning – c007i. Lecture, V Virtual International Congress of Cardiology, 2007.
http://www.fac.org.ar/qcvc/llave/c007i/stagnaros.php
8) Stagnaro Sergio. New bedside way in Reducing mortality in diabetic men and women. Ann. Int. Med. 2007 http://www.annals.org/cgi/eletters/0000605-200708070-00167v1
9) Stagnaro Sergio. Newborn-pathological Endoarteriolar Blocking Devices in Diabetic and Dislipidaemic Constitution and Diabetes Primary Prevention. The Lancet. March 06 2007.
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673607603316/comments?totalcomments=1
10) Stagnaro Sergio. Bedside recognizing diabetics with or without CHD real risk or silent CHD. BMC Cardiovascular Disorders 2006, 6:41 http://www.biomedcentral.com/1471-2261/6/41/comments#243544
Tratto da: http://www.fcenews.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1218&Itemid=47
By Sergio Stagnaro (medico)
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TEST per l’INFARTO
Nell’incertezza due test rapidi rispondono prima che sia troppo tardi. Veloci, mini-invasivi, economici ed europei. Provengono infatti dal vecchio continente due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine che potrebbero rivoluzionare le corsie del pronto soccorso. Le emergenze per attacchi cardiaci sono oltre 15 milioni, solo tra Europa e Stati Uniti. Non sempre pero’ il paziente che arriva mano al petto lamentando dolori lancinanti, ha un principio di infarto.
L’esame tradizionale e’ l’elettrocardiogramma, non sempre risolutivo. Oppure si rileva la presenza di una proteina, la troponina, presente nel muscolo cardiaco. Peccato che quando questa supera la soglia di guardia, 4-8 ore dopo l’infarto, gli effetti devastanti sul cuore potrebbero gia’ esserci stato.
Il primo studio e’ stato condotto dal Policlinico Universitario di Basilea (Svizzera). Prelevati campioni di sangue da 718 pazienti con sintomi da infarto presunto, i medici hanno stabilito l’accuratezza dei nuovi test messi a punto da Abbott e Siemens.
Stesso copione in Germania,alla Johannes Gutenberg University di Mainz: testati 1.818 pazienti.
I risultati sono stati piu’ che positivi per entrambe le tecniche diagnostiche: i nuovi test hanno scovato l’infarto nel 94-96% dei casi, rispetto all’85-90% delle tecniche gia’ in uso.
Commento NdR: tutto ciò è buona cosa, l’aver migliorato le indagini per l’infarto, ma si deve ricordare che la Medicina Naturale ha un semplice test, senza macchinari, né analisi di laboratorio, che permettono di conoscere in ANTICIPO se il soggetto è predisposto dal suo “terreno” all’infarto, come ben indicato qui in questa pagina dal dott. S. Stagnaro.
Segno di Caotino: Un Dito Premuto sul Precordio…..
Pre-cor-Dio = parola che è un sostantivo maschile che significa:
1) [anatomia] la regione anteriore del torace in corrispondenza del cuore;
2) [plurale letterario] membrana che avvolge il cuore e gli altri organi interni del torace, anticamente ritenuta sede dei sentimenti e degli affetti;
3) [figurato] la parte più intima dell’animo: commuoversi fino ai precordi.
……Previene l’Infarto Miocardico !
Pubblicato da Sergio Stagnaro Ven, 09/04/2010 – Fonte: BLOG di Caotino LINKS
Nella Fonte si legge un vibrante J’ACCUSE rivolto a TUTTI, pazienti, Medici, incluse le competenti Autorità sanitarie, giornalisti, ecc., da un Uomo di Dio, che per la sua intelligenza ed il suo Amore, merita che gli dedichi un Segno che, UN GIORNO, cambierà la Cardiologia Medica: Il Segno di Caotino.
La previsione è di natura scientifica: può, infatti, essere falsificata facilmente anche dallo Scolaretto di Gregory (Bateson, naturalmente).
In modo UNIVOCO, Caotino nella Fonte citata scrive: se improvvisamente muore un vostro familiare, parente o amico, “apparentemente” sano, senza alcun preavviso secondo la semeiotica fisica accademica, ortodossa, ANCHE voi siete COLPEVOLI come Medici e i sopra nominati autorevoli rappresentanti della Medicina, A MIO GIUDIZIO, tutti Fans di Bellarmino, ma mascherati da Galileo !Nessuno potrà dire domani: IO NON SAPEVO !
Galileo faceva esperimenti, rotolando le PALLE lungo piani inclinati. Perchè oggi NESSUNO, in possesso di un fonendoscopio, vuole ripetere il seguente, semplicissimo esperimento ?
SEGNO di CAOTINO: nel SANO, quindi in assenza ANCHE di Reale Rischio Congenito di cardiopatia (aritmia, coronaropatia, valulopatia, eccetera), la pressione DIGITALE “intensa” (= entanglement quantistico delle componenti del sistema biologico esaminato ! vedi: LINKS) NON PROVOCA “SIMULTANEAMENTE” NESSUNA MODIFICAZIONE DEL VOLUME GASTRICO !
Il refilesso gastrico aspecifico è assente se valutato “simultaneamente”: chi non conosce la Semeiotica Biofisica Quantistica richieda alla sua ASL una SPECT gastrica: Single Photon Emission Computerized Tomography!
Al contrario, nel paziente con Reale Rischio Congenito di cardiopatia oppure con CARDIOPATIA in atto, magari SILENTE, NON diagnosticata, iniziale, nella condizione sperimentale descritta, “simultaneamente” appare il RIFLESSO gastrico aspecifico,valutato con un fonendoscopio o con la SPECT, i cui valori parametrici sono in relazione alla gravità della sottostante cardiopatia!
Ovviamente, riconosciuto un danno cardiaco asintomatico, il medico esperto in Semeiotica Biofisica Quantistica, procede nell’iter diagnostico e pone la corretta diagnosi. Chi non conosce la Semeiotica, invierà, more solito, IMMEDIATAMENTE il paziente, solo apparentemente SANO, al Pronto Soccorso !
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Un infarto è provocato (NdR: in modo secondario e NON primario) dalla presenza di virus o batteri estranei (eterologi) nelle coronarie della persona colpita.
ANSA – Milano, 7 Ott. 2009 – E’ determinante la risposta del sistema immunitario a questa ‘invasione’.
Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Ospedale S. Raffaele di Milano.”Non conosciamo l’agente esterno che stimola il sistema immune- spiegano i coordinatori dello studio – ma ora siamo in grado di cercarlo, visto che abbiamo a disposizione la traccia specifica che ha lasciato”.
Commento NdR: …come volevasi dimostrare che alla base di OGNI malattia vi e’ una flora batterica disequilibrata, alterata ed una introduzione di proteine tossiche a DNA estranei, introdotti per esempio con i Vaccini (qualsiasi), generando immunodepressione e quindi facilita’ alla somatizzazione di qualsiasi malattia !
Infarto, il rischio è scritto nei geni ?
In uno studio indipendente, si è evidenziato come le regioni geniche individuate favoriscano la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie coronariche
Il più grande studio mai realizzato sui fattori genetici associati agli attacchi cardiaci ha identificato nove regioni genetiche che sembrano aumentare il rischio di infarto del miocardio precoce.
Il rapporto del Myocardial Infarction Genetics Consortium, basato sui dati relativi a una coorte di 26.000 individui in 10 Paesi, sarà pubblicato sulla rivista “Nature Genetics”.
“Per molti decenni, si è osservato come il rischio di un attacco di cuore – una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo occidentale – abbia una notevole familiarità, legata alle differenze genetiche”, ha commentato Sekar Kathiresan, direttore della divisione di Cardiologia preventiva del Massachusetts General Hospital (MGH) e coautore dell’articolo. “Ora abbiamo individuato specifiche mutazioni di singolo nucleotide, le cosiddette SNP, che sono con probabilità connesse con un aumento del rischio famigliare di attacco di cuore.”
Le associazioni significative con il rischio di infarto giovanile sono state trovate per comuni SNP in nove regioni genetiche. Tre di esse sono state identificate per la prima volta; e si è riscontrato, in uno studio indipendente, come esse favoriscano la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie coronariche.
Per analizzare l’effetto ereditario associato alle SNP, a ciascun partecipante allo studio è stato assegnato un “punteggio genotipico”, ovvero un parametro di rischio: si è così riscontrato come coloro che possedevano il più alto numero di varianti associate al rischio avevano anche un rischio doppio di insorgenza precoce di attacco di cuore rispetto a coloro che ne avevano un numero minimo. Sebbene l’incremento del rischio associato a un singolo SNP sia limitato, le informazioni ottenute sono ritenute preziose.
“Una delle varianti è stata identificata a carico di un gene chiamato PCSK9, che è stato identificato originariamente nel 2003”, ha concluso Kathiresan. “Uno studio esteso di quella regione genica ha portato a un miglioramento significativo della comprensione della biologia dell’aterosclerosi e degli attacchi cardiaci e ha portato a notevoli sforzi per sviluppare farmaci mirati.
Per questo siamo fiduciosi che lo studio delle varianti appena mappate possa portare a risultati simili. E poiché abbiamo già metodi efficaci per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, i soggetti a più alto rischio genetico potrebbero beneficiare di un intervento precoce”. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: questo studio DIMOSTRA come anche l’infarto sia una questione di TERRENO, il quale modifica i geni e quindi è il Terreno che genera le malattie !
