Sistema immunitario e Vaccini
La ricerca in campo immunologico è stata attraversata negli ultimi dieci anni da una rivoluzione silenziosa.
Si tratta di un processo avvenuto all’interno della medicina ufficiale, spiega il dottor Kremer. Nonostante ciò i risultati e le conseguenze di queste ricerche si sono trasformati solo in minima parte in prassi quotidiana a livello medico scientifico.
“Per quella che è la mia esperienza posso dire, abbastanza tranquillamente, che la maggior parte dei medici non conoscono le acquisizioni più recenti a livello di ricerca in campo immunologico». Con queste parole il dottor Kremer solleva una questione di importanza fondamentale, perchè i risultati di queste ricerche hanno un effetto determinante su quella che dovrebbe essere ad esempio la prassi nel campo delle vaccinazioni, e gli effetti negativi di essa sono, sia di tipo diretto che indiretto, sia a breve o lontano nel tempo.
L’IMMUNITÀ NATURALE può essere considerata la somma totale delle immunità alla malattia inerenti alle difese immunitarie biologiche non indotte artificialmente e include immunità attiva, quella acquisita attraverso le normali infezioni dei sistemi respiratorio ed intestinale dopo la nascita e l’immunità passiva, che generalmente consiste, secondo la teoria della medicina ufficiale, negli anticorpi acquisiti dal sangue materno e dal latte materno, mentre in realtà il sistema immunitario consiste nella perfetta funzionalità cellulare, e quindi nel suo metabolismo, e nella funzionalità tissutale, organica e sistemica.
Inoltre essa è caratterizzata anche e sopra tutto da una buona attività dell’apparato digerente, che deve assolutamente contenere una flora batterica simbiotica ed un sistema enzimatico ben funzionale e completa in tutta la sua scala gerarchica, con la produzione anche di tutti gli enzimi necessari ed utili all’estrazione delle sostanze vitali per tutto l’organismo.
Cio’ significa che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Prima di continuare, vi invito a leggere con attenzione questa pagina che spiega e cita il sistema immunitario in situazione di Anergia
ANTICORPI (contro il corpo) = ammalamento
Se desiderate ulteriori conferme sui danni indotti dai vaccini mediante produzione di autoanticorpi:
“…Come negli esseri umani, l’induzione di autoanticorpi è possibile in seguito alla vaccinazione negli animali. Gli autoanticorpi sono più frequentemente presenti nei cani più vecchi che in quelli più giovani (Papini et al., 2005).
Di conseguenza, quando i cani anziani vengono vaccinati e testati per gli autoanticorpi dopo la vaccinazione, è difficile definire quale sia una conseguenza diretta del vaccino e cosa si è accumulato durante la vita.
Nel primo studio sperimentale controllato per studiare la produzione di autoanticorpi dopo la vaccinazione di routine, i ricercatori hanno arruolato giovani cani che non erano stati precedentemente vaccinati (Hogenesch et al., 1999).
Hanno dimostrato che la vaccinazione obbligatoria contro la rabbia, il virus del cimurro canino e il parvovirus canino 9 ha provocato la produzione di vari autoanticorpi…” Cosa significa produzione di autoanticorpi ?
Vuol dire reazioni e patologie autoimmuni presto e/o più avanti negli anni.. (Autoantibodies Induced by Vaccine – Nataša Toplak and Tadej Avcˇin – Department of Allergology, Rheumatology and Clinical Immunology, University Children’s Hospital, University Medical Centre Ljubljana, Ljubljana, Slovenia) – pp 93-102 of “Vaccines and Autoimmunity” by Yehuda Shoenfeld et al. Wiley Ed. 2015.
Vaccinazioni e reazioni autoimmunitarie – 23/02/2019
Vi è molta differenza tra ciò che accade normalmente in un contesto di risposta immunitaria cellulo-mediata e ciò che accade quando si tenta di provocarla artificialmente nel tentativo di eludere la risposta medesima….Quando gli anticorpi intervengono per riconoscere e distruggere i tessuti/organi stessi del corpo a cui appartengono (autoimmunità) fagocitandoli, li portano inevitabilmente nel circolo sanguigno insieme ai loro residui di DNA. Ciò induce il sistema immunitario a produrre ulteriori anticorpi che vengono indirizzati a colpire ulteriormente i tessuti e/o gli organi oggetto dell’attacco primario in un ciclo reiterato.
http://autoimmunityreactions.org/2019/02/23/autoimmunita-e-produzione-di-auto-anticorpi/
Premesso che le vaccinazioni devastano il sistema immunitario e che la percentuale maggiore di cellule del sistema immunitario risiedono nell’intestino, ecco che secondo il nuovo studio pubblicato su Frontiers in Neurology ci sono prove che il microbiota intestinale sia significativamente associato a microstruttura, attività intrinseche e connettività funzionale del cervello, nonché a funzione cognitiva e umore.
Un’alterazione o una disbiosi del microbiota intestinale sono implicate nella patogenesi e nella patofisiologia di malattie intestinali e di disordini neurologici e condizioni psichiatriche come ansia, depressione, DISTURBO dello SPETTRO AUTISTICO, sclerosi multipla o malattia di Parkinson.
https://www.facebook.com/550441101657595/posts/2550376511664034/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31456743
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Questo studio pubblicato … getta un’ombra pesantissima su tutte le teorie pseudo-scientifiche che la scienza spazzatura ha prodotto: dalla supposta immunità di gregge e per finire alle presunte coperture anticorpali, inesistenti)
– 11/09/2019 – https://t.me/novaxzoneitalia
Questo studio pubblicato su “Clinical and Vaccine Immunology” nel 2006, contribuisce a rimettere in discussione quanto in precedenza osservato nei soggetti affetti da agammaglobulinemia (vedi post pubblicato su “The Lancet” nel 1968): una volta somatizzato il morbillo, questi non sviluppano anticorpi, eppure superano la malattia. Insomma, getta un’ombra pesantissima su tutte le teorie pseudo-scientifiche che la scienza spazzatura ha prodotto (a partire dalla supposta immunità di gregge e per finire alle presunte coperture anticorpali)..
Contenimento immunitario e conseguenze dell’infezione da virus del morbillo in soggetti sani e immunocompromessi – https://cvi.asm.org/content/13/4/4377
Non è chiaro, tuttavia, se gli anticorpi abbiano un ruolo nella clearance del MV (morbillo-virus) dopo l’inizio di un’infezione.
Non è chiaro, tuttavia, se gli anticorpi abbiano un ruolo nella clearance del MV (morbillo-virus) dopo l’inizio di un’infezione.
Nel 1956, Good e Zak descrissero l’esito clinico dell’infezione da MV in bambini con difetti immunitari congeniti o acquisiti. Nel loro rapporto su questi “esperimenti della natura”, i bambini con difetti immunitari cellulari, hanno sviluppato una sindrome clinica particolarmente grave, mentre i bambini con ipogammaglobulinemia hanno avuto un decorso clinico tipico (37).
Queste osservazioni hanno suggerito un ruolo primario per l’immunità cellulo-mediata, piuttosto che umorale nel recupero da infezioni da MV.
Recenti studi con primati non umani hanno indirizzato il contributo dell’immunità umorale alla rimozione dell’infezione da MV. Le scimmie Rhesus sono state impoverite di linfociti B mediante infusione di anticorpi monoclonali e infettate da MV. Questi animali impoveriti di cellule B hanno avuto un esito virologico e clinico indistinguibile da quello di scimmie sane.
Fondamentalmente, ciò che sta dicendo è che le scimmie erano impoverite della loro capacità di produrre anticorpi (la loro immunità cellulare è stata lasciata intatta) e sono stati infettati dal morbillo. Le scimmie impoverite di anticorpi si sono riprese indistinguibilmente così come le scimmie che avevano un sistema immunitario perfettamente funzionante.
Immune Containment and Consequences of Measles Virus Infection in Healthy and Immunocompromised Individuals – https://cvi.asm.org/content/13/4/437.short
Non è chiaro, tuttavia, se gli anticorpi hanno un ruolo nella rimozione della MV dopo l’inizio di un’infezione. Nel 1956, Good e Zak hanno descritto l’esito clinico dell’infezione da MV in bambini con difetti immunitari congeniti o acquisiti. Nel loro rapporto di questi “esperimenti della natura”, i bambini con difetti immunitari cellulari svilupparono una sindrome clinica particolarmente grave, mentre i bambini con ipogammaglobulinemia avevano un decorso clinico tipico (37). Queste osservazioni hanno suggerito un ruolo primario per l’immunità cellulo-mediata piuttosto che umorale nel recupero dalle infezioni da MV.
Studi recenti con primati non umani hanno affrontato il contributo dell’immunità umorale alla rimozione dell’infezione da MV. Le scimmie Rhesus sono state private dei linfociti B mediante infusione di anticorpi monoclonali e infettate con la MV. Questi animali privi di cellule B hanno avuto un esito virologico e clinico indistinguibile da quello delle scimmie sane.
Fondamentalmente, ciò significa che le scimmie sono state private della loro capacità di produrre anticorpi (la loro immunità cellulare è rimasta intatta), e sono state infettate dal morbillo. Le scimmie prive di anticorpi hanno recuperato indistintamente così come le scimmie che avevano un sistema immunitario pienamente funzionante.
CLINICAL AND VACCINE IMMUNOLOGY, Apr. 2006, p. 437–443Vol. 13, No. 41556-6811/06/$08.00 0 doi:10.1128/CVI.13.4.437–443.2006
Tratto da:
https://telegra.ph/Questo-studio-pubblicato–getta-unombra-pesantissima-su-tutte-le-teorie-pseudo-scientifiche-che-la-scienza-spazzatura-ha-prodott-10-12
In questo studio del 2009, viene fatta un’attenta disamina e vengono poste delle domande cruciali sulle cause dell’Autismo regressivo.
By Graham E. Ewing – N Am J Med Sci. 2009 Jul; 1(2): 28–47. PMCID: PMC3364648 PMID: 22666668 al link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3364648/
Qui, la traduzione italiana: http://alturl.com/x264d
In particolare vengono segnalati i rischi delle reazioni avverse attribuibili ai varii tipi di vaccini e formulata un’ipotesi (che allo stato attuale potremmo definire una realtà tangibile) sulle cause dell’autismo.
Viene intuita dall’autore, già allora, la natura genetica “non ereditabile” dell’autismo regressivo e del coinvolgimento dei mitocondri per cause identificabili e in una visione “sistemica” del problema, approccio che era stato abbandonato già molto tempo prima. Leggete bene le premesse iniziali e le considerazioni successive (leggi bene lo screenshot). [SI PARLA DI “INSULTO GENETICO” !!!]
Sono veramente anticipatorie (e confermatorie) di constatazioni cliniche svolte dal Dottor Andrew J. Wakefield e di numerosi altri autori ai quali facciamo continuamente riferimento. Ecco lo studio “What is regressive autism and why does it occur ? Is it the consequence of multi-systemic dysfunction affecting the elimination of heavy metals and the ability to regulate neural temperature ?”
By Davide Suraci – https://mewe.com/profile/55b690a4e4b0f8ea6ad0ef34
COME TI ABBATTONO IL SISTEMA IMMUNITARIO (2019)
Novita sul fronte della fatiscente decadenza medico scientista.
