MALARIA = Tisana anti Malarica: preparata con particolari piante della Tanzania
THAILANDIA – 31/10/2011
Acqua potabile razionata e casi di malaria, ancora emergenza in Thailandia
In alcune aree della capitale l’acqua è contaminata, oltre 10mila persone hanno lasciato i centri di accoglienza in direzione sud, sgomberato un carcere e trasferiti 603 ergastolani. Piani del governo per rilanciare l’economia e sostenere l’industria. Colpito anche il settore della produzione di hard disk. Vittime per allagamento e folgorazioni sei volte superiori alla media.
Bangkok (AsiaNews) – In alcune aree di Bangkok e dintorni, fra cui la zona di Mahasawad Station, l’acqua potabile è contaminata; le autorità hanno ridotto a due i periodi della giornata – tra le 6 e 9 del mattino e 17 – 20 della sera – in cui la cittadinanza può rifornirsi dalle autobotti. Al momento sono almeno 10.343 le persone che hanno abbandonato i rifugi di emergenza allestiti dal governo nella capitale, trovando riparo in altre aree del Paese. Problemi arrivano anche dalle carceri di massima sicurezza: 603 ergastolani della casa circondariale di Bangkwang sono stati trasferiti nella prigione di SongKhla, nel sud della Tahilandia.
Ad oggi 30 distretti sui 50 che formano Bangkok sono stati colpiti dalle alluvioni, ma solo in due casi la situazione è di forte crisi. Intanto in alcune province cominciano a diffondersi epidemie di malaria, causate dalle precarie condizioni ambientali nelle zone inondate. vedi: Malaria, il Vaccino e’ pericoloso + Febbre gialla
30 Ottobre 2011 – In Grecia sono stati registrati 61 casi di malaria negli ultimi 5 mesi.
Che segnano il ritorno di questa malattia nell’UE (Unione Europea). Tra gli infettati 33 sono greci che non hanno mai viaggiato in un paese dove questa patologia è endemica. 28, invece, sono immigrati provenienti da zone a rischio. Lo rende noto lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC)
Commento NdR: Queste informazioni sono la Verita’, cioe’ le prove, sulle vere cause della malaria, la malnutrizione, la contaminazione delle acque, e non le zanzare che li morsicano nei paesi africani !
Il parassita od i parassiti possono disturbare il soggetto, ma non ne sono la causa, e’ la sporcizia, la malnutrizione, l’inquinamento delle acque da bere, che preparano il terreno alla possibile somatizzazione delle malattie ed i parassiti non aiutano certo quei soggetti che si ammalano.
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MALARIA
Due parassiti, il Plasmodium vivax e il Plasmodium knowlesi, si dice in medicina allopatica, che ne siano la causa (NdR: occorre dire per essere precisi, con-causa, in quanto se le condizioni del Terreno – Matrice, sono a loro propizie essi possono colonizzare l’organismo, ma se non lo sono, essi non possono nulla e non ammalano il soggetto) delle forme di malaria più serie, anche letali, che colpiscono l’essere umano.
La scoperta è stata fatta grazie alla decodifica del genoma dei due protozoi da parte dei ricercatori della New York University School of Medicine (Usa) e del Wellcome Trust Sanger Institute (G.b.).
Commento NdR: il fatto che nel malato si trovino dei parassiti, non significa che questi ne siano la causa, anzi significa semplicemente che sono conseguenza dell’ammalamento del terreno, che essendo ad essi propizio, quando entrano nel corpo, essi si trovano a casa loro, ma questi, non sono nei fatti le vere cause dell’ammalamento; ciò vale per qualsiasi sintomo, chiamato impropriamente “malattia” !
Ai due studi che svelano i trucchi del plasmodio Nature dedica questa settimana copertina ed editoriale.
Finora i due ceppi erano stati sottovalutati dai microbiologi.
Le infezioni da P. vivax, infatti, un tempo erano classificate come “benigne” mentre ora un numero sempre maggiore di studi rivelano che sono responsabili del 25 per cento dei 500 milioni di casi di malaria a livello mondiale, e che possono essere letali. Il P. vivax invade solo le cellule del sangue ancora immature (reticolociti) ma, secondo i ricercatori statunitensi, ha un lungo periodo di quiescenza nel fegato.
Anche il P. knowlesi, riportano i biologi inglesi, è stato sottovalutato: probabilmente le infezioni sono state confuse con quelle da P. malariae. Alcuni dei suoi geni sembrano analoghi a quelli umani che regolano il sistema immunitario, mimetismo che consentirebbe al parassita di interferire con il riconoscimento delle cellula infette da parte del nostro organismo.
