Il SISTEMA IMMUNITARIO (Teoria della selezione clonale o Teoria di Burnet)
Esso non è un organo specifico come lo sono ad esempio il cuore o l’intestino, ma è sempre un insieme di FUNZIONI degli organi o sistemi del corpo, è una delle cose più complesse ed ancora sconosciute (alla medicina allopatica ufficiale), degli organismi Viventi ed in special modo quello degli esseri umani.
La Teoria della “selezione clonale” o Teoria di Burnet è una teoria (Nota bene: teoria accettata dalla medicina ufficiale, cosa che avviene purtroppo, come tutte le teorie anche quelle non appieno dimostrate come questa), mai completamente verificata, dimostrata e controllata, dalla comunità dei medici), quindi ancora imperfetta ed immatura, quindi misconosciuta alla medicina ufficiale, se non addirittura errata in certe sue parti.
Comunque quella teoria spiega solo in parte, attraverso quali meccanismi il sistema immunitario reagisce con linfociti T e B specifici per la distruzione degli antigeni nel corpo, quando questi avvengono, in quanto circa il 45% di coloro ad esempio che si Vaccinano non producono anticorpi !
Gli ANTICORPI non indicano IMMUNITÀ, MAI, MAI, MAI !
Studio su 4000 dipendenti di Humanitas: solo il 15% ha sviluppato gli anticorpi
L’indagine ha coinvolto i sanitari delle diverse sedi. Il dato più basso a Varese con il 3%, a Bergamo il più elevato con il 43%
Comprendere l’effettivo sviluppo della risposta immunitaria (IgG) a Covid-19, tra i professionisti delle strutture lombarde del gruppo Humanitas: medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici ma anche personale di staff.
https://www.varesenews.it/2020/05/studio-4000-dipendenti-humanitas-15-sviluppato-gli-anticorpi/932760/
La risposta è Semplice, gli “anticorpi”, non indicano immunità, semmai indicano che quei soggetti sono immunodepressi, in quanto chi è sano e con “sistema immunitario funzionale, NON CREA anticorpi perché le sostanze tossiche che introduce nel corpo, di qualsiasi tipo, vengono immediatamente e velocemente eliminate attraverso sistema linfatico e le vie emuntorie, PRIMA che si creino anticorpi.
La PROVA sta nel fatto che, ad esempio, i soggetti vaccinati solo nel 55-60 % (alle volte anche meno) dei casi, creano anticorpi, l’altro 40-45% non né crea. !
Ecco perché molte volte i medici (vaccinatori) rivaccinano il soggetto finché non né creano, perché i vaccinatori, che non conoscono nulla delle funzioni immunitarie, pensano ignorantemente che gli anticorpi siano indice di immunità, mentre indicano semplicemente malfunzione del sistema linfatico e delle vie emuntorie, che non eliminano velocemente le tossine introdotte e pregresse, come fanno quelli sani, quindi indicano immunodepressione.
Un pò di logica non guasta mai…
A riprova sulla falsa teoria degli anticorpi:
https://www.sciencedaily.com/releases/2012/03/120301143426.htm
Un nuovo studio capovolge la teoria ben consolidata che gli anticorpi siano necessari per l’immunità antivirale.
L’immunità agli agenti patogeni dipende da una risposta complessa delle cellule del corpo che può – o non può – includere la produzione di anticorpi. Un test del titolo (anticorpale) misura tipicamente solo un aspetto della risposta del sistema immunitario, e non esiste un test per la misurazione qualitativa di queste cellule di memoria.
Sarebbe un disastro per Big Pharma se più persone sapessero la verità sul fatto che la conta degli anticorpi non ha nulla a che fare con la vera immunità. Dopo tutto, i vaccini di Big Pharma si basano esclusivamente sulla stimolazione artificiale di una risposta immunitaria (in particolare con adiuvanti tossici come l’alluminio) inducendo l’organismo a produrre anticorpi.
Le Università (le cattedre di medicina) che hanno “istruito” i medici, ignorano completamente, non solo cosa siano i Virus, ma anche le funzioni corporee, specie le funzioni immunitarie, che sono solo un programma software mentale che coordina le funzioni di organi, ghiandole endocrine e vari sistemi, infatti il sistema immunitario NON ESISTE, come ad esempio il sistema gastrointestinale, in quanto è solo un insieme di funzioni.
Medici riflettete seriamente alle false teorie che vi hanno insegnato alla universita di Big Pharma….
– vedi anche: Epidemie inventate
A riprova sulla falsa teoria degli anticorpi:
https://www.sciencedaily.com/releases/2012/03/120301143426.htm
Un nuovo studio capovolge la teoria ben consolidata che gli anticorpi siano necessari per l’immunità.
L’immunità agli agenti patogeni dipende da una risposta complessa delle cellule del corpo che può – o non può – includere la produzione di anticorpi.
Un test del titolo (anticorpale) misura tipicamente solo un aspetto della risposta del sistema immunitario, e non esiste un test per la misurazione qualitativa di queste cellule di memoria.
Sarebbe un disastro per Big Pharma se più persone sapessero la verità, sul fatto che la conta degli anticorpi NON ha NULLA a che fare con la vera immunità.
Dopo tutto, i vaccini di Big Pharma si basano esclusivamente sulla stimolazione artificiale di una risposta immunitaria (in particolare con adiuvanti tossici come l’alluminio) inducendo l’organismo a produrre anticorpi (NdR: cosa che non sempre avviene, infatti i sani non ne producono, ma i meno sani si…).
By Antonio Miclavez (medico)
https://www.facebook.com/1380055548/posts/10224002600397736/
Ecco un elenco di 106 studi Peer-Reviewed che affermano il potere dell’immunità naturale COVID (che è una pseudo epidemia inventata) o di qualsiasi altra influenza stagionale e non solo….
È l’elenco più aggiornato e completo di 106 degli studi scientifici di più alta qualità, completi e robusti e rapporti di prova/dichiarazioni di posizione sull’immunità naturale:
Ecco il meccanismo del passaggio dei batteri (microbiota) dalla madre al neonato, con la nascita attraverso il canale uterino, immunizzando il piccolo appena nato !
vedi e Continua su: Immunità 2 + IMMUNITÀ e Vaccini + Sistema Immunitario + DANNI DEI VACCINI + Effetto Gregge + Immunodepressione da Vaccino + Immunogenetica
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
Ecco una breve sintesi sul sistema immunitario:
Il sistema immunitario è composto da una immunità innata (il sistema di difesa più antico che si ritrova in tutti gli organismi pluricellulari, compresi insetti e piante ) e una acquisita o specifica (che compare con i vertebrati e che si specializza in funzione dei vari ammalamenti e guarigioni naturali che effettua durante al sua vita).
Dell’immunità innata fanno parte i linfociti NK (Natural killer, cosi immotivamente, anzi impropriamente così chiamati, perché come anche le recenti scoperte dei ricercatori, questi stessi sono i ricostruttori, assieme ai batteri, dei tessuti danneggiati del corpo dagli ammalamenti), essi comunque sono così chiamati: i mastociti, gli eosinofili, i basofili, i macrofagi, i neutrofili e le cellule dendritiche, queste cellule hanno, tra loro, meccanismi di funzionamento molto diversi, ma sono tutte in grado di eliminare e/o di identificare gli agenti patogeni e di ricostruire i tessuti danneggiati.
L’immunità innata rappresenta la prima linea difensiva ed è responsabile dei sintomi infiammatori, che servono appunto a difenderci, con il rialzo della temperatura della “febbre”, per cercare di eliminare le infiammazioni latenti e presenti nelle viscere, raffreddore e tosse, per il catarro che ci si autoproduce nelle mucose, astenia ovvero mancanza di forze e dolore a muscoli e giunture (per costringere al riposo).
L’immunità acquisita dipende soprattutto dai linfociti B (immunità umorale) e T (immunità cellulo mediata).
La “memoria” (registrazione del meccanismo in essere nello stato di ammalamento e auto guarigione) è una delle caratteristiche principali dell’immunità detta “specifica”, la quale consente di rispondere in modo più rapido ed efficace, del meccanismo di autoguarigione, ogni volta che se ne presenta l’occasione simile.
L’immunità specifica può essere acquisita in modo naturale ma passivo, con il ricevimento della flora batterica (microbioma) di origine materna), in modo naturale e attivo.
Mentre nel caso del modo “naturale e attivo” saremo difesi sicuramente da esperienze simili anche se non identiche, nel caso di quella artificiale “vaccinale” (NON si trova un solo lavoro in letteratura scientifica, che ne mostri in modo incontrovertibile l’efficacia), la memoria si svilupperà in modo estremamente selettivo, difendendoci (forse) da un nuovo attacco identico o simile e rendendoci addirittura più vulnerabili, per le immunodepressioni che i Vaccini inducono sui viventi…derivanti dalle intossicazioni ed infiammazioni (ASIA) vaccinali.
Un solo consiglio, a parte non averne paura, attenzione a potenziare le difese immunitarie, e nel caso di ammalamento seguire le tecniche della Medicina Naturale per il caso specifico.
Batteri per immunizzare
https://newatlas.com/gut-bacteria-microbiome-virus-infection-immune-brain-degeneration/60623/
Premesso che le vaccinazioni devastano il sistema immunitario e che la percentuale maggiore di cellule del sistema immunitario risiedono nell’intestino, ecco che secondo il nuovo studio pubblicato su Frontiers in Neurology ci sono prove che il microbiota intestinale sia significativamente associato a microstruttura, attività intrinseche e connettività funzionale del cervello, nonché a funzione cognitiva e umore.
Un’alterazione o una disbiosi del microbiota intestinale sono implicate nella patogenesi e nella patofisiologia di malattie intestinali e di disordini neurologici e condizioni psichiatriche come ansia, depressione, DISTURBO dello SPETTRO AUTISTICO, sclerosi multipla o malattia di Parkinson.
https://www.facebook.com/550441101657595/posts/2550376511664034/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31456743
Anergia – Fisiologismo immunitario da rispettare
[1] Anergia, ovvero quando il sistema immunitario risponde con una “non-infiammazione” dei tessuti.
Perché il sistema immunitario in sviluppo minimizza la produzione di citochine e chemochine pro-infiammatorie e la produzione di cellule linfocitarie di tipo T rispetto a quella delle cellule linfocitarie di tipo B ?
Ci sarà pure una ragione per cui il sistema immunitario in età pediatrica è in grado di modulare la propria risposta antiinfiammatoria – di fatto neutralizzandola – nei confronti del microbiota (soprattutto a livello intestinale) ?
Dunque un “fattore di tempestività” (il sistema immunitario infantile che si “concilia” con il microbiota intestinale lasciandogli fare il suo lavoro preparatorio – il Terreno (vedi: Vari Terreni + Matrice + Matrice 2 + Matrice3 – al futuro sistema immunitario) pre-ordinato dalla genetica, unito ad un “fattore di opportunità” (una dichiarazione di pace e di cooperazione finalizzata ad una coesistenza reciproca) per il mantenimento, in definitiva, di un’omeòstasi duratura fra il corpo umano e i miliardi di microorganismi ospitati nel suo microbiota.
L’ Anergia, è nota anche come anergia clonale
In presenza di stimoli microbici, i macrofagi intestinali presenti nella mucosa intestinale [2] attuano una produzione ‘minimizzatà, ossia quasi pressoché nulla di citochine in contemporanea alla [3] sotto-regolazione di chemochine pro-infiammatorie: è interessante constatare come la mucosa dell’intestino tenue (o piccolo intestino) sia caratterizzata dall’[1]assenza d’infiammazione, nonostante la costante esposizione a batteri immunostimolanti ed a prodotti batterici in generis.
NdR: Sempre più studi mostrano che – a dispetto del loro nome – i macrofagi, le cellule natural killer e altre cellule del sistema immunitario, non hanno solo la funzione di distruggere batteri, cellule tumorali e altri potenziali aggressori dell’organismo, ma contribuiscono attivamente alla regolazione di molti processi fisiologici e aiutano il corpo a riparare i danni subiti.
Il sistema immunitario in sviluppo è quindi caratterizzato dalla produzione [4, 5] ‘minimizzatà di citochine pro-infiammatorie e dallo sviluppo ‘asimmetrico’ delle cellule linfocitarie di tipo T rispetto a quelle di tipo B a favore di risposte regolatorie
Nonostante tale risposta immunitaria così ‘smussatà potrebbe portare ad un’elevata suscettibilità alle infezioni, tale connubio regolatorio assicura che la colonizzazione dei microorganismi nel tratto gastro-intestinale avvenga senza rilascio di citochine/chemochine pro-infiammatorie, e quindi in [1] anergia, ossia con la caratteristica dell’inattivazione o assenza d’infiammazione
[6] La mucosa intestinale contribuisce quindi a mantenere l’omeostasi, al fine di prevenire un’auto-infiammazione tramite l’attivazione di una profonda sottoregolazione (o regolazione negativa) nel rilascio (avvenente appunto solamente dai 7 anni d’età in poi) di citochine e chemochine pro-infiammatorie da parte dei macrofagi.
[2] Tale sottoregolazione in ambito intestinale si estende anche ai recettori Toll-like (in inglese Toll-like Receptor o TLR ) – indotti dal rilascio delle citochine stesse – in quanto tali recettori sono macrofagi intestinali appartenenti alla categoria dei recettori Toll-like, nello specifico TLR3-TLR9. Tale sottoregolazione, estesa ai recettori Toll-like, appartenenti ad una serie di profili molecolari microbo-associati, è caratterizzata a sua volta dall’[1] anergia, ossia dell’inattivazione o assenza d’infiammazione.
La sottoregolazione da parte dei macrofagi intestinali per la produzione di interleuchine o IL [2a] interessa anche quella di lipopolisaccaridi e persino quella di IgA, anch’essa atta a promuovere e mantenere un ambiente antinfiammatorio
[2, 7-8b] Molteplici studi scientifici hanno confermato come nell’organismo umano, sino ai 7 anni, sia innaturale la presenza di un elevato numero di citochine e chemochine, e come invero vi sia [9-11] interconnessione della regolazione immunitaria, che include la modulazione del sistema immunitario innato – compresi macrofagi, cellule dendritiche e l’induzione di cellule T regolatorie – ed è atta a mantenere l’omeostasi microbica e ad indurre meccanismi di difesa antimicrobica promuovendo un ambiente antinfiammatorio, e quindi a favore dell’[1] anergia
Le cellule T, sono una componente evolutiva del nostro sistema immunitario che è composto da anticorpi e appunto soprattutto da questo tipo di cellule. Entrambi combattono le intossicazioni e le infiammazioni anche se in modo diverso. Gli anticorpi lo riconoscono per quello che è e si attivano per bloccare l’infiammazione.
Le cellule T, invece, riconoscono le cellule ammalate e sotto stress ossidativo e quando questo supera un certo limite esse, e vanno a lisarle (demolirle, favorendo il ricambio cellulare/tissutale), liberando così gli esosomi/virus che esse creavano quando erano in buona salute/respirazione cellulare. Se nel nostro corpo si sviluppano sia gli anticorpi che e soprattutto le cellule T è buona cosa, perché significa che il sistema immunitario funziona meglio.
Si considera l’immunità come fosse una protezione dalla malattia, ma dal punto di vista immunologico vuol dire in sintesi, che si sono sviluppate molte più cellule T che anticorpi in grado di riconoscere le intossicazioni e così servono per eliminare le cellule troppo intossicate.
Questo non vuol dire che siamo totalmente protetti. Le nostre cellule T, però hanno memoria e quindi anche se gli anticorpi si sono ridotti, (oppure non ne produce), il soggetto sarà in grado comunque di contenere l’ammalamento e superarlo con poca fatica, solo se affronta l’ammalamento senza farmaci di sintesi, ma segue il protocollo della medicina naturale..
Le Memories T cells, questa la definizione scientifica delle cellule T, sono molto più importanti degli anticorpi, e gli studi/ricerche recenti vanno in questa direzione.
Ci si dovrebbe quindi domandare allora:
perché introdurre nell’organismo di un infante in crescita, direttamente nel sangue – bypassando quindi di fatto tutte le naturali barriere difensive – una qualsivoglia sostanza non bio-compatibile (NdR: esempio Vitamina K1 sintetica e Vaccini), che oltretutto alterano le naturali fasi dello sviluppo umano, come dovrebbe avvenire in maniera scientificamente dimostrata, ossia caratterizzata da anergia sino ai 7 anni d’età ?
Ecco come viene annientato uno dei primi meccanismi difensivi/adattativi/conciliativi, indispensabili specie nella prima età del bambino: l’Anergia
BIBLIOGRAFIA
[1] Medical definition of Anergy by Medicin Academic
[2] Smythies et al. Inflammation Anergy in Human Intestinal Macrophages Is Due to Smad-induced I B κ α
Expression and NF- B Inactivation κ | doi: 10.1074/jbc.M109.069955
[3] Andrew M. Platt & Allan McI. Mowat. Mucosal macrophages and the regulation of immune responses in the intestine | doi: 10.1016/j.imlet.2008.05.009
[4] PrabhuDas et al. Challenges in infant immunity: implications for responses to infection and vaccines | doi: 10.1038/ni0311-189
[5] Siegrist. Neonatal and early life vaccinology | doi: 10.1016/S0264-410X(01)00028-7
[6] de Medina et al. Intestinal Inflammation and Mucosal Barrier Function | doi: 10.1097/MIB.0000000000000204
[7] Smythies et al. Human intestinal macrophages display profound inflammatory anergy despite avid phagocytic and bacteriocidal activity | doi: 10.1172/JCI200519229
[8] Smith et al. Intestinal macrophages lack CD14 and CD89 and consequently are down-regulated for LPS- and IgA-mediated activities. | doi: 10.4049/jimmunol.167.5.2651
[8a] Dupont et al. Antimicrobial peptides and the enteric mucus layer act in concert to protect the intestinal mucosa | doi: 10.1136/gutjnl-2014-307150
[8b] Million et al. New insights in gut microbiota and mucosal immunity of the small intestine | doi: 10.1016/j.humic.2018.01.004
[9] Garrett et al. Homeostasis and Inflammation in the Intestine | doi: 10.1016/j.cell.2010.01.023
[10] de Medina et al. Intestinal Inflammation and Mucosal Barrier Function | doi: 10.1097/MIB.0000000000000204
[11] Elshar and Begun. The role of barrier function, autophagy, and cytokines in maintaining intestinal homeostasis | doi: 10.1016/j.semcdb.2016.08.018
Glossario
Cellule denditriche: sono cellule che appartengono al sistema immunitario con la funzione di presentare l’antigene ai linfociti B e T.
Le cellule dendritiche nascono dalle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo e sono le più importanti dell’insieme delle APC (Antigen presenting cell), insieme ai macrofagi e ai linfociti B. Il loro nome deriva dalla particolare forma ramificata che assumono. Prima della maturazione sono presenti nei tessuti non linfoidi, e in particolare dove è più comune incontrare antigeni (per es., la cute e le mucose)
L’incontro con l’antigene dà inizio alla maturazione delle cellule dendritiche, legata anche a segnali chimici molto precisi, e in particolare alla presenza delle molecole di mediatori dell’infiammazione. Dopo l’incontro, l’antigene viene internalizzato per fagocitosi e processato da parte della cellula; quest’ultima migra dal tessuto non linfoide verso gli organi linfatici secondari (linfonodi, milza), le proteine antigeniche ottenute con la degradazione del patogeno vengono quindi esposte al fine di presentare l’antigene ai linfociti T
Fonte: Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani
Cellule linfoidi o linfociti : sono cellule presenti nel sangue che costituiscono tra il 20 e il 40% dei leucociti (secondo i dati delle formule leucocitarie riconosciute). Hanno la dimensione di 7-15 micrometri (piccoli linfociti fino a 8 micrometri e grandi linfociti da 9 in su), con un nucleo rotondeggiante, un citoplasma scarso che si riduce a un sottile anello e pochi granuli, al microscopio elettronico è possibile distinguere un nucleolo (contrariamente a quanto si pensasse precedentemente). Svolgono un ruolo molto importante nel sistema immunitario, essendo la struttura portante della nostra risposta immunitaria adattativa (ovvero specifica per un tipo di antigene)
I linfociti derivano dalla linea linfoide delle lt, cellule staminali multipotenti presenti nel midollo osseo e a seconda del luogo, all’interno dell’organismo, nel quale avviene la maturazione cellulare, si ottengono due linee linfocitarie ben distinte: i linfociti B (da Bursa, con riferimento alla ‘borsa di Fabrizio’ scoperta da Girolamo Fabrici d’Acquapendente negli uccelli e dove si sviluppano i linfociti B ) e i linfociti T (dalla ghiandola del timo). Il luogo di maturazione dei linfociti risulta appunto diverso a seconda delle caratteristiche che questi hanno: il linfocita T infatti matura pienamente nel timo, mentre i linfociti B e NK (Natural Killer, i nostri linfociti “ancestrali”) hanno piena maturazione nel midollo osseo, ovvero dove nascono
Fonti: Medeco – Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani
Chemochine: sono particolari citochine (➔citochina) importanti nella dinamica di processi infiammatori, sono prodotte da varie cellule quali i macrofagi, i linfociti, i monociti e le piastrine ed esplicano la loro azione su recettori di membrana in grado di legare diverse chemochine fra loro (una stessa molecola di chemochina può combinarsi con più recettori). Sono le proteine responsabili del richiamo delle cellule dell’immunità –fra cui i monociti ed i linfociti– che mediano la risposta immunitaria innata e anche quella acquisita. Sono una sottoclasse di citochine
Fonti: Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani – BiologiaWiki
Citochine: sono molecole di natura proteica, sintetizzate dalle cellule dell’immunità: ad es., i macrofagi sintetizzano le citochine subito dopo il riconoscimento del profilo estraneo e alla fagocitosi. Le citochine hanno il ruolo di mediare la c.d. infiammazione, attraverso il richiamo di altri tipi cellulari, ed in questo caso si definiscono chemochine. Un altro compito delle citochine è di carattere sistemico poiché agiscono sull’ipotalamo, modulando l’innalzamento della temperatura corporea
– vedi: Febbre + Dottrina termica
Controllano inoltre l’infiammazione, la risposta immunitaria, la crescita e il differenziamento cellulare in quanto mediatori intercellulari
Fonti: Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani – BiologiaWiki
Interleuchine: sono proteine di piccole dimensioni, appartenenti alla famiglia delle citochine (➔citochina) , che vengono secrete dai leucociti durante la risposta immunitaria. Promuovono la differenziazione e la proliferazione di determinate popolazioni di linfociti
Fonti: Enciclopedia medica by Sapere – Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani
Macrofagi: sono cellule del sangue e dei tessuti connettivi, di dimensioni relativamente grandi, dotati di proprietà fagocitarie, grazie alle quali, con meccanismi enzimatici, fagocitano, digeriscono ed eliminano protozoi, cellule e loro detriti, tessuti o sostanze estranee all’organismo – NdR: Nota bene se questi non riescono a disintegrare la sostanza indesiderata e riconosciuta come tale, essa viene avviluppata completamente dai corpi dei macrofagi che in quella azione perdono di vitalità come se fossero morti, creando una barriera impenetrabile fra i liquidi esterni e la sostanza indesiderata, in modo che non possa disturbare; poi essa viene veicolata con tutto il suo involucro esterno di macrofagi, verso gli organi emuntori attraverso il sistema sanguigno e linfatico, per esser eliminata dal corpo e se tutto non avviene questi “corpuscoli” vengono alle volte immagazzinati nei linfonodi intasandoli con il tempo, oppure immagazzinati nei grassi dei tessuti.
Svolgono un ruolo essenziale in immunologia poiché in grado di presentare l’antigene
Fonti: Enciclopedia medica by Sapere – Enciclopedia della Scienza e della Tecnica by Treccani
Monociti: si formano nel midollo osseo, passano nel sangue e raggiungeno i tessuti dove matura a macrofago. I monociti macrofagi sono cellule importanti per la difesa immunitaria
Fonte: Enciclopedia medica by Sapere
Omeòstasi: è la tendenza naturale al mantenimento di un relativo stato di equilibrio interno delle proprietà chimico-fisiche di un organismo. I meccanismi omeostatici agiscono a livello delle cellule, dei tessuti e degli organi e riguardano diversi parametri: la temperatura corporea, il pH del sangue, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la concentrazione di glucosio nel sangue (o glicemia), e molti altri
Fonti: WeSchool – Treccani
By: Luana DiEmme – Tratto da: autoimmunityreactions.org
Commento NdR:
L’unica cosa che non viene indicata è che il latte materno aiuta e mantiene il sistema cellulare, tissutale, microbico, immunitario in anergia, per aiutare la prima fase della crescita e relativo sviluppo anche della informatizzazione del programma mentale “Progetto Vita Sana”, inscritto nella nostra mente e nel nostro DNA ed in quello dei microbi che ospitiamo e che sono i nostri angeli custodi…, anche per avere un migliore contatto normale ed accettabile, non troppo reattivo con l’ambiente esterno, sempre che tutto ciò non sia manomesso da Vitamine sintetiche, Vaccini, farmaci, cibo inadatto.
Macrofagi, Batteri e virus, da “assassini presunti” a ricostruttori….generano la felicità
“È stato fatto un interessante studio. Hanno fatto vedere sullo schermo una goccia di sangue al microscopio, prelevata da una persona. Ecco i batteri: si muovono lentamente nel flusso di sangue; ed ecco i macrofagi, il loro compito è di pulire i vasi e di rimuovere ciò che è estraneo.
Ma… sembrano addormentati… I batteri si muovono come se stessero facendo una passeggiata, ma i macrofagi dormono, non li vedono.
Successivamente, alla persona cui è stata prelevata quella goccia di sangue (nell’altra stanza) viene fatta vedere una commedia, e il suo umore migliora.
Il macrofagi al’improvviso si svegliano e iniziano a fare ciò che devono fare: si avvicinano ai batteri e li ingoiano con appetito. Sarà arrivata l’ora di pranzo e si è svegliato l’appetito?
In realtà è tutto molto più interessante !!!
Le cellule del sistema immunitario reagiscono prontamente al nostro umore, questo è noto.
Ma la cosa apparentemente più strabiliante era questa: la goccia del sangue era ovviamente separata dal suo padrone; lui stava nell’altra stanza, pur tuttavia il suo umore influenzava UGUALMENTE la goccia che si trovava in un altro locale.
La spiegazione è una ed una soltanto: esistono dei canali informazionali e che le onde della coscienza umana possono influenzare un oggetto che è separato dalla fonte, quale che sia la distanza, allo stesso modo del fenomeno dell’ENTANGLEMENT tra due elettroni che sono stati sullo stesso orbitale e restano sempre CONNESSI…
Entanglement: https://youtu.be/h11UMR6ShQk
E c’è dell’altro…..
Alla persona del test hanno poi fatto vedere un film horror. E sono successe cose mai viste.
I batteri ! Si sono risvegliati. Sembravano di essere aumentati di numero, e facevano ciò che volevano, attaccando persino i poveri macrofagi i quali hanno fatto la marcia indietro per scappare. Non tutti ci sono riusciti.
Il principio è chiaro: lo stato della coscienza è fondamentale per lo stato del nostro ambiente interno. Ma non solo. Le onde della coscienza si spargono in giro e influenzano le cellule del sangue separato dalla fonte. Anche i figli sono il nostro sangue.
Quindi, il nostro umore influenza i macrofagi dei nostri figli, che siano accanto o dall’altra parte della Terra. La nostra coscienza ha a che fare con quella che potremmo definire la “immunità di famiglia”.
Lo stato della nostra coscienza è responsabile dello stato del sistema immunitario dei nostri figli, parenti, dei nostri cari.
Siamo tutti figli della stessa Madre Terra, nelle nostre vene scorre lo stesso sangue.
Come migliorare lo stato della coscienza ?
Se la felicità è capace di rafforzare il sistema immunitario umano, una grande felicità è capace di renderlo incrollabile. Occorrerebbe trovare un modo di creare la felicità, e ci vorrebbe produrne tanta…”.
