PSORIASI – Cos’è ?
La psoriasi è una malattia cronica della cute (questo ci dice la medicina ufficiale ma NON è così), assai frequente, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.
Il primo sintomo è rappresentato dalla comparsa di una chiazza eritematosa associata a una sensazione di bruciore e di prurito.
La psoriasi colpisce lo 0,1-3 per cento della popolazione mondiale, di cui il 75-80 per cento dei casi presenta forme lievi (psoriasi minima). Uomini e donne ne sono affetti in uguale misura, anche se in alcuni sottotipi specifici esiste una differenza fra i due sessi. Sembra che la malattia colpisca le donne a un’età inferiore rispetto agli uomini.
Le persone con cute più chiara sono interessate più spesso rispetto alle persone con cute più scura.
La psoriasi è una malattia cronica, se curata con i farmaci della medicina allopatica. L’esordio può insorgere a qualsiasi età ma più frequentemente fra i 20 i 30 anni e non colpisce mai le mucose. Circa il 15 per cento di tutti i casi di psoriasi vengono diagnosticati in bambini di età inferiore a 10 anni che purtroppo sono tutti plurivaccinati.
Come si è detto l’ansia e lo stress sono spesso presenti nel malato di psoriasi, ansia per l’andamento della propria malattia, ansia per doversi mostrare agli altri, ansia – nella tarda primavera – per il sopraggiungere inesorabile della stagione in cui mettere abiti che scoprono gomiti e ginocchia (due sedi in cui è generalmente presente la chiazza psoriasica). L’ansia fa parte dei grande capitolo dello stress che è molte volte il fattore scatenante o l’elemento aggravante della patologia psoriasica.
In realta’ la Psoriasi nasce dalle alterazioni del pH digestivo e quindi dellaterazioni del microbioma dell’apparato intestinale ! – vedi: Intossicazione + Infiammazione + Pelle + Febbre
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Parlare di psoriasi significa parlare di una alterazione della pelle (secondo cio’ che dicono i medici allopati i quali non sanno nulla sul tema) che innanzitutto crea un grave disagio nelle persone che ne sono affette.
Chiunque infatti abbia avuto un attacco di prurito e desquamazione da psoriasi conosce non solo i sintomi fastidiosi (dolorosi, in caso di ragadi), ma anche le conseguenze disagevoli che tali sintomi hanno nella vita quotidiana, rispetto all’immagine che si ha, agli occhi di amici, colleghi e conoscenti.
Dal punto di vista clinico la “psoriasi” rappresenta un disordine cronico e quindi importante della flora intestinale per le intossicazioni e le risposte infiammatorie (NdR: che nascono nell’intestino, particolarmente nel tenue per l’irritazione della mucosa), e che se non curato con la medicina naturale diviene cronico) e che coinvolge soprattutto le cellule superficiali della pelle, i cheratinociti.
Le caratteristiche più evidenti sono la notevole iperplasia dell’epidermide, l’ispessimento ed indurimento dello strato corneo e l’aumento della vascolarizzazione.
Purtroppo la tendenza ad ammalarsi di Psoriasi è presente fin dalla tenera eta’ (il giorno della nascita si inocula la vitaminak1 sintetica, quindi tossica, che intossica ed infiamma il fegato, tant’è che allo 85% degli inoculati viene l’Itterizia, poi sempre a pochi mesi, si vaccinano i bambini), in quanto si sostiene da parte della falsa scienzah…, che quella “malattia” sia di origine genetica per una alterazione del DNA (codice genetico), cosa falsa. Chi ha avuto più ricadute di psoriasi impara a sue spese che le terapie della medicina ufficiale o le fototerapie consigliate non sono una soluzione definitiva.
Queste infatti riducono temporaneamente la lesione in atto e la sintomatologia pruriginosa; spesso si crea una resistenza ai farmaci o ai raggi e perciò ci si ritrova a dover fronteggiare una situazione in cui tali soluzioni risultano inefficaci a contrastare i sintomi ed il sistema immunitario viene fortemente indebolito.