L’analisi dei due genomi ha anche rivelato una stretta parentela tra i due ceppi. Le recenti scoperte potrebbero aiutare nella messa a punto di vaccini e farmaci antimalarici che ancora mancano.
Si contano soltanto due vaccini sperimentali per combattere il P. vivax, contro i tredici vaccini e i ventitre farmaci disponibili contro il P. falciparum, il plasmodio più conosciuto. (e.r.) – Tratto da: galileonet.it
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MALARIA – Enzima importante per il parassita della malaria
Un team di ricercatori provenienti da Portogallo e Stati Uniti ha dimostrato come un enzima antiossidante che si trova naturalmente nell’organismo ha un ruolo importante nell’aiutare le persone a tollerare il parassita Plasmodium che causa la malaria.
Le loro scoperte, finanziate in parte dall’UE e pubblicate sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), offrono un nuovo approccio alla cura di questa malattia mortale.
Lo studio è frutto del progetto Xenome (“Engineering of the porcine genome for xenotransplantation studies in primates: a step towards clinical application”), finanziato con 9,9 Mio EUR attraverso l’area tematica “Scienze della vita, genomica e biotecnologia della salute” del Sesto programma quadro (6° PQ) per studiare nuove applicazioni mediche delle conoscenze ottenute nel campo della genomica.
La malaria è una delle cause principali di morte prematura in tutto il mondo, ma rispetto al vasto numero di soggetti infettati dal Plasmodium soltanto una percentuale relativamente bassa (1%-2%) muore di questa malattia.
È infatti interesse del parassita tenere in vita il proprio ospite. Si pensa che il fatto che una persona muoia o meno a causa dell’infezione dipenda dalla resistenza della persona all’infezione e dalla sua abilità di tollerarla. Ma il meccanismo dietro tale tolleranza non è stato compreso a fondo fino a questo momento.
Un team di ricercatori, sotto la guida di Miguel Soares dell’Instituto Gulbenkian de Ciência in Portogallo, ha studiato topi infettati dal Plasmodium. I ricercatori hanno mostrato come il parassita si moltiplica dentro i globuli rossi, facendoli esplodere e rilasciare emoglobina (la proteina che lega l’ossigeno dentro la cellula) nel flusso del sangue. Questa emoglobina che circola quindi liberamente rilascia a sua volta i suoi gruppi eme (ferro) con risultati a volte devastanti.
Tra le molte strategie utilizzate dai topi per contrastare tale effetto, i ricercatori hanno osservato che essi producono una maggiore quantità dell’enzima eme ossigenasi 1 (HO-1), che distrugge i gruppi eme. I ricercatori hanno scoperto che i topi infettati che presentavano alti livelli di HO-1 erano protetti dallo sviluppo di sintomi di malaria gravi. Questi risultati hanno ricevuto conferma quando gli scienziati hanno somministrato il farmaco antiossidante N-acetil-cisteina (NAC) ai topi e hanno riscontrato lo stesso effetto protettivo.
Il sistema eme/HO-1 descritto dal team fa luce sulle forme cerebrali e non cerebrali della malaria acuta, comprese quelle che portano alla fine a un collasso di diversi organi. Significativamente lo studio ha inoltre dimostrato che l’effetto protettivo dell’enzima HO-1 contro i gruppi eme che circolano liberamente aumenta la tolleranza dell’ospite dell’infezione causata dal Plasmodium.
“L’azione antiossidante dell’enzima HO-1 è parte della naturale strategia di difesa dell’ospite contro il parassita della malaria,” ha spiegato il dott. Soares. “Produce un potente effetto protettivo contro la malaria ma, sorprendentemente, non sembra avere un effetto diretto sul parassita. In alcuni casi la reazione dell’ospite contro il parassita può portare alla morte dell’ospite infettato. Il meccanismo protettivo offerto dall’enzima HO-1 permette questa risposta dell’ospite che mira ad uccidere il parassita senza compromettere la propria sopravvivenza.”
Secondo il dott. Soares, i risultati dello studio indicano che gli approcci alternativi alla cura della malaria dovrebbero concentrarsi non sull’eliminazione del parassita direttamente, “ma piuttosto sul miglioramento dello stato di salute dell’ospite, in modo che possa uccidere il parassita e sopravvivere”.
Questo tipo di approccio “dovrebbe offrire una potente protezione contro le forme gravi di malaria e così salvare vite senza favorire la comparsa di ceppi resistenti di Plasmodium”, ha concluso. I ricercatori sperano che la stessa strategia sarà applicata a diverse altre malattie infettive.
