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Home Scienza

Il futuro della Fisica

Jean Paul Vanoli by Jean Paul Vanoli
01/01/2025
in Scienza
30 min read
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La FISICA dell’INTENZIONE = La Nuova antica Medicina
NUOVO MODELLO DI ATOMO – By M. Corbucci

Lo affermo senza tema di dovermi rimangiare la parola, che il futuro della Fisica è la Psicologia, anzi la Metapsichica, per dirla tutta.
Il 18 gennaio 2008 ho capito, da Fisico, che nessun fenomeno può verificarsi, senza un pensiero intelligente, che lo preceda. Cosi’ quel giorno ho fondato una nuova disciplina scientifica: La Fisica dell’Intenzione –  PDF
vedi anche: Informazione = Materia + Definizione della parola malattia

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Esiste un mondo fisico, ma anche Spirituale ?

Già l’avevo detto al  convegno di Riccione di Dicembre 2007,   che  il pensiero è la  cosa più potente,  che c’è nell’Universo  e   quando ho rivisitato questo concetto,   sono rimasto folgorato dalla implicazione d’interesse per le Scienze cognitive:   la  Psicologia si eleva a dignità di  materia rigorosamente scientifica,    dotandosi  della solida base epistemologica,  la quale  finalmente rende  non più un’astrazione irreale  la sfera psichica,  bensì  un “quid” collocabile da qualche parte e  correlabile con gli “oggetti” fisici.

Il Futuro della Fisica secondo Le SCIENZE
Le Scienze  è la prestigiosa rivista scientifica,   che rappresenta  l’ufficialità  nel panorama delle riviste referenti della Scienza  e deve ovviamente aderire alle aspettative dell’Establishment,  nel riferire lo stato dell’arte della materia  più rigorosa e meno aperta ad aspetti fantasiosi,   per antonomasia,  che è la  Fisica.
Nel  numero di Aprile 2008  il dossier  “Il futuro della fisica”,   si apre con un intervento dell’illustre  Professor Luciano Maiani,  già Direttore Generale del C.E.R.N.  di Ginevra,  che enfatizza il ruolo del  nuovo collisore  HLC,    come strumento di ricerca nelle  mani dei fisici,  per trovare la risposta alle domande ancora insolute,  del tipo:   “da dove origina tutto ciò che esiste ?”
Per la Scienza  dell’Establishment  è indubitabile,  che sia da ricercare nella  Materia,  oggetto ordinario  di indagine della Fisica,  l’origine della materia stessa.  Infatti  ripropone il Bosone di Higgs,   come  tassello mancante, al fine ultimo di poter dire che il Modello Standard  funziona.
La preoccupazione principale sembra essere la celebrazione dei   paradigmi,  non la ricerca della verità sui misteri del vivere e del morire.
La Rivista  Scienza e Conoscenza  non ha alcun obbligo di  aderire a orientamenti  pragmatici e peraltro rappresenta le giuste istanze dei lettori,  di poter conoscere come stanno realmente le cose,  nell’interesse della Verità e non già della convenienza economica o di quant’altro non sia la pura Conoscenza per amore dell’Epistemologia nuda e cruda.
Pertanto  non apparirà  puramente provocatorio un articolo,  che ipotizza un futuro della Fisica,  centrato  sullo strumento più potente a disposizione della Conoscenza, puntando sull’evidenza, che l’immaterialità del  “pensiero”,  presunta dai Fisici; si rivela sorprendentemente e contro ogni previsione, tutta da rivedere.

Una contrapposizione  insensata
Finora è sembrato che fossero in contrapposizione le due tendenze metodologiche di studio della realtà, che sono il  “materialismo” e lo “spiritualismo”, invero  prima di divenire paladini dell’uno o dell’altro schieramento, sarebbe bene rendersi conto del  significato della parola materia e della parola spirito.
Tutti  i lettori che mi seguono dal  numero 8,   che hanno appreso la nozione di Vuoto QuantoMeccanico,  vale a dire  hanno preso atto che  all’interno del nucleo atomico,  vi è una  zona totalmente  preclusa alla presenza di particelle sub-nucleari,  possono comprendere il concetto  di Luogo  Infinitamente più grande dell’intiero Universo.
Finora era noto in Fisica  il concetto di dimensioni massime dell’Universo:   13,7 miliardi di anni luce, secondo gli ultimi calcoli astronomici.   Al di là di questo “confine”,  si pensava,  con trepidazione,   ci fosse il  Regno di un  Vuoto  senza più limiti !
La scoperta  di Fisica  Nucleare,  che tra  46  barioni a spin  ½  e  57  a spin 3/2,  si frapponga  un “baratro”,   che “comunica”  col “Vuoto senza limiti”  oltre  l’Universo,    introduce  in Fisica  qualcosa  di  veramente rivoluzionario.
L’idea  di  un  Vuoto,   sostanzialmente diverso dal  vuoto,  inteso  come  luogo dove non c’è niente.
Recentemente  in Astrofisica  si è visto che nelle profondità dell’Universo  si trova  un  enorme appezzamento di  spazio siderale,  totalmente freddo  e privo di alcunché.    (Il  “Grande Vuoto”,   di cui abbiamo parlato nel  numero 24 di S. e C.).
Ebbene,   il “Vuoto QuantoMeccanico”, che invece si trova  nell’ombelico  dei nuclei  atomici,  è  tutt’altro  che  il nulla,  infatti  è  il  Tutto !  La  diversità  ontologica,  è la stessa  differenza che c’è tra essere ed  esistere !

Dio c’è ma non esiste !?
Il motivo  per il quale  l’uomo ha perso ogni speranza di comprendere i misteri del creato,   è la confusione  terminologica,  con cui usa “ragionare”.
Le ricadute ci sono state non solo in campi dello scibile,  dove  tipicamente si può soprassedere alle  conclusioni perentorie,  ma  inaspettatamente anche in fisica.
L’esempio più sorprendente  è lo studio della gravitazione.
Fa impazzire i fisici,  la ricerca della causa di ciò che attrae un corpo e lo fa cadere accelerato a terra e  peraltro più accelerato,  se fatto di atomi di piccolo numero atomico  (alluminio –n.a. 13 – )  e meno accelerato se fatto di atomi di  più alto numero atomico  (ferro – n.a. 26);  dato che  non è  affatto la classica  forza  come si pensava, riconducibile ad una corrente di particelle (gravitoni), le quali si pensava facessero da spoletta alla velocità della luce,  tra  il grave e il centro della Terra.
Essendo  il  Vuoto Quantomeccanico,  il “motore”  della  caduta gravitazionale,  che  in effetti è quel  “buco”  del nucleo… ,  si  deve prendere atto  che  ciò che determina  la caduta gravitazionale dei corpi fisici,  c’è,   ma  non esiste.  (Dal verbo ex – istere =  uscire fuori  dal canale del parto).
Insomma,   esiste tutto ciò che sta al di qua della “Voragine Cosmica”,    la quale  NON  esiste, tuttavia  c’è.