Nel prossimo articolo tratterò la genesi delle malattie autoimmuni incluso il cancro poichè esso è sovrapponibile a una malattia autoimmune.
In particolare quello che viene ritenuto “fulminante”, è sostanzialmente un cancro silenziato dai comuni e ordinari farmaci quali “antipiretici, anti infiammatori, anti tussivi antibiotici”, che implode tipicamente dopo una sindrome influenzale. Sarà una descrizione tecnico scientifica in modalità semplificata in maniera tale che in assenza di conoscenze specifiche sia per tutti facilmente decifrabile.
La chiave di lettura su cui verterà l’articolo sono i valori dell’emocromo con i quali sarete in grado di codificare e tradurre un referto senza devianti interpretazioni del vostro medico di famiglia ed erronee risultanti di laboratorio dovute ai reagenti chimici utilizzati. Dopodichè andremo ad analizzare gli errori terapeutici che sommati ai precedenti portano il soggetto alla malattia cronico degenerativa e autoimmune.
INFATTI:
DANNI IMMUNOLOGICI dai VACCINI – Aprile 2019
Recentemente, il dr. Afredo Guarino, Dirigente della “Unità Malattie Infettive Pediatriche” all’Ospedale Federico II di Napoli, ha dichiarato (in TV vedi video punto 1) che per la prima volta nella storia dell’uomo, nell’epoca contemporanea vi siano casi di morbillo nei neonati, e che questa cosa non fosse mai accaduta fino a qualche tempo dopo l’inizio delle vaccinazioni raccomandate di massa, essendo prima tutte le madri in possesso dell’immunità naturale conferita dal morbillo (1), che conferisce anticorpi protettivi ai figli durante i primi 12 mesi di vita (2), un’età in cui la malattia diventerebbe (per davvero) pericolosa e in cui non è possibile ricevere tale vaccinazione.
La letteratura scientifica documenta questo fenomeno, spiegandone il motivo.
Ecco alcune citazioni:
– “L’immunità che si attenua potrebbe diventare un problema crescente mano a mano che la copertura vaccinale aumenta: poiché molte madri saranno state vaccinate e non avranno contratto il morbillo naturale, trasmetteranno livelli più bassi di anticorpi materni. In questo modo i loro figli saranno suscettibili al morbillo dai 3 ai 5 mesi di età.” (3)
– “I figli di madri vaccinate contro il morbillo e, possibilmente, la rosolia, hanno concentrazioni più basse di anticorpi materni e perdono protezione dagli anticorpi materni in età precoce rispetto ai figli di madri in comunità che si oppongono alla vaccinazione. Ciò aumenta la possibilità di trasmissione della malattia in popolazioni altamente vaccinate.” (4)
– “In questo studio, la concentrazione iniziale di anticorpi materni nei neonati dipendeva moltissimo dalla concentrazione di anticorpi della madre e dalla sua condizione vaccinale. I neonati di donne vaccinate iniziavano con un numero di anticorpi significativamente inferiore rispetto ai neonati di donne immuni per via naturale” (5) (…) I figli di donne vaccinate per il morbillo, ricevono meno anticorpi materni e così hanno una protezione più breve dei figli di madri con un’immunità acquisita per via naturale.” (5)
– “I nostri risultati suggeriscono che i neonati nati da madri che hanno acquisito l’immunità al morbillo dalla vaccinazione, possono avere una quantità di anticorpi relativamente ridotta, con la conseguente perdita dell’immunità al morbillo prima dell’età per la vaccinazione.” (6)
– “L’anticorpo passivo di morbillo conferito dalla madre, può interferire con l’immunità indotta da vaccino nei bambini di età inferiore ai 12 mesi. Tuttavia, la precoce perdita di anticorpi anti-morbillo passivi può verificarsi nei neonati di donne che hanno ricevuto il vaccino contro il morbillo, perché il vaccino induce titoli di anticorpi più bassi rispetto all’infezione naturale.” (7)
– (…) il numero di bambini suscettibili inferiori ai 12 mesi di età, è previsto in aumento tra le popolazioni altamente vaccinate poiché la maggior parte delle donne in età fertile, ha l’immunità al morbillo indotta da vaccino, con studi recenti che mostrano come nel 99% dei bambini nati da madri vaccinate, non siano rilevabili anticorpi anti-morbillo entro 6 mesi.” (8)
La raccomandazione di rivaccinare le donne prima della gravidanza non ha portato a grandi risultati, proprio perché l’immunità vaccinale non viene trasferita così bene come quella naturale.
Per questo motivo, si sta cercando una soluzione sia per vaccinare ancor prima dei 12 mesi di vita, e sia per aggirare il problema della neutralizzazione del vaccino causata dalla presenza dell’immunità placentare e dal latte materno (9) (7).
Questa neutralizzazione, avviene perché l’immunità naturale di derivazione materna protegge il bambino dal morbillo per diverso tempo, in alcuni casi anche fino a un massimo di 10 anni di vita (2).
I VACCINI hanno causato una situazione che richiede ancora più vaccini e ulteriore manipolazione del sistema immunitario: una situazione di vantaggio economico per i produttori di vaccini, ma scellerata dal punto di vista scientifico ed immunologico sulla popolazione. (By dott. F. Franchi, medico)
FONTI:
(1)https://www.facebook.com/fabio.franchi.921/videos/pcb.2183042661945132/2183040648612000/?type=3&theater
(vedere al secondo 0.30)
(2) “Breast-Feeding and a Subsequent Diagnosis of Measles”, Acta Paediatrica, 2009
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1651-2227.2008.01180.x
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/j.1651-2227.2008.01180.x
(3) Oxford Textbook of Medicine, vol. 1, 2005.
https://books.google.it/books?id=EhjX517cGVsC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false (pagina 357)
https://www.amazon.com/Oxford-Textbook-Medicine-1-fourth/dp/0198570147
(4) “Waning of maternal antibodies against measles, mumps, rubella, and varicella in communities with contrasting vaccination coverage”. The Journal of Infectious Diseases, 2013.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=23661802 (leggere sul paragrafo “Conclusion”)
https://academic.oup.com/jid/article/208/1/10/796786
(5) “Early Waning of Maternal Measles Antibodies in Era of Measles Elimination: Longitudinal Study”, The British Medical Journal, 2010.
https://www.bmj.com/content/340/bmj.c1626.long
https://www.bmj.com/content/bmj/340/bmj.c1626.full.pdf (leggere, in ordine di citazione: i primi 6 righi di “Discussion”, a pag. 4 del PDF; leggere al paragrafo “What is already known on this topic”, a pag. 6 del PDF)
(6) “Low titers of measles antibody in mothers whose infants suffered from measles before eligible age for measles vaccination”, Virology Journal, 2010. (leggere su “Conclusion”)
https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/1743-422X-7-87
https://virologyj.biomedcentral.com/track/pdf/10.1186/1743-422X-7-87
(7) “Early loss of passive measles antibody in infants of mothers with vaccine-induced immunity”. Pediatrics, 1995.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=7651776 (leggere sul paragrafo “Background”)
(8) “Loss of Passively Acquired Maternal Antibodies in Highly Vaccinated Populations: An Emerging Need to Define the Ontogeny of Infant Immune Responses”. The Journal of Infectious Diseases, 2013.
https://academic.oup.com/jid/article/208/1/1/796926
(9) “Insights into the Regulatory Mechanism Controlling the Inhibition of Vaccine-Induced Seroconversion by Maternal Antibodies”. Blood, 2011.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3122939/
http://www.bloodjournal.org/content/117/23/6143.long?sso-checked=true
http://www.bloodjournal.org/content/bloodjournal/117/23/6143.full.pdf?sso-checked=true
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RISULTATI di RICERCA sui DANNI dell’ASSE INTESTINO–CERVELLO–MIDOLLO SPINALE-NERVI
Introduzione preparatoria all’articolo conclusivo.
Prima dell’inizio di una qualunque terapia, si deve prendere atto che l’uso improprio degli anti-biotici, dal greco “anti vita”, distrugge la microflora intestinale determinando l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di resistenza e comparsa di effetti collaterali, in primis l’enterite da “Clostridium difficile”, infiammazione acuta dell’intestino, e temibili forme di colite ossia infiammazione acuta al colon.
In questi casi l’infiammazione viene trattata con un diverso principio antibiotico e dosaggio che andrà gradualmente a sopprimere altre colonie di metaboliti batterici o enzimi specializzati pro-vita causando stress ossidativo e conseguentemente apoptosi, cioè morte cellulare.
Per esempio il tumore dell’intestino e del colon derivano dall’adattamento dell’infiammazione acuta in infiammazione cronica rompendo l’equilibrio del microbioma. Il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico tra cui la popolazione di microbi buoni dell’intestino che proteggono l’ospite, cioè l’uomo.
Per questi motivi il microbioma è diventato un campo di estremo interesse per tutte le aziende farmaceutiche e la medicina sperimentale. A differenza di alcuni fattori non modificabili che incidono sull’insorgenza di malattie come l’età e la genetica, modificare il microbioma arbitriariamente si può ed è già realtà.
Significa condizionarlo con l’epigenetica ingegneristica o ingegneria genetica a base di farmaci immunosopressori che includono tutto il consueto parterre farmacologico come gli antipertensivi, gli anticolesterolemici, gli antidiabetici e i comuni farmaci antifebbrili, antinfluenzali, antinfiammatori, antidepressivi in quanto tutti soffocano e silenziano la causa ma non la risolvono anzi, tutto quello che è “anti-vita” crea una nuova causa-effetto.
Perchè il microbioma è così stimolante per l’impresa mondiale del farmaco e la dirigenza degli istituti di sanità mondiale ?
Per una semplice ragione, sussiste un intimo collegamento tra intestino e cervello congiunti da una complessa rete nervosa di neuroni “entero-cerebrali” che partono dalla base del rachide (colonna vertebrale) e passano attraverso i dischi intervertebrali, i nervi e i vasi sanguigni fino all’encefalo, collegando l’intestino al Sistema Nervoso Centrale (SNC) ossia all’asse “intestino-cervello-midollo spinale-nervi”. Questa rete nervosa per le sue modalità di funzionamento è stata poi denominata “secondo cervello”. I disordini del cervello enterico hanno effetto sul cervello centrale e viceversa.
Esiste quindi una correlazione stretta tra microbi che abitano l’intestino e il nostro stato di salute emotiva e psichica poiché la flora batterica influenza il nostro comportamento.
Per esempio quasi il 95% del neurotrasmettitore serotonina, che regola il tono dell’umore a livello di SNC, viene prodotto dalle cellule dell’intestino. In casi normo-lievi dello stato deficitario della microflora intestinale si possono osservare; “distrazione, confusione, passibilità (Atarassia), indifferenza, mancanza di emozione e parola (Alessitimia), ansia e depressione”.
Per normo-lievi non si intende normali, bensì non percepiti dalla nostra intelligenza. Mentre nei comportamenti neuro-enterici infiammatori i precedenti comportamenti assumono un profilo più grave se non borderline;
“l’autismo ad esempio è una reazione avversa invalidante dovuta a grave “disbiosi” con ripetuti attacchi gastroenterici nell’intestino e persistente diarrea acquosa indotta dagli antigeni contenuti nei vaccini.
