GESU’ il nazareno, …….NON di Nazareth, città inesistente, era solo un piccolo insediamento chiamato con altro nome, ai tempi di questo Gesù.
La località, abitata fin dall’età del bronzo come un piccolissimo villaggio, non è menzionata in alcuna fonte storica prima del III secolo, cioè 300 anni dopo gli avvenimenti di cui qui parliamo.
Qui vi diamo informazioni varie sulle varie ricerche effettuate da seri studiosi e ricercatori, su questo nome Gesù e sugli avvenimenti descritti nei vangeli che i cristiani hanno purtroppo falsificato in vari modi, ciò fin dalla metà del primo secolo.
I primi contrasti emersero già in età apostolica dopo il 40 era volgare, con l’opposizione in Palestina tra i più rigidi osservanti delle prescrizioni giudaiche e i più aperti alla cultura del mondo classico, gli ‘ellenisti’, gli Ebrei parlanti in greco ed i greci stessi.
Il dissenso e le divisione si fecero più aperte man mano che il cristianesimo, con tutte le sue sette che man mano nacquero, si propagò nelle regioni vicine e fu predicato dapprima fra gli Ebrei, ma anche, in misura sempre più larga e costante, ai gentili (non ebrei).
vedi: Come è nato il cristianesimo (sintesi)
Nel corso della storia i diversi elementi del cosiddetto cristianesimo, sono stati variamente accentuati, interpretati e vissuti e ciò spiega il frazionamento cui è andato soggetto, per costituire infine dopo il IV secolo, la “chiesa cattolica apostolico romana”, vedi: a), il nome già dice la verità, i cristiani furono una vera e propria emanazione dei romani, per tenere sotto controllo senza grandi ribellioni, la popolazione del proprio impero.
L’attributo “cattolica” le fu assegnato al tempo dell’Editto di Costantino (313 era volgare), che sancì la liceità di praticare questa religione nell’Impero romano. Dopo la riforma protestante, serve soprattutto a distinguerla da altre confessioni cristiane, come quelle ortodosse, anglicane, protestanti, evangeliche, ecc.
a): Con l’appellativo di chiesa cattolica apostolica romana in occidente, si designa la Chiesa cattolica, ossia la società di fedeli – societa perietta (quasi “perfetta” a seconda dei suoi papi e vescovi), distinta dalla quella civile e da essa indipendente – che ripete autocelebrando (falsamente) la sua origine dal Gesù Cristo, da loro inventato, suo capo invisibile perché inesistente e che guarda a Roma (imperiale) come alla “sede perpetua di diritto e di fatto” del papa, presunto vicario di cristo, cossiccome presunto successore del presunto apostolo chiamato in aramaico Kefa che significa solo ciottolo-sassolino, ma MAI pietra nel senso di roccia, chiamato Pietro, suo capo visibile e quindi i vari papi che succedettero se ne arrogarono i diritti e le funzioni.
Con la FALSA Donazione di Costantino (in latino Constitutum Constantini) è un documento apocrifo costituito da un falso editto dell’imperatore Costantino I scritto molto a posteriori dal 313 era volgare, contenente presunte concessioni alla Chiesa cattolica e utilizzato per giustificare la nascita del potere temporale dei pontefici, anche sui regnanti delle nazioni della Terra nei territori dell’ex impero romano Potere che esercitò nel corso dei secoli successivi a fasi alterne, anche in italia, fino all’ anno 1870 era volgare, con la presa di Roma da parte dei bersaglieri.
Il documento della “donazione dei constantino” è conservato in copia nei Decretali dello Pseudo-Isidoro (IX secolo) e, per interpolazione filologica, nel Decretum Gratiani del giurista Graziano (XII secolo), nel 1440 è stato dimostrato falso dal filologo italiano Lorenzo Valla, il quale fece notare giustamente che il testo era scritto in un latino non riconducibile a quello in uso nel IV secolo e che dunque doveva risalire a un’epoca ben più prossima alla sua scoperta.[1
Quel FALSO documento non è nient’altro che un’invenzione, appunto, ideata e redatta nella cancelleria papale in qualche momento tra il 750 e l’850 era volgare.
Così la chiesa cattolica apostolico romana e tutte le sue BUGIE, si volle distinguere nel tempo, da tutte le altre comunità cristiane (45.000 nel mondo intero) che anch’esse si chiamavano e/o si chiamano “chiesa” (che significa “assemblea”), nome che la “chiesa romana” invece rivendica solo a sé stessa e, sotto il quale viene, da coloro che non sanno “riconosciuta”, quando si parla semplicemente di “chiesa” nei vari scritti oppure nella comunicazione orale.
La chiesa cattolica si è autoproclamata in tutte le sue manifestazioni autoreferenziali, quindi virtuali ed irreali e senza nessun “mandato” da nessun dio, salvo da quello che si è inventato essa stessa creando e manipolando anche il nuovo testamento e soprattutto i 4 vangeli.
Pensate che per dichiarare il “canone della bibbia (NT)”, ci riferisce uno storico della chiesa cattolica, (450 era volgare), che i vescovi si radunarono in un conclave in una loro chiesa e davanti al loro altare, depositarono alla sua base i vari rotoli, libri di ciò che allora chiamavano “vangeli” (buona novella) e poi “pregarono” e dissero che i 4 vangeli che conosciamo, si alzarono da soli e si depositarono sulla parte superiore dell’altare, così i vangeli furono “scelti” da quei vescovi, persino i protestanti e tutte le altre chiese/sette crisitiane, salvo pochissime eccezioni, hanno accettato questa “favoletta” dello “spirito santo” che avrebbe fatto “levitare” e messo sull’altare quei “4 vangeli” e lasciato gli altri per terra, scusate, ma è un favoletta per i bambini…. !
Quasi tutto ciò che i cristiani dicono è tutto inventato per sedurre i popoli a loro sottomessi.
Ora esaminiamo la questione del “Gesù storico” che è un prodotto specifico della modernità, sorto sia dall’esigenza di approfondire la conoscenza storica ed archeologica, sia dal bisogno di adattare le possibili letture della figura del “nazareno”, ai modelli culturali del tempo e dei luoghi (nazioni soprattutto occidentali), che sono avvenuti man mano nel corso dei secoli fino agli odierni giorni e ciò da parte dei cristiani che si dichiarano i (presunti) seguaci di Gesù il nazareno – vedi: Cronistoria sintetica, su come è nato il crisianesimo
L’avvio della moderna ricerca storica ed archologica, viene comunemente fatto risalire alla fine del XVIII secolo, con la pubblicazione degli studi di Reimarus e si è quindi articolata in più fasi (vedi Storiografia su Gesù).
Hermann Samuel Reimarus (1694-1768) distinse tra “Gesù storico” e “Gesù della fede”, affermando che quello storico era un messia nazionalistico, che predicava una certa ribellione dai Romani, che fu arrestato ed ucciso, il cui corpo fu trafugato dai suoi discepoli per poter proclamare che era risorto.
In realta’ “fu Matteo (possibile autore, non certo, del primo vangelo “canonico”, non certo il primo vangelo in assoluto, dato che nel 1 e 2° secolo i vangeli erano circa 150….) il primo a diffondere l’equivoco secondo cui il titolo “Gesù il Nazareno” avrebbe qualche riferimento con la città di Nazareth…”
In pratica il prof. Eisenman, (California University) nel suo lavoro “James, the brother of Jesus” (Penguin Books, USA 1998) afferma a chiare lettere che il termine Nazareno [Nazoraios nel testo originale greco] non significa affatto “della città di Nazareth”, ma si riferisce a ben altra cosa, che l’evangelista intendeva censurare……e così continua nel suo voluminoso saggio… “…nella Cristianità, il tema “essere un Nazareno – Nazorai”, così come lo rappresentano Marco e Luca, è basato su un giochetto di traslitterazione dall’aramaico al greco (ar. Nozorai – gr. Nazoraios, ebr. Nozri, N.d.T.), attraverso il quale si è tentato di associare il titolo stesso con la città di Nazareth in Galilea (la cui esistenza, in quel periodo, è del tutto dubbia). In conseguenza di ciò la città viene identificata come il luogo di residenza del Messia che deve venire…” (NdR: il tutto e’ basato quindi su delle falsificazioni storiche…)
…a conferma di ciò, il prof. Gershenson, in un e.mail che mi ha inviato dall’Università di Tel Aviv il 12 maggio 1998, nel corso delle nostre discussioni sull’argomento, ha scritto…
“Io penso veramente che i cristiani NON possano affermare che l’espressione Gesù Nazareno significhi Gesù cittadino di Nazareth nello stesso modo in cui l’espressione Leonardo da Vinci significa Leonardo cittadino di Vinci…”…e così continua nel messaggio… “…La forma ebraica per Nazareth è NZRT (solo consonanti), che è tarda ed è stata indicata come Nazrat o Nazeret, invece la forma greca Iesous o Nazoraios deriva dall’aramaico Nazorai…” …che è un nome di setta, aggiungo io, e che non ha niente a che fare con Nazareth……del resto, già da tempo il prof. Szekely (Università di Cluj, Romania) aveva scritto parole come queste nel suo lavoro “The essene origins of Christianity, IBS, USA 1980… “Le forme Nazoraios, Nazarenos, Nazaraenus, provano tutte che gli scribi ecclesiastici conoscevano l’origine della parola e sapevano benissimo che NON era derivata da Nazareth…” …e così continua… “…il nome storico e la posizione geografica della città natale di Gesù è quello del “Gamala“… questa è la patria del Nazoreo… la montagna di Gamala è la ‘montagna’ dell’evangelista Luca, la ‘montagna’ di tutti i Vangeli, che ne parlano continuamente, senza però mai nominarla…”
By David Donnini
…la moglie ed il FIGLIO “segreto” di Gesù…
Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio ?
https://www.academia.edu/4489606/I_Vangeli_erano_e_sono_racconti_allegorici
vedi: qualche informazione sui vangeli e sulla datazione del canone biblico dei cristiani (392 era volgare)
Gesù e gli Esseni
La misteriosa comunità degli Esseni, la scoperta dei Rotoli del Mar Morto e il loro sterminio a Qumran – il Dolomiti
https://www.ildolomiti.it/blog/riccardo-petroni/la-parola-di-gesu-coincideva-con-quella-degli-esseni-ecco-la-conferma-analizzando-fonti-e-documenti
Il Vangelo della moglie di Gesù è autentico
Nota bene: Ai tempi descritti dai vangeli del nuovo testamento della Bibbia, vi erano due Gesù, (uno dei parenti di erode, pare suo cugino) che era un rivoluzionario zelota chiamato il messia, il quale aveva dei “discepoli/seguaci” armati che lo proteggevano ed è quello che fu arrestato nel giardino del “gethsemani“, da una parte della legione romana (composta da tanti soldati, in genere 500) per cospirazione contro l’impero romano in quanto Zelota, era detto il Messia liberatore ed un altro Gesù chiamato invece “figlio del padre o del maestro” (“barAbba” in aramaico, la lingua del posto e di quel tempo) = Barabbas in greco, cioè “figlio del padre o del maestro”.
NON è mai stato il nome proprio di una Persona ma di una sua funzione fra il popolo, che lo chiamava così.
Davanti a Pilato comparvero quindi tutti e due questi Gesù; Pilato condannò a morte Gesù lo zelota, il messia rivoluzionario e lo fece crocifiggere ed invece liberò Gesù detto “figlio del padre o del maestro”, perché cosi si autodefiniva nelle sue prediche in giro per la Galilea, in Palestina, ovvero liberò …BarAbba…, il quale era così chiamato ed amato dal popolo perché aiutava i poveri ed i malati, ma era inviso ai sacerdoti di Gerusalemme, poiché aveva molto credito e numerosi seguaci e ciò infastidiva i farisei ed i sadducei che controllavano l’ideologia giudaica del tempo dal Tempio di Gerusalemme e non volevano perdere il potere che avevano sul popolo in Giudea.
Su questo fatto, nascosto dagli “storici” cristiani, dei due Gesù presenti davanti a Pilato, si creò nelle varie sette cristiane spinte dalla predicazione di Paolo, una unica teoria per utilizzare il fatto della morte, crocifissione e presunta resurrezione, per far credere ai fedeli della setta soprattutto quella di Paolo, che la morte di Gesù fosse utilizzata per predicare la salvezza di tutta l’umanità, perché sarebbe morto per “lavare/riscattare” i peccati dell’umanità, teoria totalmente FALSA, in quanto essa deresponsabilizza le azioni non etiche di un soggetto, che secondo quella falsa teoria, destinerebbe la colpa ed il pagamento dei propri errori ad un altro essere, cosa totalmente sbagliata, perché le responsabilità sono solo proprie di colui che commette atti non etici, quindi anche illogica, per cui FALSA. vedi: Gesù cristo è morto per noi ? NO !
Gli evangelisti o chi ha scritto i vangeli, hanno falsificato la storia, anche perché nessuno di loro fu contemporaneo agli avvenimenti, ma riportarono le informazioni che avevano raccolto …. in giro….
Quindi la cristianità ha cambiato la storia, per i suoi fini falsificatori artefice principale di ciò fu il romano, il famoso Paolo di Tarso…..!
By Jean Paul Vanoli
Inoltre:
Quanto ritrovato nella storia sul personaggio Gesù, peraltro sarebbe anche compatibile con alcuni passi del Corano islamico e perfino con la leggenda kashmira.
Comunque BarAbba è aramaico, la lingua parlata da quelle parti dopo il ritorno dalla Cattività di Babilonia, essendo l’ebraico una lingua solo culturale nel Giudaismo del Secondo Tempio.
Ipotesi affascinante, riportata anche da alcune tradizioni sapienziali, che considerano perciò quello di Tommaso* il vero vangelo di Bar Abba.
Non mi pronuncio su questa ipotesi: alcune cose potrebbero tornare ma sarebbe anche il solito mezzo per salvare un presunto “cristianesimo genuino” (che in realtà sarebbe stato un giudaismo intransigente) verso la chiesa corrotta…. blablabla…
*Tommaso Didimo ossia “il gemello” secondo lemmi, rispettivamente, in aramaico e in greco. Sarebbe quindi Giuda, fratello minore del Nostro, che sembra gli assomigliasse moltissimo.
Resta il fatto che i 4 fratelli di Yehoshua – tra cui appunto Giuda/Tommaso (non lo Iscariota ossia il sicario zelota) e Giacomo il Giusto – sono ascritti dalle fonti, anche da Flavio Giuseppe, allo zelota e non all’eventuale Bar Abba.
E anche la comunità successiva alla crocifissione (e/o “sparizione”) capeggiata da Giacomo il Giusto, ebbe chiare caratteristiche ebionitiche… Quindi giudaismo intransigente, con rispetto letterale di circoncisione, Legge mosaica e sacrifici al Tempio, almeno fino alla sua distruzione nel 70 d.C.
Altra NdR:
Il vangelo canonico riporta che Maria fu informata da un essere che sarebbe divenuta madre: lo “aggelos” (angelo in greco) che comunicò a Maria “vergine” che era rimasta incinta, deve essere inteso in tale modo: vale dire “messaggero” e NON come essere trascendentale, tipo “Spirito santo”.. !
Precisazione:
Farisei, sadducei, esseni, nazirei, ebioniti, sono correnti di pensiero diverse l’una dall’altra (sempre all’interno dell’ebraismo), i nazareni sono stati i veri discepoli di Gesù il nazareno, gli altri non lo erano infatti sono stati chiamati cristiani molto tempo dopo…. ed avevano altra ideologia molto diversa dai nazareni…,sette che poi alcune sono diventate la chiesa cattolica e successivamente le sue figlie, i protestanti….ortodossi, anglicani…ecc.
La DISCENDENZA
Gesù il nazareno, era un laico (con molta probabilità un rabbino = maestro esseno) e NON apparteneva alla casta dei sacerdoti Giudei di Gerusalemme.
Affermare Gesù è di discendenza Davidica, equivale a dire che vi è stata partecipazione attiva carnale di Giuseppe, (che a quanto dice Matteo, sarebbe stato sostituito dall’intervento dello Spirito detto “Santo”, cioè di verità ? (NdR:…però ed infatti Giuseppe era, nei fatti, stato fatto “cornuto”…..magari da qualche altro Spirito di uomo….si dice fin dall’antichità, che fosse stato un soldato romano….dal nome: Pantera).
Il ritrovamento a Bingen, in Germania, di una lapide romana intitolata a Tiberio Giulio Abdes Pantera, nato a Sidone (attuale Libano) e morto a 62 anni nel 40 d.C., dopo 40 anni di onorato servizio come vessillifero tra gli arcieri romani, sembra una conferma. Non di tutta la storia, certo. Ma almeno del fatto che, in quell’epoca e in quella zona, c’era almeno un soldato romano che si chiamava Pantera.
“Rimettendo insieme i pezzi, si riesce a ricostruire una storia alternativa. Nel 4 d.C. la città di Zippori, a sei chilometri da Nazareth, venne distrutta dalle truppe romane guidate da Publio Quintilio Varo come punizione per una ribellione. Lo stesso Publio Quintilio Varo morirà, pochi anni dopo, nella battaglia di Teutoburgo, in Germania. È possibile immaginare che uno dei suoi uomini, durante la conquista di Zippori, avesse messo incinta una donna della zona, cioè Maria (la tradizione cristiana vedrebbe Gioacchino, Anna e Maria originari di quella città) e sia ripartito con il suo comandante verso il centroeuropa, dove sarebbe morto (e la lapide lo testimonierebbe).
Il fatto che si conosca il nome del soldato, Pantera appunto, viene spiegato così: in almeno una occasione – è dato immaginare – l’uomo avrebbe cercato di fare una proposta di matrimonio a Maria, anche per riparare al disonore della gravidanza. O, visto che per i legionari romani non era possibile prendere moglie prima del congedo, si sarebbe limitato a garantire protezione e denaro alla donna per tutto il tempo della sua permanenza nell’area. Del resto, sulla base delle datazioni, sarebbe stato in Palestina per almeno 15-16 anni, a partire dal 10 a.C. Proprio nel periodo in cui sarebbe nato Gesù. In ogni caso si sarebbe reso noto alla gente del villaggio, che avrebbe appreso e tramandato il suo nome. Dopo la partenza (e non è chiaro se il figlio fosse già nato o no) il vecchio Giuseppe si sarebbe offerto, per evitare eventuali disonori, di sposare la donna”.
Tratto da: https://www.linkiesta.it
Comunque dire invece che Gesù sia nato dallo “Spirito Santo”, significa eliminare completamente la componente genetica, cioè quella della discendenza Davidica; un certo tipo di concepimento, necessariamente esclude l’altro.
Gesù non può essere stato figlio contemporaneamente di Giuseppe e dello Spirito Santo.
Ma sicuramente è nato da carne e l’unica carne alla quale si può far riferimento è la carne di Maria (la giovane), che essendo stretta parente di Elisabetta, era di stirpe Levitica. Quindi, una sola discendenza, quella Levitica può essere attribuita a Gesù, dal momento che la parte attiva fecondante non poteva avere genealogia. quella che i cristiani chiamano impropriamente “Spirito santo”, come fosse una persona. Questo ovviamente se accettiamo che sia nato per opera dello “Spirito santo” che invece significa “Pensiero giusto”……
Inoltre non è poi singolare che la parola Maschiah (Messia – che significa semplicemente “unto” dall’olio secreto dal cervello, vedi in fondo a questo articolo = Cristo in greco, che illumina l’essere sull’Io Sono e l’InFinità e sulla legge dell’AmOr che regge la manifestazione intera = Progetto Vita), sia identificato come un Laico.
In Isaia, 45:1, …..Ciro (re Persiano) viene definito “Maschiah”, alcune bibbie, parlano di “eletto”, traducendo male dall’originale ebraico, che definisce Ciro, “Maschiah”, a conferma del fatto che il termine “Messia” poteva essere attribuito anche a un personaggio che possiamo con giusta ragione definire laico.
vedi in questo sito le pagine su: il nazireato e Gesù (Giudeo Cristiani) + Cattolicesimo + La vera genealogia di Gesù + La vera storia di Gesù + Gesù è morto per noi ? + Ebraismo e sue origini + Cattolicesimo + Gesù è esistito ? + Gesù cristo ritorna ? + Giuseppe Flavio + Gesù l’Illuminato ? + Pietro e Paolo coinvolti nella trama contro Nerone + Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio ?
vedi anche le pagine su: Esseni e Vangeli + Esseni 1 + Esseni 2 + Esseni 3 + Vangeli Segreti + GNOSI fra i primi Cristiani + Vangelo aramaico + Origini Cristiane
Il NOME GESU’
Fra i cristiani di Gesù (ebreo-samaritano da parte di madre e romano da parte del padre Erode) è chiamato IMPROPRIAMENTE “Jeshuah ben Joseph”, che è il nome in ebraico “moderno”; nell’ebraico antico (Fenicio) quello prima di Esdra, vissuto nel tempo della cattività Babilonese, scrittura/segno che non era cuneiforme, permetteva questa dizione sonora e scritturale: Yahshouè Ben Joseph (che significa: “dio” trasformato in uomo o uomo trasformato in “dio”, figlio di Giuseppe) – cioè Gesù il Nazareno, aveva questo nome, composto dal proprio nome e dalla sua funzione di nazireo, ma che è nome di “dio” (“tetragramma” le 4 lettere, suono di sole vocali, YHWH = IAOUE) con l’aggiunta della “schin” all’interno del tetragramma stesso, formando quindi il nome Yahshoué detto il nazareno, “mashiah” figlio del padre o del maestro esseno (BarAbba), colui che una volta unto dall’olio “secreto” dalle ghiandole cerebrali*, si trasforma in “unto”, in santo, con il cristo = olio sacro cerebrale.
*L’ipofisi (o ghiandola pituitaria) è una piccola ghiandola, delle dimensioni di un piselloa forma di una pigna di pino/abete, posta alla base del cervello. Le ghiandole sono organi che producono e rilasciano ormoni nel sangue. Gli ormoni sono sostanze chimiche che stimolano l’attività di altre cellule o altri tessuti.
Il samaritano, come la lingua Shardano/Fenicia, si scriveva e si “suonava” pronunciava, proprio così, anche perché l’aramaico-samaritano/shardano/fenicio, era ed è stato la parte della lingua ebraica che ha mantenuto l’idioma (sonoro e significativo) antico ed una scrittura grafica diversa da quella cuneiforme del tempo di Giosia, periodo della cattività babilonese, tempo nel quale quell’antica scrittura si è persa ed è stata introdotta quella che conosciamo oggi (Ebraico moderno), scrittura che però ha perso la sua sacralità ideogrammatica del segno = significato….in quanto come concetto, le lettere di quell’alfabeto (Shardano, Fenicio-Ebraico antico, aramaico) erano degli ideogrammi****, come i geroglifici egizi, con definizioni molto più precise e complete, inoltre al tempo di Giosia, la Torah (ideologia abramitica-mosaica) venne falsificata, modificata dalla riforma di Giosia-Helkya, passando dal messaggio abramitico-mosaico a quello post Giosia, giudaico, generando una corrente ideologica monoteista, mentre quelle precedente era politeista, come lo erano i samaritani anche al tempo di Gesù il nazareno.
**** Ideogramma: Diffuso è l’uso del termine ideogramma per indicare un segno che rappresenta un’idea
Il cristos, parola greca NON ebraica, corrispondente a “mashiah”, perde quindi il suo significato intrinseco….che va riscoperto, per ben comprendere il significato completo della parola mshiah o “mashiah” = l’uomo (unto, dall’olio santo, secreto dalle ghiandole del cervello = il cristos) che si trasforma in “dio” = Io Sono consapevole e personalizzato con Nome e Cognome (vedi qui nel sito: Sovranita individuale)…., e qui si innesta il discorso del profondo e completo significato della parola YHWH = “dio” = Iod, in antico ebraico – la svastica – era la prima parola del tetragramma…..Iod He UO (W) He = YHWH, che significa Io sono ero e sarò, cioè Io sono un punto di osservazione dell’InFinito stesso.
Il redattore antico, ha costruito la frase “giocando” sull’etimologia di Yeshua (ישוע), il Salvatore, da cui il riferimento alla salvezza del popolo dai suoi peccati.
Per adempiere la profezia di Isaia (VII,14) che dicono errando, riveli che la giovane donna (העלמה) partorirà un figlio e il suo nome sarà Emanuele, la “vergine” evangelica (in realtà la parola giustamente tradotta è: “giovane”, parola che non significa assolutamente “vergine” dal punto di vista anatomico) dovrà chiamare suo figlio Gesù ! …..Non ha senso anche nella Koiné (lingua greca).
Ma un senso potrebbe averlo in lingua ebraica, che si presta a multiple letture dove le iniziali di partorire (ילדת) suo nome (שמו) e Emanuele (עמנו) della profezia di Isaia formano in acrostico (kabbala notarica per iniziale) la parola Yesha ישע (Salvezza) radice di Yeshua (ישוע).
Ci sono stati alcuni padri della chiesa, tra cui lo stesso Eusebio e Cirillo di Gerusalemme, i quali hanno ammesso ciò che è facilmente intuibile, vale a dire che lo pseudo nome IESOUS (Iasous in greco antico) altro non fu che un attributo significante ‘guaritore’. (sicuramente nell’antichità fu un attributo per eccellenza del dio Asclepio, il guaritore per antonomasia, il quale, come il ‘padre’ Apollo, fu appellato anche SOTER).
Da ciò si evince facilmente che la presunta derivazione di IESOUS (termine di squisita matrice greca, da cui, molto probabilmente, derivò anche il termine ‘esseno’, cioè guaritore: Iesoun -> Iesen -> Iessen) dall’ebraico YEHOSHUAH (dio salva o dio è la salvezza, o, ancora più probabile, ‘YEHOWAH e YAH salvano’) è una delle infinite ‘pie’ menzogne, di cui è costellata l’intera letteratura neotestamentaria cristiana.
Ciò è palesemente dimostrato dal fatto che Girolamo, per la sua Vulgata, traslitterò l’ebraico Yehoshuah (Ieosua) con IOSUE’ e NON con Iesous !