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Verso la mappa genetica del rischio di infarto – Cinque nuovi studi su Nature Genetics analizzano le associazioni tra varianti e probabilità di essere colpiti da malattie cardiovascolari
Nuove varianti del DNA associate al rischio di infarto sono riportate in cinque articoli pubblicati online questa settimana su Nature Genetics. Uno di questi riporta i risultati del più grande studio eseguito finora sui fattori genetici che predispongono alle malattie cardiovascolari: è durato oltre dieci anni, ha coinvolto circa 26 mila persone e vi hanno partecipato sei gruppi di ricerca di vari paesi (Myocardial Infarction Genetics Consortium), tra cui l’Italia con le università di Parma e Milano.
Grazie al loro lavoro sono stati identificati tre nuovi polimorfismi (mutazioni che coinvolgono una sola “lettera” del codice di un gene e alterano il normale processo di sintesi delle proteine) strettamente associati con il rischio di infarto precoce. Inoltre sono state confermate le associazioni tra altre sei mutazioni e la predisposizione alle malattie cardiache, già identificate in studi precedenti. Una di queste sembra favorire la formazione di placche arterosclerotiche nelle coronarie.
Lo studio si è avvalso di una serie di strumenti sviluppati negli ultimi anni, come la mappa internazionale dei polimorfismi umani (International Haplotype Map) o tecniche che permettono lo screening simultaneo di centinaia di migliaia di geni per contarne le copie.
Un’altra associazione tra un Snp e rischio di infarto è stata identificata sul cromosoma 12q24 in una ricerca internazionale guidata dalla compagnia bio-farmaceutica deCODE. Gli studiosi di quattro continenti hanno analizzato il genoma di oltre diecimila islandesi, trovando che la stessa mutazione influisce anche sul processo che controlla il numero di particolari globuli bianchi (eosinofili) che mediano i processi infiammatori.
La probabilità di essere colpiti da infarto del miocardio dipenderebbe, poi, dal gene Brap – le cui varianti sono state individuate in un nuovo studio condotto da Toshihiro Tanaka, del Center for Genomic Medicine -, mentre Jeanette Erdmann dell’Università di Lübeck e colleghi hanno identificato mutazioni di una gene sul cromosoma 3 legate ad altre patologie dell’apparato cardio-circolatorio. L’ultimo studio, condotto da David-Alexandre Tregouet dell’Università Pierre & Marie Curie, analizza le varianti di tre geni localizzati sul cromosoma 6. Uno di questi produce la componente più importante delle lipoproteine, noti fattori di rischio per le malattie coronariche. “Per quanto l’aumento di rischio associato con gli Snp sia piccolo”, commentano i ricercatori del Myocardial Infarction Genetics Consortium, “una mappa delle varianti che predispongono all’infarto potrebbe diventare uno strumento molto utile per diagnosi precoci”. (m.s.) – Tratto da: galileonet.it
Commento NdR: ma questo e’ esattamente cio’ che da ANNI afferma il dott. S. Stagnaro !! inoltre Egli ha ideato un esame NON costoso per diagnosticare in 1 secondo il Terreno propizio all’infarto !
Infatti egli ha quindi inviato un commento tempo fa agli autori ed editori… ed anche a Galileone.it, dal titolo: “Ma è ovvio che se esiste il Reale Rischio Congenito di CAD”
1) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico. Travel Factory, Roma, 2004.
http://www.travelfactory.it/semeiotica_biofisica.htm
2) Stagnaro S., Diagnosi percusso-ascoltatoria delle alterazioni emoreologiche precoci nelle arteriopatie periferiche clinicamente silenti. I Congr. Naz. Soc. It. di Emoreologia. Atti, pag. 51. 30 Giugno-2 Luglio, 1982, Siena.
3) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S., Auscultatory Percussion Evaluation of Arterio-venous Anastomoses Dysfunction in early Arteriosclerosis. Acta Med. Medit. 5, 14, 1989.
4) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S., Deterministic Chaos, Preconditioning and Myocardial Oxygenation evaluated clinically with the aid of Biophysical Semeiotics in the Diagnosis of ischaemic Heart Disease even silent. Acta Med. Medit. 13, 109, 1997.
5) Stagnaro Sergio. Biophysical-Semeiotic Bed-Side Detecting CAD,
even silent, and Coronary Calcification. 4to Congreso International de Cardiologia por Internet, 2005,
http://www.fac.org.ar/ccvc/marcoesp/marcos.php
6) Stagnaro S.-Neri M., Stagnaro S., Sindrome di Reaven, classica e variante, in evoluzione diabetica. Il ruolo della Carnitina nella prevenzione del diabete mellito. Il Cuore. 6, 617 (Medline)
7) Stagnaro S. Newborn-pathological Endoarteriolar Blocking Devices in Diabetic and Dislipidaemic Constitution and Diabetes Primary Prevention. The Lancet. March 06 2007.
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673607603316/comments?totalcomments=1
8) Stagnaro Sergio. Role of Coronary Endoarterial Blocking Devices in Myocardial Preconditioning – c007i. Lecture, V Virtual International Congress of Cardiology. http://www.fac.org.ar/qcvc/llave/c007i/stagnaros.php
9) Stagnaro S. New bedside way in reducing mortality in diabetic men and women. Ann. Int. Med.
http://www.annals.org/cgi/eletters/0000605-200708070-00167v1)
Infatti ogni alterazione genetica è correlata a modificazioni dell’attività biologica del sistema il cui parenchima mostra le mutazioni genetiche (Stagnaro Sergio. Biological System Functional Modification parallels Gene Mutation. www.Nature.com, March 13, 2008,
http://blogs.nature.com/nm/spoonful/2008/03/gout_gene.html).
E’ assai più agevole, completa e meno COSTOSA la valutazione Semeiotico-Biofisica-Quantistica del modo di essere e funzionare di un Sistema Biologico, che andare alla ricerca delle mutazioni genetiche costose e OGGI solo in piccola parte conosciute.
Diagnosi precoce per il Cuore
Dalla punta delle dita si puo’ capire in anticipo che soffre o soffrira’ di malattie al Cuore.
Dagli USA arriva la notizia che dai polpastrelli delle dita della mano, e’ possibile conoscere in anticipo, per i “segni” che la malattia incide ed indica, fin dal suo apparire senza sintomi e senza che le indagini mediche attuali risultino positive, rendendoli visibili nella pelle dei polpastrelli delle dita.
Il test si chiama in termine tecnico: Tonometria dell’iperemia reattiva delle arterie periferiche; questo test misura il modo in cui cambia il volume (forma) della punta delle dita al variare della pressione sanguigna; cio’ e’ sufficiente per mettere in luce le disfunzioni dell’endotelio che riveste internamente le arterie, che sono le prime fasi e precoci dell’aterosclerosi.
Commento: ma la Medicina Naturale, con la sua morfologia gia’ indicava da migliaia di anni, questa possibilita’ del vedere e saper leggere i segni nel corpo lasciati dalla malattia fin dal suo esordio sulla scena fisiologica dell’Essere, specie se abbinata alla Semeiotica Biofisica Quantistica
Questo e’ un Fonendoscopio
La Semeiotica Biofisica Quantistica (SBQ), insegna che, con un semplice strumento chiamato fonendoscopio e l’auscultazione delle reazioni corporee a stimoli sui “Trigger Point” adatti, e’ possibile effettuare qualsiasi tipo di diagnosi organiche, tissutali, cellulari ecc., in 1 minuto e per qualsiasi sintomo=malattia
Il dott. S. Stagnaro in caso di infarto, consiglia:
Due compresse la sera (prima di coricarsi) di Melatonina-Coniugata, secondo la preparazione galenica Di Bella-Ferrari, che TRA gli ALTRI meccanismi d’azione, attiva il microcircolo anche coronarico; quando vi e’ un qualsiasi tipo di aritmia, il riflesso atri-gastrico aspecifico mostra un tempo di latenza ridotto e una durata di 4 sec. o più, espressione di ipossia istangica ! SEMPRE, in tutti i casi.
Innalzando il livello di energia, libera atriale, LENTAMENTE (anche un anno !) l’aritmia scompare.
Le aritmie extra-sistoliche con la melatonina si riducono di molto e con l’aggiunta di applicazioni di NIR-LED (Near Infra Red- Light Emitting Diode = Low Level Laser Therapy = LLLT = diodi a luce a certe lunghezze d’onda = rosso e blu), facilmente scompaiono. I meccanismi d’azione sono gli stessi: incremento della respirazione mitocondriale !
Vedi anche: Diabete Mellito – 2
La musica ha un’incidenza positiva sul battito cardiaco e sulla nostra capacita’ di autoregolazione.
“Lo abbiamo verificato in uno studio basato sull’evidenza”, gioisce Vera Brandes, direttrice del programma di ricerca di medicina musicale dell’Universita’ privata Paracelsus di Salisburgo. Ed e’ possibile che una musica adatta sia in grado di ridurre in modo durevole la pressione sanguigna.
La ricerca ha gia’ mostrato che la musica adottata per l’esperimento (composta per l’occasione, allo scopo di evitare condizionamenti psicologici e fisiologici ) aumenta, dopo quattro settimane, la variabilita’ della frequenza cardiaca (HRV). E’ cosa buona giacche’ piu’ alta e’ la variabilita’, maggiore e’ la capacita’ dell’organismo di autoregolarsi. Un battito cardiaco troppo regolare e’ infatti un fattore di rischio, e una HRV ridotta e’ anche sintomo di pressione del sangue troppo alta e di depressione.
L’esperimento e’ pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine.
