Arrossamenti, infiammazioni, eczemi, acne, eritemi, ecc., della cute.
Non vogliamo qui fare un trattato scientifico sulla Pelle, ma semplicemente porre maggiormente l’attenzione sulla sua multifunzionalità, che deve essere vista come una perfetta e complessa interfaccia fra il dentro del corpo e l’esterno, interfaccia ancora da studiare per riscoprire nuove forme interpretative diagnostiche e terapeutiche.
La parola “pelle” proviene dal latino ”pellis”. Essa è il rivestimento o membrana esterno del corpo dell’uomo o degli animali ed è chiamata in modo scientifico: epidermide e svolge diverse funzioni, innanzi tutto quella di ricoprire e proteggere dall’esterno, il “dentro” della totalità dell’organismo, dando un aspetto piacevole alla vista, alla intera struttura fisiologica di unità e contemporaneamente di plasticità.
Essa permette al corpo, essendo sufficientemente elastica, di poter assumere le forme volute e necessarie per muoversi e compiere un qualsiasi movimento; il corpo umano ha comunque un plasticità inferiore a quella degli animali. Il suo colore varia a seconda del tipo di pigmentazione, l’età ed alla ricchezza della irrorazione sanguigna.
Interscambia informazioni attraverso i suoi sensori con l’ambiente esterno, in modo bio elettrico e chimico; esercita anche la funzione di termoregolazione e quella immunitaria che con l’intestino ed i polmoni rappresenta un sistema immunitario di notevole estensione (superficie), legato ed interconnesso a quello sistemico attraverso i vasi ed i gangli linfatici.
Essa è una membrana che ricopre totalmente il corpo ed è formata da 3 strati sovrapposti. Il primo è l’Ipoderma che è il più interno; il secondo o intermedio, è il Derma; il terzo, sulla superficie, è l’Epidermide.
Lo spessore della pelle varia tra 4 mm., e 0,5 mm. è lo spessore delle palpebre. Con il termine pelle, si intendono annessi anche: i peli, le ghiandole sebacee, le unghie e le ghiandole sudorifere; la superficie della pelle è costellata da fori piccolissimi (i pori) in corrispondenza delle ghiandole sudorifere; i pori permettono una traspirazione continua tra il dentro ed il fuori, per eliminare le tossine; questi fori servono anche allo sbocco del follicolo pilosebaceo, dal quale fuoriescono i peli ed il sebo.
Contiene nel suo spessore, i corpuscoli di Pacini, di Ruffini, di Krause e di Meissner, recettori con ognuno con la sua propria funzione rispettivamente: i primi della pressione, i secondi ed i terzi delle stimolazioni termiche, gli ultimi di quelle tattili, con alto grado di discriminazione, e fa parte dell’apparato detto tegumentario; quest’ultimo necessita del contatto con la luce e le sue frequenze; l’occhio ed i recettori della pelle sono le vie di entrata e di assorbimento dell’energia in qualsiasi sua forma/frequenza che rilasciando fotoni al loro ingresso nel corpo, attivano il moto degli elettroni negli atomi contenuti nell’organismo; si tratta di fatto, di un continuo massaggio elettronico delle forze della luce agli organi interni, mediante le zone riflesse della pelle.
La pelle è un organo complesso che svolge molteplici funzioni alcune delle quali non ancora scoperte.
Tutte le cellule della pelle come le altre cellule delle viscere, si rinnovano in continuazione fin tanto che l’organismo vive e funziona bene, in un lento ma continuo ricambio delle cellule che la compongono.
Es.: Un gruppo di ricercatori diretti da Niels Verhulst della Wageningen University (Paesi Bassi) in uno studio pubblicato su PlosOne.
La differenza, spiegano i ricercatori, risiederebbe nella diversità dei batteri ospitati sulla cute: le persone che ospitano una varietà maggiore di microrganismi hanno infatti più possibilità di presentare, tra questi, particolari batteri che emettono dei composti in grado di interferire con l’attrazione che le zanzare anofele od altri insetti, hanno per la pelle umana, rendendo quegli individui meno esposti a problemi di salute.
L’epidermide è formata principalmente da diversi strati chiamati:
– Epidermide ed è quello strato tessuto di pelle che è all’esterno, detto anche cute; contiene lo strato corneo correlato con la corteccia), granuloso (correlato con la corteccia temporo parietale), spinoso (correlato con il sistema libico) e basale (correlato con il tronco encefalico), in questa zona vi affluiscono maggiormente i vasi sanguigni e vi sono localizzate le terminazioni nervose, i sensori corporei.
– Derma: è quello strato di tessuto sotto cutaneo (contiene le ghiandole sudoriparie e sebacee, i muscoletti erettori dei peli
– Ipoderma o connettivo sottocutaneo, è quello strato di tessuto che contiene le cellule adipose.
Dallo stesso foglietto embrionale esterno da cui derivano le strutture del sistema nervoso centrale e periferico, derivano anche l’epidermide e gli annessi cutanei, quindi essa è di fatto una struttura nervosa accessoria come un vero e proprio sistema nervoso esterno.
E’ noto che la Pelle è di origine ectodermica, mentre il derma e l’ipoderma sono di origine mesodermica.
Prima che venga completato il processo di chiusura della doccia neurale, alcuni gruppi di cellule si separano dalla zona dove i suoi labbri si continuano con l’ectoderma: sono le creste gangliari. Il ganglio produrrà l’innervazione sensitiva generale ed il piano corrispondente del midollo fornirà l’innervazione motoria: in questo modo è garantita l’interconnessione fra sensibilità e motricità somatica e viscerale, attraverso il sistema tegumentario, tratto di unione di tutte le attività biologiche.
Secondo recenti studi scientifici, le cellule della pelle emettono e ricevono anche i biofotoni (Popp, afferma che ogni qualvolta il sistema globale si altera, l’emissione fotonica aumenta); maggiore è l’intensità della luce, più attiva la capacità di assorbimento, come se dovesse incanalare la luce stessa per organizzare e regolare la natura elettromagnetica del corpo; in un certo senso siamo “trasparenti” alla luce; le onde in arrivo non si spengono sulla cute ma penetrano, riducendo l’energia posseduta secondo l’effetto del “Photon sucking”; quindi la pelle DEVE considerarsi come una vera e propria antenna ricetrasmittente di informazioni elettromagnetiche provenienti dall’interno del corpo, come dai confini dell’UniVerso……
Essa capta informazioni elettromagnetiche (quelle conosciute e quelle non ancora conosciute per mancanza di apposite apparecchiature elettroniche adatte) dall’ambiente, le demodula, le amplifica e le ritrasmette all’interno, perché siano disponibili, per ogni cellula (leggasi anche cromosomi e quindi DNA).
Proprio per questo motivo è possibile con appositi strumenti leggere i dati bio elettrici in diversi punti particolari della pelle, in genere i punti di agopuntura (meridiani), ed interpretare quindi lo stato di stress delle parti del corpo corrispondenti ai punti analizzati.
E’ possibile anche interferire e/o riordinare gli scompensi bio elettrici organici o sistemici, con apposite apparecchiature bio elettroniche.
