Il crollo di un mito: Quello della IGIENE – TROPPA “IGIENE” fa male !
L’igiene (dal greco ὑγιεινός sano, salutare, curativo; citato nell’invocazione del giuramento di Ippocrate) è il ramo della medicina che tratta le interazioni tra l’ambiente e la salute umana. Elabora criteri, esigenze e misure riguardanti lo stato ambientale e il comportamento individuale e collettivo.
Scopi: prevenzione primaria onde evitare e combattere la malattia e promozione del benessere e dell’efficienza umana.
Negli stati moderni, le misure igieniche che aumentarono notevolmente la durata media della vita umana furono l’organizzazione e la legiferazione su:
– rifornimento di acqua potabile
– canalizzazione
– smaltimento dei rifiuti
– attività di costruzione di abitati e di strade asfaltate
– valori limite per l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento acustico
allevamento di bestiame e tenuta di animali domestici (zoonosi)
– commercio di alimentari
– norme di lavoro
ecc.
Riguardo l’ambito lavorativo medico, dopo i tempi di Semmelweis, l’igiene consiste nella difesa da possibili germi patogeni, attuabile con misure di disinfezione, sterilizzazione e smaltimento di rifiuti speciali per evitare infezioni. L’igiene clinica è prevalentemente orientata verso la difesa dai germi patogeni riscontrabili negli ospedali. I relativi batteri sono spesso stirpi resistenti a quasi tutti gli antibiotici. Questo a causa del loro continuo uso negli ospedali e dell’abuso che ne fa la popolazione.
L’igiene nell’ambito medico (prevalentemente orientata a combattere germi patogeni) determina la coscienza pubblica: l’ “igiene” è percepita come “lotta ai microbi”, che spesso determina fobie comiche atte solo ad incrementare il commercio di detersivi e “disinfettanti”. Questo punto di vista riduttivo devia dai problemi igienici moderni:
– acqua potabile inquinata da nitrati usati in agricoltura, cosmetici e ormoni da farmaci
– aria carica di gas e polveri fini nocivi, provenienti dalla combustione di impianti di riscaldamento e motori,
– materiali da costruzione con rischi a lunga scadenza ignoti (es. amianto),
– alimenti prefabbricati industrialmente contenenti sostanze sintetiche dal rischio a lunga scadenza ignoto,
– carni e formaggi con residui di farmaci somministrati agli animali d’allevamento ecc.
Il tutto microbiologicamente al di fuori di ogni sospetto, ma che rappresenta comunque una minaccia per la salute, il benessere e l’efficienza umana: in altre parole anti-igienico.
Infine l’igiene si occupa della promozione della salute stimolando, tramite l’educazione sanitaria, comportamenti e stili di vita atti a migliorare sia la durata che la qualità della vita umana. Queste iniziative sono spesso basate su fini di lucro e quasi mai su affidabili (peer reviewed) studi epidemiologici.
Bibliografia:
– Barbuti Salvatore Igiene e medicina preventiva; Monduzzi 2004
– Comodo Nicola; Maciocco Gavino Igiene e sanità pubblica; Carocci 2002
– Di Orio Ferdinando Igiene: Epidemiologia e statistica medica; Masson 1998
– Anni Orazio Igiene ed educazione sanitaria; Hoepli 1993
– Marinetti Giuseppe, Marinetti Paolo Manuale di igiene scolastica ed educazione sanitaria; Liguori 1983
Tratto in parte da: it.wikipedia.org
Legislazione Italiana sull’Igiene: http://www.usl4.toscana.it/dp/isll/lex/lex0000.htm
Commento NdR: Il mito della pulizia
Viviamo nel mito di essere sempre piu’ puliti e sterilizzati perché facciamo regolarmente il bagno con i sali balsamici e ci laviamo vigorosamente le mani con il sapone e l’amuchina, mentre nel nostro interno (intestino) ospitiamo miliardi di batteri che ci permettono di vivere ma ed anche proteine virali frutto della disintegrazione delle nostre cellule ed in molti casi, diversi chili di materiale di scarto e di acque pronti a diventare escremento e difficilmente espulse per malfunzione organica e sistemica, con magari anche feci solidificate ed incollate che rivestono la mucosa interna dell’intestino che determinano SEMPRE malassorbimento e malnutrizione.