Per comprendere la Realtà, dobbiamo fare  i conti con questa  Verità esistenziale,  in prima analisi sconcertante e inquietante,  per effetto della quale  vero è che i Fisici  non potranno mai scoprire il quid responsabile della accelerazione di 9,81  metri al secondo  – per secondo,  che subirà il nostro corpo, ogni  volta che saltiamo giù da una sedia  o da un tavolo o da più pericolose altezze.    Poveretti si sono fatti molto male, cadendo,  ma chi  glielo va a dire che la causa della gravitazione non esiste ?

Il paradosso del materialista
Anche se può apparire incredibile,  sappiano i Fisici,   che quando  dicono di essere materialisti,  in quanto credono solo a ciò che si tocca con mano  e si vede e si misura, celebrano  il Regno dello Spirito.
Leggete il resto e vi convincerete una volta per tutte,  che  la  Materia  è  la cosa più vacua e “spirituale”  e lo Spirito  è  davvero  “solido”  e  materiale !
La premessa  ovviamente  è  che  sia  vera  l’ipotesi del  “Vuoto Quantomeccanico”  di cui è autore un Fisico italiano  ed  errata  l’ipotesi  di uno scienziato  ritenuto universalmente il più grande Fisico del  mondo:   l’inglese  Peter  Higgs,  padre della  teoria del Bosone di Higgs  nel conferimento della massa a tutto ciò che esiste.
Chi aderisce al criterio  della “dovizia di mezzi”  per la credibilità, dirà subito che 1 +1  fa 2.

Peter Higss  ha  mosso schiere di fisici,  impegnati nella realizzazione della più imponente e potente macchina  di tutti i tempi:
il super-collisore a  magneti  super-conduttori  HLC,  di  27 chilometri di  diametro, in grado di sviluppare una potenza di collisione mostruosa.
Il Fisico italiano non ha mosso schiere di fisici, né  dato impulso a realizzazioni  gigantesche, ma solo ha  colpito l’animo sensibile di pochi lettori. Come dire, che  disponendo di mezzi  mostruosi, di potenze di calcolo megagalattiche e di energie inimmaginabili,  si ottiene meno, che chiudendosi in silenzio in una stanza a riflettere !
La domanda infine diventa:  27 chilometri di tunnel, con installati  dentro tanti di quei cavi elettrici e di quei tubi e apparati elettronici,  da far paura; non consentiranno all’umanità di conoscere l’origine della materia ?
La risposta  è  decisamente  NO.

Come si può conoscere l’origine della materia ?
La risposta è:  affidandosi alla  cosa più potente che c’è nell’Universo.  Al pensiero.
Non ci vuole un super-collisore di 27 chilometri, ma una piccola stanza, silenziosa, dove si possa  riflettere  e  capire la  Fisica,  nella sua  essenza !

Oltre la  Fisica
La  fisica, dal greco  Phyo = che nasce, l’abbiamo già detto altre volte,  che si occupa di tutto ciò che nell’Universo è uscito fuori da quell’utero-cosmico,  che l’ha partorito. Un pò come la Medicina si occupa dei “nati”  (dei corpi delle persone) dopo che sono state partorite dalle donne. Ebbene,  così come è stata inventata l’Ostetricia, per  avere delle possibilità operative mediche,  che precedano la nascita, bisogna inventare  qualcosa di ”analogo”, in Fisica…  (!!)

Come sono arrivato alla “Ostetricia”  della Fisica
In questi anni,  dal  lontano 1976,  quando  mi resi conto che  la distribuzione elettronica presentava  due  soluzioni della continuità,  tra  i numeri atomici 71 e 72  e  103 e 104,  al  1999, quando scoprii il Vuoto Quantomeccanico,  correlandolo  con il conferimento della Massa e con la Gravità, nel  2004, quando  ravvisai la possibilità della trasmissione istantanea a spin,   ho attraversato  momenti  cruciali,  che mi hanno fatto  diventare sempre più propenso ad amare la Scienza  incondizionatamente  e al costo di  perdere i privilegi  “sociali”,  concessi alla  casta dei Fisici  “istituzionalizzati”.
Ho capito che il mio destino, o meglio  la mia “missione” era  “trovare risposte” a problemi insoluti della Scienza,  cambiando il “punto di vista”  e  “reimpostando”  il problema,  rendendo note agli interessati,  le risposte da me trovate,  anche se  “incredibili” agli occhi  degli addetti ai lavori, che  lavorano aderendo a modelli, paradigmi e  aspettative condivise.
Del resto  quando nel Dicembre 1976,  ricalcolando l’ordine di Riempimento dei Livelli Atomici,  pervenni al risultato che il “Capolinea” del  Sistema Periodico era 112, non già 126, i Professori dell’Istituto di Fisica di Roma mi richiamarono alla “serietà scientifica”,  senza sapere che nel Febbraio 1996  il GSI di  Darmstadt  si sarebbe imbattuto nell’impossibilità di montare un atomo con più di 112 protoni.
Lo stesso Professor Maiani, si è sentito dire  da me, che  il Bosone di Higgs  è un errore concettuale nella ricerca del meccanismo di conferimento della massa  ed a  Ginevra  non è  apparso nessun Bosone di Higgs  ai  Rivelatori  dell’allora  LEP.
In un’intervista  ai  giornalisti  dichiarò  che  vi era qualcosa  di  imprevisto,  che impediva la conferma della teoria di Peter Higgs  e parlò di uno “strano”  Vuoto, che poteva  contrapporsi ad una particella, presunta come responsabile della massa delle altre particelle sub-atomiche e sub-nucleari.

Oltre la  Fisica  la  Metapsichica
So bene cosa sia la Metapsichica:   la disciplina che pretende di comunicare con i trapassati. Generalmente i Fisici  non sono molto aperti a questa possibilità, sempre per la loro propensione a credere più a ciò che si tocca, si misura e si vede, che non all’esatto contrario.
Io mi sono posto il problema diversamente, per effetto di quel Vuoto Quantomeccanico, la cui natura mi è parsa chiara nel 1999.   Ma  anche per la mia formazione “interdisciplinare” e per la promessa che ho fatto a me stesso, di non stilare mai conclusioni, su argomenti che non abbia avuto modo di approfondire sufficientemente.
Da  Medico appresi con molto interesse la notizia, indiscutibilmente scientifica, che Peter  Fenwich, autorevole Psichiatra inglese  e  Sam Parnia, clinico  dell’Ospedale di Southampton, hanno scoperto la “sopravvivenza” della coscienza alla morte fisica, dichiarando  perentoriamente l’indipendenza della mente (psichica) dal cervello  fisico (neuronale).
Il cervello risulta  solo  un intermediario della mente (NdR: muscolo/inrefaccia/traduttore),  in grado di  essere indipendente  funzionalmente.    Correva l’anno 2001.   Anche Delpasse  anni prima  ne era assolutamente convinto.