Per maggiori informazioni, visitare: Instituto Gulbenkian de Ciência: http://www.igc.gulbenkian.pt/
Proceedings of the National Academy of Sciences: http://www.pnas.org/
Ulteriori informazioni sulla ricerca per la salute finanziata dall’UE: http://ec.europa.eu/research/health/index_en.html
Commento NdR: ….come volevasi dimostrare, le campagne vaccinali (effettuate nelle varie nazioni del mondo, soprattutto quelle del terzo mondo) sono le principali responsabili, assieme ai processi malnutrizione per alimentazione carente, non adatta od industriale, del pH digestivo, dell’alterazione della flora batterica e del sistema enzimatico nell’intestino, sede ove i parassiti normalmente si insediano per mancanza di antagonisti (Flora autoctona).
SOLO i soggetti che hanno pH digestivo, flora batterica e sistema enzimatico in ordine, non sono soggetti all’influenza nefasta dei parassiti, quindi NON VACCINARSI e’ d’obbligo per poter stare sempre bene !
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Abbiamo sconfitto la malaria per sempre, con la Medicina naturale !
Bevendola per qualche giorno e per piu’ volte, ogni tanto, si rimane immuni. Dopo queste assunzioni i medici della Tanzania affermano che si rimane immuni dalla malaria cosa ribadita anche da altri erboristi. Per ora la formulazione è ancora segretata dalle autorita’ mediche….invece noi ve la regaliamo….
La persona (medico) che ce l’ha fornita (ricetta) pur frequentando zone ad alto rischio ed in continuazione, non si infetta; anche tutti i suoi famigliari ed amici utilizzando la stessa pozione, hanno la stessa immunita’ da vent’anni.
Ormai questa preparazione fitoterapica e’ stata testata anche in un ospedale in Tanzania su oltre 100 pazienti, i quali sono TUTTI guariti in 3-5 giorni, i vetrini del sangue esaminati e controllati al microscopio ed altro, confermano la guarigione ed anche l’assenza del parassita !
Se si deve andare in zone malariche e si assume la tisana per soli tre giorni, si rimane immuni per circa 6 mesi.
Le capsule con queste piante liofilizzate sono state preparate e somministrate a circa 100 malati (ospedalizzati e sotto controllo medico e di laboratorio) i quali sono tutti guariti !
By dott. F. P. Iaccarino (medico, purtroppo deceduto)
Il principio della legge biologica di Arndt-Schultz dice: “dosi piccole sono stimolanti, dosi medie sono indifferenti, dosi grandi bloccano, paralizzano od uccidono”.
Tisana anti Malarica: (preparata con 6 piante = Mubotwe – Sino – Nkasha –
Mpasa – Kisapa – Mwarubaini), piante della Tanzania.
In 1 lt di acqua fredda versare 2 cucchiai da minestra, pieni della miscela di piante polverizzare: 16 gr.
Lasciare in infusione (senza girare) per circa mezz’ora.
Mettere il tutto sul fuoco, in una pentola di ceramica, e portare ad ebollizione – far bollire per 5-7 minuti circa
Fare raffreddare
Bere la tisana in 3 volte a digiuno (mattino, pomeriggio, sera) NON filtrare ed assumerla con tutti i residui. – fare questo per 5 giorni se si ha la malaria.
Si rimane immuni per 6 mesi.
Passato questo periodo assumere la tisana per 3 giorni, con le stesse modalita’.
Ripetere la procedura ancora dopo 6 mesi e poi ancora dopo lo stesso periodo.
Dopo queste assunzioni, per un totale di 4 volte, i medici di campagna della Tanzania affermano che si rimane immuni dalla malaria cosa ribadita anche da altri erboristi.
La persona che ce l’ha fornita (ricetta) pur frequentando zone ad alto rischio ed in continuazione, non si infetta; anche tutti i suoi famigliari ed amici utilizzando la stessa pozione, hanno la stessa immunita’ da vent’anni.
Risultati accertati in Africa: in 5 giorni la malaria SCOMPARE (nei bambini in 3 gg) – le autorita’ locali sono felicissime dei risultati e la notizia si sta’ diffondendo anche in altre zone del paese e sta’ gia’ correndo anche in altre nazioni vicine, che stanno contattando le autorita’ locali per avere informazioni dirette. Verra’ anche costruito un laboratorio in loco, grazie a delle donazioni di italiani, per la preparazione del rimedio da distribuire in altre nazioni.
