Due o tre cose della Bibbia che non sappiamo:
Noi genericamente definiamo “Bibbia” quel librone di oltre mille pagine che troviamo un pò dappertutto, anche nelle chiese come a casa nostra (NdR: nazioni occidentali) come nei motel dei film americani.
Ma quel libro in realtà contiene sia il “Vecchio” che il “Nuovo” Testamento, ovvero la Bibbia originale degli ebrei – detta Tanach, che risale al 600-1200 A.C – più i Vangeli cristiani “canonici”, scritti invece dopo l’era volgare (180-380).
(NdR: Gesu’ “figlio del padre o barAbba”, detto il Cristo – Cristo quindi NON era il suo cognome), bensi’ solo un suo attributo, “Messia”, in Ebraico antico, Samaritano = Mashia (unto = illuminato, colui che aveva la conoscenza), che i cristiani ed i cattolici gli hanno attribuito in modo falsato – il suo nome proprio era in Aramico/Ebraico/fenicio = YASHOUE’, figlio di Erode il grande e di Maria sua moglie. – vedi: Alfabeto
Il “cristianesimo” quindi è, in un certo senso, una “libera interpretazione” della Bibbia originale ebraica, rivista e corretta…, anchetramite l’aggiunta dei Vangeli, fatta risalire falsamente, alla predicazione di Gesù il nazareno.
La differenza fondamentale fra le due religioni sta proprio nel fatto che l’ebraismo non riconosce nella fìgura di Gesù nazareno il titolo di “Messia”, mentre il cristianesimo sì.
In questa sede comunque, per “Bibbia” intendiamo esclusivamente il testo (Antico testamento) o Torah, composto dei 39 singoli libri originali (Genesi, Esodo,….. Isaia, Ezechiele,…ecc.) del canone ebraico.
(Lista che, per la precisione, differisce per alcuni libri da quella adottata dal “Vecchio Testamento” dei cristiani e dai cattolici).
“Un’ipotesi comune tra gli studiosi testamentari è che la prima maggiore stesura del Pentateuco (la serie di cinque libri, che inizia con Genesi e termina con il Deuteronomio) sia stata composta alla fine del VII o VI secolo p.e.v. (la fonte Jahvista), e che questa sia stata successivamente ampliata da altri autori (la fonte Sacerdotale) in un’opera molto simile a quella che abbiamo oggi.[6] (Nella storia della creazione le due fonti appaiono in ordine invertito: Genesi 1:1-2:3 è Sacerdotale e Genesi 2:4-24 è Jahvista).
Attraverso la narrazione combinata passa una critica della teologia mesopotamica della creazione: La Genesi afferma, con le false traduzioni e le falsificazioni dei Giudei (dal tempo di Esdra in Babilonia) e successivamente quelle dei cristiani, il monoteismo (falsamente) e nega il politeismo, inserendo temi dalla mitologia mesopotamica, ma adattandola alla fede in un unico “Dio” di Israele.
Robert Alter ha descritto la narrazione combinata come “convincente nel suo carattere archetipico, nel suo adattamento del mito a fini monoteistici”.
vedi la ritraduzione delle: prime 7 parole della Genesi
Sebbene la tradizione attribuisca Genesi a Mosè (vedi Mosè quale faraone degli Hyckos), la maggioranza degli studiosi testamentari credono che, insieme ai successivi quattro libri (che compongono quella che gli ebrei chiamano la Torah e gli studiosi biblici chiamano il Pentateuco) sia “un’opera composita, il prodotto di molte mani e periodi.”
Un’ipotesi comune tra gli accademici moderni è che la prima versione importante del Pentateuco sia stata composta nel tardo VII secolo o VI secolo p.e.v. (la fonte Jahvista), e che ciò fu susseguentemente espansa con aggiunte di varie narrazioni e leggi (la fonte Sacerdotale) in un lavoro molto simile a quello esistente oggi.
Le due fonti appaiono in ordine inverso: Genesi 1:1-2:3 è sacerdotale e Genesi 2:4-24 è Jahvista.
Per quanto riguarda il contesto storico che ha portato alla creazione della narrazione stessa, una teoria che ha guadagnato un notevole interesse, sebbene ancora controversa, è l'”autorizzazione imperiale persiana“. Questa propone che i Persiani, dopo la loro conquista di Babilonia nel 538 p.e.v., accettarono di concedere a Gerusalemme un ampio grado di autonomia locale all’interno dell’impero, ma richiesero alle autorità locali di produrre un singolo codice legale accettato da tutta la comunità. I due gruppi di potere che componevano la comunità – le famiglie sacerdotali, che controllavano il Tempio, e le famiglie latifondiarie che formavano gli “anziani” – erano in conflitto su molte questioni e ciascuna parte aveva la propria “storia delle origini”, ma la promessa persiana di un forte aumento dell’autonomia locale per tutti fornì un potente incentivo a cooperare nella produzione di un testo unico.
Tratto da: wikipedia.org
BREVE STORIA della BIBBIA – ORIGINE e CONTENUTO
Va detto innanzitutto che la Bibbia non è affatto un testo unitario, ma piuttosto un intricato compendio di tradizione orale, di fonti storiche, di miti e leggende popolari, sia locali che importate, di scritti dei vari profeti, di leggi e regole per l’igiene e la nutrizione, di poesie, canti e proverbi di ogni tipo. In altre parole, una summa cumulativa di tutto il sapere contemporaneo di quella regione, che cominciò a prendere forma definitiva, e ad essere considerata “Legge di Dio”, soltanto intorno all’ottavo secolo prima dell’era volgare.
Più avanti parleremo dell’effettiva stesura dei testi, che iniziò in quel periodo, per mano di scribi che non erano in nessun modo gli autori del testo originale.
La zona di Qumran ove sono stati ritrovati rotoli antichi anche dei libri dell’A.T. della bibbia
IL TESTO ORIGINALE
I testi biblici erano scritti – in ebraico antico ovviamente – su lunghi rotoli di pelle, o di pergamena. Ben lungi dall’essere leggibili a prima vista, però, questi rotoli apparivano al lettore come una sequenza interminabile di lettere, dalla prima all’ultima riga. (In realtà, come si vede dalla foto accanto, ogni tanto ci sono delle spaziature multiple, che indicano però delle pause “emotive”, e non hanno nulla a che vedere con la composizione delle singola parole).
P r a t i c a m e n t e l a b i b b i a a p p a r i v a s c r i t t a c o s ì
Non sono indicate le parole vere e proprie, ma devi trovartele tu, separando i gruppi di lettere al punto giusto. E siccome in realtà gli ebrei non scrivevano nemmeno le vocali, l’equivalente per noi sarebbe stato questo:
P r t c m n t l b b b p p r v s c r t t c s
Moltiplicate questo rebus per circa 2 milioni e mezzo di lettere consecutive, ed avrete davanti la Bibbia originale.
vedi: alfabeto Ebraico antico =fenicio
Lettere, numeri, ed info sull’Ebraico antico, pre-sinaitico:
http://paperzz.com/doc/354741/hebrew-letters-numbers—bet-hashem-midrash
http://www.revelation2seven.org/WebPages/SideLinks/PhonicianToEnglish.htm
Questo è un testo scritto in Ebraico babilonese e non in ebraico sinaitico (Fenicio, Aramaico)
INTERPRETABILITA’
Il problema dell'”interpretabilità” della Bibbia è quindi a strati multipli, poiché bisogna prima di tutto mettersi d’accordo su quello che c’è effettivamente scritto sopra. Soltanto dopo si potrà affrontare un’eventuale lettura allegorica, o simbolica, del testo, e casomai, in ultimo, quella ancor più complessa ed arcana detta esoterica, o “cabalistica”.