Gli antigeni anticorpali sono di tre tipi così classificati dall’AIFA:
quelli vaccinali sono chiamati “immunoterapia di attivazione”, gli altri due sono Immunoterapia di soppressione e immunoterapia oncologica.
Con questa definizione il sistema sanitario afferma di adottare linee guida e metodi per intaccare il fragile sistema immunitario nel neonato e procacciarsi materiale di studio “ad vitam” “immunizzando” il gregge e le sue generazioni.
Sono da monitorare e valutare i valori standard di “leucociti, eritrociti, eusinofili e basofili nel referto analisi i quali sono alterati da reagenti chimici giustappunto proposti dalle Maison Farmaceutiche al fine di sviluppare malattie inesistenti.
Durante questo tormentato biennio di ricerca sul “Vaccingate” ricordai che mia madre mi diceva che soffrivo di una severa difterite e per i medici ero a rischio di sopravvivenza, così ricordai il proverbio di Nietzsche: “Ciò che non ti uccide ti fortifica”..e ti forma.
Conducendo circostanziate ricerche, le cellule che mantengono in upload l’eterna memoria, davanti al mio esitare friggevano con un brivido sottopelle e in un lampo mi investirono tutto il corpo quando rimembrai l’altro proverbio: “bisogna provare sulla propria pelle le cose”.
Nel terzo articolo accennerò velocemente all’immunochimica, la scienza che studia l’ingegneria di anticorpi o antigeni immunosopressori. I cosiddetti corpi mononucleati sono antimetaboliti prodotti con antigeni ibridi e la novità è che questi antigeni sono modificati da cellule di murina (ratto) per epurare il sangue dal fattore Rh+ o Rhesus.
By Gabry Gavin su Fb
GUARDATE come il SISTEMA IMMUNITARIO, con le sue varie “Funzioni” per mezzo di globuli bianchi, macrofagi, cellule immunitarie, ecc… DISTRUGGE, Virus (proteine virali) e Batteri ! – Video dal vivo
Autismo o Encefalopatia Neurotossica Autoimmune ? – 11/10/2018 – By AUTOIMMUNITYREACTIONS
Successivamente al 1998 (ma è possibile reperirne anche anteriormente) vengono prodotti da altri autori degli studi che confermano, senza ombra di dubbio, l’esistenza di una sindrome che interessa l’asse intestino-cervello (Gut-Brain Axis). I connotati salienti della regressione “autistica”, rilevati da numerosi autori, sono quelli di un’encefalopatia di natura neurotossica.
Nel lavoro del Dr Andrew J. Wakefield qui sotto riportato in parte:
The Gut–Brain Axis in Childhood Developmental Disorders – Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition: May-June 2002 – Volume 34 – Issue – p S14-S17
Si leggono le seguenti considerazioni:
“…La patologia gastrointestinale primaria può svolgere un ruolo importante nell’insorgenza e nell’espressione clinica di alcuni disturbi dello sviluppo infantile, compreso l’autismo.
Negli ultimi 4 anni, ho avuto il privilegio di lavorare con uno dei migliori team di gastroenterologia pediatrica del mondo, guidato da John Walker-Smith, su un’indagine innovativa e stimolante sulla patologia gastrointestinale nei bambini con autismo.
Crediamo che questo lavoro fornirà nuove e importanti informazioni sulla patogenesi di questa condizione devastante. Sebbene le cause primarie dell’autismo possano essere diverse, è possibile trovare indizi sulla possibile origine della malattia nella storia e nelle indagini cliniche sui bambini affetti. Questo discorso si concentra sul significato dei sintomi gastrointestinali nei bambini autistici, in particolare, un sottogruppo di bambini per i quali il decorso clinico è caratterizzato da regressione dopo almeno 12-15 mesi di sviluppo normale…”
E poi aggiunge:
“…Oltre ai frequenti sintomi gastrointestinali, i bambini con autismo spesso manifestano complesse anomalie biochimiche, metaboliche e immunologiche che una causa genetica primaria non può facilmente spiegare. L’asse intestino-cervello è centrale per alcune encefalopatie di origine extracranica, essendo l’encefalopatia epatica la migliore caratterizzata.
Alcuni elementi comuni tra le caratteristiche cliniche dell’encefalopatia epatica e un fenotipo autistico sempre più comune (regressione dello sviluppo in un bambino precedentemente normale accompagnato da patologia gastrointestinale immuno-mediata) hanno portato all’ipotesi che possa esistere un analogo meccanismo di encefalopatia tossica in pazienti con insufficienza epatica e alcuni bambini con autismo. Le aberrazioni nella biochimica degli oppioidi sono comuni a queste due condizioni e l’evidenza suggerisce che i peptidi oppioidi possono essere tra i mediatori centrali delle rispettive sindromi…”
inoltre:
“…Nei bambini con autismo, le cellule immunitarie nel tratto digerente stanno producendo alti livelli di fattori alfa necrosi tumorali (TNF). Questo è un potente mediatore pro-infiammatorio. In contrasto, queste interleukine 10 (IL-10), che sono come l’aspirina del sistema immune, disattivano l’attivazione immune pro-infiammatoria. Nei bambini autistici, le IL-10 appaiono spente…
Così, a conti fatti, quello che abbiamo è una nuova storia di disturbo intestinale. L’intero intestino può essere implicato, ed esiste un caratteristico modello con ghiandole linfatiche ingrossate ed infiammazione (risposta caratteristica linfoproliferativa, LNH, e cellule immunitarie infiltrate). Inoltre ci sono anticorpi IgG e depositi complementari (complessi immuni) che influenzano l’attivazione sia del sistema immune innato che di quello adattato…“
In questo studio viene evidenziato proprio questo: “Exposure to Inflammatory Cytokines IL-1β and TNFα Induces Compromise and Death of Astrocytes; Implications for Chronic Neuroinflammation.“ Christa van Kralingen, Dan Ting Kho, Jessica Costa, Catherine Elizabeth Angel, E. Scott Graham. Published: December 19, 2013.
“…Qui riveliamo la sensibilità diretta ai mediatori dell’ambiente infiammatorio.
Sottolineiamo il potere della tecnologia xCELLigence per rivelare la prima compromissione progressiva degli astrociti, che si verifica 24-48 ore prima della perdita sostanziale delle cellule. La morte indotta da IL-1β o TNFa è clinicamente rilevante poiché queste due citochine sono prodotte da vari tessuti periferici e da cellule cerebrali residenti…”
– https://doi.org/10.1371/journal.pone.0084269
– http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0084269
Conferme Accademiche dell’esistenza di anomalie sull’asse intestino-cervello nei soggetti portatori di spettro autistico.
Numerosi studi anteriori e posteriori a quello del Dottor. A.J. Wakefield, mettono in luce l’esistenza di un denominatore comune tra l’infiammazione gastro-enterica e quella cerebrale nei soggetti portatori dei disturbi dello spettro autistico.
Qui è possibile scaricare la bibliografia in oggetto (soggetta a continui aggiornamenti in funzione dei materiali che ci perverranno).
Commento NdR: condividendo i meccanismi descritti, si ignora il fatto certo che i vaccini destabilizzando pH digestivo e flora batterica e sistema enzimatico, sono le basi per attuare i meccanismi sopra descritti, che possono sfociare non solo nelle migliaia varianti dell’autismo, che è una sindrome, ma anche in qualsiasi altro problema (sintomo = malattia).
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Tossicità dei Vaccini, Cervello e Sistema Immunitario – 02/07/2016
Complessivamente, queste osservazioni possono spiegare il perché la stimolazione periferica del sistema immunitario, mediante le frazioni batteriche e virali veicolate attraverso i vaccini, durante lo sviluppo precoce in modelli animali sia sufficiente per causare una varietà di esiti avversi sullo sviluppo, tra cui anomalie immunitarie a lungo termine, così come i sintomi sorprendentemente simili ai disturbi dello spettro autistico (ASD) [90-98]. Nonostante queste prove, le vaccinazioni che sono chiaramente degli “analoghi” naturali (vedi gli esempi citati di stimolazione del sistema immunitario periferico), vengono regolarmente destituite come una causa plausibile del crescente numero di alterazioni dello sviluppo neurologico e immunitario nei bambini.
Inoltre, i vaccini contengono una serie di sostanze tossiche conosciute, che possono agire come distruttori endocrini (mercurio, alluminio, polisorbato 80, rosso fenolo, fenossietanolo, formaldeide, MSG, vari antimicrobici, componenti cellulari di tessuti di scimmia, vitello, cellule e tessuti di feti abortiti, contaminanti come DNA ricombinante, agenti patogeni infettivi host-tessuto, proteine, ecc).
Che l’alluminio possieda una neurotossicità è un fatto conosciuto da oltre 100 anni [46] e, in questo contesto, sta diventando chiaro a un certo numero di ricercatori che il suo uso come controllo con placebo è scientificamente insostenibile [45,47]….
Antigeni Combinati e Danni al Sistema Immunitario
Nonostante il peso esercitato da tali componenti dei vaccini potenzialmente tossici, tale evidenza è spesso rifiutata solo perché sono presenti solo in tracce [99.100], è importante notare che sono documentatissimi gli effetti a lungo termine delle influenze negative sui modelli animali…
(*) Lucija Tomljenovic, PhD Neural Dynamics Research Group, Dept. of Ophthalmology and Visual Sciences University of British Columbia.
La relazione in oggetto della Dott.ssa Lucija Tomljenovic è scaricabile da qui:
http://www.vaxchoicevt.com/wp-content/uploads/2012/04/Lucija-Tomljenovic-PhD-letter.pdf
Riportiamo anche l’imponente bibliografia peer-reviewed della stessa autrice e di altri autori con i quali è co-autrice online sulla “US National Library of Medicine National Institutes of Health”:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Lucija+Tomljenovic
Traduzione italiana: http://tinyurl.com/evidenze-tossicit-vaccini
vedi anche: Danni neurologici con i Vaccini
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Il CONCETTO di IMMUNITÀ ARTIFICIALE
Vaccino: “una preparazione contenente antigeni proteici cioè tossine, comunemente batteri, virus (proteine lipidiche tossiche) e sostanze chimiche anche cancerogene, usata con l’intento di indurre immunità artificiale contro una specifica malattia, mimando con mezzi artificiali il processo naturale di infezione (NdR, ma bypassando le normali difese naturali per mezzo di iniezione del Vaccino), inducendo l’infezione e se possibile (quindi non sempre) la produzione di anticorpi, comunemente con effetti collaterali fisiologici, con lo scopo di “prevenire” una malattia clinica nella sua pienezza che si potrebbe teoricamente contrarre senza l’inoculazione del Vaccino, sempre che falliscano metodi preventivi come la qualità della vita, l’igiene, l’immunità acquisita, le cure materne e l’immunità naturale”.
Questa definizione non si può trovare sui testi medici, ma risulta da un’analisi funzionale del paradigma concettuale di vaccinazione.
Il dizionario medico Websters definisce il vaccino semplicemente come: “una sostanza o una preparazione contenente il virus del vaiolo in una forma usata per la vaccinazione, od una preparazione di microrganismi, vivi od attenuati, od organismi vivi pienamente virulenti (NdR: nel caso di vaccini a batteri) che viene somministrata per produrre o aumentare artificialmente l’immunità a una particolare malattia”.
