IPERTERMIA = Trattamenti con il Calore – Moxaterapia
E’ una antica metodica terapeutica orientale, che utilizza diverse tecniche per ottenere un innalzamento artificiale delle temperatura a livello di determinati tessuti, organi ed in alcuni casi, dell’intero organismo.
Quindi per terapia ipertermica o ipertermia si intende il riscaldamento di tessuti biologici a temperature superiori a quella fisiologica.
Il riscaldamento dei tessuti, realizzato per mezzo del fuoco localizzato in certi punti del corpo, oppure con il riscaldamento di parte o di tutto l’organismo anche attraverso campi elettromagnetici, ha oggi inizia da avere una larga applicazione clinica.
Negli anni ’70 il Prof. Harry Le Veen ha poi approfondito i meccanismi fisiologici innescati dal trattamento con il calore, mettendo tra l’altro a punto i primi macchinari a radiofrequenza per il trattamento loco-regionale di profondità.
Le onde elettromagnetiche utilizzate sono quelle comprese nell’intervallo di frequenze che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe.
Attualmente si usa la frequenza di 13,56 MHz, che permette di ottenere un riscaldamento in profondità dei tessuti trattati in modo non invasivo. La potenza dissipata localmente per ottenere innalzamenti della temperatura (da 41° a 45°C) delle cellule tumorali, corrisponde a valori di SAR di alcune centinaia di W/kg.
Arsèned’Arsonval (1851-1940), nel corso dei suoi studi sulle correnti ad alta frequenza, scoprì che una corrente elettrica, alla frequenza di 10kHz o più, produceva una sensazione di calore nell’attraversare i tessuti (diatermia), senza essere accompagnata dalla contrazione muscolare dolorosa, che si verifica a basse frequenze.
Era il 1982, anno che segna l’ingresso ufficiale dell’elettromagnetismo nella medicina.
Il riscaldamento dei tessuti tramite campi elettromagnetici presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre forme di riscaldamento (conduzione, radiazione infrarossa): è possibile agire infatti, anche su tessuti localizzati in profondità. Le principali applicazioni cliniche dell’Ipertermia si hanno nella terapia dei tumori ed in fisioterapia.
Con l’avvento di nuove apparecchiature elettroniche perfezionate, l’Ipertermia, si propone anche oggi, come possibile scelta terapeutica anche in campo oncologico.
Attraverso l’uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne (Ipertermia transcutanea locoregionale), l’organo bersaglio è riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 43°C, per circa 60 minuti.
Il trattamento, cioè il riscaldamento alle temperature suddette, può essere eseguito più volte, secondo i protocolli, non più di tre volte alla settimana, per evitare il fenomeno della termotolleranza, cioè la maggiore resistenza cellulare al calore nelle 48 ore successive alla terapia.
È possibile anche, con apparecchiature differenti, riscaldare tutto l’organismo (Ipertermia corporea totale) o direttamente le lesioni tumorali, introducendo appositi aghi, sotto guida ecografica, per via transcutanea (Ipertermia interstiziale).
L’interesse dell’Ipertermia in oncologia è andato crescendo, in questi ultimi anni.
vedi: Ipertermoterapia + Tumore e Cancro in Medicina Naturale + Terreno oncologico + Diagnosi precoce del cancro
IPERTERMIA ONCOLOGICA
L’IPERTERMIA, senza chemio per cancro al seno e non solo – Gli sforzi della ricerca Svedese e Americana sul cancro: e in Italia cosa si fa’ ??
Non vi e’ danno con l’Ipertermia. (cioè l‘iper – calore senza bruciature, ne’ cadute di capelli dato dai chemioterapici)
Utile per le parti Molli: cancro al seno, cancro epatico, cancro al Pancreas, che vengono distrutti senza dolore: effetti positivi: senza farmaci o bisturi.
NAPOLI – 2007/2008 : L’ipertermia oncologica attua l’innalzamento “controllato“ della temperatura dell’Organo trattato (fegato per esempio), avente lo scopo di contrastare il progredire di tumori o recidive locali. E produce un effetto citotossico diretto, inibendo la proliferazione di cellule tumorali (sia nella mitosi che nella sintesi del DNA cellulare).
L’interesse per l’ipertermia è andato crescendo, in questi ultimi anni, soprattutto in terapia oncologica: è stato infatti dimostrato che i farmaci comunemente usati nella terapia dei tumori possono avere una maggiore efficacia a parità di dose, oppure conservare la stessa efficacia con dosi inferiori, se somministrati in associazione alle tecniche ipertermiche.