Secondo il prof. Mel Greaves dell’Istituto di ricerca sul cancro di Londra, vincitore della prestigiosa Royal Medal della Royal Society, le leucemie infantili sono causate non solo da genetiche aberranti o dall’esposizione a radiazioni pericolose ma anche a causa della mancanza di infezioni comuni durante l’infanzia che aiutano a costruire l’immunità.
Le teorie di Greaves e le prove dei primi lavori sono state pubblicate in un articolo che è stato pubblicato nell’ultimo numero della rivista Nature Reviews Cancer.
Il suo lavoro raccoglie informazioni da esperti di biologia cellulare, immunologia, genetica, leucemia infantile ed epidemiologia..
– https://www.facebook.com/groups/vaccinipuliti/permalink/497333884100726/
Fonte: https://www.nature.com/articles/s41568-018-0015-6
Tratto da: https://www.news-medical.net/news/20180522/Childhood-leukemia-linked-to-lack-of-childhood-infections.aspx
vedi anche: https://scienze.fanpage.it/lo-sporco-fa-bene-alla-salute-dei-bimbi-perche-i-germi-rinforzano-il-sistema-immunitario/
vedi: La Teoria dei germi come causa delle malattie e’ FALSA + Legge di Guarigione + Antibiotici sotto accusa:”Non funzionano più” + Pericolo Farmaci + ANTIBIOTICI e loro danni + Antibiotico resistenze 2 + Antibiotici e sostituti naturali + Falsa medicina
Troppa pulizia può fare ammalare – 30 novembre 2010
Troppa pulizia può far male. I giovani infatti che usano troppo i saponi antibatterici con triclosan sono soggetti a più allergie, mentre l’esposizione a livelli maggiori di bisfenolo A (bpa) tra gli adulti influisce negativamente sul sistema immunitario.
A rilevarlo è uno studio dell’università del Michigan pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives.
Il triclosan è un composto chimico largamente usato in saponi, dentifrici, pannolini e strumenti medici, mentre il bisfenolo A è presente in molti materiali plastici, come i recipienti usati per conservare gli alimenti. Entrambi fanno parte di una classe di sostanze tossiche ambientali che distruggono il sistema endocrino, che si ritiene abbiano un impatto negativo sulla salute umana, perchè imitano o influiscono sugli ormoni.
I ricercatori hanno messo a confronto i livelli di anticorpi da citomegalovirus (cmv) con i livelli di triclosan e bpa nelle urine e le diagnosi di allergia o raffreddore allergico negli adulti e nei bambini dai 6 anni in su. “Abbiamo così visto che le persone sopra i 18 anni con livelli più alti di esposizione al bpa – spiega Erin Rees Clayton, una dei ricercatori – hanno più anticorpi cmv, e che quelli con le quantità maggiori di triclosan soffrono di più di allergie e febbre da fieno”.
Cosa che suscita le preoccupazioni della comunità scientifica e dei consumatori sul fatto che queste sostanze siano pericolose per l’uomo anche a livelli più bassi di quanto si fosse pensato finora. “I risultati nei giovani corroborano l’ipotesi dell’igiene, secondo cui stare negli ambienti molto puliti e igienici può influire sulla nostra esposizione ai microorganismi benefici per lo sviluppo del sistema immunitario – aggiunge Allison Aiello, coordinatrice dello studio – Come agente antimicrobico presente in molti prodotti casalinghi, il triclosan può modificare imicroorganismi a cui siamo esposti, influendo sullo sviluppo del nostro sistema immunitario nell’infanzia“.
Fonte: Ansa.it
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Il nostro organismo si difende abbastanza bene, da sempre, contro la “contaminazione” da sostanze tossiche, infiammazioni, germi provenienti dall’esterno e da quelli provenienti dalle mutazioni autoindotte, altrimenti la specie umana si sarebbe estinta da molto tempo; per fortuna che la Natura ha inventato sistemi efficaci e duraturi per proteggerci dalle intossicazioni, infiammazioni e proliferazioni anomale di batteri e funghi e quando cio’ non avviene ecco che la malattia appare.
