Storia del Diabete + Ragioni per l’epidemia di Diabete + Programma vitaminico
Malattia del ricambio, caratterizzata da aumento del glucosio nel sangue e dalla sua comparsa nelle urine, legata in genere a una deficiente produzione di insulina da parte del pancreas ( d. mellito ); se non curata nel modo adatto con la medicina naturale, può dar luogo a gravi complicazioni a carico dei reni, del sistema cardiovascolare e del sistema nervoso; predispone inoltre ad altre forme di ammalamento (Sintomi = malattie).
Una delle principali cause sono, oltre all’errata alimentazione, intossicazione di sangue e pancreas da farmaci, sono i vaccini che depauperano la flora batterica ed il sistema enzimatico, oltre ad alterare il pH digestivo dell’intestino tenue, e quindi qualsiasi tipo di malattia puo’ essere indotta, anche il diabete, la prova è semplicemente questa: da quando si fanno le campagne vaccinali sui bambini, anche i bambini hanno facilmente il diabete, che è un ammalamento che interviene “normalmente” verso la vecchiaia in certi soggetti, per le lente e progressive intossicazioni da alimenti inadatti al soggetto stesso !
Nel 1880 alcuni scienziati tedeschi si domandarono quale fosse la funzione del pancreas in anatomia. Non trovarono niente di meglio che rimuovere il pancreas a un cane, per poi osservare cosa sarebbe successo al cane senza il pancreas.
Notarono che il suo livello di zucchero nel sangue salì in maniera incontrollabile. Quindi diedero il nome di diabete a una condizione in cui si riscontravano alti livelli di zucchero nel sangue, la cui causa fu attribuita a un pancreas che non funziona in modo appropriato. Quando in seguito si scoprì che l’insulina era l’agente causale nel controllo della glicemia, fu avviata una ricerca per isolarla e sintetizzarla.
Nel 1922, tre premi Nobel canadesi, Banting, Best e Macleod, riuscirono a salvare la vita di una ragazza di quattordici anni che aveva il diabete, mentre era ricoverata al General Hospital di Toronto, iniettandole insulina. La Eli Lilly si accaparrò la licenza per la produzione di questa nuova medicina miracolosa, e la comunità medica si crogiolò nella gloria del miracolo ottenuto.
Per la prima volta il diabete, come malattia, poteva essere tenuto sotto controllo, seppure non curabile. A nessuno piacque l’idea che il paziente diabetico avrebbe dovuto prendere l’insulina ogni santo giorno della sua vita, ma l’idea divento accettabile come male minore rispetto a una morte ancor più prematura.
Tutto “andò bene” fino al 1933 quando emerse una nuova forma di diabete più resistente.
Questa informazione apparve in un documento presentato da Joslyn, Dublin e Marks e pubblicato nell’American Journal of Medical Sciences. Questo documento, Studi sul Diabete Mellito, metteva in guardia sull’emergere di una malattia a carattere epidemico che assomigliava molto al diabete dei primi anni ’20, solo che non rispondeva al trattamento con la medicina miracolosa, l’insulina. Peggio ancora, a volte un trattamento con insulina uccideva il paziente.
Questa nuova malattia diventò nota come diabete insulino-resistente perché era caratterizzata da un elevato il livello di zucchero nel sangue, sintomo di diabete, ma non rispondeva alla terapia con insulina.
Il diabete, che a cavallo del ‘900 aveva un’incidenza dello 0.0028% pro-capite, nel 1933 aveva raggiunto l’1% negli Stati Uniti fino a diventare una malattia sempre più riscontrata da un maggior numero di medici. Questa malattia era destinata a minare la salute di più della metà della popolazione americana e a farne diventare invalida, in maggior o minor misura, almeno il 20% entro il 1990.
Solo nel 1950, la comunità scientifica medica fu in grado di sviluppare metodi per eseguire test sierici dell’insulina.
A seguito di questi test fu subito chiaro che questa nuova malattia non era il classico diabete, ma era caratterizzata da sufficienti, spesso eccessivamente alti livelli di insulina nel sangue. Il problema era che l’insulina appariva inefficace. Non riduceva i livelli di zucchero nel sangue. Ma dal momento che la malattia era conosciuta come diabete da quasi 20 anni, fu rinominata diabete di Tipo II. Questo per distinguerlo dal precedente diabete di Tipo I, causato da insufficiente produzione di insulina dal pancreas.
Nel 1949 trovandosi a fronteggiare quella che sembrava essere una grande epidemia di diabete insulino-resistente, la comunità medica si riorganizzò dando forma alle specialità mediche così come le conosciamo oggi. Così comparve il cardiologo, l’endocrinologo, l’allergologo, lo specialista in malattie intestinali, l’oncologo e tutti gli altri. Naturalmente ogni sintomo del diabete, diventò una singola malattia per suo conto. L’infarto, per esempio, che in precedenza stato spesso inteso come un sintomo del diabete, ora era diventato una malattia non collegata direttamente al diabete.
Diventò di moda dichiarare che il diabete “aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.” Il ruolo di un sistema fisiologico di controllo dello zucchero nel sangue inefficiente, come causa di infarto, fu oscurato.
Con questa nuova base per le diagnosi, ordini concorrenti di medici specialisti rapidamente riclassificarono gruppi di sintomi del diabete come appartenenti alla malattia di loro specifica competenza e iniziarono a trattare i sintomi che ritenevano appartenenti al proprio ramo specialistico. Dato che la causa della malattia è stata ampiamente ignorata, non si è fatto più alcuno vero sforzo per curare qualsiasi malattia.
Coerentemente con il nuovo paradigma medico, nessuno dei trattamenti offerti dal cardiologo, per esempio, effettivamente cura, è nemmeno s’intende che curi, la malattia “proprietaria”, pertinente a quella specialità medica. Per esempio, gli anni di sopravvivenza pronosticati dopo un intervento chirurgico per un bypass spesso risultano poi essere effettivamente gli stessi per chi non si è sottoposto all’intervento. E questa è la linea seguita per il trattamento, e non per la cura, di ogni altra patologia.
Un anno più tardi, nel 1950, fu iniziata una ricerca per trovare un’altra medicina miracolosa per trattare i problemi del Diabete di tipo II
Questa nuova, ideale, medicina miracolosa, come l’insulina avrebbe dovuto:
– essere efficace, come l’insulina, nel ridurre evidenti sintomi dannosi della malattia
– non essere efficace nella cura della patologia di base.
– essere poi necessario prenderla continuamente per il resto della vita del paziente.
– essere brevettabile, non essere un rimedio naturale perché questi non sono brevettabili.
– essere altamente redditizia per chi la fabbricasse e per la linea di distribuzione.
– essere sottoposta a richieste di approvazioni da parte dei governi
– essere fornita obbligatoriamente solo dietro presentazione di ricetta medica per stimolare i medici a prescriverla.
I test richiesti per tali autorizzazioni avrebbero dovuto essere estremamente costosi per impedire ad altri farmaci non approvati di diventare competitivi.
In presenza di effetti collaterali indesiderabili, si sarebbe potuto sempre dire che la malattia è molto peggio degli effetti collaterali.
In caso di morte del paziente, abbiamo fatto del nostro meglio, ma era una malattia pericolosa.
Questa è l’origine del classico protocollo medico di “curare i sintomi”. In questo modo, sia la la casa farmaceutica che il medico possono prosperare nel mondo degli affari, e il paziente, pur non essendo guarito della sua malattia, a volte sarebbe temporaneamente sollevato da alcuni dei suoi sintomi. In aggiunta, farmaci naturali che effettivamente guarirebbero la malattia dovrebbero essere soppressi. Più efficaci sono, più dovrebbero essere soppressi e i loro fautori incarcerati come ciarlatani.
Dopo tutto, non si può permettere che possano essere venduti dei rimedi naturali, efficaci nella cura delle malattie e non costosi, in un mercato di monopolio ad intensità di capitale specificatamente progettato per il trattamento di sintomi senza curare la malattia.
Spesso dei prodotti naturali hanno veramente curato più di una una malattia. Per questo motivo il potere delle leggi è stato e viene utilizzato per rimuovere i rimedi naturali, spesso superiori, dal mercato dei farmaci, per rimuovere la parola “cura” dal vocabolario medico e per logorare completamente il concetto stesso di libero mercato negli affari in campo medico.
Questo è il motivo per cui la parola “cura” è così energicamente soppressa con delle leggi. La FDA ha una vasta regolamentazione orwelliana che vieta l’uso della parola “cura” per descrivere qualsiasi sostanza o medicina naturale che sia in concorrenza con i farmaci di sintesi della medicina ortodossa. E’ proprio perché molte sostanze naturali sono veramente efficaci nel curare e prevenire le malattie che la parola cura è diventata così terrificante per la comunità medico-farmaceutica ortodossa.
Il valore commerciale dei sintomi
Dopo che la politica di sviluppo dei farmaci fu ridisegnata per concentrarsi sul trattamento dei sintomi piuttosto che sulla cura delle malattie, si è reso necessario reinventare il modo in cui i farmaci vengono messi in commercio.
Deve essere chiaro che qualsiasi ente di qualsiasi altro paese occidentale che si occupa di regolamentare la produzione e distribuzione dei farmaci, integratori alimentari, protocolli medici, etichettatura dei prodotti, ecc. è l’esatta replica della FDA.
Non hanno un pensiero proprio, ma riformano la regolamentazione, spesso solo la traducono, sul modello di quella della FDA, che è totalmente asservita alle case farmaceutiche, se si fa eccezione per qualche raro funzionario che comunque dura poco in carica.
Oggi, più della metà delle persone in America soffre di uno o più sintomi del diabete. E in Europa, incluso l’Italia, la percentuale è in aumento anche fra i bambini.
Nei primi tempi, il diabete diventò ben noto ai medici come Diabete di tipo II, Diabete insulino-resistente, Insulino-resistenza, Esordio di diabete negli adulti o, più raramente, Iperinsulinemia.
Secondo l’American Heart Association, quasi il 50% degli americani soffre di uno o più sintomi di questa malattia. Un terzo della popolazione degli Stati Uniti è patologicamente obesa, mentre la metà della popolazione è sovrappeso. Il diabete di tipo II ora sembra di routine nei bambini di sei anni. Molte malattie degenerative possono essere riconducibili a un fallimento del sistema endocrino. Questo era ben noto ai medici del 1930 come diabete insulino-resistente.
Si sa che il problema che sta alla base è lo sconvolgimento del sistema fisiologico di controllo dello zucchero causato da grassi e oli trattati industrialmente. E questi si trovano in quasi tutti i prodotti confezionati che trovi al supermercato. E’ esacerbato e complicato dalla sistematica eliminazione degli enzimi, che farebbero rapidamente scadere il prodotto, e di altri nutrienti essenziali che il corpo ha bisogno per far fronte alle conseguenze metaboliche di questi veleni.
Ci sono enormi differenze fra un olio e un altro o un grasso e un altro. Alcuni sono sani e benefici, molti, comunemente in vendita nei supermercati, sono dei veleni.
Per stabilire se sono di beneficio per la salute o meno la distinzione non va fatta fra saturi e insaturi, come l’industria dei grassi e degli oli industriali vorrebbe farci credere. Molti oli e grassi saturi sono estremamente benefici, molti oli insaturi sono molto velenosi. L’importante distinzione va fatta tra prodotti naturali e prodotti lavorati industrialmente.
Esiste molta disonestà nella pubblicità di grassi e oli industriali. L’industria alimentare mira a creare un mercato per gli oli spazzatura a basso costo come ad esempio olio soia, cotone e canola. Con un pubblico informato e consapevole, questi oli non avrebbero alcun mercato e in tutto il mondo ci sarebbe un numero molto minore, e non immagini quanto molto minore, di casi di diabete.
Alterazione degli stili di vita
Già nel 1901 furono fatti i primi tentativi di produrre generi alimentari con impianti automatici di produzione e confezionamento immaginando gli immensi profitti realizzabili. La maggior parte dei primi tentativi fallirono perché le persone erano intuitivamente sospettose riguardo a dei cibi che non fossero freschi come quelli che provenivano direttamente dalle aziende agricole e perché la tecnologia per la lavorazione era imperfetta. Con il progressivo aumento della prosperità economica in ogni classe sociale questi prodotti alimentari sospetti fecero dei lievi progressi.
La Procter & Gamble che produceva e ancora produce Crisco, un grasso artificiale per fare il pane e prodotti da pasticceria, distribuì gratuitamente lattine da mezzo chilo di Crisco in un infruttuoso tentativo di conquistare la fiducia delle casalinghe americane affinché poi acquistassero il suo prodotto preferendolo allo strutto.
Quando la margarina fu introdotta negli Stati Uniti, gli stati con un elevato numero di industrie lattiero-casearie fecero un’accanita opposizione. Con l’avvento della Depressione del 1930, la margarina, Crisco e una serie di altri prodotti raffinati iniziarono a penetrare in maniera significativa nei mercati alimentari. Il supporto a favore dei prodotti lattiero-caseari in opposizione alla margarina si affievolì durante la seconda guerra mondiale, perché non c’era abbastanza burro per le esigenze sia dei civili che dei militari. A questo punto, l’industria lattiero-casearia, avendo perso molto supporto, semplicemente accettò una quota inferiore di mercato e si concentrò sulle forniture militari. Gli oli di semi di lino e di pesce, che erano comuni nei negozi e considerati beni necessari prima che la popolazione americana si ammalasse, scomparvero dagli scaffali.
L’ultimo produttore di olio di semi di lino che serviva le grandi catene di distribuzione è stato Archer Daniels Midland, e ne ha interrotto la produzione e la fornitura nel 1950.
Più di recente, uno dei più importanti grassi salutari, è stato sottoposto ad una massiccia campagna di disinformazione dai media che lo hanno ritratto come un grasso saturo che provoca insufficienza cardiaca. Come risultato, è praticamente scomparso dagli scaffali dei supermercati. Quindi l’olio di cocco è stato rimosso dalla catena alimentare e sostituito dall’olio di soia, l’olio di semi di cotone e l’olio di canola. E’ stato poco dopo questo riuscito blitz dei media che la popolazione degli Stati Uniti perse la “guerra dei grassi”.
Per molti anni, negli Stati Uniti l’olio di cocco è stato il più efficace agente di controllo dietetico del peso, al pari dell’olio crudo extra vergine d’oliva spremuto a freddo nei paesi mediterranei.
La storia dell’ingegneria della trasformazione di quelli che una volta erano cibi sani corre esattamente parallela all’aumento dell’epidemia di diabete e iperinsulinemia che affligge gran parte del mondo. Un altro passo nella direzione della cura del diabete e di altre malattie è smettere di credere che i cibi pubblicizzati dai media siano sani e nutrienti.
Riferimenti:
1 – Allen FM, M.D.”Diabetes Mellitus.”, Encyclopedia Americana, International Edition 1966 Vol 9 54-56
2 – Brown JAC, M.B., B.Chir.,”Pears Medical Encyclopedia, Illustrated”, London, England., Rainbird Reference Books Ltd. 1971
3 – Erasmus U, “Fats that heal, Fats that kill.”, Burnaby, BC Canada. Alive Books, 1996
4 – Van Nostrands Scientific Encyclopedia, 8th Ed.
5 – Trager J, “The Food Chronology”, Henry Holt & Company. NY, NY. 1995
Questo è il primo di circa una ventina di altri articoli su questo argomento che verranno via via pubblicati e che nel loro insieme dimostrano che chi ha il diabete di tipo I o II potrebbe far sì che il suo corpo, e la sua mente, possano liberarsi di questa malattia. Ovviamente non aspettarti che il tuo medico sia d’accordo.
I tempi di pubblicazione dipendono da quanto tempo potrò dedicare alla traduzione delle fonti e per creare articoli “purgati” dagli ostici termini medici per renderli facilmente accessibili a un pubblico profano. Se potrò attribuirmi un merito, sarà solo quello di aver reso accessibili queste informazioni alle persone a cui non fossero ancora arrivate, il merito del lavoro va a una persona che ha guarito se stessa dal diabete e ha deciso di condividere la sua esperienza e conoscenza libera dagli interessi particolari dell’industria del diabete. Tutti i dovuti credits verranno pubblicati alla fine della serie degli articoli.
La cura del diabete esiste ed è stata brevettata.
Questo particolare brevetto stabilisce:
“La combinazione dei componenti del medicinale induce una rigenerazione delle cellule del pancreas che poi inizia a produrre nuovamente l’insulina da solo. Dato che questa composizione ripristina le normali funzioni del pancreas, il trattamento può essere interrotto dopo un periodo di tempo, da un minimo di quattro mesi a un massimo di dodici “.
Purtroppo, questo eccellente lavoro non è stato continuato fino ad arrivare alla produzione di un farmaco disponibile per la vendita al pubblico. Il sospetto è che il motivo sia la mancanza di alcun incentivo finanziario per commercializzare una cura per una malattia che fornisce un lucroso e sicuro reddito con il business del suo perenne trattamento. Non è raro che dei brevetti vengano acquistati perchè nessuno possa poi realizzarli nella pratica, quando potrebbero minare interessi economici consolidati.
Come tutte le medicine che funzionano è un prodotto erboristico. E guarda caso, non aggiunge nulla, ma promuove una disintossicazione specifica
Ogni cura in realtà è disintossicazione. Non c’è nulla da curare, solo da disintossicare.
(NdR: Per la Glicemia alta, tipica dei “diabetici”, sia alimentari, che da farmaci e vaccini, con aumento dello zucchero nel sangue, si consiglia oltre alla eliminazione dello zucchero, l’assunzione dopo ogni pasto di una tisana di Charantia)
Un’ultima anticipazione:
Una proteina comunemente riscontrata nel latte vaccino, come è risultato da numerosi studi, ha dimostrato di essere corresponsabile per il diabete di tipo I.
Più recentemente è stato riscontrato anche che le vaccinazioni infantili sono coinvolte seriamente come agente responsabile nel diabete di tipo I.
Ovviamente una dieta sana è il presupposto necessario, se non obbligatorio per non perpetuare il diabete, e la dieta ottimale per l’essere umano è quella descritta nel libro di Arnold Ehret, “Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco”.
Deve essere chiaro che nessuna persona che stia ricevendo trattamenti per il diabete deve pensare che vi sia un invito a sospenderli, fino a quando il suo pancreas non sia in grado di produrre insulina e/o il suo organismo sia in grado di utilizzare il glucosio e tutto quanto necessario per il corretto funzionamento delle funzioni degli organi interessati, comprovato da accurati esami medici oggettivi.
By Luciano Gianazza – Arnold Ehret Italia
Il Dott. Davis afferma che è comprovato il fatto che una dieta senza grano porta enormi benefici; centinaia di migliaia di persone perdono peso (con una dieta senza grano) 30, 80, 150 libbre (1 libbra = 453.5 gr).
I diabetici cessano di soffrire di diabete, persone affette da artrite hanno miglioramenti drastici, persone che perdono gonfiore alle gambe, reflusso acido, sindrome del colon irritabile, depressione e così via !
Diabete: l’efficacità dello Psillium è confermata da una sintesi di 35 studi pubblicati, più il diabete è importante e più questa Pianta è efficace contro la glicemia.
DIABETE MELLITO TIPO 2: una EPIDEMIA in CONTINUO AUMENTO – 05/10/2010
“Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce”.
(By Martha Medeiros: “Lentamente muore”)
Il diabete nei bambini – Aumentano in modo allarmante i casi si bambini e adolescenti affetti da diabete di tipo 2.
Tra le cause, l’aumento dell’ obesità infantile, con la conseguente patologia diabetica che nei bimbi e nei giovanissimi è molto più difficile da curare che negli adulti. L’allarme arriva da uno studio pubblicato in versione integrale sul “New England Journal of Medicine”.
Commento NdR: guarda caso questi ricercatori, non sanno, non capiscono e/o non vogliono capire…che il diabete e non solo esso, dipendono dall’alterazione delle digestioni intestinali le quali a loro volta sono causate dall’alterazione del pH digestivo, della flora batterica autoctona e da quella del sistema enzimatico, che a loro volta sono causate dalle tossine introdotte con i Vaccini ai bambini, che oltre a determinare intossicazione generano delle reazioni infiammatorie ed immunitarie, alterando la flora impediscono la produzione regolare dell’insulina !
A conferma di ciò, i ricercatori hanno scoperto che alcuni batteri autoctoni, mancanti o mutati, nei diabetici rovinati soprattutto nei bambini dai Vaccini, possono ammalare di diabete, perché alterano l’ormone insulina.
Infatti, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism, è emerso che nel fegato, nel sangue e nel tessuto adiposo di pazienti diabetici, sono presenti batteri diversi da quelli presenti in persone senza la malattia.
Lo studio è stato condotto presso l’Università di Laval in Canada ed ha coinvolto 40 soggetti obesi operati con chirurgia bariatrica, 20 dei quali erano anche diabetici.
https://www.ilmessaggero.it/salute/ricerca/diabete_batteri_intestinali_insulina_ultime_notizie-5102909.html
L’analisi bioinformatica collega il diabete di tipo 1 ai vaccini contaminati con proteine animali e le cellule T autoreattive esprimono i recettori della pelle di origine compatibili con i vaccini iniettati come agenti causali
Scarica lo studio da qui:
https://www.dropbox.com/s/qjrqiq2p8ljthvw/Bioinformatics-analysis-links-type-1-diabetes-to-vaccines-contaminated-with-animal.pdf
MELONE AMARO AFRICANO
Il melone amaro è il frutto della pianta Momordica charantia appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee.
La pianta del melone amaro è un rampicante ed appartiene alla stessa famiglia della zucca, del cetriolo e dell’anguria. Per questo motivo è anche conosciuto con il nome di zucca amara.
Il melone amaro è una specie di zucca di origine tropicale che viene spesso consumato sotto forma di te. Le sue proprietà possono aiutare a prevenire e combattere diversi problemi di salute. Questo infuso si sta diffondendo sempre di più in Africa, Asia ed America Latina. Infatti, il suo consumo frequente può ridurre i livelli di zucchero nel sangue nelle persone diabetiche, al punto tale che vari studiosi lo hanno definito “l’insulina vegetale”.