L’effetto  Delpasse
Continuando a leggere apprenderete una nozione, che cambierà la vostra vita. Jean Jacques Delpasse  è un Fisico, che insieme al Neurologo William Jongh van Amdynck, si è proposto di dimostrare  la  persistenza della coscienza, in assenza dei fenomeni elettro-fisiologici, che la caratterizzano. Come dire: che un soggetto con  EEG  piatto  può essere ancora cosciente. Oppure, che vi è un interregno tra la vita e la morte.

Vediamo insieme in cosa consiste l’effetto di cui sopra.
Partendo da alcuni esperimenti di elettro-neurofisiologia, in cui si addestrava una persona ad accendere un televisore, non già pigiando con il dito un comando elettronico, piuttosto con la semplice volontà, si è arrivati a scoprire la cosiddetta “onda di disponibilità”, come dire l’intenzione che precede l’azione atta all’accensione di un tubo catodico.
Fin qui nulla di sconcertante. Stiamo parlando semplicemente della possibilità di utilizzare il segnale del primo neurone cerebrale, che si “accende”,  pensando di compiere un’azione, come “attuatore” effettivo.
Il bello è venuto fuori,  quando si è reso evidente che una persona morta, poteva ancora accendere il televisore !
L’intenzione  dunque è una facoltà psichica,  che  non necessita di un substrato  bio-fisico per  manifestarsi.

Che cos’è l’intenzione ?
Etimologicamente la parola  ci riporta al Latino: Intentiònem,  da  Intentus,  che è il participio passato di intendere  =  volgere il pensiero verso un oggetto desiderato. C’è solo un modo per afferrare il concetto nella totalità dell’accezione.  Immaginare  la scena  dove vi sia un uomo e una donna molto avvenente, in una situazione di intimità.
Invariabilmente capita questo: si verifica un momento di “equilibrio”, in cui l’uomo subisce il  fascino della figura femminile e  comincia a desiderarla.
Il pensiero porta l’uomo a intendere e a “volere”, dunque a protendersi…  Ma  NON è  ancora l’intenzione !
L’intenzione è regolata da un feed-back  perfetto, funzionale a  garantire il finalismo della  azione.
Nel mio libro “Alla scoperta della Particella di Dio”  riesco a dire in modo toccante  questa cosa  a  pag.  134,   quando scrivo:
“Due particelle  +/-   o sanno quello che fanno o è meglio che non s’incontrino mai”, perché l’atomo che è nato almeno 13,7 miliardi di anni fa, non poteva venir fuori rabberciato alla meglio….Questo vuol dire che la prima particella +  e la prima particella –  avevano previsto ogni particolare,  per poter aderire alle tantissime leggi della fisica atomica”.

Così,  per la stessa ragione,  capita che nell’uomo si accenda l’intenzione, solo per effetto di qualcosa che fa la donna: ostenta la sua fisicità in qualche modo “malizioso” e a quel punto, che io definisco “attimo della caduta delle idee”, la donna divenuta improvvisamente attraente esercita un effetto irrefrenabile, studiato ad arte  nella “memoria ontologica femminile”,  per far avvenire quel che avviene… l’accoppiamento avviene, per  portare a compimento il progetto collaudato da millenni.
Con possibili varianti  del pari ontologiche e chi mi legge ravviserà a cosa alludo, se ha colto in pieno la nozione di intenzione.

L’origine  intenzionale  dell’Universo
Confidando di aver colpito la vostra fantasia con l’esemplificazione,  che mi è piaciuto farvi,  vi sto portando a comprendere uno dei più grandi misteri del cosmo, purtroppo  ostico agli addetti ai lavori della Fisica istituzionalizzata.
Posto che vi sia familiare la nozione  che tutto per “nascere”  ha bisogno di un  concepimento” e di un utero,   vero è che la materia, che costituisce tutto l’UniVerso  è il portato di uno sfrenato coito,  che  NON poteva NON avvenire,  tra quelle  2  cose  “Fondamentali”,  che abitano il  Luogo Infinitamente grande,  precursore dell’UniVerso stesso e presente nei nuclei atomici di tutti gli atomi esistenti.  Stiamo parlando del Vuoto Quantomeccanico, composto dai Rishoni  (in ebraico = fondamentale)   Vavohu e Tohu,   altrimenti detti  “Vuoto-vuoto” e  “ciò che può riempirlo”.
Non a caso  “ciò che può riempire il Vuoto-vuoto”  è strato  irrefrenabilmente attratto dal Vuoto-vuoto  e  l’Intenzione ha trovato pieno compimento, in forza di  una triade  del pari dotata di un’immensa potenza di Creazione, costituita, come i Teologi sanno da  Intelligenza,  Memoria e Volontà.

La domanda a questo punto è:
può la Fisica indagare nel Regno dell’Intenzione ?  Quel tipo di Fisica, che crede la materia sia reale,  non già un i-l-Lusorio  (Ludico = gioco !) neuro-fisiologico,  per effetto del quale il cervello ci regala “sens-azioni”  prive di azioni  effettive su un che di concretamente tangibile,  certo che non può.
Una Fisica diversa, che ha preso atto della Nuova Tavola Periodica e di  quelle  “4 paradigmatiche caselle nere”, si,  può farlo.
Ma è una Physica tendente alla Psichica ed a ritenere il pensiero più potente del super-collisore di 27 chilometri, HLC  inutilmente costruito dal C.E.R.N. di Ginevra  per tentare di scoprire l’origine di tutto ciò che esiste.

Questo articolo si conclude con  la nozione  incontrovertibile,  che è il “pensiero”  il precursore della materia,    poiché   è  per effetto di questo,  che è scaturita tutta la materia disseminata  nell’universo.
Il Pensiero è più potente della materia ?  Non ci sono dubbi.
Lo dimostra il fatto che il Risone “Vuoto-vuoto” è stato riempito da  “Ciò che può riempire il Vuoto-vuoto”.
Vavohu e Tohu si traducono anche:  Caelis e Teerum, Cielo e Terra,  contenitore e contenuto. Teerum vuol dire anche  “duro”.
È bene che lo ricordino quei Fisici “materialisti”, convinti che bisogna credere  solo in  quello che si “tocca”.