Il substrato del corpo umano conta più germi simbiotici (ca. 30 milliardi) di quante cellule lo stesso corpo umano è composto (ca. 20 milliardi).
E moriremmo abbastanza in fretta se questi germi, nostri angeli custodi protettori, non esistessero.
Il nostro derma (pelle) e le mucose interne sono fittamente coperti da “flora” (dermica, orale, intestinale, respiratoria, vaginale, … ) che di solito forma uno schermo molto efficace all’uomo, contro i pochissimi germi patogeni introdotti dall’esterno e da quelli mutati internamente durante le alterazioni indotte della flora, per pH alterato ed altri cofattori: questa Flora autoctona, specie quella intestinale, occupa semplicemente il territorio, il Terreno, lo colonizza e non lascia posto e/o distrugge gli “estranei e/o i mutanti”.
Sotto questo aspetto è controindicato lavarsi troppo spesso con sostanze detersive (emulgatori o solventi di grassi e oli), perché distruggono la flora dermica che impiega circa un’ora per riformarsi. Persone dalla pelle molto sensibile o ammalata usano prodotti protettivi dopo ogni lavaggio (creme o emulsioni per lo più composti da oli e acqua, conservanti e odoranti sintetici), ma non risolvono il problema della flora.
Meglio utilizzare i saponi alla “veccia maniera” (es. quello detto “Marsiglia”).
Con sapone alla “vecchia maniera ” si intendono saponi fabbricati con oli o grassi e carbonio di sodio o potassio. Questi saponi non contengono allergeni, distruggono bene i germi patogeni (salvo i miceti) e preparano un buon terreno di acidi grassi per la flora dermica (sono carenti di sale, urea e un acido organico, ma un tegumento sano li secerne abbastanza velocemente). I “saponi sintetici” invece ( usati abitualmente), hanno poco a che fare con un sapone: per lo più hanno proprietà detersive (emulsionano grassi e oli), ma sono carenti di germicidi e di solito non contengono acidi grassi. Infatti, su queste saponette vivono più germi che sugli asciugamani (anche se raramente patogeni).
IMPORTANTE NdR: E’ noto che gli zingari (bambini ed adulti) sono molto piu’ sani dei cosiddetti “cittadini”, questo perche’ vivendo in condizioni igieniche meno aggressive, permettono all’organismo di adeguarsi ed imparare a difendersi dalle varie malattie, cioe’ si irrobustiscono di piu’ e meglio.
Cio’ significa che la troppa “igiene” indebolisce il sistema immunitario e l’organismo intero, permettendo l’aggressione delle varie malattie, specie sui vaccinati che per via dei vaccini sono immunodepressi !
Tutti i bambini nati sani sono naturalmente dotati di meccanismi di difesa immunitaria e di anticorpi per adattarsi rapidamente all’ambiente esterno e per raggiungere così un alto grado di immunita’ alle malattie specie se allattati al seno materno e nati con la “camicia” (Lotus Birth)
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Siamo troppo puliti ? – Le insidiose trappole dell’igiene
Meno germi, più allergie. Ora questa ipotesi si estende al diabete e ai tumori.
L’«ipotesi igienica» non è più una curiosità come sembrava quando fu proposta, alla fine degli Anni Ottanta, dall’epidemiologo britannico David Strachan, che attribuiva alla minore esposizione ai germi durante l’infanzia l’aumento delle malattie allergiche nei Paesi più ricchi. A conferma della sua teoria diversi studi mostravano come la probabilità di soffrire di eczema, raffreddore da fieno, o asma era più bassa tra chi aveva molti fratelli, aveva frequentato l’asilo nido fin dai primi mesi di vita, o comunque, vivendo in contesti socioeconomici più sfavorevoli, aveva contratto l’epatite A, la salmonellosi o altre malattie che si trasmettono in condizioni igieniche inadeguate. «Oggi a queste prove indirette si sono aggiunti esperimenti di laboratorio e studi su modelli animali — spiega Paolo Maria Matricardi, che attualmente è senior scientist presso il Dipartimento di pneumologia e immunologia pediatrica dell’Università di medicina Charité di Berlino —. Esaminando l’incidenza di allergia nei militari, per esempio, abbiamo dimostrato che l’effetto protettivo, più che dalle infezioni respiratorie, che anzi possono innescare l’asma, viene da germi trasmessi da mani poco pulite e da cibi contaminati».
