DNA/Cromosomi, sono un’ ANTENNA Ricetrasmittente – Rna….è solo una ipotesi ?
Il Dna ?…… resta un rebus per i ricercatori occidentali, legati alla medicina ufficiale… ma il DNA con i propri cromosomi sono un sistema biologico RiceTrasmittente che risuona su tutto lo spettro elettromagnetico ed oltre.
http://www.segnidalcielo.it/scienziati-scoprono-il-luogo-dellanima-allinterno-del-cervello-umano/
Come riprogrammare il DNA ? – DNA RICETRASMITTENTE
– vedi le pagine, in questo sito su: Campi Morfici e DNA + DNA Alieno nel nostro DNA ? + Mutazioni DNA dai VACCINI
Il DNA comunica e riceve informazioni dalla consapevolezza umana (conscia o inconscia che sia) tramite l’elettromagnetismo a larghissimo spettro, cosi come interagisce con il Campo energetico Universale. Il DNA ha quindi una natura bioELETTROMAGNETICA.
Non è importante ai fini dell’informazione solo la composizione della sequenza degli aminoacidi all’interno del DNA, ma anche l’attorcigliamento, la torsione delle sequenze delle varie frequenze. Un pò come un solenoide in miniatura, una bassissima corrente bioelettrica che attraversa una sequenza di materiale biochimico attorcigliato genera un minuscolo ma efficace campo elettromagnetico. L’attorcigliamento è variabile e questo determina una modulazione del campo elettromagnetico.
Il minuscoli campi elettromagnetici presenti nel DNA permettono il trasferimento dell’informazione, la modulazione della comunicazione all’interno del codice.
In base all’informazione ricevuta il codice “risponde”, agisce, trasmette, riceve e quindi può modificarsi, riprogrammarsi.
Forse ora finalmente iniziamo a comprendere l’importanza della necessità di un campo elettromagnetico di base e di uno specifico campo elettromagnetico nel nostro pianeta e nell’UniVerso, per permettere un sano funzionamento anche dei corpi Viventi.
Così come la gravità, l’elettromagnetismo è una forza assolutamente nota e abbondantemente utilizzata nella nostra realtà quotidiana, ma la sua natura è ancora fondamentalmente incompresa.
In realta’ l’elettromagnetismo e la “gravità” (le forze di attrazione-repulsione), sono forze INTERDIMENSIONALI che lavorano “trasversalmente” anche da e per le altre dimensioni, cioè “funzionano” come collegamento fra le varie dimensioni. Ecco l’importanza della presenza dell’elettromagnetismo che “lega” in un continuum, un codice presente in più dimensioni.
Occorre quindi tener presente che la CONSAPEVOLEZZA UMANA comunica attraverso e con la Matrice degli infiniti Universi e all’interno del proprio essere tramite l’elettromagnetismo a larghissimo spettro…..ecco perché non si può mentire all’Universo….
Siccome è ormai evidente che i sistemi viventi si basano su un sistema di comunicazione, il funzionamento del DNA non può essere visto soltanto come un magazzino di informazione genetica. Possiamo considerare il sistema dinamico DNA/Rna (Lo Rna è solo una ipotesi per numerosi ricercatori) come una Energia Informazione (EI) catalitica (Manzelli, 2009) in grado di trasmettere e ricevere segnali quantici biofisici dall’Ego/IO verso e dalle proteine, atomi presenti nelle cellule viventi, così che il DNA può essere pensato come una “antenna” che trasmette informazione nonlocale, mediante “segnali quantistici dei geni e/o degli Atomi, Elettroni, ecc., per mezzo del Vuotoquantomeccanico”.
La Coscienza ed il nostro DNA – FMBR Editorial: Oct, 2012 – By Jerry Gin
La maggior parte delle persone pensa al nostro DNA come a una struttura molecolare che codifica chimicamente per creare i componenti del nostro corpo. Tuttavia, la ricerca sta dimostrando che è molto più di questo: è anche un trasmettitore di segnali che trasportano informazioni.
Con la decodifica abbastanza recente del DNA nei nostri geni attraverso il Progetto Genomico Umano, gli scienziati hanno pensato che ora avremo una comprensione “completa” della vita come dettata dai nostri geni.
Sfortunatamente, il numero di geni che possediamo non è così diverso dalla maggior parte degli organismi viventi – cioè, non siamo così “speciali”.
Gli esseri umani hanno circa 23.000 geni, circa lo stesso numero che si trova nei topi e nei vermi terrestri. Ma avevamo un sacco di DNA “spazzatura” che gli scienziati non capivano perché non erano i geni che codificavano le proteine e gli enzimi che compongono e costruiscono il corpo (da qui, il termine “spazzatura”).
Ora stiamo cominciando a capire che il DNA “spazzatura” sembra agire come regolatori che controllano le informazioni che influenzano il funzionamento del nostro corpo e quindi la sua salute.
Questa comprensione sta creando un nuovo campo chiamato epigenetica. Sembra anche che le nostre intenzioni e i nostri pensieri diventino manopole di controllo per cambiare il canale del segnale del DNA !
La luce proveniente dalle nostre cellule (biofotoni) e i segnali elettromagnetici sembrano essere coinvolti nel processo di segnalazione. Ora delineerò brevemente alcuni dei fondamenti scientifici che sostengono questo nuovo sguardo al ruolo della molecola del DNA.
La presenza strutturata di protoni persiste dopo che il DNA è sparito
Il dottor Peter Gariaev, direttore del Wave Genetics in Russia, ha eseguito un esperimento sorprendente. Quando il DNA, sotto vuoto, è esposto a una leggera luce laser, un sensibile strumento fotomoltiplicatore può raccogliere i segnali dal DNA.
Quando il DNA viene rimosso dal contenitore che lo conteneva, il fotomoltiplicatore raccoglie ancora una presenza strutturata di fotoni e lo fa per circa 30 giorni (l'”effetto DNA fantasma”).
La scienza standard dice che questo non può accadere.
Poiché si verifica, il DNA ha strutturato i fotoni in questo spazio, cioè ha stabilito un modello nel campo. Questo esperimento ci dà un’idea del meccanismo della messaggistica tramite il DNA.
Istruzioni del DNA trasportate dalla luce
Correlate alla storia del DNA fantasma ci sono altre storie in cui i segnali sono usati per svolgere l’azione del DNA.
Il dottor Vlail Kaznacheyev, direttore dell’Istituto di medicina clinica e sperimentale di Novosibirsk, ha dimostrato che un virus/esosoma, può essere trasmesso da una piastra di coltura all’altra usando la luce ultravioletta. Così, l’informazione viene trasportata con fotoni che sono stati “strutturati” in una piastra di coltura ad un’altra piastra di coltura. Alcuni scienziati russi credono che questo effetto venga effettuato dall’energia di “torsione”.
Il Dr. Dzang Kangeng in Cina ha dimostrato che la luce passata attraverso un’anatra in 500 uova di gallina ha prodotto dei pulcini in cui l’80% aveva il becco piatto, il 90% aveva gli occhi spostati in una posizione simile alle anatre e il 25% aveva delle fettucce tra le dita dei piedi. La loro prole rimase parzialmente anatra, parzialmente pollo.
Il Dr. Gariaev ha diretto la luce laser verde attraverso le uova di salamandra e poi attraverso le uova di rana. Le salamandre si sono schiuse dalle uova di rana. Ha coniato il termine “genetica delle onde”.
I frammenti di DNA si “rigenerano
Il premio Nobel per la virologia, Dr. Luc Montagnier (che ha condiviso il premio per la scoperta del cosiddetto virus HIV che è innocuo….) ha scoperto l’apparente capacità dei frammenti di DNA di “rigenerarsi” utilizzando un campo elettromagnetico. Due tubi separati sono stati messi in una bobina di rame e sottoposti a un campo elettromagnetico di 7 hertz.
Un tubo aveva un frammento di DNA e l’altro tubo aveva solo acqua pura. Dopo 16 ore, le provette sono state sottoposte alla reazione a catena della polimerasi (PCR) per creare replicanti del DNA (la tecnica standard che fa enzimaticamente molte copie del DNA per consentire la misurazione del DNA che è originariamente in una piccola quantità).
Il DNA è stato trovato nella provetta con solo acqua pura. L’ipotesi è che la struttura del DNA sia conservata e amplificata per coerenza quantica nella provetta d’acqua e che il processo PCR la scambi per il DNA stesso.
Qual è il meccanismo ?
Per capire il meccanismo coinvolto e vedere come la coscienza gioca negli effetti, si può guardare il lavoro del Dr. Fritz-Albert Popp all’Istituto Internazionale di Biofisica in Germania.
L’ipotesi:
Il DNA interagisce fortemente con la luce laser coerente e influenza i legami idrogeno NH…O e NH…H. I biofotoni di tutte le parti del corpo sono coerenti (non casuali) e quindi possono permettere la comunicazione.
Il macchinario di ogni cellula coordina le sue attività scambiando biofotoni con altre cellule. L’organizzazione avviene in modo cooperativo usando un modello fornito dal DNA. Il DNA agisce come un deposito di fotoni e innalzerà i livelli di energia delle molecole, preparandole per una reazione chimica.
La coscienza può influenzare il campo non locale (come un campo di torsione/bioenergia) che influenza il DNA che influenza il rilascio di biofotoni che influenzano le reazioni chimiche come la sintesi proteica.
In un’altra ipotesi, il Dr. Keith Scott-Mumby, rivedendo i suddetti tipi di esperimenti in Virtual Medicine, descrive il “DNA radio” in cui il DNA agisce come un’antenna che trasmette informazioni per svolgere le attività della cellula.
La scienza del DNA e della coscienza è un campo affascinante; siamo fortunati ad osservare questo campo ai suoi inizi.
Come potrebbe avvenire la guarigione a distanza
Con le informazioni di cui sopra, si può ulteriormente ipotizzare come può avvenire la guarigione a distanza. Non si possono usare solo i campi elettromagnetici (per esempio, la luce), dato che riducono la loro forza con la distanza. Per esempio, se si considera un campo di torsione che interagisce con il campo della coscienza, allora possono verificarsi effetti a distanza. Le frequenze di coscienza coinvolte interagirebbero con il DNA che trasmette le informazioni per le reazioni chimiche.
Ringraziamenti:
Gli esperimenti descritti sopra, con i riferimenti, possono essere trovati in Claude Swanson’s Life Force: The Scientific Basis, Virtual Medicine di Keith Scott-Mumby, e Source Field Investigations di David Wilcock.
Fonte: https://fmbr.org/consciousness-and-our-dna-gin-oct12/
Commento NdR: nei fatti, l’inconscio è registrato nel DNA delle cellule del sistema nervoso enterico del tubo digerente…..
Il DNA umano contiene la firma dell’Io Sono, ero, e sarò ?
E’ quanto sostiene il dr. Israel Rubinstein (professore di chimica al Dipartimento di Materiali e Interfacce presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, Israele, ha conseguito un dottorato di ricerca in chimica presso l’Università di Tel Aviv).
Una delle cose affascinanti dell’alfabeto ebraico è che ogni lettera rappresenta più di un suono fonetico. Ogni lettera ebraica indica un numero. Questo ci permette di comprendere una straordinaria scoperta che è stata fatta riguardo al DNA (il codice della vita che programma ogni cellula vivente).
La forza che tiene unito il DNA è un ponte solforico. I due filamenti sono agganciati da questo ponte. Ma quando compare questo ponte ?
QUATTRO sono gli acidi nucleici che formano la catena del DNA, ovvero, macromolecole deputate alla conservazione e al trasporto dell’informazione genetica: Adenina (A), Guanina (G), Citosina (C) e Timina (T).
La catena del DNA, come dicevamo, è tenuta unita da ponti solforici che di tanto in tanto appaiono nella catena: il “di tanto in tanto” segue questo schema: ogni 10 acidi un ponte, poi ogni 5 acidi un ponte, poi ogni 6 acidi ed ancora dopo 5 acidi.
Pertanto il ponte è costruito su sequenza 10-5-6-5, numeri che equivalgono alle lettere ebraiche יהוה, (yodh, he, waw, he: corrispondenti a quelle dell’ alfabeto latino YHWH) che messe insieme, compongono una parola formata da quattro lettere detta: “tetragramma”.
Infatti, in ebraico, la lettera IOD vale 10 ; la lettera HE vale 5; la lettera WAW vale 6; la lettera HE vale 5.
Nel tetragramma YHWH, che si dice sarebbe il nome di dio, in realtà non è un nome, ma un Verbo (essere) Io Sono, ero e sarò, cioè indica il vivente ed è presente nel DNA !
Quindi nella sequenza che il ponte descrive, la “firma” la si vede attraverso i numeri che lo compongono:
10 (י) – 5 – (ה) 6( ו ) -5 (ה) = YHWH.
Questa “firma” esiste in ogni cellula del nostro corpo, in tutte e trentasette miliardi circa !
Quella firma in codice è come una filigrana; la filigrana di colui che è, che è impressa in tutto il corpo di tutti i viventi. Un messaggio che rimane dentro ognuno, indipendentemente dalla razza, dalla religione, dal patrimonio culturale, dallo stile di vita o dal credo.
Nessuno può rivendicare lo sviluppo originale del DNA tranne l’Io Sono, cioè l’ente immortale che decide di incarnarsi in una a Persona fisica terrestre.
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Il DNA ha delle caratteristiche nascoste alla medicina ufficiale:
vedi: http://www.stazioneceleste.it/kryon/85K_2010.htm
vedi anche: http://www.lastoriavariscritta.it/dna-un-sistema-biologico-ricetrasmittente/
Le onde elettromagnetiche del DNA. Il Premio Nobel Montagnier, spiega la medicina del futuro
L’acqua non è solo in grado di memorizzare l’impronta elettromagnetica della sequenza di DNA, perché gli scienziati hanno dimostrato che è possibile ricreare a distanza di migliaia di chilometri la stessa sequenza di DNA a partire dall’acqua informatizzata.
Da un parte si evidenzia il potere curativo dell’acqua di immagazzinare e rilasciare informazioni elettromagnetiche in altri liquidi a base di acqua, come ad esempio i liquidi del corpi viventi, e dall’altra l’idea che il teletrasporto da un posto all’altro di rimedi, diventa realtà.
Luc Montagnier è stato medico, biologo e virologo francese, uno dei più famosi scienziati del nostro tempo per i suoi studi sull’HIV, che poi ha sconfessato che sia la causa della sindrome Aids, e poi i suoi studi sulla memoria dell’acqua. Nel 2008 ha vinto il Premio Nobel per la medicina.
Durante le sue ricerche sulla memoria dell’acqua, Montagnier ha scoperto che le sequenze/frequenze di DNA disciolte in acqua, provocano segnali elettromagnetici emessi e che la sequenza del DNA stesso può essere ricostituita a partire dal segnale elettromagnetico !
Luc Montagnier racconta che la sua storia è iniziata 10 anni prima quando nonostante avesse filtrato diversi batteri senza lasciare alcuna traccia di DNA in una soluzione, accadeva che il batterio si ricostituiva regolarmente senza alcuna spiegazione.
Questo ha segnato l’inizio di una lunga serie di ricerche su perché ed il per come il DNA si comporta nell’acqua in quel modo, fatto che ha portato alla scoperta che il DNA del batterio stava emettendo onde elettromagnetiche a bassa frequenza, in alcune soluzioni di filtrato diluite in acqua, e questa proprietà fu presto estesa ad altri DNA batterici e virali.
Le onde elettromagnetiche emesse dal DNA
In sintesi, i segnali elettromagnetici (EM) a frequenza ultra-bassa (500-3000 Hz) sono stati rilevati in alcune diluizioni del filtrato da colture di microrganismi (“virus”che sono proteine a DNA, batteri) o dal plasma contenenti gli stessi, in esseri umani.
Due provette fisicamente separate, ma adiacenti, sono state collocate all’interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico di 7 Hertz (risonanza Schumann circa 7.83 Hz) ed isolate dai campi magnetico esterni per evitare interferenze in una gabbia di Faraday.
Una provetta conteneva un frammento di DNA sottoposto a diversi cicli di diluizione e succussioni, e la seconda provetta conteneva solo acqua pura distillata.
Dopo 18 ore a temperatura ambiente, si è osservato che entrambe le provette emettevano lo stesso segnale elettromagnetico.
Inoltre entrambi i campioni vennero sottoposti ad un metodo di routine usato per ricostruire tracce di DNA, utilizzando degli enzimi e delle basi azotate, innescando una reazione a catena, detta polimerasi (PCR).
Dopo 20 ore, il frammento di DNA era stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata !
Da notare che il trasferimento di segnali elettromagnetici non è stato raggiunto se il tempo di esposizione era stato inferiore a 16 ore, o quando la bobina schermante era assente, oppure quando il generatore di campo magnetico aveva una frequenza inferiore a 7 Hz.
Riportare in vita e teletrasportare un batterio partendo dai suoi segnali elettromagnetici, sarà possibile ?
L’esperimento è stato ripetuto anche in una modalità diversa.
Il team di scienziati di Montagnier hanno registrato i segnali elettromagnetici della sequenza di DNA, li hanno memorizzati su un computer e poi comunicati ad un laboratorio di ricerca in Italia a più di mille chilometri di distanza.
Gli studiosi italiani, guidati dal Prof. Vitiello, hanno trasmesso per alcune ore, questi segnali ad una provetta contenente solamente acqua distillata.
Poi hanno preso le basi azotate e attivato la polimerasi con l’apposito enzima e li hanno messi nella provetta. Il risultato è stato stupefacente: dal nulla si è ricreata la sequenza di DNA originaria inviata via computer dagli scienziati in Francia !
L’esperimento è stato ampiamente riprodotto, 12 volte su 12, anche con DNA di batteri diversi. Questo ha confermato la validità scientifica della scoperta.
Lo scienziato Italiano, Emilio del Giudice (deceduto), è stato un fisico teorico, ricercatore INFN a Milano, membro dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania. Aveva lavorato presso il MIT di Cambridge, USA e presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen. E’ stato autore di numerosissimi articoli scientifici sulla teoria quantistica dei campi, e sullo studio delle proprietà collettive della materia.
Affermò: “Capire queste cose potrà permettere di dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti…”
Inoltre oggi ormai si creano dei medicinali/rimedi ad hoc, generando campi elettromagnetici attraverso degli appositi macchinari.
vedi: Bioelettronica su: https://pattoverascienza.com
L’acqua si comporta esattamente come un nastro da magnetizzare che conserva l’impronta magnetica delle frequenze che o sono contenute in precedenza, oppure che vengono introdotte appositamente e ciò avviene anche quando queste frequenze, sembra che siano state “resettate” cioè cancellate e comunque riceve e trasmette un messaggio di natura magnetica, che è ancora in grado di essere riprodotto. Viceversa possiamo quindi usarla per imprimergli le frequenze dei medicinali/rimedi, così da avere un effetto curativo negli organismi viventi.