Pubblicheremo la relazione del medico naturista che ha ideato la cura e che ci ha scritto inviandoci la cura e gli eccezionali risultati. Da un recente colloquio con il mio caro amico medico, autore di questa importante scoperta, sono stato informato che il test sui 100 malati ha dato risultati positivi con il 100% di guarigione ! – Purtroppo il mio amico e’ deceduto portando con se nella tomba la ricetta.
Presto pubblicheremo anche i risultati medico-scientifici. (il Consulente di questo Portale)
vedi anche: HUMBLE e la sua Tecnica per deparassitare
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SCOPERTI dalla SCIENZA OCCIDENTALE i SEGRETI di una ERBA CINESE che SCONFIGGE la MALARIA.
I meccanismi interni del misterioso Chang Shan – un rimedio erboristico cinese utilizzato per migliaia di anni per trattare la febbre associata con la malaria – sono stati scoperti grazie ad una struttura ad alta risoluzione risolto al The Scripps Research Institute (TSRI ).
Descritti nella rivista Nature questa settimana, la struttura mostra in dettaglio atomico come un due teste composto derivato dal principio attivo in Chang Shan funziona. Gli scienziati sanno che questo composto, chiamato alofuginone (un derivato del febrifugina), può sopprimere parti del sistema immunitario – ma nessuno sapeva esattamente come fare.
La struttura nuova mostra che, come una chiave, nelle opere, alofuginone unge gli ingranaggi di una macchina molecolare che svolge “aminoacilazione, ” un processo biologico fondamentale che permette agli organismi di sintetizzare le proteine di cui hanno bisogno per vivere. Chang Shan, conosciuto anche come Dichroa febrifuga Lour, aiuta probabilmente con febbri malariche a causa tracce di un alofuginone simile alla chimica dell’ erba per interferire con questo stesso processo nei parassiti della malaria, uccidendoli nel sangue di una persona infetta.
“I nostri nuovi risultati risolto un mistero che ha lasciato perplessi persone circa il meccanismo d’azione di un farmaco che è stato usato per trattare la febbre da infezione malarica che risale probabilmente 2000 anni o più, ” ha detto Paul Schimmel, PhD, il Ernest e Jean Hahn Professore e Direttore di Biologia Molecolare e Chimica e membro dell’Istituto per Skaggs Chemical Biology a TSRI. Schimmel ha condotto la ricerca con postdoctoral TSRI Huihao Zhou, PhD.
Alofuginone è stato negli studi clinici per il cancro, ma l’immagine ad alta risoluzione della molecola suggerisce ha una modularità che lo rendono utile come modello per creare nuovi farmaci per numerose altre malattie.
Il processo di aminoacilazione e la sua importanza per la vita
Aminoacilazione è un passo cruciale nella sintesi delle proteine, i prodotti finali della espressione genica. Quando i geni sono espressi, la sequenza di DNA viene prima letto e trascritto in RNA, una molecola simile. L’RNA viene poi tradotto in proteine, che sono chimicamente molto diversi da DNA e RNA, ma sono costituite da catene di molecole di aminoacidi legati insieme nell’ordine richiesto dal DNA.
Necessario per questo processo di traduzione sono un insieme di molecole note come RNA transfer (tRNA), che trasportano amminoacidi alla catena proteica in crescita, dove sono state aggiunte come perle di una collana. Ma prima che i tRNA possono muoversi le perle in atto, devono prima afferrare sospensione di loro.
Aminoacilazione è il processo biologico quale sono attaccati perle dell’amminoacido di queste navette tRNA. Una classe di enzimi noti come-tRNA sintetasi è responsabile per attaccare gli amminoacidi ai tRNA, e Schimmel ei suoi colleghi hanno esaminato i dettagli molecolari di questo processo per anni. Il loro lavoro ha dato la comprensione a tutti gli scienziati, dalla prima evoluzione di possibili bersagli per lo sviluppo di farmaci in futuro.
Nel corso del tempo ciò che è emerso come il quadro di questo processo comporta fondamentalmente tre attori molecolari: un tRNA, un amminoacido e il-tRNA sintetasi enzima che li riunisce. Una molecola chiamata ATP quarto è una forma microscopica di carburante che viene consumata nel processo.
Il nuovo lavoro mostra che alofuginone ottiene la sua potenza interferendo con l’enzima tRNA sintetasi che attribuisce l’aminoacido prolina al tRNA appropriata. Si fa bloccando il sito attivo dell’enzima in cui sia il tRNA e l’amminoacido si uniscono, con ogni mezzo di alofuginone bloccare una parte o l’altra.