Tutte le (NdR: impropriamente dette dai medici della medicina allopatica) “malattie”, (NdR: in realtà solo sintomi dell’ unica malattia l’ammalamento), chiamati somatopsichici e psicosomatici, compaiono sulla pelle come in un vero e proprio “display”; nessuna struttura od organo interno o parte di essi, può nascondere il proprio stress o la propria sofferenza a questo display cutaneo.
La tecnica di “lettura” (non ancora molto specializzata nella medicina ufficiale imperante) della cute viene chiamata Morfologia o lettura delle segnature in etnomedicina. In esse vi sono le linee guida per la comprensione dei riflessi somato viscerali per iniziare una qualsiasi terapia naturale, sia viscero cutanei che permettono anche una diagnosi; la cute deve essere letta anche come effettore dell’omeostasi energetica, umorale e nervosa.
Il passaggio attivo dello H2O (acqua) attraverso il tegumento assicura il mantenimento di due equilibri essenziali energetici: quello elettrico e quello termico.
L’attività del metabolismo, conseguentemente, produce anche l’aumento della capacità di convezione e di conduzione termica.
Lo strato corneo assorbe L.E.C. – K+ – Na+, e gli scambi gassosi realizzati dalla traspirazione polmonare possono essere messi in correlazione con gli scambi elettrici transcutanei.
Essa è una vera e propria interfaccia fra il “milieu” esterno ed interno, il sistema tegumentario, rappresentato dalla cute e dai suoi annessi; è di grande impatto fisiopatologico e clinico, non solo per il fatto che l’esame obiettivo è facilitato perché eseguibile ad occhio nudo, ma anche e soprattutto per la possibilità di diagnosticare molto ed importanti quadri della medicina interna; essa diviene quindi l’organo per eccellenza per leggere la diagnosi e scrivere la terapia riflessa attraverso il controllo del colore, dell’odore, dello stato di idratazione e delle caratteristiche organolettiche della pelle stessa.
L’osservazione al microscopio elettronico sulla lamina lucida, basale e sulle strutture fibrose sub – basali, ha anche permesso di vedere una serie di strutture morfologicamente distinte, ma in modo non ancora definitivo, le principali Funzioni: drenante, protettiva, immunitaria, comunicativa, cognitiva, operativa, di depositi e sostegno (espressione delle disfunzioni posturali).
Questo continuo fluire di informazioni a doppio senso di marcia, ha fatto coniare diverse espressioni suggestive ed evocative:
– elettrobarriera (F. Dumitrescu)
– enorme ghiandola (A. Quanta-Senta)
– facciata monumentale (H. Comel)
– deposito di inondazione (G. Cannon)
– organo più interno della medicina interna (A. Give)
Essa permette di esercitare su di essa ed in modo riflessivo sulle viscere, delle azioni diagnostiche e terapeutiche che nella medicina ufficiale non sono state ancora ben comprese, ma che nella medicina naturale sono applicate dai suoi terapeuti da migliaia di anni, esempio: Idroterapia, fangoterapia, termoterapia, agopuntura, auricoloterapia, kinesiologia, tens, moxibustione, metamerica, medicina manipolativa, omeosiniatria, dermopuntura intradermica e sottocutanea (tatuaggi terapeuti), massaggio, e digitopressione, imposizioni delle mani, ecc., null’altro sono che espressioni diagnostico-terapeutiche di queste profonde e complesse interconnessioni fra stato delle viscere e pelle/display.
vedi: Tecniche di medicina naturale-1 + Tecniche di medicina naturale-2
Commento NdR: La pelle è quindi una struttura del corpo sulla quale è possibile “leggere” e “scrivere” ciò che occorre per la salute e/o la malattia ed e’ anche un vero e proprio biglietto da visita della nostra bellezza, ma e sopra tutto della nostra Salute.
Le cosiddette “malattie” (sono solo sintomi) della pelle, in realtà in genere sono un’alterazione del terreno che permette ai funghi di insediarsi e proliferare in loco (micosi).
Una buona alimentazione che provochi anche una buona nutrizione cellulare, favoriranno il normale trofismo ed il potere osmotico della pelle, fattore indispensabile per l’eliminazione dei parassiti, funghi e microbi mutati, delle tossine e delle infiammazioni accumulate nel corpo e l’assimilazione delle energie elettro-diamagnetiche di cui il corpo ha assolutamente bisogno quotidianamente.
Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo. (A)
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COSA E’ IL MESENCHIMA O CONNETTIVO
La moderna Omotossicologia, disciplina medica di cui stiamo per parlare, ha, fra i tanti meriti, anche quello di aver dato la spiegazione scientifica del meccanismo alla base dell’autoimmunità.
L’Omotossicologia è la scienza che studia i “fattori tossici” dell’organismo; è stata codificata dal Dr. Reckeweg, medico tedesco, che per primo ha evidenziato l’importanza del mesenchima (che chiameremo connettivo) come substrato fondamentale delle cellule.
Il connettivo è il tessuto più esteso e grande dell’intero organismo (rappresenta il 20% del peso corporeo) ed è costituito da una matrice intercellulare che costituisce l’ambiente, l’habitat dove sono immerse e vivono le cellule del nostro organismo: la cellula sta al connettivo come l’uomo sta all’aria che respira.
Secondo questa prospettiva il connettivo è l’organo più importante che esista: infatti svolge svariate funzioni fondamentali per il nostro organismo. Per citarne solo alcune, diremo che tutte le reazioni immunitarie avvengono nel connettivo (che, dunque, da questo punto di vista rappresenta e viene indicato come il ”campo di battaglia”, la sede dove avvengono tutte le reazioni di difesa del nostro organismo). Inoltre svolge la funzione di nutrizione per le cellule, di immagazzinamento di sostanze di rifiuto prodotte dalle cellule (scorie metaboliche e tossine), di sostegno strutturale e molte altre.
FISIOLOGIA DEL CONNETTIVO
Una delle funzioni del connettivo è, come già detto, quella di essere ricettacolo di tossine che vengono convogliate dal sangue ed immagazzinate nel connettivo stesso.
Queste tossine provengono principalmente dal metabolismo cellulare (tossine endogene) ed anche dall’esterno, per esempio i virus, i batteri, i farmaci, i metalli pesanti, varie sostanze chimiche, ecc. (tossine esogene). Sia le tossine endogene che quelle esogene ogni giorno devono essere smaltite e tale lavoro viene effettuato dal sistema linfatico che, proprio come un operatore ecologico, porta via giornalmente i rifiuti che si sono accumulati.
Per consentire ciò il connettivo, nell’arco delle 24 ore, attraversa due fasi di circa 12 ore ciascuna: una fase di smaltimento di scorie metaboliche e sostanze estranee, ed una fase di ricostruzione della matrice connettivale e delle sostanze indispensabili alla vita delle cellule.
In ogni fase (vedi schema) il connettivo cambia la sua struttura. Nella prima fase della giornata, che va dalle 3 alle 15 circa, esso appare come una gelatina sciolta, solubilizzata (stato di sol) ed in questa prima parte della giornata avviene la demolizione e lo smaltimento di scorie e proteine (fase di smaltimento). Nella seconda fase, che va dalle 15 alle 3 circa, il connettivo appare, invece, come una gelatina che si ricondensa (stato di gel) ed in questa seconda parte della giornata avviene la ricostituzione della matrice connettivale e delle proteine (fase di ricostruzione).
