Le infezioni (micosi) del tratto digerente da Candida che sempre sono all’origine della proliferazione fungina nell’organismo possono provocare sintomi diversi. Alcuni di questi sintomi sono così tipici che dovrebbero dar luogo ad una diagnosi di esclusione.
Ciò vale per il singolo sintomo, quando non si trova alcuna spiegazione e anche per la combinazione di due o più sintomi.
Ci auguriamo che il sospetto di una infezione fungina del tratto digerente venga integrato nella diagnostica medica di routine:
le analisi sono semplici e non invasive, la percentuale di successo è elevata e per la terapia vi sono a disposizione dei prodotti sicuri ed efficaci sempre che la terapia segua il Protocollo della Salute
Prima di continuare, vi invito a leggere con attenzione questa pagina che spiega e cita il sistema immunitario in situazione di Anergia
Ecco il meccanismo del passaggio dei batteri (microbiota) dalla madre al neonato, con la nascita attraverso il canale uterino, immunizzando il piccolo appena nato !
Sintomi tipici
Il sintomo principale è l’alterata qualità delle feci. Spesso i pazienti descrivono delle feci molli, appiccicose, sformate e puzzolenti.
Vengono però segnalate anche diarrea e costipazione. Ai sintomi tipici appartiene anche la Sindrome di Roemheld.
L’iperflatulenza del tratto gastrointestinale dovuta ai lieviti che producono gas spinge il diaframma nel torace. Questo provoca il respiro corto e disturbi cardiaci, extrasistole e perfino attacchi di angina-pectoris.
Si pensa troppo raramente alla possibilità di una infezione da fungo come causa di questo ed altri disturbi.
Anche un notevole prurito perianale che si rafforza con il calore può accompagnare un’infezione da Candida del tratto digerente.
Una macerazione perianale ben delimitata caratterizza questo quadro clinico. Si deve osservare l’eventuale presenza di ragadi e di squame in quanto il processo può propagarsi ai glutei. I dolori anali possono essere predisponenti e portare all’eczematizzazione.
Troppo spesso viene esclusa un’infezione da Candida e troppo spesso vengono somministrati corticoidi che favoriscono ulteriormente l’infezione anzichè eliminarla.
L’uso di antibiotici aggrava i vari sintomi in quanto i funghi si “nutrono” con gli antibiotici.
(NdR: L’utilizzo degli antimicotici non risolve il problema in quanto appena i prodotti raggiungono il tessuto colonizzato, i funghi che sono sempre sulle superfici si ritraggono all’interno dei tessuti ed attendono che termini l’INQUINAMENTO del tessuto con l’antimicotico, per riapparire di nuovo e con maggior forza, sia in loco sia lungo altri canali di colonizzazione).
Una serie di pazienti si lamenta di esagerati attacchi di fame, soprattutto per quanto riguarda zuccheri e carboidrati. In questi pazienti si rilevano spesso delle condizioni ipoglicemiche non spiegabili clinicamente. A volte tali soggetti hanno già effettuato uno o più esami per escludere il diabete, prima che un campione di feci positivo indichi la giusta direzione.
Gli attacchi di fame scompaiono già nei primi giorni di terapia, mentre il meccanismo patogenetico non viene ancora spiegato.
Vi sono delle speculazioni circa il fatto che i tipi di funghi, in particolare nella fase di micelio, possono intervenire direttamente nel metabolismo dei carboidrati.
Anche l’intolleranza all’alcool può essere un sintomo.
I pazienti reagiscono al consumo di alcool con disturbi non specifici, a volte persino con neuropatie periferiche.
Le specie di Candida possono far fermentare i carboidrati in alcool nell’intestino e produrre così alcool fuselolo dannoso.
Oltre all’alcool etilico si forma anche alcool metilico e fuseloli come alcool amilico e isoamilico.
Queste fermentazioni sono note come: “fermentazioni sporche”.