Quasi sicuramente, se non sicuramente (NdR: ?), il VERO nome anagrafico di Gesù fu YESHAY, traslitterato con IESSE, il mitico padre del re David.
Probabilmente fu un tale aspetto che fece venire l’idea, a qualche brillante ‘padre’ del team che diede vita al culto catto-cristiano, di inventarsi per Gesù una discendenza ‘davidica’, obnubilando così anche altri aspetti ‘imbarazzanti’…
Il nome Yeshay (Iesse) compare nel famoso ‘Rotolo di Safed’, in cui è narrata un versione romanzata della storia di STADEA (la Stada citata nel Talmud, vale a dire Maria la giovane) e dei suoi due gemelli Yeshay e Yehuda (Gesù/Iesse e Giuda Tomaso). Inoltre abbiamo la citazione di Epifanio, il quale affermò che i primi ‘cristiani’ erano chiamati IESSEI ! (da dove, se non da Iesse ?..= iEsseni…)
Infine, Ippolito, citando l’eresiarca Marco (al secolo Giovanni Marco, secondogenito di Gesù), fondatore della setta dei ‘Marcosiani’, disse che tale Marco affermava di conoscere il vero nome di Gesù (era il figlio ?). Anche da ciò si intuisce che Iesous non fu il vero nome del Nazareno…
Tratto da: Bernard Dubourg, “L’invention de Jesus”: l’invenzione di Gesù.
Importante
Per riassumere: Yahshoué detto il mashiah (l’unto/illuminato dall’olio sacro detto “cristos” in greco), fu chiamato il “Nazareno”, in quanto apparteneva alla “setta ebraica” dei Nazirei; nel corso dei successivi anni, i suoi seguaci si identificavano fra di loro con l’iniziale della parola Nazirei e/o Nazareni, che è ed era la Noun (lettera N), la quale come segno grafico rappresentava un “mezzo Pesce”, ecco perché troviamo nelle catacombe dei primi giudeo-cristiani, questo ideogramma o lettera dell’alfabeto Fenicio-Aramaico-Samaritano !
Vedi qui al numero 14
Questo anche perché era noto ai Nazareni, che Gesù era nato sotto il segno dei Pesci nel mese di marzo.
Infatti quel segno grafico del mezzo pesce, è stato usato come simbolo per identificare ed identificarsi con i nazareni, seguaci del Gesu il nazareno, anche nelle catacombe a Roma, quando dovevano nascondersi….dalle persecuzioni dei Romani.
Come ben riferito e richiamato sopra:….il nome storico e la posizione geografica della città natale di Gesù è Gamala (città delle alture del Golan)… questa è la patria del Nazoreo… la montagna di Gamala è la ‘montagna’ dell’evangelista Luca, la ‘montagna’ di tutti i Vangeli, che ne parlano continuamente, senza però mai nominarla…”
Il termine nazareno è inteso comunemente, dai “cristiani” che non sanno…..con l’accezione: abitante della città di Nazareth e l’espressione Gesù il nazareno significa, in modo automatico, Gesù proveniente dalla città di Nazareth o, in breve, Gesù di Nazareth.
Purtroppo, ben pochi sono consapevoli dell’esistenza di un serio problema relativo a questa attribuzione e del fatto che l’aggettivo aveva in origine, e dovrebbe avere tuttora, un significato completamente diverso.
Nelle versioni greche dei Vangeli canonici leggiamo IhsouV o NazoraioV (Iesous o Nazoraios), che è la traslitterazione in greco dell’ebraico antico Yehoshua ha notzrì, o dell’aramaico Yeshu nazorai. Il fatto è che, in passato, nessuna di queste espressioni aveva alcun legame con la città di Nazareth, e non voleva indicare in alcun modo la cittadinanza o la provenienza da quella località.
(Nota bene NdR: il prefisso Ye dei vari nomi che lo contenevano, era in realtà come suono pronunciato ai tempi di Gesù il nazareno (in aramaico-fenicio/Shardano. samaritano) così = Ya, (non con la e, ma con la a) e ciò in tutti i nomi questo suono che contenevano il prefisso Ya).
Questo Gesù il nazareno, l’unto detto il “cristo” NON va confuso con il Gesù zelota, il rivoluzionario, parente di Erode, chiamato il messia liberatore…..che venne condannato alla crocifissione, condanna denigratoria…vedi sopra.
Ne abbiamo una prima antica testimonianza in uno scritto apocrifo, il Vangelo di Filippo, un testo gnostico, la cui redazione primitiva risale con tutta probabilità al II sec. d.C., che è stato rinvenuto nel secolo scorso a Naj Hammadi, in Egitto: “Gli apostoli che sono stati prima di noi l’hanno chiamato così: Gesù nazareno detto il Cristo, l’unto = l’illuminato… ‘Nazarà è la ‘Verità.
Perciò ‘Nazareno’ è ‘Quello della verità…” (Vang. di Filippo, capoverso 47). Ci sono state discussioni sul fatto che la radice NZR possa significare verità, ma è comunque un dato di fatto che la frase attribuisca al termine un senso che non ha NULLA a che fare con la città di Nazareth.
Nel XVIII sec. Elia Benamozegh (1823/1900), filosofo ebreo, membro del collegio rabbinico di Livorno, scriveva: “Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti Nazareni nel senso di Nazirei, piuttosto che in quello di originari della città di Nazareth, etimologia davvero poco credibile e che probabilmente ha sostituito la prima solo quando l’antica origine dall’essennato cominciava ad essere dimenticata” (Gli Esseni e la Cabbala, 1979).
Questa interpretazione crea un collegamento fra l’aggettivo in questione e il termine nazireo, che nella Bibbia si riferisce ad una condizione in cui si assumono voti temporanei o permanenti: non bere bevande inebrianti, non tagliarsi i capelli, non avere contatto con impurità, fra cui il sangue, cibarsi di alimenti vegetariani. Celebri nazirei furono Sansone e il profeta Samuele che celebrò l’unzione regale di Davide.
Ovviamente i cristiani hanno ignorato nella maniera più assoluta questa osservazione, almeno fintantoché Alfred Loisy (1857/1940), sacerdote cattolico, professore di ebraico e di sacra scrittura dell’Istituto Cattolico di Parigi, ha osato scrivere: “La stessa tradizione ha fissato il domicilio della famiglia di Gesù a Nazareth allo scopo di spiegare così il soprannome di Nazoreo, originariamente unito al nome di Gesù e che rimase il nome dei cristiani nella letteratura rabbinica e nei paesi d’oriente.
Nazoreo è certamente un nome di setta, senza rapporto alcuno con la città di Nazareth…” (La Naissance du Christianisme). Esprimendo così idee che gli sono costate la rimozione dall’incarico. Ma quanto egli dice è vero, nazorei o nazareni sono termini con cui i cristiani erano chiamati anticamente dagli ebrei, considerati nomi di setta e non indicazioni geografiche.
All’incirca nello stesso periodo quelle opinioni furono espresse anche dallo studioso laico Charles Guignebert (1867/1939), professore di Storia del Cristianesimo presso l’Università Sorbona di Parigi, che scrisse: “La piccola città che porta questo nome [Nazareth], dove ingenui pellegrini possono visitare l’officina di Giuseppe, fu identificata come la città di Gesù Cristo solamente nel medio evo…” (Manuel d’Histoire Ancienne du Christianisme).
Oggi questo concetto è diventato certezza, soprattutto per una folta schiera di studiosi laici, italiani e stranieri. Ne citiamo solo un paio: “É stato Matteo per primo a generare l’equivoco secondo cui l’espressione ‘Gesù il Nazoreo’ dovesse avere qualche relazione con Nazareth, citando la profezia “sarà chiamato Nazareno (Nazoraios)” che, a conclusione del suo racconto sulla natività, egli associa col passo “ritirandosi in Galilea e andando a vivere in una città chiamata Nazareth”.
Questa non può essere la derivazione del termine, poiché anche in greco le ortografie di Nazareth e nazoreo differiscono sostanzialmente” (R.H.Eisenman, Giacomo il fratello di Gesù, Casale Monferrato, 2007).
E ancora: “…nessun testo pagano o giudaico fa menzione di Nazareth: questo nome non compare né nella Bibbia, né nella vasta letteratura talmudica, né nelle opere dettagliate di Giuseppe Flavio; solo Eusebio ne parla citando Giulio Africano (tra il 170 e il 240), buon conoscitore dei luoghi. Le perplessità tuttavia restano e sono alimentate dalla difficoltà di collegare nella lingua aramaica Nazareno, Nazoreo, Nazoreno, tre forme considerate nei Vangeli intercambiabili, con Nazareth.
Qualche studioso ha suggerito che l’originale significato aramaico dell’attributo Nazareno, di difficile comprensione per seguaci cristiani ellenizzanti, sia andato perduto e sostituito con una più semplice e immediata indicazione geografica. Considerazioni linguistiche e filologiche hanno spinto all’ipotesi che Nazareno potesse voler dire Santo di Dio, anche alla luce del fatto che i fedeli di Gesù, che continuarono nella terra d’origine a chiamarsi nazareni, in terra greca inizialmente furono chiamati i santi e solo successivamente prevalse il nome cristiani dato loro dai pagani di Antiochia. Nazarenos e Nazoraios sono dunque forse nomi legati a una radice linguistica ebraica natzìr (in aramaico natzirà) che li collegava ai nazirei “separati” o i “consacrati”, un gruppo che aveva fatto a Dio uno speciale voto di consacrazione e che costituiva una setta a sé stante…” (R. Calimani, Gesù Ebreo, Milano, 1990).
Al di là delle molte altre citazioni che potremmo riportare, che cosa possiamo dire su questo argomento ? Ci sono senz’altro da fare importanti considerazioni storiche, letterarie, archeologiche e geografiche.
La prima riguarda il fatto che il nome della città di Nazareth, compare per la prima volta solamente nella letteratura neotestamentaria, dal momento che né il Vecchio Testamento, né gli storici ebrei contemporanei di Gesù (come Filone Alessandrino e Giuseppe Flavio), né il Talmud, né gli storici romani hanno mai nominato questa città. Non la conoscono affatto !
Eppure Giuseppe Flavio è stato comandante generale delle truppe ebraiche in Galilea, durante la drammatica guerra degli anni 66/70, e nei suoi scritti ha fornito dettagliati resoconti di ogni centro abitato di quella regione. Possiamo dunque parlare di una totale assenza letteraria, al di fuori delle fonti religiose che già fanno parte del Nuovo Testamento cristiano.
Commento e precisazione di G. Sorgi
Il termine Nazareni (notzorim/natzarim in ebraico) e la sua storia.
Premesso che i Nazareni non ebbero nulla a che vedere con i ‘nazirei’ (giudei che avevano fatto il voto di ‘nazireato’: (v.**), essi in origine (dal VII secolo in poi) vennero conosciuti con la locuzione ebraica ‘NOTZORIM HA-BERYTH’, letteralmente ‘Guardiani o custodi dell’Alleanza’, vale a dire la Legge che Mosè consegnò al suo popolo.
Dopo la corruzione degli antichi libri, operata dal sommo sacerdote Helkya per conto di Giosia, i ‘Beney Abba‘ (‘figli del padre’, da cui il singolare aramaico ‘Bar Abba‘), poi chiamati ‘Nazareni’, affermavano di custodire ed osservare la VERA legge di Mosè (cosa che procurò loro un feroce ostracismo da parte dei giudei sedicenti ‘ortodossi’)(**).
Ergo, l’autore del vangelo di Filippo, il quale, sicuramente, non conosceva né ebraico, né l’aramaico, errò alla grande quando scrisse che nazareno derivava da ‘natzara’ (cosa che ci può anche stare), che SIGNIFICAVA VERITA’: cosa assolutamente NON VERA !, visto che in ebraico ed aramaico esiste un termine preciso per la parola verità: vale a dire EMETH !..
Natzara, invece, ha a che fare con il concetto di osservatore, custode, guardiano, etc.: da cui appunto i termini ebraici NOTRI, NOTZORIM, NOTZOROTH (nazareno, nazareni, nazarene).
Per il fatto che i Nazareni affermavano di custodire la VERA legge rilasciata da Mosè, essi, tra il popolino, vennero indicati anche ‘quelli della verità’; cosa questa che, quasi sicuramente, generò l’equivoco che portò l’autore del vangelo di Filippo ad affermare che ‘natzara’ (da cui nazareno) significava ‘verità’.
(**) – Epifanio ci fa sapere che i Nazareni contestavano duramente i sacerdoti del tempio, accusati da essi di insegnare una Legge non vera (cioè quella scaturita dalla riforma di Giosia-Helkya, con conseguente corruzione di primitivi libri (v. Geremia)”.
vedi anche su: false traduzioni dei vangeli, altre notizie IMPORTANTI su Gesù il nazareno
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I Samaritani
I samaritani, un piccolo gruppo religioso in via di estinzione, hanno una origine antica e controversa ed anche al tempo in cui visse Gesù il nazareno erano visti alla stregua dei pagani, da parte degli altri ebrei tornati in Palestina, dopo la deportazione dei babilonesi in Assiria.
Eppure, i samaritani hanno una loro “bibbia” composta dai primi 6 libri della Tanakh (ma scritti a modo loro, quindi con molte differenze rispetto al testo ebraico moderno ed anche rispetto alle bibbie cristiane)..
Il Pentateuco samaritano, noto anche come il Samaritano Torah (in ebraico: תורה שומרונית torah shomronit), è composto dai primi cinque libri della Bibbia ebraica, scritti in alfabeto samaritano (fenicio) ed utilizzato come Scrittura sacra da parte dei Samaritani. Essa costituisce il loro intero canone biblico.
Circa seimila differenze esistono tra il Samaritano e il testo Masoretico.
Quasi duemila di queste variazioni testuali concordano con la koinè greca Settanta e alcuni sono condivisi con la Vulgata latina.
Alcuni manoscritti del Pentateuco scoperti tra i Rotoli del Mar Morto sono stati identificati come recante un tipo di testo “pre-Samaritano”.
Ampio accordo oggi esiste tra i critici testuali che il Pentateuco Samaritano rappresenta un antica tradizione testuale autentico nonostante la presenza di alcune varianti uniche introdotte dal e nel Samaritano.
I Samaritani credono che “dio” abbia scritto il loro Pentateuco e diede a Mosè la prima copia insieme con le due tavole contenenti i Dieci Comandamenti. Essi credono di aver conservato questo testo divinamente composto, incorrotto fino ai giorni nostri. I Samaritani comunemente si riferiscono a loro Pentateuco, come קושטה (“La Verità”).
I Samaritani includono solo il Pentateuco nella loro canone biblico. Non riconoscono la paternità divina o ispirazione in qualsiasi altro libro in ebraico Tanakh. […]
Pare e sembra interessante notare che vi siano molte più differenze tra il testo samaritano e quello masoretico (tutti e due nati nella stessa area geografica) che non tra il testo samaritano e la versione detta dei “Settanta“. Escludendo che i giudei di Alessandria possano essersi ispirati ai samaritani, forse la radice di certe differenze è più antica e riguarda dei testi perduti che hanno fatto da fonte, per quelli che conosciamo oggi.
Nel secondo il biblico Libro di Esdra (Esdra 4:11) i samaritani sono le persone di Samaria, che separò il popolo di Giuda (i figli di Giuda) nel periodo persiano.
I samaritani credono che non erano loro, ma gli ebrei, ad aver abbandonato la retta via, nel periodo di Eli, nel 11° secolo aC.
Gli ebrei hanno tradizionalmente collegato l’origine dei Samaritani con gli eventi successivi descritti in 2 Re 17: 24-41, sostenendo che i Samaritani non sono collegati agli israeliti, ma a quelli portati a Samaria dagli Assiri. […]
L’adozione del Pentateuco come il testo sacro dei Samaritani prima del loro scisma finale con la comunità ebraica palestinese fornisce la prova che è stato già ampiamente accettata come autorità canonica in quella regione.
I Manoscritti del Pentateuco samaritano sono scritti in una scrittura ebraica (script), alfabeto grafico diverso rispetto a quella utilizzata in altri Pentateuco ebraici.
I samaritani utilizzano l’alfabeto Samaritano che è derivato dal alfabeto paleo-ebraico (fenicio) utilizzato dalla comunità degli Israeliti prima della cattività babilonese.
In seguito, gli ebrei hanno adottato uno script basato sull’alfabeto aramaico che si è sviluppato successivamente in alfabeto ebraico.
Originariamente tutti i manoscritti del Pentateuco Samaritano consistevano di testo non vocalizzato scritto utilizzando solo le lettere dell’alfabeto samaritano.
A partire dal 12 ° secolo era volgare, alcuni manoscritti mostrano una vocalizzazione parziale simile a quella ebraica vocalizzazione tiberiana usata nei manoscritti Masoretico.
Più recentemente alcuni manoscritti sono stati prodotti con piena vocalizzazione. Tuttavia, molti manoscritti esistenti non mostrano alcuna tendenza alla vocalizzazione. […]
Dal punto di vista linguistico, il suono dell’ebraico antico e quello moderno sono abbastanza simili, quello scritto totalmente differente ed era quello che parlavano e scrivevano Davide e Salomone che poi si è si trasformato in due varianti diverse, con due alfabeti diversi.
Il confronto con il Settanta e Vulgata latina
La versione biblica dei Settanta (LXX) concorda con la samaritana in circa 1900 delle seimila variazioni dal masoretico. Molti di questi accordi riflettono i dettagli grammaticali insignificanti, ma alcuni sono significativi.
Ad esempio, Esodo 12:40 nel Samaritano e Settanta si legge:
“Ora la dimora che i figliuoli di Israele e dei loro padri che avevano dimorato nel paese di Canaan, e in Egitto è stato quattrocento e trenta anni.”
Nel testo masoretico, il passaggio si legge:
“Ora la dimora che i figli di Israele, che abitavano in Egitto, è stato quattrocento e trenta anni.”
Alcuni passaggi dei latini accordi mostrano Vulgata con il samaritano contro Masoretico.
Ad esempio, Genesi 22:2 nel Samaritano ha “terra di Moreh” (in ebraico: מוראה) mentre il masoretico ha “terra di Moria” (ebraico: מריה). “Terra di More” è considerata una variante Samaritano perché “Moreh” descrive la regione intorno a Sichem, dove si trova il Monte Garizim.
La Vulgata traduce questa frase come in visionis Terram ( “nella terra di visione”), il che implica che Girolamo aveva familiarità con la lettura “Moreh”, una parola ebraica la cui radice trilaterale suggerisce “visione”.
I commenti più antichi al Pentateuco Samaritano si trovano nella letteratura rabbinica e negli scritti della patristica cristiana del primo millennio. Il Talmud registra Rabbi Eleazar b. Simeone condannando gli scribi Samaritani: “Hai falsificato il tuo Pentateuco … e non hai approfittato alcunché da esso.” Alcuni primi scrittori cristiani hanno trovato il Pentateuco Samaritano utile per la critica testuale .
Cirillo di Alessandria, Procopio di Gaza e altri parlavano di certe parole mancanti dalla Bibbia ebraica, ma presente nel Pentateuco samaritano.
Eusebio di Cesarea ha scritto che la “traduzione greca [della Bibbia] differisce anche dall’ebraico, anche se non tanto dal samaritano” e ha osservato che la Settanta è d’accordo con il Pentateuco Samaritano del numero di anni trascorsi dal diluvio di Noè a Abramo.
L’interesse cristiana nel Pentateuco samaritano cadde in abbandono durante i medioevo.
La pubblicazione di un manoscritto del Pentateuco Samaritano nel 17esimo secolo, l’Europa ha risvegliato interesse per il testo e alimentato una controversia tra protestanti e cattolici romani su cui Testamento tradizioni testuali, autorevoli. Cattolici romani hanno mostrato un particolare interesse per lo studio del Pentateuco Samaritano a causa della antichità del testo e le sue frequenti accordi con quella dei Settanta e la Vulgata latina, due traduzioni della Bibbia a cui i cattolici hanno tradizionalmente attribuita notevole autorità. Alcuni cattolici, tra cui Jean Morin, un gesuita-convertire da Calvinismo al cattolicesimo, hanno sostenuto che le corrispondenze del Pentateuco Samaritano con la Vulgata latina e Settanta hanno indicato che essa rappresenta un testo ebraico più autentica rispetto al masoretico. [31] Diversi protestanti hanno risposto con una difesa dell’autorità del testo masoretico e hanno sostenuto che il testo samaritano è una derivazione tardiva e inaffidabile dal masoretico. [32]
Il 18° secolo protestante ebraica studioso Benjamin Kennicott analisi del Pentateuco Samaritano, si pone come una notevole eccezione alla tendenza generale della ricerca protestante nella fase iniziale del testo. [33], ha messo in discussione l’assunto di fondo che il testo masoretico deve essere più autentica semplicemente perché è stato più ampiamente accettata come la versione ebraica autorevole del Pentateuco:
“Vediamo allora che, come la testimonianza di un unico testo distrugge le prove degli altri ed in quanto vi è di fatto l’autorità di versioni di opporsi alle autorità di versioni non certo argomento o meglio nessun argomento a tutti può essere tratto da qui a fissare la corruzione su entrambi i lati “.
Kennicott afferma anche [35] che la lettura Gerizim potrebbe in realtà essere la lettura originale, dal momento che è la montagna per proclamare benedizioni, e che è molto verde e ricca di vegetazione (in contrapposizione a monte Ebal, che è sterile e la montagna per proclamare maledizioni) tra gli altri argomenti.
Studioso tedesco Wilhelm Gesenius ha pubblicato uno studio del Pentateuco Samaritano nel 1815 che biblisti hanno ampiamente abbracciato per il prossimo secolo. Egli ha sostenuto che la Settanta e il Pentateuco Samaritano condividono una fonte comune in una famiglia di manoscritti ebraici che ha chiamato il “Alexandrino-Samaritanus”. In contrasto con i manoscritti proto-Masoretic “Giudea” conservati con cura e copiati in Gerusalemme, egli considerava la Alexandrino-Samaritanus come se fossero state incautamente gestito da copisti scribi che ha reso popolare, semplificata e ampliato il testo. Gesenius concluso che il testo masoretico è quasi sempre superiore al Samaritano.
Nel 1915 Paul Kahle ha pubblicato un documento che ha confrontato brani del testo Samaritano a citazioni del Pentateuco nel Nuovo Testamento e pseudoepigrafia testi tra cui il Libro dei Giubilei, il primo libro di Enoch e l’Assunzione di Mosè. Ha concluso che il Pentateuco Samaritano conserva “molte vecchie letture originali e una forma antica del Pentateuco.”
Il supporto per la tesi di Kahle è stata sostenuta dalla scoperta di manoscritti biblici tra i Rotoli del Mar Morto, circa il cinque per cento di che contengono un testo simile al Pentateuco Samaritano. A parte le varianti settarie uniche per il Pentateuco Samaritano, come il riferimento al culto di D-o sul monte Garizim, i testi del Mar Morto di scorrimento hanno dimostrato che un tipo di testo del Pentateuco simile al Pentateuco Samaritano risale al secondo secolo a.C. e forse anche prima.
I Manoscritti del Mar Morto mostrano una stretta affinità con il testo in seguito masoretico. Queste scoperte hanno dimostrato che i manoscritti da un testo “pre-Samaritano” di almeno alcune porzioni del Pentateuco, come Esodo e Numeri circolate insieme ad altri manoscritti con un testo “pre-Masoretico”.
Una copia del Mar Morto rotolo del libro dell’Esodo, convenzionalmente chiamato 4QpaleoExod m, mostra in particolare stretta relazione con il Pentateuco samaritano:
Le azioni di scorrimento tutte le caratteristiche principali tipologiche con la SP, tra cui tutte le principali espansioni di quella tradizione, dove è ancora esistente (dodici), con la sola eccezione della nuova decimo comandamento inserita in Esodo 20 del Deuteronomio 11 e 27 per quanto riguarda l’altare Garizim.
Frank Moore Croce ha descritto l’origine del Pentateuco Samaritano nel contesto dei suoi testi locali ipotesi. Egli vede il Pentateuco Samaritano come essendo emerso da una tradizione manoscritta locale per la Palestina. I testi ebraici che costituiscono la base di fondo per la Settanta ramificata dalla tradizione palestinese come ebrei emigrarono in Egitto e hanno preso le copie del Pentateuco con loro. Croce afferma che il Samaritano e Settanta condividono un antenato più vicino comune di quanto sia fa con Masoretico, che ha suggerito sviluppato da testi locali utilizzati dalla comunità ebraica babilonese. I suoi conti spiegazione per il Samaritano e la condivisione Settanta non di varianti nel masoretico e le loro differenze che riflettono il periodo del loro sviluppo indipendente distinte tradizioni di testo locali egiziani e palestinesi. [3] Sulla base di arcaizzante e forme pseudo-arcaica, Croce risale l’emergere del Pentateuco Samaritano come tradizione testuale univoco Samaritano al periodo post-maccabei.
Gli studiosi hanno avuto la tendenza a presupporre che il Pentateuco Samaritano è costituito da due “strati”, una composta delle varianti confessionali introdotte da scribi Samaritani ed un secondo strato riflettente storia della trasmissione precedente del testo, come un testo locale palestinese “pre-Samaritano”.
Alla luce di recenti ricerche, è ormai chiaro che lo strato Samaritano è “molto sottile”. Anche se la maggior parte degli studiosi continuano a favorire la masoretico come un testo superiore, molti altri studiosi hanno ora adottato la tesi di Kahle. Gli studiosi ora ampiamente d’accordo però che molti testuale varianti precedentemente classificati come “samaritano” in realtà derivano da fasi precedenti, anche della storia del testo del Pentateuco.
L’affermazione di Kennicott che Gerizim è la lettura originale continua ad essere oggetto di discussione.
Mar Morto Scroll frammento 4Q41 (981) contiene un testo di Deuteronomio 5: 1-25, che non fa alcun riferimento al monte Garizim, ma corrisponde al testo masoretico. Il Nuovo Testamento è d’accordo anche con la versione masoretico che designa Gerusalemme come il “luogo prescelto”. Tuttavia, alcuni studiosi sostengono che Deuteronomio 27: 4-7. Costituisce una occasione in cui il Samaritano “Gerizim” può essere la lettura originale.