È interessante notare, ha detto Schimmel, ATP è necessario anche per il alofuginone per legare. Nulla di simile è mai stato visto prima in biochimica.
“Questo è un notevole esempio in cui un substrato di un enzima (ATP) cattura un inibitore dell’enzima stesso, in modo da avere un enzima-substrato-inibitore”, ha detto Schimmel.
L’articolo, “ATP-Directed Cattura di Bioactive-Based Medicine a base di erbe per i diritti dell’uomo tRNA sintetasi, ” di Huihao Zhou, Litao Sole, Xiang-Yang Lei e Paul Schimmel è stato pubblicato sulla rivista Nature il 23 dicembre 2012.
Questo lavoro è stato sostenuto dal National Institutes of Health di sovvenzioni e da una borsa di studio della Fondazione Nazionale per la Ricerca sul Cancro.
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In Italia dai 4085 morti nel 1922 si era passati ai 3588 nel 1925.
Le bonifiche delle paludi vadesi e degli acquitrini costieri avevano portato a una drastica riduzione dei focolai, ma non alla completa scomparsa della malaria, che era stata ormai debellata in tutta l’Europa civilizzata, ma in Italia la bonifica doveva ancora essere completata. Ancora nel 1939, benché il chinino fosse noto da almeno due secoli come specifico per la cura della malaria, si pretendeva di combattere la malattia con la “Smalarina”, la terapia senza chinino, secondo un avviso pubblicitario in voga quell’anno….
Facendo una piccola ricerca su mcs e trattamenti antimalarici…abbiamo notato che moltissime persone che oggi si ammalano sono originarie delle terre dove la malaria era endemica, in particolare cercando le correlazioni su un farmaco antimalaria a base di sali di mercurio e antimonio, usato in Italia attorno alla 1° Guerra Mondiale ed ai tempi del Fascismo, la smalarina o “metodo cremonese”, che fu sperimentato su campioni di popolazione e sui soldati della guerra in Etiopia…le coincidenze sono davvero tante !
Oggi, la malaria e’ una delle tante malattie che, pur essendo latenti nel terreno (i liquidi del corpo) di certi individui, specie quelli vaccinati, se questi non si recano ai tropici, e non mangiano e /o bevono cibi inquinati da parassiti, non la somatizzano.
Quando questi si recano ai tropici, ove la temperatura e’ elevata, il sole e’ forte, l’organismo cerca di eliminare dal suo terreno, cio’ che e’ latente e patologico e lo stato febbrile e’ proprio il sintomo di conferma che l’organismo sta tentando di eliminare l’intossicazione + infiammazione latente, ma non manifestata ove egli risiede normalmente.
Occorre in questi casi fornire al malato oltre ai liquidi necessari una particolare tisana che gli sciamani conoscono da centinaia di anni e che gli occidentali NON conoscono, (qui segnalata) che oltre a guarirli, li immunizza dai parassiti, perche’ elimina anche le uova di essi.
La zanzara non e’ la responsabile (causa) della malaria, come ci raccontano i medici legati a Big Pharma…, ma lo e’ la predisposizione del terreno fisiologico del soggetti, la prova ?: in Africa, tutti quelli che vi si recano vengono punti dalle zanzare, ma pochissimi e raramente alcuni si ammalano di malaria…come mai ? e’ la prova che solo i soggetti con Terreno predisposto (gia’ ammalato, specie nell’intestino e soprattutto se vaccinati, quindi immunodepressi) puo’ ammalarsi di malaria e non perche’ e’ stato punto dalla zanzara, ma perche’ la temperatura alta del luogo, l’aria ionizzata in un certo modo, il sole con i suoi raggi, mettono in moto il meccanismo di eliminazione delle tossine e delle infiammazioni che escono dall’organismo, con le forti febbri della malaria – Questo e’ cio’ che insegna la Medicina naturale.
Malaria e Vaccini
Al contrario…..l’OMS (finanziata dalle case farmaceutiche…) consiglia vivamente di vaccinarsi per la malaria….per tutti coloro che si recano anche nella savana…
Ma chi lo ha detto che la zona a maggiore rischio e’ la savana. Nella savana si vedono molto meno zanzare che in zona costiera. La zanzara sta nelle zone umide e calde..e in savana questo clima e’ assolutamente molto ma molto minore che in costa.
Preoccupatevi al limite di stare in costa….e non in savana. Se andate solo in savana…allora sfatiamo il “mito fasullo”, dichiarato solo per incutere paura in modo che i soggetti si vaccinino, questo “mito” e’ insegnato dall’OMS, la quale afferma che la savana e’ la “casa della zanzara“.
