Fumare (tabagismo) fa male e modifica il cervello
Il fumare produce infatti alterazioni biochimiche, di lunga durata, simili a quelle osservate nella massa cerebrale di animali cui erano state somministrate cocaina ed eroina.
La conferma viene da uno studio che e’ stato pubblicato su “Neuroscience”, che ha ricostruito il ruolo di alcuni enzimi presenti nei neuroni del cervello presenti in aree connesse ai meccanismi della dipendenza.
Cinquanta agenti cancerogeni nelle sigarette
Nelle sigarette vi e’ la presenza di più di 4.000 sostanze chimiche, tra cui una cinquantina di agenti cancerogeni (nitrosammine specifiche del tabacco o TSNA) nelle sigarette industriali:
– arsenico (presente anche in alcune acque e in alcune varietà di riso);
– benzene;
– cadmio;
– cromo;
– formaldeide;
– polonio 210;
– cloruro di vinile.
Anche se non si prende il cancro, comunque il fumo rovina la pelle, i denti gialli, capelli secchi, dà l’ipertensione, e favorisce le malattie cardiovascolari.
Dopo un’infarto il fumo passivo UCCIDE ! – Il fumo passivo è noto per aumentare il rischio di infarto.
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Il fumo in gravidanza altera l’espressione dei geni nel feto – 31 marzo 2016
Diverse sostanze presenti nel fumo di sigaretta attraversano la placenta e raggiungono il feto, alterando i livelli di espressione di molti geni. Queste modificazioni possono permanere per diversi anni nel nascituro, esponendolo a un maggior rischio di sviluppare malattia.
Per quanto mi riguarda, io diffido dai fumatori. Sono persone che non volendosi bene, non possono volere bene agli altri, quando impongono la loro presenza fumando.
Non esitate a chiedere di spostarsi a chi vi sta fumando accanto, e’ un gesto di Amore verso voi stessi: il fumo passivo uccide come quello aspirato.
Circulation: Cardiovascular Genetics 2016. doi:
10.1161/CIRCGENETICS.116.001506
Oltre che sui polmoni il fumo lascia la sua impronta anche sul corredo genetico in forma di metilazione del Dna, un processo biochimico attraverso il quale viene controllata l’attività dei geni.
Ecco quanto conclude uno studio pubblicato sulla rivista Circulation:
Cardiovascular Genetics, da cui emerge che la metilazione del Dna potrebbe essere un segno rivelatore della storia di fumo individuale, fornendo ai ricercatori potenziali bersagli per nuove terapie. «La metilazione, uno dei principali meccanismi che regola l’espressione genica, potrebbe anche avere implicazioni nello sviluppo di malattie legate al fumo» esordisce Stephanie London, coautrice dell’articolo e vicedirettore della Epidemiology Branch del National Institute of Environmental Health Sciences, National Institutes of Health, North Carolina, sottolineando che dopo aver smesso di fumare gli effetti sul Dna restano evidenti.
Il fumo resta la principale causa evitabile di morte nel mondo, nonostante le molteplici azioni legislative e il significativo calo registrato in molti paesi grazie alle campagne di disassuefazione. E anche decenni dopo la sospensione, gli ex-fumatori restano a rischio di alcuni tipi di cancro, di malattie polmonari e cardiovascolari.
«Mentre i meccanismi molecolari responsabili di questi effetti a lungo termine restano da chiarire, precedenti studi sulla correlazione tra Dna metilato e geni coinvolti nello sviluppo di malattie coronarica e polmonari suggeriscono un ruolo importante del processo di metilazione.
Per approfondire l’argomento, i ricercatori hanno svolto una metanalisi sui siti di metilazione del Dna in tutto il genoma umano utilizzando campioni di sangue prelevati da quasi 16.000 partecipanti provenienti da 16 gruppi facenti parte del Consorzio CHARGE, Cohorts for Heart and Aging Research in Genetic Epidemiology in cui i ricercatori di tutto il mondo lavorano insieme per la ricerca di cause genetiche delle malattie nella popolazione generale che invecchia. «Tra questi, particolarmente importante è il gruppo di pazienti del Framingham Heart Study, in follow up dal 1971» scrivono i ricercatori, che hanno confrontato i siti di metilazione del Dna nei fumatori attuali e passati rispetto a coloro che non hanno mai fumato.
I risultati ?
I siti di metilazione del Dna dei fumatori si associano a oltre 7.000 geni, un terzo dei geni umani noti. Nelle persone che hanno smesso di fumare, la maggior parte dei siti di metilazione del Dna torna ai livelli dei non fumatori entro cinque anni dalla sospensione, anche se alcuni persistono anche dopo 30 anni.
«È interessante notare che i siti di metilazione più significativi interessano i geni associati a numerose malattie causate dal fumo, tra cui le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro, osservazione che conferma i dati precedenti» riprendono gli autori, ipotizzando che alcuni di questi siti di metilazione di lunga durata possano marcare geni legati al rischio patologico a lungo termine degli ex-fumatori.
«La buona notizia è che una volta spesso di fumare, la quota di metilazioni del DNA torna col tempo quasi ai livelli dei non fumatori, testimoniando lo sforzo dell’organismo di liberarsi dall’influenza nociva del fumo di tabacco» conclude London.
Tratto da:
https://dx.doi.org/10.1161/CIRCGENETICS.116.001506
Sigaretta e tabacco sono molto dannosi, modificano le proteine
Due ricercatori del The Scripps Research Institute di La Jolla, in California, hanno scoperto che una sostanza chimica chiamata nornicotina, che è naturalmente presente nel tabacco e viene prodotta come metabolica della nicotina, potrebbe contribuire all’insorgenza di patologie quali diabete, cancro e morbo di Alzheimer.
In un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”, i ricercatori hanno descritto un processo chimico attraverso cui la nornicotina reagisce con le proteine del corpo.
“La nornicotina – dice Kim Janda, che ha partecipato alla ricerca – modifica in modo permanente e irreversibile le proteine, e può influire sul loro funzionamento”.
