MEDICINA ANTICA ORIENTALE, deve essere INTEGRATA in quella Occidentale.
La riflessione sulle Tradizioni Mediche,( Zhong Yi Gejiaxue ) evidenziano sempre più la necessità dell’integrazione tra la Medicina Occidentale moderna e la Tradizione medica orientale antica. (Zhong Guo Yixueshi)
Questa necessità di integrazione (Zhong Xiyi Jiehe), e’ ritenuta un evento cruciale per lo sviluppo (Fazhan) sia della Medicina Orientale (Zhong Yi) che della Medicina Occidentale (Xi Yi).
Secondo recenti statistiche mondiali le cure mediche “non convenzionali” hanno una crescente diffusione mondiale.
Italy: Nel Maggio 2001 l’ISTAT ha evidenziato come in Italia vi siano nove milioni di cittadini che si rivolgono a questo tipo di cure, tale cifra e’ raddoppiata dal 1991. Nel 2013 sono arrivati a 14-15 milioni….
Alcune di queste tecniche mediche (ancora troppo poche) sono oggi insegnate all’Università ed utilizzate correntemente in alcuni egli ospedali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO, Word Health Organization) ha formulato le linee guida per l’utilizzo di alcuni trattamenti nel Traditional Medicine Programme, coordinato dalla dottoressa Zhang.
La Medicina Integrata utilizza le tecniche più appropriate e rigorose di controllo statistico e clinico, secondo i principi ed i criteri ufficialmente ritenuti validi dalla Evidence Based Medicine.
vedi: Medicina Alternativa + Yin e Yang
Come ha scritto e ci ricorda il filosofo Umberto Galimberti, prima di Ippocrate chi erano i medici se non i sacerdoti ?
Ma se è vero che la scienza poi si e’ distaccata dalla religione, non e’ detto che questo avvenga nella mente dei pazienti.
Il malato investe il terapeuta ed il medico di una dimensione sacrale. Quando è sul letto soffrente o morente gli chiede ancora di salvarlo. Eppure è indispensabile un cambiamento nella cultura dei medici e della sanita’ mondiale, per recuperare paradossalmente, il suo spirito originario. Duemila anni fa il medico si occupava dell´insieme della persona.
Oggi, e negli anni a venire, non potrà che ritornare ad essere così.
vedi: Giuramento di Ippocrate
Tra la fine del XVII° secolo e gli inizi del XIX° secolo si è sviluppata in Europa una corrente del Pensiero Medico, che, sull’onda dei grandi trattati di Medicina Cinese dei Padri Gesuiti Cleyer e Boym, ha generato una particolare forma di Medicina Integrata basata su una fisiologia che univa la teoria degli umori di derivazione ippocratico-galenica e la teoria dei canali energetici propria della Medicina Cinese.
La cerniera tra i due sistemi medici è stata senz’altro la identificazione della teoria degli “spiriti animali” o “spiriti vitali” della tradizione galenica con la teoria cinese del “Qi”.
L’integrazione tra i due principali sistemi tradizionali di Medicina Naturale non si è limitata ad un mero dibattito accademico sulla fisiologia energetica del corpo umano, ma ha portato all’ampio utilizzo di pratiche diagnostiche e terapeutiche della Medicina Cinese all’interno della Medicina Umorale Occidentale del XVIII° secolo.
La Medicina Tradizionale Integrata è diventata però un vero e proprio sistema medico autonomo solo con la figura del Dott. John Floyer vissuto a cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo.
Egli ha gettato un vero e proprio ponte tra Occidente ed Oriente e ha puntato a creare una Medicina Integrata, che raccogliesse il meglio della Tradizione Medica Ippocratico-Galenica e della Tradizione Medica Cinese, la quale aveva impressionato i Medici del XVII° secolo soprattutto perché conosceva la Circolazione del Sangue da molti secoli, ben prima che comparisse sul Palcoscenico della Storia il Dott. Harvey.
Floyer ha creato dunque un nuovo sistema di Medicina Naturale, del tutto attuale, in cui coesistono la Teoria degli Umori di derivazione galenica, la teoria della Circolazione del Sangue messa a punto da Harvey e dai Cinesi, l’affascinante Sfigmologia della Medicina Tradizionale Cinese, e il suo nuovo metodo di diagnosi e cura delle malattie basato sullo studio della frequenza cardiaca, che lo ha proiettato nella Storia come uno dei Padri della Medicina Moderna.
Innovazione e Tradizione: questi sono i presupposti del Sistema Medico di John Floyer, che scrive le sue opere in lingua volgare, non in latino, perché esse abbiano la massima diffusione anche tra le persone di media cultura, in modo che possano apprendere un metodo sano e naturale per controllare la propria salute soprattutto grazie ad una dieta appropriata e all’uso razionale dei bagni.
Bibliografia:
Townsend, G. L. ‘Sir John Floyer (1649-1734) and his study of pulse and respiration’. Journal of the History of Medicine and Allied Sciences, 22 (1967), 286-316. Publisher: Oxford University Press. ISSN 00225045. ISSN (electronic) 14684373.