Siccome tutto cio’ che afferma l’OMS viene sempre studiato a “tavolino“, senza un’ombra di prova e dimostrazione scientifica, e’ chiaro che ad un occhio attento, le bufale della OMS (madre di santa sanita’…palcoscenico della vera mafia del mondo…) divengono subito evidenti.
Un’altro consiglio:
Questo e’ il metodo che insegnano i medici volontari che si recano in Africa (perche’ da “buoni medici” non conoscono il ns definitivo rimedio), ogni mattina per tutto il periodo che sto in Africa, assumo una pastiglia di Vitamina B6, tale vitamina fa emanare al corpo umano un odore sgradevole che agli insetti, zanzare comprese da molto fastidio, di conseguenza si tengono abbastanza lontani; l’odore lo sentono solo gli insetti, agli esseri umani non è percettibile.
Ma per rinforzare il sistema immunitario e rimanere immuni dalla malaria, con la Medicina Naturale, lo ricordiamo che abbiamo messo a punto un “rimedio” (capsule) a base di erbe africane di cui abbiamo l’estratto che liofilizzato ed incapsulato permette a chi le assume di rimanere immuni dalla malaria.
Abbiamo anche tutte le dimostrazioni medico-cliniche e quindi scientifiche, le quali confermano questi risultati.
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Ecco il Quinto agente infettivo della malaria – 19/03/2010
Plasmodium knowlesi può essere aggiunto a buon diritto alla lista dei quattro, finora ben noti, parassiti malarici umani, lista che comprende P. vivax, P. ovale, P. malariae, e P. falciparum, risultando quindi il quinto potenziale agente eziologico di malaria nell’uomo. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Recenti Progressi in Medicina.
I ricercatori della Divisione Malattie Infettive del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna Sergio Sabbatani, Sirio Fiorino e Roberto Manfredi hanno focalizzato la loro attenzione sulla specie emergente denominata Plasmodium knowlesi, di cui è stato recentemente sequenziato il genoma.
Sulla base di una disamina della letteratura internazionale, focolai di infezioni attribuibili a quest’ultima specie di plasmodio sono stati identificati nello scorso decennio in Malesia, ed in particolare negli stati di Sarawak e di Sabah (Borneo Malese), nella regione di Pahang (Malesia peninsulare), nonché in altre regioni del Sud-Est Asiatico. Avvertono gli autori: “Negli anni a venire, diventerà rapidamente indispensabile estendere la rete di sorveglianza e stabilire un maggior controllo epidemiologico. Parallelamente agli studi epidemiologici ed ai risvolti a carico delle politiche di Sanità Pubblica, si renderà necessario tracciare un più accurato quadro delle caratteristiche cliniche della malattia da P. knowlesi, poiché dati preliminari ne indicano un’incrementata severità, associata ad un grado più elevato di parassitemia4, probabilmente secondari anche al progressivo aumento del numero dei “passaggi” interumani di questa specie emergente di plasmodio della malaria”.
Fonte: Sabbatani S, Fiorino S, Manfredi R. L’emergere e la diffusione del quinto plasmodio della malaria patogeno per l’uomo: Plasmodium knowlesi. Recenti Prog Med 2010; 101: 64-65.
Commento NdR: ma questi medici “ricercatori” non capiscono, ne’ si rendono conto del perche’ questi “agenti patogeni” possono insediarsi in un organismo e proliferare ? .. semplice per il fatto che il Terreno fisiologico corporeo e’ a loro favorevole, mentre negli altri organismi con terreno salubre, NON si ammalano, pur avendo contatto con questi falsamente chiamati “agenti patogeni” !
La molecola che nasconde la malaria – PfEMP1 aiuta il parassita a sfuggire al sistema immunitario – Feb. 2012
Un team internazionale di scienziati ha scoperto una molecola chiave che aiuta il parassita della malaria a sfuggire al sistema immunitario del corpo umano. I risultati dello studio, in parte finanziati dal progetto sostenuto dall’Unione Europea EVIMALAR e presentati sulla rivista Cell Host & Microbe, potrebbero fornire nuove informazioni su come il parassita che provoca la malattia riesca a sfuggire alle difese costruite dal sistema immunitario.
Coordinati dal Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research con sede in Australia, i ricercatori provenienti da Australia, Giappone, Paesi Bassi e Regno Unito hanno scoperto che questa molecola è alla base del “mantello dell’invisibilità” usato dal parassita per nascondersi dal meccanismo di difesa del corpo. La molecola aiuta anche la prole del parassita a “produrre” il mantello.
