Fitoterapia (Definizione) – Gemmoterapia
La parola “fitoterapia” deriva dal greco phyton (pianta) e therapeia (cura) e rappresenta in assoluto la prima forma di medicina utilizzata dall’uomo.
La conoscenza delle relazioni fra meccanismi fisiologici delle piante e quelli dell’uomo, ha indotto la ricerca fitobiologica a considerare le loro proprietà terapeutiche anche sotto nuovi aspetti e piante che erano state mal classificate per loro sconosciute attività terapeutiche sono state riprese e riclassificate ritrovando nuove e più nascoste attività farmaco dinamiche.
Le scoperte rivoluzionarie effettuate hanno confermato che anche le piante svolgono non solo un’attività terapeutica per la loro struttura biochimica ma anche per l’effetto della spirale energetica presente in ogni prodotto biologico della Natura.
L’attivazione dei Campi Energetici Informati (CEI) delle sostanze stesse con le loro possibili inversioni di polarità o di attivazioni degli stessi, ha dato e da un impulso notevole alla farmaco dinamicità delle sostanze utilizzate.
Il meccanismo fisiologico di azione deve sempre tenere conto dell’attività bio elettromagnetica delle sostanze stesse e questo vale per ogni prodotto utilizzato.
L’informazione che differenzia e diversifica le sostanze, è racchiusa principalmente nel Campo Psico Energetico Informato (CEI) degli atomi che la compongono.
Le energie (CEI) dei vegetali sono quelle più compatibili per l’organismo umano, quindi sono da tenere sempre presenti per ogni malessere.
Il campo di applicazione della Fitoterapia è totale e salvo alcuni casi, di ottima tollerabilità.
Si tratta ovviamente di conoscere i giusti dosaggi e le influenze delle varie erbe.
La reperibilità è facile in campagna con un costo quasi nullo, mentre in città si assiste alla solita speculazione sfrenata ed il prodotto non è mai integro delle sue possibilità terapeutiche in quanto l’erba essendo essicata, ha già perso nella sua disidratazione molte qualità endogene.
Occorre ricordare che una stessa erba varia della propria potenzialità terapeutica, a seconda del tipo di terreno sul quale è cresciuta, ma anche dell’ora e del giorno nella quale è stata raccolta; solo pochi “artigiani” preparatori e raccoglitori, conoscono e tengono conto di questi importanti fattori; l’industria erboristica in genere, NON ne tiene assolutamente conto.
Inoltre come le antichissime tecniche insegnano, si deve utilizzare tutto il prodotto fitoterapico in questo modo: prima si ottiene l’infuso, il decotto, il macerato, la rimanenza dell’erba, dovrebbe essere bruciata su di una piastra ad alta temperatura (800 gradi) e la cenere rimasta introdotta nel prodotto preparato prima.
Questa scienza è stata sconfitta dagli apparenti successi della medicina chimico industriale, la quale essendo oggi alla fine della propria illusione, sta lasciando lo spazio necessario al recupero ed alla riqualificazione di questa antichissima scienza.
Essa è in pieno recupero da quando si è preso coscienza della gravità degli effetti secondari, le controindicazioni, (che hanno generato le malattie Iatrogene), dei farmaci chimici.
L’uomo si nutre principalmente di prodotti della terra, quelli agricoli e se desidera stare in buona salute può utilizzare i di tanti in tanto sottoprodotti animali, uova, latte di capra o di asina, (assolutamente sconsigliati il latte di vacca ed i latticini vanno consumati con molta parsimonia), senza utilizzare la carne che sporadicamente; infatti la sua dentatura è preparata per quell’alimentazione e non per la carne.
Fatto estremamente importante è che l’intestino dell’uomo, ha una lunghezza tale per cui la carne una volta introdotta, genera putrefazioni (la digestione avviene in situazione anaerobica, cioè senz’aria), questa genera un aumento della temperatura intestinale, con conseguente ed immediata irritazione della mucosa interna dell’intestino.
Inoltre la carne porta verso una alcanizzazione e super elettronizzazione, ossidazione delle acque corporee, il “terreno”, il quale variando verso alcanizzazione/ossidata, porterà inevitabilmente verso le classiche malattie della civiltà occidentale, quelle degenerative.
Fatto questo inciso, la fitoterapia deve rientrare direttamente nella nostra normale alimentazione quotidiana anche nella additivazione dei cibi in cucina, con erbe adatte alla salute, al posto delle spezie piccanti ed irritanti.
La Fitoterapia è la cura ideale per l’essere umano, perché essa lavora sul “Terreno” i liquidi del corpo; le Erbe devono essere sempre utilizzate con acqua (che è il solvente Universale) ma che dovrebbe essere non inquinata, (dovrebbe essere distillata dalla natura, acqua piovana ovviamente non quella inquinata dagli agenti atmosferici); l’efficacia dei prodotti fitoterapici sarebbe aumentata se fossero preparati con acqua distillata dalla natura, riscaldata alla minima temperatura o lasciandole macerare per più giorni nella stessa acqua, questo per estrarre i prodotti utili della pianta nel modo migliore e senza depauperare i fattori vitali ed essenziali.
Ecco perché da sempre nell’antichità, le erbe sono state preparate nell’acqua piovana, più per macerazione, che per infusione ed utilizzate in fase di digiuno. L’importanza dell’acqua nella cura di tutte le “malattie” è tale, che troverete più avanti altre informazioni su questo tema.
L’acqua, ma sopra tutto quella di mare, è il solvente Universale ed il liquido più complesso ed ordinato nei rapporti energetici che la Natura mette a disposizione degli esseri Viventi per il proprio nutrimento o terapia; essa riesce ad entrare in tutte le parti del corpo compiendo il nutrimento ed il lavaggio necessario, oltre all’apporto energetico per il mantenimento della salute.
Essa è anche una “memoria di base” che registra tutti i “dati” bio chimici, bio elettronici che vi vengono immessi, infatti a qualsiasi diluizione noi sottoponiamo l’acqua essa non modifica il proprio potere informazionale dei dati inseriti.
L’ordine massimo dei rapporti Bio elettronici dei liquidi del corpo si ottiene anche e sopra tutto con l’uso corretto per via orale, dell’acqua di mare o di quella piovana (pura) assunta regolarmente per alcuni periodi, alle volte e’ utile anche la propria urina.
La Fioriterapia, rientra nella: Fitoterapia.
Petizione contro la messa al bando delle erbe medicinali.
https://secure.avaaz.org/it/eu_herbal_medicine_ban/?vl
vedi anche:
Floriterapia + Aromaterapia + Fiori di BACH + Micro diete – 1 + Micro diete – 2 + Alimentazione + Crudismo + Prodotti
Erboristeria o Terapia attraverso le Piante, la Fitoterapia, medicina che utilizza le piante, si ritrova citata in documenti che risalgono a 4.000 anni prima di Cristo riguardanti droghe vegetali come l’oppio, la mandragora, il giusquiamo.
La Gemmoterapia costituisce un’espressione particolare all’interno del quadro dei farmaci d’ispirazione hahnemaniana.
Essa è la più antica terapia utilizzata dall’uomo e dagli animali, questi ultimi la conoscono e la praticano ancora oggi purché siano allo stato brado e non “umanizzati”. Un documento Egizio, elenca 700 ricette a base di vegetali.
Questa tecnica alcune volte è strettamente legata ad una conoscenza esoterica, occulta, iniziatica che in tutte le parti del mondo si è chiamata in modo diverso: medicina Egizia, Medicina etnica, Amerindia, Essenismo, la legge del Tao, ecc. essa è sempre stata patrimonio di chi voleva conoscere i significati e come si mantiene la Vita e la Salute.
Nell’antichità i veri conoscitori di questa tecnica erano sopra tutto i sacerdoti. Da Ippocrate in poi gli erboristi sono stati sempre più numerosi.
Agli inizi del XVI secolo Paracelso per esempio che era anche filosofo, era un vero terapeuta olistico e sosteneva la necessità di sperimentazioni su basi logiche; tenne molte lezioni pubbliche e ciò gli procurò l’antipatia dei suoi colleghi che volevano mantenere un’aura di misticismo attorno alla categoria ed all’arte medica; sembra che ciò si ripeta anche nel nostro secolo.
Paracelso voleva estrarre l’anima dei vegetali sotto forma di “quintessenze”, prima nozione del principio attivo. Attorno alla fine del XIX secolo ed agli inizi del XX ci si comincia ad orientare verso l’isolamento e all’utilizzo dei principi attivi.
Oggigiorno c’è un ritorno alla prescrizione di estratti totali di piante la cui azione medicinale globale sembra essere preferibile all’effetto dei principi isolati.
Nella provincia di Pesaro ed Urbino (Italy) è stato trovato un Manoscritto di autore anonimo datato ai primi anni del secolo XVI, che contiene 35 immagini che raffigurano 62 piante medicamentose. Questa raccolta contiene e descrive le virtù curative delle piante che gli abitanti della zona di Urbino, utilizzavano nei secoli passati; queste ricette si mescolano anche a tradizioni popolari e superstizioni dell’epoca. Attualmente il codice è conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.
Per fitoterapia si intende una pratica terapeutica che si avvale di prodotti medicinali la cui sostanza attiva è costituita esclusivamente da una droga o da una preparazione vegetale.
Le sostanze attive vegetali si distinguono per essere delle miscele complesse di composti chimici (fitocomplessi) e non da singoli composti chimici come avviene nel caso della maggioranza dei farmaci attualmente in uso (farmaci monomolecolari); da ciò deriva che i farmaci vegetali possiedono delle caratteristiche terapeutiche proprie che derivano sia dalla contemporanea presenza di composti con attività biologiche individuali distinte, sia da interazioni che possono avvenire fra questi composti; il risultato è che il fitocomplesso esercita un’azione farmacologica che è diversa da quella di ciascuno dei singoli composti che lo costituiscono.
Le droghe e le preparazioni vegetali hanno preceduto, nella storia della medicina, i farmaci monomolecolari moderni, ma, al pari di questi, agiscono con meccanismi di interferenza nei processi biochimici dell’organismo prevenendo o riparando le anomalie che portano alle malattie. I meccanismi dell’azione farmacologica e la potenza di tale azione vengono studiati e dimostrati nelle sostanze attive vegetali ricorrendo ai metodi sperimentali adottati anche nel caso dei farmaci monomolecolari.
Di conseguenza, la fitoterapia è una branca della medicina basata sulla scienza e non una medicina alternativa basata su concetti filosofici estranei alla scienza.
Tratto da: sifit.org
Vedi anche: Prodotti naturali per la cura dei problemi di salute
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Torah e medicina: il melograno e il capodanno ebraico Roshha Shanah
In Giobbe è scritto: “… tu mi hai vestito di pelle e di carne e mi hai intessuto di ossa e nervi …”. (Esodo 30:32).
Da queste semplici parole si può dedurre come l’uomo debba essere considerato un “prodotto” di Dio, il quale è l’unico in grado, così come l’ha creato, anche di guarirlo. La guarigione è dono di “Dio“, ma anche opera dell’uomo (il medico), al quale “Dio” dona la sua arte. Questa opera di mediazione è compiuta in Siracide.
Le “opere” sono le opere di “Dio“, che continua a dare agli uomini e alle cose una partecipazione alla sua potenza guaritrice, diffondendo così il bene sulla terra. Il benessere dipende da “Dio” e dal buon uso dei medicamenti che egli ha diffuso sulla terra e che il saggio sa scoprire. «Onora il medico come si deve secondo il bisogno, anch’egli è stato creato da “Dio“.
Dall’Altissimo viene la guarigione, anche dal re egli riceve doni. Da Dio il medico diviene saggio dal re riceve doni. La scienza del medico lo fa procedere a testa alta, egli è ammirato anche tra i grandi. Il Signore ha creato medicamenti dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza. Dio ha dato agli uomini la scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie Con essi il medico cura ed elimina il dolore e il farmacista prepara le miscele. Non verranno meno le sue opere! Da lui proviene il benessere sulla terra». (Siracide 38,1-7) Secondo la legge ebraica la protezione della vita (propria e altrui) e la tutela della salute sono obbligatorie. Quest’obbligo, qualora sia in pericolo la vita dell’uomo, è preminente su tutte le regole della Torah (Di Segni, 1976).
Ancora oggi la tradizione siciliana dà una giusta importanza alle figura degli ultimi “valori” rimasti. Sono loro che custodiscono gelosamente la conoscenza delle piante bibliche, ma non solo.
Alla fine del 1800 Pitrè descriveva questi mediconi che, sapienti nell’utilizzo delle piante medicinali, affiancavano il lavoro del medico e del farmacista nella cura delle patologie e nella preparazione di estratti eccellenti. Oggi alcuni medici, con grande fatica per la difficoltà di reperire le fonti, stanno cercando di utilizzare la sapienza antica per offrire all’uomo cure più coerenti con il sistema naturale.