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Cinque secondi per prevenire l’infarto – Un esame non invasivo permetterà di osservare il 97% delle lesioni
Cinque secondi per fotografare il cuore in tre dimensioni. La Tac a 64 strati, l’ultima frontiera della tecnologia medica, sta rivoluzionando la diagnosi delle malattie cardiache. E’ più sicura di una coronarografia perché non è invasiva e non richiede cateteri (e c’è chi dice che presto la sostituirà). E’ più accurata di un elettrocardiogramma, che dà soltanto un’idea generale della salute del cuore. E’ più precisa degli ultrasuoni che forniscono immagini di bassa risoluzione. «E’ un progresso eccezionale — commenta Roberto Ferrari, direttore del Dipartimento di cardiologia dell’Università di Ferrara.
Bastano pochi minuti per “ricostruire”, grazie alle immagini della Tac elaborate da un software, una coronarografia in modo incruento». Ferrari è il vice- presidente entrante della Società europea di cardiologia che inaugura il suo congresso annuale sabato prossimo a Stoccolma e che dedica ampio spazio alla nuova diagnostica per immagini.
«Non solo la Tac multistrato è meno invasiva della coronarografia — commenta Giuseppe Specchia, direttore del dipartimento di cardiologia del Policlinico di Monza — ma è anche molto precisa: trova le lesioni, quando ci sono, nel 97% dei casi.
Ed è talmente veloce che può essere utilizzata anche nei pazienti con un battito cardiaco accelerato».
Al Policlinico di Monza l’équipe di Specchia e del radiologo Toufic Khouri utilizzano dal dicembre scorso una Tac multistrato che ha il software più avanzato d’Italia; un’altra è installata all’Università di Roma e un terza (ma in questo caso sarà una Tac-Pet e riuscirà anche ad analizzare il metabolismo del cuore) è in arrivo all’Università di Ferrara, nel Dipartimento di cardiologia.
Al momento attuale, però, la Tac multistrato non è indicata per tutti. Primo perché costa. Secondo perché esiste un problema di radiazioni: è bene non eseguirla più di due volte perché le radiazioni per singolo esame sono dalle 50 alle 80 volte più elevate rispetto alla quantità assorbita per una radiografia dei denti. Terzo perché rischierebbe di creare falsi malati.
«I candidati ideali—continua Ferrari — sono per ora i pazienti che hanno subìto un bypass, poi i portatori di stent, cioè di dispositivi che tengono aperte le coronarie. Infine tutti i pazienti ad alto rischio di malattia coronarica».
E’ un esame che potrebbe salvare la vita a molte donne. Spesso infatti nel sesso femminile le malattie di cuore si presentano in maniera subdola: con dolore, ma senza segni all’elettrocardiogramma. Proporre una coronarografia sarebbe eccessivo, ma un Tac non darebbe fastidio alla paziente e potrebbe risolvere la questione. L’importante è non abusare di questa sofisticata tecnologia: se usata per generici check up del cuore potrebbe rivelare lesioni silenziose e del tutto innocue e portare a interventi inutili. «Non bisogna mai dimenticare — mette in guardia Specchia— che tutto va sempre valutato con la clinica, altrimenti si creano le malattie soltanto in base all’iconografia. Non è detto poi che tutte le ostruzioni delle coronarie debbano essere operate: in certi pazienti può bastare un trattamento farmacologico più aggressivo».
L’unico esame che può competere con la Tac multistrato è la risonanza magnetica che non presenta il problema delle radiazioni, ma alcuni limiti sì: il panico che provoca in certe persone e il fatto che non può essere utilizzata su chi ha protesi metalliche. Tutte queste nuove tecniche rappresentano comunque un passo in avanti sulla strada di quello che i medici chiamano «one stop shopping » cioè la possibilità, per il futuro, di eseguire un’unica indagine non invasiva che permetta di vedere quello che gli attuali esami vedono singolarmente, cioè l’anatomia da un lato o la funzionalità dall’altro.
Tratto da: molecularlab.it – Fonte: Corriere.it – 02/09/2005
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Perchè gli animali non sono soggetti ad attacchi cardiaci mentre una persona su due ne rimane vittima ?
Gli animali non sono soggetti ad attacchi cardiaci perche’ il loro organismo produce grandi quantità di vitamina C. La vitamina C ottimizza la produzione di collagene e di altre molecole di rinforzo.
Di conseguenza le pareti delle arterie si stabilizzano, prevenendo così depositi aterosclerotici, attacchi cardiaci ed ictus.
Gli esseri umani non sono in grado di produrre una singola molecola di vitamina C con il proprio organismo e inoltre assumono solitamente poche vitamine nell’alimentazione. Conseguenze inevitabili sono pertanto l’indebolimento delle pareti arteriose e I’aterosclerosi.
La causa principale della diffusione epidemica della malattia cardiovascolare e pertanto la carenza cronica di vitamine e non gli elevati livelli di colesterolo.
La prima terapia (brevetto mondiale) per la regressione naturale della malattia cardiovascolare: Quando la parete arteriosa è indebolita dalla carenza di vitamine, l’organismo mobilita i suoi meccanismi di difesa: milioni di particelle di grasso (lipoproteine) si depositano sulla parete arteriosa attraverso una specie di «nastro adesivo» biologico che a lungo andare porta ad aterosclerosi, occlusione delle arterie, attacchi cardiaci e ictus.
Oggi questi depositi aterosclerotici si possono ampiamente prevenire e ridurre con agenti naturali “Teflon” che neutralizzano queste proprietà adesive.
La prima generazione di agenti antiaderenti “Teflon” della parete arteriosa, sono gli amminoacidi naturali lisina e prolina, che diventano ancora più efficaci se combinati con altre vitamine.
Un vecchio sogno dell’umanità diventa realtà: la regressione naturale della malattia cardiovascolare senza ricorrere all’angioplastica o all’intervento di bypass.
Sintesi del testo tratto dal libro “Perché gli animali non sono soggetti ad attacchi cardiaci e gli uomini sì” –
autore è il Dott. Mathias Rath, M.D.
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Scoperte cellule complici infarto
Scoperto il coinvolgimento di un tipo di cellule immunitarie conosciute nelle allergie, i globuli bianchi eosinofili, nell’infarto.
Il risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Universita’ di Verona e’ stato possibile grazie a uno studio pubblicato di recente sulla rivista Nature Genetics insieme a un secondo lavoro internazionale cui l’ateneo scaligero ha a sua volta preso parte e che ha permesso di isolare un gran numero di geni legati all’infarto.
By ANSA – Roma, italy, 4 Mar. 2009
Micobatteri e problemi cardiovascolari
Entro la fine del secolo scorso, a dispetto di più di un centinaio di anni di ricerca e osservazione clinica al contrario, la medicina abbandonato il legame tra l’infezione e l’aterogenesi, non perché si fosse mai dimostrato sbagliato, ma perché non in sintonia con le tendenze di un istituto di cura convinto che le malattie croniche come le malattie di cuore dovevano essere multifattoriali, degenerative e non infettive.
Eppure era l’incapacità stessa di “stabiliti” fattori di rischio come l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il fumo, di spiegare completamente l’incidenza e l’evoluzione delle malattie cardiovascolari che hanno portato storicamente a cercare una causa infettiva, una ricerca che ha avuto inizio più di un secolo fa.
Oggi, la metà delle vittime di attacco di cuore degli Stati Uniti hanno livelli di colesterolo accettabili e il 25% o più non hanno alcuna di “rischio di fattori “associata a malattie cardiache, tra cui il fumo, l’ipertensione o l’obesità, la maggior parte dei quali non sono in contrasto con l’essere causata da infezione.
Anche l’assalto del caso della più recente rivista tradizionalista del 2003, JAMA, a ‘sfatare’ quello che chiamano il “50%, mito fattore di rischio” rientra tristemente ed in breve sotto esame, iIn un gruppo di 30% che è morto di malattia di cuore con un colesterolo di almeno 240 mg / dl, una condizione che esisteva anche nel 21% di coloro che non sono morti durante lo stesso periodo.
E la sovrapposizione era evidente in tutta le cosiddette categorie di rischio. In tale controllo, l’autore principale della Groenlandia ha ammesso che se l’obesità, l’inattività e cholesterolemia elevata negli anziani sono inclusi, quasi tutti hanno un fattore di rischio e ha paragonato il dilemma a persone che fanno o non finiscono con la malattia di cuore fino alla sensibilità di persone che sono esposti alla tubercolosi ma non alla malattia.
In Infezioni e Aterosclerosi: nuovi indizi da una vecchia ipotesi ? Nieto ha sottolineato la necessità di estendere il possibile ruolo degli agenti infettivi al di là delle tre infezioni che hanno negli ultimi anni, sono al centro della ricerca: Citomegalovirus (CMV), Chlamydia pneumoniae e pylori Helicobactor [39].
Parti di malattie da micobatteri forniscono interessanti connessioni alle malattie cardiache. Non solo è l’unico microrganismo tubercolosico a dipendere dal colesterolo per la sua patogenesi, ma le mappe del CDC per le malattie cardiovascolari hanno una notevole similarita’ a quelli dei tassi di casi di TBC statali e regionali.
Ellis, Hektoen, Osler, McCallum, Swartz, Livingston e Alexander-Jackson hanno visto tutti le evidenze cliniche e di laboratorio di una relazione causale tra i micobatteri e malattie cardiache. E Xu ha dimostrato che le proteine dei micobatteri origine, hanno effettivamente portato ad aterosclerosi sperimentale in animali da laboratorio.
Inoltre dei marcatori presenti, hanno suggerito come indicatori per la suscettibilità, malattie cardiache come il C-Reactive Protein (CRP), interleuchina-6 e omocisteina sono similmente elevati in tubercolosici.