In conclusione, pare evidente che le scritture samaritane abbiano subito delle aggiunte/correzioni per ragioni squisitamente etniche e localistiche, (NdR come le “sacre scritture” degli ebrei “moderni”) molti studiosi però ritengono che tolte quelle aggiunte, circoscritte e circoscrivibili in quelle due correnti ebraiche, samaritani + ebrei, si possa trovare dei testi antichi ed autorevoli che siano degni di essere confrontati fra di loro.
Tratto da: consulenzaebraica.forumfree.it, con alcune modifiche del redattore della pagina, Admin del sito
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Per quanto riguarda l’aspetto archeologico, Nazareth appare come una città dell’epoca bizantina (tra il V ed il XV secolo era volgare), non ci sono resti di mura, case, strade, sinagoghe, vasellame, monete… che possano essere fatte risalire al periodo del secondo tempio.
Mi ha confermato personalmente il dott. Danny Syon (Israel Antiquities Authority): “…ci sono pochissimi resti giudei che risalgono al periodo del secondo tempio a Nazareth, soltanto qualche cripta [cavità tombale] scavata nella roccia, sebbene noi non possiamo sapere quale fosse il nome del sito a quel tempo…”. Eppure oggi possiamo ammirare abbondanti resti, risalenti al periodo in questione, di altre città galilee: Sefforis, Iotapata, Cafarnao, Korazim, Beth Zayda, Gamala… Che cosa è successo a Nazareth ? Perché la città sarebbe fisicamente scomparsa ?
Leggendo i Vangeli canonici ci rendiamo conto che il nome Nazareth compare talvolta nei titoli dei paragrafi, che non esistono nei testi originali, ma che sono stati aggiunti successivamente.
Il primo dei Vangeli, quello secondo Marco, conosce il nome di questa città solo nelle primissime righe: “In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni” (Mc I, 9). Altrove preferisce definirla in questo modo: “Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga” (Mc VI, 1-2). Per quattro volte Marco parla di “Gesù nazareno”, ma abbiamo già detto che quell’aggettivo non si riferisce alla città.
Per quanto riguarda il Vangelo di Luca dobbiamo osservare che può essere diviso in due parti ben distinte, la natività e il ministero della vita adulta di Gesù. Si tratta di due parti assai incoerenti l’una con l’altra ed è facile mostrare che la natività appartiene ad una tradizione senz’altro posteriore a quella cui fanno riferimento i ministeri della vita adulta di tutti e quattro i Vangeli.
La città di Nazareth è nominata ampiamente da Luca solo nella natività, sebbene egli vi faccia abitare Giuseppe e Maria sin dall’epoca del loro fidanzamento, mentre Matteo li fa abitare a Betlemme e li fa trasferire a Nazareth dopo il ritorno dall’esilio in Egitto.
Notevole differenza ed incongruenza….
Nel ministero di Luca viene usata più volte l’espressione anonima “sua patria” e una volta sola è nominata Nazareth, in un episodio che solleva numerosi problemi:
“Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.’ Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi.
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati […] All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò” (Lc IV, 16-30).
Innanzitutto viene ancora confermato che a Nazareth ci sarebbe stata una sinagoga, della quale oggi non esiste traccia, poi si fa capire chiaramente che Nazareth avrebbe dovuto trovarsi in cima ad un monte, in prossimità di un precipizio. Ma la città odierna non ha queste caratteristiche, è adagiata nell’avvallamento tra i morbidi colli della Galilea centrale e non c’è alcun precipizio nei suoi dintorni. In realtà leggendo questo brano non può non venire in mente la città di Gamala, che era situata sulla gobba sommitale di un’erta collina, con un baratro a fianco, e una sinagoga i cui bellissimi resti possono essere ammirati ancora oggi.
In effetti nei Vangeli si parla insistentemente di un monte e di una città sul monte: “non può restare nascosta una città collocata sopra un monte” (Mt V, 14). Si noti, a questo proposito, una passo del Vangelo copto di Tomaso: “…Gesù disse: “Nessun profeta è benvenuto nel proprio circondario; i dottori non curano i loro conoscenti… una città costruita su un’alta collina e fortificata non può essere presa, né nascosta...”. (Vang. copto di Tomaso, 31-32).
Qualcosa di simile lo possiamo trovare anche nei Vangeli canonici, per esempio in Matteo: “Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua“” (Mt XIII, 57), con la differenza che questa frase è stata allontanata dal passo in cui si dice che la città sul monte non può restare nascosta, quasi a non lasciar intendere che si trattava proprio della città di Gesù. Non solo, ma è anche stato tolto il dettaglio contenuto nell’aggettivo “fortificata”.
Ora, Gamala era “una città costruita su un’alta collina e fortificata”, come ho avuto modo di constatare quando, nel 1997, la ho visitata sulle alture del Golan, a breve distanza dal lago di Tiberiade.
Ai tempi di Gesù, Gamala aveva un’economia fondata sulla produzione di olio di oliva, che veniva esportato ovunque. Senz’altro gli orci di terracotta venivano portati, attraverso una valle solcata da un torrente, lungo un precorso di circa 8 km, sino a Betsaida, che sorgeva sulle rive nord orientali del lago. Betsaida e Gamala erano strettamente legate dal fatto che una fungeva da scalo commerciale dell’altra. Il tempo necessario per spostarsi dall’una all’altra era molto breve e il dislivello modesto.
Ora, dobbiamo notare che il villaggio di Betsaida, anche nella letteratura canonica, ha un’importanza per Gesù che troppo spesso è stata sottovalutata: “Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull’altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra” (Mc VI, 45-46); “Giunsero a Betsaida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo” (Mc VIII, 22); “Allora si mise a rimproverare le cittànelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: “Guai a te, Corazin ! Guai a te, Betsida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere” (Mt XI, 20-21); “Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsaida. Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio” (Lc IX, 10-11); “Guai a te, Corazin, guai a te, Betasida ! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai innalzata fino al cielo ? Fino agli inferi sarai precipitata !” (Lc X, 13-15); “Filippo era di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro” (Gv I, 44); “Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli chiesero: “Signore, vogliamo vedere Gesù“” (Gv XII, 20-21).
Le tre città, Betsaida, Corazim e Cafarnao, che evidentemente rappresentano luoghi in cui Gesù si trovava spesso, mostrano un’assidua frequentazione del versante nord e nord orientale del lago di Tiberiade. Tanto più che i suoi apostoli (e, tra di loro, alcuni suoi fratelli) erano di Betsaida. È qui che Gesù aveva compiuto “il maggior numero di miracoli“. È proprio contro queste città che si è scagliato quando, infervorato dall’ira, lanciava oscure maledizioni, Non ha inveito contro Nazareth, o Cana, Magdala, luoghi comuni della Galilea centrale. Non possiamo non capire che questa zona, a cavallo fra la Galilea settentrionale e il Golan, era l’area dei suoi spostamenti comuni. Invece, l’accesso naturale di Nazareth al lago, pur tenendo conto della distanza non indifferente, è sul versante sud occidentale.
Betsaida era il porto di Gamala, e questo ci dimostra che Gesù doveva aver avuto a che fare con la fatidica città fortificata sul monte, che i romani ricordavano come uno dei luoghi maledetti della loro attività politica e militare in Palestina.
Naturalmente ci occorre un valido motivo per comprendere l’esigenza degli evangelisti di nascondere il legame tra Gesù e Gamala e per localizzare la sua residenza in un luogo fittizio come Nazareth. A questa domanda otteniamo facilmente due risposte: la prima è che l’utilizzo di termini geografici per dissimulare significati indesiderati è comune nella redazione evangelica.
Lo vediamo con gli aggettivi cananeo e galileo, che sono generalmente intesi come indicazioni geografiche, quando invece erano espressioni usate (rispettivamente in ebraico e in latino) per indicare gli zeloti, i guerriglieri “yahwisti” che combattevano contro i romani per ristabilire un degno messia sul trono di Israele e un degno sacerdote alla guida del tempio, per cui erano invisi sia ai romani che ai sacerdoti di Gerusalemme (farisei e sadducei).
La seconda risposta riguarda il fatto che Gamala era ben nota ai romani come la patria degli zeloti, nella quale erano nati personaggi importanti della lotta messianica, come Ezechia (ucciso da Erode in persona), e suo figlio Giuda, detto Giuda il galileo, fondatore della setta zelotica. Durante la guerra degli anni 66/70 Gamala era stata assediata dalle legioni di Vespasiano e, dopo lunghi e difficili mesi, durante i quali lo stesso futuro imperatore aveva partecipato ai combattimenti, era stata espugnata.
A questo fatto era seguito il drammatico episodio del suicidio di massa degli abitanti della città (un tipico comportamento zelotico), che si passarono a fil di spada o si gettarono dal precipizio, pur di non finire prigionieri nelle mani degli invasori.
I redattori dei Vangeli erano intenzionati a nascondere ogni possibile legame tra Gesù e la setta zelotica, tenendolo rigorosamente estraneo ad ogni ideologia di natura messianica.
La ricerca sulle origini primitive del cristianesimo non può prescindere da considerazioni di questo genere e non può fare a meno, a rischio di continuare a scambiare la storia con la leggenda, di aprirsi all’idea che le due città importanti nella vita di Gesù, quella di nascita e quella di residenza, Betlemme e Nazareth, siano state introdotte artificialmente dagli evangelisti, nel loro proposito di dipingere un Gesù Cristo teologico, molto lontano dal personaggio che, sotto l’impero di Tiberio, passò realmente i suoi giorni nella martoriata terra di Palestina.
By David Donnini
– Fonte http://www.nostraterra.it/cristianesimo.html
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NAZARENO – NAZIREI
Nel XVIII sec. Elia Benamozegh (1823/1900), filosofo ebreo, membro del collegio rabbinico di Livorno, scriveva: “Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti Nazareni nel senso di Nazirei, piuttosto che in quello di originari della città di Nazareth, etimologia davvero poco credibile e che probabilmente ha sostituito la prima solo quando l’antica origine dall’essenato cominciava ad essere dimenticata” (Gli Esseni e la Cabbala, 1979).
Questa interpretazione crea un collegamento fra l’aggettivo in questione e il termine nazireo, che nella Bibbia si riferisce ad una condizione in cui si assumono voti temporanei o permanenti: non bere bevande inebrianti, non tagliarsi i capelli, non avere contatto con impurità, fra cui il sangue, cibarsi di alimenti vegetariani. Celebri nazirei furono Sansone e il profeta Samuele che celebrò l’unzione regale di Davide.
Commento by Giannino Sorgi
– https://www.facebook.com/giannino.sorgi
Sembra assurdo che un ebreo, per di più colto, possa esprimersi in questi termini !…
L’attributo nazireo è effettivamente riferito ad un giudeo che ha fatto voto di ‘nazireato’, il quale, per tutta la durata del voto, si impegnava a condurre una vita particolarmente morigerata, astenendosi dal consumare bevande alcoliche e lasciare la sua capigliatura intonsa.
Tuttavia, l’attributo ‘nazareno’ ha tutt’altra etimologia.
Il termine ‘nazareni’ deriva dall’ebraico ‘notzrim’ (o notzerim) e significa guardiani, osservatori, custodi.
Essi affermavano di custodire e osservare la VERA ‘beryth’ (alleanza o Legge ebraica), cioè quella che Mosè aveva consegnato al suo popolo, in opposizione a quella corrotta(*) scaturita dalla riforma monoteistica del duo Giosia-Helkya, Questo è il motivo per cui i nazareni erano anche detti ‘quelli della verità’ (v. il vangelo di Filippo).
Fu Nazareth a mutuare il nome dalle famiglie nazarene che l’abitavano e NON viceversa.
(*) – v. Epifanio, il quale affermava, nel suo Panarion, che i nazareni erano in continua polemica con i sacerdoti del tempio, che essi accusavano di insegnare una Legge corrotta, cioè quella riformata da Giosia ed Helkya…
DOVE visse Gesù ?
La tradizione cristiana ha “localizzato” dove vivevano Giuseppe e Maria e quindi di Gesù il nazareno, nella parte bassa di uno di questi colli che attorniano Nazareth in Palestina, esattamente nella posizione in cui oggi sorge la cosiddetta Basilica della Annunciazione.
Ma una quantità incredibile di obiezioni sembra opporsi a questa localizzazione, turbando quella convinzione abituale la cui serenità, più che sulla attendibilità delle prove storiche, appoggia le sue basi sul fatto che gli argomenti sono sempre stati sistematicamente disertati nel corso dei secoli, dalla cultura cristiana.
Innanzi tutto occorre richiamare l’attenzione sul fatto che molti autori (a partire dai primissimi secoli dell’era cristiana) sembrano non essere per nulla convinti che Nazareth fosse la città di Gesu’: “Gli apostoli che sono stati prima di noi l’hanno chiamato così: Gesù Nazareno detto il cristo l’unto ovvero l’illuminato…”Nazara” è la “Verità”.
Perciò “Nazareno” è “Quello della verità…” (Vangelo di Filippo, capoverso 47 – testo gnostico del II secolo dopo l’era volgare).
E’ anche possibile che la parola Nazir, non sia la radice della parola il “Nazareno” poichè Gesù, maestro/rabbino esseno, era il “Nasareno”, cioè da Naser, il “germoglio”.
Gli Esseni (vedi Inni) e lo stesso maestro di Giustizia si consideravano il germoglio, il virgulto nascosto da cui sarebbe sorto il nuovo Israele attraverso il Nuovo Patto costituito da “dio” con i Qumramiani.
“Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti Nazareni nel senso di Nazirei, piuttosto che in quello di originari della città di Nazareth, etimologia davvero poco credibile e che probabilmente ha sostituito la prima solo quando l’antica origine dall’essenato (esseni) cominciava ad essere dimenticata”
By Elia Benamozegh [Italia, 1823/1900, filosofo ebreo membro del collegio rabbinico di Livorno], da “Gli Esseni e la Cabbala”, 1979);
“La stessa tradizione ha fissato il domicilio della famiglia di Gesù a Nazareth allo scopo di spiegare così il soprannome di Nazireo, originariamente unito al nome di Gesù e che rimase il nome dei cristiani nella letteratura rabbinica e nei paesi d’oriente. Nazireo è certamente il nome di setta, senza però rapporto con la città di Nazareth…”
– By Alfred Loisy [Francia, 1857/1940, sacerdote cattolico, professore universitario di Storia del Cristianesimo successivamente rimosso dall’incarico], da “La Naissance du Christianisme”;
“La piccola città che porta questo nome (Nazareth), dove ingenui pellegrini possono visitare l’officina di Giuseppe, fu identificata come la città di Gesù solamente nel medio evo…”
– By Charles Guignebert, Francia, 1867/1939, professore universitario di Storia del Cristianesimo, da “Manuel d’Histoire Ancienne du Christianisme”
“In realtà, per quel che riguarda Nazareth, gli storici non hanno potuto trovare traccia di una città di quel nome sino al IV secolo d.C.; secondo le fonti ebraiche, bisogna scendere addirittura sino al secolo IX.
Nei vangeli non troviamo mai l’espressione Gesù di Nazareth ma soltanto Gesù il Nazireo, talvolta scritto anche Nazoreno o Nazareno… ora, nessuno di questi appellativi, per quanto si sia cercato di forzarne l’etimologia, può farsi risalire ad un nome come quello della citta’ di Nazareth… è da questi termini che è derivato il nome della città di Nazareth, e non viceversa”
– By Ambrogio Donini, professore universitario, da Breve Storia delle religioni, 1959
“El-Nasirah è un villaggio della Galilea, posto a circa quattrocento metri di altezza, nel quale la tradizione cristiana riconosce l’antica Nazareth, patria di Gesù. Secondo vari studiosi, tuttavia, Nazareth – meglio Natzrath o Notzereth – non è mai esistita e l’appellativo Nazareno che accompagna il nome di Gesù negli scritti neotestamentari non indica per nulla il suo paese di origine“.
– By M. Craveri, autore di numerosi volumi sulla vita di Gesù e di un’antologia di scritti apocrifi, da “La Vita di Gesu’ “, 1974
“Le forme Nazoraios, Nazarenos, Nazaraeus, Nazarene, provano tutte che gli scribi ecclesiastici conoscevano l’origine della parola ed erano ben consapevoli che non era derivata da Nazareth…”
– By E.B.Szekely, studioso ungherese, che ha frequentato studi di teologia presso il Vaticano, da “The Essene Origins of Christianity”, USA, 1980
“…Gesù di Nazareth, come molti studiosi della Bibbia sarebbero oggi pronti a confermare, è una cattiva traduzione dell’originale greco (con derivazione aramaica) Gesù il Nazareno…”
– By Baigent, Leigh, Lincoln, autori di alcuni libri sulla tradizione del santo Graal e sui manoscritti del Mar Morto, da “L’Eredità Messianica”, Tropea, Milano, 1996
In effetti, visitando Nazareth, colpisce il fatto che non esista assolutamente qualcosa che possa essere considerata una testimonianza originale del paese in cui sarebbe cresciuto Gesu’. Tutto è posteriore ed, a differenza di tanti siti archeologici in Israele, in cui c’è almeno una costruzione, un muro, uno scavo, che abbia riportato alla luce testimonianze dei tempi che furono, qui la presenza di Gesù e della sua famiglia è raccontata solo dai nomi degli alberghi, dei ristoranti, delle chiese, e dalle parole della narrazione evangelica.
Non un solo mattone o un sasso che parlino del villaggio di duemila anni fa.
I pellegrini che vengono frequentano chiese moderne, tutt’al più qualche rudere bizantino che può risalire all’inizio del quinto secolo; eppure Israele è una miniera inesauribile di testimonianze che ci raccontano della storia dell’uomo in tutte le sue fasi, dalla preistoria, attraverso l’età antica, quella classica, quella medievale, quella degli ultimi secoli, fino a quella moderna.
Commento NdR: ecco delle news sulla citta’ di Nazareth:
‘Nazareth,’ Avraham Negev & Shimon Gibson, eds., Archaeological Encyclopedia of the Holy Land, new ed. (2001); e B. Bagatti, Excavations in Nazareth, vol. 1 (1969), specialmente le pp. 233-34, che discutono quattro basi di colonne di calcite, che furono riutilizzate in una struttura posteriore, ma sono datate prima della Guerra dalla loro somiglianza stilistica con sinagoghe e costruzioni romane della Giudea del I secolo, e dal fatto che contengono iscrizioni nabatee (che suggeriscono una costruzione precedente a quando i sacerdoti ebrei migrarono a Nazaret dopo la guerra), e anche dal loro materiale povero (calcite invece di marmo); le pp. 170-71 discutono frammenti di marmo con iscrizioni aramaiche datate paleograficamente verso la fine del I secolo o inizio del II, che dimostrano che a Nazareth vi erano strutture di marmo poco dopo l’epoca in cui i Vangeli furono scritti (se non prima).
Ci sono dunque delle prove che il sito di Nazaret era abitato secoli prima dell’era volgare, e che un insediamento ebraico esisteva in loco sia prima che dopo la prima rivolta ebraica del 70 d.C.
Nel 2009,durante una campagna di scavi nell’area dell’odierna Nazaret guidata dall’archeolologa Yardenna Alexandre, è stata scoperta per la prima volta una casa privata risalente all’epoca di Gesù; ma una casa non significa una città…!
Gesù, sempre che sia esistito, era un’abitante della Palestina e quindi era un “palestinese” (non arabo) che parlava aramaico (fenicio/shardano, antico sardo, aramaico e forse anche greco)
Palestina e palestinesi:
La parola in se stessa deriva da “Peleshet”, un nome che appare frequentemente nella Bibbia ed è approdato in inglese come “Philistine” (terra dei Filistei = più tardi chiamati Fenici).
Il nome iniziò ad essere usato nel tredicesimo secolo A.C., a causa di un movimento migratorio di genti chiamate “gente del mare”, provenienti dall’area del mar Tirreno (gli Shardani abitanti dell’antica Sardegna che hanno creato molti insediamenti in tutto il mediterraneo ed oltre….), Egeo e delle Isole Greche che si insediarono anche sulla costa del Sud della terra di Canaan = Philistina/Palestina.
Là fondarono cinque Città-Stato indipendenti (inclusa Gaza) sulla stretta striscia di terra conosciuta come Philistia.
I Greci e i Romani la chiamarono “Palestina”; da quei nuovi territori, i Philistei-Fenici, iniziarono a commercializzare nel mediterraneo ed oltre, fin nell’Europa settentrionale e si insediarono in quei tempi anche in territorio Italico ove una loro colonia fu la madre del popolo Etrusco.
I “Philistini” non erano né arabi e né semiti. Essi non avevano legami storici etnici o linguistici con l’Arabia o gli arabi. Il nome “Falastin” che gli arabi oggi usano per “Palestina” NON è un nome arabo. È la pronuncia araba di ciò che i Greco-Romani chiamavano “Palestina” derivato da Peleshet.
Una precisazione interessante ed a quanto pare assai veritiera
– By G. Sorgi
La fondazione del villaggio di Nazareth (e di altri simili) risale al VII-VI secolo a.c., quando i Nazareni (all’epoca conosciuti con uno pseudo patronimico) furono costretti a lasciare il loro territorio nativo (la “tribù di Beniamino”) per scampare alle sanguinose rappresaglie scatenate dal duo Giosia – Helkya (sommo sacerdote), (NdR: di cui il Geremia della Bibbia fu forse il figlio) contro tutti coloro che si rifiutavano di accettare il nuovo corso MONOTEISTICO, inaugurato dai due “compari” appena citati.
Non è peregrina l’ipotesi che, in realtà, Geremia sia stato il figlio di un altro Chelkya, in quanto dal suo libro traspare la circostanza che egli fosse contro la riforma di Giosia, dal momento che egli si lamenta che i libri vennero corrotti: cosa necessaria per adeguare l’antica scrittura al nuovo corso monoteistico inaugurato da Giosia, con la collaborazione della casta sacerdotale del tempio, di cui Helkya era il sommo sacerdote.
Gran parte di loro ripararono nel territorio adiacente alla catena montuosa del Monte Carmelo (all’epoca sotto il controllo dei politeisti Fenici, da cui i Nazareni non avevano nulla da temere), dove essi vi fondarono vari villaggi, tra i quali “Nazareth”, il quale mutuò il suo nome dalle famiglie nazarene che lo abitavano (e NON viceversa !!..).
Prima che venissero chiamati “nazareni”, essi erano noti da secoli come “BENEY ABBA”, cioè “Figli del Padre”, da cui il singolare aramaico “BAR ABBA”(*). Lo ”Abba” di riferimento non era ASSOLUTAMENTE “dio”, ma un patriarca dell’ebraismo primitivo…
Anche i Samaritani, come i Nazareni, rigettarono la riforma monoteistica di Giosia-Helkya (o Chelkya) e rimasero fedeli all’ebraismo delle origini o ebraismo “mosaico” (essenzialmente un tipo Politeismo, nel quale vedono dio/inFinito in qualsiasi forma).
Dal momento che essi erano indipendenti dal regno governato da Giosia, non ebbero alcuna necessità di fuggire, come invece dovettero fare i Nazareni, e costruirono un loro tempio sul monte Khorazim, dal momento che essi ritenevano quello di Gerusalemme “impuro”, in quanto governato da sacerdoti corrotti.
I Nazareni, in pari modo, costruirono il loro tempio nella WADI ESSAY, una valle situata tra i monti della catena montuosa del Carmelo. Ancora oggi sono visibili i resti di tale tempio-monastero, lasciati totalmente in abbandono, in quanto, per “ovvie” ragioni, non interessano né agli ebrei, né ai cristiani.
Commento e precisazione di G. Sorgi (vedi sopra)
“..la verità non va ricercata in quello che i clericali affermano, ma principalmente in ciò che essi cercano di nascondere.”
I dati storici di questi fatti, sono connessi alle persecuzioni di Giosia, subito dopo la sua riforma.
I Samaritani, che, come i Nazareni, rigettarono la riforma monoteistica di Giosia, non furono soggetti alle persecuzioni, in quanto la Samaria non faceva parte del regno di Giuda, su cui governava Giosia.
Discorso diverso invece per i Nazareni, i quali, sino all’avvento al potere di Giosia, avevano sempre dimorato nel territorio della “tribù di Beniamino” (situato tra Gerusalemme ed il Giordano). Fu così che i Nazareni, per sfuggire le sanguinarie rappresaglie del re contro tutti coloro che si rifiutavano di accettare il nuovo corso monoteistico, furono costretti a fuggire e riparare nel territorio su cui insiste la catena montuosa del Monte Carmelo, allora sotto il dominio dei Fenici, da cui i Nazareni non avevano nulla da temere, visto che erano politeisti come loro.
Per ciò che concerne la data, è difficile stabilirla con esattezza. Io propendo circa 10-15 anni dopo la nascita del nuovo corso monoteistico, quindi, all’incirca, verso la fine del VII secolo a.c. o agli inizi del VI.
Per arrivare alle mie ricostruzioni, ho dovuto raccogliere molti dati, sparsi qua e là, in quanto, come per la vera storia della dinamica attraverso la quale il catto-cristianesimo prese vita, non esistono testi integrali risalenti a quell’era, ma solo dati sparsi qua e là nei vari libri della Bibbia. Attraverso indizi e tracce varie, è possibile mettere assieme questi dati, per dar vita ad un mosaico sufficientemente attendibile.
