La “teoria” dei Germi come causa unica delle “malattie” è FALSA, vediamo il perché.
Nell’immaginario collettivo, ad esempio, il virus (vedi qui cosa sono) è una microscopica forma di vita in grado di infettare altre cellule, e vivere come parassita fino alla distruzione dell’ospite. Ciò deriva dalle prime teorie di Pasteur (il falsario), perche sul letto di morte si rimangiò le sue tesi….affermando che ” il microbo è niente, il terreno è il tutto”.
Ai virus vengono attribuiti dalla medicina ufficiale di Big Pharma, comportamenti quali: “infettare” “mortali”, “iniettarsi”, “incubare”, “essere in latenza”, “invadere”, avere uno “stadio attivo”, “impadronirsi”, “riattivarsi”, “mascherarsi”, “possedere”, “assediare”, essere “devastanti” e possedere… Tutte azioni che possono essere commesse da un micro organismo vivente.
Tuttavia i virologi ammettono che i virus, pur avendo natura peculiarmente organica, non possiedono metabolismo, non possono essere replicati in laboratorio e non possiedono in generale alcuna caratteristica degli esseri viventi e, in realtà, non sono mai stati osservati vivi.
I virus sono fatti da materiale proteico (lipidi ed altro) ed acido nucleico (DNA/Rna), ma non possono essere considerati vivi, perché mancano dei prerequisiti fondamentali, e cioè dei meccanismi di controllo metabolico (che perfino i batteri meno evoluti possiedono).
Secondo i testi di virologia e microbiologia, i virus presentano le seguenti caratteristiche, che sono incompatibili con la vita:
1) I virus non possiedono metabolismo. Non possono elaborare il cibo o il nutrimento e dunque non possiedono strumenti per formare energia. Sono solo un contenitore, o schema di informazioni, come lo sono i genomi.
2) I virus non possiedono alcun tipo di capacità di movimento. Non hanno un sistema nervoso, né un apparato sensorio, né un’intelligenza che possa in qualche modo coordinare movimenti o “invasioni del corpo” di qualsiasi natura.
3) I virus non possono replicarsi: essi dipenderebbero interamente dalla “riproduzione obbligata”, vale a dire la riproduzione attraverso un organismo ospite, cosa assolutamente inaudita in ogni altro campo della biologia.
Di fatto i “virus vivi” sono sempre e naturalmente morti:
il termine “virus vivo” indica semplicemente quei virus sono creati dalla coltura di tessuti viventi in vitro (cioè in laboratorio), dai quali si possono ottenere trilioni di virus.
Ma proprio qui sta il punto: anche se alcune colture da laboratorio vengono tenute vive, nel corso del processo si verifica un massiccio ricambio cellulare ed è dalle cellule morenti che vanno in apoptosi, cioè si disgregano, che vengono ottenuti i “virus”. Essi sono comunque morti o inattivi: non sono altro che molecole di DNA e proteine che lo avvolgono.
Poiché i “virus” non sono vivi, essi non possono agire in nessuno dei modi che vengono loro attribuiti dalle autorità mediche.
Ma allora cosa sono i virus ? sono gli esosomi/esozomi !
Quando una cellula muore, essa viene disintegrata dai lisosomi, potenti enzimi intracellulari che frammentano i componenti cellulari in particelle ultra-minute affinché il corpo possa prontamente riciclarle o espellerle come scarti.
Ogni giorno, a seconda del nostro livello di tossicità, muore un numero di cellule comprese fra 300 milioni e oltre mezzo trilione di cellule; ognuna di esse contiene in media dai 5.000 ai 20.000 mitocondri. Quando le cellule muoiono esse vengono autodistrutte dai loro stessi lisosomi, ma i nuclei e i genomi dei mitocondri sono protetti assai meglio rispetto ad altri organelli, perciò spesso non si decompongono completamente.
Ed è qui che la spiegazione diventa interessante.
Secondo il Guyton’s Textbook of Medical Physiology un virus può definirsi come una parte minuta di materiale genetico (detto genoma) le cui dimensioni equivalgono a circa un miliardesimo di quelle della cellula. Il genoma è circondato da una protezione detta capside che è di solito una guaina proteica a doppi lipidi ed è composta di due membrane (quasi identiche alla membrana cellulare) che, per inciso, rappresentano l’ossatura stessa del nucleo mitocondriale.
Questa descrizione di un “virus” è identica a quella di ciò che resta dei genomi dei mitocondri cellulari.
Le fotografie dei presunti virus che “si iniettano” all’interno della cellula mostrano in realtà la cellula che letteralmente inghiotte il virus. Si forma allora un’incavatura, e il materiale organico viene circondato dalla sostanza cellulare che poi si richiude, formando uno “stomaco” improvvisato, in cui il virus scompare. Lo “stomaco” si riempie allora di potenti enzimi lisosomici che digeriscono il materiale organico, frammentandolo in amminoacidi o acidi grassi per il riciclaggio o l’eliminazione: questo è un normale processo della fisiologia cellulare nota come fagocitosi.
I “virus” non sono microrganismi, ma semplici frammenti senza vita di materiale mitocondriale.
I virus non sono altro che materiale organico inerte, completamente privo di qualsiasi caratteristica di vita e che nessuno ha mai visto in azione.
Per questo motivo i virus non possono provocare malattie: Attribuire ai virus una qualsiasi attività è più o meno come attribuire delle azioni alla testa decapitata di un cadavere!
Dunque cosa causa l’influenza, il raffreddore, e le altre malattie dette impropriamente “virali”?
Quando il corpo genera o assume più scorie di quanto sia in grado di espellere con le operazioni di norma, genera un processo per massimizzare questa disintossicazione.
È il nostro corpo a generare la malattia nel tentativo di espellere le scorie.
Gli esseri umani sono sempre “infetti” di “virus” e batteri, poiché essi sono presenti nel nostro corpo in qualsiasi momento. Solo quando le scorie superano una soglia critica inizia la malattia.
Il contagio, nelle modalità in cui lo immaginiamo, è un illusione. La gente pensa che specifiche entità patogene, aggressive e maligne, siano in grado di passare da un ospite all’altro. Il “contagio” è uno dei miti della medicina, poiché le scorie tossiche non possono essere trasmesse da un corpo all’altro attraverso il normale contatto. Nessuno può passare ad altri la sua malattia, non più di quanto possa trasmettere la propria salute. Qualcosa di simile al contagio sembra avvenire quando una persona in condizioni gravemente tossiemiche viene messa a contatto con un’altra che si trovi in una situazione similare, attivando in questo modo una crisi risanante.
Lo scambio di materiale batterico attiva, affretta o sollecita il processo di malattia in coloro che sono già tossemici.
Ma per coloro che non lo sono, il contagio non funziona e non può verificarsi finché il corpo si mantiene puro, poiché è la contaminazione del sistema che prepara l’organismo per le “epidemie”, a causa della nostra incapacità di mantenere fluidi e tessuti corporei puliti e non inquinati.
In medicina si crede infatti che un epidemia risulti “contagiosa” solo se l’individuo è “predisposto”. Questa affermazione medica è in realtà un’ammissione che non sono i germi a provocare le malattie. Se così fosse, chiunque venisse esposto ad essi si ammalerebbe della stessa malattia.
Una persona “predisposta” è una persona che possiede un alto livello di tossicità dell’organismo, insieme alla vitalità sufficiente a condurre il processo di malattia/purificazione. Tali individui possono ammalarsi in qualsiasi momento, che vengano o no esposti al “contagio”.
Prendiamo come esempio i raffreddori. Come mai i bambini prendono fino a otto raffreddori all’anno, mentre i genitori molti di meno ? Come mai le persone che si trovano isolate negli osservatori al Polo Nord o Sud “si prendono” lo stesso il raffreddore durante la loro permanenza ? Come mai negli anni 1965-67 i laboratori del National Institute of Health di Bethesda, nel Maryland, condussero sperimentazioni sulle influenze che non mostrarono alcuna prova che esse fossero dovute a contagio ?
Ad alcuni volontari vennero iniettati ogni giorno i presunti “virus” dell’influenza, prelevati a coloro che ne soffrivano, ma nessuno di essi si ammalò. Ci furono più casi di influenza nel gruppo di controllo. Contemporaneamente, subito dopo la tradizionale Festa del Ringraziamento, il numero di ammalati in entrambi i gruppi ebbe un picco improvviso, come è lecito aspettarsi quando vengono consumati cibi e bevande eccessive durante una festività.
In Giappone prostitute “infettate” hanno avuto relazioni sessuali con molti militari senza che nessuno di essi contraesse la malattia. Allo stesso modo molti individui presentano “infezioni” nella zona genitale senza mai aver avuto contatti con nessuno (ad esempio nei casi che riguardano i bambini). Il concetto di “contagio” è medicalmente indimostrato, nonostante le apparenze del contrario.
Poichè la malattia è il processo tramite il quale il corpo espelle scorie, sopprimerla senza eliminare le cause non risolve il problema. Alla luce di questi fatti, è assurdo utilizzare un farmaco per uccidere virus e batteri: i farmaci uccidono una grande quantità di batteri con cui viviamo in simbiosi (non i virus, che sono già morti), e sono altrettanto dannosi ad ogni altra forma di vita metabolica, cellule umane incluse. L’utilizzo di farmaci ostacola gli sforzi di detossificazione che il corpo conduce, rappresentando per il sistema un ulteriore problema oltre alle sostanze nocive che il corpo va espellendo attraverso il processo di malattia. Eliminare le nuove sostanze dannose che vengono ingerite assume la precedenza sull’eliminazione di quelle che stanno alla base della crisi risanante, interrompendola momentaneamente. È in questo modo che i farmaci “funzionano”.
L’unico metodo di prevenzione delle cosiddette “malattie virali” sta nel ridurre la tossicità dell’organismo.
La tossicità dipende soprattutto dallo stile di vita e dall’alimentazione. L’alimentazione (oltre a fumo e altre sostanze dannose) sono la prima causa di tossicità e quindi di malattia
Gli unici metodi di cura sono il riposo e pratiche che favoriscano l’eliminazione delle scorie, lasciando libera la malattia di fare il suo corso.
Un alimentazione naturale limita drasticamente la quantità di scorie nel nostro organismo. eliminando completamente ogni forma di influenza o limitandola in forme lievi.
Considerando la febbre per quello che è, ovvero come una geniale risposta del nostro organismo a una situazione di pericolo, essa non va combattuta, ma anzi analizzata e controllata facendo si che svolga il proprio compito nel modo migliore.
Se avete un corpo sano..non preoccupatevi del prossimo che vi starnutirà addosso !!
A San Marino (I) dal 2012 esiste una legge che obbliga i genitori obiettori ai vaccini, per i loro bambini (quelli che non vogliono vaccinare i propri figli), a contrarre una polizza assicurativa per il “Danno da Contagio”….richiesta che fa ridere, perché siccome il danno da contagio non esiste, perché tutto e basato sulla FALSA teoria del contagio aerobico, che NON esiste, salvo ad esempio nel caso di trasfusioni di sangue o contato e/o manipolazione di feci, per cui trattasi non di contagio aerobico, ma si tratta per le trasfusioni, di inoculazione di sangue tossico eterologo (non proprio), quindi ritenuto tossico dall’organismo ricevente, con tutti i pericoli del caso, e per la manipolazione di feci, non è detto che i manipolatori delle feci dei bambini vaccinati, cosa che fanno tutte le madri di bambini vaccinati quando gli lavano il sederino dopo la loro cacca…NON si ammalano es. di Polio…neppure loro….si dovrebbe tenere il conto dei “possibili” contagiati aerobici dalla data della entrata in vigore della Legge sanmarinese sul tema, per vedere quanti bambini non vaccinati si sarebbero ammalati con il “contagio aerobico”; inoltre se fosse vera la “teoria del contagio” i bambini vaccinati, essendo portatori sani o non, dei virus e batteri vaccinali, potrebbero “contagiare” gli altri adulti e bambini non vaccinati, con i quali vengono in contatto, cosa che NON avviene mai !
Esempio:
In Italia ogni anno nascono 500 mila bambini x 40 anni = 20 milioni di bambini portatori, (di questi quasi il 95 % viene vaccinato minimo con l’esavalente che contiene ben 6 virus vaccinali, ad esempio quello della polio); i bambini portatori “sani” crescono e vengono in contatto con tutti gli altri, eppure pur essendovi in Italia oltre 20 milioni di adulti di oltre 40 anni, NON vaccinati per la Poliomielite, NESSUNO di questi, pur essendo a contatto con quei bambini portatori “sani” del virus della Polio, si ammala…perché ?…, perché la teoria del contagio è FALSA !…… e cio’ vale anche per la altre malattie falsamente dette “contagiose“…
Riflettete bene su questi che sono fatti !
Studio di un Biologo sulla falsa teoria dei Germi quali cause della malattia
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Leggi precise che mandano a soqquadro tutte le fandonie virologico-pestilenziali dei giorni nostri
A quei tempi non si conoscevano ancora i virus, e gli standard di Koch vennero formulati avendo in testa i batteri.
Ma il metodo vale ancora di più per i virus, i quali sono parassiti, o veleni, o meglio ancora detriti cellulari interni, in ogni caso non viventi e con nessuna flessibilità di comportamento, mentre i batteri, essendo organismi vivi, possono rilasciare tossine o adattarsi a mutazioni ambientali.
Sono questi postulati, assieme ad altre precisi principi della microbiologia, che vanno dritti al cuore del problema, mandando a soqquadro tutte le fandonie e tutti gli imbrogli virologico-pestilenziali dei giorni nostri, ed in particolare quelli riguardanti l’Aids maschile (generato da un virus Hiv mai nemmeno isolato), e il nuovo preteso Aids femminile o Papilloma virus (generato da centinaia di diversi virus, alcuni dei quali isolati, ma innocui e innocenti, ed esistenti comunque dai tempi di Adamo ed Eva).
Le incongruenze insanabili di un virus mai isolato e di una malattia mai esistita
Nessuna traccia del virus Hiv (human immunodeficiency virus) esiste nel sarcoma di Kaposi, né in tutte le altre circostanze indicate come causatrici di Aids.
Se l’Hiv infettasse attivamente i linfociti T o altri componenti del sistema immunitario, come pretendono Gallo e Montagnier, dovrebbe succedere che i virioni (particelle virali cellulari) dovrebbero trovarsi con estrema facilità in circolazione nel sangue, come succede in tutte le malattie virali classiche.
Un paziente sofferente di epatite B rivela ad esempio 10 milioni di particelle virali in 1 ml di sangue (5-10 gocce). Un altro affetto da influenza presenta 1 milione di particelle di rinovirus per 1 ml di muco nasale.
Le feci di una persona colpita da diarrea manifestano da 1 a 100 miliardi di rotavirus per grammo.
Ma, stranamente, nel corpo dei malati di presunto Aids non si trovano particelle virali.
L’abbondanza di linfociti T in tutti i presunti malati Aids è poi l’argomento decisivo ed incontrovertibile che manda a casa, coda tra le gambe, tutti gli infettologi.
L’assenza di un virus attivo ed infettivo scagiona l’ipotetico Hiv (che nessuno ha ancora mai isolato, occorre dirlo e ripeterlo) come responsabile della sindrome etichettata Aids.
Il vero tallone d’Achille della buffonata Aids
L’assoluta incapacità dell’Hiv di uccidere i linfociti T, anche in condizioni ottimali di contagio, è il vero tallone d’Achille della buffonata Aids.
Il fatto poi che milioni di persone abbiano contratto un’immunodeficienza alla nascita, eppure siano poi diventati adulti sani, rappresenta un altro significativo argomento contro l’ipotesi Hiv/Aids.
Da qualsiasi angolo la si consideri, l’ipotesi Hiv/Aids fa acqua da tutte le parti.
Non regge sui fatti e non regge nelle teorie.
Ed è proprio per questo che la virologia scientifica americana, in blocco (700 e oltre ricercatori), è d’accordo con Peter Duesberg.
Anche i discorsi sui virus lenti, sui virus latenti, sui retrovirus, si sgonfiano uno ad uno come bolle di sapone.
Non esistono precedenti di retrovirus che uccidono le cellule, e non esistono leggi diverse da quelle di Koch per incolpare un virus di una determinata malattia.
Gli stessi sostenitori dell’Hiv/Aids ammettono che la loro è solo un’ipotesi non dimostrata. Quello che invece non ammettono è che si tratti pure di un’indegna montatura.
I due criteri epidemiologici delle patologie infettive
A completamento e integrazione dei postulati di Koch, esistono due basilari criteri adottati dall’infettologia per determinare se una malattia può essere o non essere considerata infettiva:
1° Criterio: Maschi e femmine devono essere colpiti in equale misura dal batterio o dal virus, perché nessun microrganismo al mondo ha mai prediletto un sesso dall’altro.
Ma l’Aids colpisce al 90% i maschi, perché evidentemente bevono di più, si drogano di più, straviziano di più, dormono di meno. L’Aids non può assolutamente essere infettivo. Questo è l’aspetto più paradossale e grottesco della situazione. Tutta la farsa Aids fabbricata commercialmente sulla infettività, e si arriva invece al patatrac finale dove l’Aids primo non esiste e, secondo, ammesso e non concesso che esista, non è nemmeno contagioso.
2° Criterio (legge di Farr): Le malattie infettive si diffondono sempre a ritmo esponenziale, e mai in modo lento.
Ma le sindromi definite Aids rassomigliano al contrario alle lente progressioni del cancro polmonare e dell’enfisema, che aumentano a ritmo blando negli anni, in sintonia col consumo di tabacco.
La virologia dalla polvere all’altare
Agli inizi degli anni 80, la virologia avvizziva e penava per mancanza di interesse da parte del pubblico.
La gente perdeva fiducia nell’inconcludente guerra nixoniana contro il cancro.
Ma l’Aids ribaltò miracolosamente la situazione, facendo all’improvviso della virologia la branca di ricerca più affascinante e remunerativa, scrive Peter Duesberg nel suo best-seller Il Virus Inventato.
Per incolpare l’Hiv della sindrome Aids, i virologi furono però costretti a fare salti mortali, a utilizzare tutti gli stratagemmi e i paradossi possibili ed immaginabili.
Chiunque osasse mettersi di traverso e fare un’obiezione veniva bollato come bastian contrario.
Più una persona è famosa, e più si ritiene che essa sia colta nel suo campo.
Le star internazionali Gallo e Montagnier risposero alla perfezione a questa forma di divismo scientifico.
Una teoria premiata col Nobel, ma incapace di reggersi in piedi.
E asserirono al mondo intero che l’Hiv è un nuovo agente patogeno causatore della nuova malattia Aids.
Ma tale affermazione non stava e non sta in piedi perché:
L’Aids non è una nuova e singola malattia, ma eventualmente una collezione di 30 o più vecchie ignote malattie (tanto che né Gallo, né Montagnier, sono in grado di spiegare la definizione esatta di Aids).
L’Hiv non è un nuovo agente patogeno. Secondo la legge di Farr, un virus è nuovo solo se la percentuale di persone infettate aumenta od esplode nel tempo.
La pretesa che l’Hiv sia nuovo è ingenua come quella di un astronomo che pretende di definire nuova una stella sconosciuta, solo perché è diventata visibile grazie al suo più potente telescopio.
L’Aids non è un’epidemia virale-infettiva, come pretendono Gallo e Montagnier.
Essa non risponde a nessuno dei due criteri infettivi sopra citati, e ancora meno ai Postulati di Koch. Ammesso che si trattasse poi di retrovirus, sappiamo che le centinaia di retrovirus noti non sono altro che innocenti virus di transito che nulla causano. Ci si aspetterebbe che le massime autorità del settore, il Gallo e il Nobel Montagnier, spiegassero con chiarezza perché ritengono il loro presunto Hiv fatalmente patogeno. Ma la loro risposta Crediamo che l’Hiv sia patogeno, è classificabile tra le comiche della televisione, non certo come argomento da uomini di scienza.
L’infondatezza e le scappatoie
I sostenitori dell’ipotesi Hiv-Aids non sono disposti ad accettare nessuna prova contraria, perché sanno di godere di avere le spalle abbondantemente coperte, dalla sanità, dalla politica, dalle industrie.
Ricorrono così in modo sistematico a una gamma di scuse, di scappatoie, basate sull’ignoto, sulla congettura, su criteri di autorevolezza, su appelli alla responsabilità.
Se nell’organismo la quantità di Hiv (cioè di linfociti T morti, o messi fuori combattimento) è scarsa o nulla, ipotizzano l’esistenza di fantasiosi serbatoi alternativi di virus nascosti, e di speciali vie aggiuntive di infezione.
Se nel corpo si trovano solo anticorpi anti-Hiv (che sconfessano già di per sé la loro teoria), li chiamano anticorpi inefficaci o non-neutralizzanti.
Se il virus non fa ammalare gli animali da laboratorio (iniettati dal materiale virale supposto Hiv), sostengono che il virus riesce, non si sa come, a distinguere tra uomo e scimpanzé (che è poi pressappoco come distinguere tra maschio e femmina).
Diverse malattie esautoranti tossico-cibarie-comportamentali, etichettate e trasformate in una peste di comodo
La realtà è che l’Aids non è una sola malattia ma tante, tutte sfibranti e nessuna contagiosa.
Tutte di carattere tossicologico, derivanti cioè da cibi sbagliati e stili di vita sbagliati, non da virus e da contatti sessuali.
Vale a dire che esistono al mondo molte malattie di carattere tossico-cibario-comportamentale che portano la gente ad autodistruggere il proprio sistema immunitario e a prestare il fianco ad altre malattie opportunistiche subentranti.