Il melograno (rimòn) viene da molti considerato l’albero dell’intelligenza, della sapienza.
Per usi medici era raccomandato già nel Papiro di Ebers, circa 1500 anni a. C. Uno studio recente sul succo ha evidenziato la capacità di preservare l’ossidazione dei lipidi e quindi sarebbe in grado di manifestare notevoli proprietà antiossidanti e addirittura antidepressive. Nel testo sacro, con i frutti del melograno si ornava l’orlo delle vesti del sacerdote Aron:”All’orlo inferiore del manto, tutt’all’intorno, farai delle melagrane di color violaceo, porporino e scarlatto; e in mezzo ad esse, d’ogn’intorno, porrai de’ sonagli d’oro; un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana, sull’orlatura del manto, tutt’all’intorno.”(Esodo 28, 33-34). Anche i capitelli che sormontavano le colonne del Tempio di Salomone “… fece due ordini di melagrane attorno all’uno di quei graticolati, per coprire il capitello ch’era in cima all’una delle colonne; e lo stesso fece per l’altro capitello”(1Re 7, 18). “I capitelli posti sulle due colonne erano circondati da duecento melagrane, in alto, vicino alla convessità ch’era al di là del graticolato; c’erano duecento melagrane disposte attorno al primo, e duecento intorno al secondo Capitello …”(1Re 7, 20). Il melograno biblico, simbolo di fertilità e bellezza e raffigura la Sposa del Cantico dei Cantici, ovvero il popolo ebreo che, già disperso in esilio, si appresta a ricongiungersi con lo Sposo, ciò a rinnovare l’alleanza con “Dio“. “Come sei bella amata mia … Le tue gote, dietro il tuo velo, come un pezzo di melagrana”
(Cantico 1,4); “i tuoi germogli sono un giardino di melograni”
(Cantico 4,13). Nella descrizione della fertilità della terra promessa da Dio al suo popolo, i melograni compaiono accanto agli altri alberi, come metafora di una terra fertile: “Ora il Signore, tuo “Dio“, ti porta in una buona terra … una terra di grano, di orzo, di fichi, di melograni, una terra di olivi da olio e di miele” (Deuteronomio 8, 7-8). Rosh ha Shana celebra il capodanno ebraico.
La ricorrenza non legata ad alcun fatto storico relativo al popolo di Israele ma vuol ricordare la nascita della Creazione, in alte parole il giorno del compleanno della Terra. E proprio in questo giorno si comincia a fare un esame di coscienza per giudicare se stessi in rapporto al comportamento avuto durante l’anno trascorso, gli errori commessi, le tentazioni alle quali non si è resistito.
L’uomo con limitata sapienza e con speranza si affida alla sicurezza che “Dio” è pronto a dare anche nel giorno in cui giudica il comportamento di ogni uomo per decidere il destino nell’anno a venire. La sera di Rosh ha Shana la tavola ha un aspetto particolarmente festoso e colorato e dopo la consacrazione del Qiddush si prepara una fruttiera piena di melograni e mele. I melograni vengono divisi tra i commensali i quali si augurano che durante l’anno le buone azioni si moltiplichino come i semi di un melograno.
By Tania Re, Psicologa, Antropologa
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La MEDICINA di PARACELSO e’ una medicina a MISURA d’UOMO
“le malattie che la medicina attuale non sa curare – cancro compreso – vengono… da un turbamento dell’Id (cioè dell’anima vegetativa, Nefesh ebraico, forma corporis tomasiana, aura di Kirljan, orgone di Reich, prahna) da non confondersi con l’anima sopravvivente, cioè il Ruak-sheol ebraico, la “substantia spiritualis” di San Tommaso, oggetto delle speculazioni metafisiche e teologiche”.
(By Luigi Oreste Speciani, medico)
Nell’individuo l’unità Spirito/mente-corpo è inscindibile. I medici allopati della medicina ufficiale, medicina sintomatica, si affannano inutilmente a curare l’organo perdendo di vista l’insieme, la totalità dell’individuo, sintesi di anima e corpo, che è la comprensione di tutto.
Oreste Speciani questo lo aveva ben compreso e affermava che: “La chiave del mistero è la natura psicosomatica dell’uomo” e che “l’uomo è l’unica medicina di se stesso, e che nessuno dei nostri superbi interventi è capace di guarire, ma solo di aiutare l’uomo a farlo”.
Cinque secoli addietro Theophrastus Paracelsus (1493-1541) insegnava i principi di una medicina naturale a misura d’uomo. Egli, nel corso della sua vita travagliata, si occupò anche di psicologia e di malattie mentali. Trattò e spiegò gli stati di mania, il ballo di San Vito, l’epilessia e le nevrosi nel De Morbis e nei Libri Philosophiae (I, De Lunaticis).
Si occupò delle ossessioni e dei sogni nei Fragmenta Librorum Philosophiae (II, De Daemoniacis et Obsessis; III, De Somniis et Euntibus in somno; VI, De Virtute Imaginationis), dell’isteria e di psicoterapia nel De Caduco matricis. Egli fu medico dell’anima e del corpo.
Insegnò ai suoi studenti che “…è la virtù che dovrà sostenere il medico fino alla morte” e cioé l’assenza di venalità e di presunzione.
Non seguì affatto l’esempio dei suoi colleghi, sempre pronti ad inginocchiarsi davanti ai potenti dell’epoca, per supplicare qualche favore. Egli non si sottomise ad alcuno, coerente al suo motto: “Non sia di altri chi può esser di se stesso”. Ignoranti e invidiosi dei suoi successi in medicina gli resero, veramente, la vita impossibile; lo attaccarono senza ritegno accusandolo di essere solo un fanatico millantatore.
Paracelso, esasperato, aggredì la classe medica del suo tempo con estrema durezza:
“La vostra arte non consiste nel curare il malato, ma nel carpire il favore dei ricchi, nell’imbrogliare il povero… Voi appartenete alla stirpe dei serpenti, e io non aspetto da voi altro che veleno. Voi non risparmiate il malato: come potrei aspettarmi che vogliate rispettare me, che sto intaccando le vostre entrate mettendo in pubblico le vostre pretese e la vostra ignoranza?”.
Fu accusato di tutto e perseguitato. Si disse che era un mago, uno stregone, lontano da Dio, che apparteneva alla chiesa riformata e quasi tutti i suoi biografi questo scrissero di lui; ma non è vero.
Scrive Antonio Miotto che “negli ultimi anni della sua vita errabonda Paracelso si sia accostato alla chiesa di Roma. …Paracelso volle essere sepolto nella chiesa di San Sebastiano e sappiamo che il suo desiderio fu esaudito. …
Sappiamo, inoltre, che fu proprio il Vescovo di Colonia che incaricò Giovanni Huser a curare la prima edizione delle opere di Paracelso.
In un’altro documento, a proposito della fede religiosa di Paracelso – Miotto cita il Labirinto dei Medici erranti del 1538 e spiega – nel libro nono leggiamo testualmente: <<Perché, in verità, chi non conosce Dio, non lo ama e non ne sa nulla; chi non sa nulla della Trinità, non vi crede e perciò non l’ama; chi non conosce Maria, non l’ama; chi non conosce i santi, non li ama>>” (A. Miotto, Paracelso il medico stregone, Fratelli Melita Editori, Genova 1988). Questo fu il vero Paracelso.
Egli affermò che siamo “Angeli che dormono ancora il greve sonno della carne. Se continueremo a dormire, rimarremo sordi all’appello del Signore. L’uomo deve destarsi, aprire gli occhi alla verità se non vuole correre il rischio di attraversare la vita come un bruto incosciente. E – dice Antonio Miotto – questa era la missione di Paracelso negli anni del vagabondaggio nelle zone montane, quando egli affrontò la miseria e la fame” (Ibid.).
Di seguito riportiamo alcuni aforismi medici, tratti dagli scritti di Paracelso (F. Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Mediterranee, Roma 1982):
“L’ambiente fisico del paziente può avere una grande influenza sul corso della sua malattia. Se è assistito da persone che sono in simpatia con lui, sarà per lui tanto meglio che se sua moglie o chi gli è intorno desiderano la sua morte”.
“Io apprezzo i medici spagirici (la medicina spagirica è stata la medicina praticata da Paracelso e spagirici i suoi seguaci), perché non vanno in giro oziosamente e dandosi delle arie… ma sono pazientemente occupati giorno e notte nel loro lavoro… Non fanno chiacchiere né lodano le loro medicine…”.
“La natura causa e cura le malattie, ed è quindi necessario che il medico conosca i processi della Natura, l’uomo invisibile al pari dell’uomo visibile”.
“Vi è nell’uomo un duplice potere attivo: l’uno che agisce invisibilmente, o potere vitale, e l’altro che agisce visibilmente o forza meccanica. Il corpo visibile ha le sue forze naturali, e il corpo invisibile ha le sue forze naturali egualmente; i rimedi di tutte le malattie o lesioni che possono colpire la forma visibile sono contenuti nel corpo invisibile…”.
“L’Anatomia del Microcosmo è duplice:
1) l’anatomia locale, che insegna la costituzione del corpo fisico, le ossa, i muscoli, i veicoli del sangue ecc.;
2) la più importante anatomia materiale, ossia l’anatomia dell’uomo interiore vivente. Quest’ultima è il più importante genere di anatomia che il medico deve conoscere.
Se conosciamo l’anatomia dell’uomo interiore, conosciamo la prima materia, e possiamo vedere la natura delle sue malattie al pari dei rimedi. Ciò che vediamo con gli occhi esterni è l’ultima materia. Dividendo e sezionando il corpo esterno, non possiamo imparare nulla sull’uomo interno e distruggiamo semplicemente l’unità del tutto”.
“Il ciarlatano studia le malattie negli organi colpiti, dove non trova altro che effetti già avvenuti, e non arriverà mai a una fine; perché anche se uccidesse mille persone per studiare questi effetti, rimarrebbe sempre un ignorante per quello che riguarda le cause. Il vero medico studia le cause delle malattie studiando l’uomo universale”.
“Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve”.
“L’origine delle malattie è nell’uomo e non fuori di esso; ma le influenze esterne agiscono sull’intimo e fanno sviluppare le malattie. Un medico, dovrebbe conoscere l’uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna”.
“Un uomo adirato non è adirato solo nella sua testa o nei suoi pugni, ma dappertutto; una persona che ama non ama solo con l’occhio, ma con tutto il suo essere; in breve, tutti gli organi del corpo, e il corpo stesso, sono solo forme-manifestazioni di stati mentali…”.
“La vita che è attiva negli organi è l’anima vegetativa (l’anima animale). E’ un fuoco invisibile (zolfo), che può facilmente divampare in fiamma per il potere dell’immaginazione.
“L’immaginazione può creare la fame e la sete, produrre secrezioni anormali e causare malattie…”.
“…conoscono solo il cadavere dell’uomo, ma non la sua immagine viva quale è presentata dalla natura; sono divenuti falsi e innaturali, e quindi la loro arte è fondata sulle loro fantasie e sulle loro speculazioni che essi credono scienza”.
“Chi vuole conoscere l’uomo deve guardarlo nel suo complesso e non come una struttura messa su alla meglio. Se trova malata una parte del corpo, deve cercare le cause che producono tale malattia e non limitarsi a trattare gli effetti esterni”.
“Un medico che, sul suo paziente, non sa altro che quanto questi gli dice, conosce in realtà molto poco. Egli deve saper giudicare dalle sue apparenze esterne le sue condizioni interne. Deve saper vedere l’intimo dell’uomo esterno…”.
“…hanno fatto il loro ingresso in medicina tutti quei corrotti e scellerati buffoni che vendono i loro rimedi sia che funzionino oppure no. Basta che uno sia capace di riempire di soldi la sua borsa per acquistare la fama di essere un buon medico. (…). Così si sono procurati catene e anelli d’oro, girano in vesti di seta ed esibiscono apertamente di fronte al mondo la loro vergogna, quasi fosse un onore e si addicesse perfettamente a un medico. (…). Sono ladri e assassini… Tutta la loro arte è solo un chiacchierare e borbottare”.
“…il falso medico così viene dicendo a se stesso: se la cosa dovesse mettersi male – ciò che appunto accadrà – tu puoi sempre trovare una scusa, addossando su Dio o sul malato la colpa della tua cialtroneria. Intanto ti si deve pagare, vada come vada. La medicina è un’arte che va esercitata con grande coscienza e grande esperienza, nonché con grande timor di Dio; infatti chi non teme Dio uccide e ruba a più non posso; chi non ha coscienza non può neppure vergognarsi di se stesso”.
“…bisogna fare una distinzione tra i medici che procedono secondo la legge di Dio e quelli che procedono secondo la legge degli uomini; gli uni sono al servizio della carità, gli altri dell’utile privato”.
Raccolta di aforismi, fatta da: Giuseppe Cosco
Nel corso del tempo comunque, grazie ai suoi riconosciuti poteri curativi, le piante medicinali hanno continuato ad occupare un posto importante nella cura delle malattie in modo naturale.