Il vantaggio che ne deriva è che le sostanze citostatiche e la radioterapia – notoriamente mal tollerate per i rilevanti effetti collaterali – possono essere più facilmente usate con evidente netto miglioramento della qualità della vita del malato neoplastico. Un altro considerevole vantaggio Ipertermia è costituito dal fatto che la reattività immunitaria del malato tumorale – solitamente depressa dalla malattia stessa o dalle cure messe in atto per controllarla – viene potenziata dall’Ipertermia: questa mimando la febbre, provoca la liberazione di sostanze (citochine) le quali, nella maggior parte dei casi, hanno effetto protettivo per l’organismo dell’ammalato. L’ipertermia quindi è una valida tecnica di potenziamento dell’attività di altre terapie (immunologiche, chimiche, radianti, chirurgiche):
Essa Consente o la regressione del tumore o in molti casi un arresto della malattia per fasi più o meno lunghe e comunque nella stragrande maggioranza dei casi la conservazione di condizioni di vita soddisfacenti.
In più di dieci anni di applicazione in combinazione tra Ipertermia e Radiazioni, non è stato riscontrato alcun inconveniente di rilievo.
Questa tecnica utilizza due piastre metalliche, che posizionate una sull’addome e l’altra sulla schiena, anatomicamente in posizione mediale, intrappolando tra di loro l’Organo trattato creano, attraversandolo, un campo magnetico e di conseguenza l’innalzamento della sua temperatura, la presenza di versamento ascitico non è un ostacolo.
Questa tecnica è utilizzata anche per il cancro al seno e al fegato (Cancro Epatico e tumori benigni …) senza ovviamente nessun intervento chirurgico asportativo e senza dolore. ne altre conseguenze.
Quindi vale lo stesso discorso per la Ipertermia come per la Radioterapia con Acceleratore Lineare a 3 D. no dolore, no bisturi, non effetti collaterali negativi, non anestesia.
L’Ipertermia è usate sulle parti molle, come Cancro al Seno (senza dolore, ne chirurgia) cancro al fegato, cancro al Pancreas..mentre la Radiochirurgia è usata solo su parti dure, come il Cervello.
L’ipertermia è una metodica terapeutica
Ipertermia oncologica
Per ipertermia oncologica, si definisce una tecnica terapeutica che permette di irradiare il tessuto patologico mediante una radiofrequenza a 13,56 MHz, ottenendo un aumento della temperatura locale tra i 42,5° e i 43,5° C soltanto all’interno dei tessuti patologici.
Il calore inibisce la respirazione cellulare senza alterare il metabolismo anaerobio delle cellule tumorali, provocando una lesione delle membrane, aumentandone la permeabilità e provocando infine la morte della cellula stessa.
Caratteristica del tessuto tumorale è la presenza di reti capillari neoformate, con una distribuzione casuale e disordinata.
I capillari stessi presentano una consistenza propria a livello dell’endotelio e variazioni bizzarre del calibro. Tutto ciò porta da un lato, ad un aumento delle resistenze periferiche del flusso sanguigno intratumorale, con conseguente necrosi cellullare al centro della massa neoplastica, e dall’altro crea una situazione favorevole in caso di applicazione di un trattamento ipertermico perché il rallentato flusso sanguigno intratumorale permette un prolungato “contatto ipertermico” a livello della cellula tumorale con incremento delle temperature nelle cellule neoplastiche.
Diverse sono le tecniche per indurre calore
Ipertermia esterna: si applicano due piastre sulla superficie del corpo, anteriormente e posteriormente, in corrispondenza della lesione. In questo modo le due antenne sono in accordo di fase e il tessuto viene attraversato dalla radiazione che, successivamente, lo riscalderà.
Per evitare lesioni cutanee da riscaldamento, le antenne sono dotate di circuito ad acqua autorefrigerante. Le loro dimensioni sono in relazione alla zona da trattare.
Ipertermia perfusionale intraoperatoria mediante circolazione extra corporea: utilizza lo stesso meccanismo di riscaldamento che viene effettuato sul sangue del soggetto. Il sangue, irradiato e riscaldato a 43°C cui viene aggiunto un chemioterapico specifico, viene quindi reinfuso nel soggetto stesso.
Altre tecniche di ipertermia oncologica in uso in diversi istituti clinici, sfruttano tutte il principio del calore che uccide le cellule tumorali mediante: radiofrequenze, ultrasuoni, micro-onde, riscaldatori perfusionali extracorporei, sonde endocavitarie, termoablazione.
