Le fermentazioni o le putrefazioni intestinali, spesso sono provocate dalla mancanza e/o dall’alterazione di enzimi e succhi digestivi.
Normalmente gli alimenti devono essere ben digeriti e assorbiti dal sangue attraverso la mucosa nell’intestino tenue in modo che nell’intestino crasso arrivino solo l’acqua e i residui che non possono essere assimilati, come le fibre vegetali.
Se ciò non avviene arrivano nell’intestino crasso sostanze nutritive non digerite e i numerosi batteri in esse contenute, fermentano producendo gas e provocando forti spasmi intestinali.
– vedi: Carbone vegetale + COPROTERAPIA (assunzione di feci selezionate)
Sull’orlo dei villi intestinali sono presenti degli enzimi che hanno il compito di scindere i disaccaridi, come il lattosio o il saccarosio, e gli oligosaccaridi derivati dalla digestione dell’amido.
Gli enzimi disaccaridasi sono, alcuni stabili al calore e altri no, e in condizioni normali (temperatura intestinale attorno ai 36°,5 – max 37°), sono capaci di una digestione quasi completa dei disaccaridi e degli oligosaccaridi, tanto che solo una quantità modesta di molecole raggiunge il colon in forma non digerita.
A livello del colon la flora batterica trasforma queste sostanze in idrogeno, metano, anidride carbonica e in acidi organici che contribuiscono a mantenere morbide le feci e a rendere frequenti i movimenti intestinali.
Nei soggetti con difetti di disaccaridasi primitivi o secondari e/o ad un difetto delle mucose intestinali, il colon viene raggiunto da una quantità maggiore di zuccheri non digeriti e questo determina un aumento delle fermentazioni intestinali, una produzione eccessiva di gas e di acidi e con la presenza, nel lume intestinale, di sostanze indigerite e dei loro metaboliti in quantità superiore alla capacità di assorbimento della parete intestinale.
Gli alimenti più fermentanti vi sono gli zuccheri raffinati, il latte vaccino, i formaggi vaccini stagionati e le carni grasse (suino e bovino soprattutto). In genere la fermentazione corrisponde alla disbiosi, ossia alla crescita abnorme di batteri patogeni nell’intestino. Tuttavia, alcune forme di fermentazione possono preparare alle intolleranze alimentari.
Nelle feci di questi soggetti vi sono sostanze riducenti, normalmente assenti, e nell’aria espirata è presente idrogeno.
I sintomi clinici di questo difetto (disaccaridasi) sono:
flatulenza, distensione addominale, borborigmi, dolori, diarrea e anche difetti nutrizionali (malnutrizione) e dipendono sia dalla quantità di zucchero ingerito che dall’entità del difetto enzimatico.
Fermentazioni – in genere
Con questo termine si indicano le trasformazioni di sostanze organiche da parte di enzimi appartenenti a micro organismi.
Alcune fermentazioni sono da contrastare perché costituiscono una alterazione non voluta, altre sono alla base della produzione di alimenti. Questo termine deriva dal latino fervere (= bollire, ribollire), dalla apparente ebollizione del mosto durante la produzione di vino.
I microorganismo responsabili dei processi fermentativi possono essere batteri, lieviti o muffe. Di seguito riportiamo quelli più importanti per la produzione di alimenti.
ORGANISMO | TIPO | PRODOTTO |
Saccaromyces cerevisiae | Lievito | Lievito per panificazione, vino, birra, sake |
Saccaromyces carlsbergensisi | Lievito | Birra |
Saccaromyces rouxii | Lievito | Salsa di soia |
Streptococcus thermophilus | Batterio | Yogurt |
Lactobacillus bulgaricus | Batterio | Yogurt |
Propionibacterium shermanii | Batterio | Formaggio svizzero |
Gluconobacter suboxidans | Batterio | Aceto |
Penicillum roqueforti | Muffa | Gorgonzola, roquefort |
Penicillum camembertii | Muffa | Formaggi camembert e brie |
Aspergillus oryzae | Muffa | Sake |
Rhizopus | Muffa | Tempeh |
Mucor | Muffa | Tofu |
Monascus purpurea | Muffa | Ang-kak (riso rosso) |
Da “Chimica degli alimenti” – Cappelli e Vannucchi – Ediz. Zanichelli
Fermentazione abnorme: nemico pubblico 1
Nel mondo della flora batterica e dell’intestino tenue, l’obiettivo è quello di limitare al massimo la fermentazione
Ora è facile e comune per il cibo ingerito, di arrivare mal predigerito dallo stomaco nell’intestino.
Le ragioni sono molteplici:
lo stress, la velocita’ nel mangiare, la mancanza di acido cloridrico o enzimi, metalli pesanti depositati, ecc. Questo fenomeno provoca fermentazione la quale aiuta la proliferazione di batteri nocivi e la creazione di putrescina e cadaverina, per esempio) che instaurano sempre l’ infiammazione dell’intestino.
Inoltre, sono anche secreti in queste fermentazioni anomale, diversi gas:
– idrogeno (H2),
– metil acetato: acidificante soprattutto (tipo di aceto), adatto, tra gli altri, candidosi,
– metano (isobutilene): Questo composto è direttamente legato al acetato di metile,
– idrogeno solforato: molto raro, indica una condizione infiammatoria (H2S, la putrefazione)
– il monossido di azoto (NO).
Tuttavia, la loro presenza in eccesso fornisce informazioni preziose per il terapeuta. Essa mostra in particolare un livello troppo alto di fermentazione.
Ci sono ancora molte prove che possono essere eseguite per scoprire dove sono le cause dei disturbi digestivi.