La vaccinazione in se stessa, secondo Websters, è definita come: “l’introduzione in un uomo o in un animale domestico di virus o microrganismi, batteri attivi o latenti, che sono stati preventivamente trattati per renderli innocui allo scopo di indurre lo sviluppo dell’immunità per una particolare malattia”.
Secondo il paradigma vaccinale, l’immunità attiva è raggiunta con la reazione fisiologica ad antigeni esterni presenti nel vaccino, e l’immunità passiva è raggiunta con l’iniezione di siero immunizzante contenente anticorpi umani o animali.
L’uso dei vaccini tossici inoculati oltrepassa il sistema di difese naturali del corpo ed espone l’individuo a maggiori rischi rispetto ai benefici.
Se si domanda a qualunque dottore se l’immunità da vaccino è la stessa cosa dell’immunità da malattia, essi risponderanno “certamente”; ma i fatti indicano il contrario.
Un altro modo di porre la domanda è “l’immunità avuta con l’iniezione è la stessa cosa rispetto all’immunità normale o patotrofica ?”.
La procedura vaccinale è basata su diverse “supposizioni” mediche, ognuna di queste costituisce una forma-mentis e un “credo” che non solo si dimostra sbagliato rispetto alle informazioni mediche disponibili, ma forma anche le basi, a livelli più alti, per sopprimere deliberatamente quelle informazioni e mantenere un’ortodossia medica che assicura la propria continuazione grazie all’incentivazione delle malattie nelle comunità umane.
Queste supposizioni mediche sono: la convinzione che gli agenti patogeni siano le sole e primarie cause di certe condizioni, la convinzione che il corpo può costruire un meccanismo di difesa contro certi agenti e prevenire malattie cliniche senza conseguenze negative e la convinzione che questo può essere arbitrariamente raggiunto con la somministrazione di una certa forma di agenti patogeni.
Gli anticorpi che dovrebbero essere indotti da un vaccino NON indicano immunità. Ciò che mette molti medici in confusione è che parte della reazione immunitaria nei confronti del vaccino e delle sostanze in esso contenute, porta alla produzione di anticorpi.
Ciò è falsamente considerato immunità, infatti solo il 75-70 % dei soggetti vaccinati produce anticorpi al primo vaccino, questo perché il loro sistema immunitario essendo MOLTO sano, non reagisce producendo subito anticorpi, in quanto le sostanze contenute nel vaccino, anche quelli a DNA chiamati vaccini a virus, vengono immediatamente isolate ed inviate agli organi e sistemi di eliminazione; nei soggetti meno sani o per quelli più sani, dopo una successiva vaccinazione, la produzione di anticorpi avviene, indicando in quel modo che il Sistema immunitario è stato compromesso, per il fatto che il vaccino ha bypassato le normali barriere di “riconoscimento immunitario” creando reazioni anomale.
A dimostrazione, più della metà degli adulti negli Stati Uniti non ha livelli ritenuti protettivi di anticorpi contro la difterite, ad esempio. In Spagna solo il 51% dei soggetti fra i 5 ed i 12 anni, ed appena il 14% di quelli di età tra i 30 ed i 39 anni presi in considerazione dallo studio potevano essere considerati protetti. A Berlino lo era circa il 60% dei volontari esaminati.
In Italia si è registrato che all’età di 18-19 anni, l’11,4% dei ragazzi vaccinati tre volte nella prima infanzia, non aveva anticorpi ritenuti sufficienti ad evitare la malattia. Ogni anno successivo gli anticorpi diminuiscono e dopo 25-30 anni già il 22% dei soggetti non ha più protezione anticorpale a livello ematico.
Uno studio effettuato su un campione di giovani reclute dell’esercito ha dimostrato che il 22,9% non era più immunizzato.
Un’altra ricerca ha evidenziato che, su un campione di soggetti dai 4 ai 70 anni, il 27,8% in media non aveva più copertura, con punte del 53,8% nella fascia di età dai 31 ai 40 anni. Un’ultima indagine eseguita su 3111 campioni di sangue di soggetti da 0 a 84 anni ha rivelato che era protetto appena il 59,9%.
La teoria degli anticorpi è un’altra teoria fasulla !
Chi ha responsabilità sulla salute pubblica deve cercare e fornire prove e documentazioni che i vaccini non hanno responsabilità nell’indurre patologie anche e soprattutto nei bambini, nei giovani, nei militari.
Non è sufficiente affidarsi alle rassicurazioni ed ai documenti presentat dall’industria farmaceutica, che afferma che non esistono prove che le patologie allergiche e autoimmuni sono causate dalle vaccinazioni.
Il principio di precauzione è opposto: finché non avremo le evidenze che i vaccini non possono causare queste patologie, occorre NON vaccinare NESSUNO fino all’accertamento sicuro della loro innocuità !.
vedi: DANNI DEI VACCINI + Immunodepressione da Vaccino + Immunogenetica
Commento NdR a questo paragrafo “Promemoria da parte di medici“, nella pagina “Lettera alla ASL”:
anche se alcuni medici consigliano, prima di effettuare un qualsiasi vaccino, di controllare il tipo di anticorpi per le “malattie” per le quali si vaccina, siccome la teoria degli anticorpi (test sulle immunoglobuline – Tipizzazione linfocitaria) è ancora una “teoria” e non una certezza, infatti il 30% c.a. dei vaccinati NON presenta anticorpi agli antigeni del vaccino o della malattia per la quale si vuole vaccinare, quella ideologia è quindi una teoria superflua, incompleta e quindi depistante, questo perché non significa che avendo o non avendo gli anticorpi ad un antigene, sicuramente sarete protetti o vi ammalerete non avendoli, queste sono tutte fandonie e falsità biologiche che i fatti reali dimostrano essere fasulla:
Nessuno dei milioni di 45enni italiani che NON hanno fatto il vaccino della Polio, ne’ hanno gli anticorpi alla polio, in 50 anni di tempo, NON hanno MAI somatizzato casi di Polio !
Ecco come si raccontano BALLE biologiche per spaventare la gente “non ti sei vaccinata, non sei protetta”….per farli vaccinare !
Tutta la teoria dell’immunologia, nella medicina ufficiale, si basa su questi concetti di antigene e anticorpo (NdR: che è ancora imprecisa ed indimostrata, oltre che fasulla in tante sue parti, vedi qui sotto).
Il problema dell’immunologia è quindi proprio quello di basarsi su due termini che si definiscono reciprocamente e che non sono quasi mai reciprocamente esatti, precisi, anche perché la teoria degli anticorpi è una semplice teoria indimostrata con i fatti, infatti ad esempio il 30% dei vaccinati non produce anticorpi all’antigene del vaccino che gli è stato propinato, proprio perché la teoria della risposta anticorpale obbligatoria del sistema immunitario è fasulla.
vedi la prova QUI: Copia dei titoli anticorpali di un soggetto plurivaccinato
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Ecco cosa afferma una eminente IMMONOLOGO:
“I Bambini vaccinati stanno contraendo le stesse malattie infettive per le quali essi sono stati completamente vaccinati”
La Dottoressa Tetyana Obukhanych, ha studiato immunologia in alcune delle più prestigiose istituzioni mediche di tutto il mondo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Immunologia presso la Rockefeller University di New York e ha fatto la formazione post-dottorato presso la Harvard Medical School, Boston, MA. e la Stanford University in California.
“L’ Immunità naturale può essere acquisita solo naturalmente, attraverso l’esposizione di un individuo infetto, anche se a volte tale esposizione andrebbe asintomatica.
Tuttavia, poiché vi è un malinteso comune che i vaccini conferiscano l’immunità, a volte è necessario utilizzare un qualificatore “naturale”, quando si parla di immunità, per distinguerla dalla “protezione” del vaccino.
I Bambini vaccinati stanno contraendo le stesse malattie infettive per le quali essi sono stati completamente vaccinati”.
http://www.vacciniinforma.it/?p=1201
Intervista all’ immunologo, la Dott.ssa Tetyana Obukhanych. PRIMA PARTE: La Dottoressa Tetyana Obukha
Grazie anche al medico, Dott. Tancredi Ascani per la sua professionalità ed onestà.
Lo Staff di Vacciniinforma ringrazia per l’intervista rilasciata in maniera disinteressata.
“Se una vaccinazione altera il nostro Th1 Th2, come si può sostenere la totale efficacia della stessa, senza alcuna reazione o danno per il nostro sistema immunitario ?
“Come ogni altra vaccinazione a microrganismi uccisi, anche quella a virus uccisi di Salk provoca un’alterazione e un indebolimento del nostro sistema immunitario che può predisporre alle più disparate patologie. La protezione conferita da questo tipo di vaccini è in genere inferiore ed è necessario ricorrere a più richiami ravvicinati con conseguente aumento della probabilità degli effetti collaterali del vaccino, anche se meno gravi rispetto al vaccino di Sabin.
Il vaccino di Salk, come ogni altro vaccino fatto per via parenterale, provoca un’immunosoppressione che inizia pochi giorni dopo la vaccinazione e può durare per settimane o mesi. In questo periodo quindi il bambino vaccinato sarà più predisposto sia a contrarre disturbi di natura allergica (ad esempio l’asma) che di natura infettiva, questo perché altri microrganismi troveranno un “terreno” più debole e potrebbero quindi prendere il sopravvento causando ulteriori stati patologici”.
http://www.vacciniinforma.it/?p=3994
I vaccini causano sicuramente reazioni avverse gravi, più o meno occulte, come anche qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, può determinare, se pure con una bassa frequenza rispetto alle reazioni vaccinali, reazioni allergiche e altre più rare reazioni avverse alterando il delicato bilanciamento della risposta immunitaria Th1/Th2.
Th1 e Th2 ?
Il sistema immunitario riceve continuamente innumerevoli input ai quali risponde in modo sia specifico che aspecifico e sia con reazioni acute che croniche. Tra le sue reazioni, spiccano però, per frequenza e importanza, le risposte Th1 e Th2 e quella infiammatoria.
Risposta Th1 e Th2:
Esistono due tipi di risposta immunitaria linfocitaria: la risposta Th1 e quella Th2.
La risposta Th1 è orientata in senso citotossico nei confronti di virus e batteri. È sostenuta dall’IFN-γ (che attiva la produzione di radicali liberi, NO soprattutto, da parte dei macrofagi e inibisce la risposta Th2) e dall’IL-12 (che stimola le cellule NK a produrre IFN-γ).* È una risposta carente nei Paesi industrializzati ove prevale la risposta Th2.
La risposta Th2 è orientata in senso anticorpale ed è tipica delle malattie allergiche.
Ricerca medica sul collegamento fra Vaccini e malattie autoimmuni !
http://info.cmsri.org/the-driven-researcher-blog/first-medical-textbook-devoted-to-research-linking-vaccines-to-autoimmunity
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La ricerca è difficile da ignorare, i vaccini possono scatenare autoimmunità con una lunga lista di malattie da seguire.
Con metalli nocivi e tossici come alcuni ingredienti del vaccino, che è suscettibile e che gli individui sono più a rischio ?