In un testo cosi lungo si verificano, per pura legge statistica, migliaia di casi in cui certe lettere possono essere attribuite sia alla parola precedente che a quella seguente, dando comunque un senso compiuto. L’udito, oppure lu dito ? (Per un sardo, il problema potrebbe anche porsi).
Vi sono poi altrettanti casi in cui la variazione delle semplici vocali può dare adito a letture completamente diverse. Una cosa è dire “ti amo tanto”, ben altra è dire “tu mi tenti”, anche se le consonanti – t m t n t – rimangono le stesse. (Per non parlare poi di “temo i tonti”, o di “Tom è tinto”).
Naturalmente, nel corso del tempo le varie generazioni di rabbini sono giunte ad un consenso di massima sul significato di ogni frase, che è rispecchiato dalla moderna versione ebraica della Bibbia. Già che c’erano hanno pensato bene di aggiungere anche le vocali, e di staccare le parole. Anche l’occhio vuole la sua parte.
AUTENTICITA’ ? NO !
Come facciamo noi a sapere che questa versione “ufficiale” corrisponde davvero all’antico originale ? In fondo, abbiamo visto come i Vangeli canonici siano stati martoriati, nel corso dei primi secoli, da correzioni, tagli e interpolazioni di ogni genere, volute dai padri della chiesa per adattare il credo, originariamente nato in Palestina, al mondo e alla mentalità dei gentili.
Per quel che riguarda la Bibbia, diciamo innanzitutto che per “originale” si intende, in realtà, la versione redatta nel 539, prima dell’era volgare, dal profeta Ezra (Esdra), sulla via del ritorno da Babilonia, andando completamente a memoria.
I “veri” testi antichi, infatti, erano stati tutti distrutti nel rogo del Primo Tempio, dai soldati di Nabucodonosor. Fortunatamente sono stati ritrovati, nell’ultimo dopoguerra, i cosiddetti Rotoli del Mar Morto, dei libri sacri che la comunità sacerdotale degli Esseni aveva nascosto nelle inaccessibili grotte di Qumran (v. foto), e che così sono sfuggiti anche alla distruzione del Secondo Tempio, ad opera dei Romani,nel 70 dopo era Volgare.
Fra questi rotoli si è ritrovato un libro quasi completo di Isaia (foto sotto), che ante datava l’esodo di Babilonia, e che risultò essere identico, lettera per lettera, alla versione tramandataci a memoria da Ezra.
Questa fu messa definitivamente per iscritto nel secondo secolo dell’era volgare, nella versione cosiddetta “masoretica”, della quale però nessun originale riuscì a superare intatto le intemperie della storia.
Il più antico testo completo della Bibbia ebraica disponibile oggi è il Codex Leningradensis, che è una copia del masoretico che fu redatta “soltanto” nel 1008 dell’era volgare.
Nonostante questo, grazie ad una seri di complicatissimi riscontri incrociati fra tutti i reperti biblici ritrovati finora – dal completo Isaia di Qumran, al più microscopico frammento di testo sacro – è stato possibile affermare con relativa certezza che la Bibbia ebraica contemporanea, cioè la versione masoretica, corrisponda fedelmente al testo originale del tempo dei profeti.
Ma vediamo adesso che cosa dice questo testo originale, nella sua traduzione letterale.
Il CONFRONTO con L’ORIGINALE
PENTATEUCO
La tradizione vuole che i primi 5 libri della Bibbia, che noi chiamiamo Pentateuco, e gli ebrei Torah, siano stati scritti direttamente da Mosè, intorno al 1200 a.C. Fra questi sicuramente il piu’ importante è il primo, che noi chiamiamo Genesi, e gli ebrei chiamano Behreshit (“l’inizio”). In esso si descrivono sia la cosmogenesi che l’antropogenesi, cioè la nascita del mondo materiale, e quella dell’Uomo e delle altre forme viventi.
GENESI
Se ora noi confrontassimo il testo originale del Behreshit con quello della nostra Genesi, rimarremmo probabilmente di stucco. Che dire, ad esempio, di fronte alla scoperta che il mondo non sarebbe stato creato affatto da “Dio” (singolare maschile), ma da una allegra combriccola di “Dei” ?
Il termine Elohim infatti, che nella nostra Genesi è tradotto con “Dio“, in ebraico è solo plurale, ed è sia maschile che femminile. (Qualcuno ricorda la frase “infelice” di Papa Luciani, che prima di morire volle farci sapere a tutti i costi che “Dio è uomo, ma anche donna” ?).
Oppure, cosa dire di fronte al fatto che non fu l’uomo ad essere fatto “a sua immagine e somiglianza”, ma è l’umanità che fu fatta “ricalcando i loro contorni”? Cioè, proiettando dei loro “parametri” astratti, ideali, nel mondo concreto della materia. Una cosa è lo “stampino” della ceralacca – che fra l’altro ci ha condannato a visualizzare l’uomo barbuto che ci perseguita da millenni col bastone alzato – ben altra è pensare ad una “cristallizzazione” nel mondo denso della materia di un progetto ideale, tanto puro quanto assoluto. Nello stesso modo, in un certo senso, in cui un regista “sogna” il proprio film, e poi gli dà una forma concreta usando attori, pellicola e cineprese.
(Curioso come gli Aborigeni d’Australia, il più antico popolo vivente sulla terra, chiamino la nostra dimensione terrena “dreamworld”, il mondo dei sogni).
ELOHIM o JAVEH (Yahwe) ?
A chi si ritrovasse ora confuso sul “nome di Dio” originale, ricordiamo che è la Bibbia stessa a mescolare le carte, infatti vi sono due tipi di “creazione”, poiché a volte presenta il “Creatore” come Elohim (creatori = dei al plurale), altre volte lo chiama Javeh, o Jehovah (Giavè, Geova), e più raramente Adonài (Signore, Padrone).
Elohim però, come detto, è soltanto plurale, maschile e femminile insieme (significa letteralmente “coloro che sono in alto”, “i signori di sopra”), mentre sia Javeh che Adonài sono al singolare maschile (in realtà Javeh è neutro, ma non pone comunque una questione di pluralità e quindi indica un individuo singolo, che alcuni reputano sia essere un extraterrestre).
Ma perché allora, viene da domandarsi, perche’ e’ stato introdotta la falsa parola “Dio” nelle Bibbie in commercio, è per di piu’ stato tradotto al singolare e non con la giusta traduzione “Dei” ?