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Verso una Medicina Sistemica
Dall’emozione al sintomo: un approccio olistico alla persona, la medicina sistemica e’ cosi’ chiamata perché pone la massima attenzione all’interconnessione sempre esistente tra aspetti psichici e fisici nel determinare l’insorgenza della malattia e della sofferenza, di fatto e’ un altro nome della Medicina naturale.
vedi i Cenni storici della: Medicina Cinese
La Medicina Omeosinergetica cura le cause delle malattie con farmaci e consapevolezza – 12/05/09
Marcello Monsellato si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Ferrara, specializzato in Ortopedia e Traumatologia ha svolto l’attività di psicologo e psicoterapeuta presso l’Istituto di Dinamica Comportamentale di cui è stato vicedirettore e responsabile della Sezione Medica. Nel tempo ha ampliato la sua attività professionale grazie allo studio delle medicine bioterapiche, agopunturali e psicoterapeutiche. «Oramai da vent’anni lavoro con la Medicina Omeosinergetica con grandi risultati nelle più svariate patologie, ma soprattutto dove la medicina ortodossa ha delle gravi lacune, nelle patologie croniche, autoimmunitarie, degenerative e in primis quelle neoplastiche. Con questa medicina si va a riattivare il sistema immunitario e il sistema emuntoriale, fondamentali per la pulizia dell’organismo e per le difese dello stesso.
La Medicina Omeosinergetica si propone di riequilibrare l’energia vitale del paziente, per la salute emotiva e del corpo, tramite non solo della somministrazione di rimedi omotossicologici particolarmente formulati, ma soprattutto attraverso l’accettazione di atteggiamenti o comportamenti altrui “simili” (omeo), che sono “armonici” (sin) alla consapevolezza e al “ritrovamento” di se stessi; inoltre si propone di facilitare la presa di coscienza dello Spirito, che dimora in ogni essere umano, come Energia di Vita».
Quali sono le chiavi di lettura della Medicina Omeosinergetica ?
«Offre tre chiavi di lettura necessarie per la comprensione dell’esperienza della malattia, chiavi che si ritrovano all’interno della stessa parola Omeosinergia. Omeos, in greco, vuol dire simile.
La legge del simile è la legge fondamentale della Vita, è la legge che permette gli incontri, il verificarsi delle situazioni, delle evenienze, dei problemi, delle malattie e così via. Il simile attira il simile, nel bene e nel male: ciò che ci piace negli altri è ciò che accettiamo in noi, ciò che rifiutiamo negli altri è ciò che non abbiamo ancora accettato in noi. L’altro pertanto può essere per noi un problema, se ci fermiamo a giudicarlo o valutarlo, diventa per noi un aiuto, un farmaco miracoloso, se lo viviamo come uno specchio di ciò che noi siamo, anche se non ce ne rendiamo conto.
La seconda chiave di lettura: Sun che in greco vuol dire insieme.
Tutto ha un senso, niente viene a caso, ogni situazione ha una sua logica e tutte le esperienze sono un aiuto per conoscerci e poi per decidere se rimanere tali o cambiare per il meglio, per il piacere, per la gioia.
Infine, l’ultima chiave è la parola Energia. Tutto è energia e la materia non è altro che energia raddensata, congelata, appesantita. L’energia è l’essenza della vita e nerappresenta l’intelaiatura, la struttura. Nella realtà fisica tutto è vibrazione: ciò che chiamiamo vita è pura energia. Tale energia vibra costantemente, muovendosi in onde, le onde vibrano a velocità diverse, producendo diversi gradi di densità, ciò a sua volta genera quelli che noi definiremmo “effetti” diversi nel mondo fisico: cioè oggetti differenti tra loro».
Questo tipo di medicina quali prospettive apre ?
«Le prospettive sono enormi in quanto si va alle vere cause per cui si manifesta un sintomo o malattia. È una vera medicina delle cause e pertanto solo così si può guarire radicalmente e definitivamente. Con la medicina “ortodossa” si curano i sintomi o malattie che sono solo epifenomeni, effetti ultimi di un percorso nato a monte e che ha un suo modo di esprimersi nel conflitto, nello stress».
«Come agisce ?
«In due modi. Il primo è farmacologico. I farmaci omeosinergetici sono particolari e unici in quanto sono stati creati attraverso il test kinesiologico omeosinergetico. Presupposto di base è che nell’organismo umano c’è tutto quello che ci serve, tutto è stato memorizzato. Anche se noi a livello di memoria abbiamo rimosso un’esperienza, il nostro organismo l’ha registrata, per cui basta metterlo in condizioni di poter parlare con noi per farla rivivere. Il secondo implica la consapevolezza. La malattia, a prima vista, è un processo passivo, in quanto sembra quasi che arrivi a caso e pertanto non ci sentiamo responsabili. La consapevolezza è un processo attivo, e quindi ci fa partecipi in diretta della nostra vita, completamente responsabili. Il test ci fa passare dalla non responsabilità alla responsabilità e grazie ai rimedi omeosinergetici si passa dalla sofferenza alla consapevolezza delle cause dei problemi patologici che l’essere umano patisce e che sono relativi a un passato irrisolto. In tal senso, la medicina omeosinergetica tende a rendere consapevoli (sane) persone inconsapevoli (malate)».
Qual è l’obiettivo di questa medicina “psicospirituale”?
«La Medicina Omeosinergetica da una parte valorizza l’aspetto biochimico e clinico del paziente: mediante l’uso di farmaci complessi, essa agisce su sindromi cliniche ben definite ma secondo un concetto squisitamente omotossicologico di malattia. L’episodio malattia che viene curato viene sempre visto in un ambito dinamico come parte integrante e indissolubile della patobiografia del paziente e l’obiettivo è riequilibrare le capacità reattive e vitali del soggetto.
Dall’altra valorizza l’aspetto psicologico-comportamentale del paziente, riconoscendogli una “anima” e un “cuore” di cui la malattia o il sintomo non sono altro che l’epifenomeno. Da questo punto di vista la malattia è solo una spia di una disarmonia animica interiore».
Tratto da: libero-news.it