Fonte inestimabile di micro e macro nutrienti come fibre, proteine, flavonoidi (luteina e zeaxantina), vitamine (vitamina C e acido folico) e sali minerali (potassio, fosforo, ferro, calcio e zinco), povero in grassi e a basso contenuto calorico (solo 17 kcal/100 g), Momordica charantia esprime al meglio il suo potenziale terapeutico grazie a un particolare fitonutriente: il polipeptide-P, una sorta di insulina vegetale in grado di ridurre la glicemia nel diabete di tipo 2.
vedi: Pancreas + Diabete Mellito tipo 2 + Diabete dai vaccini + Epidemie di Diabete + DIABETE 1 + Diabete in aumento massivo + Cura per Diabete + Vaccini sicuri ? NO ! + L’insulina vi condanna a morte prematura ? – Is Insulin Condemning You to a Premature Death ? + Porfiria
VACCINI producono nei bambini il Diabete e NON solo…!
http://www.assis.it/studio-del-sovraccarico-del-sistema-immunitario-indotto-vaccino-della-conseguente-diffusione-della-sindrome-metabolica-del-diabete-tipo-1-spiegazione-dei-recenti-rapidi-aumenti-del-risch/
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vedi anche: Medicina Quantistica
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Ecco un metodo utile per mantenere e/o recuperare la Salute
Metodo MC in sintesi si basa su tre fattori primari per ottenere risultati di eccellenza. Serve per disintossicare, deparassitare ed aiutare il ripristino della flora batterica autoctona, alterata per vari fattori: Vitamina K1, Vaccini, Farmaci, acque inquinate, cibi industriali intossicati da agricoltura chimica, ecc.
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Onesta’ intellettuale giornalistica e malattie del progresso… il diabete.
Ad esempio nell’articolo sotto, nessuno riferisce con onesta intellettuale… non è vero che per 20 anni vi è stata una stasi nella ricerca… il problema è diverso, non c’erano malati di diabete…! ( ne era malata una percentuale insignificante di persone ).
Il diabete e’ in vertiginosa crescita,e, nessuno si preoccupa di invertire la rotta con programmi mirati: quali?
In USA e, in UK, ci stanno provando da alcuni anni.
Era di un anno fa la notizia che, il partito conservatore Inglese,voleva inserire una tassa alle persone oversize, legge bloccata dai laburisti perché minava ai principi della carta magna.
Guardiamo ai raggi X l’Italia: attività fisica ?
Ho vissuto negli States, ogni 400/500 metri,ci sono biblioteche,ma anche centri sportivi gratuiti, gratuiti… puoi correre e fare fitness in generale, ai a disposizione un istruttore stipendiato dalle tasse comunali…
In Italia? a parte che bisognerebbe trovare il tempo, ma quanto costano i centri sportivi, ve ne sono gratuiti ? fermo restando che è necessario incrementare la civiltà sportiva attraverso modelli culturali che,al momento in Italia sono fossilizzati al passato remoto.
Nel sud Italia in special modo,come in Italia la tradizione culinaria mediterranea in qualche maniera sta tenendo le retini ad uno stravaso Diabetico importante già presente altrove.
Big Pharma vuole creare milioni di milioni di pazienti senza “legni tra le ruote”.
E’ la politica,chi dirige attraverso l’autorità sanitaria cosa fa ?…fino questo momento nulla o quasi.
Contro il diabete, cibi sani e freschi, no fumo, no alcool, e, sopratutto tanta attività fisica, non meno di 1 ora tutti i giorni.
Quello che percepisco è disaggiante quanto disarmante, non sono tuttavia disilluso: i medici sono sempre più assoggettati, non sanno crearsi uno “spazio culturale” dove organizzare la loro capacità clinica e terapeutica, in definitiva sono marionette delle strutture sanitarie ad hoc, organizzano i corsi su come…pescrivere, e, ancora pescrivere…
Fonte: doctornews
«Dopo una ventina d’anni di stasi sotto il profilo delle novità farmacologiche, negli ultimi 4-5 anni si è registrato in diabetologia uno sviluppo davvero notevole e i primi mesi del 2015 costituiscono il culmine di questa crescita». Lo afferma Carlo Bruno Giorda, presidente della Fondazione Amd (Associazione medici diabetologi). «Grandissime novità si hanno nel campo delle insuline basali» esemplifica. «Stiamo iniziando a usare la nuova insulina degludec che ha il grande vantaggio di ridurre le variabilità glicemica e gli eventi ipoglicemici: i dati verificati in campo sperimentale sono confermati in clinica ogni giorno.
Dati internazionali, tra l’altro, dimostrano come questa insulina permetta di ridurre la dose complessiva di unità giornaliere.
È poi imminente l’introduzione di nuove formulazioni di insulina glargine, con una versione 300 unità che avrà anch’essa il vantaggio di una minore variabilità e di un’estensione dell’attività farmacocinetica. Infine, e questo è un dato che ha valore soprattutto in termini di sostenibilità, tra le insuline basali soprattutto per diabete di tipo 2, sarà disponibile anche una versione biosimilare dell’insulina glargine». Alcuni farmaci innovativi già disponibili, quali la lixisenatide e la liraglutide, grazie a una presa d’atto dell’Aifa, saranno disponibili in associazione all’insulina basale. «E questo è un vantaggio» sottolinea Giorda «perché significa ridurre l’acquisizione di peso da parte del paziente e diminuire le unità di insulina giornaliera. Per la liraglutide» aggiunge «c’è anche la novità da 3 mg- registrata per ora solo negli USA – principalmente per il trattamento dell’obesità, spesso base patogenetica del diabete di tipo 2: si tratta quindi di una grande opportunità». Sempre in questa classe molta attesa c’è per l’imminente uscita della dulaglutide, un incretino mimetico che ha il vantaggio di essere dato una volta alla settimana.
La più grande novità, però, sta nel fatto che è stata autorizzata dell’Aifa la prescrizione del dapagliflozin, capostipite di una nuova classe di farmaci: gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio SLGPT2, proteina responsabile dell’assorbimento del 90% del glucosio da parte dei reni. «È il primo farmaco antidiabetico che non utilizza l’insulina come meccanismo d’azione, in quanto ottiene il controllo glicemico aumentando l’eliminazione urinaria del glucosio in eccesso. Ciò è utile soprattutto perché permette al paziente di perdere peso ma anche perché il farmaco è associabile all’insulina consentendo di ridurne le unità giornaliere».
Da sottolineare anche il recente lancio di un Dpp-IV (alogliptin) in combinazione fissa con pioglitazone e, nel campo degli ipolipemizzanti, la presentazione dei dossier registrativi a Fda ed Ema degli inibitori Pcsk9 – anticorpi monoclonali da somministrare una volta alla settimana in aggiunta a una terapia con statine – che hanno dato prova di grande efficacia nella riduzione della colesterolemia-Ldl, rivelandosi specificamente utili nei pazienti non in grado di raggiungere un controllo lipidemico con le sole statine. «Effettivamente ora il problema per il clinico non sarà più quello di non avere disponibilità di nuovi farmaci ma quello di imparare a usarli bene» commenta Giorda. «Non basta infatti immettere i farmaci sul mercato: occorre formare i medici a impiegarli nel migliore dei modi possibili. E questa attività di formazione è importante che sia effettuata dalle società scientifiche».
Articolo inviatoci dal dott. G. Parisi (medico)
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Il LETALE INGANNO del DIABETE
Questo articolo vi farà arrabbiare, gli inganni non fanno piacere, soprattutto quando sono preposti a tenerci ammalati a scopo di lucro, pur essendoci la cura. In questo articolo informazioni su cosa è il diffusissimo diabete di tipo 2, quali patologie da origine, la sua storia nascosta al pubblico e soprattutto la cura che lo guarisce senza fallo con il 100% di successi e con la guarigione dalle patologie indotte da tale malattia. L’articolo è un po’ lungo, ma vale la pena di leggerlo, dopodiché diffondete questa conoscenza in quanto utilissima.
Se siete un diabetico il vostro medico non vi dirà mai che è curabile nella maggior parte dei casi, se solo nominate la parola cura probabilmente si irriterà, in quanto la sua preparazione medica contempla solo la parola trattamento, per lui la parola cura non esiste. Il diabete nella sua forma epidemica moderna è curabile da almeno 40 anni. Nel 2001 negli USA sono morti 934.550 per sintomi fuori controllo di tale malattia. Il vostro medico inoltre non vi dirà che un tempo gli infarti, sia ischemici che emorragici, i colpi apoplettici dovuti a neuropatie, gli eventi coronarici sia ischemici che emorragici, obesità, arteriosclerosi, alta pressione, alti livelli di colesterolo e trigliceridi, impotenza, la retinopatia, l’insufficienza renale ed epatica, la sindrome policistica ovarico, alti livelli sanguigni di zucchero, la candidosi sistemica, un compromesso metabolismo dei carboidrati e/o dei grassi, difficoltà di cicatrizzazione, neuropatie periferiche, nonché altrettanti disordini epidemici dei giorni nostri, un tempo venivano spesso considerati niente altro che sintomi del diabete, e curati curando il diabete di tipo 2. Se vi ammalate di diabete e vi affidate al trattamento medico tradizionale prima o poi con il peggioramento della malattia sperimenterete uno o più dei suoi sintomi. Attualmente è prassi comune fare riferimento a tali sintomatologie come fossero affezioni indipendenti e separabili, a cui corrispondono trattamenti separati e non collegati tra di loro, somministrati da specialisti in concorrenza fra di loro.
E’ vero che molti di questi sintomi possono derivare, come talvolta capita, da altre cause, ad ogni modo è altrettanto vero che tale aspetto è stato impiegato per giustificare inefficaci e costosi trattamenti dei sintomi in questione.
Il diabete di tipo 2 è curabile, una volta terminato di leggere il presente articolo ve ne sarete resi conto.
Attualmente l’industria del diabete rappresenta una cospicua comunità, che nel corso degli anni è riuscita a mettere a tacere in modo esemplare le voci contrastanti che cercano di evidenziare la frode che sta alla base della moderna cura della malattia che è diventata quasi una religione e che dipende fortemente dalla fede dei suoi credenti tale da rendere quasi blasfema la sola ipotesi che l’affabile medico, nella maggioranza dei casi è solo un ciarlatano e un truffatore, nella maggior parte dei casi costui non ha mai curato un solo caso di diabete in tutta la sua carriera.
L’influenza politica e finanziaria di questa comunità medica ha sovvertito la realtà delle cose e domina l’intero settore controllando virtualmente in tutto e per tutto ogni documento pubblicato sull’argomento diabete. Se mai le persone verranno a conoscenza della cura del diabete che esiste da 40 anni, l’intero settore crolla, ma è pura utopia il pensarlo. Da oltre 40 anni la ricerca medica dimostra coerentemente e con sempre maggiore chiarezza che il diabete è una malattia degenerativa provocata direttamente da forniture alimentari industriali improntate al profitto piuttosto che alla salute.
Breve storia del diabete
Nel 1922 i tre premi Nobel canadesi, Banting, Best e Macleod riuscirono a salvare la vita ad una giovane con una iniezione di insulina, un nuovo farmaco prodigio.
Fu solo nel 1933 che in un documento pubblicato nell’America journal of medical Science, cominciarono ad emergere notizie relative ad una nuova forma di diabete che non reagiva al nuovo farmaco prodigio e ancora peggio a volte la terapia con insulina causava la morte del paziente. Questa nuova malattia divenne nota come “diabete resistente all’insulina” , in quanto presentava l’elevato tasso di zucchero tipico del diabete, ma reagiva scarsamente alla terapia insulinica.
Negli USA agli inizi del 900 aveva un’incidenza pro capite pari allo 0,0028%, nel 1933 si impenno del 1.000%, sino a diventare negli anni 90 un’affezione sotto vari pseudonimi tale da rovinare la salute di oltre la metà della popolazione statunitense inabilitandone il 20%. E’ evidente che c’è qualcosa che ha provocato tale impennata della patologia.
Nel 1950 la comunità medica fu in grado test sierologici sull’insulina. Tali test rivelarono che questa nuova malattia non era il classico diabete, ma era caratterizzata da livelli di insulina sufficienti, spesso eccessivi, il problema era che l’insulina non riduceva il tasso di zucchero nel sangue. Se le intuizioni dietetiche dei precedenti 20 anni e sino agli anni 60 fossero state prese in considerazione, il diabete sarebbe stato curabile e non semplicemente controllabile.
Invece nel 1950 è iniziata la ricerca di un altro farmaco prodigioso. Questo farmaco come tutti i farmaci doveva essere brevettabile, ovvero non una medicina naturale, in quanto queste non sono brevettabili e molto remunerativo.
Sarebbero state necessarie approvazioni obbligatorie da parte delle autorità sanitarie. I test richiesti per tali autorizzazioni dovevano essere straordinariamente costosi per evitare che altri farmaci non autorizzati (naturali) diventassero competitivi.
Questa è l’origine del classico protocollo medico relativo al “trattamento dei sintomi”, nessuno guarisce, solo liberazione temporanea dei sintomi. Inoltre i farmaci naturali che effettivamente curavano il diabete (e altre malattie ndr), avrebbero dovuto essere tolti dalla circolazione, incarcerando i loro propugnatori in quanto ciarlatani. Spesso le sostanze naturali hanno realmente curato la malattia, e questo è il motivo per cui si è fatto e si fa tuttora ricorso alla forza della legge per estromettere dal mercato farmaci naturali, spesso superiori.
Molte malattie degenerative possono essere ricondotte ad un consistente collasso del sistema endocrino, fenomeno ben noto ai medici degli anni 30 come diabete insulino-resistente. Questo fondamentale disturbo è conosciuto come un disordine del sistema di controllo dello zucchero sanguigno determinato da grassi e oli malamente lavorati. Grassi e oli non sono tutti uguali. Alcuni sono sani e salutari, molti altri sono dannosi. Sotto il profilo della salute la distinzione non riguarda quelli saturi e quelli insaturi, come erroneamente vuole fare credere l’industria che li produce. Nell’ambito della salute la distinzione va fatta tra naturale e manipolato.
La natura della malattia
Il diabete viene tipicamente diagnosticato come l’incapacità dell’organismo di metabolizzare adeguatamente i carboidrati, il suo sintomo distintivo è un elevato livello di glucosio nel sangue. Il diabete di tipo 1 deriva da un’insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas, mentre il diabete di tipo 2 da insulina inefficace.
In entrambi i tipi il livello di glucosio nel sangue resta elevato. L’insulina inefficace non differisce da quella efficace, la sua inefficacia si riferisce all’incapacità della popolazione cellulare di reagire ad essa.
Oggi data la maggiore conoscenza di questi processi sembrerebbe più appropriato definire il diabete di tipo 2 in quanto fondamentale incapacità dell’organismo di metabolizzare grassi e oli, incapacità che determina una perdita di efficacia dell’insulina e il conseguente mancato metabolismo dei carboidrati. Ogni cellula si trova nell’incapacità di trasportare il glucosio dal sangue al proprio interno, il glucosio quindi rimane nel sangue, oppure si accumula come grasso corporeo o glicogeno, oppure viene espulso dalle urine.
Sembra che quando l’insulina si lega ad un recettore della membrana cellulare esso dia inizio ad una complessa cascata di reazioni biochimiche all’interno della cellula, ciò fa sì che trasportatori del glucosio di una certa classe, noti come molecole GLUT4, abbandonino la propria area di sosta entro la cellula e si trasferiscono nella superficie interna della membrana cellulare del plasmocita. Una volta nella membrana, questi migrano verso specifiche aree della membrana stessa denominate domini caveolari dove in virtù di un’altra serie di reazioni biochimiche, individuano e agganciano molecole di glucosio, che poi trasportano all’interno della cellula tramite un processo chiamato endocitosi.
All’interno della cellula questo glucosio viene quindi consumato dai mitocondri come carburante per produrre energia destinata ad alimentare l’attività cellulare, così questi trasportatori GLUT4 abbassano il glucosio nel flusso sanguigno trasportandolo all’esterno di quest’ultimo e dentro tutte le cellule dell’organismo. Molte molecole implicate in questi percorsi mediati da glucosio sono lipidi, vale a dire acidi grassi, in particolare omega 3.
Quando a causa del nostro regime alimentare questi acidi grassi cis sono costantemente assenti, acidi trans e acidi grassi saturi a catena media e breve prendono il loro posto nella membrana cellulare; tali sostituzioni rendono la membrana più rigida ed inibiscono il meccanismo di trasporto del glucosio, e come conseguenza il glucosio nel flusso sanguigno resta elevato.
In altre parti dell’organismo il pancreas secerne insulina in eccesso, il fegato produce grassi dallo zucchero in eccesso, non vi è sufficiente energia cellulare per l’attività dell’organismo e l’intero sistema endocrino risulta alterato, infine si verifica un’insufficienza pancreatica, il peso corporeo cala molto e la crisi precipita.
Trattamento medico convenzionale
Il moderno trattamento medico ortodosso prevede la somministrazione di agenti ipoglicemici orali che rientrano in 5 classificazioni o insulina.
Biguanidi, inibitori della glucosidase, meglitinidi, sulfoniluree, tiazolidinetdioni. Alcuni stimolano la produzione di insulina, ampiamente ignorando il fatto che un elevato livello di insulina sia dannoso quasi quanto un elevato livello di glucosio, altri sono famosi per provocare il cancro al fegato.
Insulina
Oggi si prescrive l’insulina per entrambi i tipi di diabete tipo 1 e tipo 2. L’insulina sostituisce quella che l’organismo non produce più. Questo trattamento per quanto necessario per preservare la vita ai diabetici di tipo 1 , è tuttavia assai discutibile quando somministrato ai diabetici di tipo 2.
E’ importante sottolineare che né l’insulina né alcuno di questi agenti ipoglicemici orali esercita alcuna azione terapeutica su qualsivoglia tipo di diabete. Nessuna di queste strategie è progettata per normalizzare l’assorbimento cellulare di glucosio da parte delle cellule che ne abbisognano per alimentare la propria attività.
La prognosi con questo trattamento ortodosso è crescente invalidità e morte prematura, determinate da infarto o insufficienza renale, oppure dal collasso di qualche altro organo vitale.
Terapie mediche alternative, diabete di tipo 1.
Per tale patologia è ora disponibile una metodologia di cura alternativa, elaborata nei moderni ospedali di Madras in India, già sottoposta a rigorosi studi a doppio cieco per attestarne l’efficacia, essa verte sul ripristino della normale funzione delle cellule beta del pancreas, di modo che tale organo sia nuovamente in grado di produrre insulina così come dovrebbe.
Questo approccio si è apparentemente dimostrato capace di curare il diabete di tipo 1 in oltre il 60% dei soggetti. Per le ragioni economiche esaminate questa metodologia ha scarse probabilità di fare la sua compara in occidente, in quanto curando definitivamente mina i lucrosi affari dell’industria del diabete.
Terapie mediche alternative, che funzionano e guariscono, il diabete di tipo 2.
Lo scopo di qualsiasi efficace programma alternativo è quello di riparare e ripristinare il meccanismo di controllo sangue-zucchero proprio dell’organismo, è il suo funzionamento compromesso che con il tempo determina direttamente tutti i numerosi sintomi debilitanti, che rendono il trattamento ortodosso così economicamente redditizio.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, le fasi in programma sono.
1 – Riparare il sistema di controllo sangue-zucchero compromesso.
Ciò viene realizzato semplicemente sostituendo grassi ed oli sani, salutari e puri al mix trans-isomero (olio di semi) dall’aspetto puro ma in realtà tossico, presente in allettanti contenitori colorati sugli scaffali dei supermercati.
Consumare solo olio di lino, olio di pesce ed occasionalmente olio di fegato di merluzzo, sino a quando lo zucchero sanguigno non inizia a stabilizzarsi; dopodiché aggiungere oli sani come: burro, olio di cocco, olio di oliva, e grassi animali puri.
Leggere le etichette e rifiutarsi di assumere economici oli di scarsa qualità quando sono presenti negli alimenti lavorati o nei menù dei ristoranti. I diabetici presentano una carenza cronica di minerali, quindi è necessario che aggiungano alla propria dieta integratori minerali ad ampio spettro e di buona qualità.
2 -Controllare manualmente il rapporto sangue-zucchero durante il ciclo di recupero.
Sotto supervisione medica, interrompere gradualmente l’assunzione di tutti gli agenti ipoglicemici orali e di tutti i farmaci supplementari somministrati per contrastare gli effetti collaterali.
Sviluppare un controllo naturale del sangue-zucchero tramite l’impiego di comprese glicemiche, il consumo di pasti leggeri e frequenti (comprendenti alimenti ricchi di fibre), regolare esercizio fisico dopo i pasti, la totale astensione da tutti gli zuccheri.
Evitare il consumo di alcol sino a quando lo zucchero sanguigno non sia rientrato stabilmente nei parametri normali. Registrare i valori tramite un misuratore di glucosio ad ago, annotare su un diario medico tutto quello che si fa.
3 – Ripristinare un adeguato equilibrio di grassi ed oli salutari allorquando il meccanismo di controllo sangue-zucchero funziona nuovamente.
Eliminare in modo permanente dalla dieta tutti i grassi e oli economici, tossici e di scarsa qualità, nonché gli alimenti lavorati e i piatti dei ristoranti che li contengono.
Quando il meccanismo di controllo del sangue-zucchero riprende a funzionare correttamente, integrare gradualmente la dieta con ulteriori alimenti sani. Controllare gli effetti di questi ultimi monitorando i livelli di zucchero sanguigno con l’apposito attrezzo ad ago. Ricordarsi di registrare tutto.
4 – Continuare il programma sino a quando non siano ripristinati anche i valori normali dell’insulina.
Una volta che i livelli di zucchero saranno rientrati nella gamma ordinaria, il pancreas smetterà gradualmente di produrre insulina in eccesso, Questo processo richiede un periodo un po’ più lungo e lo si può testare facendo inviare dal vostro medico un campione del vostro sangue ad un laboratori di analisi per determinare l’insulina nel siero. Una buona prassi è di attendere un paio di mesi dopo che il controllo dello zucchero sanguigno si è ripristinato.
5 – Riparare separatamente i danni collaterali provocati dalla malattia.
I problemi vascolari determinati da un elevato livello cronico di glucosio generalmente si risolveranno da sé senza sforzo cosciente. Gli effetti della retinopatia e della neuropatia periferica, solitamente si riparano da sé, I danni ai reni di solito non si riparano da sé. I danni vascolari ed alle arterie determinati da anni di elevato tasso di zucchero e insulina, regrediranno lentamente grazie ad una dieta appropriata e sana, tuttavia ripulire le arterie in questo modo può richiedere molti anni. Il danno alle arterie può essere corretto molto più velocemente ricorrendo ad una terapia di chelazione intravenosa, che nell’80% dei casi si sistema in sei mesi.
Ovviamente non aspettatevi che il vostro medico per ovvi motivi la approvi, in particolar modo se è uno specialista in cardiologia.
