Gesu‘ detto il Cristo, e’ stato chiamato impropriamente gesu’-cristo come se questi due nomi fossero il nome ed il cognome di Gesu’ il Nazareno, figlio di Maria e di Giuseppe, come riferiscono i vangeli, ma la storia dice un’altra cosa…
Gesu’ e’ il nome proprio del Nazareno (Yashoue’) – figlio di Giuseppe (Ben Joseph) cosi dicono i vangeli, in realtà, Gesù è figlio del re Erode il grande e di Maria (la madonna) sua moglie, la quale scappò in Egitto con il suo amante Giuseppe, dal quale poi ebbe altri figli, per fuggire alla caccia di suo marito Erode che voleva ucciderla…..
GESU’ è veramente nato il 25 Dicembre ? NO !
http://www.youtube.com/watch?v=Z5-xRFM4WwI
http://www.youtube.com/watch?v=Nh6jK7uWcBo
https://www.academia.edu/4489606/I_Vangeli_erano_e_sono_racconti_allegorici
La parola Cristo (parola greca = Cristos) vuol dire “olio”, “unto”, “messia”, cioè re, capo in senso politico (poi trasformato anche in senso spirituale dalle chiese cristiane, nel “cognome” di Gesu’, falsificando il significato di quella parola).
Vivere il Cristo e’ un’attitudine mentale/Spirituale acquisita dopo l’unzione, “un modo di vivere” la propria vita e quindi NON e’ il cognome di Gesu’ il Nazareno, tutti possono divenire il Cristo, basta che il loro modo di vivere si adegui all’attitudine di essere un messia, un unto, un maestro per gli altri…..
NON E’ VERO che la chiesa primitiva festeggiava la nascita di Gesù il 25 Dicembre, ma il 6 Gennaio !… La parola Epifania, infatti, significa “manifestazione di Gesù nel mondo”, cioè la sua nascita !… per questo la chiesa bizantina (oggi chiamata “chiesa ortodossa”), ha conservato molte delle originarie tradizioni del cristianesimo primitivo, infatti essa festeggia ancora oggi il natale di Gesù il 6 Gennaio.
Quale miglior prova che le tradizioni primitive dei cristiani, anche se errate, non sono quelle insegnate dalla chiesa cattolica romana…..
I cristiani, cattolici e non affermano:
Ma quale SOL INVICTUS, il 25 DICEMBRE e’ NATALE
La Chiesa primitiva aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte, poiché le tradizioni, le date e gli eventi riguardanti la vita di Gesù venivano conservate e tramandate con estrema cura e precisione dai testimoni diretti, prima fra tutti la sua Santa Madre Maria. Questo è stato ricavato dallo studio dell’antichissima tradizione di matrice giudeo-cristiana – risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei – e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina….
E’ tutto falso !…
Ogni tanto qualche lacché clericale si adopra in una anacronistica apologia delle menzogne clericali !…NON E’ VERO che la chiesa primitiva festeggiava la nascita di Gesù il 25 Dicembre, ma il 6 Gennaio !… Epifania, infatti, significa ‘manifestazione di Gesù nel mondo’, cioè la sua nascita !…
La chiesa bizantina (oggi chiesa ortodossa), la quale ha conservato molte delle originarie tradizioni del cristianesimo primitivo, festeggia ancora oggi il natale di Gesù il 6 Gennaio. Quale miglior prova ?…
By Giannino Sorgi – https://www.facebook.com/giannino.sorgi
Altro fatto, e’ veramente esistito:
NON è vero che Gesù il Nazareno è nato il 25 Dicembre di circa 2000 anni or sono; questo per molti fatti storici e deduttivi, oltre a quelli qui sopra esposti:
1) il CristOs (Crist + Os) abbiamo visto è uno stato di Coscienza, generato dall’olio sacro detto “cristo” in greco, che la ghiandola pineale secerne, secreta, parola dalla quale e’ nato il segreto del cristo), ma è anche il nome greco dell’Adam Kadmon ebraico, ovvero il nome (greco e latino) dell’Universo, come Essere stesso.
2) E’ ormai accertato da studiosi che hanno rifatto i calcoli astronomici del calendario per mezzo di computer, che Gesù il Nazareno non sarebbe nato 1980 anni or sono (data dell’aggiornamento di questo scritto), ma bensì circa sette anni “prima dell’anno zero”; tale anomalia si deve al conteggio errato di un monaco del sesto secolo, tale Dionigi il Piccolo, che decise nel suo fanatismo religioso di dividere la storia umana in due periodi: prima e dopo l’era volgare.
La storia, salvo i vangeli, il Talmud e certe fonti “pagane”, non ci conforta molto nei riferimenti che essa ci propone sul Nazareno; essa ci parla di un certo Ponzio Pilato come governatore della Palestina.