Bibliografia:
– L. Montagnier , J. Aissa, E. Del Giudice, C. Lavallée, A. Tedeschi and G. Vitiello, “DNA , Waves and water”, “Journal of Physics: Conferences Series”, The proceedings of DICE 2010: Space, Time, Matter – Current Issues in Quantum Mechanics and Beyond, 2011
– L. Montagnier, J. Aissa, S. Ferris, J. Montagnier, C. Lavallée, “Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived from Bacterial DNA Sequences”, Interdiscip. Sci. Comput. Life Sci., 1:81-90 (2009).
– N. Marchettini, E. Del Giudice, V. L. Voeikov, E. Tiezzi. “Water: A medium where dissipative structures are produced by a coherent dynamics”, J. Theo. Bio. 265, 511-516 (2010).
– Ho MW. Quantum coherent water, non-thermal EMF effects, & homeopathy. Science in Society 51 (to appear).
– Vysotskil, Kornilova, and Smirnov. Applied biophysics of activated water. World Scientific
– L’acqua e gli organismi viventi: intervista a Emilio Del Giudice. Scienza & Conoscenza
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Individuato un codice tridimensionale del DNA: è una struttura a forma di fiore e l’Allarmina è la proteina che lo protegge – 22/01/2020
Grazie a un approccio sperimentale innovativo sviluppato da un gruppo di scienziati diretto da Marco Foiani all’IFOM e all’Università degli Studi di Milano, è stato identificato per la prima volta nella sua complessità un codice inedito del DNA: si tratta di una configurazione simile a un fiore, con alla base particolari strutture di DNA cruciformi. Inoltre i ricercatori hanno stabilito che la proteina allarmina (chiamata anche HMGB1) – NdR: che è il codice/segnale dell’Infiammazione) stabilizza questa configurazione, e la protegge dallo stress meccanico durante la replicazione del DNA, stress che potrebbe danneggiare i cromosomi e portare all’insorgenza di tumori. La ricerca, condotta con un approccio bioinformatico e matematico e pubblicata oggi sull’autorevole rivista Nature, segna un significativo avanzamento nella comprensione del codice della vita, contribuendo a chiarire le basi molecolari dei processi di riparazione e duplicazione del DNA e del meccanismo di protezione dal cancro. I risultati, raggiunti grazie al sostegno di Fondazione AIRC, aprono la strada allo sviluppo di cure anticancro complementari a quelle esistenti, per aumentarne l’efficacia e ridurne la tossicità.
Il DNA è noto a tutti per la sua forma ormai iconica a doppia elica, descritta oltre 60 anni fa da James Watson e Francis Crick. Nelle cellule quella lunghissima sequenza a doppia elica è compattata e avvolta in un complesso di DNA, RNA e proteine che chiamiamo cromatina. La sua struttura, ovvero il modo in cui il DNA si attorciglia e contorce, non è indifferente alla comprensione della sua natura e del suo linguaggio. Capire la cromatina significa anche poter individuare eventuali modalità di intervento a livello molecolare per prevenire o curare varie patologie e in particolare il cancro. La salute delle cellule del nostro organismo è infatti legata al corretto funzionamento di una serie di meccanismi preposti alla regolazione del ciclo di riproduzione cellulare, durante il quale la cellula si divide per originare due nuove cellule.
Al momento della replicazione, il DNA della cellula madre, avvolto su se stesso innumerevoli volte, si sdoppia affinché le cellule figlie possano ereditare l’intero corredo genetico e, per riuscire a farlo, ha bisogno di essere disteso e poi riavvolto. In questa fase delicata la doppia elica è sottoposta a plurime torsioni che provocano cambiamenti di forma e l’apertura dell’elica stessa. La stabilità del nostro DNA di conseguenza è costantemente messa alla prova da stress torsionali e meccanici che possono danneggiare i cromosomi e causare la perdita di materiale genetico, predisponendo pertanto all’insorgenza tumorale.
“ Grazie all’applicazione di sofisticati modelli computazionali e matematici abbiamo individuato un codice, un linguaggio non studiato della topologia del DNA, che coordina una serie di processi cellulari cruciali durante la replicazione dei cromosomi”, dice Marco Foiani, Direttore Scientifico di IFOM e Professore di Biologia Molecolare dell’Università degli Studi di Milano, da anni specializzato nei processi di riparazione del DNA. “L’importanza degli attorcigliamenti del DNA e quindi dello stress meccanico che il DNA subisce durante le torsioni fisiologiche nel processo replicativo – prosegue Foiani – erano già stati intuiti nel passato, ma dagli anni Novanta l’attenzione si è focalizzata prevalentemente sul sequenziamento del genoma umano, nella convinzione che questo sarebbe stato sufficiente e risolutivo per individuare soluzioni terapeutiche contro patologie come il cancro. Il sequenziamento è stato essenziale, ma ora abbiamo scoperto che esistono nuovi importanti livelli di organizzazione del DNA”.
“Abbiamo portato avanti la nostra indagine sull’instabilità genomica e sugli aspetti meccanici del DNA – aggiunge Yathish Achar, primo autore dell’articolo – e ora, grazie a un approccio combinato, siamo riusciti a ricostruire la forma che assume dinamicamente il DNA in questo processo”.
Gli attorcigliamenti che si verificano lungo il DNA vanno a formare una sorta di corolla di petali di un fiore, all’interno dei quali è protetta la sequenza di materiale genetico. Alla base dei petali il DNA assume una conformazione cruciforme, simile a delle spine. Queste strutture cruciformi possono essere aggredite danneggiando il materiale genetico. La cellula pertanto le protegge tramite una proteina specifica: HMGB1, altrimenti chiamata, non a caso, allarmina.
“Ho scoperto che l’allarmina protegge le strutture cruciformi alla fine degli anni Ottanta- ricostruisce Marco Emilio Bianchi, capo dell’Unità di Dinamica della cromatina IRCCS Ospedale San Raffaele e docente l’Università Vita-Salute San Raffaele – quando ero un giovane ricercatore. Ho continuato a studiare questa proteina, e le ho dato il nome allarmina, perché è anche coinvolta nella segnalazione del malessere di singole cellule al resto dell’organismo”. Foiani e Bianchi avevano condiviso il laboratorio all’Università degli Studi di Milano oltre vent’anni fa “È bello ritrovare ora l’allarmina in questa ricerca, individuando un suo ruolo specifico in un codice prima inedito” conclude Foiani.
Oltre alla portata conoscitiva, la ricerca apre promettenti prospettive per l’individuazione di quei processi cellulari che consentono alla cellula tumorale di orchestrare il processo di riparazione e, quindi, per l’identificazione di bersagli farmacologici complementari nelle terapie anticancro. “Riuscire a identificare i processi che salvaguardano l’integrità del genoma e la sua organizzazione topologica – conclude Foiani – costituisce un significativo avanzamento delle conoscenze nella ricerca oncologica a livello molecolare, gettando le basi per l’identificazione di combinazioni terapeutiche sempre più mirate contro le cellule tumorali, senza danneggiare il genoma delle cellule sane”. Le interazioni proteina-DNA rappresentano un bersaglio importantissimo per l’individuazione di strategie terapeutiche che mirino a prevenire l’espansione delle cellule tumorali.
La ricerca condotta da Marco Foiani è stata possibile soprattutto grazie ai generosi finanziamenti di Fondazione AIRC.
Tratto da: lescienze.it
Il DNA APRE PORTALI INTERDIMENSIONALI
Chi cerca di controllare il DNA ? – 21/08/2011
Il Dipartimento dell’Energia Stati Uniti, il Trust di Londra, la famiglia reale d’Inghilterra, e la famiglia Rockefeller sono i principali protagonisti che controllano lo studio della genetica e del DNA. In ultima analisi, hanno rubato la ricerca di un programma universitario due settimane prima del suo completamento.
George Soros e un gruppo di scienziati, che potremmo chiamare del male, e il Carlyle Group e tutti i suoi affiliati ne sono coinvolti. Hanno privatizzato il Progetto Genoma Umano, brevettato ogni sequenza genetica potenzialmente lucrativa, e sono ora nel business della manipolazione e alterazione, forse per sempre, della genetica della vita.
Hachimoji DNA, il DNA sintetico con otto lettere – 22/02/2019
Creato in laboratorio, un DNA sintetico (non autosufficiente, cioè non autoalimentato) che affianca altre quattro basi nucleotidiche alle quattro “lettere” dell’alfabeto con cui è scritto il patrimonio genetico. Chiamato Hachimoji DNA, ha tutte le caratteristiche strutturali della sua controparte naturale e in linea teorica, potrebbe sostenere la vita.
Un bioingegnere e genetista dell’Istituto Wyss di Harvard hanno correttamente memorizzato 5,5 petabits di dati – circa 700 terabyte – in un grammo di DNA, distruggendo il precedente record di densità di dati del DNA di mille volte. – Marzo 2015
Senza parlare del DNA “fantasma”, li risiede (NdR: forse, ma non credo) ciò che chiamiamo coscienza.
E’ stato scoperto che il DNA funziona come una spugna che assorbe la luce:
Gariaev mise una molecola di DNA in un contenitore di quartz, e vide che assorbiva tutti i fotoni di luce, conservandoli poi sotto forma di una spirale. Noi non siamo abituati a pensare alla luce come a qualcosa che può essere conservato; la luce vola nello spazio a velocità incredibile. Anche le piante non sono capaci di conservare la luce durante la fotosintesi, e la trasformano subito in clorofilla. Che cosa conserva quindi la luce nel DNA? Come si conserva, e perché ?
Quando Gariaev tolse il DNA dal contenitore, si accorse che laddove fino a poco tempo prima si trovava la molecola del DNA, la luce continuava ad esistere sotto forma di spirale.
Come si spiega questo fenomeno ?
L’unica spiegazione razionale e scientifica è questa: esiste un campo di energia che si unisce al “DNA fantasma”, al “doppio energetico” del DNA. Questo “fantasma” mantiene e conserva la luce.
Stando a questa scoperta, tutto il nostro corpo deve avere un suo doppio energetico, un campo informazionale che detta alle nostre cellule il lavoro da fare. Anche dopo essere stato coperto dall’azoto liquido, il “fantasma” non muore: prima sparisce, ma poi ricompare entro 5-8 minuti. Per quanto tempo continua a vivere il “fantasma” ? Per circa 30 giorni.
Quindi noi tutti possediamo un doppio energetico, il quale interagisce con un campo energetico sconosciuto alla scienza tradizionale, che denominiamo il “campo della Fonte”.
Ad esempio, se in questo momento voi siete seduti sulla sedia leggendo queste righe, ma poi vi alzate e ve ne andate altrove, il vostro doppio energetico continua a comporre piccole spirali di luce laddove eravate seduti, entro trilioni di molecole di DNA, per almeno 30 giorni ancora. Ebbene, Gariaev è riuscito persino a misurare questo nostro “doppio”: assomiglia ad un perfetto ologramma del nostro corpo.
Negli anni ‘90 lo scienziato russo Vladimir Poponin venne invitato negli USA per mostrare le evidenze di uno strano fenomeno prodotto dal DNA. Posto un campione di DNA e investito da un raggio laser si otteneva una figura di diffrazione correlata alla forma a doppia elica: fin qui tutto nella norma. Ma quando il campione venne tolto, la figura di diffrazione, invece di riprendere la sua forma ordinaria restò immutata per un mese circa: come se il DNA possedesse una forza che a distanza esercitava un’azione sui fotoni e quindi sulla figura di interferenza ! Questo inatteso effetto è stato chiamato effetto del DNA fantasma, la conferma che il DNA è in grado di sincronizzarsi con tutto ciò cui viene a contatto e di essere in grado di esercitare una forte influenza.
A fronte di questo effetto Peter Gariaev (a capo dell’equipe russa) arriva ad ipotizzare la ragione per cui alcune donne sembrano generare figli con caratteristiche genetiche del precedente partner; se infatti una donna bianca ha avuto un primo partner dalla pelle nera e successivamente genera un figlio da un padre bianco, il figlio potrebbe nascere pelle mista. Tale mix genetico sarebbe forse correlato all’effetto DNA fantasma.
Tratto da:
https://www.facebook.com/Val.Warrior/posts/806942416051678
Dall’effetto DNA fantasma ai campi morfici, le ultime incredibili ipotesi della scienza
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Il DNA degli Europei è mutato 4.500 anni fa ?
Un nuovo studio pubblicato di recente sulla rivista Nature rende noto un enigma al quale gli scienziati genetisti non sanno dare ancora una spiegazione: i marcatori genetici della prima cultura paneuropea furono improvvisamente sostituiti (riprogrammati) circa 4500 anni fa.
La mutazione inspiegabile è stata rilevata grazie alle analisi condotte su alcuni scheletri recuperati in Germania e risalenti a circa 7.500 anni fa, il cui DNA è stato utilizzato per ricostruire la prima storia genetica dettagliata delle popolazioni dell’Europa moderna.
Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori del Centro per il DNA antico dell’Università di Adelaide in Australia (ACAD), da altri colleghi dell’Università di Mainz in Germania e dai componenti del Genographic Project della National Geographic Society, rivela una serie drammatica di eventi, tra cui grandi migrazioni provenienti dall’Europa occidentale e l’Eurasia, e segni di un’inspiegabile mutazione genetica verificatasi tra i 4 mila e i 5 mila anni fa.
I ricercatori hanno utilizzato il DNA estratto dalle ossa e dai denti prelevati da una serie di scheletri umani preistorici.
“Si tratta della prima storia genetica ad alta risoluzione delle popolazioni dell’Europa antica. E’ uno studio affascinante perché è come osservare in ‘tempo reale’ i drammatici cambiamenti demografici che hanno avuto luogo nel vecchio continente”, spiega il dottor Wolfgang Haak dell’ACAD. “Siamo stati in grado di ricostruire più di 4 mila anni di preistoria, dai primi agricoltori, passando per la prima Età del Bronzo, fino ad arrivare ai tempi moderni”.
“Il nostro studio dimostra che i primi agricoltori dell’Europa centrale provengono da una migrazione partita dalla Turchia e dal Vicino Oriente, dove l’agricoltura ha avuto origine, per poi fermarsi in Germania 7500 anni fa”, dice Paul Brotherton, ricercatore presso l’ACAD e l’Università di Huddersfield, Inghilterra.
“Il fatto più curioso è che i marcatori genetici di questa prima cultura europea, che chiaramente aveva avuto molto successo, improvvisamente sono stati sostituiti circa 4500 anni fa, e non sappiamo il perché”, ammette il professor Alan Cooper. “Qualcosa di importante deve essere successo e tutta la ricerca ora è orientata a capire cosa”.
Nonostante i recenti successi nel sequenziamento di porzioni di genoma nucleare ottenuti da campioni risalenti al Mesolitico e al Neolitico, il DNA mitocondriale (mtDNA) rimane il marcatore più studiato e meglio descritto nel campo della genetica delle popolazioni.
Le informazioni che si ricavano da questo tipo di DNA sono limitate dal fatto che si trasmette solo per via materna, ma i progressi nelle tecniche di analisi e la possibilità di analizzare un esteso numero di individui permettono insieme di ricostruire eventi passati di mutazione genetica con una notevole risoluzione temporale anche disponendo solo di mtDNA.
Questa nuova ricostruzione demografica, sottolinea l’autore, chiarisce molti aspetti della storia europea dell’uomo successiva all’ultima glaciazione, un periodo ricco di trasformazioni ancora non del tutto ricostruite e comprese nel dettaglio.
Tratto da: antikitera.net
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Il DNA umano è un “Internet biologico” (WEB), superiore sotto molti aspetti, a quello artificiale – Luglio 2012
La più recente ricerca scientifica russa spiega, direttamente o indirettamente, fenomeni quali la chiaroveggenza, l’intuizione, gli atti spontanei ed a distanza di cura, l’auto-guarigione, le tecniche di affermazione, la luce o aure insolite intorno alle persone (concretamente, dei maestri spirituali), l’influenza della mente sui modelli climatici e molto ancora. Inoltre, ci sono segni di un tipo di medicina completamente nuova nella quale il DNA può essere influenzato e riprogrammato dalle parole e dalle frequenza SENZA sezionare e rimpiazzare geni individuali.
Solo il 10% del nostro DNA viene utilizzato per costruire le proteine. Questo subcomplesso di DNA è quello che interessa i ricercatori occidentali che lo stanno esaminando e catalogando. L’altro 90% è considerato “DNA rottame”.
Tuttavia, i ricercatori russi, convinti che la natura non è stupida, hanno riunito linguisti e genetisti per intraprendere un’esplorazione di quel 90% di “DNA rottame”.
I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionarie ! Secondo loro, il nostro DNA non solo è il responsabile della costruzione del nostro corpo, ma serve anche da magazzino di informazioni e per la comunicazione.
I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente nell’apparentemente inutile 90%, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane.
Per questo motivo, hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e proposizioni), la semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole grammaticali di base.
Hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Così le lingue umane non sono apparse per coincidenza, ma sono un riflesso del nostro DNA inerente.
Anche il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il comportamento vibratorio del DNA. (Per essere breve, qui farò solo un riassunto. Per maggiori informazioni, per favore, andate all’appendice finale di questo articolo).
La linea finale è stata: “I cromosomi vivi funzionano come computer “solitonici/olografici” usando la radiazione laser del DNA endogeno”. Questo significa che hanno fatto in modo di modulare certi modelli di frequenza con un raggio laser e con questo hanno influenzato la frequenza del DNA e, in questo modo, l’informazione genetica stessa. Siccome la struttura base delle coppie alcaline del DNA e del linguaggio (come si è già spiegato) sono la stessa struttura, non si rende necessaria nessuna decodificazione del DNA. Uno semplicemente può usare parole e orazioni del linguaggio umano! Questo è stato anche provato sperimentalmente.
La sostanza del DNA vivente (in tessuto vivo, non in vitro), reagirà sempre ai raggi laser del linguaggio modulato e anche alle onde radio, se si utilizzano le frequenze appropriate. Infine questo spiega scientificamente perchè le affermazioni, l’educazione autogena, l’ipnosi e cose simili possono avere forti effetti sugli umani e i loro corpi. E’ del tutto normale e naturale che il nostro DNA reagisca al linguaggio. Mentre i ricercatori occidentali ritagliano geni individuali dei filamenti del DNA e li inseriscono in un altro posto, i russi hanno lavorato con entusiasmo con dispositivi che possono influenzare il metabolismo cellulare con le frequenze modulate di radio e di luce per riparare difetti genetici.
Per esempio il gruppo di ricercatori di Garjajeva ha avuto successo nel provare che con questo metodo si possono riparare i cromosomi danneggiati dai raggi X. Sono anche riusciti a catturare modelli di informazione di un DNA specifico e lo hanno trasmesso ad un altro, riprogrammando così le cellule su un altro genoma. In quel modo, hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo i modelli di informazione del DNA !
