Ecco alcuni effetti neurovegetativi dello stress
Lo stress ovvero l’affanno da studenti è davvero simpatico….
Gli Stress psicologici cui inevitabilmente si è esposti nella vita – anche quelli temporanei e di intensità moderata, come il sostenere un esame, un concorso, un colloquio di lavoro – hanno un impatto misurabile e non irrilevante sul sistema circolatorio e sul sistema nervoso autonomo.
E’ quanto sostiene un gruppo di ricercatori italiani delle Università di Milano e di Urbino, dopo aver studiato un gruppo di studenti del corso di laurea in medicina nell’imminenza di un esame.
«Le palpitazioni, il nodo alla gola, i disturbi gastrici e intestinali che abbiamo tutti sperimentato non sono una suggestione, ma riflettono uno squilibrio neurovegetativo assolutamente reale» dice a Tempo Medico Massimo Pagani del Dipartimento di medicina interna dell’Ospedale Sacco di Milano «rappresentato dall’innalzamento della pressione sanguigna, dei livelli di cortisolo e delle citochine e dall’attivazione del sistema nervoso simpatico».
La situazione considerata dai medici italiani ha caratteristiche peculiari: lo stress deriva non solo da uno stimolo acuto, cioè l’incombere dell’esame, ma anche da una sollecitazione cronica nel periodo di studio intenso che lo precede. Tuttavia, si tratta di circostanze in cui il soggetto ha un buon margine di controllo, dato che non è obbligato a sostenere la prova e ha, almeno si suppone, una preparazione adeguata.
«Dal punto di vista dei ricercatori, l’esame universitario rappresenta uno dei principali eventi stressanti di tipo fisiologico e riferito alla vita di tutti i giorni – cioè non creato appositamente in laboratorio – che può essere facilmente studiato» afferma Daniela Lucini, che lavora presso il Centro di ricerca sulla terapia neurovegetativa dell’Ospedale Sacco e presso il Dipartimento di psicologia di Urbino «e per di più riguarda di solito una popolazione giovane e sana, nella quale, dunque, i risultati sono meno influenzati da eventuali malattie intercorrenti». In trenta studenti di entrambi i sessi e non fumatori sono stati effettuati, da un’ora a mezz’ora prima di un esame universitario, test psicologici, misurazioni dei livelli di cortisolo e citochine nella saliva, registrazioni del tracciato elettrocardiografico, della frequenza respiratoria e dei valori pressori.
Per poter operare un confronto con i valori riscontrati, le stesse indagini sono state ripetute dopo tre mesi, durante un periodo di vacanza. «I risultati confortano la ben nota esperienza soggettiva di grande apprensione» affermano i ricercatori.
«La prima, e più prevedibile, variazione è stata l’aumento della pressione arteriosa di circa 10 mmHg, costante e presente anche in clinostatismo.
Ma l’aspetto più interessante è che uno stress di questo tipo si associa a un aumento dell’attivazione simpatica del cuore: l’analisi della variabilità dell’intervallo RR nel tracciato elettrocardiografico (effettuabile con un metodo non invasivo che permette di studiare il sistema nervoso autonomo) ha mostrato un aumento significativo del marcatore di attivazione simpatica e una riduzione significativa del marcatore di attivazione vagale, anche a riposo, cioè in una condizione in cui normalmente ciò non si verifica». Dal canto suo lo studio del profilo ormonale e immunologico ha rivelato un aumento del cortisolo, che è correlato con le modificazioni di alcuni marcatori del sistema nervoso autonomo, e persino una variazione delle concentrazioni di alcune citochine, le interleuchine 1 e 2 e il fattore di necrosi tumorale. Al controllo a distanza, in assenza di esami da sostenere, tutte le alterazioni riscontrate, neurovegetative, ormonali e immunologiche, erano scomparse.
«A queste modificazioni neurovegetative» aggiungono Massimo Pagani e Daniela Lucini «ha corrisposto una sintomatologia somatica descritta in modo simile da tutti i soggetti studiati: “sensazione di cuore che batte e di nodo allo stomaco”, molto marcata il giorno dell’esame e assente in quello di controllo.
Ma in queste situazioni si possono associare numerosi altri disturbi, quali insonnia, senso di agitazione, ansia, disturbi gastrici e intestinali, in quanto, se da un punto di vista fisiologico le reazioni sono simili, da quello psicologico le esperienze individuali, e quindi i sintomi, non sono sempre sovrapponibili».
A questo punto è lecito chiedersi se al di là del batticuore, dei fastidi digestivi o intestinali del momento, le alterazioni neurovegetative e l’innalzamento della pressione siano un rischio per la salute. «Gli effetti descritti possono essere definiti fisiologici, perché sono una reazione comune a tutti gli individui e soprattutto perché sono temporanei» hanno risposto i ricercatori «ma diventano dannosi quando persistono: l’iperattività simpatica cronica, infatti, è un fattore di rischio cardiovascolare e può rappresentare un pericolo se si associa a una predisposizione genetica, a particolari caratteristiche biologiche o se si sovrappone ad altri fattori di rischio.
