Cure termali con l’acqua
Prime positive risposte scientifiche, sull’Idroterapia, ma i romani di 2000 anni fa, gia’ ne conoscevano abbondantemente i sicuri benefici !
Alle volte se si utilizza un’acqua con troppi pochi sali si hanno reazioni di mancanza di sostanze e da queste reazioni si possono indurre debolezze, difficoltà alla difesa dalle malattie, senso di stanchezza continuo.
Altre volte se si utilizzano acque con troppi minerali si possono avere altre reazioni anomale che possono generare altre malattie.
Per cui saper quale, quanta, come utilizzare l’acqua e’ evidentemente una cosa importante !
“La morte risiede nell’intestino” cosi’ insegnavano gli antichi medici, quelli moderni, legati ai farmaci….se lo sono dimenticato……
L’Idrocolonterapia puo’ essere effettuata in 2 modi:
– per via Orale bevendo una speciale acqua dinamizzata a pH >di 8, eventualmente magnetizzata dal corpo della persona stessa, a basso residuo di minerali e bevuta calda, secondo una tecnica messa a punto dall’autore di questo trattato – si consiglia in certi casi di assumere in quest’acqua calda del Magnesio.
– per via Anale, con apposite apparecchiature con le quali si infila nell’ano e quindi nell’intestino dell’acqua.
vedi Idrocolonterapia + Muco Intestinale
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Naso: cure termali per le infiammazioni
Le cure termali sono realmente molto efficaci in caso di infiammazioni croniche del naso. Lo dimostrano i dettagli delle ricerche e l’opinione degli esperti.
I benefici delle acque termali sono noti da più di 2.000 anni, ma solo da poco si sono iniziati a studiare gli effetti che i loro principi attivi hanno sull’organismo. “Le rinosinusiti, sono caratterizzate da un processo infiammatorio delle cavità nasali e della mucosa dei seni paranasali, sono un problema molto diffuso – afferma il professor Alberto Staffieri, Direttore Clinica Otorinolaringoiatrica, Università degli Studi di Padova e autore di due studi di recentissima pubblicazione –. Basti pensare che, dal punto di vista epidemiologico, affliggono ogni anno più di 31 milioni di nordamericani”.
Le irrigazioni nasali con differenti tipi di acque termali sono considerate una cura diffusa, ma aspecificatamente raccomandata come trattamento. Oggi sono disponibili anche le certezze scientifiche che dimostrano come le acque termali abbiano delle proprietà farmacologiche positive nella cura di molte patologie.
Commento NdR: una delle cose che questi esperti non sanno e’ che anche le irrigazioni della propria urina sono molto benefiche per le infiammazioni nasali, ma e ricordiamo a questi “esperti” che, se non si eliminano le cause delle infiammazioni, che risiedono sempre nell’intestino, i problemi locali ritornano SEMPRE.
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Cura e prevenzione di tutte le malattie ? – I “bagni derivativi”, ovvero Bagni di sedere e Frizioni fredde.
Un rimedio semplice e gratuito per la salute (psico-fisica) del nostro corpo è l’acqua. Ovviamente chi è abituato a correre dal medico per farsi prescrivere rimedi farmacologici per ogni piccolo o grande fastidio difficilmente ci crederà, ma madre natura ha fornito a tutti gli esseri viventi l’accesso a semplici e gratuiti mezzi di guarigione. Con la differenza che mentre un gatto quando sta male sa per istinto cosa fare, noi uomini tecnologici spesso dobbiamo ragionarci su per delle ore, dei giorni, dei mesi, rivolgerci a specialisti, affidarci a rimedi allopatici, sperare che la cura sia quella giusta.
Noi uomini abbiamo perso il contatto con la tradizione e con tutto ciò che è naturale ed istintivo fino al punto che in tempi non molto lontani ci siamo fatti convincere (da persone che osavano definirsi medici) che l’allattamento al seno fosse una cosa superflua e che il latte artificiale fosse migliore, più sostanzioso, più nutriente di quello materno. In questi tempi finalmente le menzogne sul latte artificiale crollano miseramente su sé stesse e tutti consigliano di allattare al seno i propri bimbi (ponendo ancora spesso assurdi limiti, “allattare solo fino a sei mesi”, “allattare fino a nove mesi”, “non allattare altre l’anno di età”, quando il latte materno fa benissimo anche a bambini di 3, 4 o 5 anni).