Questo processo è l’equivalente chimico di una cottura ed è la stessa reazione che causa l’imbrunimento degli zuccheri e l’invecchiamento del cibo. Inoltre, la “cottura” delle proteine è appena la punta dell’iceberg, perché la nornicotina interagisce anche con alcuni steroidi di uso farmacologico, come il cortisone e il prednisone, rendendoli potenzialmente più tossici e compromettendone l’efficacia e la sicurezza.
La nornicotina si attacca permanentemente agli steroidi e a certi acidi sulla superficie delle proteine, che nella loro forma così modificata possono poi reagire con altre sostanze nel corpo. In particolare, le proteine modificate dalla nornicotina possono dare luogo alla formazione dei cosiddetti prodotti finali avanzati di glicazione.
Questi ultimi non dovrebbero essere presenti naturalmente nel nostro corpo. Si tratta di sostanze già note per la loro implicazione in varie malattie, fra cui il diabete, il cancro, l’arteriosclerosi e il morbo di Alzheimer.
Prove di laboratorio hanno mostrato che la nornicotina persiste nel sangue dei fumatori più a lungo della nicotina, suggerendo anche un suo contributo al meccanismo biologico della dipendenza dal tabacco.
© 1999 – 2002 Le Scienze S.p.A. – http://www.lescienze.it/sixcms/detail.php3?id=6254
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Sigaretta elettronica (e-cig), alcuni esperti, per ora dicono: “Nuoce ai polmoni” ??
Un nuovo studio e nuove prove, questa volta contro l’uso della sigaretta elettronica: copia hi-tech della tradizionale “bionda”, vapore acqueo e cartuccia alla nicotina. Per molti un modo per smettere con il fumo o almeno per non aspirare le sostanze tossiche sprigionate dalla combustione del tabacco.
Nei giorni scorsi una ricerca presentata durante il Congresso europeo dei cardiologi aveva riaperto il dibattito grazie ad uno studio greco, dai numeri molto ristretti, che aveva promosso le e-cigarettes: nessun problema su cuore e arterie. Adesso un altro studio, ancora una volta greco, proveniente dall’Università di Atene, presentato durante la conferenza della European Respiratory Society (Ers) che si sta tenendo a Vienna, rilancia: dopo dieci minuti di boccate dalla sigaretta elettronica è possibile misurare una resistenza all’aria delle vie aeree (broncocostrizione) che va dal 182 al 206%. Valori registrati su soggetti sani attraverso la spirometria e che sono stati rilevati fino a 10 minuti dopo aver usato la sigaretta elettronica.
Lo studio ha riguardato 23 fumatori, 11 con valori mediamente nella norma e 13 affetti da Bpco o asma. Nel caso dei pazienti con Bpco e asma, l’uso della sigaretta elettronica non cambia i risultati della spirometria. Studi contrastanti, che però hanno spesso in comune il difetto di un numero di partecipanti esiguo e che richiedono sicuramente approfondimenti più ampi.
“Non sappiamo ancora se questi dispositivi siano più sicuri rispetto alle sigarette normali, nonostante vengano sponsorizzati così. Questa ricerca ci aiuta a capire – spiega l’autrice della ricerca Christina Gratziou, che è anche presidente del Comitato per il controllo del tabacco Ers – come questi prodotti possano essere potenzialmente dannosi. Abbiamo rilevato un immediato aumento della resistenza delle vie aeree nel nostro gruppo di partecipanti, il che suggerisce che le sigarette elettroniche possono causare un danno immediato dopo che sono state utilizzate. Saranno necessarie ulteriori ricerche per capire se questo danno abbia anche effetti nel lungo termine”.
Il fenomeno delle sigarette elettroniche dilaga, mentre il dibattito sul loro reale supporto nello smettere di fumare ancora aperto. Di recente, un altro studio italiano del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania ha valutato positivamente il ruolo delle sigarette elettroniche nel far cessare il vizio del fumo anche nei forti fumatori. Grazie alle e-cig i ricercatori, spiegano sul Journal of Medicine Case Report , sono riusciti a far ridurre il numero di sigarette fumate o a far smettere di fumare forti fumatori (oltre 30 sigarette al giorno) per un periodo che si è protratto anche fino a sei mesi.
By Cosimo Colasanto (03/09/2012) – Fonte: salute24.ilsole24ore.com
Aggiornamento:
Le e-cig dovrebbero essere consigliate a tutti i fumatori, perché ci sono ormai evidenze conclamate che sono molto più sicure delle sigarette tradizionali e che aiutano i fumatori a smettere. A sostenerlo in un report di 200 pagine l’autorevole Royal College of Physicians britannico. Riccardo Polosa, professore all’Università di Catania e responsabile scientifico della Lega italiana antifumo (Liaf), spiega che «il Royal College si è basato sui dati forniti dall’istituto di statistica britannico che mostrano una forte discesa del tabagismo associata alla diffusione della sigaretta elettronica.
La usano ormai 2,2 milioni di inglesi, di questi 800 mila hanno smesso di fumare e altri 780 mila hanno smesso non solo di fumare ma anche di usare la sigaretta elettronica». Certo, la situazione in Gran Bretagna è radicalmente diversa rispetto alle altre realtà, in particolare dell’Italia, e la vendita di e-cig è aumentata costantemente da quando, nel 2007, sono state introdotte nel mercato britannico e dal 2012 costituiscono la scelta più diffusa per coloro che vogliono smettere di fumare.
«Solo l’Inghilterra può vantare questi dati epocali – afferma Polosa – perché hanno adottato una politica molto liberale e pragmatica: hanno deciso di monitorare il fenomeno e poi decidere se introdurre dei correttivi legislativi, che alla prova dei fatti non dovranno essere adottati; anzi ci si è resi conto che si deve in un certo senso promuovere il prodotto, ed è proprio quello che stanno facendo».
Polosa riferisce che in Italia, invece, non esistono dati attendibili, tranne quelli forniti lo scorso anno dall’Istituto superiore di sanità derivati da un’inchiesta della Doxa, mentre servirebbe una radiografia del settore. «La percezione – dice Polosa – è che dopo l’interesse dovuto alla novità ci sia stato un profondo declino ma che da qualche mese ci sia una ripresa di interesse un po’ sulla spinta dei dati inglesi». Una nuova normativa entrerà in vigore il 20 maggio e introdurrà restrizioni sia per le sigarette che per le e-cig, ma secondo Polosa sarà un’opportunità per regolamentare e rilanciare questo mercato: «i piccoli imprenditori scompariranno e i medio-grandi si organizzeranno e struttureranno meglio».