In quel modo, l’informazione completa è stata trasmessa senza nessuna delle disarmonie o effetti collaterali che si manifestano quando si fa l’ablazione e si reintroducono geni individuali del DNA! Questo rappresenta una rivoluzione e sensazione incredibili, che trasformerà il mondo! Tutto ciò applicando semplicemente la vibrazione e il linguaggio al posto dell’arcaico processo d’ablazione! Questo esperimento punta all’immenso potere della genetica delle onde, che ovviamente ha più influenza, sulla formazione degli organismi, che i processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il linguaggio, le parole e il pensiero.
Ora questo è stato provato e spiegato scientificamente. Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. La persona deve lavorare con i processi interni e la maturità per poter stabilire una comunicazione cosciente con il DNA. I ricercatori russi lavorano con un metodo che non dipende da questi fattori, però funziona SEMPRE, sempre e quando venga usata la giusta frequenza.
Però, quanto più è sviluppata la coscienza individuale, meno c’è la necessità di qualsiasi tipo di dispositivo! Si possono ottenere quei risultati da se stessi e la scienza finalmente smetterà di ridere di tali idee e potrà spiegarne e confermarne i risultati. E non finisce qui. Gli scienziati russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può causare modelli di perturbazione nel vuoto, producendo così “cunicoli” magnetizzati !
I “piccoli buchi” sono gli equivalenti microscopici di quelli chiamati ponti Einstein-Rosen nella vicinanza dei buchi neri (lasciati da stelle consumate).
Questi sono dei tunnel di connessione, fra aree completamente differenti dell’UniVerso, attraverso i quali si può trasmettere l’informazione fuori dallo spazio e dal tempo.
– Il DNA attira quei frammenti di informazione e li passa alla nostra coscienza. (NdR: ed al VuotoQuantoMeccanico)
Questo processo di ipercomunicazione è più efficace in stato di rilassamento. Lo stress, le preoccupazioni e l’intelletto iperattivo impediscono il successo dell’ipercomunicazione o ne distorcono completamente l’informazione rendendola inutile.
In Natura, l’ipercomunicazione è stata applicata con successo da milioni di anni. Il flusso di vita strutturato in “organizzazioni stato” di insetti lo prova drammaticamente. L’uomo moderno lo conosce solo ad un livello molto più sottile come “intuizione”. Però anche noi possiamo recuperarne a pieno l’uso.
Un esempio in Natura. Quando un formica regina è lontana dalla sua colonia, la costruzione continua con fervore e in accordo con la pianificazione.
Tuttavia, se si uccide la regina, nella colonia tutto il lavoro si ferma. Nessuna formica sa cosa fare. Apparentemente, la regina invia i “piani di costruzione” anche da molto lontano per mezzo della coscienza gruppale dei suoi sudditi. Può stare lontana quanto vuole, fintanto che sia viva. Nell’uomo l’ipercomunicazione si attiva quando uno improvvisamente riesce ad avere accesso ad un’informazione che è fuori dalla propria base di conoscenze.
A quel punto questa ipercomunicazione viene sperimentata e catalogata come un’ispirazione o intuizione. Il compositore italiano Giuseppe Tartini, per esempio, una notte sognò che il diavolo si sedeva vicino al suo letto suonando il violino. La mattina seguente, Tartini potè trascrivere il brano a memoria con esattezza e lo chiamò la Sonata del Trillo del Diavolo.
Per anni, un infermiere di 42 anni sognò una situazione nella quale era connesso ad una specie di CD-ROM di conoscenza.
Gli veniva trasmessa conoscenza verificabile da tutti i campi immaginabili e alla mattina poteva ricordare. Era tale la valanga di informazioni che sembrava che di notte gli trasmettessero tutta una enciclopedia. La maggior parte delle informazioni era fuori dalla sua base di conoscenze personali e arrivava a dettagli tecnici di cui lui non sapeva assolutamente niente.
Quando avviene l’ipercomunicazione, si possono osservare fenomeni speciali nel DNA, così come nell’essere umano.
Gli scienziati russi hanno irradiato campioni di DNA con luce laser. Nello schermo si è formato un modello di onde tipico.
Quando hanno ritirato il campione di DNA, i modelli di onda non sono scomparsi, sono rimasti. Molti esperimenti di controllo hanno dimostrato che il modello proveniva ancora dal campione rimosso, il cui campo energetico apparentemente è rimasto di per se stesso. Questo effetto ora si denomina effetto del DNA fantasma.
Si presume che l’energia dello spazio esteriore e del tempo, dopo aver ritirato il DNA, fluisca ancora attraverso i “cunicoli”.
La maggior parte delle volte gli effetti secondari che si incontrano nell’ipercomunicazione, anche degli esseri umani, sono campi elettromagnetici inspiegabili nelle vicinanze della persona implicata. In presenza dei quali i dispositivi elettronici, come attrezzature per CD e altri simili, possono essere alterati e smettere di funzionare per ore.
Quando il campo elettromagnetico si dissolve lentamente, le attrezzature funzionano ancora normalmente. Molti curatori e psichici conoscono questo effetto dovuto al loro lavoro. Più si migliorano l’atmosfera e l’energia dell’ambiente più frustante è che in quel preciso istante l’attrezzatura di registrazione smette di funzionare e di registrare. Il riaccendere e spegnere dopo la sessione non ne ristabilisce ancora la funzionalità totale che però il giorno dopo ritorna alla normalità.
Chissà forse leggere ciò risulta tranquillizzante per molti, in quanto non ha niente a che vedere con l’essere tecnicamente incapaci, ma significa semplicemente che sono abili per l’ipercomunicazione.
Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l’energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso gli tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA.
Gli effetti collaterali più frequenti nell’ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte.
Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l’apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso.
Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l’ipercomunicazione.
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo.
Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.
Senza un’individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali. L’ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa.
I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio ! E l’umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva.
Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma l’impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo. Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d’inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l’energia del pianeta.
Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza.
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni.
Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia ed in altre nazioni del mondo, queste sfere appaiono molto spesso. In queste zone le sfere a volte s’innalzano dalla terra verso il cielo, ed i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri.
Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto.
In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà.
Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.
L’articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina www.fosar-bludorf.com (Kontext – Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori.
Nel suo libro “Vernetzte Intelligenz” (Networked Intelligence: Intelligenza trasmessa dalla rete), Grazyna Gosar e Franz Bludorf spiegano queste connessioni chiaramente e precisamente. Gli autori citano anche fonti supponendo che in tempi primitivi l’Umanità, come gli animali, è stata fortemente connessa alla coscienza gruppale e agiva come gruppo.
Tuttavia, per sviluppare e sperimentare l’individualità, noi umani abbiamo dovuto dimenticare l’ipercomunicazione quasi completamente.
Ora che siamo abbastanza stabili nella nostra coscienza individuale, possiamo creare una nuova forma di coscienza gruppale, concretamente una, quella in cui abbiamo accesso a tutte le informazioni per mezzo del nostro DNA senza essere forzati o controllati a distanza rispetto a quello che dobbiamo fare con quell’informazione.
Tratto da: informarexresistere.fr
Le recenti ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita e all’atteggiamento che abbiamo verso di esse.
Per ogni emozione, il corpo fisico crea una risposta chimica corrispondente attraverso il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo.
In questo modo sperimentiamo una chimica dell´amore o dell’odio.
Sappiamo che la gioia e la gratitudine hanno un influsso positivo sul nostro organismo e ci fanno sentire pieni di energia e leggerezza, mentre la rabbia e la paura ci fanno l’effetto opposto. Alcune tradizioni olistiche arrivano addirittura ad affermare che malattie come il cancro sono espressione di rabbia, rancore e complessi di colpa irrisolti che emergono dalle parti del corpo in cui sono stati immagazzinati anni prima o persino in vite precedenti. Ha senso quindi trovare un modo per trasformare ciò che ci ha ferito in una nuova esperienza capace di aiutarci.
Una interessante ricerca, sul ruolo del DNA in generale, proviene dai ricercatori Grazyna Fosar e Franz Bludorf, autori del libro “Vernetz Intelligence” . Questa si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alle tradizioni dei “maestri spirituali”, secondo cui il nostro corpo può essere programmato o ri-programmato dal linguaggio, dalle parole (Logos) e dunque dal pensiero.
Essi sostengono di poterlo provare scientificamente e che si potrebbe affermare una scienza completamente nuova, capace di ri-programmare il DNA con le sole parole, senza dover prelevare, modificare e reintrodurre singoli geni.
Per arrivare a questa affascinante conclusione, i due si sono messi ad esplorare proprio il “junk DNA”, assieme a linguisti e genetisti, partendo dall´idea che tutto il DNA umano, oltre ad essere responsabile della struttura del nostro corpo, servirebbe anche come elemento di comunicazione o iper-comunicazione, l´iper-comunicazione è uno scambio di dati a livello di DNA mediante il codice genetico.
Dato che tale codice possiede una struttura che è alla base di tutte le lingue umane, vengono naturalmente trasportate anche informazioni superiori capaci di emergere alla coscienza umana dove verranno interpretate. Per dimostrare questa teoria, hanno applicato le regole sintattiche (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantiche (lo studio del significato delle parole) e le regole base della grammatica allo studio del DNA, che secondo loro agirebbe proprio come un linguaggio.
Questo, secondo i ricercatori, spiegherebbe il misterioso insorgere del Logos e della coscienza nell´essere umano.
Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev, membro dell´Accademia russa delle scienze e dell´Accademia delle scienze di New York, ed i suoi colleghi hanno invece analizzato le qualità vibrazionali del DNA, ovvero le sue frequenze. E sostengono che la sostanza del DNA (se considerata nel tessuto vivo) reagisce alle onde elettromagnetiche, sia luminose che radio, se vengono utilizzate quelle giuste. Questo spiegherebbe perché per il nostro DNA reagire alle frequenze (onde sonore) del linguaggio sarebbe perfettamente naturale.
I ricercatori del gruppo di Mosca sostengono inoltre di aver creato delle tecniche per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e onde radio per riparare i difetti genetici senza interventi invasivi. Arrivando persino a riprogrammare le cellule e trasformare, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra.
I ricercatori russi dicono anche di aver scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei “tunnel spaziali”, equivalenti nel mondo del micro ai cosiddetti “ponti Einstein-Rosen” del mondo del macro.
I ponti di Einstein-Rosen, si chiamano così perché furono teorizzati da Einstein quando lavorava a Princeton con Nathan Rosen negli anni ’30. I due scoprirono che le equazioni della relatività proposte dal fisico tedesco Karl Schwarzschild rappresentavano i buchi neri come in un ponte tra due regioni dello spazio-tempo, ovvero un collegamento tra aree distanti nell’universo, attraverso i quali si può trasmettere, in teoria, al di fuori del continuum spazio-temporale, perfino da un Universo ad un altro.
Scoperte russe su DNA e ipercomunicazione (1) – By Marco Stefanelli
Saggi vedici, guru e maestri spirituali sanno da migliaia di anni che il nostro corpo è programmabile col linguaggio, le parole e il pensiero. Tutto questo adesso è stato provato scientificamente in laboratorio e spiegato da vari ricercatori.
Il DNA umano agisce come una versione biologica di Internet ma è superiore a quello artificiale in molti modi.
La ricerca russa più recente spiega direttamente o indirettamente i fenomeni come chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e remote, tecniche di affermazione, auree e luci inusuali attorno alle persone (maestri spirituali), l’influenza della mente sui modelli temporali e molto altro. In aggiunta, ci sono evidenze per un nuovo tipo di medicina in cui il DNA può essere influenzato e riprogrammato con parole e frequenze, senza sezionare e sostituire i singoli geni.
Le sequenze di DNA “scarto” sembrano linguaggio parlato.
Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine. E’ questa la parte del DNA di cui si interessano i ricercatori occidentali, è stata esaminata e catalogata. Il restante 90% della molecola è considerata “scarto”.
I ricercatori russi, invece, sono convinti che la Natura non sia così sciocca. Hanno messo insieme linguisti e genetisti in una avventura per esplorare questo 90% di DNA “scarto”. I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionari!
In base alle loro scoperte, il DNA umano non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati e informazioni.
I linguisti russi hanno rilevato che il codice genetico, specialmente nel 90% “scarto”, segue le regole del nostro linguaggio umano. Hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui le parole sono messe assieme per formare frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole di base della grammatica ed hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono la normale “grammatica” e con le stesse regole del nostro linguaggio. D’altronde, i linguaggi umani non sono apparsi per coincidenza, ma come riflesso dei modelli ereditari nel nostro DNA.
Il DNA può essere modificato da modelli sonori e dal linguaggio parlato
Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev ed i suoi colleghi hanno anche esplorato il comportamento vibrazionale del DNA. In sintesi, il concetto di fondo è stato: “I cromosomi vivi funzionano come un computer olografico, usando radiazioni laser endogene nel DNA”. Hanno provato, ad esempio, a modulare certi modelli di frequenze (suono) in un raggio tipo laser, che ha influenzato la frequenza del DNA e questo ha modificato da solo l’informazione genetica.
Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA. Si possono usare semplicemente parole e frasi del linguaggio umano!
Questo è stato provato scientificamente. La sostanza viva del DNA (nel tessuto vivo, non in vitro) reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio e anche dalle onde radio, se viene usata un’appropriata frequenza (suono).
Tutto questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possano avere un effetto tanto potente sugli esseri umani e i loro corpi. E’ completamente normale e naturale per il nostro DNA reagire al linguaggio.
I modelli del DNA possono essere trasmessi ad altri organismi
Mentre i ricercatori occidentali estraggono un singolo gene dal DNA e lo inseriscono da qualche altra parte, i russi hanno creato un dispositivo che influenza il metabolismo cellulare attraverso frequenze radio e luminose, riparando anche difetti genetici. Inoltre hanno catturato i modelli informativi da una particolare molecola di DNA e li hanno trasmessi ad un’altra. Le cellule sono state così riprogrammate con un genoma diverso.
Hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra semplicemente trasmettendo il modello di informazione del DNA. Tutte le informazioni necessarie per creare una salamandra sono state trasmesse in una rana senza effetti collaterali o disarmonie come quelle causate dall’asportare e reintrodurre singoli geni dal DNA.
Questo metodo rappresenta una affascinante rivoluzione che potrebbe cambiare il mondo: semplicemente applicando una vibrazione (frequenze sonore) e il linguaggio, otteniamo un effetto di clonazione senza usare l’arcaica procedura del “taglia e incolla”.
Questo esperimento punta all’immenso potere della genetica ondulatoria, che ovviamente ha un’enorme influenza sulla formazione degli organismi e sui processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sapevano da secoli che il nostro corpo è programmabile dal linguaggio, dalle parole e dal pensiero.
Ora è scientificamente provato e spiegato. La frequenza però deve essere quella giusta e questo è il motivo per cui non tutti hanno uguale successo o possono sfruttare effetti della coscienza con lo stesso livello di forza. Ogni individuo deve lavorare sui suoi processi interiori e di sviluppo per poter stabilire una comunicazione cosciente col DNA. Più è sviluppata ed elevata la coscienza dell’individuo, meno è necessario l’utilizzo di dispositivi artificiali ed ognuno può raggiungere più facilmente da solo i risultati.
Iper-comunicazione ed energia del “Vacuum”
Gli scienziati russi hanno scoperto che il DNA può creare modelli invisibili e strutturati nell’energia del vuoto nello spazio, questo crea i cosiddetti wormholes magnetici (buchi di verme) a cui si riferiscono gli studi di Garjajev e Poponin sul fenomeno da loro chiamato “Effetto DNA Fantasma”. I wormholes sono l’equivalente dei cosiddetti ponti Einstein-Rosen nelle vicinanze dei buchi neri che si manifestano dopo la “morte” delle stelle. Questi sono tunnel di comunicazione tra diverse aree dell’universo, tramite i quali l’informazione può essere trasmessa fuori da spazio e tempo.
Il DNA attrae bit di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di iper-comunicazione (telepatia, channeling, ecc.) è più efficiente in stato di rilassamento nel cosiddetto stato alpha. Lo stress, le preoccupazioni o l’iperattività intellettuale blocca il successo dell’iper-comunicazione o comunque le informazioni ricevute vengono totalmente distorte, diventando inutili.
In Natura l’iper-comunicazione viene applicata con successo da milioni di anni. La vita organizzata degli insetti lo prova pienamente. L’uomo moderno la conosce solo al suo livello più basso come “intuizione”. Possiamo però riacquistarla pienamente.
Ci si riferisce qui agli studi dei “campi morfogenetici” come documentati per primo dal Dr. Rupert Sheldrake. Un esempio in Natura lo si ha quando l’ape regina viene separata dalla colonia, le restanti api operaie continuano a costruire seguendo il piano prestabilito.
Se la regina però viene uccisa, tutto il lavoro della colonia si ferma. Nessuna ape sa cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i “piani di costruzione” indipendentemente da spazio e tempo, attraverso la coscienza di gruppo. L’importante è che sia viva.
Negli umani l’iper-comunicazione si osserva quando una persona ottiene all’improvviso un’informazione che è fuori dalle sue conoscenze di base come documentato nel libro “L’intelligenza in rete nascosta nel DNA” di Grazyna Fosar e Franz Bludorf(2). Questa iper-comunicazione viene considerata come una ispirazione o una intuizione, come avviene per esempio durante la canalizzazione in stato di ipnosi e di trance.
Negli umani, spesso si ha un fenomeno di iper-comunicazione quando improvvisamente si ha accesso ad informazioni al di fuori della propria conoscenza personale. Questa iper-comunicazione transpersonale viene descritta come ispirazione, intuizione o trance. Lo psicologo Carl Jung definiva queste esperienze come “sincronicità” e per spiegarle faceva ricorso alla sua teoria dell’ “inconscio collettivo”.
Il compositore italiano Giuseppe Tartini, sognò una notte che il demonio sedeva al suo fianco, suonando il violino. La mattina dopo Tartini fu capace di appuntarsi il brano esatto presente nei suoi ricordi. Lo intitolò La Sonata del Trillo del Diavolo.
Per anni, un infermiere di 42 anni ha sognato una situazione in cui era connesso ad una specie di CD-ROM colmo di informazioni. Informazioni verificabili di ogni tipo immaginabile gli vennero trasmesse e fu capace di ricordarsene al mattino. Si trattava di un fiume di informazioni pari a quelle di una intera enciclopedia. La maggioranza di queste erano fuori dalla sua cultura di base e raggiungevano un dettaglio tecnico di cui non sapeva assolutamente nulla.
Esistono molti altri esempi. Il grande matematico Srinivasa Ramanujan espose formule matematiche a fine ‘800 così avanzate che vengono ancora usate nella fisica iper-dimensionale. Quando gli venne chiesto come ci riuscì, disse che semplicemente che le ricevette dalla “Dea Namakkal” nei suoi sogni.
Diversi bambini prodigio sembrano seguire questa linea, sviluppando incredibili abilità fin da giovanissimi.
Questo tipo di fenomeni non sono stati ancora adeguatamente spiegati, come persone con problemi cognitivi mostrano incredibili talenti. Nel film “Rain Man” di Dustin Hoffman si parla proprio di questo.
