Naturismo: (Vivere nudi nella Natura)
“Il naturismo e’ un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente”
Naturismo e nudismo sono due termini talvolta usati scambievolmente. In realtà, il concetto di naturismo e di nudismo coprono due ambiti diversi.
Il nudista è la persona a cui piace star nuda, da sola o in ambiti sociali: fine della storia. Generalmente il nudista non è un esibizionista! L’esibizionista è una persona a cui piace mostrare il proprio corpo anche a persone che la pensano diversamente da lui, imponendolo anche in luoghi dove non è generalmente ben accetto. Il nudista, invece, è una persona che ama stare nuda perché si trova a proprio agio senza abiti, e lo fa ove ciò non disturba e non procura imbarazzi alle altre persone.
Il naturista, poi, considera la nudità come uno degli aspetti dello stare in armonia con la natura, in cui rientrano però anche altri aspetti quali un’alimentazione ed uno stile di vita naturali e se e’ anche coerente, non si vaccina ne’ vaccina i propri figli !
Il nudismo nacque in Germania verso il termine del diciannovesimo secolo e si espanse in buona parte dell’Europa nel periodo compreso tra le due guerre mondiali; in particolare in Francia, Danimarca, Svezia, Croazia, ma anche in Nord America ed in Australia. L’Italia, invece, fu molto reticente ad accettare ed accogliere i nudisti, che iniziarono a fare la loro comparsa solo sul finire degli anni sessanta; ancora oggi, in Italia, esistono solo due spiagge in cui il nudismo è ufficialmente consentito (Capocotta, sul litorale romano, e Lido di Ravenna), accanto a diverse altre in cui è solamente tollerato.
Il più grande villaggio nudista d’Europa è probabilmente quello Francese di Cape d’Agde – dove vi sono alberghi, supermarket e discoteche in cui uomini, donne, anziani e bambini stanno nudi.
Tratto da: naturismo-nudismo.com
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Il SOLE e la LUCE fanno MALE ??
Da quasi 4 mesi si susseguono notizie eclatanti, la scienza in questo periodo sta facendo passi da gigante, ci sono scoperte e novità (novità?) 2-3 ogni giorno.
Ma saranno veramente scoperte loro? Ed ammettendo che sia possibile (sono scienziati) come mai tutte di seguito e tutte in questo periodo, soprattutto all’avvicinamento della regolamentazione della Direttiva 2004/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004 DEL 1/04/2011 ?
Sarò anche ripetitivo, anche petulante ma vedo un continuo appropriamento indebito da parte della medicina allopatica di tecniche e trattamenti prettamente di natura olistica.
Come la medicina tradizionale lavora di nascosto http://centrobenesserekundalini.blogfree.net/?f=204858
Sono anni (per non dire decenni e/o millenni) che gli operatori olistici (naturopati) dichiarano il beneficio del sole e della vitamina D.
Ed ecco una delle ultime novità da parte della medicina allopatica. Non voglio prolungarmi e vi lascio all’ultima novità “scientifica”:
Vitamina D: un nuovo approccio terapeutico per cheloide
La vitamina D ei suoi metaboliti giocano un ruolo importante nell’omeostasi del calcio, rimodellamento osseo, la secrezione ormonale, la proliferazione cellulare e la differenziazione. Recenti studi suggeriscono anche un ruolo benefico della vitamina D nel rallentare la progressione della fibrosi tissutale. Tuttavia i loro effetti sulla fibrosi cutanea-cheloide sono sconosciuti.
Obiettivo Per studiare l’effetto di 1, 25-diidrossivitamina D3 (1,25 D) nella patogenesi della fibrosi del tessuto da parte dei fibroblasti cheloide.
Metodi di fibroblasti cheloide sono stati coltivati ed esposti ad una diversa concentrazione di 1,25 D in assenza o in presenza di fattore di crescita trasformante (TGF-β1). fibroblasti Keloid fenotipi e la produzione di proteine sono stati analizzati in tempo reale inversione reazione a catena della transcriptase-polimerasi, Western blot e immunofluorescenza e le tecniche di multiplexing enzymelinked saggio immunoenzimatico. sintesi di collagene è stata valutata misurando l’incorporazione di 3H-prolina.