GESÚ e la STORIA
Ecco ciò che è necessario esporre per ricostruire la VERA dinamica attraverso la quale il ‘catto-cristianesimo’ (e NON semplicemente ‘cristianesimo !..) prese vita; questo perché il Gesù storico (e non quello della ‘fede’ religiosa !..) fu un carattere MOLTO complesso, particolarmente eclettico e poliedrico, cosa questa che gli permise di calarsi con estrema disinvoltura in varie identità e ruoli diversi, l’ultimo dei quali, vale a dire quello del capo ribelle che, insieme ad altri capi ribelli, partecipò alla difesa di Gerusalemme (*), a due anni dalla fine della guerra (72), lo porterà alla morte mediante lapidazione (e NON attraverso la crocifissione !!.. v. il Talmud)
Il fatto che Gesù amasse cambiare identità (**) da un luogo all’altro, mentre si spostava, è la causa principale del fatto che la sua figura è così ‘evanescente’ e sfuggente alla ‘speculazione’ dei ricercatori storici, tanto più che IESOUS all’epoca NON era un nome, ma un semplice attributo greco-ionico (in greco-attico ‘IASOUS’), significante ‘guaritore’, come del resto appare chiaramente negli stessi vangeli canonici (v. Eusebio e Cirillo di Gerusalemme)
Il VERO nome anagrafico di Gesù fu Y’SHAY (o Yeshay), traslitterato nelle lingue occidentali con IESSE/JESSE (in greco Iessai: Iεσσαί), il nome del mitico padre di David: praticamente l’UNICA cosa che Gesù ebbe in comune con David !..
A maggior conferma di ciò, abbiamo Epifanio, il quale, nel suo Panarion, ci dice che i seguaci di Gesù erano chiamati IESSAIOI e spiega chiaramente che tale attributo derivava da Iessai. Infine, abbiamo Ippolito il quale ricorda che Marco (Giovanni detto Marco, 4° evangelista nonché secondogenito di Gesù) affermava di conoscere il VERO nome di Gesù, aggiungendo che si trattava di un nome antico e molto onorato. Da ciò si evince, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che IESOUS non era IL VERO NOME di Gesù il nazareno !..
A Roma Gesù venne conosciuto con un nome diverso da quello suo anagrafico (com’era costume del Gesù storico) e con il ‘nick’ CHRESTO (v. Svetonio), Vi è una spiegazione storica per tutto ciò.
Mi dispiace di essere ‘vago’ nei miei riferimenti, tuttavia il libro a cui sto lavorando dalla fine del 2005, non è ancora completato, e di conseguenza neppure pubblicato..
Caro Jean Paul, volevo aggiungere che nel passato tu hai già pubblicato del mio materiale, che avevo pubblicato nei vari forum di discussione. Tuttavia all’epoca non mi firmavo con il mio nome, ma con il ‘nick’ ELIO e, successivamente, anche con Veritas. Anche allora sei stato corretto, in quanto hai indicato correttamente la fonte.
(*) – dopo che Giuseppe Flavio, suo amico di ‘vecchia’ data (lo conobbe a Roma), lo convinse ad entrare nel fronte dei ribelli zeloti-messianisti, i quali avevano scatenato la guerra contro i romani (1ª Guerra Giudaica). A quel tempo Giuseppe F. ricopriva il ruolo di governatore della Galilea, assegnatogli dal comitato rivoluzionario di Gerusalemme. E’ altamente probabile, se non certo, che Giuseppe F. riuscì a convincere Gesù ‘allettandolo’ con la prospettiva che se la rivolta avesse avuto un esito positivo per i giudei, egli sarebbe stato acclamato re di Israele. Non a caso, un padre della chiesa bizantina scrisse nei suoi lavori che “..Gesù meritava di diventare re di Israele..”: cosa, questa, che non c’entra ASSOLUTAMENTE nulla con il presunto ruolo ‘messianico’ di Gesù, inteso dallo stesso clero falsario del tempo, come una ‘missione’ universale (cioè per l’intero impero: da qui l’attributo ‘catholicum’, derivato dal greco ‘katholikos’, cioè universale), e NON come messia di Israele!…
(**) – aspetto che gli procurava anche delle remore, in quanto egli non voleva che gli abitanti extrapalestinesi lo ricollegassero al Gesù conosciuto dai palestinesi del tempo (cioè lui stesso): cosa questa che oggi può essere spiegata. Ecco perché Gesù chiedeva ai discepoli che lo seguivano: “..la gente chi dice che io sia?..”, in quanto temeva di essere riconosciuto.
Va da sé che una tale domanda NON poteva essere stata fatta da Gesù mentre si trovava in territorio palestinese, in quanto i giudei del tempo sapevano perfettamente chi fosse !..
PS: va da sé che tutto ciò che è stato esposto sopra, implica il fatto che Gesù NON MORI’ negli anni 30, tantomeno di crocifissione !
By G. Sorgi – https://www.facebook.com/giannino.sorgi
Inoltre ai quei tempi Israele (come nazione piena di varie ideologie religiose), era molto “Politeista” e “pagana” (cioe’ contadino), solo il tempio di Gerusalemme coi suoi sacerdoti (sadducei – farisei legati alla dottrina babilonese frammista a quelle della Torah alterata da Giosué…) venduti ai Romani erano comunque monoteisti…per poter sottomettere il popolo della palestina il più possibile ai loro voleri….
La religione abramitica-Mosaica era una frammistazione di Politeismo, cioè di rispetto per le forze della natura, che venivano definite come provenienti dal cielo; sono i falsificatori cristiani ed ebrei che hanno detto che erano “dei” con forme umane…in realtà erano le forze della natura che venivano chiamate con un nome, cosi come facciamo oggi es.: “debole e/o gravitazione”, e coloro che non capivano le definizioni di quei nomi, come gli altri popoli o culture, li hanno personificati- in esseri umanoidi falsificando le credenze dei cosiddetti “pagani”……) ….e di un certo particolare tipo di monoteismo, cioè l’adorazione dell’UNICO vero “dio” = l’InFinito = AIN SOUF (l’inconoscibile, l’impronunciabile)
I MIRACOLI di GESU’ ?
Gesù NON faceva “miracoli”, in quanto nessun essere umano può fare miracoli, così come lo hanno inteso gli evangelisti falsari. Egli non era altro che un esperto di trucchi da baraccone, di illusionista ottico e di prestidigitatore, come conseguenza della sua non comune esperienza – almeno a quel tempo – nell’arte illusionistica, appresa e perfezionata in Egitto, dove Gesù rimase per circa tre anni (v. Celso ed il Talmud). Furono poi gli evangelisti falsari che conferirono a questi trucchi ed altro il crisma di ‘opere meravigliose’ (da cui il termine ‘miracoli’) di natura trascendentale, per sostenere, davanti alla plebe ignorante, la natura ‘divina’ di Gesù (sic!).
Dal momento che Simon Mago effettuava gli stessi ‘miracoli’ eseguiti da Gesù (cosa che non sorprende, dal momento che entrambi provenivano dalla stessa scuola gnostica di Giovanni il Battista, MAGO a sua volta) (*), i falsari non poterono affermare che si trattava di trucchi, senza sbugiardare la presunta ‘divinità’ di Gesù, essi furbescamente ripararono in ‘corner’, affermando che sì, Simon Mago faceva i ‘miracoli’, ma com l’aiuto di Satana (sic!!), anziché con l’aiuto di Dio, come invece faceva Gesù..:-).
A cagione della grande abilità di Gesù nei giochi di illusionismo, i giudei suoi contemporanei lo chiamarono ‘stregone’ (v. il Talmud)(**)
(*) – nei testi mandei troviamo riportato che “..Giovanni (Yahya) eseguiva ‘opere meravigliose’ più potenti di quelle di Gesù..”.
Si trattò sicuramente di mero ‘campanilismo’, in quanto a suoi tempi Gesù era insuperabile nelle sue arti ‘magiche’, e questo gli fece guadagnare una grande notorietà (malgrado l’apparente scarsità di notizie storiche), nel contesto dell’impero centro-orientale ed anche fuori di esso (v. Gesù in India)
(**) – paradossalmente, i padri falsari dei primi secoli tacciarono Simon Mago di ‘stregoneria’, malgrado, come già detto, egli eseguiva gli stessi “miracoli” compiuti da Gesù !!!…:
By G. Sorgi
Commento NdR: NON sono completamente in accordo sul fatto che Gesu’ fosse solo un illusionista….ma che fosse un bravissimo e capace erborista naturista quello si !
Resta il fatto che gli Esseni, di cui il cosiddetto Gesù il nazareno era un seguace e forse anche un loro rabbino….”convertitosi” da adulto agli zeloti…. conoscevano molto bene le erbe essendo vegetariani, e seguaci delle ideologie naturiste degli egizi e dei fenici…per cui nulla vieta di dire che Gesù utilizzasse anche e non solo la “marijuana” la cannabis, per i malati che venivano da lui…infatti era un mago guaritore, cioè un erborista naturista capace…!
Gesù il nazareno lo ripeto ancora, essendo di cultura essena, conosceva perfettamente le erbe e le utilizzava molto sapientemente anche con la terra e lo sputo…oltre che l’urina (urino terapia, ben nota anche e non solo agli esseni), e la psicoterapia, cioè la fiducia in se stessi, infatti varie sono le citazioni dei vangeli di frasi come questa: “la tua fede=fiducia ti ha salvato=guarito”, oppure “vai e non peccare più “, il che significava semplicemente e secondo la medicina naturale, vai e non trasgredire più le leggi naturali del bere e mangiare….) oltre all’effetto placebo applicato in ogni terapia naturale; quindi, siccome succedono i “miracoli”, quando si utilizzano quegli ingredienti e quelle terapie naturali, sui malati che ignorano le leggi ed i trattamenti naturali, chi era “miracolato” e chi assisteva a quei “trattamenti” non comprendendone i meccanismi naturali, pensava subito al “divino” o supernaturale, ed interpretava i risultati come di origine divina….specie fra i contemporanei di quell’epoca…ovviamente si trattava di guarigioni naturali cosi come insegna la Medicina Naturale.
Il Gesù dei vangeli era o divenne Zelota ?
– Riporto una considerazione di Davide Donnini.
Luca dice: 23, 26-32)
[26] Mentre lo conducevano via (andavano sul Golgota)…
[32] Venivano condotti insieme con lui “anche” due malfattori per essere giustiziati.
In realtà il termine originale per ‘malfattori’ era, in latino ‘Latrones’, che non sta per ‘ladri’ o ‘ladroni’, visto che si equivale ai termini ‘Sicarii’ e Galilei, ma più propriamente è una traduzione dal greco: Zelotes o Lestes.
Inoltre, il termine ‘ANCHE’, nel passo di Luca, è una traduzione arbitraria del greco ‘eteroi’, che in realtà si dovrebbe tradurre con ‘ALTRI’; quindi:
“Venivano condotti INSIEME CON LUI ALTRI DUE ZELOTI”.
Il significato è evidente: quel Gesù era uno zelota !
Precisazione di G. Sorgi:
Il Gesù della fede (NdR: quello inventato dai cristiani), nato nell’anno zero e morto nel 33, secondo le cronache evangeliche, non fu uno zelota, sebbene tra i suoi discepoli si citi un certo Simon Cepha detto lo zelota. Ma per il Gesù della storia (cioè quello VERO = Bar-Abba) le cose andarono diversamente..
Per tutta la vita, tranne gli ultimi 5 anni, Gesù lo zelota, per ciò che concerne il mondo palestinese, non si interessò mai di politica, tranne gli ultimi 5 anni della sua vita.
A partire, all”incirca, dal 65-66, Gesù si trasformò prima in un capobandito, il quale, al comando ci circa 900 giovani galilei armati (v. Hièrocles), scorazzò nell’area compresa, all’incirca, tra il versante occidentale del lago di Tiberiade, la zona ad est di Tolemais e la Samaria settentrionale (v. l’episodio evangelico del villaggio dei samaritani che respinsero Gesù ed i suoi ‘discepoli’).
Dopo circa un anno, Gesù (non il BarAbba) si convertì alla causa zelota, diventando un caporibelle ed unendosi al fronte della ribellione zelota-messianista, la quale nel frattempo aveva fatto scoppiare la guerra contro i romani. Ergo, Gesù probabilmente non fu mai uno zelota, ma di fatto lo divenne..
Molto sinteticamente…. Palestina … 1° metà del I sec. era volgare..
Il territorio è sotto il governo di Roma.
Erode è il re fantoccio della Galilea e della Perea imposto da Roma.
I sacerdoti chiudono un occhio e anche l’altro per mantenere il proprio potere.
Con questo scenario politico/religioso diverse fazioni tramano contro Roma, Erode e i sacerdoti: i ribelli armati per riprendersi l’indipendenza e detronizzare Erode, e i predicatori che denunciano la collusione dei sacerdoti con Roma e che predicano un ritorno alla vera fede.
Roma dà la caccia ai rivoltosi appartenenti al movimento zelota, movimento capeggiato da chi si riteneva il legittimo discendente della Casa di Giuda, l’unto, il cristo (i vangeli sono scritti in greco), che da decenni tenta di riprendersi la Galilea (una volta il movimento ci riuscì pure con Giuda di Gamala, detto Giuda il Galileo, poco dopo l’anno 0), mentre i predicatori sono invisi ai sacerdoti, ma non ritenuti eccessivamente pericolosi.
Gamala corrisponde alle descrizioni che i vangeli fanno di Nazareth, nome che non è quello di una città, ma della comunità dei naziriti, come lo erano gli Esseni (tra i reperti di Qumran si ritrovano tracce che collegano la comunità Essena ai rivoltosi Zeloti, come ad esempio il Rotolo della Guerra.)
Tra il popolo è verosimile che circolino col passaparola, quindi con tutte le probabili variazioni involontarie del caso (non c’erano gli i’phon), i racconti di coloro che erano stati testimoni o seguaci chi dei rivoltosi e chi dei predicatori; racconti delle gesta di Giuda il Galileo agli inizi del I° sec. (alla sua sconfitta seguì una dura repressione, con la crocifissione di circa duemila rivoltosi), delle guarigioni “miracolose” operate da coloro che avevano soggiornato e appreso presso e dagli Esseni, in particolare quelle da parte di un certo Gesù che si definiva “figlio del padre” (bar-abba in aramaico)….
In questo quadro si colloca Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (unico personaggio dei vangeli di cui si ha prova archeologica della sua esistenza), e noto per la sua arroganza (introdusse immagini dell’imperatore nel tempio ordinando l’uccisione degli ebrei che non si fossero adeguati a rendergli onore, e tentò di costruire un acquedotto con le offerte del tempio).
Ciò desta inevitabilmente ulteriori rivolte…
Ecco: in uno scenario simile è logico pensare che un uomo come Pilato, avendo tra le mani il capo dei ribelli, lo lasci libero? per un’usanza ebraica, oltretutto non confermata, di rilasciare un prigioniero nei giorni della Pasqua?
Ma andiamo avanti.
Al servizio di Roma troviamo un ebreo laico (ma buon conoscitore della Septuaginta), cittadino romano originario della Turchia, formato nella cultura greco-ellenica, che dà la caccia ai cristiani seguaci dell’unto/cristo crocifisso a Gerusalemme, e che, in servizio in direzione di Damasco, capisce che né le armi di Roma né quelle dei ribelli sono un bene per il suo popolo; sa di un predicatore che non conosce e si incuriosisce.
Decide di non seguire più Roma e si istruisce presso Anania (discepolo del predicatore) e di seguire così i ribelli “pacifici” (ribelli, che ricordo, non vedevano di buon occhio la stessa classe sacerdotale).
Ma non gli basta: vuol sentire anche altre campane e torna a Gerusalemme dove ascolta le vox-populi (che intanto si erano mescolate tra loro tanto che non si distinguevano più le une dalle altre), forse conosce qualcuno che aveva ascoltato i predicatori, che aveva ascoltato il Gesù “figlio del padre”, magari conosce proprio Simone figlio di Giuda il Galileo (nei vangeli detto Pietro) con il quale fu poi in disaccordo … insomma, difficile anche per Paolo capirci qualcosa in mezzo a tutta questa confusione di aneddoti e racconti, visto che lui non aveva vissuto in Palestina.
Paolo ritorna a Damasco a riportare quanto aveva appreso a Gerusalemme, e provando a mettere insieme i “pezzi”, pensa una rivoluzione diversa da quella armata resa quasi inoffensiva: una rivoluzione che non porta alla salvezza dal potere, ma la salvezza dello spirito mediante gli insegnamenti del messia “figlio del padre”, tentando così di “alleggerire” la tensione politica agli occhi di Roma e di riportare il popolo alla vera fede, ma ha poca fortuna: fugge e decide quindi di predicare oltre i confini della Palestina ai gentili quella che per lui è la Verità.
Torna a Gerusalemme, ma viene accusato dagli stessi ebrei di essere egli stesso un nazireo (Atti 24,5), incarcerato e poi giustiziato.
Intanto in Palestina, dove Paolo non ha avuto molto seguito fra gli ebrei (nonostante le lettere a loro inviate), continuano le rivolte armate: il tempio verrà distrutto dai Romani nel 70 dc., mentre tra i poveri ed emarginati dei pagani attecchisce questa nuova predicazione di speranza, la buona novella.
By: Daniela Saba Bastet Sekmet
– https://www.facebook.com/daniela.saba.37?fref=nf
Posso annunciare che:
1) Gesù è un personaggio storico realmente esistito
2) Giovanni Battista e Gesù sono due personaggi distinti
3) Gesù non era il figlio di Giuda il Galileo, cade clamorosamente la teoria degli arpiolidi
4) Giuseppe padre putativo di Gesù è realmente esistito, poi saprete chi era e questo era il suo vero nome
5) Salomè che aiutò Maria nel parto realmente esistita, poi saprete chi era e questo era il suo vero nome
6) Marta era anche lei personaggio storico realmente esistito così come Lazzaro figlio di Gesù
7) Il sacro graal era…qualcosa di pazzesco che andrà oltre tutto ciò che potete immaginare
8) I cavalieri templari se sapevano questa verità si capisce subito il motivo per cui furono massacrati dalla chiesa
By Alessandro De Angelis – Per i particolari su questi temi rimando al mio nuovo libro: Il figlio segreto di Gesù.
Commento NdR: sintesi vicina alla verità storica, anche se mancano alcune precisazioni su alcuni soggetti, il finale è però manchevole…
Questa è la sintesi del messaggio che il cosiddetto Gesù il nazareno enunciava ai suoi tempi, alla popolazione locale in Palestina:
La buona novella del “regno dei cieli, è dentro di voi”, cioè in ogni uomo….e “l’Io Sono unica guida dell’uomo stesso“, e voi siete dei….la riscoperta del significato dell’antico tetragramma Yod,he,wau,he.
Alessandro De Angelis autore del volume: il Cristo romano
– 21/04/2016 – INTERVISTA
Da un’esperienza premorte a una teoria rivoluzionaria, chi è Alessandro De Angelis
L’autore appena diciassettenne ha sperimentato un’esperienza ai confini con la morte e da quel momento è iniziata la sua ricerca. Originario di Tivoli, ha avuto un arresto cardiaco durante un’apnea a causa di un aneurisma che lo ha condotto a vivere una situazione di NDE (sigla dell’espressione inglese Near Death Experience) da quel momento ha iniziato a studiare astrofisica e cosmologia, collaborare con fisici, prestando sempre maggior attenzione alla fisica dei quanti che teorizza un universo olografico-digitale dove lo spazio tempo nasce dai bit d’informazione e dove noi tutti siamo all’interno di una Matrix virtuale.
Laureato in lettere e filosofia indirizzo demo-etno-antropologico, ha cercato il motivo per cui sono nate le religioni, in particolare le tre monoteistiche, basate sull’idea di un Dio-creatore arrivando alla conclusione che la nascita dei primi culti, ed in seguito delle religioni, la si deve alle catastrofi naturali che periodicamente sconvolgono il nostro pianeta.
Autore di un volume che sicuramente susciterà reazioni del mondo accademico e non, racconterà le sue scoperte dalle pagine del nostro quotidiano.
Dottor De Angelis, innanzitutto grazie per la sua collaborazione con Notizie Nazionali. Adesso sta per uscire il suo ultimo libro “Cristo il Romano” e già il titolo è indicativo…
Si, significa che Gesù era di sangue romano ed era imparentato con tutti i più grandi imperatori di Roma, nipote di Cesare Augusto e cugino carnale di Nerone, oltre che parente di Giulio Cesare, Tiberio, Caligola e Claudio. Ma era anche il nipote della regina Cleopatra d’Egitto e discendente da re Davide da parte del nonno Simone Boeto. Insomma, non fu un caso che gli venne attribuito l’epiteto di re dei re.
D’altronde l’impero romano non avrebbe mai accettato come religione di stato il cristianesimo, costruito su un ebreo marginale, visti i continui conflitti che ebbe con il popolo ebraico; ben 5 guerre che sfociarono in continui bagni di sangue e milioni di morti.
Da dove è partita questa ricerca che ha portato a queste sconvolgenti conclusioni ?
Sono teorie, ipotesi o scoperte suffragate da prove ?
Non parliamo di teorie o ipotesi, ma di prove storico documentali, con criteri di ricerca accademici. Tutto è iniziato quando trovai sul libro Guerra Giudaica dello storiografo Giuseppe Flavio, coevo di Gesù, la storia della terza moglie del re Erode il Grande, Maria, figlia di Simone Boeto e di Cleopatra, che congiurò contro il marito Erode nel 5 a.C., in perfetta sovrapposizione temporale con la fuga in Egitto della sacra famiglia, cercata dal re Erode.
Questo fatto mi incuriosì e iniziai a verificare chi era Maria Boeto, scoprendo così che aveva tre cugine, Anna, Elisabetta e Giovanna che ritrovai nei vangeli. Anna infatti si prese cura di Maria insieme a Gioacchino dopo la morte di Cleopatra; Elisabetta è la madre di Giovanni Battista che Maria e Giovanna una discepola di Gesù.
Non solo ma hanno lo stesso grado di parentela nei vangeli e nella famiglia Boeto. Non solo, Maria Boeto risulta essere, oltre che figlia di Simone, sorella di Marta e Lazzaro e troviamo nella sua famiglia anche Gesù che diventerà sommo sacerdote dal 63 al 65 d.C.
Tutti i cinque personaggi qui menzionati li ritroviamo nei vangeli quando Gesù va a casa di Simone, dove trova Maria che gli unge i piedi di olio e dove vi era anche Marta e Lazzaro, zii di Gesù nei vangeli e nella famiglia Boeto.
Che scopo ha questa ricerca ? Quali vantaggi o svantaggi le ha portato ?
La mia ricerca ha come unico scopo il riemergere della verità sulla figura di Gesù, e ho avuto confronti con sacerdoti e docenti universitari che non hanno replicato o cercato di confutare le mie scoperte, proprio perché storico-documentali.
Lei è credente ?
Se sono credente ? Chi ha avuto un’esperienza premorte sa bene che la nostra stringa energetica (bioelettronica corpo fatto di Plasma, quarto stato della materia che è inditruttibile e plasma qualsiasi forma), o anima, come la chiama il credente, non è mai stata creata ed è sempre esistita.
Noi proveniamo e torneremo, dopo quest’esperienza virtuale che chiamiamo vita, alla fonte di luce e vibrazione che i credenti chiamano impropriamente “Dio” e di cui siamo parte integrante: uno e tutt’uno.
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GESU il NAZARENO era VEGETARIANO ed ESSENO ?
Dal Vangelo della Pace (pergamena ritrovata in Medio Oriente, sulle pendici del Mar Morto nella zona di Qunram ed appartenente quasi certamente agli Esseni di cui Gesù il nazareno fu un loro seguace-rabbi-maestro, per un certo tempo:
La misteriosa comunità degli Esseni, la scoperta dei Rotoli del Mar Morto e il loro sterminio a Qumran – il Dolomiti
https://www.ildolomiti.it/blog/riccardo-petroni/la-parola-di-gesu-coincideva-con-quella-degli-esseni-ecco-la-conferma-analizzando-fonti-e-documenti
Il Vangelo della moglie di Gesù è autentico)
“Maledetto colui che con l’astuzia ferisce e distrugge le creature di dio. Si maledetti i cacciatori, perche’ saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno a stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti !”.
Cosi ci riferisce questo antico scritto di circa 2.000 anni fa.
Nella Bibbia il Vecchio testamento contiene molte affermazioni a favore del vegetarianesimo, fin dalla Genesi nella quale un verso dice: “e vi ciberete di ogni erba e di ogni frutto della terra” – è evidente che il testo si riferisce a frutta, verdure, cerali, leguminose, radici, ecc..
Nel Nuovo Testamento, nei vangeli vi sono 19 citazioni nelle quali si parla di “carne”, ma ristudiando l’antico greco, trascrizione dall’aramaico, lingua nella quale alcuni dei primi vangeli furono redatti, si evince che le varie parole utilizzate, ad esempio la parola “carne”, deve essere intesa come cibo = dal testo greco broma, è utilizzata in quei versi 4 volte; la parola brosimos = ciò che si puo’ mangiare, usata una volta soltanto; la parola brosis = l’atto del mangiare del cibo è utilizzata 4 volte; la parola prosphagion = qualsiasi cosa da mangiare, utilizzato una volta; trophe =nutrimento, è utilizzato 6 volte; phago = mangiare, e’ utilizzato 3 volte.
Cosi quando ad esempio in Giov. 21:5 si legge “avete della carne”, si dovrebbe rileggere cosi: “Avete qualcosa da mangiare ?” oppure quando nei vangeli si legge che i “discepoli di Gesu’ andarono a comperare della carne”, la ritraduzione letterale suonerebbe cosi: “i discepoli andarono a comperare da mangiare”.
Il greco originale nei vangeli, parla di cibo in generale e non necessariamente della sola carne.
E cosa dire del “miracolo dei pani e dei pesci” con il quale Gesu’ avrebbe sfamato centinaia di persone…
Ritraduciamo il testo e scopriamo che. la parola “pesci” fossero delle polpette, fatte con una pianta marina (appunto, pianta del pesce), cibo ancora diffuso in medio oriente; queste piante marine vengono seccate al sole, ridotte in farina in un mortaio ed infine cotte al forno come polpette.
Nell’antica Babilonia queste polpette preparate con l’albero del pesce (una specie di alga), erano uno dei piatti principe della popolazione ed i Giudei che ritornarono dalla cattività babilonese, importarono anche quel tipo di cibo che rimase uno dei piatti della popolazione povera del medio oriente, per cui è un cibo ben noto ai tempi di Gesù il nazareno; persino i musulmani la utilizzano ancora oggi.
