La Glicazione
La glicazione proteica indica la reazione mediante la quale gli zuccheri si legano ad alcuni gruppi di proteine. Il processo si svolge in più stadi, con la formazione in un primo momento del “prodotto di Amadori” e successivamente di prodotti finali di “glicazione avanzata”.
I prodotti di glicazione avanzata, una volta fissati alle proteine dell’organismo, sono responsabili di alcuni danni ai tessuti (complicanze). Il primo stadio della glicazione (prodotto di Amadori) non provoca danni ed è possibile misurarne la quantità, potendo così essere impiegato come marcatore.
La reazione di glicazione è una reazione non-enzimatica: dipende cioè solamente dalla quantità di glucosio nel sangue, dalla quantità di proteine, dalla permeabilità delle cellule al glucosio, dai gruppi amminici liberi.
l prodotti di glicazione formano ponti intermolecolari anomali (“cross links”), si legano a specifici recettori e si accumulano anche dentro le cellule. Un esempio è fornito dal collagene che determina un ispessimento dei tessuti del rene (nefropatie).La strategia di prevenzione e cura deve mirare a inibire al formazione di questi prodotti.
La glicazione proteica, in quanto dipendente dal contenuto di zuccheri nel sangue, costituisce anche un marcatore di valutazione del controllo metabolico. Ciò avviene mediante la misurazione dell’emoglobina glicosilata GHb, in quanto lo zucchero si lega alla parte proteica dell’emoglobina. I valori si normalizzano in circa 4-6 settimane. L’aumento di livello a seguito di iperglicemia si rivela dopo circa 1 – 4 settimane; per questo il valore dell’emoglobina è rappresentativo della situazione media delle ultime 4 – 8 settimane.
Un recente studio negli USA ha dimostrato che dopo 7 anni di controllo le complicanze si riducono notevolmente quando i valori di HbA1c si avvicinano ai valori normali.
In particolare il controllo di questi valori e quindi un buon controllo metabolico rivestono grande importanza in gravidanza. Con valori inferiori a 6.5 il rapporto tra gravidanze normali e quelle avverse (comportanti malformazioni o aborti) è stato di 54 a 2, con valori tra 6.6 e 7.8 il rapporto è stato di 39 a 5, tra 7.9 e 9.3 è stato di 41 a 5 mentre per valori superiori a 9.4 è stato di 10 a 5.
Da qui la necessità di programmare la gravidanza tenendo conto della situazione di controllo metabolico all’atto del concepimento.
Nel diabete di tipo I il controllo dell’emoglobina glicosilata è opportuno sia effettuato ogni 2-4 mesi, nel diabete di tipo II (non insulino-dipendente) ogni 4 – 6 mesi e nel diabete gestazionale ogni 1-2 mesi.
Anche la misurazione della fruttosamina rappresenta un parametro di valutazione analogo, in quanto esprime la percentuale di glucosio libero legato all’albumina. Essendo la vita media dell’albumina in circolo di circa 2 settimane, la fruttosamina viene ad esprimere le media glicemica degli ultimi 15 giorni: è quindi un parametro di controllo a breve termine, utile per verificare cambiamenti metabolici dopo modificazioni terapeutiche o in presenza di fattori che alterano l’emoglobina glicata (farmaci, emoglobinopatie).
By dott.essa A. Lapolla
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La Glicazione è un indurimento delle fibre di collagene, causato dall’essiccativa assunzione di particolari zuccheri quando mangiamo. In pratica i tessuti cutanei diventano meno elastici, la pelle si irrigidisce di più e le rughe, tendono ad accentuarsi.
Ma non tutti gli zuccheri provocano questo. Non stiamo parlando degli zuccheri naturali come il fruttosio (NdR: recenti ricerche hanno dimostrato che questa ultima sostanza altera centinaia di geni cerebrali) ed il glucosio, presenti anche nella pasta, nei cereali, nel riso e nel miele.
Questi zuccheri, infatti, vengono assorbiti bene dall’organismo, che li brucia e li trasforma in energia. Gli zuccheri cattivi sono, al contrario quelli raffinati come lo zucchero bianco, e i dolcificanti contenuti per esempio nelle bibite e nei dolci industriali: sono più difficili da smaltire. Quindi si accumulano: alzano il lavello di glicemia nel sangue e si fissano alle cellule; quelle cutanee comprese. Tranquille, questo non vuol dire che dovete eliminare i dolci. Basta consumarli con moderazione e, se possibile, solo al mattino: con l’attività diurna, l’organismo ha più tempo per metabolizzarli.
La Glicazione avviene quando parti di molecole del glucosio reagiscono con le proteine tissutali danneggiandole. Queste reazioni, proporzionali alla glicemia, tra zucchero e proteine tissutali, quali collagene e mielina, sono responsabili del precoce invecchiamento dei tessuti nei diabetici, i quali hanno appunto una costante situazione di iperglicemia, e si ritiene siamo coinvolte nei processi di aterosclerosi e danni renali, che sono tra l’altro normali complicazioni del diabete. In effetti i danni ossidativi da radicali liberi e quelli da glicazione appaiono i maggiori responsabili degli effetti dell’invecchiamento, ed alti livelli di glicemia abbinati ad ampie fluttuazioni della stessa, aumentano la denaturazione delle proteine del collagene e di altre proteine tissutali.
La proposta del dermatologo Fredric Brandt, che promette di far ringiovanire le donne non più giovanissime di dieci anni in dieci minuti, e’ quella di semplicemente eliminare gli zuccheri.
La scienza sembra confermare questa “miracolosa teoria”. Infatti pare che con il passare degli anni questi nutrienti si fissano sempre più sulle fibre di collagene del derma, facendo perdere loro elasticità e ompattezza, con il risultato che le rughe diventano sempre più evidenti e profonde. Questo processo si chiama glicazione.
Secondo il dermatologo Brandt, una dieta povera di zuccheri non solo rallenterebbe ma anche contrasterebbe tale processo.
La glicazione aumenta il livello delle infiammazioni:
È sempre più frequentemente dimostrato che uno stile di vita poco sano si associa in maniera negativa con le malattie croniche (MC). L’infiammazione che si riscontra in tutte le malattie croniche è associata a un aumento dell’ossidazione, a sua volta associato all’insorgenza della sindrome metabolica e a un elevato deposito nei tessuti dei così detti prodotti finali della glicazione e della lipossidazione avanzata (advanced glycation and lipoxidation end-products, AGE/ALE).
Tutti i pazienti affetti da MC, inclusi quelli che soffrono di malattie genetiche o di malattie con eziologia non nota, possono trarre beneficio dai controlli che si effettuano per stimare i valori degli AGE. È probabile, ma non ancora provato, che il controllo dell’apporto e della produzione cellulare di AGE/ALE sia molto importante per mantenersi in salute, e potrebbe migliorare l’outcome delle malattie. Elevati indici di infiammazione si riscontrano in pazienti con complicazioni quali infezioni, traumi, terapie chirurgiche e mediche avanzate come per esempio i trapianti.
Fra gli anziani, soprattutto se affetti da MC, si riscontra, in genere, una più elevata incidenza di complicazioni. Sono molto numerosi i dati secondo i quali lo stile di vita dei pazienti e il grado di infiammazione influenzano in maniera significativa l’outcome della malattia.