Qui non sta certo a noi rispondere, e possiamo al massimo avanzare un’ipotesi: già ai tempi dell’ebraismo, una delle chiavi unificatrici, a livello popolare, fu proprio l’introduzione del monoteismo, rispetto al credo mosaico che era politeista, (e quante volte insiste a ricordarcelo, lo Javeh della Bibbia, che “non avrai altro Dio all’infuori di me” ?).
L’Antico testamento al tempo di Esdra, in babilonia gli scribi ivi portati in cattivita’ impararono e modificarono l’alfabeto fenicio, aramaico in quello cuneiforme, che corrisponde al’ebraico che oggi conosciamo; oltre all’alterazione dell’alfabeto originale, quegli ebrei cambiarono e falsificarono gli scritti detti mosaici, la Torah antica, per adattarli all’idea monoteista….
Un’altra cosa che contribuì a rinforzare l’impatto della nuova religione fu l’abolizione dell’idolatria. Fu quindi chiaro alla classe sacerdotale, già da allora, che meno “dispersione” simbolica c’è, nella mente del credente, più facile è per lui recepire il messaggio complessivo di quella religione.
Non stupisce quindi che i rabbini non amino troppo sentirsi chiedere “che cosa significa esattamente Elohim ?”, poichè dovrebbero introdurre una dimensione spirituale molto più complessa e delicata di quella del semplice “Dio” Javeh.
Figuriamoci quindi gli stessi padri della chiesa cristiana, che già avevano mille problemi a mettersi d’accordo sui Vangeli canonici, che voglia avevano di rispettare anche questa distinzione, quando traducendo (in greco) tutto con “Dio”, almeno quel problema non si poneva nemmeno.
Accadde così che a loro volta gli anglosassoni, che tradussero dal greco – in inglese, con Erasmo da Rotterdam, ed in tedesco, con Martin Lutero – la loro versione della Bibbia, si ritrovarono come noi con un semplice “God” al singolare.
Ma perché esiste, da dove origina, e cosa significa questo doppio presenza di Elohim e Javeh nella Bibbia originale ?
Questa è una domanda che assilla gli studiosi sin dai tempi dell’università di Tubinga, che agli inizi dell’800 dedicò un intero ramo dei suoi studi all’esegesi biblica. Noi qui possiamo soltanto cercare di riassumere la tesi oggi generalmente più accettata, in cui tutto il materiale biblico sarebbe stato unificato, e messo per iscritto, da almeno quattro mani diverse, che sono riconoscibili dai diversi stili riscontrabili nell’arco della lettura. Questi stili però non si presentano in blocchi distinti e separati, ma si alternano ed accavallano in continuazione, a volte anche per pochi paragrafi, creando spesso una notevole confusione.
“CONTRADDIZIONI” nel TESTO BIBLICO
Si potrebbero peraltro spiegare, in questo modo, certe contraddizioni plateali nel testo biblico, che dovrebbero saltare all’occhio anche del lettore meno attento. Nella Genesi, ad esempio, la stessa creazione viene raccontata non una ma due volte, a distanza di pochissime pagine, e in ordine capovolto una rispetto all’altra.
Nella prima versione viene creato prima l’Uomo, e poi tutti gli altri animali. Nella seconda, che appare a prima vista una semplice ripetizione, pochi paragrafi più sotto, vengono invece creati prima gli animali, e poi l’Uomo. Parimenti, all’inizio Uomo e Donna vengono creati insieme, poco più avanti l’Uomo precede la Donna, che viene creata dopo di lui.
In realtà la lista di contraddizioni – che di certo sono tali, se si legge il testo in maniera letterale – è abbastanza lunga da impegnare in discussioni che non terminerebbero mai. A queste andrebbero poi aggiunte le varie “imprecisioni scientifiche”, come l’età della Terra fissata in circa seimila anni, oppure il fatto che la Terra sia “immobile al centro dell’universo, ben piantata sul suo piedestallo”, che fu argomento del contendere sin dal tempo di Galileo. Tutto cambia, ovviamente, se si affronta la Bibbia come un testo a diversi livelli di lettura, ma questo ci porterebbe su un territorio che non siamo assolutamente preparati ad affrontare, e che esula comunque dal nostro intento.
Diciamo soltanto una cosa sull’apparente incompatibiltà fra Elohim e monoteismo.
E’ evidente che la “versione originale”, con gli Elohim, ci propone non una molteplicità dispersiva di divinità, tutte in competizione una con l’altra, ma piuttosto una precisa gerarchia, armonica e ordinata, in cui Javeh starebbe molto più in alto di loro stessi. Nelle religioni orientali si trova una corrispondenza molto precisa, ad esempio, nei Cohan del buddhismo tibetano, che sono detti anche “i creatori della materia”. Essi stessi sottostanno, gerarchicamente parlando, all’Uno Assoluto, esattamente come le mille divinità del pantheon indù rispondono obbedienti all’Ordine Assoluto del Brahma, o Uno Cosmico Universale.
Nel Corano invece sono gli Arcangeli, ereditati dalla Bibbia ebraica, ad occuparsi del mondo materiale, sotto lo sguardo attento di Allah, (NdR: vedi anche Lotte Millenarie) e la stessa Bibbia nostrana ci parla ripetutamente di Angeli e Arcangeli, confermando quindi l’esistenza di una gerarchia superiore, funzionale ed omogenea, ma tutt’altro che dispersiva in senso politeistico.
TANTO RUMORE per NULLA
Un’altra realizzazione, che potrebbe congelare in un solo istante le più accanite discussioni fra “evoluzionistì” e “creazionisti” (fra atei e credenti, alla fin dei conti) è che in realtà essi si accapigliano per nulla, poiché la Bibbia è nei fatti, un testo provvisorio, che va comunque sostituito da un’altro, che ancora non conosciamo.
Purtroppo noi non la leggiamo quasi mai con attenzione critica, attivamente, ma ce la beviamo passivamente, “così com’è”, e accade spesso di non cogliere dettagli importanti come questo.
Chi non ha mai letto, almeno una volta, la discesa dal Monte di Mosè, dopo che ha ricevuto da Javeh le Tavole della Legge ?
Ebbene, quando Mosè si accorge che il suo popolo non ha saputo aspettare, e si è messo ad adorare il vitello d’oro, dalla rabbia spezza le tavole di una legge che non si meritano, e le scaglia sotto il monte.
E in seguito darà loro delle leggi molto più infantili, semplici e grossolane, in attesa che il suo popolo maturi e sia pronto a ricevere quelle vere.
Il problema è che Mosè poi è morto, Javeh è bel pò che non si fa più sentire, e a noi sono rimaste sul gobbo delle leggi crude, violente ed obsolete, scritte 3000 anni fa per un branco di nomadi ignoranti e adulatori. Volendo obbedire letteralmente alla Bibbia, ad esempio, se per caso nostro fratello morisse dopo il matrimonio, e noi invece non fossimo sposati, ci toccherebbe sposare per forza la cognata rimasta vedova, e fare subito un figlio con lei – anche se ha i baffi lunghi un metro. E se non lo facessimo, lei avrà il diritto di sputarci in faccia, davanti a tutta la famiglia riunita.