(By Elena Gribova)
MORALE :
Si dà il caso che queste cose siano note maggiormente a chi, al contrario, crea tutte le occasioni (PANDEMIE e PSEUDOPANDEMIE INCLUSE) per farci ammalare e restare nella malattia…attraverso il dolore creato e mantenuto tale dalla PAURA di qualcosa, oggi di un virus che è INERTE e quindi inesistente e quindi non ammala NESSUNO !
vedi cosa sono i virus ?:
https://mednat.news/cure_natur/virus.htm
https://www.pattoverascienza.com/biologia/teoria-dei-germi-virus-e-batteri-che-generano-le-malattie-e-falsa/
ANTICORPI (contro il corpo) = ammalamento
Se desiderate ulteriori conferme sui danni indotti dai vaccini mediante produzione di autoanticorpi:
“…Come negli esseri umani, l’induzione di autoanticorpi è possibile in seguito alla vaccinazione negli animali. Gli autoanticorpi sono più frequentemente presenti nei cani più vecchi che in quelli più giovani (Papini et al., 2005).
Di conseguenza, quando i cani anziani vengono vaccinati e testati per gli autoanticorpi dopo la vaccinazione, è difficile definire quale sia una conseguenza diretta del vaccino e cosa si è accumulato durante la vita.
Nel primo studio sperimentale controllato per studiare la produzione di autoanticorpi dopo la vaccinazione di routine, i ricercatori hanno arruolato giovani cani che non erano stati precedentemente vaccinati (Hogenesch et al., 1999).
Hanno dimostrato che la vaccinazione obbligatoria contro la rabbia, il virus del cimurro canino e il parvovirus canino 9 ha provocato la produzione di vari autoanticorpi…” Cosa significa produzione di autoanticorpi ?
Vuol dire reazioni e patologie autoimmuni presto e/o più avanti negli anni.. (Autoantibodies Induced by Vaccine – Nataša Toplak and Tadej Avcˇin – Department of Allergology, Rheumatology and Clinical Immunology, University Children’s Hospital, University Medical Centre Ljubljana, Ljubljana, Slovenia) – pp 93-102 of “Vaccines and Autoimmunity” by Yehuda Shoenfeld et al. Wiley Ed. 2015.
Teoria degli anticorpi è una BALLA – vedi qui il PDF
INFATTI:
DANNI IMMUNOLOGICI dai VACCINI – Aprile 201
Recentemente, il dr. Afredo Guarino, Dirigente della “Unità Malattie Infettive Pediatriche” all’Ospedale Federico II di Napoli, ha dichiarato (in TV vedi video punto 1) che per la prima volta nella storia dell’uomo, nell’epoca contemporanea vi siano casi di morbillo nei neonati, e che questa cosa non fosse mai accaduta fino a qualche tempo dopo l’inizio delle vaccinazioni raccomandate di massa, essendo prima tutte le madri in possesso dell’immunità naturale conferita dal morbillo (1), che conferisce anticorpi protettivi ai figli durante i primi 12 mesi di vita (2), un’età in cui la malattia diventerebbe (per davvero) pericolosa e in cui non è possibile ricevere tale vaccinazione.
La letteratura scientifica documenta questo fenomeno, spiegandone il motivo.
Ecco alcune citazioni:
– “L’immunità che si attenua potrebbe diventare un problema crescente mano a mano che la copertura vaccinale aumenta: poiché molte madri saranno state vaccinate e non avranno contratto il morbillo naturale, trasmetteranno livelli più bassi di anticorpi materni. In questo modo i loro figli saranno suscettibili al morbillo dai 3 ai 5 mesi di età.” (3)
– “I figli di madri vaccinate contro il morbillo e, possibilmente, la rosolia, hanno concentrazioni più basse di anticorpi materni e perdono protezione dagli anticorpi materni in età precoce rispetto ai figli di madri in comunità che si oppongono alla vaccinazione. Ciò aumenta la possibilità di trasmissione della malattia in popolazioni altamente vaccinate.” (4)
– “In questo studio, la concentrazione iniziale di anticorpi materni nei neonati dipendeva moltissimo dalla concentrazione di anticorpi della madre e dalla sua condizione vaccinale. I neonati di donne vaccinate iniziavano con un numero di anticorpi significativamente inferiore rispetto ai neonati di donne immuni per via naturale” (5) (…) I figli di donne vaccinate per il morbillo, ricevono meno anticorpi materni e così hanno una protezione più breve dei figli di madri con un’immunità acquisita per via naturale.” (5)
– “I nostri risultati suggeriscono che i neonati nati da madri che hanno acquisito l’immunità al morbillo dalla vaccinazione, possono avere una quantità di anticorpi relativamente ridotta, con la conseguente perdita dell’immunità al morbillo prima dell’età per la vaccinazione.” (6)
– “L’anticorpo passivo di morbillo conferito dalla madre, può interferire con la supposta immunità da vaccino nei bambini di età inferiore ai 12 mesi. Tuttavia, la precoce perdita di anticorpi anti-morbillo passivi può verificarsi nei neonati di donne che hanno ricevuto il vaccino contro il morbillo, perché il vaccino induce titoli di anticorpi (NdR: e non sempre li produce) più bassi rispetto all’infezione naturale.” (7)
– (…) il numero di bambini suscettibili inferiori ai 12 mesi di età, è previsto in aumento tra le popolazioni altamente vaccinate poiché la maggior parte delle donne in età fertile, ha l’immunità al morbillo indotta da vaccino, con studi recenti che mostrano come nel 99% dei bambini nati da madri vaccinate, non siano rilevabili anticorpi anti-morbillo entro 6 mesi.” (8)
La raccomandazione di rivaccinare le donne prima della gravidanza non ha portato a grandi risultati, proprio perché l’immunità vaccinale non viene trasferita così bene come quella naturale.
Per questo motivo, si sta cercando una soluzione sia per vaccinare ancor prima dei 12 mesi di vita, e sia per aggirare il problema della neutralizzazione del vaccino causata dalla presenza dell’immunità placentare e dal latte materno (9) (7).
Questa neutralizzazione, avviene perché l’immunità naturale di derivazione materna protegge il bambino dal morbillo per diverso tempo, in alcuni casi anche fino a un massimo di 10 anni di vita (2).
I VACCINI hanno causato una situazione che richiede ancora più vaccini e ulteriore manipolazione del sistema immunitario: una situazione di vantaggio economico per i produttori di vaccini, ma scellerata dal punto di vista scientifico ed immunologico sulla popolazione. (By dott. F. Franchi, medico)
FONTI:
(1)https://www.facebook.com/fabio.franchi.921/videos/pcb.2183042661945132/2183040648612000/?type=3&theater
(vedere al secondo 0.30)
(2) “Breast-Feeding and a Subsequent Diagnosis of Measles”, Acta Paediatrica, 2009
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1651-2227.2008.01180.x
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/j.1651-2227.2008.01180.x
(3) Oxford Textbook of Medicine, vol. 1, 2005.
https://books.google.it/books?id=EhjX517cGVsC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false (pagina 357)
https://www.amazon.com/Oxford-Textbook-Medicine-1-fourth/dp/0198570147
(4) “Waning of maternal antibodies against measles, mumps, rubella, and varicella in communities with contrasting vaccination coverage”. The Journal of Infectious Diseases, 2013.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=23661802 (leggere sul paragrafo “Conclusion”)
https://academic.oup.com/jid/article/208/1/10/796786
(5) “Early Waning of Maternal Measles Antibodies in Era of Measles Elimination: Longitudinal Study”, The British Medical Journal, 2010.
https://www.bmj.com/content/340/bmj.c1626.long
https://www.bmj.com/content/bmj/340/bmj.c1626.full.pdf (leggere, in ordine di citazione: i primi 6 righi di “Discussion”, a pag. 4 del PDF; leggere al paragrafo “What is already known on this topic”, a pag. 6 del PDF)
(6) “Low titers of measles antibody in mothers whose infants suffered from measles before eligible age for measles vaccination”, Virology Journal, 2010. (leggere su “Conclusion”)
https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/1743-422X-7-87
https://virologyj.biomedcentral.com/track/pdf/10.1186/1743-422X-7-87
(7) “Early loss of passive measles antibody in infants of mothers with vaccine-induced immunity”. Pediatrics, 1995.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=7651776 (leggere sul paragrafo “Background”)
(8) “Loss of Passively Acquired Maternal Antibodies in Highly Vaccinated Populations: An Emerging Need to Define the Ontogeny of Infant Immune Responses”. The Journal of Infectious Diseases, 2013.
https://academic.oup.com/jid/article/208/1/1/796926
(9) “Insights into the Regulatory Mechanism Controlling the Inhibition of Vaccine-Induced Seroconversion by Maternal Antibodies”. Blood, 2011.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3122939/
http://www.bloodjournal.org/content/117/23/6143.long?sso-checked=true
http://www.bloodjournal.org/content/bloodjournal/117/23/6143.full.pdf?sso-checked=true
Continua qui: Danni dei vaccini + https://pattoverascienza.com/?s=Danni+dei+Vaccini
ANTICORPI MONONUCLEATI
Autoimmunità e reazioni avverse dell’asse Intestino-Cervello-Midollo Spinale-Nervi.
Ognuno di noi alla nascita possiede un’immunità innata (naturale) che si sviluppa durante il corso della vita trasformandosi in immunità adattativa (specifica o acquisita) in seguito al rafforzamento delle difese immunitarie primitive o innate. Le capacità del sistema immunitario sono mediate dalle precoci reazioni chimico-batteriche costituite da patogeni primitivi innati nell’uomo, e di una risposta immunitaria più tardiva detta “adattativa” che si sviluppa grazie all’interazione dell’uomo con l’ambiente e al suo stretto contatto con nuovi microrganismi durante l’arco della vita.
Le difese innate dell’organismo si producono per mezzo del microbioma, se mantenuto od arricchito in modo naturale dei batteri occorrenti residenti, e quindi nel tubo gastrointestinale, con un esteso sistema nervoso del tutto simile a quello che abbiamo nella testa, fra i due apparati, intercorre infatti una rete bidirezionale di neurotrasmettitori specchio costituenti l’asse “Intestino-Cervello-Midollo Spinale-Nervi”.
Mentre un tempo si pensava che fosse il cervello “nervoso” ad avere gerarchicamente il comando sul microbioma, oggi l’appellativo di “primo cervello” è conteso tra queste due entità.
La connessione tra il nostro cervello, l’intestino e il microbiota può avere un’enorme influenza sulla nostra salute. Questo a causa dell’asse cervello-intestino – la connessione a due vie tra l’intestino e il cervello. Questi due organi comunicano direttamente attraverso il nervo vago e indirettamente attraverso il sistema endocrino, gli ormoni dell’intestino e i neurotrasmettitori.
Molti di questi ormoni e neurotrasmettitori sono prodotti nel tratto gastrointestinale dal microbiota intestinale. Gli acidi grassi a catena corta (SCFA), per esempio, sono i principali metaboliti prodotti dalla fermentazione batterica delle fibre alimentari.
Studi precedenti hanno rivelato che gli SCFA svolgono un ruolo importante nel circuito comunicativo tra l’intestino e il cervello.
Ma i meccanismi attraverso i quali questi metaboliti batterici influenzano le nostre emozioni e la capacità di pensare non sono chiari.
Così Boushra Dalile, di KU Leuven, in Belgio, e i suoi colleghi hanno esaminato e riassunto i dati esistenti su come gli SCFA regolano la comunicazioni tra cervello e intestino, compreso il modo in cui influenzano i sistemi immunitario, endocrino e nervoso.
La loro revisione della letteratura è stata pubblicata su Nature Reviews Gastroenterology & Hepatology.
Un esempio: se un enzima intestinale si disintegra senza essere rimpiazzato, l’interlocutore-specchio non può ricevere e riflettere l’impulso elettrochimico che dai nervi del midollo spinale scorre al sistema endocrino, fino ai circuiti della corteccia cerebrale che li trasferisce al cervello (SNC), creando disturbo dell’attività neurologica da un range “lieve-moderato” a un range “moderato-severo”, fino all’invalidità fisica.
A livello lieve-moderato abbiamo il 90% della popolazione che vive di stress, cibo e informazione spazzatura, l’altro 10% comprende i generalizzati disturbi della personalità, dribblando le devianze comportamentali e gli acrobatici livelli alternati umorali, provenienti da un disordine psicologico non ancora dichiarato.
Nel caso moderato-severo rientrano le patologie autoimmuni con danni cerebrali come la sindrome autistica, indotta da grave “disbiosi” post vaccinale, laddove i neurotrasmettitori anticorpali innati vengono espulsi da ripetuti attacchi gastroenterici, da cui ne consegue il danno cerebrale.
L’Agenzia Italiana del Farmaco classifica i vaccini pediatrici come “immunosoppressori di attivazione”, infatti a breve e a lungo termine predispongono a forme poliedriche di autoimmunità, ossia l’organismo non riconosce più il proprio sistema di difesa e lo aggredisce.
Cosa accade quando il sistema immunitario riconosce come estranei i tessuti del corpo umano distruggendo se stesso ?
Noti esempi di infiammazione cronico degenerativa sono; “psoriasi, vitiligine, artrite reumatoide, intolleranze gravi, mieliti, sindromi mieloproliferative come le malattie del sangue; “spondilite, SM, mielopatia cervicale, SLA e relative paresi spastiche”. Tutte le forme di cancro, tutte le sindromi midollari (es. leucemia, talassemia, anemia emolitica e falciforme), tutte le forme di diabete e malattie della tiroide, tutte le forme morbose tipo Alzheimer e Parkinson indotti da farmaci anticolesterolo e antipertensivi che ledono il metabolismo dei lipidi, indispensabili per la cellula senza limiti di range imposti.
Gli “immunosoppressori” vengono generati da tre modelli di cellule modificate in vitro; murina (ratto), chimeriche (ratto-umane) e umanizzate contenenti solo il 5-10% di murina, il loro utilizzo e il modello scelto soggiace al tipo di farmacoterapia richiesta. Sono cellule “clone” ricombinate con cellule di mieloma umano (tumore del sangue o leucemia), che in’Immunochimica e Farmacodinamica vengono definite “Anticorpi Mononucleati” o Immunoglobuline dalla caratteristica forma a “Y”.
Trattasi di cellule “immortalizzate”, per prolungarne la proliferazione in modo indefinito nel tempo, attraverso i nervi del midollo spinale che li invia alla corteccia cerebrale mandando in corto il Sistema Nervoso Centrale, con gravi infermità. Questi organismi artificiali rimangono sopiti per anni dopo l’inoculazione vaccinoprofilattica oppure post terapia immunosoppressiva infettiva e oncologica.
Questo è lo scopo unico, di fiaccare il Sistema Immunitario innato nel bambino, bloccando la maturazione del Sistema Immunitario adattativo dall’età puerile a quella adulta.
Gli immunosoppressori mononucleati sono contenuti in diverse categorie di farmaci inibitori della risposta immunitaria; “Vaccini, antibiotici, antinfiammatori, antifebbrili, antimicotici, antitiroidei, antiaggreganti, gastroprotettori, agenti alchilanti, cortisonici, nefrosici, analgesici, antipertensivi e in zona cesarini il cavallo di Troia per eccellenza; gli anticolesterolemici”.
L’azione di questi farmaci neuro-inibitori è proprio quello di bloccare gli ormoni steroidei, messaggeri chimici derivanti dalla sintesi del colesterolo agendo indovinate dove?
Primariamente nell’apparato gastrointestinale, cade il velo sulla giustificata guerra intestina al colesterolo. Essendo gli immunosoppressori virus a DNA, distruggono le difese immunitarie del microbioma, riverberando il danno al Sistema Nervoso Centrale (SNC), diversamente equivale a mettere del tritolo sotto un edificio per demolirlo.
L’indiscusso intervento normativo dell’AIFA e l’EMA sponsorizza un gran numero di farmaceutiche come Novartis, Pfizer, Sanofi, Glaxo ecc, che hanno messo nelle direzioni di questi enti, come nella OMS, ed i CDC, i loro uomini……a sostegno di un progetto “altro” molto ambizioso e molto ignorato dal settore medico del piano inferiore che si limita a osservare le linee guida di Farmaffari.
A fare da intercapedine fra le due Authorities è l’amministrazione politica, complice delle sperimentazioni sull’uomo, mentre a stanziare il tutto sono le Banche, la Finanza e le donazioni ai fondi di ricerca.
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I quattro postulati fondamentali alla base della teoria ufficiale sul sistema Immunitario, sono:
– Ogni linfocita porta un solo tipo di recettore con una specificità unica
– Per attivare la cellula, il ricettore deve essere occupato
– Le cellule derivate da un linfocita attivato avranno ricettori dello stesso tipo della cellula originale
– I linfociti che non riconoscono i “self” vengono eliminati già all’inizio dello sviluppo
Commento NdR:
in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sulla produzione di anticorpi e/o sulle cellule o linfociti !
Infatti:
Ecco l’adrenalina del sistema immunitario – 07/09/2017
Un team di ricercatori portoghesi ha scoperto come i neuroni delle mucose possano stimolare specifiche cellule immunitarie, rendendo così la risposta immunitaria molto veloce e potente. Lo studio su Nature
Il nostro sistema immunitario è sempre (o quasi) pronto a difenderci. Ma quanto rapidamente ?
A svelarlo sulle pagine di Nature è stato il team di ricercatori portoghesi del Champalimaud Center for the Unknown and the Institudo de Medicina Molecular di Lisbona, che ha appena osservato come i neuroni situati nei tessuti delle mucose (come intestino e vie respiratorie) possono immediatamente individuare un’infezione nell’organismo, producendo una sostanza che funziona come adrenalina per le cellule immunitarie. Sotto l’effetto di questo segnale, le cellule immunitarie diventano in brevissimo tempo capaci di combattere l’infezione e di riparare i danni causati ai tessuti circostanti.
Lo scorso anno lo stesso team di ricercatori, guidati da Henrique Veiga-Fernandes, aveva pubblicato sempre su Nature un dimostrazione del fatto che le cellule nervose dell’intestino potessero stimolare un tipo di cellule immunitarie chiamate Ilc3, ovvero una delle diverse popolazioni di cellule linfoidi innate (Ilc), cellule davvero molto speciali: non si trovano nel sangue, ma sono presenti solo alcune zone dell’organismo, come appunto le mucose.
In questo nuovo studio i ricercatori portoghesi si sono concentrati su un altro tipo di cellule linfoidi innate: le Ilc2. “Queste cellule sono normalmente abbondanti nei siti di barriera, come l’intestino, i polmoni e la pelle, fungendo come vere e proprie fortezze fisiche”, precisa Veiga-Fernandes. E ora, il team è riuscito a dimostrare che queste cellule immunitarie non sarebbero in grado di proteggerci dalle infezioni senza stabilire un dialogo con i neuroni residenti nelle mucose dell’organismo.
Questo tandem neuro-immunitario è stato scoperto osservando delle microfotografie ad alta risoluzione dei polmoni e del ventre di alcuni topi: le Ilc2 erano posizionate lungo gli assoni di neuroni situati in queste mucose. “A questo punto ci siamo chiesti se questi due distinti tessuti avrebbero potuto comunicare reciprocamente”, continua Veiga-Fernandes. Per capirlo, i ricercatori hanno analizzato l’intero genoma di una serie di cellule immunitarie (Ilc1, Ilc2, Ilc3, cellule T) cercando i geni che codificassero per le molecole che agiscono come ricevitori di segnali neuronali. Dalle analisi è emerso che solo le Ilc2 possedevano i ricevitori (come un’antenna) per questi segnali nervosi. Più precisamente, le Ilc2 hanno recettori per un messaggero neuronale chiamato neuromedina U (Nmu). E poiché i neuroni sono le uniche cellule che producono livelli abbondanti di Nmu, è stato evidente che solo i neuroni avrebbero potuto inviare questo segnale alle Ilc2.
Come precisano i ricercatori, i risultati dello studio forniscono due grandi novità. “La prima è che i neuroni definiscono la funzione delle cellule immunitarie”, precisa l’autore. “Nessuno avrebbe potuto immaginare che il sistema nervoso coordini, comandi e controlli la risposta immunitaria in tutto l’organismo”. La seconda novità, invece, è che “questa è una delle reazioni immunitarie più veloci e più potenti che abbiamo mai visto”. Basti pensare, infatti, che lo stimolo neuronale appena scoperto induce una risposta immunitaria in pochi minuti, mentre le vaccinazioni richiedono in genere diverse settimane (NdR: e sono dannose al sistema immunitario)
Dopo aver condotto alcuni esperimenti su un gruppo di topi, servendosi del parassita Nippostrongylus brasiliensis, il passo successivo sarà quello di osservarlo anche sugli esseri umani. “Forse, anche negli esseri umani le Ilc2 hanno i recettori Nmu”, conclude Veiga-Fernandes. “Ma siamo ancora molto lontani dal capire come potremmo usare in tutta sicurezza questa bomba neuro-immunologica. C0’è quindi da fare ancora molta strada”.
By Marta Musso – Tratto da: wired.it
L’immunizzazione infantile è possibile con l’allattamento al seno ?
Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci – 19 giugno 2015; 370 (1671): 20140139.
– doi: 10.1098 / rstb.2014.0139 – PMCID: PMC4527385 – PMID: 25964452
By Valerie Verhasselt – Questo articolo è stato citato da altri articoli in PMC.
Estratto iniziale:
L’allattamento al seno è noto come il modo più efficace per prevenire le malattie infettive nella prima infanzia. Il trasferimento materno di immunoglobuline antimicrobiche attraverso il latte conferisce l’immunità passiva al bambino allattato mentre il suo sistema immunitario sta maturando. Il latte materno contiene anche fattori bioattivi che stimoleranno questa maturazione. Dalla letteratura sulla prevenzione dell’allattamento al seno delle malattie immuno-mediate e più specificamente dai nostri esperimenti condotti nel campo della prevenzione delle malattie allergiche, proponiamo che l’allattamento al seno possa anche indurre risposte immunitarie antigene-specifiche nel bambino allattato al seno. Abbiamo scoperto che l’esposizione precoce dell’antigene orale attraverso il latte materno porta alla tolleranza o al priming immunitario a seconda della natura dell’antigene trasferito e dei cofattori di latte materno che lo accompagnano. Qui, discuteremo i nostri dati alla luce della prevenzione delle malattie infettive e proporrò che il possibile trasferimento di latte di antigeni microbici potrebbe influenzare attivamente la risposta immunitaria nei bambini allattati al seno e quindi la loro suscettibilità a lungo termine alle malattie infettive. Ulteriori ricerche in questa direzione potrebbero portare a nuove strategie di vaccinazione precoce, sfruttando la possibilità di stimolare le risposte immunitarie antigene-specifiche attraverso il latte materno.
Prosegue sull’articolo originale dimostrativo
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4527385/
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Sistema Immunitario
– immunità di tipo 1 -linfociti T-
– immunità di tipo 2 -linfociti B-
tipo 1, antica,
L’arma è il monossido di azoto (NO) che oltrepassa la membrana cellulare.
Siccome è tossico, è delicato l’equilibrio tra lui e le sostanze antiossidanti che devono neutralizzarlo (meccanismo che si è capito solo nel 1987)
tipo 2
Anticorpi prodotti dalle cellule immunitarie B (linfociti B, da Bine Marrow, midollo osseo).
Queste rispondono a sostanze estranee di grandi dimensioni e alle sostanze tossiche determinando la risposta anticorpale.
Per esempio i vaccini che non contengono virus sintetici preparati al computer, cercano di stimolare una risposta anticorpale (tipo 2) e stimolano anche le cellule T per una maggior produzione di NO intensificando l’immunità intracellulare.
I due sistemi interagiscono e da questo equilibrio dipende la salute immunitaria.
Uno sbilanciamento verso il tipo 2 è alla base delle patologie di tipo allergico, uno sbilanciamento di tipo 1 di patologie autoimmuni.
Tutta l’immunologia (e tutta la vaccinologia) si appoggia sul dogma che il nostro sistema immunitario sia in grado di distinguere le proteine di provenienza propria da quelle di provenienza esterna. Oggi sappiamo (o dovremmo sapere) però che nel periodo post natale e nella prima infanzia il sistema immunitario non è sufficientemente allenato per riuscire a fare proprio questa distinzione.
Come sia poi possibile che un organismo sia in grado di distinguere le migliaia di proteine diverse di cui è composto (circa 55.000) rimane un mistero.
Gli agenti patogeni che penetrano all’interno dell’organismo vengono sminuzzati dalle cellule dendritiche in modo da facilitare il compito dei linfociti T che provvederanno con la produzione di NO a ucciderli.
Con una vaccinazione con virus attenuati (od OGM) si iperstimola questa modalità di risposta col rischio di avere in punti anche distanti dell’organismo fenomeni infiammatori ASIA (meccanismo all’origine ad esempio della meningite asettica) e di tipo autoimmune.
La grande variabilità di configurazione completamente diversa di proteine sulla superficie delle cellule dendritiche e immunitarie in generale configura un gran numero di complessi (detti di istocompatibilità MHC) i quali determinano la grande variabilità di reazione alle tossine, agli agenti patogeni, ai traumi di origine fisica e psichica e naturalmente ai vaccini (che è quindi individuale tanto che oggi si dice che il sistema immunitario è come l’impronta digitale, ognuno ha il suo). Ed è questo il punto (che è peraltro sotto gli occhi di tutti tanto è evidente):
NON È vero che le persone reagiscono allo stesso modo a questi fattori esterni
Possibili danni da vaccino
i Vaccini a virus sintetici preparati al Computer in laboratori specializzati, che non sono attenuati, ma inventati per le esigenze di brevetto e per produrre i vaccini, abbiamo visto che stimolano la risposta anticorpale di tipo 1 con produzione di NO. La risposta corretta o esagerata dipenderà dai complessi di istocompatibilità personali (sembra che il gruppo sanguigno 0 sia portato ad una risposta paradossale).
Se la risposta è eccessiva anche le cellule sane subiranno questa aggressione con NO che penetra la membrana cellulare ma non solo, penetra anche negli organelli chiamati mitocondri preposti alla dinamica della respirazione cellulare oltre a produrre il 90% dell’energia della cellula.
Il rischio che si corre in caso di eccessiva risposta di tipo T con produzione di NO è addirittura quello di alterare il DNA a livello mitocondriale.
I mitocondri sono degli ex batteri e non hanno dei meccanismi di riparazione in caso di danni a livello genetico (danno verso il quale sono 10 volte più esposti in quanto mancanti di un guscio protettivo di proteine come invece hanno i geni all’interno del nucleo della cellula), possiedono un proprio DNA composto da 39 geni (che sono i più antichi che ereditiamo solo dalle mamme) fatto sconosciuto anche a molti medici.
Oltre ai danni a breve e medio termine, un eventuale danno a livello di mutazione del DNA mitocondriale comporta una disposizione per eventuali malattie che si possono manifestare nella vita e addirittura a possibili nuove malattie per le generazioni future.
Nel 1997 questo DNA veniva indicato come spazzatura, dal 2007 (sempre perché la scienza sa tutto e non cambia mai idea) viene indicato come il più importante che abbiamo… ad oggi sono documenta più di 200 malattie a livello cardiaco, muscolare e cerebrale che originano da un danno mitocondriale, oltre ai noti morbo di Alzheimer e di Parkinson e al diabete di tipo 2 e si stà assistendo ad una comparsa sempre più precoce… per farla breve un mitocondrio sano produce grandi quantità di ATP (le nostre molecole di energia) e pochi radicali liberi, un mitocondrio invecchiato o danneggiato fa il contrario.
Oltre alle possibili complicanze da vaccino (in genere mediate da una eccessiva risposta di tipo 2) ci sono anche i possibili danni (conseguenti ai meccanismi descritti) che si manifesteranno nell’età adulta come conseguenza di una alterata risposta di tipo 1.
Possibili reazioni in rapporto al gruppo sanguigno (gli studi sono insufficienti forse anche perché sembra che quando sollevano sospetti vengono abbandonati?):
* gruppo 0 risposta di tipo 1 danni a lungo termine
* gruppo A e AB tolleranza relativamente buona con risposta di tipo 2 –> patologie allergiche e rischio di contrarre le patologie per le quali si è stati vaccinati da adulti
* gruppo B predisposizione a reazioni di tipo neurotossiche e danni neurologici soprattutto a causa di adiuvanti.