Poi esiste una logica considerazione da farsi a proposito di quel riferimento dei vangeli su quel miracolo; è noto che la carne di pesce in zone calde putrefa’ nel giro di poche ore…era molto più probabile che si conservassero nelle loro ceste delle polpette vegetali che non del pese, specie con le interiora dentro che lo fanno putrefare molto in fretta e rovinando qualsiasi altro cibo che avessero avuto nelle loro ceste…
Ed ora consideriamo la festa di Pasqua nella quale si sacrificava l’agnello che doveva essere mangiato dalla famiglia.
L’ultima cena non si riferisce solo alla pasqua ebraica nella quale si mangiava l’agnello e nel vangelo di Giovanni cap. 13: 1-4, ci riferisce che: “ora, prima della festa del passaggio (la Pasqua ebraica), Gesù sapendo che era giunta la sua ora, si alzò da tavola, lascio’ cadere i suoi vestiti prese un asciugamano e con esso si cinse la vita…”.
Da queste considerazioni è possibile pensare ed affermare che Gesù se è esistito, essendo stato esseno (gli esseni erano vegetariani e si nutrivano con i loro orti) abbia mantenuto, quasi sempre questo atteggiamento nei confronti del cibo e lo abbia consigliato, ma non possiamo essere assolutisti nell’affermare che egli NON mangiò mai della carne, in quanto i testi dei vangeli, che sono fra i pochi testi che parlano di questo personaggio, che pare sia solo una ricostruzione ad arte fatta dai cristiani, ci riferiscono solo questi pochi versi sul comportamento alimentare di Gesù il nazareno, mentre altri vangeli, detti impropriamente apocrifi, ne parlano, esempio: Il Vangelo della Pace !
Fu vegetariana l’ultima cena di Gesù il nazareno !
Nell’ultima cena Gesù non mangiò l’agnello pasquale, poiché seguì la regola degli Esseni, che l’ospitarono nella loro sala per banchetti, data gratuitamente a chi accettava la loro norma: non mangiar mai carne.
Lo afferma anche mons. Mario Canciani, biblista e parroco cattolico della basilica romana San Giovanni dei fiorentini, nel suo libro Ultima cena dagli Esseni.
C’ è di più: egli afferma, con altri studiosi, che la “Settimana Santa” fu ben diversa da come la ricorda la tradizione cristiana.
Gesù disse: “Signori, mia moglie” – 21/09/2012
Il ritrovamento del frammento di papiro copto, presentato pochi giorni fa alla stampa da Karen King, la ricercatrice della Harvard Divinity School, sta scatenando una sequenza di capriole verbali e di acrobazie logiche veramente divertenti.
Come noto, nel papiro si legge la frase: “Gesù disse loro: ‘mia moglie'”, parlando presumibilmente ai suoi discepoli.
Apriti cielo: se si scoprisse che davvero Gesù era sposato crollerebbe di colpo l’intera credibilità di una dottrina fondata sul celibato. Già nei Vangeli – per quanto ripuliti dai Padri della Chiesa – erano rimaste tracce di questa “moglie” che ogni tanto saltava fuori all’improvviso, ma la frase di questo ultimo ritrovamento non lascia più spazio ad ambiguità di alcun tipo: quando uno dice “Signori, mia moglie”, i casi sono due: o sta cercando di spacciare per consorte un viados con parrucca e tacchi a spillo, oppure quella è veramente sua moglie.
Ed è qui che iniziano le acrobazie “interpretative” degli studiosi, a partire dalla stessa Karen King, per non dover ammettere quello che invece dovrebbe essere chiaro per chiunque.
Da un articolo della BBC leggiamo: “La King ha ripetutamente sottolineato che questo frammento non va considerato una prova che Gesù, il personaggio storico, fosse sposato”.
E chi doveva esserlo, se non il personaggio storico ? La sua controfigura di Hollywood ?
Fra l’altro, “personaggio storico” lo si diventa col passare dei secoli, ma i Vangeli descrivono la vita di una normalissima “persona” di quel tempo. Se uno dice “questa è mia moglie” vuol dire “questa è mia moglie”, no ?
“Il testo è stato probabilmente scritto secoli dopo la vita di Gesù – continua la King – e tutte le altre fonti storicamente affidabili tacciono sulla faccenda.” A parte che tutti i Vangeli sono stati scritti almeno 50 anni dopo la morte di Gesù (prima c’era solo la tradizione orale), ma non è che le cose cambino più di tanto, con il passare del tempo: una volta messi nero su bianco li si ricopia diligentemente, e nessuno si sognerebbe mai di cambiarne una sola virgola.
Anche la Bibbia, volendo, è stata tramandata per oltre 500 anni per sola tradizione orale, prima di venire definitivamente messa nero su bianco, ma se vai a confrontarla con un rotolo di Isaia trovato a Qumran – che ha fatto un percorso storico completamente differente – scopri che sono identici, parola per parola.
Quasi commovente, nel suo tentativo di “debunking”, lo sforzo della King per spostare il problema sul “dibattito” avvenuto nelle prime comunità cristiane riguardo al matrimonio: “Il frammento – dice la King – offre prove ulteriori che ci sia stato un forte dibattito fra i primi cristiani se Gesù fosse sposato oppure no”.
Veramente il frammento dice “Signori, mia moglie”. Casomai il frammento offre una prova che avessero ragione quelli che sostenevano che fosse sposato, non “che ci sia stato un forte dibattito.” Quello lo sapevamo già.
E’ come se qualcuno fra 100 anni trovasse la deposizione filmata di Mineta alla Commissione 9/11, e dicesse: “Questa deposizione dimostra che c’è stato un forte dibattito sul vero ruolo di Dick Cheney negli attentati dell’11 settembre”. Eh no, caro amico: quella deposizione dimostra che Dick Cheney ha dato un ordine di non intervenire. Che ci sia stato un forte dibattito lo sapevamo già tutti in partenza.
Altri “studiosi” ci vanno giù pesanti, senza stare troppo a guardare le sottigliezze. Jim West, pastore della chiesa battista del Tennessee, dice: “Una frase su un frammento di papiro non dimostra nulla. E’ solo una affermazione sospesa nell’aria, senza sostanziale contesto”. (Ricorda qualcuno ?)
E’ quale contesto dovrebbe esserci, quando uno dice “Signori mia moglie” ? Se la presenta “nel contesto” di una cerimonia a palazzo è valida, se invece la presenta in osteria non è più sua moglie ?
Wolf-Peter Funk, esperto di lingua copta, ha detto: “Ci sono migliaia di frammenti di papiro su cui trovi scritte le cose più folli”.
Perchè i folli naturalmente sono sempre gli altri. Per certe persone, qualunque cosa non corrisponda al loro modo di pensare diventa automaticamente “una follia”.
Ora viene la cosa più divertente di tutte: perché tutti questi studiosi, invece di arrampicarsi sui vetri per continuare a difendere a tutti i costi l’arcaico concetto di celibato, non vanno a leggersi il Vangelo ufficiale della Chiesa cattolica ? Quello dovrebbe essere abbastanza “affidabile” come fonte storica, secondo loro, no?
Ecco, se lo facessero troverebbero ad esempio, nelle lettere di Paolo al figlio Timoteo (ho detto figlio? Ooops), quanto segue:
“Se uno aspira all’episcopato, desidera un nobile lavoro. Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio ?”
Gentili signori “esperti” e “studiosi”: qual’è la parte di “vescovo” che non capite ? Qual’è la parte di “sposato” che non capite ? Qual’è la parte di “famiglia” e “figli” che non capite ?
By Massimo Mazzucco – Tratto da: luogocomune.net
Su un’altro papiro leggiamo:
Nel “Pistis Sophia”, apocrifo gnostico in lingua copta del III secolo, Gesù è spesso circondato e accompagnato da “discepole”, e Maria Maddalena vi compare come sposa e sacerdotessa, nonché figura simbolica della Conoscenza…
La moglie di Gesu’ ben spiegata da Alessandro De Angelis !
Inoltre, altri vangeli detti apocrifi ed i vangeli canonici, se letti con attenzione, parlano che fatto che Gesà amava Maria Maddalena ed era suo compagno, amante e marito:
Nel Vangelo di Filippo (versetto 55) leggiamo:
“La compagna di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciò più volte sulla bocca. Le altre donne, vedendo il suo amore per Maria, gli dissero: “Perché ami lei più di tutte noi ?”. Il Salvatore rispose a loro: “Come mai io non amo voi come lei ?”.
Nuove scoperte sulla moglie di Gesù – 11 aprile 2014
Diversi esami di laboratorio hanno dimostrato che l’antico frammento di papiro presentato nel 2012 – contenente una frase non da poco – non è un falso moderno.
Il piccolo frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa prima nelle Sacre Scritture e che contiene la parola “moglie” riferita a Gesù è antico e non è un falso moderno.
Il documento è stato analizzato da alcuni professori di ingegneria elettronica, chimica e biologia di tre atenei americani (Columbia, Massachusetts Institute of Technology e Harvard) che hanno usato diversi tipi di spettroscopia per arrivare a stabilirne la datazione.
Timothy Swager, chimico del Massachusetts Institute of Technology, ha utilizzato la spettroscopia agli infrarossi per verificare se l’inchiostro mostrasse variazioni o incongruenze e ha concluso che «non c’è prova che qualcuno abbia creato un falso. Sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile».
Per James Yardley, ingegnere elettronico della Columbia che ha utilizzato la tecnica della spettroscopia a micro-Raman, l’inchiostro è «perfettamente in linea con quello usato in altri 35-40 manoscritti datati tra il IV e l’VIII secolo dopo Cristo».
Il papiro era stato presentato nel settembre del 2012 durante durante il Convegno Internazionale di Studi Copti da Karen L. King, studiosa di vangeli gnostici e di questioni di genere nella chiesa primitiva alla Harvard Divinity School e prima donna a occupare la più antica cattedra degli Stati Uniti. Il frammento – che misura 4 centimetri per 8, è scritto su entrambi i lati con inchiostro nero ed è in lingua copta, l’evoluzione dell’antica lingua egiziana che non fa uso dei geroglifici ma dei caratteri dell’alfabeto greco – contiene un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli e c’è scritto:
“Gesù disse loro: mia moglie…”
La formula “ta-hime”, forma rara di “ta-shime”, corrisponde in copto alle parole “donna” o “moglie”. E poco sotto: “Lei sarà in grado di essere mia discepola”
Il papiro era stato presentato da Karen L. King come risalente al IV secolo e conteneva quello che la studiosa di Harvard aveva chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”, un testo sconosciuto composto probabilmente in lingua greca nella seconda metà del II secolo. La datazione era stata da lei stabilita sulla base dell’influenza che questo scritto avrebbe subito da opere come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo (in cui Maria Maddalena è citata come la moglie di Gesù).
Dopo l’esito delle analisi di laboratorio sul papiro, Karen L. King ha ribadito che il contenuto del frammento non costituisce una prova che Gesù fosse effettivamente sposato, ma dimostra con qualche certezza in più che tra i primi cristiani c’erano discussioni attive su celibato, sesso, matrimonio e discepolato. La questione sul fatto che Gesù fosse sposato o meno nacque solo 150 anni dopo che Gesù morì, nell’ambiente dei cristiani che discutevano tra loro se dovessero sposarsi o rimanere celibi: «Quando tutte le prove puntano in una direzione non hai la certezza al 100 per 100, ma la storia non è un posto per il 100 per cento», ha ricordato King.
Il lavoro della studiosa e la sua interpretazione hanno naturalmente sollevato una grande discussione sul tema. Il suo saggio, che è stato recentemente pubblicato online dopo una serie di revisioni da parte di altri colleghi sulla Harvard Theological Review ed è accompagnato da una replica di Leo Depuydt, egittologo della Brown University, secondo cui il frammento è così evidentemente falso da «sembrare pronto per uno sketch dei Monty Python». Depuydt non ha analizzato il papiro e ha detto di non volerlo nemmeno fare, convinto dai «grossolani errori grammaticali» e dal fatto che ogni parola coincide con quelle del Vangelo di Tommaso, scoperto in Egitto nel 1945: «Non può essere una coincidenza», ha commentato.
È scettico anche il Vaticano, che attraverso le parole di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, già nel 2012 aveva definito il papiro “un falso”. Accanto all’editoriale di Vian, il quotidiano aveva pubblicato un’analisi dello studioso Alberto Camplani sulla storia del frammento definito «molto problematico e controverso» innanzitutto perché non era stato trovato attraverso uno scavo ma sul mercato antiquario. La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato o che, come San Paolo, fosse sposato alla Chiesa.
Il fatto che sulla vita di Gesù ci fossero idee diverse già tra i primi cristiani, e dunque ancora prima dei vari concilii e prima che i libri del Nuovo Testamento fossero decisi come canonici, aiuterebbe a ricordare che «praticamente tutto quello che le generazioni successive dissero su Gesù fu assemblato e rivisto da qualcuno dopo la sua morte», come ha spiegato Roger Bagnall, professore di storia antica alla New York University, e riaprirebbe una questione di grande attualità: quella sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla negazione del sacerdozio femminile e sul matrimonio dei sacerdoti.
Tratto da: http://www.ilpost.it/2014/04/11/nuove-scoperte-moglie-gesu/
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Il FIGLIO “segreto” di Gesù il nazareno -13/01/2015
Dieci anni di studio tra testi antichi e analisi approfondite per arrivare ad una conclusione che viene annunciata come epocale: è stata scoperta l’esistenza del figlio di Gesù (NdR: detto il) cristo.
E le prove sono state trovate addirittura nei vangeli canonici, praticamente i testi più letti e studiati negli ultimi duemila anni. A firmare lo scoop sono Alessandro e Alessio De Angelis, rispettivamente padre e figlio. Il primo, 56 anni, scrittore e ricercatore storico e antropologico ha trasmesso al figlio 20enne la passione per la cultura e la storia, in particolare gli argomenti storici e cristologici.
Studente al secondo anno di Filologia classica alla facoltà di Lettere classiche all’Università Sapienza di Roma, Alessio ha pubblicato “Il figlio di segreto di Gesù” con Altera Veritas, casa editrice da lui fondata.
E’ il quinto libro del giovane scrittore che ha esordito a soli 13 anni e mezzo con “Giovanni il Galileo”, un testo di storia comparata.
“Una ricerca storica per fare chiarezza sul passato”.
“L’idea di questo libro – spiega il padre, Alessandro – è nata durante un primo lavoro di correzione delle bozze. Ci siamo soffermati su un passaggio del Vangelo, quello in cui Gesù in croce si rivolgeva, secondo la tradizione più classica, a sua madre Maria. Dopo un’attenta analisi filologica e di comparazione storica siamo arrivati ad inquadrare in maniera più precisa quel quadro riuscendo poi a trovare conferme della nostra tesi in numerosi altri punti dei Vangeli”.
Il messaggio che i De Angelis comunicano al mondo con questo libro, in vendita da metà dicembre sul sito internet della casa editrice, rischia di essere destabilizzante visto che va a stravolgere una verità che dura da due millenni. “Questo è un libro che tratta di storia e si rivolge a studiosi – spiega Angelo – è una ricerca storica a tutti gli effetti, portata avanti con uno studio approfondito e certificato, rigoroso e scrupoloso attraverso i metodi più moderni. Parlare del Gesù della storia non vuol dire denigrare il Gesù della fede, e l’uno non necessariamente contraddice l’altro. Come la ricerca storica non si arroga il diritto di contrastare la fede, così la fede non può essere un limite per la ricerca storica. Il nostro scopo non è quello di creare scandalo o destabilizzare un sistema, ma quello di contribuire alla ricostruzione storica nella maniera più oggettiva possibile. L’auspicio è che questo nostro studio possa servire anche ad altre ulteriori ricerche per chiarire e conoscere un periodo oscuro della storia, quello appunto del cristianesimo primitivo. Stiamo restituendo al grande mosaico della storia una piccola tessera”.
“Riceviamo attacchi ed insulti da fanatici religiosi”
Un titolo che parla di Gesù e del suo erede ha già creato scalpore negli ambienti più ortodossi dove il nome della famiglia di ricercatori De Angelis è nota per aver già preso in passato posizioni molto in contrasto con la storia cristiana più tradizionale: “Riceviamo spesso attacchi e insulti da fanatici religiosi – spiega Alessio – gente che vuole oltraggiarci senza aver mai letto i nostri studi. D’alta parte però devo riconoscere che negli anni ci sono state tantissime persone che ci hanno apprezzato, su internet abbiamo un largo seguito e ci invitano spesso per conferenze e dibattiti in ogni angolo d’Italia”.
Anche “Il figlio segreto di Gesù” ha iniziato ad attirare l’attenzione persino prima della pubblicazione: “Ci ha già contattati la trasmissione televisiva Mistero – aggiunge Alessandro – siamo consapevoli che la nostra ricerca segnerà una tappa importante”.
“Pronti a confrontarci con chi vuole avere un dibattito”
Quando spiegano il contenuto del libro, Alessio e Alessandro citano autori storici, riferimenti tratti dai vangeli canonici e da quelli apocrifi, analisi filologiche dettagliate e addirittura inedite. Insomma dieci anni di lavoro certamente sudati che prima di racchiuderli in un libro dal titolo così forte sono passati al vaglio di ulteriori verifiche e controverifiche. “Finora non si era mai parlato della possibilità che Gesù avesse un figlio – commenta Alessio – eppure una volta che si legge il libro e si vedono quante prove abbiamo trovato sembra tutto così lineare. E’ fondamentale il fatto che le prove che danno forza alla nostra tesi arrivano dai Vangeli del Nuovo Testamento e dalle comparazioni storiche sui libri di autori del passato, come Giuseppe Flavio per citarne uno importante. Non riveliamo soltanto l’esistenza di un figlio di Gesù, ma parliamo anche della sua identità, e quello che riusciamo a portare alla luce è davvero sensazionale.
Gesù in tanti passaggi dei Vangeli si riferisce ad ‘un discepolo che amava’, così come egli stesso usa la parola greca ‘gynh’ col significato particolare di moglie, o comunque compagna di vita, riferendosi per ben due volte in maniera esplicita a Maria Maddalena. Si tratta di storia e di ricerca, siamo pronti a confrontarci con chi volesse approfondire quanto riportiamo nel libro”.
In cantiere una trilogia di real-fantascienza
In attesa di capire quanto la rivelazione del figlio segreto di Gesù potrà influenzare il mondo che conosciamo, i De Angelis hanno già in cantiere un lavoro di tutt’altro genere:
“Una trilogia di romanzi real-fantascientifico – spiega Alessandro – che proporremo ai fratelli Wachowski, gli autori e registi di Matrix, per farne anche un film. E’ una storia inedita e sensazionale che farà aprire gli occhi su un modo di concepire il mondo ancora sconosciuto”.
By Massimo Cimò – Tratto da: triburno.tv
Commento e precisazione, By G. Sorgi
Gesù non ebbe alcun figlio segreto, in quanto ne ebbe DUE e ben conosciuti ai giudei del tempo:
Giuseppe detto Barnaba e Giovanni detto Marco. Nei testi neotestamentari (v. le lettere paoline) i due sono stati fatti diventare truffaldinamente ‘cugini’, quando in realtà furono fratelli carnali. Barnaba è in realtà un patronimico (Bar-Naba) trasformato in un attributo a causa del fatto che negli antichi ‘codex’ venne utilizzato lo stile di scrittura ‘unciale’, dove non venivano riportati spazi tra le parole (scritpa continua), e pertanto BAR NABA venne letto come BARNABA.
Quando il clero catto-cristiano falsario non potè più continuare ad obnubilare l’evidenza logica, si inventò che Bar-Naba significasse ‘figlio della consolazione’ o del consolatore (paraclito in greco).
Tutto ciò è completamente falso, in quanto NABA è la storpiatura del termine di origine caldea ‘Nabi/Nabia, il quale significava profeta, veggente, indovino, divinatore, etc. Il termine era applicato ai sacerdoti caldei che si occupavano di astrologia e di divinazione, ed erano considerati per questo dei ‘messaggeri’ (aggeloi in greco)(*), in quanto fungevano da intermediari, cioè ‘interpretavano’ la volontà degli Déi celesti e la comunicavano agli uomini.
Il termine Nabi/Nabia deriva da NEBO, il nome che i sacerdoti caldei (o per chi loro) avevano dato al pianeta Mercurio, il loro dio.
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Video su: Gesù figlio di Erode il grande !
Nuove Scoperte sulla famiglia di Gesù il nazareno – 20/05/2015
Erodiful, la sacra novella al cui cospetto Beautiful fa sorridere.
La sacra famiglia: Erode il Grande vero padre di Gesù. Giuseppe, il nipote di Erode che fuggì in Egitto con Maria. Maria la “Madonna” (mia donna), la terza moglie di Erode il Grande che cercò di avvelenare il marito, insieme al cognato e figlio di Erode Antipatro, e le cui statue versano lacrime di sangue ancora oggi per non essere riuscita nell’intento.
Salomé la sorella di Erode il Grande che aiutò a far partorire Maria. …
La famiglia di Maria figlia di Simone Boeto:
1) Erode Gesù, generato con Erode il Grande.
2) Eleazar o Lazzaro Boeto suo fratello. Eleazar o Lazzaro suo nipote e figlio di erode Gesù.
3) Marta Boeto, sorella di Maria e zia di Gesù che poi sposerà dopo essere rimasta vedova.
4) Joazar, fratello di Maria, sommo sacerdote nel 4 a.C.
Tutti i personaggi Erodiani traslitterati nei vangeli, così come la famiglia di Maria Boeto, tanto che nei vangeli quando Gesù va a casa di Maria c’è anche Marta sua zia e Eleazar o Lazzaro. Giacomo, figlio di Maria e Giuseppe. Filippo tetrarca, figlio di Maria e del re Erode il Grande.
Erodiade, compagna di Gesù dopo la morte del fratello Filippo fino a quando suo fratello Antipa non gliela soffia perché si era invaghito di lei. Mariamne figlia di Aristobulo e cugina di Gesù che prenderà come sposo e tanto altro ancora.
Pubblicate e diffondete, non sono ne teorie ne ipotesi ma prove certe storiche.
By Alessandro De Angelis: Ecco la vera storia della madonna Maria vergine – PDF
http://apocalisselaica.net/gesu-il-figlio-segreto-del-re-erode-il-grande/
Altre scoperte: By Alessandro De Angelis
Stiamo per produrre altre prove che dimostrano la parentela tra Gesù, Caifa e Giuseppe Flavio. Nel frattempo ricapitoliamo le prove di Gesù figlio di Erode il Grande e di Maria Boeto, che morì nel 65 d.C. mentre era sommo sacerdote a Gerusalemme e che i costruttori dei vangeli fecero morire nel 33 d.C., costruendo su di lui il Cristo re redentore e la dottrina del cristianesimo. Durante la morte di Gesù nel 65 d.C., menzionata da G. Flavio, avvengono tre eventi:
1) L’abominio della desolazione causato da Eleazar che abolirà le offerte nel tempio agli stranieri e che decreterà l’apertura delle ostilità verso Roma, con conseguente distruzione del tempio e di Gerusalemme, L’evangelista Matteo riprenderà l’abominio della desolazione facendolo profetizzare a Gesù come evento futuro.
2) Il terremoto che viene riportato da G. Flavio la notte prima dell’uccisione di Gesù, anche questo ripreso dall’evangelista Matteo che lo riporterà durante la morte di Gesù.
3) La morte di Zaccaria avvenuta subito dopo la morte di Gesù nel 65 d.C., riportata sempre da G. Flavio e ripresa sempre dall’evangelista Matteo che la metterà in bocca a Gesù.
Ma non è finita qui, il Gesù che muore nel 68 d.C., è Gesù Boeto, figlio di Maria che nel 4 a.C. scompare dagli scritti di G. Flavio dopo che fu scoperta a cospirare, insieme ad Antipatro, figlio di Erode il Grande, contro suo marito nel cercare di avvelenarlo e che ritroviamo magicamente nei vangeli sempre nel 4 a.C. che fugge in Egitto insieme a Giuseppe e Gesù.
Non solo la famiglia di Maria Boeto è formata da Simone il padre, Lazzaro e Marta fratelli e Gesù. Ora nei vangeli ritroviamo in più di un’occasione Gesù che va a casa di Simone, dove trova Maria, Marta e Lazzaro.
Mi fermo qui perché ci sono tantissime altre prove che potrete leggere nel libro “Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande” ed iniziamo ad analizzare se queste coincidenze sono prove inconfutabili del fatto che Gesù era figlio di Erode e suo successore al trono per testimonianza di G. Flavio e che si tratta dello stesso Gesù dei vangeli che gli evangelisti fecero morire nel 33 d.C.
La Palestina in quel periodo era abitata da un milione e cinquecentomila abitanti. ma in giudea vi erano, a tenersi larghi di manica al massimo 400.000 abitanti. Ora se le donne erano la meta degli abitanti, ci sono 200.000 donne potenziali Maria. Il nome Maria era molto comune, pur tuttavia, tenendosi sempre molto larghi, possiamo al massimo presumere che 1/20 delle donne potessero avere questo nome.
Rimaniamo ora con 10.000 Maria circolanti in Giudea. Di queste 10.000 Maria quante possibilità ci sono che siano due differenti, entrambe cercate da Erode ?
Ad essere benevoli una su un milione, ma se a questo aggiungiamo che entrambe le Marie sono cercate nel 4 a.C. quante possibilità esistono che si tratti di due Marie diverse ? Se continuiamo a sommare le probabilità diventano quasi zero.
Non è finita, in quanto abbiamo 5 componenti della stessa famiglia, ovvero Gesù, Maria, Lazzaro, Marta e Simone come componenti della famiglia Boeto che ritroviamo insieme nei vangeli, con Gesù che va a casa di Simone (il “lebbroso” e una traduzione sbagliata dimostrata, in aramaico era il “pio”) dove trova Maria, Marta e Lazzaro.