STATO DI SOL
Corrisponde a:
– Fase dell’attività Simpaticotonia
– Idrolisi proteica
– Degradazione – Smaltimento
STATO DEL GEL
Corrisponde a:
– Fase della Stasi
– Vagotonia
– Ricostruzione proteica
In sintesi, ad ogni demolizione segue una ricostruzione e viceversa.
Questo equilibrio, però, può rompersi per una serie di ragioni: ad esempio, per un trauma, infezioni virali o batteriche, insufficienza funzionale del sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine dovuta ad errata alimentazione o all’assunzione di sostanze chimiche, ecc. Tutti questi eventi portano ad un aumento di scorie nel connettivo.
Quando l’organismo è particolarmente sovraccaricato da questo punto di vista, si mettono in moto meccanismi di detossicazione e drenaggio supplettivi, grazie alla produzione di alcuni enzimi (per es. la ialuronidasi) che producono uno stato continuativo di sol del connettivo (fase di smaltimento): questa fase, però, non dura più solo 12 ore, ma continua fino a quando non viene ottenuta una pulizia profonda e completa. Tale meccanismo supplettivo prende il nome di INFIAMMAZIONE !
Quindi la gelatina disciolta (stato di sol) della matrice connettivale rigelificherà (stato di gel) solo quando sarà fatta completa pulizia del connettivo stesso. Solo allora, dopo aver svolto la sua funzione di drenaggio supplettivo, l’infiammazione finirà e verrà ripristinato il normale bioritmo giornaliero tra fase di sol e fase di gel del connettivo.
Da questa prospettiva l’infiammazione e, ovviamente, la febbre che ne costituisce il sintomo più generale, rappresentano un meccanismo biologicamente opportuno e NON una malattia da combattere come, invece, vengono normalmente considerate.
La scienza, negli ultimi anni, ha dimostrato che il nostro sistema immunitario inizia a funzionare in maniera ottimale a partire da una temperatura di 38,4° C. Inoltre, nei centri più all’avanguardia nella cura dei tumori viene usata l’ipertermia, cioè l’induzione di un’infiammazione molto alta prodotta artificialmente nella zona da trattare, proprio perché si produce un forte stimolo immunitario.
IL PROBLEMA
Se l’infiammazione e la febbre non vengono considerate correttamente, cioè come meccanismi biologicamente opportuni, bensì come malattia da combattere, si cercherà, ovviamente, di combatterle con anti-infiammatori, antibiotici, cortisonici, ecc.
Tutti questi farmaci ed in particolar modo i Vaccini, hanno una caratteristica comune, quella di produrre un immediato viraggio dalla fase di sol (fase in cui agisce l’infiammazione) a quella di gel (stasi), senza prima aspettare che sia stata fatta “pulizia”.
Di conseguenza, si produrrà una gelificazione forzata del connettivo e quindi l’infiammazione passerà, così che medico e paziente saranno apparentemente soddisfatti del risultato ottenuto, convinti di aver ottenuto la guarigione eliminando i sintomi.
In realtà tale guarigione è solo apparente perché il fine ultimo, la causa per cui si era accesa l’infiammazione, non è stato raggiunto: le tossine rimangono nel connettivo ed il problema è solo rimandato. Infatti, una volta passato l’effetto dei farmaci gli stessi stimoli che avevano provocato il primo episodio di infiammazione ne faranno riaccendere un altro. Purtroppo medico e paziente tenderanno a riprodurre lo stesso meccanismo ogni qual volta si ripresenti un’infiammazione, accorgendosi però che gli effetti ottenuti non sono più quelli attesi in quanto, nel corso del tempo, le infiammazioni si riaccendono sempre più frequentemente e non sono più facilmente gestibili.
La MALATTIA AUTOIMMUNE
Sopprimendo sistematicamente le infiammazioni abbiamo visto che si produce un accumulo sempre maggiore di tossine in quanto se ne impedisce il drenaggio per lunghi periodi. In tal modo il connettivo si “impregna” sempre più profondamente di tossine ed è sempre più intasato di sostanze estranee (proteine batteriche, virus, sostanze chimiche, ecc.). L’uso dei farmaci (anti-infiammatori, antibiotici, cortisonici, ecc.) provoca, come già detto, un viraggio forzato verso la fase di gel senza che si sia prima pulito il connettivo.
Ma noi sappiamo anche che la fase di gel è caratterizzata dalle nuove sintesi proteiche che dovrebbero essere attuate in un connettivo “pulito”. Se, invece, si verificano sintesi proteiche in un connettivo sempre più contaminato, “impregnato di materiale estraneo” (ripetiamolo, proteine batteriche, virus, molecole chimiche e farmacologiche) si produrranno nuove proteine che, purtroppo, includeranno nella loro struttura anche materiale estraneo all’organismo, cioè non proprio (non self). Detto in altri termini, si produrranno delle “proteine anomale” in quanto formate non solo da materiale proprio (self) ma anche da “pezzi” estranei (non self). Verranno sintetizzate quindi quelle strutture abnormi che i tedeschi hanno chiamato “proteine selvagge”.
Queste proteine anomale saranno considerate estranee (non self) dal nostro sistema immunitario che, quindi, le attaccherà. Infatti, nonostante le proteine selvagge siano costituite quasi totalmente da molecole proprie dell’organismo contengono nella loro struttura anche piccole parti estranee sufficienti a far considerare queste proteine “non opportune” e quindi da combattere da parte del sistema immunitario: si creano così le basi della malattia autoimmune.
Per essendo state classificate svariate malattie autoimmuni abbiamo volutamente parlato di malattia autoimmune al singolare in quanto essa è la malattia del connettivo e, poiché il connettivo è ubiquitario (in quanto è presente ovunque nell’organismo) la classificazione delle malattie autoimmuni dipende solo da quale zona connettivale viene colpita (per esempio, la Sclerodermia al livello del derma, il Morbo di Crohn e la Rettocolite a livello intestinale, l’Artrite Reumatoide a livello delle articolazioni, la Sclerosi Multipla a livello della guaina mielinica (la nuova poliomielite da Vaccino), la Glomerulonefrite a livello renale, la Tiroidite al livello della tiroide, ecc.).
SINTESI riassuntiva sul TESSUTO CONNETTIVO LASSO e processo SOL-GEL – vedi: Sistema immunitario
Il tessuto connettivo lasso, che si origina in seguito al processo di differenziazione del mesenchima, è costituito da vari elementi cellulari (cellule mesenchimali – indifferenziate e totipotenti, fibroblasti, macrofagi, monociti, linfociti, granulociti ecc.) e dalla sostanza intercellulare, che comprende le fibre (reticolari, collagene ed elastiche) e la sostanza fondamentale amorfa.
Quest’ultima, detta anche “matrice amorfa”, ha le proprietà o di una soluzione colloidale molto viscosa (SOL) o di un gel fluido (GEL) ed è costituita di acqua, componenti di scambio sangue/tessuti (sodio, potassio, acidi grassi, proteine …), sali, vitamine, ormoni, enzimi e glicosaminoglicani.
Il tessuto connettivo lasso è l’unico sistema in contatto diretto con tutte le cellule dell’organismo.
Tutti i processi di scambio, tra capillari e fibre nervose terminali da una parte e cellule specifiche di organo dall’altra, devono avvenire attraverso i flussi tessutali extracellulari che fanno parte del tessuto connettivo.