Questo per fermarci ai 4 gruppi sanguigni principali (perché, anche questo lo sanno in pochi anche tra i medici, i gruppi sanguigni ad oggi conosciuti sono 32) che numericamente parlando sono in ordine di prevalenza (in Europa): 0, A, B, AB
Uno studio inglese del 1993 sui danni post vaccinali pubblicato da Miller e altri su Lancet (afferma che il tasso di meningite asettica post vaccinale varia da studio a studio e dall’intensità con cui si cerca di individuare questi casi (cioè più si cerca è più si trova). Fino a quello studio si pensava che l’incidenza fosse dello 0,4 – 10 casi per milione di bambini vaccinati (che sono le cifre raccontate ancora oggi come se quello studio non esistesse). I risultati di quello studio ufficiale finanziato dal governo inglese fu di 1 ogni 11000 vaccinati. Gli autori di questa ricerca affermano che queste meningiti postvaccinali comportano anche “un numero sorprendente e spaventoso di complicazioni”.
In natura non ci si ammala tutti nel medesimo momento, alla stessa età.
Solo un accenno al fatto che il glutatione è il principale antiossidante cellulare, necessario per neutralizzare i radicali liberi. Le cellule ossidate o muoiono o producono proteine dello stress. E che il paracetamolo è un antagonista del glutatione per cui l’indicazione a intervenire con paracetamolo in caso di comparsa di febbre lascia esterrefatti
Tralasciando una disamina delle malattie dovute ad una alterazione tra l’immunità di tipo 1 e 2 perché l’elenco sarebbe lunghissimo, solo un accenno al cancro. Cento anni fa l’incidenza era del 10% della popolazione, oggi è del 35% in costante aumento. Per molti tipi di cancro è documentata una configurazione di squilibrio immunitario cosa che non sorprende visto che le cellule tumorali non sono altro che una regressione verso cellule embrionali con configurazione di citochine di tipo 2 (come appunto le cellule embrionali nella placenta).
Tornando ai nostri mitocondri è una conoscenza acquisita degli ultimi 10 anni che il cancro si sviluppa a causa di un disturbo della catena di respirazione all’interno dei mitocondri che abbiamo visto essere sede della produzione di energia.
Nel caso della cellula tumorale, questa attua una commutazione permanente verso la forma di produzione dell’energia che è la fermentazione senza l’utilizzo di ossigeno ma con un consumo 20 volte maggiore di glucosio per cui di fatto diventa un parassita cellulare. La produzione di NO nelle cellule tumorali è praticamente soppressa e si avrà uno spostamento permanete verso una reazione immunitaria di tipo 2, processo che come abbiamo visto può essere favorito dalla vaccinazione soprattutto nei gruppi sanguigni A, B e AB che in effetti pur essendo numericamente inferiori dei gruppi 0 presentano una maggiore incidenza di tumori e proprio negli ultimi 50 anni (per motivi multifattoriali naturalmente non certo solo per le vaccinazioni ma per tutti i fattori di stress che si accumulano e si potenziano nel corso della vita).
Il Ca2+ intracellulare stimola la produzione di NO, che se in eccesso è tossico per le cellule microgliali e per gli astrociti. La microglia è responsabile del pruning delle sinapsi nel periodo intrauterino e neonatale fino ai due anni ! Trovo sempre eccesso di Ca intracellulare nei bambini autistici!
Esami prevaccinali (utili per minimizzare, ma non per escludere i rischi), infatti ad oggi NON ESISTE ALCUN ESAME DIAGNOSTICO che può fornire certezze assolute sull’assenza di rischio nella pratica vaccinale.
Per esempio, la singola mutazione dell’MTHFR non è uno strumento capace di predire un danno da vaccino.
Alcune malattie, tra cui quelle auto-immuni, sono più frequenti in soggetti portatori di determinati aplotipi che non sono necessariamente predittori certi di malattia, e non esistono ad oggi elementi per prevedere quali soggetti portatori di determinati antigeni HLA potrebbero più facilmente sviluppare una reazione severa dopo una vaccinazione.
Il numero delle patologie cronico-degenerative, delle patologie autoimmuni, di quelle tumorali e i disturbi del neurosviluppo sono in drammatico aumento tra i bambini, Vaccinati figli a loro volta di genitori vaccinati.
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Organi preposti a sorvegliare AIFA e OMS (ma chi e che cosa), se sono finanziari dalle case produttrici di vaccini e farmaci ??
L’Agenzia del Farmaco (AIFA), che ha nascosto per anni i pochi dati – raccolti casualmente, perché non ha mai avviato ricerche mirate – sulle numerosissime reazioni avverse ai vaccini, tra cui diverse mortali e molte irreparabili; dati che è stata costretta a rendere pubblici solo dopo l’ingiunzione del Tribunale di Torino.
l’OMS è sì un’agenzia delle Nazioni Unite, ma “privatizzata”: il suo bilancio, lo 85%, è sostenuto quasi interamente dalle principali case farmaceutiche (Big Pharma), tra cui Glaxo, e da miliardari che hanno il potere di deciderne i programmi, come Warren Buffet e Bill Gates.
Quest’ultimo, insieme alla moglie, è sotto processo in India per aver promosso una sperimentazione di vaccini con esiti mortali su bambini di famiglie povere e ignare, mentre Glaxo ha subito diverse condanne: negli Usa – a penali miliardarie – per aver diffuso farmaci senza avvertire dei gravi effetti avversi di cui era a conoscenza; in molti paesi dell’America Latina, per sperimentazioni pericolose con vaccini; in quasi tutto il resto del mondo per ricorso a regalie e tangenti; in Italia, ha pagato 600 milioni (di lire) per rendere obbligatorio il vaccino per l’epatite B, di cui è monopolista, ma che le permette di venderne altri cinque nelle “insostituibili” formulazioni quadrivalente ed esavalente.
By dott. Gerardo Rossi
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
Nei vaccini umani vengono utilizzati ossi-idrossido di alluminio, fosfato di alluminio e solfato di alluminio, e/o altri metalli tossici, e la scelta della formulazione dipende da quanto bene assorbe le componenti proteiche del vaccino.
Tradizionalmente, tutti gli effetti adiuvantici dell’allumimio [Al] sono stati attribuiti alla sua capacità di prolungare l’esposizione dell’antigene al sistema immunitario. È ormai chiaro, tuttavia, che l’alluminio [Al[ può essere riconosciuto dal sistema immunitario innato che porta a molteplici effetti a valle fra cui, probabilmente, la sua capacità di agire come adiuvante immunologico
Inoltre, neppure le risposte endogene delle cellule T CD4 e CD8, le risposte degli anticorpi e la polarizzazione Th2 sono state influenzate dall’assenza di caspase-1 o NLRP3.
Questi dati suggeriscono che l’attivazione dell’infiammasoma e della risposta innata di tipo 2 orchestrata da macrofagi e mastociti in vivo, non sono necessari per l’effetto adiuvantico dell’alluminio [Al] sulle risposte delle cellule T e B endogene.
Distribuzione della infiammazione
I mastociti differiscono da altre cellule ematopoietiche (ad esempio neutrofili, basofili ed eosinfili) in quanto sono presenti nei tessuti in condizioni fisiologiche normali. Essi risiedono non solo tra le cellule parenchimali, ma anche in prossimità di vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi che sono incorporati nel parenchima.
Quindi ecco il generarsi di un’auto-infiammazione costante che aumenta con il procedere dell’età .
Ecco la spiegazione del meccanismo di inizio della risposta autoimmune che si protrae per tutta la VITA del soggetto vaccinato, perche questo meccanismo non si fermerà mai, una volta avviato nel nostro sistema immunitario innato ed infine ecco che il sistema immunitario attacca lo stesso organismo.
Tratto da: http://www.jimmunol.org/content/183/7/4403.long
Estratto
Per capire di più su come il corpo riconosce l’allume abbiamo caratterizzato le prime risposte innate e adattive nei topi iniettati con l’adiuvante. Entro poche ore dall’esposizione, l’allume induce una risposta innata di tipo 2 caratterizzata da un afflusso di eosinofili, monociti, neutrofili, DC, cellule NK e cellule NKT. Inoltre, vengono prodotte almeno 13 citochine e chemochine entro 4 ore dall’iniezione, tra cui IL-1β e IL-5. La produzione ottimale di alcuni di questi, compreso IL-1β, dipende da macrofagi e mastociti, mentre la produzione di altri, come IL-5, dipende solo dai mastociti, suggerendo che entrambi questi tipi di cellule possono rilevare l’allume. L’allume induce accumulo di eosinofili in parte attraverso la produzione di IL-5 derivato da mastociti e istamina.
L’allume migliora notevolmente l’innesco di cellule T CD4 e CD8 endogene indipendentemente dai mastociti, macrofagi e di eosinofili. Inoltre, i livelli Ab e il bias Th2 erano simili in assenza di queste cellule. Abbiamo trovato che l’infiammazione indotta da allume è rimasta invariata in topi carenti di caspasi-1, che non possono produrre IL-1β. Inoltre, le risposte endogene di cellule T CD4 e CD8, le risposte Ab e il bias Th2 non sono state influenzate dall’assenza di caspase-1 o NLRP3.
Questi dati suggeriscono che l’attivazione dell’infiammomaco e la risposta innata di tipo 2 orchestrata da macrofagi e mastociti in vivo non sono richieste per l’effetto adiuvante di allume sulle risposte di cellule T e B endogene. Le risposte di cellule T CD4 e CD8 endogene, le risposte Ab e il bias Th2 non sono state influenzate dall’assenza di caspase-1 o NLRP3.
Questi dati suggeriscono che l’attivazione dell’infiammomaco e la risposta innata di tipo 2 orchestrata da macrofagi e mastociti in vivo non sono richieste per l’effetto adiuvante di allume sulle risposte di cellule T e B endogene. Le risposte di cellule T CD4 e CD8 endogene, le risposte Ab e il bias Th2 non sono state influenzate dall’assenza di caspase-1 o NLRP3.
Questi dati suggeriscono che l’attivazione dell’infiammomaco e la risposta innata di tipo 2 orchestrata da macrofagi e mastociti in vivo non sono richieste per l’effetto adiuvante di allume sulle risposte di cellule T e B endogene.
I sali di alluminio, definiti collettivamente come allume in questo studio, sono stati usati per quasi un secolo per migliorare le risposte di Ab negli animali e negli esseri umani con pochissima comprensione di come mediano i loro effetti sul sistema immunitario ( 1 ). Nei vaccini umani vengono utilizzati idrossido di alluminio, fosfato di alluminio e solfato di alluminio e la scelta della formulazione dipende da quanto bene assorbe i componenti proteici del vaccino. Tradizionalmente, tutti gli effetti adiuvanti dell’allume sono stati attribuiti alla sua capacità di prolungare l’esposizione di Ag al sistema immunitario. Ora è chiaro, tuttavia, che l’allume può essere riconosciuto dal sistema immunitario innato che porta a molteplici effetti a valle tra cui, forse, la sua capacità di agire come adiuvante immunologico.
L’allume induce una risposta infiammatoria di tipo 2, caratterizzata dall’accumulo di eosinofili nel sito di iniezione in vivo. Questo può contribuire agli effetti dell’allume su specifiche risposte immunitarie ( 2 ). Gli eosinofili aumentano i livelli di MHC di classe II e segnalano nelle cellule B attraverso IL-4 e promuovono le prime risposte di IgM. L’allume induce anche la conversione dei monociti in cellule dendritiche (DC) 3 che presentano l’Ag ( 3 ).
Un certo numero di studi ha studiato come l’allume raggiunge il suo effetto infiammatorio. È noto che l’impegno dei TLR da parte dei loro ligandi, come LPS, stimola l’immunità innata e ha potenti effetti adiuvanti su specifiche risposte immunitarie ( 4 ).
Tuttavia, diversi studi hanno dimostrato che la capacità dell’allume di agire come adiuvante non dipende né da MyD88 né da TRIF, molecole adattatrici nelle vie di segnalazione che agiscono a valle della legatura dei TLR ( 5 , 6 ).
Altri recettori di riconoscimento di pattern come i recettori NOD-like possono anche promuovere risposte innate che, a loro volta, stimolano l’immunità specifica ( 4 , 7 , 8 , 9 , 10 ). All’attivazione, i membri della famiglia di recettori simili a NOD, come NLRP3, formano complessi con la proteina dell’adattatore ASC e la pro-caspasi-1. Il complesso formato da queste molecole viene chiamato inflammasome. L’inflammasoma NLRP3 è attivato da numerosi materiali, compreso l’allume ( 11 , 12 , 13 , 14 , 15).
La sua attivazione può essere causata direttamente dal materiale in questione, o indirettamente tramite i prodotti del danno cellulare indotto dal materiale. Tali prodotti includono cristalli di acido urico o enzimi rilasciati dai lisosomi in cellule danneggiate ( 14 , 16 ).
Qualunque sia la causa dell’attivazione dell’infiammazione, le conseguenze includono la produzione di caspasi-1 attiva, quindi la conversione delle citochine inerte del precursore della famiglia IL-1, comprese IL-1β, IL-18 e IL-33 nelle loro forme attive ( 17 ).
Perché queste citochine sono potenti stimolatori di risposte adattive in alcuni contesti ( 7 , 8 , 9 , 10), l’inflammasoma NLRP3 è un candidato attraente e un intermediario degli effetti adiuvanti dell’allume.
Diversi rapporti sono giunti a tale conclusione, dimostrando che la capacità dell’allume di indurre la migrazione di DC caricati con Ag ai linfonodi (LN) ( 3 ), per aumentare la produzione di Ab ( 12 , 13 ), o anche per indurre cellulare infiltrati ( 3 , 12 ) è notevolmente ridotto negli animali privi di NLRP3 o di altri componenti dell’infiammasoma, ASC o caspasi-1. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che l’uricasi inibisce l’effetto dell’allume sulla presentazione di Ag e l’innesco di cellule T ( 3 ), suggerendo che l’acido urico è coinvolto nell’attivazione dell’inflammasoma NLRP3 da parte dell’allume. Tuttavia, sebbene sia universalmente riconosciuto che la capacità dell’allume di indurre la produzione di IL-1β dipende dall’inflammasoma NLRP3 (3 , 12 , 13 , 14 , 15 ), alcuni studi non hanno trovato alcun ruolo per NLRP3 nella capacità di allume di migliorare le risposte Ab di IgG ( 3 , 15 ). Tali risultati sono supportati dai primi risultati che abbiamo menzionato suggerendo che MyD88, un intermediario richiesto nelle vie di segnalazione delle citochine correlate all’IL-1, non è necessario per l’allume per migliorare le risposte Ab ( 5 , 6 ).
In questo studio, abbiamo deciso di studiare gli effetti dell’allume sull’immunità innata e specifica in modo più approfondito, per scoprire quali cellule rispondono più immediatamente all’introduzione di allume nel corpo e quali degli effetti di allume dipendono dall’inflammasoma NLRP3. I nostri risultati mostrano che molte citochine e chemochine proinfiammatorie sono prodotte rapidamente in vivo dopo l’esposizione ad allume. Eosinofili, neutrofili, monociti, cellule NK, cellule NKT e DC vengono rapidamente assunti nel sito di iniezione. Contemporaneamente cadono i mastociti, i macrofagi e i numeri di cellule B nel sito di iniezione. Il reclutamento di eosinofili è stato promosso da entrambi i macrofagi e mastociti, le ultime cellule tramite la loro produzione di IL-5 e istamina indotta da allume, ma non ha richiesto il componente inflammasoma caspasi-1.
L’allume non solo ha indotto migliori risposte delle cellule T CD4 endogene e produzione di Ab ma ha anche migliorato l’innesco delle cellule T CD8. Nessuno di questi effetti di allume sulla risposta immunitaria specifica richiedeva macrofagi, mastociti o eosinofili o, più significativamente, i componenti dell’inflammasoma NLRP3 o caspasi-1. Solo la produzione di IL-1β è stata influenzata dall’assenza di attività di inflammasoma. Pertanto, sebbene i mastociti ei macrofagi siano i primi sensori di allume e nonostante queste cellule producano molte sostanze stimolanti in risposta all’allume, non sono necessari per gli effetti adiuvanti dell’allume. Inoltre, sebbene l’inflammasoma NLRP3 sia richiesto per una produzione ottimale di IL-1β in seguito all’esposizione all’allume in vivo, l’allume promuove i suoi effetti sull’innesco di cellule T CD4 e CD8 e migliora le risposte di Ab da meccanismi indipendenti dall’inflammasoma.
È stato osservato che le malattie autoimmuni sono in netto AUMENTO statistico (specie nei bambini e nei giovani vaccinati) e che sono caratterizzate da sintomi importanti e spesso molto gravi.
Artrite Reumatoide, Lupus, Sclerodermia, Periarterite Nodosa, Rettocolite, Morbo di Crohn, Tiroiditi Autoimmuni, Psoriasi, Sclerosi Multipla, ecc., sono termini che sentiamo sempre più spesso e che allarmano perché indicano malattie ritenute incurabili. Inoltre, la medicina ufficiale non riesce a spiegarne l’origine, ma solo il meccanismo d’azione che, come è noto, consiste nell’aggressione da parte del sistema immunitario del paziente verso strutture proprie dell’organismo (autoimmunità).
Tale autoaggressione, non essendone spiegati i motivi di base, viene descritta sui libri e dalla bibliografia medica come una sorta di “impazzimento” del sistema immunitario che “perderebbe” la capacità di riconoscere le strutture proprie da quelle estranee (riconoscimento del self – non self).
I Meccanismi del sistema immunitario innato sovra attivato (es. con i Vaccini) disturbano l’autoregolazione e si trasformano in autoimmunità e danni neurodegenerativi
Vaccinazioni e reazioni autoimmunitarie – 23/02/2019
Vi è molta differenza tra ciò che accade normalmente in un contesto di risposta immunitaria cellulo-mediata e ciò che accade quando si tenta di provocarla artificialmente nel tentativo di eludere la risposta medesima….Quando gli anticorpi intervengono per riconoscere e distruggere i tessuti/organi stessi del corpo a cui appartengono (autoimmunità) fagocitandoli, li portano inevitabilmente nel circolo sanguigno insieme ai loro residui di DNA. Ciò induce il sistema immunitario a produrre ulteriori anticorpi che vengono indirizzati a colpire ulteriormente i tessuti e/o gli organi oggetto dell’attacco primario in un ciclo reiterato.
http://autoimmunityreactions.org/2019/02/23/autoimmunita-e-produzione-di-auto-anticorpi/
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COSA È IL MESENCHIMA O CONNETTIVO
La moderna Omotossicologia, disciplina medica di cui stiamo per parlare, ha, fra i tanti meriti, anche quello di aver dato la spiegazione scientifica del meccanismo alla base dell’autoimmunità.
L’Omotossicologia è la scienza che studia i “fattori tossici” dell’organismo; è stata codificata dal Dr. Reckeweg, medico tedesco, che per primo ha evidenziato l’importanza del mesenchima (che chiameremo connettivo) come substrato fondamentale delle cellule.
Il connettivo è il tessuto più esteso e grande dell’intero organismo (rappresenta il 20% del peso corporeo) ed è costituito da una matrice intercellulare che costituisce l’ambiente, l’habitat dove sono immerse e vivono le cellule del nostro organismo: la cellula sta al connettivo come l’uomo sta all’aria che respira.
Secondo questa prospettiva il connettivo è l’organo più importante che esista: infatti svolge svariate funzioni fondamentali per il nostro organismo. Per citarne solo alcune, diremo che tutte le reazioni immunitarie avvengono nel connettivo (che, dunque, da questo punto di vista rappresenta e viene indicato come il ”campo di battaglia”, la sede dove avvengono tutte le reazioni di difesa del nostro organismo). Inoltre svolge la funzione di nutrizione per le cellule, di immagazzinamento di sostanze di rifiuto prodotte dalle cellule (scorie metaboliche e tossine), di sostegno strutturale e molte altre.
FISIOLOGIA del CONNETTIVO
Una delle funzioni del connettivo è, come già detto, quella di essere ricettacolo di tossine che vengono convogliate dal sangue ed immagazzinate nel connettivo stesso. Queste tossine provengono principalmente dal metabolismo cellulare (tossine endogene) ed anche dall’esterno, per esempio i virus, i batteri, i farmaci, i metalli pesanti, varie sostanze chimiche, ecc. (tossine esogene). Sia le tossine endogene che quelle esogene ogni giorno devono essere smaltite e tale lavoro viene effettuato dal sistema linfatico che, proprio come un operatore ecologico, porta via giornalmente i rifiuti che si sono accumulati.
Per consentire ciò il connettivo, nell’arco delle 24 ore, attraversa due fasi di circa 12 ore ciascuna: una fase di smaltimento di scorie metaboliche e sostanze estranee, ed una fase di ricostruzione della matrice connettivale e delle sostanze indispensabili alla vita delle cellule.
In ogni fase (vedi schema) il connettivo cambia la sua struttura. Nella prima fase della giornata, che va dalle 3 alle 15 circa, esso appare come una gelatina sciolta, solubilizzata (stato di sol) ed in questa prima parte della giornata avviene la demolizione e lo smaltimento di scorie e proteine (fase di smaltimento). Nella seconda fase, che va dalle 15 alle 3 circa, il connettivo appare, invece, come una gelatina che si ricondensa (stato di gel) ed in questa seconda parte della giornata avviene la ricostituzione della matrice connettivale e delle proteine (fase di ricostruzione).
STATO DI SOL
Corrisponde a:
– Fase dell’attività
– Simpaticotonia
– Idrolisi proteica
– Degradazione
– Smaltimento
STATO DEL GEL
Corrisponde a:
– Fase della Stasi
– Vagotonia
– Ricostruzione proteica
In sintesi, ad ogni demolizione segue una ricostruzione e viceversa.
Questo ordine di rapporti, però, può rompersi per una serie di ragioni: ad esempio, per un trauma, infezioni virali o batteriche, insufficienza funzionale del sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine dovuta ad errata alimentazione o all’assunzione di sostanze chimiche, ecc. Tutti questi eventi portano ad un aumento di scorie nel connettivo.
Quando l’organismo è particolarmente sovraccaricato da questo punto di vista, si mettono in moto meccanismi di detossicazione e drenaggio supplettivi, grazie alla produzione di alcuni enzimi (per es. la ialuronidasi) che producono uno stato continuativo di sol del connettivo (fase di smaltimento): questa fase, però, non dura più solo 12 ore, ma continua fino a quando non viene ottenuta una pulizia profonda e completa. Tale meccanismo supplettivo prende il nome di INFIAMMAZIONE !
Quindi la gelatina disciolta (stato di sol) della matrice connettivale rigelificherà (stato di gel) solo quando sarà fatta completa pulizia del connettivo stesso. Solo allora, dopo aver svolto la sua funzione di drenaggio supplettivo, l’infiammazione finirà e verrà ripristinato il normale bioritmo giornaliero tra fase di sol e fase di gel del connettivo.
Da questa prospettiva l’infiammazione e, ovviamente, la febbre che ne costituisce il sintomo più generale, rappresentano un meccanismo biologicamente opportuno e NON una malattia da combattere come, invece, vengono normalmente considerate.
La scienza, negli ultimi anni, ha dimostrato che il nostro sistema immunitario inizia a funzionare in maniera ottimale a partire da una temperatura di 38,4° C. Inoltre, nei centri più all’avanguardia nella cura dei tumori viene usata l’ipertermia, cioè l’induzione di un’infiammazione molto alta prodotta artificialmente nella zona da trattare, proprio perché si produce un forte stimolo immunitario.
Il PROBLEMA
Se l’infiammazione e la febbre non vengono considerate correttamente, cioè come meccanismi biologicamente opportuni, bensì come malattia da combattere, si cercherà, ovviamente, di combatterle con anti-infiammatori, antibiotici, cortisonici, ecc.
Tutti questi farmaci hanno una caratteristica comune, quella di produrre un immediato viraggio dalla fase di sol (fase in cui agisce l’infiammazione) a quella di gel (stasi), senza prima aspettare che sia stata fatta “pulizia”. Di conseguenza, si produrrà una gelificazione forzata del connettivo e quindi l’infiammazione passerà, così che medico e paziente saranno apparentemente soddisfatti del risultato ottenuto, convinti di aver ottenuto la guarigione eliminando i sintomi.
In realtà tale guarigione è solo apparente perché il fine ultimo, la causa per cui si era accesa l’infiammazione, non è stato raggiunto: le tossine rimangono nel connettivo ed il problema è solo rimandato. Infatti, una volta passato l’effetto dei farmaci gli stessi stimoli che avevano provocato il primo episodio di infiammazione ne faranno riaccendere un altro. Purtroppo medico e paziente tenderanno a riprodurre lo stesso meccanismo ogni qual volta si ripresenti un’infiammazione, accorgendosi però che gli effetti ottenuti non sono più quelli attesi in quanto, nel corso del tempo, le infiammazioni si riaccendono sempre più frequentemente e non sono più facilmente gestibili.
SINTESI riassuntiva sul TESSUTO CONNETTIVO LASSO e processo SOL-GEL
Il tessuto connettivo lasso, che si origina in seguito al processo di differenziazione del mesenchima, è costituito da vari elementi cellulari (cellule mesenchimali – indifferenziate e totipotenti, fibroblasti, macrofagi, monociti, linfociti, granulociti ecc.) e dalla sostanza intercellulare, che comprende le fibre (reticolari, collagene ed elastiche) e la sostanza fondamentale amorfa.
Quest’ultima, detta anche “matrice amorfa”, ha le proprietà o di una soluzione colloidale molto viscosa (SOL) o di un gel fluido (GEL) ed è costituita di acqua, componenti di scambio sangue/tessuti (sodio, potassio, acidi grassi, proteine …), sali, vitamine, ormoni, enzimi e glicosaminoglicani.
Il tessuto connettivo lasso è l’unico sistema in contatto diretto con tutte le cellule dell’organismo.
Tutti i processi di scambio, tra capillari e fibre nervose terminali da una parte e cellule specifiche di organo dall’altra, devono avvenire attraverso i flussi tessutali extracellulari che fanno parte del tessuto connettivo.
La configurazione del tessuto connettivo lasso cambia in presenza di processi che alterano le funzioni vitali e che possono venire innescati da germi, intossicazioni, ferite, infezioni, farmaci, specie Vaccini, disturbi regolatori, carichi stressogeni (stress muscolare ad esempio) …
Il tessuto connettivo lasso rappresenta, quindi, il primo sistema di difesa dell’organismo.
Bene quindi possiamo dire che le cellule sono come “immerse” nel tessuto connettivo, quest’ultimo rappresenta il 20% dell’intero corpo.
Pero’ la configurazione del tessuto connettivo cambia nell’arco delle 24h due volte (da Sol a Gel e viceversa), questo ovviamente in situazioni normali.
Questo ovviamente porta a riempire il connettivo di rifiuti (tossine) i quali sono principalmente di origine cellulare (tossine endogene, autoprodotte) e il resto sono virus (proteine virali, anche quelle ingegnerizzate dei Vaccini), farmaci, batteri mutati, metalli pesanti, e chi più ne ha, più ne metta.
Ovviamente questi ospiti indesiderati non possono rimanere nel “deposito” del connettivo, per questo per circa 12 ore il connettivo presenta le caratteristiche di una gelatina molto liquida (fase di SOL) durante queste ore il connettivo viene ripulito dal Sist. Immunitario.
Nelle successive 12 ore la gelatina da molle, quasi liquida, diventa più consistente e si passa alla ricostruzione del connettivo (fase di GEL).
Ripeto questo meccanismo funziona in questo modo solo in condizioni normali e se mantenuto tale, quindi se ci fermiamo per un momento a pensare alla vita che conduciamo, stress, tossine alimentari, quelli delle acque, particolarmente i Vaccini, farmaci, a cui siamo sottoposti e esposti, ci rendiamo conto che facilmente la fase SOL-GEL può andare in tilt e non svolgere la sua funzione…..
Ovviamente è così, però si tratta già di un passaggio intermedio.
Il primo punto, quello iniziale, parte dall’intestino in termini di alimenti, farmaci e soprattutto vaccini.