Al giorno d’oggi la Fitoterapia è comunemente chiamata: “Terapia con le erbe”.
Curarsi con la Medicina Naturale e quindi anche con le Erbe e le Piante è un dovere per non cadere facilmente ammalati di gravi malattie incurabili ed il DOVERE del terapeuta e del medico è: “primum non nocere”
La pianta costituisce una SINGOLA unità terapeutica, nella quale i principi attivi formano dei “FITO-COMPLESSI” caratteristici, legandosi o interagendo con altre molecole che vengono eliminate nel corso dei processi di purificazione.
E’ il FITO-COMPLESSO, dunque, la “quintessenza” della pianta medicinale, e non il suo “principio attivo” purificato.
Volendo dare una definizione di FITO-COMPLESSO, si può dire che esso è una Entità Biochimica Complessa che rappresenta l’unità farmacologia integrale delle piante medicinali.
Ogni pianta medicinale quindi ha una sua specifica composizione chimica che comprende un numero più o meno grande di sostanze (la maggior parte delle quali dotate di una loro propria attività medicamentosa) che formano quello che si definisce fitocomplesso: esso è il responsabile delle proprietà salutari di una pianta medicinale, che possono essere diverse da quelle di uno o più dei suoi componenti presi isolatamente. Questo spiega perché ogni pianta possieda un’azione medicamentosa considerata predominante e altre azioni dette secondarie.
Questo concetto è assai diverso da quello che regola il settore dei farmaci di sintesi: infatti il farmaco deve in genere la sua azione ad un solo principio attivo e cio’ invalida la sua azione che diviene tossica.
Al contrario, ogni volta che viene utilizzato un fitocomplesso si realizza anche una azione antiossidante attiva sui vari sintomi in atto e comunque sempre preventiva per l’invecchiamento dell’organismo.
Per conoscere con sicurezza la quantità di un principio o dei principi attivi contenuti in un fitocomplesso si ricorre alla titolazione, cioè alla definizione, tramite procedimenti altamente tecnologici, della concentrazione della droga, che non deve essere inferiore ai livelli minimi stabiliti dalla letteratura internazionale e dalle Farmacopee, cioè i testi ufficiali redatti dalle Istituzioni dei singoli Paesi, nei quali sono dettagliatamente indicati tutti i farmaci e le sostanze medicinali dei quali sono autorizzati l’uso e la vendita sul territorio nazionale.
La titolazione consente la standardizzazione della fitomedicina che assicura la presenza costante della stessa quantità dei principi attivi in ogni lotto di produzione; così viene garantita l’assunzione della dose adeguata per tutta la durata del trattamento.
Migliaia di vitamine, contenute in piante fresche, sono in grado di indurre fenomeni di attivazione delle difese immunitarie per germi, virus o cellule tumorali, o addirittura di provocare fenomeni di apoptosi (suicidio cellulare o morte programmata) nelle stesse cellule tumorali.
vedi: PRODOTTI naturali con indicazioni UTILI per i principali MALANNI + Fitoterapia per il Cancro + Fitoterapia della Medicina CINESE + Fitoterapia in Italia (ISS)
IMPORTANTE: Occorre ricordare che un farmaco, un rimedio, un infuso, un estratto ecc. da soli NON possono guarire dalla malattia, ma possono solo aiutare nella autoguarigione, in quanto essa, la guarigione, avviene SOLO quando il soggetto malato cambia etica, comportamenti e quindi mette in pratica (consapevolmente od inconsapevolmente,) tutte le terapie naturali necessarie per ottenere la guarigione.
vedi: FITOTERAPIA 2 + MODALITA’ di PREPARAZIONE dei Prodotti FITOTERAPICI + Il canto degli Stregoni + Sciamani + Protocollo della Salute + Come nasce la malattia + Cure naturali + Tecniche di Medicina Naturale + Tecniche e Terapie naturali + Crudismo
Qualche testo – Bibliografia:
– P.M. DEWICK, Chimica, Biosintesi e Bioattività delle Sostanze Naturali, Piccin ed. Padova, 2001.
– M. PEDRETTI, Chimica e Farmacologia delle Piante Medicinali, Studio ed. Milano.
– G.SAMUELSSON, Drugs of Natural Origins – A textbook in Pharmacognosy, 5th edition, 2004, Apotekarsocieteten.
– OMS: monografie di piante medicinali, Volume I, Società Italiana di Fitoterapia, Siena, 2002.
Video: Piante che curano – Piante proibite
Medicinali Vegetali
L’utilizzo degli integratori a base vegetale (Pfs-plant food Supplements – ovvero medicinali vegetali) è in costante crescita: la valutazione del consumo è uno degli obiettivi di PlantLIBRA, progetto finanziato dalla Comunità Europea e iniziato nel 2010 per diffondere metodologie per la valutazione dei rischi e dei benefici dei Pfs.
Ora sono appena stati divulgati su Plos One i risultati della prima indagine europea sul consumo dei Pfs condotta da sei centri europei partecipanti al progetto: Finlandia, Germania, Italia, Regno Unito, Romania e Spagna, che fra Maggio 2011 e Agosto 2012 hanno condotto la ricerca sul campo.
Sono stati contattati 2359 consumatori di Pfs in 24 città che hanno risposto, nel corso di interviste personali, ad un questionario molto dettagliato sui prodotti usati: piante e nomi commerciali, forme utilizzate, dosaggi, frequenza, motivazione dell’utilizzo, effetti collaterali e fonti di informazione.
I dati globali ottenuti dall’indagine multinazionale dimostrano che i dieci prodotti usati con maggiore frequenza sono nell’ordine:
– Gingko biloba per migliorare la memoria,
– Oenotera biennis come fonte di acidi grassi insaturi (usata soprattutto in UK),
– Cynara scolimus, carciofo per aiutare le funzioni digestive (usata soprattutto in Germania e Spagna),
– Panax Ginseg, tonico per migliorare in generale la risposta agli stress,
– Aloe vera per il tono generale della salute,
– Foeniculun vulgare, semi di finocchio selvatico per la digestione,
– Valeriana officinalis, per il sonno,
– Glycine max, soia per i disturbi della menopausa,
– Melissa officinalis, rilassante e per il sonno,
– Echinacea purpurea per rafforzare le difese immunitarie.
I ricercatori, Flavia Bruno e Franco Maggi, che hanno condotto la ricerca per l’Italia segnalano i prodotti più usati da noi:
– Aloe vera, Foeniculun vulgare, Valeriana officinalis, Panax ginseng, Vaccinium myrtillus (per migliorare la circolazione), Passiflora incarnata (per il sonno), Melissa officinalis, Paullinia cupana guaranà, tonico per migliorare la performance fisica e mentale, Taraxacum officinale diuretico, Cynara scolimus”. Pillole e capsule sono le forme più usate.
Inoltre i dati sociodemografici raccolti hanno permesso di creare un identikit del consumatore tipo: una persona istruita, non giovanissima, non fumatore che si ritiene in un buono stato di salute, ma considera importante integrare il proprio regime alimentare spesso inadeguato per i ritmi quotidiani della vita moderna o in caso di situazioni particolari: menopausa, gravidanza, ripresa dopo una malattia, attività sportiva amatoriale e professionale.
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La Fitomedicina, di cui la fitoterapia è l’applicazione pratica, è la disciplina medica che si serve delle piante e dei loro derivati per scopi medico-terapeutici. Non è considerata una medicina alternativa vera e propria in quanto i principi attivi contenuti nelle piante sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale.
Non tutta la medicina popolare può essere inclusa nella Fitoterapia perché molte conoscenze tradizionali ed empiriche sono state nel tempo confermate, smentite o modificate dalle verifiche scientifiche (studi farmacologici, trials clinici, fitosorveglianza, farmacovigilanza, etc.)
Le piante sono le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Non potendo sfuggire ai loro predatori, per proteggersi esse hanno dovuto sviluppare innumerevoli sostanze repellenti, tossiche, ormonoregolatrici, digestionevarianti ecc.
La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola.
Un classico esempio di rimedi fitoterapici è dato dagli olii eterici o essenziali prodotti dalle piante, che servono a loro stesse come fungicidi, battericidi, virostatici, pesticidi e come difese fetenti.
Un’altra classe sono le sostanze che modificano la fisiologia dell’apparato digerente del predatore: lassativi e congestivi; un’altra classe ancora sono sostanze che variano il sistema ormonale o i trasmettitori neuronali di predatori come alcaloidi ecc.
L’arte di preparare fitorimedi, l’antica disciplina dei farmacisti o speziali, si chiama “Galenica” (dal nome del medico dell’antichità Galenus).
Il prezioso aiuto che le piante possono dare alla terapia è fuori discussione e nulla ha a che fare con lo sfruttamento promozionale di piante ed erbe di cui si vantano proprietà terapeutiche non documentate e di cui si ignorano i pericoli da lievi a mortali.
La grande carenza di una regolamentazione, frenata da evidenti interessi commerciali, contribuisce alla confusione. E’ bene che la gente si renda conto che la equazione “naturale=benefico” è solo un tranello per coinvolgere la gente semplice che ha qualche problema.
Rileva il Direttore del Mario Negri che anche i virus sono naturali. Aggiungiamo che i funghi velenosi, che sono naturali e di buon sapore, possono uccidere.
La fitoterapia richiede competenza e serietà ed esclude l’autoprescrizione se non si vuole incorrere in grossi guai.
Tratto da: it.wikipedia.org
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Un’erba killer, se assunta regolarmente per certi periodi, pare provochi il cancro al rene – 18/04/2012
Dall’aristolochia un pericolo per la funzionalità renale
A volte l’assunzione di certe erbe possono provocare grossi danni. È il caso dell’Aristolochia, una pianta utilizzata da secoli nell’ambito della medicina tradizionale cinese, soprattutto per le sue proprietà antidolorifiche e dimagranti.
Tuttavia, sembra che una sua componente costituisca un serio pericolo per i reni. Si tratta dell’acido aristolochico, un agente probabilmente cancerogeno associato a insufficienza renale e carcinoma uroteliale del tratto urinario superiore.
Uno studio di ricercatori dell’Università di Taiwan ha evidenziato l’azione tossica del composto che, attraverso un’interazione negativa con il Dna umano, dà origine ad alterazioni del gene oncosoppressore TP53. Gli studiosi hanno analizzato 151 pazienti affetti da cancro del tratto urinario superiore, scoprendo che l’83 per cento di essi mostrava un’alterazione a carico del gene TP53.
Non sembra un caso, dunque, che nei paesi nei paesi asiatici e in particolare in Thailandia, dove l’uso della pianta è assai diffuso, vi siano percentuali di cancro ai reni e carcinomi del tratto urinario superiore quattro volte superiori alla media mondiale.
Un altro studio, pubblicato su Lancet da un gruppo di ricercatori degli Hammersmith Hospitals di Londra guidati dal dott. Graham M. Lord, evidenzia almeno tre casi specifici in cui i pazienti, dopo l’utilizzo dell’Aristolochia, hanno sviluppato insufficienza renale e in seguito un cancro, dovuto proprio all’assunzione, attraverso la pianta, dell’acido aristolochico.
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Diminuiscono le erbe spontanee curative … tutta colpa delle coltivazioni intensive, dell’agricoltura chimica
Erbe spontanee curative in estinzione– Scrive Ecoresistenza: “Buone e belle, ma sempre più rare. La maggior parte delle piante officinali utilizzate in prodotti farmaceutici e para-farmaceutici per le loro proprietà benefiche, scarseggiano sempre più in natura.
A lanciare l’allarme è il Botanic Gardens Conservation International che parla di 15-50 mila specie di piante officinali in via di estinzione. Secondo gli esperti, infatti, alcune preziosissime erbe starebbero letteralmente scomparendo mettendo a serio rischio la ricerca e la cura di malattie gravi come il cancro e l’HIV.
Qualche esempio ?
– Il Tasso, la cui corteccia è ricca di paclitaxel (principio attivo antitumorale);
– l’Hoodia, nota per la capacità di bloccare l’appetito che la rendono l’ingrediente fondamentale di tantissimi prodotti dimagranti;
– la Magnolia, il cui principio attivo,
– l’Honokiolo, è efficace nella cura del cancro, di alcune malattie cardiache e della demenza senile.
Tra le varietà a rischio, anche il ciliegio africano (Prunus africana) dal quale si estrae una molecola per curare malattie della prostata.
I responsabili di tutto questo sono, manco a dirlo, le coltivazioni intensive e l’inquinamento che inevitabilmente comportano la distruzione degli habitat naturali e la prolificazione di specie invasive ‘competitive’.
Oltre al largo impiego di queste estratti vegetali in medicina e cosmesi, il fattore principale alla base della loro sparizione è l’alto tasso di deforestazione che interessa l’intero Pianeta. E vista l’incidenza negativa che questo fenomeno potrebbe comportare sulla ricerca e sul destino della sanità mondiale, l’allarmismo degli scienziati sembra essere più che fondato.