6 – Tempi di recupero.
La prognosi solitamente prevede un rapido recupero dalla malattia ed il ripristino di un normale stato di salute e di energia nell’arco di alcuni mesi, un anno o anche più. Il tempo richiesto dipende da quanto a lungo si è permesso alla malattia di svilupparsi.
Per chi interviene precocemente i tempi di recupero sono di alcuni mesi o anche meno. Per coloro che soffrono della malattia da molti anni, i tempi di recupero potrebbero estendersi ad un anno o anche più.
By Magnet – Tratto da: Nexus N. 55 – Per informazioni supplementari: www.Healingmatters.com
Tratto da: http://www.miraclemineral.info/DOC/diabete.html
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La frutta intera protegge dal diabete (NdR: e da qualsiasi altra malattia)
Il legame tra consumo di frutta e rischio di diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è variabile: chi mangia più frutti interi come mirtilli, uva e mele ha un rischio minore, mentre un maggior consumo di succo di frutta aumenta le probabilità di ammalarsi. Gli interessanti risultati vengono da uno studio appena apparso sul British medical journal, coordinato da JoAnn Manson, professore di medicina alla Harvard school of public health di Boston. «I frutti sono ricchi di fibre, antiossidanti e sostanze fitochimiche che possono avere effetti benefici sulla salute.
Aumentarne il consumo è racco mandato nella prevenzione primaria di molte malattie croniche, anche se gli studi epidemiologici hanno prodotto risultati piuttosto contrastanti per quanto riguarda il rischio di T2DM» spiega la ricercatrice. L’incoerenza dei dati può essere spiegata da differenze nei tipi di frutta consumati nelle diverse popolazioni studiate, così come da diverse caratteristiche dei partecipanti, del disegno di studio e dei metodi di valutazione.
Inoltre, dati recenti attribuiscono alla maggiore varietà, e non alla quantità, di frutta consumata, un più basso rischio di T2DM.
«Ciò suggerisce che i singoli frutti potrebbero non essere ugualmente associati al rischio di T2DM, dato il loro contenuto altamente variabile di fibre, antiossidanti, nutrienti e sostanze fitochimiche» riprende Manson, che assieme ai colleghi ha esaminato l’associazione tra consumo di frutta individuale e rischio di T2DM usando i dati di tre studi prospettici di coorte svolti in adulti statunitensi.
Morale: i n 3.464.641 anni-persona di follow-up complessivo, 12.198 partecipanti hanno sviluppato T2DM, e dopo i necessari aggiustamenti statistici per stile di vita e fattori dietetici, il rischio di ammalarsi è risultato inferiore alla media tra chi consumava in quantità mirtilli, uva, mele, pere e banane.
Viceversa, le probabilità di ammalarsi aumentavano, anche se di poco, con un maggiore consumo di succo di frutta.
Dato interessante, le associazioni con il rischio di T2DM differivano in modo significativo tra i singoli frutti. «Nel complesso questi risultati supportano la raccomandazione di aumentare il consumo di frutti interi, in particolare mirtilli uva e mele, come misura per la prevenzione del diabete» conclude Manson.
BMJ. 2013 Aug 28;347:f5001. doi: 10.1136/bmj.f5001
vedi: DIABETE nel CAOS – PREVENZIONE PRIMARIA SEMEIOTICO-BIOFISICA-QUANTISTICA
Flora batterica, frontiera terapeutica per diabete 2
«È possibile che in un futuro non lontano sia possibile curare il diabete di tipo 2 ingerendo fermenti e probiotici o assumendo antibiotici che limitino specificamente la proliferazione di germi diabetogeni o favoriscano lo sviluppo di una microflora batterica che migliori il controllo della patologia».
Lo afferma Carlo Bruno Giorda, presidente Fondazione Amd (Associazione medici diabetologi), commentando la recente notizia dell’intervento di trapianto di flora intestinale (tramite endoscopia) effettuato con successo al Policlinico Gemelli di Roma dall’èquipe di Antonio Gasbarrini dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «In realtà il procedimento è stato effettuato per un’altra indicazione» precisa Giorda. «Si trattava infatti di un paziente affetto da un’enterite molto grave antibioticoresistente sostenuta da Clostridium difficile». Ma, visto l’esito curativo della tecnica, Gasbarrini stesso ha dichiarato di aver «sottomesso al Comitato etico dell’ateneo il progetto di testare la stessa terapia contro insulinoresistenza e obesità». «Non è la prima volta che si prova a trasferire ceppi batterici da un soggetto sano all’interno dell’intestino di un paziente» sottolinea ancora Giorda. «Si è visto, tra l’altro, che modificando la flora intestinale in alcuni soggetti si riduce molto il rischio di diabete, insulinoresistenza e di patologie cardiovascolari. Del resto è ormai acquisito che la flora intestinale, a lungo considerata inerte o passiva, ha al contrario un ruolo molto importante nel metabolismo corporeo, sia attraverso l’influsso esercitato sulla digestione e il riassorbimento, sia – presumibilmente – tramite le sostanze prodotte dagli enterobatteri che attivano sostanze enteroormonali che influiscono sul metabolismo e il rilascio di insulina». In particolare, è stato dimostrato che un diverso assetto tra ceppi batterici come Firmicutes e Bacteroidetes è in grado di aumentare il rischio di diabete, obesità e malattia cardiovascolare. secondo Giorda, la prospettiva che si apre sta nella possibilità di curare il diabete modificando la flora intestinale, possibilmente ricorrendo a modalità non invasive. – vedi Feci e fermenti
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DIABETE – 2011
Centosettantamilioni di persone nel mondo devono misurarsi la glicemia ogni giorno. Centosettanta milioni di persona a cui oggi l’Onu ha dedicato al giornata mondiale del diabete.
Una patologia in crescita. “Vedo sempre più ragazzi malati di diabete”, racconta Gabriele Riccardi, presidente della società italiana di diabetologia e docente di endocrinologia e malattie del metabolismo alla Federico II di Napoli. “L’età si è abbassata.
Colpa delle problematiche intestinali provocate dai vaccini fin da neonati-bambinii….che portano, per l’alterazione della flora batterica e del pH digestivo, al sovrappeso.
“Il primo organo bersaglio del diabete è il cuore”, prosegue il professore. “Gravi le ripercussioni anche sull’apparato riproduttivo”. Come allora combattere il crescere della patologia ? “Si deve lavorare su due fronti: quello alimentare e quello sportivo”, spiega Riccardi. “Non dovrebbero essere superati i 40 grammi di zucchero al giorno”.
Fonte Il Messaggero
Italia: Più di 3.268.000. Sulla scorta dei dati Istat 2012, analizzati dal Centro studi dell’Associazione medici diabetologi (Amd), è questo il numero degli italiani con diabete, una cifra pari al 5,5% della popolazione nazionale, in crescita rispetto al 4,9% del 2011 e al 3,4% del 1993 e la corsa al rialzo continua specie nei bambini, ragazzi e giovani….per i vaccini che li rovinano per tutta la Vita e che trasmetteranno le mutazioni genetiche vaccinali, anche alla loro prole !
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Diabete e intimità: La Guida alla miglioria della tua vita amorosa
Il diabete può portare una serie di effetti collaterali sessuali che minacciano la vita sessuale delle coppie, e quindi il fondamento della loro relazione. In questo articolo, imparerete come e perché il diabete potrebbe influenzare la vostra vita intima. Potrete anche conoscere le opzioni di trattamento, alcuni suggerimenti per comunicare con il vostro partner riguardo a questo argomento, ed alcune domande chiave che potreste desiderare di chiedere al vostro medico.
La disfunzione sessuale correlata al diabete precoce, e probabilmente sarete in grado di evitare danni a lungo termine e di tornare ad una sana vita sessuale con il partner.
Che effetti collaterali sessuali può causare il diabete ?
Il diabete può danneggiare i nervi e vasi sanguigni in diverse aree del corpo. A loro volta, i danni a zona vicino ai genitali possono portare alla compromissione di una normale risposta sessuale. Gli effetti sono di solito diversi per uomini e donne:
Per gli uomini:
• Per gli uomini, la disfunzione sessuale correlata al diabete tende ad assumere la forma di impotenza o di erezioni che sono meno consistenti di quelli di una volta e non durano più a lungo. Questo è dovuto alla neuropatia diabetica, o danni ai nervi. A differenza delle donne, gli uomini con diabete tendono a mantenere il loro interesse per il sesso e la loro capacità di raggiungere l’orgasmo.
• entro 10 anni dalla diagnosi del diabete, il 50 per cento degli uomini avrà problemi con disfunzione erettile, ed è stato dimostrato che gli uomini con diabete sono tre volte più probabilità di avere ED rispetto sono quelli senza la malattia.
• In alcuni casi, gli uomini possono avere difficoltà a eiaculare.
• Alcuni uomini anche esperienza di eiaculazione retrograda come conseguenza del diabete, il che significa che alcuni o tutti lo sperma viene rilasciato nella vescica invece di uscire dal corpo attraverso l’uretra. Lo sperma si mescola con l’urina ed esce dal corpo durante la minzione. Eiaculazione retrograda si verifica quando lo sfintere della vescica non funziona come dovrebbe. Questo è il risultato del controllo glicemico insufficiente e il danno del nervo che ne consegue.
• Come con le donne, problemi psicologici rappresentano alcuni dei disfunzione sessuale negli uomini. Gli uomini che sono preoccupati che non saranno in grado di raggiungere o mantenere l’erezione possono creare una profezia che si autoavvera per se stessi. Aumento dello stress o depressione a causa di diabete possono anche svolgere un ruolo.
Per le donne:
• Molte donne con diabete soffrono di un basso desiderio sessuale, difficoltà di diventare o di rimanere sessualmente eccitate, o l’incapacità di raggiungere l’orgasmo, probabilmente a causa di danni al sistema nervoso e / o malattie vascolari.
• Le donne con diabete di tipo 2 hanno maggiori probabilità di avere disfunzioni sessuali di quelli con diabete di tipo 1 – probabilmente circa un quinto a un quarto delle donne con diabete di tipo 1 ha esperienza di disfunzione sessuale, mentre circa il 42 per cento delle donne con diabete di tipo 2 fanno regolarmente. Circa il 35 per cento delle donne con diabete, ha rapporti diminuiti od e’ del tutto assente la risposta sessuale.
• Le donne con diabete sono anche suscettibili di avere problemi con la lubrificazione e la risposta sessuale durante l’attività sessuale, probabilmente a causa della riduzione del flusso di sangue ai genitali.
• Le donne possono anche sperimentare disagio o dolore durante i rapporti, a volte a causa di infezioni vaginali croniche che molte donne con esperienza di diabete.
• I cambiamenti ormonali possono anche essere un fattore di riduzione del desiderio sessuale, come può essere il fatto che il diabete è semplicemente faticoso.
• Aspetti psicologici entrano in gioco anche, come molte donne con rapporto di diabete sentirsi meno attraenti rispetto a quelli senza diabete. Diabete può anche portare a depressione, ansia e affaticamento, che libido abbassare ulteriormente.
Per entrambe le donne e gli uomini, disfunzioni sessuali come conseguenza del diabete non accade durante la notte.
E’ un processo lento e graduale. Vescica iperattiva e infezioni del tratto urinario sono comuni anche in entrambi gli uomini e le donne.
Alcuni fattori di rischio rendono la disfunzione sessuale più probabile. Quelli con scarso controllo della glicemia e la pressione sanguigna, per esempio, sono più probabilità di sviluppare disfunzione sessuale. Altri fattori di rischio includono alti livelli di colesterolo, il sovrappeso, il fumo, essendo di età superiore ai 40 e la mancanza di esercizio fisico. Le persone con diabete possono ridurre il loro rischio di disfunzione sessuale correggendo quei fattori che sono controllabili.
Tratto da: accessrx.com/resource-center/diabetes-and-intimacy/
Soluzione: CAMBIARE alimentazione e divenire Crudisti ! – Per la Glicemia alta, tipica dei “diabetici”, sia alimentari, che da farmaci e vaccini, con aumento dello zucchero nel sangue, si consiglia oltre alla eliminazione dello zucchero, l’assunzione dopo ogni pasto di una tisana di Charantia
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Scoperto il segreto del diabete nascosto nel fegato – Feb. 2013
Elevati livelli della proteina Rankl aumentano il rischio di sviluppare il diabete II: fondamentale spegnere l’infiammazione
L’infiammazione del fegato sempre più sembra l’innesco di altre importanti malattie. Anche degenerative.
Già la si deve “bloccare” per prevenire danni al fegato stesso, fino al tumore. Ma ora sembra anche causa del diabete di tipo II. Una proteina in particolare, e quindi il gene che la esprime, è nel mirino dei ricercatori. Si chiama Rankl (Rank ligand).
E’ una citochina (proteine chiave nei meccanismi infiammatori) appartenente alla stessa famiglia del Tumor necrosis factor (Tnf).
Funziona legandosi al suo recettore Rank, presente sulla superfiche delle cellule del fegato e su quelle beta del pancreas (le produttrici dell’ormone insulina, il cui squilibrio è causa del diabete).
La REAZIONE
Rankl è la «chiave» che apre il suo recettore (serratura) sulla cellula: aprendo la serratura, attiva un’altra proteina (la Nuclear factor B) interna alla cellula che a sua volta ordina l’attivazione di geni che innescano la reazione a catena dell’infiammazione. Ed è proprio questa reazione a provocare insulino-resistenza nel fegato e apoptosi (cioè la morte) delle cellule beta pancreatiche. Ed è questa la scoperta frutto di ricerche condotte nell’arco di una ventina d’anni da vari gruppi europei, compresi gli italiani dell’ospedale di Brunico (Bolzano) e delle università di Verona e Cattolica del Sacro Cuore (Roma). Lo studio finale è stato pubblicato on line first sulla rivista Nature Medicine. Finale perché è arrivato a scoprire il segreto del diabete nascosto nel fegato, ma soltanto iniziale per quanto riguarda le ricadute: prevenire, per esempio, il diabete di tipo II.
L’INFIAMMAZIONE
In sintesi, «spegnere» l’infiammazione delle cellule del fegato per evitare il diabete. L’osservazione chiave è stata fatta sulla popolazione di Brunico (Bolzano): ad elevate concentrazioni nel sangue di Rankl corrispondeva un’alta possibilità di sviluppare nel tempo diabete di tipo II.
Un modo per predire la malattia in chi non ne aveva segnali. «Rankl è una proteina che svolge un ruolo importante nei processi di infiammazione presenti in malattie come l’artrite reumatoide e quella psoriasica – dice Enzo Bonora, università di Verona, presidente eletto della Società italiana di diabetologia (Sid) – gli stessi processi di infiammazione sono coinvolti nello sviluppo del diabete e delle malattie cardiovascolari».
Il MECCANISMO
Bloccando Rankl nell’organismo e nel fegato in topi da esperimento diabetici, i ricercatori hanno ottenuto un miglioramento della sensibilità insulinica a livello del fegato e dunque un calo della glicemia. Queste importanti scoperte sono state ottenute grazie a collaborazioni con ricercatori dell’università di Innsbruck in Austria, di Cambridge in Inghilterra, e di Harvard negli Stati Uniti.
La popolazione di Brunico presa in esame fa parte di un ampio campione studiato, dal 1990, per valutare i fattori di rischio delle malattie metaboliche e cardiovascolari.
I medici dell’ospedale di Brunico, in collaborazione con ricercatori di Innsbruck e di Verona, hanno scoperto che le persone che hanno una maggiore quantità di proteina Rankl nel sangue hanno un maggiore rischio di sviluppare il diabete. Elevate concentrazioni di Rankl conferiscono un aumento del rischio pari al 300-400% di ammalarsi di diabete. In seguito, Andrea Giaccari della Cattolica e i suoi ricercatori hanno dimostrato una correlazione tra elevate concentrazioni di Rankl e una maggiore insulino-resistenza. «In condizioni normali – spiega Giaccari – l’insulina serve a far entrare il glucosio (zucchero) nelle cellule. In alcune situazioni (obesità, sedentarietà, infiammazione cronica) le cellule del nostro corpo, in particolare dei muscoli e del fegato, tendono a rifiutare l’ingresso del glucosio nella cellula, facendolo restare nel sangue.
Il pancreas, per evitare che salga la glicemia, comincia a produrre più insulina, spingendo l’eccesso di glucosio nelle cellule del grasso (adipose). Questa condizione di glicemia normale ed insulina alta viene definita insulino-resistenza, in grado di generare ulteriore infiammazione e, in alcuni casi, diabete».
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Livelli elevati di Rankl si riscontrano anche nelle malattie cardiovascolari, nelle fratture, nel mieloma multiplo, nell’artrite reumatoide, nella psoriasi, nell’osteoporosi e nelle malattie infiammatorie intestinali.
By Mario Pappagallo – Tratto da: corriere.it
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I Batteri intestinali firmano il Diabete
Nei microbi intestinali ci sono firme genetiche che forniscono indizi sul rischio di sviluppare diabete di tipo 2, e tali firme sono popolazione-specifiche.
Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Nature e coordinato da Frederik Bäckhed, professore di microbiologia cellulare e direttore del Wallenberg Laboratory all’Università di Göteborg in Svezia. «Questi risultati contribuiscono a rafforzare l’ipotesi che il diabete e le alterazioni della flora intestinale siano legate a doppio filo» spiega il ricercatore, che da anni studia il ruolo del microbiota intestinale nelle malattie metaboliche.
Strumenti per predire l’incidenza
«Il microbiota è un termine che ha ormai rimpiazzato quello di microflora, e indica l’ecosistema che ospita numerose specie di batteri in stretto contatto con la mucosa intestinale» spiega il microbiologo, che assieme ai colleghi descrive la caratterizzazione metagenomica del microbiota intestinale in una coorte di 145 donne europee settantenni con glicemia normale, intolleranza glucidica o diabete conclamato.
«La metagenomica è l’uso della genomica nello studio di ecosistemi batterici nel loro ambiente naturale, senza doverli prelevare e coltivare in laboratorio» dice Bäckhed. E aggiunge: «Confrontando i nostri risultati con quelli ottenuti da una coorte cinese di 345 uomini e donne di età miste, si colgono differenze tra le popolazioni nei marcatori metagenomici per il diabete di tipo 2».
Questi risultati suggeriscono che gli strumenti per predire l’incidenza di questo tipo di malattia metabolica o il rischio di svilupparla con lo studio del metagenoma devono essere specifici non solo per età, ma anche per area geografica. «Stabilire e mantenere interazioni vantaggiose tra microbiota e ospite sono requisiti fondamentali per la salute di quest’ultimo» continua Bäckhed, autore, tra l’altro, di un articolo di revisione pubblicato in febbraio su Nature Reviews in Microbiology.
Sebbene i batteri intestinali siano stati studiati nel contesto delle malattie infiammatorie, è ormai chiaro che questa comunità microbica modula il sistema immunitario dell’ospite influenzandone il metabolismo.
(NdR: cio’ significa che se alteriamo la flora batterica ed il sistema enzimatico con droghe, farmaci e soprattutto Vaccini, si puo’ essere in balia di qualsiasi malattia e per tutto il tempo di quell’alterazione microbica)
Sconosciuti i meccanismi molecolari
«I meccanismi molecolari alla base di queste interazioni restano in gran parte sconosciuti, ma studi recenti hanno cominciato a individuare le principali vie di segnalazione della regolazione omeostatica tra microbiota e organismo ospite» sottolinea il microbiologo.
Per esempio, un collegamento tra microbiota intestinale e metabolismo è stato dimostrato nei topi germ-free, non colonizzati da batteri. Questi roditori hanno un’adiposità minore e richiedono un apporto calorico maggiore per ottenere lo stesso peso di topi con microbiota. Un’ipotesi è che i batteri intestinali influenzano l’adiposità e il metabolismo del glucosio stimolando l’infiammazione e l’accumulo di macrofagi nel tessuto adiposo.
In particolare, esiste la dimostrazione che i lipopolisaccaridi provenienti da batteri intestinali Gram-negativi possono indurre obesità e insulino-resistenza. «Immensi progressi sono stati fatti non solo nell’identificazione dei ceppi del microbiota intestinale, ma anche nello sviluppo di strumenti genetici, come le metagenomica, capaci di analizzare l’interazione tra microbioma e malattie metaboliche. L’uso di questi strumenti permetterà nei prossimi anni di approfondire la comprensione dei bersagli molecolari nell’interazione tra microbiota e ospite, rivelando nuove strategie di trattamento» conclude Bäckhed.
Fonte: Nature. Published online 29 May 2013
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Il Diabete che NESSUNA Autorità vuole raccontare: Epidemia facilmente dominabile ! – 03/11/2010
– Fonte: fce.it LINK
Il 14 novembre di ogni anno, è la Giornata Mondiale del Diabete, per volontà dell’Assemblea delle Nazioni Unite, secondo l’annuncio del 21 dicembre 2006.
Purtroppo le cosiddette autorità del WHO conoscono una sola misura di lotta, costosa ed inutile, come dimostra il fatto che sono stati previsti per il 2030 ben 366 milioni di diabetici nel mondo per tacere dei diabetici NON riconosciuti tali, a causa della ignoranza della Semeiotica Biofisica Quantistica.
SCREENING, espressione di una Medicina Medievale, serva dell’Economia.
Invito i “glicemologi” del mondo, proprio tutti, a venire a Riva Trigoso (Genova) per partecipare al I° Convegno Nazionale su Semeiotica Biofisica Quantistica.
Nuovo Rinascimento della Medicina, in data 21 e 22 dicembre 2010
Finalmente parleremo del Diabete che nessuna autorità vuole raccontare, sottolineando che NON tutti possiamo ammalare di diabete ma soltanto chi è positivo per la Costituzione diabetica “e” dislipidemica, con il Reale Rischio Congenito diabetico.
Illustreremo le prime fasi evolutive della patologia e diremo come riconoscerle: modificazioni del GAGs peri-vasali; alterazioni strutturali delle pareti microvasali cutanee, le prime ad essere colpite; modificazioni della vasomotility e della vasomotion, osservate col fonendoscopio, del caratteristico diagramma dell’Unità Microvascolo-Tessutale del polpastrello digitale (V. FONTE!).
I Membri della celebre Società Italiana di Diabetologia sono i benvenuti e liberissimi di dare vita ad un fruttuoso dibattito con chi scrive.
Ovviamente attese sono le autorità sanitarie regionali della Liguria e i Membri dell’Ordine dei Medici di Genova: sono tutti autorizzati ad intervenire nel dibattito.