(Chissà perchè certi cristiani si ricordano di citare la Bibbia solo quando gli serve contro gli omosessuali, o per giustificare schiavitù e pena di morte, ma poi si dimenticano completamente di osservare i mille obblighi come questo ?)
A questo punto sorge però un dubbio: non sarà che questo Javeh è sparito apposta, perchè si aspetta magari che ci accorgiamo da soli di tutte queste incongruenze ridicole ?
Perchè non smettiamo per un attimo di seguire pedantemente la Bibbia come “parola di Dio”, e proviamo invece a considerarla, alla pari di molti altri suoi equivalenti sulla Terra, come un prezioso documento storico, il cui valore spirituale – indipendentemente da chi sia stato a scriverla – va ricercato in profondità, in maniera attiva, cosciente e selettiva, e non soltanto “letto” in superficie, in maniera meccanica e passiva ?
(Fatti non foste… )
By Massimo Mazzucco per www.luogocomune.net – con adattamenti del redattore della pagina
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ORIGINI della BIBBIA
(Bibbia parola greca che significa: tà biblia, i libri), raccolta dei testi sacri delle religioni ebraica e cristiana. Comprende due grandi parti: il “libro della sacra alleanza”, cui si attiene il giudaismo e che i cristiani chiamano Antico Testamento, e il “libro della nuova alleanza”, che il cristianesimo associa al primo come Nuovo Testamento. Le origini della Bibbia vanno ricondotte alla memoria del popolo ebraico, sulla sua eccezionale esperienza di alleanza con il loro dio capo Jahvé, forse un capo degli Elohim (extraterresti) descritti nei primi versi della Genesi, tradizione trasmessa per generazioni in forma orale, e poi confluita in raccolte utilizzate dalla comunità (legale, cultuale, storico) e risistemate in tempi successivi.
Da qui la presenza nella Bibbia di stili letterari diversi, doppioni, ripetizioni, discordanze (tra cui due diversi racconti delle origini dell’uomo, nel libro della Genesi).
I più antichi testi scritti (ca dal 1000 al 750 a.C.), identificabili in linea generale con il Pentateuco, si rifanno alle tradizioni elohista e jahvista (così chiamate perché usano rispettivamente per designare “Dio” il nome degli Elohim, rispetto a Jahvé, un capo importante, detto il Signore).
A essi vanno aggiunti scritti riferibili alla tradizione sacerdotale (caratterizzata dalla presenza di molti testi legislativi nel Deuteronomio, riconducibili ai sacerdoti del tempio di Gerusalemme) e profetica (ca 750-500 a.C. e successiva all’esilio babilonese degli ebrei). Le forme letterarie di questi testi, e di quelli successivi, sono le più varie, adattate nel corso del tempo ai mutamenti delle condizioni politiche e della vita sociale del popolo ebraico, e alle molteplici sfaccettature della sua esperienza dell’alleanza con Dio.
Ai libri storici (intessuti anch’essi di riferimenti dottrinali, liturgici, parabolici), si affiancano spezzoni di raccolte legislative, scritti profetici, sapienziali, apocalittici, libri poetici. Il giudaismo ha fondato la propria esperienza comunitaria sulla Bibbia, accrescendo le sue caratteristiche di “religione del libro”.
In quest’ottica la Bibbia è stata nel corso dei secoli annotata, commentata e chiosata da un amplissimo corpus dottrinale (Midrashim, Mishnah, Talmud).
Le “Sacre scritture” della Bibbia si sono conservate attraverso la costante ricopiatura degli originali papiri su rotoli, pergamene e codici (scoperta importante fu quella dei “Rotoli del Mar Morto”, presso la comunità essena di Qumràn, nel 1948). I cristiani hanno aggiunto al libro dell’alleanza gli scritti riguardanti l’esperienza di Gesù detto il Cristo (i quattro Vangeli) e degli apostoli: essi costituiscono il corpus detto del Nuovo Testamento, scritto tra il 51-52 e l’inizio del sec. II d. C.
Il giudaismo e il cristianesimo riconoscono ciascuno il carattere di ispirazione divina diretta, e quindi la normatività per la fede di un diverso elenco (“canone”) di libri, che si è precisato nel tempo.
La storia del ruolo della Bibbia nel cristianesimo è molto particolare, intrecciandosi con la progressiva restrizione dell’approccio al testo scritto ai soli dotti (clero).
La centralità da essa assunta nella Riforma soprattutto attraverso l’opera di Martin Lutero (con l’affermazione del principio della fede basata sulla sola scriptura) ha causato una forte cautela da parte del cattolicesimo moderno verso la divulgazione popolare della Bibbia, cautela che solo in tempi recenti è stata abbandonata dal concilio Vaticano II. Tra il sec. XIX e il sec. XX, inoltre, la Bibbia è stata sottoposta a un accurato esame storico-filologico condotto secondo i criteri delle moderne scienze storiche, possibilità che si è affermata non senza polemiche. (come nel caso del modernismo).
Tratto in parte da: sapere.it
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La DOPPIA Creazione della GENESI nel Bibbia
Nel libro della Genesi la creazione è raccontata due volte, la versione politeista e quella monoteista I significati opposti
1° versione, l’uomo e la donna hanno origine assieme.
2° versione, prima l’uomo e successivamente la donna (dall’uomo) dopo aver ricercato invano tra gli animali…
Le sequenze capovolte
1° versione, vengono creati prima gli animali e dopo l’uomo.
2° versione, viene creato prima l’uomo e dopo gli animali.
PRIMA VERSIONE
Gen. Cap. 1: “Ed Eloim disse, La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme”
“Elohim creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie”
“Elohim, creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Elohim e lo creò maschio e femmina”
SECONDA VERSIONE
Gen. Cap. 2: “il Signore YHWH plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”.
“YHWH, fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi”
“YHWH disse: Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile“.
“YHWH plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo”“… ma l’uomo non trovò [tra gli animali] un aiuto che gli fosse simile”
“Il Signore YHWH plasmò con la “costola”, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo”
Nella Seconda Creazione
EVA fu creata dopo gli animali (maschi e femmine)
ADAM fu creato ad immagine di Elohim.
La prima procreazione fu riservata all’uomo. Il primo parto è al maschile.
Isha/Eva nasce già adulta perché il maschio non la può allattare.
Il Nuovo Testamento ha accolto la seconda edizione-creazione: “Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva” (1Timoteo 2,13)
Secondo alcuni studiosi Genesi 2 è in evidente contraddizione rispetto a Genesi 1 nella cronologia degli avvenimenti per i seguenti motivi:
1 – in Genesi 2 le piante vengono create dopo dell’uomo mentre in Genesi 1 vengono create il terzo giorno;
2 – gli animali che in Genesi 2 vengono creati dopo dell’uomo in Genesi 1 vengono creati il sesto giorno quindi prima dell’uomo;
3 – in Genesi 1 invece della parola “Dio” viene usato il vocabolo ebraico “Elohim” (DEI al plurale)mentre in Genesi 2 viene usato il vocabolo ebraico “YHWH”.