La configurazione del tessuto connettivo lasso cambia in presenza di processi che alterano le funzioni vitali e che possono venire innescati da germi, intossicazioni, ferite, infezioni, farmaci, specie Vaccini, disturbi regolatori, carichi stressogeni (stress muscolare ad esempio) …
Il tessuto connettivo lasso rappresenta, quindi, il primo sistema di difesa dell’organismo.
Bene quindi possiamo dire che le cellule sono come “immerse” nel tessuto connettivo, quest’ultimo rappresenta il 20% dell’intero corpo.
Pero’ la configurazione del tessuto connettivo cambia nell’arco delle 24h due volte (da Sol a Gel e viceversa), questo ovviamente in situazioni normali.
Questo ovviamente porta a riempire il connettivo di rifiuti (tossine) i quali sono principalmente di origine cellulare (tossine endogene, autoprodotte) e il resto sono virus (proteine virali, anche quelle ingegnerizzate dei Vaccini), farmaci, batteri mutati, metalli pesanti, e chi più ne ha, più ne metta.
Ovviamente questi ospiti indesiderati non possono rimanere nel “deposito” del connettivo, per questo per circa 12 ore il connettivo presenta le caratteristiche di una gelatina molto liquida (fase di SOL) durante queste ore il connettivo viene ripulito dal Sist. Immunitario.
Nelle successive 12 ore la gelatina da molle, quasi liquida, diventa più consistente e si passa alla ricostruzione del connettivo (fase di GEL).
Ripeto questo meccanismo funziona in questo modo solo in condizioni normali e se mantenuto tale, quindi se ci fermiamo per un momento a pensare alla vita che conduciamo, stress, tossine alimentari, quelli delle acque, particolarmente i Vaccini, farmaci, a cui siamo sottoposti e esposti, ci rendiamo conto che facilmente la fase SOL-GEL può andare in tilt e non svolgere la sua funzione…..
Ovviamente è così, però si tratta già di un passaggio intermedio.
Il primo punto, quello iniziale, parte dall’intestino in termini di alimenti, farmaci e soprattutto vaccini.
Indubbiamente esistono gli xenobiotici, indubbiamente i naturali processi organici stessi creano tossine endogene, dipendendo però dal tipo di alimenti, vaccini, farmaci consumati od utilizzati e dalla capacità soprattutto a livello epatico e polmonare di disintossicare l’organismo.
La prima alterazione immunitaria avviene nell’intestino, in cui si può dire che ha sede l’80% del sistema immunitario.
Il reale controllo avviene a livello mitocondriale (all’interno delle cellule), se il mitocondrio resta in piena funzione è difficile che si realizzino malattie gravi.
A spezzare la funzionalita’ naturale del meccanismo SOL-GEL, ci pensano vari fattori: infezioni virali, soprattutto i Vaccini, traumi, problemi al sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine endogene dovuta ad una errata alimentazione, acque tossiche, tutti questi fattori portano ad un aumento di “materiale di scarto” nel connettivo.
Questa situazione induce il corpo a prolungare (tramite l’intervento di alcuni enzimi) la fase di SOL oltre alle sue normali 12 ore e protrarla nel tempo fino a che non si raggiunge una pulizia adeguata del connettivo.
A livello somatico avremo una di quelle tanto fastidiose Infiammazioni che ci causerà una bella febbre, risanatrice, se non la blocchiamo con farmaci tipo tachipirina, ma la aiutiamo ad uscire dall’organismo con le tecniche della medicina naturale.
Peccato che i farmaci per curare la febbre inducano una fase di GEL, quindi una solidificazione del connettivo, senza che prima sia stata fatta un adeguata pulizia.
In pratica le tossine che non sono state eliminate, rimangono nel connettivo.
Pensate che ciò avviene ogni volta che reprimiamo la febbre con i farmaco…..
Dicevamo, fino a quando SOL e GEL si alternano in modo naturale, si ha una pulizia del connettivo ottimale anche in caso di infiammazione, la cosa cambia quando ricorriamo ai farmaci, progressivamente il connettivo si “sporca” e nella successiva fase di GEL (imposta) le proteine sintetizzate per la costruzione del connettivo risulteranno anch’esse sporche…..
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CORRETTA ALIMENTAZIONE per la PELLE IMPURA e l’ACNE
Quando la pelle è impura e l’ eccesso di sebo si accompagna alla presenza di punti neri e brufoli, spesso la causa è una eccessiva attività delle ghiandole sebacee legata ad uno squilibrio ormonale, determinato dal processi complessi di malnutrizione endocrino cellulare, che nascono nell’intestino.
Il problema della pelle impura con acne, furuncoli, eritemi, eczemi, infiammazioni ecc., va affrontato in primis a tavola.
Per quanto riguarda l’alimentazione, nel caso di acne e pelle impura, l’intestino deve lavorare in modo corretto per eliminare le scorie; serve inoltre un apporto di vitamina B6 (anche sotto forma di integratore) che aiuta a regolarizzare la produzione di sebo.
CONSUMARE PIU’ FIBRE: per stimolare il lavoro dell’intestino, è ottima cosa mangiare giornalmente frutta, verdura (CRUDE), cereali biodinamici semi integrali e bere acqua basica (pH 7,35 max pH 9) la quale favorisce l’eliminazione delle scorie.
VITAMINA B6: mangiare i cibi ricchi di vitamina B6, si trova in carne, pesce, legumi e banane. La vitamina B6 è utile per depurare l’organismo.
Meglio EVITARE gli ZUCCHERI: eliminare il piu’ possibile nella dieta gli zuccheri e ridurre i carboidrati.
Buona norma e’ l’utilizzo dell’estratto di aglio (50 gocce al di’), oppure del succo crudo di barbabietola (due bicchierini di liquore al di), oppure degli ovuli di olio di enotera (4 al di’).
Pelle
A parte le famosissime maschere di fragola, con o senza yogourt naturale, provate anche l’efficacia di:
– mela grattugiata: come la fragola e il Limone (quest’ultimo applicato qualche minuto sulla pelle, o anche bevuto la mattina presto a digiuno per qualche mese), possiede un anti-ossidante che ritarda e previene l’invecchiamento delle cellule.
– succo di Spinaci: o anche solo applicati ridotti in poltiglia, la rendono piu’ bella.
– Panna liquida: al posto dell’abbronzante.
– Miele puro d’api: arricchisce e nutre la pelle, con poche gocce di limone ha anche un effetto schiarente e toglie le macchie.
– Cetriolo, e/o patate per la pelle sciupata.
– Chiaro d’uovo sbattuto, o Carote grattugiate: in caso di bruciature.
– Avena: per ammorbidire la pelle.
– il succo di Limone preso per tre mesi consecutivi, la mattina presto a digiuno, nel caso non si disponga dell’Aloe o del Mamey, ringiovanirebbe anch’esso in casi di vecchiaia prematura.
L’unica pianta però in grado di ringiovanire davvero un po’ la pelle, togliendo le rughe (e le striature), anche quelle fastidiose che s’insinuano ai lati degli occhi, come pure il doppio mento sul collo, sarebbe: il nocciolo del mamey, un frutto delizioso molto conosciuto in Messico e climi affini. (Il nocciolo, si trova all’interno del frutto). Si grattugia con un coltello, o ancora meglio con qualcosa non di metallo, e si applica questa pasta odor mandorlato sul viso.