3) Nei periodi di dicembre, in Palestina non si portavano, né si portano oggi di notte, le greggi di pecore al pascolo, né tanto meno i pastori stanno a dormire all’addiaccio (campo recintato ove i pastori tengono le pecore) perché in quel periodo ed in quella zona di notte faceva e fa ancora molto freddo, questo in realtà avveniva ed avviene anche oggi solo verso l’inizio della primavera.
4) Gesù dai cristiani del secondo secolo era rappresentato con un simbolo, quello del Pesce, perché questo ? a parte il nome greco IXThUS, che significa pesce (da cui il prefisso italiano ittio, che designa ciò che ha a che fare con i pesci, pescare, fare abboccare e che in italiano viene utilizzato con la parola “ittiologia”, la forma e le iniziali delle lettere della parola “pesce” (IXThUS) era dai cristiani utilizzata per identificarsi fra di loro e nascostamente agli altri, in questo modo: “I-X-Th-U-S” Iesus- Xristos -THeou –Uios- Soter: ovvero Gesù Cristo, figlio di Dio, salvatore.
Questi nomi “simbolici” venivano utilizzati per sfuggire alle persecuzioni che nel tempo dei primi cristiano 1° e 2° secolo esistevano nei confronti dei Giudei e dei Giudeo cristiani (così si identificarono i “cristiani”, per distinguersi dai Giudei che non avevano accettato il messaggio di Gesù il Nazareno) per identificarsi e farsi riconoscere solo dai loro fratelli in fede, ricordavano il periodo della nascita di Gesù con il segno dei Pesci, in quanto essa era avvenuta verso l’equinozio di primavera ai primi di marzo, (primo mese del calendario/lunario degli antichi ebrei) il che corrisponde come è noto al segno dei “Pesci”. Quindi questo termine IXThUS, “pesce” si riferisce al periodo della nascita di Gesu’ nel segno dei pesci, in primavera…
5) I Romani che dovevano effettuare un censimento, e che è noto non erano stupidi e sapevano fare il loro mestiere di governanti e dittatori, non avrebbero mai e poi mai utilizzato tali date in quanto essi solevano fare le loro feste annuali nel periodo corrispondente dal 21 dicembre fino al 1 gennaio. I saturnali dei romani iniziavano il 21 dicembre e duravano una settimana. Le feste sacre di Mitra, che era un culto diffuso quasi esclusivamente ad Ostia antica, iniziavano il 25 e duravano anch’esse 7 giorni.
Le uniche feste pagane che arrivano al 6 di gennaio sono quelle dei Celti e dei germani (date odierne).
6) Vi è anche discordanza fra gli stessi cristiani: cattolici, ortodossi, protestanti, evangelici, ecc., sulla data della probabile nascita di Gesù; ognuno di loro indica periodi diversi adducendo le loro “prove”.
7) Per i Musulmani che pure accettano Gesù come Profeta, non ne hanno mai citato il periodo di nascita, come mai ?
8) Come mai gli stessi Ebrei, come è citato nei Vangeli, chiamavano e chiamano ancora oggi, Gesù: “rabbi”, cioè mio maestro, però non hanno mai ricordato il periodo della sua nascita ?
Per queste considerazioni possiamo essere sicuri che Gesù il Nazareno, NON è nato il 25 dicembre di circa 2000 anni or sono.
9) Per concludere, Ricapitoliamo:
Mitra era una divinità solare indo-iranica risalente a circa 3.400 anni fa, il cui culto si diffuse anche a Roma nel 1° secolo, prima dell’era volgare; la ideologia/leggenda su questa divinità affermava che era:
1 – nato da una vergine
2 – il 25 dicembre
3 – detto il salvatore, la luce, il verbo
4 – aveva 12 seguaci
5 – morto a 33 anni
6 – sepolto e risorto dopo tre giorni
per caso vi ricorda qualcuno ? nei fatti, il Cristo dei cristiani null’altro è che la “fotocopia” di Mitra dei pagani……
I fedeli cristiani senza saperlo, sono legati ad una divinità pagana che essi….. dicono essere il loro salvatore…….ed hanno perseguitato per secoli i “pagani” ! follia del cristianesimo !
Altri personaggi-dei, famosi di altre religioni sarebbero nati, cosi ci riferiscono, il 25 dicembre..
Gesù il Nazareno è nato ……..secondo questo autore:
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/store_2/evento.htm
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/nibiru.htm
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/quaoar.htm
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/lista_asteroidi_killer.htm
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/diff.meccanica.celeste.htm
http://digilander.libero.it/arcibalbodiromagna/asteroidi_immagini.htm
SOL INVICTUS
Il famoso Sol Invictus, appellativo che lo stesso Costantino si diede (vedi monete costantinee)… si ! proprio il Costantino del concilio di Nicea (312 era volgare) con il quale si gettavano le basi dell’ortodossia cattolica, del canone biblico e del divieto di professare altre religioni.