È necessario, dunque, pertanto di esplorare il legame tra malattie cardiache e la tubercolosi tipica ed atipica.
Commento NdR: anche in questo caso i medici e ricercatori NON comprendono come e perché nasce il sintomo=malattia, cioè l’ammalamento !
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Le pagine di questo sito contengono i risultati del Progetto Cuore: è possibile consultare le carte di rischio cardiovascolare e il punteggio individuale, due strumenti utili per valutare la probabilità di essere colpiti da un evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio, ictus) nei successivi 10 anni conoscendo il valore dei propri fattori di rischio. Sono disponibili i dati relativi alla distribuzione dei fattori di rischio e alla frequenza delle malattie cardiovascolari negli uomini e nelle donne di età media. Tratto da: http://www.cuore.iss.it/
L’alimentazione errata o contaminata, è alla base di ogni tipo di malattia, che non derivi da traumi, avvelenamenti o da farmaci e Vaccini, mangiate quindi POCHI carboidrati, aumentate la frutta e le verdure fresche (crude) ed eliminate i dolci – mangiate di tanto in tanto proteine animali (meglio pesce e carne di uccello e pochi formaggi) siate quindi tendenzialmente vegetariani !
vedi: Consigli Alimentari
NORME per il CONTROLLO dell’IPERTENSIONE ARTERIOSA e la RIDUZIONE del RISCHIO CARDIOVASCOLARE
1) Mantenere il giusto peso corporeo. Ridurre il soprappeso e soprattutto obesità, (indice di massa corporea al di sotto di 27.3 per le donne e di 27.8 per gli uomini).
2) Attenzione ai cibi: dare la preferenza agli alimenti vegetali ricchi in potassio
3) Ridurre l’apporto di sale a non più di 2-3 grammi al giorno, meglio niente.
4) Svolgere una regolare attività fisica, non intensiva.
5) Bandire il fumo e le droghe.
6) Consumare non più di 10 grammi al giorno di alcool, pari a a circa 250 cc di vino
7) Ridurre lo stress psico-fisico eccessivo.
8) Misurare periodicamente la pressione arteriosa ed annotarne i valori.
9) Se la pressione è alta seguire attentamente la terapia prescritta, assumere immediatamente delle pastiglie di aglio e biancospino in forti dosi.
10) L’ obiettivo è mantenere valori pressori inferiori a 140/90 mmHg, od ancora più bassi (< 130/80 mmHg), se si è diabetici o nefropatici.
11) La glicemia a digiuno dovrà essere inferiore a 110 mg/dl.
12) Il livello ottimale di colesterolemia totale è inferiore a 200 mg/dl, mentre quello del colesterolo LDL (che si può calcolare sottraendo al valore della colesterolemia totale quello del HDL colesterolo ed un quinto del valore dei trigliceridi) dovrà essere inferiore a 130 mg/dl in presenza di 2 o più fattori di rischio ed inferiore a 100 mg/dl in soggetti che sono già affetti da malattia coronarica, da diabete mellito o con rischio cardiovascolare globalmente elevato.
13) Il livello dei trigliceridi dovrà essere inferiore a 150 mg/dl e quello dell’HDL colesterolo maggiore di 40 mg/dl.
Continua su: http://www.farmasalute.it/Percorsi/circolazione/ipertensione_norme.asp
http://www.farmasalute.it/Percorsi/Cardiologia/index.asp
Commento NdR: non siamo d’accordo per il consumo di Vino che in questi casi DEVE essere abolito, perché l’alcool in esso contenuto, disturba anche la flora batterica intestinale ed il sistema enzimatico, creando disbiosi, infiammazioni ed infine malassorbimento e quindi malnutrizione; la cosa molto piu’ importante e’ l’alimentazione adatta = Crudismo in Emodieta !
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Il particolato fine “scarica” il cuore
Quando a Dublino venne proibita la vendita del carbone, le concentrazioni di particolato crollarono del 70 per cento in 72 mesi, e le morti per malattie cardiovascolari del 10 per cento – vedi Nanoparticelle
Il particolato fine che inquina l’aria delle città può esercitare effetti negativi sulle capacità di conduzione elettrica del cuore di persone che soffrono di cardiopatie severe. Lo riferisce un articolo pubblicato sulla rivista Circulation: Journal of the American Heart Association, in cui viene illustrata una ricerca condotta presso la Harvard University a Boston.
Il controllo della conduzione elettrica cardiaca su pazienti precedentemente ospedalizzati è stata monitorata attraverso un Holter per rilevare essenziali depressioni del segmento ST sull’elettrocardiogramma, e confrontarlo poi con i livelli di particolato.
Un segmento ST depresso può essere spia di un’insufficiente afflusso di sangue al cuore o di un’infiammazione a carico dl muscolo cardiaco.
“Abbiamo trovato che un innalzamento del particolato fine, proveniente dal traffico o meno, è predittivo di una depressione del segmento ST”, ha spiegato Diane R. Gold. che ha diretto lo studio, osservando che le modificazioni nel segmento ST riscontrate non erano associate ai sintomi dei pazienti, i quali erano stati ricoverati per controllare lo stato delle loro coronarie. “Gli effetti erano maggiori nel mese successivo alla dimissione dall’ospedale e per quelli che avevano già subito un infarto o erano diabetici.”
“Quando a Dublino venne proibita la vendita del carbone, le concentrazioni di particolato crollarono del 70 per cento in 72 mesi, e le morti per malattie cardiovascolari del 10 per cento”, ha ricorda la Gold, citando uno studio del 2002, per poi proseguire: “Il nostro studio fornisce un ulteriore razionale per evitare o ridurre l’esposizione a un traffico pesante dopo una eventuale dimissione dall’ospedale, anche per quanti non abbiano subito un infarto, e questo sia per lo stress che provoca, sia per l’esposizione al particolato”.
“Ora servono nuove ricerche per valutare se la depressione del segmento ST correlata all’inquinamento atmosferico sia legata a un accresciuta infiammazione cardiaca, a un ridotto afflusso di ossigeno, allo stress ossidativo o a un aumento del rischio di aritmie”, ha concluso la Gold. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
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PERICOLO FARMACI APPROVATI dalla FDA
Negli Usa avrebbero provocato in 5 anni oltre 27 mila infarti.
Sono gli antinfiammatori come il Vioxx, appena ritirato. Lo scandalo si allarga. Nel mirino industrie e controlli.
By Renata Tinnii – L’Espresso” nr. 43 210/2004
C’era una volta un farmaco superstar, uno dei 52 medicinali nel mondo che vendono per più di un miliardo di dollari all’anno.
Ora la stella è tramontata. Il 30 settembre 2004 la Merck ha ritirato il Vioxx da tutte le farmacie per il sospetto, ormai tramutato in certezza, che questo antinfiammatorio, consigliato contro l’artrite e altri dolori cronici, possa aumentare il rischio di infarto e ictus. La botta è colossale. In termini sia di soldi che di salute. Solo in Italia viene cancellato d’un colpo un fatturato che lo scorso anno è stato di 124 milioni di euro, che poneva il farmaco al 19° posto nei consumi degli italiani.
E pensare che nel 2000, anno in cui è stato introdotto in Italia, era al 78° posto. Una bella scalata, aiutata da un potente apparato promozionale e dalla promessa che questo e altri medicinali della stessa classe seppur non uguali (come Arcoxia di Merck e Celebrex di Pfizer) potessero fare egregiamente il loro lavoro di “pain-killeC senza tutte quelle ulcere e sanguinamenti gastrici che accompagnano i vecchi antinfiammatori non-steroidei (Fans), tipo aspirina e ibuprofene.
Peccato che uno studio finanziato dalla stessa Merck, chiamato “Approve”, abbia mostrato un aumento di guai al cuore in chi assumeva il farmaco per più di 18 mesi, rispetto al gruppo di controllo a cui veniva somministrato un placebo ( … ).
Intanto la palla di neve rotola e diventa ben presto valanga: lo stesso giorno in cui la Merck dichiara il ritiro dei Vioxx (dalla Food and Drug Administration filtra la voce che solo negli Stati Uniti i casi di infarto e morte da arresto cardiaco per l’uso dei farmaco dal 1999 al 2003 possono essere stimati intorno a 27 mila.
Lo studio, per la verità non ancora sottoscritto dall’agenzia americana, ma frutto delle proiezioni di un suo ricercatore su un campione di 1.400.000 pazienti, ha confrontato i diversi esiti al cuore in chi prendeva Vioxx rispetto al farmaco rivale Celebrex, della Pfizer. Quei 27 mila sarebbero gli infarti in più dei primo gruppo rispetto al secondo (…).
Un esperto della Fda americana aveva fiutato il pericolo: dall’alto però gli fu consigliato di tacere….
L’assunzione quotidiana di Aspirina NON riesce a prevenire infarto, ictus, negli anziani senza malattia cardiaca – Dic. 2014
Uno studio clinico di ampie dimensioni, effettuato in Giappone, non ha evidenziato nell’arco di 5 anni alcuna associazione tra l’assunzione una volta al giorno, di Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) a basso dosaggio e il rischio di infarto, ictus o morte negli anziani.
Lo studio era stato disegnato per valutare l’impatto di 100 mg di Acido Acetilsalicilico al giorno sul rischio cardiovascolare nella popolazione anziana giapponese.
Quasi 14.500 pazienti di età compresa tra 60 e 85 anni hanno preso parte allo studio.
Ogni partecipante presentava fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione, ipercolesterolemia o diabete mellito, ma non aveva diagnosi di malattia cardiaca.