In presenza di un terreno favorevole o di alterazioni preesistenti può favorire l’insorgenza di malattie cardiovascolari o gastroenteriche oppure peggiorarne il decorso».
I risultati di questa ricerca non chiamano in causa solo gli studenti: moltissimi sono i soggetti, di ogni età, che in condizioni di stress lamentano una sintomatologia fisica, anche in assenza di malattie organiche.
«Si è visto che molto spesso tale sintomatologia si associa ad alterazioni del controllo neurovegetativo» conclude Lucini «e sono in corso varie indagini per chiarirne i meccanismi.
Lo studio del sistema nervoso autonomo, che ora può essere fatto con sistemi non invasivi, permette di raccogliere una serie di informazioni che possono rivelarsi importanti non solo sul piano scientifico, ma anche da un punto di vista diagnostico e, all’occorrenza, da quello terapeutico».
By Ottone Bianchi – Tratto da: tempomedico.it
Commento NdR. Quindi ciò’ significa che se questo stress non viene risolto od almeno ridotto, è conCausa anche del cancro, come di qualsiasi altro sintomo (malattia)
Lo stress “sociale” aumenta il rischio di malattie infiammatorie – 17 Agosto 2010
Essere emarginati, rifiutati socialmente, non avere amici o fare fatica a costruirsi una rete di conoscenze e relazioni soddisfacenti potrebbe essere davvero negativo, non solo dal punto di vista psicologico.
Infatti, secondo i risultati di un recente studio statunitense, lo stress sociale potrebbe essere rischioso anche per la salute dell’organismo e, in particolare, aumenterebbe le probabilità di sviluppare una malattia infiammatoria.
Rapporti sociali e salute ? Un legame davvero pericoloso, almeno stando alla ricerca a stelle e strisce che evidenzia un dato interessante e allo stesso tempo preoccupante: l’emarginazione e i comportamenti di esclusione sociale potrebbero scatenare, all’interno di alcune parti dell’organismo umano, un processo infiammatorio.
L’organismo va incontro a processi infiammatori pericolosi, favoriti proprio dagli stress sociali e, in questo modo, si apre la strada alla comparsa e allo sviluppo di patologie anche molto serie, di natura infiammatoria, come l’artrite, l’asma a disturbi a carico dell’apparato cardiovascolare.
I ricercatori americani, per giungere a queste conclusioni, hanno coinvolto un gruppo di persone adulte, sottoponendole a una serie di test di laboratorio: nei soggetti particolarmente vessati e stressati socialmente è stata rilevata una concentrazione maggiore di alcune sostanze, responsabili, insieme ad altri fattori, del processo infiammatorio all’origine di numerose malattie, come, appunto, asma e artrite.
Rischio elevato di malattie infiammatorie, ma non solo: gli esperti d’oltreoceano hanno evidenziato, fotografando l’attività cerebrale dei soggetti coinvolti nella sperimentazione, anche un aumento dell’attività delle regioni del cervello associate allo stress da esclusione sociale.
By Camilla Buffoli – Tratto da: tantasalute.it – Fonte adnkronos
I sieri spacciati per Vaccini sono armi biologiche inventate dai militari (US) e date in uso alle case farmaceutiche !
Stress cronico e tumori – La tensione può accelerare lo sviluppo della malattia
Lo stress può accelerare lo sviluppo del cancro della pelle ?
La risposta, almeno per quanto riguarda i topi, sembrerebbe essere affermativa. Alcuni scienziati del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center sostengono infatti che lo stress cronico può rendere più rapidi i processi negli animali già ad alto rischio di malattia.
Lo studio, pubblicato sul numero di dicembre della rivista “Journal of the American Academy of Dermatology”, mostra che i topi esposti a condizioni stressanti e a luce UV cancerogena sviluppano tumori della pelle in meno della metà del tempo rispetto ai topi non stressati.
I ricercatori sostengono che, se quello che si osserva nei topi avesse rilevanza anche negli uomini, programmi di riduzione dello stress come lo yoga o la meditazione potrebbero aiutare gli individui a maggior rischio di melanoma.
“Esistono molti indizi sugli effetti negativi dello stress cronico, che indebolisce il nostro sistema immunitario e influenza numerosi aspetti della salute – spiega il dermatologo Francisco Tausk, direttore dello studio – Tuttavia, per poter creare solide strategie di cura, abbiamo bisogno di comprendere meglio i meccanismi con cui lo stress influenza lo sviluppo dei tumori”.
Tausk ha esposto 40 topi all’odore di urina di volpe – che equivale a un grande stress per i roditori – e ad elevate quantità di luce UV. Il primo tumore della pelle in uno dei topi è apparso dopo otto settimane di esperimenti. I topi esposti soltanto alla luce UV hanno cominciato invece a sviluppare tumori 13 settimane più tardi. Dopo 21 settimane, 14 dei 40 topi stressati avevano almeno un tumore, contro solo due topi non stressati. Nella maggior parte dei casi non si trattava di melanoma, ma di tumori a cellule squamose.
© 1999 – 2004 Le Scienze S.p.A.