Almeno per un giorno, si renderanno utili all’Umanità sofferente
Particolarmente gradita sarebbe la presenza del Ministro della Salute, On. Prof. F. Fazio, anche se – in quanto oncologo – non credo abbia assolutamente nulla di importante e nuovo da dire intema di diabetologia clinica.
Solo a titolo personale, sarei ben lieto di dare il benvenuto al Ministro delle Pari Opportunità, On Carfagna, sebbene in tema di diabetologia dubito possa insegnarci qualcosa.
By Sergio Stagnaro (medico)
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Il Mediator è stato ritirato dal mercato, usato per cura diabete e obesità – Fonte: ANSA – Ott. 2010.
PARIGI – E’ stato ritirato dal mercato un medicinale (Mediator) per la cura del diabete, poi esteso ai pazienti che volevano perdere peso, prodotto dai laboratori francesi Servier: sarebbe infatti responsabile di centinaia di decessi in Francia, tra i 500 e i 1.000, secondo uno studio del Servizio sanitario nazionale (Cnam) pubblicato dal quotidiano le Figaro. In commercio dal 1976 il Mediator fa parte della famiglia delle”‘fenfluramine” con un effetto ”taglia fame”.
Negli Stati Uniti proprio le fenfluramine erano ritenute la causa di problemi alle valvole cardiache e di ipertensione arteriosa polmonare e sono state definitivamente vietate. Il divieto e’ stato esteso anche in Europa. Ma il Mediator era sfuggito a questo divieto presentandosi come un ‘isomeride’ (una terapia complementare alla dieta nei pazienti obesi).
Lo studio rivela che su un milione di diabetici, il rischio di problemi alle valvole cardiache è moltiplicato di circa quattro volte per i pazienti esposti al Mediator.
Inoltre uno studio universitario stima tra i 500 e i 1000 il numero di decessi che hanno una relazione diretta con il Mediator.
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Il libro sul, Diabete, del dott. G. Nacci è giunto adesso alla sua prima ristampa; esso si sofferma sul fatto che circa il 90% di tutti i casi iniziali di Diabete siano legati all’Obesità, e che questi casi derivino sostanzialmente dall’incapacità delle cellule umane di introdurre al proprio interno il Glucosio, nonostante siano presenti nel sangue altissimi livelli d’Insulina, un ormone prodotto dal Pancreas: l’organo deputato alla produzione d’Insulina.
Viceversa, solo il 10% di tutti i casi di Diabete iniziale derivano da un danno specifico al Pancreas, in genere da infezione virale o da sostanze chimico-tossiche, rendendo in tal modo l’organo incapace di produrre Insulina e quindi di permettere alle cellule dell’organismo l’assorbimento del Glucosio circolante nel sangue. In entrambi i casi viene così a crearsi un livello incostante, ma comunque patologico, di Glucosio nel sangue, che può essere causa di morte improvvisa per Coma iper-glicemico (alti livelli di Glucosio).
L’utilizzo d’Insulina sintetica, se condotto in maniera errata, può a sua volta condurre a rischio di morte per Coma ipo-glicemico (bassi livelli di Glucosio).
In ogni caso non è mai possibile mantenere un livello esatto di Glicemia nel sangue, e questo comporta, nel corso degli anni, un lento ma costante incremento di danno agli organi e agli apparati di tutto l’organismo, a causa del Glucosio che si lega ad enzimi-chiave dei complessi meccanismi biochimici del paziente: fra tutti gli organi colpiti, i RENI risultano essere il punto-chiave di svolta di NON-RITORNO per la patologia diabetica, poiché il loro danneggiamento, ad opera del Glucosio, presente per troppi anni a livelli anomali nei tessuti, comporta l’immissione in circolo degli UREIDI, sostanze particolarmente tossiche.
E’ in base a ciò che l’Autore propone, in questo libro, di considerare accanto ai primi due tipi di Diabete sopra menzionati (Diabete legato all’Obesità con Pancreas ancora sano, e Diabete dovuto a danno pancreatico iniziale), un Terzo Tipo di Diabete, quello “RENALE”, svincolato dai precedenti due tipi di Diabete sopra menzionati, a causa delle particolari difficoltà di cura e di terapia, anche farmacologiche, che il DANNO RENALE comporta.
Per quanto riguarda la terapia del Diabete, come del resto riportato nel titolo del libro, l’Autore si concentra sostanzialmente sul Diabete legato all’Obesità, essendo quest’ultimo pari al 90% di tutte le forme iniziali di Diabete.
L’interesse dell’Autore si è perciò focalizzato sull’osservazione iniziale che nelle casistiche americane inerenti al numero di pazienti affetti da questa forma oggi molto comune di Diabete, tale numero di pazienti risalenti al primo decennio del XX secolo era estremamente basso.
Tale numero è poi aumentato vertiginosamente dopo l’introduzione nella catena alimentare americana, tra le due guerre mondiali, dei grassi idrogenati e, dopo gli anni Ottanta, degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati).
Entrambi i fattori agirebbero sulle pareti cellulari alterando così il complesso meccanismo di introduzione del Glucosio nelle cellule dell’organismo.
E’ triste pensare che il 90% dei casi di Diabete Mellito siano dovuti, solo e soltanto, all’Obesità, e che almeno il 6% della popolazione italiana si sia ammalato proprio di questa patologia, con esorbitanti spese a carico dello Stato italiano, dell’ordine di diversi miliardi di Euro l’anno, mentre nulla si fa per togliere dalla catena alimentare i maggiori responsabili di questa patologia come i grassi idrogenati (margarine) e gli OGM che bussano con sempre maggior insistenza ai nostri confini nazionali…
By dott. Giuseppe Nacci
Commento NdR: in questo testo il medico si è dimenticato di aggiungere che, nella catena alimentare nel periodo degli anni 60′, sono stati introdotti di proposito degli zuccheri difficilmente metabolizzabili quindi facilmente insolubili in tanti cibi e bevande, rendendo il problema ancora più complesso…!
Lo zucchero se non metabolizzato viene aggredito dai funghi (candida) per tentare di eliminarlo o di normalizzarne i rapporti nell’organismo, ma così si sono favorite le candidosi….perché quello zucchero industriale destabilizza la flora intestinale, tendendo ad eliminare gli antagonisti alla candida….ecco come e’ nata un’altra epidemia silenziosa…!
Inoltre nei bambini, vi è il problema dei vaccini che fin da lattanti alterano la flora batterica, specie quella dell’intestino tenue, ed il sistema enzimatico ed intossicano a seconda dei casi, fegato, reni, pancreas, cervello, ecc., quindi tutto quadra sul fatto che ormai moltissimi bambini hanno il diabete (e non solo quello…:) fin da piccoli !
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Il Magnesio protegge dal diabete – Ottobre 2010
Una buona dose di magnesio riduce il rischio di sviluppare diabete. È questo il risultato di una ricerca statunitense che ha coinvolto 4497 soggetti sani di età compresa tra 18 e 30 anni, prendendone in considerazione il consumo giornaliero di alimenti ricchi di magnesio. Durante i vent’anni di follow up, 330 di loro si sono ammalati di diabete.
La valutazione dell’introito di magnesio con la dieta ha permesso di constatare che in chi assumeva in abbondanza alimenti e integratori ricchi del minerale il rischio della comparsa della malattia diminuiva fino al 47 per cento.
La “dose” giusta di magnesio, consigliano gli esperti, dovrebbe essere di 200 milligrammi ogni 1000 calorie consumate. Ma come si giustifica il ruolo protettivo del diabete nei confronti della comparsa del diabete ?
Secondo i ricercatori, il magnesio influenza l’insorgenza della malattia poiché migliora il funzionamento di alcuni enzimi che sono indispensabili per la regolazione del glucosio nel sangue. «Aumentare il consumo di magnesio sembra rendere più efficace la sensibilità all’insulina e di ridurre i processi infiammatori che contribuiscono alla comparsa del diabete» conclude Ka He, dell’università del North Carolina.
Tratto da dica33.it
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Dieta: introdurre le mandorle per prevenire il diabete – 21 Dicembre 2010.
Una delle novità recenti per quanto riguarda la prevenzione del diabete, è l’introduzione delle mandorle nella dieta. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey e della Loma Linda University’s School of Public Health ha eseguito uno studio sulle mandorle associato alla prevenzione del diabete. In particolar modo questo tipo di alimento sarebbe un aiuto importante per inibire l’insorgere di alcune malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2.
Lo studio, è stato eseguito dal team della dottoressa Michelle Wen, condotto su due gruppi di persone in condizioni prediabete. Un gruppo, durante la ricerca aveva assunto sia carboidrati che mandorle; mentre il secondo gruppo di volontari aveva assunto solo carboidrati.
Dopo 16 settimane, i risultati ottenuti sono stati molto interessanti: l’inserimento delle mandorle nella dieta aveva aumentato la sensibilità all’insulina e ridotto i livelli di colesterolo “cattivo” o LDL, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Uno studio, quello eseguito dalla dottoressa Wen, molto importante per tutte quelle persone con malattie cardiovascolari e diabete, o a rischio di contrarre tale patologie. L’importante è prevenire, e se questo è possibile introducendo alcuni alimenti nella dieta, ben venga. Inoltre le mandorle oltre ad avere un azione di prevenzione per queste malattie, riescono anche a ridurre i livelli di colesterolo, sostanza i cui alti livelli causano tra le malattie più diffuse.
By Daniele88 – Tratto da: tantasalute.it
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Un batterio pare sia la causa del diabete
Una ricerca condotta da un gruppo di microbiologi sardi dell’Università di Sassari individua nel Mycobacterium avium paratuberculosis (MAP) il responsabile della gran parte dei casi di diabete-1, oltre che dei casi di malattia di Crohn e di sindrome dell’intestino irritabile come è gia noto….continua in:
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6402
Qui un full text in inglese: http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?tool=pubmed&pubmedid=18077612
Le conclusioni dello studio però, sono un pò più prudenziali della notizia giornalistica.
Commento NdR: se ciò è vero, si dimostra ancora con più evidenza, che le mutazioni della flora batterica anche per i vaccini inoculati, sono corresponsabili anche del diabete !
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Raddoppieranno entro il 2020 i piccoli alle prese con il diabete di tipo 1, quello giovanile
Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) – Se i trend attuali non subiranno un’inversione di rotta, i piccoli sotto i cinque anni alle prese con questo problema passeranno dai 9.955 del 2005 a 20.113 nell’arco di appena 15 anni. Mentre i nuovi casi registrati tra bimbi e teenager che non hanno ancora spento le 15 candeline saranno 159.767, con un incremento del 70% rispetto al 2005, quando i casi si attestavano a 93.584. I numeri, da brivido, arrivano da uno studio condotto dai ricercatori della Queen’s University di Belfast, in tandem con i colleghi dell’ungherese Pecs University.
La ricerca, che ha guadagnato le pagine della rivista “Lancet”, basa le sue stime sui numeri di casi registrati in questi anni in 17 differenti Paesi del Vecchio Continente.
Così gli studiosi hanno potuto calcolare che in Europa si ha complessivamente un aumento annuo dell’incidenza del diabete di tipo 1 del 3,9%. In particolare, la crescita di casi annui tra gli under 5 è del 5,4%, mentre scende al 4,3% nei bimbi tra i 5 e i 9 anni.
Il rapido e progressivo aumento dei casi, secondo gli autori dello studio, induce a focalizzare l’attenzione sui cambiamenti ambientali e negli stili di vita, soprattutto in Europa dell’Est dove è in corso una spedita e inarrestabile ‘occidentalizzazione’. Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che si manifesta quando il pancreas non è in grado di produrre insulina. Chi ne soffre dipende quindi da iniezioni quotidiane di questo ormone proteico.
Commento NdR: l’unica cosa che “dimenticano” SEMPRE di segnalare è che l’età dei malati di diabete conferma che sono i Vaccini che essi subiscono ad ammalarli di diabete !
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Il Diabete si cura con le patate !!!
Decenni di ricerca buttati e miliardi di dollari spesi inutilmente !
Portate in occidente da Colombo, le patate vennero inizialmente utilizzate solamente come pianta da giardino. I francesi, fino al 1780, le esclusero addirittura dalle loro tavole perché convinti che causassero la lebbra.
Oggi, invece, oltre ai loro molteplici utilizzi gastronomici, sono impiegate anche in ambito medico: è stato dimostrato infatti che l’estratto della buccia della patata Caiapo (originaria del Sud America, ma estensivamente coltivata in Giappone) ha effetti benefici sul diabete.
“Nei tre anni trascorsi dalla pubblicazione delle evidenze sperimentali che il Caiapo ha effetti benefici sul metabolismo del glucosio in diabetici (di tipo 2″, spiega Giovanni Pacini, dell’Istituto di ingegneria biomedica (Isib) del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova, ” abbiamo continuato a investigare i possibili fattori che caratterizzano l’effetto della patata sui vari meccanismi fisiologici e in particolare sull’aumento dell’insulino sensibilità e sulla diminuzione della emoglobina glicata in soggetti diabetici. La prima rappresenta la capacità dell’insulina di favorire la scomparsa di glucosio dal sangue; la seconda, quando diminuisce, dimostra buon controllo glicemico da parte del diabetico”.
In un ulteriore studio, eseguito in collaborazione con il professor Bernhard Ludvik dell’Università di Vienna e con il professor Markolf Hanefeld di Dresda, abbiamo studiato il possibile legame fra la somministrazione di Caiapo e le variazioni di alcune sostanze ritenute molto importanti per lo stato metabolico del diabetico.
In particolare, si sono valutati: l’adiponectina, il fibrinogeno e la proteina C reattiva (Crp).
Questo ulteriore studio ha dimostrato che il miglioramento dello stato metabolico nei diabetici che hanno usato Caiapo può essere dovuto a un incremento della adiponectina. Questa proteina (ormone), recentemente scoperta (1995-96), è secreta dalle cellule adipose e modula la regolazione di glucosio e dei grassi.
Comunque, anche le osservate riduzioni di fibrinogeno e di Crp sono molto importanti, in quanto si tratta di fattori di infiammazione strettamente legati a eventi cardiaci e quindi, se ulteriormente approfonditi, questi studi potrebbero evidenziare che il Caiapo può prevenire le coronaropatie acute”.
Queste ricerche condotte dal Cnr e altre in tutto il mondo lasciano ben sperare se non per una cura, almeno per un miglioramento della vita dei diabetici di tipo 2 (non-insulino dipendente), che secondo time dell’Organizzazione mondiale della sanità raggiungeranno nel mondo, nel 2010 la cifra di circa 215 milioni con costi sociali elevatissimi.
By Michele La Porta
Fonte: Giovanni Pacini, Istituto di ingegneria biomedica del Cnr, Padova, e-mail: Giovanni.Pacini@isib.cnr.it
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Il diabete è in crescita anche fra i ragazzi, come mai ?
la risposta è che TUTTI i Vaccini, oltre a produrre immunodepresione e mutazioni genetiche occulte e trasmissibili alla prole, destabilizzano oltre al sistema immunitario e nervoso, anche il pH della digestione + alterazione della flora batterica intestinale, con conseguente infiammazione ed intossicazione del fegato, pancreas, reni, determinando come conseguenza, NON solo per gli stili di vita errati, il diabete, anche e NON solo, nei ragazzi e nei giovani.
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Molto utile per i diabetici è l’utilizzo della Cannella.
Vaccinarsi con qualsiasi vaccino, è sempre un grave rischio !
Il vaccino per l’epatite B può aumentare il rischio di diabete del tipo 1.
Una ricerca italiana, presentata al meeting annuale dell’American Diabetes Association, ha dimostrato che esiste una relazione tra il vaccino e l’insorgenza della malattia.
Si tratta di uno studio molto ampio, nel quale si sono presi in considerazione ben 300.000 bambini, la metà dei quali era stata vaccinata per l’epatite B nei primi tre mesi di vita. In media 34 bambini su 100.000 si ammalano di diabete insulino dipendente; tra i giovani vaccinati questo numero sale fino a 46 su 100.000.
Tratto dal: Meeting annuale dell’American Diabetes Association
vedi: Diabete Mellito tipo 2 + Diabete dai vaccini + Epidemie di Diabete + DIABETE 1 + Diabete in aumento massivo + Vaccini sicuri ? NO ! + L’insulina vi condanna a morte prematura ?- Is Insulin Condemning You to a Premature Death ?
CommentoNdR:
Quello che non si vuole dire è che i figli dei Vaccinati sono soggetti molto a rischio anche e non solo, per questa malattia.
Bibliografia:
Polster H, “Diabete insipidus dopo la vaccinazione per la varicella”, Z Aerztl Fortbild (Jena), 1 aprile 1966, 60:429-432
Sinaniotis, “Diabete mellitus a seguito della vaccinazione antiparotite”, Arc Dis Child, 1975, 50:749.66
Patan, “Grave diabete mellitus post-vaccinale”, Ter Arkh, luglio 1968, 40:117-118
Classen JB, “La modalità temporale della vaccinazione ha un effetto sullo sviluppo del diabete in roditori”, Autoimmunity, 1996, 24:137-145
Classen JB, “Epidemia di diabete e vaccinazioni anti-epatite B”, N Z Med J, 109(1030):366, 27 sett. 1996
Classen JB, “Vaccinazione infantile e diabete mellitus”, N Z Med J, 109(1022):195, 24 maggio 1996
Poutasi K, “Vaccinazioni e diabete”, N Z Med J., 26 luglio 1996;109(1026):283
Dokheel TM, “Una epidemia di diabete infantile negli Stati Uniti? I dati raccolti”, Diabetes Care, 1993, 16:1606-1611
Parent ME, “Vaccinazioni con Bacille Calmette-Guerin ed incidenza di diabete mellitus a Montreal, Canada”, Diabetes Care, maggio 1997; 20(5):767-772
House DV, Winter WE, “Diabete autoimmune. Ruolo dei markers di auto-antigeni nella predizione e prevenzione del diabete mellitus,” Clin Lab Med, sett. 1997, 17(3):499-545
Zeigler M, “Auto-anticorpi nel diabete mellitus di tipo 1”, Z Arztl Fortbild (Jena), agosto 1994; 88(7-8):561-5
Anche un immunologo della Classen Immunotherapies di Baltimora ha pubblicato recentemente una ricerca sulla prestigiosa rivista BMJ secondo la quale il diabete infantile insulina dipendente sia strettamente correlato ad una serie di vaccinazioni, tra cui quelle per l’epatiteB, meningite, parotite, rosolia ed altre.
Altri interessanti sviluppi sul sito http://www.vaccines.net, by Classen Immunotherapies, Inc. 6517 Montrose Avenue, Baltimore, Maryland 21212 – U.S.A.
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Incolpate le ultime vaccinazioni dell’aumento di diabete tipo 1 – Diabete dai vaccini + Epidemie di Diabete
L’incidenza del diabete tipo 1 è cresciuta drammaticamente tra i bambini americani ed europei. Ci sono molte teorie su quanto sta succedendo, ma una in particolare sta riscuotendo un certo interesse da parte dei media, cioè che l’aumento potrebbe essere collegato con i tempi di vaccinazione dei bambini. Gli esperti affermano che i dati non supportano questa teoria, per quanto su di essa stiano iniziando i primi studi.
Nella Allegheny County, Pa., che ha il più vecchio registro del diabete tipo 1 esistente in America, l’incidenza della malattia era stabile a 12 casi per 100.000 tra la popolazione di età compresa tra 0 e 19 anni dal 1965 fino a metà degli anni 80.
Attorno al 1985 il tasso è salito fino al 18-19 per 100.000. Da allora al 1994 risulta essere cresciuta ancora, secondo Ronald LaPorte, Ph.D., che sorveglia il registro.
Particolarmente preoccupante è la crescita “straordinaria” tra la popolazione afro-americana, che in passato ha avuto un tasso di crescita del diabete tipo 1 inferiore a quello dei bianchi. Durante gli anni 70 ed 80, circa 7-8 neri per 100.000 in età compresa tra 0 e 19 anni sviluppavano diabete tipo 1. A metà degli anni 80, l’incidenza è salita all’11 per 100.000.
Ora, per la prima volta, l’incidenza tra gli Afro-Americani, maschi in particolare, è leggermente più alta che tra i bianchi.
Ma il diabete tipo 1 è in crescita anche tra i bianchi, ha riferito al giornale (n.d.r.:Pediatric News) il dott. LaPorta, professore di epidemiologia alla University of Pittburg. Altri registri statunitensi, esistenti solo da 15 anni, sembra che rispecchino tale andamento anche tra le altre nazioni.
Dati europei a lungo termine mostrano lo stesso fenomeno: in Finlandia, per esempio, che ha il maggior tasso di diabete tipo 1, l’incidenza è cresciuta dal 12 per 100.000 bambini di età compresa tra 0 e 15 anni nel 1953 a 38 nel 1986, e a 45 nel 1996.
In Europa l’incidenza di diabete tipo 1 è aumentata di circa il 2-3% per anno, mentre negli Stati Uniti è “probabilmente leggermente più alta”, nota il prof. LaPorta.
Una teoria “calda” tra i ricercatori per spiegare l’aumento è che la distruzione autoimmune delle cellule beta delle isole pancreatiche di Langherans può essere provocata da un “superantigene”, probabilmente derivante da un’infezione virale, un cibo, o una tossina. Alcuni dati supportano un collegamento tra diabete tipo 1 e latte vaccino.
“Sappiamo esserci alcune cause ambientali”, dice il dott. LaPorta.
I media, tuttavia, hanno colto l’importanza della teoria dell’immunologo J.Barthelow Classen. Egli crede che il programma di immunizzazione, che inizia le vaccinazioni al secondo anno di età, aumenta il rischio di diabete tipo 1 e di altre malattie autoimmuni. Facendo queste vaccinazioni alla nascita si potrebbe ridurre il rischio, dice a questo giornale.
Egli è presidente della Classen Immunotherpies Inc., una società di Baltimora che sta sviluppando “metodi di immunizzazione” e “metodi di test dei programmi di vaccinazione” per minimizzare il rischio di sviluppare il diabete tipo 1.
Secondo il dott. Classen, i virus della madre passano al neonato alla nascita entro le prime 6 settimane di vita. Vaccinandosi durante questo periodo si provocherebbe il rilascio di interferone, che bloccherebbe le infezioni virali.
Quando i vaccini vengono presi a due mesi di età essi esacerberebbero l’infiammazione virale indotta che è già presente nelle cellule pancreatiche.
Questo è particolarmente vero nei vaccini che contengono componenti come l’Haemophilus influenzae b (Hib), che attiva i macrofagi.