Anche se gli UV fanno parte di protocolli terapeutici di “efficacia” riconosciuta, spesso i pazienti temono che le applicazioni fototerapiche possano causare invecchiamento precoce della pelle ed inoltre temono che l’eccessiva esposizione nel tempo possa causare tumori cutanei, cosa assai facile.
A riprova di tutto ciò che abbino scritto qui sopra, le recenti ricerche hanno evidenziato che nel micorbioma intestinale dei malati anche di psoriasi mancano o sono pochi, dei batteri indispensabili:
Con ricerche sui microbioma dei topi, quando gli scienziati esaminarono i microbioti in modo più dettagliato, scoprirono che una differenza importante tra i due gruppi di topi la faceva il batterio Lactobacillus reuteri. Nei topi sani, infatti, era presente in misura significativamente maggiore rispetto ai topi che avevano ricevuto il “microbiota della psoriasi”.
Mancava ancora l’ultimo passo: trasferire i risultati all’uomo. Anche in questo caso, i ricercatori cinesi furono i primi, e più precisamente gli scienziati del Chinese PLA Medical College di Pechino nel 2019. Gli scienziati G. Yin e J. F. Li trasferirono il microbiota (cioè l’ambiente batterico dell’intestino) di una persona sana a un paziente che soffriva di psoriasi grave da 10 anni. Nelle settimane successive vennero esaminati sia i sintomi della psoriasi sul corpo sia i danni alla qualità della vita del paziente causati da questo problema cutaneo.
La scoperta rivoluzionaria fu che dopo 5 settimane, sia i sintomi visibili all’esterno che la qualità di vita del paziente migliorarono enormemente !
Questa è stata la prova che un microbiota sano può migliorare significativamente la psoriasi dopo sole 5 settimane !
Ma non è solo questo batterio ad essere carente; occorre riordinare anche il resto della flora intestinale o microbioma, con appositi supplementi e con il cambio dell’alimentazione per facilitare il riordino di esso.
Da qualche tempo si è scoperto che l’Aloe, pianta della quale oggi si parla con tanto entusiasmo, apporta grandi vantaggi anche in ambito curativo in presenza della Psoriasi.
L’Aloe è una pianta che, negli ultimi 10 anni, abbiamo imparato a conoscere grazie alla mole di informazioni più o meno complete e corrette che ci sono giunte da riviste e produttori. L’Aloe è una pianta in grado di determinare l’aumento delle difese in stati di stress chimico, fisico e biologico.
Questa pianta però ha circa 400 specie differenti e non tutte sono benefiche o risolutive in caso di patologie. Della pianta di Aloe si usa la sola foglia, sia in fitoterapia che in cosmesi. In realtà, tra le qualità di Aloe, la Aloe Vera è la più nota, ma anche la più economica e di minor efficacia. La foglia di Aloe Arborescens invece è di particolare interesse per la ricchezza di attivi anche rispetto alle altre specie, inoltre proprio su questa qualità di Aloe sono stati fatti studi e ricerche che hanno fatto notizia sulle riviste di settore, anche per le proprietà coadiuvanti nelle cure anticancerogene.
Ciò che spesso non si porta a conoscenza dell’acquirente però è che non basta che sia scritto che il prodotto contenga Aloe.
Tra i prodotti oggi in vendita, ci sono infatti alcune caratteristiche “ingannevoli” che portano il cliente a non poter comprendere come selezionare un prodotto che apporti vantaggi terapeutici, da un altro che è praticamente inutile per questi fini.
Proponiamo qui qualche esempio:
Se l’Aloe viene prima liofilizzata e poi reidratata in bottiglia, non apporta i vantaggi terapeutici noti. Purtroppo ad oggi non c’è l’obbligo di legge di dichiarare questo processo ed è noto che moltissime aziende usano questo procedimento perchè più economico. Ecco il motivo per cui si trovano in commercio prodotti con costi così differenti. Mi spiego: la maggior parte dei processi aziendali dichiara “100% di Aloe Vera”, (che costa molto poco e, ad esempio, non apporta i risultati dell’Aloe Arborescens). L’azienda quindi può dichiarare di aver usato il 100% di Aloe, ma non specificando “di foglia fresca” potrebbe aver usato prodotto liofilizzato (il 100%), ma il cliente non riesce a capire in quanto liquido possa essere stato poi diluito (da qui i costi più contenuti). Il prodotto, per apportare efficacia concreta, deve avere dal 75 al 95% di Aloe estratta da foglia fresca (non disidratata).