Il professor Alan Cowman della Divisione infezioni e immunità del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research e il suo team hanno individuato la molecola che controlla l’espressione genetica del PfEMP1 (proteina-1 di membrana dell’eritrocita di Plasmodium falciparum), una delle proteine corrresponsabili della malattia.
“La molecola che abbiamo scoperto, chiamata PfSET10, ha un ruolo importante nel controllo genetico della PfEMP1, una proteina essenziale del parassita che esso usa durante specifiche fasi del suo sviluppo per sopravvivere”, spiega uno degli autori dello studio, il professor Cowman. “È la prima proteina scoperta in quello che chiamiamo il sito “attivo”, dove avviene il controllo dei geni che producono la PfEMP1. Conoscere i geni coinvolti nella produzione della PfEMP1 è fondamentale per capire come questo parassita sfugge alle difese usate contro di esso dal nostro sistema immunitario”.
L’infezione della malaria viene aggravata dalla PfEMP1 in due modi: in primo luogo, la PfEMP1 permette al parassita di attaccarsi alle cellule del rivestimento interno dei vasi sanguigni, e inoltre facilita il viaggio del parassita durante la sua fuga dalla distruzione.
Per quanto riguarda il primo fattore, attaccandosi alle cellule, le cellule infette non possono essere eliminate dal corpo.
Per quanto riguarda il secondo fattore, il codice genetico della proteina PfEMP1 è modificato, il che permette ad alcuni dei parassiti di passare inosservati. Tutto questo si può descrivere come un “mantello dell’invisibilità”, che rende difficile per il sistema immunitario scoprire le cellule infettate dal parassita.
Tratto da: italiasalute.it
Commento NdR: Circa 3 miliardi di persone sono a rischio di contrarre la malattia in tutto il mondo”. Oltre 250 milioni di persone contraggono l’infezione della malaria ogni anno. Oltre 650.000 persone nel mondo muoiono a causa di questo grave problema e la maggior parte delle vittime, sono bambini (vaccinati) e per di piu’ con problemi di malnutrizione e di igiene precarie.
Ma cosa e’ che rende precarie le condizioni della popolazione a rischio ? …soprattutto le campagne di vaccinazioni assieme alle condizioni alimentari e quindi di malnutrizione ed igieniche di quelle popolazioni.
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La malaria potrebbe avere i giorni contati. E’ stata infatti messa a punto un nuovo metodo di produzione del farmaco ‘Artemisina’, estratto dalla rarissima erba cinese “Artemisia annua” usata da piu’ di 2 mila anni.
Fino ad oggi la produzione di questo farmaco e’ stata molto lenta e costosa perche’ prevedeva l’essicazione di foglie e fiori di questa pianta.
Adesso, invece, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Indipendent, grazie all’innovativa tecnica realizzata da un gruppo di ricercatori dell’Universita’ della California, sarebbe possibile produrre il farmaco a basso costo e in quantita’ superiori.
Il nuovo metodo di produzione si basa sulla cosiddetta “biologia sintetica”, un procedimento in base al quale i microbi geneticamente modificati con l’impianto di cromosomi artificiali vengono lasciati crescere in enormi vasche di fermentazione.
Se si riuscisse a produrre quantita’ sufficienti di farmaco in un singolo “bioreattore”, il dispositivo che si occupa della fermentazione, nel giro di due anni sarebbe possibile sopperire alla necessita’ di milioni di persone a un decimo del costo dei farmaci attualmente in uso.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno modificato geneticamente il lievito Saccharomyces cerevisiae, inserendo nel suo Dna alcuni geni della Artemisia annua. In questo modo il lievito e’ in grado di produrre l’acido artemisinico, precursore del principio attivo del farmaco, ottenibile a questo punto per sintesi chimica dall’acido.
La societa’ francese Sanofi aventis sta ora partecipando alla costruzione di un “bioreattore” in Europa, che dovrebbe esser pronto entro il 2010, in grado di produrre una quantita’ di farmaco sufficiente a trattare 500 milioni di persone all’anno.
(AGI) – Londra, 5 Giu. 2008
Commento NdR: Arrivano tardi, noi abbiamo gia’ messo a punto il rimedio definitivo.
Questo metodo lo si conosceva gia’ e gia’ si curavano la malaria con un mix di decotti di questa ed altre piante. E’ assolutamente inutile modificare geneticamente i batteri per produrre il farmaco, basta utilizzare il decotto d’erbe che da centinaia d’anni, forse migliaia di anni, la medicina cinese ed africana usano per questa ed altre malattie in certe zone di quei paesi, inoltre aggiungendo determinate erbe si curano anche altre malattie.