Si combina bene con l’unica altra pianta avente anch’essa fama ringiovanente, ossia l’Aloe Vera. Anche qui si possono aggiungere delle gocce di limone, e mischiare il tutto.
Verruche – Ecco una ricetta con oli essenziali:
– 30 ml di olio vegetale di oliva
– 36 gocce di olio essenziale di tea tree (melaleuca)
– 36 gocce di olio essenziale Ravintsara (Cinnamomum camphora CT Cineolo)
Da applicare mattina e sera con un batuffolo di cotone fino a scomparsa. Questo è radicale, è perfetto e non brucia.
Parti intime sessuali
Per queste parti delicate, utilizzate l’argilla, la migliore che trovate.
I lavaggi interni vaginali fateli con acqua calda e sale (o al posto di questo aceto, o bicarbonato), oppure con un infuso forte di Salvia. Altri utilizzano la propria urina, oppure un decotto d’aglio nei casi forti di amibiasi o altre infiammazioni importanti.
Alcuni al posto del decotto utilizzano direttamente il dente d’aglio in vagina, NON tagliato mi raccomando, per non bruciare le delicate mucose interne alla vagina, come una supposta per la notte.
Per sbucciarlo quindi, invece di farlo con mani e unghie, si consiglia un piccolo trucco che servirà anche in cucina: versateci sopra dell’acqua bollente; in questo modo, la buccia verrà via facilmente e non vi saranno micro tagli.
La pelle svolge anche molte funzioni importanti, soprattutto come barriera protettiva contro microrganismi patogeni e altri fattori di rischio, ma è anche costantemente esposta all’azione degli agenti esterni, quindi è un organo a rischio di stress ossidativo.
Ciò può ridurre l’efficienza dei suoi sistemi di difesa e accelerarne l’invecchiamento.
Ecco perché è fondamentale averne molta cura, il che significa mantenerla sempre idratata e sufficientemente permeabile per lo scambio di nutrimento, ossigeno e acqua. Il primo passo per prendersi cura della pelle è scegliere un’alimentazione corretta
Come tutte le cellule, anche i cheratinociti cutanei, per potersi dividere e maturare, dipendono infatti dalle sostanze nutritive che si assumono con la dieta.
Ecco perché fornire alla pelle attraverso l’opportuna alimentazione, i nutrienti essenziali di cui ha bisogno (acqua, energia, vitamine, sali minerali e proteine, ossigeno ecc.) contribuisce a conservarla più sana, più a lungo, ritardando il processo di invecchiamento.
Utilizzate meno saponi o detersivi che potete, perche’ sgrassano la pelle e cambiano il suo pH.
Se avete dei pruriti alla pelle, utilizzate per le vostre frizioni locali o su tutto il corpo dell’acqua basica a pH 10 oppure utilizzate la vostra Urina, che la rende molto piu’ bella….
– vedi anche: Frizioni fredde in Tecniche di medicina naturale
L’olio di Enotera utilizzato in capsule per via orale puo’ migliorare radicalmente l’aspetto ed il benessere della vostra pelle, anche in caso di Psoriasi, provare per credere.
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Le malattie della pelle sono tra quelle più frequenti, spesso poco insidiose ma molto fastidiose, per un fatto anche estetico:
infezioni, esposizione a luce, prodotti inquinanti, sostanze chimiche, infiammazioni, stress, allergie individuali oltre che genetica e familiare, possono preparare ed esporre i più disparati sintomi (chiamati impropriamente dai medici impreparati della medicina ufficiale, “malattie”), che spesso necessitano punti di approccio terapeutico comuni: tra queste soprattutto l’igiene e l’alimentazione.
La pelle deve sempre essere pulita e idratata (senza eccedere), ma lavarsi troppo spesso, soprattutto con detergenti aggressivi può distruggere la protezione lipidica della pelle ed esporla a desquamazione o ad agenti patogeni e l’alimentazione deve essere sempre curata, varia e controllata.
Solo negli ultimi anni si è accertata l’importanza della dieta nella salute della pelle:
ad esempio recenti studi hanno evidenziato che malattie come l’acne riconoscono come fattore di rischio anche una alimentazione ricca di latte e latticini o di alimenti con alto contenuto glicemico (dolci e farinacei in genere) oltre che di grassi animali.
Anche carenze alimentari possono mandare in sofferenza la cute:
una dieta vegetariana stretta senza alimenti biologici può, a lungo termine, causare una riduzione di ferro ed oligoelementi ed indurre desquamazione delle unghie con fragilità e facili rotture delle stesse, perdita della pelle, desquamazione della pelle nelle regioni genitali. Anche la carenza di vitamine e minerali nella dieta od un eccesso di alcol o di fumo in genere possono esporre la pelle al rischio di malattie parassitarie come i funghi (micosi).
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Dermatite seborroica
Essa è un’infiammazione della pelle, grave per fortuna solo in pochi casi, ma che necessita di una tempestiva diagnosi per poterla rallentare immediatamente. – vedi: Dermatite da Vaccino
Le cause possono essere varie: sicuramente una predisposizione di ogni singolo individuo, ma anche la composizione e la quantità del sebo (materiale grasso secreto dalle ghiandole sebacee che normalmente ha la funzione di protezione). Infatti nella dermatite seborroica, come dice il nome stesso, le ghiandole che producono il sebo, hanno un’elevata attività secernendo quantità di quest’ultimo dannose per la cute. Inoltre questa alterazione è associata a un’accelerata moltiplicazione delle cellule della pelle, rendendola arrossata, e caratterizzata da squame giallastre e untuose.
Una causa non ancora del tutto chiarita è la presenza di un microrganismo, la Malassezia. Sino ad ora non è chiaro se la dermatite seborroica possa essere conseguenza di questo lievito o se sia l’ambiente che si crea nel corso della patologia a favorirne la crescita e lo sviluppo (NdR: secondo la medicina naturale, è proprio cosi !).
Una cosa è certa che dalle analisi effettuate sui pazienti è sempre presente la Malassezia.
I sintomi caratteristici
La dermatite seborroica si sviluppa in particolar modo negli adulti, e gli uomini risultano più colpiti rispetto alle donne. Secondo le statistiche solo il 5% della popolazione soffre di gravi forme di questa patologia ed è costretto a rivolgersi ad uno specialista, ma è anche vero che tutte le persone colpite presentano un grave disagio, soprattutto, a livello psicologico.
È una malattia subdola e fastidiosa che si manifesta nelle parti del viso più evidenti, come le sopracciglia, i solchi nasolabiali, le orecchie (la parte dei padiglioni), il cuoio capelluto, sottoforma di lesioni eritemato-desquamative con appunto, croste squamose, che creano arrossamento, dolore e prurito. Zone meno interessate sono il collo e il torace, che comunque devono essere controllate per differenziare ed escludere altre infezioni. Come accennato sopra questa dermatite seborroica interessa in particolar modo gli adulti, ma esiste un’altra forma, che sarà causa di altre patologie come la psoriasi e la dermatite atopica, che si sviluppa solo nei neonati(NdR: specie i supervaccinati !), e prende il nome di “crosta lattea“.