Transaminasi alte e fegato grasso possono essere il risultato di una fermentazione patologica con micosi intestinale. Spesso tali pazienti sono stati classificati come “alcolisti”, anche se essi in realtà non assumevano alcool.
Un’importante indicazione di infestazione fungina nel tratto digerente viene dato anche dalle micosi recidive dei genitali, la micosi vaginale con la Balanitis Candidosa. In questo caso è necessario includere anche il partner nell’anamnesi in quanto vi può essere un effetto “ping-pong” per cui l’infezione viene costantemente scambiata per contatto sessuale.
Altre importanti indicazioni di una micosi del tratto digerente possono essere date da una permanente carenza di flora batterica (disbiosi) e di ferro o zinco.
Nei neonati e nei bambini le coliche addominali e le dermatiti da pannolino sono i sintomi principali. La citazione che “ogni bambino ha il diritto ad una nascita senza funghi” non ha perso niente della sua attualità bensì la sua conseguente trasformazione tramite un trattamento antimicotico adatto pre-parto potrebbe facilitare la venuta al mondo per alcuni bambini.
I neonati con infezioni fungine vengono infettati a livello peripartale nel canale del parto. Nelle prime settimane di vita le specie di Candida nei neonati o nei prematuri sono da considerarsi come germi patogeni a causa dell’immunità cellulare non ancora sviluppata completamente. La molteplicità dei sintomi pone naturalmente il ricercatore di fronte a un dilemma diagnostico.
Innanzitutto bisogna stabilire che non ogni sindrome non chiara è automaticamente una micosi. Ma se subentrano contemporaneamente due o più dei sintomi citati, il medico dovrebbe essere tenuto ad escludere la possibilità di un’infezione fungina dell’intestino.
Quanti più sintomi si manifestano allo stesso momento, maggiore sarà la probabilità di un’infezione da Candida del tratto digerente.
Si possono osservare altri sintomi meno specifici ma che devono dar luogo ad una diagnosi corrispondente se si manifestano in combinazione con altri criteri principali o collaterali. A questi appartengono diverse efflorescenze cutanee che possono accompagnare un’infezione fungina.
Si possono riassumere nel concetto generale di Candide.
Le candidi si manifestano come efflorescenze vescicolari, papulo-squamose o simili a eritema-nodoso, da considerarsi come reazione cutanea allergica-iperergica ad un’infestazione fungina. Si possono anche manifestare come sottili squame lungo le sopracciglia.
Ma anche una pseudoacne o manifestazioni psoriasiformi possono accompagnare un’infezione fungina.
Alcuni pazienti si lamentano di stanchezza cronica, che in caso di reperto positivo e successiva terapia scompare già dopo pochi giorni.
Il sovrappeso può essere una conseguenza dei costanti attacchi di fame. Sia la diarrea che la stitichezza cronica possono accompagnare una infezione da fungo.
Le artriti e le mialgie possono essere ricondotte ad una micosi del tratto digerente. Queste rappresentano una reazione agli immunocomplessi. Un’artrite può anche essere, la conseguenza diretta di una sepsi fungina.
Anche le infiammazioni croniche delle vie urinarie in cui la prova batterica è sempre negativa dovrebbero far pensare al fungo come causa.
Le specie di Candida possono insediarsi sia nelle vie urinarie, sia tramite diffusione ematogena di un focolaio nell’intestino o arrivare agli organi interni e quindi scatenare infezioni che naturalmente non scompaiono con il trattamento antibatterico. Le intolleranze alimentari sono maggiori nei pazienti con micosi del tratto digerente.
Un’elevata permeabilità della parete intestinale con entrata di componenti alimentari che agiscono come antigeni è spesso sospettata, ma non dimostrata.
FATTORI di RISCHIO per una Infiammazione
Terapia antibiotica antibatterica
Gli antibiotici che agiscono a livello antibatterico danneggiano la flora eubiotica del tratto digerente.
Questo facilita l’insediamento delle specie di Candida che si nutri proprio di antibiotici, infatti la usano per distruggere i residui di antibioti…..