Trattasi di malattie esautoranti ed autodistruggenti contro le quali nulla si può fare se non cambiare urgentemente rotta, ammesso che ciò non sia già troppo tardi.
Gli si possono dare 50 etichette diverse, ed associare 50 virus diversi, senza che il risultato cambi.
Nel caso dell’Aids, i suoi inventori hanno voluto farne un caso mondiale, dargli un nome, affibbiargli un virus inesistente, renderlo contagioso, guadagnarci un oceano di soldi.
La realtà è che la ricerca del sapere e della verità logica, la scienza che si propone di rispondere agli interrogativi, sono state soppiantate dal carrierismo, dalla fame enorme di danaro, dalla sicurezza del posto di lavoro, dalle sovvenzioni statali, dai benefici finanziari, dal prestigio dei premi e dei riconoscimenti posticci.
La nozione Lwoff di virus latente
André Lwoff iniziò la sua carriera all’Istituto Pasteur negli anni 20, dove apprese della supposta esistenza di alcuni virus latenti che apparentemente si addormentano all’interno della cellula per scoppiare dopo qualche tempo indeterminato, liberando il virus riattivato.
Diventò il suo chiodo fisso per la vita.
Nel 1953 ritroviamo Lwoff sostenere a spada tratta che il cancro era conseguenza della riattivazione di virus latenti.
La sua ipotesi trovò subito credito presso gli oncovirologi. Ma la teoria del legame tra virus e cancro si scontrò contro un problema fondamentale. Non si riusciva a isolare nell’uomo alcun virus tumorale, per cui il primo postulato di Koch non veniva rispettato.
Le incredibili licenze di un cadavere di nome virus
La caccia al virus era in pieno fervore e nessun ricercatore voleva rinunciare alla possibilità di trovare il virus cancerogeno, e vincere l’ambito trofeo della sua carriera.
Ecco allora che i biologi superarono d’un colpo sia la logica e il buon senso, ed anche il paradosso di Lwoff, inventando una nuova incredibile ipotesi, secondo cui i virus potevano provocare tumori molto tempo dopo l’infezione, mentre erano ancora latenti.
Col nuovo paradigma, i postulati di Koch e tutte le altre regole si disintegravano come per incanto.
Ora, un qualunque virus, pur essendo un cadavere, un detrito, un microrganismo privo di vita, poteva addirittura fare miracoli.
Poteva infettare un nuovo ospite un giorno, poteva andare in letargo o trasferirsi in vacanza-premio a suo piacere per mesi e anni, e poi provocare un cancro mortale senza nemmeno essere più presente nel paziente.
Se questo non è medioevo e superstizione, ci si dica cosa è.
Il ricorso all’artifizio del cofattore
Quando non si riesce a dimostrare la responsabilità del virus, si ricorre a una nuova invenzione e a un nuovo artifizio, chiamato cofattore. A questo punto, i virologi vorrebbero far credere che un cancro non ha più bisogno di una infezione virale, ma addirittura di due infezioni separate. Se poi queste due non bastano, e ci sono altre discrepanze da giustificare, poco male.
Si inventano altri cofattori aggiuntivi e il gioco è fatto.
Gli oncovirologi e il terrorismo medico
Nel 1969, Robert Huebner pubblicò un articolo-chiave che andava oltre l’ipotesi di Lwoff, dove sosteneva che tutti i tipi di tumori umani erano causati da virus latenti che si risvegliavano causando il cancro non appena radiazioni o altri cofattori pericolosi attaccavano l’organismo.
Una vera crociata a favore dell’oncovirologia, a cui si unì pure il premio Nobel James Watson.
Addebitando il tumore a dei virus, gli oncovirologi riuscirono ad accaparrarsi l’interesse del pubblico attraverso una diffusa campagna basata sulla paura più nera.
L’11 maggio 1990, il Los Angeles Times Magazine pubblicava una grande foto a colori di una giovane coppia dall’aria spaventata, a fianco di un titolo particolarmente sinistro:
Relazioni Pericolose.
Si leggeva tra l’altro: Patty e Victor Vurpillar sono affetti da un ceppo dell’Hpv (papilloma virus umano), il virus che si nasconde dietro una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse del paese, e che sta diventando il principale indiziato del cancro della cervice.
Quel che è peggio, è che alcune persone stanno diffondendo il virus senza nemmeno saperlo. Un autentico bombardamento terroristico, privo di motivi se non quello solito di spillare quattrici alla gente.
Storia delle ultime pestilenze chiamate Hv (herpes virus) e Hpv (human papilloma virus)
I microbiologi cominciarono a studiare il cancro della cervice ancora nel XIX secolo, quando un medico italiano riscontrò che questo tipo di tumore colpiva più facilmente le donne sposate che le monache.
Una varietà di microbi fu ritenuta responsabile della malattia, compresi i batteri della sifilide e della gonorrea, i micoplasmi, le clamidie e il triconomas che è un protozoo.
I virologi entrarono in campo negli anni 60, subito dopo che il virus di Epstein-Barr era stato isolato e ritenuto (a torto) responsabile del linfoma di Burkitt (che in realtà si rivelò essere, come al solito, malattia tossicologica e non virale-infettiva).
Nel 1966 i virologi giocarono di nuovo sporco, rispolverando l’asserzione che le pazienti con cancro della cervice tendevano ad aver avuto più rapporti sessuali rispetto a quelle meno attive sessualmente.
In più, un laboratorio gettò ad arte benzina nel fuoco, riferendo che le pazienti cancerogene avevano avuto in precedenza un’infezione da herpes.
Questo era un boccone troppo ghiotto per lasciarselo sfuggire.
La carta fasulla dell’herpes tipo II
In due anni riuscirono a distinguere due tipi di herpes, il tipo I (più comune, intorno alla bocca) e il tipo II (infezione ai genitali, cervice compresa).
E quest’ultimo diventò per anni il bersaglio preferito, come presunto responsabile del cancro.
Ma anche qui si dovettero fabbricare nuove ipotesi assurde e fantasmagoriche.
Secondo questa teoria, il virus prima infettava e uccideva milioni di cellule, ma ogni tanto faceva cilecca e si mescolava con delle cellule diventando impotente. Le balle e le bufale vennero ben presto a galla.
L’85% degli americani adulti sono infettati dal virus herpes II in modo spesso asintomatico, compreso donne prive di alcun segno di cancro al collo dell’utero.
Molte donne poi, affette dal tumore alla cervice, non erano addirittura mai state infettate dal virus herpes II. Cose da chiodi.
Con le loro ipotesi demenziali i virologi-infettologi diventarono lo zimbello della comunità scientifica
Nel 1983, i virologi-infettologi disperati ma mai disposti a mollare l’osso, proposero una nuova trovata da Carnevale.
Sostennero l’ipotesi di toccata e fuga, per cui l’herpes virus infetterebbe brevemente le cellule della cervice delle donne ignare, provocando qualche misterioso cambiamento.
Questa idea peregrina minacciava di rendere i virologi lo zimbello della comunità scientifica. Come si potevano mai fare delle sperimentazioni e delle teorie per dimostrare un evento ipotetico che non lasciava traccia ? Eppure questa ipotesi demenziale sopravvisse in medicina fino agli anni 90.
L’arrivo dell’ultima brillante trovata: quella del papilloma virus
Nel 1977, un virologo tedesco, Harald zur Hausen, che lavorava al centro di ricerche sul cancro di Heidelberg, propose un altro virus come agente responsabile del cancro alla cervice.
Si trattava dell’Hpv (human papilloma virus), un virus non aggressivo che causa delle innocue verruche.
Tant’è vero che le prove a favore di questa ipotesi Hpv sono tutte regolarmente fallite e naufragate.
Infatti, non appena Harold zur Hausen e i suoi colleghi si accorsero che:
A) Metà delle donne americane era regolarmente portatrice del virus Hpv
B) Solo l’1% della popolazione femminile portatrice Hpv sviluppava poi il cancro
C) Un terzo di quell’1% non era comunque mai stato infettato dal virus Hpv, conclusero giustamente di aver seguito una pista sbagliata e, da scienziati onesti, cestinarono il tutto.
C’è anche chi è bravo a pescare nei cestini e tra i rifiuti, e a rilanciare il tutto in grande stile
Ma il mondo è fatto di persone per bene ed anche di filibustieri.
Perché mai buttare via tutte quelle ricerche, quelle ipotesi, quelle buone occasioni per fare denaro sulle spalle della povera gente, sulle spalle delle donne, sulle costole di Eva?
Abbiamo perseguitato i maschi, e raggranellato enormi capitali sull’Aids maschile, perché non fare lo stesso tiro mancino alle donne, e trasformare l’Hpv in un nuovo planetario Aids femminile ?
Questo si devono essere dette certe industrie farmaceutiche.
Il virus Hpv provoca papillomi o verruche, ovvero piccole escrescenze anomale e non maligne di cellule che possono comparire e scomparire spontaneamente nel giro di una settimana.
A patto che non venga messo in crisi dal fumo e dal caffè, dai cibi sbagliati e da stili di vita assurdi, da pensieri e atteggiamenti negativi, il sistema immunitario riconosce le proteine virali e fa piazza pulita con estrema facilità sia delle verruche che dei virus che le hanno provocate.
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Decine di vaccini pronti e altri centinaia in cantiere
Loro hanno già pronti 20-30 vaccini per i diversi tipi di Hpv appena individuati, ma ne stanno già preparando un altro centinaio.
Anche perché il virus Hpv consta di un’infinità di varianti, per cui la copertura totale, la protezione globale dalle infezioni, si realizzerà mediante non una o due vaccinazioni/anno, ma con qualche decina di esse.
Fuori e dentro gli ambulatori, con grande soddisfazione dei Nuovi Monatti, i quali, udite udite, amano spacciarsi per benefattori dell’umanità e, sulle orme di Luc Montagnier, sono puire in corsa per il Nobel.
La motivazione ufficiale sarà Per i loro grandi meriti e le loro benemerenze, per la difesa dell’amore e della vita, della serenità di bambine, donne e controparti maschili.
Come difendersi dai monatti e dagli untori del Terzo Millennio
I test diagnostici e le vaccinazioni non sono solo interventi inutili, superflui, assurdi, seccanti (a meno che qualcuna non ami stare più negli ambulatori che a casa o distesa sull’arenile a prendersi il sole), ma possono pure avere drammatiche conseguenze.
Come difendersi dunque dai monatti e dagli untori del Terzo Millennio ?
Molto semplice.
State tutte felici, pimpanti e tranquille, verruche o non verruche, e migliorate le vostre conoscenze sulla salute, studiando di più, andando più di frequente a spasso per campi e i boschi, a respirare aria pura e a raccogliere erbe selvatiche.
Meglio se in buona compagnia dell’amico o del fidanzato (per le maggiorenni), del marito o dell’amante (per le sposate), delle sorelle o delle amiche (per le monache), frequentando più il fruttivendolo che la macelleria e la formaggeria, lasciando le farmacie e gli ambulatori per le rarissime emergenze, o meglio ancora per il 32 dicembre e per il 30 febbraio di ogni anno.
Non date retta ai persecutori e riscoprite la grandezza di Florence Nightingale
Fate una bella pernacchia a tutti i rivoltanti agenti della paura.
Non date retta alla coalizione del maschilismo farmaco-vaccino-terrorista.
Riscoprite il maggior medico della storia, la magnifica dottoressa inglese Florence Nightingale, ed imparate a memoria il suo prezioso insegnamento.
Non fatevi condizionare ed accalappiare da chi vuole trasformarvi da sexy e procaci creature, o comunque da simpatiche compagne e controparti del maschio, in orribili esche rivoltanti, in trappole infernali, in esseri dai seni tagliati e siliconati, in depositi viventi di verruche, di herpes e di papillomi.
Non siate arrendevoli.
Ribellatevi a questa colossale ed epocale macchinazione persecutoria nei vostri confronti.
By Jean Paul Vanoli & Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA (Associazione Vegetariana Animalista) – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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“Gli esseri umani, la forma potenzialmente più elevata di espressione della vita su questo pianeta ha costruito la vasta industria farmaceutica con lo scopo primario di avvelenare la forma di vita “più bassa” presente sul pianeta, i germi !
“Una delle più grandi tragedie della civiltà umana è quella di dare la precedenza alle sostanze chimiche invece che all’alimentazione” – By Dott. Richard Murray
“Nelle scienze, le persone considerano con slancio come loro propria proprietà personale quello che hanno imparato ed è stato trasmesso a loro dalle università e dalle accademie. Se qualcun altro arriva con nuove idee che contraddicono il Credo e di fatto minacciano persino di rovesciarlo, allora tutti gli sforzi vengono indirizzati contro questa minaccia e nessun mezzo viene lasciato intentato per sopprimerla. Le persone fanno resistenza in tutti i modi possibili: fingendo di non averne mai nemmeno sentito parlare, parlandone con disprezzo, come se non valesse nemmeno lo pena di approfondire l’argomento. E così una nuova verità può avere una lunga attesa prima di venire finalmente accettata.” – By Goethe
Le concezioni erronee sulla salute sono radicate nella nostra cultura. La strada per capire il processo di mantenere e ripristinare salute è stata lunga e contorta.
La scienza ha preso il sopravvento sulla conoscenza antica e intuitiva, ha fatto errori colossali, rimanendo aggrappata ad essi nel timore di venire sopraffatta.
La saggezza e le scoperte scientifiche sono state rigettate a favore di un sistema più diffuso, conveniente, o politicamente desiderabile.
Proprio come Socrate è stato avvelenato per le sue idee, e Galileo è stato forzato da un clero fanatico a ritrattare le sue dichiarazioni sull’astronomia, ignoranza e potere possono essere una combinazione pericolosa.
Noi non prendiamo malattie. Le fabbrichiamo. Lavoriamo duramente per sviluppare le nostre malattie. Dobbiamo lavorare più duramente di quanto dobbiamo per ripristinare la salute. La presenza di germi non costituisce la presenza di una malattia.
I batteri sono gli spazzini della Natura … riducono i tessuti morti agli elementi di base. I germi o i batteri non hanno alcuna influenza di alcun genere sulle cellule vive e sane.
I germi o i microbi prosperano facendo gli spazzini nelle aree malate. Vivono solo con i rifiuti metabolici non elaborati e con i tessuti malati, denutriti e deboli. Non sono la causa della malattia, allo stesso modo che le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura. Le mosche, i vermi e topi non causano la spazzatura ma piuttosto si nutrono della spazzatura. Le zanzare non sono la causa dell’ acqua stagnante. Vediamo sempre i pompieri vicino al fuoco, ma non significa che abbiano causato il fuoco. Le iene e gli avvoltoi ripuliscono la prateria e la savana dai cadaveri, non sono la causa della morte.
La medicina occidentale insegna e pratica le dottrine del chimico francese Louis Pasteur (1822-1895.)
La teoria principale di Pasteur è nota come la Teoria dei Germi della Malattia.
Tale teoria afferma che specie fisse di microbi da una sorgente esterna invadono il corpo e sono la prima causa di malattia infettiva. Il concetto che tipi di batteri immutabili causano malattie specifiche è stato ufficialmente accettato come il fondamento della medicina allopatica e della microbiologia verso la fine del 19º secolo in Europa.
Chiamato anche monomorfismo, (condizione di avere una singola forma,) venne adottato dal complesso medico industriale, che iniziava ad affermarsi verso la svolta del secolo.
Questo cartello si organizzò intorno all’Associazione Medica Americana (AMA), costituito da interessi legati al commercio di farmaci, con lo scopo di manipolare il sistema giuridico per distruggere la professione medica omeopatica. Controllato dalle società farmaceutiche, il complesso è diventato un affare da trilioni di miliardi di Euro all’anno.
Include anche molte compagnie di assicurazioni, l’Amministrazione per gli Alimenti e i Farmaci (FDA), gli Istituti Nazionali della Salute (NIH), i Centri per il Controllo delle Malattie (CDC), gli Ospedali e le strutture di ricerca delle università, le varie associazioni sulla ricerca su qualsivoglia malattia, il Ministero della Sanità, quando il ministro è un medico che è stato messo lì dalla lobby delle case farmaceutiche.
La dottrina dei microbi ha dato origine alla tecnica della vaccinazione che è stata iniziata ciecamente nel 1796 da Edward Jenner. Jenner ha preso del pus dalla ferita purulenta di una mucca malata e l’ha iniettato nel sangue dei suoi “pazienti”.
Così si diede inizio a una spregevole pratica (chiamata i,propriamente immunizzazione o vaccinazione) la cui forma è cambiata di poco ai giorni nostri, e la cui comprensione è ancora oscurata dalla teoria di Pasteur.
Tale dottrina ha dato origine anche allo sviluppo degli antibiotici, di cui il primo è stata la penicillina nel 1940. Un antibiotico è materiale di rifiuto velenoso di germi, utilizzato nel tentativo di ucciderne altri. La penicillina è il veleno di un fungo. Questo ha causato la proliferazione delle forme aggressive e resistenti di microorganismi che ci perseguitano oggi.
Il Microscopio Universale di Rife, sviluppato dalla fine degli anni ’30 all’inizio degli anni ‘ 40, ha dimostrato chiaramente che i germi (i microrganismi) sono il risultato di malattie (gli spazzini di cellule morte) e non la causa. Se dei germi sono coinvolti, si presentano come sintomi principali di quella condizione generale. Sebbene i germi non causino malattia, i sintomi secondari sono prodotti in risposta alla loro attività (chiamata comunemente malattia).
Una delle ragioni per cui la comunità medica convenzionale non vede tutta la scena sono i metodi con cui guarda.
Molto dipende da come e con che cosa si guarda.
In Istologia Fondamentale di Junqueira & Carneiro, 3 a edizione del 1980, scopriamo le limitazioni del microscopio elettronico per il fatto il fascio di elettroni richiede l’uso di sezioni di tessuti molto sottili in una condizione di un vuoto elevatissimo.
Gli autori affermano a pagina 9: “Queste condizioni impediscono l’uso di materia vivente… e… il fascio di elettroni su di un tessuto può danneggiarlo e produrre cambiamenti indesiderati alla struttura del tessuto. Dirigendo un fascio di elettroni su una scena vivente e mutevole come un campione di sangue, per esempio, l’ordine viene mutato e il campione di sangue risulterà alterato. Gli osservatori fanno una fotografia di questa situazione disorganizzata e la interpretano come se fosse l’intera storia.
Durante lo studio e l’interpretazione di sezioni di tessuti colorati osservati al microscopio, il prodotto osservato è il risultato finale di una serie di processi che distorcono notevolmente l’immagine osservabile nel tessuto vivente e non è più la scena inizialmente presente sul vetrino.
È stato suggerito in passato che i puntini visti con il microscopio elettronico identificati come virus potrebbero essere, molto più che probabile, niente di più che particelle di proteine, senza vita, degradate – peptidi disintegrati dalla morte cellulare – resti catabolici di citoplasma, o proteine prodotte dalle cellule in risposta al terreno biologico non più equilibrato.
È stato riportato da ricercatori, in cerca di ipotetici virus “elusivi”, che i virus possono ” imitare” i tessuti umani ! infatti sono tessuti umani.
Tratto dal altrogiornale – medicinenon.it
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Nulla al mondo si prende per contagio, se non la scemenza e la stupidità.
La prima cosa che mi viene in testa è chiara e lampante: non ho alcuna paura della febbre.
Sono disposto a sfiorare o baciare in senso tecnico la prima ragazza disponibile, messicana o newyorkese, con 40 di febbre suina aviaria-caprina ed asinina, per dimostrare al mondo che non si prende un accidente.
Sono disposto a farlo di fronte a una commissione internazionale indipendente di tecnici e scienziati verificatori, per dimostrare che niente e nulla al mondo si prende per contagio, quando il proprio sistema immunitario funziona al meglio. Mi servirà solo il nulla osta di mia moglie.
Il discorso vale per l’Aids, il papilloma e tutto il resto.
Ma il mondo allora è fatto di filibustieri da un lato e di gente inscimunita dall’altro ? Mi ha chiesto incredula una gentile signora milanese. È esatto, le ho risposto. Oppure, se vuole, i pochi sani stanno in manicomio e i veri matti stanno tutti fuori.Tutti pronti ad indossare la mascherina, e poi a toglierla per addentare il cuore del vitellino e la trippa di sua madre mucca.
Per non dire del maiale, massimo traguardo del porco-uomo nell’Era Spirituale dell’Acquario.Tutti con le mascherine e gli spray. Tutti pronti a proteggersi e cautelarsi. Tutti chiusi nelle proprie stanze di fronte al computer. Tutti tremebondi e disorientati.
Ma, non appena arriva il morso della fame, tutti pronti a strappare la mascherina di bocca e a gettarsi sulla coscia della povera gallina decapitata il giorno prima.
Tutti pronti ad addentare il cuore del vitellino o le trippe di sua madre, massacrati senza alcuna pietà nel macello del circondario.
Per non dire del maiale, massimo traguardo culinario del porco-uomo del Terzo Millennio, ovvero dell’Era Spirituale dell’Acquario, che la grande civiltà Maya ha datato col 22 dicembre 2012.
Andiamo dunque a interrogare la Scienza Salutistica più affidabile e più libera da corruzione
Ma andiamo a vedere cosa ne pensa la Scienza della Salute, l’Igienismo Naturale, ovvero l’unica fonte attendibile e libera da corruzione in questo mondo folle e sbandato, sull’infettività dei microrganismi.