Per chi volesse saperne di più:
http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-e-il-sol-invictus_%28Enciclopedia_Costantiniana%29/
Gesu’-cristo e’ un mito solare dei cosiddetti “pagani“.
Certo che si, ma non confondiamo gesu’-cristo con Gesu’ il nazareno (questa confusione dei termini, nomi, e’ l’eterno problema di coloro che non vanno in fondo ai problemi !) – vedi: cosa e’, dove e’ e chi e’ il cristo ?
Il gesu’-cristo dei cristiani deriva da un mito solare, insito nelle religioni antiche ed anche in quella dell’Impero Romano di cui l’imperatore era il Pontefice maximum; i religiosi avendo compreso che le varie idee cristiane potevano minare l’Impero, decisero di inserire i loro concetti religiosi in quelli delle sette nascenti dette “cristiane”, cambiando i nomi dei loro “dei” con i nomi allora in voga nelle varie sette cristiane…e cosi nacque gesu-cristo !
Gesu’ il nazareno e’ un soggetto che e’ vissuto in Palestina c.a. 2000 anni fa, era figlio di Erode il grande ed anche un rabbi Esseno e divenuto successivamente uno Zelota, contro i Romani e contro i Farisei e Sadducei (sacerdoti e rabbini di Gerusalemme) che avevano cambiato la legge mosaica ed i profeti, la Torah,….. fin dal tempo di Giosia ed Esdra (600 anni prima dell’era volgare, nella cattivita’ di Babilonia/Assiria), non seguendo la dottrina originale che era basata sull’ IO SONO un Dio e sulla Legge dell’AmOr.
“Cristo Sole” mosaico presente sulla volta del Mausoleo dei Giulii (fine II sec. Inizio III) nella necropoli vaticana. il “Cristo” è rappresentato sul carro trainato da cavalli bianchi come si usava rappresentare il Sole che sorgeva ad illuminare il mondo.
Ecco una piccola serie di fotografie di rappresentazioni cristiane–cattoliche che confermano anche con i simboli e le immagini che il Cristo = Sole, e lo rappresentano in tutta la loro iconografia !:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=221527281258510&set=oa.238569482882275&type=3&permPage=1
GESÙ PERSONAGGIO STORICO
Oltre ai numerosi scritti cristiani tra i quali eccellono i vangeli, esistono anche se in minor numero documenti non cristiani, ossia pagani e giudaici.
Sebbene questi risultino scarsi di notizie e siano stati scritti da autori indifferenti o addirittura ostili a Gesù, sono tuttavia importanti perché ci informano sul modo in cui i contemporanei avevano reagito di fronte al fenomeno del cristianesimo e su ciò che essi sapevano del suo fondatore, un certo Gesù il nazareno, soprannominato il Cristo.
I DOCUMENTI su GESÙ – Fonti pagane
Possediamo notizie su Gesù nelle opere di alcuni scrittori latini. Oltre a particolari propri, tutti ci attestano che egli è veramente esistito, ma sono citazioni dal 2° secolo in avanti.
PLINIO IL GIOVANE (62-114 d.C.). Quando era governatore della Bitinia, in una lettera inviata all’imperatore Traiano nel 112, domanda come debba comportarsi nei confronti dei cristiani. Brevemente riferisce che alcune persone, una volta cristiane, ma poi allontanatesi dalla Chiesa perché l’imperatore aveva proibito le associazioni segrete, avevano fatto delle rivelazioni sui loro servizi religiosi.
Al riguardo riferisce: Adfirmabant autem hanc fuisse summam vel culpae suae vel erroris, quod essent soliti stato die ante lucem convenire carmenque Christo quasi deo dicere… (Ep. X, 96)
“Affermavano inoltre che tutto il loro crimine o errore sarebbe consistito nel fatto che solevano riunirsi in un giorno determinato della settimana, prima del sorgere del sole, e cantare un inno a Cristo come a un Dio…”.
Traiano risponde in modo tollerante: non ricercare i cristiani, ma se denunciati non con lettera anonima, bisogna punirli se non accettano di sacrificare agli dei (Ep. X, 97).
Un secolo più tardi Tertulliano rimprovererà all’imperatore la illogicità di questa strana sentenza affermando: se ritieni colpevoli i cristiani, perché non vai anche a cercarli ? Se non li ritieni colpevoli perché condanni quelli che vengono denunciati ?
PUBLIO CORNELIO TACITO (55-120 d.C.). Verso il 116 Tacito, grande storico romano, scrive la storia dell’impero tra gli anni 14 e 68 d.C. servendosi anche delle Storie di Plinio il Vecchio, testimone della caduta di Gerusalemme. Nei suoi Annali descrive tra l’altro l’incendio di Roma verificatosi nell’anno 64. Incendio che il popolo attribuì a Nerone il quale, per scagionarsi non trovò di meglio che accusare i cristiani.