Se l’allattamento al seno materno è un rimedio semplice e gratuito per garantire al bambino benessere psico-fisico (conforto, affetto, nutrizione equilibrata, difese immunitarie) il bagno derivativo è una tecnica semplice e gratuita per aiutare l’organismo ad espellere le tossine in modo da prevenire e curare molte malattie.
La tecnica dei bagni derivativi fa parte di molte tradizioni ancestrali/popolari ed è stata ri-scoperta in occidente da Louis Kuhne.
In un periodo in cui è sofferente di una grave malattia ai polmoni egli ha avuto la fortuna di osservare un gatto che per guarire rapidamente da una frattura ha utilizzato una miracolosa cura a suon di leccate sul proprio sesso (e sulla gamba rotta).
Kuhne, osservando la rapida guarigione del gatto ha quindi provato a replicare la cura sul proprio corpo ed è guarito rapidamente dalla sua afflizione con quelli che da allora sono stati denominati “semicupi con frizione” o “bagni derivativi”.
Tratto in parte da: bainsderivatifs.com
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ACQUA IONIZZATA
La cura dell’acqua ionizzata (basica od acida) ormai e’ utilizzata anche in certi ospedali nel mondo con risultati eclatanti, sconosciuti ai medici allopati che non conoscono la Medicina Naturale.
Essa puo’ essere utilizzata a seconda dei casi, sia per via orale, da bere, sia per l’esterno del corpo per le malattie della pelle(anche per ferite da trauma o da operazioni chirurgiche).
Nel sito qui riportato si possono vedere dei video che illustrano le varie applicazioni dell’acqua ionizzata.
vedi: http://glowing-health.com/alkaline-water/videos-aw.html
Vedere qualche applicazione di quest’acqua: ACIDA e/o BASICA + CISTE (eliminata con l’acqua basica)
Alcuni prodotti Naturali e Tecniche che possono essere di aiuto per chi soffre di ipertensione sono : Aglio – Omega 3 – Omega 6 Melatonina (coniugata) + Depurazione del sangue + Idro Colon terapia (Clistere) + Alimentazione
Bere ogni giorno 1 litro di infuso di Biancospino.
La tecnica naturale idro terapica piu’ adatta per i malati di ipertensione e cancro e’ quella di:
Bagno alla sera prima di coricarsi a letto in acqua tiepida (temperatura a seconda di come si vuole) aditivata con 1/2 kg. di sale inglese (si trasforma in magnesio). Stare 20 minuti -1/2 ora a bagno, una o due volte alla settimana.
Pediluvi
Per alleviare l’indolenzimento serale di gambe e piedi, utili i pediluvi tiepidi preparati con due cucchiai di Bicarbonato di sodio per ogni litro d’acqua. Tenere i piedi in ammollo per una decina di minuti.
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Terme: l’acqua dell’eterna giovinezza ?
Le virtù curative delle acque termali sono conosciute fin dall’antichità, ma solo oggi cominciano a essere fondate su basi scientifiche
Cristalline e festose, le acque di fonte sono state impiegate sin dall’antichità per sanare i mali del corpo.
Le virtù terapeutiche delle sorgenti sulfuree, protette dalla dea Albunea, così come quelle d’acqua ipertermale – poste sotto la tutela del dio Vulcano – erano ben conosciute dai romani, che del termalismo sono stati forse i più grandi estimatori. Potendo contare su 14 acquedotti che mettevano a disposizione circa 500 litri d’acqua al giorno per abitante, e avendo nella sola Roma ben 800 bagni pubblici, l’idroterapia era diventata una consuetudine, specie nel periodo imperiale.
Dopo essersi sottoposto a un energico massaggio, ogni bagnante accedeva al calidarium per fare un bagno ad alta temperatura, per passare nel tepidarium e immergersi infine nelle acque fredde del frigidarium.