Tutti questi casi di iper-comunicazione, secondo i ricercatori russi si possono spiegare attraverso l’esistenza di ponti energetici, che si formano a livello del DNA, dei veri e propri buchi neri genetici, che trasmettono e ricevono mediante le onde elettromagnetiche prodotte dalla coscienza, sia in forma di pensieri che di parole. D’altronde, l’idea che la coscienza e il pensiero influiscano sulla materia non è poi così bizzarra. Che i nostri corpi producano delle aure elettromagnetiche è risaputo, sono state anche misurate. L’armonia del corpo su un piano strettamente fisico è armonia elettro-chimico-magnetica.
L’antica filosofia cinese taoista fonda i suoi principi sull’esistenza di un’energia chiamata Chi, la quale è formata da due componenti: Yang (energia, +) e Yin (materia, -), l’una non può esistere senza l’altra. Tutto l’esistente è dato dalle interazioni di Yin e Yang. In fisica vige la definizione di energia data da Einstein con la celebre formula della relatività: E=mc2 (Energia=massa per velocità della luce al quadrato). La formula indica chiaramente come materia ed energia siano strettamente connesse, se non persino due aspetti della stessa realtà. Tutto ciò che esiste è formato da materia (massa) ed energia. Anche l’uomo. Ogni cosa differisce da un’altra perché il suo insieme particolare è diverso; ogni cosa è diversa perché particolari e differenti sono le masse e le energie che la compongono.
La teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia.
La meccanica quantistica, che studia gli atomi e le particelle che compongono la materia, in seguito ne ha evidenziato la natura ondulatoria.
Generalmente immaginiamo queste particelle (protoni, elettroni e così via) come piccolissime sfere, ma in realtà esse hanno proprietà paradossali. Hanno caratteristiche vibratorie, ondulatorie, cioè in pratica sono oscillazioni nello spazio, non molto diverse dalla luce e dai campi elettromagnetici. Il fisico e chimico dell’Ottocento, Michael Faraday, che aveva intuito il concetto di “campo” in fisica, disse: “Nell’universo esistono solo campi matematici di forza”.
Se prendiamo una bussola, vediamo che l’ago si rivolge verso Nord, perché è immerso nel campo magnetico terrestre.
Le onde radio, Tv o dei telefoni cellulari sono dei campi, in questo caso elettromagnetici, che si propagano alla velocità della luce.
Un campo fisico ancora più comune è quello della gravità: un sasso lasciato a mezz’aria cade a terra poiché siamo immersi nel campo gravitazionale terrestre. Le particelle sub-atomiche non sono sfere o corpuscoli ma piuttosto dei “campi fisici”, qualcosa di più “immateriale” rispetto a quello che abitualmente immaginiamo.
A questi livelli l’energia implicita nella materia si manifesta in una forma più pura, più sottile, come un codice o un’informazione.
Il concetto di informazione però implica il concetto di mente e di consapevolezza, e poiché noi siamo esseri coscienti dotati di mente che vivono nell’universo materiale, dobbiamo essere connessi in qualche modo con questi campi fisici fondamentali.
(1) Dati e informazioni parzialmente tratti da Vernetzte Intelligenz – von Grazyna Fosar und Franz Bludorf / L’intelligenza in rete nascosta nel DNA – Il legame genetico che ci mette in comunicazione con tutto l’Universo, di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, Macroedizioni, 2006.
(2) Von Grazyna Fosar und Franz Bludorf – fosar-bludorf.com
Tratto da: amadeux.net
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Altri particolari sulla “Wavegenetic” o Genetica ondulatoria – 28 Set. 2013
Peter Piotr Gariaev, è famoso per la scoperta del cosiddetto “effetto fantasma del DNA”, lavora con un team di genetisti e linguisti a Mosca e in Canada, ed è uno dei fondatori della Genetica Ondulatoria.
La ricerca e’ portata avanti sin dai primi anni ’90 dall’équipe russa guidata dal Prof. Piotr Petrovic Gariaev, biofisico e biologo molecolare, membro dell’Accademia delle Scienze Russa e dell’Accademia delle Scienze di New York.
Di tale gruppo fanno parte biologi, genetisti, embriologisti e linguisti (!). Il primo aspetto interessante è la tipologia di DNA su cui si è concentrata. È di dominio pubblico che il DNA sia al centro dei meccanismi di produzione delle proteine costituenti i “mattoni” degli organismi viventi, nonché “vettore” delle informazioni specifiche per tale produzione, quelle derivanti dalla specie e dalla familiarità.
In tali funzioni è però coinvolto solo il 10% della totalità di DNA. Il restante 90% è considerato “junk”, spazzatura, cosa che può lasciare francamente perplessi (*). Su tale “spazzatura” si sono indirizzate le indagini del gruppo russo.
Prima di tutto vorremmo risalire alle esperienze fatte dal biofisico tedesco Fritz Albert Popp sul fenomeno dei biofotoni.
Si è constatato che ogni organismo vivente emette una debole radiazione luminosa, visibile in camera oscura e solo se opportunamente rinforzata.
Questa radiazione si è scoperto essere sempre più forte all’inizio dell’esperimento, dopodiché, in un breve periodo, decade fino a raggiungere un livello stabile di emittanza, più basso (*). Si è dunque supposta la capacità, da parte dell’organismo, di immagazzinare luce, ma in che modo?
(*) L’emittanza [radiant emittance] è la capacità di un corpo di emettere energia per ogni suo cm2 di superficie; è cioè il flusso radiante generato da ogni cm2 e si misura in Watt/cm2 (cfr. http://pwhux.tin.it/apexrol/energiar.htm ).
La caratteristica forma a doppia elica allungata della macromolecola di DNA lo renderebbe un’ottima antenna per la ricetrasmissione di onde elettromagnetiche.
In effetti, dagli esperimenti compiuti dai russi, il DNA, sottoposto a radiazioni elettromagnetiche, si comporta come quello che in fisica è definito “oscillatore armonico”. La misura dell’efficienza di tali dispositivi è detta “qualità di risonanza”, ed è tanto maggiore quanto minore è la perdita di energia, espressa appunto con le oscillazioni, nel tempo dopo averla ricevuta (*). Il DNA risulterebbe essere, in questo, di gran lunga superiore agli oscillatori realizzati in laboratorio. In tal senso il DNA si comporterebbe come un superconduttore (**), ma alle normali temperature corporee.
Tale comportamento si esplica anche nei confronti di quel particolare insieme di onde elettromagnetiche che noi chiamiamo “luce”. Nello specifico, la frequenza di oscillazione del DNA è di 150 MHz più tutte le sue armoniche, tra cui rientra anche la luce visibile.
(*) Un grossolano esempio di oscillatore può essere un semplice pendolo. Dopo aver ricevuto l’impulso energetico della spinta si mette in movimento. Quanto più a lungo si mantiene in movimento tanto più alta si può definire la sua efficienza, o “qualità di risonanza”.
(**) Superconduttori sono quei materiali che, a temperature prossime allo 0 assoluto (-273°C), sono in grado di condurre energia con dissipazione pressoché nulla.
Riassumendo, la molecola di DNA, investita di radiazioni elettromagnetiche di opportuna frequenza è in grado di:
– condurle con la minima dispersione e,
– come oscillatore, di continuare ad emettere energia per lungo tempo dopo averla ricevuta.
Il secondo punto importante coinvolge i linguisti presenti nel team di Gariaev. Individuate le basi semantico-sintattico-grammaticali fondamentali comuni a tutti i linguaggi umani, compresi quelli artificiali (es. quelli informatici), le hanno confrontate con le regole di codifica del codice genetico, e hanno riscontrato delle impressionanti somiglianze.
Il terzo punto che ci preme sottolineare è il tipo di risposta vibrazionale che fornisce il DNA sottoposto a radiazioni.
È stata infatti individuata una vibrazione in uscita di tipo solitonico. Il solitone è una particolare forma d’onda individuata già nel XIX° secolo ma, data la sua complicata non linearità, è stata descritta solo grazie al computer. La sua principale caratteristica è la grande persistenza nel tempo e nello spazio, che la rende un ottimo vettore di informazioni.
Dalla somma di questi dati si può giungere ad un’immagine piuttosto nuova del DNA. Se fino ad ora questa molecola era stata vista come uno scambiatore di informazioni di tipo esclusivamente biochimico, e, conseguentemente, trattato come tale, ad esempio in campo biomedico, queste ricerche lasciano intravedere la possibilità di interagire con il DNA in altri modi (*).
(*) Anche i trattamenti radioterapici, che pure utilizzano impulsi elettromagnetici, possono essere considerati chimici, in quanto puntano alla distruzione delle cellule tumorali tramite la degradazione dei legami chimici molecolari. La cancerogenicità di certe radiazioni è stata fin qui attribuita alla loro influenza sugli stessi legami.
Il principale “mezzo di comunicazione” messo a punto dai ricercatori russi è uno speciale apparecchio laser denominato PLR (polarization laser radiowave).
Senza voler entrare in dettagli tecnici peraltro a noi poco familiari, la caratteristica principale di questo strumento è la capacità di polarizzare, tramite specchi laser, una ben determinata frequenza laser (632.8 nm), trasformandola in onde radio.
Da questa serie di esperimenti è risultato che:
1) materiale cromosomico (*), sottoposto a PLR è in grado di immagazzinare e interpretare i messaggi trasportati dalle onde radio.
*) Il cromosoma è il costituente del nucleo cellulare, ed è composto di DNA.
2) tale materiale è in grado esso stesso di riprodurre questo processo, in quanto emittente fotoni e polarizzante gli stessi in onde radio, adoperando i cristalli liquidi di cromatina come specchi laser.
Tramite PLR si è verificata sperimentalmente la possibilità di “rivitalizzare” la capacità germinativa di semi colpiti da radiazioni a Chernobyl. Altri esperimenti, condotti con apparecchiature simili da altre équipe, avevano prodotto modificazioni transgeniche in embrioni di gallina introducendo caratteri genetici di anatra.
L’altra sorprendente conclusione a cui sono giunti gli scienziati russi è che tali segnali-onda si propagano nello spazio-tempo in modalità di tipo nonlocale-quantico, secondo l’effetto Einstein-Podolsky-Rosen (EPR) (*).
(*) Tentiamo di descrivere sommariamente uno dei più affascinanti dilemmi della fisica. I tre grandi scienziati sopra citati avevano tentato, con il paradosso EPR, di confutare le basi della Meccanica Quantistica (MQ), la quale sostiene che in un sistema fisico di tipo quantico non sia possibile misurare contemporaneamente tutte la variabili, perché la misurazione di una di esse, ad esempio la posizione di una particella subatomica, ne influenza automaticamente un’altra, ad esempio il momento (principio di indeterminazione di Heisenberg). Nell’esperimento paradossale si supponeva di scindere il sistema S in due sottosistemi S1 e S2.
Secondo la MQ, dal momento che le grandezze misurabili nel sistema originale non possono variare nei due sottosistemi, e dal momento che ci sono “accoppiamenti” di variabili influenzantisi reciprocamente, la misurazione di una di queste in S1 doveva avere una risposta nella variabile accoppiata in S2.
Questo non poteva essere, secondo i tre, perché avrebbe violato il principio di causa-effetto, in assenza evidente di connessione spaziale tra i due sottosistemi.
Ora, sperimentalmente si è verificato che questo paradosso in realtà si realizza (naturalmente le interpretazioni variano, a seconda dei punti di vista delle diverse scuole). Ad ogni modo, sulla base di quello che oggi viene chiamato effetto EPR, si sono effettuati con successo esperimenti di teletrasporto, sia di particelle subatomiche come fotoni (presso l’Istituto di Fisica Sperimentale di Vienna da Anton Zeiliger), sia, e questo ci interessa più da vicino, di luce laser quantizzata, presso la Australian National University.
Per dettagli: Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia, settembre 2002.
Quest’ultimo punto è di rivoluzionaria importanza. Permette infatti di ipotizzare che il materiale genetico di un organismo vivente formi un ologramma (*), in cui ogni unità cromosomica funge da biochip, che emette e riceve simultaneamente tutto l’insieme di informazioni riguardanti l’esistenza nello spazio e nel tempo di quell’organismo, organizzandole in un “testo”, scritto con lettere corrispondenti alle basi nucleotidiche (**). Questo “testo” è, naturalmente, dinamico: essendo formato da un flusso di informazioni variabili, esogene ed endogene, deve continuamente correlarle tra loro al fine di garantire l’adattabilità e, in ultimo, la sopravvivenza dell’individuo.
(*) Ologramma: sistema di memorizzazione fotografica in 3D. Vi sono due caratteristiche particolarmente interessanti: una lastra olografica conserva il suo contenuto informativo in ogni sua parte, ovvero spezzando in più parti la lastra è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale con una diminuzione del dettaglio. Altra caratteristica è la possibilità di memorizzare sulla stessa lastra più ologrammi orientando diversamente il raggio laser. Queste caratteristiche sono attualmente allo studio per la creazione di supporti per la memorizzazione di massa. (Tratto da Wikipedia.org)
Nel nostro caso, visto che l’immagine varia nella dimensione temporale, si considera un ologramma in 4D.
(**) Adenina, guanina, citosina e timina per il DNA. Nell’RNA quest’ultima è sostituita dall’uracile. La sequenza di un gene è descritta da triplette di queste basi chiamate “codoni”. Ad ogni codone corrisponde un amminoacido, l’unità fondamentale della proteina. Questo per quanto riguarda la proteinosintesi ma, come abbiamo già fatto notare, la molecola di DNA si allunga ben oltre…
Questo è lapalissiano, se vogliamo, ma uno dei quesiti della biologia è legato al tipo di vettore utilizzato da queste informazioni.
Ci sono dei dubbi sul fatto che i normali messaggi di tipo elettrochimico che viaggiano sul sistema nervoso siano in grado di assicurare da soli l’efficienza e la velocità nello scambio di una enorme mole di informazioni complesse come quelle dei biosistemi superiori.
In più, questa memoria olografica darebbe ragione di altre perplessità, sorte più o meno recentemente in aree “non allineate” del mondo scientifico, sui processi evolutivi. La classica visione darwiniana, basata sulla completa casualità della selezione naturale, non spiega a fondo come:
1 – si sia potuto giungere alla attuale grande varietà e complessità di forme viventi sulla base delle sole mutazioni genetiche casuali (infatti la biologia insegna che la riproduzione da parte dei geni tende ad essere il più fedele possibile, e a ridurre al minimo le mutazioni; altri eventi accidentali, causanti mutazioni, non possono essere per definizione considerati sufficientemente frequenti);
2 – come tali mutazioni possano essere andate con tale frequenza nella giusta direzione evolutiva;
3 – come possano averlo fatto in tempi relativamente brevi (*).
(*) Tutti dovrebbero conoscere il famoso cubo di Rubik, un puzzle tridimensionale in cui ogni faccia è composta di 9 cubi più piccoli. Scopo del gioco è allineare i cubi più piccoli in modo che ogni faccia abbia lo stesso colore. Il matematico Frank Hoyle ha ipotizzato che un uomo cieco, per risolvere il puzzle, avrebbe bisogno di 5*10^14 giri. Ipotizzando un giro al secondo sarebbero necessari 126 miliardi di anni , un lasso di tempo superiore all’esistenza dell’universo. Se si aiutasse il cieco con dei sì o no, se la caverebbe con 120 giri, un paio di minuti.
Teniamo presente che si tratta di allineare soltanto 64 cubi, non 3. 1 miliardi di nucleotidi come nelle stringhe di DNA.
Secondo l’evoluzionismo corrente, la selezione si sarebbe mossa come il cieco…
L’idea di una “quasi coscienza”, che potremmo definire di tipo informatico, in grado di dirigere le variazioni genetiche sulla base delle variazioni ambientali (un “testo” che varia in base al “contesto”), potrebbe dare una risposta a questi interrogativi. Non si vuole, ovviamente, rigettare l’idea di selezione naturale, ma ipotizzarne una forma “auto-guidata”.
Infine, e non vogliamo spingerci oltre, si aprirebbe una prospettiva del tutto nuova nello studio del rapporto tra soma e psiche.
Sarebbe lecito considerare quest’ultima come “elaboratore informatico” che, oltre a ricevere e processare gli stimoli provenienti dall’esterno dell’individuo, ne ricava anche il “testo” della sua esistenza organica, oltre che psicologica? Si potrebbe, in altre parole, configurarla come l’ologramma di cui abbiamo prima parlato ?
Non passa giorno, si può dire, senza che i canali di divulgazione scientifica proclamino la scoperta di questo o quel gene, o proteina, o ormone, che sta all’origine di un dato sentimento. Sinceramente, questa ci sembra che sia disinformazione (*).
Su cosa sta all’origine di cosa, ne siamo fermamente convinti, la scienza è ben lungi dall’aver dato una risposta definitiva.
Non dimentichiamo mai che alla base dei principi universali della termodinamica c’è l’assunto che qualunque sistema tende sempre ad uno stato di equilibrio al livello energetico più basso possibile.
Non dimentichiamo, inoltre che l’entropia, cioè il disordine, universale, tende costantemente all’infinito, e solo a prezzo di un dispendio energetico è possibile creare e mantenere, e per un periodo limitato, un sistema ordinato. La vita, anche nelle sue forme più elementari, può in tal senso considerarsi un’autentica eresia (**). Figuriamoci nelle sue forme più avanzate.
(*) Anche se non sapremmo sempre dire con esattezza se debba essere imputata al giornalismo o alla fonte scientifica…o a tutt’e due.
(**) O un miracolo. Dipende da che faccia della medaglia si vuole guardare…
Lo “sforzo” che un organismo deve fare per sintetizzare una molecola al solo fine di generare un sentimento o un’emozione ci parrebbe ingiustificato, considerando che altre forme di vita piuttosto evolute anche socialmente, pensiamo a certi insetti, dei sentimenti fanno benissimo a meno (per quel che ne sappiamo…).
Un modello come quello olografico appena presentato potrebbe forse dare ragione della complessità del sistema neuro-psico-fisiologico umano, interpretandolo come un continuum olistico in cui ogni parte è profondamente interrelazionata con tutte le altre.
A conclusione di questo rapido e certamente impreciso excursus ci preme, per amore dell’equilibrio e della logica, sottolineare che gran parte delle fonti a cui abbiamo attinto sono di “seconda mano”. Abbiamo rintracciato alcuni articoli scritti direttamente da Gariaev e dal suo gruppo, corredati da una nutrita bibliografia, che però sono molto specialistici. Per una nostra predilezione abbiamo cercato di trarre il massimo degli spunti da questi ultimi, nei limiti delle nostre possibilità di comprensione. Questo perché gran parte degli altri articoli reperiti recava un impronta new age e semplicisticamente divulgativa da cui abbiamo preferito discostarci (*).
(*) Cfr. per es. Grazyna Fosar e Franz Bludorf, Vernetzte Intelligenz, 2001, opera presentata sul sito www.fosar-bludorf.com , nonché un loro articolo del 2004 ridotto in italiano all’indirizzo http://www.dentrolanotizia.com/n/283.php [10/6/2011: link non più attivo].