Le lesioni, o meglio le croste, si sviluppano, soprattutto, nel viso, nel cuoi capelluto e nelle pieghe della pelle in cui è presente il pannolino. È necessario distinguere bene le varie forme di infiammazioni in modo tale da poter agire bene e subito, e magari rallentare o bloccare patologie ben più gravi.
I rimedi attuali
Per la dermatite seborroica non esiste ancora una cura definitiva ma si può contare su alcuni rimedi che possono rallentarla e che agiscono sulle lesioni.
È comunque importante ricordare di non effettuare terapie con farmaci (di sintesi chimica) per il rischio di effetti collaterali e perché dal momento che si smette con l’assunzione dei farmaci la patologia si ripresenta, magari in modo piu’ intenso.
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Herpes labiale
Una volta comparsa la vescica, si possono applicare localmente delle creme a base di liquirizia o delle tinture di melissa che e’ utile a contrastare il prurito e ad agevolare la guarigione
L’infuso da bere, si prepara aggiungendo circa un cucchiaio di quest’erba in una tazza da te mentre imbevendo una garza nel liquido così ottenuto si avrà un impacco da applicare nella parte interessata.
Per rinforzare le difese immunitarie è utile inoltre bere infusi a base di rosa canina e karkadè; un valido aiuto è poi offerto dall’assunzione per via orale di echinacea, una pianta originaria dell’America del Nord indicata per stimolare la reazione dell’organismo nei casi di stress fisico e psichico.
– vedi: Prodotti Naturali
Lo stesso effetto si avrà con agrumi, alghe e prodotti dell’alveare quali miele, pappa reale e propoli da applicare alla sera prima di andare a letto.
Esistono inoltre dei rimedi omeopatici quali:
Rhus toxicodendron, Ranunculus bulbosus, Mezereum e Cantharis.
In via preventiva gli esperti consigliano di assumere oligoelementi come Zinco, Rame, Manganese e Magnesio.
Anche la fitoterapia propone alcuni rimedi per l’herpes: in questo caso sono consigliate applicazioni topiche a base di calendula, hypericum e propoli per dare sollievo e, rinforzare il sistema immunitario, Echinacea, Eleuterococco ed Equisetum.
Sono da evitare infine i rimedi fai da te come quello di applicare dentifricio o limone: non sono efficaci, e rischiano di provocare ulteriori infezioni.
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Smagliature – vedi: MASSOTERAPIA
Massaggiare le parti della pelle con smagliature, per un periodo non inferiore a 3 mesi, con questa crema casalinga:
In un cucchiaio di olio di mandorle, inserire 3 gocce di olio essenziale di Limone + 3 gocce di olio essenziale di incenso.
Successivamente fare massaggi con Aloe Vera per altri 2 mesi.
Massaggiarsi con oli specifici è la cosa più semplice ed economica (l’olio di mandorle in primis), ottimo anche l’oleolito di iperico.
Le soluzioni fitocosmetiche partono da boswelia ed echinacea antinfiammatorie, ippocastano e rusco per aumentare il microcircolo. Un burro ottimo per idratare e ammorbidire la pelle è quello di karitè che aiuta a mantenere elastica la pelle.
La boswelia in dose di 1 gr in estratto secco è sufficiente per garantire un buon effetto disinfiammante (da non usare in gravidanza).
La centella e l’aloe vera sono ottime anche in uso locale (cioè direttamente sulla pelle) per aiutare la cicatrizzazione delle smagliature.
Ma la causa e’ da imputarsi ad un processo di malnutrizione della pelle, che dimostra ed e’ sintomo di disordine intestinale.
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Rimedi naturali per la vitiligine: CURRY e PEPERONCINO
Rimedi naturali per la vitiligine esistono ? Si, potrebbero essere la curcumina, presente nel curry e la capsaicina, si trova nel peperoncino, queste sostanze aiuterebbero a combattere la malattia dermatologica.
Lo rivela uno studio effettuato dai gruppi di ricerca guidati da Torello Lotti, ordinario di dermatologia e venereologia, e da Niccolò Taddei, ordinario di biochimica, dell’Università di Firenze e pubblicato online sulla rivista scientifica internazionale Antioxidant and redox signaling.
La vitiligine è quella fastidioa “malattia” (NdR: in realtà è un sintomo di cause soprattutto intestinali) che colpisce la pelle, chiazzandola con macchie bianche, in Italia ne soffrono circa 1 milione di persone. I ricercatori hanno scoperto l’importanza di quei cheratinociti (le principali cellule della pelle) che sono localizzati al confine fra la parte non pigmentata e quella sana. In altre parole si può ipotizzare un coinvolgimento di queste cellule nello sviluppo e nella progressione della malattia.
La scomparsa delle cellule pigmentate, i melanociti (che producono, appunto, la melanina), nelle regioni cutanee colpite, sarebbe dunque una conseguenza di un’alterazione nei meccanismi di comunicazione tra melanociti e cheratinociti. E’ proprio l’impiego di antiossidanti naturali come la curcumina e la capsaicina che si trovano rispettivamente nel curry e nel peperoncino che fronteggiano la malattia.
Tutto ciò è emerso, in particolare, da un’indagine biochimica condotta su colture primarie di cheratinociti da Matteo Becatti e da Claudia Fiorillo, del dipartimento di scienze biochimiche. “I dati in nostro possesso – ha detto il dottor Taddei – ci inducono a iniziare al più presto la sperimentazione sull’uso di preparati topici, ovvero di una crema, contenenti sostanze antiossidanti per la cura della vitiligine”.
Fonte: http://benessereitalia.blogspot.com/
Anche i Vaccini sono MOLTO responsabili dei danni alla pelle per le furuncolosi e le dermatiti che generano !
La foruncolosi è una condizione che possiamo definire cronica: i foruncoli tendono a ripresentarsi nella medesima zona, guarendo e ricomparendo. Le cause possono essere locali, ma a volte il motivo è da ricercarsi in malattie concomitanti che espongono l’organismo alle infezioni, ad esempio, diabete o malattie e del sistema immunitario.
vedi: Eczema a 3 mesi dopo vaccino
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MIMOSA TERMIFLORA (Tepscohuita) Pianta sud americana, molto nota agli Inca e Maia; detta anche “albero della pelle”, è una pianta spinosa, simile all’acacia. Può raggiungere fino agli 8 metri d’altezza e cresce esclusivamente nel sud est del Messico, tra gli 800 e i 1000 metri d’altitudine.
E’ un rimedio naturale per la ricostituzione dell’epidermide alterata, già conosciuto dai guaritori Maya, che utilizzavano la polvere della corteccia su lesioni cutanee. Questo antico rimedio fu riscoperto in Messico nel 1984, in occasione di una catastrofe che causò un gran numero di ustionati.
I principi attivi si ricavano dalla corteccia degli alberi che hanno raggiunto i sei anni d’età.
I procedimenti d’estrazione variano in funzione del tipo di principio attivo ricercato. In generale, avvengono per macerazione prolungata delle piante in un sistema di solventi selezionati.
La composizione chimica, dalle spiccate proprietà rigeneratrici del tessuto epidermico, contiene: bioflavonoidi, sostanze chimiche anti-radicali liberi; tannini, che aumentano l’impermeabilità della pelle; oligoelementi, indispensabili nei processi biochimici delle funzioni cellulari.