Le piante di Aloe inoltre per essere efficaci devono avere dai 5-7 anni in su. Questo perché, se le piante sono al di sotto dei 4 anni, l’Aloina è troppo presente nella foglia, creando coliche addominali e diarrea. Questa sostanza viene però trasformata dalla natura dopo i 5 anni in Aloe-Emodina, che, al contrario dell’Aloina, non apporta danni all’organismo, ma i vantaggi terapeutici sopra esposti e accertati dalle note ricerche.
Nelle ricerche effettuate si è riscontrato che la foglia fresca di opportune preparazioni di Aloe Arborescens nel suo complesso contiene molteplici sostanze che possono concorrere alla riparazione della pelle e alla risoluzione di patologie cutanee grazie alle sostanze contenute, quali: vitamine A, C e complesso B, antiossidanti, steroli, enzimi e molte altre.
L’assunzione prolungata di Aloe Arborescens contribuisce a regolare la risposta immunitaria e la reazione infiammatoria alterate nelle persone affette da psoriasi.
Contemporaneamente l’uso di Olio proveniente dalla foglia fresca di Aloe Arborescens e lavorato in modalità opportuna, ha proprietà antinfiammatorie ed antalgiche e può contribuire alla riduzione dei danni subiti dalla pelle, migliorandone l’aspetto, diminuendo radicalmente la desquamazione ed evitando dolorose e sanguinanti piccole feritine della pelle stessa.
- G. Bonvento “Aloe Arborescens come modulatore della proliferazione cellulare e della risposta immune in vitro” Sana 2003- Bologna Palazzo dei Congressi – Centro Servizi – Business Club, Padiglione 36, 13 settembre 2003
G. Zora “Studio su 150 pazienti con malattia neoplastica avanzata trattata con immunoterapie di supporto” Omeopatia e terapie complementari” ASL RM G – Guidonia, 20 Gennaio 2007>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>TERAPIA NATURALE anche per la PSORIASI
La psoriasi è una “malattia della pelle” che segnala che l’intestino, in specie il tenue, sono in uno stato di irritazione della mucosa e quindi di malfunzione (la definizione della medicina ufficiale è in realtà molto distorta e fuorviante, dal momento che sulla pelle si manifestano i sintomi relativi ad uno squilibrio psico – fisico che si origina altrove, appunto nell’intestino) che comporta nei casi lievi, una leggera irritazione pruriginosa ed ispessimenti del derma, nei casi più gravi desquamazione, lacerazioni (la pelle si apre e si piaga lasciando ferite aperte), pruriti insopportabili (specie notturni) che portano a lacerare la pelle grattandosi.
Simile ad essa per certi versi è la manifestazione di eczemi più o meno pruriginosi, che (vedremo meglio in seguito) può avere cause simili (e quindi può spesso essere trattata con rimedi simili).
Nei casi più lievi essa è semplicemente una piccola seccatura localizzata in una piccola zona della pelle (a volte delle unghie), nei casi più gravi è una pena dell’inferno.Leggendo e studiando, informandosi sui veleni della medicina ufficiale, abbiamo scoperto come l’alluminio anche quello dei Vaccini ed il mercurio contenuto nelle otturazioni in amalgami e nei vaccini sono velenosi e come sono correlati anche alla psoriasi.
Il libro di John Pagano Guarire la Psoriasi (Macro Edizioni, Diegaro di Cesena, 2003) indica che si deve:
– eliminare dalla dieta (finoa a guarigione) tutta una serie di cibi istaminizzanti o allergizzanti come le solanacee (pomodoro, patata, melanzana, peperoncino, peperone); i frutti di mare e i crostacei, eliminare zucchero (saccarosio), vino ed ogni bevanda alcolica, eliminare le bibite gasate (che siano dolcificate con lo zucchero o peggio ancora con dolcificanti artificiali, tipo aspartame, ecc.), eliminare thé e caffé, limitare il consumo di carne, bere due litri d’acqua al giorno e seguire una dieta alcalinizzante …
– Quindi eseguire l’idrocolonterapia.