Indubbiamente esistono gli xenobiotici, indubbiamente i naturali processi organici stessi creano tossine endogene, dipendendo però dal tipo di alimenti, vaccini, farmaci consumati od utilizzati e dalla capacità soprattutto a livello epatico e polmonare di disintossicare l’organismo.
La prima alterazione immunitaria avviene nell’intestino, in cui si può dire che ha sede l’80% del sistema immunitario.
Il reale controllo avviene a livello mitocondriale (all’interno delle cellule), se il mitocondrio resta in piena funzione è difficile che si realizzino malattie gravi.
A spezzare la funzionalità naturale del meccanismo SOL-GEL, ci pensano vari fattori: infezioni virali, soprattutto i Vaccini, traumi, problemi al sistema linfatico, eccessiva produzione di tossine endogene dovuta ad una errata alimentazione, acque tossiche, tutti questi fattori portano ad un aumento di “materiale di scarto” nel connettivo.
Questa situazione induce il corpo a prolungare (tramite l’intervento di alcuni enzimi) la fase di SOL oltre alle sue normali 12 ore e protrarla nel tempo fino a che non si raggiunge una pulizia adeguata del connettivo.
A livello somatico avremo una di quelle tanto fastidiose Infiammazioni che ci causerà una bella febbre, risanatrice, se non la blocchiamo con farmaci tipo tachipirina, ma la aiutiamo ad uscire dall’organismo con le tecniche della medicina naturale.
Peccato che i farmaci per curare la febbre inducano una fase di GEL, quindi una solidificazione del connettivo, senza che prima sia stata fatta un adeguata pulizia.
In pratica le tossine che non sono state eliminate, rimangono nel connettivo.
Pensate che ciò avviene ogni volta che reprimiamo la febbre con i farmaco…..
Dicevamo, fino a quando SOL e GEL si alternano in modo naturale, si ha una pulizia del connettivo ottimale anche in caso di infiammazione, la cosa cambia quando ricorriamo ai farmaci, progressivamente il connettivo si “sporca” e nella successiva fase di GEL (imposta) le proteine sintetizzate per la costruzione del connettivo risulteranno anch’esse sporche…..
LA MALATTIA AUTOIMMUNE
Sopprimendo sistematicamente le infiammazioni abbiamo visto che si produce un accumulo sempre maggiore di tossine in quanto se ne impedisce il drenaggio per lunghi periodi. In tal modo il connettivo si “impregna” sempre più profondamente di tossine ed è sempre più intasato di sostanze estranee (proteine batteriche, virus, sostanze chimiche, ecc.). L’uso dei farmaci (anti-infiammatori, antibiotici, cortisonici, ecc.) provoca, come già detto, un viraggio forzato verso la fase di gel senza che si sia prima pulito il connettivo.
Ma noi sappiamo anche che la fase di gel è caratterizzata dalle nuove sintesi proteiche che dovrebbero essere attuate in un connettivo “pulito”. Se, invece, si verificano sintesi proteiche in un connettivo sempre più contaminato, “impregnato di materiale estraneo” (ripetiamolo, proteine batteriche, virus, molecole chimiche e farmacologiche) si produrranno nuove proteine che, purtroppo, includeranno nella loro struttura anche materiale estraneo all’organismo, cioè non proprio (non self). Detto in altri termini, si produrranno delle “proteine anomale” in quanto formate non solo da materiale proprio (self) ma anche da “pezzi” estranei (non self). Verranno sintetizzate quindi quelle strutture abnormi che i tedeschi hanno chiamato “proteine selvagge”.
Queste proteine anomale saranno considerate estranee (non self) dal nostro sistema immunitario che, quindi, le attaccherà. Infatti, nonostante le proteine selvagge siano costituite quasi totalmente da molecole proprie dell’organismo contengono nella loro struttura anche piccole parti estranee sufficienti a far considerare queste proteine “non opportune” e quindi da combattere da parte del sistema immunitario: si creano così le basi della malattia autoimmune.
Per essendo state classificate svariate malattie autoimmuni abbiamo volutamente parlato di malattia autoimmune al singolare in quanto essa è la malattia del connettivo e, poiché il connettivo è ubiquitario (in quanto è presente ovunque nell’organismo) la classificazione delle malattie autoimmuni dipende solo da quale zona connettivale viene colpita (per esempio, la Sclerodermia al livello del derma, il Morbo di Crohn e la Rettocolite a livello intestinale, l’Artrite Reumatoide a livello delle articolazioni, la Sclerosi Multipla a livello della guaina mielinica, la Glomerulonefrite a livello renale, la Tiroidite al livello della tiroide, ecc.).
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto detto è evidente che negli ultimi anni l’uso indiscriminato ed inopportuno di farmaci anti-infiammatori sia stato accompagnato da un forte aumento statistico della patologia autoimmune.
Pensiamo, per esempio, a quante persone bloccano sistematicamente infiammazioni e febbri con farmaci anti-infiammatori o antibiotici oppure ai danni provocati nei bambini con problemi alle tonsille, ai quali viene prescritta una terapia con penicillina a lunga azione per la durata di molti mesi o anche anni. Tutto ciò provoca uno stato di gelificazione prolungata del connettivo che impedisce la normale, fisiologica disintossicazione del connettivo stesso e facilita la formazione di grandi quantità di proteine anomale.
Quanti di questi bambini da grandi si ammaleranno ! Infatti nella maggior parte dei casi accade quanto descritto finora ed intorno ai 20-30 o 40 anni, quando compare la malattia autoimmune, il destino sembra segnato.
Ma non è così: dalla malattia autoimmune si può guarire.
Occorre conoscere tutti i possibili meccanismi che facilitano e creano le basi della malattia: qui abbiamo esposti quelli che, a nostro parere, sono i fondamentali. Attualmente solo pochi medici ne sono a conoscenza ed hanno un bagaglio olistico completo che li metta in grado di curare una malattia autoimmune ed al tempo stesso di rendere più consapevole e cosciente il paziente nel seguire un protocollo di medicina naturale che ha già dimostrato di dare risultati eccezionali.
Tratto da: http://www.centro-medico-broussais.it/autoimmuni.htm
Commento NdR: Concordiamo con questo articolo, perché le malattie dette impropriamente “autoimmunitarie” cosi’ come il meccanismo delle stesse, pare essere una scappatoia che la medicina ufficiale, incapace a comprendere le vere cause e concause della malattia, l’ammalamento, e quindi a poterla guarire, ha scelto come strada per definire questi vari e molteplici sintomi, chiamati impropriamente malattie, definendoli ad esempio, come “malattie autoimmuni”; in realtà trattasi SEMPRE e comunque di alterazioni della mucosa intestinale dovute a: intossicazioni, infezioni da parassiti, infiammazioni, con conseguente alterazione di: sistema enzimatico, flora batterica, pH dei liquidi extra ed intra cellulari e del sistema enzimatico, i quali fanno impazzire ovvero malfunzionare il sistema immunitario, e generano stress ossidativo cellulare e tissutale, ma le cause sono ben note e sono proprio quelle elencate dalla Medicina Naturale !
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
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Le Prime ricerche sul Sistema Immunitario
È stato Niels Kaj Jerne a formulare la “teoria della selezione degli anticorpi” (teoria mai dimostrata), conosciuta come teoria della selezione clonale, che presuppone ci sia una produzione continua di linfociti, i quali presentano sulla loro superficie molecole di immunoglobuline (anticorpi), che le molecole sulla superficie di una singola cellula B abbiano la stessa specificità e che per ciascun determinante antigenico esista solo una piccola parte dell’insieme delle cellule B in grado di legarsi all’antigene.
Quando un antigene è in circolazione nell’organismo si lega solo a quelle cellule B che hanno la specificità appropriata e ciò induce la cellula B che ha interagito, a produrre cellule figlie che sintetizzano e secernono questo anticorpo specifico; l’antigene quindi ha selezionato da un gruppo preesistente di cellule, quelle che hanno l’appropriata specificità e queste cellule sono ora dei cloni che derivano dalla cellula originaria.
Nel 1954, l’immunologo Niels Jerne presenta una teoria nella quale afferma che vi è già una vasta gamma di linfociti nel corpo prima di qualsiasi infezione. L’ingresso di un antigene nel corpo produce la selezione di un solo tipo di linfociti e quindi stimola la produzione di anticorpi per distruggere l’antigene.
Altre ricerche e formulazione della teoria
L’immunologo australiano Frank Macfarlane Burnet assieme a David W. Talmage lavora su questo modello di teoria ed è il primo a chiamarla “teoria della selezione clonale”. Burnet spiega il funzionamento della memoria immunologica come clonazione di due tipi di linfociti:
– Cellule “B” attive: agiscono immediatamente per combattere le infezioni rilasciando anticorpi che durano solo poche ore o giorni.
– Cellule memoria: non agiscono immediatamente ma si preservano nell’organismo per prevenire eventuali infezioni successive alla prima; queste cellule possono rimanere nell’organismo per periodi di tempo molto lunghi, il che si traduce in immunità a tale antigene.
Nel 1958, Sir Gustav Nossal e Joshua Lederberg hanno dimostrato che una cellula B produce sempre un solo anticorpo. Questa è stata la prima prova a conferma parziale della teoria.
Bibliografia
– Del Gobbo V., Immunologia per le lauree sanitarie, Piccin-Nuova Libraria, Padova 2007
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Negli esseri umani esistono due sistemi che contribuiscono all’immunità:
il sistema immunitario innato o aspecifico e il sistema adattativo o specifico, suddiviso in umorale e in cellulo-mediato. Entrambi questi sistemi sono essenziali per la sopravvivenza della specie.
Alcuni Virus vengono replicati non solo dalle cellule, ma anche nei e dai macrofagi primari umani, SENZA stimolare l’immunità innata, nonostante la trascrizione inversa di RNA genomico in DNA a doppio filamento, attività che ci si potrebbe aspettare per attivare i recettori dei “pattern recognition” (immunitari) innati.
Ciò significa che alcuni virus NON vengono riconosciuti dal sistema immunitario e quindi possono andare ove li porta il flusso di liquidi ove vengono o sono inseriti, ad esempio con i vaccini esempio nella micro circolazione producendo gravi danni nei tessuti, specie quelli dei cervelli !
Tutta la teoria dell’immunologia, nella medicina ufficiale, si basa su questi concetti di antigene e anticorpo (NdR: che è ancora imprecisa ed indimostrata, oltre che fasulla in tante sue parti, vedi qui sotto).
Il problema dell’immunologia è quindi proprio quello di basarsi su due termini che si definiscono reciprocamente e che non sono quasi mai reciprocamente esatti, precisi, anche perché la teoria degli anticorpi è una semplice teoria indimostrata con i fatti, infatti ad esempio il 30% dei vaccinati non produce anticorpi all’antigene del vaccino che gli è stato propinato, proprio perché la teoria della risposta anticorpale obbligatoria del sistema immunitario è fasulla.
vedi la prova QUI: Copia dei titoli anticorpali di un soggetto plurivaccinato
Il sapore “amaro” dell’immunità – 2016
Le proteine che percepiscono il gusto amaro si trovano non solo sulla lingua ma in tutto il corpo, anche in organi che non entrano in contatto con il cibo. Chiamate recettori gustativi, queste proteine innescano meccanismi di difesa molto rapida in grado di uccidere i batteri, secondo nuove ricerche. La stimolazione di questi recettori con composti amari potrebbe rinforzare la risposta immunitaria naturale e ridurre al minimo, l’uso di antibiotici.
L’ IMMUNITÀ “INNATA” è ADATTABILE e si AUTOINFORMA.
L’ immunità innata e adattiva non sono indipendenti.
Es.: Gli insetti hanno solo meccanismi di immunità innata, molto efficienti, ma privi di memoria. I vertebrati hanno sviluppato anche un sistema di risposta adattiva alle aggressioni dei microorganismi, un sistema capace di individuare il supposto aggressore e di ricordarlo.
Gli studi di Hoffmann e dei suoi colleghi nel resto del mondo hanno fatto scoprire che l’immunità innata è indispensabile per avviare la reazione anche dell’immunità adattiva. Insomma, l’immunità innata, per molto tempo sottovalutata e poco studiata nei mammiferi e nell’uomo, si è rivelata una fonte preziosa per capire come funzionano le nostre difese, che per ora non conosciamo a sufficienza……eppure su questa teoria si basano tutti i Vaccini….ecco perché essi sono PERICOLOSI !
Il sistema immunitario influenza il comportamento – 25/10/2017
L’attivazione protratta del sistema immunitario provoca la riduzione dei livelli di alcuni amminoacidi nel sangue, in particolare di triptofano e tirosina. La conseguenza è una riduzione della capacità dei neuroni di produrre serotonina e dopamina, che poi, a cascata, può indurre alterazioni del comportamento, determinando ansia e paura eccessive.
Una volta attivati, i linfociti T – un caposaldo del sistema immunitario – determinano un’alterazione del metabolismo generale, che a sua volta porta a cambiamenti nel comportamento. La scoperta è di un gruppo di ricercatori del RIKEN Yokohama Institute, in Giappone, che firmano un articolo su “Nature Immunology”.
Quando le cellule T vengono attivate, il loro metabolismo cambia per far fronte al maggiore fabbisogno energetico necessario sostenerne l’azione, ma non si sapeva se questo avesse ripercussioni sul metabolismo generale dell’organismo.
In una serie di esperimenti su topi, Michio Miyajima, Sidonia Fagarasan e colleghi hanno trovato che i livelli di amminoacidi che circolano nel sangue si abbassano perché queste molecole – che servono alla produzione delle proteine – si accumulano nelle cellule T presenti nei linfonodi. In particolare, la diminuzione sistemica degli amminoacidi fa sì che al cervello arrivino quantità ridotte di triptofano e tirosina, limitando la produzione dei neurotrasmettitori serotonina e dopamina.
Questi due neurotrasmettitori hanno un ruolo di primo piano nella regolazione del tono dell’umore e nel cosiddetto circuito della ricompensa, strettamente legato alla motivazione all’azione. E infatti, in un gruppo di topi geneticamente modificati in modo da avere il sistema immunitario costantemente attivato, i ricercatori hanno osservato comportamenti dominati dall’ansia e da risposte di paura esagerate, che potevano essere ricondotti alla normalità somministrando ai roditori una dieta ricca degli amminoacidi carenti.
“Complessivamente, questi dati indicano che l’eccessiva attivazione delle cellule T provoca uno spostamento del sistema metabolico sistemico con conseguenze che si estendono ben oltre il sistema immunitario”, ha detto Michio Miyajima.
Ora i ricercatori vogliono capire se l’alterazione dello stato emotivo e motivazionale in seguito all’attivazione delle cellule T è solo un effetto collaterale del processo, o se si tratti di un adattamento che comporta qualche beneficio evolutivo (una carenza di spinta all’azione potrebbe per esempio indurre a stare fermi e tranquilli, agevolando il processo di guarigione dalla malattia che ha scatenato la risposta immunitaria).
Infine, dato che l’attivazione costante dei linfociti T nei topi era stata ottenuta bloccando un recettore di membrana dei linfociti, e che attualmente una strategia analoga è studiata come terapia antitumorale, Michio Miyajima e colleghi vogliono capire se questo approccio terapeutico potrebbe comportare cambiamenti comportamentali, e in particolare un aumento dell’ansia nei pazienti, e come porvi eventualmente rimedio.
Tratto da: lescienze.it
Commento NdR: ma ciò conferma anche quello che afferma la Medicina Naturale che, anche il comportamento della persona influenza il sistema immunitario !
Infatti:
Ecco un elenco di 106 studi Peer-Reviewed che affermano il potere dell’immunità naturale per influenza detta impropriamente COVID o di qualsiasi altra influenza stagionale e non solo….
È l’elenco più aggiornato e completo di 106 degli studi scientifici di più alta qualità, completi e robusti e rapporti di prova/dichiarazioni di posizione sull’immunità naturale: https://www.eventiavversinews.it/un-elenco-di-106-studi-peer-reviewed-che-affermano-il-potere-dellimmunita-naturale-covid-da-salvare/
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Le RISPOSTE IMMUNITARIE
Esistono tre tipi di risposte’ immunitarie:
la risposta dell’immunità umorale, quella dell’immunità cellulare e quella dell’immunità specifica, quella portata avanti da proteine che hanno funzione di stimolo, chiamate linfochine.
– L’immunità umorale è costituita da molecole in soluzione, queste sono chiamate immunoglobuline o anticorpi e costituiscono il 20% delle proteine del sangue; fa parte della difesa immunitaria umorale anche il complemento che è rappresentato da una serie di proteine che aiutano gli anticorpi a uccidere i Batteri e che agisce in maniera non specifica.
– L’immunità cellulare è rappresentata da quella portata avanti da cellule intere, come i fagociti che sono in grado di ingerire e distruggere materiale estraneo; fanno parte di questa famiglia i neutrofili e i macrofagi. Uno dei ruoli fondamentali degli anticorpi è quello di aiutare i fagociti a riconoscere sostanze estranee; esiste anche un tipo di cellule che presenta sulla sua superficie delle proteine che hanno le stesse caratteristiche degli anticorpi e, inoltre, un altro tipo di cellule che secernono le linfochine le quali aiutano a guarire dall’infezione. La prima risposta immunitaria dell’organismo è per un breve periodo non specifica, i fagociti si attivano quando incontrano un batterio e le cellule che vengono infettate da un virus producono molecole che si chiamano interferoni, le quali interagiscono con recettori esposti da altre cellule e le rendono meno vulnerabili all’infezione virale.
– L’immunità specifica invece è portata avanti dai linfociti, i quali vengono attivati sia dal contatto diretto con la sostanza patogena sia in maniera indiretta da proteine o frammenti di esse che vengono digerite e presentate sulla superficie dai macrofagi.
Questo evento fa riconoscere come estranee queste risposte e il linfocita inizia la produzione di anticorpi.
L’anticorpo riconosce una parte della struttura estranea chiamata epitopo e ogni proteina ha la potenzialità di avere molti epitopi che possono essere riconosciuti dagli anticorpi. La caratteristica principale di questi ultimi è costituita dalla loro specificità, infatti il nostro organismo è in grado di produrre un numero molto elevato di anticorpi diversi in grado di riconoscere altrettante strutture diverse. Ciascuna molecola di anticorpo consiste in due classi di catene proteiche chiamate leggere e pesanti e ogni singolo anticorpo è costituito da due coppie identiche della catena pesante e di due coppie della catena leggera. In questa struttura a quattro catene, le due estremità uguali, che rappresentano la parte N-terminale della proteina, contengono la specificità per l’antigene e, quindi, ogni anticorpo può legarsi a due molecole di antigene per volta e questo legame è altamente specifico.
Esistono vari tipi di anticorpi che sono stati classificati come IgM, IgD, IgG, IgE e IgA: la loro differenza risiede nella catena pesante.
Gli anticorpi sono prodotti dai linfociti B, che hanno origine nel midollo osseo; la lettera B rappresenta l’iniziale di un organo chiamato borsa di Fabrizio, che è il luogo deputato alla produzione di queste cellule negli uccelli dove sono stati studiati per la prima volta.
Il sistema immunitario ha una versatilità straordinaria: infatti, può produrre anticorpi contro quasi ogni sostanza nuova per la cellula; tale caratteristica ha posto degli enormi interrogativi sui limiti e le potenzialità di questo sistema e sui meccanismi di produzione di queste diverse strutture.
Per anni gli immunologi hanno dibattuto sui meccanismi genetici che contribuivano a una così grande diversità, ma la teoria selettiva, che ritiene che gli antigeni stessi selezionino l’anticorpo appropriato da un insieme preesistente di anticorpi, è probabilmente la più corretta.
Tratto in parte da: sapere.it
Bibliografia:
J. Daguet, Ele’ments d’immunologie me’dicale, Parigi, 1967; M. Landy, W. Braun, Immunological Tolerance, New York, 1969; P. A. Miescher. H. T. Müller-Eberhard, Trattato di immunopatologia, Roma, 1971; B. Amos, Progress in Immunology, New York, 1972; E. Clerici, M. L. Villa, Immunologia generale, Torino, 1973; G. Doria, L. Adorini, Immunologia generale, Milano, 1991.
Commento NdR: La stimata rivista medica, Vaccine, afferma chiaramente: “È noto che, in molti casi, i titoli anticorpali non si correlano con la protezione.”
– Del Giudice G, Podda A, Rappuoli R. What are the limits of adjuvanticity ? Vaccine. 2001 Oct 15;20 Suppl 1:S38-41.
Infatti, in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sugli anticorpi e/o sulle cellule o linfociti !
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PREMESSA della Medicina Naturale sull’argomento:
Queste teorie sul sistema immunitario e la questione degli anticorpi, non tengono assolutamente in conto che gli esseri viventi sono nei FATTI, anche secondo la teoria di Einstein, che afferma che l’energia e la materia sono due aspetti di UNA sola cosa, e che essa è un’insieme di frequenze e queste supportano e/o sono modulate dall’informazione (ciò che si sta formando), è quindi evidente che l’informazione riguardante il Progetto Vita e quindi il suo programma di sopravvivenza è inscritto nella base informatizzata anche e non solo del sistema immunitario.
La teoria immunitaria e quella degli antigeni-anticorpi. attualmente accettate, ma non accertate, sono basata esclusivamente su base biochimica; esse non tengono in alcun conto che alla base del livello biochimico vi è il livello di base, bioelettronico-informazionale.
L’essere vivente, insegna la medicina naturale, è nei fatti un’ologramma (elettronico) pensante, quindi è una struttura bioelettronica che contiene l’informazione (la Coscienza formata da Ego/IO e mente), contenenti il Programma Vita e quindi ciò che necessita alla sopravvivenza, cioè anche il sistema immunitario; quindi questo “programma” immunitario informatico, prima ancora di essere una “struttura informatizzata di livello biochimico” è una “struttura informatizzata di livello primario bioeletttronico“; essa funzione quasi esclusivamente con tre livelli principali: il primo è il livello dell’informazione, il secondo è quello della frequenza elettronica, il terzo è quello del livello biochimico.
Quando noi introduciamo per varie vie, in questo “ologramma pensante” una frequenza NON riconosciuta dal sistema ologrammatico, come biocompatibile alla Vita sana, il programma di sopravvivenza la riconosce anticipatamente come frequenza tossica, contro vita, spuria, ecc. e quindi innesca tutti i meccanismi d’informazione necessari atti alla difesa ed all’esclusione, eliminazione dall’organismo di quella frequenza, materia=sostanza.
Per cui prima ancora che si allarmino i sistemi biochimici, è il sistema bioelettronico di riconoscimento o meno della sostanza=frequenza introdotta, quello che scatta per PRIMO, in difesa della Vita e solo successivamente fa scattare tutti i sistemi di difesa e protezione della vita stessa, anche a livello biochimico.
Il livello del sistema elettronico informatizzato di difesa, è quello contenuto anche nel DNA, che è la struttura rivelatrice ricetrasmittente che è in continuo e costante e prennne relazione di collegamento informazionale con le frequenze (armoniche e non), delle energie dell’UniVerso e della Terra stessa, essendo stato informatizzato dal passato, fin dalle origini dell’essere Vivente nel quale è inserito, in questo caso dell’Uomo.
Per cui questo programma di sopravvivenza e difesa, avendo imparato nel corso del tempo, ciò che è compatibile o meno alla sua sopravvivenza, a seconda di ciò che necessita alla specie del Vivente nel quale è inserito, il DNA è divenuto la matrice e la guida del sistema immunitario, che si attiva attraverso di esso per far sopravvivere l’organismo nel quale esso vive.
Esso ha inscritto in se stesso quali sono le frequenze biocompatibili, cioè pro – vita, mentre tutte le altre Frequenze = Energie = MATERIE = SOSTANZE, non essendo biocompatibili con quella specie e/o quel livello, sono ritenute estranee = contro – vita.
Ecco come funziona il sistema immunitario, prima ancora dello scatenamento dei meccanismi biochimici.
Di ciò la medicina ufficiale, NON ne tiene ALCUN conto, proprio per la sua impreparazione; essa è come se volendo osservare un panorama, essa sia solo salita al primo piano di un edificio alto 5 piani….e pretenda di affermare che ciò che vede è l’unico ed il più completo panorama osservabile…e quindi non può pretendere di definire e certificare la sua parziale visione del panorama…
Per riassumere, la medicina naturale insegna che l’informazione, lo spirito, attiva la struttura fisiologica, la malattia parte proprio dall’errata informazione presente (inconscia o conscia e quindi necessaria), in quel tipo di livello=corpo che si è ammalato.
Ovviamente tutto ciò che introduciamo in un corpo Vivente (aria, acqua, cibi, farmaci, e soprattutto Vaccini, DEBBONO essere BIOCOMPATIBILI con la natura di quel corpo, altrimenti esso si ammala, se non riesce ad eliminare al più presto quelle sostanze contro vita, TOSSICHE, NON compatibili con la Vita sana.
Ecco perché riteniamo che la teoria oggi accettata dalla comunità medica mondiale, va rivisitata alla luce di queste importanti premesse.
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ANTIGENI ed ANTICORPI
Gli antigeni costituiscono l’insieme delle molecole estranee al corpo che permettono la produzione degli anticorpi. Sotto questo termine generico sono raggruppati elementi organici e chimici diversi per misura e dimensione (batteri, virus, cellule, pollini, proteine varie…).
Fabbricati dai linfociti B, gli anticorpi sono proteine la cui funzione è quella di agganciarsi agli antigeni per marcarli, per permettere così alle cellule del sistema immunitario specializzate nell’eliminazione di questi antigeni di identificarli prima di distruggerli.
“Per ogni anticorpo il suo antigene” era una regola data per certa fino a quando ci si rese conto che gli anticorpi potevano spesso mancare il bersaglio e marcare degli antigeni ai quali non erano destinati.
Lo stesso anticorpo può dunque marcare diversi tipi di antigene, ma lo stesso antigene può a sua volta essere marcato da diverse varietà di anticorpi.
Questa viene chiamata “reazione incrociata”.
Il problema maggiore è che queste due parole hanno delle definizioni reciproche:
– non si può definire un antigene senza parlare di anticorpo e viceversa.
Tutta la teoria dell’immunologia, nella medicina ufficiale, si basa su questi concetti di antigene e anticorpo (NdR: che è ancora imprecisa ed indimostrata, oltre che fasulla in tante sue parti, vedi qui sotto).
Il problema dell’immunologia è quindi proprio quello di basarsi su due termini che si definiscono reciprocamente e che non sono quasi mai reciprocamente esatti, precisi, anche perché la teoria degli anticorpi è una semplice teoria indimostrata con i fatti, infatti ad esempio il 40-50% dei vaccinati non produce anticorpi all’antigene del vaccino che gli è stato propinato, proprio perché la teoria della risposta anticorpale obbligatoria del sistema immunitario è fasulla.
vedi la prova QUI: Copia dei titoli anticorpali di un soggetto plurivaccinato
Analisi prevaccinali – Anticorpali
Non fatele, tanto non servono assolutamente a sapere se siete immuni ! Sono balle !
La teoria degli anticorpi è una Balla spaziale.
Nessuno può sapere se è immune dalla malattia o meno, e neppure se è immune ai danni dei vaccini prima di farli. Le variabili soggettive sono cosi infinite che non sono mai prevedibili con NESSUN ESAME !
E solo un mezzo per far spendere soldi al gregge IGNORANTE !
Inoltre le malattie per cui si vaccina possono essere contratte e superate in modo del tutto asintomatico e senza la produzione di anticorpi.
In molti casi le sostanze tossiche (anche i virus, che sono sostanze proteiche di lipidi a DNA e non microorganismi) che ammalano ed infiammano, possono essere individuate immediatamente e prima che possano produrre anticorpi vengono veicolate ed inviate alle vie emuntorie principali (pelle e mucose) per essere eliminate producendo varie tipologie di sintomi, chiamati impropriamente:
febbre, morbillo, rosolia, varicella, eczemi, furuncolosi, ecc. (sulla pelle, e/o: mucose buccali infiammate tipo mal di gola, tonsillite, faringite, difterite, pertosse, ecc., infiammazioni latenti, che se fatte uscire dal corpo con la medicina naturale, guariscono in genere SENZA lasciare tracce anticorpali !