In farmaceutica è utilizzata per le notevoli capacità cicatrizzanti; in cosmesi s’impiega per le proprietà rigeneranti, riparatrici e protettive.
Utilizzata come cataplasmi, unguenti sulle ferite di ogni tipo, ripara, rigenera, cicatrizza i tessuti colpiti.
Testata anche in Italia su circa cento pazienti, ha dato risultati sorprendenti e “miracolosi”, anche e specie sugli emangiomi: termine molto generico con cui solitamente si vuole intendere sia l’emangioma infantile sia la malformazione vascolare in età pediatrica.
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L’Aloe, nelle sue diverse specie, è un noto fitoterapico e trattamento di bellezza.
La foglia di Aloe arborescens nel suo complesso contiene, numerose sostanze che possono concorrere alla riparazione tissutale e alla risoluzione di patologie cutanee quali vitamine A, C e complesso B, tutti gli aminoacidi essenziali, sali minerali (potassio, ferro, fosforo, rame, zinco cromo e magnesio) antiossidanti, sitosteroli, enzimi (fostatasi alcalina, amilasi, bradichinasi, catalasi, cellulasi, lipasi, creatinafosfochinasi, nucleotidasi e proteolitiasi), oltre ai polisaccaridi del gel e gli antrachinoni del succo.
Il gel è infatti essenzialmente costituito da polisaccaridi e glicoproteine ad attività antinfiammatoria ed immunomodulanteed antivirale ed ha proprietà idratanti, lenitive, cicatrizzanti ed antinfiammatorie.
Gli Antranoidi del succo sono una vasta famiglia di sostanze per le quali sono state dimostrate proprietà antinfiammatorie, antalgiche, trofiche, ed anche antimicrobiche. In particolare la diacereina ha interessanti proprietà “riparative” legate alla capacità di inibire gli enzimi proteolitici responsabili della disaggregazione dei proteoglicani e della degradazione del collagene, dell’attività degli enzimi lisosomiali, della formazione di perossidi e di radicali liberi, coinvolti nell’evoluzione del processo di fotoinvecchiamento della pelle.
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L’odore del Cancro
Con il progresso nel campo dei neno-sensori si potrebbe aprire l’epoca di una nuova forma di diagnosi che ricorda – hanno scherzato i ricercatori – il “tricorder” di Star Trek
Gli odori della pelle possono essere utilizzati per riconoscere il carcinoma basocellulare, la forma più comune di cancro della pelle. La scoperta, fatta da ricercatori del Monell Chemical Senses Center a Filadelfia è stata presentata al convegno della American Chemical Society e verrà pubblicata sul numero del mese prossimo del British Journal of Dermatology.
“La nostra scoperta potrà un giorno permettere ai medici di stabilire una diagnosi di cancro della pelle fino dagli stadi più iniziali”, ha detto Michelle Gallagher, che ha diretto la ricerca, osservando che la tecnica potrà essere utilizzata anche per altre forme di tumori della pelle.
Nel loro studio i ricercatori hanno campionato l’aria immediatamente soprastante a tumori basocellulari identificando un profilo di composti chimici chiaramente differente da quello riscontrabile nella stessa posizione in soggetti sani.
La pelle umana produce numerose molecole chimiche volatili, molte delle quali sono odorose (VOC). Nello studio presentato, i ricercatori hanno ottenuto i profili VOC da siti di carcinoma basocellulare di 11 pazienti, comparati con i profili relativi allo stesso punto del corpo di altrettanti soggetti di controllo. Entrambi i tipi di profilo contengono la stessa serie di composti chimici ma si possono riscontrare notevoli differenze nelle quantità dei diversi composti, alcuni dei quali sono presenti in misura maggiore in caso di carcinoma basocellulare, mentre altri appaiono ridotti.
Per ottenere questi risultati i ricercatori hanno utilizzato tecniche di gas-cromatografia di massa, identificando un centinaio circa di differenti composti chimici provenienti dalla pelle. Lo studio ha mostrato anche che l’invecchiamento non influenza il tipo di VOC trovati nei profili, tuttavia alcune sostanze chimiche appaiono presenti in maggiori quantità negli anziani che nei giovani.
Questo lavoro rappresenta la prima caratterizzazione complessiva dei VOC in siti dell’epidermide che non siano le ascelle in persone di età e genere differente.
I ricercatori intendono ora tracciare il profilo VOC anche del melanoma e del cancro a cellule squamose, nella speranza che combinando le loro scoperte con i risultati delle ricerche nel campo delle tecnologie dei neno-sensori applicata alla produzione di “nasi elettronici”, si possa aprire l’epoca di una nuova forma di diagnosi, applicabile a un più vasto spettro di patologie, che – ha detto un poco scherzando la Gallagher – sia simile a quella del “tricorder” di Star Trek. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
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TATUAGGI – le donne se ne pentono – luglio 2008 – La lista di chi ci ripensa si allunga sempre di più e per i due terzi è composta da d0nne
USA, Washington – Il popolo dei tatuati cresce a dismisura e tra i giovani rappresenta il 25 per cento della popolazione negli Stati Uniti. L’ottanta per cento si dichiara soddisfatto del proprio tattoo, qualcuno però, soprattutto tra il gentil sesso, inizia a ricredersi e, dopo averlo tanto amato e sfoggiato, a un certo punto lo rimuove.
Ii TATUAGGIO – Un tempo era un segno distintivo di marinai e galeotti, marchio indelebile (e per questo prezioso) che accomunava una categoria ristretta di persone e a quasi esclusivo appannaggio dei maschi. Poi è diventato di moda, trainato da avvenenti donne e uomini dello spettacolo che lo esibiscono nei punti più curiosi. Ormai il tatuaggio è trasversale e diffusissimo e ha perso la maggior parte delle connotazioni originarie, divenendo soprattutto una questione estetica. Eppure tra le fila dell’esercito dei tatuati ora iniziano a comparire i primi segnali di pentimento e sono soprattutto le donne quelle che vogliono tornare indietro.
Lo STUDIO – Lo sostiene uno studio dei ricercatori della Texas Tech University , che, dopo aver appurato che tra i 18 e i 30 anni un americano su 4 ha un tatuaggio, sono andati nelle principali cliniche dell’Arizona, del Colorado, del Massachusetts e del Texas dove effettuano le terapie con il laser per la rimozione dei tattoo.
Lì gli studiosi hanno riscontrato una concentrazione altissima di donne: due terzi di coloro che vogliono cancellare per sempre il tatuaggio appartengono all’universo rosa. Mediamente, infatti, il profilo tipico del tatuato redento ci dice che si tratta di una donna che si è tatuata intorno ai 20 anni e verso i 30 ha deciso di svoltare, cancellando ogni segno ed esponendosi tra l’altro a varie sedute e a rischi di iper pigmentazione per abolire il marchio indesiderato.
Le RAGIONI – La ricerca, pubblicata nel giornale specialistico Archives of Dermatology, rileva le ragioni del ripensamento, evidenziando che, nonostante si tratti di un fenomeno diffuso, il tatuaggio continua a creare problemi sociali. Sconveniente a un matrimonio o in occasioni particolari, antiestetico con alcuni abbigliamenti, secondo la ricercatrice Myrna Armstrong il tattoo continua a rappresentare un rischio sociale e, a dispetto del dilagare di piercing e di varie forme di body art, esiste un pregiudizio a questo proposito di cui sono vittime soprattutto le signore. E ora, dopo il business del tatuaggio, potrebbe nascere il business della sua rimozione.