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Fumare danneggia anche gli spermatozoi
Si sa che il fumo di sigaretta è dannoso per la salute e aumenta l’incidenza di particolari patologie come ad esempio il tumore al polmone, altri effetti collaterali sono però meno noti, per esempio, secondo un recente studio il fumo ha anche un effetto tossico sugli spermatozoi umani.
Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Biomediche (DISB) dell’Università di Catania, in base ad una serie di dati ottenuti in laboratorio, ha dimostrato che il fumo di sigaretta può bloccare la motilità degli spermatozoi ma non solo, altera anche il grado di compattazione della cromatina (la cromatina è contenuta nel nucleo dello spermatozoo).
I risultati di questo nuovo studio sono stati presentati in occasione dell’ottavo Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (Novembre 2008).
Per condurre lo studio i ricercatori hanno selezionato dei soggetti sani, con normali parametri di liquido seminale. Dai campioni di liquido seminale raccolti sono stati isolati gli spermatozoi che presentavano una morfologia nella norma e una buona mobilità. Successivamente, per un periodo che andava dalle 3 alle 24 ore, gli spermatozoi prescelti sono stati esposti a dosi crescenti, dallo 0.1 fino al 5 per cento, di condensato di fumo.
Aldo Calogero, coordinatore della ricerca, spiega che dalla combustione delle sigarette, ma anche dei sigari e del tabacco da pipa, si sprigiona un fumo contenente sostanze gassose e polveri. Le sostanze che si formano durante il processo di combustione sono circa 2 mila ma quattro sono particolarmente dannose per l’organismo: la nicotina, il monossido di carbonio, le sostanze irritanti ed ossidanti e le sostanze cancerogene.
Gli studiosi spiegano che lo scopo di questa ricerca era proprio quello di valutare gli effetti del fumo di sigaretta sugli spermatozoi. Grazie ai dati raccolti si è dimostrato che il fumo di sigaretta non solo causa un danno al DNA dello spermatozoo, ma riduce anche in maniera significativa la motilità degli spermatozoi fino a renderli completamente immobili.
Dopo 24 ore di esposizione al condensato di fumo, gli spermatozoi erano tutti immobili. Questo dato dimostra che il fumo di sigaretta può influire pesantemente sulla capacità fecondante degli spermatozoi con pesanti conseguenze sulla fertilità maschile.
In occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità sono stati presentati anche i dati di un altro studio che ha messo in relazione il fumo con la fertilità.
Un gruppo di ricercatori dell’università di Siena ha dimostrato che in presenza di varicocele, una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, il rischio di infertilità aumenta se si fumano più di dieci sigarette al giorno.
Lo studio di Siena ha coinvolto due gruppi di pazienti, suddivisi in fumatori e non, tutti affetti da varicocele.
In base ai risultati raccolti si è notato che nei pazienti che fumavano almeno dieci sigarette al giorno, la combinazione dei due fattori (fumo e varicocele), portava a una diminuzione della motilità degli spermatozoi e riduceva la qualità del liquido seminale.
Tratto da: universonline.it
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Fumo gravidanza: rischi al cervello del nascituro
Il fumo in gravidanza è un notevole fattore di rischio per il nascituro. Infatti il fumo è associato ad un maggiore rischio di mortalità prenatale, distacco placentare, parto pretermine, rottura prematura delle membrane, basso peso alla nascita e morte improvvisa.
Come dimostrano i più recenti studi uniti ad un’ampia letteratura medica, nicotina e monossido di carbonio sono in grado di attraversare la barriera placentare riducendo notevolmente l’apporto di ossigeno al nascituro: infatti l’emoglobina lega il monossido di carbonio con un’affinità 300 volte maggiore rispetto all’ossigeno.
Il fumo durante la gravidanza provoca deficit cognitivi e neurocomportamentali nella prole, al punto che l’esposizione al fumo durante la dolce attesa assume i contorni di una patologia ed è chiamata “Maternal Smoking during Pregnancy” o MSDP.
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Fumo e fumo passivo: a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce
Uno studio pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology ha dimostrato come i figli di donne che hanno fumato durante la gravidanza abbiano una maggiore predisposizione a diventare a loro volta fumatori e di soffrire di disturbi dell’attenzione. E’ già noto come la nicotina abbia effetti negativi sullo sviluppo del cervello del feto, ma adesso gli studiosi della Yale University School of Medicine di New Haven hanno scoperto che il fumo durante gravidanza avrebbe un effetto diverso su bambini di sesso maschile e femminile.
L’esposizione alla nicotina, infatti, secondo quanto spiegato dalla responsabile della ricerca, Leslie K. Jacobsen, procurerebbe dei deficit nella capacità di attenzione visuale e uditiva nelle bambine e nei bambini problemi nell’ascolto. Gli studiosi americani sono giunti a questa conclusione studiando le performance di 181 adolescenti ad una serie di test finalizzati a valutare la qualità delle loro risposte a stimoli uditivi e visuali. 63 ragazzini sono stati anche sottoposti a delle risonanze magnetiche mentre eseguivano i test.
La studiosa americana ha, così, spiegato che dei 92 figli di donne che avevano fumato durante la gravidanza, 67 erano diventati a loro volta fumatori, mentre 44 dei figli delle donne non fumatrici erano diventati fumatori e 45 erano rimasti non fumatori. I figli di donne fumatrici, inoltre, ottenevano risultati ai test molto più bassi rispetto agli altri.
Ma il fumo passivo fa male alla salute dei bambini non solo se viene respirato attraverso l’utero della madre: una recente ricerca condotta a Sidney e pubblicata sul Medical Journal of Australia avrebbe, infatti, dimostrato come i bambini costretti a respirare nicotina durante lunghi tragitti in automobile sono maggiormente esposti al rischio di soffrire di asma. La ricerca ha coinvolto 1500 adolescenti e gli scienziati hanno concluso che il fumo passivo respirato in auto provocherebbe molti più danni alla salute dell’apparato respiratorio rispetto a quello respirato tra le mura domestiche.