Un’ultima cosa  da tenere a mente: da Teerum viene Teo, l’oggetto di studio della Teologia.
Lo scrivente è un Fisico che crede solo in ciò che si tocca, infatti  ultimamente sta studiando approfondita-mente, la  Psiche …e oltre.… Ritornerà volentieri nel “Sacro Bosco” di Bomarzo a rivedere la monumentale pietra dov’ è scolpita “Psiche” e l’ostensione delle 2 dita nella… materia.
Senza rimpianti di  essersi lasciato dietro la  Fisica Accademica.  (dal Greco Achà-Demos !!).

Particolare della statua di Psiche (Sacro Bosco di Bomarzo – VT)  che ostenta le due dita,  che…toccano la materia !

26/04/2008 – By Dott. Massimo Corbucci – Articolo pubblicato anche su: Scienza e Conoscenza  n° 25  – Macroedizioni.
vedi: La caduta dei paradigmi sull’Atomo + INFORMAZIONE, Campo UNIVERSALE e Sostanza

Questo video vi aprirà gli occhi per vedere la realtà anche da un’altro punto di vista:

Fisica estrema – Pensiero e malattia
L’importanza fondamentale della psiche nella genesi delle patologie – By  dott. Massimo Corbucci

Sono tre le domande della scienza che ancora aspettano una risposta – risposta che il mondo accademico di fanno non è ancora riuscita a dare:
1 – Perché nel Cosmo c’è materia e non anche antimateria ?
2 – Che cos’è la materia oscura ?
3 – Da dove prende la “massa” tutto ciò che esiste ?

Recentemente riflettevo su un punto sollecitato da una domanda che mi fece un importante industriale inerente la Teoria del Big Bang: cosa ci guadagnasse questa celebre quanto accreditata ipotesi ad acquisire il Vuoto Quantomeccanico eloquentemente rappresentato nella mia Nuova Tavola Periodica.
In una frazione di secondo organizzai la risposta accorgendomi di una cosa straordinaria sulla quale non mi ero mai soffermato attentamente.
Secondo il Big Bang dovrebbe esserci stato un momento iniziale dove tutto ha avuto stura, poi è cominciato il conteggio dei “primi fatidici 3 minuti” e finalmente si è avviato quel processo “espansivo” dell’universo analogo al gonfiarsi di un palloncino, dove il gas contenuto internamente – per effetto della legge fisica di Gay-Lussac sul volume e temperatura dei gas – va verso un progressivo raffreddamento tendente allo zero assoluto.
La domanda dell’arguto uomo mi ha fatto guizzare nei neuroni il concetto di quanto fosse importante nella Teoria del Big Bang non tanto “avvicinarsi il più possibile al momento iniziale”, quanto comprendere cosa ci fosse proprio “al momento iniziale” ovvero già “un attimo prima” del Big Bang, direbbe chi non ha capito che il tempo ha cominciato a “s-correre” solo non appena il Creatore ha dato lo start.

Prima del Big Bang era già presente la gravità
È questo il punto da deliquio dei sensi che rende chiunque abbia un’infarinatura di Scienza pallido, senza parole, senza più nessuna possibilità di riprendersi se non addivenendo ad una chiarezza totale.
Questo è il punto chiave di tutta la Fisica moderna.
Negandolo si ritarda solo il momento della sorpresa. Ormai il carro della Scienza si è inceppato e non procederà per il resto dei secoli se nessuno avrà il coraggio, e il senso di responsabilità, di turar via da sotto la ruota l’enorme zeppa che impedisce il procedere: l’erronea convinzione che la gravità sia una Forza mediata da gravitoni e in grado di perturbare lo spazio esterno con un moto ondulatorio proprio come fa un’onda elettromagnetica.
Ovviamente se la gravità fosse una forza – vale a dire una corrente di quantità di moto “quantizzata” da raffiche di bosoni, che devono far da “spoletta” per portare gli effetti da un punto A ad un punto B – ipotizzare che queste unità parcellari di “materialità” fossero già presenti al momento “iniziale” dell’avvio del Cosmo sarebbe semplicemente demenziale.
È un dato di fatto però che la gravità è un quid immateriale che c’è ma non ex-yste, introvabile nello spazio noto alla fisica, come è dimostrato dall’evidenza di cosa sia realmente un buco nero: il luogo di espressione massima della gravità dove della materia non è rimasto altro che quello che c’è essenzialmente nel cuore di ogni atomo, Vuoto Quantomeccanico ovvero gravità allo stato puro

Il trionfo delle Scienze cognitive
Quando divenisse pacifico che il pensiero è ciò che di più potente c’è nell’Universo, la Psicologia diverrebbe la disciplina più scientifica tra le 171.000 materie di studio dell’università.
Al momento chi si occupa di Psicologia non ha dignità di vero scienziato perché si pensa che la psiche non possa essere inquadrata tra le materie oggetto di studio della Fisica, per esempio.
Il pensiero cos’è ? – dicono ora i Fisici. È inconsistente e non risiede in nessun Luogo nel quale si possa inquadrarlo e renderlo oggetto di disamina, coerentemente con un criterio che non vada più là della “soggettività”. Come dire: chi si occupa di pensiero è un pò simile a chi studia l’araba fenice o babbo natale o i fantasmi nei castelli scozzesi.
Non nascondo che anch’io che vengo dall’elettronica – un ambito in cui le cose non funzionano in virtù dello spirito santo – e dalla chirurgia, dove si discute se sia meglio utilizzare punti di sutura in catgut o metallici, rimango spiazzato quando devo digitare le lettere per scrivere che il pensiero è il quid più “denso” nel quale ci si possa mai imbattere durante la vita terrena.
Siamo fatti della sostanza con cui sono fatti i sogni, la quale, per effetto del fatto che è “appercepita” da un organo che non semplicemente è la causa di ciò che vediamo e sentiamo coi “sensi”, piuttosto la causa di come ciò che arriva ai nostri sensi, si manifesta attraverso una convinzione di Realtà invero il-lusoria.
E sembra ai Fisici chissà quanto misurabile con gli strumenti e modificabile con le martellate. La martellata modifica la materia solo perché è “psicologicamente” attendibile che accada.
Le leggi della Fisica sono psicologiche: ricordate ? La materia oscura non esiste
Da qualche tempo ho trovato una risposta ad una domanda alla quale sogno di poter rispondere almeno da quando ho iniziato a scrivere per Scienza e Conoscenza: cos’ è la materia “oscura” ?
L’idea che nel Cosmo oltre alla materia “barionica” con dentro quei 103 barioni al massimo che io ho calcolato, ce ne fosse “altra” con dentro “non si sa che cosa” mi ha tormentato ininterrottamente, fino alla sera in cui di colpo ho capito dov’era l’inghippo e che si poteva star certi al 100% che il Cosmo contiene solo materia “chiara”.
La materia “oscura” è solo un ente soprannumerario scaturito – come il Bosone di Higgs, il Bosone di Einstein (modo scherzoso di chiamare il gravitone scusandomi con Albert per la licenza goliardica), l’antigravità e la gravità repulsiva – da una modello Standard concettualmente errato per salvare il quale il rasoio di Occam lo si è applicato al contrario.