Lo scienziato tedesco Robert Koch (1843-1910) ha fissato le leggi e i paletti adatti a capire quando si può accusare un batterio (e a maggior ragione un virus) di essere il vero responsabile di un’epidemia:
Il microrganismo deve essere trovato in ogni caso di malattia (in ogni persona colpita).
Il microrganismo non deve essere trovato nei soggetti che non presentano i sintomi della malattia.
Il microrganismo deve essere capace di sopravvivere (batterio) o di permanere (virus) fuori dai tessuti del corpo.
Il microrganismo, reintrodotto nell’organismo, deve essere in grado di riprodurre lo stesso tipo di malattia causata in precedenza.
Ai suoi tempi non erano ancora conosciuti i virus, ma le leggi di Koch valgono oggi sia per i batteri che per i virus (anzi valgono ancora meglio per i virus, essendo essi parassiti non viventi ed incapaci di rilasciare tossine o di adattarsi a mutazioni ambientali come avviene per i batteri).
Criteri di infettività non rispettati nel caso di diverse malattie considerate infettive
Caso 1) Già l’eminente ricercatore canadese William Osler (1849-1919) scoperse che il bacillo della difterite è assente nel 28-40% dei casi di difterite. La prima legge di Koch, per cui il batterio/virus deve essere trovato in ogni caso di malattia, non viene rispettato nella tubercolosi, nella difterite, nella febbre tifoide, nella polmonite e in altre malattie.
Caso 2) Nemmeno la 2° legge viene rispettata, perché specifici batteri/virus della malattia si trovano ripetutamente anche in soggetti nei quali non ci sono sintomi della malattia stessa.
Caso 3) Anche la 3° legge non viene rispettata, perché i batteri/virus non sono capaci di vivere o di prolificare fuori dai tessuti corporali.
Anche per i 3 casi citati ho parlato di batterio/virus associati, nel senso che il discorso vale per entrambi.
Sono le condizioni di suscettibilità del paziente a fare del batterio o del virus un agente infettivo
La Bio-Chemical Society di Toronto (Canada) condusse una serie di esperimenti dove colture di germi della tifoide, difterite, polmonite, tubercolosi e meningite, vennero fatte consumare in abbondanza a un gruppo di volontari sani e ben pagati.
Il risultato ? Nessuno di essi si ammalò.
Ma, quando le condizioni di suscettibilità vengono interdette, tutto il discorso cambia, a conferma del fatto che sono le condizioni del corpo ospitante a determinare il tutto, e non il microrganismo in sé.
Il batterio o il virus da solo (Dr Shelton’s Hygiene Review, feb 1972) possono causare una malattia niente più di come un fiammifero non acceso ed attivato può causare un incendio.
Non possiamo schivare i batteri e i virus. Dobbiamo essere a prova di entrambi.
Possiamo evitare le malattie solo mantenendoci in uno stato ottimale di salute tale per cui i batteri e i virus nulla possono contro di noi.
Batteri amici indispensabili, accompagnatori ma non causa di malattia
I batteri sono ubiquitari, stanno con noi da quando nasciamo a quando moriamo. La vita sul pianeta sarebbe impossibile senza di essi.
Trattasi dunque di creature amiche, di collaboratori ottimi, di preziosi alleati mangia-rifiuti, e non certo di nemici.
Entrano in azione immediatamente quando c’è una pericolosa accumulazione di materiale tossico che minaccia l’integrità del nostro corpo.
Non si nega che i batteri siano intimamente associati con molte malattie anche serie.
Non si nega che essi elaborino certe tossine e che emettano pure nel nostro corpo i loro rifiuti corporei, complicandoci ulteriormente la vita.
Non si nega il ruolo dei batteri nell’evoluzione della malattia.
Ma essi non sono affatto la causa primaria e fondamentale della malattia, come troppa gente pensa, in fotocopia con la medicina ufficiale.
I virus come detriti cellulari interni o comunque come entità esterne inanimate nelle quali ci imbattiamo regolarmente
I batteri accompagnano le malattie, non le causano, il che è cosa assai diversa.
Pressappoco lo stesso discorso si può fare per i virus.
Le condizioni dell’ammalato derivano sempre dal suo modo improprio e fasullo di vivere e di mangiare, non dai batteri e non dai virus in sé.
I batteri non producono malattia: è la malattia che li produce.
I virus invece non sono altro che detriti cellulari (derivati da nostre cellule spente e morte).
Più che amici, sono sostanze inevitabili che formiamo al nostro interno con la continua morìa cellulare, oppure sostanze esterne nelle quali ci imbattiamo.
Non sono entità viventi come i batteri, e sono incapaci di riprodursi in un ospite sano, dotato cioè di sistema immunitario funzionante.
È assurdo parlare di moltiplicazione dei virus.
Ci può essere solo sommatoria ed accumulazione, derivata sempre dalla moria continua e massiccia di nostre cellule spente, le quali, se non vengono pulite con regolarità da un bel sangue fluido e scorrevole, diventano alimento proteico per i batteri ed anche garitta o guscio di inserimento per i virus cadaverali acquisiti dalle carni, dal pesce, dai latticini, dai gelati, dagli yogurt, dalle uova e da tutte le folli proteine animali di cui l’umanità pazzoide si nutre.
I cibi sbagliati, carnei, cotti, zuccherati, lattati, ovati, salati, incaffeinati ed intheati, hanno la caratteristica di sospendere il normale processo metabolico cellulare, e di far accumulare nel proprio corpo i propri detriti cellulari.
Alla fine, si va a peggiorare ed a rendere densa e rallentata la qualità del liquido nobile che ci nutre e ci ripulisce, del rosso e scorrevole sangue che diventa meno rosso e meno scorrevole, e che la medicina cerca poi di migliorare a colpi di eparina.
L’estrema pericolosità delle proteine animali in ambito virologico
È per questo che ogni piatto di carne, più che dannoso, è disastroso e micidiale per l’essere umano, dotato come è di un sistema gastrointestinale, di un sistema immunitario, di un sistema-corpo, smaccatamente fruttariani, e per niente onnivori certi nutrizionisti universitari vanno tuttora insegnando, in questo pianeta quanto mai sprovveduto ed oscurato dall’ignoranza più nera.
Ai cani, ai gatti e alle iene, le proteine animali non causano grossi inconvenienti, essendo essi attrezzati di potenti acidi e di formidabili enzimi antiurici, nonché di un sangue acido, e non alcalino come quello umano.
Cosa sono dunque queste entità sotto-microscopiche chiamate virus?
I virus esistono solo come entità inanimate, fino a quando non vengono decomposti, demoliti, espulsi.
Diversi e molteplici i nostri organi interni, e diversi i tipi di detriti cellulari, cioè i virus endogeni che ne derivano.
Trattasi di molecole di acido desossiribonucleico (DNA), circondate da una catena di membrane proteiche lipidiche.
Ogni cellula umana (10 trilioni di cellule in tutto) possiede milioni di organuli interni i quali, in sede di dissolvimento o morìa, o rinnovo cellulare, diventano detriti o spazzatura organica chiamata virus.
Non basta essere medici, virologi, immunologi, infettologi, per capire profondamente queste cose.
Serve piuttosto avere sempre tanta bussola e corretto orientamento.
Serve acquisire visuale cinematografica e non fotografica, visuale fisiologico-spirituale e non solo materiale-meccanicistica.
Il mito di una immunizzazione che non esiste
Non è possibile rendere una persona immune (disease-proof), renderla a prova di batterio o a prova di virus, con mezzi chimici o biochimici.
Al massimo esiste una debilitazione del vaccinato e quindi una sua ridotta reattività.
Il modo evidente e più garantito per minimizzare la reattività è quello di ammazzare il paziente, mentre per massimizzarla basta tenerlo nella più alta forma fisica possibile.
Le epidemie, le pandemie, non significano effettiva trasmissione di virus o di batteri da un uomo all’altro, come si tenta di affermare.
Esse sono solo la conseguenza di alti livelli di tossine nel sangue di tante persone contemporaneamente, legate ed accomunate da abitudini simili, da intossicazioni simili, da pensieri-preoccupazioni-stress simili e condivisi.
La vaccinazione è la peggiore invenzione mai concepita dall’uomo nella sua storia
Le inoculazioni e i vaccini sono puri veleni, sono interferenze estranee che by-passano il sistema immunitario, sono processi ammalatori e debilitanti della vitalità, che nulla hanno a che fare con la guarigione e la salute.
Non fanno bene ai sani e soprattutto ai bambini, perché quelli hanno già il loro potentissimo sistema immunitario funzionante.
Non fanno bene ai malati e agli anziani, perché essi sono già sufficientemente gracili per subire ulteriori indebolimenti.
La vaccinazione è la peggiore invenzione mai concepita dall’uomo nella sua storia.
Tutte le pandemie vengono superate ed eliminate grazie ai miglioramenti esterni ed interni
L’unica cosa che elimina le pandemie di ogni tipo sono i miglioramenti dell’ambiente circostante e quelli interni al proprio corpo, non certo i vaccini.
Tanto più che tutti i microrganismi hanno la capacità di adattarsi, di mutare in continuazione, rendendo superflua, parallela, ininfluente, e comunque sempre dannosissima la vaccinazione.
Ad esempio il cocco della polmonite diventa bacillo della tifoide alimentandosi del virus tifoide, e viceversa.
È stato dimostrato più volte come l’introduzione di colture batteriche e virali non è in grado di causare malattie nei corpi sani.
Si sono fatti esperimenti in cui si sono introdotte colture abbondanti di tifoide, difterite, polmonite, tubercolosi, meningite, senza che esse abbiano causato alcun effetto.
I batteri sono dunque amici onnipresenti che entrano in azione quando esiste cibo da consumare (rifiuti e tossine da mangiare ed eliminare). Guai se i batteri non ci fossero.
Il batterio o il virus nel corpo non è sinonimo di malattia infettiva
Il dr Rene Dubos, famoso batteriologo e premio Pulitzer 1968, contraddice l’assunto medico secondo cui i germi hanno caratteristiche specifiche e immutabili nella loro struttura e nelle loro caratteristiche chimiche.
Lo stesso Louis Pasteur si accorse nel 1880 dei suoi errori gravi e cambiò radicalmente rotta, ma era agli sgoccioli della propria vita.
Il danno gravissimo lo aveva già fatto.
E la medicina, specialista da sempre a raccogliere il peggio e a scartare il meglio, aveva già adottato ed interiorizzato i suoi schemi stravaganti, portandoli con sé fino alla data odierna.
Il vecchio Pasteur si accorse che i batteri mutavano a seconda delle condizioni del paziente, e che un corpo sano e resistente non era suscettibile ad essi.
Si convinse alla fine che fattori fisiologici controllabili erano basilari nello stabilire la vulnerabilità alla malattia e concluse, con parole sue, che La presenza nel corpo di un agente patogeno non è necessariamente sinonimo di malattia infettiva, ovvero hanno ragione i miei detrattori, tipo Bernard e Koch, secondo i quali il seme è niente ed il terreno è tutto.
Le malattie non sono suddivise in classi come cani e gatti
La più famosa nurse-dottoressa della storia, miss Florence Nightingale, che spesso cito nei miei articoli, condusse il più bell’attacco alla teoria dell’infezione batterico-virale, pur non conoscendo ancora batteri e virus.
Le malattie non sono individui organizzati in classi, come cani e gatti, ma sono piuttosto condizioni che si sviluppano le une dalle altre a seconda delle condizioni di nettezza che caratterizzano ciascun organismo. Non è forse il continuo vivere sbagliato che porta la gente ad ammalarsi ?
Non sono forse fattori come l’aria pura e la pulizia da un lato, e l’aria viziata e la sporcizia esterna-interna a determinare lo stare bene o lo stare male delle persone ?
Non sono forse tutte le malattie delle reazioni naturali alle condizioni assurde in cui noi stessi ci mettiamo ?
La dottrina delle malattie specifiche, grande rifugio delle menti deboli e fragili della medicina
Mi è stato insegnato, sia da scienziati superbi che da donne ignoranti, a temere la febbre, la scarlattina e le varie malattie infettive.
Ma la vera assistente sanitaria ignora le infezioni, non ne ha paura, ed eventualmente le previene.
Stanze pulite, finestre aperte ed assistenza amorevole ai pazienti. Questo è da richiedere a una buona nurse.
Un trattamento saggio e umano è la migliore cura contro le pandemie e le malattie di ogni tipo.
La dottrina delle malattie specifiche e classificate è il grande rifugio delle menti fragili e deboli della medicina.
Non esistono malattie specifiche. Ci sono solo condizioni adatte a rendere la gente malata.
Le migliori parole pronunciate in campo medico negli ultimi 200 anni.
Un monito divino ed extraplanetario ai medici e all’umanità disorientata.
Più che una teoria intelligente sull’origine e la cura delle malattie, le parole della Nightingale sono quanto di meglio sia mai stato pronunciato negli ultimi 200 anni in ambiente medico, e meriterebbero di essere scolpite sui muri di ingresso di ogni clinica e di ogni ospedale del mondo, come avveniva con la frase Conosci Te Stesso in tutti i templi della Grecia antica.
Esse suonano come un monito formidabile, divino ed extraplanetario, contro tutte le follie della medicina moderna, e contro tutte le scemenze in circolazione presso la gioventù delle discoteche e degli sballi, e contro le distrazioni e le dimenticanze della gente di oggi, per troppo tempo privata di insegnanti saggi ed avveduti, per troppi decenni preda di una banda di ladroni operanti dietro il paravento di cattedre, camici, governi, parlamenti e uffici presidenziali.
Per troppo tempo preda dei ladroni radiotelevisivi e della carta stampata.
La storia delle vaccinazioni insegna, ma non ai sordi che non vogliono ascoltare e ai ciechi che non vogliono vedere
I processi della natura sono sempre caratterizzati da due qualità: efficienza ed economia.
Il corpo non promuove mai crisi difensive quando ciò non è necessario. I corpi sani non necessitano di detossificazioni.
Farmaci e vaccini costituiscono pertanto attacchi addizionali all’integrità dell’organismo.
I processi della natura sono sempre caratterizzati da due qualità: efficienza ed economia. Il corpo non promuove mai crisi difensive quando ciò non è necessario. I corpi sani non necessitano di detossificazioni.
Farmaci e vaccini costituiscono pertanto attacchi addizionali all’integrità dell’organismo.Tant’è vero che le malattie diminuiscono non appena ci sono miglioramenti concreti nelle condizioni ambientali, non appena si smette di avvelenare la corrente sanguigna con farmaci e vaccini.
L’Inghilterra fu il primo stato al mondo a imporre vaccinazioni obbligatorie alla sua gente.
Dopo 50 anni, quello stesso paese, patì la più grande epidemia virale di vaiolo della storia, sia in numero di casi colpiti che in alta percentuale di morti. Un popolo vaccinato, richiamato e rivaccinato ancora, che veniva colpito in quel modo.
Una cosa davvero assurda ed inconcepibile. Venne immediatamente tolta l’obbligatorietà.
Ma oggi, nel 2009, la maggiore vaccinatrice mondiale GlaxoSmithKline, ha sede esattamente in quel medesimo paese.
Le più spaventose pandemie arrivano sempre per condizioni di vita insane.
La gente di oggi è apparentemente sana e pulita, mentre al suo interno sta marcendo.
La verità è che le peggiori epidemie sono sempre arrivate per condizioni di vita insane.
Più le abitudini della gente migliorano in termini di pulizia esterna ed interna, e meno si è soggetti a problemi.
Purtroppo, gli stili di vita della gente sono sì migliorati, ma soltanto in apparenza.
La gente di oggi è indebolita da irresponsabili svezzamenti a latte bovino ed omogeneizzati, da adozione successiva di cibi carnei e di cibi cotti, da trattamenti sanitari invasivi, da tensioni e paure continue, da tragiche carenze affettive, da impedimenti e tensioni sessuali, da cocacola e sigaretta, da videogiochi e videomania, dalle sale di ammalamento intensivo chiamate discoteche.
Nel 1948 un’epidemia di polio venne causata ad esempio da un eccessivo consumo di zucchero, e il tutto si risolse con un drammatico appello ad abbassare l’uso improprio di tale insidioso dolcificante.
(NdR: …e dall’immunodepressione dei soggetti precedentemente vaccinati per il vaiolo) .
Dall’epocale Spagnola del 1918 ai casi di meningite di Treviso, il filo logico è sempre quello
Le epidemie vengono provocate dal protrarsi di situazioni debilitanti di massa, come prolungata umidità e freddo, preoccupazioni, guerre, panico e campagne vaccinali.
La spaventosa febbre Spagnola del 1918-1919 che decimò le popolazioni europee e mondiali con cento milioni e oltre di morti (cifre probabilmente approssimative e per difetto, data la mancanza di metodi statistici efficaci), non giunse forse dopo le lunghe ed incredibili privazioni del primo conflitto mondiale ? (NdR: …e dall’immunodepressione dei soggetti precedentemente vaccinati per il vaiolo).
Ma, per venire ai nostri tempi, le meningiti che arrivano spesso dopo lunghe ore di discoteca (vedi casi di Treviso nel 2008 ed altri casi simili in altri paesi), non insegnano proprio nulla ?
Più snervata ed intossicata è la gente e prima si ammala. Poi, quando ha perso la salute, e comincia a spaventarsene, va disperatamente alla ricerca della panacea e del vaccino, ovvero della soluzione rapida e miracolistica.
Non le viene in testa di cambiare strada, di diventare più saggia e rispettosa di se stessa e del prossimo suo.
I nostri grandi amici ed alleati batteri
Cosa sono dunque i batteri. – Trattasi di entità vive (non piante e non animali comunque).
Hanno funzione simbiotica nell’organismo umano, al punto che senza di essi moriremmo.
Ne abbiamo miliardi come parte della preziosa flora intestinale, e pare che messi assieme riescano a pesare addirittura un paio di etti. Ovvio che non causano nel modo più assoluto nessuna malattia. Aiutano ad eliminare quel materiale tossico che potrebbe intasarci e rapidamente distruggerci.
Da rilevare che i batteri fermentativi predominano nei vegani e nei naturalisti, mentre i batteri putrefattivi predominano negli onnivori-carnivori.
L’assurdità di mettere sotto accusa i batteri
Accusare di malattia i batteri è assurdo al pari di accusare di incendio i vigili del fuoco che vengono ad estinguerlo.
Accusare di malattia i batteri, come fa la medicina ufficiale, è una forma di vuduismo, un ritorno al tempo dei demoni e degli spiriti maligni.
I batteri non possono comunicare, cospirare, tramare, concertare azioni, intavolare piani assassini contro chi li ospita.
Essi proliferano o muoiono in relazione ed in proporzione logica alla quantità di sporcizia alimentare a loro disposizione.
Più rifiuti abbiamo nel cassonetto e più mosche, formiche, scarafaggi e topi gireranno nei paraggi.
Pulito alla perfezione il cassonetto, niente più ospiti.
È un paragone efficace, ma piuttosto infamante per i batteri, che sono sicuramente molto più utili dei topi, delle mosche e delle zanzare.
Cerchiamo di distinguere tra il significato del termine essere vivi e del termine essere morti
Andiamo ora ai virus.
Caratterizzare le malattie come attacchi virali è ancora peggio, in termini di assurdità. Non sono vivi in alcun caso.
Se non sono vivi, significa che sono esattamente morti, non storditi, non facenti finta, non moribondi, ma cadaveri sotto ogni punto di vista.
Il cadavere non trasporta, non attecchisce, non mangia, non si nutre, non approfitta, non agisce e non fa.
Se non ci capiamo su questo significa che parliamo lingue diverse e che sommiamo pure in modo diverso per cui l’uno più uno comincia a fare tre anziché due. I virus sono totalmente incapaci di qualsiasi azione possibile ed immaginabile.
Però esistono.
Attribuire a del materiale morto capacità di pensiero e di azione non è degno dell’intelligenza umana.
Un essere senza vita non può fare nulla, e men che meno può infettare qualcuno di sé.
Dire poi che si moltiplica significa toccare i vertici della fantascienza o della demenza.
La moria cellulare è continua, e la malattia da intasamento è sempre in agguato
Gli antichi greci già conoscevano i virus o, meglio, conoscevano l’herpes. La parola herpes equivale al verbo insinuarsi, accapponarsi.
Il termine virus invece deriva dal latino e significa più semplicemente veleno. Con l’invenzione del microscopio elettronico nel 1930 i virus poterono finalmente diventare visibili, essere osservati. Non presentano vita, mobilità. Non hanno metabolismo.
Non defecano e non si riproducono. Si trovano solo all’interno di un organismo vivente, o tra le essudazioni e le deiezioni.
Con un carico di sporcizia cellulare accumulata, non ripulita prontamente, ci si ammala, e i sintomi possono essere l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, i dolori muscolari, la febbre e un malessere diffuso.
Trattasi di malattia specifica da intasamento.
Tutti questi segnali indicano che siamo in preda ad una tossicosi, ovvero a un’intossicazione del sangue.
Non esiste alcuna malattia specifica e localizzata, ma piuttosto uno stato generale di intossicazione corporea. Quando il corpo è in stato di tossicosi, toxiemia, intossicazione, esso seleziona uno o più punti o siti del corpo nei quali eliminare tali tossine in eccesso.
I detriti cellulari sono composti da materia inanimata e non-vivente. L’eliminazione può avvenire anche nella forma di un foruncolo, di una vescica sulla pelle (herpes).
Lo sfogo epidermico continuerà fino a quando il corpo avrà eliminato l’intero eccesso di tossine.