Una minaccia per la ricerca, per l’umanità, per la biodiversità e soprattutto per la salute di milioni di persone che, nel solco di una tradizione (ormai millenaria) divenuta scienza, ripongono le loro speranze nella medicina tradizionale la cui linfa vitale è rappresentata proprio da queste preziose piante.
Fonte: tuttogreen.it
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Il potere delle Big Pharma in EU: dal 1 aprile 2011 diventeranno illegali in EU le erbe per la salute
By Andrea Ruwett – 02 Ottobre 2010 – Visualizza il blog di Andrea Ruwett
Nella sintesi e traduzione che seguono, si evidenzia la gravissima decisione europea contro la libertà di cura e le medicine erboristiche tradizionali.
vedi: Lista incompleta delle Piante che saranno proibite
La stretta dell’Europa sulle erbe officinali – Le tisane e gli infusi come i farmaci.:
http://www.corriere.it/salute/10_ottobre_08/erbe-infusi-farmaci-stretta-ue_d394afba-d292-11df-8b7c-00144f02aabc.shtml
La direttiva europea sulle erbe medicinali messa in discussione da un’azione legale (in inglese):
http://www.euractiv.com/en/health/eu-herbal-medicines-law-set-legal-challenge-news-503563
L’UE vieta i rimedi naturali per favorire i farmaci (in inglese):
http://www.allvoices.com/contributed-news/8826364-european-union-directive-to-ban-natural-remedies-in-favor-of-pharmaceuticals
Le ditte di medicina trazionale cinese potrebbero essere fatte fuori dal mercato europeo (in inglese):
http://english.peopledaily.com.cn/90001/90776/90883/7343301.html
L’azione repressiva dell’UE contro i rimedi naturali (in inglese):
http://www.independent.ie/national-news/eu-crackdown-on-herbal-remedies-2628345.html
UN PESSIMO PESCE D’APRILE 2011:
1° di aprile 2011 tutte le erbe medicinali praticamente diventeranno illegali nell’Unione Europea.
L’industria farmaceutica e quella agroalimentare hanno quasi completato il loro assalto su tutti gli aspetti della salute: dai cibi che mangiamo al modo col quale decidiamo di “curarci” quando stiamo male.
Nessun dubbio: questo loro arraffare ci deruberà di quel poco di salute che ci era rimasto.
La European Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD) è stata emanata il 31 marzo 2004 ed ha reso operative delle regole per l’uso dei prodotti erboristici che erano precedentemente commercializzati sul libero mercato.
Tale direttiva richiede che per tutte le preparazioni di erbe si debba passare attraverso le stesse procedure dei farmaci.
Non importa se un’erba è stata liberamente utilizzata per millenni. I costi di queste – nuove – procedure sono ampiamente superiori a quelli affrontabili dalla maggior parte dei produttori – esclusa ovviamente le grandi industrie farmaceutica ed agroalimentare. Per avere un’idea, si parla di costi oscillanti fra i 100.000 ed i 150.000 € per erba; se poi si tratta di un composto, ogni erba deve essere trattata separatamente.
Non avrà importanza se un’erba è stata usata con sicurezza ed efficacia per migliaia di anni: dovrà essere trattata come fosse un nuovo farmaco di laboratorio. Ovviamente, le erbe NON sono farmaci di laboratorio, ma preparati ottenuti da fonti biologiche che non sono necessariamente purificate – perché la cosa potrebbe modificarne natura ed efficacia – così come avviene per gli alimenti.
Trattarle come prodotti di sintesi è distorcere la loro natura e la natura delle erbe medicinali. Ma questo ovviamente non fa alcuna differenza dentro le mura dell’Unione Europea controllata da BigPharma (la grande industria farmaceutica) un’Unione che ha inglobato il corporativismo nella sua costituzione.
Il dottor Robert Verkerk della Alliance for Natural Health International (ANH), così descrive la questione relativa alla richiesta di procedure di tipo farmacologico per preparazioni di erbe:
“Ottenere una medicina erboristica classica da una cultura medica tradizionale che non sia europea, attraverso uno schema di registrazione EU, è come chiedere di mettere un cubo in un buco tondo. Il regime che regola la questione ignora le tradizioni specifiche e non vi è stato adattato. Un tale adattamento però viene richiesto con urgenza se la direttiva non deve discriminare culture non europee e conseguentemente violare così i diritti umani”.Per capire meglio quel che potrebbe succedere, è opportuno evidenziare che il sistema delle leggi sugli scambi commerciali è stato al centro di manovre, per consentire il controllo di BigPharma e dell’industria agroalimentare su tutti gli aspetti relativi ad alimenti e medicinali.
Se avete seguito quanto sta accadendo negli Stati Uniti in merito al latte fresco e alle affermazioni della FDA (Food and Drug Administration), per la quale degli alimenti diventano magicamente delle medicine nel momento in cui ne vengono semplicemente citati effetti sulla salute, avrete notato che nella questione è stata coinvolta la Federal Trade Commission (FTC = Commissione Federale sugli Scambi Commerciali).
Piuttosto che trattare il cibo e le medicine tradizionali come questioni di diritti umani, sono stati gestiti come questioni di commercio. Così, al centro della legislazione sugli alimenti e le erbe, anziché i bisogni e i desideri dei popoli, sono finite le ambizioni e avidità della grande industria.
Lo scopo di tutto questo è di rendere il mondo ben sicuro per i liberi commerci delle mega industrie. I bisogni e la salute della gente non sono assolutamente un fattore del quale tener conto.
Fonte: ecplanet.com
Nuove normative EU per i prodotti Fitoterapici:
Fonti:
Gaia Health
http://www.gaia-health.com/articles301/000301-big-pharma-scores-big-win-medicinal-herbs-disappear-eu.shtml#here
Laboratorio Antispecista:
http://www.laboratorioantispecista.org/il-potere-delle-big-pharma-in-eu-dal-1-aprile-2011-diventeranno-illegali-in-eu-le-erbe-per-la-salute
Fonti UFFICIALI:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2004:136:0085:0090:en:PDF
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2010:222:0014:0018:IT:PDF
http://www.anh-europe.org/news/anh-press-release-anh-set-to-challenge-eu-herb-law
DIRETTIVA UE – 30 Apr. 2004
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Le ERBE MEDICINALI ILLEGALI in EUROPA dal 1° APRILE 2011 !
Tale direttiva richiede che per tutte le preparazioni di erbe si debba passare attraverso le stesse procedure dei farmaci. Non importa se un’erba è stata liberamente utilizzata per millenni….e avviene cio’ grazie a Big Pharma….che vuole non solo controllare, ma rendere MENO efficaci, obbligando a manipolare industrialmente, le erbe medicinali….
LEGGERE il COMUNICATO STAMPA della FEDERAZIONE degli ERBORISTI, che fornisce precisazioni sulla Direttiva EU
vedi: Lista incompleta delle Piante che saranno proibite
La fitoterapia è tuttora molto diffusa e tra le 800 specie vegetali esistenti, sono migliaia quelle definite piante officinali, ovvero capaci di aiutare nel curare i malati.
La pianta è un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni.
Ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo, per quanto minima, produrrà comunque un danno, un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’Uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche.
Viceversa, le vitamine e le altre sostanze contenute nelle piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto funzionamento della complessa biochimica umana e del genoma umano (DNA)
La pianta costituisce una SINGOLA unità terapeutica, nella quale i principi attivi formano dei “FITO-COMPLESSI” caratteristici, legandosi o interagendo con altre molecole che vengono eliminate nel corso dei processi di purificazione.
Il fito complesso é l’insieme dei principi attivi della droga “in toto” (*), essendo la pianta una “unitá terapeutica” nella quale i principi attivi formano dei fito-complessi caratteristici. Esso e’ dunque, la “quintessenza” della pianta medicinale, e non il suo “principio attivo” purificato.
Volendo dare una definizione di Fito-Complesso, si può dire che esso è una Entità Biochimica Complessa che rappresenta l’unità farmacologia integrale delle piante medicinali.
(*) Principio attivo: si intende con questo termine l’insieme di quelle sostanze del metabolismo cellulare delle piante che, introdotte nell’organismo umano hanno la capacitá di interferire sul suo metabolismo, producendo una determinata azione farmacologica.
L’estrazione dei principi attivi dalle piante – che vanno raccolte nel periodo conveniente della stagione (tempo balsamico) – richiede diverse fasi di lavorazione. La più semplice di queste è la frantumazione, spesso preceduta o seguita da essiccamento.
Tra le procedure di lavorazione occorre menzionare anche la macerazione o la percolazione con una miscela di acqua ed alcool (le soluzioni che si ricavano in questo modo sono conosciute con il nome di tinture madri).
La distillazione è un procedimento utilizzati per separare i principi attivi utili dai materiali inutili di una pianta.
Più comunemente, è utilizzata l’estrazione in corrente di vapore, che permette di estrarre i principi attivi della pianta quando questi sono dei composti chimici volatili.
Il prodotto di queste operazioni si chiama droga (dal tedesco trocken, che vuol dire “secco”) e consiste quindi in una pianta o in una determinata parte di una pianta (foglia, fiore, radice, frutto, ecc.) raccolta e sottoposta a determinati processi di lavorazione. Le droghe possono essere usate per preparare delle tisane, somministrate come polveri oppure incluse in compresse e capsule, eventualmente assieme ad adatti eccipienti.
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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FITOTERAPIA – Restrizioni da parte delle case farmaceutiche, che vogliono il monopolio anche sulle erbe..
Il primo utilizzo medico delle piante e delle erbe risale a 10.000 anni fa, in India, mentre i più antichi documenti in cui è testimoniato l’uso e sono riconosciute le proprietà dei medicamenti e dei veleni appartengono alla civiltà cinese, tra tutti emerge l’Erbario di Shên Nung (2700 a.C.).
vedi: Lista incompleta delle Piante che saranno proibite
Importanti sono anche i papiri egiziani che documentano la conoscenza di tale popolo di 700 forme diverse di medicamenti, di natura vegetale e animale. Testi indiani tra il 1000-800 a.C. elencano oltre 800 droghe medicinali; alcune tavolette appartenenti alla civiltà assiro-babilonese, menzionano le piante ed i loro Stando a certe leggende indiane, la tribù dei Chippewa, che viveva nel Michigan, imparava i rimedi migliori per guarire da come alcuni animali cercavano le radici, le ghiande, le bacche, le erbe…da mangiare e/o strofinarsi vicino per curare le ferite,.
Gli indiani del Nordamerica conoscevano circa trecento piante diverse per curare il raffreddore, la febbre e le ferite e altre duecento con effetti lassativi, sedativi e stomachici.
Nel Medioevo, queste conoscenze furono conservate per opera dei monaci, inoltre la Scuola Salernitana diede un notevole contributo con l´opera Flos medicinae (Fiore della medicina) scritta in latino.
Nel rinascimento grazie anche agli scambi con l´Oriente e all´importazione di nuove varietà, fino allora sconosciute in Europa, vi fu in notevole interesse per il settore erboristico, con particolare attenzione anche per le spezie e gli aromi da usare per la cura del corpo.
Prima che in Europa si depositasse il marchio dell’Aspirina (esattamente il 1° febbraio 1899 a Berlino), moltissime tribù primitive (e Ippocrate, che è vissuto quattro secoli prima di Cristo, l’aveva detto a tutti i medici) usavano la corteccia di salice per curare i reumatismi: pianta che contiene la salicina, sostanza antidolorifica simile all’aspirina.
La realtà è che se, ancora oggi, certe tribù africane, gli indigeni dell’Amazzonia o quelli dell’Australia, nell’uso quasi esclusivo delle piante per curare le malattie, hanno degli stregoni che conservano gelosamente i segreti delle loro erbe, lo fanno più che altro per tutelarsi dalle compagnie FARMACEUTICHE occidentali che vorrebbero acquisirne il BREVETTO.
Dal settecento in poi, la sintesi di farmaci chimici portò gradualmente fino ai giorni nostri ad un minore interesse verso le erbe anche perché i costi per l’estrazione dei principi attivi hanno un costo maggiore di quelli di sintesi. Soltanto negli ultimi decenni, vi è stata una riscoperta della fitoterapia, sia per la cura che per la prevenzione di numerose malattie.
Il mondo vegetale è un laboratorio chimico unico. Partendo da sostanze semplici sintetizza innumerevoli e complesse sostanze chimiche, ma non per questo la fitoterapia è una panacea né esclude la medicina allopatica.
Per comprendere la situazione attuale della Directive 2001/83/EC del 1° aprile 2011 vi consiglio vivamente di studiare la medicina del Dott. Nock successore del dottor Parpalaid , e di come trasformare il benessere del paziente ( teoria del Dott. parpalaid) in un business economico , quindi possiamo dire con certezza che il Dott. Nock e il padre delle malattie .