“Sed non ope humana, non largitionibus principis aut deum placamentis decedebat infamia, quin iussum incendium crederetur ergo abolendo rumori Nero subdidit reos et quaesitissimis poenis adfecit, quos per flagitia invisos vulgus chrestianos appellabat austor nominis eius Christus, Tiberio imperitante, per procuratorem Pontium Pilatum supplicio adfestus erat (Annales, Xv, 44).
“Ma l’oltraggiosa convinzione che l’incendio fosse stato ordinato non cessava né con mezzi umani, né con le elargizioni sovrane, né con i sacrifici espiatori, per cui Nerone, volendo mettere a tacere questa diceria, diede la colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava “crestiani” e che, a causa delle loro scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome ha avuto origine da Cristo, che fu condannato a morte sotto il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato”.
CAIO SVETONIO TRANQUILLO (75-150 d.C.). In qualità di segretario privato sotto l’imperatore Traiano e Adriano, aveva libero accesso agli archivi imperiali. Scrisse verso il 120 la Vita dei dodici Cesari nella quale a proposito di Claudio (41-54 d.C.) riferisce:
Judaeos, impulsore Chresto, adsidue tumultuantes Roma expulit (vita Claudii, 25).
“espulse da Roma i Giudei i quali, istigati da un certo Crestos, provocavano spesso tumulti”.
È molto probabile che con l’espressione “impulsore Chresto ” ci si riferisca al “Cristo”; ciò risulta dal fatto che era usuale accanto a “Christus” anche la scrittura “Chrestos”. Anche Tacito parla di “Chrestiani” e dal contesto risulta evidente che si riferisce ai seguaci di Cristo.
MARA BAR SERAPION. Un manoscritto siriaco del VII secolo contiene il testo di una lettera del siriano Mara Bar Serapion a suo fratello Serapione. La lettera è certamente successiva al 73 d.C.: “Che vantaggio trassero gli ateniesi dal condannare a morte Socrate ?… gli uomini di Samo dal bruciare Pitagora ?… i giudei dal giustiziare il loro sapiente Re? Fu proprio dopo tale [delitto] che il loro regno fu distrutto [evidentemente la distruzione di Gerusalemme]. Dio giustamente vendicò questi tre uomini saggi: gli ateniesi morirono di fame; gli uomini di Samo furono sopraffatti dal mare; i giudei, rovinati e cacciati dalla loro terra, vivono in completa diaspora. Ma Socrate non morì per i buoni; continuò a vivere nell’insegnamento di Platone. Pitagora non morì per i buoni; continuò a vivere nella statua di Hera. Né morì per i buoni il Re sapiente; continuò a vivere nell’insegnamento che aveva impartito”
(Manoscritti siriaci del British Museum: Supplemento 14, 658).
A differenza dei precedenti documenti, qui il riferimento a Gesù è indiretto, tuttavia il testo che presenta Socrate e Pitagora quali personaggi storici, pone accanto a loro come figura storica anche il “saggio Re” dei Giudei. Questi non può essere che Gesù il nazareno, il quale fu giustiziato (crocifisso) e con il suo messaggio dette “nuove leggi” all’umanità.
Fonti giudaiche
Le fonti giudaiche non riportano molte notizie su Gesù e in genere dimostrano un atteggiamento ostile.
TALMUD BABILONESE – È una raccolta di riflessioni e di tradizioni ebraiche.
“Viene tramandato: Alla vigilia della pasqua si appese Gesu. Un banditore per quaranta giorni andò gridando nei suoi confronti: “Egli esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l’arrechi per lui”. Ma non trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero alla vigilia della pasqua”.
(Sanhedrin 43a).
Il Talmud riporta notizie su Gesù non conformi a verità, però è importante perché indica come data della morte di Gesu‘ il 14 di Nisan, la stessa segnalata nel vangelo di Giovanni.
GIUSEPPE FLAVIO. Storico di rilievo della nazione giudaica. Nato a Gerusalemme nel 37 da famiglia di stirpe sacerdotale, abitò a lungo in questa città. Conobbe la prima comunità cristiana di cui si interessò con atteggiamento critico. Passato al servizio della dinastia dei Flavi, partecipò con i romani alla distruzione di Gerusalemme nell’anno 70. Nella sua opera Antichità giudaiche, pubblicata a Roma intorno al 93, si trovano due passi importanti.
1. testo:
“A quell’epoca visse Gesù, un uomo sapiente. Egli operò cose mirabili (ed era maestro di quegli uomini che accolgono con gioia la verità). Molti Giudei e pagani egli attrasse a sé. E quando su accusa dei nostri uomini più autorevoli Pilato lo ebbe condannato alla morte di croce, coloro che lo avevano amato, non desistettero. E fino ad oggi non è più venuta a cessare la comunità di coloro che da lui traggono il nome di Cristiani” (XVIII 3,3).