L’alternarsi del caldo e del freddo sottoponeva il corpo a una ginnastica vascolare che permetteva la stimolazione del metabolismo, dell’attività cardiocircolatoria e del sistema neurovegetativo.
Da allora le cure idroterapiche hanno subito fasi alterne, diventando desuete con il declino dell’Impero romano e addirittura proibite nel primo Medioevo, per poi ritrovare la fama perduta in epoca rinascimentale.
Oggi sono circa un milione gli italiani che ogni anno affluiscono nei 267 stabilimenti crenoterapici che operano in 88 località termali distribuite su tutto il territorio nazionale.
Il 44,5 per cento dei frequentatori si sottopone a terapie inalatorie e alla riabilitazione respiratoria; il 30 per cento a bagni associati a fanghi per la riabilitazione motoria e il 15 per cento a cure idropiniche.
Una minoranza, il sei per cento circa, utilizza le stufe, le grotte e i massaggi e solo il quattro per cento si dedica alle cure termali per la sordità rinogena.
Il ricorso alle terme si è dunque mantenuto elevato anche se il Servizio sanitario nazionale sovvenziona solo in parte queste cure.
Le percentuali di affluenza per categoria di malattie sono tuttavia variate da ieri a oggi, segno che è mutato l’approccio alle cure termali per le diverse patologie.
“I trattamenti in bibita, cioè l’idropinoterapia, una volta assai prescritti per problemi intestinali ed epatopatie, sono diminuiti sia perché il paziente può acquistare in bottiglia la stessa acqua che beve negli stabilimenti termali, sia perché i quadri clinici per i quali erano consigliati sono mutati.
Enteriti acute e stipsi ostinate sono infatti diventate più rare” afferma Giovanni Agostini, direttore della Scuola di idrologia medica dell’Università di Pisa e vicepresidente dell’Associazione medica italiana di idroclimatologia, talassologia e terapia fisica.
Terapia o placebo ?
Eppure, il “passare le acque” è spesso ritenuto un gradevole placebo, piuttosto che una vera e propria terapia che, alla pari di un farmaco, ha indicazioni precise. “La diffidenza verso le cure termali è un problema di cultura” sostiene Roberto Gualtierotti, presidente dell’Associazione europea di medicina termale. I medici di medicina generale stentano a prescriverle perché non conoscono la composizione delle acque e il loro meccanismo d’ azione: al livello universitario, l’insegnamento di idrologia medica è facoltativo. D’altro canto, l’Italia è l’unica nazione che ha una Scuola di specializzazione in idrologia, climatologia e talassoterapia, specialità peraltro che non è riconosciuta a livello europeo. Quanti la scelgono finiscono quindi per identificarsi soprattutto con coloro che già operano nel settore.
A gettare queste ombre sulla reale utilità di bagni termali, fanghi e trattamenti fisici concorrono molti fattori. A volte manca una specializzazione terapeutica delle stazioni termali. Per interesse le società di gestione conferiscono spesso allo stabilimento la più vasta gamma di attività curative, quando l’acqua delle loro fonti è più benefica magari per le malattie dermatologiche che per quelle dell’apparato digerente. “La pubblicità estesa a svariati quadri clinici è in realtà deleteria, perché l’ utente, disorientato, è portato a scegliere una stazione termale più in base al paesaggio che al reale risvolto terapeutico. Tanto più che, con le sole cure termali d’elezione, lo stabilimento sarebbe in grado di garantirsi la stessa affluenza” commenta Gualtierotti.
Spesso lo scarso beneficio che si può trarre dalle cure termali può dipendere dal modo con cui vengono frequentate.
Chi soffre per esempio di disturbi alle prime vie respiratorie non sempre sceglie la località dove gli può venire somministrato il trattamento inalatorio più appropriato. Se si tratta di una forma catarrale, “umida”, è da privilegiare una terapia a base di acqua sulfurea, mentre l’acqua salso-bromo-iodica è più indicata per le forme “secche”.