Stress collegato al Cancro – 04/02/2010
Gli scienziati hanno scoperto che lo stress emotivo quotidiano è un fattore scatenante per la crescita dei tumori. Qualsiasi tipo di trauma, emotivo o fisico, può agire come un “percorso” tra le mutazioni cancerose, riunendole in un mix potenzialmente mortale.
I risultati sembrano mostrare per la prima volta che le condizioni per sviluppare la malattia possono essere influenzate dall’ambiente emotivo, compreso il lavoro quotidiano e lo stress familiare.
Fino ad ora, gli scienziati credevano che più di una mutazione cancerogena doveva avvenire in una singola cellula per far crescere i tumori.
Ma i ricercatori hanno dimostrato che le mutazioni possono promuovere il cancro anche quando si trovano in cellule diverse, perché lo stress apre “percorsi” tra di loro.
By Dr. Mercola – Sources: The Telegraph January 14, 2010
Un contributo fondamentale nella comprensione dei meccanismi emotivi arrivò nel 1980 grazie a Robert Zajonc, il quale affermò, nel suo storico lavoro del 1980 “Feeling and Thinking: Preferences Need No inferences” che l’emozione precede la cognizione (Zajonc, 1980). Il suo concetto di “affezione inconscia”, inteso come elaborazione emotiva prodotta al di fuori della consapevolezza, dimostrò che le reazioni emotive possono aver luogo in assenza di consapevolezza degli stimoli, gettando le basi per l’idea che l’emozione non è solo cognizione. Le ricerche di Zajonc si basavano sulle stimolazioni subliminali: altri ricercatori seguirono tale filone confermando le acquisizioni dell’elaborazione inconscia. Divenne sempre più chiaro, quindi, che l’emozione avviene per processi inconsci e non c’entra con la cognizione (Bornstein, 1992; Bargh, 1992).
Da tutte le ricerche successive si può affermare, quindi che McLean abbia sbagliato a includere in un unico sistema l’intero cervello emotivo e la sua storia evolutiva. “Credo che la sua logica dell’evoluzione emotiva fosse perfetta ma troppo estesa. Le emozioni sono sicuramente delle funzioni coinvolte nella sopravvivenza, ma siccome emozioni diverse riguardano funzioni di sopravvivenza diverse – difesa contro il pericolo, trovare del cibo, accoppiarsi, occuparsi della progenie, e così via – ognuna potrebbe appartenere a sistemi cerebrali diversi, evolutisi per ragioni diverse. E dunque i sistemi emotivi potrebbero essere non uno ma tanti” (LeDoux, 1996)
Sempre secondo LeDoux, “l’ipotesi di lavoro più praticabile è che diverse classi di comportamento emotivo rappresentino funzioni diverse che si occupano di diversi problemi dell’animale, e ai quali sono dedicati sistemi cerebrali diversi. Se è così, emozioni distinte vanno studiate in quanto unità funzionali distinte” (LeDoux, 1996)
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Commento NdR: anche se rispettiamo ed indichiamo tutte le possibili terapie naturali per ogni malattia, anche perché le reazioni ad ogni tipo di terapia sono diverse da soggetto a soggetto, vogliamo ricordare che anche il cancro come qualsiasi altra malattia nasce in “luoghi” ben precisi e quindi ogni malattia ha le sue Cause, con Cause secondarie e terziarie.
La malattia e la sofferenza, come abbiamo già affermato, sono la conseguenza dei Conflitti Spirituali irrisolti, che “scendono dal cielo dello Spirito” nella ”terra fisiologica” e quando trovano il Terreno adatto (la matrice), proliferano generando il corpo del conflitto, la malattia, in altre parole l’azione del male, cioè dell’ignoranza. Ciò significa che ogni conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
L’antico detto della Medicina Naturale è questo: “ciò che non si esprime, si imprime nell’organismo”..
Quindi una volta impresso nel fisico il Conflitto Spirituale va risolto, contemporaneamente al riordino delle funzioni metaboliche cellulare nei tessuti colpiti dal Conflitto Spiritual-Biologico.
Il Cancro nasce in sintesi e secondo la Medicina naturale, perché l’organismo del canceroso è intossicato, e la microcircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, a valle di essa, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzione cellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismo alterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamente infiammazione nei tessuti e stress ossidativo cellulare e per caduta immunodepressione, e parallelamente alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione della flora batterica, pH digestivo non regolare (e quindi l’organismo e’ mancante di minerali e vitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassiti, batteri e funghi (candida) i quali producono anche tossine ed ulteriori infiammazioni: Ma tutto ciò è “gestito” come Causa primordiale dai Conflitti Spirituali (consci ed inconsci) e dall’intenso stress del vissuto.
Il Cancro quindi e’ una malattia MULTIFATTORIALE.
Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’ammalamento.
Cioè devono lavorare per disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare il pH digestivo, e normalizzare le digestioni + il malassorbimento sempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare il sistema immunitario SEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali (quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sul metabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quello tissutale, sempre presenti in qualsiasi malattia e specie nel cancro, per i danni alla microcircolazione indotti dalle intossicazioni più o meno intense.
E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – l’ideale è utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).
Vedi alla voce: Cancro