Nei topi di laboratorio inclini al diabete tipo 1, il Dr. Classen ha scoperto che prendendo basse dosi di vaccino umano alla nascita ha prevenuto lo sviluppo di diabete, mentre immunizzandoli a 8 settimane o ha aumentato il rischio o non ha avuto alcuna influenza su di esso. Ha anche citato dati epidemiologici umani che supportano la sua teoria: in diverse parti dell’Europa e degli Stati Uniti, l’istituzione di nuove vaccinazioni è stata seguita da un aumento dell’incidenza di diabete tipo 1.
Per esempio, il diabete è aumentato sia a Pittsburg che in Finlandia dopo l’introduzione del vaccino Hib, continua il Dr. Classen. (Il vaccino Hib è stato approvato negli Stati Uniti nel 1987).
L’esperto in immunizzazione, il Dr. Michael Katz afferma che la teoria del dr Classen “non è ancora supportata da dati.
Quello che più mi preoccupa è che si potrebbero creare inutili paure intorno alle vaccinazioni. A questo momento non vi sono basi per rivedere i programmi di vaccinazione”. Il dr Katz presta servizio presso i comitati per la sicurezza delle vaccinazioni di due Istituti di Medicina ed è Professore di Pediatria alla Columbus University di New York.
Il dr. LaPorta ha ulteriormente aggiunto: “Io penso che [il Dr Classen] abbia completamente torto”. L’aumento nelle vaccinazioni nei primi anni 60 non ha influito sull’incidenza del diabete, e i paesi con una buona copertura di immunizzazione, come il Giappone e la Cina, non hanno visto alcun incremento di diabete.
Tutti, compreso il dr. Classen, affermano che c’è bisogno di maggiori dati prima di modificare il programma di immunizzazione. L’Istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive ha iniziato uno studio in collaborazione con il Ministero della Sanità Inglese per raccogliere tutti i dati relativi a questo argomento. Essi promuoveranno un incontro per discutere le scoperte di quest’ultimo anno.
Sono programmate almeno altre tre conferenze sulla relazione tra malattie infettive e autoimmunità. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie stanno anche studiando tali relazioni all’interno di un data-base già esistente su più di 500.000 bambini Californiani.
L’agenzia indagherà il tasso di diabete tipo 1 nei bambini vaccinati contro l’epatite B alla nascita e quelli che hanno ricevuto la prima dose solo 2 mesi dalla nascita, ed anche la ricorrenza del diabete tipo 1 tra i bambini dopo l’inizio dell’utilizzo della vaccinazione Hib.
By Miriam E. Tucker, senior writer, Pediatric News
Tratto da: Pediatric News 32(4):4, 1998. International Medical News Group
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Diabete, patologia in crescita – Nel 2010, i decessi saranno uno su otto
Secondo uno studio britannico, la malattia è indirettamente responsabile di una morte su dieci
E’ il diabete una delle nuove emergenze sanitarie nei Paesi occidentali e tra i due tipi della patologia (tipo 1 e tipo 2) è proprio il diabete II, quello non insulino dipendente e maggiormente correlato all’alimentazione e allo stile di vita, il responsabile di tante morti indirette. Gli esperti inglesi hanno messo in correlazione i dati sulla mortalità della popolazione e quelli sui malati di diabete, riscontrando che una morte ogni dieci è collegabile proprio alla patologia. La versione II della malattia, in particolare, riguarda il 90 per cento di tutti i casi di diabete mellito ed entrambe le tipologie causano forti complicazioni all’apparato cardiovascolare e alle funzioni renali ed elevato rischio di infarto, oltre a possibili inabilità come la cecità.
PROGRESSI della MEDICINA – E se da un lato la medicina ha fatto molti passi avanti, attenuando il pericolo di mortalità indiretta grazie anche a farmaci rivoluzionari, dall’altro lato la patologia cresce numericamente nell’occidente opulento, trovando un alleato pericoloso nell’alimentazione grassa e sbagliata dei Paesi ricchi.
Gli adulti diabetici sono due volte più esposti a complicazioni mortali e, se la tendenza dovesse continuare, entro il 2010 una morte su otto nel mondo sarà da imputare proprio a questa patologia.
MORIRE di DIABETE – Di diabete si può morire insomma e se nell’era pre-insulinica era necessariamente una condizione letale, oggi, che ci sarebbero più difese da parte della scienza, si muore ugualmente, spesso per scarsa cura o semplicemente perché spesso la malattia non viene diagnosticata tempestivamente o ancora perché le cattive abitudini alimentari e di vita ne aumentano i rischi e le possibilità di insorgenza. Secondo l’organizzazione britannica Diabetes UK, il diabete è la causa dell’11,6 per cento dei decessi tra i 20 e i 79 anni di età in Inghilterra. Inoltre, come fa notare Douglas Smallwood, amministratore delegato della Daibetes UK, si stima che 2,3 milioni di persone in Gran Bretagna siano malate di diabete e che più di mezzo milione non lo sappia.
By Emanuela Di Pasqua – 11 agosto 2008 – Tratto da: corriere.it
Commento NdR: …come sempre, non si parla delle Vaccinazioni….quali cause del diabete nei giovani, che è in continuo aumento spropositato !
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Un gran numero di farmaci può ridurre la tolleranza al glucosio, agendo con molteplici meccanismi: riduzione della secrezione d’insulina, aumentando la glicogenolisi epatica, causando resistenza periferica all’azione dell’insulina. La lista dei farmaci diabetogeni è lunga e qui ricorderemo soltanto i principali; glucocorticoidi, contraccettivi orali, inibitori delle proteasi usati nella terapia dell’infezione da HIV, gli agonisti del GRH usati nel trattamento del cancro della prostata, tacrolimus e ciclosporina (potenti immunosoppressori), alcuni farmaci antipsicotici.
Precedenti studi hanno dimostrato che i diuretici e i betabloccanti, i farmaci più frequentemente utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, possono causare anomalie metaboliche che aumentano il rischio di diabete mellito de novo. Una metanalisi di recente pubblicazione conferma l’aumentato rischio connesso con l’uso di betabloccanti nei soggetti ipertesi. Per maggiori dettagli :
http://www.antologiamedica.it/diabetologia/diabeta_beta_blocco.htm
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DIABETE, cosi come tutte le altre cosiddette “malattie”, nasce e nascono dai difetti della microcircolazione
Il problema di ossigenazione dei tessuti nel diabete mellito. I.
Il suo rapporto con i primi cambiamenti funzionali nel microcircolo di soggetti diabetici.
Ditzel J, Standl E.
Abstratto
La causa di fondo è discussa, quella che porta ai cambiamenti funzionali reversibili del microcircolo di soggetti diabetici insulino-dipendenti e precocemente durante la malattia, prima che i sintomi clinici della retinopatia e nefropatia (microangiopatia funzionale).
Si suggerisce che la dilatazione microvascolare iniziale osservata nei diabetici è dovuta ad una risposta di autoregolazione all’ipossia tissutale relativa fornire una maggiore perfusione dei tessuti al fine di migliorare l’erogazione di ossigeno tissutale.
Prove a sostegno di questa proposta derivano dai risultati osservati, che i diabetici contemporaneamente possono mostrare un aumento del consumo di ossigeno dei tessuti e diminuita capacità del sangue circolante di rilasciare ossigeno ai tessuti. Quest’ultimo difetto è probabile che sia causata da due fattori correlati:..
1 un aumento della percentuale di emoglobina A1c con alta affinità ossigeno, e
2 difficoltà di mantenere una concentrazione sufficientemente elevata di plasma fosfato inorganico, al fine di fornire una ottimale 2,3 – difosfoglicerato (2,3-DPG) contenuto negli eritrociti.
La basale richiesta di ossigeno dei diabetici potrebbe variare anche nel giro di poche ore che dipendono dallo stato del controllo metabolico ed è aumenta nei momenti di scarsa regolamentazione.
Quindi, i diabetici possono soffrire di innumerevoli lesioni ipossiche cellulari, che durante i primi anni della malattia sono delle contromisure a livello del microcircolo da una risposta di autoregolazione. Queste reazioni microvascolari associate ad aumento permeazione del plasma possono negli anni essere di grande importanza per lo sviluppo della microangiopatia degenerativa nel diabete.
Articolo originale:
The problem of tissue oxygenation in diabetes mellitus. I. Its relation to the early functional changes in the microcirculation of diabetic subjects.
Ditzel J, Standl E.
Abstract
The underlying cause leading to the reversible functional changes in the microcirculation of insulin-dependent diabetic subjects early during the disease prior to any clinical signs of retinopathy and nephropathy (functional microangiopathy) is discussed. It is suggested that the initial microvascular dilation observed in diabetics is due to an autoregulatory response to relative tissue hypoxia providing an increased tissue perfusion in order to improve tissue oxygen delivery. Supporting evidence for this suggestion is derived from the findings that diabetics simultaneously may show increased tissue oxygen consumption and decreased ability of the circulating blood to release oxygen to the tissues. The latter defect is likely to be caused by two interrelated factors:
1. an increased proportion of haemoglobin A1c with high oxygen affinity, and
2. difficulties of maintaining a sufficiently high concentration of plasma inorganic phosphate in order to provide an optimal 2,3-diphosphoglycerate (2,3-DPG) content in the erythrocytes. The basal oxygen demand of diabetics may fluctuate even within a few hours dependent upon the state of metabolic control and is increased at times of poor regulation. Hence, diabetics may suffer from innumerable cellular hypoxic injuries, which during the first years of the disease are counteracted in the microcirculation by an autoregulatory response. These microvascular reactions associated with increased plasma permeation may over the years be of major importance for the development of the degenerative microangiopathy in diabetes.
PMID:239527 – [PubMed – indexed for MEDLINE]
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Prevenzione Primaria del Diabete Mellito con la Semeiotica Biofisica Quantistica.
Diabete Mellito oggi: desolanti misure di lotta !
La migliore delle terapie è notoriamente la prevenzione primaria, oggi generalmente confusa con il più diffuso, costoso e facilmente sponsorizzato screening, che altro non è che un tentativo inefficace per riconoscere malati al momento non diagnosticati come tali. Questa affermazione è valida specialmente per il diabete mellito (V. nel sito, in Scienza: Semeiotica Biofisica Quantistica: Medio Evo Glicemologico e Rinascimento Diabetologico).
Nella rubrica da me curata nel sito www.katamed.it, ho riportato una notizia fornita il 4 aprile 2008 da Adnkronos e da me criticamente commentata, in cui è perfettamente fotografata la pericolosità che questa malattia rappresenta per il prossimo futuro.
Riporto esattamente parte della notizia: “In Italia nel 1980 era obeso 1 bambino su 10. Oggi, invece, i chili di troppo riguardano 1 su 4 e in alcune regioni addirittura 1 su 3. Un dato allarmante, dal momento che la maggior parte di questi piccoli obesi è a rischio diabete. Soprattutto in presenza di fattori predisponenti come la familiarità e uno stile di vita scorretto”.
A lanciare l’allarme è Riccardo Vigneri, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), intervenuto oggi a Roma al “Changing diabetes barometer forum”.
Un evento che ha visto la partecipazione di politici, Istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti, tutti d’accordo su un punto: “per combattere il diabete l’arma più efficace è la prevenzione, che deve riguardare in primo luogo proprio i bimbi”.
“Per contrastare la patologia – spiega Vigneri – non bastano accorgimenti soltanto medici. Servono pure quelli, per così dire, sociali. Per esempio – precisa – sarebbe il caso di dotare le nostre città di spazi dove poter passeggiare in sicurezza. L’attività fisica è infatti la miglior medicina per combattere il sovrappeso e l’obesità, fattori scatenanti del diabete. Oggi, purtroppo, questi spazi sono sempre più ridotti e non tutti hanno la possibilità di iscrivere i propri figli in palestra”.
La notizia continua riferendo che il vicepresidente mondiale dell’International Diabetes Federation, Massimo Massi Benedetti ha sottolineato l’importanza dell’attenzione a corretti stili di vita. “Bisogna concentrarsi sui bambini – spiega (Massimo Massi Benedetti, NdR) – per far sì che le nuove generazioni abbiano stili di vita che in prospettiva evitino lo sviluppo del diabete. Ma non solo. Sono necessarie politiche globali di intervento, non solo in campo sanitario, ma anche nella scuola e nell’urbanistica”.
La notizia di Adnkronos prosegue affermando che “Grande attenzione va rivolta anche all’alimentazione. “Il primo passo da fare – spiega Renata Lorini, presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica – sarebbe quello di mettere al bando’ le merendine, particolarmente grasse, a vantaggio della frutta”.
Fermiamoci pure a queste poche affermazioni degli esperti in Diabetologia ! Infatti, sulla base di simili prospettive di lotta dobbiamo solo attenderci un incremento di diabetici nel prossimo futuro, come dimostra l’esperienza.
Ecco, pertanto, il mio breve commento messo in rete dagli Editori di Adnkronos: “Stagnaro ha scritto (05/04/2008).
La notizia inizia: In Italia nel 1980 era obeso 1 bambino su 10. Oggi, invece, i chili di troppo riguardano 1 su 4 e in alcune regioni addirittura 1 su 3. Un dato allarmante, dal momento che la maggior parte di questi piccoli obesi è a rischio diabete.
Io chiedo:
Quanti e chi sono i piccoli a Reale Rischio Congenito di diabete, Maestri Glicemologi ?
Ma è mai possibile che nel 2008 si continui a tacere al popolo una realtà accettata da famose peer-reviews, l’esistenza delle Costituzioni Diabetica e Dislipidemica, conditio sine qua non del diabete ? Stagnaro Sergio. Newborn-pathological Endoarteriolar Blocking Devices in Diabetic and Dislipidaemic Constitution and Diabetes Primary Prevention. The Lancet. March 06 2007.
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673607603316/comments?totalcomments=1 ;
Stagnaro S., West PJ., Hu FB., Manson JE., Willett WC. Diet and Risk of Type 2 Diabetes. N Engl J Med. 2002 Jan 24;346(4):297-298. [Medline].
Visto che le cosiddette Autorità Sanitarie e la Magistratura tacciono sulla REALE prevenzione primaria su vasta scala del diabete, enorme business (Chiedere a Google la mia Lettera Aperta al Ministro della Salute, Prof G. Sirchia ? o visitare il mio sito), perché una Istituzione deputata a dare informazioni punzecchia soltanto !
La migliore terapia, anche del diabete, è la prevenzione, che oggi finalmente è possibile, efficace e non costosa”.
In una Lettera Aperta del 10 novembre 2004, inviata all’allora Ministro della Salute Prof. G. Sirchia (Chiedere a Google oppure visitare il sito www.semeioticabiofisica.it: non è richiesto il log-in !), ho inutilmente illustrato – in modo elementare, utilizzando codici facilmente decodificabili da qualsiasi medico e profano – il metodo semeiotico-biofisico di lotta al diabete, rivelatosi efficace nella mia lunga e sicura esperienza clinica.
Questa originale via di lotta oggi è arricchita dai altri dati offerti dalla Semeiotica Biofisica Quantistica, nata a Novembre 2007, grazie alla collaborazione dell’amico prezioso Prof. Paolo Manzelli, Direttore di LRE/EGO-CreaNet, Università di Firenze, Dipartimento di Chimica (Stagnaro Sergio e Paolo Manzelli. Limiti della Medicina Ufficiale. L’Esperimento di Lory. 03 Gennaio 2008,
http://www.ilpungolo.com/leggi-tutto.asp?IDS=13&NWS=NWS5267).
L’originale Prevenzione Primaria del diabete è fondata innanzitutto sul riconoscimento, alla nascita, da parte dei Medici di MG. di tutti gli individui positivi per le Costituzioni Diabetica “e” Dislipidemica, colpiti dal Reale Rischio Diabetico Congenito: il tempo richiesto per questo accertamento è di due minuti ! (ibidem).
Naturalmente, il metodo permette anche il monitoraggio terapeutico (dieta etimologicamente intesa, Cernitene (57. Stagnaro-Neri M., Stagnaro S., La sindrome percusso-ascoltatoria da carenza di Carnitina. Clin. Ter. 1994, 145, 135 [Medline]), Melatonina-Coniugata, Applicazioni personalizzate di NIR-LED sopra la proiezione cutanea del pancreas (Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Single Patient Based Medicine.La Medicina Basata sul Singolo Paziente: Nuove Indicazioni della Melatonina. Ed.Travel Factory, Roma, 2005. http://www.travelfactory.it).
Successivamente, numerosi sono i metodi da impiegare nel monitoraggio clinico in relazione alla preparazione del medico: Valutazione dei PPARs-alfa epatici per il controllo del metabolismo glico-lipidico; il test della osteocalcina endogena (172. Stagnaro Sergio.
Bedside Biophysical_Semeiotic Osteocalcin Test in Diagnosing and Monitoring Diabetes. The Lancet, January 28, 2008
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673608601014/comments?action=view&totalComments=2), il test della secrezione del picco acuto insulinico, il test pancreatico da stimolazione di SST-RH, il riflesso pancreatico-gastrico aspecifico per la valutazione della funzione delle cellule-beta insulari;
Il Segno di Ferrero-Marigo per l’indagine della sensibilità dei recettori insulinici (V. il mio sito).
Infine, il medico con sicura esperienza della Semeiotica Biofisica Quantistica può utilizzare le raffinate informazioni offerte dalla Microangiologia Clinica Diabetica.
By Dott. Sergio Stagnaro – Fondatore della Semeiotica Biofisica – dottsergio@semeioticabiofisica.it
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CURE NATURALI per il DIABETE – By dott. Michele Acanfora, (medico chirurgo):
Nell’iperglicemia il trattamento naturale può spesso dare risultati straordinariamente interessanti. Essendo una terapia di “terreno”, può rafforzare l’azione di qualunque terapia in atto, spesso determinando una riduzione del dosaggio farmacologico. Può contrastare efficacemente le negative conseguenze del diabete a livello sistemico, prevenendo o ritardando il più possibile le ben temute complicanze.
La terapia naturale della iperglicemia e del diabete contempla come prima cosa una serie di interventi diagnostici preliminari, che possono essere attuati insieme o singolarmente:
– riconoscimento di una eventuale intolleranza alimentare (spesso un cibo mal tollerato può facilmente sbilanciare i meccanismi di compenso corporei;
– diagnosi e correzione di una eventuale disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica saprofitica del tenue);
– individuazione dei fattori scatenanti o aggravanti la patologia (tossicità chimica e/o farmacologica) – (NdR: farmaci e vaccini) – dieta incongrua, stile di vita, conflitti emozionali, ecc.
Sul fronte terapeutico possiamo avvalerci di molti approcci, di cui citiamo solo i più importanti:
Omeopatia: fondamentale per ristabilire il “Terreno”, ottimizzare le capacità di risposta dell’organismo, e drenare gli organi sovraccaricai dal metabolismo anomalo.
Oligoelementi: di grande aiuto la serie di minerali Zinco-Nickel-Cobalto, come pure il Cromo e il Manganese-Cobalto;
Vitamine: l’azione antiossidante di vitamine quali la C, la E e la A è indispensabile in ogni malattia cronica che comporti un eccesso di radicali liberi, vere molecole killer che distruggono la funzionalità enzimatica e cellulare.
Fitoterapia: valida per l’azione di drenaggio emuntoriale, ma anche per una certa attività specifica sul metabolismo degli zuccheri e sul sistema immunitario; ricordiamo gli antocianosidi del mirtillo, il baccello di fagiolo, l’Uncaria Tomentosa.
Per la Glicemia alta, tipica dei “diabetici”, sia alimentari, che da farmaci e Vaccini, con aumento dello zucchero nel sangue, si consiglia oltre alla eliminazione dello zucchero, l’assunzione dopo ogni pasto di una tisana di Charantia
Dopo questo sommario escursus, aggiungiamo che la terapia va impostata caso per caso, che non esistono ricette e protocolli validi per tutti e che anche le metodiche “naturali” devono sempre essere praticate preferibilmente da un medico competente, raro a trovarsi….(fate attenzione quindi al fai-da-te, che puo’ molto pericoloso in questo caso).
Nota bene: Uno studio americano che ha coinvolto numerosi medici e ricercatori, il Nutritional Prevention of Cancer Trial, aveva lo scopo di studiare gli effetti del Selenio come protettore contro il cancro alla pelle; la conclusione a cui è giunto è stata completamente inaspettata e riguarda gi effetti collaterali del Selenio.
I ricercatori hanno selezionato 1202 persone a cui hanno somministrato, per quasi 8 anni, nella metà della popolazione Selenio e nell’altra metà placebo; il risultato, pubblicato online sulla rivista Annals of Internal Medicine, è che il Selenio stimola l’insorgenza di Diabete di tipo II, il rischio di ammalarsi infatti era dal 50% superiore rispetto a chi aveva assunto il Placebo ed era maggiore per coloro che avevano alti livelli di Selenio nell’organismo prima di iniziare questa ricerca.
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IMPORTANTE: Leggere il commento che trovate nella pagina: Diabete Mellito tipo 2
Consigli alimentari della Medicina Naturale per il diabete tipo 2:
Modifica radicale dell’alimentazione – chi non e’ disposto a questa drastica terapia risolutrice, ha la medicina allopatica e l’insulina da iniettarsi giornalmente.
Ma chi vuole guarire: DEVE eliminare:
– Carni e derivati
– Latte e latticini
– Uova ed alimenti che ne contengano (dolci, torte, nutella, cioccolato, ecc.)
– Zucchero e qualsiasi dolcificante.
– Fast food
– Cibi cotti al micro onde, Cibi pronti, Prodotti “light”
– Salse preconfezionate
– Bibite e cibi industriali ecc.
Cibi consigliati:
– Frutta e verdura crudi o poco cotte – vedi Crudismo – Melone amaro, Fieno greco, chicchi di uvetta nera messi in ammollo in acqua alla sera e bere SOLO l’acqua dell’ammollo, al mattino – idem con l’uva spina (emblica officinalis) , ma aggiungere all’ammollo, al mattino il succo di un limone. Oppure fare una mescolanza in ammollo con tutti i frutti indicati.
Altre erbe comuni utili sono: Indian Kino (Pterocarpus massupium) – Gimnema Sivestre – Mirtillo – Stevia – Cannella.
– Riso e pasta senza uova, Cereali
– Patate
– Legumi – Il Bacello di fagiolo è inserito da moltissimo tempo nella farmacopea tedesca come diuretico e si è scoperto in seguito che possiede anche proprietà anti-diabetiche.