Le implicazioni non sono da poco. Un esempio ?
Mesi or sono dovevo scrivere un articolo sul principio concettuale su cui si basa una metodica che ho messo a punto per curare il ginocchio in un modo rivoluzionario e dovevo prendere l’importante decisione se rimettermi o meno a disposizione delle persone con rilevanti problemi di vita per severi dolori e gravi impedimenti funzionali alla deambulazione.
Non riuscii a scrivere un articolo che quantomeno apparisse chiaro per i lettori della Rivista. L’anello mancante che facesse tornare i conti non lo trovavo !

Corpo, psiche e malattia – vedi: INFORMAZIONE = SPIRITO = PENSIERO = MATERIA
Il limite della medicina – a parte tutto quello che abbiamo detto lo scorso numero sui modi convenzionali o non di applicarla, in deroga al principio della difensiva che vuole salvare anche la pelle al medico – è dovuto fondamentalmente alla mancata percezione del preciso “oggetto” del quale si deve occupare.
Per dirlo sinteticamente: dell’eziologia o della patogenesi ? Insieme sono com’è noto l’ezio-patogenesi !

La domanda è: da dove si comincia ?
Devo riportare tutto alla botanica, dove è al di sopra di ogni sospetto che c’entri la “psiche”. Invece ho capito che persino una pianta viene raggiunta da un parassita se essa lo attira. Come “volontariamente”.
Per chiarezza: il parassita è l’eziologia e la patogenesi è l’“inclinazione” della pianta ad attirarselo addosso.
Così in patologia umana – senza tema di dovermi affatto vergognare – mi sento di dire che è tutto un costrutto forzoso quello del “rapporto di causalità” tendente a darci a bere che i virus, i batteri e  microorganismi vari sono in agguato, come ho visto in un documentario ed è solo “un caso” il rimanere vivi. Credo che il bacillo della TBC attecchisca bene, per “anacoresi”, solo in un “già tubercolotico”, tanto per capire di cosa stiamo parlando.

Così pure sono convinto che l’Helico-batterio attecchisca nello stomaco dell’ulceroso, non già che un batterio possa causare sic et simpliciter l’ulcera.
– vedi: Nozione di terreno + Vari terreni
A questo punto, per non fare un eccessivo volo pindarico verso lidi “lontani” che non intendo assolutamente raggiungere, mi spingo a dire (e mi fermo qui) che da qualche tempo ho maturato la certezza assoluta che arrivati all’ezio-patogenesi sia in Grazia di Dio concentrarsi sulla patogenesi, mettendo da una parte, in stand by diciamo, l’eziologia.
E nella patogenesi è rilevante solo la componente “psichica”.
Il “pensiero”, il quid che nella Fisica da me fondata ha la massima densità e la massima consistenza ed era già presente al momento 0 (zero) del Big Bang in qualità di gravità.

Le cose materiali: non solo batteri, una discopatia vertebrale, un processo occupante spazio, possono essere prese a getti di disinfettante, a colpi di bisturi e di strumenti micidiali. Ma siamo sicuri che il metodo giusto per vincerle sia infierire su di esse, piuttosto che non su quello che invero determina il loro potere “patogeno”?
Io ora sono certo di una cosa: l’azione terapeutica corretta è quella protesa – per dirla riconducendoci alla botanica – non a “sparare” sul parassita di un albero, piuttosto a far si che il vegetale la smetta di attirarlo a se. È un’idea rivoluzionaria per i medici allopati, (NdR: ma ben nota alla Medicina Naturale da sempre) che traslata all’uomo in medicina significa niente più e niente meno che rimuovere quel “circolo vizioso” psicologico che rende patogeno l’agente eziologico.
Una volta neutralizzata questa spinta psicologica a offrire il corpo agli agenti eziologici si assiste ad una fenomenale scomparsa della patologia: come per incanto.
Capito il concetto ?
Non è un problema di mettere, sbagliando, in due comparti mente e corpo, come ci fa fare il dualismo cartesiano. Si tratta di capire che il corpo è ininfluente su quello che gli capita. È soltanto la mente l’artefice vera del “di lui” destino.
Quando l’ho capito – mentre risolvevo l’enigma della “massa mancante” nell’Universo e perentoriamente davo per inesistente la materia oscura – sono stato folgorato da una nuova vocazione: osservate l’immagine dello strumento (vedi box) che finalmente sono riuscito a creare e leggete attentamente la didascalia.
Io desidero fare il medico, ma ho un solo modo per comunicare che davvero si può guarire istantaneamente da guai seri apparentemente inemendabili: quello che ho scoperto sulla gravità come fisico, vale a dire che la cosa più potente del Cosmo è il pensiero e non la materia, come finora si è creduto. Tant’è che prima del Big Bang era presente… la gravità.

INTERTESTI
È un dato di fatto però che la gravità è un quid immateriale che c’è, ma non ex-yste, introvabile nello spazio noto alla fisica
Il limite della medicina è dovuto fondamentalmente alla mancata percezione del preciso “oggetto” del quale si deve occupare. Una volta neutralizzata questa spinta psicologica a offrire il corpo agli agenti eziologici si assiste ad una fenomenale scomparsa della patologia: come per incanto.

Il Pensiero è la cosa più potente che c’è nell’UniVerso
La ratio dell’articolo che ho voluto proporvi è: creare un nuovo approccio alla Vita che miri a tutelare la conservazione della salute e la felicità dell’umanità applicando le scoperte d’avanguardia in campo scientifico.
L’ultima frontiera della Fisica è stata aperta nel momento in cui ho posto la gravità – quella “cosa” da sempre inquadrata tra le Forze fondamentali e affatto ritenuta ancora da indagare – come il quid già presente al momento della nascita del Cosmo.
In parole povere: al momento del “Big Bang” la gravità era già lì dall’eternità.
Questa nozione sconvolge la Fisica in un modo sconcertante. E le implicazioni sono enormi. Specialmente in campo medico, come descritto nell’articolo. Essenzialmente, il punto chiave che può aprire nuovi scenari nella cura di moltissime malattie attualmente “critiche” risiede nell’aver capito come non sia “strategico” aggredire la causa di una malattia intesa come fattore eziologico, quanti piuttosto “intervenire” sulla patogenesi, vale a dire sul fattore che permette all’eziologia di essere patogena e, in ultima analisi, di determinare il danno. E si è visto che la patogenesi altro non è che quella “inclinazione psicologica” a far incontrare il proprio corpo “fisico” con l’agente eziologico in maniera dannosa: cagionevole di dolori, limitazioni funzionali talvolta anche molto serie e dismorfismi notevoli
La riflessione da fare è che gli agenti eziologici sono in agguato per tutti i comuni mortali, ma capita che taluni soggetti si ammalino, mentre altri non ne risentono minimamente o ne risentono non più di tanto. Pertanto è inutile andarsela a prendere con le cause dei problemi di salute quando quello che compromette veramente la salute è, diciamo, di natura psicologica.