Nel caso dell’herpes, il tutto può durare da una a due settimane, essendo l’herpes una malattia a tempo determinato (self-limiting disease). Tutti questi detriti cellulari sono materia inanimata e non-vivente.
Mentre i batteri e i protozoi assorbono e metabolizzano cibo, danno fuori scarti organici, si muovono e si riproducono, e sono insomma dotati di tutte le qualità che caratterizzano la vita, i virus, piaccia o non piaccia ai monatti e ai vaccinatori, sono testardamente inerti.
Per la teoria medica, la malattia comincia quando una persona trasmette il virus (peste, influenza, polio, o altro) a una seconda persona che non ha ancora quel virus.
Più che di virulenza è il caso di parlare di condizioni generalmente insane della gente
Ma come può mai una sostanza inerte, morta, inattiva esercitare potere ammalante ?
A partire dal 1979 c’erano in America tra le forze armate 500 mila casi/anno di herpes keratitis.
Quella però non era l’indicazione della virulenza di quel virus, quanto piuttosto la prova evidente delle condizioni insane della gente americana.
Qualche medico sosteneva la teoria della auto-inoculazione, come quella di passare le dita tra un herpes sulle labbra e toccare poi uno o entrambi gli occhi. Ma in quel caso si tratterebbe in caso di irritazione chimica e non certo di induzione virale.
Dalla cellula morente al virus finale
Nelle nostre cellule ci sono migliaia di mitocondri, come dicevamo all’inizio, e ognuno di essi ha il codice genetico necessario per la riproduzione e la sintesi delle proteine. Ricordiamo che le proteine sono grandi molecole (anche enzimi, anche anticorpi, anche tossine batteriche), e sono costituenti essenziali di tutte le cellule viventi e morte (sono composte da aminoacidi essenziali).
Gli aminoacidi (leucina, treonina, alanina, metionina, asparagina, ecc) sono composti contenenti gruppi organici COOH e gruppi amminici NH2. Le micromolecole RNA e DNA forniscono le informazioni affinché le cellule possano replicarsi nell’esatta forma e struttura originaria.
Nel caso dei virus, trattasi quasi sempre di detriti cellulari derivanti dalle cellule di cui sopra, tutti diversi in disegno, misura e struttura, perché derivanti da diversi tipi di cellule, anch’esse diverse per funzioni, dimensioni, disegno. Essi arrivano in grossi quantitativi e con ritmo di 9 miliardi di unità/ora. Per gli eventuali virus di origine esterna, dipende da quello che mangiamo.
In ogni caso si tratta sempre di quantità modeste, che qualsiasi sistema immunitario funzionante è in grado di controllare.
Evitare l’accumulazione di materiale ingombrante ed intasante Quando la cellula arriva a fine-ciclo, essa muore e si disintegra.
Migliaia di molecole di DNA vengono liberate assieme agli altri detriti cellulari. Dopodiché la cellula morta diventa inerte e priva di funzioni. Normalmente viene scaricata dal corpo coi rifiuti metabolici, ed è esattamente questo materiale ingombrante e di scarto (particelle di DNA) che viene chiamato virus.
Un certo tipo di medicina antiscientifica attribuisce molte malattie a queste particelle, a questi detriti cellulari, come se tali sostanze fossero feroci demoni con lo strano hobby di attaccare povere vittime indifese.
In realtà, l’unico modo in cui esse possono causare fastidi ed inconvenienti è la loro stessa accumulazione come materiale ineliminato (che diventa oggettivamente tossico nel senso di essere da impedimento alle altre funzioni).
Mangiar male, dormir male, muoversi poco: questi sono i virus Tali particelle, tali virus, non possono ammalare nessuno, non possono causare malattia a nessuno.
Cos’è allora che causa le malattie e favorisce le accumulazioni ingombranti di virus ?
Sono tutte le azioni umane che impediscono o rallentano il metabolismo, che rallentano l’assimilazione, l’assorbimento e il ricambio (il mangiar male, il bere male, il dormire male, il muoversi male (cioè poco o troppo), il respirare male, il pensare male.
Chiaro, a questo punto, che nessuna malattia può essere causata dai virus, dai batteri, o da agenti infettanti.
Malattia come processo di purificazione e di recupero
La malattia poi è di per sé un processo di purificazione e di recupero, avviato intelligentemente dal corpo per espellere le tossine accumulate da quegli stili di vita impropri appena accennati (carenze di moto, di aria pura, di sonno, di sole, di calma e pace, di amore, di rispetto, di apprezzamento, di nutrimenti giusti).
Per riacquistare la salute è indispensabile ritrovare la pulizia interna, l’equilibrio, il funzionamento ritmato e stabile, l’omeostasi.
Il corpo non avvia un processo guaritivo quando non serve.
Il fattore causante di malattia è la suscettibilità del corpo alle conseguenze dei nostri errori.
La necessità oggettiva di ammalarsi sopravviene solo quando eliminiamo la causa di malattia e diamo modo al corpo di avviare tranquillamente le sue procedure eliminatorie. I virus, i batteri, e gli agenti infettivi non hanno niente a che fare con le malattie.
Non cambiamo nomi e non cambiamo le carte in tavola. Diamo il nome appropriato ed esatto a ogni cosa.
Il vero causatore del male, il vero diavolo ammalatore, è la suscettibilità. Ovvero il corpo malandato e reso tale dalle castronate umane che partono dalle 7 del mattino a arrivano alle 23 di notte.
By Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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La Biotron Stiftung è una fondazione promossa dall’italiano Ing. Enzo Maggiore, esperto internazionale in elettrostruttura della materia vivente e dinamica dei segnali elettromagnetici, d’amplificazione genetica e radiestesici.
Principale impegno della Fondazione è incentivare l’evoluzione della scienza che studia le metodologie per la esatta determinazione delle cause e concause scatenanti le infezioni che originano le malattie.
In quest’ottica ha promosso e specializzato tecnici in Biorisonanza e realizzato metodologie derivate dal PCR (Polymerase Chain Reaction) che attraverso test individuano le componenti infettive ospiti nella massa biochimica dell’ individuo, singolarmente o in combinazione tra loro (funghi, batteri autoctoni mutati, protozoi, stafilococchi, virus (mutati e/o eterologhi=estranei) e che sono concause terziarie delle patologie.
Tecnici e medici, grazie ad analisi e confronti, sono in grado di offrire nuovi orientamenti e proporre idee alternative per approcci complementari nella individuazione delle componenti infettive presenti nell’organismo umano che sono fonte di patologie anche complesse.
I risultati confortano l’impegno della Fondazione anche se le metodologie adottate non collimano con scuole di pensiero cosiddette “ufficiali”.
La Fondazione promuove attività diagnostiche, raccolta dati, condivisione di esperienze e confronti a livello internazionale sul miglioramento della conoscenza dell’uomo e della sua salute nonché sui diritti del malato in ambito medico e sociale.
Le patologie
Dalle risultanze dei lavori promossi dalla Biotron Stiftung è emerso che la “probabile” (non certa) eziologia di molte patologie a tutt’oggi non curabili o di origine sconosciuta sia da collegare alla presenza anomala nell’organismo umano per mancanza di antagonisti, di batteri, virus, funghi, lieviti (autoctoni mutati e/o eterologhi=estranei) e parassiti estranei che il più delle volte non sono rilevabili dalle consuete indagini di laboratorio.
A seguito di ciò, nell’approccio a molte patologie acute e soprattutto croniche, la rimozione delle sorgenti infettive ha coinciso con delle importanti regressioni, ed anche con casi di completa guarigione, ribaltando diagnosi e terapie di prassi consolidata, inutili e a volte crudeli ed inumane, con accanimenti di sola utilità economica per operatori e strutture sanitarie, aziende farmaceutiche e commerciali. vedi anche: + Conflitto di Interesse
La ricerca Biotron evidenzia che ogni malattia è scatenata da una o più componenti infettive (sono oltre 150.000 i microrganismi che potrebbero aiutare ad infettare l’uomo, divisi tra le famiglie dei virus, batteri, funghi, parassiti e streptococchi).
Eliminando ogni singola componente indipendentemente dalle altre, si arriva alla rimozione della con causa della malattia, per curare poi i danni subiti dai vari organi.
Una rapida individuazione di sorgenti patogene è di vitale importanza per la prevenzione e la cura di numerose malattie.
Diagnostica e terapie
La diagnostica elaborata dalla Fondazione ha per cardine i principi della biorisonanza perfezionati da recenti tecnologie informatiche applicate alla biologia molecolare e genetica. La biorisonanza è lo studio e l’interpretazione delle frequenze elettromagnetiche emesse dalla materia vivente.
Ogni microrganismo ha infatti una propria frequenza di oscillazione elettromagnetica originata dalla sua peculiare composizione molecolare.
Rilevazioni singole od associate ed in confronto tra loro hanno permesso ai ricercatori della Fondazione (indipendenti da canoni prestabiliti) di individuare le componenti infettive presenti nei vari organi umani nonché lo stato funzionale degli organi colpiti.
L’individuazione delle componenti infettive, che in certi casi è impossibile rilevare nei comuni laboratori (come nel caso dei virus epatici, dei quali solo alcuni sono individuabili), permette al medico di procedere con tempestività e sicurezza alla loro rimozione.
Un settore vitale di questa ricerca è infatti quello riguardante la messa a punto di strumenti elettronici e principi attivi naturali mirati alla eliminazione selettiva delle varie componenti infettive rilevate.
Tratto da: biotronstiftung.net (con piccole modifiche del Redattore di questa pagina in mednat.org, per chiarire meglio i concetti)
Commento NdR: queste ricerche confermano la possibilità di intervento non invasivo sui tessuti ed organi dei pazienti, ma ci si dimentica di dire che i microrganismi, micoplasmi, virus, sono solo con-cause terziarie dei vari sintomi, chiamati impropriamente malattie dalla medicina ufficiale, quelle Primarie sono le alterazioni della Psiche-mente (Conflitto Spirituale irrisolto) ed il Terreno, i liquidi del corpo + i tessuti, la matrice tissutale, come concause secondarie.
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Antoine Bechamp (1816 – 1908) fu uno dei più grandi scienziati del XIX secolo.
Il Dott. Antoine Béchamp, medico, chimico, naturalista, biologo, fu professore di chimica medica e farmaceutica presso la Facoltà di Montpellier, professore di biochimica e fisica all’Università di Parigi, poi Preside della libera facoltà di Lille.
Dimostrò l’esattezza delle osservazioni di Claude Bernard sull’importanza del terreno specifico di ciascun individuo. Nonostante ciò, la sua opera è quasi sconosciuta perché è stata sistematicamente discreditata e falsificata a vantaggio degli interessi personali di Pasteur.
Fu uno dei primi batteriologi al mondo e contemporaneo di Pasteur (chimico); fece grandi scoperte scientifiche e alcune delle menti più elevate del suo tempo hanno accettato le sue teorie e le sue scoperte come fatti sicuramente certi.
Béchamp ha ottenuto così tanti conseguimenti che sono state necessarie otto pagine di un giornale scientifico di elencarli quando è morto. Tra molte altre cose, ha salvato l’industria francese della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il problema. Ha descritto chiaramente il processo della fermentazione per quello che è: il processo di digestione di esseri microscopici. È stato il primo ad affermare che il sangue non è un liquido, ma un tessuto fluente.
Ha sviluppato un processo economico per la produzione dell’anilina che ha dato inizio all’industria della tintoria.
Ciò che rende la teoria dei germi così pericolosa è che sembra così ovviamente vera. Ma è vera solo parzialmente.
Bechamp affermava: “Non c’è alcuna dottrina così falsa che non contenga un granello di verità. È questo vale anche per la dottrina sui microbi.”
Béchamp ha scoperto i Microzimi (chiamati ora genericamente micro-organismi) e che i germi sicuramente sono il risultato, non la causa della malattia. Attraverso i suoi esperimenti ha mostrato che le caratteristiche vitali delle cellule sono determinate dal Terreno in cui i loro microzimi si alimentano, crescono e si moltiplicano nel corpo umano. Sia le cellule normali che i germi hanno i loro compiti specifici. Le cellule organizzano i tessuti e gli organi del corpo umano.
I germi puliscono il sistema e lo liberano dall’accumulo di materia patogena e mucoide.
Inspiriamo e/o mangiamo (con cibi e/o acque) costantemente circa 14.000 germi e batteri all’ora. Se i germi sono così nocivi, perché non moriamo ?
Questo Perché le prime e varie barriere immunitarie (pelle e mucose), se non alterate da azioni contro vita precedenti, come ad es. i vaccini i quali contengono oltre alle loro sostanze TOSSICHE anche virus, ci proteggono da quelle “invasioni giornaliere” ed eliminano od isolano nei grassi le sostanze tossiche, virus e batteri eterologhi=estranei, dall’organismo, PRIMA che essi od esse raggiungano il flusso sanguigno ed attraverso la microcircolazione, arrivino alle cellule alterando il loro funzionamento.
Non tutta la scienza medica ha appoggiato la teoria di Pasteur:
Béchamp riteneva che i microbi fossero un “processus”: provenienti da un’unica fonte (delle particelle “prebatteriche” presenti in tutte le strutture organiche, dette “microzimi”), essi possono cambiare dimensioni e forma secondo lo stato di salute dell’organismo nel quale vivono.
Le sue tesi sono state poi confermate da molti altri ricercatori e, nel 1980 alcuni batteriologi (vedi i lavori di: Soren Sonea, Panisset nel 1983, Naessens) hanno confermato che il polimorfismo batterico era un fatto scientifico inconfutabile: “se si sconvolge il mondo dei batteri con il nostro intervento, le conseguenze possono arrivare a compromettere la vita sulla terra”, essi affermano.
“I batteri sono straordinariamente promiscui con il loro DNA. Tramite un processo chiamato “trasferimento orizzontale”, sequenze di DNA possono essere scambiate tra “specie diverse” e anche tra diversi regni.
Il trasferimento orizzontale del DNA non è solo possibile, ma esso è apparentemente effettuata prontamente; i batteri possono acquisire sequenze del DNA, non solo gli uni dagli altri, ma anche da esseri umani, per esempio…
Alcuni microbiologi (ad esempio Sorin Sonea e Maurice Panisset) hanno suggerito che non ci sono davvero varie specie batteriche, ma piuttosto una sorta di continuum di geni che modificano i batteri stessi a seconda del terreno nei quali si trovano. In un qualsiasi punto abbiamo un’istantanea che ci dà l’illusione di gruppi tassonomici perché si verificano scambi più facilmente tra batteri simili e meno facilmente tra i gruppi più alla lontana correlati”. (Dyer, pag. 10)
Alcuni studi hanno egualmente dimostrato che i batteri possono trasformarsi in virus in funzione di ciò che gli viene dato come substrato nutritivo (cfr. S. Sonea e M. Panisset in Introduzione alla nuova batteriologia, stampa dell’università di Montréal, 1980).
Béchamp, fondatore dell’enzimologia, ha identificato minuscoli corpuscoli, più piccoli della cellula: i microzimi.
Questi ultimi sono all’origine della vita e li si ritrova tanto nell’uomo che nell’animale, nel vegetale o nei microrganismi.
Nell’uomo la loro forma varia secondo lo stato complessivo del Terreno (es. matrice extracellulare) nel quale essi vivono e del quale si nutrono. La malattia, l’ammalamento, si manifesta quando uno squilibrio turba le normali funzioni dei microzimi, quando lo stato di salute è alterato, dalla malnutrizione, da un’intossicazione o da stress fisico o psichico.
Per Antoine Béchamp lo stesso microbo può assumere più forme adattandosi all’ambiente nel quale vive: è la teoria del polimorfismo, le cui conseguenze, se fosse stata presa in considerazione, avrebbero rivoluzionato il nostro approccio alla salute ed alla malattia.
Per i seguaci di questa teoria è sufficiente rafforzare la salute dell’individuo perché i germi che esso ospita ritrovino la loro forma originale di microzimi e la loro funzione di pacifici protettori. Rinforzando il terreno la malattia scompare.
Riassumendo, per Pasteur il microbo provoca la malattia (pur avendo sul letto di morte totalmente rinnegato questa sua falsa teoria). Per Béchamp è la malattia che genera il microbo.
Queste posizioni contrapposte si fronteggiano ufficialmente da oltre 100 anni.
Secondo la tesi su Antoine Béchamp di 250 pagine di Marie Nonclercq, dottore in farmacia: dalla lotta che l’opponeva a Pasteur, il Prof. Antoine Béchamp uscì sconfitto. Non perché propugnasse false teorie, ma perché Pasteur a quell’epoca disponeva di alcune carte vincenti.
Pasteur aveva anche un altro vantaggio: sapeva falsificare gli esperimenti ed i risultati che gli servivano per sostenere le sue teorie. Le falsificazioni commesse da Pasteur ci sembrano oggi incredibili.
Ad un esame approfondito quindi, i fatti si opponevano alle idee sviluppate da Pasteur nel campo della batteriologia.
Pasteur ha volontariamente ignorato i lavori di Béchamp, uno dei grandi scienziati francesi del XIX secolo la cui opera considerevole nel campo della chimica di sintesi, della biochimica e delle patologie infettive è quasi totalmente misconosciuta perché è stata sistematicamente falsificata, denigrata per gli interessi personali di un illustre personaggio (Pasteur) che aveva diversamente da Béchamp il genio della pubblicità.
E di ciò che si dicono oggi le “relazioni pubbliche”. Già dieci anni fa nel lavoro “Medicina ed igiene” di Ginevra il 23 marzo 1983 il Dr. Rentschnick, la cui ortodossia medica non può essere messa in dubbio, scriveva: “non credo si tratti di un’inutile polemica di storia. Non è affatto proibito riesaminare il passato quando si sono verificati chiari abusi di potere da parte di un grande patron.
Ci sono già stati casi simili, anche a livello di premio Nobel”.
Da suo letto di morte, Pasteur avrebbe affermato che Claude Bernard aveva ragione, il microbo non era niente, ed il terreno era tutto. In effetti, se il microbo fosse stato il solo responsabile, come si poteva spiegare il fatto che le infermiere che curavano i tubercolotici non venivano contagiate, mentre altri soggetti, molto meno esposti al bacillo, si ammalavano molto rapidamente ? Ponendosi questa domanda Claude Bernard arrivò a sviluppare la nozione di suscettibilità naturale alla malattia, riconoscendo che doveva esistere una tendenza innata od acquisita a sviluppare certe patologie.
Il 7 giugno 1906 il giornale Le “médecin” pubblicava una lettera indirizzata dal Prof. Béchamp al suo collega il Dr. Vindevogel:
Tutta la medicina ufficiale, è preda dei sistemi FALSI preconcetti di Pasteur.
Per anni Ethyl Douglas Hume ha esaminato gli archivi di Pasteur ed in un libro pubblicato nel 1947, Béchamp o Pasteur ?
Un capitolo perso della storia della biologia, testimonia in netto sfavore del nostro celebre fondatore della microbiologia e della vaccinazione:
Pasteur, uomo ambizioso, opportunista e geniale nell’arte di promuoversi, plagiò, poi volgarizzò i lavori di Béchamp.
Rubò l’idea di piccoli organismi responsabili ma non rivelò che una parte delle scoperte di Béchamp.
Pasteur decretò che questi piccoli organismi venivano soltanto dall’esterno. Egli omise di dire che all’aria aperta i microbi ed altri microzimi morbili (anormali) perdevano rapidamente la loro virulenza. E la menzogna si perpetua da allora….
Louis Pasteur
Nei primi stadi di infiammazione (formazione di pus,) i batteri presenti sono gli streptococchi, ma man mano che i globuli rossi e i tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi si trasformano in stafilococchi, cioè cambiano in una forma e quindi funzione per adeguarsi al nuovo ambiente (terreno) con i tessuti morti.
I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive, solo sulle cellule morte. Non sono la causa della malattia ma il risultato.
In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla scena da 36 a 72 ore dopo l’insorgenza della malattia.
Il lavoro di Béchamp nel campo della Biologia avrebbe potuto rivoluzionare la medicina con una profonda intuizione sulla natura della vita. Ma in un mondo politico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro politicante connesso a ricchi poteri: Louis Pasteur.
Antoinne Béchamp era uno scienziato, mentre il farmacista Pasteur era un chimico, senza alcuna educazione nelle scienze umanistiche, e un inserzionista pubblicitario, ha plagiato la ricerca di Béchamp, l’ha distorta, l’ha sottoposta all’Accademia Francese della Scienza come sua propria ! E rendendo pubbliche queste scoperte, Pasteur ha avuto un gran seguito che lo acclamava come un genio della scienza. Pasteur è stato responsabile in grande parte delle stragi di animali per la sperimentazione nella ricerca medica.
Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti di animali malati iniettandole poi in animali sani rendendoli a loro volta malati. Questo ha dato l’apparenza che i germi causino la malattia, quando in realtà queste preparazioni erano estremamente velenose. Questa non è una procedura scientifica, ma dimostra semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno avvelenando il suo sangue.
Basandosi sulla sua teoria dei microzimi, Béchamp diede enfatici avvertimenti contro l’invasione diretta e artificiale del sangue.
Tratto da medicinenon.it
QUINDI, i GERMI NON causano le malattie, ma ne SONO la conseguenza od al massimo con-causa terziaria della malattia stessa, oppure sono eterologhi = estranei di altre specie, ma possono in certi rari casi tipo: traumi da incidente con ferite, ferite da morsicature, perché in questo caso i batteri eterologhi, vengono immessi direttamente nel sangue in quanto bypassano, come i vaccini, le normali difese immunitarie, produrre in loco senza antagonisti (se il sistema immunitario è già anche solo relativamente compromesso) infezioni che possono produrre gravi problemi, se non si interviene subito con apposite terapie.