La tendenza attuale tra i terapeuti salute naturale è quello di cercare una migliore comprensione ed eliminazione dei disturbi digestivi con cure ed alimentazione appropriate.
Fermentazione alcolica
È la fermentazione più importante a carico dei glucidi, utilizzata da tempo immemorabile per la produzione di vino, birra e pane.
Il glucosio e il fruttosio vengono trasformati in alcol etilico, con la produzione di anidride carbonica. Mentre l’uva contiene come tali i due zuccheri semplici, nel caso dell’orzo e del grano (per produrre birra e pane) l’amido deve essere prima idrolizzato a glucosio.
I saccaromiceti responsabili di questa fermentazione resistono bene alle basse temperature, ma non alle alte: a 65 gradi muoiono, la temperatura ideale è a 25 gradi e l’attività fermentativa massima si ha a 37 gradi.
Nella produzione di pane viene sfruttata l’azione meccanica delle sostanze prodotte dalla fermentazione, piuttosto che le loro proprietà alimentari: l’anidride carbonica (CO2) che si sviluppa nella reazione viene sfruttata per “gonfiare” l’impasto. L’alcol prodotto evapora durante la cottura e non rimane nel prodotto finito.
L’odore di alcol del pane in cassetta industriale non deve trarre in inganno: non è quello dovuto alla lievitazione, in quel caso viene aggiunto di proposito per migliorare la consistenza e la durata del prodotto (infatti è riportato negli ingredienti) !
Fermentazione omolattica
Questa fermentazione trasforma il glucosio in acido lattico, ad opera dei batteri Lactobacillus e Streptococcus. Viene utilizzata per produrre yogurt, per la maturazione dei formaggi, nella conservazione di alcuni vegetali (cetrioli, crauti, olive in salamoia).
Fermentazione eterolattica
Questa trasformazione produce, oltre ad acido lattico, anche alcool etilico e anidride carbonica. Viene utilizzata per la produzione di Kefir, un latte fermentato acido-alcolico che si può produrre anche partendo da acqua, e il Kumys.
Fermentazioni ossidative
Queste trasformazioni non sono vere e proprie fermentazioni, poiché avvengono in presenza di ossigeno.
Quando l’ossidazione del glucosio è completa, si ottiene anidride carbonica e ossigeno, se è incompleta si ottengono sostanze diverse. È questo il caso della fermentazione acetica che ottiene acido acetico da alcol etilico (utilizzata per produrre aceto), e di quella citrica che ottiene acido citrico da glucosio.
Quest’ultima e altre fermentazioni sono utilizzate industrialmente per produrre acido citrico e altre sostanze di varia natura.
Putrefazione delle proteine – (NdR per esempio, nell’intestino)
Le putrefazioni sono processi anaerobi (che avvengono in assenza di ossigeno), che avvengono a causa di enzimi di microorganismi e che consistono nella proteolisi (scissione delle proteine in amminoacidi) e nelle successive degradazioni degli amminoacidi.
A seguito di queste trasformazioni si formano dei composti, molti dei quali di cattivo odore.
I più importanti sono il solfuro di idrogeno (dalla cisteina), l’ammonicaca e le ammine (in particolare la cadaverina dalla lisina e la putrescina dall’ornitina e dall’arginina), l’indolo e lo scatolo dal triptofano.
(NdR: All’esterno del corpo e per i prodotti carnei)
Queste trasformazioni sono anche le principali responsabili del cattivo odore e del cambiamento di colore che assume la carne anche dopo pochi giorni di conservazione in frigorifero. Queste sostanze non sono dannose per l’organismo, ma peggiorano drasticamente le caratteristiche organolettiche del prodotto.
Una curiosità: dato il nome inquietante di alcune di queste sostanze, molti vegetariani “etici” utilizzano questi termini per fare “terrorismo alimentare”, paventando la presenza di chissà quale sostanza spaventosa all’interno delle carni. In realtà, come abbiamo visto, queste sostanze sono derivate dal naturale processo di decomposizione enzimatica delle carni.
Tratto da: cibo360.it
Molto utile e’ anche l’ARGILLA (fango di terra argillosa) mangiata come un “dolce” ogni giorno od ogni 2 o 3 giorni per un certo periodo che in genere varia da soggetto a soggetto, con un minimo di 15 giorni; alle volte e’ necessario assumerla per periodi piu’ lunghi. Fare attenzione che l’argilla puo’ portare stitichezza.
L’argilla con il suo potere mineralizzante, cicatrizzante e chelante, fornisce un ottimo ausilio a tutti coloro che si debbono disintossicare dalle sostanze tossiche, aiutando la disinfiammazione e la disintossicazione dell’apparato digerente ed il corpo intero.
PROMEMORIA:
quando le feci NON galleggiano nel W.C. significa che vi sono oltre al pH errato e non adatto nel colon, anche la mancanza di Fermenti (i vari tipi Bifidus e Ramnosus), quindi integrare subito con le apposite capsule.
vedi: Fermenti e batteri autoctoni
IMPORTANTE: Diviene quindi INDISPENSABILE (per TUTTE le malattie), la loro assunzione periodica, senza dimenticare le altre tecniche naturali collaterali (alimentazione appropriata ed altri integratori tipo micro diete), riordinare enzimi e flora batterica con appositi preparati (capsule) multi batterici a base di ceppi di fermenti vivi, cioe’ micro organismi simbiotico residenti (autoctoni) non preparati su basi derivate dal latte:
Per l’elenco dei principali batteri utili per l’intestino, vedi: Batteri autoctoni