– Broccoli (*)
– Funghi
– Noci e frutta secca
– Burro e panna in piccolissime quantità
Ricordiamo che è importantissimo liberare l’organismo dall’acidosi generata dalle cattive digestioni indotte da troppi carboidrati che si trasformano in zuccheri.
Anche le terapie a base di Ossigeno ed ozono possono essere utili.
Per la Glicemia alta, tipica dei “diabetici”, sia alimentari, che da farmaci e vaccini, con aumento dello zucchero nel sangue, si consiglia oltre alla eliminazione dello zucchero, l’assunzione dopo ogni pasto di una tisana di Charantia
vedi: Protocollo della Salute
ORTICA (Urtica dioitica L.) Pianta
Migliore degli spinaci è un ottimo depuratore del sangue, disintossica il fegato, utile per i diabetici, diuretica favorisce l’eliminazione degli acidi urici, stimola la secrezione pancreatica, utile nella gotta, nei reumatismi, artrite e nella renella.
Ortica reale, Galeopsis Dubia Leers, indicata nella cura dei catarri bronchiali (25gr. in 1 lt. di acqua, 1-2 tazze al di) decongestiona i bronchi ed allevia la tosse.
Azione anti anemica lieve ed ipoglicemizzante. Fortifica la crescita e l’organismo. Tonico nei convalescenti, vecchi e negli anemici. Utile in tutte le affezioni cutanee.
Molto utile la Cannella in polvere o meno, assunta giornalmente, essa è un buon antidiabetico naturale utile anche al sesso
Fin dall’antichità la cannella era usata per conservare le carni, gli antichi Egizi la consideravano addirittura fondamentale nel processo di imbalsamazione delle salme. Quest’uso è dovuto soprattutto alle proprietà antibatteriche e antisettiche di una spezia oggi particolarmente diffusa nei prodotti dolciari. Una recente ricerca svedese ne ha illustrato anche i principi antidiabetici:
3 grammi di cannella al giorno infatti, sono sufficienti a ridurre la quantità di zucchero nel sangue, agendo come l’insulina, grazie alla buona quantità di polifenolo presente nella spezia. Ma non finisce qui perché c’è chi considera la cannella anche un potente afrodisiaco che mescolato ad altri ingredienti naturali come il rabarbaro, può stimolare la vita sessuale di lui e di lei.
(*) Broccoli Reverses Diabetes Damage
Eating broccoli could reverse the damage that diabetes inflicts on heart blood vessels. The key is most likely a compound in the vegetable called sulforaphane.
Sulforaphane encourages production of enzymes that protect the blood vessels, and reduces the number of molecules that cause cell damage — known as Reactive Oxygen Species (ROS) — by up to 73 percent.
People with diabetes are up to five times more likely to develop cardiovascular diseases such as heart attacks and strokes — both of which are linked to damaged blood vessels.
Fonti: BBC News August 5, 2008 + Diabetes August 4, 2008
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Come siamo guariti dal diabete
By Marcello Pamio – “Effervescienza” inserto del mensile “Biolcalenda” – 15 maggio 2012
Secondo l’Associazione Americana per il Diabete (A.D.A.): «Il diabete è una malattia cronico degenerativa incurabile».
Una definizione che non lascia alcun spazio a eventuali dubbi.
D’altronde è cosa risaputa da qualsiasi medico al mondo, che il diabete ufficialmente non si può curare, una volta che si è manifestato, si può conviverne più o meno bene, ma si è schiavi e dipendenti dai farmaci per l’intera vita. Ma è proprio così ?
Questo il tema del congresso che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, organizzato dalle associazioni culturali «Il Soffio del risveglio» e «Qui e Ora», tenutosi a fine marzo all’Auditorium Vivaldi a San Giuseppe di Cassola (VI).
Tra i relatori della serata, oltre a chi scrive, ci sono stati Gennaro Muscari, medico omeopata docente alla Scuola di omeopatia di Verona, Giancarlo Vincenti presidente dell’Associazione «Diabete insieme» di Portogruaro, e infine – vero motivo dell’incontro – quattro persone che sono riuscite a venir fuori dal diabete.
Andiamo per ordine.
Dopo la breve proiezione di spezzoni video presi da «Un equilibrio delicato», tratto da «The China Study», lo studio più completo mai realizzato al mondo sull’alimentazione; «Crudo & semplice», l’esperimento unico nel suo genere dove sei persone in 30 giorni di crudismo smettono di usare l’insulina, e infine il «Metodo Gerson».
Il mio intervento è stato quello di fornire alcuni dati e informazioni importanti per comprendere l’evoluzione storica della malattia.
Se infatti secondo il Bollettino dell’Accademia di medicina di New York dal 1871 al 1933 «Il tasso di mortalità del diabete a New York è passato da 2,1 per 100 mila abitanti nel 1866 a 29,2 nel 1932», e oggi, ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e due si ammalano, viene da sé che qualcosa di grave deve essere successo negli ultimi settant’anni.
Cosa?
Grassi idrogenati.
Nel 1912 vengono commercializzati i cosiddetti «grassi idrogenati».
Questi grassi creati dall’industria, non esistono in natura, quindi non vengono riconosciuti correttamente dall’organismo e creano grossissimi problemi alla salute, provocando disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle membrane cellulari, malattie autoimmuni (diabete); diminuiscono le HDL e aumentano le LDL; aumentano le infiammazioni e interferiscono con l’insulina.
I grassi idrogenati si trovano nelle cosiddette margarine, quindi nella stragrande maggioranza dei prodotti da forno, gelati, cioccolate, dolci, ecc. Pure gli oli vegetali, prodotti a caldo e quelli che vengono fritti, si snaturano completamente diventando tossici per le cellule e quindi per l’organismo umano.
Insulino-resistenza.
Le cellule hanno sulla membrana esterna dei recettori specifici per l’insulina: cioè delle speciali serrature che si aprono solamente quando arriva l’insulina, facendo così entrare il glucosio e togliendolo dalla circolazione sanguigna.
Tutti i grassi saturi di derivazione animale (carne, uova, pesce, latte e latticini) e tutti i grassi idrogenati, si depositano nelle membrane esterne delle cellule, provocano la deformazione dei recettori.
Risultato: le cellule diventano sorde all’insulina.
Nonostante il pancreas funzioni correttamente e vi sia insulina in circolazione, le cellule non sono in grado di usare al meglio l’ormone, e quindi si ha iperglicemia (diabete).
Acidosi.
Tutte le proteine di origine animali e tutti gli alimenti raffinati e pastorizzati (cereali, farine, zuccheri, ecc.), dopo il metabolismo rilasciano ceneri acide che hanno come risultato far aumentare l’acidità.
L’acidità, oltre a mettere in allarme l’intero organismo e far scattare i meccanismi di protezione (alcalinizzazione degli acidi), induce alti livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) secreto dalle ghiandole surrenali, con lo scopo di contrastare le infiammazioni.
L’aumento di cortisolo da una parte fa aumentare la glicemia, e dall’altro provoca una errata distribuzione del tessuto adiposo nel corpo, soprattutto nella pancia che si sa essere un grasso che partecipa all’insulino-resistenza.
Il cane che si morde la coda !
Caseina.
«La capacità delle proteine del latte vaccino di causare l’insorgenza del diabete di tipo1 è ben documentata»! Questa pesante affermazione è il risultato dello studio pluridecennale sull’alimentazione prima citato («The China Study»).
La spiegazione è abbastanza semplice e logica: se frammenti proteici di caseina finiscono nel sangue, il sistema immunitario interviene subito. Infatti nel «liquido peculiare» – come lo definiva il grande Goethe – non possono esserci sostanze estranee a quelle predisposte dalla Natura.
Siccome la proteina del latte (caseina per l’80-85% circa) è quasi identica alle proteine del pancreas (cellule Beta), il sistema immunitario, in una situazione di tossiemia generalizzata, potrebbe finire per attaccare le cellule del pancreas che producono insulina.
Risultato: diabete infantile di Tipo-1.
Pensiamo a quanti neonati oggi, su consiglio pediatrico, vengono svezzati erroneamente con latte vaccino, fin dai primi giorni e forse capiremo quanto alto è il rischio che sviluppino seri problemi di salute, anche perché è bene ricordare che la mucosa intestinale di un neonato non è ancora completa e quindi è molto più permeabile di un adulto.
Molto interessante l’intervento del dottor Gennaro Muscari.
Il dottor Muscari, che pratica omeopatia da più di trent’anni e si occupa di alimentazione naturale da prima ancora della laurea, ha spiegato come nelle università di medicina si studia prima che il diabete è una malattia incurabile e poi che l’insulina presa dal diabetico, dopo un certo periodo di tempo (da qualche mese a qualche anno al massimo), il pancreas si ipotrofizza, cioè produce sempre meno insulina, fino ad arrivare ll’atrofia completa.
Nel diabete di Tipo-1 questo avviene velocemente.
Non pensava assolutamente che dopo 12 anni o addirittura 16 anni di insulina chimica si potesse far tornare a far produrre insulina dal pancreas in maniera naturale. Nessun medico lo pensa, eppure come leggerete dopo dalle testimonianze, ciò è assolutamente possibile.
Il dottor Muscari ha di nuovo ribadito i danni dei latticini per l’organismo umano e il collegamento, venuto fuori dagli studi medici, tra diabete di tipo-1 e la caseina dei latticini. Dati ufficiali che parlano chiaro: con una alimentazione vegana si ha il 40% in meno in insulina dopo sole 3 settimane e il 30% in meno di colesterolo.
Ha concluso il suo intervento rimarcando sull’importanza in tutti gli ambiti, soprattutto nel diabete, dell’attività fisica. Cos’è lo zucchero nel sangue ? É la riserva di energia, è energia pura per essere usato. Qualsiasi diabetico può fare a meno di prendere farmaci antidiabetici e anche l’insulina semplicemente utilizzando lo zucchero in sovrappiù nel sangue.
Il dottor Giancarlo Vincenti ha invece raccontato la sua esperienza di diabetico, risultato da un banale esame di routine. Non sapeva nulla sul diabete e da quel momento ha frequentato congressi, riunioni anche internazionali, e per ultimo fondando l’associazione di malati a Portogruaro. Ha iniziato a sapere tutto o quasi, ma sempre basato sulle conoscenze della medicina ufficiale. C’era qualcosa che mancava all’appello, qualcosa che non tornava e che non quadrava.
Di recente approfondendo il discorso sulla dieta vegetariana e vegana è venuto a conoscenza che si potevano ottenere dei risultati incredibili, come per esempio abbandonare l’insulina. Dopo la visione del documentario «Crudo & Semplice» si sta muovendo in questo versante.
Non ha ancora buttato via l’insulina, ma ci sta lavorando, con tutte le difficoltà del caso tenendo conto delle abitudini e della situazione famigliare.
Adesso veniamo alla parte più importante della serata.
Le testimonianze:
Ermanno, età 62 anni, diabetico da 16.
Il primo accenno del diabete è avvenuto nel 1994 con un infarto. Lo stile di vita era «normale»: poco tempo per sé stesso e pranzi al ristorante. Ha subito altri problemi al cuore con tanto di operazione, che ha causato un altro infarto.
Da qui la presa di coscienza di mollare l’attività e iniziato a dedicarsi alla propria vita.
Un giorno su Radio Gamma 5 ha sentito della presentazione della serata sul diabete che ho organizzato circa un anno fa. Era la prima volta che sentiva che si può guarire il diabete, nessun dottore gli aveva mai detto una cosa simile. All’epoca faceva circa 28 unità al giorno di insulina.
Il giorno dopo la serata e di sua spontanea iniziativa, ha deciso di dare una taglio drastico modificando l’alimentazione, eliminando latte, carne e mangiando solo verdure. Il tutto condito da molte camminate.
Pian piano e in circa un mese ha eliminato l’insulina. A marzo la visita al centro diabetico gli hanno dato perfettamente ragione. Era tutto a posto
I medici lo hanno guardato un po’ stranamente, ma con gli esami del sangue perfetti non hanno potuto dire nulla…
Emanuele, età 34 anni, diabetico da 9.
La sua storia ha dell’incredibile.
Avendo la fibrosi cistica (mucoviscidosi), il diabete gli è insorto nel 2003 a seguito della cura prolungata a base di cortisone.
Ha sempre cercato di tenere basso la glicemia praticando sport e oggi fa mountain-bike estremo (circa 60 km al giorno) con tanto di preparatore atletico.
Emanuele all’epoca usava 50 unità di insulina al giorno e non poteva più farle nell’addome perché si era distrutto la pancia a forza di punture.
Un giorno si è imbattuto nel dvd «Crudo & Semplice», e dopo quattro giorni di crudismo, ha tolto completamente l’insulina, con risultati glicemici istantanei. É passato da 50 unità mantenendo la basale per due giorni e poi l’ha eliminata al terzo giorno.
I parametri glicemici, misurati sei volte al giorno, prima e dopo i pasti, confermavano il riequilibrio del pancreas.
Mangiava e la glicemia stava sotto i 140.
Crudismo e cioè verdure di tutti i tipi con semi vari (sesamo, girasole, lino, ecc.), mandorle, noci, ecc., centrifugati di frutta e verdura. Fichi e datteri per avere l’energia sprint per affrontare gli allenamenti massacranti.
Ha perso circa 7,2 kg di massa muscolare che tuttora non ha recuperato.
Oggi si sta allenando con un fisico nuovo totalmente da scoprire: dopo 3 settimane aveva già superato le prestazioni atletiche che aveva a ottobre con l’alimentazione normale; non conosce più la stanchezza post allenamento e soprattutto il fastidio dell’acido lattico a livello muscolare.
Il suo nuovo stile di vita ha avuto benefici anche nella fibrosi cistica, problema ufficialmente incurabile.
Ha sempre avuto le transaminasi del fegato mosse, ora due valori su tre sono rientrati, arrivando a dimezzare le medicine. Non usa più gli integratori ed enzimi.
Il 21 febbraio scorso ha avuto la visita al centro fibrosi cistica di Verona, e il medico è stato molto curioso di capire bene il percorso che aveva intrapreso.
Sono certo, visto l’enorme forza e determinazione di Emanuele, che a ottobre 2012, cioè al prossimo congresso internazionale sul diabete, avrà altre cose importanti da comunicarci nel sua viaggio intrapreso verso la totale guarigione fisica e spirituale…
Giorgio 72 anni, diabetico dal 1984.
Ha scoperto di avere il diabete dopo un banale esame del sangue. All’epoca pesava 112 kg (oggi 75) e subito sono iniziate le problematiche legate al diabete.
I denti hanno iniziato a cadere come birilli, poi una retinopatia lo ha reso ipovedente, per non parlare di problemi circolatori alle gambe. Visto che nessuno gli sapeva spiegare nel dettaglio, ha iniziato a studiare seriamente il diabete. Pian piano venne a conoscenza che ci sono cibi glicemici e cibi meno glicemici, e ha iniziato a stare attento alle dosi degli alimenti ingeriti.
La sua scoperta è stata quella di mandare via gli zuccheri che introietta con l’alimentazione attraverso un movimento corporeo serio. Ha stabilito che circa 40/50 minuti di camminata a ritmo sostenuto, gli abbassano 50 punti glicemici. E in questa maniera ha tolto l’insulina e sta sempre meglio. Ogni giorno fa 90/100 minuti di cyclette, delle belle camminate al sole con gli amici e quando mangia un po’ più del solito aumenta l’attività.
C’è da dire che Giorgio fa un unico pasto al giorno !
Angelo, età 50 anni, diabetico da 12.
Faceva 80 unità al giorno di insulina, aveva un diabete di Tipo 2 ma con i sintomi del Tipo 1.
Vegetariano da oltre 27 anni, mangiava però malissimo: abbondava di formaggi, cereali raffinati e dolci (errori che molti vegetariani commettono), e un giorno infatti si è trovato il diabete.
Ha iniziato con il crudismo (verdure, frutta, noci e semi, avocadi) e fin dal primo giorno ha dimezzato insulina.
La glicemia soprattutto i primi due giorni si alzava a 250-300. Al terzo giorno la glicemia si è abbassata moltissimo arrivando a 60 e per paura di andare ancor più sotto ha tolto l’insulina completamente.
La glicemia allora ha iniziato ad alzarsi a 300-350. Ma lui continuava imperterrito e fiducioso.
Dopo una sola settimana è scesa e si è stabilizzata sui 120-130, e lì è iniziato il vero miracolo.
Il giorno che senza insulina si è alzato alla mattina e ha trovato 130 gli è venuto da piangere.
Sono due anni e mezzo che non usa più insulina e sta benissimo, non si ammala più, ed è ringiovanito di molti anni. Ha molta più energia di prima, molta più tranquillità e concentrazione.
Per tre mesi ha mangiato solo alimenti crudi e poi ha iniziato lentamente a inserire patate, spinaci e verdura cotta in generale, fagioli e dopo qualche mese cereali integrali come il riso.
Oggi si permette anche una pizza e la sua vita è tornata normalissima.
In conclusione, parlando della mia regione, il Veneto, un anno fa circa, conoscevo una sola persona guarita completamente dal diabete: Angelo.
Oggi sono ben quattro !
Vista l’importanza sociale, visto l’enorme interesse suscitato e il numero di persone, bambini inclusi, toccate dal problema, stiamo organizzando per ottobre 2012 un secondo importante Congresso sul diabete.
Vi posso assicurare che numerose nuove testimonianze lasceranno a bocca aperta…
Tratto da: disinformazione.it
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Illustre Prof. Vigneri, Presidente della SID e per conoscenza ai Colleghi e amici della Lista, La invito a leggere quanto scrive Nature.com, senza rispondermi ovviamente, com’è sua abitudine condivisa dai Membri della SID (Allegato):
Top cited papers
Nature blogs: http://blogs.nature.com/ + Diet and Risk of Type 2 Diabetes NEJM
Paper Author: Sergio Stagnaro et al. (sono Professori di Harvard n.d.r.) ! In realtà, in MEDLINE è solo il mio scritto:
i collaboratori scrivono soltanto le solite banalità, da lei conosciute e purtroppo condivise, la cui conseguenza è l’ATTUALE epidemia diabetica in continuo aumento, n.d.r!)
Paper Posts: Linked to by 1 post
Nature blogs http://blogs.nature.com/posts?paper=669
A tribute to Dr. Sergio Stagnaro, – consider yourself warned…
Date: 05 Nov 2008
Blog: The Sciphu Weblog ; http://sciphu.com/2008/11/meadle-ages-of-todays-medicine.html
(A proposito di questo mio secondo articolo, ovviamente NON Medline…, che io ho sottolineato per lei in grassetto, suggerito da Nature.com, leggerei volentieri nel blog citato le critiche firmate Sue e degli altri Membri della gloriosa SID. Stia pronto poi a leggere le mie risposte, attraverso il sito che mi è stato dedicato)
In poche e chiare parole, gli Editori di una rivista che voi tutti stimate dal punto di vista scientifico (io, invece, da sempre scrivo che questi Editori sono lungimiranti, onesti, liberi e dalla mente aperta come non ne trovo in Italia, ma la loro visione del mondo è tradizionale e superata, simile alla vostra facilmente dimostrabile non aggiornata !
La differenza è che gli Editori di Nature hanno preso coscienza di tutto questo cambiamento indispensabile, necessario, per contrastare le attuali gravi epidemie, cancro, diabete e..: li ammiro per questo.
Il diabete lo si combatte soprattutto prevenendolo, da DIABETOLOGI, piuttosto che curarlo da glicemologi, caro Presidente della SID!
Purtroppo, tra il VECCHIO e il nuovo, tra medicina (minuscolo) medioevale, di questa Era dei Lumi Spenti, e la nuova Medicina fondata sulla Single Patient Based Medicine (Stagnaro Sergio. Single Patient Based Medicine: its paramount role in Future Medicine. Public Library of Science. PLOS.
http://medicine.plosjournals.org/perlserv/?request=read-response)finora non c’è stata possibilità di dialogo (Allegato!), non certo per colpa di chi scrive.
Continui pure la SID, e i glicemologi di tutto il mondo, su questa strada di lotta al diabete mellito, ma senza sperare che l’epidemia si arresti e diminuisca !
La logica ha le sue regole ed esigenze, e la Semeiotica Biofisica Quantistica è difficile per medici laboratorio-dipendenti, anche se il cambiamento è certamente possibile (Stagnaro Sergio.
Newborn-phahological Endoarteriolar Blocking Devices, in Diabetic and Dislipidaemic Constitution and Diabetes Primary Prevention
The Lancet. March 06 2007.
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140673607603316/comments?totalcomments=1;
Stagnaro Sergio. New bedside way in Reducing mortality in diabetic men and women. Ann. Int. Med.
http://www.annals.org/cgi/eletters/0000605-200708070-00167v1).
Le auguro una Buona Domenica
By Sergio Stagnaro (medico)
P.S.:
…..Prevedo comunque che il Prof. Presidente della SID NON solo non conosce i Dispositivi Endoarteriolari di Blocco, neoformati tipo I, sottotipo a) aspecifici, ma certamente non è in grado di riconoscerli.
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Cellule staminali permettono a diabetici di evitare iniezioni insulina
Grazie alla trasfusione di staminali, giovani pazienti hanno ricominciato a produrre insulina autonomamente
Un nuovo studio sulle cellule staminali sta aprendo nuove prospettive anche per il trattamento del diabete. E’ stata messa a punto ed è già in fase di sperimentazione una terapia con cellule staminali che ha permesso agli ammalati di diabete di evitare le quotidiane iniezioni di insulina. Il loro organismo, infatti, trattato con le staminali ha di nuovo imparato, per così dire, a produrre l’ormone in modo naturale e autonomo.
Per ora lo studio è stato condotto su 15 giovani pazienti affetti da diabete di tipo 1. A questi, in primo luogo, sono stati somministrati farmaci per diminuire le difese immunitarie e in seguito sono state eseguite trasfusioni di cellule staminali prelevate dal loro stesso sangue. 13 pazienti su 15 hanno così evitato le iniezioni di insulina. Questo risultato è di grande importanza per la lotta ad una malattia così diffusa come il diabete. Lo studio riguardava individui affetti da diabete di tipo 1, malattia che colpisce solo una piccola percentuale di pazienti e che forse è causata da un virus. Infatti recentemente una ricerca internazionale condotta dalle università di Siena e Pisa e da Novartis Vaccines ha dimostrato l’incidenza di un virus che attacca il pancreas, il Coxsackie B4.
Questo nuovo studio è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA).