La metà dei pazienti è stata assegnata in modo casuale ad assumere Acido Acetilsalicilico al giorno, mentre l’altra metà ha assunto placebo.
Dopo un follow-up di poco superiore a 5 anni, lo studio è stato interrotto quando non è stato riscontrato alcun significativo effetto benefico dell’Acido Acetilsalicilico rispetto al placebo.
Il rischio di infarto, ictus e mortalità è risultato simile nel gruppo Acido Acetilsalicilico e placebo.
Secondo gli Autori l’Aspirina a basso dosaggio, assunta una volta al giorno, NON riduce in modo significativo il rischio cardiovascolare nei pazienti giapponesi di età superiore ai 60 anni senza diagnosi di malattia cardiaca.
E’ invece dimostrato che basse dosi di Aspirina siano efficaci nella prevenzione secondaria per ridurre il rischio di eventi cardiaci.
E’anche possibile che l’Aspirina assunta quotidianamente possa essere efficace per prevenire le malattie cardiache, ma il beneficio non sarebbe sufficientemente grande. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere meglio quali individui possono trarre beneficio dall’uso di Aspirina a basso dosaggio, una volta al giorno. (Xagena2014)
Fonte: Journal of American Medical Association, 2014
By Cardio2014, Farma2014
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DOLORE AL TORACE ? – DUE FAST-TEST RILEVANO L’INFARTO – E’ infarto o no ? – (Asca) Roma, 27 ago 2009
Nell’incertezza due test rapidi rispondono prima che sia troppo tardi. Veloci, mini-invasivi, economici ed europei. Provengono infatti dal vecchio continente due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine che potrebbero rivoluzionare le corsie del pronto soccorso.
Le emergenze per attacchi cardiaci sono oltre 15 milioni, solo tra Europa e Stati Uniti. Non sempre pero’ il paziente che arriva mano al petto lamentando dolori lancinanti ha un principio di infarto.
L’esame tradizionale e’ l’elettrocardiogramma, non sempre risolutivo. Oppure si rileva la presenza di una proteina, la troponina, presente nel muscolo cardiaco. Peccato che quando questa supera la soglia di guardia, 4-8 ore dopo l’infarto, gli effetti devastanti sul cuore potrebbero gia’ esserci stato.
Il primo studio e’ stato condotto dal Policlinico Universitario di Basilea (Svizzera). Prelevati campioni di sangue da 718 pazienti con sintomi da infarto presunto, i medici hanno stabilito l’accuratezza dei nuovi test messi a punto da Abbott e Siemens.
Stesso copione in Germania,alla Johannes Gutenberg University di Mainz: testati 1.818 pazienti.
I risultati sono stati piu’ che positivi per entrambe le tecniche diagnostiche: i nuovi test hanno scovato l’infarto nel 94-96% dei casi, rispetto all’85-90% delle tecniche gia’ in uso.
Commento NdR: tutto cio’ e’ buona cosa, l’aver migliorato le indagini per l’infarto, ma si deve ricordare che la Medicina Naturale ha un semplice test, senza macchinari, ne’ analisi di laboratorio, che permette di conoscere in ANTICIPO se il soggetto e’ predisposto dal suo “terreno” all’infarto,
vedi: sopra: Segno di Caotino
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Il Kudzu per la salute del cuore
Lo studio di un gruppo di scienziati dell’Alabama, pubblicato dal Journal of Agricultural and Food Chemistry” – 28/08/2009
L’estratto della sua radice regola glucosio, glicemia ed insulina ed abbassa la pressione arteriosa
Ricerche precedenti, avevano mostrato come il Il kudzu (Pueraria lobata), pianta già fondamentale nell’antica medicina cinese, fosse in grado di combattere gli eccessi dell’alcolismo.
Ora, alcuni medici affermano come tale vegetale possa essere usato per migliorare la salute del cuore.
In particolare, questo è il messaggio di una ricerca, condotta un gruppo di scienziati dell’Alabama, coordinati dal dottor J. Michael Wyss, e pubblicata dal “Journal of Agricultural and Food Chemistry”.
Gli studiosi hanno lavorato con alcuni topi ipertesi, cui è stato somministrato un estratto di radice di Kudzu. Essi hanno così potuto osservare come il preparato riducesse i livelli di glucosio nel sangue, di glicemia ed insulina ed abbassasse la pressione arteriosa. Spiega il dottor Wyss: “Nonostante il meccanismo preciso per cui tutto questo avviene deve essere ancora definito, gli attuali risultati suggeriscono che integrare una dieta con supplementi a basi di radice di kudzu modula il glucosio, i lipidi e la pressione arteriosa”.
I medici americani sono infatti convinti che il kudzu possa essere usato con profitto contro numerose malattie cardiovascolari, tra cui la sindrome metabolica – By Matteo Clerici – Tratto da newsfoods.com
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IPERTENSIONE
Si stima che almeno il 30% della popolazione mondiale soffra d’ipertensione arteriosa.
Ufficialmente nel nostro Paese gli ipertesi sarebbero tra i 15 e i 20 milioni, ma solo il 50-60 % sa di esserlo.
Però ci sono anche parecchie persone che per errori diagnostici o per eccesso di medicalizzazione assumono farmaci inutilmente.
In oltre il 90% dei pazienti ipertesi la vera causa rimane sconosciuta. Probabilmente non esiste una causa univoca. I fattori che possono influire possono essere diversi e spesso agiscono in sinergia:
età, razza, familiarità, massa corporea, alcool, sedentarietà, fumo, caffè, diabete, dieta, stress, ecc. Sicuramente lo stress, lo stile di vita influiscono non poco, altrimenti non si spiega come mai Milano è considerata la capitale italiana dell’ipertensione e nell’industriosa e frenetica Lombardia il 33% dei cittadini è ipertesa, quando la media nazionale è del 25%.
Anche il consumo abituale di alcuni farmaci può essere dannoso per la salute, come è stato dimostrato per gli antinfiammatori non steroidei (FANS) .
Le terapie della medicina allopatica:
L’approccio terapeutico della medicina allopatica è tutt’altro che olistico. Una volta escluse cause organiche e fatta diagnosi di ipertensione primitiva l’unica preoccupazione è quella di tenere i valori pressori costantemente bassi. Un intervento largamente sintomatico. I farmaci impiegati sono diversi (ace-inibitori. beta-bloccanti, calcio-antagonisti, diuretici e inibitori dei recettori dell’angiotensina) e la terapia deve essere assunta per tutta la vita. Spesso può capitare che ad un primo farmaco, con il tempo, se ne aggiunga un altro e poi ancora un altro.
Spesso nelle persone giovani o di mezza età che hanno un’ipertensione agli esordi si ottengono straordinari risultati e il ricorso ai farmaci di sintesi è superfluo o può essere rimandato di diversi anni e addirittura evitato. Anche nei soggetti ipertesi che assumono farmaci da pochi anni è possibile ottenere ottimi risultati. Nei casi più refrattari, le cure naturali possono essere integrate con quelle chimiche, con il beneficio di ridurre nel tempo il carico di queste ultime.
E’ importante sottolineare il diverso approccio tra allopatia e la medicina naturale. L’allopatia, il più delle volte, oltre alla pratica pastiglia da assumere una volta al giorno non richiede troppi sacrifici e impegni da parte del paziente. Intendo dire che assumere l’antipertensivo è tutto quello che si deve fare. Sì, qualche vago consiglio sull’alimentazione, la raccomandazione di perdere peso ed evitare la vita sedentaria, ma nulla di più.
L’approccio olistico invece pone il paziente di fronte a tutti quegli aspetti della propria vita che possono in qualche modo aggravare la sua condizione morbosa e lo sprona ad operare effettivi mutamenti, siano essi sul piano pratico e materiale (alimentazione, lavoro, attività fisica, ritmi sonno/veglia, ecc.) sia su quello più interiore e umano (meditazione, yoga, arte, lettura, spiritualità, rapporti sociali, ecc.).
Quindi, l’approccio naturale all’ipertensione è necessariamente “integrato” e non si affida al farmaco.
Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti. I citrati eliminano le calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto !
Fitoterapia
Offre una serie di piante estremamente efficaci e tra le terapie naturali è forse quella che dà maggiori risultati nella cura dell’ipertensione. Purtroppo, in tempi recenti molte di queste piante sono state letteralmente fatte scomparire dal mercato, seguendo una logica secondo la quale le piante che funzionano vanno eliminate per non turbare il mercato del farmaco allopatico multimiliardario. Per quanto riguarda la loro presunta tossicità, oltremodo esagerata, è decisamente, e di molte misure, inferiore ai comuni farmaci con cui abitualmente molti volentieri si imbottiscono.
Per altro, non si capisce come mai queste stesse piante sono state usate vantaggiosamente dall’uomo per migliaia di anni.
Non c’è dubbio che in questi ultimi anni l’industria del farmaco chimico stia sferrando un poderoso attacco alle medicine naturali cercando di influenzare sia in America sia in Europa gli organismi preposti a regolamentare il mercato degli integratori e delle piante medicinali (Back-door laws against natural health. WDDTY, July 2007).
Vediamo adesso un elenco delle principali piante che abbassano la pressione. Attenzione, spesso vengono associate in formulazioni complesse, tra loro e con altre piante, per potenziare il loro effetto o per mitigare eventuali effetti indesiderati.
Rauwfolfia, Rauwolfia serpentina – la medicina Ayurvedica la utilizza da oltre 1500 anni, ma da tempo fa anche della fitoterapia occidentale. E’ una delle piante più attive per l’ipertensione. Si utilizza la radice. Ha un’azione ipotensiva e sedativa.