– Dopo di che assumere gli antagonisti della candida: estratto di semi di pompelmo, aglio od aglio ursino, acido caprilico, e capsule di enzimi + fermenti lattici (di vari tipi) e carbone vegetale + magnesio.Con queste armi, ma e soprattutto l’alimentazione crudista, riordinando quindi le acidosi esistenti, finalmente vincerete una lunga battaglia con una malattia per la quale i medici impreparati della medicina ufficiale ancora non sanno spiegare bene né quale sia la causa, né quale sia il rimedio.
Anche l’intossicazione da alluminio concorre ad esacerbare o con-causare problemi come la psoriasi e gli eczemi; di sicuro l’alluminio crea problemi anche a livello di pelle ed è un materiale da cui tenersi alla larga (evitare cibi e bevande in lattina così come cibi cotti in pentole di alluminio e non usare le pellicole metalliche per avvolgere gli alimenti).
By Marco A.
Una nuova cura per la psoriasi, malattia della pelle che affligge ben due milioni e mezzo di italiani, è stata scoperta nelle olive dallo scienziato Roberto Crea, di origini calabresi, che lavora da 25 anni negli Stati Uniti. Al centro della ricerca il succo di olive già sperimentato in capsule in Giappone. Sembra che la cura a base di questi integratori abbia funzionato. Ogni pillola racchiude un concentrato di polifenoli pari alla quantità di un quarto di litro di olio extravergine.
vedi anche DISINTOSSICAZIONE + Dottrina termica e Terapia del Freddo + Legge di Guarigione + Equilibratore Ionico + Disbiosi
Ricordarsi che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell’organismo.
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La psoriasi si cura con la dieta – vedi: Crudismo
Una dieta dimagrante a basso contenuto calorico può migliorare i sintomi della psoriasi nei pazienti sovrappeso, almeno secondo uno studio pubblicato su Jama Dermatology da un gruppo di ricerca danese. «La psoriasi è una malattia cronica infiammatoria della pelle che ha una prevalenza di circa il 2% in Nord Europa e Nord America» esordisce Peter Jensen, dermatologo del Copenhagen university hospital Gentofte di Hellerup, Danimarca, e primo firmatario dell’articolo. Alla malattia cutanea si associa un aumento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, come il diabete, l’ipertensione e l’iperlipidemia, nonché un aumento del rischio di infarto. Ma non basta: la psoriasi si associa all’obesità e l’incremento ponderale ne aumenta il rischio.
Ecco perché la perdita di peso ha un ruolo benefico nel trattamento della psoriasi negli obesi: l’ipotesi è che la malattia della pelle migliora perché il calo ponderale riduce l’infiammazione indotta dall’obesità» spiega il dermatologo danese che assieme ai colleghi ha svolto uno studio clinico randomizzato su 60 pazienti obesi con psoriasi. I pazienti sono stati randomizzati in due gruppi: uno seguiva una dieta ipocalorica di 800-1000 chilocalorie al giorno e l’altro continuava a mangiare in modo ordinario.
Per verificare l’eventuale miglioramento della malattia cutanea sono stati usati il Pasi, Psoriasis area and severity index misurato dopo 16 settimane di follow up e il Dermatology life quality index (Dlqi). «Il trattamento dietetico ha mostrato un importante miglioramento clinico, verificato con il Pasi, e una significativa riduzione del Dlqi, con relativo aumento della qualità di vita nel gruppo di studio rispetto a quello di controllo» dice Jensen, e conclude: «Dato che psoriasi e obesità sono sempre più frequenti nei paesi sviluppati, è opportuno che i medici abbiano familiarità con le opzioni di trattamento di entrambe le patologie».
Ed i risultati dello studio danese sottolineano l’importanza della perdita di peso come parte di un approccio terapeutico multimodale per trattare efficacemente sia la malattia cutanea sia le comorbidità associate al sovrappeso.
Fonte: JAMA Dermatol May 29, 2013. doi:10.1001/jamadermatol.2013.722
Tratto da: doctor33.it