La lingua dell’inconscio


Quello che vedete sullo schermo di questo computer, è la sintesi degli studi, in cui sono immerso da 34 anni: un sistema elettronico per interloquire con la parte della mente correlata con lo stato fisico personale. Ogni patologia d’organo o/e di parti del corpo, si traduce nel transito di certi segnali neuro-fisiologici nella colonna spinale. Ma non solo: si traduce nell’accensione di certi neuroni corticali cerebrali, che diventano un “vissuto psichico” e determinano l’emissione di parole con determinate consonanti e vocali o semplicemente il “pensiero” di “dirlo”.
La scoperta sconcertante è stata quella di rendersi conto che parlando in una “lingua” alla quale l’inconscio è particolarmente sensibile (creata elettronicamente), il percorso inverso dei segnali può modificare radicalmente la “patogenicità” dei cosiddetti “agenti eziologici”, fino a renderli del tutto inoffensivi – quantomeno non più causa di sofferenze, limitazioni funzionali o danni vistosissimi.
Come dire che si può guarire dai problemi di salute, diciamo anche seri, affrontando la “patogenesi” – che è prevalentemente psicologica – piuttosto che l’eziologia. È una vera rivoluzione “copernicana”, che abbatte il dualismo cartesiano creato dal meccanicismo dominante. Non solo mente e corpo fisico vengono sottratti alla dicotomia propria di un orientamento figlio delle tendenze della Fisica, ma prendendo atto che la Fisica è tutta da rifare e, a sorpresa, anche il Big Bang, si dovrà presto riconoscere che agire sulla mente della gente è miliardi di volte più efficace che dare colpi di bisturi devastanti l’integrità esteriore o iniettare farmaci “bomba”.

LIBRI
– Massimo Corbucci, Alla Scoperta della Particella di Dio, Macro Edizioni, 2006
– Michio Kaku, Fisica dell’impossibile, Un’esplorazione scientifica nel mondo dei phaser, dei campi di forza, del teletrasporto e dei viaggi nel tempo, Codice Edizioni, 2008

– Colin Wilson, Damon Wilson, Il Grande Libro dei Misteri Irrisolti, Una straordinaria antologia, una storia affascinante che spazia sui più grandi enigmi dell’umanità, Newton & Compton Editori, 2002

Commento NdR: questo articolo non tiene conto che le ricerche effettuate con i numeri dicono cose diverse…PDF
vedi anche la luna e la materia oscura…PDF (studi del ricercatore Rubino).

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Un modo nuovo di fare medicina – La guarigione istantanea e permanente – 10  Mag. 2011
Nell’articolo qui sopra citato, ho avuto modo di introdurre il concetto fondamentale, che sta alla base di un nuovo approccio alle patologie: è  inutile “sparare” con armi micidiali sull’eziologia, quando è la patogenesi,  vale a dire il fattore,  che permette all’eziologia di fare  danni,  da mettere sotto tiro.
Questo equivale a concentrare l’intervento sul fattore psicologico ed è rimandato ad una fase successiva, ogni sforzo per asportare l’eziologia.
Ora vado … oltre.
Semmai avesse colpito nel segno, l’esempio che feci, del regno vegetale,  dove è al di sopra di ogni sospetto,  che una pianta abbia la mal versione “volontaria” di attirare a se un “parassita”,  per farsi distruggere; avrei il compito facilitato.
Infatti la chiave concettuale è proprio nel termine “vegetale”,  che ci riporta ad una funzione di quel distretto del sistema nervoso detto “vegetativo” (autonomo o viscerale).

La medicina della “Informazione”
Dopo più di 26 anni, che faccio il medico e a distanza di 34 anni dalla scoperta del Vuoto Quantomeccanico  (Scoperta, che ha elevato la Psicologia a dignità di Scienza esatta per antonomasia e le parole a vere e proprie password,  atte a modificare la realtà),   prendo atto di una tendenza, che sta diffondendosi a “macchia d’olio”:  raggiungere il benessere personale,  non più seguendo quei dettami “meccanicistici” e  persino “distruttivi” ,  imposti dalla “medicina convenzionale”;  piuttosto lasciandosi andare alla naturalità, con cui l’insieme psico-somatico del nostro, corpo tende ad “aprirsi” a ciò che può ristorarlo, restituirgli delle funzioni lese o quantomeno  renderlo “immune” dai guai a cui vanno incontro “certi tipi”.
Questo concetto di “in-formare” le parti del corpo, risalendo,  al limite,  (!) alla singola cellula, entrando in una sorta di “risonanza”,  di tipo induttivo/capacitivo, con il pensiero e le parole espresse dal pensiero stesso,   mi è caro,  come  a  Leopardi fu caro l’ermo colle !
Quello che io sto facendo ultimamente,  è proprio uno studio “frequenziale” di ogni singola parola, emessa (NdR: messa da qualche parte);  partendo dal duplice assunto,  intanto che la funzione fonatoria sia “patognomonica” di un disturbo somatico,  nel senso che se uno sente dolore,  emesse una vocalizzazione, ovvero parole che ne esprimono il carattere.
Pertanto dalle parti del corpo,  per esempio una articolazione dolente, si diparte afferendo alle vie corticali cerebrali,  una via nervosa, la quale transita ovviamente nel metamero spinale, del “livello” competente quel determinato distretto, (Il ginocchio è T12-l1)  prima di terminare in più neuroni, che si “accendono”,   sulla superficie del cervello,  determinando la sofferenza di un vissuto “concettuale”,  esprimibile con  “fonemi” o addirittura un urlo di dolore,  quando le vocali  e u a i o  si fondono nella frequenza tipica di un “do” (UT)  musicale.
Analogamente capita anche qualcosa di mai ravvisato in ortopedia, tanto per rimanere sul ginocchio:  che il dolore non abbia affatto un riscontro oggettivo di  un danno articolare,  ma “nasca orfano” del danno anatomico locale,  tanto per capirci;   per effetto di una cosiddetta “radicolopatia” spinale, sostenuta da un restringimento dello spazio T12-L1,  artrosi lombare, nevrite ecc…
Che questo sia vero nel 99,999999999 %  delle gonalgie  senza trauma diretto, l’ho riscontrato in 25 anni di attività clinica,  dopo aver scoperto questo meccanismo patogenetico, la prima volta  su un signore operato al ginocchio ripetutamente,  senza mai arrivare ad esito positivo.
Trovai anche un modo straordinariamente efficace,  per riparare con un semplicissimo intervento micro-mini-invasivo il danno radicolare o tronculare sulla via nervosa,  poi mi accorsi con sconforto,  che nonostante l’enorme risultato di una restituita integrità,  di una restituita funzione con remissione totale del dolore e del dis-morfismo eventuale, che faceva propendere per la necessità dell’artro-protesi,  i medici,  non sono a conoscenza di quello che io ho rilevato;  alcuni soggetti, pur di continuare a star male, magari cadevano rovinosamente e il ginocchio guarito, se lo traumatizzavano di brutto !  Procurandosi un dolore superiore a quello per cui erano venuti da me.
L’anello mancante per risolvere il problema “a tutti gli effetti”,  era proprio l’aspetto psicologico.  Quel che abbiamo detto nell’articolo qui sopra esposto:   la patogenesi non rimossa,  rende vano rimuovere solo l’eziologia.
In termini neuro-fisiologici accade questo:   l’accensione corticale dei neuroni, accende anche un vissuto psichico, che diventa presto un “circolo vizioso” abnormemente  patogeno.
A nulla servirebbe un supporto psicologico, tendente a convincere il soggetto, che una volta rimossa la “eziologia”  (che abbiamo detto nel caso di un ginocchio bloccato, risiede a livello T12-L1)  può godersi la vita,  mettersi tranquillo a correre sui prati …
Le parole, intese come “linguaggio convenzionale”,  non servono.  Ci vuole “altro”.