Questo testo, riportato in tutti i codici antichi, è importante per attestare la storicità di Gesù, ma contiene alcune espressioni che con molta probabilità furono interpolate da mano cristiana e sono quelle incluse tra parentesi. Sorprende infatti una testimonianza a favore della messianità di Gesù da parte di un giudeo ostile alla nuova religione.
A conferma del tenore originale del testo esiste una versione araba (pubblicata nel 1971). Essa è particolarmente degna di fede, in quanto è stata riportata da un ambiente cristiano che non aveva certo interesse a ridurre la figura di Gesù.
“In questo tempo ci fu un uomo saggio che era chiamato Gesù. La sua condotta era buona ed era noto per essere virtuoso. E molti fra i giudei e fra le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma quelli che erano diventati suoi discepoli non abbandonarono il suo discepolato. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo; forse, perciò, era il Messia, del quale i profeti hanno raccontato meraviglie”.
- testo:
“Il Sommo Sacerdote Anna riuni il Sinedrio a giudizio e fece comparire davanti ad esso Giacomo, fratello di Gesù detto il Cristo, e con lui alcuni altri, e li condannarono a morte mediante lapidazione” (XX 9,1).
Si tratta di Giacomo, capo della comunità di Gerusalemme, lapidato nella Pasqua del 62 e denominato anche da S. Paolo ” fratello del Signore “.
Tratto da: http://digilander.libero.it/gbe/gesu.htm
Commento NdR: A questo ultimo testo, abbiamo volutamente sostituito la parola Nazareth con il Nazareno, perche’ trattasi di grossolano errore del redattore del testo originale.
vedi: GESU’ e’ esistito ? pare di no, anzi SI ! + Cattolicesimo + Gesu’ cristo ritorna ?
Per altri importanti particolari su questo TEMA
vedi: Falsificazioni della Storia – 1 + Falsificazioni Storiche – 2
vedi anche:
LUNARIO EBRAICO + EQUINOZIO di PRIMAVERA – La Festa di PASQUA + La vera genealogia di Gesù + La vera storia di Gesu’ + l’Albero delle Vite + Rotoli di Qumran e Gesu’ + Pietro e Paolo coinvolti nella trama contro Nerone
Il Cristo Storico – 8/5/2010
Per “Gesu’ Cristo storico” si intende la intricata disputa fra teologi, esegeti, archeologi, studiosi laici e credenti, che dura ormai da oltre un secolo, sulla effettiva esistenza del personaggio di “Gesù Cristo”.
In altre parole, molti nel corso del tempo si sono domandati, e continuano a domandarsi, “ma Gesù è esistito davvero, o è soltanto una bella fantasia” ?
Diciamo subito che non vi sono prove assolute nè in un senso nè nell’altro. Vi è però una sufficiente quantità di riscontri documentali – fra cui primeggiano ovviamente i Vangeli – per affermare almeno che un certo predicatore di nome “Joshua” abbia calcato il suolo della Palestina in quel periodo storico. Il vero problema, casomai, è stabilire quali episodi a lui attribuiti siano veri e quali eventualmente no.
Nel cercare di ricomporre questo complicato puzzle, infatti, subentrano continuamente possibilità di una lettura allegorica, che spesso “sdoppiano” il personaggio di Gesù in una versione prettamente umana, ed un suo possibile duplicato “simbolico”, con valenze anche divine.
In altre parole, il Gesù che predicava alle genti nelle piazze è lo stesso Gesù che faceva i miracoli e camminava sull’acqua ?
O forse quello “miracoloso” è uno strato aggiuntivo, sovrapposto alla figura del normale predicatore per aumentarne la credibilità presso i suoi contemporanei ?
Oppure ancora, i “miracoli” erano veri miracoli – nel senso che trasgredivano le leggi della natura – o erano solo rappresentazioni metaforiche di banali eventi quotidiani ? (Ad esempio, nella comunità degli Esseni il sacerdote che praticava i battesimi raggiungeva il centro della pozza d’acqua camminando su una sottile plancia di legno, e visto da lontano sembrava che camminasse sull’acqua. Era infatti definito, all’interno della comunità, “colui che cammina sull’acqua”.
Se Cristo fosse stato – come molti sostengono – un sacerdote esseno, faceva dei veri miracoli, o era semplicemente uno a cui non piaceva bagnarsi i piedi ? ) – (NdR: no, era un sacerdote esseno che insegnava la medicina naturale e si lavava 2 volte al giorno i piedi)
Ma il vero problema, che rende difficile una qualunque ricostruzione storica, sta nel fatto che la stessa fonte dei Vangeli sia “inaffidabile” per sua natura. Contrariamente a quanto molti credono, infatti, i Vangeli “degli apostoli” non furono scritti direttamente da Marco, Matteo Luca e Giovanni, ….. ma dai loro discepoli, o dai discepoli dei loro discepoli, una cinquantina di anni più tardi. Al tempo di Gesù prevaleva ancora la tradizione orale, e soltanto sul finire del primo secolo si iniziò a sentire l’esigenza di mettere anche il tutto nero su bianco.