I Vaccini sono tossine pericolose, che ammalano gli umani ed anche gli animali.
Non prevengono nulla, anzi immunodeprimono i vaccinati e per sempre purtroppo !
Ripetiamo ancora per vs informazione
Gli esami per la titolazione anticorpale sono una BUFALA che non serve a Nulla, serve solo a generare business per spingere a fare esami/analisi, ed a confondere le idee, siccome il 45 – 50% soggetti dopo un vaccino NON NE HA.
Tenete presente anche che i parametri di controllo variano da laboratorio a laboratorio…per cui che attendibilità possono avere ?
ANTICORPI e relativi Test anticorpali
Premessa
Nel 2016, Gérard Eberl, direttore della sezione Immunità e Microambiente dell’Istituto Pasteur di Parigi, ha pubblicato un importante articolo su Nature Reviews Immunology (1) in cui ha spiegato che il sistema immunitario è costantemente attivato da segnali interni ed esterni e non è mai a riposo. In questo modo è sempre pronto a rispondere a stimoli sempre diversi senza perdere il suo equilibrio.
Infatti, scrive Eberl:
“Il modello classico dell’immunità indica che il sistema immunitario reagisce a patogeni e lesioni e ripristina l’omeostasi. Un secolo di ricerca ha scoperto i mezzi e i meccanismi con i quali il sistema immunitario riconosce il pericolo e regola la propria attività, tuttavia questo modello classico non spiega in modo completo i fenomeni complessi come la tolleranza, l’allergia, l’aumento della prevalenza delle patologie infiammatorie nei Paesi industrializzati e l’immunità a molteplici infezioni. Io allora propongo un modello di immunità basato sull’equilibrio, in cui il sistema immunitario è sempre attivo e in uno stato di equilibrio dinamico tra tipi antagonisti di risposta. Questo equilibrio è regolato sia dall’ambiente interno che dall’ambiente microbico.
Di conseguenza, l’alterazione dell’ambiente interno o dell’ambiente microbico porta ad un disequilibrio immunitario che determina la tolleranza, l’immunità protettiva e la patologia infiammatoria“.
Le affermazioni del Prof. Eberl sono il risultato di innumerevoli studi condotti in questi ultimi decenni che stanno dimostrando l’esistenza di una rete di equilibri che mette in collegamento le cellule dell’immunità naturale e acquisita sia tra loro sia con gli organi più lontani grazie ad una mirabile rete di segnalazione chimica composta da chemochine e citochine.
1) Eberl, G. Immunity by equilibrium. Nat. Rev. Immunol. 16, 524-532 (2016).
Non esiste un test pre-vaccinale per riconoscere con certezza i soggetti a rischio
Va precisato fin da subito che ci sono dei test che si possono fare, ma non forniscono di per se stessi una certezza, perché anche se risultassero normali, non potrebbero escludere una immaturità del sistema immunitario e/o una particolare incapacità di gestire l’intenso stress immunitario che le vaccinazioni multiple (sei o più vaccini inoculati contemporaneamente o anche un numero minore ma inoculato ripetutamente a brevi intervalli temporali) possono causare in organismi umani ed animali e maggiormente in soggetti predisposti.
Infatti, alla domanda:
“Quali esami eseguire per capire se c’è stato un danno da vaccino?“, la Dott.ssa Paola Tataseo, biologa molecolare, ha risposto con decisione: “Tutti e nessuno!” (2).
E poi ha continuato con queste parole:
“Prima di tutto va detto che non si dovrebbe parlare di un preciso danno da vaccino, ma della perdita dello stato di salute dovuta ad una serie di concause (stress, agenti infettivi, farmaci, tossine, suscettibilità genetica, inquinamento ambientale, ecc.) tra le quali il vaccino (che comunque molti Autori catalogano tra gli stressor) rappresenta l’elemento maggiormente visibile e/o slatentizzante della perdita di un equilibrio già precario, specie quando si agisce come si fa oggi e cioè quando le vaccinazioni sono multiple e vengono somministrate ad un organismo estremamente debole e immaturo a livello immunitario come è quello del neonato …
Infine, trovare un luogo comune a tutti i danni da vaccino potrebbe essere un’impresa quasi impossibile, anche se è probabile che la risposta sia sempre celata nell’epigenetica, cioè nell’interazione di determinati geni individuali con l’ambiente.
Purtroppo, nel momento in cui viene diagnosticato un ipotetico danno da vaccino è ormai passato abbastanza tempo per individuare una serie di ‘blocchi’ biochimici a cascata che hanno causato la malattia e complicato la ricerca del perché di quella malattia“.
CHE COSA SONO ed a COSA SERVONO gli ANTICORPI
Gli anticorpi (detti anche immunoglobuline) sono proteine prodotte dal nostro sistema immunitario per tentare difenderci dalle molecole estranee che “causano patologie” = intossicazione e quindi infiammazione del tessuto nel quale arrivano le tossine:
Quindi l’organismo sviluppa le immunoglobuline specifiche per un dato sintomo/malattia, che i medici impreparati chiamano con diversi nomi, in modo che esso sia in grado di difenderlo ed eliminare le tossine e l’infiammazione da esse prodotte, e quindi per ripristinare la salute compromessa, imparando (memoria cellulare) quindi a riconoscere le possibili e successive tossine, che potrebbero reintrodursi nel corpo e ri-ammalarlo, riconoscendole appena esse vengono introdotte, mettere in atto tutti quei procedimenti di difesa, per eliminarle senza che esse possano riammalare il soggetto e quindi renderlo, cosi si dice “immune”, se in futuro entrerà in contatto con quella specifica sostanza tossica, ormai riconosciuta, per la memoria (tissutale e cellulare) acquisita dal precedente ammalamento per intossicazione da sostanza simile od identica.
IN COSA CONSISTONO i “PACCHETTI di ANALISI RICERCA” dei cosiddetti ANTICORPI ?,
questo secondo la medicina imperante, del Servizio Sanitario Nazionale, serva di Big Pharma, in quanto afferma erroneamente che i sintomi chiamati impropriamente “malattie” sono le cause di ammalamento e non la conseguenza di esso come la realtà biologica/fisiologica insegna.
Essi comprendono la ricerca, nel sangue prelevato del soggetto da analizzare o nelle sue urine, degli anticorpi (immunoglobuline-virus = proteine virali) che si dice (erroneamente) siano causa per: morbillo, parotite e rosolia, pertosse, varicella, epatite, ecc.,.
Per mezzo di questi esami/analisi, vengono infatti valutati i dosaggi delle immunoglobuline (IgG), i valori in grado di indicare se l’organismo avrebbe o meno sviluppato gli anticorpi per una determinata malattia e quindi se il soggetto, cosi dicono i medici della medicina ufficiale, ne sarebbe immune.
I risultati dei test anticorpali dipendono dalla “somiglianza” tra l’antigene vaccinale (virus ingegnerizzati, cioè proteine a DNA modificate geneticamente in laboratorio), ed il cosiddetto antigene utilizzato per il test delle analisi anticorpali.
I test in commercio, non sono in grado di rilevare con precisione, gli anticorpi vaccinali, per la maggior parte degli antigeni vaccinali, anche perché questi antigeni (virus/proteine a DNA, prodotti dall’organismo e derivanti dalle apoptosi cellulari dei tessuti infiammati) sono troppo diversi da quelli utilizzati nei test anticorpali.
Infatti, leggete cosa scrive comunque l’ISS nella sua linea guida alle controindicazioni:
“Correlato di protezione:
risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione che correla con la protezione dall‘infezione, le sue manifestazioni cliniche o da altri specifici esiti.
Il principale vantaggio della presenza di un correlato sierologico di protezione è la possibilità di predire l‘efficacia clinica di un vaccino per cui sono soprattutto utili negli studi clinici.
Solo per alcuni correlati sono disponibili test validati utilizzabili fuori da un contesto di ricerca.
La loro utilità nella pratica quotidiana è limitata e la loro interpretazione ai fini di proseguire un ciclo vaccinale deve essere valutata con attenzione perché spesso non determinante nella scelta”
….in altre parole, i test anticorpali vengono messi a punto dalle industrie per fare gli studi clinici di efficacia e funzionano solo con i loro propri vaccini e per i loro antigeni vaccinali, cioè il grado di efficacia che si legge nelle schede tecniche, sono per la produzione di anticorpi contro gli antigeni vaccinali specifici da loro prodotti, quindi è solo un assunto teorico (falso) che proteggano dalla malattia (infatti il ritrovamento di anticorpi NON indica MAI IMMUNITÀ), cosa che non succede perché un anticorpo che si forma contro un antigene modificato con la formaldeide e legato all’alluminio è completamente diverso da quello naturale, che si dice che causi la malattia, fatto assolutamente NON vero, in quanto queste ritrovate nelle analisi, “sostanze anticorpali” (in genere immunoglobuline), sono solo proteine derivanti dall’ammalamento del Terreno (i liquidi del corpo nei quali sono immersi tessuti e cellule) generate da, intossicazioni, ad esempio da quelle vaccinali, farmaci, sostanze tossiche alimentari, che determinano la vera causa biologica di OGNI “malattia”, in realtà solo SINTOMI dell’unica malattia l’INFIAMMAZIONE; non esiste sintomo/malattie che non abbia alla base l’INFIAMMAZIONE, persino un trauma fisico da incidente, crea immediatamente una infiammazione in loco e poi se questa non viene fermata/curata/eliminata dall’organismo con metodi naturali, essa continua il suo ruolo e si può propagare in tutto il corpo, generando altri e diversi SINTOMI, che i medici impreparati chiamano malattie e gli danno altri nomi, es.: eczemi, mobillo, rosolia, varicella, pertosse, epatite, influenza, ecc., tutti sintomi di questa UNICA malattia = l ‘ammalamento/infiammazione.
Quindi innanzi tutto per capire bene la questione, cioè se i test anticorpali sono affidabili o meno, nel darci la risposta, cioè se il bambino sia protetto o meno dalla supposta “malattia”/sintomo, bisognerebbe valutare un numero enorme e consistente di analisi, per vedere anche i falsi positivi e negativi nei due gruppi di soggetti, e soprattutto tutto ciò ,confrontando due coorti, cioè fra vaccinati e soggetti MAI vaccinati di qualsiasi vaccino, ma comunque ed in ogni caso, non sapremo MAI se il soggetto analizzato è IMMUNIZZATO dalla presunta malattia, per i discorsi sopraddetti, ciò perché i virus NON sono MAI CAUSA di malattia, ma la loro conseguenza, essendo detriti inerti derivanti soprattutto dal disfacimento del mitDNA (Dna mitocondriale) che avviene dopo l’apoptosi cellulare nei tessuti infiammati, fatto che avviene per il tentativo immunitario del corpo, per l’eliminazione della vera causa fisiologica = l’INFIAMMAZIONE ed il tentativo di ricostruire il tessuto danneggiato, ed accelerare il processo di morte cellulare, con la creazione parallela di nuove cellule che le sostituiscano, per mezzo dei batteri autoctoni.
http://www.liberascelta.eu/2017/09/24/scandalo-esami-anticorpali-i-bambini-vaccinati-non-risultano-protetti-segnalazioni-di-medici-e-genitori/
Comunque è bene conoscere anche le Leggi nazionali e le normative che li regolano:
D.M. 1 febbraio 1991 (pubblicato sulla G.U. 7 febbraio 1991, n. 32), l’art. 5 recita:
Sono esenti dal pagamento delle quote di partecipazione alla spesa sanitaria le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, e le altre prestazioni specialistiche richieste nell’ambito di interventi e campagne di prevenzione collettiva autorizzati con atti formali delle regioni. Le predette prestazioni sono parimenti esenti quando derivino da obblighi di legge o siano disposte nel prevalente interesse della collettività.
L’esecuzione dei dosaggi di anticorpi vaccinali in genere rientra tra le “Prestazioni di prevenzione gratuite” “in quanto disposte nel prevalente interesse pubblico” ai sensi di questo Decreto Ministeriale.
La categoria di esenzione è la “P03 – Prestazioni correlate alla pratica vaccinale obbligatoria o raccomandata (ex art. 1 comma 4 lett.b del D.Lgs. 124/1998 – prima parte)”, dalla quale si può evincere dall’elenco dei codici di esenzione. (solo per il Veneto il codice è 5F1 al posto di P03)
Il citato D.Lgs. 124/1998, all’art.1, comma 4, lett b, recita:
Al fine di favorire la partecipazione a programmi di prevenzione di provata efficacia, di garantire l’accesso all’assistenza sanitaria di base, nonché di assicurare il ricorso all’assistenza ospedaliera ogniqualvolta il trattamento in regime di ricovero ordinario risulti appropriato rispetto alle specifiche condizioni di salute, sono escluse dal sistema di partecipazione al costo e, quindi, erogate senza oneri a carico dell’assistito al momento della fruizione:
- b) le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica finalizzate alla tutela della salute collettiva obbligatorie per legge o disposte a livello locale in caso di situazioni epidemiche, nonché quelle finalizzate all’avviamento al lavoro derivanti da obblighi di legge;
Quindi i dosaggi pre o post vaccinali dovrebbero rientrare a pieno titolo in tali prestazioni gratuite (vale anche per gli esami anticorpi tetano per lavoratori ai quali viene richiesta ad esempio una vaccinazione).
FALLIMENTO TOTALE dei VACCINI
Dovete sapere che il metodo vaccinale é SBAGLIATO come principio stesso e NON FUNZIONA MAI per un motivo ben preciso: con il vaccino si vorrebbe imitare la malattia naturale, MA il sistema immunitario “riconosce ” la differenza fra la malattia artificialmente indotta e quella naturale.
L’ammalamento NATURALE (non indotto artificialmente) avviene alle volte attraverso le “mucose” del tubo digerente: naso, bocca, esofago, intestino (pelle interna in situazione anaerobica) e/o attraverso la Pelle esterna.
Ciò innesca una RISPOSTA reattiva IMMUNITARIA PRIMARIA, con reazione febbrile contenuta, più o meno intensa e qualche volta con la formazione di anticorpi specifici che durano tutta la vita, e con memoria immunitaria cellulare permanente.
MENTRE con il metodo artificiale vaccinale, virus e batteri (ingegnerizzati = OGM) e le altre sostanze tossiche vaccinali (adiuvanti, contaminanti, nanoparticelle) che entrano nel corpo umano per le VIE NON FISIOLOGICHE e cioè per iniezione intramuscolo profonda, sorpassando/bypassando la barriera immunitaria cutanea o mucosale, andando direttamente nel circuito sanguigno della micro circolazione e nel “sistema linfatico drenante” per il tentativo immediato di eliminazione di quelle tossine, a mezzo le vie emuntorie predisposte.
Questo crea uno STRESS IMMUNITARIO MOLTO FORTE e quindi una RISPOSTA Immunitaria ANOMALA.
I virus (proteine di lipidi contenenti dna/RNA) e vengono replicati dalle cellule che li hanno detettati (intercettazione e rivelazione delle frequenze del virus o del batterio) integrando nel DNA mitocondriale, quando già compromesso, le loro frequenze spurie ed anomale, artificiali, ingegnerizzate in laboratorio dalle case farmaceutiche e diventano più virulenti e aggressivi per le quantità eccessive indotte ed attuate dalla riproduzione endocellulare di quei virus ingegnerizzati, anche perché cosi agendo il DNA mitocondriale del soggetto viene alterato.
La conseguenza è che il sistema immunitario del bimbo viene DANNEGGIATO, per cui la risposta naturale sarà assente.
Ciò che otteniamo invece con i Vaccini sono effetti collaterali GRAVI come le MALATTIE AUTOIMMUNI e le ENCEFALOPATIE (Autismo, distrofie, polio, meningite, sclerosi, leucemie, ecc. ) per le gravi INTOSSICAZIONI indotte con essi ! .
Ricordate che la Vitamina K1 inoculata/INIETTATA il giorno della nascita, serve a debilitare l’organismo affinché i Vaccini creino l’immunodepressione a vita per mezzo della disbiosi e conseguente infiammazione (ASIA) INDOTTA dai Vaccini stessi.
Ricordatevi
“I batteri accompagnano la malattia, non la creano”.
(by Max von Pettenkofer medico e chimico bavarese, amico di Koch)
https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2012/11/medicina-contro-natura-la-paura-del.html?m=1
www.ilgazzettino.it/AMP/nordest/bambini_cavie_vaccino_sperimentale_gruaro_venezia_1933_fascismo-224003.html
Sintesi conclusiva su gli esami/test anticorpali:
Non fateli tanto non servono assolutamente a sapere se siete immuni ! Sono balle !
La teoria degli anticorpi è una Balla spaziale.
Nessuno può sapere se è immune dalla malattia o meno, e neppure se è immune ai danni dei vaccini prima di farli. Le variabili soggettive sono cosi infinite che non sono mai prevedibili con NESSUN ESAME !
E solo un mezzo per far spendere soldi al gregge IGNORANTE !
Inoltre le malattie per cui si vaccina possono essere contratte e superate in modo del tutto asintomatico e senza la produzione di anticorpi.
In molti casi le sostanze tossiche (anche i virus, che sono sostanze proteiche di lipidi a DNA e non microorganismi) che ammalano ed infiammano, possono essere individuate immediatamente e prima che possano produrre anticorpi vengono veicolate ed inviate alle vie emuntorie principali (pelle e mucose) per essere eliminate producendo varie tipologie di sintomi, chiamati impropriamente: febbre, morbillo, rosolia, varicella, eczemi, furuncolosi , ecc. (sulla pelle, e/o: mucose buccali infiammate tipo mal di gola, tonsillite, faringite, difterite, pertosse, ecc., infiammazioni latenti, che se fatte uscire dal corpo con la medicina naturale, guariscono in genere SENZA lasciare tracce anticorpali !
Ricordate:
I Vaccini sono tossine pericolose, che ammalano gli umani ed anche gli animali.
Non prevengono nulla, anzi immunodeprimono i vaccinati e per sempre purtroppo !
Sistema immunitario
Il sist. Immunitario non ha una propria entità fisica quindi non esiste fisicamente come ad es.: il sistema Gastrointestinale che ha la sua entità propria fisica, in ciò che si chiama “tubo digerente”, dalla bocca all’ano, oppure come il sistema Nervoso che ha la sua entità fisica nei neuroni e nei nervi che lo compongono, quindi il sistema Immunitario è SOLO un programma (software) mentale, che dirige quando può e non è alterato, la sopravvivenza del corpo dell’essere per mantenerlo se possibile in vita sana. È quindi SOLO un insieme di FUNZIONI che attiva nei vari sistemi fisici, delle azioni/reazioni, ma non ha una sua propria entità fisica non è localizzabile in un sola sede ! Quindi non esiste l’infiammazione del sistema immunitario, ma la sua alterazione funzionale !!!….. Più chiaro di cosi si muore.
Conclusione:
Come volevasi dimostrare, lo abbiamo sempre detto che sono esami inutili, ma alle volte queste analisi ci fanno comodo per sbugiardare la cosiddetta e falsa immunizzazione dei vaccinati….. sempre seguendo le loro idee fasulle…ciò ci può fra comodo….utilizzarle…contro gli ignoranti medici Vaccinatori delle ASL.
http://www.liberascelta.eu/2017/09/24/scandalo-esami-anticorpali-i-bambini-vaccinati-non-risultano-protetti-segnalazioni-di-medici-e-genitori/
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Microbiomi umani e loro ruolo nella disbiosi, malattie comuni e nuovi approcci terapeutici
Microbiol., 06 ottobre 2015 | https://doi.org/10.3389/fmicb.2015.01050
By José E. Belizário * e Mauro Napolitano
Dipartimento di Farmacologia, Istituto di Scienze Biomediche, Università di San Paolo, San Paolo, Brasile
Il corpo umano è la residenza di un gran numero di specie microbiche commensali (non patogene) e patogene che si sono co-evolute con il genoma umano, il sistema immunitario adattativo e la dieta.
Con i recenti progressi nelle tecnologie basate sul DNA, abbiamo avviato l’esplorazione delle funzioni dei geni batterici e il loro ruolo nella salute umana.
L’obiettivo principale del progetto del microbioma umano è caratterizzare l’abbondanza, la diversità e la funzionalità dei geni presenti in tutti i microrganismi che vivono permanentemente in diversi siti del corpo umano.
Il microbiota intestinale esprime oltre 3,3 milioni di geni batterici, mentre il genoma umano esprime solo 20 mila geni. I prodotti genici del microbo esercitano funzioni cardine attraverso la regolazione della digestione degli alimenti e lo sviluppo del sistema immunitario.
Gli studi confermano che la manipolazione di ceppi batterici non patogeni nell’ospite può stimolare il recupero della risposta immunitaria a batteri patogeni che causano malattie.
Diversi approcci, tra cui l’uso di nutraceutici (prebiotici e probiotici) così come i fagi ingegnerizzati con sistemi CRISPR / Cas e sistemi di quorum sensing sono stati sviluppati come nuove terapie per il controllo della disbiosi (alterazioni nella comunità microbica) e malattie comuni (es. obesità).
La progettazione e produzione di prodotti farmaceutici basati sul microbioma del nostro corpo è un settore emergente e sta crescendo rapidamente per essere pienamente esplorato nel prossimo futuro. Questa recensione fornisce una prospettiva sulle recenti scoperte sui microbiomi umani, sul loro impatto sulla salute e sulle malattie e sullo sviluppo di terapie mirate.
Continua qui:
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmicb.2015.01050/full
Commento NdR:
come affermiamo, scriviamo da decenni, TUTTO ha inizio da un’alterazione dell’omeostasi intestinale.
E cosa causa le degranulazioni mastocitiche, la diminuzione di numero e consistenza delle placche di Peyer, preposte alla produzione di IgA, tutto ciò impatta negativamente sulla normale colonizzazione microbiotica ??….
Le tossine introdotte, con alimenti contaminati, farmaci (ad esempi la vitamina K1 fatta il giorno della nascita, che genera quasi sempre ittero….), ma e soprattutto VACCINI, che alterano il pH rH, Resistività de ei liquidi del Terreno ove sopravvive il microbioma e che quindi altera anche l’omeostasi cellulare e tissutale della mucosa intestinale, distribuendo tossine nell’organismo.
Un esempio importante che dovrebbe far riflettere, soprattutto i medici allopati:
Le PROTEINE VIRALI
Per caratterizzare un virus, i virologi di oggi utilizzano le metodiche di ingegneria genetica e biologia molecolare, inclusi i cosiddetti “markers biochimici”.
Il controllo indispensabile e diretto al microscopio elettronico è sempre più trascurato, cosa assai disdicevole.
Questi markers costituiscono, teoricamente, la “carta d’identità” molecolare del virus. Poiché i differenti gruppi di ricerca non sono mai riusciti a trovare le stesse proteine antigeniche nelle loro colture cellulari, ci sono voluti anni affinchè si trovasse uno pseudo-consenso forzato e si decidesse senza alcun evidenza scientifica che circa una decina di proteine fossero tipiche e caratteristiche, un esempio quelle dell’Hiv.
La presenza di tali proteine è stata tra l’altro valutata solo ed esclusiva mente nelle colture cellulari e mai direttamente nel corpo umano.
Che ne è dunque della loro presunta specificità ?
Basandosi sull’evidenza dei fatti, questa specificità semplicemente non esiste. Non essendo mai stato purificato il cosiddetto virus dell’Hiv, la natura virale delle proteine è una semplice utopia. Al contrario, alcune di queste proteine corrispondono a degli elementi che non hanno nulla a che vedere con un virus.
Per esempio, la proteina chiamata p24 corrisponde al peso molecolare della miosina; la p41 a quello dell’actina. Sia l’actina che la miosina sono proteine essenziali delle cellule muscolari che si trovano naturalmente nel corpo.
Nel 1990 venne inoltre pubblicato su Cancer Research uno studio in cui si dimostrava che la metà di 144 cani testati presentavano anticorpi contro uno o più degli antigeni attribuiti all’Hiv. I cani sviluppano per caso l’Aids ?
Commento NdR: quindi significa che tutta la teoria antigeni-anticorpi è da rivedere….!
Il Sistema Immunitario non ha una propria entità fisica quindi non esiste fisicamente come ad esempio il sist. Gastrointestinale che ha la sua entità propria fisica, in ciò che si chiama “tubo digerente”, dalla bocca all’ano, oppure come il sist. Nervoso che ha la sua entità fisica nei neuroni e nei nervi che lo compongono, quindi il sist. Immunitario è SOLO un programma (software) mentale che dirige quando può, la sopravvivenza del corpo dell’Essere per mantenerlo se possibile in vita sana.
Esso è quindi SOLO un insieme di FUNZIONI che attiva nei vari sistemi fisici, delle azioni/reazioni, ma non ha una sua propria entità fisica non è localizzabile in un sola sede !
Quindi non esiste l’infiammazione del sistema immunitario, ma la sua alterazione funzionale !!! Piu chiaro di cosi si muore.
…e se vi sono medici che dicono quella frase, “è una infiammazione del sistema immunitario”, dicono una fesseria !
RICERCA RIVOLUZIONARIA, occorre rifare e rivedere tutti i libri di medicina, trattasi di meccanismi legati anche ai danni dei vaccini, in particolare per le cosiddette impropriamente “malattie” tipo:
Autismo, Danni neurologici, Sclerosi, Alzheimer, ecc…! – Maggio 2015
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero. Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sulle vere cause dell’autismo e/o di tutte le patologie neurologiche oltre al possibile trattamento di quei problemi, spaziando dall’autismo al morbo di Alzheimer fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta sensazionale
Anziché porsi interrogativi quali: ‘Come si studia la risposta immunitaria del cervello ?
Perché pazienti con sclerosi multipla presentano diversi attacchi al sistema immunitario ?, ora possiamo avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei – ha affermato Jonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
Cambia completamente il modo in cui percepiamo l’interazione neuro-immunitaria. Abbiamo sempre percepito questo collegamento tra sistema nervoso e sistema immunitario come qualcosa di esoterico, che non potesse essere studiato. Ma ora siamo in grado di porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi linfatici possano svolgere un ruolo importante per ogni malattia neurologica con una componente immune; sarebbe difficile immaginare che questi vasi linfatici non abbiano connessioni con malattie neurologiche di natura immunologica !
Il risultato e le nuove prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee, presidente del Dipartimento di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua reazione alla scoperta del team di Kipnis:
“La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho subito detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri di testo. Non è mai esistito un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale con il sistema immunitario.
La scoperta è stata resa possibile grazie al lavoro svolto da Antoine Louveau, un borsista post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I vasi linfatici sono stati rilevati dopo che Louveau ha sviluppato un metodo per ricostruire le meningi di un topo in un singolo vetrino in modo da poter essere esaminato globalmente.
È stato abbastanza facile, in realtà. C’è un trucco: abbiamo fissato le meningi nella calotta cranica, in modo che il tessuto rimanesse nella sua condizione fisiologica, e quindi abbiamo sezionato l’area che ci interessava. Se avessimo fatto il contrario, non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i modelli dei vasi linfatici sul suo vetrino avevano la stessa distribuzione di cellule come nel sistema immunitario, li ha confrontati e avvisato Kipnis. L’impossibile esisteva”.
Louveau ricorda il momento dicendo:
Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a guardare al microscopio e ho detto: “Penso che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi vasi linfatici come “molto ben nascosti” in quanto sono riusciti a non essere notati per così tanto tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi, dopo essere stati “fotografati” tramite tecniche di imaging, seguono un importante vaso sanguigno verso le cavità sinusali, un’area molto difficile da visualizzare in quanto si trova nelle ossa del viso ed è connessa con le cavità nasali.
Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni che si perde facilmente di vista. – ha aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai cercando, la perdi.
Il lavoro di imaging, molto importante per l’intero studio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Tajie Harris, ricercatore, assistente del professore di neuroscienze e membro attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche elogiato le “fenomenali” capacità chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro è stato fondamentale per il successo di imaging dello studio.
Alzheimer, autismo, sclerosi multipla e oltre
Ed ora l’ inaspettata identificazione dei vasi linfatici solleva un enorme numero di domande sia sul funzionamento del cervello che alle malattie ad esso collegato che lo affliggono, come ad esempio il morbo di Alzheimer.
Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine – ha detto Kipnis. Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel cervello a causa del fatto che non vengono rimossi in maniera efficace da questi vasi sanguigni. Egli ha osservato, inoltre, che questi vasi cambiano aspetto all’aumentare dell’età dell’individuo, dunque il ruolo che essi giocano nella fase dell’invecchiamento rappresenta un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna rivolgere l’attenzione, in luce dei risultati ottenuti, sono l’autismo e la sclerosi multipla. I risultati sono stati pubblicati on line dalla prestigiosa rivista Nature e appariranno in una prossima edizione di stampa.
Approfondimenti:
– University of Virginia, Health System
.- Kipnis J et al. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels, Nature, Published Online June 1 2015. doi: 10.1038/nature14432
Fonte: neuroscientistnews.com
Tratto da.
http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Ecco cosa scatenano i Vaccini con le loro tossine:
Sindrome infiammatoria chiamata “Asia” scatenata dai Vaccini !
ASIA_Sindrome infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da: http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
… ed è noto che… le infiammazioni sono foriere di qualsiasi tipo di sintomi, che i medici impreparati allopati chiamano erroneamente “malattie“….
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
REAZIONI AUTOIMMUNITARIE con i VACCINI
– http://autoimmunityreactions.org/
Ecco cosa accade al sistema immunitario DOPO un qualsiasi vaccino
– http://compressamente.blogspot.it/2017/05/cosa-accade-al-sistema-immunitario-dopo.html
RISULTATI di RICERCA sui DANNI dell’ASSE INTESTINO–CERVELLO–MIDOLLO SPINALE-NERVI
Introduzione preparatoria all’articolo conclusivo.
Prima dell’inizio di una qualunque terapia, si deve prendere atto che l’uso improprio degli anti-biotici, dal greco “anti vita”, distrugge la microflora intestinale determinando l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di resistenza e comparsa di effetti collaterali, in primis l’enterite da “Clostridium difficile”, infiammazione acuta dell’intestino, e temibili forme di colite ossia infiammazione acuta al colon.
In questi casi l’infiammazione viene trattata con un diverso principio antibiotico e dosaggio che andrà gradualmente a sopprimere altre colonie di metaboliti batterici o enzimi specializzati pro-vita causando stress ossidativo e conseguentemente apoptosi, cioè morte cellulare.
Per esempio il tumore dell’intestino e del colon derivano dall’adattamento dell’infiammazione acuta in infiammazione cronica rompendo l’equilibrio del microbioma. Il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico tra cui la popolazione di microbi buoni dell’intestino che proteggono l’ospite, cioè l’uomo.
Per questi motivi il microbioma è diventato un campo di estremo interesse per tutte le aziende farmaceutiche e la medicina sperimentale. A differenza di alcuni fattori non modificabili che incidono sull’insorgenza di malattie come l’età e la genetica, modificare il microbioma arbitriariamente si può ed è già realtà.
Significa condizionarlo con l’epigenetica ingegneristica o ingegneria genetica a base di farmaci immunosopressori che includono tutto il consueto parterre farmacologico come gli antipertensivi, gli anticolesterolemici, gli antidiabetici e i comuni farmaci antifebbrili, antinfluenzali, antinfiammatori, antidepressivi in quanto tutti soffocano e silenziano la causa ma non la risolvono anzi, tutto quello che è “anti-vita” crea una nuova causa-effetto.
Perchè il microbioma è così stimolante per l’impresa mondiale del farmaco e la dirigenza degli istituti di sanità mondiale ?
Per una semplice ragione, sussiste un intimo collegamento tra intestino e cervello congiunti da una complessa rete nervosa di neuroni “entero-cerebrali” che partono dalla base del rachide (colonna vertebrale) e passano attraverso i dischi intervertebrali, i nervi e i vasi sanguigni fino all’encefalo, collegando l’intestino al Sistema Nervoso Centrale (SNC) ossia all’asse “intestino-cervello-midollo spinale-nervi”. Questa rete nervosa per le sue modalità di funzionamento è stata poi denominata “secondo cervello”. I disordini del cervello enterico hanno effetto sul cervello centrale e viceversa.
Esiste quindi una correlazione stretta tra microbi che abitano l’intestino e il nostro stato di salute emotiva e psichica poiché la flora batterica influenza il nostro comportamento.
Per esempio quasi il 95% del neurotrasmettitore serotonina, che regola il tono dell’umore a livello di SNC, viene prodotto dalle cellule dell’intestino. In casi normo-lievi dello stato deficitario della microflora intestinale si possono osservare; “distrazione, confusione, passibilità (Atarassia), indifferenza, mancanza di emozione e parola (Alessitimia), ansia e depressione”.
Per normo-lievi non si intende normali, bensì non percepiti dalla nostra intelligenza. Mentre nei comportamenti neuro-enterici infiammatori i precedenti comportamenti assumono un profilo più grave se non borderline;
“l’autismo ad esempio è una reazione avversa invalidante dovuta a grave “disbiosi” con ripetuti attacchi gastroenterici nell’intestino e persistente diarrea acquosa indotta dagli antigeni contenuti nei vaccini.
Gli antigeni anticorpali sono di tre tipi così classificati dall’AIFA:
quelli vaccinali sono chiamati “immunoterapia di attivazione”, gli altri due sono Immunoterapia di soppressione e immunoterapia oncologica.
Con questa definizione il sistema sanitario afferma di adottare linee guida e metodi per intaccare il fragile sistema immunitario nel neonato e procacciarsi materiale di studio “ad vitam” “immunizzando” il gregge e le sue generazioni.
Sono da monitorare e valutare i valori standard di “leucociti, eritrociti, eusinofili e basofili nel referto analisi i quali sono alterati da reagenti chimici giustappunto proposti dalle Maison Farmaceutiche al fine di sviluppare malattie inesistenti.
Durante questo tormentato biennio di ricerca sul “Vaccingate” ricordai che mia madre mi diceva che soffrivo di una severa difterite e per i medici ero a rischio di sopravvivenza, così ricordai il proverbio di Nietzsche: “Ciò che non ti uccide ti fortifica”..e ti forma.
Conducendo circostanziate ricerche, le cellule che mantengono in upload l’eterna memoria, davanti al mio esitare friggevano con un brivido sottopelle e in un lampo mi investirono tutto il corpo quando rimembrai l’altro proverbio: “bisogna provare sulla propria pelle le cose”.
Nel terzo articolo accennerò velocemente all’immunochimica, la scienza che studia l’ingegneria di anticorpi o antigeni immunosopressori. I cosiddetti corpi mononucleati sono antimetaboliti prodotti con antigeni ibridi e la novità è che questi antigeni sono modificati da cellule di murina (ratto) per epurare il sangue dal fattore Rh+ o Rhesus.
By Gabry Gavin su Fb
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TROVATO l’ANELLO MANCANTE fra CERVELLO e SISTEMA IMMUNITARIO:
In una rivoluzionaria scoperta che stravolge decenni di precetti dei manuali di medicina, i ricercatori della School of Medicine dell’Università della Virginia (UVA) hanno determinato che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario per mezzo di vasi linfatici di cui in precedenza non si contemplava l’esistenza.
E già abbastanza sorprendente che questi vasi fossero sfuggiti alla meticolosa mappatura del sistema linfatico dell’intero corpo, ma il vero significato di questa scoperta sta nell’impatto che potrebbe avere sullo studio e su trattamento di malattie neurologici che vanno dall’autismo al morbo di Alzheimer e alla sclerosi multipla. “Il modo di percepire l’interazione neuro-immunitaria ora è completamente cambiato”, ha detto il Dott. Ric. Jonathan Kipnis, docen del Dipartimento di Neuroscienze e Direttore del Center for Brain Immunology and Glia (BIG) presso la UVA.
L’inattesa presenza dei vasi linfatici solleva un gran numero di domande che ora esigono risposta sia riguardo al funzionamento del cervello che riguardo alle malattie che lo colpiscono.
Per esempio, consideriamo il morbo di Alzheimer: “Nell’Alzheimer, si vedono accumuli di grosse placche proteiche nel cervello”, spiega il Prof. Kipnis. “noi riteniamo che, probabilmente, se si accumulano nel cervello è perché non c’è stata una rimozione efficace di parte di questi vasi linfatici.”
Kipnis nota che i vasi assumono un aspetto diverso con l’età, dunque il ruolo che svolgono con l’invecchiamento è un’altra strada esplorare. E c’è una lunga serie di malattie neurologiche, dall’autismo alla sclerosi multipla, che andrebbero riconsiderate alla luce della presenza di qualcosa che la scienza finora dava per inesistente.
Fonte: ScienceDaily.com, 1 giugno 2015,
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/06/150601122445.htm
Commento NdR: La medicina naturale ha da sempre parlato che quando il sistema linfatico non drena le sostanze eccedenti o tossiche dall’organismo, l’ammalamento è assicurato, specie se ciò riguarda i tessuti nervosi, glia e ghiandole cerebrali; finalmente anche la medicina allopatica, ci è arrivata.
Descrizione de meccanismo di riproduzione-moltiplicazione dei virus da parte della cellula stessa.
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Scoperto un fondamentale collegamento tra cervello e sistema immunitario – 08/06/2015
Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il cervello è direttamente collegato al sistema immunitario tramite vasi linfatici che si pensava non esistessero. Si tratta di una scoperta sensazionale che ribalta decenni di insegnamenti e di teorie apprese da ogni libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e brillanti di migliaia di ricercatori e medici dato che il sistema linfatico è stato mappato in tutto il corpo in ogni singolo dettaglio, ma il vero significato della scoperta risiede negli effetti che questa potrebbe avere sullo studio e sul trattamento delle malattie neurologiche, spaziando dall’autismo al morbo di Alzheimer fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta sensazionale
Anziché porsi interrogativi quali: ‘Come si studia la risposta immunitaria del cervello ?‘, ‘Perché pazienti con sclerosi multipla presentano diversi attacchi al sistema immunitario ?‘, ora possiamo avvicinarci meccanicamente e realmente al problema perché il cervello è, come ogni altro tessuto, collegato al sistema immunitario periferico attraverso i vasi linfatici meningei – ha affermato Jonathan Kipnis, professore del Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore presso il Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell’Università della Virginia.
Cambia completamente il modo in cui percepiamo l’interazione neuro-immunitaria. Abbiamo sempre percepito questo collegamento tra sistema nervoso e sistema immunitario come qualcosa di esoterico, che non potesse essere studiato. Ma ora siamo in grado di porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi linfatici possano svolgere un ruolo importante per ogni malattia neurologica con una componente immune; sarebbe difficile immaginare che questi vasi linfatici non abbiano connessioni con malattie neurologiche di natura immunologica!
Il risultato e le nuove prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee, presidente del Dipartimento di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua reazione alla scoperta del team di Kipnis:
La prima volta che questi ragazzi mi hanno mostrato il risultato di base, ho subito detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri di testo. Non è mai esistito un sistema linfatico per il sistema nervoso centrale. È risultato molto chiaro fin dalla prima particolare osservazione – e a partire da quella, i ricercatori hanno svolto molti studi per sostenere i risultati – che cambierà radicalmente il modo di guardare il rapporto tra sistema nervoso centrale con il sistema immunitario.
La scoperta è stata resa possibile grazie al lavoro svolto da Antoine Louveau, un borsista post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I vasi linfatici sono stati rilevati dopo che Louveau ha sviluppato un metodo per ricostruire le meningi di un topo in un singolo vetrino in modo da poter essere esaminato globalmente.
È stato abbastanza facile, in realtà. C’è un trucco: abbiamo fissato le meningi nella calotta cranica, in modo che il tessuto rimanesse nella sua condizione fisiologica, e quindi abbiamo sezionato l’area che ci interessava. Se avessimo fatto il contrario, non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i modelli dei vasi linfatici sul suo vetrino avevano la stessa distribuzione di cellule come nel sistema immunitario, li ha confrontati e avvisato Kipnis. L’impossibile esisteva. Louveau ricorda il momento dicendo:
Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a guardare al microscopio e ho detto: “Penso che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi vasi linfatici come “molto ben nascosti” in quanto sono riusciti a non essere notati per così tanto tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi, dopo essere stati “fotografati” tramite tecniche di imaging, seguono un importante vaso sanguigno verso le cavità sinusali, un’area molto difficile da visualizzare in quanto si trova nelle ossa del viso ed è connessa con le cavità nasali.
Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni che si perde facilmente di vista. – ha aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai cercando, la perdi.
Il lavoro di imaging, molto importante per l’intero studio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Tajie Harris, ricercatore, assistente del professore di neuroscienze e membro attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche elogiato le “fenomenali” capacità chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro è stato fondamentale per il successo di imaging dello studio.
Alzheimer, autismo, sclerosi multipla e oltre
Ed ora l’ inaspettata identificazione dei vasi linfatici solleva un enorme numero di domande sia sul funzionamento del cervello che alle malattie ad esso collegato che lo affliggono, come ad esempio il morbo di Alzheimer.
Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine – ha detto Kipnis. Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel cervello a causa del fatto che non vengono rimossi in maniera efficace da questi vasi sanguigni.
Egli ha osservato, inoltre, che questi vasi cambiano aspetto all’aumentare dell’età dell’individuo, dunque il ruolo che essi giocano nella fase dell’invecchiamento rappresenta un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna rivolgere l’attenzione, in luce dei risultati ottenuti, sono l’autismo e la sclerosi multipla. I risultati sono stati pubblicati on line dalla prestigiosa rivista Nature e appariranno in una prossima edizione di stampa.
University of Virginia, Health System
Kipnis J et al. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels. Nature, Published Online June 1 2015. doi: 10.1038/nature14432
Fonte: neuroscientistnews.com
Tratto da: http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Commento:
Questa scoperta evidenzia che l’ingegneria biomedica ha trovato la correlazione esistente tra il cervello ed il sistema immunitario.
Si auspica che si possano comprovare anche le correlazioni tra psiche-cervello-organi scoperte (NdR: anche, perche la medicina naturale lo insegna da migliaia di anni) dal dr. R.G. Hamer che chiariscono che questo rapporto esiste per quasi tutte le cosiddette malattie oncologiche e oncoequivalenti.
Scrisse Bernardino del Boca: “2 aprile ’69 – Uno sciamano italiano, che non sapeva di esserlo, pubblicava su “Il Tesoro delle Famiglie”. giornale istruttivo pittoresco del giugno 1875, questa notizia: “Sabuco Donna Olivia di Nantes visse in Alcaras, città della Spagna, sotto il regno di Filippo II, cioè dopo la metà del secolo decimosesto. Ella aveva sortito dalla natura un ingegno superiore al suo sesso, e lo mostrò in alcune opere da lei pubblicate. Il P. Féijoo parla di lei in questo modo:
” Ciò che la rese più commendevole fu il suo nuovo sistema filosofico e medico, in cui stabilisce per principio contro tutti gli antichi, che non è il sangue che nutre il nostro corpo, ma il succo nervoso che dal cerebro si comunica a tutti i nervi; ond’ella attribuisce ai vizi di questo umore vitale quasi tutte le infermità, L’Inghilterra subito ha abbracciato con ardore questo sistema, che la Spagna poco curante ha negligentato; ed ora gli Spagnoli la ricevono dalle mani degli stranieri. Sembra in tal guisa che questa dotta femmina abbia preceduto Renato Cartesio nell’opinione che stabilì nel cerebro l’unica sede dell’animo ragionevole, quantunque ella la estendesse a tutta la sostanza, e non la chiude precisamente nella ghiandola pineale. Questa donna si credeva talmente sicura della verità delle sue osservazioni che si esibiva a dimostrare in presenza dei fisici e dei medici più dotti della Spagna, che la fisica e la medicina che si insegnano nelle scuole erano assolutamente errate.”
Lo sciamano ha intuito una verità che tuttora è ignorata. L’uomo di oggi, più che mai, ignora di ignorare. (BdB – Singapore-Milano-Kano – II ed. 94 pag. 30):
“Quando i pionieri dello spirito e della verità lasciano la loro impronta nella cultura del loro tempo, essa non può più essere cancellata ed è essa che segna il sentiero che diverrà presto la strada maestra per tutti. Il compito di questi pionieri è soprattutto quello di rompere le barriere della mente e di far espandere la coscienza generale per colmare il vuoto che esiste fra uomo e uomo”.
By Paola Botta Beltramo con commenti del Redattore di questa pagina
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Per il sistema immunitario l’ambiente conta più della genetica – 15/01/2015
L’efficienza del sistema immunitario nell’affrontare infezioni e agenti patogeni è in gran parte determinata dai fattori ambientali, vale a dire dall’esposizione a virus e batteri, dalla dieta, dalle vaccinazioni (NdR: infatti i vaccini lo destabilizzano) e dall’igiene orale. I fattori genetici, invece, hanno un ruolo secondario, come riferisce un nuovo studio basato sull’analisi di più di 200 parametri immunologici ricavati da campioni di sangue di gemelli omozigoti ed eterozigoti (red)
È l’ambiente più che i geni a determinare lo stato del nostro sistema immunitario: lo rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Cell” da Mark Davis e colleghi della Stanford University, che hanno analizzato centinaia di parametri immunologici di campioni di sangue di coppie di gemelli omozigoti ed eterozigoti.
“In alcuni ambienti sembra circolare l’idea che conoscendo la sequenza del genoma di una persona si può prevedere quali malattie avrà tra 50 anni”, ha spiegato Davis.
“Il corredo genetico riveste certamente un ruolo cruciale nella suscettibilità ad alcune malattie, ma il sistema immunitario deve avere un alto livello di plasticità per poter affrontare episodi non prevedibili come infezioni, ferite e formazioni di tumori”.
“Quando si esamina il sistema immunitario di soggetti diversi, si trovano spesso differenze notevoli, e ci si chiede perciò se riflettano differenze genetiche sottostanti o qualcos’altro”, ha aggiunto Davis. “Ciò che si trova è che nella maggior parte dei casi, come nella reazione al vaccino dell’influenza o in altri tipi di responsività immunitaria, l’importanza della genetica è limitata o addirittura nulla: è probabile che l’ambiente e l’esposizione individuale ai microbi siano il fattore determinante”.
Per chiarire i rispettivi ruoli di genetica e ambiente, Davis e colleghi hanno usato un metodo classico delle ricerche sull’ereditarietà: gli studi sui gemelli.
In essi si confrontano i dati biologici di gemelli omozigoti, che condividono il 100 per cento dei geni, con quelli i gemelli eterozigoti, che condividono in media il 50 per cento del patrimonio genetico, come i fratelli. A differenza dei fratelli, tuttavia, i gemelli eterozigoti devono le loro differenze al solo patrimonio genetico, perché si presume che sia le esperienze all’interno dell’utero materno sia quelle dell’ambiente familiare e sociale dopo la nascita siano grosso modo le stesse.
Davis e colleghi hanno usato un registro della Stanford University relativo a circa 2000 soggetti, selezionando 78 coppie di gemelli monozigoti e 27 eterozigoti.
Per ciascuna coppia, sono stati raccolti campioni di sangue poi analizzati con sofisticate tecniche di laboratorio per misurare più di 200 distinti parametri immunologici.
Dall’analisi statistica delle differenze rilevate tra coppie monozigote ed eterozigote, è emerso che nel 75 per cento di casi le influenze dei fattori non ereditabili, come l’esposizione ad agenti patogeni o tossici, (NdR: come) le vaccinazioni, la dieta o l’igiene dentale superavano quelli ereditabili. La dominanza dei fattori ambientali risultava inoltre più spiccata nei gemelli identici più anziani, cioè oltre i 60 anni di età che in quelli più giovani, cioè sotto i 20 anni.
Il risultato depone decisamente a favore dell’ipotesi di una notevole plasticità del sistema immunitario.
“Almeno per i primi 20 anni circa della vita, quando è in fase di maturazione, il sistema immunitario sembra capace di adattarsi alle più diverse condizioni ambientali”, ha concluso Davis. “Un sistema immunitario sano si adatta continuamente ai suoi incontri con agenti patogeni, microbi innocui che albergano nell’intestino, componenti introdotti con la dieta e così via, mettendo in secondo piano le influenze della maggior parte dei fattori ereditabili”.
Tratto da: lescienze.it
Promemoria:
Finché il nuovo nato bimbo/a non gattona, la mamma (o chi per lei), lo tiene quasi sempre con sé, lo pulisce e lo accudisce, poi verso i 6-7 mesi, chi prima chi dopo, comincia a gattonare; a questo punto inizia la fase che potremmo chiamare anche di “auto-vaccinazione”, nel senso che il piccolo mette “di tutto” in bocca senza distinzioni, e, con un’incredibile faccia tosta e indifferenza verso i sapori più astrusi, in questa fase il bambino assume piccolissime quantità di “sporco”, sporcizie (batteri, funghi, parassiti) e li trasporta nel posto giusto, cioè nell’intestino, il quale è dotato di almeno tre quarti delle immuno-competenze oltre ad implementare e oridonare la sua flora batterica autoctona ancora incompleta, per poter competere con i batteri presenti nel nuovo ambiente ove vive (la Terra) e quindi luogo di primissima linea di immuno-training ove memorizza e migliora sempre più il suo livello di immunità naturale acquisita alla nascita.
Le immunocompetenze di un bambino di 3 mesi, sono ancora del tutto immature ed inesperte; proprio per questo motivo, e perché non ha ancora svolto la sua naturale auto-attivazione immunitaria attraverso l’intestino, il bimbo viene naturalmente protetto attraverso il latte materno, che deve continuare ad essere allattato, fino a quando ha 2 anni, ovviamente se possibile.
Insomma, è così che a soli 3 mesi di vita inneschiamo un atto di immuno-stress, super-anticipatorio, che lo proteggerà in seguito e per tutta la vita.
Ecco la testimonianza di un medico il dott. Giuseppe Parisi:
Le prime volte che andavo alla scoperta della Bangkok (Thailandia) più nascosta e, fuori dalle rotte turistiche, mi stupivo come i bambini delle baraccopoli ai piedi dei grandi canali, correnti di acqua che portavano di tutto, potessero non ammalarsi visto che, li dentro facevano il bagno, ogni giorno. Meglio non lasciarvi immaginare cosa c’era dentro quei canali…altro che vaccini…
IMMUNITÀ del neonato e del lattante: influenza dei batteri e quindi di anticorpi di origine materna, regalati on il latte materno
Prima della nascita lo sviluppo del sistema immune è incompleto e spesso non è sufficiente per fornire difese efficaci contro le infezioni. Per questa ragione il trasferimento degli anticorpi dalla madre madre (soprattutto quelle NON vaccinate, quindi senza possibili mutazioni genetiche mitocondriali e non immunodepresse da vaccino) al prodotto del concepimento e al neonato, prima e dopo la nascita (nel latte materno da somministrare fino ai 2 anni) rappresenta un elemento essenziale per la sopravvivenza del feto, del neonato e del lattante.
Delle difese della madre contro le infezioni ci interessano solo gli anticorpi della classe IgG, gli unici che oltrepassano la barriera placentare, per proteggere il prodotto del concepimento, perche le altre classi di anticorpi e le cellule T non possono, proprio per le differenze dell’HLA fra la madre e il feto, essere utili per le sue difese e d’altra parte non dovrebbero superare la barriera placentare. Queste differenze sollevano la possibilità di un attacco al feto da parte delle cellule T della madre, ma questo pericolo e scongiurato dall’assenza di antigeni HLA nelle aree di contatto placentare; d’altra parte il rischio che linfociti fetali possano attaccare i tessuti della madre e molto ridotto, per l’incompetenza delle cellule T del feto. Pertanto, solo gli anticorpi servono a trasmettere l’esperienza immunologica della madre al feto, al neonato e al lattante, in attesa che egli maturi il proprio sistema immune (Zinkernagel RM, 2003)Infatti, gli anticorpi di origine materna attenuano l’infezione durante i primi mesi di vita, creando le condizioni ottimali per l’immunizzazione naturale del lattante.
Commento NdR:
in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sugli anticorpi e/o sulle cellule o linfociti e globuli bianchi !
Comunque anche per la poliomielite, l’immunita di origine materna è presente in tutti i neonati. Tutti i lattanti hanno anche in circolo anticorpi neutralizzanti per il morbillo, e per altre infezioni, specie nei primi mesi a titolo elevato, poi sempre piu basso, ma ancora presente intorno al compimento del primo anno di vita, per cui è criminale vaccinarli nel primo anno di età (3 mesi e 6 mesi), quando il sistema immunitario è ancora in fase di organizzazione.
Anche se alcuni medici consigliano, prima di effettuare un qualsiasi vaccino, di controllare il tipo di anticorpi per le “malattie” per le quali si vaccina, siccome la teoria degli anticorpi (test sulle immunoglobuline – Tipizzazione linfocitaria) è ancora una “teoria” e non una certezza, infatti il 30% c.a. dei vaccinati NON presenta anticorpi agli antigeni del vaccino o della malattia per la quale si vuole vaccinare, in quanto quella ideologia è una teoria superflua, incompleta (errata) e quindi depistante, questo perché non significa che avendo o non avendo gli anticorpi ad un antigene, sicuramente sarete protetti o vi ammalerete non avendoli, queste sono tutte fandonie e falsita‘ biologiche che i fatti reali dimostrano essere fasulla:
es.: Nessuno dei milioni di 45enni italiani che NON hanno fatto il vaccino della Polio, ne’ hanno gli anticorpi alla polio, in 50 anni di tempo, questi soggetti, NON hanno MAI somatizzato casi di Polio !
Ecco come si raccontano BALLE biologiche per spaventare la gente con frasi di questo tipo: “non ti sei vaccinata/o, non sei protetta/o”….tutto ciò per farli vaccinare per mezzo della paura…!
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Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra MICROBIOMA Intestinale (intestino) e CERVELLO – 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano vivono principalmente nell’intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora, recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino, fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10 anni, vari studi hanno collegato il microbioma intestinale a una serie di comportamenti complessi, come umori ed emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al mantenimento della funzionalità cerebrale, ma non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo. Una delle modalità più sorprendenti con cui il microbioma influisce sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta preparando a rispondere al mondo circostante”, spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze presso la facoltà di veterinaria dell’Università della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema microbico della madre si modifica – per esempio a causa di infezioni, stress o diete – ciò cambierà il micro bioma intestinale del neonato, e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la possibilità che il microbioma abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com : http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma ciò può accadere anche e non solo per i vaccini che il neonato subisce dai due, tre mesi in avanti…infatti se una madre ha delle amalgami dentali in bocca (contengono mercurio) il neonato potrà subire delle conseguenze anche gravi.
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Altri ricercatori, hanno trovato che vi sono anche certi globuli bianchi, chiamati neutrofili che lavorano in sintonia con il sistema immunitario:
Un nuovo ruolo dei neutrofili nel sistema immunitario
La presenza nella milza di queste cellule a bassa specializzazione, osservata per la prima volta anche in assenza di un’infezione locale, porta a ipotizzare un loro ruolo nella regolazione del sistema immunitario.
Finora si è ritenuto che i neutrofili avessero solamente il compito di contenere le infezioni e preparare il Terreno ad altre cellule del sistema immunitario in grado di eradicarle in modo permanente. La scoperta potrebbe essere sfruttata in futuro per nuove terapie in grado di stimolare una maggiore produzione di linfociti B (red)
Nella milza sono presenti neutrofili anche in assenza di un’infezione locale: a questo importante risultato, che apre le porte all’ipotesi che queste cellule abbiano un ruolo cruciale e finora misconosciuto nell’immunoregolazione (IR), sono giunti i ricercatori dell’IMIM Institut Municipal d’Investigació Mèdica di Barcellona, in Spagna, coordinati da Andrea Cerutti, in collaborazione con il Mount Sinai di New York.
I neutrofili sono le prime cellule a migrare nel sito d’infezione (NdR: intossicazione) o d’infiammazione per distruggere i patogeni ivi presenti. Finora, la letteratura scientifica li aveva considerato essenzialmente come “fattori a bassa specializzazione” con il semplice compito di limitare l’espansione di un’infezione, in modo da preparare il Terreno ad altre cellule del sistema immunitario in grado di eradicarla in modo permanente.