Diversi sono i vantaggi dell’ ipertermia a radiofrequenza esterna: assenza di effetti collaterali crea un effetto antitumorale sulle cellule tumorali quiescenti che sfuggono all’azione della chemioterapia e possono “risvegliarsi” entrando i mitosi, dopo anni dalla guarigione dalla malattia stessa aumento delle difese anticorpali mediante l’aumento in percentuale dei linfociti NK che evitano la metastatizzazione del tumore aumento della produzione di citochine, IL2-IL10-IL12 presenti in concentrazione molto bassa nel paziente oncologico, che consente di potenziare le difese immunitarie tramite l’effetto attuato dalla “febbre indotta dal calore”.
effetto citotossico diretto sulle cellule tumorali per ridotta ossigenazione, scarsa nutrizione, aumento dell’acidità
effetto radiosensibilizzante dell’ipertermia, se effettuata in associazione a radioterapia o contemporaneamente ad essa, entro le 3-4 ore l’effetto è massimo qualora fatte le due terapie simultaneamente riduzione della massa tumorale senza danno per i tessuti sani circostanti effetto chemio-sensibilizzante: aumenta la sensibilità alla chemioterapia, se effettuata contemporaneamente o entro un breve lasso di tempo (da decidersi in base al tipo di farmaco utilizzato) possibilità di essere applicata prima di un intervento chirurgico migliorando i margini del campo operatorio rallentamento dell’evoluzione della patologia con miglioramento della qualità della vita e una migliore resistenza alle infezioni durante i trattamenti oncologici aggressivi allungamento della sopravvivenza con una percentuale del 65% di arresto o scomparsa del tumore nei malati trattati in tempi precoci dalla diagnosi clinica.
A titolo puramente orientativo, è possibile elencare alcuni tipi di tumore che si possono trattare: linfomi di Hodgkin; seminoma; carcinomi indifferenziati delle prime vie aeree e digestive; sarcoma di Ewing; rabdomiosarcoma localizzato e diffuso; basalioma; melanoma; carcinoma spinocellulare; adenocarcinomi di endometrio, mammella, apparato gastroenterico e giandole endocrine; condrosarcoma; osteosarcoma; carcinoma polmonare; epatocarcinoma primitivo e secondario. In alcuni casi, quando le condizioni anatomiche della lesione, lo permettono è possibile trattare tumori del pancreas e del sistema nervoso centrale.
In alcuni studi pubblicati di recente è stato dimostrato che il trattamento con l’ipertermia aggiunto a chemio e radioterapia comporta significativi benefici in termini di tolleranza ed efficacia delle terapie. Il calore, prodotto dall’ipertermia rompe il DNA delle cellule tumorali, uccidendole anche se non sono in fase attiva o quiescente. In strutture specializzate come il reparto di radioterapia oncologica dell’ospedale clinicizzato di Verona, si utilizzano, a tal fine apparecchiature all’avanguardia che permettono l’associazione contemporanea di Ipertermia e radioterapia.
Le nostre parole chiave: ipertermia, diatermia, termoterapia, ipertermia oncologica, ipertermia profonda, ipertermia a radiofrequenza capacitiva.
Introduzione:
Per terapia ipertermica o ipertermia si intende il riscaldamento di tessuti biologici a temperature superiori a quella fisiologica.
Il riscaldamento dei tessuti, realizzato attraverso campi elettromagnetici, ha oggi una larga applicazione clinica.
Le onde elettromagnetiche utilizzate sono quelle comprese nell’intervallo di frequenze che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe.
La potenza dissipata localmente per ottenere innalzamenti della temperatura (da 41° a 45°C) nei tessuti bersaglio, corrisponde a valori di SAR di alcune centinaia di W/Kg.
Arsène d’Arsonval (1851-1940), nel corso dei suoi studi sulle correnti ad alta frequenza, scoprì che una corrente elettrica, alla frequenza di 10kHz o più, produceva una sensazione di calore nell’attraversare i tessuti (diatermia), senza essere accompagnata dalla contrazione muscolare dolorosa, che si verifica a più basse frequenze: era il 1892, anno che segna l’ingresso ufficiale dell’elettromagnetismo nella medicina. Il riscaldamento dei tessuti tramite campi elettromagnetici presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre forme di riscaldamento (conduzione, radiazione infrarossa): è possibile agire, infatti, anche su tessuti localizzati in profondità.
Le principali applicazioni cliniche dell’ipertermia, dell’ipertermia oncologica e profonda e della diatermia sono la terapia dei tumori ed in fisioterapia.
Ipertermia oncologica:
L’ipertermia, con l’avvento di nuove apparecchiature più performanti, si propone oggi, in patologie selezionate, come possibile scelta terapeutica in campo oncologico, non solo come alternativa, ma in associazione con le terapie tradizionali (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia).
Attraverso l’uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne (Ipertermia transcutanea loco-regionale), l’organo bersaglio è riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 42°C, per circa 60 ~ 90 minuti. Il trattamento, cioè il riscaldamento alle temperature suddette, può essere eseguito più volte, secondo i protocolli, ma generalmente non viene ripetuto più di tre volte alla settimana, per evitare il
fenomeno della termotolleranza, cioè la maggiore resistenza cellulare al calore nelle 48 ore successive alla terapia.