Quando certi test clinici indicano la presenza di determinati “germi” in soggetti, senza che essi abbiano la malattia conclamata, non è la dimostrazione che i germi producono e sono la causa della malattia; nella realtà la vera causa è l’alterazione del TERRENO la sede ove nasce la malattia – vedi. Matrice + Matrice 2 + Matrice 3 + PLEOFORMISMO
Se si trovano nei test di soggetti che non manifestano ancora la malattia è la prova PROVATA che essa è già presente nel Terreno di coltura (alterato dai suoi normali e salubri rapporti: pH + rH + ro’) e prima o poi si evidenzia in modo palese esteriorizzandosi, perché la malattia tende, seguendo le leggi naturali, ad uscire dl corpo in qualsiasi modo anche a discapito dell’ospite….nella crisi di eliminazione.
Inoltre
PDF dello studio del medico dott. Lawrence Broxmeyer, il quale afferma e conferma esattamente cio’ che è contenuto in questa pagina che è parte della tesi di laurea del dr. Jean Paul Vanoli + Ecosistemi Microbici + Pleoformismo + Effetto gregge, Immunità di gregge ?
Ecco anche lo studio del dr. Claudio Viacava (Biologo)
BATTERI, VIRUS, PARASSITI – le verità scomode
Per scrivere qualcosa di interessante sui microorganismi che “ospitiamo” (uso questo termine perché è l’unico che si dovrebbe usare perché è documentato da anni che nel nostro corpo vivono più batteri e virus delle cellule stesse), devo ritornare indietro alla fine dell’ottocento e raccontarvi tutta la storia.
Una storia vera ma taciuta dalla scienza accademica ed ortodossa. Nessuno di voi, di certo, conosce il grande Antoine Béchamp, microbiologo e bionaturalista francese (1816-1908). Vero?
Dovete sapere che egli fu l’iniziatore della teoria del “Pleomorfismo” ed ha messo le basi per una particolare visione olistica dell’esistenza delle forme parassitarie del corpo umano che avrebbe cambiato la visione scientifica attuale se non fosse comparso sulla scena il notissimo “farmacista” e commerciante L. Pasteur (1822-1895) il quale, al contrario, postulava la immutabilità delle forme batteriche e che, ad una data patologia, corrispondeva sempre uno specifico agente eziologico.
Anche in questo caso la “scienza ufficiale“, ha sotterrato ogni vestigia di questo grande ricercatore divenuto eretico nel tempo agli occhi della medicina allopatica.
Forse, alla base della medicina ortodossa ed accademica, c’è una teoria fasulla, commerciale ?
Nacque così una diatriba tra Bechamp e L. Pasteur che è costantemente (dai primi anni del novecento ad oggi) nascosta agli studenti di medicina, biologia e farmacia, ai ricercatori e soprattutto alla popolazione.
La validità del modo di agire e procedere della attuale medicina accademica non viene mai messa in discussione dalle autorità dello stato (dagli atti contro l’etica come trapianti e trasfusioni alla distribuzione di farmaci inutili). Chiunque non possegga una laurea, conferita dalle università statali e controllate da un certo “potere” non ha il diritto di curare e soprattutto di guarire. Un medico può seguire solo metodi di cura stabiliti, pena la denuncia, l’interdizione e cioè la repressione sotto diverse forme. Tutte le cure “gradite” si fondano sulla teoria di Pasteur, teoria interessante ma fondamentalmente errata.
Di conseguenza tutto l’operato della medicina ortodossa non può ottenere risultati nel curare qualsiasi malattia, se non in operazioni come ricucire una ferita o ingessare una gamba, dove credere o meno alla teoria di Pasteur è del tutto irrilevante.
Pasteur è osannato e riverito in tutti i modi. Molti istituti universitari ed ospedali portano il suo nome.
Sostenere la teoria pasteuriana, ovvero che le malattie sono provocate da germi o virus fa sì che la vaccinazione o gli antibiotici siano il giusto mezzo per prevenirle o curarle.
Sapete benissimo che i vaccini e i farmaci allopatici sono oggi il business più lucroso esistente, esteso a livello mondiale sotto la supervisione dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) la FDA (food and drug administration) ecc…
Se la teoria di Pasteur venisse ufficialmente dimostrata falsa o per lo meno non del tutto vera, tutto il sistema scientifico ed economico della medicina crollerebbe e le banche, i governi e la potente lobby medica, così come le varie strutture ad esse correlate, subirebbero un colpo tremendo. Ascoltate bene: si parla di trilioni di euro, cifre con 18 zeri !!!.
Ma, del resto, continuare a sostenere tale teoria non farà mai venire alla luce una vera ricerca e cura per il cancro e per tante altre malattie degenerative come ad esempio l’AIDS.
La medicina occidentale tradizionale insegna e pratica, acriticamente, le dottrine del chimico francese Louis Pasteur.
La sua teoria principale è nota come la “teoria dei germi della malattia”.
Tale teoria afferma che, se specie catalogate di microbi, da una sorgente esterna, invadono casualmente il corpo, divengono la “causa” di una malattia infettiva. Il concetto che tipi di batteri immutabili causano malattie specifiche è stato ufficialmente accettato come il fondamento della medicina allopatica e della microbiologia verso la fine del diciannovesimo secolo in Europa.
Questo orientamento è definito anche “monomorfismo” (condizione di avere una singola forma), in contrapposizione con il “pleomorfismo” di altre correnti scientifiche dell’epoca.
Questo monomorfismo venne adottato dal complesso medico-industriale, che iniziava ad affermarsi proprio partendo dal commerciante farmacista Pasteur.
Questo cartello si organizzò, soprattutto, intorno alla Associazione Medica Americana (AMA), generato da probabili interessi legati al commercio di farmaci, con lo scopo di condizionare il sistema giuridico per controbattere efficacemente la professione medica naturopatica ed omeopatica, che a quel tempo aveva un notevole riscontro negli States.
Oggi, tutti gli organismi medici, scientifici e farmaceutici a livello mondiale si stanno dannando, con ogni sistema lecito ed illecito per delegittimare le medicine alternative o che non usano “farmaci” delle industrie, multinazionali e non, per curare le malattie.
Volete saperne di più sulle forme di boicottaggio, oggigiorno, in Italia ?
Sentite queste, a dir poco, furbate:
L’Omeopatia, fino a pochissimo tempo fa è stata considerata pratica “cialtronesca e immaginaria”, ed era lo zoccolo duro delle cosiddette “medicine alternative”. In questo spazio, non ben definito dalla legge, professavano l’arte omeopatica, perseguitati dalla scienza accademica ed ortodossa grazie a leggi preistoriche, pochi esemplari di Medici o di Naturopati, fuoriusciti dall’ortodossia e per questo perseguitati e derisi anche dai loro colleghi.
Vediamo, a tal proposito, cosa sostiene il “bollettino trimestrale dell’ordine dei medici” (novembre-dicembre 1991 a firma Dott. Fabio Franchi p.18) che esprime chiaramente la non pertinenza ed attinenza dell’Omeopatia con la Medicina Accademica ed ufficiale che è tutt’altra cosa rispetto alle cure mediche tradizionali. Vale a dire: è di un altro pianeta !
Del resto anche il commissario del Ministero della Sanità Prof. Silvio Garattini ha esplicitamente e chiaramente affermato, nelle sue citazioni ed interviste che l’Omeopatia sia una pura “illusione”, sia cioè “acqua fresca” non ha nulla a che vedere con i “Medicinali” e le cure mediche; cioè è una sostanza da depennare da ogni farmacopea tanto che anche il legislatore si adegua, vedi ad esempio DL 17 marzo 1995 art. 2 ed art. 3 in cui specifica che il rimedio omeopatico:
“…non deve recare, sulle confezioni a livello di immissione in commercio, né vantare in qualsiasi altro modo, indicazioni terapeutiche… è altresì vietata qualsiasi forma pubblicitaria presso il pubblico dei medicinali omeopatici di cui al comma 1…”.
Con questo si conferma ancora una volta quindi, ove non fosse chiaro, l’incapacità e l’impossibilità del Ministero della Sanità, gestito quasi totalmente dai rappresentanti dell’Ordine dei Medici, di comprendere appieno il significato squisitamente biologico e naturale e sottile dell’Omeopatia.
Una legge, inoltre, che si rifà al decreto DL 29/5/1991 n.178 art.1, definisce come:
“medicinale ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane o animali nonché ogni sostanza o composizione da somministrare all’uomo allo scopo di stabilire diagnosi medica o di ripristinare o correggere o modificare funzioni organiche dell’uomo o dell’animale. Comma 2, per sostanza si intende qualsiasi “materia” di origine umana, animale o vegetale o di origine chimica, sia naturale che di trasformazione o di “sintesi”.
Ma dove c’è “materia e sostanza” in omeopatia ?
Si è arrivati addirittura, da parte di qualche incompetente legislatore, a voler mutare la vecchia ed intramontabile definizione “rimedio omeopatico” usata fin dai tempi di Samuel Hahnemann ridefinendola riduttivamente ed erroneamente con il termine: “farmaco omeopatico”. Vista la definizione di farmaco, data dal Ministero della Sanità, si evidenzia ancor più che l’omeopatico non potrà mai essere considerato un farmaco cioè una molecola con attività “Biochimica”.
Questa visione della realtà è sostanzialmente un falso scientifico impostaci per legge !
Samuel Hahnemann, in un certo senso “scopritore” dell’Omeopatia, uno dei primi studiosi delle scienze energetiche sottili che ha applicato un metodo scientifico e che ha proseguito, ampliandoli, gli studi delle antiche medicine, dall’Alchimia alla Spagiria non avrebbe potuto, in questi tempi ed in Italia e con tali leggi insensate, dimostrare e far accettare il principio che l’assenza di “materia” nel rimedio fa l’effetto più grande…
I farmaci, invece, sono sostanze, in dose ponderale e realmente tossiche che potrebbero causare veri e propri avvelenamenti dell’organismo. Quindi pericolosi, sempre!
La lista degli effetti collaterali ed avvertenze che si leggono nei bugiardini, in realtà, costituiscono la risposta che il sistema immunitario dà nel tentativo di liberarsi di tali veleni oppure gli eventi tossici che si scatenano nei vari organi bersaglio o negli emuntori che dovrebbero liberarsi dei veleni. Vedi Fegato, Cistifellea, Reni, Vescica, Intestino ecc…
Il processo di disintossicazione che, magari, era in atto prima di prendere il farmaco, si ferma e i sintomi che si vuole curare scompaiono (come ad esempio un eczema o una foruncolosi). E così sembra che il farmaco abbia funzionato. Ma altri sintomi compaiono, perché il corpo ora cerca di espellere le tossine del farmaco e se si va dal medico si torna a casa con una nuova ricetta per acquistare un altro farmaco per affrontare i nuovi sintomi; e così via!….
La dottrina dei microbi cattivi !
La dottrina dei microbi ha dato origine, fra l’altro, alla tecnica della vaccinazione che è stata iniziata, ciecamente, nel 1796 da Edward Jenner. Jenner ha preso del pus dalla ferita purulenta di una mucca malata e l’ha iniettato nel sangue dei suoi “pazienti”.
Così si diede inizio a una spregevole pratica (vaccinazione) la cui forma è cambiata di poco ai giorni nostri, e la cui comprensione è ancora oscurata dalla teoria di Pasteur.
Tale dottrina ha dato origine anche allo sviluppo degli antibiotici, di cui il primo è stata la penicillina nel 1940. Questo antibiotico è, in un certo senso, il materiale di rifiuto velenoso di germi, utilizzato nel tentativo di ucciderne altri: la penicillina è il veleno di un fungo. Questo metodo di intossicazione, con veleni antibiotici delle masse, ha causato la proliferazione delle forme aggressive e resistenti di micro organismi che ci perseguitano tutt’oggi.
Ma torniamo ad Antoine Béchamp, uno dei primi batteriologi al mondo e contemporaneo e rivale di Pasteur, fece grandi scoperte scientifiche ed alcune delle menti più elevate del suo tempo hanno accettato, con entusiasmo, le sue teorie e le sue scoperte. Béchamp ha ottenuto così tanti successi che sono state necessarie otto pagine di un giornale scientifico per elencarli quando è morto.
Tra molte altre cose, ha salvato l’industria francese della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il problema.
Ha descritto chiaramente il processo della fermentazione per quello che è: il processo di digestione di esseri microscopici; è stato il primo ad affermare che il sangue non è un liquido, ma un vero e proprio “tessuto fluente”. Ha sviluppato un processo economico per la produzione dell’anilina che ha dato inizio all’industria della tintoria ed atro ancora.
Béchamp ha identificato i “microzimi” (chiamati anche somatidi ) e affermò che i germi, indubbiamente, sono il risultato e non la causa della malattia.
Grazie ai suoi esperimenti ha mostrato che le caratteristiche vitali delle cellule sono determinate dal terreno in cui i loro microzimi si alimentano, crescono e si moltiplicano nel corpo umano.
Sia le cellule normali che i germi hanno i loro compiti specifici. Le cellule organizzano i tessuti e gli organi del corpo umano, i germi puliscono il sistema e lo liberano dall’accumulo di materia patogena e mucoide.
Inspiriamo costantemente circa 15.000 germi e batteri all’ora (nelle grandi città). Se i germi sono così nocivi, perché non moriamo ? Nei primi stadi di infiammazione (formazione di pus,) i batteri presenti sono gli streptococchi ma man mano che i globuli rossi e i tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi si trasformano in stafilococchi, cioè cambiano in una forma adeguata al nuovo ambiente dei tessuti morti.
Il Pleomorfismo che cosa è ?
Attraverso un processo chiamato “pleomorfismo” (pleo = molti e morph = forma) i batteri possono cambiare in lieviti, da lieviti a funghi, da funghi a muffe. I microrganismi come un batterio specifico, possono assumere più forme. I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive, solo sulle cellule morte.
Non sono la causa della malattia ma il risultato.
“In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla scena da 36 a 72 ore dopo l’insorgenza della malattia”.
Bechamp, purtroppo, in un mondo non di certo etico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro politicante, connesso a ricchi poteri: Louis Pasteur.
Antoine Béchamp era un vero scienziato, mentre il farmacista Pasteur era solo un chimico-farmacista, senza alcuna educazione nelle scienze umanistiche ed un inserzionista pubblicitario e commerciante che ha affossato furbamente la ricerca di Bechamp.
Pasteur è, fra l’altro, responsabile in grande parte delle stragi di animali per la sperimentazione nella ricerca medica.
Pensate che Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti di animali malati iniettandole poi in animali sani rendendoli a loro volta malati. Questo ha dato l’apparenza che i germi causino la malattia, quando in realtà queste preparazioni erano di per sé estremamente velenose. Non era una procedura scientifica, ma ha dimostrato semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno avvelenando il suo sangue.
Secondo me Antoine Bechamp era un vero genio, infatti, basandosi sulla sua teoria dei microzimi, egli diede appassionati avvertimenti contro l’invasione diretta o artificiale del sangue (vedi trasfusioni).
Vi racconto, ora, di un altro grande ricercatore che ha confermato ed ampliato le intuizioni di Bechamp. Le geniali intuizioni di Bechamp sono state, in un certo senso, riscoperte ed ampliate dal coltissimo Naturalista tedesco Gunther Enderlein (Leipzig 1872 – Hamburg 1968), che, nei primi del novecento, ha visivamente dimostrato, con l’utilizzo di un particolare microscopio in campo oscuro, che esiste una vera e propria “ciclogenia batterica” termine che descrive anche la sua opera capitale che ci ha lasciato come preziosa eredità.
In essa riferisce, magistralmente, le fasi di sviluppo dei microrganismi che dallo stadio colloidale passano attraverso la fase virale e batterica fino a giungere all’evento microscopicamente descritto come fungo o micete.
Egli ci dimostra che, negli organismi animali, sono sempre presenti particelle infinitesimali in grado di sopravvivere alla morte dell’organismo ospite e di evolversi verso altre forme.
Gunther studiò a fondo l’argomento e dimostrò scientificamente la presenza di queste particelle cui diede il nome di “endobionti” evidenziando, inoltre, che la loro presenza è rilevabile sin dalle prime fasi della vita dell’organismo ospite; infatti, essi vengono trasmessi durante la gestazione anche per via transplacentare.
Questi microrganismi dallo stato iniziale detto colloidale passano attraverso la fase batterica fino a trasformarsi nella forma finale definita fungo ed evolvendo, a volte, in forme patogene (virus).
L’essere umano vive quindi, per tutta la sua vita, in simbiosi con l’endobionte che risulta essere presente in tutti i tessuti e liquidi organici e persino nel liquido seminale e negli ovociti.
L’endobionte è sempre ed ovunque presente e la sua trasformazione verso forme patogeniche per l’organismo umano dipende dalla fase evolutiva verso la quale è spinto dalle condizioni ambientali in cui si viene a trovare.
La sua ricerca dimostra che le diverse forme di microrganismi presenti nel nostro corpo hanno in realtà la stessa origine e che lo stadio di sviluppo in cui si trovano dipende dal pH del mezzo nel quale essi vivono.
La prima fase di sviluppo ha luogo in un ambiente fortemente alcalino, la seconda fase, quella batterica, in un ambiente mediamente alcalino e la terza fase, quella micotica, in un ambiente mediamente acido, la fase virale, infine, in un ambiente fortemente acido.
Lo sviluppo dell’endobionte verso forme patogene viene soprattutto favorito da eventi e condizioni legate alla civiltà attuale (inquinamento dell’aria, conservanti, metalli pesanti, coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci ecc..) ponendo comunque al primo posto l’errato modo di alimentarsi, in quanto, generalmente,si tende a privilegiare, nella nostra alimentazione, un’alta percentuale di zuccheri e proteine che sono anche l’ideale terreno di sviluppo dell’endobionte.
L’equilibrio fra il nostro corpo ed i microrganismi in esso presenti non può assolutamente prescindere dalle condizioni igienico-alimentari ed ambientali in cui ci si trova. Questo rapporto ecologico è di importanza vitale e può manifestarsi in forma simbiotica o disbiotica.
Nella “simbiosi” entrambi gli organismi traggono vantaggio da questo rapporto, mentre, nella “disbiosi”, non sono più cooperativi bensì reciprocamente aggressivi.
Normalmente in natura si possono osservare relazioni simbiotiche o disbiotiche fra tutte le forme di vita conosciute; un eccessivo proliferare e svilupparsi di funghi in un organismo è però da interpretare come sicuro indice di uno stato di disbiosi e come tale deve essere corretto insieme alle cause che lo hanno generato.
Julius Kuhl, grande ricercatore tedesco, si dimostra tutt’oggi in perfetta sintonia con le teorie di Enderlein e Bechamp, dimostrando che un’alcalosi del sangue favorisce lo sviluppo degli endobionti, nelle forme virulente.
Queste piccolissime particelle proteiche agiscono molto bene ad un pH leggermente superiore a 7 ma impazziscono (proliferando) quando il pH va a 7,3-7,4 ed oltre 7,8 nei pazienti affetti da cancro evolvendo, infatti, nella forma di fungo (che contribuirebbe al cancro e molti giurano che il cancro è in realtà una specie di fungo) a livello dei tessuti, come del resto scrive anche Koch:
“…Il fungo (gruppo amminico) che viene sempre trovato nel cancro può partecipare all’inattivazione del FCG (gruppo funzionale carbonilico) della cellula…”.
Koch, se fosse qui con noi, si troverebbe, quindi, anche lui in un certo accordo con Enderlein e Bechamp che hanno sperimentato l’esistenza e la natura degli endobionti e così anche Kuhl, osservando al microscopio queste forme virulente, afferma che dobbiamo comprendere che questi “…germi possono anche svilupparsi fino a causare il cancro…”.
Persino Rudolph Virchow, patologo tedesco e fondatore della medicina cellulare, dichiarò: “Se potessi tornare indietro dedicherei la mia vita a provare che i germi cercano il loro ambiente naturale, il tessuto “ammalato”, invece di essere loro stessi la causa della malattia di quel tessuto”; inoltre George White dichiara apertamente che ”se la teoria dei germi fosse basata sui fatti, non vi sarebbe nessun essere vivente a leggere quello che viene scritto”.
Pleomorfismo o monomorfismo ?
Bechamp aveva intuito l’esistenza di piccoli microzimi, chiamati da lui “Granulazioni molecolari”, all’interno delle cellule di tutti gli esseri viventi: umani, animali e vegetali. Queste particelle sarebbero eterne, indistruttibili e in grado di continuare a vivere anche dopo la morte dell’organismo-ospite.
Antoine affermò inoltre che, in particolari condizioni, i microzimi originariamente non patogeni potevano trasformarsi in batteri patogeni, manifestando caratteri putrefattivi e fermentativi.
Le malattie avrebbero, dunque, la propria origine all’interno del nostro stesso organismo (umano od animale).
Anche se fu estremamente difficile per Bechamp riprodurli in condizioni di laboratorio, egli fu in grado di provare che gli esseri viventi ospitano questi microrganismi, capaci di creare, a loro volta, nuovi microrganismi, e riuscì ad osservarli nel latte, nella carne e nel sangue.