Nessuno accuserebbe Yehuda Shoenfeld di essere un ciarlatano.
Il medico israeliano ha trascorso più di tre decenni nello studio del sistema immunitario umano ed è al vertice della sua professione.
Si potrebbe dire che è più fondamento di frangia nella sua specialità; ha scritto i libri di testo. Il Mosaico di autoimmunità, autoanticorpi, criteri diagnostici nelle malattie autoimmuni, infezioni e autoimmunità, Cancro e autoimmunità – la lista è lunga, 25 titoli e alcuni di loro sono capisaldi della pratica clinica. Non sorprende che Shoenfeld è stato definito il “Godfather of Immunology” – lo studio del sistema immunitario accesso stesso in una vasta gamma di malattie da diabete di tipo 1 alla colite ulcerosa e sclerosi multipla.
Ma qualcosa di strano sta accadendo nel mondo dell’immunologia ultimamente ed una piccola prova di esso è che il Padrino del autoimmunologia sta puntando i vaccini – in particolare, alcuni dei loro ingredienti, tra cui l’alluminio, metalli tossici – come contributo significativo alla crescente epidemia globale di malattie autoimmuni.
La prova più grande è un enorme corpo di ricerca che è si versato in negli ultimi 15 anni, ed in particolare negli ultimi cinque anni. Prendete per esempio, un recente articolo pubblicato sulla rivista Ricerca Farmacologica che Shoenfeld e colleghi, emettere linee guida senza precedenti con la denominazione di quattro categorie di persone che sono più a rischio di autoimmunità indotta dal vaccino.
“Da un lato,” i vaccini per tentare di prevenire le infezioni, possono innescare l’autoimmunità, dicono gli autori del documento, Alessandra Soriano, del Dipartimento di Medicina Clinica e Reumatologia presso il Campus Bio-Medico di Roma, Gideon Nesher, della Scuola Medica dell’Università di Gerusalemme a Gerusalemme e Shoenfeld, fondatore e direttore del Centro di Zabludowicz Malattie autoimmuni del Sheba Medical Center di Tel Hashomer.
Egli è anche editore di tre riviste mediche e autore di più di 1.500 articoli di ricerca in tutto lo spettro del giornalismo medico e fondatore del Congresso Internazionale di autoimmunologia. “D’altra parte, molte relazioni che descrivono autoimmunità post-vaccinazione, suggeriscono fortemente che i vaccini possono infatti provocare l’autoimmunità.
Malattie autoimmuni definite che possono verificarsi conseguenti a vaccinazioni includono l’artrite, il lupus (lupus eritematoso sistemico, LES) diabete mellito, trombocitopenia, vasculite, dermatomyosiositis, sindrome di Guillain-Barre e disturbi demielinizzanti. Quasi tutti i tipi di vaccini sono stati segnalati per essere associati con la comparsa di ASIA. “
ASIA – o autoimmune / sindrome infiammatoria indotta da adiuvanti (nota anche come sindrome di Shoenfeld) – prima apparizione sul Journal of autoimmunologia quattro anni fa.
Si tratta di un termine generico per un insieme di sintomi simili, tra cui “sindrome da affaticamento cronico”, che risultano dopo l’esposizione ad un adiuvante – un agente ambientale compresi gli ingredienti dei comuni vaccini che stimolano il sistema immunitario.
Da allora un corpo enorme di ricerca, utilizzando ASIA come paradigma, ha iniziato a svelare il mistero di tossine come ambientali, in particolare l’alluminio metallico, utilizzato nei vaccini, può innescare una reazione a catena del sistema immunitario nei soggetti sensibili e può portare a malattie autoimmuni conclamate.
Risultati:
malattia autoimmune in cui il sistema del corpo che è mormalmente destinato ad attaccare gli invasori stranieri si trasforma invece ad attaccare una parte del corpo a cui appartiene.
Se il sistema immunitario è come un sistema di difesa nazionale, gli anticorpi sono come droni programmati per riconoscere un certo tipo di invasore (un batterio dicono) e per distruggerli o li segnano per la distruzione da altre forze speciali. Gli autoanticorpi sono come droni che sono in pero’ grado di “scambiare” un componente del corpo umano e lanciano lanciato un attacco continuo su di esso.
Se erroneamente il bersaglio è un componente della guaina conduttiva intorno ai neuroni, per esempio, gli impulsi nervosi non vengono condotti correttamente, i muscoli vanno in spasmo ed il coordinamento fallisce; risultato: sclerosi.
Se gli autoanticorpi erroneamente si concentrano sul tessuto comune; il risultato è ad esempio: artrite reumatoide. Qualora riguardino le isole di Langerhans nel pancreas, diabete di tipo 1, e così via.
“Durante tutta la nostra vita il normale sistema immunitario cammina lungo una linea sottile tra la conservazione di normali reazioni immunitarie e lo sviluppo di malattie autoimmuni”, dice il documento. “Il sistema immunitario sano è tollerante agli auto-antigeni. Quando l’auto-tolleranza è disturbata, segue la disregolazione del sistema immunitario, con conseguente comparsa di una malattia autoimmune.
La vaccinazione è una delle condizioni che possono disturbare questa omeostasi in soggetti sensibili, con conseguente fenomeni autoimmuni e ASIA “.
Chi è “suscettibile” è il tema del documento intitolato “Prevedere post-vaccinica autoimmunità:
Chi potrebbe essere a rischio” Elenca quattro categorie di persone:
1) coloro che hanno avuto una precedente reazione autoimmune ad un vaccino,
2) chiunque con una storia clinica di autoimmunità,
3) pazienti con una storia di reazioni allergiche,
4) chiunque ad alto rischio di sviluppare malattie autoimmuni tra cui chiunque con una storia familiare di autoimmunità, presenza di autoanticorpi quali sono rilevabili con esami del sangue e di altri fattori, tra cui bassi di vitamina D e il fumo.
REAZIONE PRECEDENTE
Per quanto riguarda coloro che hanno avuto una precedente reazione avversa ai vaccini, il documento cita cinque studi pertinenti, tra cui il caso di una morte di una ragazza adolescente sei mesi dopo la sua terza iniezione di Gardasil per il virus HPV.
Aveva sperimentato una serie di sintomi poco dopo la sua prima dose, tra cui vertigini, intorpidimento e formicolio nelle sue mani, e vuoti di memoria. Dopo la sua seconda iniezione, ha sviluppato “intermittente debolezza del braccio, stanchezza frequente che richiede sonnellini diurni,” peggio formicolio, sudorazione notturna, dolori al petto e palpitazioni.
Una autopsia completa non lo aveva rivelato, ma l’analisi del sangue e del tessuto della milza rivelato HPV-16 L1 frammenti di DNA del gene – corrispondente al DNA trovato in fiale del vaccino Gardasil per il cancro cervicale – “. Implicando quindi il vaccino come un fattore causale”, i frammenti di DNA avevano anche stato trovato per essere “complessato con l’adiuvante alluminio” che, secondo la relazione, hanno dimostrato di persistere fino a 8 a 10 anni causando stimolazione cronica del sistema immunitario.
“Anche se i dati sono limitati,” Shoenfeld ed i suoi colleghi hanno concluso che “sembra preferibile che gli individui con reazioni autoimmuni prima o autoimmuni simili alle vaccinazioni, non dovrebbero essere immunizzati (vaccinati), almeno non con lo stesso tipo di vaccino.”
STABILITA condizione autoimmune
Il secondo gruppo a cui il documento cita per esenzione vaccino è pazienti con “condizioni autoimmuni stabilite.”
I vaccini non funzionano così bene in loro, dice Shoenfeld ed i suoi colleghi, e sono a “rischio di danni dopo la vaccinazione.”
Vaccinazioni che contengono virus “vivi” (NdR: NON esistono virus vivi in quanto essi sono solo delle proteine complesse di lipidi, contenenti nel loro involucro dei file di DNA eterologo), tra cui la varicella, febbre gialla e il morbillo, parotite e rosolia vaccino triplo (MMR) sono “generalmente controindicati” per le persone con malattie autoimmuni a causa del rischio di “replicazione virale non controllata”. Ma i vaccini inattivati, non sono una buona idea o perché di solito contengono l’alluminio ingrediente aggiunto, legato alla autoimmunità.
Gli immunologi descrivono recenti studi in cui i pazienti con malattie reumatiche autoimmuni, dato il vaccino per l’influenza (senza alluminio in Italia) hanno sofferto dolori articolari e febbre maggiore rispetto ai controlli i cui livelli di autoanticorpi (i droni che attaccano i tessuti ed organi del corpo) è aumentato dopo aver ricevuto il vaccino antinfluenzale.
C’è di più, hanno sviluppato nuovi tipi di autoanticorpi che non erano presenti prima che i vaccini e di quelli persistenti. Come la presenza di autoanticorpi può essere predittiva a sviluppare malattie autoimmuni nei pazienti senza sintomi, anche negli anni a venire di insorgenza della malattia, questo è preoccupante per coloro che capiscono l’immunologia.
Un certo numero di studi sostengono i vaccini sono sicuri per la “stragrande maggioranza dei pazienti con malattie autoimmuni affermate,” lo studio consente, ma solo dopo aver guardato l’artrite reumatoide e il lupus e non in casi gravi e attivi, in modo “il potenziale beneficio della vaccinazione dovrebbe essere pesato contro il rischio potenziale “, hanno ammonito.
I pazienti con una storia di allergia
Sperimentazioni del vaccino sono solitamente esclusi “vulnerabili” le persone – solo gli individui estremamente sani con allergie sono reclutati. Si tratta di un “bias di selezione”, dicono Soriano e Shoenfeld, e ha probabilmente portato a eventi avversi gravi di essere “notevolmente sottovalutati” nella “vita reale in cui i vaccini hanno il compito di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro sensibilità.
“La vera incidenza di reazioni allergiche ai vaccini, normalmente stimata tra uno in 50.000 a uno in un milione di dosi, è probabilmente molto più alto e in particolare quando le proteine di gelatina o di uova sono nella lista ingredienti, essi dicono.
C’è una lunga lista di ingredienti di vaccini che sono potenziali allergeni: oltre agli agenti infettivi stessi, ci sono quelli di un uovo di gallina, siero di cavallo, lievito di birra, numerosi antibiotici, formaldeide e lattosio, nonché ingredienti “involontari”, come il lattice. Le Storie delle persone allergiche, devono essere prese prima della vaccinazione, dicono i ricercatori. Ma qualche segno di reazione non si presentano solo dopo il l’iniezione del vaccino.
L’infermiera di salute pubblica o medico di famiglia potrebbe dire ai pazienti che una duratura gonfiore intorno al sito di iniezione dopo un vaccino è una reazione normale, per esempio.
Ma non è quello che dicono i immunologi. “Aluminum: sensibilizzazione manifesta come noduli grumi duri nel sito di inoculazione, che spesso regrediscono dopo settimane o mesi, ma possono anche continuare per anni.” In questi casi, si dice, un patch test può essere fatto per confermare la sensibilità e per evitare la vaccinazione.
Secondo un crescente corpo di ricerca, però, l’allergia può essere solo l’inizio di molti pericolosi fenomeni indotti dall’ alluminio vaccinale.