Tratto da: MolecularLab.it – 18/04/2007
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Il dott. Keijiro Kuwabara, giapponese, ha trattato pazienti diabetici utilizzando acqua alcalina, ottenendo risultati validi.
Egli testimoniò che dando acqua alcalina ad un paziente con diabete mellito, il livello dello zucchero scese da 300 mg/dl a un livello non classificabile. Il pancreas produce il succo pancreatico, uno dei fluidi con il ph più elevato nel corpo, con un valore di 8,8. Una carenza di ioni di calcio nel corpo è causa di uno squilibrio nella produzione e nella presenza di insulina nel sangue.
Ciò porta ad una condizione acida del sangue.
I vasi sanguigni otturati a causa dell’eccesso di proteine accumulate impediscono a loro volta di funzionare adeguatamente.
L’acqua alcalina, somministrando calcio in forma ionizzata ed aiutando ad impedire l’accumulo di proteine, può essere utile per prevenire e migliorare il diabete.
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Diabetes in greco significa “sifone”
Il sifone è una conduttura idraulica a forma di U rovesciata, per spillare liquido ad esempio da un contenitore tipo damigiana, e convogliarlo intubato in una bottiglia posta più in basso, sfruttando i principi naturali della pressione.
La parola diabete deriva dal greco diabetes, che significa sifone, presa a sua volta dal tardo greco diabainein (passare attraverso), con allusione alla frequente urinazione derivante da questa malattia.
Diabete mellito, o dolce-miele, o dello zucchero, a distinzione dal diabete insipido, forma più rara caratterizzata dall’incapacità del sistema renale di concentrare le urine.
La medicina parla di diabete mellito come di un disordine metabolico che coinvolge carboidrati, grassi e proteine, ovvero la terna dei maggiori macronutrienti.
Alterazioni del metabolismo glugo-lipo-proteico
Il diabete è pertanto una condizione in cui sono presenti chiare alterazioni del metabolismo gluco-lipo-proteico, e si evidenzia con una accumulazione di zucchero nel sangue e nelle urine, prodottasi, secondo l’opinione corrente, per carenza secretiva dell’ormone insulina da parte del pancreas.
A quel punto, senza adeguata presenza di insulina, gli zuccheri non vengono demoliti per rilasciare energia, e si accumulano nel sangue.
Le cellule, private del loro zucchero, utilizzano i grassi
Nel contempo il sistema cellulare, affamato di energia, va a utilizzare i grassi come energia alternativa, e questo porta a un eccessivo livello di chetoni nei tessuti e nel sangue (chetosi) e nelle urine (chetonuria).
Prima di un diabete conclamato e clinico, possiamo avere il diabete chimico (o sub-clinico) e quello latente, dove affiorano soltanto delle turbe del metabolismo glucidico.
I sintomi del diabete sono la sete eccessiva, la perdita di peso, lo zucchero nelle urine.
E’ una condizione che, se trascurata, può portare a convulsioni, coma e morte, ma anche a danni renali, a ispessimento arterie, a disordini circolatori, a cancrena, a glaucoma, a effetti sulla pelle e sul sistema nervoso.
Diabete 1 (infantile-magro) e diabete 2 (adulto-grasso)
Esistono due versioni differenziate di diabete mellito.
Il diabete tipo 1, magro, infantile e insulino-dipendente, dove le Beta-cellule dell’insula di Langerhans (da cui il termine insulina), diventano ben presto atrofiche, generando non solo la necessità di una dieta particolare, ma anche iniezioni giornaliere di insulina.
Il diabete tipo 2, grasso e adulto, dove c’è in generale una ipofunzionalità delle Beta-cellule ovvero una insufficienza pancreatica, che porta in genere a terapie basate sulla dieta particolare e in genere senza ormone insulina, ma con uso più o meno di farmaci ipoglicemizzanti.
Glicemia e glicosuria
I valori considerati normali per la glicemia (tasso di glucosio nel sangue) sono di 100-120 mg di glucosio per 100 ml di sangue, con metodi chimici, mentre scendono a 70-100 mg nel metodo enzimatico, che dosa il glucosio direttamente.
Per la glicosuria (tasso di glucosio nelle urine), nelle persone sane non esiste presenza di zucchero nelle urine.
Ma nella maggioranza della gente c’è un 3-4% di zucchero, e si tratta di una forma leggera di diabete di tipo renale, che non richiede alcun trattamento.
Colesterolemia e trigliceridemia
In sede di analisi diagnostiche sul diabete, vengono spesso effettuati altri accertamenti di contorno sulla colesterolemia, che deve stare su 180-250 mg per 100 ml di sangue.
Analisi sulla trigliceridemia, ovvero sugli acidi grassi neutri legati al glicerolo e presenti nel sangue, dove 150 mg per 100 ml di sangue è definito trigliceridemia sospetta, e 200 mg per 100 ml, quando l’eccesso di trigliceridi è invece già di tipo manifesto.
Uricemia e creatinemia
Un mio amico cinese-filippino di Manila, pur essendo assai magro, ha i trigliceridi a livello 1000, rovinato dalla dieta ricca di pesce e maiale, per cui rischia grosso in termini di collasso cardiocircolatorio.
Analisi sull’uricemia, ovvero sul tasso di acido urico nel sangue, che deve stare sotto i 5 mg per 100 ml di sangue nell’uomo, e 4 mg per 100 ml di sangue nella donna.
E analisi sulla creatinemia, con 1-2 mg per 100 ml di sangue intero, oppure di 0,7-1,7 mg per 100 ml di siero o plasma, parametro indicante la normalità delle funzioni renali.
Il diabetico è persona normalissima e guaribilissima senza alcun farmaco
Noi igienisti diciamo spesso che non esistono guarigioni ma soltanto autoguarigioni.
E’ anche vero poi che viviamo in un mondo sbandato quasi irrimediabilmente verso il dolcificato e verso il grasso, un mondo in cui è difficile trovare persone dotate di risposta immunitaria efficiente.
Un mondo dove è raro trovare gente che si ponga il problema di rispettare il sistema immunitario ed ormonale, il suo capitale enzimatico, e di preservarli per le vere emergenze.
Ed è per questo che non si assiste né a guarigioni né ad autoguarigioni in questo settore, ma solo e sempre a progressivi peggioramenti della situazione, con imposizione di dosi crescenti di insulina, con gente che vive in modo sempre più precario, e con scivolamenti pericolosissimi verso la condizione opposta di ipoglicemia, prima causa di mortalità in campo diabetico.
Questo fatto già di per sé è scandaloso, essendo il diabetico una persona normalissima rovinata dal cibo e non un handicappato, incapace di guarire.
L’incapacità tipica della medicina di leggere e capire le cause, e quindi di far guarire le genti
La medicina ufficiale, quella dello stato e delle multinazionali, è la prima a pretendere di guarire, mentre di regola non guarisce proprio niente.
Come mai ?
Non scordiamo che la medicina ufficiale viene definita spesso medicina allopatica (basata su cure opposte al male, differenziandosi dalla medicina omeopatica, che cura con sostanze simili) e medicina sintomatica (basata sulla cura dei sintomi, a differenziazione dalla medicina causopatica che non esiste nemmeno nella terminologia medica, ma è invece insita nel movimento igienista naturale).
Tutte le terapie della medicina vengono pertanto dirette sui sintomi, mentre le cause dei disturbi vengono deliberatamente ignorate.
Il fallimento dell’intervenire sui sintomi
Nell’emicrania, il sintomo è ben noto e viene chiamato anche mal di testa.
Nell’influenza, i sintomi comuni sono la febbre e il naso bloccato dalla acidificazione e dal muco.
Nel diabete, il sintomo inequivocabile è l’aumento di zucchero nel sangue.
E’ ovvio che, se il pancreas è tirchio, esso produce insulina col bilancino, in modo stentato, per cui aumenta il materiale zuccherino circolante nel sangue.
Agendo sui sintomi appena elencati si elimina il sintomo, si spegne la famosa spia rossa, ma si lasciano le cause di malattia al loro posto, e la malattia diventa cronica.
Come mai la medicina non vuole conoscere e far conoscere le cause di malattia ?
Il problema grosso è che la medicina, per suo metodo e principio, non va mai a chiedersi il perché delle cose. Come mai si comporta così ? Trattasi di una motivata strategia.
Sarebbe infatti pericoloso ed autolesionistico conoscere e far conoscere le motivazioni delle malattie. Segnerebbe il suo declino verso la catastrofe professionale.
Spiegare con cura le cause, porterebbe la gente a capire i suoi problemi, a trovare delle contromosse e ad autoguarire senza farmaci.
E questa sarebbe autentica disgrazia per le capienti tasche di Big Pharma e del suo piazzista Ordine Medico internazionale.
Accontentarsi delle cure mediche e abbasso la curiosità, questo il motto dell’Ordine
Porsi domande sulle cause di malattia non conviene affatto.
Porterebbe a un clamoroso divorzio con la farmacologia, che oggi sguazza felice e supernutrita, potendo praticare indisturbata e a pieno ritmo il suo hobby preferito che è il vampirismo commerciale, ovvero il succhiamento delle risorse economiche dai mercati.
Porsi domande significherebbe capire che non è il pancreas a fare le bizze, e a secernere meno insulina, ma è piuttosto il sangue lento, viscoso e lipotoxemico, ubriaco di B12 e di cadaverina, ad impedire con la sua patologica lentezza che l’insulina arrivi in tempo nei punti nevralgici.
Chi sgarra finisce male
Porsi domande, significherebbe in altri termini scivolare nel degrado infernale dell’igienismo, dove nessuno ti sponsorizza e nessuno ti ricopre più di banconote e di premi, di diplomi e di regali, di cattedre e di riconoscimenti, di viaggi-omaggio in località esotiche.
Significherebbe perdere tutti gli enormi vantaggi che derivano dalla professione medica e dall’appartenenza all’Ordine. Se qualche medico non rispetta le regole, viene prontamente defenestrato e radiato.
Vuoi diventare forse medico-igienista ? Va pure, che ci ridiamo anche sopra ! E’l’ammonimento dell’Ordine medico ai suoi adepti più irrequieti.
Il filone aureo del diabete mondiale – Guai se i diabetici del pianeta Terra si mettessero in testa di guarire.
Un miliardo di diabetici e quasi-diabetici garantiscono un flusso enorme e continuo di risorse, e costituiscono il piatto forte della pirateria medico-farmaceutica, secondo forse al solo filone degli ipertesi dove dominano le statine e le eparine di maiale.
Sarebbe una catastrofe. Sarebbe la rovina per cuochi, farmacisti e dietologi, per la porco-economia e la bovino-economia.
Come può essere che un bambino nato sano si ritrovi di punto in bianco con le Beta-cellule distrutte ?
Meno domande si pongono in campo medico e meglio è. Questa è la paradossale regola del gioco.
La patologia è in aumento verticale in tutto il pianeta. Come mai il bambino nasce sano e, in poco tempo, si ritrova con le Beta-cellule del pancreas atrofizzate ?
Il ruolo rovinoso degli svezzamenti alto-proteici e delle vaccinazioni infantili
Non c’entrano forse gli svezzamenti innaturali a base di proteine animali e di omogeneizzati ?
Non c’entrano forse le vaccinazioni infantili ?
C’entrano SI.
Ma l’onere della prova sta a carico di chi accusa. Fin quando non arrivano prove sicure al 100%, l’assassino e lo stupratore sono da considerarsi innocenti, e possono continuare la loro opera di bene.
Le malattie autoimmuni devastano in esclusiva il genere umano
Si sa poi che le funzionalità delle Beta-cellule, che inizialmente si rivela esistere su livelli minimi, anziché svilupparsi subisce una apparentemente inesplicabile e misteriosa distruzione di tipo autoimmune.
Si sa pure che, come tutto ciò non bastasse, al deficit di secrezione insulinica si associa una secrezione di glucagone, che è l’ormone antagonista dell’insulina.
E’ ovvio poi che quanto detto per il diabete autoimmune giovanile vale anche per l’enorme grappolo delle malattie autoimmuni che tormentano e devastano, nota bene in esclusiva, il solo genere umano.
Come mai non si trovano i mezzi per evidenziare quello che già tutti sappiamo, e la smettiamo finalmente di giocare a nascondino con le terribili verità sulle malattie autoimmuni ?
Con tutti i miliardi gettati al vento per la ricerca sul cancro, e per la promozione delle pesti inventate dalla prima all’ultima, non si trovano i mezzi economici per dimostrare che tutte le malattie autoimmuni, dal Parkinson all’Alzheimer, dalla SLA alle fibromalgie, dalle allergie alle celiachie, sono tutte costruite nei primi anni di vita, quando mediante la pediatria, cioè il ramo più corrotto e pericoloso della medicina, si costringono i bambini umani alle peggiori sopraffazioni e ai peggiori avvelenamenti in atto sul pianeta ?
Si può forse pensare che il passaggio dal latte di mamma (di formula naturale basso-proteico-zuccherina identica a quella della frutta) allo svezzamento verso l’omegeneizzato virulento e cadaverinico sia priva di drammatici effetti scioccanti, distruttivi, sballanti ed impazzenti per un sistema immunitario infantile ultrasensibile e in via di formazione ?
Troppi gli scheletri nell’armadio della pediatria e della medicina. I grandi medici Mendelsohn e Sandlers non erano sicuramente dei pazzi. Siamo seri una buona volta. I soldi per la salute non si trovano perché non si vogliono trovare.
Troppi gli scheletri nell’armadio della pediatria e della medicina.
Il più grande e autoritario pediatra del mondo, il dr Robert Mendelsohn, non era certo pazzo quando invitò le mamme americane e del mondo a stare molto alla larga dalla pediatria, se ci tengono davvero a salvare i loro bambini, a preservarli in salute. Uno dei più grandi e più dimenticati medici americani, il celebre dr Sandlers, quello della mia tesina
Il caso Sandlers e i conigli polio-resistenti, del 30/4/09, non era per niente pazzo quando dalla radio ammoniva le mamme di stare alla larga dai latticini, dalle merendine, dai lecca-lecca, dai gelatini e dalle cole, se volevano davvero salvare i loro bambini dalla poliomielite.
Servirebbero molti soldi per sovvenzionare queste ricerche e capire meglio la situazione.
Perché mai farlo ? E chi ha i mezzi per farlo ? Non chiedere mai al diavolo la prova della sua cattiveria
Si può mai chiedere all’oste di sovvenzionare una ricerca seria che dimostri la pericolosità del vino, del caffè e della birra ?
Si può mai pretendere dai macellai, dai casari, dai farmacisti, che vengano a fornirti le prove dei loro misfatti a base di B12, di ferri-eme, di Omega-3-ittici, di cadaverine, statine, insuline ed eparine ?
Si può mai chiedere allo stato di sovvenzionare una ricerca seria che dimostri la pericolosità del fumo, quando tra i suoi monopoli ci sono anche i tabacchi ?
Si può mai chiedere alla Sanità Nazionale, che tiene in deposito armamentari a base di carissimi Tamiflu, di spendere miliardi per dimostrare che le vaccinazioni portano dritte alle mine a scoppio ritardato, alle malattie autoimmuni, e persino alla demenza ?
Le confessioni e i silenzi disarmanti della medicina – I manuali medici dicono e non dicono, ammettono e non ammettono. Loquaci dove gli comoda, misteriosi dove c’è dell’imbarazzo. La loro laconicità è disarmante, sia sul diabete che sulle malattie autoimmuni. A volte, le confessioni mediche sono disarmanti, e ricordano quelle dei serial killer che raccontano sereni e innocenti al giudice il modo maniacale in cui sgozzavano le loro vittime dopo averle violentate.
Tre-quattro iniezioni di insulina al giorno e tutto è risolto, peccato che quel mona di Creatore abbia inventato pure l’ipoglicemia
Prendo quanto scrive il Nuovo Roversi (X edizione, 2006), sponsorizzato dalla Sanofi Aventis, e ognuno si faccia poi le sue brave deduzioni.
La carenza di insulinizzazione epatica, associata alla relativa iperglucagonemia che l’accompagna, determina un aumento della produzione endogena (a livello epatico e renale) di glucosio, che porta iperglicemia.
L’iperglicemia a questo punto diventa cronica e determina pure l’insorgenza autoimmune di insulino-resistenza periferica mediante il fenomeno della glucotossicità, un vero e proprio circolo vizioso, alla fine del quale c’è lo sviluppo della chetoacidosi diabetica e di altre complicazioni del diabete mellito, tipo retinopatia, nefropatia, neuropatia e complicanze neurovascolari.
Tutte cose scongiurabili con 3-4 iniezioni di insulina al giorno.
Peccato che tali miglioramenti del controllo metabolico, basati su questi tamponi insulinici, provochino una aumentata frequenza degli episodi ipoglicemici gravi, limitando la percorribilità di questa strada. Il fatto sconvolgente è che questa strada si percorre, eccome si percorre. Retinopatia e nefropatia arrivano come regali extra, non di una malattia inventata ed inesistente come il diabete, ma di una sindrome grave e vera come il pesce-carnivorismo diabetizzante
Se pensiamo che non esiste la malattia diabete, ma solo la malattia diabetizzante di chi ha la pessima tendenza a mangiar cadaveri di pesci, granchi, volatili e quadrupedi, c’è di che mangiarsi le unghie.
Molto ci sarebbe da dire sulle malattie collaterali.
La retinopatia diabetica deriva da microangiopatie che colpiscono i piccoli vasi dell’organo ottico.
Il 15% dei ciechi, prima di perdere la vista, hanno una storia di appartenenza alla scomoda categoria dei diabetici, affetti da gravi retinopatie.
Anche la nefropatia diabetica merita essere citata, dopo che studiosi seri come Kimmelstiel e Wilson hanno dimostrato come i noduli renali, presenti nei glomeruli, non sono altro che spie di una lesione renale causata dal diabete.
Una malattia davvero devastante, che nessun cibo al mondo potrebbe mai giustificare
Nel diabetico poi, ogni ferita si trasforma in ulcera suppurante, perché attraverso queste ferite il corpo inquinato scarica le sostanze velenose in più.
Mali di testa, pizzicorii, disturbi visivi e debolezza generale sussistono nonostante il grande appetito.
Il diabetico mangia e mangia, mentre l’organismo suo non può assimilare perchè gli alimenti introdotti nell’intestino si corrompono a causa della febbre interna, sempre esistente nei mangiatori di cibi non della specie.
I casi sono due. O la gente si è messa a mangiare merda, confondendola con l’oro colato, oppure le vaccinazioni, la pubblicità televisiva, e la maledizione di Caino, hanno reso del tutto imbecille il genere umano.
E’ venuto il momento per sgominare tutti i business che producono il male, causano il male e portano al male
E’ giusto dunque che la lotta al diabete, o meglio al diabetismo-carnivoristico, sia condotta col coltello tra i denti, senza la minima pietà per chi bluffa e per chi erra, per chi imbroglia e per chi fa presentemente la foglia.
Il business dell’insulina va sgominato al più presto, e con esso il business della carne e del grasso, del farmaco e dell’eparina, dell’eutirox e della statina, del vaccino e dei cibi assurdi per l’infanzia, del caffè e di tutto il resto.
L’insulina causa di ipoglicemia. Tappi una falla e ne apri un’altra.
La chetoacidosi diabetica è una delle urgenze più comuni del diabete mellito di tipo 1, ed è caratterizzata da ipoglicemia associata a chetonuria, con sintomi tipo polidipsia, piressia, disidratazione, stato confusionale, coma.
L’ipoglicemia del diabete tipo 1 è sempre determinata da una eccessiva somministrazione di insulina.
Le terapie insuliniche rallentano dunque l’evoluzione delle citate complicanze iperglicemiche, ma aumentano nel contempo i rischi di eventi ipoglicemici, a dimostrazione che la salute umana non si protegge operando sui sintomi e sugli sbalzi dei valori, ma sempre e solo mediante il riequilibrio globale della situazione, essendo la salute stessa sinonimo di niente altro se non di equilibrio.
In tutti i tipi di diabete, pancreas e insulina non c’entrano per niente – Nel diabete tipo 2, quello degli adulti, la situazione è praticamente la stessa. Il pancreas e l’insulina non c’entrano per niente.
Tutti i problemi stanno piuttosto nella scarsa capacità del fegato umano di metabolizzare i grassi, per cui chi mangia carne e pesce e crostacei e formaggi e uova, si ritrova coi vasi sanguigni e coi capillari ricoperti da una pellicola impermeabile di grasso.
Questa pellicola rende difficile il passaggio degli zuccheri dal sangue alle cellule, rese nel frattempo affamate dalla penuria del loro carburante zuccherino.
I grassi nel corpo umano ne combinano di cotte e di crude. Le cellule umane vengono messe in sofferenza e in fame dall’imbecillità umana del latte-ovo-pesce, carnivorismo.
In pratica i grassi entrati abusivamente in un corpo incapace di assimilarli, si comportano da lanzichenecchi e modificano la chimica interna del sangue, costringendo il pancreas a rallentare intelligentemente la sua secrezione di insulina.
Il pancreas non è altro che un supercarburatore dotato di sensori e di collegamenti col direttore d’orchestra chiamato ipotalamo. Va dunque a frenare la sua insulina a fin di bene, in quanto lavora in sinergia con le cellule affamate.
Il suo tirarsi indietro, o addirittura il suo secernere glucagone (anti-insulina), rende il sangue più zuccherino ancora, e quindi più adatto a trovare un pertugio verso le cellule messe in sofferenza alimentare dall’imbecillità umana del latte-ovo-pescecarnivorismo.
Una cosa terribile e mai citata: le terapie antiglicemiche causano cancro alla vescica. Non abbiamo poi detto un’altra cosa sconvolgente. Una cosa che i pediatri di regime e i manuali medici si guardano bene dal citare.
Tutte le terapie intese ad abbassare il tasso di zucchero nel sangue con iniezioni di insulina, e con altre sostanze chimiche antiglicemiche, provocano cancro alla vescica negli anni successivi !
Se la gente conoscesse in anticipo i dolori e la via crucis che un apparato renale-prostatico-sessuale-vescicale comporta, starebbe chilometri lontano da queste pratiche e da questi prodotti.
Dare delle sostanze che abbassano da un lato il tasso di zucchero nel sangue e nelle urine, e che poi diventano fatali per milioni di persone, è dunque una pratica come minimo idiota e irresponsabile. Ma il cerchio si chiude e trova una spiegazione logica.
La demenzialità medica di abbassare lo zucchero nel sangue
Dare delle sostanze che abbassano il tasso di zucchero è un trattamento assolutamente demenziale, soprattutto pensando che esistono ottime alternative semplici, economiche e prive di effetti collaterali.