Il pleomorfismo era stato fondato e le future ricerche si sarebbero sicuramente sviluppate in questa direzione se Pasteur non avesse contrapposto la teoria del monomorfismo, convincendo la comunità scientifica dell’esattezza delle proprie affermazioni: i microbi si devono classificare in varietà immutabili; esiste sterilità batteriologica (cosa da sbellicarsi dal ridere) negli organismi sani; i patogeni causa di malattie provengono solo dall’esterno.
I fondamentali insegnamenti di Enderlein
Dopo molti anni, spesi in ricerche ed esami sul sangue, con microscopio in campo oscuro, nel 1925 Enderlein pubblicò la sua opera più importante: La “Ciclogenia batterica” con la quale intendeva presentare argomenti e prove inconfutabili a sostegno del pleomorfismo.
La più piccola unità vivente è rappresentata dai colloidi, particelle che non superano i 0.2 m m ed invisibili al microscopio ottico, ma misurabili sul piano molecolare a livello delle molecole a basso peso. Per avere un’idea basti pensare che con 100.000 colloidi affiancati si raggiunge appena il millimetro! I colloidi vivono in simbiosi nell’organismo sano nel loro stadio primitivo apatogeno.
Di conseguenza le errate abitudini alimentari (troppe proteine animali e zuccheri), l’alterazione dello stato di simbiosi ospite e microrganismo, il pH acido, le condizioni ambientali particolari ed i campi elettromagnetici molto forti o costanti nel tempo, portano il colloide a svilupparsi e modificarsi, attraverso fasi virali e batteriche, sino a raggiungere lo stadio di batterio e/o fungo, diventando così essenzialmente tossico per il nostro corpo e in grado di produrre o favorire patologie.
Come avete letto, questi due grandi scienziati non hanno avuto la vita facile ma hanno piazzato una grande pietra miliare che sarà, per i futuri meritevoli ricercatori che si vorranno cimentare nella ricerca microbiologica, la base di partenza per ribaltare un sistema che non regge più.
Pensate ai costi della sanità ed allo stesso tempo alle malattie degenerative che stanno dilagando.
Come poterli e poterle arginare?
Ci ha provato un altro illuminato: Gaston Naessens, biologo francese che vive in Canada; negli ultimi quarant’anni, ha fatto straordinarie scoperte nei campi della microscopia, microbiologia, immunologia, diagnosi clinica e terapia biomedica, ma nessuno parla di lui. Troppo scomodo.
Nel 1950 Naessens ha ideato un microscopio capace di permettere l’osservazione dei più piccoli microrganismi viventi, senza “ucciderli”. Con questo strumento ha, pure lui, riconfermato ed ampliato le scoperte e le teorie di Enderlein e di Bechamp ed ha sostenuto la presenza di alcune particolari forme cioè di curiosi organuli subcellulari, denominati, anche da lui, somatidi.
Il somatide, secondo Naessens, si svilupperebbe, cambiando forma in un singolare ciclo i cui primi tre stadi sono perfettamente “normali” in un organismo sano.
Coloro che conoscono già le teorie e le ricerche dell’americano Royal Rife noteranno immediatamente la somiglianza con ciò che lo stesso Rife aveva intuitivamente riscontrato, incluso questa straordinaria abilità a cambiare forma e status. Naessens ha notato che, quando il sistema immunitario dell’organismo per qualche motivo si indebolisce o si destabilizza, il ciclo di crescita e trasformazione del somatide passa attraverso altri tredici stadi, arrivando a un totale di sedici forme diverse e separate, ciascuna evolventesi nell’altra.
Ognuna di queste è stata documentata, in dettaglio, attraverso fotografie scattate al microscopio e addirittura immortalate in rigorosi filmati scientifici, di cui qui il link – http://www.youtube.com/watch?v=udaxsKNPKL8
Naessens ha inoltre osservato che i somatidi possono resistere all’esposizione al calore, fino a temperature di 200 C° ed oltre. Basandosi quindi su queste osservazioni scientifiche ci conferma che si dovrebbe rivedere o rileggere attentamente il concetto di sterilizzazione fino ad ora codificato.
Ha fatto notare che questi somatidi sono, fra l’altro, sopravvissuti all’esposizione di radiazioni nucleari di tale forza da uccidere qualunque altro essere vivente, e sono rimasti inalterati all’azione di qualunque acido o base cui sono stati sottoposti.
Studiando queste particelle, per molti anni, Naessens ha stabilito una relazione delle 16 (ricordiamoci sempre delle forme geometriche base dell’universo) forme del ciclo patologico con vari tipi di patologie degenerative quali l’artrite reumatoide, il lupus, la sclerosi multipla, il cancro e più recentemente l’AIDS.
Con questo gli amici Bechamp ed Enderlein avrebbero dovuto essere riabilitati, invece nulla… silenzio assordante dalla scienza accademica.
La ditta Sanum (Sanum-Kehlbeck GmbH & Co.KG) penso che sia, attualmente, l’unico istituto in Europa che si sta occupando della ricerca e dello sviluppo di rimedi naturali che obbediscono alle teorie di Enderlein.
I Virus sono nostri amici?
Stefan Lanka, famoso virologo e biologo molecolare, si è laureato in scienze naturali e biologia con specializzazione in botanica marina all’Università di Costanza è nato nel 1963 in Germania. Dal 1984 al 1989 ha fatto ricerche in neurobiologia genetica e virologia e dal 1987 al 1994 ha condotto altre approfondite ricerche in biologia molecolare studiando l’origine dei virus e cercando di isolarne alcuni.
Lanka è stato il primo, tra l’altro, ad osservare un curioso virus marino: l’Ectocarpus silicosus (strano il suo riferimento alla Silice, dovremmo chiedergli come mai, tipizzandolo, ha definito il virus silicosus) ed è stato il primo ad osservare direttamente un sistema stabile di una cellula con un virus ospite.
Ebbene, nelle sue centinaia di osservazioni, racconta lo scienziato in un intervista, non ha mai visto una sola volta un virus “uccidere o aggredire” nessuno ! Non ha mai constatato questo ruolo di virus come tremendo killer !
Ha potuto constatare invece che sono fole (fiabe) e stupidaggini certe frasi terroristiche che riportano alcune riviste, quando affermano che questo o quel virus, potrebbe uccidere tutti in mezz’ora ! Ma non lo fa ! E perché non lo fa ?
Perché ha altro da fare !
Perché sono altre le cose cui si dedica; ossia il virus si occupa di trasportare le informazioni da una cellula all’altra. Badate bene e fissate nella mente questo concetto: trasportare l’informazione, come una chiave elettromagnetica.
Il virus fa il postino, il facchino ed il tecnico riparatore del DNA…. Altroché assassino !
Lanka ha negato, in altre sedi scientifiche, che sia mai stato isolato il virus dell’HIV; ha anche giurato al tribunale di Dortmund, negandone fermamente l’esistenza. Il giudice, non trovando nessuno scienziato ufficiale che dimostrasse il contrario, non ha potuto fare altro che dichiarare, il 24 febbraio 1997 almeno che, comunque, questo virus non era né mortale né pericoloso.
http://www.disinformazione.it/stefan_lanka.htm
Lanka negava, fortemente, anche l’esistenza della classe dei “retrovirus”, secondo lui invenzione bella e buona per giustificare, oltre alla chemioterapia, la presenza di “trascriptasi inversa”, cioè l’informazione che va dall’RNA al DNA, cosa che sconvolge l’impostazione scolastica della genetica ufficiale.
Il virus, quindi, che è un essere non vivente, ma costituito solamente da materiale genetico incapsulato, non fa altro che riparare le cellule; il suo compito penso sia quello di eliminare quelle danneggiate permettendo di sostituirle con nuove.
Quindi fa oltre che lo spazzino anche il riparatore… come il tecnico informatico che ripara il vostro PC, aprendolo ed entrando nei programmi con una chiave magnetica e la password.
Ma se questi virus, che finora ci sono stati presentati come feroci assassini causanti di malattie epidemiche, sono semplicemente solerti postini, affaccendati facchini ed attivissimi spazzini o tecnici informatici, qualcuno sta barando e senza dubbio mentendo.
Del resto le campagne di vaccinazione contro i virus influenzali, aviari e quant’altro non avrebbero potuto essere avviate se prevalesse questa visione. Non è vero ?
Ma che cosa sono i Virus in realtà ?
In origine la parola “virus” significava veleno e il termine “virulento” voleva dire velenoso.
Oggi intendiamo per virus una entità submicroscopica e “virulento”, in generale, significa contagioso. La medicina moderna utilizza il termine “virus” per indicare una microscopica forma di vita capace di “infettare” le cellule e a cui viene pertanto attribuita la responsabilità di molte delle nostre malattie.
Nell’immaginario popolare, il virus è una forma di vita in grado di parassitare ogni altra forma di vita, inclusi gli animali, le piante e i saprofiti (funghi e batteri). C’è anche il Batteriofago, un virus dei batteri.. .ce ne è per tutti i gusti insomma.
Nella descrizione delle infezioni virali, ai virus vengono attribuiti comportamenti quali “iniettarsi”, “incubare”, “essere in latenza”, “invadere”, avere uno “stadio attivo”, “impadronirsi”, “riattivarsi”, “mascherarsi”, “infettare”, “assediare” ed essere “devastanti” e “mortali”.
La teoria medica accademica ed ortodossa sostiene che i virus, in un certo senso, nascono da cellule morte (esplose) che essi stessi hanno infettato.
Il virus “si inietta” nella cellula e le “ordina” di riprodurlo, fino al momento in cui la cellula esplode per lo sforzo (?). I virus sono a questo punto liberi di cercare altre cellule in cui ripetere il processo, infettando così l’intero organismo.
Tuttavia i virologi ammettono che i virus, pur avendo natura squisitamente organica, non possiedono metabolismo, non possono essere replicati in laboratorio, non possiedono alcuna caratteristica degli esseri viventi e, in realtà, non sono mai stati osservati vivi e vegeti !!
Strano vero ?
Ma, di certo, questi virologi non hanno mai letto la teoria del Pleomorfismo dei nostri Bechamp ed Enderlein altrimenti avrebbero capito qualcosa di più sulla loro nascita, (praticamente “dal nulla”) così come sulla loro funzione e sulla loro scomparsa. Vero, del resto, che ci sono gli anticorpi che dimostrano che è vi è stato un attacco virale (anticorpi anti HBV ad esempio)…ma gli anticorpi sono solo contro il DNA, cioè contro dei frammenti genetici. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino il contrario.
I “virus vivi” sono “sempre” morti
Il termine “virus vivo” indica semplicemente quei virus creati dalla coltura di tessuti viventi in vitro (cioè in laboratorio), dai quali si possono ottenere trilioni di virus. Ma proprio qui sta il punto: anche se alcune colture da laboratorio vengono tenute vive, nel corso del processo si verifica un massiccio ricambio cellulare ed è dalle cellule morenti che vengono ottenuti i “virus”.
Essi sono comunque morti o inattivi, poiché non possiedono né metabolismo né vita e non sono altro che molecole di DNA e proteine.
I virus contengono acido nucleico e proteine, ma mancano di enzimi e non possiedono una vita propria poiché mancano dei requisiti fondamentali della vita, e cioè dei meccanismi di controllo metabolico che perfino i batteri “inferiori” possiedono.
I virus non hanno nessun sistema riproduttivo, nessuna capacità di locomozione, nessun metabolismo e non possono essere riprodotti in vitro come entità viventi.
I “virus” non sono allora microrganismi viventi
I microbiologi riconoscono che i virus sono in realtà frammenti morti di DNA rivestiti di una membrana lipidica e proteica, pur non riuscendo a comprendere la loro vera origine.
Batteriofago, strana creatura simile alla navicella NASA Apollo 11che atterrò nel 1969 sulla luna, che infetterebbe i batteri. Ma è un mondo ancora da scoprire, siamo ancora lontani dalla verità.
Le fotografie dei presunti virus che “si iniettano” all’interno della cellula mostrano in realtà la cellula che letteralmente inghiotte il virus o scoria proteinica.
Si forma allora un’incavatura, detta invaginazione ed il materiale organico viene circondato dalla sostanza cellulare che poi si richiude, formando uno “stomaco” improvvisato, in cui il virus scompare. Lo “stomaco” si riempie allora di potenti enzimi lisosomici che digeriscono il materiale organico, frammentandolo in amminoacidi o acidi grassi per il riciclaggio o l’eliminazione.
Questo processo è una caratteristica della fisiologia cellulare nota come fagocitosi (letteralmente “digestione di cellule”); è un normale processo di ingestione cellulare e digestione enzimatica di batteri, scorie di tessuti e altre cellule erratiche.
I virus non sono altro che materiale organico inerte, completamente privo di qualsiasi caratteristica di vita e che nessuno ha mai visto in azione. Le fotografie, che asseriscono di mostrare i virus in azione sono vere e proprie frodi scientifiche: ciò che mostrano in realtà è un ordinario processo fisiologico di fagocitosi che avviene innumerevoli volte ogni giorno all’interno del corpo.
È da ricordare che, secondo i testi di virologia e microbiologia, i virus presentano le seguenti caratteristiche, che sono totalmente incompatibili con la vita:
1) I virus non possiedono metabolismo. Non possono elaborare il cibo o il nutrimento e dunque non possiedono strumenti per formare energia. Sono solo un contenitore, o schema di informazioni, come lo sono i genomi.
2) I virus non possiedono alcun tipo di capacità di movimento. Non hanno un sistema nervoso, né un apparato sensorio, né un’intelligenza che possa in qualche modo coordinare movimenti o “invasioni del corpo” di qualsiasi natura.
3) I virus non possono replicarsi: essi dipenderebbero interamente dalla “riproduzione obbligata”, vale a dire la riproduzione attraverso un organismo ospite, cosa assolutamente inaudita in ogni altro campo della biologia.
Riproduzione obbligata ? Obbrobrio biologico
Nelle spiegazioni che la scienza accademica fornisce sulle cause delle infezioni virali, ci viene chiesto di credere alla riproduzione cosiddetta obbligata, in cui una cellula viene costretta a riprodurre un organismo, per così dire, alieno cioè il “virus”.
Vi assicuro che non esiste, in natura, nessun esempio di esseri viventi che riproducano qualcosa di non appartenente alla propria specie.
Non dimenticate che il rapporto tra le dimensioni del virus e quelle della cellula è di circa un miliardesimo.
La spiegazione offerta dalla teoria virale delle malattie ci domanda di credere che il virus si inietti o penetri furbamente all’interno della cellula e le ordini di riprodurre il virus centinaia di migliaia di volte, finché la cellula esplode. Ma, anche nel momento in cui il virus “si riproduce”, la sua massa complessiva rimane comunque meno di 1/100 dell’uno per cento della massa della cellula. È come dire che se voi vi iniettaste un grammo di una sostanza, essa potrebbe provocare una tale pressione interna da farvi esplodere!
Solo i microrganismi viventi sono in grado di agire e di riprodursi, e ciò avviene sotto il diretto controllo del nucleo, genoma o “cervello”.
I cosiddetti “virus” forse sono solo delle chiavi elettromagnetiche, visto che il DNA, l’unica realtà di cui sono costituiti, è in realtà un codice come quello di una chiave elettromagnetica. Queste chiavi vengono attivate da un segnale in codice che sveglia il DNA (come cellule segrete dormienti, nei film di spionaggio) e questo DNA, vestitosi con proteine e lipidi presi in loco, va a compiere la sua missione.
Fa aumentare la temperatura corporea, attivando il sistema specifico della grande e piccola difesa.
A seconda delle modalità di riconoscimento degli antigeni si possono, infatti, distinguere due aree del sistema immunitario:
• Immunità aspecifica o innata:
comprende mediatori chimici (responsabili dell’infiammazione) e cellulari responsabili di una prima linea di difesa contro le aggressioni. È evolutivamente più antica e consente il riconoscimento di un repertorio limitato di antigeni. Riconosce una generica condizione di pericolo e pone il sistema immunitario in una condizione di “allarme”, che favorisce lo sviluppo dell’immunità specifica.
• Immunità specifica o adattativa:
comprende mediatori chimici e cellulari responsabili di una risposta difensiva più potente e mirata (virtualmente in grado di riconoscere qualunque forma di antigene), ma più lenta. È evolutivamente più recente e poggia sulla risposta aspecifica per numerose funzioni di presentazione e distruzione degli antigeni.
Si divide a sua volta in:
– immunità specifica umorale (cioè mediata da anticorpi).
– immunità specifica cellulo-mediata
Ottenendo l’effetto, per esempio, di riattivare il network della PNEI (Psico neuro endocrino immunologia) è, infatti, ormai certo che il sistema immunitario sia il quarto grande sistema, network, insieme a quello psichico, nervoso ed a quello endocrino, di regolazione generale dell’organismo, specializzato nell’organizzazione delle sue difese sia interne che esterne.
Nel 1984, lo scienziato danese Niels Kaj Jerne ricevette il premio Nobel per la medicina in virtù della sua teoria sul “network immunitario”. Egli mise in risalto le straordinarie analogie tra sistema immunitario e nervoso. Le cellule di entrambi i sistemi sono infatti in grado di ricevere e trasmettere segnali sia di natura eccitatoria che inibitoria, rispondendo in maniera adeguata a una enorme varietà di segnali.
Quindi il nostro caro virus serve a qualcosa non è vero ?
Vero soprattutto se consideriamo la funzione informativa della psiche e del sistema nervoso che, specialmente dopo un grande stress, deve rigenerarsi dalla fase di esaurimento (vedi Selye).
Comprendiamo, ora, i messaggi che il Virus, nostro amico e creatura donataci dalla Natura, ci sta inviando: una vera e propria rigenerazione attraverso la febbre, i brividi ed altri fenomeni naturali di difesa e di guarigione.
I virus sono dannosi solo se si accumulano come scorie.
Il nostro sangue e i nostri tessuti possono venire saturati da questi materiali di scarto generati internamente, proprio come avviene con le sostanze inquinanti ingerite dall’esterno. L’intossicazione si verifica nel momento in cui queste scorie sovraccaricano il corpo al di là delle sue capacità di espellerle.
È vero che i virus aiutano, come loro compito biologico e naturale, con il loro apporto tossinico, a cogenerare le influenze, febbri e malattie varie, ma solo dopo la loro azione riparatrice, in quanto scorie tossiche. In questo senso i “virus” sono sì corresponsabili di varie patologie, ma non certo in quanto agenti di contagio.
Le vere cause e i veri fattori del “contagio”.
In realtà il cosiddetto “contagio” non esiste, poiché gli unici agenti in grado di produrre malattie sono le abitudini nocive come l’abuso di alcool, caffè, sigarette, farmaci, cibi-spazzatura, cibi raffinati, scarsità di riposo, mancanza di esercizio e di luce solare, ecc…
Sono le abitudini di vita sbagliate che generano le malattie che vediamo diffuse tra la popolazione. Non c’è nessun “insetto che gira”: è ciò che facciamo al nostro corpo che distrugge le sue necessità sistemiche.
Il concetto di “contagio” è strettamente correlato a quello egualmente erroneo di “predisposizione”: si crede infatti che una ”epidemia” risulti “contagiosa” solo se l’individuo vi è “predisposto”. Questa affermazione medica è in realtà un’ulteriore ammissione che non sono i germi a provocare le malattie. Se così fosse, chiunque venisse esposto ad essi si ammalerebbe della stessa malattia.
In realtà una persona “predisposta” è una persona che possiede un alto livello di tossicità dell’organismo, insieme alla vitalità sufficiente a condurre il processo di malattia/purificazione. Tali individui possono ammalarsi in qualsiasi momento, che vengano o no esposti al “contagio”.
Se individui sani riescono a conservare la loro salute anche nel bel mezzo di “malattie epidemiche”, risulta evidente che la teoria del contagio è sbagliata. La parte dell’organismo più sovraccarica di tossine è quella in cui si manifestano per primi i sintomi della malattia, ma l’effetto complessivo è sistemico, poiché tutti gli organi e le ghiandole del sistema subiscono danni a differenti livelli.
Un’ultima considerazione: e della psiche, della mente, dell’anima non se ne parla mai ?
Non siamo fatti di corpo, mente e spirito? Se la malattia esiste nel corpo, nella mente e nell’anima sincronicamente, quando si ha un’attivazione virale in noi, dove troveremo il virus nella mente e nell’anima (Spirito)? Quali saranno le sue manifestazioni mentali e spirituali?
Risposte a cui potrete arrivare anche voi, lettori… molto semplice. Se il virus arrivasse da lontano? Da un attivazione, con un codice elettromagnetico esterno, per attivare le cellule virali dormienti?
Una telefonata, in codice, exoterica ? Quando dall’oriente (sempre) arrivano i virus influenzali (es: myxovirus) attraversando il globo in pochissimo tempo, la loro maledetta diffusione colpirà milioni di persone anche distanti tra loro, anche quelle isolate nelle campagne. Avete visto con che tono grave e preoccupato i virologi intervistati dai telegiornali spaventano la popolazione ?
Terrorismo o porta sfortuna ? Meno male che poi non accade mai nulla di quello che era stato previsto.
Credete voi che, dal momento che il contagio, secondo la scienza ufficiale, si attua attraverso la saliva o la tosse, vi possa essere una così veloce propagazione delle influenze cosiddette epidemiche ?
Non è un segnale, un quid informativo che ha fatto scattare i relais presenti in ciascuno di noi, quasi in sincrono ?
Da dove proviene ? Questo segnale è, guarda caso, sempre invernale ed è un segnale di morte cellulare (esattamente come fa la natura, che sembra morire sotto il freddo e la neve invernale) e di rinnovamento, di allettamento (sotto la coltre invernale) e di antistress. Per cui necessario il riposo, il sonno e si attua la depurazione delle fosse nasali, bronchi, polmoni ed intestino, con il muco del raffreddore, il catarro bronchiale e la diarrea depuratrice e drenante.