I gravi disturbi per l’ ALLUMINIO
Alluminio è stato aggiunto ai vaccini dal 1926, quando Alexander Glenny e colleghi hanno notato che avrebbe prodotto migliori risposte anticorpali nei vaccini che non il solo antigene.
Glenny ha capito che l’allume induce quello che ha definito un “effetto depot” – rallentando il rilascio dell’antigene e aumentando la risposta immunitaria. Da 60 anni la sua teoria è stata accettata dogma. (NdR: senza mai essere stata verificata)
E nello stesso tempo, il programma vaccinale cresciuto decennio dopo decennio, ma non sono stati mai messi in discussione gli effetti di iniezione di alluminio nel corpo, il che è strano, considerando la sua nota tossicità.
Una ricerca PubMed su alluminio e “tossicità” si trasforma e trova fino 4.258 voci.
La sua neurotossicità è ben documentato. Essa colpisce la memoria, cognizione, controllo psicomotorio; danneggia la barriera ematoencefalica, attiva l’infiammazione del cervello, deprime la funzione mitocondriale e un sacco di ricerca suggerisce che è un giocatore chiave nella formazione delle placche amiloidi “” e grovigli nel cervello dei malati di Alzheimer. E ‘stato coinvolto nella Sclerosi Laterale Amiotrofica e l’autismo e ha dimostrato di indurre allergia.
Quando i pazienti sono stati sottoposti a dialisi renale accidentalmente infusi con l’alluminio, il “encefalopatia di dialisi-indotta” (DAE) hanno sviluppato sintomi neurologici: anomalie del linguaggio, tremori, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione e cambiamenti comportamentali.
Molti dei pazienti alla fine sono andati in coma e sono morti. I più fortunati sopravvissuti: quando la fonte di tossicità, in alluminio, è stato rimosso dalla loro dialisi hanno recuperato rapidamente.
Con queste nuove osservazioni, i ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti adiuvanti di alluminio e negli ultimi dieci anni c’è stata una raffica di ricerca.
Lungi dall’essere un sacchetto di sabbia che contiene l’antigene per un po ‘e poi viene espulso, si scopre che i sali di alluminio innescare una tempesta di azione di difesa.
Poche ore dopo l’iniezione dello stesso oxyhydroxide alluminio nei vaccini in topi, per esempio, gli eserciti di cellule immunitarie specializzate sono in movimento, chiamando in griglia coordinate per più forze specializzate d’assalto. Nel giro di un giorno, tutta una serie di comandi del sistema immunitario sono in gioco – neutrofili, eosinofili, monociti infiammatorie, mieloide e cellule dendritiche, linfociti attivando e proteine che secernono chiamate citochine.
Le citochine si causano danni collaterali ma mandano segnali, indirizzando la comunicazione cellula-cellula e reclutare altre cellule in azione. Se la prossima fase dell’attacco è lanciato: il fattore di crescita dei fibroblasti, interferoni, interleuchine, il fattore di crescita derivato dalle piastrine, fattore di crescita trasformante e fattore di necrosi tumorale potrebbero essere tutti impegnati.
Ci sono prove che sono pero’ poco comprese e di infiammazioni fastidiosi, (attualmente un tema di ricerca di punta al cancro come concausalità), come il recettore Nod-simile 3 (NLRP) sono troppo attivati , ma è tutto ancora troppo presto per dire esattamente quello che stanno facendo .
Una nuova ricerca emerge dalla University of British Columbia ha scoperto che adiuvante alluminio iniettato in topi, possa alterare l’espressione di geni associati con l’autoimmunità. E nel loro recente studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, immunologi della University of Colorado hanno scoperto che nell’assalto dell’ alluminio vaccinale è reclutato anche il DNA, che si è rapidamente iniettato l’ allume innescando effetti che gli scienziati hanno appena scalfito la superficie di comprensione di questi danni.
Il SIGNIFICATO di macrophagic myofasciitis
Questa mobilità o “traslocazione” di alluminio nel corpo è forse il più preoccupante delle prove di montaggio in alluminio di questa ricerca corrente.
Nel 1998, il ricercatore francese Romain Gherardi ed i suoi colleghi hanno osservato una condizione emergente di origine sconosciuta, che ha presentato nei pazienti post-vaccinazione con affaticamento cronico come sintomi, tra cui ingrossamento dei linfonodi, dolori articolari e muscolari e stanchezza. Biopsie tissutali di deltoide dei pazienti hanno rivelato lesioni fino a 1 cm di diametro ed unito da lesioni simili di altre malattie. Sono andati al laboratorio per l’analisi e con grande stupore di Gherardi, che è si è visto che è costituita principalmente da macrofagi – grandi globuli bianchi nel sistema immunitario il cui compito è di inghiottire invasori stranieri nel corpo. Racchiuso nel fluido cellulare di questi fagociti erano agglomerati di nanocristalli di alluminio.
Gherardi ed i suoi colleghi hanno iniziato l’iniezione di topi con l’alluminio per vedere cosa è successo.
La loro ricerca pubblicata nel 2013 ha rivelato che le particelle di metallo sono stati inghiottiti dai macrofagi e formano granulomi MMF-like che disperse – ai nodi lontani linfatici, milza, fegato e alla fine il cervello.
“Questo suggerisce fortemente che persistenza biologica di adiuvanti a lungo termine entro fagociti è un prerequisito di lenta traslocazione nel cervello e della neurotossicità ritardata”, scrive nel suo Gherardi febbraio 2015 revisione della ricerca in materia di Frontiers in Neurologia.
Uno studio su animali quello più spaventoso sull’ alluminio, è quella dello studio di un ricercatore spagnolo, il veterinario Lluis Lujan di ovini malati di ASIA.
Dopo un gran numero di pecore sono morte in Spagna nel 2008, a seguito di una campagna di vaccinazione contro la febbre catarrale multipla obbligatoria in Spagna nel 2008, Lujan precisato per scoprire che cosa li ha uccisi – e ha cominciato da loro inoculando con l’alluminio.
Il suo studio 2013 ha trovato che solo lo 0,5% delle pecore inoculate con vaccini alluminio ha mostrato reazioni immediate di letargia, cecità transitoria, stupore, prostrazione e convulsioni – “Caratterizzati da una meningoencefalite grave, simile a quelle postvacciniche reazioni osservate negli esseri umani”.
La maggior parte di loro recupera, temporaneamente, ma gli esami post-mortem di quelli che non hanno rivelato infiammazione cerebrale acuta.
L’inizio fase ritardata “cronica” della malattia ha colpito molto più delle pecore – 50-70% dei greggi e talvolta praticamente il 100% degli animali all’interno di un determinato gregge, di solito compresi tutti coloro che in precedenza aveva recuperato.
La reazione è stata spesso innescato da esposizione al freddo e ha iniziato con irrequietezza e compulsiva lana pungente, poi progredita ad arrossamenti acuta della pelle, debolezza generalizzata, tremori estreme di perdita di peso e muscoli, e, infine, è entrato nella fase terminale in cui gli animali scesero sui loro quartieri anteriori, sono entrati in coma ed sono morti. Esami post mortem hanno rivelato “gravi necrosi di neuroni” ed alluminio nel tessuto nervoso.
La reazione del sistema immunitario di alluminio “rappresenta una sfida maggiore per la salute,” Gerhardi dichiara nella sua recente revisione, e aggiunge che “i tentativi di esaminare seriamente problemi di sicurezza sollevati dal carattere e il cervello accumulo di bio-persistente di particelle di allume non sono state fatte … Molto deve essere fatto per capire come, in alcuni individui, vaccini contenenti allume possono diventare insidiosamente pericolosi. “
Torniamo al problema di cui “certi individui” dovrebbe evitare di vaccinazione per evitare la malattia autoimmune.
Soggetti inclini a sviluppare AUTOIMMUNITÀ
Soriano e Shoenfeld di identificare una categoria finale: chiunque a rischio di sviluppare la malattia autoimmune. Dal momento che un certo numero di loro hanno dimostrato di avere fattori genetici che potrebbero includere chiunque con una storia familiare di malattia autoimmune. Esso comprende anche chi ha testato positivo per gli autoanticorpi che possono indicare anni della malattia, prima che i sintomi si presentano. Le Vaccinazioni, dicono i medici, “possno innescare o peggiorare la malattia.”
I fumatori purtroppo, hanno un altissimo rischio a sviluppare una malattia autoimmune, dice il rapporto. L’American Cancer Society stima che circa il 18% degli americani fuma. Ciò significa che circa 42 milioni di americani hanno un elevato rischio di sviluppare una malattia autoimmune e stanno implementare le probabilità di danni da ogni vaccino.
E, infine, i fattori che Shoenfeld e Soriano associato ad alto rischio di sviluppare autoimmunità sono alti estrogeni e bassi di vitamina D – il che significa che chiunque prendere il controllo delle nascite o terapia ormonale sostitutiva e, secondo uno studio del 2009 di vitamina D, circa tre quarti dei ragazzi ed adulti americani, dovrebbero essere molto prudenti sui vaccini.
Shoenfeld non sembra significare escludere tutte queste persone da vaccinazione, però.
Il documento conclude che “per la stragrande maggioranza degli individui, di vaccini portano alcun rischio di malattia autoimmune sistemica e deve essere somministrato secondo le raccomandazioni attuali.” Il che è in netto contrasto con il corpo della carta.
L’ultima parola è mette in guardia sul pesare il “potenziale beneficio della vaccinazione … contro il suo rischio potenziale.”
È esemplare di una strana sorta di schizofrenia in una vasta gamma di articoli recenti immunologia. I medici sembrano essere cercando di conciliare un secolo di “sicuro ed efficace” dogma vaccino con pena dell’ultimo decennio dei risultati della ricerca terrificanti. C’è un sacco di schizofrenia “una parte” e “dell’altro” in loro.
La nuova ricerca sembra sul punto di prendere il sopravvento, però.
Una panoramica di 2013 ASIA da sei immunologi tra cui Shoenfeld, per esempio, è un catalogo di effetti collaterali del vaccino da morti Gardasil, epidemie narcolessia, infertilità, stanchezza cronica, pecore morte e cervelli confuso dall’alluminio-. E ‘piena di affermazioni che ssono stati praticamente sconosciuti-ignorati dalla medicina ufficiale all’interno di un decennio fa.
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“Forse, in venti anni, i medici saranno in duello con le migliori particelle caratterizzati di autoimmunità, ed i vaccini possono diventare completamente al sicuro e più efficace. Tuttavia il riconoscimento di ASIA ha avviato il cambiamento di mettere più impegno nell’identificare il buono, il brutto e il cattivo dei vaccini e, in particolare, dei coadiuvanti come trigger di autoimmunità. “Bad e brutto dei vaccini ?
Cosa c’è di sbagliato con i coadiuvanti ? Questo non è in mano CDC-out.
O come circa questo:
“Nonostante l’enorme quantità di denaro investito nello studio vaccini, ci sono pochi studi osservazionali e praticamente senza studi clinici randomizzati che documentano l’effetto sulla mortalità di uno dei vaccini esistenti.