L’effetto di 1,25 D sulla proliferazione cellulare e la vitalità è stata valutata mediante test di formazan, l’espressione di antigeni PCNA e la conversione colorimetrica di 3 – [4, 5-dimethylthiazol-2-ile] -2, il bromuro di 5-diphenyltetrazolium.
Risultati:
Abbiamo confermato la presenza di recettori per la vitamina D (VDR) in colture di fibroblasti cheloide. I fibroblasti transfettate con una vitamina reporter elemento di risposta D costruire ed esposti al metabolita attivo della vitamina D, 1,25 D, ha mostrato un aumento dell’attività del promotore indica la funzionalità VDR in queste cellule.
L’incubazione di fibroblasti cheloide con 1,25 D soppresso tipo TGF-β1 collagene indotta I, fibronectina e α-actina del muscolo liscio espressione. 1,25 D anche modulato inibitore dell’attivatore del plasminogeno-1 (PAI-1) e metallopeptidase matrice (MMP-9) espressione indotta dal TGF-β1. Interessante, 1,25 D indotto la secrezione del fattore di crescita ematopoietici (HGF) espressione di mRNA e della proteina nei fibroblasti cheloide.
Conclusioni:
Questo studio mette in evidenza chiave meccanicistica percorsi attraverso cui la vitamina D riduce la fibrosi, e fornisce una spiegazione razionale per studi volti a verificare la supplementazione di vitamina D come preventivo e / o la strategia di trattamento precoce dei disturbi fibrotici cheloide e affini.
Tratto da: centrobenesserekundalini.blogfree.net
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La Fotosintesi nelle piante e nella vita umana ed animale
Il Dr. Albert Szent-Gyorgyi, che ha ricevuto il premio Nobel di Fisiologia e Medicina nel 1937, scriveva: “ La vita sulla Terra dipende da una debole corrente elettrica sostenuta dal Sole”; e aveva più ragione di quello che egli stesso credeva, anche se in quel momento si riferiva alla capacità della clorofilla di trasformare l’energia luminosa in energia chimica mediante la dissociazione della molecola di acqua, denominata fotosintesi, la cui base iniziava ad intravvedersi da Joseph Priesley ( 1733 – 1804 ) nel corso dei suoi anni a Calne, al sud-est dell’Inghilterra di cui i suoi esperimenti dimostrarono che le piante erano in grado di rivitalizzare l’aria chiusa, esaurito, deflogistificato; ed è l’aria residua che non sostiene né la combustione, né la respirazione, come è stato dimostrato da Antoine Laboisier ( 1743 – 1794) nel 1778.
La fotosintesi, dal Greco foto – luce; e sintesi – unire; è un processo utilizzato dalle piante e altri organismi per convertire l’energia luminosa, principalmente proveniente dal sole, in energia chimica, la quale è immagazzinata sottoforma di zuccheri o carboidrati; i quali sono sintetizzati a partire dal biossido di carbonio e acqua. Nella maggioranza dei casi l’ossigeno molecolare è il principale scarto del processo. In quel periodo si considerava che gli organismi capaci di realizzare la fotosintesi erano solo quelli che possedevano il pigmento verde che noi denominiamo clorofilla, tale come piante, protistas, alghe e ciano batteri, e che pertanto, potevano classificarsi come foto-auto-trofico.
Questi organismi erano in grado di assorbire l’energia luminosa degli estremi dello spettro visivo e utilizzarlo per produrre zuccheri e altri composti tali come lipidi e proteine.
Pertanto gli zuccheri erano i composti che usano gli organismi per ottenere energia, in accordo con il dogma attuale.
Nella fotosintesi, l’energia solare si converte in energia chimica, e si pensava che succedeva principalmente nelle foglie delle piante.
L’ energia chimica si generava e si immagazzinava, teoricamente, sotto forma di catena di carbonio che si denominano zuccheri essendo l’esempio più conosciuto del glucosio la cui formula è C6H12O6.
La foglia della pianta utilizza CO2, acqua e luce blu e rossa per produrre glucosio, ossigeno e acqua.
Il processo si può rappresentare mediante la seguente equazione chimica:
6CO2 + 12H2O + luce blu e rossa → C6H12O6 + 6O2 + 6H2O
Questo significa che 6 molecole di CO2 e 12 molecole di acqua si consumano nel corso di questo processo, mentre si producono 1 molecola di glucosio 6 molecole di ossigeno e 6 nuove molecole di acqua.