L’ipotesi igienica si è intanto estesa: le difese dell’organismo umano, non dovendosi cimentare con le molteplici infezioni cui è stato esposto per millenni, si rivolgerebbero non solo contro elementi di per sé innocui, come nelle malattie allergiche, ma anche verso tessuti e organi propri, scatenando malattie autoimmuni, come il diabete, la sclerosi multipla o il morbo di Crohn.
Per studiare l’applicazione della teoria igienica al diabete di tipo 1 l’Unione europea ha stanziato 6 milioni di euro.
Si è osservato, infatti, che in Finlandia il diabete è 6 volte più comune che in Russia e che in alcune regioni della Russia sono più frequenti le infezioni intestinali: il progetto Diabimmune, dovrà stabilire, indagando su 7 mila bambini, se c’è un legame tra queste due circostanze. La linea di ricerca più innovativa e di cui si è finora meno sentito parlare, però, è quella che riguarda i tumori, perché anche la loro genesi è tenuta sotto controllo dal sistema immunitario. Si è partiti dall’osservazione che i bambini inseriti al nido nei primi mesi di vita hanno un rischio ridotto di ammalarsi di leucemia infantile, o di sviluppare da grandi il linfoma di Hodgkin, tumore del sistema linfatico che è meno frequente anche nei giovani con più fratelli maggiori.
«Anche le difese immunitarie contro i tumori vengono attivate dal contatto con i germi, soprattutto dalle componenti di alcuni batteri, chiamate endotossine, — spiega il professor Giuseppe Mastrangelo, del Dipartimento di medicina ambientale e sanità pubblica dell’Università di Padova — con cui vengono particolarmente a contatto alcune categorie professionali, come gli allevatori e i lavoratori dei cotonifici». “Chi lavora nelle stalle, per esempio, ha cinque volte meno probabilità di avere un cancro al polmone rispetto ai contadini che non allevano animali, prosegue l’epidemiologo padovano. Il rischio diminuisce quante più sono le mucche da accudire e torna ad aumentare col tempo se gli allevatori cambiano lavoro. In maniera analoga, le addette alla lavorazione del cotone sembrano protette, oltre che nei confronti del tumore al polmone, anche verso il tumore al seno, al fegato, allo stomaco, al pancreas. E pure in questo caso l’effetto protettivo è tanto maggiore quanto più intenso e lungo è stato il contatto con l’endotossina, presente nella polvere di cotone, così come nel letame”.
By Roberta Villa – Tratto da: Corriere.it – 19.10.2008
Commento NdR: cio’ significa che meno “igiene” vi e’ maggiore e’ la SALUTE dei soggetti ….Sante parole che iniziano a venire a galla….certo che vanno contro cio’ che dicono i medici allopati indottrinati e/o collusi dalle case produttrici di prodotti “igienici”….o quelle dei Vaccini…
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Ci laviamo troppo, è allarme dermatiti – Gli italiani si lavano troppo.
L’eccesso di saponi e bagnoschiuma, col loro effetto abrasivo e disseccante, porta a un boom di dermatiti, eczemi, spaccature della pelle (soprattutto delle mani) che ormai rappresentano un vero allarme.
Lo sottolinea il prof. Antonio Garcovich, dermatologo al Policlinico Gemelli di Roma, che ricorda come “le dermatiti sono sempre più frequenti negli italiani, e ormai sono la più frequente causa di inabilità lavorativa”.
Colpa del nostro amore smodato per il sapone: “Non dobbiamo lavarci le mani ogni cinque minuti – avverte Garcovich – basta all’inizio e alla fine della giornata”.