E’ possibile anche, con apparecchiature differenti, riscaldare tutto l’organismo (Ipertermia corporea totale) o direttamente le lesioni tumorali, introducendo appositi elettrodi sotto guida ecografica, per via transcutanea (Ipertermia interstiziale).
L’interesse dell’Ipertermia in oncologia è andato crescendo, in questi ultimi anni; è stato, infatti, dimostrato che la radioterapia e la chemioterapia, se utilizzate in associazione con trattamenti di Ipertermia, possono avere, a parità di dose, una maggiore efficacia o conservare la stessa efficacia, a dosi inferiori.
Lista di tumori trattabili con l’ipertermia
TUMORI SUPERFICIALI: Melanomi, Epiteliomi, Sarcomi parti molli, Metastasi cutanee, Tumori ossei superficiali, Tumori tessuti connettivali, Pacchetti linfonodali, Recidive superficiali
TUMORI PROFONDI: Polmone, Pleura, Pancreas, Pelvi, Fegato, Ossa profonde, Colon, Reni, Stomaco, Vescica, Cervello, Lingua faringe, Testa collo, Laringe, Prostata, Massillo facciale, Mandibola, Guance, Organi genitali femminili e maschili, Arti
Tumori del sistema linfatico (linfomi di Hodgkin)
. seminoma
. carcinomi indifferenziati delle prime vie aeree e digestive
. sarcoma di Ewing
. rabdomiosarcoma localizzato e diffuso
. basalioma
. melanoma
. carcinoma spinocellulare
. adenoearcinomi dei tessuti: endometrio, mammella, apparato gastroenterico e giandole endocrine.
. Condrosarcoma
. Osteosarcoma
. Carcinoma polmonare
. Epatocarcinoma primitivo e secondario.
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Per la Medicina Orientale ed in particolare per quella tradizionale cinese, uomo e mondo naturale sono un tutto unico e la terapia per qualsiasi tipo di sintomo, chiamato impropriamente dai medici della medicina ufficiale “malattia“, deve seguire questo unico iter.
MOXATERAPIA o MOXIBUSTIONE
La Moxibustione o moxa è una tecnica terapeutica antica ed orientale, che si basa sugli stessi presupposti teorici dell’agopuntura.
Consiste nel riscaldare e quindi stimolare attraverso la combustione di foglie essiccate di un erba (artemisia vulgaris), i punti della superficie corporea collegati alla causa del disturbo senza provocare nessun tipo di dolore fisico o ustione, ripristinando in tal modo il flusso energetico.
Tale antica tecnica cinese utilizza alcuni bastoncini di artemisia, detta anche “moxa”, che vengono accesi ed avvicinati ad una distanza di circa 2 cm dalla pelle del corpo.
Il beneficio che tale trattamento regala, deriva dall’azione combinata del calore e della localizzazione sugli stessi punti del corpo, su cui agisce la tradizionale agopuntura.
Anziche’ stimolare il sistema sensoriale per mezzo del contatto e della pressione degli aghi, si agisce sui punti energetici, mediante l’azione del calore.
Il grande vantaggio che si ha nell’applicazione di tale sistema consiste nella possibilità di eliminare tutte quelle fonti di stress e di preoccupazione, derivate dall’uso invasivo degli aghi e può, dunque, essere praticata in assoluta tranquillità anche da chi normalmente ha paura degli aghi.
La Moxaterapia, letteralmente “erba che brucia”, sono iniezioni di fuoco, agisce mediante calore
La Moxa è una tecnica di riscaldamento della cute, in prossimità dei meridiani secondo la medicina cinese, utilizzando polvere o sigari di artemesia. Una tecnica antica, utilizzata nella medicina tradizionale orientale, in particolare nei problemi osteo-articolari cronici, dunque non nel dolore acuto.
Consigliata anche nelle patologie mestruali e nel metabolismo lento. Essa consente di curare tutti quei sintomi e malesseri, su cui normalmente si agisce mediante agopuntura, ed è inoltre utile per la tonificazione ed il rilassamento della muscolatura del corpo, per sciogliere tendini e legamenti e risolvere problemi di articolazione.
Si rivela inoltre, un metodo di rilassamento e disintossicazione molto utile nei casi di stress psicofisico, nervosismo ed irritabilità, disturbi stagionali e malesseri dovuti a metabolismo lento. Infine, grazie all’azione benefica del calore, regala un momento di profondo relax.
Per migliorare la sua efficacia è bene ripetere più volte il trattamento nel corso dei mesi, ricordando sempre di affidarsi solo alle mani di esperti custodi della tradizione millenaria di saperi orientali.
L’artemisia compatta può essere preparata sotto forma di piccoli coni o bastoncini che vengono applicati o avvicinati alla superficie cutanea, accesi e lasciati bruciare fino a che il paziente comincia a provare una sensazione di calore: a quel punto viene interrotta l’applicazione.