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Nature PG (nature.com), oltre le riviste famose che pubblica (più di 90) offre ai visitatori del sito Nature.com, in parte invitati, a discutere i problemi scientifici più importanti ed inquietanti, in un numero notevole di blogs.
Come mai in Italia accade nei siti “scientifici”, è in atto una vivace discussione sui rapporti tra i produttori di sigarette da un lato, e le più note riviste di Medicina, dall’altra. Con onestà intellettuale insuperabile, la discussione è introdotta in modo critico, sottolineando come il potere industriale finanzia molti studi sui possibili danni del fumo di tabacco con prevedibili conseguenze.
Il Moderatore – dopo alcuni giorni – ha inserito il mio ennesimo messaggio, che illustra la possibilità di giudicare bedside i negativi effetti del fumo di sigaretta sulla ossigenazione tessutale e l’oncogenesi.
Di primario interesse però è il fatto che anche NATURE accoglie le mie teorie sulle Costituzioni Semeiotico-Biofisiche e specialmente su Terreno Oncologico e Reale Rischio Congenito Oncologico. Quando gli oncologi italiani, le autorità sanitarie, i docenti universitari ecc., prenderanno una posizione chiara, in favore oppure no, di questi nuovi concetti della Medicina, interrompendo il loro sospetto silenzio, a mio parere, veramente desolante ?
Nature.com – Smoke and Mirrors
http://blogs.nature.com/nm/spoonful/2008/03/smoke_and_mirrors.html#comments
Posted by: Sergio Stagnaro MD | April 16, 2008
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Il tabacco è notoriamente un grande affare
! Ma, sulla base di 52 anni di esperienza clinica, una considerazione scientifica è degna qui, secondo me.
Un problema essenziale per i medici che trattano i pazienti affetti da qualsiasi malattia è certamente il fumo di tabacco, uno dei principali fattori di rischio. Tuttavia, in tutte le malattie, di natura diversa, dobbiamo considerare accanto all’EBM anche la Single Patient Based Medicine (vedi in internet).
In realtà, a parte le ben note influenze negative del tabacco sui sistemi biologici e l’importanza della predisposizione genetica, come Terreno Oncologico e Rischio Reale Oncologico Ereditario, per esempio (ibidem), per quanto riguarda l’insorgenza di molti disturbi, vorrei qui sottolineare la potente influenza patologica del fumo di tabacco sull’apporto di ossigeno ai tessuti di tutti i sistemi biologici (Stagnaro Sergio, Stagnaro-Neri Marina. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno oncologico”. Travel Factory SRL., Roma, 2004). Questo varia in intensità tra gli individui, in relazione ad una citopatologia mitocondriale congenita, denominata Istangiopatia Congenita Acidosica Enzima-Metabolica (ibidem). Da queste brevi osservazioni, anche se le influenze biologiche del fumo di tabacco risultano molto diverse tra gli individui, in relazione alle loro costituzioni biofisico-semeiotiche, è necessario e urgente regolare i prodotti del tabacco per mezzo di un’autorità di regolamentazione della nicotina.
Inoltre penso che ogni medico, in tutto il mondo, abbia l’obbligo morale di informare i propri pazienti sui terribili pericoli di questo killer troppo silenzioso.
By Sergio Stagnaro (medico)
Tratto da:
http://www.katamed.it/Notizia.asp?id=10947&lingua=IT&idcat=999
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Industria del tabacco: accusata di dire il falso !
Il concetto di “sigaretta light” è una truffa, almeno stando a quanto stabilito dal giudice federale di Brooklyn Jack B Weinstein che ha dichiarato legittime le denunce che i consumatori sporgeranno in futuro contro le multinazionali che, appunto, avranno venduto sigarette “leggere”.
Far credere, mediante pubblicità ingannevole, che le sigarette light siano meno dannose per la salute rispetto alle normali sigarette, è stato considerato illegittimo e passibile di eventuali richieste di risarcimento.
La sentenza è stata motivata dal fatto che far credere che esistano sigarette meno nocive di altre è un inganno.
E quindi i consumatori che svilupperanno conseguenze negative sulla salute in seguito a tale comunicazione ingannevole, verranno regolarmente risarciti.
Vediamo che, come quelle farmaceutiche, tutte le multinazionali fanno esclusivamente i loro sporchi interessi a scapito della popolazione mondiale.
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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Smettere di fumare è facile, occorre la volonta di farlo !
– Un farmaco anti-fumo puo’ portare al suicidio !
In questo sito troverete diversi spunti, aiuti ed indicazioni per raggiungere il Vostro obiettivo, a patto che siate forti nella Vostra convinzione ed attuiate ciò che necessita per arrivare a smettere di fumare..
Il primo e VERO aiuto deve venire da VOI, basandovi sulla convinzione di quello che volete e dovete fare; senza questa convinzione, la dipendenza sarà più forte della volontà.
Non esiste al mondo un metodo che vi liberi in modo indolore dalla dipendenza. Che piaccia o no, il fumatore ha una doppia dipendenza: dipendenza fisica (legata a delle sostanze) e dipendenza psicologica (legata alla ritualità).
Smettere di fumare è una delle imprese della vita, in tutti i sensi.
vedi: La sigaretta ed il fumo fanno male + Polmoni e vie respiratorie
vedi anche:
http://www.ministerosalute.it/regole/pdSmetti.jsp?id=77&sub=0&lang=it
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Ecco la molecola che spiega il legame fra Bpco e fumo – 16 Mag. 2012
Aumenta il numero di fumatori al mondo e aumenta l’incidenza della broncopneumopatica cronica ostruttiva (Bpco), candidata a diventare la terza causa di morte entro il 2020. Questo perché nei fumatori si verifica una selettiva riduzione di una sostanza antimicrobica, la ‘beta defensina 2’, che promuove le difese immunitarie innate nelle vie aeree centrali di calibro maggiore. Il meccanismo molecolare è stato individuato per la prima volta, e descritto su PLoS One, da un gruppo di ricercatori dell’Ibim-Cnr e dell’Ismett di Palermo, insieme a un team di ricerca dell’Università di Pittsburgh.