Infatti:
1 – le piante in eden vengono create dopo l’uomo;
2 – in Genesi 2 gli animali che furono creati prima dell’uomo gli vennero semplicemente portati affinché egli potesse dar loro un nome, quindi non vennero prima creati e poi portati ma erano già stati creati precedentemente e in seguito furono portati: il verbo creare nel testo originale è coniugato al passato remoto o trapassato remoto;
3 – il nome di YHWH significa Colui che era, che è, e che sarà
Lo stile di narrazione usato in Genesi 1 e Genesi 2 è lo stile ebraico del riepilogo: esso nell’insieme è come quello utilizzato nei vangeli sinottici (veduta d’insieme) dove alcuni episodi sono descritti nei particolari da alcuni evangelisti, ma gli stessi episodi sono narrati solo per accenni o addirittura non vengono menzionati da altri evangelisti. Possiamo dunque affermare che Genesi 2 fa uno zoom sul luogo dove fu posto l’uomo e la donna (cioé descrive l’eden) mentre Genesi 1 descrive tutto in termini non chiaramente cronologici e specificando anche “quando” e cosa è stato fatto (anche se in sintesi).
In Genesi 1 abbiamo la rivelazione di Elohim, infatti questo nome compare ben 35 volte nel primo capitolo.
Concludiamo dicendo che in Genesi 1 il mondo è descritto nella sua interezza e l’uomo risulta essere l’ultimo atto creativo, mentre in Genesi 2 l’uomo è posto al centro della narrazione e tutto è messo in relazione speciale con lui.
Inoltre Genesi 1 ci rivela la natura degli Elohim, sappiamo infatti che:
1. Essi non sono creature terrestri, ma un altro tipo di creature (extraterrestri) e sono quindi distinti da quello che è stato da loro creato;
2. Queste creature hanno una mente, parlano, hanno una volontà, godono di quello che fanno, insomma hanno quella che noi definiamo “personalità”;
3. Essi sono sovrani: cioé danno degli ordini;
4. Essi sono creativi: ad esempio in natura è impossibile trovare un fiocco di neve uguale all’altro;
5. Essi si gratificano: infatti dicono che ogni cosa che fa è buona e si compiacciono in ciò che è buono, infatti molte volte compare la parola “buono”nel primo capitolo della creazione descritta dalla Genesi;
7. Essi sono creature che vogliono riprodurre altre creature
8. Essi sono Dei creatori: La parola ebraica utilizzata “bara” significa creare
La creazione dell’uomo Genesi 2:7
In Genesi 2 la creazione dell’uomo è descritta nei particolari, quegli Elohim che sovranamente avevano creato il mondo erano vicini all’uomo, che lo crearono toccandolo, plasmandolo con una vicinanza ed intimità straordinaria.
E Yahve’ pianto’ il giardino in eden e vi posero l’uomo (Genesi 2:8-9), le piante e le erbe avrebbero dovuto abbellire il giardino ed avere utilità per l’uomo (Genesi 2:5-6).
E Yahve’ fece un giardino particolarmente bello: gli alberi erano piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, c’erano anche due alberi diversi da tutti gli altri l’albero della Vita e l’albero della Conoscenza del bene e del male, e dei fiumi attraversavano il giardino di eden (un fiume usciva dall’eden Genesi 2:11-14)
(Per quanto riguarda i nomi dei luoghi geografici non abbiamo idea di come fosse la configurazione della terra o dei fiumi prima del diluvio, perché il mondo si è completamente distrutto.
Le aree territoriali ed i fiumi chiamati prima del diluvio non corrispondono a quelli conosciuti oggi, sebbene dei fiumi sono conosciuti tutt’oggi come Tigri e Eufrate)
Yahve’ prese l’uomo e lo mise nel giardino perché lo lavorasse e lo custodisse (Genesi 2:15)
Le regole del giardino Genesi 2:17
Genesi 2 ci dice che Yahve’ creò l’uomo con la libertà e la responsabilità di un essere capace di rispettare il suo Creatore. Il giardino fu adornato e arricchito con alberi piacevoli alla vista e che producevano frutti gustosi e buoni da mangiare, più due altri alberi particolari:
1. L’albero della vita in mezzo al giardino
2. L’albero della conoscenza del bene e del male, così chiamato poiché aveva una capacità particolare, infatti tramite esso l’uomo poteva conoscere ciò che è bene e ciò che è male.
Con questi due alberi Jahve’ ha messo davanti ad Adamo la scelta tra il bene ed il male, tra la benedizione e la maledizione. L’uomo era padrone di tutto il giardino, una sola cosa gli era vietata: l’albero della Conoscenza del bene e del male : “…ma del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare: perchè, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” Genesi 2:17.
L’uomo e gli animali (Gen. 2:18-20)
Lo scopo di Genesi 2:18-25 non è quello di fare un altro resoconto della creazione ma quello di indicare che non c’era nessuna parentela fra Adamo e gli animali.
La vita dell’uomo nel giardino durante le prime ore della sua vita senza la donna.
Gli animali dei campi, il bestiame e gli uccelli (probabilmente quelli più vicini all’uomo) gli furono portati nel giardino affinché egli desse loro un nome. Dare loro un nome, nella terminologia biblica, significa riconoscerne la natura specifica degli animali ed esercitare su essi un’autorità e un dominio (anche questo descritto in Genesi 1), ma per l’uomo non si trovò tra di essi un aiuto adatto a lui.
Genesi 2 descrive la creazione particolare della donna (versetto 21 e 22); Genesi 1 ci dice che gli Elohim li fecero maschio e femmina, creati ad immagine degli Elohim mentre Genesi 2 entra nel particolare dicendoci anche da dove ha tratto la donna: … e fece in modo che un profondo sonno cadesse su Adamo e trasse Eva dalla costola proprio vicino al cuore perché quello era il suo posto nella vita dell’uomo.
Il testo di Genesi 2 assegna dei nomi sia all’uomo che alla donna
Adamo è chiamato con questo nome già dal versetto 7.
I nomi ebraici vengono dati con un valore diverso rispetto a come li diamo noi, essi sono descrittivi di ciò che la persona è: infatti Adamo (“Adam”) significa “colui che viene dalla terra rossa”.
Lo stesso vale per Eva, subito dopo la sua creazione, Adamo da il nome di “isha”femminile di “ish”(uomo) “perché è stata tratta dall’uomo”.
Successivamente in Genesi 3:20 Adamo chiama sua moglie Eva perché “è stata la madre di tutti i viventi.”
“Dio” sei un pasticcione ! Ma cosa fai ? Sbagli ad indicare gli alberi da te “creati” ?
Genesi 2: 9:
[9] “Ora il signore Dio aveva piantato fin da principio un giardino di delizie, dove pose l’uomo che aveva formato. Ed il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi belli a vedersi, dai frutti soavi al gusto, e l’albero della Vita, nel mezzo del paradiso], e l’albero della Conoscenza del Bene e del Male.”[/i
Genesi 2: 15 – 17:
[15] “Il signore Dio prese dunque l’uomo e lo pose nel paradiso di delizie, affinché lo coltivasse e lo custodisse.