Le analisi sperimentali portano alla conclusione che vi sia un “fenomeno di balia” tra i lieviti e i ceppi patogeni di E.Coli che non sono fisiologicamente presenti nell’intestino crasso.
Da questo ne deriva l’esigenza di considerare la flora intestinale dopo terapia antibatterica e di ripristinarla con una corrispondente introduzione di lattobacilli appropriati ed in grado di riprodursi.
IMPORTANTE: Diviene quindi INDISPENSABILE (per TUTTE le malattie), la loro assunzione periodica, senza dimenticare le altre tecniche naturali collaterali (alimentazione appropriata ed altri integratori tipo micro diete), riordinare enzimi e flora batterica con appositi preparati (capsule) multi batterici a base di ceppi di fermenti vivi, cioe’ micro organismi simbiotico residenti (autoctoni) non preparati su basi derivate dal latte:
Per l’elenco dei principali batteri utili per l’intestino, vedi: Batteri autoctoni
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
Trattamento immunosoppressivo
Il trattamento con corticosteroidi facilita l’insorgenza di un’infezione fungina tramite la diminuzione della risposta immunitaria.
La Candidosi orale negli asmatici è un esempio tipico dell’elevata incidenza di infezioni fungine nella terapia a base di corticoidi.
I pazienti soggetti a lunghi trattamenti sono da considerare come pazienti a rischio di infezioni fungine.
Dato che queste rappresentano un ulteriore carico per i pazienti, è necessario inserire nei controlli di routine anche la regolare esclusione di eventuali micosi. Lo stesso vale per ogni altra terapia immunosoppressiva.
Anche nei pazienti con difetti delle cellule T vi sono sempre infezioni fungine (aids)
Alimentazione ricca di zuccheri e povera di fibre.
Un’alimentazione ricca di zuccheri e povera di fibre favorisce direttamente e notevolmente le micosi del tratto digerente in quanto rappresenta l’ideale rifornimento di energia per i funghi.
Farmaci che bloccano l’ovulazione
Probabilmente è l’aumentata offerta di glicogeni durante la gravidanza che facilita il progredire di infezioni fungine.
Un simile effetto viene prodotto dai farmaci che bloccano l’ovulazione ma e soprattutto lo ricordiamo dagli antibiotici.
Un terzo di tutte le donne manifesta prima del parto un’infestazione da lieviti dei genitali che non in tutti i casi si esprime con dei sintomi.
Il 68% delle donne infette trasmettono i germi al neonato
Malattie con elevato rischio di infezioni fungine
Alcune malattie croniche comportano un elevato rischio di infezioni fungine. A queste appartengono soprattutto il Diabete mellito.
Favoriscono le infezioni fungine i deficit di cellule T, leucemie e altre gravi malattie con ridotte difese immunitarie.
Altri rapporti tra malattie croniche e infezioni fungine sono indicati qui di seguito.
Altri fattori di rischio e fonti di infezione
Gli animali domestici (ad es. gatti, cani, uccellini) sono spesso fonte di infezioni fungine. Il comportamento scorretto nei confronti degli animali favorisce il passaggio dell’agente patogeno dall’animale all’uomo.
Mentre il cane e il gatto trasmettono solitamente funghi, gli uccelli sono una riserva per le specie di aspergillus e cryptococchi.
Le infezioni derivanti dal partner sono fonte di infezione e soprattutto una possibile causa di recidive particolarmente resistenti. Il partner infetto può essere completamente privo di sintomi.
Per la trasmissione è sufficiente anche un bicchiere usato e non solo il contatto intimo. Una riserva di funghi può essere anche la prostata.
Il mangiarsi le unghie può favorire le infezioni da Candida Parapsilosis. Questo fungo si trova solitamente nelle micosi della pelle e delle unghie. Anche se si trova più raramente nelle micosi delle membrane, si trova al secondo posto degli agenti patogeni di setticemie da funghi.
Lavaggi intimi, protesi dentali e altri materiali artificiali nella cavità orale, come pure spazzolini da denti che vengono cambiati poco, possono essere potenziali fonti di infezione, come anche le colture autoprodotte ad es. di Candida/Kefir.