“La Bpco è una malattia infiammatoria e ostruttiva delle vie aeree”, spiega Elisabetta Pace dell’Ibim-Cnr di Palermo, prima firma dello studio. “La reazione infiammatoria, specie se di notevole intensità, oltre a comportare una distruzione tissutale, può interferire con i normali processi riparativi causando profonde alterazioni dell’architettura del tessuto. Sebbene sia noto che il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio, i meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi di questa patologia, invece, sono poco noti”.
Per gettare maggiore luce sui meccanismi retrostanti la Bpco, i ricercatori hanno studiato sia campioni chirurgici provenienti da pazienti affetti da questa patologia, sia appositi sistemi/modelli di malattia generati dalla stimolazione di cellule delle vie aeree con estratti di fumo di sigaretta. In questo modo hanno individuato i ridotti livelli di ‘beta defensina 2’ nelle vie aree maggiori.
“Questo difetto difensivo sposterebbe il baluardo anti-infettivo nelle vie aeree distali di calibro inferiore”, aggiunge Mark Gjomarkaj dell’Ibim-Cnr di Palermo, coautore della ricerca. “In questo modo si genera un elevato carico infiammatorio in un’area del polmone strutturalmente molto più delicata e vicina al settore deputato agli scambi gassosi”.
Riferimenti: PLoS One doi: 10.1371/journal.pone.0033601
Tratto da: galileonet.it
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Sigarette: scoperto un altro importante motivo per non fumare – 20 Luglio 2010.
Un team di ricercatori della Southwest Foundation for Biomedical Research in Texas, ha scoperto come il fumo provochi degli effetti “profondi” sul DNA (codice genetico) umano. Questo studio, svolto in Texas, è il più ampio che sia mai stato effettuato sulla relazione fumo-DNA. I danni causati dal fumo sul codice genetico sono talmente gravi da intaccare, addirittura, 323 geni molti dei quali nello stesso momento. In passato sono stati effettuati studi simili, ma mai come questo che ha coinvolto ben 1240 persone, di cui 297 fumatori incalliti.
Che la sigaretta faccia male è noto a tutti, dato che l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) l’ha inserita tra le sostanze che causano dipendenza, al pari di stupefacenti e alcol. Nonostante queste statistiche è sempre molto difficile smettere per le persone che hanno questo “vizio”. Forse perchè non sanno, con estrema precisione, quali sono i danni causati dal fumo di sigaretta ?
Durante la combustione della sigaretta si liberano sia agenti tossici che cancerogeni, che provocano effetti tossico-irritativi capaci di determinare, anche, importanti compromissioni del sistema immunitario locale e generale. Può provocare lesioni a carico del sistema polmonare, del sistema cardio-vascolare, del cavo orale e delle prime vie aeree.
Oltre a tutti questi problemi, di cui alcuni fumatori sono a conoscenza e altri no, grazie all’importante studio condotto in Texas, dai ricercatori guidati dallo studioso Jac Charlesworth, siamo a conoscenza dei danni che il fumo provoca anche più in profondità: nel DNA.
I ricercatori hanno individuato cambiamenti significativi nei geni coinvolti in numerose patologie, ricostruendo la mappa del DNA in cui il fumo fa danni: risposta immunitaria, apoptosi cellulare (la morte programmata delle cellule), cancro, meccanismi di segnalazione delle cosiddette “cellule killer” e il metabolismo delle sostanze estranee.
Purtroppo il fumo non si limita ad intaccare un singolo gene, ma, secondo il Professor Charlesworth intere reti di comunicazione di geni. – Tratto da: tantasalute.it
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Sigarette ricettacolo di batteri: no studio USA
Il fumo non solo fa male ai polmoni e al sistema cardiovascolare, ma può trasformarsi in un inaspettato veicolo di batteri e tossine.
E’ la scoperta pubblicata sulla rivista Environmental Health Perspectives e frutto di un gruppo di ricercatori della University of Maryland School of Public Health.
Lo studio è partito analizzando quattro marche di sigarette differenti: in tutti i casi è stata registrata un’elevata quantità di batteri nocivi per la salute dell’uomo, molti dei quali tra i principali responsabili di infezioni alla bocca e alle vie respiratorie.
Individuati i batteri, rimane il dubbio anche sulla loro provenienza.
Le ‘bionde che uccidono’ potrebbero essere contaminate in ogni fase della loro realizzazione: dalla coltivazione del tabacco alla raccolta, dalla lavorazione industriale all’impacchettamento.
“Per il momento abbiamo soltanto individuato le specie di batteri presenti nelle sigarette e adesso intendiamo verificare con esattezza quale sia il loro impatto sulla salute pubblica” ha dichiarato la responsabile dello studio Amy Sapkota.
Per approfondire: Il fumo nella storia
Fonte: http://ehp.niehs.nih.gov/docs/2009/0901201/abstract.html
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare i meccanismi difensivi antiossidanti in cellule polmonari umane esposte ad estratto di fumo di sigaretta (EFS).
I risultati ottenuti dimostrano come, in cellule di derivazione polmonare umana (BEAS-2B e HFL1), l’esposizione ad una miscela complessa di agenti cancerogeni quali quelli presenti nell’Estratto di Fumo di Sigaretta (EFS), induca una riduzione della vitalità cellulare. Nei modelli cellulari impiegati, aventi la capacità di esprimere l’enzima HO-1, abbiamo osservato che il trattamento con EFS stimola l’espressione dell’eme-ossigenasi con una cinetica di induzione e di accumulo dose-dipendente. Tuttavia è nelle HFL1 che HO-1 viene indotta a livelli significativamente più elevati. Dopo un serie di test con inibitore e induttore di HO-1 si è valutato anche quanto la deplezione di glutatione possa incidere sulla sensibilità al fumo di sigaretta delle linee cellulari BEAS-2B e HFL1.