E come ben sa chiunque abbia giocato a “passaparola”, una frase come “ho perso il sonno” fa molto in fretta a diventare “è morto il nonno”.
Ecco perchè, in questo caso, assumono grande importanza i riscontri incrociati.
Se il Vangelo “A” descrive un certo episodio, e lo stesso episodio si ritrova anche nel Vangelo “B”, si moltiplicano di colpo le possibilità che l’episodio sia accaduto davvero. Secondo la tradizione, infatti, i discepoli si sarebbero dispersi dopo la morte di Gesù, dando vita a “rivoli” separati di tradizione orale, che hanno viaggiato in modo indipendente fino al momento di venir fissati sulla carta.
Per quanto preziosi, però, i riscontri incrociati rappresentano anche un’arma a doppio taglio: chi ci dice infatti che un certo passaggio del Vangelo “A”, invece di riportare la tradizione orale da cui deriva, non sia stato semplicemente copiato dal Vangelo “B” ?
Poichè nessuno conosce il momento esatto di pubblicazione di ciascun Vangelo, infatti, è possibile che certe comunità cristiane abbiano attinto da altri testi evangelici, già in circolazione al momento di scrivere il proprio.
E’ lo stesso problema descritto da Walter Benjamin, duemila anni dopo, nel suo libro “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, ed è un problema che ormai tutti viviamo quotidianamente in Internet.
Vi sono intere parti del Vangelo di Luca, ad esempio, che sono chiaramente tratte dal Vangelo di Marco (certi passaggi sono letteralmente copiati, parola per parola). La stessa cosa avviene per Matteo, di cui quasi la metà del testo è chiaramente tratta da Marco.
Il Vangelo di Marco quindi viene collocato prima, in ordine di tempo, di quelli di Luca e Matteo. A loro volta, però, Luca e Matteo hanno molte parti in comune che non compaiono in Marco, portando ad ipotizzare l’esistenza di un quinto Vangelo, detto “Q”, che sarebbe stato contemporaneo di Marco. (“Q” sta per “quelle”, che in tedesco significa “la fonte”).
C’è poi il Vangelo di Giovanni, fra i cosiddetti “canonici”, che presenta una lettura molto diversa dai tre precedenti della vicenda di Gesù. I primi tre infatti sono detti anche “sinottici”, che significa letteralmente che “la vedono allo stesso modo”, implicando che Giovanni la vede invece in modo diverso.
Ma la “tombola” delle possibilità non si esaurisce certo con l’identificazione storica delle diverse fonti evangeliche. Fra queste e i Vangeli giunti fino a noi, infatti, ci sono quasi 300 anni di dispute feroci fra i cosiddetti “Padri della Chiesa”, cioè i vescovi e i sacerdoti di tutte le più importanti comunità cristiane dell’epoca, su molte questioni di fondamentale importanza storica e teologica.
La più nota di tutte fu la diatriba sulla reale natura di Gesù, fra chi sosteneva che fosse una entità separata da quella divina, che da questa discendeva, e chi invece diceva che fosse costituito dalla “stessa sostanza” del Creatore. Vinsero i secondi, che scomunicarono il vescovo Ario, sostenitore della prima ipotesi.
Naturalmente, nell’ambito di queste dispute interminabili, i testi sacri passavano continuamente di mano in mano, creando infinite possibilità per la “scomparsa” di certi passaggi scomodi, come per la comparsa delle cosiddette “interpolazioni”. Alcuni scambi epistolari fra i vescovi dell’epoca, ad esempio, suggeriscono che Gesù predicasse la reincarnazione, “caratteristica” dell’esistenza umana che sarebbe del tutto scomparsa nella versione finale del cristianesimo, poichè in contraddizione con la visione escatologica della vita, di fondamentale importanza per chi avrebbe imperniato tutto il suo potere sulla “paura dell’inferno”. (Si campa una volta sola, ci dice il cristianesimo, e chi sbaglia è perduto per sempre. Se invece ci fosse stata la possibilità di ritornare, e di rimediare agli errori commessi nelle vite precedenti, i preti rischiavano di venire accolti da una selva di pernacchie ogni volta che nominassero l’inferno.
Via quindi la reincarnazione, e avanti con il Diavolo, il tridente e il Giudizio Individuale).
A loro volta, sul fronte delle interpolazioni ci sono diversi passaggi che lasciano decisamente in dubbio gli studiosi, in quanto sembrano inseriti apposta per rimediare a vistosi “buchi narrativi”, che a loro volta testimoniano della grande confusione che dovesse regnare fra i Padri della Chiesa in quel periodo.