Non raramente queste sono parassitate da germi che proliferano a dismisura come Candida Albicans.
Fattori di rischio e persone ad elevato rischio di malattia
MALATTIE CON RISCHIO ELEVATO:
– malattie infettive batteriche
– diabete mellito
– malattie ormonali
– malattie ematiche
– deficit immunitari
– tumori
CURE CON:
– antibiotici
– immunosoppressori
– corticosteroidi
– citostatici
GRUPPI DI PERSONE:
– donne gravide
– prematuri e neonati
– anziani
– soggetti che dedicano scarsa attenzione all’igiene del corpo (alcolisti o altri soggetti dipendenti)
Lavaggio e Idro-colon-terapia
– All’inizio di una terapia antimicotica può essere utile un lavaggio come quelli effettuati prima di interventi endoscopici od operatori con appositi basicizzanti da introdurre nell’acqua utilizzando il lavaggio intestinale (clistere.
Il lavaggio intestinale porta ad un completo svuotamento dell’intestino e può migliorare la motilità. In questo modo viene facilitata la ricostruzione della flora intestinale fisiologica che deve essere reintegrata per mezzo dell’assunzione di preparati multibatterici più microdiete.
Inoltre, in condizioni favorevoli, il lavaggio può ridurre il numero dei funghi che vivono nell’intestino e quindi ottimizzare le condizioni per la successiva terapia. Un’altra interessante possibilità viene offerta dall’idro-colon-terapia.
Meccanismi di difesa del corpo contro le infezioni fungine
– Un ruolo molto importante nella difesa contro le infezioni fungine viene svolto dai leucociti e dai macrofagi.
Nel tratto respiratorio ad esempio la fagocitosi delle cellule fungine viene effettuata dai leucociti neutrofili e dai macrofagi alveolari. I disturbi di questi meccanismi, dovuti a farmaci o difetti immunitari, possono avere come conseguenza delle infezioni cronico-recidivanti.
Anche i funghi stessi possono danneggiare attivamente la fagocitosi.
Tramite alcuni esperimenti condotti su animali si è osservato che la C. albicans può disturbare la fagocitosi attraverso i macrofagi peritoneali.
I fagociti fagocitano le singole cellule dei funghi sia in organismi già sensibilizzati che non sensibilizzati. In questi ultimi le pseudoife possono crescere rapidamente e distruggere i fagociti.
I soggetti con una elevata tendenza alle infezioni fungine, hanno dei leucociti neutrofili a cui manca un enzima speciale e quindi non possono distruggere la cellula del fungo fagocitata.
Un altro ruolo importante viene svolto dal sistema delle cellule T, in particolare dalle Placche di Peyer nel tratto intestinale.
I pazienti con dei difetti genetici o ereditari della cellula T si ammalano più frequentemente di gravi candidosi.
Non è ancora stato dimostrato se la canditossina interviene in questo caso.
Un’infezione fungina porta di solito alla formazione di anticorpi IgM e IgG, tuttavia questo non avviene sempre.
Le infezioni da C. Krusei o C. Pseudotropicalis non provocano alcun marcato aumento del titolo.
Condizioni per la formazione di un infezione
– La gravità di una micosi da Candida può andare dall’infestazione cutanea o della mucosa, fino ad un insediamento nell’organo e la generalizzazione sistemica. Il presupposto é costituito però da fattori predisponenti. In un tessuto sano con microecologia intatta e buona situazione immunitaria dell’organismo, i funghi non riescono a penetrare. Sono necessari altri fattori di disturbo affinché la micosi possa attaccare il tratto digerente. Queste micosi sono delle infezioni endogene che si sviluppano su un precedente danno.