Gli autori sono del tutto inattendibili, citano persino i famigerati «archivi segreti del Vaticano»!
PUBMED, uno dei più grandi archivi di pubblicazioni medico-scientifiche, non reca traccia di queste ricerche, come abbiamo potuto constatare personalmente.
Molto interessante è una lettera aperta dello stesso Gariaev, datata luglio 2005, in cui oltre a esporre per sommi capi le sue teorie, fa cenno a difficoltà nel reperire fondi per continuare i suoi studi e denuncia un certo oscurantismo nei suoi confronti da parte della comunità scientifica. Il sito da cui la si può scaricare è:
http://www.powertoshare.com/forums/practicalspirituality/posts/2041.html
Altre fonti:
http://www.sisbq.org/genomicaondulatoria.html
http://eng.wavegenetic.ru/index.php?option=com_content&task=view&id=2&Itemid=1
http://www.awakeandempoweredexpo.com/blog/russia-love-dr-peter-gariaev-linguistic-wave-genetics
http://www.emergentmind.org/gariaev06.htm
http://www.self-managing.net/genetica/zip.htm – Volnovaja genetika [«genetica ondulatoria»], che presenta e permette di scaricare parecchi articoli sia in cirillico che in inglese. [1/8/2010: link non più attivo]
http://www.self-managing.net/genetica/Engl.htm – Volnovaja genetika, presentazione in inglese. [1/8/2010: link non più attivo]
http://www.emergentmind.org/gariaevI2.htm – Peter P. Gariaev, George G. Tertishny, Katherine A. Leonova, The Wave, Probabilistic and Linguistic Representations of Cancer and HIV, Journal of Non-Locality and Remote Mental Interactions Vol. I Nr. 2 (maggio 2002) http://www.emergentmind.org/gariaevI3.htm – P.P.Gariaev, G.G.Tertishny, A.M. Iarochenko, V.V.Maximenko, E.A.Leonova, The spectroscopy of biophotons in non-local genetic regulation, Journal of Non-Locality and Remote Mental Interactions Vol. I Nr. 3 (ottobre 2002).
http://www.emergentmind.org/gariaev06.htm – P.P. Gariaev, M.J. Friedman, E.A. Leonova-Gariaeva, Crisis in Life Sciences. The Wave Genetics Response, Journal of Non-Locality and Remote Mental Interactions Vol. IV Nr. 1 (aprile 2006).
http://www.emergentmind.org/Sidorov06.htm – Lian Sidorov, DDS & Kevin Chen, Ph.D. MPH, Biophysical Mechanisms of Genetic Regulation: Is There a Link to Mind-Body Healing?, Journal of Non-Locality and Remote Mental Interactions Vol. IV Nr. 1 (aprile 2006).
http://www.rialian.com/rnboyd/life.htm [10/6/2011: link non più attivo] – The Physics of Life, (c) Robert Neil Boyd, che rimanda a Volnovaja genetika.
http://www.rialian.com/rnboyd/dna-wave.doc [10/6/2011: link non più attivo] – Peter P. Gariaev, Boris I. Birshtein, Alexander M. Iarochenko, Peter J. Marcer, George G. Tertishny, Katherine A. Leonova, Uwe Kaempf, The DNA-wave Biocomputer, 2001 Fourth International Conference Computing Anticipatory Systems, Journal of Computing Anticipatory Systems,10, 290-310.
http://www.aif.ru/online/health/483/02_01?comment – Argumenty i fakty – sono citati parecchi articoli di Gariaev, alcuni dei quali in inglese (in cirillico). [1/8/2010: link non più attivo]
http://www.rexresearch.com/gajarev/gajarev.htm – Vari articoli di e su Gariaev.
http://paradigmshiftnow.net/paradigm_shifting/twm.doc – The DNA PHANTOM EFFECT: Direct Measurement of A New Field in the Vacuum Substructure di Vladimir Poponin, collaboratore di Gariaev.
Quindi per riassumere, la quintessenza della teoria del genoma ondulatorio, può essere rappresentata così:
– l’apparato genetico è considerato un bio-computer quantistico, che utilizza le strutture verbali del DNA, del RNA e delle proteine, per la gestione dell’organismo;
– questo bio-computer genera onde acustiche ed elettromagnetiche (suono e luce) per trasportare l’informazione 4D usata dai biosistemi;
– Il DNA è un’istruzione-testo che gestisce l’organismo;
– Il ruolo del DNA-spazzatura (junk) è in realtà, strategico, perché codifica la struttura e le funzioni degli organismi viventi secondo i tre fondamentali principi: linguistico, olografico e non locale.
Il punto di vista dominante rispetto alla genetica e alla biologia molecolare, invece dice:
– l’apparato genetico funziona puramente come una struttura materiale;
– tutte le funzioni di controllo genetico di un organismo occupano il 2% circa del DNA, il restante 98% è considerato “junk DNA”, che non esegue funzioni genetiche.
In sostanza, la genetica ondulatoria stabilisce il primato dell’attività energetico-informazionale, opposta alla biochimica.
Questo principio, quando sarà accettato dalla linea ufficiale (per il momento Gariaev ha non pochi contestatori anche in patria), trasformerà radicalmente la scienza genetica.
Le scoperte degli scienziati russi:
I maestri spirituali hanno sempre saputo che il nostro corpo può essere programmato con la parola e con il pensiero. E ora questo è provato anche dalla scienza.
Il genoma umano funziona come una versione biologica di Internet. I recenti esperimenti degli scienziati russi spiegano fenomeni come la chiaroveggenza, l’intuizione, la guarigione a distanza, l’auto guarigione, l’efficacia delle affermazioni, l’influenza della mente sui patterns meteorologici e molto altro ancora. Inoltre, si sta sviluppando la nuova medicina che riprogramma la molecola del DNA, con l’aiuto della parola e delle frequenze, senza l’estrazione/cambio dei singoli geni.
Il DNA “”spazzatura ricorda il linguaggio umano:
Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine, ed è proprio questa parte del DNA che è stata studiata e catalogata dagli scienziati occidentali.
Il restante 90% della molecola è considerata scarto o “spazzatura”.
Essendo convinti che la Natura non poteva essere così sciocca, gli scienziati russi hanno messo insieme genetisti e linguisti per studiare il DNA-spazzatura.
Ed i loro risultati sono rivoluzionari: il DNA non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati ed informazioni.
Il DNA spazzatura, gli alcalini del nostro DNA, seguono la normale grammatica e le regole del linguaggio umano. Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA, basta parlargli !
Questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possono avere un effetto tanto potente sugli esseri umani. La sostanza viva del DNA nel tessuto vivo, reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio, ma anche dalle onde radio.
L’effetto fantasma:
E’ stato scoperto che il DNA funziona come una spugna che assorbe la luce: Gariaev mise una molecola di DNA in un contenitore di quartz, e vide che assorbiva tutti i fotoni di luce, conservandoli poi sotto forma di una spirale. Noi non siamo abituati a pensare alla luce come a qualcosa che può essere conservato; la luce vola nello spazio a velocità incredibile. Anche le piante non sono capaci di conservare la luce durante la fotosintesi, e la trasformano subito in clorofilla.
Che cosa conserva quindi la luce nel DNA ? Come si conserva, e perché ?
Quando Gariaev tolse il DNA dal contenitore, si accorse che laddove fino a poco tempo prima si trovava la molecola del DNA, la luce continuava ad esistere sotto forma di spirale. Come si spiega questo fenomeno ?
L’unica spiegazione razionale e scientifica è questa: esiste un campo di energia che si unisce al “DNA fantasma”, al “doppio energetico” del DNA.
Questo “fantasma” mantiene e conserva la luce.
Stando a questa scoperta, tutto il nostro corpo deve avere un suo doppio energetico, un campo informazionale che detta alle nostre cellule il lavoro da fare.
Anche dopo essere stato coperto dall’azoto liquido, il “fantasma” non muore: prima sparisce, ma poi ricompare entro 5-8 minuti. Per quanto tempo continua a vivere il “fantasma” ? Per circa 30 giorni.
Quindi noi tutti possediamo un doppio energetico, il quale interagisce con un campo energetico sconosciuto alla scienza tradizionale, che denominiamo il “campo della Fonte”. Ad esempio, se in questo momento voi siete seduti sulla sedia leggendo queste righe, ma poi vi alzate e ve ne andate altrove, il vostro doppio energetico continua a comporre piccole spirali di luce laddove eravate seduti, entro trilioni di molecole di DNA, per almeno 30 giorni ancora.
Ebbene, Gariaev è riuscito persino a misurare questo nostro “doppio”: assomiglia ad un perfetto ologramma del nostro corpo.
Il DNA conserva, trasforma ed emana una luce armonica:
Il lavoro del ricercatore “Fritz Albert Popp” (fisico teorico dell’università di Marburg in Germania) è strettamente collegato con le ricerche di Gariaev.
Infatti trattando il benzopirene – una sostanza altamente cancerogena – con una luce ultravioletta, scoprì che questo assorbiva la luce, per poi emanarla, ma con un’altra lunghezza d’onda, assolutamente innocua per un organismo vivente. Scoprì anche che altre 37 sostanze chimiche, tra cui alcune cancerogene, trasformavano in quel modo la luce ultravioletta.
Tutte queste sostanze assorbivano una luce avente una lunghezza d’onda pari a 380 nanometri, e poi la trasformavano. Evidentemente, la luce con quella lunghezza d’onda risultava molto importante per la salute. In seguito Popp scoprì che se una cellula, morta al 99%, riceveva un impulso con quella stessa lunghezza d’onda, era capace di risorgere in brevissimo tempo. Dunque si ipotizza, che quando l’energia della Fonte entra nella nostra realtà misurabile, lascia la sua firma elettromagnetica con la lunghezza d’onda di 380 nm.
Popp suppose che uno degli aspetti chiave del funzionamento del DNA, fosse proprio la capacità di conservare e di emanare luce, tesi confermata più tardi da Gariaev. Popp aveva anche scoperto che tutto ciò che vive, emana fotoni di luce armonica simile ad una luce laser.
Così succede che quando siamo stressati, cominciamo a perdere i fotoni di luce, senza accumulare la luce complementare.
Questo è molto importante, dal momento che sappiamo che molte malattie sorgono a causa dello stress: provando emozioni negative noi perdiamo la luce che si conserva nel DNA delle nostre cellule. Quindi, per ripristinare la salute, dobbiamo ricaricare il DNA.
Ma se è solo lo strato esterno dell’epidermide ad essere sottoposto alla luce, come fa essa a penetrare negli strati profondi del corpo? Possono i nostri pensieri e le nostre emozioni influenzare la quantità di luce che entra? Forse i fotoni di luce arrivano direttamente dalla Fonte, la quale è strettamente collegata alla coscienza ?
Il DNA reagisce alla coscienza umana:
Le spirali di DNA di una cellula morta sono staccate, ma esse si ricollegano quando la cellula cerca di riparare un danno (ossia cerca di guarire, quando riceve i virus/esosomi preparati dalle cellule sane per aiutare quelle malate).
“Glenn Rein”, dell’Università di Londra, aveva collocato un campione di DNA umano vivo in acqua distillata, esponendolo poi all’influenza mentale di un gruppo di persone.
Ne risultò che le persone aventi un’attività cerebrale armonica, riuscivano ad influenzare di più la struttura del DNA, mentre le persone molto eccitate o di cattivo umore, creavano uno spostamento della luce ultravioletta che il DNA assorbiva, (alla lunghezza d’onda di 310 nm, molto vicina ai 380 nm di Popp).
Dunque se ne dedusse che i pensieri riuscivano a procurare dei cambiamenti chimico-fisici nella struttura della molecola del DNA, a scollegarla e ricollegarla, e che poteva inoltre esserci anche un collegamento tra pensieri rabbiosi e crescita di tessuto cancerogeno.
Le persone quindi riuscivano ad influenzare il DNA solo se lo volevano veramente. Inoltre la distanza non aveva nessuna importanza: una persona stando a Mosca poteva scollegare e ricollegare le spirali del DNA che si trovavano nel laboratorio di Rein in California, a migliaia di km di distanza.
Secondo Rein, la chiave per armonizzare l’attività cerebrale ed influenzare il DNA, è l’amore. Si pensa che il “campo della Fonte” crei il DNA-fantasma e conservi la luce nella molecola del DNA. Si pensa anche che il pensiero cambi prima il DNA-fantasma e solo dopo avvengano dei cambiamenti nella molecola fisica. Si pensa che l’Amore sia la caratteristica più importante dell’energia della Fonte.
Per la prima volta abbiamo una definizione scientifica dell’Amore (armonia): significa una maggiore organizzazione, e quindi scambio informazionale, che porta ad una maggiore strutturazione, una maggiore cristallizzazione delle molecole, delle cellule, dei campi energetici nei nostri corpi. Più siamo armonici, più siamo cristallizzati, più amore circola. E come evidenziano alcune ricerche, questo influenza direttamente lo stato della Terra.
Trasformazione genetica e guarigione:
La luce del laser è molto armonica ed è altamente strutturata. Durante alcuni esperimenti si vide che l’informazione raccolta dal laser, dopo essere stato inviato su alcune cellule sane, riusciva a guarire delle cellule malate.
Sfruttando l’effetto “non locale”, Gariaev scoprì inoltre che questo processo funzionava anche a distanza. Già nel 2005 il ricercatore aveva comunicato che con queste tecniche era possibile far crescere i denti e fermare il processo d’invecchiamento.
Rese così noti i risultati positivi ottenuti curando una donna anziana, che era stata caricata dell’energia che conteneva il sangue di suo nipote di 10 anni. Secondo il modello di Gariaev, il DNA del bambino conteneva le firme energetiche dei suoi antenati, ma in una configurazione giovane e sana.
Questo prova che tutto ciò che ci serve è l’informazione codificata, ma per ottenerla non serve il tessuto vivo, perché il codice informazionale si può ottenere tramite la luce armonica. Anche noi saremmo in grado di aiutare le altre persone, gli animali, le piante ecc. se solo riuscissimo ad armonizzare i nostri pensieri. Solo così miglioreremmo la nostra capacità di “centrare” il “campo della Fonte”, per accedere ai codici della vita, che ivi si trovano.
Il DNA è collegato all’energia del “vuoto”:
Secondo gli scienziati russi, il DNA può creare dei patterns invisibili nel vuoto cosmico, creando così nell’Universo dei collegamenti/tunnel, capaci di trasmettere l’informazione al di là del tempo e dello spazio (ipercomunicazione). L’ipercomunicazione esiste nella natura da milioni di anni (i campi morfogenetici) e noi possiamo accedervi attraverso l’intuizione o l’ispirazione.
Le applicazioni pratiche della genetica ondulatoria – le matrici della guarigione:
Una delle principali applicazioni delle ricerche russe, è la messa a punto di principi di correzione dello stato bio-chimico-fisiologico dell’organismo umano, allo scopo di ritardarne l’invecchiamento.
Il raggio di un bio-computer quantistico, sonda un campione di DNA (una goccia di sangue contenente cellule staminali). Avviene quindi una sorta di scansione/lettura, attraverso la quale il bio computer legge in tempo reale l’informazione ondulatoria, polarizzata, delle cellule e dei tessuti dell’organismo.
Di fatto, la funzione svolta dal bio-computer quantistico, è la stessa svolta dalla cellula nei confronti del proprio apparato genetico. Proprio l’informazione polarizzata è il principale fattore della gestione dell’organismo. In seguito questa informazione viene convertita in una banda di lunghezza d’onda ampia, comprese le onde radio.
Le matrici che utilizzano le onde ampie dell’irradiazione elettromagnetica, rappresentano il fattore che spinge il soggetto a ritornare allo stato giovane.
Una “matrice” così ottenuta può essere trasformata in un file audio (mp3) che conserva l’informazione ottenuta. Questi file mp3 rappresentano dei “bio-regolatori acustici” dell’organismo umano.
Nel laboratorio di Gariaev sono stati così preparati alcuni programmi registrati su CD, relativi alla correzione del sistema immunitario; dei processi metabolici della circolazione, delle ossa e del cervello; relativi al campo oncologico; alla correzione del processo di invecchiamento, ecc.
Tutti questi programmi sono tuttavia strettamente individuali. In seguito il paziente deve soltanto ascoltare la registrazione dei “rumorini” registrati sui CD, prima di andare a dormire, oppure durante il sonno, anche con delle cuffie, per qualche settimana. Durante questa cura è inizialmente possibile un breve “aggravamento omeopatico”.
Fonte: radionicaesoterico-scientificarussa.blogspot.it – Tratto e Rivisto da: Fisicaquantistica.it e da: superzeko.net
CERVELLO Radiotrasmittente
Si può paragonare il cervello ad una stazione radio, trasmittente e ricevente, il quale per mezzo del DNA delle sue cellule nervose, le cui antenne sono principalmente i cromosomi che sono un avvolgimento a spirale di un “cavo” biologico” (DNA), galleggiante in liquidi, per cui omnidirezionale, che permette la trasmissione o ricezione di qualsiasi tipo di “onda-frequenza” esistente nell’universo, dalle sotto infrarosse alle ed oltre le ultraviolette… a bassissima potenza, intensità e voltaggio, che sono di difficile intercettazione/rilevamento, salvo con attrezzature elettroniche particolari, utilizzate ad esempio nella tecnica di medicina naturale denominata appunto BioElettronica, e l’Etere dello spazio e’ l’onda portante come il mare porta le barche…e la modulazione della portante è dovuta alle variazioni all’interno di essa e/o per le “interferenze” create dall’informazione che essa può contenere e/o trasportare di essa (portante).
Quindi e però il cervello non è solo trasmittente, nel caso dell’immaginazione creativa, il cervello funge anche da ricevente, così come può ricevere gli stimoli di pensiero.
http://www.radiomarconi.com/marconi/prunai/
Gli odierni piloti dei caccia da militari supersonici, hanno dei caschi che ricevono e trasmettono le onde cerebrali emesse od inviate al cervello del pilota il quale sono pensando è in grado di pilotare l’aereo…
http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/caschi_f35.shtml
Ecco i campi emessi dal cervello del Cuore: vedi cervello_del cuore
https://antoniovaccarello.wordpress.com/luomo-e-unantenna/
http://www.lastoriavariscritta.it/dna-un-sistema-biologico-ricetrasmittente/
http://www.segnidalcielo.it/scienziati-scoprono-il-luogo-dellanima-allinterno-del-cervello-umano/
Quando il cervello viene stimolato, o sottoposto ad una alta dose di vibrazioni, esso diviene più pronto a ricevere il pensiero-frequenze che gli proviene da sorgenti esterne, questo processo avviene attraverso le emozioni, positive o negative.
Attraverso le emozioni quindi si possono incrementare le vibrazioni del pensiero.
E’ possibile modificare la sintonizzazione del cervello.