Le piante e le erbe officinali sono conosciute da secoli, Non è possibile BREVETTARE ciò che è noto alla società civile, le regolamentazioni sui brevetti devono essere segreti fin quando riconosciuti dopo il loro corso di riconoscimento dalla commissione di esame.
Tutto questo ha a che fare con un accordo internazionale detto patto di Parigi, di cui molti paesi non sono d’accordo e non ne fanno parte.
BREVETTARE UNA COSA del GENERE E’ UNA TRUFFA VERA E PROPRIA
Siccome le legislazioni internazionali sono accordi che le pianti e le erbe officinali sono libere da qualsiasi divieto d’uso perchè considerate e consumate anche nell’arte culinaria, le si possono coltivare anche nel proprio orticello, nessuno oramai può vietare l’uso o brevettarne a proprio interesse.
Allora cosa facciamo, brevettiamo anche i funghi ?
Agli animali che istintivamente ne fanno uso cosa gli diciamo ?
Quindi ora veniamo additati come terroristi mediatici, che sfornano informazioni errate su vari network, gente pericolosa per la salute della collettività. Sono anni che mi sento accusare in questa maniera, eravamo terroristi medianici quando si avvisava la collettività di rischio di TURBECOLOSI da latte infetto, un latte manco di nostra produzione, il nostro latte, quello che beviamo tutti i giorni altro non è che latte all’85% estero, eravamo terroristi medianici quando dichiaravamo che la nuova lega metallica zirconio/a era tossica per il nostro organismo, che le amalgami dentarie (piombature al mercurio grigie) erano tossiche, eravamo terroristi mediatici quando dichiaravamo che i nitriti, nitrati, conservanti additivi presenti nella maggior parte degli alimenti sono cancerogeni e tossici ?
Se cercare il benessere di se stessi e dei nostri figli ALLORA SI SONO un TERRORISTA. L a storia stessa insegna “terrorista per lo Stato rivoluzionario per il Popolo”
Riassumendo
– vogliono “REGOLAMENTARE” le erbe mediche TOGLIENDOLE alle “ERBORISTERIE” e distribuendole nelle “FARMACIE” “BREVETTANDOLE” in quanto adesso sono “PERICOLOSE” ed è a “RISCHIO” La “SICUREZZA” del “CONSUMATORE”(come mai prima non lo erano?) e per FARLO “RISPARMIARE” (anche nello stesso servizio si pone un forte dubbio).
(Dichiarazione di un rappresentante della BIG PHARMA)
Siccome parecchi farmaci (QUALI ???) sono fatti con erbe mediche NASCE la NECESSITA’ (di BIG PHARMA) di OTTENERE il MONOPOLIO ANCHE sulla NATURA !
NESSUNO HA IL DIRITTO DI BREVETTARE LA NATURA !
Leggendo la Direttiva 2004/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004 che modifica, per quanto riguarda tradizionali medicinali a base di erbe, la direttiva 2001/83/CE recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano
Il PARLAMENTO EUROPEO e del CONSIGLIO dell’UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l’articolo 95, vista la proposta della Commissione (1), visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (2), deliberando secondo la procedura di cui all’articolo 251 del trattato (3), considerando quanto segue: (1)
Direttiva 2001/83/CE (4) stabilisce che le domande di autorizzazione per un medicinale sul mercato devono essere accompagnati da un fascicolo contenente informazioni e documenti relativi in particolare ai risultati delle prove fisico-chimiche, biologiche o microbiologiche, nonché le prove farmacologiche, tossicologiche e cliniche effettuate sul prodotto e comprovanti la sua qualità, sicurezza ed efficacia.
Questi sono punti della direttiva più interessanti ma anche falsi, lo si può dimostrare andando a leggere un qualsiasi bugiardino (foglietto illustrativo allegato ai medicinali contenente posologia) di un qualsiasi farmaco anche da banco(senza prescrizione medica)
punto (6) La maggioranza vasta di prodotti medicinali con una tradizione sufficientemente lunga e coerente è basata sulle sostanze a base di erbe. Sembra quindi appropriato per limitare lo scopo dell’iscrizione semplificata in un primo passo ai prodotti tradizionali, a base di erbe medicinali. (FALSO)
8) Con l’obbiettivo di facilitando oltre l’iscrizione di certi prodotti tradizionali, a base di erbe medicinali e di migliorando oltre l’armonizzazione, ci dovrebbe essere la possibilità di stabilire un elenco di Comunità di sostanze a base di erbe che soddisfano certi criteri, come essendo stato nell’uso medicinale per un tempo sufficientemente lungo, e sono considerati quindi per non essere dannoso sotto le condizioni normali di uso.
IN CASO di TOSSICITA’ ci SAREBBERO STATI PIU’ DECESSI di QUELLI che CREA la FARMACOPEA)
(9) Avendo la considerazione alle particolarità di prodotti a base di erbe medicinali, un Comitato per i Prodotti a base di erbe Medicinali dovrebbe essere stabilito dentro l’Agenzia Europea per la Valutazione di Prodotti Medicinali (il d’ora in poi “l’Agenzia”) ha preparato da Regolamento di Consiglio (la CEE) Nessun 2309/93(5). Il Comitato dovrebbe eseguire degli incarichi riguardo all’iscrizione semplificata e l’autorizzazione di prodotti medicinali poiché ha provveduto a in questa Direttiva. I suoi incarichi dovrebbero raccontare nel particolare a stabilire di Comunità monografie a base di erbe pertinenti per l’iscrizione come pure l’autorizzazione di prodotti a base di erbe medicinali. Dovrebbe essere composto di esperti nel campo di prodotti a base di erbe medicinali.
( AUTORIZZAZIONE SIGNIFICA CONTROLLO DELLA LOBBTY MEDICA)
(12) Questa Direttiva consente dei prodotti non curativi a base di erbe, soddisfacendo i criteri di legislazione di cibo, essere regolato sotto la legislazione di cibo nella Comunità.
LA MAGGIOR PARTE DELLE SPEZIE E “DROGHE” UTILIZZATE PER L’EQUILIBRIO DELL’ORGANISMO VENGONO ANCHE UTILIZZATE NELL’AMBITO CULINARIO, ALCUNE DI QUESTE SONO: SALVIA, ROSMARINO,CORIANDOLO,MENTA, TIMO, AGLIO, PREZZEMOLO, PORRO, OLIVA, LIEVITO DI BIRRA, CIPOLLA, CANNELLA, ORIGANO, E TANTE ALTRE.
“Pertanto deduco che per cucinare avrei bisogno del consenso medico ?”
“IL CAPITOLO 2° della direttiva 2004/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, dice chiaramente che devono ottenere il controllo totale, e di conseguenza il brevetto (alquanto ILLEGALE)
Il giro di parole di questa direttiva e abbastanza chiara per chi è nel settore della M.N.C. (medicina non convenzionale) le erbe, tecnicamente chiamate anche droghe, deve essere un’esclusiva prettamente medica, per cui un maggiore controllo della lobby medica e delle case farmaceutiche che ne riterrebbero il controllo, con un aumento di guadagni per la BIG PHARMA e di una aggiunta di spese all’utente finale
Inventori di malattie.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2d46eae7-7cab-4a04-a354-be9b1e43ef3f.html
By Ventura Renato – Bioterapeuta
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Piante e tumori: dalla Ricerca Nutraceutica, nuove prospettive per il futuro
– vedi: Nutriterapia per il cancro e non solo
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente interesse nella prevenzione del cancro attraverso piante, estratti vegetali e componenti chimici naturali e naturalmente presenti in taluni alimenti.
La Ricerca Scientifica ha focalizzato i propri sforzi sull’identificazione chimica dei fitocomplessi dotati di attività chemiopreventiva e sulla comprensione dei meccanismi d’azione.
Varie piante utilizzate anche in ambito culinario, diversi estratti vegetali chimicamente caratterizzati agiscono su molteplici signaling pathways , incluse quelle che regolano i processi infiammatori e apoptotici. che potrebbero costituire dei target per le terapie antitumorali. – vedi: Cura dell’Aglio + Enzimi
In questo approfondimento focalizzeremo la nostra attenzione su diversi phytochemicals come il resveratrolo, presente abbondantemente nelle bucce degli acini della Vitis vinifera L. (la comune uva), nelle radici del Polygonum cuspidatumSieb. et Zucc., della allicina, presente nell’ Alliumsativum L. (il comune aglio), del licopene, particolarmente presente nel Solanum lycopersicumL. (il comune pomodoro), dell’indol-3-carbinolo, presente nei vegetali appartenenti alla famiglia delle crucifere, della vitamina C, presente nei frutti appartenenti al genere Citrus, come il limone, l’arancio, il pompelmo, nella Fragariavesca L. (fragola di bosco), del [6]-gingerolo, presente nel rizomadi Zingiber officinaleRoscoe, dell’emodina, presente nelle foglie di Aloe barbadensis Miller, della miscela antiossidante naturale ricavata dalle foglie di Spinacia oleracea L. (il comune spinacio), dei beta-carotenoidi presenti nel Daucus carota L. (la comune carota), il sulforafano, presente in diversi vegetali appartenenti al genere Brassica, come la senape, dell’acido ellagico, presentein varie parti del Punica granatum L. (il comune melograno), della miricetina, presente nel Vaccinium macrocarponAiton (il comune cranberry), del carnosolo, presente nel Rosmarinus officinalisL. (il comune rosmarino), della vanillina, presente nella Vanilla planifoliaJacks.
ex Andrews (la comune vaniglia) e dell’eugenolo presente nei fiori di Syzygiumaromaticum (L.) Merr. &L.M.Perry (i comuni chiodi di garofano. Questi principi attivi agiscono attraverso differenti vie di segnalazione cellulare, come il fattore nucleare kB (Nf-kB), le ciclossigenasi 2 (Cox-2), la proteina STAT 3 (SignalTransducer and Activator of Transcription 3), la proteina Akt, la via MAPK/ERK (Mitogen-activated protein kinases/Extracellular regulated kinase), la proteina Bcl-2, la poli (ADP)-ribosio-polimerasi, le metalloproteasi della matrice 2/9, e la ciclina D1.
La conoscenza di questi composti e dei loro meccanismi d’azione potrebbe essere utile per la formulazione di nutraceutici da impiegarsi come coadiuvanti nelle terapie antitumorali. Il termine fitochimici (Phytochemicals) sta ad indicare componenti non-nutritivi, presenti nelle piante, dotati di attività biologica.
Per lungo tempo, si sono utilizzate le piante nella cura di molte malattie incluso il cancro. Del resto, oltre il 60% dei farmaci antitumorali è di derivazione vegetale. [1]
I principi attivi più comunemente riconosciuti come aventi proprietà protettive verso il cancro sono la curcumina (Curcuma longa L.), la genisteina (Glycine max (L.) Merr.), il resveratrolo (Vitis vinifera L.), l’allicina (Allium sativum L.), il licopene (Solanum lycopersicumL.), il [6]-gingerolo e il [6]-shogaolo (Zingiber officinale Roscoe), l’acido ellagico (Punica granatum L.), la miricetina (Vaccinium macrocarponAiton), l’eugenolo (Syzygium aromaticum (L.) Merr. &L.M.Perry), l’anetolo (Cinnamomum camphora (L.) J. Presl.).
Anche i flavonoidi e gli ellagitannini presenti in tutte le piante hanno numerose proprietà antitumorali e chemiopreventive che affronteremo in un altro articolo a parte.[2,3]
I principi attivi che ho menzionato sopprimono i processi infiammatori che conducono a fenomeni di trasformazione, iperproliferazione, ed iniziazione della carcinogenesi.[4]
La ricerca ha investito notevoli sforzi per la comprensione delle basi molecolari della prevenzione delle malattie croniche e della promozione della salute ad opera dei nutraceutici.
Le principali signallingpathawys che vengono disregolate nel cancro e che costituiscono target per la prevenzione del cancro, possono essere modulate da diversi fitocomplessi e da molteplici principi attivi e classi di principi attivi chimicamente caratterizzati. Questi processi includono la riparazione del DNA, la proliferazione cellulare, l’apoptosi, l’infiammazione, l’immunomodulazione, la differenziazione e l’angiogenesi. [5,6]
Poiché molteplici pathways vengono influenzate simultaneamente, risulta difficile individuare la via più importante nella determinazione del rischio di cancro o del comportamento del tumore. – vedi: Cancro
Dati in vitro e in vivo dimostrano che gli agenti chemiopreventivi aumentano l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia, in diversi tipi di cancro, mediante la regolazione del sistema PI3/Akt, del fattore nucleare kB (NF-kB), delle COX-2, dei processi apoptotici, del ciclo cellularee di altri meccanismi, ad indicare una nuova strategia terapeutica multitarget.[7]
La tumorigenesi è un processo multistep che può essere attivato da agenti ambientali (fumo di sigaretta, emissioni industriali), agenti infiammatori (citochine infiammatorie e le ROS), e promotori tumorali come gli esteri del forbolo e l’acido okadaico.[8]
Le sostanze carcinogeniche modulano i fattori di trascrizione, come l’Nf-kB, la AP-1, la STAT3, le proteine antiapoptotiche come la Akt, la Bcl-2, la Bcl-XL, le proteine proapoptotiche come le caspasi e le PARP, le protein-chinasi, le proteine di regolazione del ciclo cellulare, le molecole di adesione cellulare, i fattori di crescita.[8]
NF-kB
Le cellule infiammatorie (neutrofili, macrofagi, eosinofili) sono risorse endogene di specie reattive dell’ossigeno (ROS), la cui stimolazione da parte di promotori tumorali o da agenti microbiologici rilascia le ROS. [9]
L’NF-kB è un fattore di trascrizione che si lega al DNA e attiva la trascrizione genica. [10]
Nelle cellule normali, l’NF-kB è legato ad una proteina di inibizione chiamata IkB che si trova nel citoplasma.