In conclusione i dati ottenuti indicano che la maggiore sensibilità al fumo può essere correlata alla minore capacità di indurre l’espressione dell’HO-1 suggerendo che tale enzima svolga un ruolo essenziale nella protezione dallo stress ossidativo indotto da EFS.
Tratto da: http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=20441
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Dopo un’infarto ANCHE il fumo passivo UCCIDE !
Il fumo passivo è noto per aumentare il rischio di infarto.
Ma una nuova ricerca dimostra che peggiora anche il recupero di chi ha già avuto problemi al cuore.
Jill Pell, capo della Public Health and Health Policy Section della University of Glasgow, in Gran Bretagna, e la sua equipe hanno analizzato i dati di 1.261 persone che non fumavano ma erano state ricoverate in ospedali della Scozia per un infarto.
Circa il 10% – 132 pazienti – avevano un coniuge o compagno fumatore, come si legge sulla rivista Heart. Nel complesso, riferiscono gli studiosi, 50 persone (il 4%) sono morte entro 30 giorni dall’attacco di cuore e altre 35 (il 3%) hanno avuto bisogno di tornare in ospedale per un secondo episodio di infarto.
I ricercatori hanno misurato in questi pazienti i livelli di cotinina, un sottoprodotto della nicotina, per capire il ruolo dell’esposizione al fumo passivo. Dopo aver preso in considerazione anche una serie di altri possibili fattori di rischio, quelli che avevano livelli particolarmente alti di cotinina nel sangue, indice di forte esposizione al fumo passivo, sono risultati avere un rischio cinque volte più alto di morire nel corso dello studio. “Sono dati che confermano la necessità di proteggere i non-fumatori dal fumo passivo”, ribadisce la Pell.
Tratto da: paginemediche.it
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SMETTERE di FUMARE
L’apparato RESPIRATORIO è il più danneggiato dagli svariati inquinanti ambientali, atmosferici e altri come il fumo di tabacco. La spiegazione la si ha facilmente se si tengono presenti alcune nozioni fondamentali di anatomofisiopatologia respiratoria.
Ognuno di noi ogni giorno inspira ed espira 15-20 volte al minuto e cioè 21.000-28.000 volte in un giorno, pari a circa 7,5-10 milioni di volte in un anno e a oltre mezzo miliardo di volte nella vita.
Ogni giorno inspiriamo ed espiriamo 15.000 litri d’aria (circa 5 milioni e mezzo in 1 anno) che viene filtrata da una superficie alveolare di 70-100 m2. Con l’inspirazione nelle 24 ore vengono convogliati negli alveoli 3.000 litri di O2, mentre con l’espirazione portiamo via dagli alveoli 6.000 litri di anidride carbonica (CO2).
E’ quindi inevitabile che l’integrità dell’apparato ventilo-respiratorio possa venire attaccata da eventuali fattori negativi presenti nell’aria che si respira.
In ogni boccata di fumo sono contenute almeno 1015 (10 seguito da 15 zeri, numero impronunciabile) di sostanze ossidanti e irritanti che sono i principali responsabili di danni all’apparato respiratorio.
Il fumo contiene migliaia di componenti dannosi (circa 4000), ecco alcuni esempi :
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Le polveri fini penetrano in profondità nei polmoni, alcune attraversano anche gli alveoli polmonari, arrivano nel sangue, si depositano lungo le arterie e nel cuore, impregnando vari organi.
La nicotina è uno degli ingredienti fondamentali del tabacco. Quando fumiamo la maggior parte della nicotina sfugge nell’aria, nei polmoni ne arriva circa un quinto, una fumata di pipa produce leggermente più nicotina di un sigaro. Più vivo è il fuoco della superficie che brucia, più nicotina entra nell’organismo, quindi più si fuma rapidamente più nicotina si aspira. E più il mozzicone si accorcia più cresce la nicotina. La nicotina pura è un potente veleno, una sua goccia lasciata cadere sulla pelle di un coniglio, causa uno choc immediato. Se si fuma un pacchetto di 20 sigarette al giorno, si aspirano circa 400 mg di nicotina la settimana, dose che, in una sola iniezione ucciderebbe come una fucilata.
Ecco alcuni esempi di danni causati dal fumo di sigaretta:
Apparato respiratorio: le sostanze che causano danni a questo apparato sono molteplici: sostanze irritanti come acido cianidrico, acroleina, formaldeide, ammoniaca. Bisogna sapere che affinché nel polmone giunga aria sana, nonostante l’inquinamento a cui siamo sottoposti, il nostro sistema respiratorio è dotato di un “sistema di pulizia”, formato da molte cellule che oppongono una barriera all’entrata di polveri, germi e sostanze tossiche nel polmone.
Le sostanze irritanti del fumo di sigaretta sono in grado di danneggiare velocemente questo sistema di pulizia e quindi a facilitare il passaggio di sostanze dannose nel polmone. Fumando, non solo si danneggeranno i polmoni, si è maggiormente esposti allo smog e alle sostanze inquinanti, non più trattenute dal sistema di pulizia.
La classica tosse e catarro del fumatore, sono sintomo di mancata efficienza del sistema di pulizia del polmone, causando eccessiva produzione di muco, bronchite cronica, enfisema. Tra le sostanze che si depositano all’interno del polmone ve ne sono molte in grado di aumentare il rischio di tumore polmonare, causato per l’85-90% dal fumo di sigaretta. Il fumo è causa anche di altri tipi di tumore delle vie respiratorie: cavità orale, faringe, laringe.
Sistema circolatorio e cuore: le sostanze dannose responsabili dei danni all’apparato circolatorio sono soprattutto l’OSSIDO di CARBONIO e la NICOTINA. L’ossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno disponibile per l’organismo: cuore, cervello, muscoli, etc. ricevono meno ossigeno. Insieme alla nicotina, l’ossido di carbonio accelera la formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni, elevando il rischio di INFARTO DEL MIOCARDIO e ICTUS.
Altri danni, ecco alcuni esempi : rischio di numerosi altri tumori oltre a quello del polmone e delle vie respiratorie: vescica, esofago, rene, pancreas, collo e corpo dell’utero, etc. Caduta dei capelli, alito cattivo, macchie della cute e dei denti, danni alla cute.