(IR): IMMUNOREGOLAZIONE
La regolazione fine ed integrata della risposta immunitaria è di cruciale importanza per il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo. Progressi recenti in questo settore hanno chiaramente mostrato l’importanza delle fasi precoci di risposta, quali l’immunità innata (NdR: vedi sopra), nello sviluppo delle risposte acquisite che seguiranno, così come il contributo di alterazioni nella risposta immunitaria, sia innata che acquisita, alla patogenesi di diverse patologie umane.
Obiettivi principali della ricerca, sono la caratterizzazione dei meccanismi molecolari e cellulari che regolano la risposta immunitaria ed il ruolo di loro possibili alterazioni nella patogenesi dei vari e tendenti infiniti sintomi che i medici della medicina ufficiale chiamano impropriamente “malattie“, infettive, infiammatorie, neoplastiche, autoimmuni.
Le conoscenze acquisite mediante un approccio di ricerca di base contribuiranno, speriamo, ad una migliore comprensione di tali processi e potranno fornire gli strumenti necessari per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici.
Nelle due immagini, linfociti B (in blu), circondati da neutrofili (verde) e cellule epiteliali (rosso) in una milza umana.
L’immagine a sinistra mostra una milza normale, mentre l’organo a destra appartiene a un malato di neutropenia, dove la presenza di neutrofili è molto più bassa. (Foto: By IMIM, Hospital del Mar Research Institute)
I ricercatori hanno ora dimostrato la presenza di neutrofili nella milza a partire dallo sviluppo fetale, anche in assenza di infezioni, e l’osservazione è stata confermata sia in soggetti umani di differenti età sia in altri mammiferi. In particolare, si è notato che i neutrofili si dispongono intorno ai linfociti B per consentirne l’attivazione e garantire una risposta rapida in presenza di patogeni.
“Grazie a molti diversi approcci sperimentali abbiamo dimostrato che i neutrofili nella milza acquisiscono la capacità d’interagire con i linfociti B, inducendo la produzione di antibiotici, un ruolo che i linfociti che circolano nel flusso sanguigno non sono in grado di svolgere”, ha spiegato Irene Puga, ricercatrice dell’IMIM e cofirmataria dell’articolo apparso su “Nature Immunology”.
Il risultato rappresenta un notevole progresso nella comprensione dei meccanismi mediante i quali il nostro sistema immunitario ci protegge dall’infezione. Ciò implica anche che, nel caso di alcune patologie come la neutropenia, caratterizzata da un deficit di neutrofili, potrebbe essere necessario analizzare in che modo viene influenzata la produzione di anticorpi nell’organismo.
In prospettiva, sottolineano i ricercatori, la scoperta di neutrofili nella milza potrebbe essere sfruttata per nuove terapie in grado di stimolare una maggiore produzione di linfociti B. – Tratto da: lescienze.it
Sieroconversione (questa la teoria della definizione della parola sieroconversione, da parte della medicina ufficiale)
Quando un agente “infettante” penetra nell’organismo, vengono in genere, nel 70% dei soggetti circa, quindi non in tutti, prodotti anticorpi diretti contro di esso.
La sieroconversione è il passaggio dallo stato di sieronegatività (assenza di tali anticorpi nel plasma sanguigno) allo stato di sieropositività (presenza di tali anticorpi nel plasma sanguino).
La sieroconversione, in generale, non avviene subito dopo l’ingresso dell’agente infettante nell’organismo (contagio), ma può avvenire anche a distanza di tempo, per cui i test per la rilevazione di anticorpi nel plasma sanguigno, se non trascorre un tempo sufficientemente lungo successivamente al contagio, possono risultare negativi. Il periodo temporale che intercorre tra il contagio e la sieroconversione prende il nome di periodo finestra e può avere durata diversa a seconda dell’agente infettante e del tipo di test considerato.
La sieroconversione può essere seguita dalla sieroreversione.
Anche se, solitamente, il termine “sieroconversione” è usato nelle tematiche riguardanti il test HIV, si tratta di un termine generale, valido in ogni caso in cui il sistema immunitario produca anticorpi, quindi anche per altre malattie infettive.
Tratto da: it.wikipedia
I macrofagi al lavoro nel sangue
Anche prima che il concetto di immunità (da Immūnis””, parola latina che significa “esenti”) fosse sviluppato, numerosi medici precocemente, caratterizzavano ed indicavano solo degli organi che sarebbero poi stati dimostrati facenti parte del sistema immunitario, pur non essendo la chiave primaria di esso.
In seguito la ricerca dimostro’ che la chiave primaria del sistema immunitario è principalmente localizzabile in una buona funzionalità della cellula che, quando compromessa (es. dai Vaccini), lo scompenso immunitario è assicurato, in specie e principalmente dalle cellule del tessuto che compone la mucosa intestinale, oltre a quelli delle ghiandole endocrine (timo, milza, tonsille (adenoidi), linfonodi, pelle, mucose, sangue, ecc.), ed il midollo osseo.
I principali componenti del sistema immunitario sono in realtà le funzioni cellulari e non sono associati ad alcun organo specifico, ma piuttosto sono incorporati o circolano nelle cellule che compongono i vari tessuti situati in tutto il corpo.
Le cellule fanno parte, come è noto, dei tessuti di tutti i tipi, i quali a loro volta fanno parte di tutti gli organi e/o ghiandole endocrine.
Per riassumere:
la chiave primaria del sistema immunitario sono le cellule e principalmente quelle della mucosa dell’apparato digerente (intestino) quella secondaria, le cellule dei tessuti del midollo osseo, del timo, ecc.
Molto in sintesi: esistono due tipi di immunità: aspecifica od innata ed acquisita.
L’immunità aspecifica od innata, dipende dalle difese aspecifiche, ossia quelle che agiscono contro l’intruso indipendentemente dalla natura dello stesso, sia parassita, fungo, batterio o scheggia di legno, e comprende alcune cellule come i macrofagi ed anche le barriere come la pelle, come già detto sopra.
L’immunità aspecifica od innata, comprende anche mediatori chimici (dell’infiammazione) e cellulari responsabili di una prima linea di difesa contro le aggressioni. è evolutivamente più antica e consente il riconoscimento di un repertorio limitato di antigeni. Riconosce una generica condizione di pericolo e pone il sistema immunitario in una condizione di “allarme”, che favorisce lo sviluppo dell’immunità specifica, anche nel tempo, se non vengono baypassate artificialmente le varie e principali barriere Immunitarie (pelle e mucose) come ad esempio con i Vaccini che vengono direttamente iniettati nei muscoli e quindi nel sangue !.
L’Immunità aspecifica (innata) è filogeneticamente più antica, ed è presente fin dalla nascita, non necessita di un precedente contatto con la sostanza cosiddetta lesiva e non dà luogo a memoria immunitaria.
L’immunità innata comprende le barriere meccaniche principali, come la cute, le mucose (vie respiratorie, lamina basale, propria, del tessuto connettivo, gastrointestinali, urogenitale ecc.), le barriere: cellulari (es. membrana cellulare), ematoencefalica, e quelle chimiche, come il succo acido gastrico.
Esistono due componenti cellulari:
1 – il sistema fagocitario, la cui funzione è quella di ingerire e digerire i microrganismi e le tossine, che invadono-intossicano l’organismo
2 – le cellule natural killer (NK), la cui funzione è quella di eliminare alcuni tipi di tumori, di microrganismi e di cellule infettate da virus. Le componenti solubili sono costituite dalle proteine del complemento, dai reattanti di fase acuta (R) e dalle citochine.
Quindi per riassumere:
Dell’immunità aspecifica fanno parte le cellule fagocite professioniste, come i Macrofagi, i Granulociti, cellule presentanti l’antigene come le Cellule Dendritiche (DC), e infine delle cellule ad attività citotossica come le cellule Cellule Natural Killer (NK).
(R): Si definiscono REATTANTI della FASE ACUTA le proteine che vengono sintetizzate, prevalentemente dalle cellule epatiche, in risposta alla produzione di quelle sostanze che vengono liberate dai tessuti sede di infiammazione o di necrosi (IL°-1, IL-6, IL-8 , TNF-alfa, …).
Le principali sono:
– PCR (Proteina C reattiva)
– VES (poco specifica)
– Fibrinogeno
– Transferrina
– Aptoglobina
– alfa-1-glicoproteina acida
– Precursore sierico dell’Amiloide A
– Ceruloplasmina
– alfa-1-antitripsina
– C3 e C4 (tra i fattori del Complemento)
– Pro-calcitonina
– IL ° = Interleuchina
I fagociti includono i neutrofili e i monociti (nel sangue) e i macrofagi (nei tessuti).
Ampiamente distribuiti, i macrofagi sono localizzati in maniera strategica nei punti in cui i tessuti sono a contatto con il sangue o con gli spazi cavitari, circondati da strutture fibrose esili; ne sono esempi i macrofagi alveolari (nei polmoni), le cellule di Kupffer (nei sinusoidi epatici), le cellule sinoviali (nelle cavità articolari), le cellule microgliali perivascolari (a protezione del SNC), i fagociti mesangiali (nei reni).
Le citochine sono polipeptidi non immunoglobulinici secreti dai monociti e dai linfociti in risposta alla loro interazione con un antigene (Ag) specifico, con un Ag aspecifico, oppure in risposta a uno stimolo aspecifico solubile (p. es. endotossine, altre citochine).
Le citochine modulano l’ampiezza delle risposte infiammatorie o immunitarie.
Sebbene la loro secrezione possa essere indotta dall’interazione di un linfocita con il suo Ag specifico, le citochine non sono Ag-specifiche; pertanto esse costituiscono un tramite tra l’immunità innata e quella adattativa.
Infine gli enzimi ricoprono importanti funzioni a sostegno del sistema immunitario !
Questo se le funzioni immunitarie, cellulari ed enzimatiche, non sono state alterate esempio, dai Vaccini effettuati da neonati !
Commento NdR:
in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sugli anticorpi e/o sulle cellule o linfociti e globuli bianchi !
La Memoria delle cellule staminali, di lesioni, traumi, ferite, intossicazioni (anche da farmaci e Vaccini), infiammazioni e loro ruolo nella salute/ammalamento…..
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Immunità Innata e il microbioma – Giu. 2012
Da alcuni anni, ci dicono i medici allopati, della medicina ufficiale, che i vari batteri possono creare infezioni e rendere noi malati, ma alla luce della Medicina Naturale sappiamo che ciò non corrisponde al vero – vedi: Teoria dei germi è falsa.
Recentemente alcuni ricercatori hanno scoperto (giustamente) che nell’ospite (il corpo vivente) e precisamente nell’intestino, le varie specie di microbi (GUT-MICROBIOMA) sono importanti per migliorare funzioni immunitarie innate e hanno un ruolo importante nel modo in cui il nostro sistema immunitario esegue la propria funzione di protezione.
Oltre a ciò, i batteri ospiti nell’intestino, possono sviluppare più attività come la demoleculizzazione dei componenti degli alimenti per renderli digeribili o per la trasformazione delle sostanze nutritive in modo che possiamo migliorare lo stato di salute e quindi quello immunitario, ciò è possibile solo con il riordino e manutenzione di un sano-microbioma, facilitato con una dieta più personalizzata e più cruda possibile.
L’importanza dell’ospitare i vari gruppi dei microrganismi salubri nell’intestino, può influenzare non solo la digestione, ma anche la composizione e distribuzione della flora intestinale e non, è influenzata anche dalla qualità e da quanto e quale cibo si mangia.
Il GUT-MICROBIOMA è nato con noi, perché l’utero è sterile, quindi cominciamo ad acquisire tutte le numerose specie di microbi ospitati, da quando nasciamo.
Il numero di questi microbi sono più numerosi delle cellule del corpo: 10 a 1.
I batteri sono molto più piccoli delle cellule umane, quindi il peso totale della micro-comunità che vive in simbiosi con noi è stimato a circa 2000/2500 grammi.
Non esistono due individui che possono condividere la stessa composizione dei microbi e dei loro geni, persino fra i gemelli identici (monozigoti).
Per maggiori informazioni:
http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=ultimate-social-network-bacteria-protects-health
http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=microbiome-graphic-explore-human-microbiome~~V
Scoperto un nuovo tipo di globulo bianco che attiva una risposta immunitaria contro invasori esterni.
– USA, Washington, 30 Lug. 2012
La ricerca è opera di alcuni scienziati della Newcastle University ed è stata pubblicata su ”Immunity”.
Gli scienziati hanno scoperto un nuovo tipo di cellule del tessuto dentritico, globuli bianchi che combattono virus e batteri eterologhi=estranei ad esempio quelli dei Vaccini.
Le cellule dentritiche hanno la capacità di produrre lifonciti T, le cellule killer degli organismi patogeni, in risposta alla presenza esterna di batteri o virus, quindi senza essere infettate direttamente. Muzlifah Haniffa, che ha guidato la ricerca, ha detto “La nostra ricerca offre un sistema semplice di targeting che fa funzionare al meglio le capacità protettive naturali della cellula“.
Il segno delle “epidemie” in realtà ammalamenti particolari, nel sistema immunitario di Europei e Rom – 05/02/2014
Grazie a questi risultati la ricerca fornisce una prospettiva unica sugli effetti dell’evoluzione sul sistema immunitario sotto pressione dalle infezioni.
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La risposta infiammatoria:
principale sistema di difesa innato (aspecifico) – esso produce nell’area danneggiata delle specifiche reazioni, in primis nell’area della microcircolazione dei tessuti interessati, essi diventano gonfi e rossi, per il ristagno di liquidi, linfa e sangue, di conseguenza diviene calda, per aumento termico e richiede nuovi liquidi all’organismo per tentare di raffreddare il tessuti.
Queste le conseguenze:
1 – La microcircolazione in quell’area è alterata, intasata e/o ostruita e quindi le cellule sono sottoposte a stress ossidativo per la mancanza di ossigeno, sostanze vitali anche quelle da produrre e specializzare, oltre a rallentare e/o impedire la respirazione cellulare, quindi le principali funzioni cellulari (metabolismo) sono in primis alterate.
2 – Danno al tessuto: liberazione di segnali d’allarme chimici come l’istamina;
3 – Aumento della permeabilità e dilatazione dei vasi sanguigni locali, afflusso di sangue verso la zona danneggiata e fuoriuscita del plasma verso il liquido interstiziale dei tessuti lesionati, attirati i globuli bianchi nella zona danneggiata
4 – I fagociti eliminano i batteri e ciò che rimane delle cellule danneggiate, il tessuto si rimargina.
A volte certi microorganismi come i batteri e i protozoi entrano nel sangue e rilasciano tossine che vengono trasportate in tutto il corpo: il sistema immunitario risponde aumentando i globuli bianchi e facendo salire la temperatura corporea (che stimola la fagocitosi). Talvolta le proliferazioni batteriche anomale (soprattutto per le disbiosi in atto) provocano un’eccessiva risposta del sistema immunitario, lo shock settico, che può portare alla morte, altre volte lo shock immunitario, pur non portando alla morte, crea delle risposte immunitarie intense che vengono chiamate autoimmuni, come quelle create od indotte dai Vaccini (allergie, asma, epilessie, leucemie, distrofie, cancri, autismo, sclerosi, ecc.).
Il sistema linfatico è molto importante durante l’infezione, poiche’ trasporta nel sistema circolatorio il liquido interstiziale e combatte le infezioni, apportando linfa e sangue, attraverso la microcircolazione ai tessuti danneggiati, es. dai vaccini.
Il sistema linfatico è costituito da una rete di vasi, numerosi linfonodi (che contengono globuli bianchi detti linfociti), tonsille, adenoidi, appendice, milza, timo e midollo osseo (dove si originano i globuli bianchi).
Nel sistema linfatico scorre la linfa, che è simile al liquido interstiziale ma con meno ossigeno e sostanze nutritive.
La linfa confluisce dai capillari linfatici a due grandi dotti, il dotto linfatico destro e il dotto toracico, che sono provvisti di valvole per impedire il reflusso della linfa nei capillari, e come le vene, lo scorrere della linfa dipende dai muscoli scheletrici. All’interno degli organi linfatici si trovano permanentemente i macrofagi.
La nostra salute quindi dipende, non solo dal giusto funzionamento del nostro sistema immunitario, che è composto da cellule che preparano le sostanze soprattutto proteine, indispensabili all’organismo e molecole con le funzioni più disparate, le quali cooperano per il riconoscimento e la distruzione di quello che non fa parte ed è utile dell’organismo, sempre che le cellule siano in grado di funzionare a dovere, evitando così che agenti estranei possano danneggiarlo: esempio, se entra una scheggia sotto la pelle, dopo qualche tempo i globuli bianchi la circonderanno, isolandola dal resto del corpo; la pelle stessa è la prima barriera contro gli agenti esterni e, superata quella, una serie di poliziotti e armi sono pronti ad intervenire.
Come abbiamo visto possono essere risposte INNATE O NATURALI, del Terreno, i liquidi del corpo e la matrice nel suo insieme, che sono aspecifiche, cioè poco specifiche, che non si modificano in seguito a successive esposizioni agli antigeni.
Possono essere risposte ACQUISITE, molto specifiche, che migliorano fino alla morte, in seguito a successive esposizioni all’antigene (“memoria” del primo contatto).
Il RICONOSCIMENTO dell’antigene avviene per mezzo di differenti cellule del sangue e di altri tessuti e si fissa nei geni del DNA cellulare mitocondriale.
Gli EFFETTORI principali della risposta a ciascun antigene sono in genere linfociti, ma non solo questi….
I linfociti stimolati dall’antigene si trasformano in PLASMACELLULE, che producono gli ANTICORPI specifici contro quell’antigene, che lo neutralizzano o distruggono.
Commento NdR:
in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sugli anticorpi e/o sulle cellule o linfociti e globuli bianchi !
Disbiosi, immunità e parto cesareo e/o naturale
Al parto il bambino che nasce in modo naturale nel passaggio dal canale vaginale si nutre ed assimila con la sua bocca e la sua pelle, i batteri vaginali che sua madre gli regala producendogli le basi batteriche immunitarie per eccellenza.
I bambini che nascono con parto cesareo NON hanno questa possibilità per cui è indispensabile che per essi, gli assistenti al parto passino una garza sulle pareti all’interno della vagina sfregandola in modo che si carichi dei batteri vaginali, questa garza va messa immediatamente sulla bocca/viso del bambino in modo che egli possa assimilare i batteri che immediatamente passeranno dalla garza alla mucosa della bocca e sulla pelle, i quali poi colonizzeranno da soli l’apparato digerente e la pelle del neonato e cosi’ la sua immunità sarà molto ma molto migliore di coloro che nascendo con un cesareo che non si sarà nutrito dei batteri della madre !
Pochi sanno che il bambino che nasce dalla vagina, si nutre facilmente anche dei batteri delle feci della madre (coproterapia) arricchendo le sue famiglie batteriche in modo naturale e quindi l’immunità sarà maggiore.
Ovviamente il colostro ed il latte materno rifiniscono il processo naturale per irrobustire il sistema immunitario, soprattutto le prime 3 settimane fino ai 6 mesi….
RISPOSTA IMMUNITARIA CELLULARE (Cellulo-Mediata) – Viene svolta dai MACROFAGI
I macrofagi (o istiociti) rappresentano, per frequenza numerica, la seconda classe di elementi cellulari nel tessuto connettivo lasso.
Come le altre cellule del tessuto connettivo hanno vita limitata quindi devono continuamente rinnovarsi; ciò è possibile tramite due meccanismi:
– Attività mitotica dei macrofagi preesistenti.
– Migrazione dal sangue circolante al tessuto connettivo dei loro precursori, i monociti, e trasformazione degli stessi in macrofagi.
I macrofagi svolgono diverse funzioni:
– Hanno un ruolo fondamentale nei processi di difesa tramite la fagocitosi e l’induzione della risposta immunitaria.
– Intervengono nel metabolismo del ferro in quanto i globuli rossi invecchiati sono fagocitati dai macrofagi del sistema reticolo-istiocitario della milza, del fegato e del midollo osseo e il ferro contenuto nell’emoglobina si deposita nel citoplasma per essere riutilizzato dagli eritroblasti per la produzione di nuova emoglobina.
– Intervengono nella guarigione delle ferite e nelle malattie caratterizzate da fibrosi producendo, in risposta a stimoli infiammatori, sostanze di secrezione rappresentate da:
a – Fattori che attivano la proliferazione e la funzione fibrillogenetica dei fibroblasti.
b – Prostaglandine che influenzano la contrattilità muscolare liscia, la permeabilità vascolare, l’attività di alcune ghiandole endocrine, la lipolisi, l’aggregazione delle piastrine.
c – Enzimi idrolitici attivi a pH acido e neutro che intervengono nell’infiammazione cronica degradando i costituenti dei tessuti connettivi ed attivando varie sostanze ad attività infiammatoria. Gli enzimi idrolitici acidi prodotti, di origine lisosomiale, sono: catepsine, glicosidasi, fosfatasi acida, aril-solfatasi, ecc.; gli enzimi idrolitici neutri sono: collage nasi, elastasi, attivatore del plasminogeno, lisozima.
d – Componenti del complemento.
e – Fattori stimolanti l’emopoiesi da vari LEUCOCITI (globuli bianchi) e dai LINFOCITI -T (timo-dipendenti), cioè da linfociti che, originando da precursori presenti nel midollo osseo, si differenziano e maturano nel timo.
LINFOCITI – T4
Nei primi anni di vita maturano nel timo cloni di linfociti-T4, che esprimono alla loro superficie molecole specifiche (recettori) capaci di riconoscere ciascuna un solo tipo di antigene o addirittura un solo antigene.
Quindi si forma un numero enorme di cloni, capaci di riconoscere tutti i possibili antigeni con cui si può venire in contatto.
I LINFOCITI – T4 circolano nel sangue, escono nei connettivi e ogni volta che incontrano un antigene si attivano, proliferano e danno luogo alle proprie funzioni difensive.
Alcuni di essi, attivati, si trasformano in cellule della memoria, che circolando in continuazione, ogni volta che incontrano l’antigene che li ha attivati, mettono in atto una risposta immunitaria rapida ed efficace.
CELLULE PRESENTANTI l’ANTIGENE
I linfociti -T4 in realtà non sono in grado di riconoscere direttamente l’antigene, ma hanno bisogno dell’aiuto di altre cellule che, dopo aver incontrato l’antigene, ne “scoprano” quella parte di molecola adatta a legarsi ai recettori dei T4.
Queste cellule capaci di presentare l’antigene ai linfociti-T4 (che possono anche essere macrofagi o monociti, quali le cellule di Langerhans dell’epidermide), catturano l’antigene, lo demoliscono parzialmente e lo ripresentano ai T4, di solito nei linfonodi, dopo aver viaggiato attraverso i vasi linfatici.
Le cellule che presentano l’antigene producono una proteina, l’interleukina-1, capace di stimolare l’attività di linfociti specifici contro l’antigene, che si trovano nei dintorni
LINFOCITI -Th (o T- HELPER)
Sono linfociti-T che, stimolati dall’interleukina-1, producono una seconda proteina, l’interleukina-2, che a sua volta stimola la proliferazione dei linfociti-T e B circostanti che hanno sulla loro superficie i recettori per l’antigene.
I linfociti-Th producono anche le linfochine, che stimolano l’attività delle cellule immunitarie site nelle immediate vicinanze.
LINFOCITI -Tc (o CITOTOSSICI)
Hanno il compito di distruggere le cellule dell’organismo che siano state infettate da agenti patogeni, soprattutto da virus, limitando così la possibilità di replicazione dei virus stessi.
Producono sostanze citotossiche come le perforine, che letteralmente producono fori sulla membrana cellulare, oppure le endonucleasi, che frammentano il DNA cellulare portando la cellula all’apoptosi.
LINFOCITI -Ts (o T-SUPPRESSOR)
Intervengono alla fine della risposta immunitaria riducendola e poi annullandola.
LINFOCITI -NK (o NATURAL KILLER)
Sono linfociti di origine midollare, più grandi degli altri, che rappresentano circa il 10% dell’intera popolazione dei linfociti circolanti, che non esprimono in superficie recettori per gli antigeni, ma sanno riconoscere cellule tumorali o infettate da virus e le uccidono con meccanismi vari. Producono interleukina-1 e interferone, agenti stimolanti le difese immunitarie.
RISPOSTA IMMUNITARIA UMORALE
Si basa sull’azione dei linfociti-B, che vengono prodotti dal midollo osseo e ivi maturano.
La lettera B che li contraddistingue indica “Borsa dipendente”, e fa riferimento a un organo presente negli uccelli, la Borsa di Fabrizio, nel quale sono stati scoperti e identificati per la prima volta.
I linfociti-B, venendo a contatto con gli antigeni, esprimono recettori di membrana specifici, per cui si formano cloni di cellule specializzate contro tutti gli antigeni possibili.
Perché i linfociti-B possano dare inizio alla loro risposta difensiva, devono essere stimolati dalle linfochine prodotte dai loro fratelli T-helper
Il linfocito-B stimolato può modificarsi e diventare una plasmacellula, oppure mantenere i caratteri del linfocito conservando anche la capacità di riconoscere in seguito l’antigene (linfocito-B della memoria).
Se il linfocito-B si trasforma in plasmacellula, questa produce una grande quantità di anticorpi che vengono immessi nell’ambiente extracellulare connettivale e di qui finiscono nei liquidi circolanti, linfa e sangue.
I linfociti-B stimolati proliferano fintantoche’ persiste lo stimolo antigenico, in modo da garantire un efficiente livello di anticorpi.
Una volta debellato l’attacco, anche se rallentano la produzione, i linfociti-B e le plasmacellule continuano a produrre anticorpi, per cui l’organismo, man mano che viene a contatto con gli antigeni, si “attrezza” con difese che possono anche essere permanenti (immunizzazione).
Se il linfocito-B stimolato non si trasforma in plasmacellula, diventa cellula della memoria, la cui funzione è di mantenere un cospicuo clone di cellule specifiche contro quel determinato antigene costantemente in circolo e pronte ad intervenire.
ANTICORPI
Gli anticorpi sono molecole proteiche sintetizzate dalle plasmacellule e immesse dapprima nell’ambiente intercellulare dei connettivi, e quindi nella linfa e nel sangue.
Hanno la funzione di legarsi alle molecole dell’antigene contro cui sono stati sintetizzati (o a una parte della molecola), in modo da neutralizzarle.
Appartengono alla famiglia delle gammaglobuline, per cui sono detti gammaimmunoglobuline o gammaglobuline o g-Ig.
Si conoscono cinque classi di gamma-globuline, denominate IgM, IgG, IgA, IgD, IgE, diverse tra loro per peso molecolare, sequenza aminoacidica, carica elettrica e funzione specifica.
Una plasmacellula può produrre diversi tipi di gamma-globuline, tutte però specifiche per lo stesso antigene.
Lo schema strutturale fondamentale è però comune: ogni molecola di gamma-globulina è formata da quattro catene polipeptidiche, unite da ponti disolfuro, uguali a due a due.
Due catene più lunghe vengono dette catene pesanti, mentre le due più corte, circa la metà delle prime, sono dette catene leggere: in una molecola di anticorpo la struttura di base è rappresentata da due coppie di catene formate ciascuna da una catena pesante unita a una catena leggera.
Le IgG rappresentano il 70-75% delle immunoglobuline circolanti, sono le principali responsabili delle risposte immunitarie di tipo umorale e sono le uniche capaci di attraversare la barriera placentare.
Le IgM hanno la molecola formata da cinque unità fondamentali. Costituiscono il 10% degli anticorpi circolanti, responsabili delle risposte contro antigeni patogeni complessi.
Le IgA costituiscono il 15-20% degli anticorpi circolanti nel sangue e sono presenti anche nelle sierose, nelle mucose e nei secreti di queste ultime: saliva, muco delle vie respiratorie, colostro, latte, secrezioni uro-genitali.
Le IgD sono molto scarse tra gli anticorpi circolanti (<1%) ma si trovano sulla superficie dei linfociti-B prima dell’attivazione. Dopo l’attivazione scompaiono.