Cosa hanno in comune  una radicolopatia,  un frontale automobilistico,  un serpentello che aggredisce una mano e un cane che morde i pantaloni di un fuggiasco?   Non dite niente.  Non è vero.
Hanno in comune la  PATOGENESI,  vale a dire l’aspetto “psichico”  del  problema !
Che  poi  invero nemmeno  è volontario,  bensì   involontario e  legato al SISTEMA NERVOSO  V E G E T A T I V O.
Ha nome  ADRENALINA.
Dunque,  se – non –   volete passare la vita a reiterare infinite operazioni di ernia del disco,  incidenti stradali,   corse in Ospedale per l’antiveleno o per l’antirabbica,  fate funzionare l’emisfero destro del vostro cervello:
il vostro SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO non tarderà ad attivarsi, voi vi sentirete piacevolmente rilassati, sotto l’effetto  dell’ACETILCOLINA  e  vivrete  più di cento anni  sani  e felici.
A parte la possibilità di curare molte malattie  con un metodo rivoluzionario,  intanto godetevi la vita semplicemente “prendendo le distanze”  dal  RAZIONALISMO,  foriero di cattiva ventura,  di infelicità e di stress inammissibili.

Due milioni di neuroni dentro la pancia
La Psicologia è stata fondata per dominare miliardi di neuroni,  cerebrali.
La sorpresa consiste nel fatto,  inaspettato forse,  che quando siamo svegli,  possiamo incidere poco e niente sulla realtà, usando il cervello, ovvero la cosiddetta “volontà”.
Non dovrebbe essere affatto sorprendente,  dacché  il “proiettore” del “film” della realtà  è proprio  il cervello e,  se  nel sogno, dove il proiettore  della “scena sognata”,  è fatto di quei 2 milioni di neuroni addominali, il cervello può far agire i protagonisti del sogno, a suo piacimento,  capite bene, che da svegli invece, dobbiamo usare… La  pancia ?
Certo che si.  Dicasi  Sistema Nervoso Autonomo.  (SNA)
Ora vi chiedo un poco di attenzione,  per favore.   Il  SNA si compone di 2 parti.
Il parasimpatico detto colinergico  (l’acetilcolina è il mediatore)  e il simpatico,  detto adrenergico (l’adrenalina è il mediatore).
Come del resto il cervello è diviso in emisfero destro  e  emisfero sinistro,   che sono rispettivamente  la parte mentale  “fantasiosa” e creativa e la parte  mentale “razionale” e  adatta ai calcoli matematici,  piuttosto che alla riflessione filosofica.
Fosse per la parte di cervello fantasioso,  la vita dell’umanità potrebbe essere improntata davvero al benessere e alla felicità.  Purtroppo  invero,  ciò che rende problematica l’esistenza e dunque “patogenetico” ogni fattore eziologico,  è  la propensione alla “razionalità” o meglio l’addestramento che le persone hanno fatto,  nel corso della loro vita,  ad entrare in conflitto con la realtà,  anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

La  “Paura” è nemica della Felicità – vedi: Terrorismo Psicologico del sistema sanitario
Paura è una parola correlata semanticamente con un Demone,  che anticamente spaventava col suono penetrante della sua zampogna,  i viandanti, di passaggio nei boschi.
L’analogo moderno è il suono assordante del cicalino, che sulle automobili entra in azione,  semmai il conducente non si fosse legato con delle fettucce trasversali, opprimendosi inutilmente la vita.  Paura = pan ura = dolore totale.
Da notare come il fine ultimo è, in primis, “sconnettere” il cervello destro, dal sinistro e poi creare stress  e adrenalina.
Non è difficile rendersi conto del “conflitto” psicologico,  che nasce nel soggetto intelligente, il quale si chiede perché dovrebbe opprimersi per guidare e si risponde “razionalmente”, che lo sta facendo per la sua “sicurezza”,  dove appunto sekur = scure = che  divide  in 2.  Ma è proprio questo il risultato sperato dai progettisti del “sistema” !  vedi: Codice etico della ricerca Europea

Conoscere il meccanismo patogenetico di questo “stratagemma” atto a produrre incidenti stradali,  può evitarli.
Del resto partiamo dalla premessa, che il fattore psicologico è quello responsabile di ogni problema fisico, compreso l’incidente stradale, l’essere morso da un cane,  da un serpente o l’essere afflitto da una radicolopatia,  foriera di un ginocchio che si bloccherà.
L’uomo che attira vipere, si fa mordere dai cani e fa incidenti stradali
Ricordo quando lavoravo come giovane medico ai “campi solari”,  che un bidello  raccontava con una punta di “compiacimento”, di essere stato “pizzicato” 4- 5 volte dalle vipere.
Anche un mio amico, mi colpì,  quando mi riferì di essere stato morso da un cane lupo al tavolo, in una cena campestre.  Mi ricordai che era stato morso persino dal suo cane e dal cane di una sua amante.
Un noto dentista, poi,  per vantarsi di usare sempre le cinture di “sekurezza”, si mise a “relazionare”, quasi orgoglioso, sulla dinamica di “molti” incidenti stradali, che gli erano occorsi in 30 anni di carriera automobilistica, che io  – non –  prenderei come esempio da imitare.
Il discorso scientifico da impostare è,  che vipere, cani e curve a gomito sulla strada,  vale a dire i “fattori eziologici”,   sono stati equamente disseminati per tutti.   Come mai per qualcuno queste insidie sono del tutto inoffensive,  mentre per altri soggetti,  si rende necessario l’Ospedale ?
La soluzione scientifica eccola:  serpenti, canidi e viadotti dove vige un codice della strada,  incredibile  (?) (non direi !)  ma vero,  sono  reattivi  a quel mediatore del SNA  “sinistroide”,  detto appunto adrenalina.