Purtroppo non è più disponibile, neanche su ricetta medica (cosa a dir poco vergognosa), nel nostro Paese. Tuttavia, nella vicina Svizzera, dove non mi pare siano meno sensibili di noi per quanto riguarda la salute dei cittadini, è tranquillamente reperibile in farmacia.
Coleus, Coleus forskohlii – altra pianta della tradizione ayurvedica.
Ha proprietà antipertensive, antiaggreganti piastriniche e vasodilatatrici. E’ divenuta famosa in Occidente dopo che un suo principio attivo, il forskohlin, è stato isolato per la prima volta nel 1970. A questo sono stati dedicati decine di lavori. Ha dimostrato di essere efficace in numerose condizioni patologiche, come l’infarto, il glaucoma e l’asma bronchiale. Il valore del Coleus per l’ipertensione sta anche nel fatto che possiede una certa azione antipiastrinica e quindi fluidifica il sangue e previene la trombosi. Anche questa meravigliosa pianta è stata tolta dal mercato.
Arjuna, Terminalia arjuna, – fa parte anch’essa della tradizione erboristica ayurvedica. Ha proprietà antianginose, cardiotoniche, antiaritmiche e sedative. Mantiene il sangue fluido. Dilata le coronarie, potenzia la circolazione, mantiene il tono e il benessere del muscolo cardiaco. Indicata per la prevenzione dell’infarto, ma è utilissima anche nel post-infarto. Si usa la corteccia che, per altro, è ricca di coenzima Q-10 (vedi oltre).
Cimicifuga, Actea racemosa – ha un’azione sedativa, antispasmodica e diuretica. Migliora la circolazione e riduce la pressione arteriosa. E’ spesso impiegata con altre erbe.
Kudzu, Pueraria lobata – la radice di Kudzu è utilizzata in formulazioni erboristiche cinesi per l’ipertensione. Aumenta il flusso sanguigno coronarico e cerebrale, dilata i vasi periferici e inibisce l’aggregazione delle piastrine.
Pervinca, Vinca minor – Ha un’azione ipotensiva, spasmolitica, sedativa e attivatrice del microcircolo cerebrale. L’effetto ipotensivo dipende dalla diminuzione della resistenza vascolare periferica. Più spesso usata in formule complesse.
Cardiaca, Leonurus cardiaca – Ha un’azione ipotensiva non marcata e per questo spesso è associata ad altre piante. Possiede anche un’azione sedativa cardiaca e antiaritmica. Si utilizza soprattutto nei disturbi cardiaci associati ad ipertiroidismo.
Biancospino, Crataegus oxyacantha e monogyna – Ha un’azione antiaritmica, cardiotonica, coronarodilatatrice, sedativa e ipotensiva. Le procianidine oligomeriche (OPC) hanno un’azione antiossidante a livello delle pareti vasali. C’è chi preferisce i fiori, ritenendoli più efficaci, altri invece usano le bacche.
L’impiego costante di una tintura a base di bacche è considerato ottimo nei soggetti che hanno familiarità all’ipertensione. Previene anche l’aterosclerosi.
Vischio, Viscum album – Si associa vantaggiosamente con il precedente. Ha un’azione vasodilatatrice, antispastica, ipotensiva e diuretica. Si usano le foglie.
Celidonia, Chelidonium majus – Questa papaveracea ha un’azione spasmolitica, sedativa e rilassante la muscolatura liscia. Nella cura dell’ipertensione è usata in combinazione con altre piante.
Aglio, Allium sativum – Numerosi studi clinici hanno dimostrato la sua positiva azione nella prevenzione del rischio cardiovascolare.
Regolarizza la pressione arteriosa, previene la trombosi e la formazione delle placche aterosclerotiche. Il modo migliore è fare uso di aglio fresco, assumendo 2-4 spicchi al giorno, ma non tutti se la
sentono. Comunque, in commercio esistono estratti secchi titolati che non danno problemi di alito.
L’Aglio assieme al Biancospino per problemi di circolazione e di cuore sono indispensabili, oltre a questo:
Olivo, Olea europea – Di questa nota pianta si usano le foglie. Ha un’azione ipotensiva, per dilatazione periferica, antiaritmica e diuretica. L’effetto antipertensivo si ottiene in genere a dosaggi alti e comunque è meno marcato rispetto alle altre piante. Il più delle volte è impiegata in associazione con altre erbe.
Perla polvere ((Mukta Pishti) – non è un fitoterapico, ma viene inserito nelle preparazioni erboristiche ayurvediche. La polvere di perla è uno speciale preparato per la cura dell’ipertensione.
Stabilizza le emozioni, calma la paura, riduce il senso di frustrazione, la collera ed è considerata un rigenerante tissutale.
Alle piante più spiccatamente antipertensive, se ne possono associare altre con azione complementare:
1. anticoagulanti o fluidificanti del sangue – Zenzero, ginkgo biloba, angelica cinese, meliloto, ecc.
2. adattogene (contro lo stress, ansia, eccitazione, ecc.) – Ashwagandha, luppolo, jatamansi, asparago racemoso, passiflora, valeriana, avena, bacopa, centella, melissa, ecc.
3. diuretiche – Pilosella, tè di Giava, betulla, levistico, parietaria, prezzemolo, tarassaco, tribulus, ecc.
Integratori
Magnesio – E’ un “calcio-antagonista” naturale ed è di fondamentale importanza per mantenere i giusti equilibri minerali a livello delle cellule delle pareti vasali. Ottimo come cura e come prevenzione nei soggetti a rischio. Da assumere quasi sistematicamente. Il suo effetto sulla pressione si manifesta pienamente dopo qualche settimana.
Cuore: problemi causati dal poco magnesio – 3 Dicembre 2010
Il cuore, se non controllato, è soggetto a molti problemi; tra le motivazioni ci sarebbe, anche, la mancanza di magnesio.
Secondo uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School, la morte cardiaca improvvisa sarebbe dovuta, anche, da insufficienti quantità di magnesio assunte con la dieta.
Studi simili erano stati eseguiti nel 2009, senza grandi risultati; uno di questi studi era stato pubblicato sul Journal of American Academy of Nurse Practitioners, il quale non aveva portato giovamento alle donne.
L’attuale studio, invece, analizzando i dati positivi di circa 90.000 donne che avevano partecipato Nurses’ Health Study, ha indicato un ruolo protettivo anche per il sesso femminile. Da questa ricerca si è visto che maggiori quantità di magnesio (tra i minerali più importanti per la salute del nostro organismo) si assumevano minori erano i rischi di morte cardiaca improvvisa: addirittura la percentuale di rischio diminuiva del 37-41%.
Lo studio, pubblicato sul American Journal of Clinical Nutrition, ha elencato quali sono le migliori fonti alimentari di magnesio: carni, cereali, latte, dolci, verdura a foglie verdi, (NdR: dimenticandosi molti altri cibi vegetali molto utili).
Bisognerebbe introdurre quantità maggiori di questi alimenti, cosa che, secondo le statistiche non succede, infatti, il fabbisogno giornaliero non viene raggiunto né dagli uomini né dalle donne.
Per prevenire questi problemi a livello cardiaco occorrerebbe controllare per via ematica i livelli di magnesio presenti nel nostro organismo, e nel caso in cui ce ne fosse bisogno, introdurre, le giuste quantità di magnesio nella propria dieta.
Fonte: tantasalute.it
Coenzima Q-10 – Gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione dei nutrienti in energia. Ogni singola cellula nel corpo necessita di questo fattore, ma le cellule dei tessuti a maggiore consumo enrgetico ne hanno più bisogno, come quelle del fegato, dei reni, del pancreas e del cuore. E’ un potente antiossidante e ha dimostrato di essere efficace nel normalizzare la pressione sanguigna. Gli organi d’animali, come il fegato, il rene e il cuore, sono una fonte naturale eccellente di Q-10, ma si trova anche nei pesci e in alcuni vegetali. Ricordo che questo fattore è liposolubile e quindi necessita di un’alimentazione in cui siano presenti buone quantità di grassi, per essere assorbito a livello intestinale.
E’ anche sintetizzato dal nostro organismo, ma viene facilmente distrutto da un consumo eccessivo di zuccheri e sostanze stimolanti. I pazienti cardiovascolari necessitano di maggiori quantità di Q-10 (Proc Natl Acad Sci, 1985; 82: 901-4; Drugs Exp Clin Res, 1984; 10: 487-502). I suoi benefici nel caso di angina, ipertensione, insufficienza cardiaca, aritimie e disturbi valvolari sono stati dimostrati a partire dagli anni ’70 (J Molec Med, 1977; 2: 431-60) e poi continuamente confermati da successivi studi.
Le statine (farmaci che abbassano il colesterolo) riducono del 40% la sintesi di Q-10 nel corpo.
Vitamina C – Aumenta la produzione di prostacicline, una piccola molecola che non solo rilassa i vasi sanguigni, ma favorisce una corretta fluidità del sangue. La vitamina C è fondamentale per la salute cardiovascolare. In alcuni studi, la somministrazione regolare di vitamina C ha dimostrato di abbassare significativamente la pressione arteriosa (Lancet, 354: 1999: 2048-9).
Lisina e prolina – Sono due amminoacidi che proteggono le pareti arteriose e prevengono al formazione delle placche aterosclerotiche. La sclerosi delle pareti è spesso intimamente correlata con l’ipertensione. Sono importanti componenti del collagene e di altre molecole che danno stabilità alle pareti dei vasi. L’assunzione insieme alla vitamina C è quanto mai vantaggiosa. Con altri elementi, fanno parte della terapia cellulare del Dr Rath (M. Rath MD.Why animals don’t get heart attacks…but people do.)