Oltre alle immunopatie deficitarie, affinché l’infezione fungina possa insediarsi, contribuiscono in particolare i seguenti fattori:
– Terapia antibiotica con lesione della mucosa e/o danno della flora intestinale (anche molto tempo prima)
– Terapia immunosoppressiva, anche con corticoidi
– Alimentazione errata con un eccessivo consumo di zucchero; alimentazione povera di oligoelementi e di fattori vitali
Le tetracicline possono ad esempio danneggiare direttamente a livello tossico l’epitelio della mucosa intestinale.
Da questo gli antibiotici ostacolano non solo la sintesi degli anticorpi ma anche le caratteristiche fagocitarie dei leucociti.
Anche i prodotti di decomposizione dei batteri uccisi dall’antibiotico possono danneggiare l’epitelio.
Un trattamento antibiotico può portare alla formazione di una piccola colonia di funghi che solo più tardi provoca dei sintomi.
Importanza della flora intestinale fisiologica
Gli antibiotici danneggiano soprattutto il delicato equilibrio tra batteri intestinali aerobi ed anaerobi.
I batteri intestinali ricoprono in modo fisiologico la superficie intestinale come un tappeto vivente. Un trattamento con antibiotici ad ampio spettro danneggia questo equilibrio e diminuisce la capacità della flora intestinale di contrapporsi alla colonizzazione dei funghi. L’antagonismo batterico che sussiste normalmente contro l’infestazione fungina viene così ridotto.
Sulla base di queste osservazioni bisogna considerare se, almeno nei pazienti a rischio, non sia il caso di combattere queste complicazioni micotiche indesiderate dopo una terapia antibiotica attraverso una sostituzione probiotica di lattobacilli. In ogni caso si deve trattare una micosi secondaria già formata.
Se non riconosciuta, questa si può cronicizzare e diventare rilevante clinicamente anche dopo alcuni anni, senza che il terapeuta possa far riferimento alla terapia antibiotica effettuata molto tempo prima.
Corticosterodi/Immunosoppressori
I corticosteroidi svolgono un ruolo importante nella formazione delle micosi. La terapia steroidea impedisce la reazione infiammatoria e reprime la reazione di difesa vascolare, proliferativa ed essudativa. Inoltre questi farmaci ostacolano la proliferazione del tessuto connettivo e abbassano il numero di linfociti e leucociti.
– Questo effetto è naturalmente voluto e necessario. Bisogna però rilevare che i pazienti sotto terapia a base di cortisone sono particolarmente minacciati da una complicazione micotica e perciò devono essere controllati regolarmente in questo senso.
Altre sostanze immunosoppressive facilitano l’attacco da parte di un’infezione fungina agendo sul sistema immunitario cellulare.
Nei pazienti che seguono tale terapia le infezioni fungine possono procedere e svilupparsi in modo estremamente rapido.
Alimentazione errata
La cattiva alimentazione è infine un altro fattore per la formazione di una micosi del tratto digerente.
Nel 1992 il tedesco medio consumava 27 chili di zucchero. Questa forma di alimentazione favorisce molto i funghi, in particolare quando mancano fibre ed oligoelementi. Una eccessiva offerta di zucchero può danneggiare l’equilibrio batterico nell’intestino e ridurre l’antagonismo batterico.
Se è presente un sufficiente substrato nutritivo i batteri e i funghi si moltiplicano gli uni accanto agli altri.
Da ciò risulta anche l’estrema importanza di una conseguente dieta anti-fungo nella terapia delle micosi del tratto digerente.
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Le Micotossine, come dice il nome stesso, sono sostanze dannose per la salute degli animali e dell’uomo, prodotte da funghi microscopici, purtroppo pero’ i loro danni sono ancora misconosciuti anche a molti medici, che non le conoscono o non le tengono in considerazione, pur essendo MOLTO importanti al fine della diagnosi e della terapia, in quanto esse, anche quelle endoprodotte possono portare a gravi problemi di salute anche nell’uomo, specie nel bambino, soprattutto quando e’ vaccinato, cioe’ immunodepresso….
I funghi sono organismi composti da ife ovvero strutture filamentose che, prese singolarmente, sono normalmente invisibili e solo con l’ausilio di lenti d’ingrandimento o microscopi possono essere osservate.