Se ripartiamo con un calcolo di probabilità statistica (scienza esatta che usa la matematica), possiamo avere una possibilità su 50 che una Maria abbia un fratello di nome Lazzaro, ma se a questo aggiungiamo un altro componente della famiglia di nome Marta dobbiamo moltiplicare 50×50= 1/2.500, ovvero una possibilità su ogni duemila cinquecento abitanti che ci sia una Maria che abbia due fratelli come Lazzaro e Marta in comune, se andiamo avanti e aggiungiamo Simone, le possibilità diventano 2.500×50=125.000, e se continuiamo con Gesù, nome molto comune allora, allora arriviamo a 125.000×20=2.500.000, ovvero una possibilità su duemilioni e mezzo, su un milione e mezzo di abitanti che ci sono nell’intera Palestina.
Ma questo calcolo statistico andrebbe moltiplicato ancora all’infinito, in quanto dovremmo ora moltiplicarlo per queste tre altre possibilità: quante sono le possibilità che due personaggi di nome Gesù vengano uccisi entrambi ?
E che vengano uccisi in concomitanza di un terremoto ? Una possibilità su un miliardo che si dovrebbe moltiplicare con duemilioni e mezzo arrivando a una possibilità su duemilioni e mezzo di miliardi ?
Che andrebbe ancora moltiplicata per la possibilità statistica che entrambi i Gesù vengano accomunati da altri due eventi, ovvero la morte di Zaccaria e l’abominio della desolazione.
Spero che non ci siano più dubbi, le possibilità sono nulle, siamo di fronte allo stesso Gesù che si salvò dalla crocifissione ed abbiamo trovati i passi dove si parla della corruzione dei legionari di Pilato, per salvarlo dall’imputazione di voler essere il re d’Israele e che si diede alla latitanza per un periodo di tempo, per poi ricomparire qua e la, dando la possibilità con queste apparizioni di costruire su di lui il cristo re redentore agli evangelisti.
Ripeto ci sono tantissime altre prove a sostegno di questa non ipotesi ma prova, del fatto che Gesù era il figlio del re Erode il Grande e di Maria Boeto.
Il cristianesimo è una religione nata su menzogne degli evangelisti e va pertanto smascherato l’inganno millenario su cui la chiesa (e le sue figlie cristiane) ha fondato un impero economico, non privo di ingerenze politiche sugli stati, con milioni di morti prodotti per convertire i popoli al suo credo, tramite guerre in nome di dio come le crociate, colonizzazioni forzate con uomini liberi ridotti in schiavitù ed uccisi, inquisizione a chi non si piegava al suo falso credo, a cui vanno aggiunte milioni di donne morte con la caccia alle streghe.
Gridano vendetta anche gli ebrei, oltraggiati dal cristianesimo che ha scaricato su questo popolo la morte di Gesù, ucciso dai suoi connazionali arabo-idumei.
Conferme su Gesù della famiglia Boeto, ecco l’albero genealogico:
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty3.shtml
Inaudito, pazzesco, sono stati proprio gli esperti biblici a dare conferma storica alla validità delle mie ricerche, che vedevamo Maria Boeto, moglie di Erode il Grande e madre di Gesù, la Maria (madonna) dei vangeli.
Le ricerche di David Hughes – Davidian Genealogy, Robert Mock – Biblical History,Robert Killian – Biblical Chronology ed altri eminenti studiosi di livello mondiale, ci fanno sapere che Gesù III Boeto, figlio di Fabi Boeto, era il padre di Anna ed Elisabetta dei vangeli. Anna è la madre di Maria “vergine” (giovane) dei vangeli, quindi Maria Boeto. Fabi Boeto era il fratello di Simone Boeto, padre di Maria Boeto che Erode il Grande prenderà come sposa.
Come avevamo verificato dalle nostre ricerche, Simone Boeto era il marito di Anna, fatta nascere da una vergine (giovane), come Maria, per nascondere l’identità dei veri genitori. Erodiful supera sempre più Beautiful. Pensate, Simone Boeto prende per sposa la figlia di suo nipote Gesù III Boeto. Ma non c’è da meravigliarsi, in quel periodo era la norma i matrimoni tra consanguinei e le donne si sposavano già a 12/14 anni.
Una trilogia destinata a riscrivere la storia passata. “Il figlio segreto di Gesù”- “Sangue Reale, Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande” – “Erode Gesù, Il re senza corona” in prossima uscita a novembre 2015.
Info su Cleopatra di Gerusalemme
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty5.shtml
L’eredità politica e Reale di Miriam (Maria la “madonna” dei cattolici), la principessa prescelta, madre del messia ebreo
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty2.shtml
Rettifichiamo la data di morte di Gesù dal 65 al 68 d.C., erroneamente retrodatata a causa della morte di due sommi sacerdoti aventi lo stesso nome di Anania. Non cambia nulla, cio che è importante notare è invece che Gesù Boeto da parte materna in guerra giudaica viene chiamato “Gesù Gamala”, sostituito con Gesù Gamaliel in Antichità Giudaiche di G. Flavio, per cercare di coprirne la vera identità. Difatti entrambi le persone sono sovrapponibili, tanto che sono sommi sacerdoti dal 63 al 65 d.c.
Il motivo della falsificazione ? Molto semplice, nel 62 era sommo sacerdote Anano e per fare bella figura con il nuovo procuratore Albino, arrestò Giacomo fratello di Gesù che era soprannominato cristo, come ci dice G. Flavio. A questo punto entro in azione Gesù Boeto, fratellastro di Giacomo per salvarlo insieme al cugino Agrippa II e all’altro cugino Saul, alias Paolo di Tarso.
Risultato ? Salvarono Giacomo, Anano fu deposto e dopo un anno Gesù Boeto divenne sommo sacerdote, grazie anche a Marta, sorella di Maria e zia di Gesù che diede ben 72 talenti ad Agrippa II.
Beautiful ? Robetta ridicola a confronto con Erodiful. Tutte le prove nel libro “Sangue reale” – “Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande”.
Riporto quello che mi ha scritto e detto al telefono Carlo Maiorana per poterlo condividere.
Ricordo che Maria Boetho è la madre di Gesù Gamala morto nel 68 d.C., quindi questa è la conferma che “loro” sanno la verità, che Gesù morì nel 68 d.C. a causa degli idumei e che la resurrezione di Gesù fu un’invenzione di Paolo di Tarso per costruire il cristianesimo. Ecco la lettera di Carlo Maiorana:
Alessandro, ieri mi è capitato di conoscere tramite un prete ortodosso, un suo amico caraita…(i caraiti sono i diretti discendenti dei sacerdoti sadducei), entrando nella discussione sul Gesù storico, mi ha detto, che loro sono da sempre a conoscenza che Mariam (madre di Gesù), era una appartenente alla dinastia Boetho, famiglia sacerdotale, ovviamente la discussione è durata poco.
Loro non ammettevano le altre cose che ho detto riguardo, Erode e tutta la storia che conosciamo tramite l’ultimo tuo libro.. anzi si sono un pò infastiditi, quando ho detto che Mariam era la figlia del sacerdote nominato da Erode il grande, dicendo che non sono prove ”credibili” …..non vogliono ammetterlo e nemmeno a loro interessa approfondire, hanno tutto l’interesse a lasciare l’inganno per come si trova… comunque ha detto che hanno sempre saputo che Mariam era una Boetho, al che dopo averli salutati ho pensato tra me e me.. Alessà… sei un Genio !
Ancora scoperte shock su Gesù figlio del re Erode il Grande.
I TRE MAGI:
l’evangelista Matteo nel suo vangelo retrodata tre eventi della morte di Gesù avvenuta nel 68 d.C. al 33 d.C., ovvero il terremoto la morte di Zaccaria e l’abominio della desolazione. Ma è ancora una volta l’unico a parlare di un altro evento, ovvero l’arrivo di tre Magi che portarono doni per la nascita di Gesù. Questo aneddoto ci ha permesso anche di datare l’esatta data di nascita di Gesù, incrociando le narrazioni evangeliche con il resoconto dello storico G. Flavio.
Erode il Grande era idumeo da parte di padre e Arabo nabateo da parte di madre e viveva a Gerusalemme nella sua reggia. I magi portarono doni dall’oriente da parte di altri re in quanto era nato l’ultimo dei figli di Erode il Grande, ovvero Gesù, che aveva anche nominato suo erede al trono in caso di morte di Antipatro, altro figlio di Erode che il re uccise.
Dal vangelo di Matteo, cap. 2 versi 1-3: “Alcuni Magi (μάγοι magoi) giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:
“Dov’è il re dei Giudei (βασιλεὺς τῶν Ιουδαίων basileus tōn ioudaiōn) che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (ἀστέρα astera) e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme“.
Dal vangelo di Matteo sappiamo quindi che i Magi andarono a portare i doni, e si recarono a Gerusalemme da Erode e che Gesù non c’era in quanto Maria era fuggita con suo figlio e Giuseppe per salvarsi dal re che aveva scoperto la cospirazione contro di lui per cercare di ucciderlo con un veleno da parte di Maria e Antipatro.
Dallo pseudo-Matteo sappiamo inoltre che quando i Magi arrivarono a Gerusalemme Gesù era nato già da due anni, per cui a questo punto abbiamo datato la nascita di Gesù, comparando i testi di Matteo e dello Pseudo Matteo con Guerra Giudaica di G. Flavio.
Ci troviamo ancora una volta davanti ad una rimodulazione in chiave teologica nei vangeli, di fatti storicamente accaduti, con personaggi storici realmente esistiti. Abbiamo riscritto la storia passata e fatto cadere il cristianesimo, ma nessuno sembra accorgersene, e questo solamente in Italia poteva accadere.
Ancora una prova del fatto che Gesù fu solo fustigato senza essere ucciso e la prova viene da Annales di Tacito:
“Allora, per soffocare ogni diceria, Nerone spacciò per colpevoli e condannò a pene di crudeltà particolarmente ricercata quelli che il volgo, detestandoli per le loro infamie, chiamava cristiani. Derivavano il loro nome da cristo, condannato al supplizio, sotto l’imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione proruppe di nuovo, non solo in Giudea, terra d’origine del flagello, ma anche a Roma, in cui convergono da ogni dove e trovano adepti le pratiche e le brutture più tremende“.
Sicuramente, se Gesù fosse stato crocifisso ed ucciso, Tacito non avrebbe parlato di supplizio – ovvero della flagellazione che subì da parte di Pilato prima di essere rilasciato, tanto che lo stesso Paolo/Saul litigò per aver detto che Gesù era ancora vivo – ma della sua crocifissione.
Difatti Tacito in un altro caso, dove viene eseguita la condanna a morte, alla parola supplizio aggiunge l’aggettivo “estremo”:
“In quei giorni il senatore Granio Marciano, accusato di lesa maestà da Gaio Gracco, si tolse la vita, mentre l’ex pretore Tario Graziano venne condannato, in forza della stessa legge, all’estremo supplizio“.
Questo perché il termine “supplizio” era generico e poteva indicare più di una cosa: “supplicazioni, preghiere pubbliche, offerte, sacrifici di vittime, supplica, preghiera rivolta agli uomini, richiesta di aiuto castigo, pena, supplizio, tortura messa a morte” etc., fino all’esecuzione capitale a cui Tacito aggiunge la parola “estremo” per far capire che si trattava di una condanna a morte. Ovviamente, se anche nel caso di Gesù si fosse andati oltre la semplice flagellazione ordinata da Pilato, arrivando fino alla crocifissione con la morte del condannato, anche in questo caso Tacito avrebbe aggiunto la parola estremo a supplizio, come fece per l’ex pretore Tario Graziano.
Tratto dal libro: L’ultimo Faraone – Erode Gesù, la discendenza reale del sangue di Cristo.
Precisazioni:
Cleopatra, madre di Maria e nonna di Gesù, due donne accomunate dal culto di Iside. La mitologia Isiaca fu ripresa addirittura nei vangeli facendola traslitterare sul nipote Gesù.
Ancora una prova tratta dal libro L’ultimo faraone – Erode Gesù, la discendenza reale del sangue di Gesù.
La storia di Iside e le sue gesta furono traslitterate addirittura nei vangeli sulla figura di Gesù, vedi: Vangelo di Giovanni – Capitolo 9, 1-11
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.
Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «E’ lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io !». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».
L’atto di mischiare la saliva con la terra è stato ripreso dalla storia della dea Iside, quando per strappare lo scettro all’ormai anziano Ammon-Ra, Iside prese la saliva caduta a terra che il dio perdeva dalla sua bocca insieme alla terra, la mischio con la sabbia dando vita ad un serpente. Iside usò poi il serpente per far mordere Ra al fine di farsi dire il suo nome trascendente, ovvero Ren, al fine di alienarne la sua potenza. Nel vangelo di Giovanni, Gesù mischia la saliva alla terra per ridare la vista ad un cieco, un rituale ripreso dalla mitologia isiaca non a caso, ma in quanto Gesù era il nipote di Cleopatra, madre di Maria.
Considerazioni di Alessandro De Angelis, ricercatore e studioso del tema specifico:
Per ironia della sorte, la chiesa ha sempre cercato di sostenere la storicità di Gesù tramite il testimonium flavianum di Giuseppe Flavio e il passaggio dello stesso in Antichità Giudaiche dove parla di Giacomo fratello di Gesù soprannominato il Cristo, orbene è proprio dagli stessi testi di Giuseppe Flavio che cade il cristianesimo e la chiesa. Paolo di Tarso disse:”Vana sarebbe la nostra fede se Gesù non fosse risorto“.
Abbiamo tirato fuori da “Guerra Giudaica” di Giuseppe Flavio, le prove che era il figlio del re Erode il Grande e di Maria Boeto sua terza moglie che fuggì in Egitto in quanto scoperta nel tentativo di avvelenare il re. Idem per le prove del fatto che Gesù morì nel 68 d.C., per mano dei suoi connazionali arabo-idumei, in concomitanza con un terremoto, con la morte di Zaccaria e di un altro evento chiamato l’abominio della desolazione, abilmente retrodatati dall’evangelista Matteo.
Si sciacquino la bocca tutti coloro che commentano con parole come favole, bugie, baggianate e via dicendo. Le prove delle documentazioni prodotte sono storiche, proprio in quanto estrapolate da G. Flavio, usato fin’ora dalla chiesa per sostenere l’esistenza storica del Cristo.
Ora è solamente questione di tempo, la notizia si sta diffondendo sempre più velocemente e molte persone stanno leggendo le prove documentali del libro Sangue Reale-Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande. Il tanto decantato Santo Graal o Sang Real, altro non era che Gesù in persona o il suo sangue reale. Gli ebrei sono stati ingiustamente accusati per quasi 2000 anni della morte di Gesù, ma non possono dire nulla per un accordo di non belligeranza con il vaticano. Giochi di potere che a noi non interessano.
Un intero pianeta è stato ingannato per quasi due millenni, ora paghi chi ha prodotto l’inganno e voi prima di commentare informatevi sulle innumerevoli quantità di prove che abbiamo prodotto, non siete su ipotesi o teorie, ma prove storico-documentali.
Si parla spesso del messaggio di amore di Gesù nei vangeli.
Immaginate che oggi io vi dica che sono il nuovo messia, vi parlo di amare il prossimo, di rispettarci ecc, durante questo periodo di dittatura dove l’oligarchia bancaria ci ha reso schiavi tramite il denaro che ci viene addebitato invece che accreditato, creando così il falso debito pubblico.
Poi qualcuno di voi mi chiede se è giusto pagare le inique tasse che lo stato ci applica e le bollette truffa di Equitalia e io vi rispondo che si è giusto pagarle. Bene questo è il vero messaggio nascosto tra le righe dei vangeli e messo in bocca a Erode Gesù. Ecco il passo dai vangeli: (Mt 22,15-21)
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare ?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova ? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono ?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Tradotto vuol dire: pagate i tributi o le tasse a Roma e tenetevi il vostro Dio. le religioni sono uno strumento del potere per coercizzare i popoli per non farli rivoltare verso chi detiene il potere politico-economico.
Sveglia ragazzi l’ora di rivoltarci contro questi furfanti che sfruttano il lavoro altrui come parassiti è arrivato. Riprendiamoci la sovranità monetaria e l’Italia o i nostri figli avranno un futuro da schiavi per colpa nostra.
Resta da capire il motivo per cui nei vangeli si intrecciano tante frasi contraddittorie, un Gesù che da un lato parla di amare il prossimo in netta contrapposizione con il Gesù rivoluzionario che disse “Chiunque ha un mantello lo venda e compri una spada”, e tante altre frasi simili riportate nel I libro di questa trilogia. Di sicuro la nascita di questa nuova religione, voluta da Paolo di Tarso, servì di supporto al potere di Roma e si impose sulle altre religioni più in auge del cristianesimo in quel tempo, proprio grazie alla sua funzionalità di nascondere il messaggio di potere quasi in maniera subliminale.
Un messaggio nascosto tra le righe di quegli amorevoli messaggi fraterni, che da un lato parlavano di uguaglianza, mentre dall’altro dicevano di avere rispetto per le autorità e soprattutto di pagare i tributi a Roma. La religione al servizio della politica, ieri come oggi e il popolo nel mezzo. Ecco due esempi lampanti presi da Paolo di Tarso e dai vangeli.
A conferma: Lettera ai Romani 13:1-7 di Paolo di Tarso
La sottomissione alle autorità
1 Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono stabilite da Dio.
2 Perciò chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna;
3 infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l’autorità ? Fa’ il bene e avrai la sua approvazione,
4 perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male.
5 Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza.
6 È anche per questa ragione che voi pagate le imposte, perché essi, che sono costantemente dediti a questa funzione, sono ministri di Dio.
7 Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore.
Questo è il vero motivo per cui Paolo di Tarso costruì il Cristo Re redentore su suo cugino Gesù, una religione che doveva far sottostare il popolo a Roma, senza che si ribellasse all’autorità dell’impero.
Paolo fuggì nel 64 d.C., inviato da Nerone con lo scopo di riprendere in mano il controllo di una situazione di rivolta scatenata dal procuratore Gessio Floro, quindi il suo intervento, come vedremo nel prossimo capitolo, era quello di mediare affinché gli Erodiani potessero riprendere in mano il controllo a Gerusalemme, come esattori delle tasse per Roma. Anche gli evangelisti seguirono il suo percorso, mettendo in bocca a Gesù frasi di comodo per la nuova religione che stava nascendo.
Matteo – Capitolo 22, 15-21
[15] Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. [16] Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. [17] Dicci dunque il tuo parere: E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?». [18]
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? [19 ] Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. [20] Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». [21] Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». [22] A queste parole rimasero sorpresi e lasciatolo, se ne andarono.
Erodiani, esattori delle tasse al servizio di Roma che costruirono una nuova religione che poteva coniugarsi al potere politico-economico ieri come oggi.
Date a Cesare ciò che è di Cesare, ovvero pagate i tributi a Roma in quanto sono loro che emettono moneta. La stessa cosa che avviene oggi, con le banche centrali che emettono moneta indebitando i popoli e li sottomettono con inique tasse. Nulla è cambiato, Dividi et Impera e controllo del denaro, questi due meccanismi sono rimasti inalterati nel tempo perché ancora funzionali all’odierno sistema sociale di dittatura mascherato da democrazia. Ma vediamo come l’implicazione di Paolo di Tarso e degli altri Erodiani fu consistente anche politicamente, tanto che furono partecipi anche nella famosa congiura dei Pisoni per destabilizzare un Nerone scomodo politicamente ai ricchi senatori romani.
Tratto dal libro in prossima uscita “Erode Gesù il re senza corona”.
Gesù figlio del re Erode il Grande e della sua terza moglie Maria Boeto, si poteva andare oltre? Si, chiudiamo la trilogia con un libro ancor più devastante. Oltre a dare prove del coinvolgimento con i Pisoni nell’incendio di Roma di Paolo e Pietro, siamo in grado di spiegare la nascita del cristianesimo ripreso dai culti solari egizi.
Maria era la figlia della regina Cleopatra e di Simone Boeto. Giuseppe il figlio di Alessandro Helios, anche lui figlio di Cleopatra e non come avevamo erroneamente supposto il nipote di Erode il Grande.
Forniremo tutte le prove. Il titolo del terzo libro della trilogia sarà Erode Gesù- L’ultimo faraone.
Il culto di Iside fu traslitterato da Cleopatra a Maria e il culto solare di Horus da Alessandro Helios a Gesù.
Alessandro Helios era il figlio di Marco Antonio e di Cleopatra, di cui si persero le tracce dopo che fu adottato da Ottavia, sorella di Ottaviano. Per questo Pilato non poté opporsi alla richiesta di Giuseppe, nipote di Marco Antonio, di rilasciarlo dopo l’avvenuta flagellazione. Una storia che definire incredibile è dir poco, con che coraggio continuano a fare la congiura del silenzio i mass media ?
GESÙ EBREO ed ERODE TIMOROSO che GESÙ lo DETRONIZZASSE. Le DUE PIÙ GRANDI ERESIE STORICHE dell’UMANITÀ
Provate a chiedere al vostro sacerdote per quale motivo Erode cercava Gesù per ucciderlo e quando vi risponderà la più grande menzogna di sempre, cioè che aveva paura che lo usurpasse del trono, chiedetegli come poteva essere dal momento che Gesù era un neonato senza un esercito ed Erode un re in fin di vita, che morirà l’anno seguente e che aveva dalla sua un esercito regio così potente da aver sconfitto tutti i suoi avversari, oltre che l’appoggio incondizionato delle regioni romane che lo avevano messo sul trono.
A distanza di due millenni abbiamo scoperto il vero motivo per cui Erode cercava Gesù: Maria era la moglie di Erode il Grande ed il re aveva scoperto l’adulterio della regina che aveva concepito Gesù con Giuseppe. Le prove del fatto che Maria moglie di Erode sia la Maria dei vangeli sono storico-documentali.
Innanzitutto la cospirazione di Maria moglie di Erode nei confronti del marito avvenne nel 5 a.C. con un veleno fatto venire dall’Egitto come racconta lo storiografo Giuseppe Flavio e la Maria dei vangeli fugge in Egitto nel 5 a.C. cercata da Erode. Inoltre la relazione di parentele è identica, difatti Maria moglie del re è cugina di Anna ed Elisabetta come nei vangeli, e nella sua famiglia troviamo Simone padre, Lazzaro e Marta fratelli e Gesù che diventerà sommo sacerdote nel 63 d.C., e nei vangeli troviamo Gesù che va nella casa del nonno Simone dove vi era Maria che gli unge i piedi di olio davanti a Marta e Lazzaro.
Dulcis in fondo Gesù sacerdote nel 63 d.C. muore ucciso dagli idumei nel 68 d.C., in concomitanza di tre eventi retrodatati dall’evangelista Matteo, ovvero una forte scossa di terremoto che l’evangelista descrive mentre Gesù spirò in croce, la morte di Zaccaria e l’abominio della desolazione, eventi del 68 di cui Gesù non poteva assolutamente parlare durante il suo ministero avvenuto ben 35 anni prima. Ancora non è finita, Gesù figlio di Maria moglie di Erode sposerà Erodiade e con lei avrà una figlia, Salomè, che ritroviamo nel vangelo di Marco sotto la croce di Gesù.
L’altra eresia storica è la costruzione da parte di Roma di una religione di stato costruita su un Gesù ebreo, provate a chiedere ad un docente di storia come poteva l’impero romano fare una cosa del genere dopo che ebbero continue guerre con gli ebrei.
Nella prima guerra giudaica del 70 d.C. ci furono oltre 600mila morti, quasi metà della popolazione ebraica sterminata, altrettanti nella seconda guerra giudaica sotto Traiano nel 113 d.C. e tantissimi nella terza, promossa da Simone bar Kochba nel 135 d.C., oltre ad altre due guerre alla fine del IV e del VI secolo.
Mai Roma avrebbe costruito su un ebreo il cristianesimo, difatti abbiamo svelato la genealogia di Gesù a partire da Maria moglie di Erode, che cospirò contro il re in quanto quest’ultimo scoprì la sua relazione adultera con Giuseppe e che Gesù non era suo figlio. Un Gesù di sangue romano in quanto Giuseppe era il nipote di Marco Antonio e di Cleopatra da cui nacque Eli Alessandro, che fu preso in custodia da Ottavia, sorella di Cesare Augusto, dopo la disfatta di Azio in cui persero la vita Marco Antonio e Cleopatra e che si uni con Alessandro e dalla cui unione nacque Giuseppe.
Gesù risulta così imparentato con Giulio Cesare, Cesare Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone suo cugino carnale. Uno sconvolgimento epocale supportato da tantissime prove che stanno uscendo con il libro “Cristo il Romano” e che da spiegazione alla costruzione di Roma del cristianesimo su Gesù, oltretutto ultimo faraone d’Egitto e sacerdote dei culti isiaci ed osiriaci, nonché discendente da re Davide da parte del nonno Simone Boeto dalla cui relazione con Cleopatra nacque Maria.
La genealogia di Gesù da Simone Boeto fino al re Davide, prodotta dallo studio delle parentele in Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio è stata l’ulteriore conferma delle nostre scoperte, avallate inoltre dai mandei che ci parlano del sangue romano di Gesù e dalla Yeshu Toledoth degli ebrei che parlano dell’adulterio di Maria che abbandonò il marito (Erode), per fuggire con il legionario Giuseppe Pantera da cui nacque Gesù Pantera, ovvero Pan (figlio) Neter/Nefer (Faraone) Ra (Sole), ovvero Alessandro Eli, il faraone sole che Gesù Giuseppe e Maria andranno a trovare a Menfi durante la loro fuga in Egitto, come ci racconta il vangelo arabo dell’infanzia scritto da Caifa.
Alessandro Eli, l’unico sopravvissuto dei figli di Cleopatra, oltre a Cleopatra Selene che Cesare Augusto darà in sposa a Giuda II re di Numidia. Cesarione e Tolomeo XV furono difatti uccisi e Alessandro, dopo la morte di Ottavia nell’11 a.C., tornerà in Egitto, dove Gesù, come ci dice lo storico Celso, apprese tutte le arti magiche legate ai culti misterici Egizi, tanto da essere accusato dagli ebrei di stregoneria nel Talmud.