Vi sono alcuni casi in cui è stato addirittura possibile dimostrare che un certo passaggio sia platealmente falso, cioè aggiunto in seguito alla stesura originale. In una certa lettera di S.Paolo, ad esempio, l’apostolo utilizza una espressione verbale che sarebbe entrata in uso solo una cinquantina di anni dopo, dimostrando che il passaggio è stato aggiunto in seguito, da qualche scriba poco attento all’evoluzione del linguaggio.
E’ come se in un film degli anni ’50 Alberto Sordi si mettesse improvvisamente a gridare “viulèeeenza !”, quando tutti sanno che quell’espressione è stata coniata negli anni ’80 da Diego Abatantuono. In quel caso sarebbe chiaro che la scena è falsa, e che è stata aggiunta in seguito, ovvero “interpolata” fra quella che la precede e quella che la segue.
In ogni caso, fu solo nel 325 che i Padri della Chiesa consegnarono nelle mani di Costantino la “versione ufficiale” del cristianesimo come lo conosciamo oggi. Era costituita da 36 libri della Bibbia ebraica (“Antico Testamento”) con l’aggiunta del “Nuovo Testamento”, che contiene i 4 Vangeli canonici (Marco, Matteo, Luca e Giovanni), gli “Atti degli Apostoli”, le “Epistole” e l’ “Apocalisse di Giovanni” (il noto testo profetico in cui compaiono anche la “bestia”, la “grande prostituta” e il numero “666”).
Va notato che Paolo viene considerato uno degli apostoli, per quanto non abbia mai incontrato Gesù nella sua vita. Solo dopo la sua morte si sarebbe convertito al cristianesimo (sulla via di Damasco), del quale propose una interpretazione “per i gentili” che avrebbe condizionato più di ogni altro apostolo la futura dottrina cristiana.
Ma i problemi di discordia non finirono certo con la definizione dei Vangeli canonici: a furia di cambiare, di aggiungere, di tagliare e di interpolare, i Padri della Chiesa non si sono nemmeno accorti che questi quattro Vangeli finiscono spesso per contraddirsi fra di loro. Se prendiamo ad esempio la scena della crocefissione, abbiamo addirittura tre versioni diverse sulle ultime parole di Gesù:
MARCO: Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni ?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato ? … Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
LUCA: Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
GIOVANNI: Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
Secondo Matteo, Luca e Giovanni a Gesù fu dato aceto da bere, imbevuto in una spugna. Secondo Marco invece era vino con mirra.
Per Marco la prima a visitare il sepolcro, la domenica mattina, fu Maria Maddalena, insieme all’“altra Maria”. Secondo Marco c’era anche Salomè. Secondo Luca c’erano Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo, e altre donne. Secondo Giovanni Maria Maddalena era sola.
Marco racconta che all’alba della domenica le donne trovarono il sepolcro sigillato dalla grande pietra. Matteo, Luca e Giovanni dicono invece che la pietra era già stata rimossa. eccetera ecc., ecc…
Non si tratta certo di contraddizioni gravi, poichè non intaccano la coerenza complessiva del racconto, ma testimoniano del percorso particolarmente “accidentato” che debbono aver fatto queste narrative prima di finire una volta per tutte sulla pagina scritta.
E finora abbiamo parlato solo di quelli canonici, cioè dei Vangeli “ufficiali” che i Padri della Chiesa hanno scelto di inserire nel Nuovo Testamento. Ma esiste tutta una serie di Vangeli, detti “apocrifi”, che sono rimasti esclusi dalla selezione, e che raccontano spesso una storia molto diversa.
Va notato che “apocrifo” non significa “falso”, come molti credono, ma “nascosto”.
Il termine deriva dal greco apò-kryptomai, dove apò significa “sotto”, e kryptomai significa nascondere. (Da cui il termine “cripta”, che è un locale sotterraneo della chiesa, quasi sempre nascosto al pubblico). Pare infatti che alcuni preti, meno ubbidienti di altri, tenessero questi documenti ben nascosti “sotto l’altare”, per evitare persecuzioni da parte delle autorità ecclesiastiche, che ne proibivano la circolazione. Solo con il tempo, a furia di dichiarare questi Vangeli “falsi”, il termine apocrifo è venuto ad assumere quel significato.
Gli apocrifi offrono quindi agli studiosi una serie ulteriore di riscontri incrociati, nella loro faticosa ricerca del Cristo storico. Se si prende ad esempio il Vangelo di Tommaso, ritrovato in Egitto nel 1947, e lo si confronta con i canonici, risulta che circa la metà degli episodi descritti nel primo (una cinquantina circa) compaiono anche nei secondi. E poichè il Vangelo di Tommaso, che risale circa al 200 d.C., ci è giunto praticamente intatto, grazie all’otre che lo ha protetto per 18 secoli, avremmo di fronte un’ulteriore conferma della probabile veridicità di almeno una parte degli episodi attribuiti a Gesù.