Arginina – E’ un amminoacido che facilita l’azione di una piccola molecola chiamata ossido d’azoto, capace di aumentare l’elasticità delle pareti arteriose e aiutare a normalizzare la pressione.
Licopene – Un antiossidante che si trova soprattutto nei pomodori e nell’anguria. Somministrato come integratore, si è dimostrato efficiace in un campione di pazienti ipertesi di età compresa tra i 30 e i 70 anni (American Heart Journal, January 2006). Anche questo è un fattore liposolubile e quindi senza grassi nell’alimentazione viene poco o nulla assorbito.
Fermenti lattici – Diverse preparazioni hanno mostrato effetti positivi sulla pressione e sulla prevenzione cardiovascolare. Più in generale, il consumo regolare d’alimenti fermentati è di grande aiuto nella cura e nella prevenzione dell’ipertensione.
Omega-3 – Indubbiamente gli “oli di pesce” hanno dimostrato di essere efficaci nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e, in particolare, di essere in grado di contribuire all’abbassamento dei valori pressori – circa 3.0/1.5 mm Hg – (Circulation, 1993 August, 88: 523-33). Tuttavia, l’assunzione eccessiva e prolungata di questi oli potrebbe avere degli effetti collaterali.
Il mio consiglio è di non farsi prendere dalle mode del momento e di assumere dosaggi terapeutici di omega-3 (nel caso dell’ipertensione si aggirano sui 5 g al giorno) solo sotto controllo medico.
Meditazione Trascendentale Maharishi
Diversi studi hanno messo in evidenza l’utilità della Meditazione Trascendentale (MT) di Maharishi nel trattamento dell’ipertensione arteriosa border line e di grado lieve (Hypertension 1995; 26:820-827; Archives of Internal Medicine, Jun 2006; 166: 1218 – 1224). La MT è in grado di abbassare di almeno 10 mm Hg la pressione massima e di 5 mm Hg la minima e si è rivelata notevolmente superiore ad altre medotiche di meditazione e di rilassamento, al biofeedback e a diverse altre tecniche simili (American Journal of Health promotion 1998; 12(5):297-298).
Panchakarma
Importante e fondamentale programma di purificazione della Medicina Ayurvedica. In collaborazione con una società di assicurazione olandese è stata condotta una ricerca su 126 persone sofferenti di malattie croniche. La durata media della loro malattia era di 20 anni e dopo solo 3 mesi di trattamento con le tecniche di Panchakarma dell’Ayurveda Maharishi si sono notati notevoli miglioramente. Nel caso dell’ipertensione si sono avuti successi nel 56% dei casi.
Yoga
In generale gli studi dimostrano che le persone che praticano lo yoga sono meno ansiose, più resistenti allo stress, hanno la pressione più bassa e le funzioni cardiache e respiratorie più efficienti. Quindi, senza dubbio lo yoga può giocare un ruolo importante nel trattamento e nella prevenzione dell’ipertensione (Cardiovasc Nurs, 1997; 11: 53-65). Addirittura è stato dimostrato che lo yoga può ridurre la pressione in modo significativo in pochissimo tempo (Ind J Physiol Pharmacol, 1998; 42: 205-13; Aviat Space Environ Sci, 1989; 60: 684-7).
L’alimentazione
I vegetariani affermano che la loro dieta aiuta a curare e prevenire l’ipertensione, così come effettivamente proverebbero alcuni studi. Tuttavia, c’è il sospetto che non sia tanto l’esclusione della carne e dare risultati positivi, ma piuttosto lo stile di vita complessivamente più salutistico (health conscious) che molti vegetariani seguono: consumo di alimenti bio, molta frutta e verdura, cure naturali, ricerca di armonia e ambienti meno inquinati, tecniche di rilassamento, meditazione, ricerca e pratiche spirituale, ecc. – vedi: Crudismo in Emodieta
Non si tratta quindi di confrontare un qualsiasi campione di popolazione che mangia carne con uno che non la mangia, ma di prendere in considerazione un gruppo molto selezionato dai consumi e stile di vita consapevoli che di fatto enficia totalmente i risultati di questi studi. Quello che conta, quindi, non è escludere o meno la carne, ma piuttosto curare lo stile di vita nella sua globalità.
Per altro, diversi studi dimostrano che il fattore decisivo per la prevenezione del rischio cardiovascolare è l’aumento del consumo di verdura e frutta fresca, ricche di antiossidanti e potassio, piuttosto che l’esclusione della carne e dei famigerati grassi animali (BMJ, 1996; 312: 1479; BMJ, 1996; 312: 478-81; JAMA, 1995; 274: 1197; Lancet, 2002; 359: 1969-74). Per quanto riguarda il consumo di proteine poi, il mito per cui un loro eccesso sia la causa dell’ipertensione è del tutto privo di fondamento, così come dimostrato da alcuni studi (Circulation, 1996;94(7):1629-34; Circulation, 1996, 94(10):2417-23).
Una cosa è certa, l’ipertensione si associa molto spesso al sovrappeso e quindi una dieta s’impone quasi sempre. Si calcola che ogni kg perso abbassi la pressione di 1 mm Hg.
Personalmente, nella mia pratica clinica, ho notevoli risultati con una dieta piuttosto “primitiva”, che è allo stesso tempo disintossicante e dimagrante: proteine, grassi, cibi fermentati, verdure, frutta. Pochi cereali, legumi e zuccheri. Avendo cura di scegliere il più possibile alimenti freschi, interi e di origine biologica.
Oggi giorno, il vero pericolo si nasconde in una alimentazione troppo ricca di carboidrati e non di grassi e proteine. Il consumo eccessivo di carboidrati mantiene alti i livelli di insulina nel sangue e danneggia i vasi.
Il problema del sale alimentare
Certamente l’uomo moderno consuma molto più sale del passato. Ad essere in eccesso non è tanto quello che si aggiunge all’ insalata e alle normali pietanze, ma quello “occulto” che si nasconde nei cibi conservati o confezionati. Addirittura anche le merendine, i cereali del mattino e altri cibi dolci di tipo commerciale contengono spesso notevoli quantità di sale.
Ufficialmente si consiglia un consumo giornaliero di non oltre 5-6 g di sale, corrispondente ad un cucchiaino, mentre molti di noi viaggiano tranquillamente sugli 8 -10 grammi. Non tutti sono d’accordo che il sale sia la causa dell’ipertensione.
Piuttosto credono che il problema riguardi alcuni soggetti sensibili e non tutta la popolazione (per esempio, più gli uomini che le donne). Inoltre, c’è chi mette in guardia dai pericoli di una dieta troppo povera di sale. Anche i sostituti del sale, ricchi di potassio, possono rappresentare un pericolo, se consumati in eccesso, così come hanno dimostrato dei ricercatori olandesi (BMJ, 2003; 326: 35-6).
L’ attività fisica
E’ importante, anche se negli ultimi anni sempre più viene dimostrato che non è necessario diventare dei fanatici del movimento per rimanere in forma e prevenire le malattie. L’esercizio isometrico, come il sollevamento dei pesi, andrebbe evitato, perché aumenta la pressione sanguigna, soprattutto se si trattiene il respiro quando si fa lo sforzo. Camminare, fare escursioni, nuotare, andare in bicicletta e altri sport all’aperto sono ottimi, ma se fatti con regolarità…una volta ogni tanto serve a poco. Fare attività fisica regolare tra i 18 e i 30 anni riduce la possibilità di sviluppare l’ipertensione nei successivi 15 anni.
(CARDIA study. Am J Public Health 97(4), 2007).
Tratto da: dottorperuginibilli.it
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Eseguito in Italia il primo stent riassorbibile in angioplastica coronarica. – 13 Ge. 2012
E’ durata circa 45 minuti la prima operazione in Italia, che ha completato la fase sperimentale, l’angioplastica con stent bioassorbibili.
L’intervento e’ stato fatto all’Ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto il quale ha annunciato, da parte della stessa USSL 8 di Asolo (Treviso), la quale ha spiegato come l’operazione, che aveva un uomo di 41 anni come paziente, il quale aveva avuto una buona attivita’ sportiva, ma aveva ormai somatizzato una aterosclerosi coronarica diffusa; l’intervento e’ durato 45 minuti ed ha avuto un “buon esito”.
E’ stata la squadra gestita dal primario Cardiologia Ospedale San Giacomo, Carlo Cernetti ad eseguire l’Emodinamica chirurgica.
La procedura eseguita senza complicazioni, con accesso attraverso l’arteria radiale, ha permesso al paziente di tornare alla sua stanza d’ospedale da solo: questo è il primo caso del genere a livello nazionale. “Questa tecnologia permette di ricostruire l’anatomia delle arterie coronarie che introducono impianti bioriassorbibili i quali che entro 18-24 mesi tendono a riparare completamente l’arteria e poi si dissolvono, a differenza degli stent di metallo attuali (medicati e non) che persistono nel tempo nell’albero coronarico del paziente a tempo indeterminato ».
La terapia riparativa, in combinazione con la moderna farmacologia,« permette al paziente di condurre una vita pressoche’ normale, con forte riduzione del rischio di futuri eventi cardiovascolari “e, per ora è applicabile solo a un gruppo limitato di pazienti, si apre” la strada a uno scenario in cardiologia interventistica, di enorme impatto per i pazienti da malattia vascolare ostruttiva “, continua Dr.Cernetti:” Questo è un significativo intervento perche ‘questo nuovo tipo di stent rilascia lentamente un farmaco che permette la guarigione delle arterie ostruite e dopo 18-24 mesi è completamente bioassorbito.