Uno studio recente ha trovato un aumento del tasso di ospedalizzazione con l’aumento del numero di dosi di vaccino e un rapporto di mortalità per 5-8 dosi di vaccino a 1-4 dosi di 1,5, indicando un aumento statisticamente significativo di decessi associati con alte dosi di vaccino.
Dal momento che i vaccini sono dati a milioni di bambini ogni anno, è imperativo che le autorità sanitarie diano dati scientifici provenienti da studi di tossicità sinergici sulla tutte le combinazioni di vaccini … “Questo potrebbe essere possibile su una qualsiasi seria ricerca sui vaccini … ma non lo è.
Ma qui è il topper:
“La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i vaccini, sono immuni dalle cause, accusando la progettazione del vaccino che è difettoso.
Così c’è bisogno di designs innovativi di sperimentazione clinica e quella dei vaccini stessi che dovrebbero essere riprogettati. “Gli immunologi tra cui la massima autorità mondiale su autoimmunità stanno dicendo che è il momento di riprendere i vaccini di nuovo al tavolo da ristudiare.
Malattia autoimmune è la terza principale causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo e ora tra i primi 10 assassini di giovani donne americane.
L’American autoimmuni malattie connesse Association stima che 50 milioni di americani soffrono di una delle 88 malattie autoimmuni – da diabete di tipo 1 da lupus eritematoso sistemico – e qualche ricerca mette la figura a uno su cinque a livello globale.
Almeno 40 di più malattie sono sospettate di essere immuno-mediata. La maggior parte di loro sono devastanti – spesso paralizzante, costosa da trattare e incurabile. E stanno aumentando a un ritmo sorprendente.
A questo punto, sembra più la ricerca versa in, più difficile sta per arrivare per immunologi pro-vaccino per mantenere disturbo di personalità multipla – o completare esaurimento nervoso – a bada.
Dieci anni di ricerca d’avanguardia in effetti di alluminio sul sistema immunitario ha rivelato principalmente come si erano sbagliati. E quanto poco sanno. Se, dopo 90 anni, i medici finalmente hanno iniziato a esaminare seriamente il meccanismo e mettere in discussione i meriti di iniettare tossine di metalli in neonati, cosa hanno ancora da scoprire ? ASIA suona terribile. (Peccato per tutte le persone i cui figli sofferto per la stanchezza cronica quando gli dicevano che era solo un desiderio freudiano di dormire con la madre.)
Ma cosa succede se, come pecore di Lujan, la minoranza “trascurabile”, che ha pagato il prezzo per il bene di l’umanità è in realtà solo la punta di un iceberg ?
E se alcune persone senza apparenti reazioni immunitarie avverse hanno ancora nanocristalli di alluminio silenziosamente depositare nei loro cervelli ? E se ASIA comprende davvero il morbo di Alzheimer ? SLA, l’autismo ? AGGIUNGERE ? E questo è solo la A dell’alfabeto dei possibili danni.
Anche se immunologi dicono di mantenere indossando i loro bicchieri di colore rosa, e gli ingredienti del vaccino sono responsabili solo per una piccola frazione del autoimmunità esplodere, il “brutto” nei vaccini saranno ancora ottenere sempre più difficile da ignorare.
Quando a tutti sul pianeta sono sempre stati iniettati; 20 anni è un tempo lungo per le persone disabili di attendere, mentre gli scienziati sono in “duello con le particelle caratterizzate di autoimmunità”.
Nella furia sulla epidemia di morbillo in Disneyland (NdR: tutti soggetti comunque vaccinati di un qualsiasi vaccino) che attanaglia i promotori di vaccino al mondo, il tempo sta per scadere per medici e ricercatori che vedono il lato “cattivo e brutto” di vaccini ed i loro coadiuvanti, che è tempo di fare qualcosa al riguardo. Ci sono chance di una riprogettazione vaccino in assenza di un incentivo del profitto e una forte possibilità di vaccino universale per tutti e di ciascuno – con precedente reazione shock anafilattico o meno.
Green Med Info – Waking Times – By Celeste McGovern
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Il sistema immunitario umano è un contenitore biologico incredibile, complesso ed intricato di strutture e processi, squisitamente pensato per proteggere il corpo da un’ampia gamma di agenti patogeni.
È composto da innumerevoli meccanismi cellulari e subcellulari che gli conferiscono intelligenza e flessibilità a dir poco miracolose. Cellule B, cellule T, cellule killer naturali ed immunoglobuline, sono tutte coordinate e sincronizzate e incredibilmente efficaci; nella maggioranza dei casi il sistema immunitario è tutto ciò che c’è tra noi e il potenziale disastro causato da invasioni batteriche, virali (NdR: anche e soprattutto vaccinali) ed ambientali. Senza un sistema immunitario si morirebbe in poche ore.
Ecco perchè, nel mondo delle medicine farmaceutiche tossiche, tra le peggiori ci sono i farmaci che sopprimono il sistema immunitario.
La comunità medica ama queste medicine poiché molti dei problemi di salute che i pazienti di oggi devono affrontare, hanno a che fare con una eccessiva attività immunitaria, deviata azione immunitaria o infiammazione che può essere considerata come ovvia manifestazione del sistema immunitario.
Il Prednisone e suoi derivati, da tempo sono classici di trattamento per le condizioni in malattie basate sul sistema immunitario. Molte medicine per l’asma e l’artrite reumatoide sono molto probabilmente immuno soppressori.
E proprio settimana scorsa è apparso uno studio sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases che suggerisce che il farmaco Gleevec (imatinib della Novartis), farmaco anticancro immunosoppressore, ha mostrato di essere promettente nel trattamento della malattia autoimmune relativa al tessuto connettivo: lo scleroderma.
Per favore cercate di capire: la soppressione del sistema immunitario è faccenda molto seria !
E come giocare con del fuoco biochimico. Il sistema immunitario è la via naturale per proteggere il corpo dall’assalto e dalla distruzione in nome della buona salute ed è stanco morto della cattiva medicina.
La risposta appropriata ad un sistema immunitario iperattivo NON è di sopprimerlo !
La risposta corretta è cercare di capire perché è iperattivo. Se vostro figlio sta piangendo e gli mettete del nastro adesivo sulla bocca, potrete non sentirlo più piangere, ma non vi state prendendo gran che cura di lui.
Allo stesso modo, un sistema immunitario iperattivo che mostri uno scleroderma o lupus o artrite reumatoide, può essere soppresso, ma in questo non state facendo un gran favore al vostro corpo (o bimbo)
La tipica via di entrata per invasori patologici è il tratto digestivo e quindi logicamente ne consegue che una iperimmunità è collegata alla digestione (NdR: ed alla buona funzionalità dell’apparato digerente).
Mettere fuori uso il sistema immunitario per un sollievo sintomatico deve essere una misura temporanea e non l’ultima spiaggia. D’altro canto, come diceva il greco Ippocrate 24 secoli fa:se potessimo dare ad ogni individuo il giusto apporto di nutrimento & potremmo aver trovato il modo più sicuro per stare in salute.
In altre parole una buona nutrizione è una buona medicina.
By Ben Fuchs
Fonte: http://www.infowars.com/our-immune-system-natures-perfect-machine
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Come i linfociti T distinguono i patogeni dalle cellule del corpo – 21/01/2011-
Si tratta di un processo molto più complesso di quanto finora supposto.
Quando i recettori delle cellule T (linfociti) si legano a un antigene di un potenziale agente patogeno, innescano un complesso legame di segnalazioni intracellulari che porta un co-recettore presente sulla sua superficie, il CD8, a legarsi anch’esso alla molecola che presenta l’antigene, amplificando in tal modo l’effetto del legame.
I recettori delle cellule T sono molecole cruciali per il sistema immunitario dato che hanno la funzione di riconoscere gli antigeni dei potenziali bersagli, distinguendoli dalle strutture molecolari che caratterizzano le cellule del proprio organismo, così da evitare una risposta immunitaria inappropriata.
Finora si presumeva che il legame con l’antigene del recettore della cellula T e di CD8 avvenissero pressoché contemporaneamente, rinforzandosi a vicenda e rendendo la connessione intermolecolare sufficientemente forte da innescare la risposta immunitaria.
Che le cose non stiano così lo ha dimostrato una ricerca condotta presso il Georgia Tech e la Emory University e pubblicata sulla versione on line della rivista Immunity.
“Mostriamo per la prima volta l’importanza del ruolo del co-recettore nel contribuire al processo di discriminazione che ha luogo nelle cellule T. Si tratta di un processo di legame cooperativo fra il recettore e il co-recettore che ha un effetto sinergico che ne amplifica l’azione”, ha detto Cheng Zhu, che ha diretto la ricerca. “La cosa più sorprendente è che le due interazioni non avvenivano simultaneamente. C’era un ritardo di circa un secondo, che attribuiamo alle interazioni intracellulari che hanno luogo all’interno della cellula T prima che sia ingaggiato il CD8”, ha osservato Zhu, sottolineando come un secondo rappresenti, sulla scala dei tempi a cui avvengono le reazioni biomolecolari, un lasso di tempo notevole.
La ricerca ha anche confermato che la risposta delle cellule T con i ligandi con cui ha meno affinità sono maggiorente dipendenti dal legame del co-recettore CD8, “ma abbiamo dimostrato che la principale funzione di CD8 è quella di amplificare il riconoscimento degli antigeni ad alta affinità, nel senso che l’ampiezza e la cinetica del contributo di CD8 favorisce la risposta a bassi livelli di una antigene forte”, ha continuato Zhu.
“Questo studio aumenta significativamente le nostre conoscenze sul modo in cui i recettori delle cellule T e le molecole a essi associate riescono a differenziare gli antigeni del corpo da quelli di un invasore. È possibile che questo co-recettore abbia un ruolo anche nel distinguere i virus mutati e che non hanno più una corrispondenza diretta con ciò che la cellula T sta cercando. Questa è un’ipotesi che ora cercheremo di testare”, ha concluso Zhu. (gg)
Tratto da. lescienze.espresso.repubblica.it
Osservato in vivo il funzionamento di recettori di membrana – Feb. 2011
Per la prima volta, un gruppo di ricerca è riuscito a catturare immagini “in diretta” della membrana di una cellula in vivo chiarendo alcuni meccanismi molecolari per il funzionamento dei recettori.
Il lavoro, frutto della collaborazione tra l’università di Kyoto e quella del New Mexico, viene illustrato sulla rivista Journal of Cell Biology e potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per svariate malattie.
Oggetto dell’analisi sono stati i recettori accoppiati alla proteina G (GPCR), una classe di molecole presenti nelle membrane cellulari che costituisce una delle maggiori “superfamiglie” molecolari della biochimica umana.
Nonostante questi siano tra i bersagli di molte terapie farmacologiche attuali per il loro ruolo nei processi di segnalazione cellulare trans-membrana, finora sfuggivano molti particolari della cascata di reazioni che ne sono alla base.
Negli ultimi 15 anni, il dibattito è stato essenzialmente focalizzato sul dilemma se tali molecole funzionassero singolarmente – come monomeri – o accoppiate come dimeri. Utilizzando come modello di GPCR i recettori per il formil-peptide (FPR), il gruppo di ricerca ha trovato che entrambe le ipotesi sono parzialmente corrette.