Com’è noto,  certi animali istintivi,  “sentono”  l’adrenalina !   E ci gongolano ad attaccarti … se in sostanza … “tu”  hai paura.
La strada persino  sente l’adrenalina, nel senso che se guidi stressato dall’oppressione delle pericolose cinture o dal trillo assordante del cicalino,  quei tornanti di montagna, che potrebbero essere affrontati con piacere,  mentre ti sprizza acetilcolina,  divengono forieri di scontro frontale  vuoi con il veicolo dell’altro senso di marcia,  vuoi con l’albero secolare o con barriere architettoniche varie.
Ora che lo sapete, come funziona il mix lesivo di eziologia + patogenesi,  spero non vogliate, come molti vorrebbero,  che si abbattano gli alberi sulle strade.
Non è meglio che vi godiate la vita e l’ombra, che provvidenzialmente fanno sulla strada, d’estate ?
La non consapevolezza,  che dipende da noi e non dall’esterno,  quello che di brutto ci capita,  facilita peraltro la “reiterazione” del “guaio”.  Dicesi “coazione a ripetere” e spiega pure,  come mai,  c’è gente, che non passa trimestre, che non finisca sotto i “ferri chirurgici”. Oggi per togliere l’appendice, domani per la colecisti, molto presto per l’ernia del disco e così via dicendo !

Funziona così per tutti gli agenti eziologici ?
Indubbiamente un’ernia del disco, un vivace cane lupo e un frontale automobilistico, hanno poco in comune. Tuttavia la solfa è sempre quella: protrusioni discali ne abbiamo tutti, quadrupedi scodinzolanti ne incontriamo tutti e le curve le percorriamo tutti.
Però vero è che non tutti passiamo la vita sul tavolo del neurochirurgo, o a farci l’antirabbica o a farci estrarre dalla carrozzeria contorta. In linea di massima direi, senza tema di dover ritrattare l’affermazione un giorno, che la risposta adrenalinica o acetilcolinica, è sempre quella, che fa la differenza.  Capito il concetto,  possiamo passare oltre.

Il modo nuovo di fare medicina qual è ?
Questo articolo consideratelo “propedeutico” a quello dove parleremo dei dettagli,   del metodo che ho messo a punto,  per curare le persone, con un approccio completamente nuovo.
A pubblicarlo ci arriveremo, aggiustati  proprio  tutti i dettagli, teorici e pratici, che danno ragione della possibilità di fruire della medicina,  come  presidio foriero di felicità e non come supplizio, per stare peggio, di come chiunque potrebbe stare,  naturalmente,  mettendosi semplicemente a letto,  in attesa o di miglioramento  o di peggioramento.
Nel precedente articolo qui sopra riportato, vi ho presentato l’immagine del dispositivo computerizzato,  per fare l’analisi frequenziale della voce e risalire, praticamente al tipo di disturbo,  funzionale, che potrebbe essere presente in qualche distretto d’organo o somatico.
Il  secondo dispositivo computerizzato, che sono riuscito a mettere a punto, invece, serve a localizzare con estrema precisione il metamero spinale disturbato,  correlandolo con vari problemi.
Il blocco  articolare del ginocchio, è per me un paradigma e una delle ragioni per cui mi rifaccio a questa “patologia”,  sta nella istantaneità del risultato ottenibile e nella permanenza nel tempo della scomparsa del dolore e nella ripresa funzionale-anatomica perfetta.

Io mi rendo perfettamente conto della mia posizione accademica assai compromessa, dal fatto che come Fisico ho proposto modelli troppo  rivoluzionari, quali la Nuova Tavola Periodica e il Nuovo Modello Standard dove ho fatto fuori la gravità,  tra le 4 forze.
Per questo ho l’obbligo deontologico come Medico, a maggior ragione, di non creare false illusioni di guarigione da problemi notoriamente non facilmente risolvibili.
Con il ginocchio  posso dimostrare il riscontro immediato sui casi oggettivamente gravi,  ovvero inquadrati clinicamente come candidati alla atro protesi.  Non è una illusione di guarigione.
Una tiroide,  che torna endocrinologicamente funzionante come di norma,  dopo un intervento sui metameri cervicali competenti,  che rimette anche i sintomi di una grave cervicalgia, con compromissione anche della vis prensile delle mani,  non sorprende;   intercorrendo un lasso di tempo tra l’intervento a carico delle faccette articolari cervicali e l’avvenuto ripristino dei valori  di laboratorio ematologico.   Per questo al momento non potrò permettermi di avventurarmi in questi risultati clinici.

Confidando che nel frattempo il CERN si astenga da altri annunci, come quello poi “ritrattato”, sulla “scoperta” (!) del Bosone di Higgs,  che vi assicuro (!!!),  non c’è;
i quali  “rendono dubbie”  tutte le mie affermazioni scientifiche,  anche in campo medico ovviamente,  rimango redattore di questi articoli pubb,icati anche su S&C e lieto di dare il mio contributo,  in questo particolare momento di fermento verso la ricerca della felicità e del benessere,  molto fuori dall’ambito della medicina allopatica.
“Sursum corda” a tutti gli operatori  “non allopatici”, dunque !
By dott. M. Corbucci

Commento NdR: tutto ciò è esattamente ciò che la Medicina Naturale insegna da millenni = Uno dei principi fondamentali della Medicina Naturale è questo:
“Ciò che NON si Esprime si Imprime” ….sull’organismo !

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Jean Paul Vanoli

Jean Paul Vanoli

dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, consulente in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia. Consulente di: https://mednat.news (vedi Curriculum) - info@mednat.news - Sovrano, Ambasciatore e Trustee del Trust/Stato/Nazione/Regno libero, sovrano, extraterritoriale: VANOLI GIOVANNI PAOLO° - VANOLI G.P.° - VGP° (Trade Marks) - Defender of human, animal, bacteria and virus/exosomes rights, i.e. Life/Nature in general

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