Le ife, crescendo in lunghezza e numerosità, danno luogo ad un aggregato, detto micelio, che ha l’aspetto di una muffa; questa può assumere varie colorazioni e generalmente è facilmente visibile, anche ad occhio nudo, questo per quanto riguarda i funghi dell’ambiente esterno ai corpi umani; per questi ultimi occorrono dei microscopi per rilevare la presenza di questi funghi e delle loro Ife.
Le micotossine sono composti tossici prodotti da diversi tipi di funghi, appartenenti principalmente ai generi Aspergillus, Penicillium e Fusarium. In particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e l’umidità sono favorevoli, questi funghi proliferano e possono produrre micotossine. Generalmente entrano nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente di cereali.
La presenza di micotossine negli alimenti e nei mangimi può essere nociva per la salute umana e degli animali poiché può causare effetti avversi di vario tipo, come il cancro e la mutagenicità, nonché portare disturbi a livello estrogenico, gastrointestinale e renale. Alcune micotossine sono inoltre immunosoppressive e riducono la resistenza alle malattie infettive.
Comunque nell’ uomo e negli animali causano effetti tossici di natura ed entita’ variabili a seconda del modo, della dose e della frequenza di esposizione e soprattutto dal livello e grado del suo pH digestivo, della sua flora batterica, del sistema enzimatico dell’intestino, specie quello Tenue.
Quando queste tossine entrano nell’intestino, creano danni nella microcircolazione (microischemie) che alimenta le cellule e queste iniziano a malfunzionare, rovinando anche il tessuto della mucosa intestinale, irritandola, ove essere risiedono, creando quindi all’interno della mucosa stessa delle microlesioni, restringimenti ed allargamenti, per cui da questi anomali passaggi passano le macromolecole che vanno in circolo nel sangue, portando ammalamento di cellule e tessuti, ovunque ove esse arrivano.
Ovviamente anche altre sostanze ambientali, sono corresponsabili di questi danni.
Lavori EFSA in corso e pareri già pubblicati
Tratto da: http://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/mycotoxins.htm
vedi: http://www.federica.unina.it/medicina-veterinaria/tossicologia-veterinaria/tossicita-micotossine/1/
http://www.maurizioproietti.it/io-e-le-micotossine.html
http://www.spvet.it/arretrati/numero_18/micot.html
http://www.mycotoxin.org/
ISS – Micotossine
Micotossina | Effetto |
Aflatossina B1 | Cancerogeno, epatotossico, immunosoppressore |
Ocratossina A | Nefrotossico, teratogeno, immunosoppressore, cancerogeno |
Fumonisina B1 | Neurotossico, cancerogeno, citotossico |
Tricoteceni | Immunosoppressore, dermatotossico, emorragico |
Zearalenone | Estrogenosimile |
Ergotina | Neurotossico |
Come abbiamo gia’ scritto qui sopra, le Micotossine sono delle molecole prodotte dal metabolismo di funghi (o muffe) che crescono e si sviluppano sulle piante in campo o nelle derrate alimentari durante lo stoccaggio, ma pure nel corpo umano in genere nell’intestino.
Le Micotossine e derivati (NdR: non solo quelle prodotte dai funghi che si trovano in natura nei boschi e nei prati, ma anche quelle endo prodotte nei corpi umani dai funghi esistenti nella flora batterica – esempio Candida Albicans e derivati e/o per l’introduzione attraverso cibi che contengono anche residui di farmaci veterinari – cioe’ dalle carni, latte, uova, formaggi, vino, cibi OGM, ecc.), possono essere Cancerogene.
“Tra gli alimenti d’origine animale, e quindi d’interesse per l’alimentazione umana, il latte e i suoi derivati sono i prodotti più frequentemente contaminati dalla presenza di micotossine, a causa del trasferimento di questi metaboliti dai mangimi contaminati di cui si nutrono le bovine.