L’azione di piante psicogene e’ quella di ridurre od alterare la “taratura” del cervello sulle frequenze dell’ossigeno e del carbonio, che si ottiene con sostanze congeniali ad essa (endoprodotte) e con il pH adatto del liquido cerebrale, in quanto il cervello e’ un organo ricetrasmittente con e di qualsiasi “frequenza-vibrazione-onda” esistente nell’universo, per cui alla nascita esso si “tara” si sintonizza per ricevere solo le onde-frequenze che sono atte a mantenere in vita in questa dimensione l’essere che e’ nato, come una radio od una TV che una volta sintonizzata sulla frequenza di una certa stazione radio o TV, riceve solo quella.
Con queste erbe e/o con sostanze es. minerali tossici (es. quelli dei vaccini -alluminio, mercurio ecc., anche sottoforma di nanoparticelle, che creano anche e non solo l’autismo….), chimiche e/o psicofarmaci, oltre che con certe erbe, che gli sciamani sanno utilizzare, e’ possibile “Disintonizzare” il cervello dalla apposita e normale taratura autoregolata alla nascita per cui esso diviene immediatamente disponibile a riceve le altre frequenze esistenti nell’universo di qualsiasi dimensione esistente e presente.
Infatti nei casi di pre-morte (NDE . Vedi chi siamo) ad esempio, la riduzione della quantità di ossigeno presente nella circolazione sanguigna cerebrale, “dissintonizza e stara” il cervello il quale si “risintonizza” su altre frequenze di altre dimensioni parallele per cui le rivela e quindi il soggetto vede, sente, percepisce cose, persone, voci, che provengono dal cosiddetto al di la’ che e’ in un’altra dimensione….
E noto che la stessa cosa avviene agli alpinisti quando sono in carenza di ossigeno in alta quota, essi possono vedere, sentire, percepire, ecc., altri esseri in altre dimensioni.
La stessa cosa la si ottiene con sostanze chimiche tipo gli stupefacenti i quali a seconda del tipo di sostanza chimica permettono la sintonizzazione di nuove stazioni trasmittenti di qualsiasi tipo !
Per cui la cosiddetta “pazzia” null’altro e’ che una di-sintonizzazione dal qui ora per la “staratura” del cervello dalle sole frequenze di questa dimensione, che raggiungono, per vari motivi, ma sempre per intossicazioni da metalli tossici, sostanze chimiche o droghe.
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Il premio Nobel Luc Montagnier afferma che la possibilità di comprendere la natura dei segnali elettromagnetici provenienti dal DNA dei batteri potrà cambiare in futuro l’approccio della medicina alle malattie, spostando l’attenzione sugli aspetti fisici e chimico-fisici del funzionamento dell’organismo. – Italy, Milano – 30 Set. 2009
Lo ha spiegato il premio Nobel Luc Montagnier, nel suo intervento al convegno “Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro” a Milano, Italy.
“Il DNA del genoma della maggior parte dei batteri patogeni – ha detto lo scienziato francese – contiene spezzoni che risultano capaci di generare onde elettromagnetiche a frequenza molto bassa, fino a 2 mila Hertz”. Lo studio di questi segnali, secondo Montagnier, “può aprire la strada allo sviluppo di sistemi di rilevamento estremamente sensibili per scoprire, ad esempio, infezioni batteriche croniche in diverse malattie”.
VIBRAZIONI del DNA – Il Premio Nobel ha affermato: “Abbiamo rilevato gli stessi segnali elettromagnetici di spezzoni di DNA batterico nel plasma sanguigno di pazienti colpiti da Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e artrite reumatoide: ciò potrebbe far ritenere che infezioni batteriche siano presenti in tali malattie”.
Uno studio illustrato al convegno milanese da Piergiorgio Spaggiari, direttore degli Istituti Ospitalieri di Cremona, dimostra che l’utilizzo dei campi magnetici a bassa intensità migliora il trattamento nella sclerosi multipla.
Inoltre, segnali elettromagnetici possono essere generati – secondo Montagnier – dall’RNA di virus quali l’Hiv, l’ influenza A, l’epatite C. Al momento, lo scienziato sta verificando gli stessi risultati su un particolare tipo di carcinoma polmonare.
Cio’ significa che il DNA è in grado di emettere e di trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del Dna stesso. Frequenze che in passato, nel corso di un esperimento, furono trasformate in suoni.
La voce del Dna. Insomma, il Dna “comunica” all’acqua che memorizza e divulga il messaggio.
E’ stato Montagnier a scoprire che alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del Dna stesso.
Che cosa significa questo ?
“Innanzitutto, spiega il Nobel, che si potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà “informativa” dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla, Artrite reumatoide e le malattie infiammatorie, immunodepressione, influenza, ed epatite, “informano” l’acqua del nostro corpo – acqua biologica – della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi “letti” e decifrati”.
Nel regno animale, l’acqua rappresenta una quota compresa tra il 90-95% negli organismi inferiori e il 70-80% in quelli superiori, uomo in testa. E all’interno delle strutture biologiche, l’acqua si può trovare sia come una molecola sia in forma combinata.
In realtà, l’acqua ha ancora molti “segreti”, potendo per esempio agire come fattore di risonanza magnetica all’interno delle cellule e riuscire a modificare la sua concentrazione in funzione dell’invecchiamento.
Commento NdR: ….ci voleva Luc Montagnier per parlare di questi che sono FATTI, ma egli non capisce ancora e non è mai troppo tardi, che non sono solo i batteri che emettono segnali elettromagnetici, ma anche tutte Proteine Virali (virus/esosomi), i micro organismi tipo i parassiti, ed anche TUTTE le sostanze esistenti in natura, essendo composte da atomi (spazio/tempo curvo su se stesso in vibrazione frequenziale) emettono segnali elettromagnetici, rilevabili con appositi strumenti bioelettronici; inoltre Egli si dimentica e forse NON sa, che di Tutto ciò la Medicina Naturale ne parla da sempre !
Energie elettromagnetiche e di informazione
La mancanza di una teoria biologica che corrreli le due principali forme di energia – elettromagnetica e di Informazione – ci ha portato a ritenere che solo il DNA contenga informazione per la sua particolare codificazione delle sequenze proteiche.
Tale concezione che conduce a considerare che l’informazione genetica sia una casualita’ peculiare non prende in minima considerazione il rapporto complementare tra l’Acqua e la Vita e cioe’ la relazione più completa tra forma ed Informazione. (1)
Sappiamo che il DNA non può mantenersi ne riprodursi se non è immesso in una soluzione acquosa, ciò in quanto l’acqua con i suoi legami a ponte di idrogeno sostiene e rende stabile la ricostruzione del DNA mediante un interscambio ad elevata frequenza dei “ponti ad Idrogeno”. Inoltre l’interazione di ciascuna base delle 4 che generano le sequenze del DNA è diversa per ciascuna delle basi e tali interazioni possono essere comunicate e recepite a distanza come segnali di comunicazione all’interno delle cellule per coordinare le attività tra DNA ed enzimi proteici, ovvero per programmare la “apoptosi” delle cellule mediante lo scambio di comunicazioni a distanza tra DNA Nucleare e DNA Mitocondriale. (2),(3)
Più di recente un esperimento condotto al Premio Nobel per la Medicina (2008) Luc MONTAGNIER ha comprovato che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza a distanza in soluzioni acquose altamente diluite, nelle quali per la successiva aggiunta dei componenti elementari del DNA, viene a riprodursi per induzione di risonanza a distanza l’ esatta struttura del DNA (4)
Già gli esperimenti sull’ acqua attivata del prof Giorgio Piccardi (1962), portavano a riconoscere che l’acqua nelle temperature dove e possibile la vita va considerata un quasi-cristallo capace di assumere alcune specifiche conformazioni (NdR: forme di struttura molecolare) che potevano essere “attivate” da campi elettromagnetici producendo peculiari proprietà di “memoria”.(5)
Per capire teoria ed esperimenti innovativi, in vero quello che dovremo cambiare non e’ la memoria dell’acqua, ma la nostra memoria che spesso ci impedisce di capire ciò che la natura creativa con tutta evidenza ci permette di comprendere, se il nostro cervello non fosse condizionato da vecchie ed obsolete cognizioni. (6)
Biblio on Line:
(1) – http://www.egocrea.net/La_Scienza_della_Qualit%C3%A0_nella_BIO-Quantum_PHYSICS.pdf
(2) – http://www.edscuola.it/archivio/lre/dna_come_antenna_biologica.htm
(3) – http://www.wbabin.net/science/manzelli.pdf
(4) – http://www.unimib.it/upload/gestioneFiles/redazioneweb/eventi/montagnier.pdf
(5) – http://www.edscuola.it/archivio/lre/acqua_attivata.htm + http://www.direnzo.it/dett_libri.php?recordID=8883232749
(6) – http://www.youtube.com/watch?v=b3RBtwZz0zg&feature=player_embedded
By Paolo Manzelli – pmanzelli.lre@gmail.com
+ www.edscuola.it/lre.html
Quindi e di fatto il DNA è un sistema biologico ricetrasmittente, che si autoinforma ed informa ad ogni istante l’organismo intero di ogni essere Vivente e quindi tutte le sostanze, batteri, parassiti interni, ma non solo, esso intercomunica anche con l’ambiente esterno e con le informazioni dell’UniVerso.
I protoni (idrogenioni) dei legami a idrogeno del DNA si spostano continuamente da una base nucleica di una catena –
http://en.wikipedia.org/wiki/File:DNA_chemical_structure.svg – a quella complementare dell’altra.
Poiché le cariche elettriche in movimento producono onde elettromagnetiche, ecco che ogni specifico DNA eucariotico, batterico o virale si potrebbe individuare dalla sua forma d’onda, esattamente come sostiene la Medicina Naturale e recentemente molti altri ricercatori.
L’onda elettromagnetica emessa è diversa quando il DNA è svolto e trascritto – catene separate:
http://en.wikipedia.org/wiki/File:Simple_transcription_elongation1.svg – rispetto a quando è compattato, e ancor più quando è in replicazione –
http://en.wikipedia.org/wiki/File:DNA_replication_en.svg
Pertanto per via elettromagnetica sarebbe forse anche possibile stabilire se certi geni sono attivi o repressi.
Il DNA nucleico funge, esattamente come quello dei Virus/esosomi, da antenna a banda larga che seleziona le informazioni che viaggiano sulla portante del campo elettromagnetico generato da cellule specializzate in questo caso nell’area cerebrale al fine di informare il sistema biologico di qualsiasi accadimento positivo o negativo, interno od esterno.
Queste informazioni, attraverso un codice leggibile ed interpretabile dai meccanismi cellulari grazie all’antenna DNA, provocheranno quindi reazioni biochimiche di vario tipo nelle cellule specializzate poste nei vari organi ed apparati, da quelle di allarme a quelle sessuali, da quelle metaboliche a quelle riparative, e così via dicendo.
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DNA antenna – Era post genomica
La frontiera produttiva dell’ invisibile la: NANO-BIO-ELETTRONICA
Conoscere il passato per progettare il futuro e un detto che prevede una continuità del sapere ormai illusoria. Le vecchie concezioni lasciano oggigiorno rapidamente il passo a nuove scoperte e nuove teorie che modificano profondamente modelli cognitivi della scienza e della cultura moderna.
Il sequenziamento del genoma umano ottenuto dalla Celera-Genomics nel 2003, ha definitivamente aperto una profonda rivoluzione nella comprensione nelle “scienze della vita”.
Il paragone tra la lunghezza del genoma umano, con quello dei corredi genetici di esseri viventi assai meno evoluti, ha messo in evidenza che la sequenza dei ribonucleotidi nel DNA è assai minore nell’ uomo che non ad es. negli anfibi e nei rettili.
Quindi non e più possibile associare la lunghezza del genoma alla evoluzione della complessità che caratterizza la evoluzione di un organismo vivente. Inoltre la similarità delle sequenze genomiche di specie altamente diverse quelle tra l’ uomo, il moscerino delle frutta, non permette più di considerare il DNA come il detentore unico dei caratteri di informazione che sono necessari ma non sufficienti per determinante la bio-diversità nell’ albero della evoluzione della vita.
Recenti studi hanno messo in evidenza che la percentuale del DNA destinata a codificare le proteine e’ estremamente ridotta, mentre la quantità della Molecola di RNA (trascrittoma che è solo una ipotesi), a cui e’ stato attribuito il compito di trascrivere l’ informazione genetica , è enormemente piu’ elevata, cosi che il complesso delle molecole di RNA che e’ solo una ipotesi) è stato chiamato RNA-WORD. In particolare il RNA – Ribosomatico rappresenta 80% del RNA cellulare e la sua funzionalità nell’assemblare e regolare la composizione delle proteine, non e stata ancora completamene chiarita. Inoltre alcune sezioni di RNA, possono reintegrarsi nel DNA mutando reversibilmente la propria composizione.
Quindi diventa comprensibile il percheéci sia cosi poca differenza del patrimonio genetico tra esseri viventi cosi distanti nell’ albero della vita; infatti non sono soltanto le sequenze codificanti finalizzate a produrre proteine a fare la differenza evolutiva, ma l’intero sistema di regolazione che governa la differenziazione della informazione biologica.
Le proteine stesse sono responsabili di molteplici processi di sviluppo del regolamento metabolico delle informazione biochimica circolante in una cellula.
La funzionalità di una proteina infatti non dipende esclusivamente dalla successione degli amminoacidi codificata dalla azione di trascrizione di sezioni del “DNA-CODIFICANTE” (che è circa il 2% del Totale), né dalla successiva azione di traduzione dei vari Rna-World, la quale in ultima analisi genera il polipeptide proteico lineare.
Infatti la funzionalità dei patterns attivi di ciascuna proteina dipende dal ripiegamento tridimensionale (Folding), proprio in quanto questa puntuale organizzazione tridimensionale delle proteine, genera la organizzazione funzionale di domini proteici distinti, con modalità del tutto indipendenti dalla codificazione indotta dal materiale genetico.
Il controllo del “ Folding” strutturale delle proteine e’ affidato ad altre proteine con azione enzimatica (Operoni) del tipo Chapeiron ( accompagnatore), le quali controllano anche la stabilita proteica, in funzione della particolare scadenza temporale di sviluppo del metabolismo cellulare.
Lo studio delle funzionalità proteiche nella regolazione dei flussi di informazione cellulare, capaci di assolvere alla varie funzioni vitali di ogni cellula, e stato chiamato “Proteomica” (prendendo a modello la parola Gnomica).
Ma c’è di più:
intere Sequenze di DNA possono essere trasposte in senso diretto (Trasposoni) ed inverso (Retroposoni) , ed è stato calcolato che nel genoma umano circa il 45% e’ composto da tali sequenze mobili dette, LINE, SINE a seconda che gli elementi nucleari intessersi siano Lunghi (Long) o corti (Short).
Tali trasposizioni possono modificare riarrangiamenti del DNA, che avvengono più spesso nelle sezioni considerate “non-codificanti” (ovvero: Junk –DNA); tali trasposizioni sono ottenute sia per spostamento delle sequenze nucleotidiche nello stesso Cromosoma, ovvero per ricombinazione tra frequenze omologhe tra i cromosomi paralleli degli organismi diploidi ( “Cross –Over” tra i doppi cromosomi contenuti nel nucleo delle cellule eucariotiche) .
Pertanto nell’ ERA POST GENOMICA, osservando la dinamica dei processi di informazione biologica della intera cellula, dove neppure la sequenza del DNA non è più statica, essendo variamente ricomponibile, ci assilla più di un dubbio sulle conoscenze acquisite, ciò perché non è evidentemente più possibile considerare che gran parte del “DNA non-codificante” sia ancora da considerarsi “spazzatura fossile“.
Un modello teorico di “hopping” dei segnali di comunicazione cellulare.
“Cenni su DNA e la NANO-BIOELETTRONICA”
Quindi per rimettere le conoscenze biologiche nella giusta prospettiva dell’ Era Post-Genomica e favorire una nuova presa di coscienza sulle “scienze della vita”, bisogna innanzitutto riconoscere che la trattazione fino a oggi condivisa dalla scienza biologica, e’ stata troppo simile a quella di un sistema di produzione di proteine, visto attraverso un modello meccanico di una catena di montaggio di una tipografia.
L’ abbandono di tale modello biologico-meccanico, ormai in gran parte obsoleto, è quanto è proposto dall’ OPEN NETWORK for NEW SCIENCE, al fine di proporre un metodo di “Hopping” (letteralmente: saltellamento) della comunicazione modulata di segnali “fononici” trasmessi nelle bande di frequenza vibrazionale trasmissibili in un ambiente cellulare, con modalita’ capaci di evitare per risonanza la alterazione (noise) dei messaggi in un sistema a larga banda di bio-frequenze.
Nel vecchio paradigma delle Scienze Biologiche, il DNA è stato visto come un sistema parzialmente indirizzato alla codificazione delle Proteine, ma in tal modo non si è presa in considerazione la questione decisiva di come le attività di produzione protetica dovevano essere coordinate da un sistema di sequenziamento temporale assai preciso e puntuale.
Pertanto nel “Nuovo Paradigma delle Scienze della Vita”, diviene necessario ammettere che il sistema di codificazione genetica del materiale proteico debba essere inteso come complementare ad una nuova funzione del DNA.
Quest’ ultima può essere concepita come un sistema “bioelettronico in scala nanometrica ” capace di coordinare il metabolismo cellulare mediante la emissione a distanza di ” bio-fononi”, cosi da poter comunicare e regolare la informazione biologica di ogni cellula in un sistema vivente.
In tal modo il DNA invece di essere considerato in gran parte come JUNK-DNA – (DNA-Spazzatura ) in tutta la sua inutile lunghezza, viene altresì ad avere una complementare funzione bio-elettronica, capace di regolare il sistema dinamico della circolazione delle informazione biologica nelle cellula.
Il DNA quindi in base a tale modello teorico, non e più visto soltanto come la banca dati per la CODIFICAZIONE materiale delle sequenze Proteiche, ma anche come un sistema di comunicazione e coordinamento della bio-informazione, ciò e conseguenza diretta del fatto che ormai sappiamo che per eseguire la funzionalità di conservazione e riproduzione del codice genetico e’ con ogni evidenza necessaria, soltanto una piccola porzione del DNA codificante per proteine.
Per capire la funzionalità di comunicazione a distanza del metabolismo cellulare, la struttura a doppia elica del DNA può essere considerata come una “ ANTENNA RICE-TRASMITTENTE” capace di regolare, come sistema di controllo a più livelli di frequenza, tutto il ciclo temporale di informazione cellulare.
Probabilmente è proprio per avere una “duplice rete di sicurezza” nel caso che il controllo temporale fallisca, che gli organismi Eucarioti sono Diploidi.
Commento NdR:
Il DNA-Cromosomi, “attira”- riceve e/o trasmette “spinge”, questi “bit” di InFormAzione da e per la nostra Coscienza, attraverso gli atomi che compongono le sostanze stesse del DNA nei Cromosomi i quali si comportano come nanotubi ricetrasmittenti !