Una dieta crudista-vegana-fruttariana, come quella che vado suggerendo da tempo, dove abbondi l’olio di oliva extravergine spremuto a freddo, ma anche gli oli di girasole-mais-vinacciolo (sempre spremuti a freddo), dove siano presenti l’avocado, le mandorle e i pinoli, e dove siano banditi i grassi animali, il burro, le margarine, la ricotta, i formaggi, gli alcolici, il caffè, il the, le cole, le bevande dolcificate, i Redbull, i prodotti alimentari industriali carichi di grassi, di zucchero e di sale, di aspartame e di msg (glutammato monosodico), di vitamine sintetiche e integratori, di additivi vari, e qualsiasi diabetico di tipo 2 guarisce nel giro di pochi mesi, garantito al 100 percento.
I filoni d’oro del presidio chirurgico-farmaceutico
I drammi renali, prostatici e vescicali, rappresentano un altro presidio chirurgico-farmaceutico, un altro filone d’oro del potere che prolifera e gioisce sulle spalle delle disgraziate vittime del pianeta Terra.
Col miliardo di diabetici diffusi in ogni angolo del globo c’è lavoro assicurato per sempre, e una colossale rendita garantita a vita.
Somministrare trattamenti farmaceutici che durano non per una settimana, ma per tutta la vita, è sempre stato il sogno massimo della Bayer, della Sanofi Aventis, e degli altri marpioni del farmaco.
Guai pensare che esista la salute fuori dal bisturi, fuori dai farmaci e dai vaccini
Guai se i diabetici apprendessero che si può recuperare la normalità senza insulina, e magari guarendo.
Guai se gli ipertesi decidessero di rilassarsi senza le statine.
Guai se i cancerosi scoprissero il modo di sciogliere i propri tumori coi digiuni e l’acqua distillata.
Guai se le donne imparassero a liberarsi dalla schiavitù dell’eutirox.
Guai se gli emoviscosi dal sangue intossicato e acidificato capissero che si può vivere anche senza il Coumadin, fluidificando il sangue coi succhi d’arancia e il centrifugato di carote.
Guai senza goldoni e senza Viagra
Guai se gli amanti tornassero alle buone abitudini di un tempo, scambiandosi dolcezze e liquidi senza paura, senza goldoni e senza Viagra.
Sarebbe la fine di un sogno dorato. Sarebbe la fine della pacchia. Sarebbe la fine di Frankenstein !
E il mondo tornerebbe a mangiare patate.
Ma un nuovo tipo di patate. Patate di lusso. Seminate, coltivate e raccolte in persona da nuovi contadini, tutti dotati regolarmente di laurea in medicina.
Nel campo dei pochi ma buoni, dove l’allevamento e l’industria, la medicina e la farmacologia, l’economia e la politica, si integrano e si compenetrano
Siamo nel campo della farmacologia collegata agli allevamenti di bestiame, stracarichi di proteine nobili, di B12, di ferro-eme, di eparine, di insuline, di Viagra, di melammine, di statine, di steroidi e di eutiroidi. Nel campo dell’Aids e dell’herpes, della blenorragia e della sifilide, delle pesti bubboniche, asiatiche, aviarie, messicane e papillarie.
Siamo nel campo minato del potere, nel presidio ristretto di Rockefeller, Bill Clinton, Bill Gates, George Soros, David Rumsfeld, e dei soliti nomi che già conosciamo, e continuano con la Pfizer e la Glaxo, la Monsanto e la Smithfield, la Robbins e la Colgate, la Coca-Cola e la McDonald’s, la Parmalat e la Cremonini, la Star e la Illy, la Marlboro e la PhilipMorris, la Kraft e la RedBull, la Danone e la Nestlé.
La natura non può mai operare a nostro danno, se la lasciamo lavorare in pace
Tornando al diabete e all’espulsione di zucchero nel sangue e nelle urine, ci sono altre considerazioni da fare.
Dato che la natura umana è sorretta da leggi immutabili che ne governano l’esistenza, essa non può mai operare a nostro danno.
Se un corpo espelle lo zucchero è perché le sue strutture, in quel momento e in quelle circostanze, non sono in grado di utilizzare tale prodotto, per cui la sua presenza ulteriore nell’organismo potrebbe fare danni ancora peggiori.
Accusando un avanzato stato di acidità del sangue, collegato ai grassi e alle proteine animali disgraziatamente introdotte che hanno causato fermentazioni putride nell’intestino, l’organismo si vede obbligato ad espellere lo zucchero.
I sintomi sono sempre positivi e hanno sempre una loro logica consequenziale o difensiva.
La lotta ai sintomi denota invece evidenti carenze di materia grigia e di scienza.
Quello zucchero, con l’inevitabile febbre interna-intestinale compagna delle putro-fermentazioni, verrebbe infatti ad aumentare ed aggravare il processo di fermentazione in corso.
Ecco spiegato il motivo per cui l’eliminazione di zucchero nei diabetici è un fenomeno logico ed approvabile. Assai meno logica e comprensibile è invece la soppressione di tale difesa mediante droghe, farmaci, ormoni estranei tipo l’insulina sintetica o di maiale.
L’unica azione che si può intraprendere è quella di normalizzare la causa vera del disordine, quella che deriva essenzialmente dalla deficiente e imperfetta digestione delle porcherie animali introdotte.
A quel punto è prioritario rinfrescare tutto l’apparato digerente. Chi sceglie di vivere sano, o chi ha la fortuna di vivere sano, non viene sfiorato da questi problemi
Le vittime del diabete si annoverano infatti fra le persone che abusano a tavola, fra quelle che privano il loro corpo dell’indispensabile eservizio fisico, fra quelli che non godono del beneficio dell’aria pura e del sole, fra coloro che si vestono troppo e non sudano mai, dimenticando che la pelle è un organo che deve traspirare e respirare, prendere aria e catturare energia elettromagnetica, libero da vestiti avvolgenti e libero da puttanate varie, tipo creme, maschere, piercing e tatuaggi.
Fra la gente di campagna e quella di montagna il diabete è malattia generalmente sconosciuta.
Fra le popolazioni che vivono all’aria pura, muovendosi intensamente, traspirando di più, alimentandosi in modo frugale e intelligente, il diabete non esiste.
L’elefante medicale nella casa degli specchi
Per far sparire lo zucchero dall’urina, la medicina le combina davvero grosse.
Prima cosa, terrorizza i malati, prospettando loro scenari spaventosi, secondo i soliti schemi secondo cui uomo spaventato è uomo medicalizzato.
Seconda cosa, ricorre al tragico rituale farmacologico, che comporta gravissimi danni collaterali, dipendenza dal farmaco e disabilitazione del pancreas a produrre la sua insulina.
Terza cosa, ed è forse la più grave di tutte, prescrive un regime di alimentazione antinaturale, sopprimendo gli alimenti che possono apportare zucchero, sostituendoli con carne, pesce, formaggi e con sostanze concentrate, provocando così una maggiore intossicazione del povero paziente, e una trasformazione del medesimo in diabetico cronico.
L’acidificazione diabetica si supera ristabilendo la normalità digestiva
Ribadiamo ancora di più che un regime alimentare vegetariano e crudista, con tanta frutta preferibilmente acquosa e succosa, con insalate miste di verdura e ortaggi, completate da semi tipo noci e mandorle, è il mezzo migliore per debellare questa malattie e sanare del tutto il malato.
In fin dei conti il diabete è una malattia da acidificazione, che si supera ristabilendo la normalità digestiva, e quindi ricreando sangue puro e non sangue intossicato.
Gli elementi indispensabili per ritrasformare il diabetico in persona normale, ovvero la Cura Naturale senza farmaci !
Gli alimenti più convenienti per il diabetico sono tutti allo stato crudo e comprendono l’avocado, le mele, l’ananas, la papaia, il mango, le fragole, le arance, le nespole, le ciliegie, le noci, le mandorle, le nocciole, le olive (non troppo salate), tutti gli ortaggi di stagione, tipo asparagi, carciofi, funghi, cavoli, verze, cavolfiori, sedano, lattuga, spinaci, tarassaco, crescione, valeriana, fagiolini freschi, piselli, erbette, fave fresche, patate, cicoria, e così via.
Nella fase iniziale di riappropriazione del diritto alla frutta, sarà meglio puntare ai frutti più acidognoli e succosi, lasciando fuori la frutta dolce nella sola versione secca, tipo uvetta, prugne, albicocche, fichi, datteri. Datteri freschi, fichi freschi, susine, e uva presa dai tralci, vanno invece benissimo.
L’unico cibo approvato senza riserve sia dal Creatore che dal nostro apparato gastrointestinale
Un po’ di prudenza e di limiti con le banane e coi cachi.
La frutta ha la grande qualità di entrare nel regime dietetico come alimento equilibrato e completo, portando freschezza e vitamine vere, e soprattutto il cibo più importante dell’umanità, che nessun medico, nessun dietologo, nessun pediatra ha mai citato nella sua bocca stracolma di puzzolente schifezza B12.
Intendo quel vero e unico carburante approvato senza riserve dal Dio creatore e dal nostro organismo, che si chiama acqua biologica strutturata, ovvero succo zuccherino appena spremuto.
Molto consigliati sono gli agrumi, i succhi di arancia e di pompelmo, che alcalinizzano, vitaminizzano, mineralizzano e regalano effetti diuretici e rinfrescanti.
Il diabetico normalizzato (Conferenza di Bergamo del 29 maggio)
Troppi medici e troppi terapeuti giocano a fare gli Atkins e gli Zonisti, a fare cioè gli Azzeccagarbugli della situazione
Ma per essere davvero fuori dai problemi, serve sempre l’OK da parte del proprio sistema immunitario.
I medici sistematori dei valori sono dei veri Azzeccagarbugli, abili a sistemare il colpo a destra e quello a manca, e a dire ce l’ho fatta, ma non a dare l’equilibrio stabile di lungo periodo. Quel medico ha giocato a fare un po’ l’Atkins e il Sears della situazione.
Troppo facile mandar fuori acque stanche e adipi non consolidati
L’unico equilibrio valido e significativo è quello derivante da un sangue fluido e scorrevole, alcalino al punto giusto.
L’unico equilibrio valido e significativo è quello di un corpo privo di grasso e di acque stanche, ma privo anche di scorie tossiche, di vitamine sintetiche e minerali inorganici inutilizzati, di vecchie incrostazioni in zona colon, di materiale inquinante depositato nei diverticoli del colon, di vecchie caffeine e cadaverine racchiuse nelle cellule adipose, di acidi urici ben nascosti tra gli anfratti dell’organismo.
Tutte cose che il medico non ha considerato, non ha previsto, non ha espulso, lasciandogliele all’interno a corrodere organi e mucose, e a rallentare la sua circolazione sanguigna e linfatica.
La sponsorizzazione della Dea Veritas e dei lettori/lettrici che mi seguono
A questo punto chiedo ai lettori di diffondere questo documento in tutti i modi possibili. Non vado in cerca di editori e di riviste, pur potendo contare su ottimi amici nel settore.
Quando un problema è urgentissimo, non si possono aspettare gli 8 mesi che servono per realizzare un nuovo libro.
Preferisco a questo punto farmi sponsorizzare dalla Dea Veritas e dagli amici che mi seguono.
Un Paradiso pieno di donzelle in vena di farlo
Il mio caro amico generale Pippo Cicirata ha chiesto al suo pubblico di Bergamo e dintorni, ma anche a quello d’Italia, di leggere il suo libro Posso tenderti una mano ? perché, giunto agli anni 80, vuole fare del bene e andare in Paradiso.
Io chiedo ai miei lettori di diffondere questa tesina non per vanità o per altre motivazioni strane, ma perché anch’io voglio andare in Paradiso, sperando di trovarci tante belle donzelle cariche di sano e bucolico erotismo, e di voglia autentica di farlo, prive cioè di secondi e terzi e quarti scopi.
Non dobbiamo rimandare necessariamente a domani
Ma, attenzione generale Cicirata, il Paradiso noi lo meritiamo anche qui in Terra, nella misura in cui realizziamo qualcosa di utile per il pubblico.
Saremo anche dei mezzi relitti a livello osseo, ma la grinta dei 20 anni ce l’abbiamo ancora, anche se le nostre rispettive compagne si guardano bene dal leggere una nostra riga o dal regalarci una soddisfazione di troppo.
Non rimandiamo a domani quello che possiamo ottenere anche oggi.
By Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo
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Questo articolo vi farà arrabbiare, gli inganni non fanno piacere, soprattutto quando sono preposti a tenerci ammalati a scopo di lucro, pur essendoci la cura. In questo articolo informazioni su cosa è il diffusissimo diabete di tipo 2, quali patologie da origine, la sua storia nascosta al pubblico e soprattutto la cura che lo guarisce senza fallo con il 100% di successi e con la guarigione dalle patologie indotte da tale malattia.
Se siete un diabetico il vostro medico non vi dirà mai che è curabile nella maggior parte dei casi, se solo nominate la parola cura probabilmente si irriterà, in quanto la sua preparazione medica contempla solo la parola trattamento, per lui la parola cura non esiste. Il diabete nella sua forma epidemica moderna è curabile da almeno 40 anni. Nel 2001 negli USA sono morti 934.550 per sintomi fuori controllo di tale malattia.
Il vostro medico inoltre non vi dirà che un tempo gli infarti, sia ischemici che emorragici, i colpi apoplettici dovuti a neuropatie, gli eventi coronarici sia ischemici che emorragici, obesità, arteriosclerosi, alta pressione, alti livelli di colesterolo e trigliceridi, impotenza, la retinopatia, l’insufficienza renale ed epatica, la sindrome policistica ovarico, alti livelli sanguigni di zucchero, la candidosi sistemica, un compromesso metabolismo dei carboidrati e/o dei grassi, difficoltà di cicatrizzazione, neuropatie periferiche, nonché altrettanti disordini epidemici dei giorni nostri, un tempo venivano spesso considerati niente altro che sintomi del diabete, e curati curando il diabete di tipo 2.
Se vi ammalate di diabete e vi affidate al trattamento medico tradizionale prima o poi con il peggioramento della malattia sperimenterete uno o più dei suoi sintomi. Attualmente è prassi comune fare riferimento a tali sintomatologie come fossero affezioni indipendenti e separabili, a cui corrispondono trattamenti separati e non collegati tra di loro, somministrati da specialisti in concorrenza fra di loro.
E’ vero che molti di questi sintomi possono derivare, come talvolta capita, da altre cause, ad ogni modo è altrettanto vero che tale aspetto è stato impiegato per giustificare inefficaci e costosi trattamenti dei sintomi in questione.
Il diabete di tipo 2 è curabile, una volta terminato di leggere il presente articolo ve ne sarete resi conto.
Attualmente l’industria del diabete rappresenta una cospicua comunità, che nel corso degli anni è riuscita a mettere a tacere in modo esemplare le voci contrastanti che cercano di evidenziare la frode che sta alla base della moderna cura della malattia che è diventata quasi una religione e che dipende fortemente dalla fede dei suoi credenti tale da rendere quasi blasfema la sola ipotesi che l’affabile medico, nella maggioranza dei casi è solo un ciarlatano e un truffatore, nella maggior parte dei casi costui non ha mai curato un solo caso di diabete in tutta la sua carriera.
L’influenza politica e finanziaria di questa comunità medica ha sovvertito la realtà delle cose e domina l’intero settore controllando virtualmente in tutto e per tutto ogni documento pubblicato sull’argomento diabete. Se mai le persone verranno a conoscenza della cura del diabete che esiste da 40 anni, l’intero settore crolla, ma è pura utopia il pensarlo. Da oltre 40 anni la ricerca medica dimostra coerentemente e con sempre maggiore chiarezza che il diabete è una malattia degenerativa provocata direttamente da forniture alimentari industriali improntate al profitto piuttosto che alla salute.
Trattamento medico convenzionale
Il moderno trattamento medico ortodosso prevede la somministrazione di agenti ipoglicemici orali che rientrano in 5 classificazioni o insulina.
Biguanidi, inibitori della glucosidase, meglitinidi, sulfoniluree, tiazolidinetdioni.
Alcuni stimolano la produzione di insulina, ampiamente ignorando il fatto che un elevato livello di insulina sia dannoso quasi quanto un elevato livello di glucosio, altri sono famosi per provocare il cancro al fegato.
Insulina
Oggi si prescrive l’insulina per entrambi i tipi di diabete tipo 1 e tipo 2, essa diviene con il tempo come una droga.
L’insulina sostituisce quella che l’organismo non produce più.
Questo trattamento per quanto necessario per preservare la vita ai diabetici di tipo 1, è tuttavia assai discutibile quando somministrato ai diabetici di tipo 2.
E’ importante sottolineare che né l’insulina né alcuno di questi agenti ipoglicemici orali esercita alcuna azione terapeutica su qualsivoglia tipo di diabete.
Nessuna di queste strategie è progettata per normalizzare l’assorbimento cellulare di glucosio da parte delle cellule che ne abbisognano per alimentare la propria attività.
La prognosi con questo trattamento ortodosso è crescente invalidità e morte prematura, determinate da infarto o insufficienza renale, oppure dal collasso di qualche altro organo vitale.
Terapie mediche alternative, diabete di tipo 1.
Per tale patologia è ora disponibile una metodologia di cura alternativa, elaborata nei moderni ospedali di Madras in India, già sottoposta a rigorosi studi a doppio cieco per attestarne l’efficacia, essa verte sul ripristino della normale funzione delle cellule beta del pancreas, di modo che tale organo sia nuovamente in grado di produrre insulina così come dovrebbe. Questo approccio si è apparentemente dimostrato capace di curare il diabete di tipo 1 in oltre il 60% dei soggetti.
Per le ragioni economiche esaminate questa metodologia ha scarse probabilità di fare la sua compara in occidente, in quanto curando definitivamente mina i lucrosi affari dell’industria del diabete.
Terapie mediche alternative, che funzionano e guariscono, il diabete
di tipo 2.
Lo scopo di qualsiasi efficace programma alternativo è quello di riparare e ripristinare il meccanismo di controllo sangue-zucchero proprio dell’organismo, è il suo funzionamento compromesso che con il tempo determina direttamente tutti i numerosi sintomi debilitanti, che rendono il trattamento ortodosso così economicamente redditizio. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, le fasi in programma sono.
1 – Riparare il sistema di controllo sangue-zucchero compromesso.
Ciò viene realizzato semplicemente sostituendo grassi ed oli sani, salutari e puri al mix trans-isomero (olio di semi) dall’aspetto puro ma in realtà tossico, presente in allettanti contenitori colorati sugli scaffali dei supermercati. Consumare solo olio di lino, olio di pesce ed occasionalmente olio di fegato di merluzzo, sino a quando lo zucchero sanguigno non inizia a stabilizzarsi; dopodiché aggiungere oli sani come: burro, olio di cocco, olio di oliva, e grassi animali puri.
Leggere le etichette e rifiutarsi di assumere economici oli di scarsa qualità quando sono presenti negli alimenti lavorati o nei menù dei ristoranti. I diabetici presentano una carenza cronica di minerali, quindi è necessario che aggiungano alla propria dieta integratori minerali ad ampio spettro e di buona qualità.
2 -Controllare manualmente il rapporto sangue-zucchero durante il ciclo di recupero.
Sotto supervisione medica, interrompere gradualmente l’assunzione di tutti gli agenti ipoglicemici orali e di tutti i farmaci supplementari somministrati per contrastare gli effetti collaterali. Sviluppare un controllo naturale del sangue-zucchero tramite l’impiego di comprese glicemiche, il consumo di pasti leggeri e frequenti (comprendenti alimenti ricchi di fibre), regolare esercizio fisico dopo i pasti, la totale astensione da tutti gli zuccheri. Evitare il consumo di alcol sino a quando lo zucchero sanguigno non sia rientrato stabilmente nei parametri normali. Registrare i valori tramite un misuratore di glucosio ad ago, annotare su un diario medico tutto quello che si fa.
3 – Ripristinare un adeguato equilibrio di grassi ed oli salutari allorquando il meccanismo di controllo sangue-zucchero funziona nuovamente.
Eliminare in modo permanente dalla dieta tutti i grassi e oli economici, tossici e di scarsa qualità, nonché gli alimenti lavorati e i piatti dei ristoranti che li contengono. Quando il meccanismo di controllo del sangue-zucchero riprende a funzionare correttamente, integrare gradualmente la dieta con ulteriori alimenti sani.
Controllare gli effetti di questi ultimi monitorando i livelli di zucchero sanguigno con l’apposito attrezzo ad ago. Ricordarsi di registrare tutto.
4 – Continuare il programma sino a quando non siano ripristinati anche i valori normali dell’insulina.
Una volta che i livelli di zucchero saranno rientrati nella gamma ordinaria, il pancreas smetterà gradualmente di produrre insulina in eccesso, Questo processo richiede un periodo un po’ più lungo e lo si può testare facendo inviare dal vostro medico un campione del vostro sangue ad un laboratori di analisi per determinare l’insulina nel siero. Una buona prassi è di attendere un paio di mesi dopo che il controllo dello zucchero sanguigno si è ripristinato.
5 – Riparare separatamente i danni collaterali provocati dalla malattia.
I problemi vascolari determinati da un elevato livello cronico di glucosio generalmente si risolveranno da sé senza sforzo cosciente.
Gli effetti della retinopatia e della neuropatia periferica, solitamente si riparano da sé, I danni ai reni di solito non si riparano da sé. I danni vascolari ed alle arterie determinati da anni di elevato tasso di zucchero e insulina, regrediranno lentamente grazie ad una dieta appropriata e sana, tuttavia ripulire le arterie in questo modo può richiedere molti anni. Il danno alle arterie può essere corretto molto più velocemente ricorrendo ad una terapia di chelazione intravenosa, che nell’80% dei casi si sistema in sei mesi.
Ovviamente non aspettatevi che il vostro medico per ovvi motivi la approvi, in particolar modo se è uno specialista in cardiologia.
6 – Tempi di recupero.
La prognosi solitamente prevede un rapido recupero dalla malattia ed il ripristino di un normale stato di salute e di energia nell’arco di alcuni mesi, un anno o anche più. Il tempo richiesto dipende da quanto a lungo si è permesso alla malattia di svilupparsi.
Per chi interviene precocemente i tempi di recupero sono di alcuni mesi o anche meno. Per coloro che soffrono della malattia da molti anni, i tempi di recupero potrebbero estendersi ad un anno o anche più.
vedi: Diabete Mellito 2
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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vedi anche: Medicina Quantistica
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