Quella di ripiegare su stazioni termali più comode da raggiungere, o che garantiscono una vacanza con amici di vecchia data, è un’abitudine consolidata. Altre volte il consumatore è indirizzato allo stabilimento giusto, ma sbaglia la stagione. Se soffre per esempio di artrosi o di reumatismi, o deve sottoporsi a inalazioni per una rinite cronica o una sinusite, ebbene l’inverno, e non l’estate, è il periodo più adatto. La scelta del periodo deve anche tenere in considerazione lo sviluppo della terapia farmacologica in atto, magari sfruttando, come nei casi di psoriasi, i periodi in cui si sospendono i farmaci.
vedi Pericolo Farmaci e Vaccini
Infine, talora i soggiorni negli stabilimenti risultano troppo brevi perché l’efficacia del trattamento possa manifestarsi.
Ogni cura termale produce infatti una reazione di intolleranza all’inizio del trattamento, che si traduce in una prima fase “negativa”, caratterizzata da astenia, anoressia, dispepsia, nonché da malessere generale, algie diffuse e cefalea. Solo in un secondo momento subentra una reazione cosiddetta di “aggiustamento” in cui il benessere acquisito con la cura termale comincia a rendersi manifesto. In generale, una settimana è insufficiente e il periodo di solito consigliato è di almeno 15 giorni.
All’idroterapia si riserva pertanto un aspetto ludico che mal si adatta al suo scopo terapeutico.
A ogni disturbo la sua cura
Ciononostante, alle terme si recano ancora in tanti. Segno che i consumatori comunque ne traggono beneficio.
“Il termalismo può essere considerato un valido complemento alla terapia farmacologica per malattie croniche come l’artrosi” dice Gualtierotti. La continua somministrazione di antinfiammatori non steroidei (FANS), necessaria per moderare il dolore, spesso provoca effetti collaterali al fegato, al rene o allo stomaco. Pur non risolvendo l’artrosi, le cure termali permettono un periodo di sospensione e le’liminazione dai farmaci da non sottovalutare.
Le cure termali possono essere utilmente associate a essi soprattutto dopo una terapia farmacologica intensiva o nelle fasi meno acute della malattia. In altre parole, il termalismo è indicato non tanto per la cura di episodi acuti, quanto per la prevenzione di numerosi quadri clinici e per la riabilitazione in generale.
Questo approccio vale anche per le malattie cutanee, che sempre più spesso vengono trattate con l’ausilio delle acque termali. Non a caso ben 85 sono gli stabilimenti che si propongono per la cura delle dermatosi.
Le sorgenti di acque sulfuree sono in effetti particolarmente indicate per le forme croniche di dermatite atopica e di dermatite seborroica, mentre le acque bicarbonato-calcio-magnesiache, meno irritanti, vanno preferite per le forme acute di queste stesse patologie. Bagni a base di queste acque danno beneficio anche a chi soffre di psoriasi, sebbene risultati migliori si ottengano con la cosiddetta balneo-fototerapia che associa al bagno termale l’esposizione a fonti artificiali di UVB. Le acque arsenico-ferruginose sono invece attive nelle dermatosi con componente psicosomatica, come il Lichen simplex, e nelle dermatiti da squilibri endocrini, quali quelle dovute all’ipertiroidismo. In tutti questi casi gli effetti dell’acqua sono molteplici.
Oltre a detergere le superfici cutanee coperte di essudati, croste e squame e a lenire il prurito che spesso vi si associa, l’acqua ha azione antinfiammatoria e stimola la rigenerazione dello strato corneo dell’epidermide, ammorbidendo gli epiteli alterati.
“L’incremento dell’idroterapia in dermatologia è un dato di fatto. Da quattro anni nei congressi della Società italiana di dermatologia, a cui fanno capo medici universitari e ospedalieri, vi è una sezione dedicata al termalismo” sottolinea Mario Cristofolini, primario dermatologo all’Ospedale di Santa Chiara a Trento e specialista in idrologia medica all’Università di Pisa.
La cura termale non è dunque più considerata una metodica empirica, frutto di osservazioni episodiche, bensì una terapia che ha i requisiti per essere verificata con studi clinici controllati.
A promuovere questo passaggio è stata una disposizione ministeriale, che da alcuni anni richiede a ogni stazione termale di dimostrare con ricerche epidemiologiche e climatologiche l’efficacia dei trattamenti, pena il mancato rilascio della convenzione con il Servizio sanitario nazionale.
