Sistema Muscolare
E’ l’insieme dei tessuti dei Muscoli che permette la locomozione del soggetto e lo scorrimento di sostanze organiche interne come sangue e cibo. Il muscolo e’ l’apparato che permette il movimento. Esistono tre tipi di muscoli: muscoli – – scheletrici: detti anche volontari (se innervati dal sistema nervoso somatico che determina la volontarieta’ della contrazione, o – striati (se formati da tessuti muscolari striati).
Contrazione: Effetto prodotto dall’accorciamento delle fibre muscolari provocato dallo stimolo nervoso che produce tensione (contrazione isometrica) o lavoro meccanico (contrazione isotonica).
– muscolo cardiaco: striato ma involontario ;
Nei Vertebrati il sistema muscolare è costituito da due tipologie di Muscoli:
1 – muscoli volontari (circa 1000) detti Scheletrici, che sono di natura striata e che permettono il movimento del soggetto.
Sono legati alle ossa tramite tendini e vengono spesso indicati anche come muscoli scheletrici.
I Muscoli Scheletrici sono muscoli che presentano delle cellule con striature, polinucleate. Sono detti muscoli volontari perché dipendono dal nostro controllo e il loro movimento è rapido ed energico. Questi muscoli sono legati alle ossa tramite i tendini (mentre i legamenti servono per unire l’articolazione).
Formati da un insieme di fasci di fibre di forma allungata. Ogni fascia è costituita da un insieme di cellule all’interno delle quali sono presenti le “miofibrille” o “miofilamenti”.
Il muscolo scheletrico è composto da migliaia di cellule a forma allungata: le fibre muscolari, che si organizzano in fasci.
Esse hanno lunghezza differente. Ogni fibra, fascio di fibra, muscolo è rivestito da tessuto connettivo, che funge da collante tra le varie fibre, così che la loro contrazione venga estesa a tutto il muscolo. All’estremità il tessuto si fonde e prosegue con un tessuto più denso che si chiama tendine, e rappresenta la struttura attraverso la quale il muscolo esercita la trazione e determina lo spostamento di una parte del corpo.
2 – muscoli involontari detti Lisci, che sono invece di natura liscia. Vengono detti anche muscoli viscerali perché si trovano a ricoprire gran parte delle pareti degli organi interni, come nel tratto digestivo, nella vescica, nei dotti, nelle arterie, nelle vene, ecc.
I Muscoli Lisci sono formati da cellule a forma affusolata con un solo nucleo e che non presentano striature. Sono muscoli involontari perché non dipendono dal nostro controllo. Il loro movimento è debole e mantenuto nel tempo.
I muscoli lisci sono propri dei vasi sanguigni e degli organi interni, sono controllati al sistema nervoso autonomo e quindi involontari.
3 – Fa eccezione il muscolo cardiaco (detto anche miocardio), di natura involontaria ma di struttura striata; é innervato dal sistema neurovegetativo.
Insieme al sistema articolare e al sistema cardiaco ed il sistema scheletrico, formano l’apparato locomotore, di cui è la parte attiva. Dal punto di vista della funzione motoria è possibile distinguere muscoli deputati alla statica, in particolare i muscoli della parte posteriore del corpo, e deputati alla dinamica, rappresentati grossomodo dai muscoli della parte anteriore.
Importantissima è la correlazione col sistema nervoso, il quale partecipa alla contrazione muscolare.
Funzionamento dei Muscoli:
La mioglobina cattura l’ossigeno presente nel sangue per cederlo poi, alle fibre muscolari quando ne hanno bisogno.
Le miofibbrille immerse in un liquido ricco di mitocondri e di mioglobina, sono la parte più importante del muscolo ed è grazie a loro che avviene il movimento.
MOVIMENTO dei MUSCOLI
Le miofibbrille contengono filamenti proteici: la miosina e l’actina. L’actina è legata alla miosina attraverso ponti mobili che servono per la contrazione del muscolo : in questo processo, si avvicinano i filamenti di astina, provocando un accorciamento di tutta la fibra muscolare. La distensione del muscolo si verifica con il processo opposto, ossia, quando lo stimolo cessa, i ponti si staccano e la fibra muscolare si riallunga.
ENERGIA
L’ ATP cede l’energia necessaria per i muscoli. L’ATP è presente in piccola quantità nei muscoli, ma può cedere costantemente energia, grazie al suo continuo riformarsi. La trasformazione da ADP ad ATP è detta ricarica dell’ATP; questa trasformazione per essere eseguita, ha bisogno di una fonte di energia che può essere ceduta in 2 modi: con l’aiuto dell’ossigeno ( AEROBICO); senza aiuto dell’ossigeno (ANAEROBICO).
PROCESSO AEROBICO
Nei muscoli sono presenti glicogeno (zucchero) e in caso di necessità anche acidi grassi. Quando queste 2 sostanze vengono a contatto con l’ossigeno trasportato dal sangue, bruciano producendo l’energia necessaria per trasformare l’ADP in ATP e producendo come sostanze di rifiuto l’anidride carbonica e l’acqua.
PROCESSO ANAEROBICO
Processo anaerobico alattacido: avviene grazie ad una piccola quantità di sostanza altamente energetica presente nel muscolo, trasforma rapidamente ADP e ATP. Processo anaerobico lattacido: gli zuccheri si scindono in energia e in acido lattico.
Una parte di acido viene accumulate nei muscoli, mentre un’altra è portata dal sangue al fegato che lo trasforma in zucchero.
La sensazione di fatica è data dall’accumulo di acido lattico. Se il lavoro muscolare e moderato, dipende dall’esaurimento di materiali energetici
Tratto in parte da Studenti.it e it.Wikipedia
Riposizionamento dell’asse Cranio-Atlante-Epistrofeo + STRESS + Sistema linfatico + Sistema NERVOSO + Porfiria
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Ricerca Studio con l’elettromiografia (EMG) che è la registrazione dell’attività elettrica del muscolo.
L’EMG superficiale utilizza per la registrazione, anziché elettrodi ad ago, elettrodi di superficie ed è quindi una tecnica di rilevazione non invasiva.
L’attività elettrica del muscolo è dovuta al fatto che uno stimolo nervoso lungo un alfa-motoneurone libera acetilcolina nelle placche motrici che le ramificazioni del nervo motore forma con le fibre muscolari dell’ unità motoria (UM) da esso innervate.
L’acetilcolina si combina con la membrana postsinaptica delle fibre muscolari variandone la permeabilità agli ioni. Si ha dunque un movimento ionico che causa una variazione del potenziale della membrana postsinaptica delle fibre muscolari ovvero una depolarizzazione che poi si propaga dalla placca motrice in entrambe le direzioni lungo le fibre muscolari determinando la contrazione delle fibre muscolari.
Il lavoro consiste nella verifica degli effetti dell’applicazione dei dispositivi Lifewave mediante uno strumento non invasivo che misura i potenziali neuromuscolari prima e dopo l’utilizzo dei dispositivi stessi su un campione di oltre 100 soggetti.
Inviatoci dal Prof. Trenta