Stimoli infiammatori come le radiazioni UV, le ROS, le citochineproinfiammatorie come il TNF-α e l’IL-1 attivano l’NF-kB attraverso la fosforilazione e la degradazione di IkB. L’NF-kB, una volta rilasciato, migra nel nucleo dove si lega al DNA e attiva la trascrizione di oltre 200 geni che sopprimono l’apoptosi, e inducono la trasformazione cellulare, la proliferazione, l’invasione, le metastasi, la chemioresistenza, la radioresistenza e l’infiammazione. Questi includono le citochine proinfiammatorie TNF-α , IL-1, molecole di adesione, il fosfolipide A2, la lipossigenasi, la COX-2, la nitrossido-sintasi inducibile (iNOS), la mieloperossidasi.[11]
L’emodina, il gingerolo, il resveratrolo, il licopene, l’indol-3-carbinolo, la vitamina c, il sulforafano e l’acido ellagico sono potenti inibitori di NF-kB.
Il resveratrolo inibisce l’attivazione di NF-kB ed esercita un’attività antiossidante[12,13] tuttavia i suoi effetti in vivo sono limitati da una bassa biodisponibilità.[14]
Horton e colleghi hanno dimostrato che la vitamina C inibisce la traslocazione di NF-kBdal citoplasma al nucleo.[15]Inoltre, la vitamina C inibisce l’attivazione di NF-kB indotta da TNF-α mediante l’attivazione della p38/MAPK.[16]
L’applicazione topica di licopene ha inibito l’edema di orecchio murino indotto da TPA e la promozione tumorale , oltre ad aver inibito l’adesione di cellule endoteliali aortiche stimolate con IL-1β alle cellule U937.[17]Il [6]-gingerolo estratto dallo zenzero è in grado di inibire il sistema NF-kN. [18]
La miscela antiossidante naturale di spinacio produce effetti analoghi. [19]
Il ruolo delle COX-2
Le ciclossigenasi (COX)svolgono un ruolo primario nella biosintesi dei prostanoidi. La COX-2, che è l’isoforma inducibile, è responsabile dell’elevata produzione di prostaglandine in risposta a vari stimoli infiammatori, ormonali e a fattori di crescita.
L’espressione delle COX-2 è associata alla regolazione della crescita cellulare, al remodelling tissutale, alla carcinogenesi. La COX-2 è altamente espressa in una larga serie di tumori endometriali primari e la sua espressione è strettamente associata ai parametri di aggressività tumorale. Inoltre, l’overespressione della COX-2 avviene nel 90% dei carcinomi del colon-retto e nel 40% degli adenomi. [20,21]
L’NF-kB è strettamente connesso a molti aspetti dell’oncogenesi, incluso il controllo dell’apoptosi, il ciclo cellulare, la differenziazione e la migrazione cellulare. [22] La proteina Akt regola l’espressione della COX-2 in cellule di cancro endometriale che esprimono la fosfo-Akt.
Studi sperimentali hanno dimostrato che la curcumina downregola l’espressione delle COX-2 senza modificare l’espressione della COX-1 in cellule di cancro prostatico e al colon-retto.[23]
La miscela antiossidante naturale presente nello spinacio esercita effetti antiproliferativi attraverso la downregulation dell’espressione delle COX-2.[24]
L’acido ellagico, presente nel melograno, inibisce l’NF-kB in cellule di tumore pancreatico.[25]
Inoltre, la miricetina svolge attività antiossidanti ed effetti antitumorali.[26]
Il [6]-gingerolo inibisce l’espressione delle COX-2 mediante l’inbizione della p38MAP Kinase e l’inibizione di NF-kB.[27]
Tutti questi studi dimostrano che i composti attivi estratti dalle piante qui considerati svolgono un ruolo centrale nell’inibizione dell’espressione delle COX -2.
Altri fattori come il TNF-α,l’IL-6 svolgono un ruolo importante nel legame tra l’infiammazione e il cancro.[28]
Il TNF fa parte di una famiglia di citochine principalmente secrete dai macrofagi ed è responsabile della regolazione immunitaria.Tuttavia una sua iperproduzione contribuisce all’insorgenza di patologie croniche incluso il cancro, essendo responsabile dell’attivazione di NF-kB.[29]
Vi sono molte interleuchine coinvolte nella regolazione dell’ immunità, incluse l’IL-1β el’IL-6, che regola la crescita di varie cellule ematopoietiche.[30]
Il TNFα innesca il processo infiammatorio .
Diversi nutraceutici modulano i livelli di IL-6 e di IL-8.
L’allicina, presente nell’aglio, inibisce la secrezione di IL-1β e di IL-8 indotta da INFα in cellule epiteliali intestinali in vitro, oltre a sopprimere i livelli di mRNA di IL-1β e IL-8 e la degradazione di IkBα.[31]
Dati sperimentali suggeriscono che il 6-gingerolo estratto dallo zenzero regola l’espressione del TNFα e della iNOS.[32]
Diversi studi hanno dimostrato che l’acido ellagico inibisce l’espressione di IL-1e upregola l’espressine di IL10, esercitano effetti antiinfiammatori.[33]
Il resveratrolo riduce significativamente la produzione e i livelli sierici di IL-1, Il-8 e IL-6 in topi affetti da melanoma.[34]
Sopravvivenza cellulare
Gli enzimi IP3Ks sono coinvolti nella fosforilazione degli inositolo-fosfolipidi di membrana, che mediano la trasduzione del segnale cellulare.[35]
L’attivazione di IP3K genera il secondo messaggero fostatidilinositoltrifosfato (PIP3) dal fosfatidil inositolo 4,5 – bifosfato.[36]
Questo recluta lechinasi Akt/PKB determinando la loro fosforillazione.[37] L’ Akt attivata trasloca nel citoplasma e nel nucleo e attiva targets coinvolti nella sopravivveza, proliferazione, progressione, crescita, migrazione cellulare e nell’ angiogenesi.[38]
L’ Akt media la fosforilazione e l’attivazione di mTOR che svolge un ruolo chiave nella regolazione della sintesi proteica, dell’ angiogenesi e della progressione del ciclo cellulare.[39]
Diversi fitocomplessi svolgono i loro effetti biologici attraverso la modulazione di varie vie di segnalazione cellulare come la PI3/Akt o la p38/MAPK.[40,41]
Una pletora di evidenze in vitro dimostra che numerosi polifenoli sono in grado di influenzare le vie di segnalazione MAPK ePI3K e Akt.[42-44]
Il 6 gingerolo, per l’appunto, inibisce la crescita cellulare, attiva la caspasi3 ed aumenta i livelli di MAPK e l’attività Akt in cellulle tumorali.[45]
Il sulforafano inibisce ls pathways PI3/Akt pathway e MAPK/ERK determinando l’arresto del ciclo cellulare e l’apoptosi.[46]
Analogamente, l’allicina inibisce fortemente la crescita di cellule cancerogene mediante l’inibizione della segnalazone p38/MAPK.[47,48]
L’emodina estratta dall’aloe e la miricetina dal mirtillo rosso americano influenzano la signalling pathway PI3/Akt.[49]
Anche numerosi polifenoli appartenenti alla classe dei flavonoidi interferiscono con questa via.[50]
Angiogenesi
L’angiogenesi è un normale processo fisiologico in cui si formano nuovi vasi. Un incremento di questo fenomeno promuove la crescita tumorale aumentando il trasporto di nutrienti e di ossigeno.
L’alterazione dei meccanismi che regolano l’angiogenesi determina l’aumento delle molecole proangiogeniche.
Le cellule endoteliali vengono stimolate e attratte dal sito di neoformazione dei vasi, per via della presenza di fattori chemiotattici incluso l fattore di crescita vasculo-endoteliale VEGF, il fattore di crescita IGF-1, e di molecole infiammatorie come l’IL-8, la COX-2 e l’iNOS. [51]
La migrazione chemiotattica è potenziata dalla degradazione di componenti della matrice extracellulare prodotta dalle metalloproteasi della matrice (MMPs). [52]
Le MMPs includono le collagenasi (MMP-1, MMP-8 etc..), le gelatinasi (MMP-2 ed MMP-9), le stromeline (MMP-3, MMP-10, MMP-7), e le elastasi (MMP-12). Le MMPs sono coinvolte in molti processi fisiologici coinvolti nel rimodellamento della matrice, e sembta che svolgano un ruolo centrale nell’angiogenesi, nell’invasione delle cellule tumorali, nelle metastasi.[52]
Diversi componenti nutraceutici, come il resveratrolo, la curcumina, l’allicina, l’emodina, il licopene, il gingerolo e altri sembra riducano l’angiogenesi indotta dall’infiammazione e potrebbero ridurre i livelli di espressione di fattori di crescita come il VEGF.[53]
Il resveratrolo inibisce i livelli di espressione di HIF-1α, e del VEGF, attraverso la downregulation delle vie Akt e MAPK in cellule di cancro ovarico umano OVCAR-3.[54]
Effetti simili sono stati osservati con l’emodina in linee cellulari umane di tumore pancreatico.[55]
Il pretrattamento con indol-3-carbinolo inibisce l’attivazione di Akt indotta da VEGF.[56]
Dati sperimentali dimostrano che il sulforafano e la miricetina inibiscono l’espressione di MMP-9 e di MMP-2 in linee cellulari di carcinoma mammario. Il carnosolo inibisce l’espressione di MMP-9 attraverso l’inibizione di NF-kB in cellule di melanoma murino B16/F10.[57]
L’acido ellagico inibisce l’espressione del fattore di crescita derivato dalle piastrine e del VEGF.[58]
Sono necessari, tuttavia, ulteriori studi, per meglio comprendere la potenziale utilità dell’inibizione dell’angiogenesi in questo contesto.
Ciclo cellulare – vedi: Nutrizione cellulare
In cellule normali, la proliferazione cellulare è finemente regolata dall’equilibrio tra segnali di crescita e segnali di inibizione della crescita. Le cellule tumorali possono divenire insensibili ai segnali di inibizione della crescita. [59]
Diverse proteine regolano il timing degli eventi del ciclo cellulare.
Le principali molecole responsabili della regolazione del ciclo cellulare sono le cicline e le chinasi-ciclina-dipendenti. La ciclina più comunemente influenzata è la ciclina D1, un fattore limitante nella progressione delle cellule attraverso la fase G1 del ciclo cellulare.[60]
Nelle cellule tumorali, l’overespressione della ciclina D1 è correlata allo sviluppo e alla progressione della patologia. La disregolazione della degradazione della ciclina D1 sembra essere responsabile dell’aumento dei livelli di ciclina D1 in molte forme di tumore.[61]
La disregolazione del ciclo cellulare è in parte dovuta all’overespressione di fattori di crescita, come la ciclina D1, eleCdks sono associate alla tumorigenesi.
La c-Myc è un’oncoproteina che regola il Cdk-G1 specifico ed in particolare i complessi ciclina E/Cdk2, necessari per il transito dalla fase G1 alla fase S.[61]
La c-Myc previene l’arresto del ciclo cellulare in risposta a vari segnali.[62]
La proliferazione incontrollata può anche essere attribuita alla downregulation o all’inattivazione dell’oncosoppressore p53.[63]
Diversi componenti nutraceutici come il resveratrolo[64] e il beta-carotene[65] inibiscono il ciclo cellulare disregolato nel cancro.
La ciclina D1 è overespressa in molti tipi di cancro.