I bovini sono in grado di operare una bioconversione ruminale delle micotossine in prodotti meno dannosi, tuttavia sono comunque suscettibili all’azione nociva di queste sostanze, cosa intuibile da alcuni sintomi di tipo generale o specifico:
– L’ingestione di sostanza secca può aumentare o diminuire in modo incoerente con la produzione della bovina; in genere se c’è calo d’assunzione si può pensare ad una presenza d’aflatossine, mentre aumenti d’ingestione stanno ad indicare presenza di DON o zearalenone.
– Si verificano facilmente disordini digestivi, come diarrea (anche emorragica), mancanza d’appetito e rifiuto del cibo, stasi ruminale, chetosi, dislocazione dell’abomaso, anomale quantità di muco nelle feci.
– Un’alta incidenza d’aborti, riassorbimento embrionale, ridotto grado di fertilità e concepimento sono indice di presenza di micotossine, così come vulva e capezzoli ingrossati, prolassi rettali o vaginali, manifestazioni estrali in animali gravidi, calori silenti ecc.
– Le forti lattifere sono particolarmente sensibili alla presenza di tossine, cosa evidenziata anche dall’immediato calo produttivo e dall’aspetto arruffato del pelame”. Tratto da: mondolatte.it
Ecco le Micotossine più importanti coinvolte nei processi anche di cancerogenesi:
Aflatossine: sono un veleno naturale che colpisce la frutta secca e i cereali nei siti di stoccaggio. Viene prodotto da muffe del genere Aspergillus in particolari condizioni di umidità e temperatura. Sono considerate agenti cancerogeni per l’uomo e per l’animale. Questi ultimi dopo aver ingerito il mangime infetto, espelle le aflatossine attraverso l’urina e il latte che risulta così infetto.
Nell’uomo è accertata l’azione carcinoinducente su stomaco, intestino e fegato. Il mais prodotto quest’anno ha presentato una maggiore sensibilità a questa malattia.
Zearalenoni: sono sono stati ritrovati negli alimenti di origine vegetale, come contaminanti naturali.
Lo zearalenone è un lattone dell’acido resorcilico, a concentrazioni alte determina attività di tipo estrogeno.
Le specie animali più sensibili all’azione della tossina sono quella bovina e, soprattutto, quella suina.
Dati recenti indicherebbero un’attività cancerogena dello zearalenone (aumento nel topo di tumori ipofisari e epatici), nonché un suo passaggio nel latte.
I prodotti più soggetti all’accumulo di zearalenone sono essenzialmente i cereali e, in particolare, il mais, il frumento, il sorgo, l’orzo e l’avena. In Italia la tossina si trova con relativa frequenza sia nel mais di produzione nazionale sia in quello importato (ex Iugoslavia, Argentina, USA).
Ocratossine: quelle attualmente conosciute sono l’ocratossina A (OA) e la B (OB) e delle due quella più tossica è la “A”.
La biotrasformazione dell’OA è dipendente dal citocromo P450 sia nell’uomo sia negli animali e porta alla formazione di intermedi metabolicamente attivi responsabili dell’azione cancerogena e di altri effetti tossici.
Il suo assorbimento avviene nel tratto gastrointestinale e, attraverso la circolazione entero-epatica, può essere escreta e riassorbita.
Il principale organo bersaglio dell’OA è il rene, ma per dosi sufficientemente elevate si ha tossicità anche a livello epatico con infiltrazione grassa e accumulo di glicogeno negli epatociti (per blocco del sistema enzimatico delle fosforilasi).
Tale malattia, associata all’impiego di mangimi contaminati da OA, sia per gli aspetti tossicologici, sia per quelli epidemiologici, ha molte analogie con una malattia renale dell’uomo, nota come nefropatia balcanica (balkan endemic nephropaty o BEN) che colpisce con carattere endemico alcune popolazioni rurali della Bulgaria, della Romania e della ex Iugoslavia.
Dal punto di vista anatomopatologico i reni si presentano ridotti di peso e di grandezza e con una diffusa fibrosi corticale.