Per eseguire questi studi sulle caratteristiche delle diverse acque e sui loro effetti biologici, molti sono i Centri che hanno rinnovato il proprio materiale strumentale.
Domandarsi da che cosa dipenda l’efficacia terapeutica del termalismo è tuttavia più che legittimo.
La risposta non si esaurisce però nell’individuazione di un unico principio curativo, bensì di un insieme di fattori fisici e chimici. La temperatura, per esempio, conferisce all’acqua termale precise indicazioni terapeutiche: più è elevata, più la concentrazione dei sali disciolti aumenta. L’azione termica della balneoterapia stimola i meccanismi di termoregolazione e promuove modificazioni nella circolazione periferica e nell’irrorazione cutanea, oltre ad agire direttamente su capillari e tessuti cutanei.
La pressione idrostatica è un altro parametro che caratterizza ogni tipo di acqua, influendo sulla circolazione venosa e sulla dinamica dell’apparato respiratorio e locomotore. Vi è poi, ovviamente, la composizione chimica delle acque, classificabile in base al residuo fisso, cioè alla quantità totale dei mineralizzatori contenuti per litro, alla presenza di tracce di metalli pesanti e alle concentrazioni di gas disciolti.
Nelle acque salse, per esempio, prevale il cloruro di sodio, a fianco di quantità più modeste di solfato di sodio e dei bicarbonati di sodio, calcio e magnesio, a cui si attribuisce l’interessante analogia con i liquidi organici.
Le acque sulfuree vantano un’antica tradizione, essendo state le prime a trovare applicazioni mediche.
La forte presenza di zolfo in forma bivalente, combinato in vario modo e in stato di continua trasformazione sia per l’intrinseca instabilità dei composti sia per l’intervento di processi microbici, diversifica sensibilmente le sorgenti e quindi l’indicazione terapeutica.
Limpide e fredde allorché sgorgano dalle rocce, le acque arsenico-ferruginose s’intorbidano all’aria, perché i sali ferrosi che contengono si ossidano a ferrici e precipitano sotto forma di idrato ferrino colloidale. Questo si comporta come il ferro dell’indicazione galenica, intervenendo in modo specifico sul sangue ed esercitando un moderato stimolo sul ricambio generale.
Le acque bicarbonate devono invece all’anione bicarbonato HCO3- presente in quantità predominante rispetto agli altri ioni, la capacità di neutralizzare l’acidità gastrica, di svolgere un’azione fluidificante del muco e di intervenire sulla motilità gastrica nei casi di ritardato svuotamento gastrico. Le acque radioattive agiscono invece per via fisica – mediante l’emanazione di particelle alfa provenienti da atomi di radon, uranio, torio o attinio – forse con un meccanismo di denaturazione di proteine.
Il “divinum quid et arcanum” cui gli antichi attribuivano i benefici dell’idroterapia ha dunque lasciato il posto a ricerche che stanno portando il termalismo dalla condizione di rimedio empirico, basato sulla tradizione, a disciplina medica sviluppata su solide basi scientifiche.
By Manuela Campanelli – Tratto da: Le scienze
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I benefici delle cure Termali – Una ricerca rileva, nell’anno successivo al trattamento, la diminuzione dei ricoveri e del consumo di farmaci.
Dopo un appropriato ciclo di cure termali si riducono fortemente, nel corso di un anno, le giornate di assenza dal lavoro per malattia, i ricoveri in ospedale, e in generale le necessità di prestazioni sanitarie, nonché l’uso e l’abuso di farmaci. Queste le sorprendenti conclusioni del Progetto Naiade (dal nome delle ninfe acquatiche della mitologia greca), lanciato alcuni anni fa dal ministero della Salute e da Federterme per valutare il rapporto costi-benefici delle cure termali in Italia.
A Naiade hanno collaborato ben 297 dei 340 stabilimenti termali italiani, che hanno esaminato 23.680 dei loro utenti, dando vita uno studio osservazionale di eccezionale portata.