By Alessando De Angelis – Tratto da:
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=nf
Per altri particolari su Maria (Miriam), la madre di Gesu’ vedi QUI + Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio ?
GESU’ contro la finanza a debito…..Nerone fu assassinato perché aveva abolito il signoraggio ! Pietro e Paolo dei vangeli coinvolti nella trama contro Nerone
San Giuseppe secondo marito di Maria, nipote di Erode il Grande e cugino di Gesù, nonché suo padre putativo molto più anziano di lui; padre di Giacomo detto il …Giusto fratellastro di Gesù, che fine fece ?
Morì nel 46 d.C. ucciso dal procuratore Cuspio Fado per aver organizzato una sommossa. Ecco le prove tratte dal libro sangue Reale Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande:
Questo è il discorso pronunziato in Gerusalemme da Giacomo il Giusto e scritto da Mareim, uno dei sacerdoti. Egli lo narrò a Teuda, padre di questo Giusto, poiché era suo parente. Egli gli disse: Affrettati ! Vieni con Maria, tua moglie, e i tuoi parenti. (seconda apocalisse di Giacomo, 44).
Abbiamo visto che teuda era l’epiteto del padre di Giacomo il Giusto, ovvero Giuseppe marito di Maria. Vediamo ora chi era Teuda:
Durante il periodo in cui Fado era procuratore della Giudea, un certo sobillatore di nome Teuda, persuase la maggior parte della folla a prendere le proprie sostanze e a seguirlo fino al fiume Giordano. Affermava di essere un profeta al cui comando il fiume si sarebbe diviso aprendo loro un facile transito. Con questa affermazione ingannò molti. Fado però non permise loro di raccogliere il frutto della loro follia e inviò contro di essi uno squadrone di cavalleria che piombò inaspettatamente contro di essi uccidendone molti e facendone altri prigionieri; lo stesso Teuda fu catturato, gli mozzarono la testa e la portarono a Gerusalemme. Questi furono gli eventi che accaddero ai Giudei nel periodo in cui era procuratore Cuspio Fado.(ag XX, 97-99)
Di lui parla anche l’evangelista Luca negli ati degli apostoli:
“Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse: “Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini.
Qualche tempo fa venne Teuda, affermando di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso e quanti si erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento e indusse molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e quanti s’erano lasciati persuadere da lui furono dispersi.
Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro dio!” Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà”.
Certo che era qualcuno, un personaggio importante, il nipote di Erode il Grande, di qualche anno più anziano di Giuda il Galileo con cui si alleò dopo la fuga con Maria sua parente. Ma l’evangelista Luca cerca di coprire il fatto che Giacomo e Simone erano morti sotto il re Agrippa (41-44 d.C.) in quanto figli di Giuda il Galileo, e cercò di coprire la loro morte inventandosi questa storiella per nascondere la loro paternità.
Gesù sulla croce
Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli […]1.
E verso l’ora nona Gesù gridò con gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì ?2.
In aramaico “Dio mio” non corrisponde ad Eli, bensi ad Ilahi, secondo gli studiosi Gesù sta chiamando Helios, il dio sole, ma sarebbe incomprensibile che Gesù stia affermando che suo padre è il Dio Sole, in realtà Gesù sta chiamando Giuseppe che aveva lo stesso epiteto del padre Alessandro, cioè Helios o Eli, figlio del triumviro Marco Antonio e della regina Cleopatra.
Sta chiamando il Giuseppe Helios d’Arimatea compagno di Maria, che era andato a chiedere a Pilato che Gesù, appeso al palo, come dice anche Paolo di Tarso, fosse slegato dai legionari in cambio di un bel pò di denaro con cui furono corrotti sia il prefetto che i legionari. Corruzione che fu il motivo per il quale una volta scoperta, Pilato fu subito spedito a Roma da Vitellio e sostituito dal procuratore Marcello. Di Pilato non si seppe più nulla in quanto probabilmente giustiziato dall’imperatore Tiberio a Roma.
Tutti i passi documentali, dove si parla della corruzione dei legionari per far liberare Gesù nel libro “Sangue Reale- Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande”.
Beautiful vs Erodiful per chi votate ?
Beautiful è una telenovella che tutti conoscono, ma ben pochi conoscono la vera storia di Gesù figlio di Erode il Grande, che abbiamo svelato attraverso lo scritto dello storico ebreo Giuseppe Flavio. Raccontiamola e date un giudizio su quale è più intrigante e piena di colpi di scena. Nel 5 a.C. Maria, moglie di Erode rimase incinta di Giuseppe, nipote di Erode il grande.
Erode era geloso di Maria e l’avrebbe fatta uccidere insieme a Giuseppe se si fosse accorto che era incinta, e aveva già ucciso un’altra sua moglie e due figli a causa di altre cospirazioni. Così Maria e Giuseppe, per salvarsi, avendo saputo che Antipatro, figlio di Erode e della sua prima moglie Doride, voleva avvelenare il padre per prenderne il posto, decisero di allearsi con lui. Così fecero arrivare un veleno dall’Egitto, paese del padre di Maria, ma Erode scoprì tutto.
Antipatro fu processato e condannato a morte, mentre Maria fuggi in Egitto con Giuseppe, Gesù, e il futuro bebè Giacomo detto il Giusto. Erode cercava Maria e Giuseppe per vendicarsi e ucciderli, e Gesù per riprenderselo in quanto lo aveva nominato suo successore e re d’Israele.
Questo povero cristo, cioè Gesù, non riuscì a diventare re per colpa della madre, fedifraga e colpevole di tentato omicidio, che poi verrà osannata e beatificata nonostante due mariti e tre figli di cui Filippo e Gesù con Erode e Giacomo con Giuseppe.
Per fortuna di Gesù suo fratello Filippo divenne tetrarca, e quando nel 34 d.C., morì, l’imperatore Tiberio mandò i suoi messi a dire che fosse fatto Gesù suo successore. Gesù era sposato con Erodiade con cui aveva avuto una figlia il cui nome era Salomè, che divenne sposa del fratello Filippo. Erode Antipa, fratello di Gesù ma avuto da Erode con un’altra moglie, Maltace la samaritana, si mise d’accordo con Erodiade per tradire Gesù e sposarsi con lui, che era tetrarca. Erodiade accettò, così Antipa andò dal’imperatore chiedendo che la tetrarchia di Filippo non fosse data a Gesù ma a lui, l’imperatore accettò.
Gesù lo venne a sapere e così si rivolse ai suoi cugini figli di Giuda il Galileo: Giovanni Battista, Giacomo e Simone. Questi cercarono di attaccare Antipa che chiese aiuto a Pilato. Pilato catturò Giovanni Battista che fece decapitare da Antipa, e Gesù che però liberò dopo che fu corrotto a suon di talenti da Giuseppe, Marta e Maria.
Lo fece fustigare, appendere al palo, per poi liberarlo di nascosto e darlo a suo cugino Giuseppe marito di Maria. Il cugino di Gesù, Saul, alias Paolo di Tarso, sfruttò la sua liberazione, avvenuta di nascosto mentre tutti credevano che Gesù fosse deceduto, per creare su suo cugino il Cristo re redentore risorto.
Alla fine nel 63 d.C. Gesù sposò Marta, sorella di Maria e perciò zia di Gesù, donna ricchissima che diede 72 talenti al re Agrippa II, figlio del cugino di Gesù Agrippa I per fargli avere la carica di sommo sacerdote a Gerusalemme.
Ma a sto povero cristo, cioè Gesù, le cose andarono ancora una volta male, in quanto a Gerusalemme ci fu una rivolta che portò gli Idumei a uccidere Gesù nel 68 d.C.
Ci sono altri omicidi e storie di cornoni che ho omesso in questo racconto che uscirà in chiave storico romanzata a breve, coadiuvato da documenti storici comprovanti che non è una burla ma la verità.
Ora la domanda finale, votate Beautiful o Erodiful ?
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Ancora dal libro L’ultimo faraone.
Vediamo ora le somiglianze tra la storia di Mosè, Salomone e Gesù.
Mosè fu adottato dalla figlia del faraone d’Egitto, Salomone sposò la figlia del faraone d’Egitto e costruì il tempio, Erode il Grande emulerà le loro azioni sposando la figlia del faraone Cleopatra VII, ovvero Maria di Cleopatra da cui nascerà il messia Gesù. Stefano ci parla della figlia del faraone nel suo discorso: “Quando [Mosè] fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come figlio. Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e divenne potente in parole e opere” (At 7:21,22). Eb 11:24 ci ricorda: “Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone”. Al tempo di Mosè Jahwé impiegò la figlia di un faraone nel suo piano di liberazione del popolo ebraico.
Fu grazie alla figlia del faraone che Mosè apprese molte delle competenze e gran parte della conoscenza che gli sarebbero servite nel suo lavoro al servizio di Dio.
Anche Salomone si trovò implicato con i faraoni d’Egitto, sposando nientemeno che la figlia del faraone: “Salomone s’imparentò con il faraone, re d’Egitto. Sposò la figlia del faraone e la condusse nella città di Davide, finché egli avesse finito di costruire il suo palazzo, la casa del Signore e le mura di cinta di Gerusalemme”. (1Re 3:1)
Questo nonostante la legge divina stabilisse che gli ebrei non dovevano sposarsi con donne che non fossero ebree (Es 34:14-16; Dt 7:1-4). “Il faraone, re d’Egitto, era salito a impadronirsi di Ghezer, l’aveva data alle fiamme, e aveva ucciso i Cananei che abitavano la città; poi l’aveva data per dote a sua figlia, moglie di Salomone” (1Re 9:16).
David era discendente della stirpe di Abramo, Isacco e Giacobbe, conosciuto anche con il nome di Israele.
Da Giacobbe erano nati dodici figli, tra cui Giuseppe o Yuia, che divenne ministro del faraone Tuthmosis IV intorno al 1410 a.C. Nel 1050 a.C., sotto il regno di Saul, David sposò la figlia di Saul e divenne re di Giuda e Israele regnando su tutti gli abitanti di quel paese.
Conquistò Gerusalemme facendone la capitale del regno, e dal suo primogenito Amnon nacque Salomone che fu consacrato Re, unto dal Sommo Sacerdote Sadoc. Salomone, dopo l’incoronazione si presentò al popolo sul dorso di una mula, così come fece Gesù entrando a Gerusalemme.
I discendenti di David venivano unti e da qui l’appellativo di stirpe messianica, che da Roboamo arriverà sino a Levi, Matthat, Eli, Giuseppe e Gesù. Erode era considerato un usurpatore, ma era anche un abile politico che si legò, attraverso matrimoni, e quindi legami di sangue, sia agli asmonei, sposando Mariamne I, sia alla dinastia dei faraoni tolemaici attraverso il matrimonio con Mariamne II (la Maria dei vangeli), figlia del faraone Cleopatra VII. Non solo, oltre che a sposare la figlia del faraone, così come fece Salomone, lo emulò ricostruendo il tempio di Gerusalemme per alienarsi le simpatie del popolo ebraico. Diventa ora palese il motivo per cui cercarono di costruire il messia o l’unto su Gesù, l’ultimo Faraone d’Egitto.
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Articolo con osservazioni e chiarimenti relativi a una tematica affrontata nel libro Il figlio segreto di Gesù, edito da Altera Veritas.
http://www.alteraveritas.it/?p=8958
L’ULTIMO FARAONE: ERODE GESU – La DISCENDENZA REALE del SANGUE del CRISTO
Il nuovo libro di Alessandro De Angelis, con la ricostruzione storica degli avvenimenti e della famiglia allargata di Gesù detto il nazareno.
Oggi nei fatti, E’ crollato miseramente, dopo 1700 anni, il castello di menzogne con cui hanno costruito il cristianesimo su quello che hanno definito un ebreo marginale, ovvero Gesù. Era il figlio di Erode il Grande, nipote della regina Cleopatra e figlio di Maria di Cleopatra figlia della regina.
Giuseppe ?
Altro che un falegname, era il figlio di Alessandro Helios, figlio del triumviro Marco Antonio e della regina Cleopatra di Alessandria. Cleopatra cercò di far sbarcare a Roma il culto di Iside, traslitterato poi sulla figlia Maria e su Gesù figlio del sole. Yeshua ben Pantera, la pelle della pantera era usata dai sacerdoti egizi nelle loro cerimonie, nonché da Cleopatra stessa.
Pan=figlio, neter-ra=del sole. Yeshua Pantera, Gesù figlio del sole o di Giuseppe figlio di Alessandro Helios, ovvero Alessandro il sole, figlio della regina Cleopatra e di Marco Antonio. Immaginate il povero Pilato costretto a processare Gesù figlio del re Erode e nipote della regina Cleopatra, costretto a tirarlo giù dal palo dopo averlo flagellato e crocifisso, su richiesta di Giuseppe nipote di Marco Antonio e di Cleopatra e con Maria figlia della regina.
Abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento i libri degli storici dell’epoca per riuscire a trovare il legame tra Cleopatra e Simone Boeto dalla cui relazione nacque la vergine Maria, moglie di Erode che cercò di avvelenare, in quanto incinta di Giacomo e con il suo amante Giuseppe, da cui ebbe poi altri figli.
La storia è stata riscritta ora spetta anche a voi diffonderla. Stiamo per uscire con il terzo libro della trilogia “Il figlio segreto di Gesù” cui è seguito “Sangue Reale-Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande” e “L’ultimo faraone- Erode Gesù la discendenza reale del sangue di Gesu’.
By Alessandro De Angelis :
Ecco la vera storia della madonna Maria vergine – PDF + Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio ?
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Rare volte la realtà supera la fantasia.
Una di queste è la storia di Gesù, figlio di Erode il Grande e di Maria terza moglie del re. Maria è figlia della regina Cleopatra e di Simone Boeto. Giuseppe figlio di Alessandro Helios, nato dal triumviro Marco Antonio e Cleopatra. Guardate come si spiegano ora le storie dei vangeli. Gesù è crocifisso e grida: “E verso l’ora nona Gesù gridò con gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì” ?
Gli esegeti interpretano la frase come “Dio mio, Dio mi…o, perché mi hai abbandonato ?”.
Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli […] (mt 27:46; mc 15:34), Eli era il sole, Giuseppe figlio di Alessandro Helios, ovvero Alessandro il sole.
Dalla Toldoth Yeshu :”Vicino alla sua casa abitavano una vedova e la sua bella e casta figlia, chiamata Miriam, che era promessa a Giovanni, un uomo istruito della legge e della stirpe reale di David. Alla fine di un Sabbath, Giuseppe Pandera, bello e simile a un guerriero“…
“Giuseppe pantera”, la pantera è stata, come il leone, simbolo di iniziazione ai misteri ermetici, e il termine sembra derivare direttamente dal egiziano Pan Neter Ra, un titolo che significa “Figlio di Ra” (figlio del Sole). Giuseppe viene chiamato Pantera, ovvero “figlio del Sole”, epiteto ripreso dal padre Alessandro Helios, ovvero “il Sole”.
Abbiamo trovato i passi dove vengono corrotti i legionari per liberare Gesù, Giuseppe Eli chiamato d’Arimatea, va a chiedere a Pilato il corpo di Gesù e Pilato rimane sbalordito dicendo come mai era gia morto visto che erano passare solo poche ore.
La verità è un’altre, Pilato si trova davanti a Giuseppe nipote di Marco Antonio e di Cleopatra, Gesù sa che è il figlio di Erode e che era stato designato suo successore al trono d’Israele, sapeva che Maria era la figlia di Cleopatra e moglie di Erode e che Antipa aveva tradito Gesù unendosi in matrimonio con sua moglie Erodiade.
Pilato disse:” “Come posso io, che sono un governatore, esaminare un re ?” (vangelo di nicodemo)
Difatti intascò bei soldoni (bustarella) e liberò Gesù ed una volta scoperto fu rimandato a Roma e destituito dal suo incarico di prefetto.
Ma davvero credevate che avessero costruito il “Cristo Re redentore” su un ebreo marginale ?
Gesù che grida dalla croce: sole, sole perché mi hai abbandonato ? Oppure Elohim Elohim perché mi avete abbandonato ? Giuseppe era il figlio degli Elohim allora ? No, Gesù sta chiamando Giuseppe Eli, sa che era andato da Pilato a chiedere la sua liberazione e non vedendolo arrivare dice Giuseppe perché mi hai abbandonato ? Ma Giuseppe tornerà e lo libererà, poi penserà l’erodiano Paolo parente di Gesù, a costruire su di lui il “Cristo Re redentore”.
Osiride, Iside e Horus, la trinità trasferita sul nuovo culto di S.S. Maria/Iside e Gesù/Horus. Abbiamo riscritto la storia, aspettiamo che leggiate la trilogia “Il Figlio segreto di Gesù” e che ci aiutiate a diffondere le prove, che abbiamo raccolto !
Visto che del più grande mito ed icona che questo pianeta abbia mai generato, cioè Gesù non frega nulla a nessuno, già ma a chi importa se era il figlio di Erode e Maria figlia di Cleopatra, notizie irrilevanti, e siete tutti su Jahwe, allora vediamo chi è attraverso le documentazioni storiche ed archeologiche, dimostrando come è stato costruito sul dio Baal da Ugarit.
Baal lo ritroviamo in un testo proveniente da Ugarit e risalente al quattordicesimo secolo avanti Cristo in Cat 1:19 – 1: 42-43 dove si legge: per sette anni possa Baal essere assente, per otto anni il Cavaliere delle Nubi ! CAT [1.19 – I: 42-43]
Come è possibile notare dalle tavolette ugaritiche, Baal è identificato con l’epiteto di “Cavaliere delle nubi”, lo stesso epiteto che, guarda caso, ritroviamo in Salmi 68: 5 attribuito al dio biblico Jahwe: “Cantate, o dèi! Inneggiate, o suoi cieli ! Spianate la strada al Cavaliere delle Nubi ! – In Jahwe gioite ed esultate dinanzi a lui ! Salmi [LXVIII: 5
La consorte di Baal era la dea aserah con cui ebbe un figlio chiamato Jaw che diventerà poi sposo di Aserah: come dimostra l’iscrizione paleoebraica dell’ottavo secolo avanti Cristo nei pressi di Kuntillet ‘Ajrud dove si legge: Ti benedico tramite Jahwe e tramite la sua Aserah.
Come potete vedere sia Baal che Jahwe hanno lo stesso epiteto di “cavaliere delle nubi e la stessa consorte”, inoltre la prima attestazione di Jahwe datata al 1.400 a.C. con l’iscrizione ritrovata in Nubia YHW nella terra degli shasu, non esiste nulla prima di questa iscrizione e l’A. T. è stato scritto tra il V e il II secolo avanti cristo.
Quando gli invasori turco semiti Hyksos nel 1750 a.C. conquistarono l’Egitto e di cui danno testimonianza gli ebrei nientemeno che Manetone e Giuseppe Flavio, questi erano adoratori del dio Baal e scelsero Seth per caratteristiche similari.
In seguito, dopo l’esodo, ovvero la cacciata degli Hyksos da parete degli egiziani scelsero Jahwe come loro dio, che abbiamo visto essere il figlio di Baal, tanto che ci furono scontri tra le fazioni ebree che volevano Baal come dio e quelli che volevano passare a Jahwe per proporre su di lui il tentativo di monoteismo che li aveva visti fallire sul dio Aton con Akhenaton ed i loro sacerdoti Jahud, tra cui Mosè chiamato nel Targum Yahudae. Questo è Jahwe signori, un dio inventato su cui è riuscito il tentativo di monoteismo da parte degli ebrei che lo elessero per la loro religione e non certo per i cristiani come afferma anche Mauro Biglino.
By Alessandro De Angelis
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COME GESÙ DIVENNE “DIO” ed il CULTO di OSIRIDE
INGANNATI i CRISTIANI per 2000 ANNI: GESÙ era SACERDOTE del CULTO di OSIRIDE
Abbiamo visto nei precedenti articoli che Gesù era romano da parte di Giuseppe, di discendenza davidica da parte del nonno Simone Boeto e tolemaica da parte della regina Cleopatra, dalla cui relazione con Simone nacque “Maria Vergine”.
Simone Boeto, era sacerdote del culto di Iside ad Alessandria d’Egitto, come ci riferisce lo scrittore ebreo G. Flavio, sappiamo da Celso e altri padri della chiesa che Gesù passò la sua infanzia in Egitto, dove apprese i culti misterici Osiriaci ed Isiaci. Ecco le prove che Gesù era un sacerdote del culto di Osiride, ad ennesima conferma di tutte le prove fin qui portate.
Giovanni 8,44 (Gesù, riferendosi ai Giudei) “(…) voi che avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro”.
Come spiegare quest’ultimo versetto dove Gesù dice agli ebrei che stanno adorando in Jahwe il diavolo (colui che divide) ?
I protoebrei erano gli invasori Hyksos che invasero l’Egitto nel 1750 a.C., adoratori del dio Ba’al.
Per caratteristiche questi era simile al dio Seth degli egizi, che scelsero quindi come loro dio una volta entrati in Egitto per affinità elettive. Difatti il dio fenicio/cananeo Baal lo ritroviamo in un testo proveniente da Ugarit con l’epiteto di “Cavaliere delle nubi”, lo stesso epiteto che ritroviamo in Salmi 68: 5 attribuito al dio biblico Yahwe, ed entrambi avevano la stessa paredra o consorte in Aserah.
Quindi Gesù sta dicendo agli ebrei che stanno adorando in Jahwe il saytan od in aramaico avversario di Osiride, ovvero Seth, il fratello che smembrò in 14 parti il suo corpo e Gesù che era iniziato al culto di Osiride-Iside-Horus, in quel versetto del vangelo di Giovanni sta svelando la verità ai lettori dei vangeli: gli ebrei sono adoratori del nostro avversario Osiride.
Per questo gli ebrei furono accusati della morte di Gesù da chi costruì i vangeli.
In un testo sacro dei mandei, l’Hawan Gawaita, Gesù viene definito con queste parole: «Egli travisò le parole della luce e le cambiò in tenebre, convertì coloro che erano miei e alterò tutti i culti», mentre il vangelo dei Mandei dice: «Non credere (a Gesù), perché pratica la stregoneria e l’inganno».
I Mandei attendono l’avvento di una figura, Anosh-Uthra (Enoch), che «accuserà Cristo il romano, il mentitore, figlio di una donna che non è dalla luce» e «smaschererà Cristo il romano come mentitore; egli sarà legato dalle mani dei giudei, i suoi devoti lo legheranno e il suo corpo sarà trucidato».
I Mandei continuano a sopravvivere in Iraq come setta gnostica eterodossa dei Nazorei, che parla dialetto aramaico. Setta perseguitata dagli ebrei che usavano il voto di nazireato,
La setta dei Nazorei che ha poi dato origine ai Mandei, si definiscono ancora oggi Nasurai. Le persecuzioni degli ebrei iniziarono già nella seconda metà del I secolo e questo portò questa setta gnostica ad abbandonare la Palestina.
La setta dei Nazorei veniva chiamata anche setta dei nazareni, mai nominata nei vangeli, dove viene fatta oggetto di contraffazione attraverso la città di Nazareth, che non ricorre mai nell’AT e di cui non vi è nessuna attestazione, se non secoli dopo Cristo, escludendo i vangeli.
Gesù inizialmente veniva chiamato “Chrestos” ed i cristiani venivano indifferentemente chiamati sia christiani che chrestiani come dimostrato da Lampe in Christians at Rome in the First Two Centuries, P. Lampe 2003, e come attestato da altri storici come Van Voorst, in Jesus Outside the New Testament: An Introduction to the Ancient Evidence, 2000 Eerdmans Publishing pagg. 33-35, dando prova di come la denominazione Chrestos fosse ancora in uso nel II secolo.
Il Codex sinaiticus, risalente al IV secolo, attesta quei termini, in tutte e tre i casi, come “chrestianoi” ed anche Svetonio quando parlò dell’incendio di Roma menziona i seguaci di un certo Chrestos riferendosi alle persecuzioni di Nerone, in “Vita dei Cesari”. Stessa cosa per Tacito in Annali, XV,44 parla della setta dei Chrestiani fondata da Cristo crocifisso sotto Tiberio.
In Siria un’iscrizione del 318 d.C., riporta la dedica al “Signore e Salvatore Gesù il Chrestòs”, e nei testi manichei, Mani si definisce “Apostolo di Gesù Chrestos”. (Gardner, Lieu manichean texts, pag 167). Christos (= unto) è la parola greca per l’ebraico mashiach ed era il titolo impiegato da coloro che pensavano che Gesù fosse il Messia venuto a liberare Israele, ma Chrestòs (dal greco chraomai) è invece un termine inerente le iniziazioni ai misteri pagani orfici ed eleusini, che serviva ad indicare la distruzione della natura inferiore, il raggiungimento dello stato di immortalità individuale.
La nostra scoperta ci ha fatto vedere che Gesù, oltre che di sangue romano, era anche egiziano, tanto che la regina Cleopatra era sua nonna. Ora nei culti misterici egizi, Osiride era un un-nefer (“sempre fiorente”), parola che in greco, come ad esempio fa Plutarco, viene tradotto appunto con “Chrestòs”.
Il recente ritrovamento in Egitto della tazza con l’iscrizione greca ΔIA XPHCTOY O ΓOICTAIC, ovvero: ΔΙΑ ΧΡΗΣΤΟΥ Ο ΓΟΙΣΤΑΙΣ, ovvero: dia chrestou o goistais, conferma che Gesù era un iniziato al culto di Osiride, di cui conosceva i segreti misterici attraverso i rituali magici di cui erano esperta la nonna Cleopatra, il padre Giuseppe e la madre Maria.
Attraverso l’ellenismo, da Alessandro Magno a Tolomeo I, che importò il culto di Serapide ad Alessandria, il termine passò a designare l’adepto realizzato anche di altri misteri (egizi, caldei ecc.), che ci fa vedere in Gesù una linea di trasmissione iniziatica di tipo misterico, appartenente al mondo sincretico ellenistico-egiziano.