[16] E gli die’ questo comandamento: « Mangia pure di ogni albero del paradiso,
[17] ma dell’albero della Conoscenza del Bene e del Male non ne mangerai, perché nel giorno in cui ne mangerai, tu morrai ».”
Dunque, dopo aver creato il mondo in sette giorni, Dio, in veste di botanico, si mette a coltivare il giardino dell’Eden. Nella Genesi capitolo 2 versetto 8 e 9 leggiamo che insieme agli alberi del giardino Dio ne fa spuntare due in particolare: l’albero della Vita, situato [u]nel mezzo del paradiso[/u], che dona la vita eterna, e l’albero della Conoscenza del Bene e del Male, la quale collocazione non viene specificata (anche se la tradizione lo colloca “ai lati” del giardino), che dona la conoscenza di tutto ciò che è bene e di tutto ciò che è male. Inoltre leggiamo che nei versetti 15, 16 e 17 Dio dà all’uomo il comandamento di non mangiare dal secondo albero, quello della Conoscenza del Bene e del Male, mentre non vieta di mangiare dal primo albero, quello della Vita, situato in mezzo al giardino.
Ma al capitolo terzo…
Genesi 3: 1 – 24:
[1] “Ora il serpente era il più astuto di tutti gli animali della Terra che il Signore Dio aveva fatti. Ed esso disse alla donna: « È vero che Dio vi ha comandato di non mangiare del frutto di tutte le piante del Paradiso? ».
[2] E la donna rispose: « Del frutto delle piante che sono nel paradiso ne mangiamo;
[3] ma del frutto dell’albero che è nel mezzo del paradiso Dio ci ordinò di non mangiarne, e di non toccarlo, ché forse non s’abbia a morire ».
Abbiamo constatato che nel versetto nono del capitolo secondo della Genesi, tra gli alberi che il “Signore Dio” ha coltivato nel suo giardino personale, c’era, oltre all’albero della Conoscenza del Bene e del Male, che Dio vietò di mangiare, anche l’albero della Vita, situato nel mezzo del paradiso. Il capitolo terzo invece riprende la sua assurda favoletta con il serpente che pone alla donna una domanda palesemente falsa: « È vero che Dio vi ha comandato di non mangiare del frutto di tutte le piante del Paradiso? » Ed è da ora che iniziano i problemi. Infatti inizialmente la donna risponde correttamente alla domanda del serpente (E la donna rispose: « Del frutto delle piante che sono nel paradiso ne mangiamo;) ma poi Eva si sbaglia, scambiando l’albero della Conoscenza per l’albero della Vita! (ma del frutto dell’albero che è nel mezzo del paradiso Dio ci ordinò di non mangiarne, e di non toccarlo, ché forse non s’abbia a morire »). Infatti l’albero che è [u]nel mezzo del paradiso[/u], da dove mangiano Adamo ed Eva, non è l’albero della Conoscenza del Bene e del Male, ma l’albero della Vita !
Se non si è convinti si riveda Genesi 2: 9 e Genesi 3: 3 e si noterà che l’albero che è “nel mezzo del giardino” è proprio quello della Vita !
Tutto questo inoltre ci viene confermato sia dalla Vulgata latina di San Girolamo – del V secolo d.C. -, che ci informa precisamente sull’ubicazione dell’albero della Vita, “quod est in medio paradisi” (Genesi 2:9; Genesi 3:3 – trad. “il quale è nel mezzo del paradiso”); sia dal testo greco della Septuaginta – del II secolo a.C. –, il quale afferma in Gen. 2:9 che “τὸ ξύλον τῆς ζωῆς εστίν ἐν μέσῳ τοῦ παραδείσο”, ovvero che “l’albero della Vita si trova nel mezzo del paradiso”, e che ribadisce in Gen. 3:3 che Eva mangia dall’albero “ὅ ἐστιν ἐν μέσῳ τοῦ παραδείσου”, ovvero “che è nel mezzo del paradiso”; sia, infine, dal testo ebraico, secondo il quale sia l’albero della Vita che quello da cui mangiò Eva si troverebbero entrambi proprio “ןגה ךותבּ”, ovvero nel “nel mezzo dell’Eden”.
By Danilo Parisi
Le date contraddittorie sul Diluvio Universale
…nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, e ruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Genesi 7,11 L’anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Genesi 8,13 Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. Genesi 7,12 Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni. Genesi 7,24
Commento NdR: per una migliore comprensione del testo, vedi, le prime 7 parole della Genesi -1 + le prime 7 parole della genesi – 2 + Adamo ed Eva furono i primi uomini della storia ?
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Le origini della Bibbia – 03/09/05 (tradotto dall’Inglese)
Poche famiglie erranti – povere, miserabili, senza istruzione, arti o conoscenze; discendenti di coloro che erano stati schiavizzati per quattrocento anni; ignoranti come gli abitanti dell’Africa centrale, appena sfuggiti ai loro padroni nel deserto del Sinai.
Il loro capo era Mosè, un uomo che era stato cresciuto nella famiglia del faraone e a cui erano state insegnate le leggi e la mitologia dell’Egitto. Per controllare coloro che lo seguivano, sosteneva di essere istruito e assistito da Geova, il Dio di questi nomadi.
Tutto ciò che accadeva era attribuito alla volontà di questo Dio. Mosè dichiarò di aver incontrato questo Dio faccia a faccia; che sulla cima del monte Sinai dalle mani di questo Dio aveva ricevuto le tavole di pietra sulle quali, dal dito di questo Dio, erano stati scritti i dieci comandamenti, e che, oltre a questo, Geova aveva fatto sapere quali sacrifici e cerimonie gli erano graditi e le leggi secondo le quali il popolo doveva essere governato.
In questo modo furono stabiliti la religione ebraica e il codice mosaico.
Si proclama ora che questa religione e queste leggi sono state e sono rivelate e stabilite per tutta l’umanità.
A quel tempo questi nomadi non avevano rapporti con altre nazioni, non avevano una lingua scritta, non sapevano leggere né scrivere. Non avevano alcun mezzo per far conoscere questa rivelazione alle altre nazioni, così rimase sepolta nel gergo di alcune tribù ignoranti, povere e sconosciute per oltre duemila anni.
Molti secoli dopo che Mosè, il capo, morì – molti secoli dopo che tutti quelli che lo avevano seguito erano passati – fu scritto il Pentateuco, opera di molti scrittori, e per dargli forza e autorità fu proclamato che Mosè ne era l’autore.
Ora sappiamo che il Pentateuco non è stato scritto da Mosè.
Vengono menzionate città che non esistevano quando Mosè viveva.
La moneta, che non fu coniata diversi secoli dopo la sua morte, è menzionata.
Inoltre, molte delle sue leggi non erano applicabili ai nomadi del deserto – leggi sull’agricoltura, sul sacrificio di buoi, pecore e colombe, sull’indossare abiti, sugli ornamenti d’oro e d’argento, sulla coltivazione della terra, sul raccolto, sulla trebbiatura del grano, su case e templi, città e rifugi, e su molte altre questioni senza possibile applicazione a certi nomadi affamati delle sabbie e delle rocce.