Ogni sigaretta comporta l’assunzione di 1,4 mcg di cadmio ed un pacchetto di sigarette aumenta i depositi del cadmio di 4 mcg, impegnando e sottraendo capacità antiossidante a tutto l’organismo.
Il fumo riduce notevolmente le prestazioni atletiche.
Gli atleti professionisti, soprattutto in quei sport che richiedono il 100% delle prestazioni (atletica leggera, sci di fondo, ciclismo, ecc.) sono TUTTI non fumatori.
Nel 1986 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara: che l’uso di tabacco in tutte le sue forme è incompatibile con il raggiungimento dell’obiettivo salute per tutti entro il 2000 (tabagismo al di sotto del 20%); che la nicotina crea dipendenza ; che “la sigaretta è uno strumento di morte verso cui la neutralità non è possibile”.
Il 90% circa dei fumatori conosce le conseguenze fatali del fumo, altri vedono nel consumo di sigarette un fattore di rischio per la salute e altri minimizzano l’entità per il timore di doversi privare di un piacere.
La vera pericolosità del fumo è ignorata da molti, anche perché i rischi reali spesso sono velati dalla falsa verità che la pericolosità effettiva del fumo non sia ancora scientificamente dimostrata. Questo non è vero, infatti alcune statistiche affermano che muoiono per fumo più persone di quante ne muoiano ogni anno per incidenti stradali, per eroina, AIDS, omicidi e suicidi.
Gli effetti del fumo sono stati sottovalutati fino agli anni 90, ma oggi dopo lunghi studi si può affermare che è il maggior pericolo per la nostra vita e che uccide più vite umane di qualunque altra malattia.
Il 50% dei fumatori muore a causa dei danni procurati dal fumo, 1/4 nella fascia d’età compresa tra i 35 e 65 anni e un altro quarto del totale in età più avanzata. Migliaia di morti per cancro sono dovute al fumo di tabacco: infatti nel tabagista il carcinoma polmonare ha una frequenza di 20 volte superiore che non tra i non fumatori e circa il 90% di tutte le patologie cancerose polmonari riguarda i fumatori di sigarette.
Le probabilità di ammalarsi di questa patologia aumentano di 10/15 volte fumando 20 sigarette al giorno e di 5 volte già con 10 sigarette. Il rischio in definitiva aumenta in rapporto ad un consumo maggiore. Oggi si è notato un aumento anche dei tumori della cavità orale, della vescica, dello stomaco e del colon. Il fumo contribuisce ad una morte su tre per patologie cardiache a causa degli effetti sui vasi coronarici, infatti si stima che sia responsabile del 60% delle malattie cardiache con decorso infausto.
Le cellule precancerose a cause del tabacco possono sfuggire al controllo del sistema immunitario. Una ricerca dell’Università di New York pubblicata dal Journal of Immunology ha mostrato che a causa delle sigarette le difese del corpo non sono in grado di segnalare all’organismo se è stato attaccato da cellule tumorali.
E’ certo che il fumo abbrevia la vita dei fumatori di circa 8,3 anni secondo alcuni studi, altri parlano di un accorciamento della vita di 12 anni, ma tutti sono concordi nel dire che i fumatori muoiono precocemente sacrificando una buona parte della loro vita al piacere del fumo.
Uno dei primi effetti dannosi del fumo si manifesta sulla pressione sanguigna che registra un aumento di 30 mmHg già 10 minuti dopo la sua inalazione.
Il fumo è considerato il fattore di rischio dell’insorgenza dell’arteriosclerosi, patologia questa causata dal restringimento delle arterie che, quando diventa eccessivo, comporta gravi conseguenze per l’organismo, come patologie importanti dei vasi coronarici, angina pectoris, infarto e arresto cardiaco per la carente e insufficiente circolazione, debolezza cardiaca, restringimento delle arterie renali con ipertensione e insufficienza renale, restringimento dei vasi delle gambe e di quelli che forniscono sangue al cervello con conseguenti disturbi dell’udito, vertigini, ictus ed emiparalisi.
Il fumo favorisce la calcificazione dei vasi sanguigni, perciò spesso i fumatori soffrono di disturbi circolatori alle gambe e sviluppa quella condizione morbosa nota con il nome di “gambe del fumatore”: questo patologia consiste nel restringimento e nell’occlusione di arterie delle gambe, con conseguente manifestazione dolorosa durante la deambulazione, perché il fabbisogno di ossigeno nel muscolo aumenta, ma questo non può essere soddisfatto a causa della diminuita capacità dei vasi sanguigni. Il dolore che compare all’improvviso mentre si cammina, segnale questo della deficienza di ossigeno, costringe la persona a fermarsi per alcuni minuti, poi riprende a camminare per fermarsi nuovamente alla successiva manifestazione dolorosa.
Il fumo non danneggia un solo organo, ma nuoce a più sistemi organici importanti per la vita, alterando cosi’ le funzioni e aprendo la via a molte patologie. Il tabagista soffre frequentemente di ulcere gastriche e intestinali, perché il fumo influisce sulla produzione degli acidi gastrici e inibisce la guarigione delle ulcere, ostacolando il successo del trattamento medico.
Le sostanze cancerogene del tabacco vengono eliminate attraverso i reni e la vescica, così tra i fumatori si nota una elevata frequenza di tumori a carico di questi organi, ma specialmente alla vescica, probabilmente a causa della ritenzione prolungata di urina al suo interno. Immediatamente esposte al fumo e ai suoi effetti sono le vie respiratorie, specialmente il naso, la faringe, la trachea e i bronchi, perché sono questi gli organi deputati al trasporto dell’aria inspirata fino ai polmoni., che sono gli organi deputati allo scambio gassoso con il sangue. Un danno alle strutture polmonari, cioè gli alveoli, che intervengono in questi processi di scambio pregiudica notevolmente la respirazione e porta a una situazione patologica anche grave.
Un altro danno correlato al fumo è l’impotenza nell’uomo secondo un inchiesta condotta in America che dimostra che questa è più frequente del 50% tra i fumatori che non tra coloro che non fumano. L’alta incidenza di disturbi sessuali è da mettere in relazione con i problemi circolatori causati dal fumo.