La tisana la conoscono solo i sciamano–stregoni i quali la mantengono in “esclusiva” per mantenere il loro potere e quindi e’ poco nota; solo recentemente unno di questi stregoni africani, ci ha fornito la formula della preparazione della tisana e stiamo lavorando per poterla produrre commercialmente.
E’ importante ricordare che non esiste nessuna profilassi farmacologica che offre una protezione.
Tutti i farmaci in commercio anche per questa malattia, hanno effetti collaterali di vario grado che ne diminuiscono la tolleranza e di conseguenza riducono la aderenza al trattamento.
Non solo, questi ramaci, pare inducano la regressione (non l’eliminazione della malattia) la quale puntualmente ritorna sempre ciclicamente.
I farmaci antimalarici, inoltre, sono specialmente controindicati, soprattutto nei bambini piccoli e nelle donne in gravidanza….
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Vaccinazione per la malaria: Nuovo vaccino RTS,S/AS02D per i bambini
Giovedì 14 Maggio 2009 – Il vaccino per la malaria RTS,S/AS è stato sviluppato per essere distribuito attraverso un programma dell’Organizzazione mondiale della sanità: il World Health Organization’s Expanded Program on Immunization ( EPI ).
È stata valutata la possibilità di integrare il vaccino nei protocolli EPI standard destinati ai bambini.
Nella fase 2B di uno studio in doppio cieco e controllato, portato a termine presso un unico centro a Bagamoyo, in Tanzania, 340 bambini arruolati sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 3 dosi del vaccino RTS,S/AS02D o il vaccino contro l’epatite B a 8, 12 e 16 settimane dalla nascita.
A tutti i bambini è stato anche somministrato un vaccino contenente i tossoidi della difterite e del tetano, un vaccino per la pertosse a cellula intera e un vaccino coniugato per l’Haemophilus influenzae di tipo b ( DTPw/Hib ).
Gli obiettivi erano la manifestazione di eventi avversi durante un periodo di osservazione di 9 mesi e una dimostrazione di non-inferiorità delle risposte ai vaccini EPI ( DTPw/Hib e antigene di superficie dell’epatite B ) in seguito alla co-somministrazione con il vaccino RTS,S/AS02D, rispetto al vaccino per l’epatite B.
In 31 bambini su 170 sono stati riscontrati casi di eventi GRAVI; quei bambini avevano ricevuto il vaccino RTS,S/AS02D (18.2%) e 42 casi GRAVI su 170 bambini vaccinati con il vaccino anche per l’epatite B (24.7%).
Commento NdR: Follia totale della medicina ufficiale, serva dei produttori dei vaccini…..NOI abbiamo sconfitto la malaria (vedi sopra)
Malaria: sperimentato vaccino sui bambini – Dic. 2009 – Un vaccino è stato testato 214 piccolissimi in Mozambico. Forse in commercio nel 2012
Un’epidemia dimenticata: così Bill Gates definiva la malaria, regalando al contempo (attraverso la fondazione Gates) 258,3 milioni di dollari per questa causa. Della cifra stratosferica ben 107 milioni di dollari erano indirizzati proprio alla ricerca sui vaccini. Come riporta infatti il New York Times la sperimentazione clinica sui vaccini è in stato avanzato e il più spinto è il Mosquirix, messo a punto dalla GlaxoSmithKline.
La notizia è che il rischio di contrarre la malattia con questo vaccino, e’ del 35-40%, con una ipotetica “protezione” del 45%…A cosa serve ? a far arricchire l’azienda produttrice, e ad ammalare quei bambini nel tempo di malattie ben piu’ gravi…un consiglio a questi falsificatori, meglio fornirgli le zanzariere…costa meno ed e’ piu’ efficace, perche’ le tossine che gli insetti possono introdurre nel sangue di soggetti con malattie latenti, possono far scatenare le crisi di eliminazione, che vengono scambiate per “malattie” !
…ma la medicina ufficiale imperante e’ incapace a sanare e promuove…:
Zanzare modificate geneticamente per la malaria – Feb. 2011
Gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno modificato geneticamente centinaia di zanzare per renderle resistenti alla malaria. L’esperimento, coordinato dall’italiano Andrea Crisanti, rientra nella nuova strategia delle Nazioni Unite finalizzata a tentare di debellare una piaga che ogni anno uccide circa 3 milioni di persone nel mondo, la maggioranza delle quali sono bambini nell’area dell’Africa sub-sahariana, i quali vengono regolarmente vaccinati dall’OMS e quindi immunodepressi…