Passati in rassegna i virus passiamo alle creature veramente “aliene” dentro di noi. Anche qui vige il concetto che, se un parassita si annida nel nostro ventre si è annidata la sua interfaccia eterica e mentale negli altri due corpi mentale e spirituale.
Ma il terreno è importante, cioè il nostro fondo psichico costituzionale e la nostra anima. Anche lì bisogna indagare ed intervenire.
I parassiti intestinali
Nell’indagare e ricercare con attenzione e scrupolo tutto ciò che è attinente alle infestazioni parassitarie, non posso non andare con la memoria ai tempi delle bellissime lezioni del compianto maestro, medico e scienziato L. O. Speciani quando discuteva animatamente di una certa relazione esistente tra i Parassiti ed il Cancro nonché del rapporto dei parassiti intestinali con patologie quali le allergie, le broncopolmoniti e polmoniti, l’asma allergica, le coliti, le gastriti, ecc…
Al momento, da giovane ed ingenuo studente, non capivo la portata dei suoi discorsi e dei suoi concetti che sicuramente erano stati dedotti con pazienza, in anni e anni di pratica clinica, di esperimenti, di osservazioni da lui annotati e tradotti nella teoria o modello olistico dell’Uomo Integrato. Teorie rivoluzionarie per quei tempi (1970-80); si parla infatti dei tempi della “carboneria” per le medicine un po’ “alternative”. Modelli ben articolati, grazie ad un ingegno filosofico illuminato, tali da poter essere presi, sia da studenti che da professionisti, come base culturale di una scienza Medica degna di questo nome.
Sicuramente le sue scoperte sono state straordinariamente stimolanti ed evolutive e tali da condizionare i suoi discepoli a continuare le ricerche ed a pensare proprio in quella direzione, nella direzione che, come lui soleva ripetere si può sintetizzare icasticamente in poche parole: ”La medicina non è medicina se non è psicosomatica”.
Detto questo mi chiedo se mai la Dott.ssa H. R. Clark ed il Prof. L. O. Speciani si siano mai conosciuti, credo proprio di no ma sicuramente avranno letto le ricerche di Enderlein, Bechamp, Benveniste, L.Turenne e senza dubbio quelle di K.Jung, W.Reich e R.Steiner.
Come cultore delle scienze bioenergetiche nonché lettore e studioso dei medesimi autori, purtroppo misconosciuti o peggio volutamente dimenticati della odierna scienza medica, ho ampliato le ricerche approfondendo lo studio della psicobiologia, della PNEI (psico-neuro-endocrno-immunologia), della psicosomatica e della teoria delle informazioni biologiche trasmesse per via elettromagnetica ( F. Popp).
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Secondo la tradizione Buddista si racconta che Buddha dopo il suo “risveglio” si recò a Benares per predicare le sue dottrine e nel parco dei cerbiatti enunciò le famose Quattro Nobili Verità che, secondo me, vorrebbero rappresentare quasi una diagnosi medica.
Per prima identificano la causa dei mali dell’umanità, quindi esaminano una reale possibilità di poterli curare e per ultimo viene prescritto il rimedio.
La Prima Nobile Verità indica la principale caratteristica della condizione umana (Duhkha) che significa dolore e frustrazione. Tutto ciò deriva dalla difficoltà che ha l’uomo ad affrontare il fatto che tutto intorno è precario e transitorio che “tutte le cose nascono e muoiono” come diceva il Buddha. La sofferenza e la frustrazione ci prende tutte le volte che ci opponiamo allo scorrere della vita al fluire di essa nel tempo.
Questa dottrina della precarietà ci sottolinea come i conflitti interpersonali abbiano alla base il non rispetto di questa Verità.
La Seconda Nobile Verità rivela la causa delle sofferenze (Trsna) che è l’attaccamento cioè l’aggrapparsi alla vita alla futilità della vita basato su un punto di vista errato (A-Vidya cioè ignoranza nella visione buddista). Questa ignoranza ci porta ad attaccarci a cose che vediamo come fisse e persistenti ma che in effetti sono transitorie e continuamente mutevoli rimanendo intrappolati in un circolo vizioso nel quale ogni azione genera altre azioni e la risposta data ad ogni domanda suscita nuove domande… questo circolo vizioso è chiamato “Samsara” cioè il ciclo di nascita e morte ed è guidato da “karman” la catena evolutiva attraverso la legge di causa ed effetto.
La Terza Nobile Verità afferma che si può porre fine alle sofferenze ad alla frustrazione, superando il circolo vizioso del Samsara, liberarsi della schiavitù del karman raggiungendo felici uno stato armonico detto “Nirvana”.
Raggiungere questo stato significa raggiungere il risveglio, la Buddhità.
La Quarta Nobile Verità è in fin dei conti equivalente ad una particolare prescrizione medica del Buddha per mettere fine alle sofferenze mediante l’ottuplice sentiero dell’auto perfezionamento che porta allo stato di buddhità : le prime due sono le vie del retto vedere e del retto conoscere cioè di una chiara introspezione della condizione umana da dove tutto deve partire: il “cognosci te ipsum” latino che è fondamentale per ogni consapevolezza della realtà interna ed esterna. Le quattro vie successive si occupano del retto agire e le due ultime della retta consapevolezza e della retta meditazione e delineano l’esperienza mistica e sacra della visione della realtà che è l’obiettivo finale per raggiungere l’illuminazione. Attenti però, un uomo intelligente non si aggrappa mai ad alcunché, nemmeno ad un credo, per non parlare delle superstizioni. Il problema autentico è risvegliare nell’individuo quel tanto di lucida consapevolezza capace di generare in lui la curiosità di andare oltre la superstizione (in realtà una stessa cosa può essere superstiziosa in determinate condizioni e scientifica in altre, dipende dalle circostanze).
Pensate come è complessa la realtà in cui viviamo pensate allo sforzo delle religioni (religione da religo cioè unisco, congiungo) di coniugare scienza e misticismo, pensiero filosofico e razionalismo materialista. Qui si sono scontrati scienziati e mistici, politici e filosofi, metafisici ed atei, complicando ancora di più e senza dubbio confondendo quella visione semplice e genuina della realtà che ci circonda.
Dalle dottrine dei Maestri Orientali sembrerebbe che la realtà non sia altro che MAYA cioè un’ illusione ma posso aggiungere che è una subdola e sottile illusione che ci colpisce ogni giorno con la sofferenza di milioni e milioni di persone, con la frustrazione di altrettante e con l’ignoranza e l’ottusità di quasi tutta l’umanità.
In questo ha perfettamente ragione il Buddha.
Ecco perché l’ho citato, per farvi rendere conto come sia difficile procedere oggigiorno, per dimostrare la propria buona Fede, le proprie convinzioni scientifiche.
La superstizione inoltre ha da sempre rafforzato l’ottusità mentale, ha dato spazio al vizio di credere o non credere ciecamente in qualcosa, sempre senza verifiche come il caso dell’inquisizione, di Galileo Galilei, di Giordano Bruno ecc… La cosa strana è che esiste ancora oggi una superstizione scientifica, l’avrete tutti notato !
Oggi anche gli scienziati sono diventati superstiziosi mentre stranamente le superstizioni religiose tradizionali stanno poco per volta scomparendo, ecco perché ho iniziato questo capitolo parlandovi di una via per la consapevolezza ed i mezzi migliori per raggiungerla, allontanando la mente da tutto ciò che può offuscarla, distrarla. Cercherò quindi di non lasciarmi condizionare dalle superstizioni per potermi serenamente addentrare nel tema spinosissimo che la scienza ha voluto chiamare cancro.
Per comprendere le varie congetture fisiche e metafisiche sui perché dell’insorgenza dei tumori è necessario compiere uno sforzo mentale di astrazione, rinunciando all’attaccamento a teorie preconfezionate dai biochimici, della medicina “ufficiale” ed alle loro relative superstizioni iniziando ad immaginare seriamente che forse questa mia teoria potrebbe essere il primo passo verso la comprensione di quel mistero ancora non risolto cioè del perché cellule apparentemente sane improvvisamente si ammalano e degenerano.
A questo punto non posso fare a meno di citare le parole di Leonardo da Vinci che definiva: “Experientia est scientia” in quanto, ciò che vi sto raccontando, è frutto sia di mie esperienze che di quelle degli autori che qui ho citato, ciascuno con personalissime visioni della materia, visioni che ho cercato di rivisitare scientificamente e filosoficamente, fondendole in una mia teoria personale che qui mi piace definire la teoria del vuoto di potere.
La teoria del vuoto di potere
La direzione generale del nostro corpo risiede nel cervello, organo straordinario che, con il relativo sistema nervoso in collegamento, può essere considerato la più grande centrale elettronica e comunicativa che si conosca.
I nervi sono paragonabili ai cavi della rete telefonica e sono costituiti da fili conduttori che uniscono le varie parti del corpo al cervello.
Questi conduttori trasportano separatamente o a pacchetti delle correnti elettriche informate, di varie frequenze, che provengono dall’oscillazione cellulare di tutti i tessuti del corpo; queste frequenze possono essere considerate come la vera “voce” dei nostri organi.
La complessità di un organo come il cervello, composto da più di 10 miliardi di neuroni e miliardi di sinapsi (congiunzioni e cioè punto di incontro di due o più neuroni) è di certo manifesta a tutti così come dovrebbe essere intuitivo, data la molteplicità e diversità dei segnali, che la comunicazione tra cellule non può assolutamente avvenire esclusivamente a livello biochimico, come molte scuole di pensiero continuano ad insegnare, ma la parte basilare, di certo più delicata e sottile, viene affrontata grazie all’utilizzo di campi elettromagnetici informati emessi e ricevuti dalle cellule. Cellule quindi intelligenti in quanto informate che, solo in seguito alla ricezione di uno specifico messaggio in codice elettromagnetico, innescheranno le conosciute reazioni biologiche e chimiche per la produzione di polipeptidi, enzimi o quant’altro necessitasse in quel momento, in relazione alla loro particolare specializzazione, obbedendo sempre alla logica dell’ informazione centrale.
Per regolare tutto ciò sono appunto necessarie sofisticate centrali operative di smistamento degli stimoli, cioè delle informazioni, esattamente come avviene nelle moderne centrali telefoniche collegate tra loro che permettono di ottenere milioni e milioni di connessioni contemporaneamente in tutta la nostra penisola e da questa in tutto il mondo.
Queste centrali sono soprattutto localizzate nelle ghiandole nervose, nei gangli e nei plessi nervosi sparsi, strategicamente ed intelligentemente, nel nostro corpo.
Si pensi alla complessità della struttura della corteccia cerebrale, formata da concentrazioni altissime di neuroni che formano le cosiddette aree di associazione, dove ha luogo l’elaborazione sensoriale.
Studi su queste aree sono state compiute da R. Geerd Hamer, incredibile e geniale quanto intuitivo scienziato tedesco che, leggendo ed interpretando TAC e Radiografie cerebrali, riesce a prevedere o diagnosticare patologie tumorali compresa causa e localizzazione.
La sua espulsione dall’Ordine dei Medici e la sua persecuzione, inseguito come un criminale dall’Interpol fino all’attuale incarceramento in un carcere di massima sicurezza in Francia, ha precluso alla scienza ortodossa di confrontarsi, serenamente, con le sue intuizioni e scoperte ed osservare il problema da un’altra angolatura, mettendo in mostra ignominiosamente la famosa superstizione scientifica.
Del resto, lasciando le polemiche che non fanno di certo tornare i giudici tedeschi sui loro passi, è doveroso soffermarci sull’attività elettromagnetica del cervello che garantisce l’impronta peculiare dell’individuo e le qualità della psiche, intesa qui come unità intelligente e cosciente di comunicazione tra mondo interno e mondo interno e tra il mondo interno al mondo esterno.
Il DNA nucleico funge, esattamente come quello dei Virus, da antenna a banda larga che seleziona le informazioni che viaggiano sulla portante del campo elettromagnetico generato da cellule specializzate in questo caso nell’area cerebrale al fine di informare il sistema biologico di qualsiasi accadimento positivo o negativo, interno od esterno…
DNA come antenna a banda larga
Queste informazioni, attraverso un codice leggibile ed interpretabile dai meccanismi cellulari grazie all’antenna DNA, provocheranno quindi reazioni biochimiche di vario tipo nelle cellule specializzate poste nei vari organi ed apparati, da quelle di allarme a quelle sessuali, da quelle metaboliche a quelle riparative, e così via dicendo.
La Neuropsichiatria ha in uso una strumentazione significativa in relazione a quanto vi sto dicendo che si chiama elettroencefalografo. Questo non è altro che un ricevitore o per dirla semplicemente un lettore o captatore del linguaggio cerebrale in codice attraverso i caratteristici segnali, quelli più evidenti e marcati rispetto a moltissimi altri emessi dal cervello.
Questi segnali sono le famose onde alfa, beta, teta e delta che, analizzati e decifrati attentamente, danno allo specialista varie ed utili informazioni sullo stato di salute del cervello comprese le sue componenti funzionali. Si può ricavarne un infinità di dati utili anche allo psichiatra ed allo psicologo.
Anche gli scettici dovranno quindi ammettere che il cervello emette delle radiazioni cioè qualcosa che si avvicina molto a comunicazioni in codice cioè informazioni.
Queste non percorreranno solamente le vie nervose, attraverso gli assoni, protetti da guaina mielinica, proprio come i fili interrati della Telecom, oppure i meridiani dell’agopuntura come le vecchie linee sospese della Telecom nelle campagne e nei paesi ma possono percorrere lo spazio, via etere cioè lungo i nostri corpi eterici ed astrali, esattamente come ci dimostra la recente tecnologia che ci ha reso possibile l’ utilizzo dei telefoni portatili.
Ulteriore riscontro di queste capacità elettromagnetiche informative lo notiamo negli esperimenti che sono stati effettuati in America e specie in Russia (I. Fodev) ed anche in Italia da A. Tedeschi (la sincronia dinamica delle frequenze cerebrali) che dimostrano che il cervello è in grado di interagire tramite le proprie bioradiazioni con quelle emesse da altri esseri nelle vicinanze.
La cellula, per ottemperare a quanto detto sulle emissioni di particolari radiazioni , deve per forza “oscillare” e come diceva l’indimenticabile G.Lakhovsky: ”la cellula e specialmente il suo nucleo presenta la proprietà di un oscillatore di varie lunghezze d’onda…..quindi ogni essere vivente aggregato di cellule è sede di oscillazioni elettriche.”…..
Studiando questi fenomeni i ricercatori tedeschi Reiter e Gabor hanno dimostrato che i tumori emettono particolari radiazioni proprio come sperimentò A. Abrams, neurologo statunitense, che fu uno dei primi medici ad intuire l’importanza della attualmente riconosciuta medicina di risonanza, indagò sulle radiazioni emesse da tessuti tumorali e la registrazione da parte del sistema nervoso di queste “rate di vibrazioni”.
Posso confermare, come del resto affermava Abrams che il corpo umano sarebbe una macchina elettrica molto complessa.
I suoi esperimenti hanno dimostrato che ogni malattia ha una propria radiazione, uniforme ed invariabile, che lui definisce appunto “rata di vibrazione”.
Alle medesime conclusioni sono giunti i tedeschi Reinhold Voll e Morell e quindi Kramer dal 1958 per finire con Schimmel grazie all’invenzione di strumentazioni bioelettroniche sofisticate come l’EAV cioè il famoso elettro-organometro di Voll , il Vegatest di Schimmel, la Mora di Morell ecc..
Partendo dalla osservazione che ogni medicinale ed in particolare i rimedi omeopatici possiedono ed irradiano oscillazioni elettromagnetiche, hanno cioè una memoria elettronica hanno notato che anche il corpo ed in particolare le cellule dei vari organi reagiscono come se capissero la logica delle emissioni elettromagnetiche interagendo intelligentemente con i rimedi proposti attraverso l’uso di queste strumentazioni.
Tornando alla rata di vibrazione, Abrams aveva, già nei primi del 900, provato che ciascuna è specifica di quella e solo quella malattia, dei germi e parassiti che la causano e delle tossine emesse da questi ultimi.
Per quanto riguarda ad esempio un determinato tessuto canceroso, dopo averne stabilito la relativa rata di vibrazione, il neurologo ha sottoposto questo ad una rata di vibrazione identica prodotta da uno strumento, chiamato “Oscilloclasto”, capace di suddividere una normale corrente alternata in varie frequenze vibratorie, misurabili con lo stesso strumento utilizzato per determinare la misura della frequenza della patologia cancerosa stessa.
Fatto ciò ha riscontrato che questa ha l’effetto di annullare la reazione provocata dal tessuto stesso. Vale a dire che quando ha trovato una frequenza che suscitava la stessa reazione indotta dal campione del tessuto canceroso ha applicato la ”rata vibratoria” al tessuto ed ha riscontrato che questa era capace di annientare la reazione provocata dal tessuto.
Quello che succedeva con il tessuto canceroso avveniva anche con ogni tipo di infezione batterica. Questi esperimenti si possono ricondurre alle leggi fisiche della trasmissione sonora (leggi di risonanza). Pare che Abrams, nel sostenere e dimostrare la sua tesi, abbia raccontato di aver avuto modo di incontrare, ad una festa, il grande cantante lirico Caruso che, dopo aver fatto risuonare con il suo dito un bicchiere di cristallo, per identificare la nota musicale alla quale vibrava, aveva poi cantato la stessa nota fino a rompere il bicchiere stesso.
Poteva la medesima cosa avvenire ai batteri, ai virus o ai parassiti così come alle cellule dei tessuti malati, cancro compreso?
Come riportato da U. Sinclair nel giugno 1922 (The house of wonder. An account of the Revolutionary Discover of Dr. A. Abrams, the diagnosis of disease from the radio activity of the blood) e riportato con dovizia di particolari in Terapie Vibrazionali di Roberto Tresoldi Ed. Tecniche Nuove: ”…Abrams ritiene che questo sia ciò che avviene ai “germi” della malattia o meglio ai milioni e milioni di elettroni orbitanti che ne compongono la struttura molecolare. Le vibrazioni vengono intensificate, gli elettroni vengono separati e ciò che erano i germi della malattia diventano qualcosa di diverso…”.
Presumo che, sia il dr. Robert C. Beck con l’ideazione dello Zapper di Beck (riportato nei particolari tecnici nel numero 20 della rivista Nexus New Times Magazine) che la dott.ssa R.Clark (prima ideatrice e sperimentatrice dello Zapper) abbiano letto, studiato ed approfondito le ricerche di Abrams in quanto il metodo da loro inventato e sviluppato, in tempi e con modalità diverse ( chiamato Zapping ) parte proprio da questi principi teorici.
Sono partito anche da osservazioni di carattere strettamente Psicosomatico; ho osservato infatti su diversi pazienti mediante l’interpretazione di test proiettivi in batteria quali i Tests di McHover, di Koch, PdS, Rorschach,TAT ed altri ancora, una mancanza di equilibrate relazioni con la propria identità corporea, riferendomi in particolare a certi organi ben indicati con un test colore tratto da una modifica intuitiva, da parte del sottoscritto, dei tests di Luscher e di McHover.
Nei pazienti tumorali il rapporto percettivo con l’organo o gli organi colpiti risultava, nei test proiettivi, sensibilmente alterato, vuoi come abbiamo visto per una distorta percezione di se e della propria identità in rapporto all’ambiente con somatizzazioni d’ansia (nevrosi d’organo), vuoi per dirla come il Dr. Eduard Bach, a causa dello stato d’animo spirituale, abituale o transitorio in cui si trova il paziente.
Somatizzazioni post traumatiche, da lutto non elaborato, da fallimento, da abbandono, da conflitti interpersonali, da stress ripetuti ecc… sono risultati e dati che chiunque è in grado di giudicare solo con la semplice osservazione di parenti od amici nei loro momenti critici, durante le loro malattie.
La letteratura in Psicologia e Psicosomatica è ricchissima di questi riferimenti, di tali prove scientifiche, una per tutte sono le straordinarie ricerche di T. H. Holmes prima (1967) e di L. O. Speciani in seguito, sull’incidenza del Carico Psicosomatico sull’uomo, con tabelle interessanti ed esplicative (vedi L’Uomo senza futuro di L. O. Speciani Ed. Mursia ).
Misurazioni delle variazioni del “tono psicosomatico basale” danno preziose indicazioni sul carico stressante che potrà influire su uno o più organi analoghi e correlati alla problematica conflittuale; ad esempio uno stress affettivo coinvolge il cuore, il terrore od uno spavento non compensato coinvolge il rene e così via.
Del resto E. Bach, come i cultori della Medicine Tradizionali Cinese ed Orientali in genere e per fortuna ultimamente anche un numero sempre maggiore di medici e psicosomatisti, indicano negli organi umani, che sono in un certo senso intelligenti la sede di sentimenti, ad esempio:
Nel FEGATO abbiamo l’ IRA
Nel CUORE la GIOIA
Nella MILZA l’ ANSIA, la RIMUGINAZIONE
Nel POLMONE la TRISTEZZA e DEPRESSIONE
Nel RENE la PAURA
E così via… ma ora facciamo un esempio classico.
Quando i sentimenti (da sentio cioè percepisco) sono feriti o quando non rispettiamo il nostro essere lasciandoci trascinare da passioni o emozioni incontrollate, veniamo indotti a compiere “errori di vita” che una parte di noi, nel nostro profondo, non è in grado di perdonarci facilmente.