Il Glucosio, la sua formula e le sue principali caratteristiche chimiche: CH2OH(CHOH)4CHO
La fotosintesi nelle piante avviene principalmente nella corteccia, la cui struttura segue un modello generale, dove si trovano anche le stomi o orifizi nella parte inferiore della foglia, la cui funzione è l’intercambio gassoso che successivamente permette l’entrata del CO2 e l’uscita dell’ossigeno (O2). Nei cloroplasti troviamo la clorofilla la cui elevata affinità con la luce rossa e blu, rendono le foglie verdi ai nostri occhi, poiché questa longitudine di onda la riflette dato che non la assorbe.
I tilacoidi sono le strutture che contengono la clorofilla e si raggruppano nei granelli.
L’assorbimento) degli estremi dello spettro visibile risiedono nei tilacoidi, e con la forza o energia che la luce rossa e blu contiene, la molecola dell’acqua liquida si separa nei suoi componenti gassosi che sono l’idrogeno e l’ossigeno, entrambi molecolari.
Figura 4: la molecola della clorofilla.
La parte centrale della struttura chimica della molecola della clorofilla è un anello porfirinico ( di porfirina) che è costituito da vari anelli di carbonio fusi con nitrato e uno ione di magnesio al centro.
Il cloroplasto è composto da varie strutture, e ciascuna ha funzioni molto spcifiche. Le membrane interne ed esterne funzionano come membrane protettrici, che a volte mantengono al loro posto le strutture del cloroplasto.
Lo stroma è un fluido denso all’interno del cloroplasto ed è il posto dove avviene la fusione dell’acqua con il biossido di carbonio per formare il glucosio.I tilacoidi sono strutture membranose a forma di sacco appianato, dove l’energia luminosa si trasforma in energia chimica mediante la dissociazione, in forma irreversibile, della molecola di acqua. I granelli sono accumuli densi di tilacoidi.
Per i suoi studi, la fotosintesi si è divisa in stadi, e si sono chiamati fasi illuminate e fasi oscure in base alle loro apparenti necessità o no di energia della luce diretta per accadere, sebbene entrambe le fasi richiedano energia per effettuarla.
Le fasi luminose comprendono la trasformazione dell’energia luminosa in energia chimica, dove la molecola dell’acqua si dissocia in idrogeno e ossigeno, così come la formazione di ATP, NADPH e di Ossigeno.
La fase oscura comprende la trasformazione del CO2 e dell’acqua in glucosio. Il procedimento è conosciuto come Ciclo di Calvin in onore al suo scopritore di cui si sono descritti tre stadi: fissazione del carbonio, riduzione dello stesso e, infine, la rigenerazione delle molecole intervenute nel procedimento (RuBP).
Figura 5: La molecola dello ATP.
L’energia chimica ed il lavoro chimico si definiscono nello stesso modo.
Il fattore intensità è il potenziale chimico della molecola o combinazione della stessa. Però I delicate sviluppi che si osservano nell’organismo umano, difficilmente avrebbero potuto svilupparsi ed evolvere spinti da un’energia che è più apparente che reale, e che non possiede la sottigliezza (arguzia) necessaria che frequentemente richiedono gli straordinariamente complessi processi corporei.
Il Mistero della cova dei semi, Infine Risolto
Non si comprendeva perché i semi dei diversi vegetali sapessero esattamente quando germogliare ? Come è che i semi (hanno rilevato) che la quantità di acqua e di luce era adeguata o meno per iniziare il proprio sviluppo?
Alla data ( a quell’epoca) era un mistero, l’ipotesi più accreditata era quella che si attivasse qualche gene. Però la nostra scoperta della proprietà intrinseca della melanina di trasformare l’ener-gia luminosa in energia chimica risolve il mistero.
Quando la quantità di luce ed acqua si trovano all’interno di una certa classe, in tal caso la quantità di energia chimica che la melanina contenuta nei semi produce, diventa sufficiente da spingere tutte e ciascuna delle reazioni chimiche necessarie per la cova.
Quando l’energia chimica è sufficiente, quindi, I semi non possono svilupparsi semplicemente perché sono molti i processi interconnessi che devono avvenire nel tempo, forma e spazio; e se l’energia disponibile non è sufficiente, allora, semplicemente non avviene.