Le ossa non sono esenti dai danni del tabagismo, in fatti il fumatore spesso soffre di dolori alla schiena a causa dell’effetto che la nicotina ha sulla circolazione del sangue. I dischi intervertebrali non ricevono una quantità di sangue e di nutrimento sufficienti, degenerano e diventano lentamente più sottili.
La bocca del fumatore è sovente colpita da gengivite, che s’insinua gradualmente nei tessuti più profondi del parodonto, causandone anche l’infiammazione che può con il tempo determinare la caduta dei denti.
E’ ormai certo che i carcinomi della cavità orale vengono favoriti da queste diverse modalità di consumo del tabacco e il rischio di contrarre la malattia aumenta soprattutto nelle parti in cui viene posto. Il fumo di sigaretta, soprattutto se associato all’alcol, rappresenta nel mondo occidentale un rilevante fattore di rischio nei confronti del carcinoma esofageo; inoltre aumenta il rischio di sviluppare adenomi del colon, e tumori del fegato.
La nicotina contrae le vene, l’alcool le dilata : quando beviamo e fumiamo assieme, è come se ci spronassimo con un pungolo per procurarci uno stimolo e contemporaneamente ci dessimo una bastonata sulla testa per neutralizzarlo.
Tratto da: anagen.net
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Fumare modifica il cervello
Il fumare produce infatti alterazioni biochimiche, di lunga durata, simili a quelle osservate nella massa cerebrale di animali cui erano state somministrate cocaina ed eroina.
La conferma viene da uno studio che e’ stato pubblicato su “Neuroscience“, che ha ricostruito il ruolo di alcuni enzimi presenti nei neuroni del cervello presenti in aree connesse ai meccanismi della dipendenza.
Alterazioni del Cromosoma Y ?
Prima sì, poi forse, e infine no: no, il cromosoma yY non sta scomparendo. Ma oggi si torna a discutere sul cromosoma maschile, con la pubblicazione, da parte di Science, di una ricerca che associa il fumo alla scomparsa dell’Y (nelle cellule del sangue) e all’insorgenza di cancro. Uno studio, che secondo gli autori, potrebbe anche aiutare a capire perché il fumo sia un maggior fattore di rischio in relazione al cancro per il sesso maschile e, più in generale, perché gli uomini vivano meno delle donne.
Il rischio di sviluppare tumore (non solo per quello al polmone) nei maschi fumatori infatti è maggiore che nelle femmine fumatrici, ricordano gli scienziati della Uppsala University, a capo dello studio. E questa differenza potrebbe avere origine anche nella genetica, o meglio, l’associazione tra fumo e danni genetici tra gli uomini potrebbe spiegare questa discrepanza di rischio dei tumori tra i due sessi.
Il team di Lars Forsberg della Uppsala University aveva già osservato quest’anno (la pubblicazione su Nature Genetics) come la perdita del cromosoma Y nelle cellule del sangue fosse associata a un maggior rischio di cancro. Ora gli scienziati hanno cercato di capire se vi fosse qualche fattore (medico, come diabete o problemi di pressione, o di stile di vita, come fumo o alcool) associato alla perdita del cromosoma Y. Per farlo i ricercatori hanno quindi analizzato gli stili di vita e le condizioni di salute di più di 6mila uomini.
È così emerso che la perdita del cromosoma Y nelle cellule del sangue è più comune nei fumatori che nei non fumatori, e che la correlazione è dose dipendente, ovvero la perdita dell’Y è maggiore nei forti fumatori che in quelli moderati. Ma a quanto pare si tratterebbe di una perdita reversibile: ovvero la correlazione valeva solo per i fumatori attuali non quelli che lo avevano fatto in passato, per i quali la quantità di cellule che mostravano perdita dell’Y era paragonabile a chi non aveva mai fumato.
Ma in che modo perdere il cromosoma Y nelle cellule del sangue aumenterebbe il rischio di tumori? Per i ricercatori il meccanismo non è ancora chiaro. Un’ipotesi è che le cellule del sistema immunitario indebolite dalla perdita dell’Y sarebbero meno attive nei confronti del tumore, perderebbero cioè la loro funzione di sentinelle, e diventerebbero meno capaci di combattere le neoplasie.
Fonte: Wired.it
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Domanda:
Ho smesso di fumare da circa 1 mese, ma nonostante cio’, ogni volta che vado a letto, al mattino mi sveglio con del catarro che devo espellere ! A volte mi sveglio durante la notte proprio per questo problema.
Risposta:
Di fatto cio’ è positivo.
I nostri bronchi sono rivestiti da uno strato chiamato “epitelio ciliato“, formato cioè da cellule che hanno sulla loro superficie esterna una miriade di piccoli filamenti sempre in movimento, come delle microscopiche spazzole che spingono il catarro bronchiale verso l’esterno fino in bocca.
Nel fumatore pero’ si assiste alla “paralisi ciliare”, cioè queste cellule, a causa dell’azione del fumo e del catrame che e’ sempre presente nel fumo di sigaretta che incolla alla parete questi piccoli filamenti, per cui essi non svolgono piu’ il loro compito e non aiutano piu’ il catarro ad essere eliminato all’esterno.
Nel contempo, l’azione irritante del fumo sui bronchi fa si che la quantita’ di catarro aumenti, solo che ha difficolta’ ad essere espettorato all’esterno, infatti ci vogliono energici colpi di tosse per poterlo espellere.
Smettendo di fumare, nel giro di 10 giorni -1 mese, questo epitelio ciliato, riprende mano a mano la sua funzione ed aiuta il catarro ad uscire, soprattutto cio’ avviene nelle ore notturne quando, stando in posizione sdraiata, è piu’ facile a questo flusso di catarro vincere l’azione della gravita’.
Una delle cose che tutti i fumatori hanno e’ la bronchite cronica, per cui chi smette di fumare deve sapere che deve anche eliminare le cause che generano quel problema, che sono locali, nei bronchi, ma anche intestinali.
Per cui occorre subito cambiare abitudini alimentari e passare ad una alimentazione vegetariana.
vedi: Consigli alimentari + Protocollo della Salute