Infatti osserviamo, già dalle reazioni dell’ Orologio (CLOCK reactions), studiate per semplificare il Ciclo di Krebs, quale sia la importanza della regolazione temporale nella trasformazione molecolare di sistemi chimici dissipativi di calore.
Pertanto il modello del “DNA –ANTENNA” rende possibile comprendere come sia possibile regolare a distanza l’attività degli enzimi ed di altri prodotti intermedi del metabolismo (metaboliti) attivandoli ovvero , disattivandoli, mediante reazioni basate sulla reattività dei “bio-fononi”.
Varie sono infatti le possibili modalità di ricezione dei “segnali fononici”: infatti i siti attivi proteici, possono essere considerati come cavità ovvero membrane risonanti, capaci di attuare delle modificazioni strutturali dei siti attivi, che tramite un sistema di Hopping ad interferenza mininale , riescono ad attuare un completo sequenziamento temporale del metabolismo cellulare a seconda delle esigenze di continuo rinnovo proteico del sistema vivente.
Volendo approfondire questa importante questione del “DNA-Antenna”, è innanzitutto necessario comprendere che la biologia, come disciplina a se stante, si è limitata a descrivere come fosse possibile, mediante il codice genetico, riuscire a produrre il rinnovamento proteico durante il ciclo metabolico di una cellula.
Perseguendo tale primario obiettivo la descrizione biologica ha però perso di vista come il DNA dovesse avere la funzione di regolazione temporale del circuito di informazione cellulare.
Pertanto la impostazione disciplinare della biologia deve oggi assumere un ruolo trandisciplinare per capire alcuni elementi di elettrochimica molecolare relativi alla proprietà della doppia elica del DNA, quest’ ultima vista in qualità di una complessa nano-struttura di guida per la emissione di “Fononi” vibrazionali. (cioè di quegli elementi di comunicazione acustica , corrispondenti alle particelle di frequenza ottica detti “Fotoni” ).
Sappiamo che le proprietà di conduzione elettronica del DNA sono isolanti ; ciò e vero finché il DNA è statico; infatti la molecola di DNA e strutturata come un doppio polimero le cui polarità, in seguito alla sovrapposizione degli orbitali elettronici, vengono ad annullarsi reciprocamente nella struttura a doppia elica in seguito ad un fenomeno di resistenza diretta ed inversa.
La conducibilità elettronica del DNA viceversa cambia rapidamente (coinvolgendo, tutta la struttura del DNA), quando esso viene aperto e richiuso, per duplicazione, o per trasposizione di sequenze nucleotidiche. In tal caso la rottura dei legami a “ponte di H” corrisponde ad un effetto perturbativo capace di generare la emissione di segnali fononici, come conseguenza della polarizzazione dovuta all’ allargamento della banda di conduzione.
Tale emissione di onde vibrazionali determina una ritmica emissione di microonde vibrazionali, come conseguenza del fatto che la separazione delle coppie di base (AT = Adenina-Timina) provoca un polarizzazione di scissione della doppia elica relativa alla rottura di “due” ponti ad Idrogeno , mentre la separazione della altre due basi (CG = Citosina- Guanina), determina la frammentazione di “tre” legami a idrogeno provocando una emissione fotonica di diversa ampiezza. Inoltre la densità variabile di successione delle coppie (AT) e (CG ) lungo la struttura del DNA, determina una precisa modulazione del segnale vibrazionale il cui spettro viene recepito da opportuni siti attivi del RNA (che e’ solo una ipotesi)e dei Metabolici enzimatici ed altre proteine con funzionalità biologica rilevante nel metabolismo proteico.
Il sistema di HOPPING in una larga banda di frequenze è reso sincrono dal duplice controllo proprio delle cellule “diploidi” o “multiploidi”. In ogni caso anche nei sistemi “apolidi” propri delle cellule Procariote, il sistema cellulare realizza una propria disposizione alla ricezione di fequenze fononiche , in modo tale tale da reagire all’ impulso generato dalle onde vibrazionali emesse dal del DNA al fine di modificare la dinamica metabolica della cellula struttura in modo coerente ed interattivo con informazione genetica ricevuta dal “DNA-ANTENNA”.
In tal guisa la sincronizzazione temporale degli eventi metabolici può essere compresa in termini di una successione di eventi di comunicazione non casuali ma coordinati e sincronizzati nel tempo e nello spazio della dinamica di interazione della bio-informazione propria delle attività metaboliche di ogni cellula vivente.
Di questa nuova opzione scientifica sul funzionamento “nano-bioelettronico del DNA” ne abbiamo parlato più approfonditamente durante il SEMINARIO 13-NOV-2006 FIRENZE in PALAZZO STROZZI; cio ci permette di comprendere come lo sviluppo attuale delle cognizioni biologiche può anche superare ogni precedente sperimentazione relativa alla produzione di Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M), proprio al fine di dare sviluppo ad una nuova ed importante produzione di Organismi Biologicamente Avanzati ( in sigla O.B.A).
“Prima Parte introduttiva: presentata a Napoli il 20 /OTT/ 2006 ” .
By Paolo Manzelli: pmanzelli@gmail.com
– http://www.wbabin.net/science/manzelli.pdf
Tratto da: http://www.edscuola.it/archivio/lre/era_post_genomica.htm
vedi anche: http://www.egocreanet.it
BIBLIO ON LINE : O.B.A http://www.edscuola.it/archivio/lre/oba.htm
FOOD PROJECT AMETISTA
http://www.edscuola.it/archivio/lre/ametista.htm
Bio-informazione http://www.edscuola.it/archivio/lre/alu.htm
Tempo di catalisi:
http://www.edscuola.it/archivio/lre/tempo_di_catalisi.htm
Nell’Era post Genomica, si è quindi compreso che il DNA non può avere solo la funzione di codificazione della espressione proteica poiché per tale attività è sufficiente appena il 2% della intera successione di nucleotidi. Inoltre è necessario il controllo delle sincronia temporale tra la produzione proteica e le esigenze metaboliche della cellula. In seguito a ciò la genomica classica, per la quale il Dogma Centrale della Biologia è stato ritenuto valido, è ormai un
BLACK BOX, nel quale avvengono eventi dinamici di ricomposizione e ristrutturazione del DNA, che mettono in evidenza la necessita di capire quale sia la complementare funzione del DNA in relazione al controllo temporale dei complessi processi biochimici del metabolismo cellulare.
Al Seminario di Studi dell’OPEN-NETWORK for NEW Science del 13 NOV 2006 a Firenze, si è presentata la proposta di realizzare una Ricerca da presentare nell’ambito del Programma Europeo FOOD- AGRICULTURE & BIOTECNOLOGY, indirizzata a comprendere che il DNA pu ò essere caratterizzato come una ANTENNA-BIOLOGICA per la Trasmissione Trasduzione e Ricezione di segnali di frequenze biologiche a distanza al fine di effettuare un coordinamento dei segnali di informazione biologica che danno vita al sistema vivente. L’idea sviluppata nell’ambito dell’Open Network for New Science è stata quindi quella di esplorare come il DNA si comporti come una Antenna Rice-Trasmittente di segnali BIO-Fononici.
Sappiamo che il DNA oscilla tra un comportamento bio-elettrico statico, che corrisponde ad un carattere isolante di un bio-polimero, mentre quanto viene aperto per la traduzione dei codici genetici, il DNA, proprio a causa della rottura dei legami ad idrogeno (LEG-H), modifica il suo carattere di conducibilit à bio-elettrica in quello di un semiconduttore. Infatti le varie possibili conformazioni del DNA (A,B,Z), permettono di variare la apertura dei canali laterali che hanno la capacita di fare da guida ad emissioni direzionali di fononi.
Le aperture e chiusure ed ogni altra forma di rimodellamento della struttura del DNA, permettono quindi alla doppia catena polinucleotidica (cio è al DNA-denaturato per la Rottura dei LEG-H) di comportarsi come una_duplice guida _ riconfigurabile di segnali vibrazionali (Fononi), in modo tale che il DNA-ANTENNA, possa regolare a distanza le attività di centri di reazione risonanti emettendo impulsi modulati dal codice genetico.
La trasmissione di dati Fononici avviene quando i Legami ad H vengono rotti, sia tra le basi A-T (contenenti un Doppio LEG-H), che tra le basi C-G (tenute assieme da un Triplo LEG.H). Inoltre dato che la concentrazione A-T//C-G varia lungo il DNA, il segnale emesso viene modulato in modo differente a seconda delle differenti zone di apertura e chiusura del DNA.
Quando il DNA si apre, come se fosse una chiusura lampo, le due eliche si polarizzano (generando Bipolaroni) i quali, interagendo con i fononi (quanti vibrazionali), n é provocano una eccitazione, amplificano cos ì la potenza di trasmissione fononica a distanza del DNA-ANTENNA.
I ricettori della trasmissione di segnali generati dal programma genetico, sono i siti di riconoscimento e controllo che sono attivi del RNA, Enzimi e Proteine, quali elementi della co-evoluzione molecolare, che reagendo alla eccitazione fononica, possono accendersi o spegnersi agendo in guisa di interruttori molecolari.
Viceversa il DNA-Antenna pu ò essere considerato un sistema ricevente quandosi richiude (Anniling). Pertanto il Progetto DNA-ANTENNA si occuper à del controllo a Distanza della espressione genetica mediante bio-fononi nell’ambito della Trascrittomica ed inoltre della analisi di interazioni proteina-DNA nel quadro della Proteomica.
Il fatto che il DNA funzioni come antenna ricevente e stato recentemente dimostrato anche mediante esperimenti di controllo remoto di apertura della doppia elica realizzati dal Centro BITS & ATOMS del MIT Media Lab. L’esperimento _Remote Electronic Controll of DNA, consiste nell’accoppiare per induzione elettromagnetica il DNA ad una nano-antenna di metallo la quale viene investita da Radio Frequenze, l’antenna di metallo per induzione provoca la apertura del DNA nei suoi due filamenti in modo relativamente veloce, quindi tolta la emissione di Radio frequenze le due eliche del DNA si ricompongono rigenerando i LEG-H.
Quanto sopra è una prima conferma della ipotesi Teorica della FUNZIONE del DNA come ANTENNA BIOLOGICA che sar à alla base di un progetto di Ricerca Europeo, e coinvolger à studi di Fast-Spettroscopy nelle varie tipologie applicabili alla replicazione del DNA. Infatti la vecchia idea di una replicazione esatta e veloce del DNA non e corretta; pertanto una dinamica di replicazione ulteriormente rallentata rende possibile la attuazione di varie tipologie di analisi della replicazione tramite le quali sarà possibile confermare l’ipotesi teorica proposta da questa breve riflessione.
Infine sapendo che la regolazione trascrizionale è la espressione proteica indubbiamente gioca un ruolo cruciale nel controllo dei processi di sviluppo vegetali utili per migliorare la alimentazione e di molti altri caratteri di interesse agronomico, riteniamo che la Ricerca sul DNA-ANTENNA potrà successivamente essere utile per Migliorare gli Studi di Nutrigenonica nonché per modificare lo sviluppo delle BIOTECNOLOGIE, ponendo speciale attenzione al Settore Alimentare, cos ì da aprire una nuova prospettiva di sviluppo bio-tecnologico, tendente al un superamento ed al miglioramento delle attuali modalità di Produzione degli O.G.M., per dare sviluppo produttivo agli Organismi Geneticamente Avanzati (O.B.A).
In tal modo il Progetto DNA-ANTENNA vuol rispondere alla esigenza Europea di Costruire una societ à basata sulle conoscenze innovative di bio-economia, quale fondamento della strategia di Programmazione di: FOOD AGRICULTURE & BIOTECNOLOGY del 7 ° PQ (2007-2013).
By Paolo Manzelli – University of Florence
Ulteriore lettera del Prof. Paolo Manzelli
Cari colleghi,
la regolazione della espressione genetica, organizzata in modo che la produzione di proteine non ecceda la capacita di rinnovo necessaria al mantenimento di una cellula vivente, rappresenta una tematica a cui una parziale risposta e stata data del recente scoperta delle attività del RNA-i dove la (i) sta per interferenze.
Vedi in:
http://nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/2006/adv.html
A tal proposito l’ articolo suddetto fa ancora ricorso ad una insufficiente concezione meccanica della regolazione genetica .
Infatti si e notato come gli RNA-i sappiano individuare sequenze di RNA che è solo una ipotesi, a doppio filamento (RNA-ds) , cosi che in associazione con complessi proteici detti DICER e RISC, prima frantumano il RNA-ds, e poi lo riducono a RNA- micro con struttura a semplice filamento.
Questa scoperta e importante ed infatti gli e stato assegnato il Premio Nobel per la MEDICINA 2006.
In tal modo si ha un controllo della produzione delle proteine e cioè della espressione genetica tramite il cosi detto silenziamento o repressione genetica (quelling).
Tuttavia molte domande restano aperte perché non si individua ancora come avvenga la comunicazione in un sistema cellulare che fa si che l’RNA-i si trovi in una esatta collocazione spazio temporale per esprimerà la sua attività di regolazione della espressione genica nella cellula, ne come avvenga il riconoscimento del RNA a doppio filamento, e con quale affinità chimica si associ per tale azione di riconversione del RNA-ds ai complessi proteici DICER che spezza il RNA-ds in piccole sezioni e il RISC che riducono tali pezzi di RNA-ds a RNA-micro a singolo filamento.
La concezione di meccanismo senza un motore non e sufficiente perché manca di un programmazione spazio temporale progressiva, che non può essere casuale ma che necessita di un sistema di comunicazione.
Pertanto mi rivolgo ai denigratori dell’IPOTESI che ho recentemente espressa del DNA ANTENNA Rice Trasmittente di Bio-FONONI, perche le loro domande sono già risolte da lo studio dei sistemi di risonanza a radio frequenza, che ritengo siano applicabili anche alle onde sonore in un mezzo acquoso come l’ ambiente metabolico di una cellula vivente.
vedi in www.egocreanet.it ed in http://edscuola.it/lre.html
Nella mia relazione divulgativa ho solo cercato di far capire la esigenza di superare in biologia una logica meccanicistica, nella quale, anche a proposito della Energia si parla di quantità e mai si parla di distinzione delle qualità energetiche dispetto ai loro possibile riconoscimento biologico.
Pertanto sarà solo con chi vorrà dialogare apertamente senza inutili criticismi capaci solo di ripetere libri stampati ormai obsoleti, che potremo aprire una discussione finalizzata a risolvere il problema della comunicazione evolutiva vista nell’ottica dell’avanzamento delle scienze della vita. (anno 2006)
Cari amici di Egocreanet, come vedete dall’ articolo che vi invio da GENOME-WEB, http://www.genomeweb.com/blog/entangled-dna , certamente non sono il solo che tratta il DNA come una molecola Entangled, che contiene non solo le sequenze tridimensionali di informazione genetica da copiare e trasferire dagli RNA, ma anche una proiezione bidimensionale delle stesse contenuta nell’ interno della doppia elica , come Energia di informazione oscillante (Ei) che può essere comunicata simultaneamente a distanza come segnali a sistemi di ricezione similari quali il DNA mito ovvero gli enzimi operatori del tipo i chapeirons.
Vedi la nota in:
http://www.quantumbionet.org/admin/files/ENTANGLED-BONDS.pdf
Entangled DNA
Some physicists are suggesting that quantum entanglement — “the weird quantum process in which a single wavefunction describes two separate objects” — holds DNA together, reports the Physics arXiv Blog. The National University of Singapore’s Elisabeth Rieper and her colleagues developed a simple model of DNA in which the four bases are planar, positively charged nuclei surrounded by electron clouds and movement of those clouds relative to the nuclei create dipoles, and if they moves back and forth, a harmonic oscillation. According to the Physics arXiv Blog Rieper’s team then asks, “what happens to these oscillations … when the base pairs are stacked in a double helix?” A classical physics accounting of the energy holding DNA together, Rieper’s team says, isn’t enough as it is “energetically less favourable than the quantum correlations” and so they turned to quantum entanglement as a possible explanation. This work is “speculative but potentially explosive,” adds the Physics arXiv Blog.
DNA impigliato nell’Entaglement
Alcuni fisici stanno suggerendo che l’entanglement quantistico – “lo strano processo quantistico in cui una singola funzione d’onda descrive due oggetti separati” – tiene insieme il DNA, riporta il Blog arXiv Physics. Elisabeth Rieper dell’Università Nazionale di Singapore e i suoi colleghi hanno sviluppato un semplice modello di DNA in cui le quattro basi sono nuclei planari, caricati positivamente, circondati da nuvole di elettroni e il movimento di queste nuvole rispetto ai nuclei crea dipoli, e se si muove avanti e indietro, un’oscillazione armonica. Secondo il blog arXiv Physics, il team di Rieper si chiede quindi: “cosa succede a queste oscillazioni … quando le coppie di basi sono impilate in una doppia elica? Una contabilità di fisica classica dell’energia che tiene insieme il DNA, dice il team di Rieper, non è sufficiente perché è “energeticamente meno favorevole delle correlazioni quantistiche” e così si sono rivolti all’entanglement quantistico come possibile spiegazione. Questo lavoro è “speculativo ma potenzialmente esplosivo”, aggiunge il Physics arXiv Blog.
By Paolo Manzelli – Firenze (I) – Ago. 2010
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A riprova del DNA come ANTENNA:
Le nanoparticelle danneggiano il DNA a distanza – 20 Nov. 2009
Le particelle di cromo-cobalto possono causare danni al DNA anche se non entrano fisicamente in contatto con le cellule.
La scoperta su Nature Nanotechnology
Le nanoparticelle riescono a danneggiare il Dna di cellule protette da una barriera – costituita da membrane cellulari – senza doverla fisicamente oltrepassare, ma attraverso una cascata di segnali chimici.
Lo si legge su Nature Nanotechnology, in uno studio coordinato da Gevdeep Bhabra del Bristol Implant Research Centre (Gb), che porta alla luce un nuovo rischio legato alle nanotecnologie, ma anche l’opportunità di sfruttarle in un modo innovativo.
Ormai le nanoparticelle sono ampiamente utilizzate. In campo chirurgico, per esempio, sono parte integrante di protesi e impianti. Le ricerche condotte finora sui rischi delle nanoparticelle, però, riguardano soprattutto gli effetti di un’esposizione diretta, mentre molto poco si sa di cosa possa causare l’esposizione indiretta.
In questo nuovo studio, i ricercatori si sono chiesti se una barriera cellulare fosse in grado di proteggere le cellule dall’azione di nanoparticelle costituite da cromo e cobalto, presenti nei tessuti dei vestiti e nelle protesi ortopediche.
Bhabra e colleghi hanno quindi frapposto una barriera multistrato tra nanoparticelle di cromo-cobalto (in quantità migliaia di volte superiori a quelle con cui veniamo in contatto normalmente) e una coltura di fibroblasti umani (cellule del tessuto connettivo).