“Grazie allo sviluppo di un metodo di imaging a singola molecola a super quantitazione in cui le molecole sono visualizzate una a una nelle membrane cellulari in vivo, siamo ora in grado di seguire ‘in direttà le molecole di FPR che si muovono lungo la membrana cellulare, trasformandosi incessantemente da monomeri a dimeri e viceversa con differenti partner, completando ciascun ciclo in un quarto di secondo”, ha spiegato Akihiro Kusumi, coautore dello studio. “Abbiamo così ottenuto un parametro, denominato costante di dissociazione, che permette di prevedere il numero di monomeri e dimeri una volta noto il numero GPCR in una cellula.”
“La possibilità di ottenere questi parametri chiave – ha concluso il ricercatore – sarà essenziale per comprendere la segnalazione GPCR e con ciò i difetti che possono portare all’insorgenza di patologie che colpiscono i neuroni o le cellule immunitarie: le implicazioni per la progettazione di farmaci in grado id interferire con la conversione monomeri-dimeri potrebbero essere enormi”. (fc)
Tratto da lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: i co-recettori sono particolari proteine, che nel caso di soggetti vaccinati, sono facilmente modificate, perché le funzioni cellulari sono alterate oppure addirittura impedite dai vaccini, e quindi la funzione cellulare della sintesi e/o specializzazione delle proteine ne viene ad essere investita in modo invasivo e cio’ destabilizza le proprietà (costante di dissociazione) dei co-reccettori in modo grave.
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Il sistema immunitario influisce sulla regolazione del metabolismo dei lipidi
Le cellule T producono due proteine capaci di influenzare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue di topo.
Da uno studio di James C. Lo e colleghi dell’Università di Chicago, è emerso che le cellule T del sistema immunitario producono due proteine che sembrano incidere sulla regolazione di enzimi chiave nel metabolismo dei lipidi. Le due proteine prodotte sono la linfotossina e la LIGHT e sono capaci di innalzare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue di topo.
(NdR: Cellule T – Linfociti che fungono da attivatori nel sistema immunitario. Stimolano il proliferare di cellule T Killer e di cellule B che intervengono durante la risposta immunitaria, sia cellulo-mediata sia anticorpale.)
Il colesterolo e i trigliceridi sono molecole lipidiche che, se presenti in quantità eccessive, possono favorire lo sviluppo dell’aterosclerosi, quel processo che causa un indurimento progressivo delle pareti delle arterie accompagnate dall’accumulo di placche.
Durante lo studio, sono stati creati dei topi ingegnerizzati che esprimevano la proteina LIGHT sulle cellule T.
I ricercatori hanno osservato che questi topi mostravano alti livelli si colesterolo anche con una dieta normale e livelli ancora più alti in caso di dieta ad elevato contenuto di colesterolo o di trigliceridi.
Anche trasferendo queste cellule in topi normali, si osserva un subitaneo aumento del colesterolo. Questi dati suggeriscono che le cellule T possano influenzare gli epatociti, quelle cellule del fegato che regolano il metabolismo dei lipidi.
Gli studiosi hanno poi fermato l’azione della LIGHT utilizzando una proteina ingegnerizzata, LTÿR-Ig, che sequestra la proteina prodotta della cellule T prima che svolga la sua funzione nelle cellule epatiche: in questo caso i livelli si colesterolo si abbassano.
Il sistema immunitario sembra quindi avere un ruolo nello sviluppo delle malattie cardiovascolari.
Lo studio è apparso sulla rivista “Science”.
Fonte: MolecularLab.it (10/05/2007)
Sistema immunitario e metabolismo dei lipidi:
Questo è esattamente cio’ che noi che insegniamo nella Medicina Naturale e lo affermiamo da decenni !
I vaccini ne sono la prova – Tutti i vaccini generano intossicazioni + infiammazioni, e modificano il sistema immunitario (malfunzione), alterando anche la flora batterica ed il pH intestinale, quindi anche l’assorbimento o meno delle sostanze derivante dai cibi ingeriti !
Ecco perché vi è da qualche decennio anche nei bambini e giovani, un aumento spropositato di “grassi” e/o di magri….
Grazie ai Vaccini !
vedi: La teoria dei germi di Pasteur è FALSA
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Il sistema immunitario innato, può distruggere i microorganismi invasori e innescare il processo infiammatorio per bloccarli; nelle retrovie, vi è l’ immunità acquisita, con i linfociti T e B che producono gli anticorpi e le cellule killer che distruggono quelle infettate
http://daily.wired.it/news/scienza/2011/10/03/nobel-medicina-scoperte-immunitario-14743.html
Le implicazioni delle loro ricerche sono molteplici e importantissime: riguardano il potenziamento dei vaccini, la comprensione e i trattamenti delle malattie autoimmuni e di quelle infiammatorie. Sulla base delle loro scoperte, inoltre, si sta ora cercando un modo per stimolare il sistema immunitario contro i tumori.
“Viviamo in un mondo pericoloso”, si legge nel comunicato ufficiale sul sito della Fondazione Nobel.
Tra virus, batteri, protozoi vari e funghi, siamo continuamente aggrediti. Ma abbiamo delle linee di difesa: la prima, il sistema immunitario innato, può distruggere i microorganismi invasori e innescare il processo infiammatorio per bloccarli; nelle retrovie, vi è l’immunità acquisita, con i linfociti T e B che producono gli anticorpi e le cellule killer che distruggono quelle infettate.
Questo il contesto (molto generale) in cui inquadrare le scoperte premiate oggi.
Cominciamo dalla prima. A Jules Hoffmann va il merito di aver compreso, nel 1996, come i moscerini della frutta rispondano alle infezioni. Hoffmann e il suo team identificarono le numerose mutazioni di un gene – Toll – da cui dipende l’esito del contrattacco.
In uno dei suoi studi, Hoffmann infettò dei moscerini con batteri e funghi, scoprendo che gli insetti con le mutazioni nel gene in questione morivano. Lo scienziato concluse che Toll era coinvolto nel riconoscimento dei microorganismi patogeni e che la sua attivazione era indispensabile per innescare la risposta immunitaria.
Le ricerche di Bruce Beutler hanno seguito quelle di Hoffmann. Beutler era in cerca di un recettore delle cellule immunitarie che legasse una parte della parete di alcuni batteri (i Gram negativi) chiamata lipopolisaccaride (Lps), in grado di causare shock tossico setticemico. Nel 1998, la sua équipe identificò, in alcuni topi resistenti alla Lps (che non andavano in shock setticemico), una mutazione di un gene molto simile al Toll dei moscerini della frutta. La scoperta indicava che mammiferi e moscerini usano molecole simili per attivare il sistema immunitario quando hanno a che fare con dei patogeni.
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Il sistema immunitario si eredita, in buona parte – (I), Roma, 26 Set. 2013 (Adnkronos Salute)
Lo svelano i geni studiati nella popolazione sarda, considerata ideale per gli studi di genetica, generalizzabili per tutto il resto dell’umanità.
La ricerca, coordinata dall’Istituto di ricerca genetica e biomedica del CNR, ha coinvolto 30 scienziati, italiani e stranieri, che hanno anche identificato con precisione ben 23 varianti genetiche legate a patologie autoimmuni. Lo studio, che apre strada a interessanti prospettive di cura, è pubblicato sulla rivista Cell.
“Dal nostro studio – spiega all’Adnkronos Salute Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di Genetica medica presso l’Università di Sassari – emergono tre evidenze scientifiche importanti.
La prima è che la conta delle cellule del sistema immunitario è influenzata non solo dalle infezioni e dall’ambiente, ma anche dai geni. In pratica ha una forte base ereditaria.
Abbiamo poi stabilito – aggiunge il ricercatore – per ciascuno degli oltre cento tipi cellulari l’esatto contributo di geni e ambiente e fornito indicazioni molto precise – nomi, cognomi e indirizzi – dei geni principalmente responsabili per questi effetti sulla conta delle cellule del sistema immune“.
Infine, continua l’esperto, “abbiamo scoperto che gli stessi geni, agli stessi indirizzi, non solo influenzano la conta delle cellule, ma hanno un peso anche sul rischio di specifiche malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide“.
Il team di ricercatori ha analizzato il ruolo dei geni nella regolazione dei livelli di circa 100 differenti tipi cellulari attraverso uno studio di associazione condotto in un totale di 2.870 individui provenienti da quattro paesi della Sardegna e appartenenti al progetto ProgeNIA/SardiNIA, che studia le basi genetiche di oltre 800 parametri di rilevanza biomedica.
In questo studio inoltre il profilo genetico individuale è stato esaminato a un livello di risoluzione senza precedenti, grazie al sequenziamento dell’intero genoma di molti individui inclusi nello studio. “La ricerca coniuga per la prima volta due aree di indagine separate: l’analisi cito-fluorimetrica per l’esame dettagliato dei livelli delle cellule del sistema immune e il profilo genetico degli individui esaminati, chiarendo così importanti aspetti della regolazione genetica dei livelli delle cellule del sistema immunitario”, spiega Valeria Orrù, ricercatrice dell’Irgb-Cnr.
“Sono state identificate 23 varianti genetiche indipendenti associate a particolari cellule immunitarie, in maggior parte nuove, sebbene alcune fossero già state proposte in altri studi ma senza una solida significatività statistica”, aggiunge Maristella Steri, statistico presso l’Irgb-Cnr.
I ricercatori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con i dati presenti in database pubblici scoprendo che in alcuni casi questi geni erano già associati a celiachia e malattie autoimmuni come colite ulcerosa, diabete di tipo I, sclerosi multipla, artrite reumatoide. “Individuare i geni che influenzano le cellule del sistema immunitario e il rischio di insorgenza di patologie autoimmuni è il primo passo per intraprendere studi funzionali mirati alla caratterizzazione dei complessi meccanismi che regolano il sistema”, sottolinea Edoardo Fiorillo, ricercatore dell’Irgb-Cnr.
Studi precedenti dello stesso Istituto, nell’ambito del progetto ProgeNIA/SardiNIA, hanno identificato geni associati ad altezza, glicemia, colesterolo, lipidi ematici e parametri ematologici come l’emoglobina fetale. “Uno dei punti di forza della nostra ricerca è la popolazione oggetto dello studio”, conclude Francesco Cucca. “I sardi rappresentano una popolazione ideale per gli studi di genetica, con risultati che spesso hanno una valenza più generale per il resto dell’umanità: in questo caso, capire come la genetica regoli il sistema immunitario e l’autoimmunità ci avvicina allo sviluppo di terapie nuove e più efficaci per il trattamento di patologie autoimmuni”. (PO / red)
Commento NdR: questi studi confermano anche che i genitori e/o gli avi, che hanno somatizzato una certa malattia, hanno inserito nei loro geni delle mutazioni che hanno trasmesso alla propria prole, geni modificati dalla malattia stessa e quindi hanno nei fatti regalato una predisposizione a certe malattie a tutta la loro discendenza.
Se questa discendenza sarà per esempio vaccinata, il vaccino con la sua intrinseca tossicità farà si che la prole immediatamente successiva o dopo due / tre generazioni, il piccolo/a, somatizzi (slatentizzi) facilmente, anche in tenera età, la malattia, per la predisposizione genetica ereditata dagli avi che avevano mutato i loro geni nel corso della loro malattia.