Il beta-carotene, presente nelle carote, induce l’arresto del ciclo cellulare nelle cellule tumorali attraverso la downregulation della ciclina A.[65]
Il carnosolo arresta il ciclo celluare in fase G2/M.[66]
Il resveratrolo sembra inibire la progressione del ciclo cellulare attraverso la downregulation dell’espressione della ciclina D1 e della ciclina E. [67]
L’espressione della ciclina D, della Cdc 25, e della Cdk 1è downregolata dall’indol-3-carbinolo, presente nelle crucifere.[68]
La vanillin inibisce la progressione del ciclo cellulare in fase G2/M in cellule HT-29.[69]
È stato dimostrato che l’emodina, presente nell’aloe, inibisce l’espressione della ciclina D1 a livello trascrizionale. [70]
L’emodina, inoltre, induce l’apoptosi attraverso l’attivazione della p53, della caspasi-9, e l’inibizione dell’espressione della ciclina D1 e ella Cdc2, in cellule di carcinoma vescicale T24. [71]
L’acido ellagico determina l’arresto della fase G1 einibisce l’espressione della ciclina D1 e di Cdk2 in cellule di carcinoma vescicale T24.[72]
Analogamente, il sulforafano arresta la progressione del ciclo cellulare in cellule di carcinoma pancreatico e di leucemia linfoblastica. [73,74]
Apoptosi
L’apoptosi è un processo di morte cellulare programmata e costituisce una delle principali difese contro il cancro.
I fattori che innescano l’apoptosi includono il danno al DNA, la distruzione del ciclo cellulare, l’ipossia, il distacco delle cellule dai tessuti.[75]
L’apoptosi è caratterizzata da vari aspetti quali la condensazione di cromatina, la frammentazione delle cellule in strutture di membrana , chiamati corpo apoptotici, che sono inglobate nei macrofagi e rimossi dal tessuto in modo controllato.[76]
Queste variazioni morfologiche sono il risultato di caratteristiche molecolari e di eventi biochimici che si verificano nella cellula, in particolare l’attivazione di enzimi proteolitici.[77]
Il cleavage proteolitico delle procaspasi è uno step importante che determina l’attivazione delle caspasi.
Vi sono due vie per l’apoptosi: la via estrinseca e la via intrinseca (via mitocondriale) che viene attivata dalle caspasi 8 e 9.
Un elemento comune ad entrambe le vie è rappresentato dalla caspasi-3 che determina l’inattivazione di proteine chiave inclusa la proteina di riparazione del DNA PARP.[78]
Notevoli evidenze dimostrano che diversi estratti vegetali e alcuni composti naturali innescano l’apoptosi mediante numerosi target molecolari intracellulari in entrambe le vie apoptotiche in vitro.[79]
Il [6]-gingerolo induce l’espressione della caspasi 3e. del suo target Bax in cellule di carcinoma della cervice, oltre a stimolare l’autofagia.[80]
Inoltre, questo componente nutraceutico induce apoptosi attraverso la modulazione della proteina p53 ed il coinvolgimento di signalling pathways mitocondriali.[81]
Analogamente, il resveratrolo induce apoptosi unicamente in cellule che esprimono la p53, ma non in cellule che non la esprimono.[82]
Inoltre, l’aumento dell’apoptosi si verifica anche attraverso la soppressione di IGF-1R/Wnte l’attivazione della p53.[83]
Il sulforafano ha mostrato marcati effetti apoptotici in cellule di carcinoma mammario.[84]
La miricetina e l’allicina svolgono effetti apoptotici attraverso le caspasi 3, 8, 9 e l’upregulation della PARP in diversi tipi di cellule tumorali. [85,86]
Inoltre, l’indol-3-carbinolo induce apoptosi in cellule di carcinoma della cervice e di carcinoma mammario.[87,88] Questo componente nutraceutico upregola l’espressione della p53 e della caspasi-8.[89]
L’acido ellagico induce apoptosi in cellule di carcinoma prostatico,[90] oltre a determinare la fosforilazione di Akt e a stimolare l’autofagia in cellule di carcinoma del colon-retto. [91]
Il licopene esercita effetti proapoptotici marcati in diverse linee cellulari tumorali.[92]
Il carnosolo induce apoptosi e downregolation dell’espressione della Bcl-2.[93]
L’eugenolo induce apoptosi in cellule di carcinoma del colon umano attraverso l’upregulation della p53, della caspasi-3, della PARP, ed il rilascio di citocromo c nel citosol.[94]La miscela antiossidante dello spinacio mostra effetti antiproliferativi in topi Tramp e nel carcinoma prostatico.[95]
L’approccio chimico-farmaceutico allo studio della Nutraceutica ha mostrato di produrre risultati scientifici interessanti, ponendo le basi per lo sviluppo di nuovi nutraceutici.
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By Dr. Matteo Micucci – Dottore di Ricerca Europeo in Scienze Farmaceutiche Dip. Farmacia e Biotecnologie Alma Mater Studiorum Università di Bologna. – Tratto da: nutraceuticacesena.altervista.org
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GEMMODERIVATI ( in gocce) – vedi: Gemmoterapia
La somministrazione di estratti di erbe sotto forma di gocce risulta particolarmente utile.
Gli estratti in gocce sommano diversi vantaggi: sono comodi, facili da usare, non creano problemi per inghiottire anche a chi è particolarmente refrattario all’uso di capsule o pasticche, contengono una quantità di alcol infima e tale da non creare nessun problema nemmeno a lattanti o anziani, specialmente se diluite in acqua, come consigliato dagli specialisti nel settore.
L’assunzione di 1 tazza di tisana 1 volta al giorno, è raro che possa avere l’effetto desiderato. Ricordiamoci che la concentrazione di una tisana o di un decotto si aggira mediamente sul 3% di fitocomplesso e 97% di acqua.
E’ ormai noto che l’uso di miscele di erbe e/o di gemmoderivati ha un effetto sicuro nella risoluzione di diversi problemi di salute.
Le piante provengono da raccolte spontanee in habitat naturali dove possono sviluppare il massimo potenziale.
Alcune erbe sono coltivate nel massimo rispetto in zone lontane da inquinamenti industriali e cittadini.
Le miscele di erbe e/o gemmoderivati, se stabilizzati e miscelati senza traumi di solubilità, presentano una sicura efficacia unita ad una comodità di assunzione.
Le erbe in gocce oltre ad essere maggiormente concentare e quindi con maggior efficacia, (siano esse provenienti da erbe in toto, cioè le soluzioni idro alcooliche, sia da gemme, cioè i gemmoderivati) sono anche stabili nel tempo, standardizzate a livello di produzione e sono anche miscelabili tra loro, sotto determinate condizioni.
Raccomandazione: E’ necessario adattare le dosi al singolo individuo ed al singolo problema.
Da ricordare che certe erbe, anche di uso comune, non sono utilizzabili in gravidanza specialmente se assunti in forma concentrata, mentre le preparazioni di gemmoderivati, al contrario, possono essere assunte con tutta tranquillità, sia da bambini che da anziani, in gravidanza ecc.
Lista delle erbe da evitare in gravidanza (in soluzione idroalcolica)
Assenzio, Aloe (estratti contenenti aloina), Artemisia, Borsa del Pastore, Bucco, Carciofo foglie (in allattamento), Chenopodio, Frangula, Idraste, Liquerizia, Prezzemolo, Ruta, Salvia
Le indicazioni date dai testi ecc. si riferiscono alle tossicità di alcune piante se assunte in superdosaggi e per lunghi periodi di tempo. E che comunque possono influire solo su una ipersensibilità individuale. Al contrario alcune piante citate (idraste e chenopodio) sono state riportate per curiosità in quanto fanno parte delle erbe che non sono di libera vendita nelle erboristerie. Le foglie di carciofo hanno il solo svantaggio di dare al latte un sapore amaro sgradevole per il bambino.
Per le altre rifacciamoci appunto al buon senso ed evitiamone l’assunzione nel delicato periodo della gravidanza, tanto più che esistono altre erbe che possono avere gli effetti desiderati senza il minimo problema !!
Le principali erbe o gemmoderivati singoli, in soluzione idroalcolica:
Arnica (uso esterno), Calendula, Carciofo, Cardo mariano, Cedrus libani, Centella asiatica, Echinacea, Eleuterococco, Escholtzia, Fucus alga bruna, Gingko biloba, Juglans regia, Linfa di betulla, Luppolo, Melissa, Passiflora, Ribes nigrum, Rubus idaeus, Rusco, Salvia, Tarassaco, Te vergine, Tilia tomentosa, Thuja (uso esterno), Uva ursina, Vaccinium myrtillus
Bibliografia:
– Piterà F.: “Compendio di Gemmoterapia Clinica” – Ed. De Ferrari 1994
– Penso G.: “Piante medicinali nella Cosmetica” – Ed. OEMF, Milano 1992
– Penso G.: “Piante medicinali nella Terapia Medica” – Ed. OEMF, Milano 1992
– Refit 1994: “Repertorio Fitoterapico” – Ed. OEMF, Milano 1994
– Beningni, R., Capra G., Cattorini P.E. – “Piante medicinali. Chimica, Farmacologia e Terapia”, I° e II° vol. – Ed. Inverni della Beffa 1962.
– Valnet J.: “Cura delle malattie con Ortaggi, Frutta e Cereali” – Ed. Giunti Martello, 1975
– Valnet J.: “Cura delle malattie con le Essenze delle Piante” – Ed. Giunti, 1988
– Proserpio G.: “L’ Ossicrizio. Storie di piante” – Ed. Erbolario 1999
– Minardi A., Cortesi M., Minardi I.: “In herbis salus” – Ed. 1995
– Durante C.: “Herbario nuovo” MDLXXXV
– Goldstein M., Simonetti G., Watschinger M.: “Alberi d’Europa” – Ed Mondadori 1995.
– Mearelli F., Sgrignani M.: “Terapia moderna con tinture madri, Gemmoderivati ed Oligoelementi” – Ed. Planta Medica 1992.
– Lawless J.: “Enciclopedia degli Oli essenziali” – Ed. tecniche nuove 1993
– Brigo B.: “Fitoterapia e Gemmoterapia nella pratica clinica” – Ed. La Grafica Briantea Como 1993
– Cattabiani A.: Florario. “Miti, leggende e simboli di Fiori e Piante” – Ed Mondadori 1999
– Iozzi S.: “Fitopratica” – Ed Giunti, 1991
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Fitoterapia e Aromaterapia alla base della moderna medicina naturale
“Prima la parola, poi la pianta e solo in ultimo il coltello”. Sentenzia così un antico aforisma greco. Parole veramente sante.
Alcuni medicinali di sintesi chimica, infatti, altro non sono che dei veri e propri “bisturi” che si potrebbero evitare ricorrendo saggiamente alla parola (psicoterapia) o alle piante medicinali (fitoterapia) dalle quali deriva anche l’aromaterapia, che letteralmente significa «cura delle malattie attraverso gli aromi.
Sembrerà una verità scontata, ma la cosa migliore, in primo luogo, è senza dubbio quella di condurre una vita sana e di alimentarsi in modo completo e corretto. La regola fondamentale è questa e non potrà mai essere soppiantata né dalla medicina cosiddetta alternativa, né da quella convenzionale. Noi, in sostanza, siamo ciò che mangiamo.
Un consumo eccessivo di cibo, in particolare proteine animali, si sa, porta un grande affaticamento del sistema metabolico e col tempo conduce alla formazione di patologie e a un notevole processo d’invecchiamento dell’organismo, soprattutto cerebrale.
Ma questo è altro discorso.
Di una sana alimentazione, di quella che ci piace chiamare “alimentazione di lunga vita”, ecc., ci promettiamo di parlarne in qualche numero successivo della rivista. Come pure vorremmo occuparci dei rimedi floreali di Bach e di tanti altri derivati da piante e fiori, molto utili per la salute.
Specie negli ultimi anni si è andato via via riscoprendo il valore di molti rimedi naturali e anche la medicina ha incominciato a rivolgersi alle piante curative. Ci sono tuttavia moltissime ricette naturali, piuttosto antiche, che sfuggono ancora all’industria farmaceutica o erboristica.
Rimedi popolari ma efficacissimi, come quelli – per intenderci – usati dalle nostre nonne tra le mura domestiche.
Quanti sanno, ad esempio, degli sciacqui orali con un decotto di timo, vero e proprio antisettico, o degli sciacqui con foglie e germogli di rovo, astringente ed emostatico ? O, ancora, dei massaggi alle gengive dei neonati con infuso concentrato di stigmi di zafferano per alleviare i fastidi legati alla dentizione; del cataplasma di fico che favorisce la maturazione degli ascessi e la cicatrizzazione delle ferite e via dicendo…
E che dire degli impacchi a base di pungitopo, rimedio naturale (per le donne) contro la cellulite, molto più efficace di qualsiasi prodotto in commercio ? Ah, com’erano brave le nostre nonne ! E quanti ce ne sono ! Tutti nel pieno rispetto, ovviamente, del “primum non nocere”.
Soffriamo di insonnia ? Bene, proviamo con la passiflora o col biancospino, che non rallentano i riflessi e per di più non creano dipendenza come potrebbe succedere con i sedativi di sintesi chimica.
Arrivano i primi dolori reumatici ? Cosa c’è di meglio di un preparato a base di salice, rosmarino e altro, piuttosto che rischiare una gastrite o un’ulcera con i farmaci antireumatici ?