Nelle aree endemiche la nefropatia si associa a una maggiore frequenza di tumori del tratto urinario e si ha ragione di ritenere che la suddetta malattia renale sia legata al consumo di prodotti zootecnici provenienti dagli allevamenti contaminati. In effetti, l’OA si ritrova con frequenza anche in elevate concentrazioni nel sangue e nella carne di maiali colpiti da ocratossicosi cronica.
Oltre all’azione nefrotossica è riportata per questa tossina un’azione teratogena e immunosoppressiva. Tra i prodotti che con più frequenza vengono trovati contaminati vi sono l’orzo, il sorgo, il mais, diversi legumi, il caffè crudo in grani (la tostatura denatura le ocratossine) e vari prodotti da forno; ma più preoccupante è la presenza di OA nei mangimi.
Fumonisine: sono diesteri dell’acido tricarballilico e polialcoli e, pertanto, caratterizzati da una struttura molto simile a quella della sfingosina precursore chimico di tutti gli sfingolipidi (sfingomieline, ceramidi e gangliosidi) che esplica un importante ruolo in numerose funzioni cellulari, a livello di crescita, di differenziazione cellulare e di trasmissione degli impulsi nel sistema nervoso.
La potente azione inibente delle fumonisine sulla sintesi degli sfingolipidi sembra essere alla base degli effetti tossici provocati da queste sostanze e della loro attività cancerogena per perdita da parte della sfingosina della funzione di agente antitumorale endogeno.
Gli studi condotti su queste micotossine hanno evidenziato una tossicità molto differente nelle diverse specie animali.
Negli equini sono responsabili della comparsa di una sindrome neurotossica nota come leucoencefalomalacia, malattia risultante in una necrosi liquefattivi della materia bianca del cervello che si manifesta con sonnolenza, paralisi facciale e cecità.
Le fumonisine sono anche epatotossiche, come dimostrato dalle epatosi acute e dal carcinoma epatocellulare indotti nei ratti a seguito della somministrazione di queste tossine.
Sempre nei ratti esse esplicano anche azione nefrotossica con la comparsa di diverse alterazioni quali l’interruzione della membrana basocellulare, rigonfiamento mitocondriale e comparsa di cellule con citoplasma opaco. Inoltre danneggiano il sistema immunitario e nelle anatre e nei suini provocano edema polmonare.
In particolari prove sperimentali effettuate sulla rana, hanno evidenziato un blocco nel flusso degli ioni calcio, con conseguente arresto dell’attività cardiaca. Anche per l’uomo ci sono indizi di cancerogenicità; in particolare, il consumo di cereali contaminati da fumonisina potrebbe essere all’origine di un’elevata incidenza di cancro all’esofago in certe zone del Nord-Est d’Italia.
Recenti osservazioni condotte sugli allevamenti zootecnici, sugli animali di laboratorio e su alcune popolazioni a rischio hanno dimostrato l’esistenza di un reale pericolo anche per l’uomo.
Pertanto, le micotossine rappresentano un fattore di rischio alimentare poco conosciuto e sottovalutato.
A tal proposito, ricordiamo che spesso prodotti agricoli contaminati vengono indirizzati verso le industrie mangimistiche dove avviene il loro stoccaggio e la loro trasformazione in mangimi.
L’industria mangimistica considera come materie prime proprio quei prodotti finiti dell’agricoltura che sono a maggior rischio di contaminazione come mais, grano, orzo, soia, etc.
Oltre ad essi, un ruolo importante viene ricoperto dai prodotti secondari delle altre industrie di trasformazione che hanno un alto valore biologico per l’alimentazione degli animali (prodotti dell’estrazione degli oli dai semi oleosi quali farina di arachidi, di girasole, di soia, di mais, etc.).
Purtroppo, solo in pochi paesi sono previsti dei limiti per le micotossine quali ocratossina, patulina, zearalenone, deossinivalenolo, fumonisine B1-B2, tossina T2).
Tratto da: News Group it.salute
vedi anche: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC164220/