Il progetto ha dato luogo alla pubblicazione di lavori scientifici sul valore delle cure termali nei singoli gruppi di malattie identificate dal ministero. Mancava tuttavia una conclusione globale sul termalismo, che potesse superare le distinzioni tra le diverse patologie, le differenti proprietà delle acque, e le loro varie modalità di somministrazione, dando così una valutazione complessiva del ruolo delle cure termali nell’ambito delle risorse del Paese.
Ora questo rapporto globale è stato completato ed è pubblicato da una importante rivista internazionale dedicata ai rapporti tra ambiente (suolo, sottosuolo, aria ed acque) e prevenzione e cura delle malattie, l’International Journal of Biometeorology.
Il lavoro scientifico è firmato da due clinici (Giovanni Gasbarrini, Roma e lo scrivente), due statistici medici (Ferdinando Di Orio e Marco Valenti, Perugia), e un docente di Medicina Termale (Giuseppe Nappi, Milano), in rappresentanza di un più vasto gruppo di ricercatori. In sintesi, nell’anno successivo al ciclo termale in tutti i pazienti si sono registrati, in misura variabile, diminuzione del consumo di farmaci, dei ricoveri, dei giorni di malattia e del ricorso alla riabilitazione.
Le cure termali rappresentano una risorsa preventiva e terapeutica fortemente radicata nella cultura dell’Europa mediterranea e continentale, e, in Paesi come l’Italia, la Francia, la Germania, l’Austria, e gli stati dell’Europa Orientale, sono in genere molto gradite ai pazienti e ben considerate dai medici di base. Tuttavia vi sono state e vi sono difficoltà nel dimostrarne l’efficacia con i metodi della moderna ricerca clinico-statistica basata sull’evidenza. Infatti non è facile, in ambiente termale, condurre studi rigorosamente controllati (randomizzati, in doppio cieco, ecc). Queste difficoltà hanno determinato un certo scetticismo sulla validità delle terapie termali, in particolare nei Paesi di cultura anglosassone, scetticismo che si è diffuso in parte anche nei nostri ambienti scientifici. Questo è uno dei motivi per cui parecchi stabilimenti termali si stanno gradualmente trasformando in Centri di benessere, fitness o addirittura in “beauty farms”.
Nonostante le difficoltà, alcuni studi clinici controllati sono comparsi negli ultimi anni, ed hanno confermato il valore coadiuvante delle terapie termali in condizioni morbose quali il colon irritabile, l’insufficienza venosa cronica, l’artrosi lombo-sacrale, la spondilite anchilosante, ed altre.
Questi nuovi studi, insieme ai risultati del progetto Naiade, invitano a rivalutare le peculiari funzioni sanitarie delle terme, che costituiscono oltretutto una vera e propria rete di strutture preziose per la prevenzione e la riabilitazione di importanti malattie croniche. Le cure termali non vogliono certo sostituire le classiche misure preventive e curative; ed infatti non appartengono alla “medicina alternativa”, ma piuttosto ad una medicina complementare ed ausiliaria, tesa al mantenimento e al recupero della salute in maniera del tutto compatibile con la medicina classica e con l’opera del medico curante.
Spetta ancora alla ricerca definire meglio i momenti e le fasi della malattie croniche in cui può essere più utile inserire o affiancare le cure Termali ai mezzi terapeutici offerti della moderna scienza medica.
Non era tra gli scopi del progetto Naiade stabilire se i risultati positivi riscontrati dovessero essere attribuiti soltanto agli effetti chimici e/o fisici delle acque termali o piuttosto alla intera, complessa “esperienza termale”, che comprende un insieme di effetti benefici dovuti all’ambiente, al riposo, al sollievo dall’ansia e dalla depressione, che determinano una migliore consapevolezza dei bisogni e delle funzioni del proprio corpo. Certamente le terme sono anche tutto questo, e pertanto ci ricordano che la salute non è soltanto assenza di malattia, ma è soprattutto riconquista di un pieno benessere psico-fisico.
By Sergio Coccheri – Ordinario Mal. Cardiovascolari Università di Bologna
Tratto da: repubblica.it
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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vedi anche: Medicina Quantistica
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