Le IgE sono le più scarse di tutti gli anticorpi circolanti. Possono aderire alla superficie di mastociti e granulociti basofili intervenendo nelle difese da parassiti animali, come gli elminti. Intervengono anche in reazioni allergiche da ipersensibilità immediata, come l’ asma bronchiale o la dermatite atopica.
L’immunità acquisita (se interviene, cosa non facile e non certa) invece è altamente specifica, ed è costituita da una serie di cellule e molecole capaci di riconoscere particolari strutture, e solo quelle, formando un’arma potentissima contro le infezioni, anche se purtroppo relativamente lenta ad avviarsi, soprattutto quando non si è in buona salute.
Essa comprende mediatori chimici e cellulari responsabili di una risposta difensiva più potente e mirata (virtualmente in grado di riconoscere qualunque forma di antigene), ma più lenta. è evolutivamente più recente e poggia sulla risposta aspecifica per numerose funzioni di presentazione e distruzione degli antigeni.
Del sistema immunitario specifico, invece, fanno parte i Linfociti B e i Linfociti T .
I primi sono i responsabili della produzione di Anticorpi. Gli anticorpi sono proteine che generalmente vengono secrete da queste cellule, e sono una delle armi dell’immunità specifica. Gli anticorpi infatti sono antigene-specifici.
I linfociti T si dividono in diverse sottopopolazioni, ma in genere si distingono in Helper e Citotossici. Normalmente vengono chiamati CD4+ i primi e CD8+ i secondi, in base alla presenza della proteina CD4 o CD8 in membrana. I CD4+ sono diciamo i direttori d’orchestra dell’immunità specifica. I linfociti CD8+ sono invece dei Killer cellulari.
L’Immunità specifica acquisita, si divide a sua volta in:
– immunità specifica umorale (cioè mediata da anticorpi).
– immunità specifica cellulo-mediata
Quando gli antigeni riescono a superare sia le barriere naturali che le reazioni infiammatorie, entrano in atto ulteriori meccanismi difensivi: in essi consiste l’immunità acquisita o specifica.
In questo caso cellule del sistema immunitario riconoscono l’antigene come agente estraneo e attivano una serie di reazioni cellulari o umorali specifiche per neutralizzarlo o distruggerlo.
Alcune cellule immunitarie specializzate (LINFOCITI), dopo il primo contatto con l’antigene, sviluppano un meccanismo di MEMORIA che fa sì che, se tale antigene si ripresenta nell’organismo, la risposta immunitaria è più rapida ed efficace.
3 caratteristiche:
a – capacità di discriminare gli elementi propri dell’organismo da quelli estranei e quindi potenzialmente nocivi;
b – capacità di riconoscere gli elementi estranei e organizzare difese specifiche contro di essi;
c – capacità di conservare il ricordo dell’antigene aggressore per rispondere con più rapidità ed efficacia in caso si ripresentasse.
Il sistema immunitario risiede principalmente nell’Intestino, quindi l’Intestino è la culla della morte o della Vita sana !
Commento NdR:
in realtà le cose sono molto più complesse e non basate esclusivamente sugli anticorpi e/o sulle cellule o linfociti e globuli bianchi !
Ecco un esempio di BALLA BIOLOGICA della medicina ufficiale = i Vaccini producono anticorpi ?
Anche se alcuni medici consigliano, prima di effettuare un qualsiasi vaccino, di controllare il tipo di anticorpi per le “malattie” per le quali si vaccina, siccome la teoria degli anticorpi (test sulle immunoglobuline – Tipizzazione linfocitaria) è ancora una “teoria” e non una certezza, infatti il 30% c.a. dei vaccinati NON presenta anticorpi agli antigeni del vaccino o della malattia per la quale si vuole vaccinare, quella ideologia è quindi una teoria superflua, incompleta e quindi depistante, questo perché non significa che avendo o non avendo gli anticorpi ad un antigene, sicuramente sarete protetti o vi ammalerete non avendoli, queste sono tutte fandonie e falsità biologiche che i fatti reali dimostrano essere fasulla:
Nessuno dei 35 milioni di 45enni italiani che NON hanno fatto il vaccino della Polio, ne’ hanno gli anticorpi alla polio, in 50 anni di tempo, NON hanno MAI somatizzato casi di Polio !
Ecco come si raccontano BALLE biologiche per spaventare la gente “non ti sei vaccinata, non sei protetta”….per farli vaccinare !
Questa la risposta ad un soggetto pro-Vaccini, che citava il fatto che i vaccini produrrebbero anticorpi specifici:
Lei è convinto, perché la letteratura medica parla chiaro al riguardo, che i vaccini immunizzino i nostri figli. È per questo, oltre perché obbligatorio, che Lei ha vaccinato le sue figlie. Ebbene, si tolga lo scrupolo di verificarlo come ho fatto io.
Io ho vaccinato tutti e 3 i miei figli (NdR: con tutte le 4 vaccinazioni obbligatorie) e con tutti i richiami relativi; li ho vaccinati anche al morbillo, parotite e rosolia che non sono obbligatori e l’ho fatto con gioia e serenità.
Ebbene io ho fatto fare i Markers dei vaccini con titolazione ai bambini e sorpresa… NON SI SONO IMMUNIZZATI a TETANO, DIFTERITE, EPATITE B, PAROTITE e MORBILLO…. (se non ci crede sono disponibile ad inviarle la copia delle risposte delle analisi fatte allo Spallanzani di Roma), (NdR: cioè non hanno prodotto anticorpi….)
Allora, a cosa è servito vaccinarli ??? E perché per fare i markers (M) sono dovuta andare a Roma, altrimenti non c’era verso di farli nella mia ASL ???
E perché, visto che i vaccini sono obbligatori, i markers sono a pagamento (€ 125,00 a bambino !) ???
Soprattutto, perché se i vaccini obbligatori sono solo 4, ai nostri figli nati dal 2000 in poi, ne sono stati somministrati 6 (INFRANIX) ???
Chi li ha chiesti 2 vaccini in più spacciati per obbligatori….e cosi “pantalone” paga…Big Pharma ringrazia…???
Spero di averle fatto aprire gli occhi su una situazione, a dir poco, poco chiara…
…purtroppo le cose stanno peggio di come sembra…
Mio figlio …… stava bene, dopo il terzo richiamo dell’esavalente è comparsa la diarrea che è durata 4 anni… quando arrivò a 3 anni gli fecero una diagnosi di “disturbo relazionale con ritardo neuro-linguistico”…solo in seguito capimmo che si trattava di Autismo e che la situazione sarebbe solo peggiorata più il bambino diventava grande…
L’anno scorso io e mio marito abbiamo deciso di ragionare con la testa nostra, ed abbiamo portato il bambino dal dott. Montinari.
È stato così che abbiamo scoperto la causa che generava la diarrea in nostro figlio… ha gli anticorpi alla Poliomelite alti, molto alti… le neopterine (N) urinarie erano al di sopra dei livelli massimi…
A distanza di 1 anno il bambino dopo la terapia applicata con il protocollo del dott. Montinari, è rinato… va a scuola (ha 6 anni e fa la prima elementare) e la prima pagella ha voti alti (dal 7 all’8)… mentre l’anno scorso non era considerato nemmeno scolarizzabile (non socializzava neanche con i compagni di scuola).
Pertanto prima di dire che I VACCINI SONO SICURI, faccia fare i markers alle sue figlie… così si renderà conto che ci hanno riempito di menzogne.
Cordiali saluti.
By K. T.
(M) – Markers. Termine inglese (indicatori, marcatori) – usato in medicina allopatica, per definire sostanze in grado di svelare la presenza di determinate malattie: in genere si tratta di enzimi, antigeni, anticorpi, la cui produzione aumenta in certe condizioni.
(N) – Neopterina:
La neopterina è una sostanza la cui produzione è strettamente correlata con l’attivazione della risposta immunitaria, vale a dire la reazione opposta dall’organismo alla presenza di agenti estranei. Il suo contenuto nel sangue è indicativo di un’alterazione del sistema immunitario e, pertanto, è usato per la diagnosi di gravi malattie.
Esame di laboratorio eseguito sul sangue. Valori normali: < 25 nmol/L.
Commento NdR: sarebbe interessante fare una campionatura di bambini vaccinati (almeno 100) ai quali controllare tenore ela specifica degli anticorpi che i vaccini avrebbero prodotto…; si scoprirebbe che è tutta una Balla biologica, e solo una minoranza debole immunitariamente (c.a. 20-30%), avrebbe gli anticorpi alle malattie per le quali sono stati vaccinati e quindi non solo si dimostrerebbe la Balla della creazione di anticorpi da parte dei Vaccini, ma si scoprirebbe che i vaccini NON immunizzano un bel nulla !
L’immunità quindi consiste in una serie di “barriere” naturali presenti sin dalla nascita, che mettono in atto meccanismi difensivi che costituiscono le prime azioni di protezione contro agenti estranei=eterologhi (infettivi e non).
vedi più sotto l’elenco di tali barriere (B).
Inoltre l’immunità aspecifica è anche derivante dal proprio Genoma e dalla perfetta posizione spazio-temporale dei Geni contenuti nel filamento del DNA/RNA:
La vita intima del Genoma = auto organizzazione – 24 Mar. 2011
Il funzionamento dei nostri geni in condizioni di salute e/o di malattia è influenzato dalla loro disposizione e dal modo in cui si muovono nello spazio tridimensionale del nucleo cellulare.
I cromosomi non sono sparsi a caso dentro il nucleo della cellula, ciascuno occupa una posizione specifica.
Questa organizzazione nucleare riflette lo stato funzionale di ciascun cromosoma e dei geni che trasporta.
L’organizzazione può cambiare quando il comportamento cellulare si modifica e nel corso di una malattia.
Identificare le posizioni che i geni occupano all’interno del nucleo – e capire in che modo queste posizioni cambiano in diverse condizioni – da importanti indizi sul funzionamento cellulare in condizioni di normalità e in condizioni patologiche che portano ad alcune malattie, fra cui i tumori.
By Tom Misteli – Fonte: Le scienze, Aprile 2011 n.512 – Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
vedi anche: Effetto gregge – Immunità di Gregge
BARRIERE IMMUNITARIE (B):
Ogni “barriera”, quando attivata dal contatto con l’agente tossico od infettivo, INFORMATIZZA, cioè in-forma, il programma di sopravvivenza, cioè organizza il Sistema immunitario, che risiede in Primis nella mente dell’essere Ego/IO e che è parte del programma (P), software, mentale: “vai e sopravvivi con il minor danno“, che è il “sistema operativo” dell’essere vivente.
Tali “barriere” naturali sono rappresentate da:
a – La barriera cutanea (pelle) con il suo film idrolipidico, oltre alle mucose interne in funzione dell’alterazione del processo di osmosi ottimale o meno. Queste sono le primarie, le principali e più IMPORTANTI barriere, esistenti negli organismi viventi complessi, che ad esempio nel caso dei Vaccini sono bypassate e quindi il S.I. ne viene danneggiato perché NON si può difendere ed informare come dovrebbe o potrebbe le cellule del corpo.
b – Le sostanze antibatteriche presenti in alcune secrezioni (ad esempio il lisozima della saliva o delle lacrime).
c – Le secrezioni delle vie aeree, che contengono sostanze antimicrobiche che intrappolano i germi e li fanno espellere col muco e il movimento delle ciglia dell’epitelio della mucosa.
d – La secrezione acida del succo gastrico.
e – La flora batterica intestinale.
f – La secrezione acida del canale vaginale.
g – Il sistema enzimatico
h – I fagociti, cioè i macrofagi ed i monociti, ed i linfociti (particolari globuli bianchi), leucociti (globuli bianchi), che circolano nel fluido sanguigno.
(P) – Programma: (dal lat. tardo programma -mătis, gr. πρόγραμμα -ματος, der. di προγράω, propr. “scrivere prima”) è la definizione del percorso per raggiungere un determinato obiettivo tenendo conto delle risorse disponibili, delle condizioni al contorno, delle attività da intraprendere e dei tempi necessari per realizzarle. Nel senso più ampio è la definizione operativa di un piano o di un progetto.
In senso più ristretto è una lista di cose da fare. Quest’ultimo significato è quello che più risponde al termine usato in ambito tecnologico (informatica, ma anche meccanica ed altre).
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La teoria degli Anticorpi – anno 2010
La teoria medica ufficiale è che se il bambino è esposto a una versione indebolita della malattia, produrrà anticorpi contro tale malattia e diventerà “immune”, in modo che lui non potrà mai contrarre la malattia.
A prima vista, questo suona come un principio solido e valido, ma si concentra solo su un piccolo aspetto del sistema immunitario, gli anticorpi, e non riesce a guardare (NdR: e prendere in considerazione) tutte le altre funzioni responsabili per la tutela della salute del vostro bambino.
Quindi, come funziona il sistema immunitario ?
Il sistema immunitario è fatta anche della pelle, delle mucose del naso e della gola, orecchie e gli occhi, peli nasali, saliva, milza, intestino, tonsille, il timo e anche il cervello.
Tutte queste parti lavorano insieme in modo olistico per giungere ad una immunità del corpo intero, che è solo in parte ha che fare con gli anticorpi, (NdR: che neppure vengono sempre prodotti dai vaccini, ma solo nel 75-70% dei casi…).
– La pelle agisce come una barriera per impedire che i batteri entrino nel corpo. Si filtrano le tossine anche attraverso la febbre, che è nei fatti lo scopo di uno stato febbrile quando il bambino è malato.
– I peli nasali impediscono particelle estranee di viaggiare su dentro nel naso, e le membrane delle mucose secernono una sostanza che è anti -batterica.
– Le Tonsille aiutano a prevenire le malattie respiratorie e malattie come la poliomielite, e la saliva contiene sostanze che distruggono e neutralizzano i microbi esterni.
– La milza e intestino, tra gli altri organi, grassi di deposito e le vitamine in tutto il corpo e di protezione contro l’invasione virale e batterica estranea.
– La ghiandola del timo produce delle cellule del timo, conosciute come cellule T, che sono anticorpi contro le infezioni.
– Ci sono varie ghiandole (nodi) nel corpo che drenano dalle tossine e materiale inutile. Ad esempio, i nodi cervicali scarico della testa, collo e torace .
– La ghiandola pituitaria nel cervello dirige tutti i sistemi di cui sopra, per cui se il cervello va male, così fa il sistema immunitario.
Si inviano impulsi elettrici a tutte le aree del corpo, stimolando cellule alla rigenerazione e la crescita muscolare. Questi impulsi elettrici stimolano anche la ghiandola del timo – il centro della funzione immunitaria.
Che effetto ha la vaccinazione ha questa funzione immunitaria ?
La vaccinazione – l’atto di acquisire artificialmente una malattia in modo da tentare di diventare immune ad essa – è viziata in vari modi.
In primo luogo, un vaccino contiene molte sostanze chimiche pericolose e non solo i virus per tentare di immunizzare.
Questi hanno ciascuno il proprio effetto tossico sul corpo.
In secondo luogo, la via di ingresso è diverso da una malattia naturale.
La maggior parte delle malattie naturali entrerebbero attraverso la bocca o la cavità nasale, non la pelle.
La vaccinazione rompe la pelle con un ago e inietta sostanze estranee nel sangue.
Ciò ignora il ruolo della pelle in funzione immunitaria, nonché le tonsille, le membrane mucose, e così via.
Normalmente, il corpo produce anticorpi supplementari dopo essere stato innescato, avvisato dalle tonsille che c’è un’infezione imminente. Pertanto, se l’infezione prende piede, ci sarà un esercito di globuli bianchi, pronto a neutralizzare l’infezione.
Nel caso di vaccinazione, questa infezione va dritto al sangue, senza accumulo ed attivazione prima per il corpo, e non ci sono cellule immunitarie supplementari per affrontare la situazione.
Inoltre, con la vaccinazione plurima, vi è più di una malattia presente (ad esempio morbillo, parotite, rosolia tutto in uno), che naturalmente un bambino non avrebbe mai contratto 3 malattie allo stesso tempo. Questo mette sforzo supplementare sul sistema immunitario.
Quali problemi può causare questo ?
L’iniezione di un vaccino per questa via innaturale può utilizzare fino al 70% delle risorse del sistema immunitario, invece dei soliti 3-4 % con una malattia che si verificano in modo selvatico/naturale (secondo Cynthia Cournoyer, What About vaccinazioni ?, Dennis Nelson Publishers, 1991).
Poiché il corpo non ha anticorpi supplementari in attesa di contrastare il vaccino, può andare in overdrive nel tentativo di far fronte alla situazione, prendendo vitamine tanto necessarie, distanti nelle ossa ed altri organi, da utilizzare per la produzione di più anticorpi.
Ciò significa che gli altri sistemi vitali vanno a corto di vitamine, in casi estremi conducono a fratture ossee causate dalle vitamine immunitarie in risposta di lisciviazione per far fronte al vaccino.
Questa mancanza di vitamine può anche causare ecchimosi e sanguinamento ed emorragie anche e non solo della retina, che è il motivo per cui alcuni vaccini hanno danneggiato dei neonati che sono stati falsamente etichettati come casi di “sindrome del bambino scosso”. Questo tipo di lesioni vaccino sono simili a quelli causati da traumi fisici.
L’ondata massiccia di anticorpi creati dal vaccino può anche causare il corpo a diventare ipersensibile e questo è responsabile dell’aumento delle allergie e malattie autoimmuni.
Le allergie sono una eccessiva esposizione agli elementi tossici che l’organismo non è in grado di purificare da se stesso.
Se le ghiandole surrenali, il pancreas, la ghiandola pituitaria e la milza, diventano troppo stimolate, per esempio, mediante una vaccinazione, questo può causare il corpo a diventare tossico e incapace di autoregolarsi.
Questo è stato collegato a malattie cardiache, diabete, asma e bronchite, per citarne solo alcuni. Super stimolare le ghiandole surrenali provoca anche una diminuzione della circolazione del sangue in tutto il corpo, ed atrofia dei vasi vascolari.
È in questo stato di disfunzione e di sovraccarico di chimica, provocato dai vaccini, l’inquinamento ambientale, il cibo spazzatura, farmaci e così via, che i nostri corpi diventano meno in grado di rimanere in buona salute.
“Quando il corpo è nel suo stato ideale di armonia, non c’è bisogno di creare la cosiddetta “immunità”. In un tale stato di armonia ed equilibrio, le funzioni del timo lavorano correttamente come regolatore centrale per la corretta digestione degli elementi e tutto ciò che è assunto in corpo viene digerito ed espulso” – (Stonebridge Associated Colleges, 2005).
Nel tempo immediatamente dopo la vaccinazione, quando le vitamine vengono super utilizzate per combattere il vaccino, può effettivamente rendere la persona più suscettibili alla malattia.
Ad esempio, nel vaccino della Merck, Sharp e Dohme LTD, nelle informazioni sui prodotti per il vaccino HIB, si afferma:
“I casi di malattia da Haemophilus B possono verificarsi nelle settimane dopo la vaccinazione”, ed in Lederle Hibtiter nel foglio informativo, “Casi di malattia Hib, anche se rare, possono verificarsi dopo la vaccinazione”. Questo è noto come ‘ malattia PROVOCATA ‘ , ossia malattia causata dal vaccino.
I vaccini hanno più probabilità di trasmettere la malattia al loro destinatario od ai suoi stretti contatti, come i virus sono escreti nelle urine, nelle feci e saliva, fino a 3 settimane dopo ogni vaccino.
Il vaccino antipolio (per la Poliomielite) è stato modificato e sostituito, dal vaccino orale ad un’altro iniettabile, con 5 vaccini in 1, ecco perché gli unici casi di polio nei paesi occidentali sono stati causati dal vaccino.
Le malattie causate da vaccino sono spesso più gravi rispetto alla malattia naturale.
Ad esempio, il morbillo atipico, ottenuto solo da bambini vaccinati, è molto più grave perché il vaccino sopprime le eruzione sulla pelle del bambino, che è il suo mezzo-modo di espellere le tossine, e questo porta che le tossine vengono spinte più in profondità nel corpo e che vanno ad interessare i principali organi ed a volte il cervello, creando morbillo atipico ed encefaliti.
Virus vaccinali possono, inoltre legarsi alle cellule, organi e tessuti del cervello e causare anche e non solo tumori, disabilità e lesioni cerebrali, come nel caso di un ragazzo che è diventato autistico e aveva un disordine di grippaggio dopo il suo vaccino MMR a 15 mesi.
All’ Ospedale Grande Ormand dei bambini lo hanno testato a 13 anni di età ed hanno trovato i resti dei virus del vaccino nelle parti lese del suo cervello. (La Domenica Express, 6 ottobre 2002 ) .
Anticorpi anti tessuto cerebrale sono stati trovati anche nei test del sangue di bambini autistici.
Malattia e mutazioni genetiche
Anche con vaccini inattivati, è possibile che il virus o batteri possa mutare in una forma diversa della malattia. Per esempio, una ragazza di 16 anni canadese morì di meningite B dopo che il suo fidanzato era stato dato il vaccino meningite C.
Le prove di laboratorio hanno confermato che il vaccino possa mutare in forma B e infettare sia il destinatario e dei suoi stretti contatti. ( Pulse , la rivista del medico , 20 novembre 1999) .
Un gran numero di malattie croniche si sono evolute al posto delle malattie infettive, dopo l’introduzione della vaccinazione di massa in Lupus, Sindrome di Guillain-Barre’, Autismo, ecc. (precedentemente conosciuto come sindrome di Kanner, scoperto dal dottor Kanner nel 1940), MS, il virus Ebola, AID , Lichen Planus, Vulvodinia e le altre condizioni di ipersensibilità, per non parlare delle tariffe diffusa e incontrollabili di cancro, malattie cardiache, asma, eczema e altre allergie. Anche la meningite era estremamente rara prima del 20 ° secolo.
Noi stessi stiamo uccidendo, nella nostra ricerca per ‘Impedire’ le normali malattie infantili, dimostrando come madre natura è più forte dell’uomo, per cui il modo innaturale di interferire con la funzione immunitaria può avere conseguenze disastrose per tutti.
Vaccini Causa di soppressione immunitaria
Immunostimolazione causa di immunosoppressione dopo le vaccinazioni multiple.
La noia di Sviluppo del Vaccino terapeutico
Tre articoli di questo numero del Clinical Cancer Research indicano come vaccinazioni multiple possono causare immunosoppressione. Inoltre, due studi in pazienti mostrano che granulociti e macrofagi sono fattori stimolanti le colonie ( GM- CSF) e come coadiuvante immunostimolante di diversi tipi di vaccini può portare ad esiti avversi in termini di sopravvivenza libera da recidiva e nel suo complesso.
Modulazione dell’attività delle cellule T di regolamentazione può essere richiesto per superare questo risultato e può essere cruciale per il successo dello sviluppo di vaccini terapeutici.
Fonte: (Clin Cancer Res 2009; 15 (22) :6745-7)
I pazienti malati di cancro iniettato con vaccino “contro il cancro” hanno causato i primi “Morti per Melanoma”
97 pazienti con melanoma asportato (stadio II- IV) sono stati arruolati, stratificati per stadio, e randomizzati a ricevere un vaccino contro il melanoma cellulare, con o senza GM- CSF.
L’endpoint primario è stato di ipersensibilità (DTH) di tipo ritardato in risposta a cellule di melanoma . Sono stati esaminati anche risposte anticorpali, la conta dei leucociti periferici, e la sopravvivenza.
Risultati: Il braccio GM- CSF ha mostrato risposte anticorpali rafforzate con un aumento del titolo IgM contro l’antigene TA90 e TA90 aumentate complessi immuni. Questo braccio aveva anche diminuito la cella antimelanoma di tipo ritardato con risposta di ipersensibilità.
Profili periferici dei leucociti del sangue hanno mostrato aumenti degli eosinofili e basofili con un decremento monociti nel braccio di GM- CSF.
Questi cambiamenti immunitari sono stati accompagnati da un aumento delle morti per melanoma precoce ed una tendenza verso una sopravvivenza peggiore con GM -CSF.
Conclusioni:
Questi dati suggeriscono che GM- CSF non è utile come coadiuvante immunitaria in questa dose e lo schema e fa aumentare la preoccupazione che possa essere dannoso.
Sulla base dei risultati discordanti di un endpoint immunitario e risultato clinico, l’uso di tali endpoint surrogati nella scelta di trattamenti per un’ulteriore valutazione deve essere fatto con molta cautela.
Fonte : ( Clin Cancer Res 2009; 15 (22) :7029-35)
Parziale CD4 Depletion riduce le cellule T regolatorie, perché indotta da vaccinazioni multiple
Risultati: vaccinazioni multiple, piuttosto che stimolare la risposta immunitaria, hanno ridotto significativamente l’efficacia terapeutica di immunoterapia adottiva e sono stati associati ad un aumento della frequenza e del numero assoluto di CD3 + CD4 + Foxp3 + T regolatorie (Treg celle).
Amministrazione anti – CD4 hanno ridotto il numero assoluto di cellule Treg di 9 volte.
Effettrici delle cellule T, generate da topi anti- CD4, trattati, erano significativamente (P < 0,0001) più terapeutici in studi di trasferimento adottivo di cellule T da animali vaccinati, si moltiplicano con una serie completa di cellule CD4+.
Conclusioni : Questi risultati suggeriscono che le cellule CD4 + Treg limitano l’efficacia di vaccinazioni multiple e che nel contempo ottengono la parziale deplezione delle cellule T CD4 + il che può ridurre la soppressione e “punta la bilancia” a favore della immunità terapeutica antitumorale.
Il recente fallimento di grandi studi clinici di fase III del vaccino per il cancro, in cui i pazienti hanno ricevuto vaccini multipli, sottolinea la potenziale rilevanza clinica di questi risultati.
Fonte : ( Clin Cancer Res 2009; 15 (22) :6881-90)
1 su 5 americani soffrono di allergie, cioè il 20%
Se ci sono brezze primaverili essi si ammalano di raffreddore, se può essere di conforto nel sapere che non siete soli, per ragioni che i ricercatori non capiscono appieno, allergie ai pollini, polvere, peli di animali domestici e prodotti alimentari sono diventati le allergie più diffuse tra gli americani negli ultimi decenni. Oggi, uno su ogni cinque americani soffre di allergie, secondo l’ Asthma and Allergy Foundation of America.
“Non sappiamo il motivo per cui l’incidenza delle allergie è in aumento”, ha detto Maya Jerath, MD, Ph.D., professore assistente presso l’Università del North Carolina a Chapel Hill School of Medicine e direttore del UNC Allergy and Immunologia Clinica.
Né i ricercatori riescono a capire perché un allergia si sviluppa in primo luogo. “Il che ha sconcertato la gente e continua molto a confondere la gente che lavora in questo campo” ha detto.
L’allergia è una reazione immunitaria ad una sostanza innocua, come un grano di polline o proteine di arachidi. Invece di ignorare sostanza, il corpo produce anticorpi per scatenare una lotta contro di essa. I sintomi di allergia possono variare dal prurito agli occhi e starnuti ed a reazioni anafilattiche pericolose per la vita.
Le cause delle allergie rimangono elusive in gran parte perché il ruolo del sistema immunitario è complesso, ha detto Jerath.
Il sistema deve difendere il corpo da innumerevoli invasori stranieri negli alimenti, l’acqua e l’aria intorno a voi.
Significativamente per chi soffre di allergie, il sistema immunitario deve anche imparare a distinguere le particelle che sono pericolose da quelli che non lo sono. Per molte persone, questo apprendimento avviene durante la prima infanzia.
“Se non ottiene un’adeguata esposizione a certe cose, quei meccanismi di regolamentazione e di riconoscimento non vengono istituiti”, ha detto Jerath.
Per questo motivo, alcuni ricercatori ritengono che la mancanza di esposizione a microrganismi presto nella vita, (da neonati, bambini) può predisporre un soggetto alle allergie.
Questa spiegazione, chiamata “ipotesi dell’igiene”, suggerisce che crescere circondato da molti altri bambini, sporcizia o animali aiuta il sistema immunitario a sviluppare una tolleranza alle sostanze irritanti innocui.
Fonte : Physorg.com, da Sara Peach, 24 febbraio 2010.