Ora non solo è ammesso da teologi intelligenti e onesti che Mosè non è l’autore del Pentateuco, ma tutti ammettono che nessuno sa chi siano stati gli autori, o chi abbia scritto uno dei suoi libri o un capitolo o una riga. Sappiamo che questi libri non sono stati scritti nella stessa generazione; che non sono stati scritti da una sola persona; che sono pieni di errori e contraddizioni. Si ammette anche che Giosuè non ha scritto il libro che porta il suo nome, perché si riferisce a eventi accaduti molto tempo dopo la sua morte.
Nessuno conosce, o pretende di conoscere, l’autore di Giudici; tutto quello che sappiamo è che è stato scritto diversi secoli dopo che Giudici ha cessato di esistere. Nessuno conosce l’autore di Ruth, né del primo e del secondo Samuele; sappiamo solo che Samuele non ha scritto i libri che portano il suo nome. Nel 25° capitolo del primo Samuele c’è un resoconto dell’innalzamento di Samuele da parte della strega di Endor.
Nessuno conosce l’autore del primo e del secondo Re, né del primo e del secondo Cronista, sappiamo solo che questi libri non hanno valore. Sappiamo che i Salmi non sono stati scritti da Davide. I Salmi parlano della cattività, che ebbe luogo circa cinquecento anni dopo che Davide si unì ai suoi antenati. Sappiamo che Salomone non ha scritto i Proverbi o il Cantico dei Cantici; che Isaia non è l’autore del libro che porta il suo nome; che nessuno conosce gli autori di Giobbe, dell’Ecclesiaste, di Ester, o di qualsiasi altro libro dell’Antico Testamento tranne Esdra. Sappiamo che Dio non è menzionato o citato in alcun modo nel libro di Ester.
Sappiamo anche che questo libro è crudele, assurdo e impossibile.
Dio non è menzionato nel Cantico dei Cantici, il miglior libro dell’Antico Testamento. E sappiamo che l’Ecclesiaste è stato scritto da un miscredente. Sappiamo anche che gli stessi ebrei non hanno deciso quali libri fossero ispirati – fossero autentici – fino al secondo secolo dopo Cristo.
Sappiamo che l’idea di ispirazione ha richiesto molto tempo per formarsi, e che l’ispirazione è stata determinata da coloro che avevano determinati fini da raggiungere.
Extrait de “Au sujet de la “Sainte” Bible” – Par Robert G. Ingersoll
Tratto da: http://www.infidels.org/library/historical/ro
Mauro Biglino: “La Bibbia non è un libro sacro” + Gli Dèi citati dalla Bibbia, giunsero dallo spazio ? moltri altri video di Biglino si trovano su Youtube.
La SCHIAVITU’ nella Bibbia
Esodo. 21:20
Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta.
Ma se sopravvive un giorno o due, non sarà vendicato, perché è acquisto del suo denaro. Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un’ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.
Quando un uomo colpisce l’occhio del suo schiavo o della sua schiava e lo acceca, gli darà la libertà in compenso dell’occhio. Se fa cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, gli darà la libertà in compenso del dente.
Esodo 21:7
Quando un uomo venderà la figlia come schiava, essa non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi. Se essa non piace al padrone, che così non se la prende come concubina, la farà riscattare. Comunque egli non può venderla a gente straniera,
Tratto da: utopia.it
Utero in “affitto” nella Bibbia:
GIUDA
Di sicuro nell’immaginario collettivo cristiano, questi è il nome più infame ed impopolare al mondo !!
Eppure qualcosa non quadra !
Secondo la “teoria cristiana ufficiale”, largamente condivisa da cattolici, protestanti e diversamente cristiani… L’uccisione in croce, è quel passo essenziale per far si che la salvezza delle anime, da quel preciso momento in poi, potessero essere “gradite” al divino !
Cioè, attraverso quel sacrificio precisamente detto propiziatorio, la divinità fu placata dell’ira che gravava sulle popolazioni umane che propriamente erano dette peccatrici ! Ovvero separate dal divino….
Attraverso Gesù, l’essere umano che ivi crede nel di suo sacrificio, può ricongiungersi al divino ! Quindi, secondo la teologia cristiana, quel martirio è più di necessario….
Il sacrificio dell’uomo Gesù è in assoluto essenziale per l’espiazione non di tutti gli uomini, ma di coloro che credono in lui come propiziazione ed assoluzione della separazione tra il divino e gli esseri umani ….
Assodata l’assoluta necessità che ha per il credente il sopracitato sacrificio propiziatorio; non si riesce a comprendere il motivo per cui Giuda che è stato il mezzo con cui tale sacrificio sarebbe stato compiuto, venga dalla cristianità tutta disprezzato !
Attribuzioni dispregiative come: infame, traditore, porco e altre cose simili, vengono conferite al povero Giuda per il dato di fatto di aver compiuta la “volontà divina” secondo la dottrina cristiana !
Bel contraddittorio questo …
Pietro di cui sappiamo che Gesu’ stesso lo definì “satan” cioè contrario avverso a Lui. Per il fatto che voleva impedire la di sua crocifissione, come si può evincere dal racconto evangelico:
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Dio non voglia, Signore ! Questo non ti avverrà mai”. Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: “Vattene via da me, Satana ! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”. (Mat 16:21-23)
Dicevamo … Pietro, quel Pietro che si opponeva alla esplicita volontà divina come si evince dal racconto. Non solo è tenuto in alta considerazione tra i credenti cristiani di ogni risma ! Addirittura per la dottrina cattolica egli è il primo “papa” il capo degli apostoli, il custode della sana dottrina…..
Giuda… Colui che non si oppose alla volontà divina ma anzi diede l’impulso a far si che tale propiziazione fosse messa in atto….. Viene tenuto in bassa considerazione ed è continuo oggetto di scherno nella collettività cristiana !
Giuda dovrebbe essere considerato l’eroe per i cristiani tutti ! Colui che al contrario di Pietro non si oppose alla “volontà divina” …
Se si dovesse ritenere il sacrificio di Gesu’ la propiziazione perfetta e gradita alla divinità, allora si dovrebbe necessariamente riconsiderare la figura di Giuda !
By Tony Frenda – https://www.facebook.com/antonino.frenda.31
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Analisi parallela delle varie traduzioni della Bibbia:
Il versetto che segue, tratto dall’Antico Testamento, è uno dei più interessanti della prima parte della Bibbia, poiché ci fa capire chi era veramente Elyon, la sua vera identità ed il suo vero ruolo.
Genesi 14,19 – Antico Testamento
- a) traduzione della Chiesa cattolica (Bibbia che abbiamo in casa)
“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra” - b) traduzione della San Paolo (Bibbia tradotta alla lettera)
“Benedetto Abram da El Elyon, possedente cieli e terra” - c) traduzione della “cosa”:
“Benedetto sia Abramo dall’Iddio Altissimo, che ha fatto* il cielo e la terra”
p.s. nella nota, relativa al verbo “fare”, scrivono:
“Che ha fatto”: LXXVg, “che ha creato”; ma nel v. 22 la Vg legge: “Possessore”.”
Notiamo alcune cose:
– nella traduzione letterale il termine “Dio“… non c’è.