Ce ne sono però almeno altrettanti che non trovano corrispondenza nei canonici, e questo ha gettato nel più totale scompiglio molti studiosi, aprendo le porte ad una serie di possibilità praticamente infinita sulla reale esistenza di Gesù.
Paradossalmente, i dubbi non si dissolvono nemmeno con la sua morte, ma continuano anche dopo. Vi sono infatti diversi elementi che suggeriscono che Gesù non sia affatto morto sulla croce, ma sia stato salvato in extremis dai suoi discepoli, e portato via di nascosto durante la notte.
Quando il costato di Gesù viene trafitto dalla lancia, ad esempio, esce del sangue. Questo significa che Gesù, nonostante le apparenze, fosse ancora vivo. (Da un cadavere trafitto non esce più sangue, perchè viene a mancare la pressione arteriosa).
Sul finire della giornata entra in scena un curioso personaggio, Giuseppe da Arimatea, che chiede ed ottiene da Pilato il permesso di portarsi via il corpo di Gesù. Chi era, da dove veniva, e perchè mai i discepoli ed i familiari di Gesù glielo avrebbero concesso così facilmente ?
Quando giunge al Calvario questo Giuseppe porta con se 30 o 40 chili di unguento di aloe, con i quali ricopre il corpo di Gesù prima di seppellirlo. Ma l’aloe è anche un potente disinfettante, che in quel tempo veniva usato proprio per curare le ferite.
Tutta la faccenda della pietra smossa, inoltre, sembra indicare più una fuga terrena, praticata in fretta e furia dai discepoli che si portavano via Gesù, che non un “risorgere” di tipo divino. Anche le bende lasciate all’interno del sepolcro vuoto sembrano testimoniare di una “rinascita” molto frettolosa e terrena.
Per quanto noi siamo abituati a pensare che Gesù sia “andato direttamente in Paradiso”, infatti, va ricordato che i Vangeli ci parlano di un semplice “risorgere”, inteso come “rialzarsi”.
“E’ risorto, non è qui – dicono i personaggi trovati dalle donne di fronte al sepolcro – Ecco il luogo dove l’avevano deposto.
Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.
Ed infatti Gesù apparirà più volte ai discepoli, nei giorni seguenti, in situazioni del tutto “terrene”, mentre l’ “ascensione” vera e propria avviene, sempre secondo i Vangeli, solo 40 giorni dopo.
Nel libro “Jung e i Vangeli perduti” lo storico Stephan Hoeller ha raccolto tutti gli elementi, i dati storici e i reperti archeologici che sembrano supportare la tesi che Gesù sia effettivamente morto in India, una ventina di anni più tardi. Dopo essere sopravvissuto alla crocefissione, sostiene Hoeller (insieme ad altri storici), Gesù avrebbe predicato per un certo periodo lungo le coste della Turchia, prima di intraprendere un lungo viaggio, in compagnia della madre, che lo avrebbe portato prima in Persia, e poi fino alle pendici dell’Himalaya.
Altri storici hanno trovato tracce di una prolungata permanenza di Gesù in Medio Oriente, dove avrebbe continuato a predicare fino al giorno della sua morte.
Vi sono poi ipotesi di tipo “esoterico” – peraltro meno supportate storicamente – che sostengono che Gesù sia invece giunto in Francia, dove avrebbe dato origine alla stirpe reale dei Merovingi, a cui molti attribuiscono qualità divine.
In ogni caso, quello che conta davvero è la vicenda di Gesu’ che tutti bene o male abbiamo assorbito nel corso della nostra vita, e che fa ormai parte integrante della nostra cultura. In altre parole, qualunque siano stati gli eventi realmente vissuti da Gesù, quel che conta è il cristianesimo come è giunto fino a noi, e come ha condizionato nel frattempo – nel bene e nel male – l’intero percorso della storia umana.
E forse è persino un bene che sia impossibile fare chiarezza assoluta sulla vicenda reale di Gesù, lasciando così a ciascuno quel margine di interpretazione che è giusto lasciare ad un evento di tale portata storica e di tale valenza spirituale come il suo passaggio sulla terra.
By Massimo Mazzucco – Tratto da: luogocomune.net
Commento NdR: anche in questo scritto si parla erroneamente di Gesu’ “cristo” come se le due parole fossero nome e cognome; in realta’ Gesu’ poteva essere il nome proprio di quel personaggio e la parola “cristo” era solo una qualifica di comportamento del soggetto stesso, che il popolo gli ha affibbiato.
Infatti anche nei vangeli si parla cosi: Gesu’ … detto il “cristo”, l’unto, il messia; Gesu’ figlio del falegname, ma MAI intendendo che le due parole fossero nome e cognome del personaggio in questione.