Il nostro equilibrio naturale cioè la nostra ”centratura” viene così alterata creando una disarmonia, più o meno importante, in uno o più organi analoghi al tema emotivo del conflitto e simbolicamente correlati.
Allo scopo si potranno consultare le tabelle che si riferiscono alla Teoria dei Cinque Elementi che sta alla base della più che millenaria tradizione medica cinese.
Si potrà qui notare come è labile e quasi inesistente il confine tra Organi, Sentimenti, Spazio, Tempo, Colori e Simbologie Analogiche ; come la realtà esistente ed inesistente cioè visibile ed invisibile partecipa a vitalizzare quella struttura dinamica ed evolutiva che chiameremo olistica per cui la più piccola parte rappresenta il tutto ed il tutto è simbolicamente sentito ed identificato nel momento in cui, in meditazione, diventi tu stesso la “percezione”, il “sentire”.
Compito di ogni buon Terapeuta sarà quello di ripristinare l’equilibrio psicoenergetico tra centralità (cervello-psiche) ed organi e tanto più precoce sarà l’intervento tanto maggiori saranno i risultati per nonpermettere un’evoluzione verso patologie terminali.
Ma tutto questo non basta ancora per illuminarci e farci capire come mai la cellula umana, ad un certo punto, degenera.
Quello che è certo e comprovato è il fatto che tenderà a manifestarsi, grazie a questo difficoltoso od alterato controllo mentale od emozionale del corpo, una più o meno importante “debolezza d’organo” dato basilare per la comprensione di un processo che definirei una “alterazione informativa”.
Ogni cellula vivente emette, come dimostra anche F.Popp, particolari radiazioni cioè frequenze che possiamo misurare con varie apparecchiature e con varie unità di misura dagli Angstrom agli Herz.
Alcuni ricercatori e scienziati stanno usando strumentazioni che si basano appunto sulla Medicina di Risonanza individuando protocolli e tabelle per l’impiego di frequenze hertziane, a scopo terapeutico, cioè indicanti le frequenze più adatte alla terapia delle più svariate patologie e questo mi basta per affermare che:
“la malattia è sempre riscontrabile quando uno o più segnali elettromagnetici contenenti informazioni distorte o alterate e comunque non biocompatibili, ricevuti od emessi da cellule o gruppi di cellule, non più correttamente informate dai meccanismi di bioregolazione centrale oppure danneggiate irreversibilmente da tossine, materiale virale, viroidi, veleni o tossici, metalli pesanti, traumi anche psichici, stress elettromagnetici e geopatici ecc… creano ed impongono un disordine informativo grave e ripetuto nel tempo che coinvolgerà a cascata uno o più distretti corporei”.
Orbene, con una attenta sperimentazione da me effettuata, tramite un sofisticato strumento biocibernetico e diagnostico russo, che si chiama Amsat-test (mi viene detto essere derivato da tecnologie spaziali sovietiche), e tramite il Vega-Test e Vega-Check, di tecnologia germanica, ho evidenziato che uno o più organi, presumibilmente stressati e mal informati da tempo, cessavano di vibrare regolarmente cioè di emettere la loro abituale voce elettromagnetica. Il campo vibrazionale tradizionale era come spento, disattivato e cioè “muto”.
In un certo senso si “paralizzavano” non reagendo nemmeno ai particolari stimoli elettrici prodotti ed utilizzati dall’apparecchiatura, per una corretta mappatura elettromagnetica di stima delle zone biologicamente attive, che rappresentano cioè l’evidenza dello stato bioenergetico degli organi e tessuti collegati, ovviamente con diversi gradi di deviazione rispetto alla norma.
Gli organi rimanevano, per così dire, muti: non erano più controllabili e gestibili dal sistema centrale di controllo informativo.
Non parlo di anestesia nervosa periferica, sia beninteso, ma di una sorta di “vuoto di potere” per cui questi insiemi coerenti di cellule, collegate tra di loro, in un patto di azione comune per uno scopo comune, in quel momento o non ricevevano corrette informazioni dalla “direzione centrale” cerebrale su cosa fare, su come agire cioè duplicarsi, nutrirsi, quali sostanze produrre per il metabolismo o catabolismo, attivando i mitocondri per la produzione di ATP o altro ancora.
Forse qualcosa aveva bloccato temporaneamente o per sempre la loro capacità di rapportarsi a livello bioelettronico, attraverso i tre livelli di comunicazione già descritti, con i nuclei di regolazione centrali.
Bastano poche cellule cioè le recettrici dell’informazione malate o alterate per bloccare, per risonanza, tutto l’organo di cui fanno parte.
Ho testato questi organi divenuti ”muti” con varie altre strumentazioni quali il Vega-Test, l’EAV di Voll, ecc…. ma anche con strumenti soggettivi e poco scientifici ma molto pratici ed emozionali come l’Aurometro, il Biotensore, ecc…ed ho sempre riscontrato lo stesso dato: L’organo è muto, come paralizzato, inerte ed il suo funzionamento è passivo, automatico, si comporta cioè come una autovettura in ”folle“ il cui motore gira, funziona, si scalda, consuma benzina ed olio ma non serve a nulla, tanto meno al proprietario in quanto non lo può condurre in alcuna direzione. Emette una frequenza di valore diverso di quello che ci si aspetterebbe e qui gli esperimenti di Abrams possono confermarlo.
Sembra un organo normale e funzionante a chiunque si avvicini ad esaminarlo, auscultarlo, radiografarlo, ecografarlo e così via; persino agli esami clinici, biochimici ed emato-chimici risulterà ”nella norma” in quanto le cellule che lo costituiscono non sono morte, funzionano regolarmente ma sono come in “folle”.
Quindi è lecito dedurre che in esso potrebbe essersi instaurato come un blocco informativo, tanto è vero che comincerà ad emettere segnali biofrequenziali, come abbiamo visto, diversi da quelli biologici ed armonici originali esattamente come farebbe il navigante sperduto in mare durante una tempesta che, non riuscendo più a contattare gli organi portuali preposti per chiedere soccorso, con l’aiuto della ricetrasmittente di bordo in dotazione, tramite la frequenza di base ufficiale, incomincerà a scanalare varie bande, affannosamente e con ansia crescente, nel tentativo disperato di trovare qualcuno o qualche “fonte di informazione” che gli possa dare qualche direttiva, qualche indicazione.
Quest’organo disinformato è entrato in una particolare dinamica biofisica che qui definirei dinamica psico-bioenergetica che sfuggirà ad ogni tipo di ricerca biochimica ortodossa ma non passerà inosservata alle fini ricerche condotte dalla medicina funzionale e di risonanza, dalla bio-cibernetica, dalla bioelettronica, dalla biofisica quantistica e dalle ricerche radioestesiche e radioniche avanzate.
Tutto questo creerà nell’organo, che a questo punto posso considerare già ammalato, uno stato che mi piace sempre più definire, ovviamente in chiave simbolica, il terreno del vuoto di potere.
Cosa provoca nelle cellule questo blocco, questa paralisi?
Tante possono essere le cause di perturbazione bioenergetica che sono addirittura in grado, in laboratorio, di provocare una diminuzione degli scambi di membrana riducendo a poco a poco la differenza di potenziale di membrana della cellula.
Per meglio comprendere cosa significhi “interferenza informativa” vorrei sottolineare che moltissimi inquinanti posseggono come ogni materia una loro ben specifica frequenza vibrazionale, cioè una loro specifica voce che può armonizzarsi o contrastare fortemente quella dell’organo inquinato.
Ovviamente più fattori concomitanti non potranno che peggiorare la situazione cioè intervenire ancor più pesantemente sulla intelligenza informatica cellulare e sui colloqui in codice tra cellule sia attraverso membrana sia attraverso le vie nervose o riflesse.
Del resto, per non spaventare ulteriormente il lettore devo rassicurarlo che l’uomo possiede vari ed efficacissimi meccanismi di riparazione cellulare (riparo cellulare), disseminati dovunque e sotto la direzione centrale che si attivano automaticamente soprattutto di notte, sotto l’influenza delle onde cerebrali delta (0.8-3 Hz) coinvolgendo l’epifisi con la produzione di Melatonina (ricordate come questa è fondamentale per il metodo MDB del Prof. Di Bella ?) ed altre strutture nervose e ghiandolari. Questi meccanismi fisico-chimici riescono quasi sempre a rimediare anche i più complessi danni nucleari (DNA), cellulari, mitocondriali (ciclo di Krebs), funzionali e strutturali.
Questi ultimi concetti ci devono fare meditare che tutto, in fin dei conti, dipende dal nostro cervello quindi dalla nostra mente, vale a dire la psiche che è collegata con i livelli emotivi profondi ma anche con quelli spirituali.
Psiche che, come abbiamo visto più sopra, gestisce direttamente i sentimenti, i conflitti od emozioni anche antichissimi che proiettati, come cita la scienza psicosomatica, per analogia funzionale o simbolica, rendono una o più parti del corpo ed i rispettivi organi molto più sensibili, visto il carico di informazioni che, nel caso ad esempio di conflitti, sono dichiaratamente ostili, negative e distruttive e vengono automaticamente ma inevitabilmente proiettate su di essi ( si ricordi al riguardo cosa scriveva il Dr. E. Bach).
Per sottolineare il collegamento tra mente e corpo vi propongo alcuni esempi di banali frasi (parola è vibrazione e comunicazione) che stanno ad indicare cosa significa il termine “proiezione analogica organica”. Si può comprendere meglio come il corpo fisico è sempre in stretto contatto analogico e simbolico con quello psichico e spirituale: “se continui così mi spezzerai il cuore… le tue parole mi bruciano ancora… mi stanno sullo stomaco… mi fischiano ancora le orecchie” e così via. È elementare quindi come l’organo, indebolito dalla sua stessa centralità, che non invia più informazioni armoniche, biologiche ed equilibrate diventa più sensibile a questo o quell’ inquinante, a questo o quel tossico, come cita la teoria del “locus minoris resistentiae” ampiamente riconosciuta in tutte le sedi scientifiche.
Partendo sempre dal presupposto che la casualità, in questo mondo, non esiste, noteremo che la proiezione analogica porterà l’uomo a vivere, ad esempio, in un contesto pericoloso o alimentarsi di cibi perlomeno sospetti oppure abitare in luoghi nei quali molti altri mai avrebbero gradito soggiornare perché spinto da quel misterioso richiamo interiore di risonanza psichica che detta scelte, abitudini, inclinazioni, gusti alimentari ma anche i comportamenti sociali che sono alla base di quelli che si definiscono, in termini psicologici, test proiettivi di personalità.
Quando i citati meccanismi di riparazione cellulare e funzionale non riescono ad assolvere il loro difficile ma insostituibile compito, a causa del protrarsi nel tempo delle perturbazioni fisiche e psichiche o quando queste sono massive e non più tollerabili per l’economia energetica dell’organo colpito, avremo dapprima uno stress cellulare, quindi una paralisi informativa ed infine uno stato di inerzia energetica che ho riscontrato sperimentalmente e chiamato vuoto di potere.
In questo stato vibrazionale alterato le cellule recettrici e direttrici di riferimento si aspettano che “qualcuno” intervenga per reinformarle correttamente esattamente come il navigatore della nostra storia che attende un qualsiasi segnale per avere una ben precisa rotta da seguire.
Questo qualcuno potrebbe essere anche un “essere” intelligente, con un sistema nervoso e cellule direttive ben funzionanti che ha come scopo principale la sopravvivenza e propagazione della sua specie. Un essere alieno risoluto nel trovare uno spazio in cui vivere, nutrirsi, procreare e da una sede ben definita magari cercare di far migrare i propri figli per fondare nuove colonie, in luoghi anche lontani.
Potrebbe essere qualche Virus?
Pensandoci e studiando il loro spettro frequenziale direi proprio di no, troppo debole; forse qualche Batterio? Anche qui la risposta, dopo lunghe ricerche, è negativa. Pensando ai miceti, cioè ai funghi (Candida Alb.), la ricerca si è fatta più interessante in quanto quasi la totalità dei pazienti tumorali presenta nell’intestino (ma non solo) un elevato titolo di colonie di miceti la cui presenza è sempre stata messa in relazione con i gravi problemi immunitari degli stessi che sarebbero la causa di una disbiosi intestinale cioè di una patologia della flora batterica intestinale con alterazione graduale della funzionalità del sistema immuno-linfatico intestinale che conduce a lungo andare al blocco del MALT (Tessuto Linfatico Associato alla Mucosa).
Ma anche per i miceti la risposta ai miei interrogativi è stata decisamente negativa anche se posso affermare che la presenza di questi miceti potrebbe essere il terreno adatto alla sopravvivenza e lo sviluppo degli “esseri intelligenti” (essendo dai miceti minata la base del nostro sistema difensivo). Questi esseri potrebbero dirigere, con i loro impulsi direttivi vitali, le operazioni che convertiranno le cellule sane ma non più informate ad una sudditanza energetico-informativa tanto da farle regredire ad uno stato di cellule simil-embrionali cioè cellule indifferenziate adatte quindi ad essere nuovamente informate. Esse sono strutturate esattamente come quelle da cui discendiamo e cioè le cellule embrionali. Queste ultime saranno quindi condizionate da un impulso irrefrenabile a duplicarsi, ad invadere tessuti confinanti, ad espandersi quasi a riformare un nuovo essere mostruoso, sotto una direzione aliena che vuole la sconfitta di un nemico che, con i suoi meccanismi immunitari di riparo (ecco che la presenza di miceti intestinali è utilissima agli alieni) con farmaci od altro vuole solo la sua morte.
Parassiti come elementi di disturbo
Questi Esseri alieni, con una volontà, sono i parassiti intestinali e quelli più tenaci ed intelligenti, con un sistema nervoso attivo e vivace, con un ciclo vitale che è in grado di diffondersi in moltissimi organi ed a stadi diversi, sono i Trematodi intestinali, tra questi i più pericolosi sono: FASCIOLOPSIS BUSKI – FASCIOLA HEPATICA – EURYTEMA PANCREATICA – CLONORCHIS SINENSIS
Ha quindi ragione la scienziata americana dott.ssa H. Clark che, con le sue controverse ricerchesperimentali, ha in un certo senso confermato queste supposizioni.
Cito anche dal suo libro” Il Cancro Prevenzione e Cura” Ed. AIEP testualmente:
“L’uomo è gravemente infestato dai trematodi: particolarmente il trematode intestinale Fasciolopsis Buskii, ma anche il trematode epatico della pecora Fasciola Hepatica, il trematode pancreatico del bestiame Eurytrema Pancreatica ed il trematode epatico umano Clonorchis Sinensis”.
Ed ancora:
“L’incremento registrato negli ultimi decenni è dovuto allo stabilirsi di una nuova “riserva biologica“ nel bestiame, nel pollame e negli animali domestici”.
Alla presenza di certi solventi, questi trematodi possono completare il loro ciclo vitale all’interno del corpo umano non richiedendo una chiocciola come ospite intermedio, come essi abitualmente fanno. I solventi sono L’alcol Isopropilico, il benzene, il metanolo, lo xilene, il toluene ed altri che si trovano come residui nei cibi ed inquinano certi prodotti come il dentifricio, il collutorio, le lozioni ed i cosmetici. Questi solventi contaminano pure il mangime degli animali e così sono responsabili di avviare una nuova riserva o sorgente di infezione. I diversi solventi si accumulano preferenzialmente in organi differenti.
L’alcol isopropilico si accumula nel fegato, favorendo ilo completarsi del ciclo vitale del Fasciolopsis in quest’organo. Esso instaura il processo canceroso e cioè la produzione di uno stimolante mitotico, l’orto-fosfo-tirosina. L’orto-fosfo-tirosina e una varietà di fattori di crescita vengono prodotti negli organi affetti perché necessari al parassita che, involontariamente, coinvolge i tessuti dell’ uomo nella sua sfera di influenza.
(in questo non sono d’accordo viste anche le mie premesse, probabilmente l’autrice non è andata oltre l’esame biologico dei suoi risultati)
La presenza di un trematode adulto nel fegato segnala la produzione di orto-fosfo-tirosina in un organo distante. Quest’organo sembra scelto in base alla presenza del rame ed un fungo, pure essi cancerogeni.
(anche qui condivido solo in parte queste affermazioni)
La differenza tra le persone che accumulano l’alcole isopropilico e quelle che lo metabolizzano prontamente sta nella presenza di aflatossina B nelle prime.
La coincidenza di aflatossina B ed alcol isopropilico nel fegato porta alla formazione di gonadotropina corionica umana HCG.
L’HCG si diffonde nel corpo ed è seguita dalla formazione di orto-fosfo-tirosina.
Le aflatossine contaminano i cibi e possono essere anche prodotte in sito per la crescita del micelio di varietà di Aspergillo (vedi Bechamp ed Enderlein).
La crescita di tali miceli si è rilevata solo in presenza di rame !
La vitamina C aiuta la disintossicazione da aflatossina B. Questo può spiegare le osservazioni di Linus Pauling e di altri che sostengono come la vitamina C possa debellare alcuni tipi di cancro.
(del resto ricordo che le ricerche del famoso Prof. L. Pantellini di Firenze e quelle del Prof. L. Oreste Speciani di Milano confermano come l’Ascorbato di potassio sia molto attivo su alcuni tipi di tumore e sia il miglior rimedio preventivo attualmente conosciuto; anche il compianto e mio carissimo amico Prof. Carlo Sirtori ha sempre raccomandato l’uso di vitamina C nelle sue lezioni magistrali)
La rimozione dell’alcol isopropilico, rame e micotossine dall’alimentazione del paziente e la distruzione di tutti gli stadi del trematode, come pure l’eliminazione di carne poco cotta e di prodotti caseari non cotti nella dieta, permette di interrompere velocemente, generalmente meno di una settimana, il processo di formazione di ogni tipo di cancro. Il cancro può essere debellato in un tempo molto breve disinquinando il cibo degli animali, liberando gli animali domestici dai trematodi e monitorando tutto il cibo ed il mangime per individuare i solventi. Nell’organismo affetto si possono individuare gli stadi di sviluppo del trematode intestinale, così nel sangue, nel latte , nella saliva, nello sperma e nell’urina, può essere osservato direttamente usando un microscopio di bassa potenza.
Si capisce che questo parassita può essere trasmesso sessualmente e allattando. Comunque, il ricevente sviluppa il cancro solamente se l’alcol isopropilico è già presente nel suo corpo in seguito all’aflatossina…
Dalla lettura di questo libro si apprende come tutti i tipi di cancro hanno un’origine comune perché provocati da un solo parassita : il trematode dell’intestino umano. Se viene soppresso questo parassita ed i suoi stadi di sviluppo, il cancro si arresta immediatamente.
Il tessuto torna gradualmente alla normalità
La Dottoressa Hulda Clark, dopo anni di studi e ricerche di laboratorio, afferma che, per ammalarsi di cancro, si deve contrarre questo parassita…Potrebbe essere una delle verità su questa patologia, sempre più diffusa ma dalle origini mai ben definite e dimostrate.
Questa teoria, è vero che è suffragata da serie sperimentazioni e ricerche sul campo ( è importante comprendere sempre l’eziologia delle patologie) ma vi sono ancora lati oscuri e dubbi. Di certo i parassiti, come i riflessi delle somatizzazioni d’organo, giocano un ruolo primario nella genesi delle forme cancerose, delle cui cause vi sono molti lati occulti. Ho definito, in un mio volume, le patologie tumorali come patologie occulte, appunto perché occultate o nascoste dalla cecità causata dalle superstizioni scientifiche e da considerazioni spesso non legate alla verità.
By Claudio Viacava – www.viacavaclaudio.it
Prof. Dott. Claudio Viacava PhD – Biologo, Naturopata, Psicologo e Psicoterapeuta è esperto in Psicologia del Benessere e Psicologia Clinica e Docente presso Università Internazionali alle Facoltà di Medicina e Chirurgia e Istituti di formazione professionale in Medicine Complementari.
Si è occupato, come ricercatore, di Virologia ed Ecologia ambientale dal 1974 e quindi di Psicobiologia dal 1979. Grazie a queste ricerche, alle pubblicazioni scientifiche ed alle numerose docenze presso vari Atenei nazionali ed internazionali è stato nominato, nel 1990: “Onorevole Senatore Accademico” dell’Accademia Medicea di Firenze, con il placet scientifico e culturale del Prof. Carlo Sirtori. È autore di dispense e pubblicazioni didattiche in Biologia, Geobiologia, Psicosomatica, Naturopatia, Bioenergetica e Sessuologia e di alcuni libri, di larga diffusione tra cui:
Principali pubblicazioni :
– Onde Elettromagnetiche: l’invisibile e la nostra salute
– I e II Edizione: Edizioni Xenia Milano 1996.
– Le Medicine Complementari:Edizioni G.B. Padova 2000
– Patologie Occulte: Macro Edizioni 2001
– Cure Naturali per le malattie del nostro tempo: Macro Ed. 2002
– Medicina dell’Habitat e Domoterapia: Edizioni MIR 2004
– L’Acqua, la nostra miglior medicina: Macro Edizioni 2004
– Nuove Tecnologie ed Antichi rimedi: Editoriale Delfino 2006.
– Cure naturali e Medicine popolari: Editoriale Delfino 2008
– La mia casa…la mia anima: Editoriale Delfino 2010
– 2012 ? Cronaca di una rinascita: di 400 pagine, entro breve scaricabile gratuitamente dal sito