Questa tecnologia riduce il rischio di trombosi da stent per l’arteria e dà la capacita ‘di rispondere agli stimoli naturali neuro-endocrini (vasodilatazione e vasocostrizione). ”
Questo e’ un grosso passo avanti per la cardiologia interventistica.
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RIANIMAZIONE – RCP: forte pressione del salvatore – 15/10/2010
Non si tratta solo di ritmo, nella rianimazione cardiopolmonare. È necessaria una profonda compressione del torace affinché il massaggio raggiunga il cuore. Ci sono gadgets che facilitano la vita quotidiana dei salvatori della vita. E c’è anche una versione, un po’ dubbiosa forse, dell’iPhone.
La rianimazione cardiopolmonare (RCP) è una scelta medica che non si può purtroppo allenare ai casi seri. In teoria alla maggior parte dei medici e anche ai molti “dilettanti”, i pochi passaggi consigliati in caso di arresto cardiaco sono ben chiari.
Ma quando la cosa diviene seria, il risultato spesso non è ottimale. I nervi tremano e spesso, a causa della mancanza di pratica, manca il senso della giusta misura da prendere, soprattutto nella compressione toracica.
Little brother is coaching you !
Per questo motivo ci sono corsi con bambolotti di gomma che, a seconda del prezzo della bambola ed anche del prezzo del corso, si avvicinano il più possibile alla situazione reale. C’é un numero sempre maggiore di soluzioni mobili che pretendono di aiutare il soccorritore alle prime armi, sia egli un medico o meno, nella eventualità di una rianimazione. Nei casi meno spettacolari, appartenenti a questa categoria, si tratta di software per telefoni mobili, che, più o meno bene, rappresentano i consigli della American Heart Association (AHA) per la rianimazione cardiopolmonare da parte di persone non esperte. Ci si immagini una sorta di Mini-Slideshow da mettere al proprio fianco nelle situazioni di emergenza, per seguire le istruzioni del software passo per passo. Le soluzioni migliori sono provviste di una guida acustica che dice al soccorritore cosa deve fare.
Un ulteriore elemento multimediale è una sorta di metronomo che indica, durante il massaggio cardiaco, la temporizzazione dei “100 al minuto”. Un esempio di un tale elaborato sistema è il piccolo apparecchio PocketCPR. Viene prodotto dall’impresa americana Zoll Medical, un’impresa che produce, tra le altre cose, anche defibrillatori. È stato autorizzato al commercio persino dall’autorità americana FDA come apparecchio liberamente disponibile in caso di emergenza.
Premere fino a che il sensore cigola
Una frequenza di compressione errata è uno degli errori più frequenti che i soccorritori alle prime armi fanno. Soprattutto poi, quando le forze vengono a mancare, spesso anche il ritmo di compressione scende. La giusta frequenza non é tutto, però.
Di fondamentale importanza è anche la profondità di compressione: il soccorritore deve esercitare un po’ di pressione per pompare quel 30% di volume sanguigno nel corpo, che, sulla base della ricerca scientifica, È raggiungibile con una RCP correttamente eseguita.
Tuttavia ci si chiede come sia possibile avere la sicurezza che il primo soccorritore eserciti davvero una pressione energicamente sufficiente? Zoll Medical ha trovato una soluzione: L’impresa ha fornito il suo PocketCPR-System di un sensore di accelerazione sviluppato dalla società Analog Devices.
Quando l’apparecchio viene posto sul petto, durante la rianimazione, il sensore calcola, grazie ad un algoritmo, sulla base dell’accelerazione e della frequenza di compressione, la profondità di compressione.
Alcuni defibrillatori dello stesso produttore utilizzano una tecnica simile. Oggi, inoltre, è disponibile anche una versione miniaturizzata e priva di elettrodi. Secondo le indicazioni dell’impresa il sistema è tarato su persone a partire da otto anni di età. Può registrare con precisione la profondità di compressione consigliata dall’AHA di 1,5 fino a 2 pollici (3,8 fino a 5,1cm).
Mark Totman, Presidente della società figlia della zoll medical, la Bio-Detek, nonché responsabile del PocketCPR-System, è convinto che la qualità della rianimazione venga migliorata dal supporto digitale: “Molte persone non vogliono fare la rianimazione perché hanno la sensazione di non essere sufficientemente allenati a farla. Il nostro apparecchio può dar loro la necessaria fiducia in sé stessi per poter agire in caso di emergenza”.
La versione dell’iPhone riceve una critica negativa
Il PocketCPR-System con il sofisticato sensore di accelerazione – qui è possibile vedere un video non proprio privo di drammaticità – si può acquistare per 129 dollari. I proprietari di un iPhone possono risparmiarsi questa spesa, in quanto la Zoll Medical offre un’applicazione per iPhone che in caso di emergenza può dare un’aiuto per la RCP.
L’applicazione, disponibile già dal 2009, sfrutta il sensore di accelerazione integrato nell’iPhone per stimare la profondità di compressione. Ma l’iPhone non si può appoggiare tanto facilmente sul petto della persona in pericolo di vita e contemporaneamente comprimere con tutta la propria forza, perché è troppo grosso, troppo piatto, fatto in buona parte di vetro.
Perciò viene fissato al polso. Ma per questo non c’è un’autorizzazione della FDA. È forse un gadget, più che un vero aiuto? Gli utilizzatori sono piuttosto critici. In 28 valutazioni nello store della Apple, l’applicazione ha ricevuto il mediocre voto di due stelle e mezza su cinque. A onor del vero si deve però dire, che la versione del PocketCPR per iPhone non viene pubblicizzata come aiuto reale in caso di emergenza, ma come strumento per il training alla rianimazione.
By Philipp Graetzel – Tratto da: news.doccheck.com
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STOP alle Statine
Due tipi di colesterolo: uno si chiama LDL e aumenta il rischio cardiovascolare. L’altro si chiama HDL e lo diminuisce. L’obiettivo di ogni cura atta a ridurre il rischio cardiovascolare vuole tra le altre cose e in caso di necessità, aumentare la quota di HDL e, solo possibilmente, ridurre quella di LDL.
Tuttavia oggi sono pochi coloro che controllano il valore delle HDL prima di prescrivere le celebri statine, farmaci in grado di abbassare il colesterolo (sia quello “buono” che quello “cattivo”) bloccando l’enzima chiave della sua sintesi. Che tale atteggiamento riduca il rischio cardiovascolare a livello di popolazione è certo. Il fatto che tale scelta terapeutica vada bene sotto ogni aspetto è invece da escludere.
L’ultimo dato che fa riflettere in proposito è quello pubblicato sul British Medical Journal e che vede un aumento del rischio di sviluppare diabete in chi assume statine di nuova generazione, ulteriore rispetto ai trattati con la pravastatina, considerata come “limite zero” (sempre che si tratti già in questo caso di vero “zero”).
http://www.bmj.com/content/346/bmj.f2610
Si ricorda lo scopo fondamentale dell’uso delle statine ?
Era quello di ridurre gli eventi cardiovascolari avversi. I pazienti che sviluppano diabete hanno un rischio di malattia cardiaca tale da far sì che essi siano, da linea guida, trattati come chi abbia già sofferto di danni cardiovascolari in passato.
Ricapitolando, le statine aumenterebbero il rischio di patologia cardiovascolare in alcuni pazienti, senza peraltro che questo sia l’unico effetto avverso ipotizzato e convalidato.
Quando si studiano i livelli di colesterolo e i suoi effetti, la prima domanda che ci si pone è: non avrebbe più senso aumentare l’HDL invece che lavorare per diminuire il colesterolo totale ? La risposta è sempre la stessa: certo, ma l’HDL, a quanto finora noto, si alza solo con l’attività fisica e lo stile di vita; il che forse rappresenterebbe un motivo in più per occuparsene.
La modificazione dello stile di vita e l’incremento dell’attività fisica agiscono infatti a livello sistemico riducendo non solo il rischio cardiovascolare di cui si “occupano” le statine, ma anche ,ad esempio, quello di sviluppare cancro o neoplasie, e problematiche di tipo depressivo o psichiatrico, andando a toccare le tre grandi problematiche del nostro tempo.
Altri meccanismi possono fare da supporto, l’utilizzo e la prescrizione di olii Omega-3, ad esempio, agisce sulla riduzione dello stesso rischio cardiovascolare, agendo in una logica antiinfiammatoria e di regolazione della funzione cellulare che agisce in maniera esattamente complementare all’attività fisica stessa.
E frattanto che le statine si riscontrano problematiche per lo sviluppo di diabete e per la patologia cardiovascolare stessa (benché si tratti comunque di una quota minima di pazienti rispetto alla totalità trattata), sull’American Journal of Medicine esce uno studio monitorato dalle università di Harvard e del Nebraska.
http://www.amjmed.com/article/S0002-9343(13)00200-3/abstract
Questo studio identifica negli studenti che fanno abituale uso di marijuana diminuiti livelli di insulino-resistenza e una minore circonferenza della vita rispetto a chi ne avesse fatto uso in passato, con risultati aggiustati anche per attività fisica e stile di vita.
Parametri di questo tipo risultano protettivi per la patologia cardiovascolare oltre che per le neoplasie di cui si è sopra trattato e per lo sviluppo di diabete stesso, lasciando porte aperte ad ulteriori analisi e valutazioni per trovare elementi che siano di supporto nello sviluppo di una salute (e di una prevenzione) il più possibile duratura e sicura.
Continua con altri particolari QUI: Risultati della ricerca per “il cuore non è” – PattoVeraScienza