– nella traduzione letterale il termine “creatore” scompare e c’è il termine “possidente”… cambia molto vero… !
– nella traduzione fatta dalla “cosa” la nota è molto interessante…
Inoltre:
La traduzione fatta dalla Editrice San Paolo, praticamente l’unica traduzione letterale al mondo dell’Antico Testamento, NON presenta il termine “Dio”.
Se uno legge la traduzione letterale della San Paolo… il termine “Dio” non lo trova mai…
Come la mettiamo ?
By Marco Scarponi – https://www.facebook.com/marco.scarponi.90
Il Buon Jhave’ dell’antico testamento:
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Tratto dal libro l’ultimo faraone-Erode Gesù.
Guardate come l’evangelista Luca cerca di allontanare la Maria di G. Flavio che tenta di avvelenare suo marito Erode dalla Maria dei vangeli combinando un bel pasticcio, facendo si che Erode il grande sia ancora in vita nel 6 d.C. quando invece muore ben 10 anni prima.
Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.
Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria, Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. (Vangelo di Luca)
“In quei giorni”, cioè nei giorni in cui Erode il Grande era ancora vivo. Ma come poteva essere ancora in vita, se il censimento di Quirino si tenne nel 6 d.C., dal momento che il re morì nel 4 a.C.? Il motivo per cui Luca cerca di spostare avanti di 10 anni il censimento di Cesare con quello di Archelao lo spieghiamo nel libro, ma quello che mi chiedo è: come mai storici ed esegeti non si sono accorti di questa palese incongruenza ?
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=nf
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La Bibbia, come tutti sappiamo, è il testo sacro della religione ebraica e di quella cristiana. Anch’essa nasconde curiosità e informazioni a riguardo, ed in questo caso, vi sveleremo 10 informazioni/curiosità utili.
- Da nessuna parte sta scritto che Adamo ed Eva mangiarono una mela. Leggendo il terzo capitolo di Genesi (si tratta del primo libro della Bibbia) si parla solo ed esclusivamente di un albero e di un frutto.
- Gesù aveva dei fratelli. Ma non è una rivelazione da documentario pro-ateismo, ma è scritto chiaramente nei vangeli (nel Vangelo di Giovanni si parla apertamente dei fratelli di Gesù ben 7 volte).
Fu il concilio di Costantinopoli del 553 d.C a istituire il dogma della verginità perpetua di Maria, mai giustificata apertamente dai Vangeli. Considerando che ai tempi non avere figli o averne uno solo era considerata quasi una maledizione. - Non esistono i 7 peccati capitali: Invidia, Ira, Accidia, Lussuria, Gola, Superbia e Avarizia furono introdotti dopo secoli alla morte di Gesù da alcuni monaci tra cui Giovanni Climaco ed Evagrio Pontico.
La Bibbia non ne parla, ma Gesù specifica che i due comandamenti più importanti sono “Ama il Signore Dio tuo con tutto il corpo, l’anima e la mente” e “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Difatti, rispettando entrambi, vengono rispettati tutti gli altri 8 di conseguenza. Solamente Paolo nelle sue lettere aggiunge i detti “frutti dello Spirito” e i “frutti della carne” che rappresentano l’uomo nel suo essere carnale e spirituale. - I magi non erano tre. Nel Vangelo di Matteo sta scritto “alcuni magi”, “dei magi”, “i magi”. Gesù ricevette tre doni, cioè oro incenso e mirra, ma da nessuna parte sta scritto che i magi erano 3.
- Il purgatorio non esiste. Nella Bibbia non c’è alcun versetto che vi faccia riferimento. La dottrina cattolica del Purgatorio venne definita la prima volta nel 1274 durante il concilio di Lione. E non troveremo nella Bibbia alcun riferimento al “limbo” famoso posto incluso dal cattolicesimo dove finivano i bambini non battezzati morti.
- Nessun bambino viene battezzato ma solo adulti. Gesù stesso si battezzò a 30 anni. Nel Vangelo di Marco sta scritto chiaramente “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato.” Quindi bisogna prima credere.
- Nella tradizione ebraica, spezzare il pane a tavola e bere il vino annunciava una partenza e auspicava oppure prevedeva un ritorno. Gesù spezzò il pane proprio per sottolineare il fatto che sarebbe morto e risorto, associando simbolicamente il pane e il vino al suo sacrificio di corpo e sangue. La “transustanziazione”, cioè la vera e propria trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue di Gesù, fu introdotta dalla chiesa cattolica tra il 1200 e il 1500.
- Gesù non è nato il 25 dicembre. Da nessuna parte nei vangeli sta scritta una data precisa, ma abbiamo dei riferimenti che non confermano il 25 dicembre. Nei vangeli troviamo infatti che nella notte della nascita c’erano i pastori che pascolavano le pecore e in inverno questo nel deserto è impossibile.
- Età degli apostoli: nei film o negli sceneggiati sono sempre rappresentati come degli affascinanti 30/40enni. In realtà potevano essere poco più che adolescenti. Quando gli apostoli andarono a Capernaum (Vangelo di Matteo capitolo 17) le guardie chiesero loro di pagare il tributo. Pagarono solo Pietro e Gesù. Ciò significa che gli altri apostoli ne erano esenti, come ogni giovane dell’epoca.
- Non vi è intermediario tra “Dio” e gli uomini se non Gesù ed è scritto a chiare lettere nel Nuovo Testamento, che è una invenzione quasi totale dei romani-cristiani….., perché fra noi e l’INFINITO (che alcuni chiamano impropriamente “Dio“), che e’ presente in ogni essere o cosa manifestato/a, NON esiste NESSUN mediatore, il contatto e la comunicazione è SOLO diretto, ma solo se uno è consapevole di cio !Considerazione importante:
Ad un attento osservatore indipendente, non é difficile capire che il “male” non é soltanto nei libri detti “sacri”, cioe’ nella: Bibbia, Talmud, Corano o persino in “Mein Kampf”, ecc., ma e soprattutto nell’uso che il lettore degli stessi potrebbe fare. Se chi li legge ha una mente/personalita’, debole, insicura, cioe’ bambinesca, magari anche fuorviata da altri “maestri” che però hanno “credi” molto più radicali ed utilitaristici che sfruttano i “credenti” (azione normalmente tipica dei preti, pastori, rabbini, imam, guru, stregoni, ecc.), il risultato sarà sicuramente impostato nella direzione della violenza verso chi non la pensa come loro.
Infatti come disse Giordano Bruno: …”le religioni sono l’OPPIO dei popoli” !
Comunque sia, Tutte le religioni sono state inventate e propinate ad arte alla ignara popolazione, dei vari prePotenti della Terra, che hanno fino ad oggi dominato, controllato e gestito gli umani, come nel corso delle centinaia di migliaia di anni sul Pianeta Terra, infatti riflettete: “Se parli con Dio, dicono che stai pregando, ma se dici che Dio parla con te, Ti ricoverano in psichiatria”..
vedi i crimini dell’Antico Testamento:
https://www.uaar.it/ateismo/controinformazione/atrocita-bibbia/