Sebbene le nanoparticelle non siano riuscite ad attraversare la membrana cellulare, i fibroblasti hanno subito mutazioni al DNA dieci volte di più rispetto ai fibroblasti di controllo. Secondo gli studiosi, l’effetto si deve ai segnali chimici tra la membrana cellulare e i fibroblasti. Interrotte le vie di comunicazione tra questi, infatti, il tasso di danni al DNA è tornato nella norma.
C’è però anche un risvolto positivo della scoperta: “Se la barriera del corpo umano lavora in questo modo, – si chiedono i ricercatori – possiamo far arrivare l’azione di nuovi farmaci alle cellule senza entrare fisicamente nel corpo ?”
Aspettando che nuovi studi diano una risposta a questa domanda, secondo gli autori al momento non c’è motivo di ritenere che le quantità di nanoparticelle a cui siamo esposti rappresenti un pericolo per la salute; lo studio deve però servire da monito affinché siano considerati tutti i rischi, anche quelli indiretti. (m.s.)
By Edoardo Capuano – Riferimento: DOI: 10.1038/NNANO.2009.313
Fonte: Galileonet.it
Commento NdR: le nanoparticelle sono utilizzate anche nei Vaccini e quindi producono anche mutazioni genetiche al DNA nei soggetti vaccinati !
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Costruisci la TUA Realtà !
Possiamo creare la nostra realtà, risanare i nostri corpi, influire sugli eventi !
Le ricerche di A. Petrov, G. Grabovoi e V. Zeland consolidano un nuovo concetto di realtà personale: un campo di informazione energetica continuamente modificato dai nostri pensieri e dalle nostre intenzioni.
Una pagina di base su come funzionano le tecnologie bioinformative russe
http://stefanocandela.it/2015/03/09/come-funzionano-le-tecnologie-bioinformative/
Una introduzione di base del lavoro di Arkady Petrov
http://stefanocandela.it/2015/03/09/petrov-e-la-rigenerazione-degli-organi
Il regno minerale è in corrispondenza con tutti i metalli (minerali) nel corpo fisico dei Viventi, fin nella struttura del DNA cellulare; i minerali si ritrovano ovunque negli organismi viventi ed i trattamenti terapeutici con i minerali rimettono in ordine le strutture perturbate dell’individuo, che si manifestano, con sintomi funzionali ed alterazioni per intossicazione, sopra tutto sulla funzionalità delle ghiandole endocrine che vengono riattivate alle loro normali funzioni.
Essi possono trovarsi sotto forma ponderale in certi settori dell’organismo ed in traccia in altri che, combinandosi con gli enzimi creano i metallo/enzimi oppure con delle molecole come quelle dell’emoglobina ed ancora a livello dell’informazione nel DNA.
I metalli ed i metalloidi, possiamo chiamarli “residui fossili cosmici”, che sono anche identificabili e presenti nell’organismo degli esseri viventi.
I lavori di Padre Etienne Guillé (“Le Langage Vibratoire de la Vie” – edition Du Rocher 1990) affermano che i metalli hanno ugualmente un’azione al livello del DNA legandosi alle basi e possono così modificarne l’informazione.
Il premio Nobel (nel 1981) Barbara McClintok, ha dimostrato con i suoi lavori che il DNA non era immutabile, ma che esso poteva subire delle mutazioni in funzione del terreno nel quale è inserito.
L’effetto Kevran: Negli anni 60 mentre faceva ricerche sul silicone, il professor francese Louis Kevran (scienziato) ha scoperto qualche cosa di straordinario a questo proposito. Ha trovato che il silicone si converte in calcio con un processo che ha chiamato “trasmutazioni biologiche.”
Questo effetto permette di comprendere come ogni sostanza anche con il suo Campo ElettroMagnetico specifico– CEM, introdotta nell’organismo e quindi anche i metalli, possono in virtù delle debole energie esistenti, modificare la propria natura ionica molecolare in altre nature e strutture e ciò in dipendenza del tipo di carica bio elettronica del terreno, (dei liquidi extra ed endocellulari) nei quali si ritrovano. Le micro onde modulate hanno anche una azione importante sulla cellula vivente in generale e quindi anche sul DNA.
Una onda radar per esempio è un’onda elettromagnetica. Si potrebbe pensare che la molecola la più sensibile a questo tipo di campo sia la molecola d’acqua (che per la sua geometria è un minuscolo dipolo elettrico); di conseguenza le cellule ed i tessuti viventi sono sensibili, più sono ricchi di acqua. Ciò è vero per le onde ad alta frequenza, non modulate.
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Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale
I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali.
Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s’innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri. Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico.
In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.
Nel libro “L’Intelligenza in Rete nascosta nel DNA”, (editore: Macro Edizioni) Grazyna Gosar e Franz Bludorf spiegano chiaramente e precisamente queste connessioni.
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Sarà possibile scoprire rapidamente gli autori dei delitti.
Un aiuto anche contro le malattie genetiche ?
MILANO – Si chiama «Lab-on-chip» ed è un laboratorio in miniatura racchiuso in pochi millimetri di silicio per fare l’analisi del Dna in meno di un quarto d’ora.
La società italo-francese StMicroelectronincs (StM), terzo produttore mondiale di semiconduttori, lo presenta oggi in anteprima mondiale a Filadelfia. E’ una piccola rivoluzione. Il nuovo chip è usa e getta, veloce ed economico, caratteristiche che permetteranno alla diagnostica medica e alla ricerca farmaceutica di abbreviare i tempi di analisi del DNA e abbattere i costi. «Si potranno individuare le malattie genetiche direttamente in ambulatorio, senza i ritardi dei laboratori e prezzi molto più bassi, o fare una valutazione in tempo reale nel corso di un’operazione. Le case farmaceutiche lo potranno usare per verificare l’ efficacia dei nuovi farmaci», sostiene Bruno Murari, direttore ricerca e sviluppo per telecomunicazioni, periferiche e auto di StM.
Il prezzo non è ancora stato stabilito, ma Murari ipotizza «qualche decina di dollari», contro un’analisi in laboratorio che può costare da 500 fino a 1.500 dollari.
Il nuovo chip potrà essere usato più facilmente da polizia e tribunali per scoprire in tempi brevi gli autori dei delitti. E c’è chi già immagina screening di massa per individuare alcune malattie genetiche.
Il chip-laboratorio è stato sviluppato a Cornaredo, vicino a Milano, ed è basato sulla tecnologia Mems (Sistemi micro -elettro -meccanici), usata per produrre chip di silicio per dispositivi miniaturizzati.
La moltiplicazione del Dna avviene all’interno di canali scavati nel silicio dal segmento di Dna presente nel campione, si può arrivare in uscita fino a un miliardo di copie. «Per la prima volta vengono integrate su unico supporto le due funzioni di amplificazione
(amplification) e individuazione (detection) del Dna. Invece di plastica o vetro, viene usato il silicio, materiale che ha il vantaggio di un’ottima conduttività termica, necessaria per il processo di moltiplicazione del Dna, e consente di sfruttare la tecnologia microelettronica.
Lasciando la strada aperta a nuove evoluzioni», spiega Murari. E non nasconde che per StM si apre una nuova frontiera di business. «Il mondo si muove in questa direzione. Quando il mercato abbraccerà i nuovi chip, arriveranno i volumi».
La conferma di un modello economico che, alla ricerca esasperata, preferisce l’uso di tecnologie spesso mutuate da altri campi e che non si rinnovano in tempi troppi veloci, puntando più su componenti usa e getta, quindi da sostituire di continuo, che su hardware costosi. Così da garantire un enorme ritorno sugli investimenti.
E Lab-on-chip è nato grazie all’esperienza delle stampanti a getto di inchiostro Hewlett Packard, per la quale StM in passato ha progettato i chip delle cartucce (ora ne produce 200 milioni all’anno). Dopo l’esperienza con l’inchiostro, perché non provare con i fluidi organici?, si sono chiesti tre anni fa gli scienziati di un laboratorio pubblico di ricerca francese (Leti). E hanno perciò chiesto a StM di collaborare con loro. «Ma poi siamo andati avanti per conto nostro».
Per ora è solo un prototipo. «Ma nell’arco di un anno saremo in grado di produrlo. Con dimensioni ancora inferiori», anticipa Murari. E prevede ulteriori evoluzioni: sullo stesso chip potrà essere inserita anche la separazione dei globuli bianchi dal sangue e la successiva scissione del nucleo per estrarre il Dna.
E probabilmente l’analisi del risultato al microscopio cederà il posto a quella fatta con il pc.
By Giuliana Ferraino – gferraino@corriere.it
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L’Epigenetica sta dimostrando che la dieta, il comportamento e l’ambiente possono influire sul nostro DNA e quindi anche sulla salute dei nostri discendenti.
Il biologo Bruce Lipton ed altri al suo passo arrivano a dire che credenze ed intenzionalita’ hanno la forza di modificare i nostri Geni.
L’Epigenetica riscriverà le regole della malattia, dell’eriditarietà e dell’identità.
L’Esperimento di Jirtle e Waterland
Nel 2000 Randy Jirtle, un professore di oncologia delle radiazioni presso la Duke University, e il suo studente di postdotto-rato Robert Waterland progettarono un esperimento genetico all’avanguardia dalla semplicità unica. Iniziarono con coppie di grassi ratti dal colore giallo conosciuti come i ratti agouti, così chiamati per un loro gene particolare – il gene agouti- che oltre a rendere i roditori voraci e gialli li predispone al cancro e al diabete.
Jirtle e Waterland decisero di verificare se sarebbero riusciti a mutare la sfortunata eredità genetica di queste piccole creature.
Di solito, quando i ratti agouti si riproducono, la maggior parte della prole risulta identica ai genitori: altrettanto gialli e grassi come puntaspilli nonché suscettibili a malattie che ne abbreviano la vita. Tuttavia i ratti genitori dell’esperimento di Jirtle e Waterland produssero una maggioranza di prole che appariva complessivamente diversa.
Questi giovani ratti erano magri e color grigio topo; inoltre non mostravano la suscettibilità dei loro genitori al cancro e al diabete e vivevano agili fino a tarda età.
Gli effetti del gene agouti erano stati virtualmente cancellati. I ricercatori avevano operato questa trasformazione in modo notevole senza nemmeno alterare una singola lettera del DNA del ratto.
Al contrario, il loro approccio era stato radicalmente semplice, avevano cambiato la dieta della madre.
A partire da poco prima del concepimento Jirtle e Waterland avevano nutrito un gruppo campione di ratti madre con una dieta ricca di donatori di metili, piccoli composti chimici che possono attaccarsi ad un gene e disattivarlo.
Queste molecole sono comuni in natura e si riscontrano in molti cibi, tra cui cipolle, aglio, barbabietola rossa e negli integratori alimentari spesso prescritti alle donne incinte. Dopo essere stati consumati dalle madri, i donatori di metili si facevano strada fino ai cromosomi degli embrioni in via di sviluppo e sino a raggiungere il critico gene agouti.
Le madri trasmettevano intatto il gene agouti ai loro figli, ma grazie alla dieta ricca di metili, avevano aggiunto al gene un interruttore che variava l’intensità degli effetti deleteri del gene. “Faceva un po’ paura e quasi spavento vedere come qualcosa di tanto capillare quanto un cambiamento nutrizionale nel ratto madre incinta poteva causare un effetto così drammatico sull’espressione genetica del piccolo,” diceva Jirtle. “I risultati hanno dimostrato quanto importanti possano essere le mutazioni epigenetiche”.
Le ricerche di Szyf ed altri ricercatori
A dispetto di tanta opposizione Szyf ed altri ricercatori hanno perseverato. Attraverso numerosi studi Szyf ha scoperto che i comuni percorsi di informazione, noti per provocare tumori cancerosi, attivano anche l’apparato per la metilazione del DNA; mettere ko uno degli enzimi in quel percorso impedisce ai tumori di svilupparsi.
Quando i geni che di solito promuovono la crescita tumorale vengono demetilati — cioè gli interruttori che sono normalmente presenti vengono rimossi, quei geni entrano in azione e provocano la crescita tumorale.
Szyf è ormai lontano dall’essere l’unico in questo campo. Altri ricercatori hanno identificato dozzine di geni, tutti correlati alla crescita e diffusione del cancro, che vengono scarsamente o eccessivamente mediati quando la malattia prende il sopravvento.
Il batterio Elicobatterio, ritenuto essere la causa del cancro allo stomaco, si è dimostrato capace di innescare potenziali cambiamenti cancerogeni nelle cellule dell’intestino.
Tracce di metilazione anomale sono stati riscontrati in molti cancri al colon, allo stomaco, alla cervice, alla prostata, alla tiroide e al seno.
Szyf vede il nesso fra epigenetica e cancro con occhio fiducioso. A differenza delle mutazioni genetiche i cambiamenti epigenetici sono potenzialmente reversibili. Un gene mutato difficilmente ritorna normale; l’unico rimedio è uccidere o elidere tutte le cellule portatrici del codice difettoso. Tuttavia un gene dalla metilazione difetto sa potrebbe ancora essere incoraggiato a ristabilire uno schema salutare e continuare così a funzionare.
Esiste già un farmaco epigenetico approvato dall’agenzia statunitense per gli alimenti e i medicinali per usi contro sindromi mielodisplastiche conosciute anche come preleucemia e leucemia. Attualmente esistono almeno altri otto farmaci epigenetici in diversi stadi di sviluppo o sperimentazione umana.
Gli schemi della metilazione si mostrano anche promettenti come strumenti diagnostici in grado potenzialmente di fornirci informazioni critiche rispetto alle probabilità che un cancro risponda o meno a un trattamento. Entro il 2008 una società di Berlino chiamata Epigenomics, in collaborazione con la Roche Pharmaceuticals, si propone di portare sul mercato un test di esame epigenetico. Essi stanno lavorando su strumenti diagnostici simili per il cancro al seno e alla prostata. Szyf è il cofondatore di una società, MethylGene, che finora ha sviluppato due farmaci epigenetici per il cancro dai risultati promettenti per la sperimentazione umana.
Altri hanno pubblicato dati di ricerche su soggetti animali che suggeriscono una componente epigenetica nelle malattie infiammatorie quali l’artrite reumatoide, le malattie neurodegenerative e il diabete.
La scoperta di Michael Skinner
Nel 2004, genetista presso l’università del Washington State, scoprì in modo accidentale un effetto epigenetico nei ratti che resiste almeno fino a quattro generazioni. Skinner stava studiando come un fungicida agricolo comunemente usato, quando introdotto in ratti madri incinte, influiva sullo sviluppo dei testicoli dei ratti fetali.
Non fu sorpreso di scoprire che i ratti maschi esposti nell’utero ad alte dosi dell’agente chimico rivelavano con gli anni una quantità di sperma inferiore. La sorpresa arrivò quando egli esaminò i ratti maschi nelle generazioni successive — i nipoti delle madri esposte.
Sebbene il pesticida non aveva mutato nemmeno una lettera del loro DNA, anche questa prole di seconda generazione mostrava una quantità di sperma inferiore.
La stessa cosa valeva per la generazione successiva (i pronipoti e i susseguenti).
Gli studi di Marcus Pembrey
Nel novembre del 2005 Marcus Pembrey, un genetista clinico presso l’Istituto di Salute infantile a Londra, seguì una conferenza alla Duke University per presentare dati accattivanti raccolti da due secoli di libri di atti pubblici sui ricavati del raccolto e i prezzi dei cibi in una cittadina isolata della Svezia del nord. Pembrey e il ricercatore svedese Lars Olov Bygren notò che le fluttuazioni delle provviste di cibo nella cittadina potevano avere effetti sullo stato di salute che si estendevano perlomeno fino a due generazioni.
Era più probabile per nonni che avevano vissuto i loro anni preadoloscienziali in tempi di abbondanza avere nipoti con il diabete – un disturbo che raddoppiava il rischio per i nipoti di morte prematura. Altrettanto rilevante è il fatto che gli effetti erano specifici al sesso dell’individuo. L’accesso di un nonno a provviste traboccanti di cibo influenzava il tasso di mortalità dei nipoti maschi soltanto, non delle nipoti, e l’esperienza di lauto eccesso di una nonna paterna influiva sul tasso di mortalità delle nipoti femmine, non dei nipoti.
Questo portò Prembey a sospettare che i geni sui cromosomi specifici del sesso X e Y venissero influenzati da segnali epigenetici.
Un’ulteriore analisi supportò il suo presentimento e offrì profonde intuizioni nel processo di segnalazione.
Ne venne fuori che definire il periodo – l’età in cui le nonne e i nonni sperimentavano una sovrabbondanza di cibo – era critico per l’impatto intergenerazionale.
Le nipoti che maggiormente subivano questa influenza erano quelle le cui nonne sperimentavano periodi di abbondanza nell’utero o da neonate, e precisamente nel ciclo in cui le ovaie delle nonne andavano formandosi. I nipoti più influenzati erano coloro i cui nonni sperimentavano abbondanza durante il cosiddetto periodo di crescita lenta, appena prima dell’adolescenza, uno stadio-chiave per lo sviluppo dello sperma.
Tratto da S& C. – Macro ediz. Lug.2007
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Costruita antenna ricetrasmittente a forma del DNA
Dipole Antenna in DNA Strands for Circular Polarization: – omni-directional radiation pattern on the horizontal plan
By Leonard Chow, Y.; Liang Zhao; Lee, M.W.K.; Fang, D.G.
TENCON 2006. 2006 IEEE Region 10 Conference – Volume , Issue , 14-17 Nov. 2006 Page(s):1 – 3
Digital Object Identifier 10.1109/TENCON.2006.344170
Summary :Questo articolo fornisce una nuova antenna a dipolo, sotto forma di filamenti di DNA, per dare un modello omnidirezionale intorno in polarizzazione circolare. Normalmente, tale modello omnidirezionale si verifica solo per un semplice dipolo lineare in polarizzazione lineare
Abstract
“Le onde scalari sono prodotte quando due onde elettromagnetiche della stessa frequenza sono esattamente fuori fase (opposte tra loro) e le ampiezze si sottraggono e si annullano o distruggono a vicenda. Il risultato non è esattamente un annichilimento dei campi magnetici ma una trasformazione dell’energia di nuovo in un’onda scalare. Questo campo scalare è ritornato allo stato di vuoto di potenzialità. Le onde scalari possono essere create avvolgendo dei fili elettrici intorno a un otto a forma di bobina di Möbius. Quando una corrente elettrica scorre attraverso i fili in direzioni opposte, i campi elettromagnetici opposti dei due fili si annullano a vicenda e creano un’onda scalare”.
“L’antenna del DNA nei centri di produzione di energia delle nostre cellule (mitocondri) assume la forma di quella che viene chiamata supercoil. Il DNA supercoil assomiglia a una serie di bobine di Möbius. Questi DNA supercoil möbius sono ipoteticamente in grado di generare onde scalari. La maggior parte delle cellule del corpo contiene migliaia di queste supercoil di möbius, che stanno generando onde scalari in tutta la cellula e in tutto il corpo”.
vedi:
http://ieeexplore.ieee.org/xpl/freeabs_all.jsp?tp=&arnumber=4142245&isnumber=4142121