L’anteriore spiega l’onnipresenza della melanina in tutti i semi che osserviamo, in maggior o minor quantità, però sempre saranno presenti e sempre nella stessa funzione: produzione di energia chimica a partire dalla dissociazione della molecola dell’acqua. Per questo nei periodi freddi I semi difficilmente germogliano, la spiegazione risiede nel fatto che il freddo diminuisce la fotosintesi in piante e umani. – Tratto dal libro in prossima uscita.
Un importante primo atto sulla strada dell’approvazione della nuova legge dedicata al Naturismo – 09/08/2005 – un passo avanti in Italia.
L’Onorevole Grazia LABATE, Capogruppo dei DS presso la XII° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, ha informato oggi la FENAIT (Federazione Naturista Italiana) di aver chiesto, con una lettera inviata al Presidente della stessa Commissione On. Giuseppe PALUMBO (Forza Italia), di calendarizzare la proposta di legge 5194 “Depenalizzazione della pratica del naturismo e disciplina delle strutture turistico-ricettive” presentata nel luglio 2004 e di cui è primo firmatario l’On. Franco GRILLINI (DS).
“Il tema – si legge inoltre nella lettera dell’On. LABATE – è molto sentito dalle associazioni che si sono federate per avere regole certe e pertanto dovremo fare uno sforzo perché è proposta condivisa da molte sensibilità culturali e politiche, affinché se ne possa discutere e concludere in tempi utili l’iter.”
“La FENAIT – dichiara Simona CARLETTI del Direttivo della stessa Federazione – è estremamente soddisfatta dell’iniziativa sollecitata da tempo dai naturisti italiani e ringrazia l’On. Grazia LABATE e l’On. Franco GRILLINI per l’impegno a favore del naturismo e per la sensibilità dimostrata nell’accoglimento delle nostre richieste.
Sino ad oggi, in Italia, i naturisti italiani e stranieri hanno spesso dovuto subire assurde denunce anche a causa dell’incertezza normativa e ciò nonostante la Corte di Cassazione ha ripetutamente emesso sentenze nelle quali viene ribadito che la pratica del naturismo non ha rilevanza giuridica (3357/2000 e 1765/2000).
Finalmente con una legge che sappia regolamentare e garantire il diritto alla pratica del naturismo l’Italia potrà entrare in Europa anche in questo tema. Europa dove da decenni esistono oltre 1.500 spiagge e strutture naturiste in cui ogni anno si recano almeno 500.000 naturisti italiani per passare le loro vacanze in luoghi a loro destinati.
L’Italia potrà anche accogliere quel turismo naturista che sino ad oggi ha disertato il nostro Paese.
Sono, infatti, oltre 25 milioni i naturisti europei che per le loro vacanze naturiste scelgono Paesi come la Francia, la Spagna, la Croazia o la Grecia, solo per parlare del Mediterraneo.”
Estremamente soddisfatta si dichiara anche l’associazione naturista UNI Lazio che da anni, accanto alla FENAIT, chiede al Parlamento regole certe per la pratica del naturismo nel nostro Paese.
In Italia – dichiara il portavoce dell’UNI Lazio Paolo GUERRA – le strutture attrezzate (camping) per naturisti sono solo 7.
Da Bologna bisogna arrivare sino alla provincia di Crotone in Calabria prima di poter incontrare un campeggio naturista.
Nel Lazio, dove le famiglie naturiste sono oltre 50.000, non esiste alcuna struttura naturista ma, soltanto 200 metri di arenile misto a Capocotta.
L’UNI Lazio rammenta anche come si sia vista recentemente bocciare, in fase di approvazione del PUA in Consiglio comunale, un emendamento presentato dai Presidenti di ben tre Commissioni consiliari che chiedeva l’istituzione di un nuovo tratto di arenile naturista sul litorale romano.
Dopo questo importante primo atto – conclude GUERRA – siamo estremamente fiduciosi affinché possa concludersi in tempi brevi l’iter procedurale della PDL e siamo certi che anche l’Italia riuscirà ben presto ad allinearsi al resto d’Europa relativamente agli spazi destinati alla pratica del naturismo.
Fonte: fenait.org
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