“Il sapone irrita la pelle, altera l’equilibrio epidermico distruggendo i lipidi e favorisce la secchezza delle mani causando spaccature, ragadi, squame. Una dermatite può cronicizzarsi, e che è molto fastidiosa”.
Un problema che riguarda principalmente le casalinghe e in generale chi fa lavori domestici, sempre a contatto con saponi e detersivi, ma che non risparmia i “normali” cittadini.
“Agli italiani piace il sapone, meglio se con tanta schiuma – avverte il dermatologo – ma non è vero che più c’è schiuma più ci si lava. La schiuma distrugge i lipidi in superficie e altera l’equilibrio della pelle, spesso in modo irreversibile”.
Meglio usare “bagni oleati, oli vegetali, detergenti speciali che puliscono per affinità. E poi va bene anche lavarsi solo con acqua, bisogna usare il sapone meno spesso”.
Il boom di dermatiti, non a caso, riguarda la mano dominante, “quella che usiamo più spesso e che viene più a contatto con sostanze abrasive”.
Per questo quando si lava i piatti è meglio usare “guanti di cotone all’interno, non di gomma o lattice che favoriscono la secchezza della pelle. E bisogna intervenire subito in caso di irritazione, usando creme contenenti ceramidi, che ripristinano la barriera epidermica”.
Tratto da: paginemediche.it
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Ma comunque la Giusta Igiene e’ necessaria
What is the evidence for a causal link between hygiene and infections ?
By Allison E Aiello a, professor Elaine L Larson
Extended versions of Table 1, Table 2 are available in PDF format on The Lancet Infectious Diseaseswebsite,
http://infection.thelancet.com
Summary
Even in an era in which access to personal “cleanliness” and a public health infrastructure are readily available in developed countries, illnesses associated with day care centres and homes continue to be a problem. The inhabitants of less developed countries, on the other hand, must contend with an inadequate public health infrastructure, lack of education programmes, and economic limitations in obtaining hygiene products. Therefore, less developed countries carry a greater burden of morbidity and mortality from infectious illnesses. The objective of this review is to examine and assess the epidemiological evidence for a causal relation between hygiene practices and infections.
The Medline database was searched from January 1980 to June 2001 and studies were included if the outcome(s) was infection or symptoms of infection, and if the independent variable(s) was one or more hygiene measures.
The strength of the association as measured by the relative reduction in risk of illness was appreciable and generally greater than 20%. Despite methodological strengths and limitations of the studies assessed, the weight of evidence collectively suggests that personal and environmental hygiene reduces the spread of infection. The results from this review demonstrate that there is a continued, measurable, positive effect of personal and community hygiene on infections.
Qual è la prova di un nesso causale tra l’igiene e le infezioni ?
By Allison Aiello e prof. Elaine L Larson
Riassunto
Anche in un’epoca in cui l’accesso alla “pulizia” personale ed alle infrastrutture sanitarie pubbliche, sono prontamente disponibili nei paesi sviluppati, malattie associate con i centri diurni e case continuano ad essere un problema.
Gli abitanti dei paesi meno sviluppati, d’altro canto, devono vedersela con un’infrastruttura inadeguata la salute pubblica, la mancanza di programmi di istruzione, e le limitazioni economiche per ottenere prodotti per l’igiene.
Pertanto, i paesi meno sviluppati portano un maggior carico di morbilità e mortalità da malattie infettive. L’obiettivo di questa revisione è quello di esaminare e valutare l’evidenza epidemiologica per una relazione causale tra pratiche di igiene e infezioni.
La banca dati Medline è stata studiata dal gennaio 1980 al giugno 2001 e gli studi sono stati inclusi, se il risultato (s) era infezione o sintomi di infezione, e se la variabile indipendente (s) era una o più misure di igiene.
La forza dell’associazione misurata dalla relativa riduzione del rischio di malattia era apprezzabile e generalmente superiore al 20%. Nonostante i punti di forza e limiti degli studi valutati in modo metodologico, il peso delle prove suggeriscono collettivamente che l’igiene personale e ambientale, riducono la diffusione dell’infezione. I risultati di questa revisione dimostrano che vi è un continuo, misurabile, positivo effetto di igiene personale e comunitaria sulle infezioni.