No, evviva la fitoterapia e anche l’aromaterapia! Le proprietà curative degli oli essenziali erano già conosciute nell’antichità, sebbene in modo del tutto empirico.
L’incontro dell’uomo con le piante medicinali si perde infatti nella notte dei tempi. Da quale scintilla sia scaturita l’intuizione che ha portato ad impiegare l’erboristeria per difendere la propria salute resta un mistero che si colloca al confine tra istinto ed empirismo. Certo è che, questa scoperta, è una di quelle costanti universali alla base dello sviluppo di tutte le civiltà del mondo, al pari della scrittura e della tecnica.
Oggi la fitoterapia, assieme all’aromaterapia, è ancora una pratica affascinante, un modo per avvicinarsi alla natura con attenzione, sensibilità, competenza. Le piante officinali (dal termine “officina”, il laboratorio dello speziale, l’antico farmacista) riservano molte sorprese e soddisfazioni a chi impara a conoscerle.
L’erboristeria tradizionale è alla base della moderna medicina. I grandi medici del passato, d’altronde, erano erboristi. Nel tempo, poi, la loro conoscenza si è evoluta nella moderna fitoterapia.
Oggi sono diverse le discipline scientifiche che studiano le piante medicinali: prima di tutto la botanica e l’antropologia, da cui gli scienziati traggono le indicazioni di base per individuare le specie vegetali che la cultura popolare utilizza per un determinato problema di salute.
Da qui dunque ha inizio un processo di studio e sperimentazione nel laboratorio di fitochimica, volto a ricercare, tra le centinaia di sostanze contenute nella pianta, i principi attivi: quelle sostanze a cui è possibile attribuire, con certezza, l’azione terapeutica riscontrata nella pianta.
Attraverso questo processo si è passati dalle preparazioni estemporanee, ottenute impiegando la pianta così come veniva raccolta, alla creazione di estratti standardizzati, in grado cioè di garantire sempre una quantità costante delle sostanze utili alla funzione salutistica o terapeutica ricercata. Utilizzando la pianta così come cresce in natura, e con metodi di preparazione domestici, è possibile che la quantità di principi attivi cambi moltissimo da una volta all’altra.
Per questa ragione, nell’impiego scientifico si preferisce ricorrere a piante coltivate – le cui caratteristiche genetiche e ambientali sono note e costanti – e, attraverso una serie di processi di estrazione, ricavarne estratti titolati, la cui qualità, cioè, è garantita attraverso la misurazione analitica di una o più sostanze in essi contenute, il cui livello assicura che il contenuto di principi attivi totale dell’estratto è quello ottimale. Spezziamo quindi una lancia a favore delle varie medicine naturali, tutte meritevoli di più attenzione.
Si riveleranno senz’altro dei validissimi partner in grado (anche) di convivere con la medicina convenzionale, alla quale riusciranno ad offrire un fortissimo aiuto.
By Vincenzo Pitaro – Sito web: vincenzopitaro.it – Giornalista e Scrittore, Autore SIAE per la parte letteraria, Vincenzo Pìtaro scrive per la pagina Cultura di diverse testate quotidiane nazionali e per riviste medico-scientifiche come “MTM – Medical Team Magazine”. Fa parte del Sindacato Nazionale Scrittori e dell’A.S.M.I (Stampa Medica Italiana), gruppo di specializzazione in giornalismo medico-scientifico che opera nell’ambito della disciplina giuridica della FNSI.
Nato a Gagliato (CZ) nel 1958, è anche specializzato in Comunicazione e uffici stampa. Piuttosto poliedrica la sua carriera: ha al suo attivo diversi volumi sulle medicine cosiddette non convenzionali (fitoterapia e aromaterapia) oltre che di narrativa, saggistica e poesia. Come editore, ha finanche pubblicato testi universitari di psicologia e filosofia.
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Alcune Bibliografie sui prodotti Fitoterapici – per gli altri Prodotti Fitoterapici – vedi: Prodotti naturali
STEVIA – Br J Clin Pharmacol 2000 Sep;50(3):215-20
A double-blind placebo-controlled study of the effectiveness and tolerability of oral stevioside in human hypertension.
Chan P, Tomlinson B, Chen YJ, Liu JC, Hsieh MH, Cheng JT.
Division of Cardiovascular Medicine, Taipei Medical College and affiliated Taipei Wan Fang Hospital, Taiwan.
AIMS: Stevioside is a natural plant glycoside isolated from the plant Stevia rebaudiana which has been commercialized as a sweetener in Japan for more than 20 years. Previous animal studies have shown that stevioside has an antihypertensive effect.
This study was to designed to evaluate the effect of stevioside in human hypertension. METHODS: A multicentre, randomized, double-blind, placebo-controlled study was undertaken. […]
RESULTS: After 3 months, the systolic and diastolic blood pressure of the stevioside group decreased significantly (systolic: 166.0+/-9.4-152.6+/-6.8 mmHg; diastolic: 104.7 +/- 5.2-90.3+/-3.6 mmHg, P<0.05), and the effect persisted during the whole year. Blood biochemistry parameters including lipid and glucose showed no significant changes. No significant adverse effect was observed and quality of life assessment showed no deterioration.
CONCLUSIONS: This study shows that oral stevioside is a well tolerated and effective modality that may be considered as an alternative or supplementary therapy for patients with hypertension.
PMID: 10971305
CENTELLA – J Clin Psychopharmacol 2000 Dec;20(6):680-4
A double-blind, placebo-controlled study on the effects of Gotu Kola (Centella asiatica) on acoustic startle response in healthy subjects.
Bradwejn J, Zhou Y, Koszycki D, Shlik J.
Royal Ottawa Hospital and the Department of Psychiatry, University of Ottawa, Ontario, Canada. jbradwej@rohcg.on.ca
Investigations of the pharmacologic profile of medicinal plants have revealed that a number of plants with purported anxiolytic activity bind to cholecystokinin (CCK) receptors. This finding is intriguing in view of the proposed involvement of CCK in the pathophysiology of fear and anxiety.
This double-blind, placebo-controlled study was undertaken to evaluate the anxiolytic activity of Gotu Kola (Centella asiatica) in healthy subjects.
Gotu Kola has been used for centuries in Ayurvedic and traditional Chinese medicine to alleviate symptoms of depression and anxiety. Recent studies in the rat have shown that long-term pretreatment with Gotu Kola decreases locomotor activity, enhances elevated-plus maze performance, and attenuates the acoustic startle response (ASR). In this study, the authors evaluated the effects of Gotu Kola on the ASR in humans. Subjects were randomly assigned to receive either a single 12-g orally administered dose of Gotu Kola (N = 20) or placebo (N = 20). The results revealed that compared with placebo, Gotu Kola significantly attenuated the peak ASR amplitude 30 and 60 minutes after treatment. Gotu Kola had no significant effect on self-rated mood, heart rate, or blood pressure. These preliminary findings suggest that Gotu Kola has anxiolytic activity in humans as revealed by the ASR. It remains to be seen whether this herb has therapeutic efficacy in the treatment of anxiety syndromes.
PMID: 11106141
KAVA – Cochrane Database Syst Rev 2001;4:CD003383
Kava extract for treating anxiety (Cochrane Review).
Pittler &NA; &, M &NA; &, Edzard &NA; &, E &NA; &.
Department of Complementary Medicine, University of Exeter, 25 Victoria Park Road, Exeter, UK, EX2 4NT. M.H.Pittler@exeter.ac.uk
BACKGROUND: Synthetic anxiolytic drugs are effective for anxiety, but they are burdened with adverse events. Constraints on resources and time often render treatments such as psychological interventions impracticable.
Thus, an effective and safe oral medication would be of considerable interest and a welcome addition to the therapeutic repertoire. OBJECTIVES:
To systematically review the evidence regarding the efficacy and safety of kava extract for the symptomatic treatment of anxiety. SEARCH STRATEGY:
Computerized literature searches were performed in the databases Medline, Embase, Biosis, AMED, CISCOM and the Cochrane Library (all from their respective inception to June 1998). The search terms used were kava, kawa, kavain, Piper methysticum and Rauschpfeffer (German common name for Piper methysticum). Manufacturers of kava preparations and experts on the subject were contacted and asked to contribute published and unpublished material.
In addition, our own files were searched and the bibliographies of all of the studies identified were scanned for further trials.
There were no restrictions regarding the language of publication. SELECTION CRITERIA: Randomized, double-blind trials of oral kava extract mono-preparations for the treatment of anxiety were included. Trials comparing kava with placebo were included.
Trials assessing kava as one of several active constituents in a combination preparation or as a part of a combination treatment were excluded.
DATA COLLECTION AND ANALYSIS: All publications were blinded prior to assessment by a person not involved in the study.
Data on patients, interventions, methods, results and adverse events were extracted systematically. Methodological quality of all trials was evaluated using the scoring system developed by Jadad and colleagues. The screening of studies, selection, data extraction and the assessment of methodological quality were performed independently by the two reviewers. Disagreements in the evaluation of individual trials were resolved through discussion.
MAIN RESULTS: Seven trials met the inclusion criteria. All of the reviewed trials suggest superiority of kava extract over placebo.
The meta-analysis of three studies using the Hamilton Anxiety Score as a common outcome measure suggests a significant differential treatment effect in favour of kava extract (weighted mean difference: 9.69, 95% confidence interval: 3.54 – 15.83). Adverse events as reported in the reviewed trials were mild, transient and infrequent.
REVIEWER’S CONCLUSIONS: These data imply that kava extract is superior to placebo and relatively safe as a symptomatic treatment for anxiety. These findings warrant further and more rigorous investigations into the efficacy and safety of kava extract.
PMID: 11687196
IPERICO – Pharmacopsychiatry 2001 May;34(3):96-103
Efficacy and tolerability of hypericum extract WS 5572 versus placebo in mildly to moderately depressed patients. A randomized double-blind multicenter clinical trial.
Kalb R, Trautmann-Sponsel RD, Kieser M.
Psychiatrische Klinik der Universitat Erlangen-Nurnberg, Erlangen, Germany.
We have investigated the antidepressant efficacy and safety of Hypericum perforatum (St. John’s wort) extract WS5572 in a double-blind, placebo- controlled multicenter clinical trial. 72 patients (WS 5572: 37, placebo: 35) with a diagnosis of mild to moderate major depressive disorder (according to DSM-IV criteria) were randomized in 42 days of treatment with either 300 mg WS5572 t.i.d. or placebo. […]
Responder rates were consistently higher in the Hypericum group.
Comparable group differences in favor of WS 5572 were also found for von Zerssen’s Depression Scale (D-S; self-rating), Clinical Global Impressions (CGI) and a global patient’s self-assessment (GPA).
Tolerability was very good in both groups, with no adverse drug reactions and no clinically relevant changes in safety parameters.
The results indicate that Hypericum extract WS 5572 is an effective and well-tolerated drug for the treatment of mild to moderate major depressive disorder.
PMID: 11434406
SALICE – Phytother Res 2001 Jun;15(4):344-50
Efficacy and tolerability of a standardized willow bark extract in patients with osteoarthritis: randomized placebo-controlled, double blind clinical trial.
Schmid B, Ludtke R, Selbmann HK, Kotter I, Tschirdewahn B, Schaffner W, Heide L.
Pharmazeutisches Institut, Universitat Tubingen, Germany.
This study assessed the clinical efficacy of a chemically standardized willow bark extract in the treatment of osteoarthritis. Willow bark extract, in a dose corresponding to 240 mg salicin/day, was compared with placebo in a 2-week, double-blind, randomized controlled trial. […]
A statistically significant difference between the active treatment and the placebo group was observed in the WOMAC pain dimension […]
The patient diary VAS confirmed this result, and likewise the final overall assessments showed superiority of the willow bark extract over the placebo […]
It is concluded that the willow bark extract showed a moderate analgesic effect in osteoarthritis and appeared to be well tolerated.
PMID: 11406860 [PubMed – indexed for MEDLINE]
vedere anche in MEDLINE
Fitoterapici nel rapporto fra Alimentazione e Patologie delle vie respiratorie superiori
Qualche BIBLIOGRAFIA
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– M. Perdetti, L’ERBORISTA MODERNO, Studio, Milano, 1998
Bibliografia scientifica (articoli vari), su alcune piante e loro impieghi Fitoterapici:
https://scholar.google.it/citations?user=bYpZO3wAAAAJ&hl=it&authuser=1
Ricordiamo anche che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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BIRM – Fonte: Articolo apparso in Mas allà de la Ciencia N.107, del Gennaio 1998 (Rivista spagnola), pag 60-65.
Un dottore ecuadoriano, il dr Edwin Cavallos, scopre e utilizza con successo un nuovo tipo di farmaco, a base di estratti essenzialmente naturali. A differenza di altri, questo medico non viene particolarmente osteggiato, e il suo rimedio è ampiamente utilizzato e sperimentato; peccato solamente che lo sia nei limiti della sua regione, che non venga cioè diffuso anche qui da noi in Europa.