By Emanuela Di Pasqua – Tratto da: corriere.it
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TATUAGGI TOSSICI
Gli inchiostri usati per i tatuaggi rilasciano nanoparticelle che viaggiano nel corpo fino a raggiungere anche i linfonodi, che rischiano di essere esposti in modo permanente a queste sostanze, fra le quali, oltre al nerofumo e al biossido di titanio, vi possono essere conservanti e contaminanti come nichel, cromo, manganese o cobalto (red)
Micro e nanoparticelle rilasciate dagli inchiostri usati per i tatuaggi viaggiano nel corpo e raggiungono i linfonodi. A dimostrarlo è il primo studio che fornisce dettagliate prove analitiche del trasporto nell’organismo di diversi pigmenti organici e inorganici e delle impurità, costituite anche da elementi tossici, presenti negli inchiostri. Lo studio è stato effettuato da ricercatori dell’Ufficio federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) in collaborazione con l’Università Ludwig-Maximilians a Monaco di Baviera e la European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) a Grenoble, che firmano un articolo pubblicato su “Nature Scientific Reports”.
Oltre al nerofumo, il secondo ingrediente più usato in questi inchiostri è il biossido di titanio (TiO2), un pigmento bianco applicato per creare diverse tonalità mescolandolo ad altri coloranti. L’eventuale ritardo nella guarigione della pelle dopo un tatuaggio, caratterizzata da un rigonfiamento della cute e da prurito, è spesso dovuto proprio a questa sostanza.
Il viaggio delle nanoparticelle dopo un tatuaggio, nei linfonodi (Cortesia Christian Seim)
L’analisi con fluorescenza a raggi X di minuscoli campioni di pelle e di alcuni linfonodi, prelevati a un gruppo di volontari, ha individuato la presenza di microparticelle e nanoparticelle di biossido di titanio nella pelle e di nanoparticelle nei linfonodi.
“Il problema – spiega Bernhard Hesse, coautore dello studio – è che in questo modo potrebbe esserci un’esposizione permanente dei linfonodi alla sostanza, e noi non sappiamo neppure se alle nanoparticelle di queste sostanze l’organismo reagisce in modo simile o diverso da come risponde alle microparticelle.” I potenziali pericoli derivanti dai tatuaggi, infatti, sono stati finora studiati solo ricorrendo all’analisi in vitro degli inchiostri e dei loro prodotti di degradazione.
L’analisi con micro-spettrofotometria infrarossa del tessuto circostante alle particelle di biossido di titanio ha inoltre messo in evidenza l’alterazione della struttura secondaria di alcune proteine dell’epidermide.
La maggior parte degli inchiostri dei tatuaggi sono composti in prevalenza da pigmenti organici, ma possono contenere anche svariati conservanti e contaminanti come nichel, cromo, manganese o cobalto.
“Quando qualcuno si vuole tatuare, spesso sta molto attento a scegliere un laboratorio dove sono usati aghi sterili monouso. Ma nessuno controlla la composizione chimica dei colori. Il nostro studio mostra che forse dovrebbero farlo”, ha concluso Hiram Castillo, ricercatore all’ESRF e coautore dello studio.
Tratto da: lescienze.it
Commento NdR: pur apprezzando l’articolo che denuncia dei FATTI, non si comprende come mai la rivista “Le Scienze” non prenda in considerazione le sostanze tossiche vaccinali e relative nanoparticelle…che addirittura sono iniettate con una siringa, nel sangue della microcircolazione…… misteri della “scienza corrotta e collusa” con Big Pharma…. !
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Eliminare i tatuaggi con il laser: rimozione tatuaggi in medicina estetica – 17 Febbraio 2009
Per eliminare i tatuaggi scuri e blu si utilizza il laser Q-Switched che agisce vaporizzando i pigmenti in microparticelle.
Risultano invece più difficili da eliminare i tatuaggi realizzati con pigmenti chiari come
quelli verdi, azzurri, argentati e bianchi. Inoltre se il pigmento depositato è molto profondo e il tatuaggio è molto grande, sono necessarie numerose sedute e la rimozione del tatuaggio non può essere garantita.
Per eliminare un tatuaggio di media grandezza in genere occorrono dalle dieci alle quindici sedute. È necessaria l’ anestesia topica e durante il trattamento si avverte bruciore.
Dopo la seduta con il laser per la rimozione del tatuaggio, occorre sottoporsi a medicazioni per circa una settimana e si deve mantenere l ‘area trattata disinfettata proprio come sì fa con una ferita.
Il costo varia dalle 200 a seconda dell’ estensione del tatuaggio.
Per la rimozione dei tatuaggi è quindi necesario fare una visita specialistica presso un medico specializzato (un chirurgo estetico plastico) e valutare insieme la fattibilità del trattamento laser, le sedute e il costo necessario.
Tratto da: mondobenessereblog.com
Danni dei Vaccini alla Pelle: Le reazioni avverse cutanee (DANNI) ai Vaccini.
Il capitolo 26 del volume “Dermatologia allergologica nel bambino e nell’adolescente” (autore Massimo Gola, dermatologo, allergologo e docente presso l’Università di Firenze) è intitolato “Reazioni avverse cutaneo-mucose a farmaci” (curato dai Professori Paolo Lisi, Luca Stingeni e Leonardo Bianchi dell’Università di Perugia).
A pagina 222 sono elencate le reazioni (vedi: DANNI dei vaccini) avverse cutaneo-mucose sistemiche da Vaccini.
Ecco un piccolo elenco di Vaccini e di problemi alla pelle, senza contare gli altri e piu’ Gravi DANNI che i Vaccini arrecano ai vaccinati !
– Vaccino per la VARICELLA
Manifestazioni: prurito, orticaria/angioedema, anafilassi, eruzioni maculo-papulose, vasculiti, eruzioni varicelliformi.
– Vaccino per la DIFTERITE/TETANO/PERTOSSE
Manifestazioni: prurito, orticaria/angioedema, anafilassi, eruzioni maculo-papulose, eritema polimorfo, riesacerbazione di dermatite atopica, sindrome di Nicolau, sindrome di Wells.
– Vaccino per il MORBILLO/PAROTITE/ROSOLIA
Manifestazioni: prurito, orticaria/angioedema, anafilassi, eruzioni maculo-papulose, dermatiti eczematose, lichen striato, necrolisi epidermica tossica, porpora.
– Vaccino per la POLIOMIELITE
Manifestazioni: orticaria, eruzioni maculo-papulose.
– Vaccino per l’EPATITE B
Manifestazioni: prurito, orticaria/angioedema, anafilassi, eruzioni maculo-papulose, lichen planus, dermatiti lichenoidi, eruzioni pitiriasi rosea- simili, granuloma anulare disseminato, eritema polimorfo, eritema nodoso, alopecia, LES (lupus eritematoso sistemico), vasculiti.
https://books.google.it/books?id=kKwA-OilxzUC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
L’Elenco di tutte le problematiche (occulte e/o palesi) e relativi meccanismi che vitamina K1 e Vaccini inducono nei vaccinati, sono qui ben spiegati in Danni dei Vaccini
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vedi anche: Medicina Quantistica
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