Nel 10 d.C. Filone parla di theo-chrestos “Dio-ha dichiarato,” o uno che viene dichiarato da Dio, e di Logia theochresta “detti consegnati da Dio” – il che dimostra che ha scritto in un momento quando né i cristiani, né Chréstiani si conoscevano ancora sotto questi nomi, ma ancora si chiamavano Nazareni.
La teologia cristiana ha scelto e decretato che il nome Christos dovrebbe essere preso come derivato da Chrio, Chriso, “unto con profumati unguenti o olio.”
Ricordiamo l’unzione di Gesù, da parte di sua madre Maria a Betania. Questa parola ha assunto nel tempo significati molto diversi.
Fu utilizzata da Omero per lo sfregamento del corpo con dell’olio dopo il bagno (Iliade 23, 186; anche in Od., 4, 252).
Chrestes significa sacerdote e profeta, e Gesù fu sacerdote del culto di Osiride in Egitto, dove fu iniziato a tutti i culti misterici come ci fa sapere Celso: “Spinto dalla miseria andò in Egitto a lavorare a mercede ed avendo quindi appreso alcune di quelle discipline occulte per cui gli Egizi son celebri, tornò dai suoi tutto fiero per le arti apprese, e si proclamò da solo “Dio” a motivo di esse”
– (Alethès lógos, I, 28)
L’intento di Celso era quello di cercare di screditare Gesù agli occhi dei cristiani, facendolo apparire per un uomo povero a cui aprirono l’accesso per imparare i culti misterici egizi che solamente i sacerdoti conoscevano. Mai un uomo povero ed ebreo marginale avrebbe potuto avere accesso a tali segreti che venivano custoditi gelosamente dai sacerdoti.
Ma Alessandro Eli e Cleopatra, erano nonno e nonna di Gesù. Cleopatra morì prima che Gesù nascesse, ma Alessandro Eli era a Menfi in veste di faraone, come abbiamo già visto, nel vangelo arabo dell’infanzia, quando Maria, Giuseppe e Gesù fuggirono da Erode in Egitto.
Il nome Christos è quindi pre-cristiano, tanto che lo possiamo ritrovare nella profezia della Sibilla di Erythrea, la profetessa dell’antichità classica che presiedeva l’oracolo di Apollo ad Erythrae, una città della Ionia opposta a Chios, che è stata costruita da Neleo, figlio di Codro.
Ma essa non fu la sola profetessa e ci fu più di una Sibilla di Erythrae, come ci da prova Erofile. dicendo che le profezie sono stati importate dalla Caldea, una nazione nella parte meridionale di Babilonia. Inoltre ci fa sapere che ad aver scritto questa la storia caldea, fu la figlia di Beroso, ossia Erymanthe. e ricordiamo che Hananel l’egiziano, nonno di Simone Boeto, era discendente degli ebrei espulsi da Babilonia sotto Ciro il Grande.
Questa Sibilla Eritrea appare anche nei dipinti di Michelangelo, e di tanti altri pittori e scultori che gli dedicarono statue e mosaici famosi, in quanto ella era la profetessa della Redenzione.
La parola acrostica, cioè un’espressione linguistica in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase, fu per la prima volta applicata nelle profezie della Sibilla Eritrea, scritte su foglie e disposte in modo che, le lettere iniziali delle foglie costituivano una parola. Nella profezia della Sibilla di Erythrea si legge esplicitamente: “Iesous CHREISTOS Theou HUIOS Stauros Soter“.
Per il profano, questa serie di nomi sono senza senso, ma contengono una profezia vera, riferendosi non solo a Gesù, inoltre è un versetto del Catechismo Mistico dell’iniziato.
Questa profezia si riferisce alla venuta sulla Terra dello Spirito della Verità (Christos), dopo di che ci sarà l’avvento dell’Età dell’Oro, il versetto si riferisce alla necessità, di giungere ad una Condizione Benedetta di purificazione interiore ottenuta attraverso la Teopneustia, cioè la rivelazione spirata da un dio o un essere divino e la teofania, per passare attraverso la crocifissione della carne o della materia. Leggendo le parole, e cambiandone la posizione, esse diventano: “Iesous Chreistos theou yios Soter stauros“.
Ovvero “Jesus, Christos, Dio, Figlio, Salvatore, Croce,” una profezia pagana, non cristiana, che si riferisce ad una condizione ascetica.
La parola “Chrestos“, compare inoltre nel 470 a.C., in Eschilo (Cho. 901) dove leggiamo gli oracoli di pythochresta “pronunciate da un Dio Pizia”.
Nel 460 a.C in Pindaro (pp. 4-10), le parole [oikistera chresen] significano: “l’oracolo lo proclamò il colonizzatore”, cioè Chrestos. Questo termine fu cosi applicato a ogni discepolo riconosciuto da un Maestro, come anche ad ogni uomo buono.
Continuando ad andare avanti nel tempo, nel 420 a.C. ci imbattiamo in Euripide (Ion. 1320) (Eurip. Ion, 1218) che usa la parola Pythochrestos, singolare nominativo di un aggettivo derivato da chrao.
Sempre nello stesso anno in Erodoto, la parola Chreon è spiegata come quello che dichiara un oracolo, e Sofocle, Phil. 437.
350 a.C: Platone (in Phaed. 264 B) “Chrestos ei Hoti hegei“: “Tu sei un eccellente a pensare…”
333 a.C.: Demostene dice sul Chreste (330, 27), che essa significa semplicemente ” brava persona”.
De Corona, 313, dichiara che i candidati per l’apertura dei misteri greci sono state unte con l’olio.
300 a.C.: a.C nei classici Pagani ha espresso più di una idea dal verbo “chraomai ” consultare un oracolo”; Ma significa anche “fatale”, condannato da un oracolo, nel senso di una vittima sacrificale al suo decreto, o “la Parola” come chresterion, non è solo “la sede di un oracolo” ma anche “un’offerta all’oracolo”. Chrestes è uno che espone e spiega gli oracoli, “un profeta, un indovino;” e chresterios è uno che appartiene, o è al servizio di un oracolo, un dio, o un “Maestro”.
10 d.C.: Philo Judaeus parla di theochrestos “Dio ha dichiarato,” o uno che sia dichiarato da Dio, e di logia theochresta “detti consegnate da Dio”, dimostrazione che scrisse in un momento quando né Cristiani, né Chrestians erano ancora noti sotto questi nomi, ma ancora si chiamavano i Nazareni.
90 d.C.: la parola CHRÈON è data da Plutarco (Nich. 14.) come “destino”, “necessità”.
Plutarco (V. Focione), si chiede come un collega sordo e sottoacculturato come Focione potrebbe essere soprannominato Chrestos.
L’ iscrizione Chrestos PROTOS THESSALOS LARISSAIOS PELASGIOTES ETON IH significa “Chrestos il primo di Tessalonica da Larissa, Pelasgiote 18 anni eroe “. La parola Chrestos si trova sugli epitaffi di quasi tutta l’antica Larissia, ma è sempre preceduto da un nome proprio.
134 d.C.: Adriano a Serviano (citato da Giles, ii P86): “L’Egitto, che si raccomandò con me, il mio carissimo Serviano, l’ho trovato ad essere interamente volubile e incoerente, e continuamente si diffondeva su da ogni respiro di fama. Gli adoratori di Serapide sono chiamati ‘cristiani’ e coloro che sono dedicati al dio Serapide, si chiamano “ Vescovi di Cristo.”
La notevole differenza tra le due parole chrao “consulenza” o di ottenere risposta da un dio o da un “oracolo” e chrio “strofinare, per ungere” (da cui il nome Christos), non ha impedito l’approvazione ecclesiastica coniata dall’espressione di Filone Theochrestos di tale termine, dall’altra espressione Theochristo “unto da Dio”.
Si sostitui tranquillamente la “i” alla “e”, facendo diventare Chresto in Christos. Nella fraseologia esoterica dei Templi ”Chrestos” è una parola che, come il participio Chrestheis, è formata sotto la stessa regola, e trasmette il senso stesso dal verbo Chraomai: “a consultare un dio”. I nomi Iesus nelle loro diverse forme, come Iasius, Iasion, Jason e Iasus, erano molto comuni nell’antica Grecia, specialmente tra i discendenti di Jasius, cioè i Jasidi.
Le parole enigmatiche nel libro dei Sibillini possono essere lette solo ed esclusivamente in luce delle loro legittime parole o significati, e che nulla hanno a che fare con una profezia cristiana. La dottrina segreta insegna che le prime due parole CHREISTOS Iesous , significa semplicemente ” figlio di Iaso, un Chrestos “ o servo di un Dio oracolare.
Infatti IASO in dialetto ionico si scrive IESO e Iesous l’espressione nella sua forma arcaica, appunto Iesous, e significa semplicemente ” il figlio di Iaso o Ieso, il guaritore”.
Ma Gesù sacerdote dei culti misterici egizi, ci fa capire il motivo per cui gli ebrei non solo non volevano riconoscerlo, ma anche perchè lo volevano morto da Pilato e arrivarono poi a scrivere la Yeshu Toledoth dove raccontano la storia di una Maria adultera o il Gesù Mago perseguitato e condannato dal Sinedrio, quindi lapidato e poi “appeso a un legno” a Lydda “per aver praticato la stregoneria e per aver sedotto e condotto Israele sulla cattiva strada”, come riporta ilTalmud Babilonese (Sanhedrin, 43.a, 67.a).
“Si insegna: Alla vigilia di Pesach appesero Yeshu e il banditore proclamò in giro per quaranta giorni che “(Yeshu) verrà lapidato per aver praticato la stregoneria e per aver sedotto e condotto Israele sulla cattiva strada. Chiunque sappia qualcosa per assolverlo venga avanti e lo esoneri“. Ma nessuno presentò nulla per esonerarlo e lo appesero alla vigilia di Pesach.
Ulla disse: Si deve forse pensare che dovremmo cercare delle prove che lo esonerino ? Egli era un adescatore e Dio disse: “Tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa”(Deuteronomio, 13.9). Yeshu era differente perché era intimo col governo…”
SANHEDRIN, 43.a
Gesù era intimo col governo di Roma, altra conferma del fatto che era romano e che la parola intimo sia un espediente letterario per coprire la sua parentela con gli imperatori, cosa che gli permetteva di praticare rituali misterici egizi tranquillamente in Israele, come l’episodio della “resurrezione” di Lazzaro presente nel vangelo segreto di Marco e nel vangelo di Giovanni.
Un rituale misterico-isideo, tra i più diffusi all’epoca in Egitto, e dai nazareni, strettamente legati ai terapeuti del lago Mareotis, presso Alessandria.
Secoli prima della nascita di Gesù, dei e re egizi si resero protagonisti di episodi identici a quelli che il Nuovo Testamento, come raccontatoci dallo storico greco Plutarco, che raccontò del dio Osiride ucciso di venerdì e resuscitò tre giorni dopo.
Anche nei Testi delle piramidi, scritti sulle mura di molti monumenti risalenti alla quinta dinastia (2465-2323 a.C.), si menziona il «terzo giorno» come il momento nel quale il corpo del faraone, trasformatosi in Osiride, resuscita prima di intraprendere il suo viaggio verso le stelle.
Inoltre sia Osiride che Gesù furono assassinati da persone a loro molto vicine che li tradirono, Seth per Osiride, che era suo fratello, Giuda per Gesù, che ritroviamo sempre come fratello, figlio di Maria e Giuseppe. Inoltre sia Iside che Maria Maddalena, che abbiamo visto essere la madre di Gesù, furono le prime a certificare il loro ritorno in vita.
Osiride era chiamato un-nefer, la cui traduzione in greco era appunto Chrestos, mentre Iside era Chrest. Gesù Chrestos o Christis era Gesù Osiride, un sacerdote del culto di Osiride. Giustino Martire, nella sua prima Apologia, chiama i suoi correligionari Chréstiani. “E ‘solo attraverso l’ignoranza che gli uomini si chiamano cristiani invece di Chréstiani”, dice Lattanzio (lib. IV., Cap. Vii.) Il chi-rho o marchio ‘chrestomathy’ è stato utilizzato per designare qualcosa di ‘”buono”, fino a quando non è stato ripreso dal cristianesimo, cambiandolo per rappresentare Christos o unto.
In diversi casi nei tempi antichi, la figura di “Gesù Cristo” è anche chiamato “Gesù il Chrest” o “Gesù Buon,” questi due epiteti, “Christos” e “Chrestos,” molto simili tra loro e spesso è stato confuso da primi padri della Chiesa.
In Boeckh Corp. Iscr. (2:. 245, n 2300) appare un’iscrizione trovata sull’isola greca di Delos che legge ΙΣΙΔΙ ΧΡΗΣΤΗ o “Isis Chreste”:
Chrestos è una parola greca che era popolare come un epiteto o epitaffi in vari siti funerari egiziani come ad Alessandria.
Le Camere egiziane di bontà, NFR o Nefer, significa “piacevole”, “bella”, “buono”, “eccellente” e “gentile”, per questo Osiride era chiamato Chrestos, ed è designato dal geroglifico della croce (trachea) con un cuore in fondo (F35).
È interessante notare che questo simbolo, che si presenta come il sacro cuore di Gesù, appare sopra “Case della Bontà” egiziani o “Case di Chrest” che sono identiche alle chiese cristiane.
Chi Rho è un simbolo utilizzato sia per Cristo che per chrest.
La combinazione delle lettere greche χρ o “chi-rho” denotano una varietà di termini, tra cui “l’oro” (χρυσός), “unto” (χριστός) e “buono” (χρηστός). Così, nel determinare l’uso della parola χρηστός Chrestos abbiamo bisogno di una comparazione di studi del chi-rho, abbreviazione impiegata sulle monete, scudi e altro per secoli prima dell’era comune.
Osserviamo la moneta di Tolomeo III, con chi-rho come simbolo tra le gambe dell’aquila di queste monete pre-cristiane.
Ora riusciamo a capire il motivo per cui l’imperatore Adriano diceva che i cristiani erano gli adoratori del culto di Serapide/Osiride, importato da Tolomeo I ad Alessandria d’Egitto. Inoltre, il simbolo di chi-rho è stato “usato” anche da scribi greci pagani per indicare a margine, un passaggio di particolare pregio o rilevante.
I seguaci di Iside venivano esortati a essere monogami ed a rispettare la sacralità della famiglia come fa la chiesa cristiana oggi.
Le commemorazioni più importanti in Egitto sono state prese dalla chiesa cristiana mantenendo gli stessi giorni, la nascita di Horus il 25 Dicembre e dodici giorni più tardi, l’epifania il 6 gennaio, quando veniva ricordata la nascita del figlio Aion.
Al tempo di Gesù molti culti misterici praticavano riti in cui gli iniziati “nascevano di nuovo”; Marvin W. Meyer in “The ancient Mysteries” dice: “Normalmente, nelle celebrazioni rituali, i mistai (ovvero gli iniziati) dividevano cibo e bevande e a volte potevano partecipare della divinità durante una cena sacramentale analoga all’Eucarestia cristiana”.
Tratto dal libro in prossima uscita Cristo il Romano.
By Alessandro De Angelis, ricercatore storico delle religioni
– https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=ts
Storia censurata, De Angelis: La rivolta fiscale di Gesù
Chi non conosce la famosa frase “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. La frase di Gesù, in risposta a chi gli chiedeva «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?», è sempre stata interpretata come una risposta di Gesù a pagare le tasse a Cesare. Il Vangelo di Marco è più esplicito e si riesce a capire che in realtà Gesù sta dicendo di non usare il denaro dei romani, la moneta è stata identificata con un denario di Tiberio, coniato per la prima volta nella zecca di Lugdunum a partire dall’anno 15; si trattava di una moneta che recava il titolo di pontifex maximus, massimo grado della religione romana, assunto da Tiberio proprio nel 15; ecco come nel suo vangelo Marco racconta la storia: «Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui. »
Gesù è esplicito, rendete a Cesare la sua moneta, non usatela come strumento di misura del valore dei beni che ci scambiamo: (greco: Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ; latino: Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo, Ἀπόδοτε (apòdote = restituire) è l’imperativo di ἀποδίδωμι (apodìdomi = restituisco).
Tutto questo dopo che Gesù aveva attaccato il Tempio di Gerusalemme, scaraventando a terra i tavoli dei cambiavalute ebrei:
“Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 16 e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri !“. L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera uscirono dalla città”.
Vangelo secondo Marco, c.11, vv. 15-19.
Voi ne avete fatto una spelonca di ladri disse Gesù agli ebrei che praticavano l’usura. Che dire allora della situazione attuale dove l’usura è di oltre il 200% ?
Un’usura che pochi conoscono, che viene praticata dalle banche centrali, S.P.A. private che creano moneta debito dal nulla, addebitandola agli stati invece di accreditarla, più interessi che non possono essere ripagati dal popolo.
Tutto questo grazie ai politici traditori della patria, a cui dobbiamo pagare anche vitalizi e pensioni d’oro, che ci hanno venduto nelle mani dei banchieri internazionali. Scoprire in Gesù il Romano, di sangue imperiale romano oltre che tolemaico, è qualcosa che sta creando non pochi problemi a lor signori, tanto da imporre una spietata congiura del silenzio a tutti i mass media sotto il loro controllo, sulla più grande scoperta di sempre.
Informatevi e seguiteci, le nostre scoperte sono storiche documentali e sfidiamo a confronto chiunque voglia cercare di confutarci, ma a quanto sembra nessuno ne ha il coraggio. Chiedetevi il perché, iniziate ad incuriosirvi e vedete cosa sta succedendo, anche un sacerdote in una trasmissione televisiva che potete vedere in questo video ci ha dato ragione:
By Alessandro De Angelis, scrittore e antropologo
– https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=ts
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Il Vangelo perduto” riscrive la storia di Gesù ? – 13 novembre 2014
“Gesù fu marito e padre”. Un’affermazione sentita più volte: già in passato scrittori e sceneggiatori hanno ricamato epiche narrazioni sulla storia alternativa di Gesù, sposo di Maria Maddalena dalla quale avrebbe avuto dei figli. Ora a sostenere la tesi molto controversa, ritenuta un’eresia dalla Chiesa, è un nuovo libro che si basa sulle presunte rivelazioni contenute in un testo antico almeno 1500 anni.
“The Lost Gospel” (“Il vangelo perduto”) è stato appena presentato in una conferenza stampa a Londra.
Gli autori sono il professor Barrie Wilson, docente della York University di Toronto, e il giornalista e regista israelo-canadese Simcha Jacobovici, che per sei anni hanno attentamente analizzato il manoscritto, conservato dalla British Library e risalente al VI d.C.
Si tratta di una pergamena in siriaco, forse versione di un testo ancora più antico in aramaico, arrivata a Londra nel 1847, quando il British Museum la comprò da un monastero egiziano. È già stata tradotta e studiata, ma gli accademici l’hanno sempre ritenuta del tutto insignificante.
Il testo parla di Giuseppe e di Aseneth, del loro matrimonio celebrato dal faraone, dei loro figli Manasseh ed Ephraim. Insomma, solo la storia romanzata del personaggio biblico, figlio patriarca ebreo Giacobbe, vissuto in Egitto.
Ma Wilson e Jacobovici ritengono che sia in realtà un testo cifrato e dicono di averne penetrato il vero significato rimasto per secoli celato tra le righe.
Sotto quel codice, si nasconderebbe la vera storia di Gesù e di Maria Maddalena. “Ora c’è la prova scritta che si sono sposati e che hanno avuto due figli, questo documento ci svela gli anni sconosciuti della vita di Gesù”, rivendicano i due autori. Con una precisazione: ”Badate bene: non stiamo attaccando la teologia di nessuno, riportiamo solo un testo.”
È evidente, però, che il libro vada a minare, dalle sue fondamenta, l’intero impianto del messaggio descritto nei vangeli. Non solo per il supposto legame matrimoniale
– il Nazareno, per la Chiesa, era Vero Dio e Vero Uomo, quindi avrebbe potuto condividere anche questo aspetto proprio dell’essere umano
– ma anche per l’ipotetica discendenza e soprattutto per il ruolo della Maddalena, definita dai due scrittori “co-Messia”. Affermazioni in totale contrasto con la fede cristiana.
Inevitabili le prese di distanza da parte degli altri studiosi. Tra i primi ad esprimere scetticismo, Mark Goodacre, professore di studi Religiosi presso la Duke University. “Non penso che questa tesi sia credibile. Semplicemente, non ci sono prove in questo testo o altrove che Gesù fosse sposato con la Maddalena, tanto meno che abbiano avuto due bambini”, ha detto alla ABC News.
Altrettanto critico il professor Greg Carey, esperto del Nuovo testamento presso il Seminario Teologico di Lancaster. “La storia è nota e non ha bisogno di nessuna decodificazione.” Anche i vertici della British Library si sono dissociati con una dichiarazione alla stampa: “Non abbiamo alcuna connessione con il libro, eccetto per il fatto che ospitiamo il manoscritto utilizzato per la ricerca dei due autori.”
Sprezzante il commento della Chiesa di Inghilterra: “Non è un vangelo perduto, non è neppure un vangelo, è solo una campagna di marketing molto cattiva.”
“The Lost Gospel” si inserisce in un filone proficuo che negli ultimi anni ha visto tornare alla ribalta la figura di Maria Maddalena, culminato con il best seller “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown, diventato poi un film di successo. Di recente, però, al centro del dibattito è finito anche un frammento di papiro (definito autentico dalla docente che lo ha studiato) nel quale compaiono le parole “mia moglie” attribuite a Gesù.
Ma secondo Wilson e Jacobovici già i vangeli canonici rivelerebbero il vero ruolo della Maddalena: è lei a dover cospargere di unguenti il corpo di Gesù dopo la morte – compito che spettava alle mogli – ed è a lei, per prima, che Gesù appare risorto.
Una figura centrale, poi mistificata nel corso dei secoli: per sminuirne l’importanza è stata identificata in una prostituta. Eppure la fede popolare ha continuato a venerarla e a dedicarle chiese, luoghi di culto e opere d’arte.
Non mancano dettagli curiosi nell’opera dei due ricercatori.
Affermano, ad esempio, che Gesù sarebbe stato vittima di un complotto all’età di 20 anni e che, una volta rimasta vedova, Maria di Magdala, ugualmente, sarebbe scampata insieme ai figli ad un sicario. Nemmeno Dan Brown aveva immaginato tanto…
By Sabrina Pieragostini – Tratto da: extremamente.it
Scritto in siriano su pergamena, il libro che contiene la “rivelazione” è custodito alla British Library e racconta una storia differente da quella dei Vangeli, canonici.
Come spiega La Stampa, il numero di antichi documenti che confermano la tesi che la Maddalena fosse moglie di Gesù e madre dei suoi figli, continua a crescere e inizia ad avere seguito tra vari studiosi. Il libro proviene da un monastero egizio ed era stato acquistato nel 1847 dal British Museum.
Probabilmente si tratta di una traduzione dall’aramaico di un testo più antico. Redatto in 29 capitoli, racconta la storia di Joseph, un giovane molto noto all’epoca, conosciuto dall’imperatore Tiberio e dal faraone d’Egitto (forse Natakamani), che lo considerava figlio di Dio. A 20 anni Joseph va in sposo ad Aseneth, che gli dà due figli: Manasseh ed Ephraim”, si legge sulla Stampa. Un testo scritto in un codice che va interpretato ma che non lasciano dubbi sul fatto che i protagonisti siano Gesù e Maria Maddalena
– Tratto da: lastampa.it
E’ storia vecchia e risaputa. Gesù il nazareno che fosse sposato era una cosa naturale e logica anche oltre ad essere ebreo, era anche un Rabbi, cioè un Rabbino probabilmente di scuola Essena (infatti veniva chiamato BarAbba = figlio del padre o maestro, insegnante della Torah e della legge primigena, (quella mosaica) non certo quella dei Farisei e dei Sadducei del suo tempo, con i quali Gesù diatribava spesso e volentieri, non risparmiando loro severe critiche !).
Tutti i rabbi erano giocoforza sposati, era praticamente un obbligo, così come adesso al contrario, tutti i preti cattolici hanno l’obbligo di non sposarsi, mentre i protestanti, anglicani, ortodossi, evangelici, ecc., sono anch’essi obbligati ad essere sposati per esercitare il loro “ministerio”.
E’ ovvio che nel tempo e secondo gli interessi della chiesa cattolica e delle sue figlie, i protestanti e gli evangelici, si siano dati una diversa e falsa interpretazione allo “status” di Gesù.
Un conto era presentarlo con pregi e difetti come chiunque, un altro conto avvolto da un aureola di divinità dove cose, come rapporti con donne, che dai cristiani, specie i cattolici, sono sempre stati indicati come peccato…..non potevano entrarci, anche perché eventuali discendenti potevano “autorevolmente” smentire gli insegnamenti della chiesa detta impropriamente cristiana, già della fine del primo secolo e primi del secondo.
Vedi anche: Linea di sangue di Gesù e della moglie Maria Maddalena (discendenti)
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Un geologo israeliano: “Ho trovato la tomba di Gesù” – 12/04/2015
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni eseguendo oltre 150 test. Alla vigilia di Pasqua ha rivelato la sua presunta scoperta in una lunga intervista con il New York Times ma soltanto oggi la notizia viene ripresa da diversi media internazionali.
NEW YORK. “Gesù non è mai risorto e fu sepolto in una tomba «di famiglia» con la moglie Maria Maddalena e il figlio Giuda“. Non è la trama dell’ultimo kolossal americano sulla vita di Gesù ma la tesi di un geologo israeliano che sostiene di avere prove «virtualmente inequivocabili» che la Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto negli anni ’80 a Gerusalemme est, sia il luogo in cui è stato sepolto Gesù con moglie e figlio.
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni eseguendo oltre 150 test.
Alla vigilia di Pasqua ha rivelato la sua presunta scoperta in una lunga intervista con il New York Times, ma soltanto oggi la notizia viene ripresa da diversi media internazionali.
Al centro di un documentario di James Cameron del 2007 intitolato ‘L’ultima tomba di Gesù «, a Talpiot furono ritrovati nove ossari sui quali erano iscritti nomi associati con il Nuovo Testamento e anche quelli di ‘Gesù figlio di Giuseppè, ‘Maria. All’epoca la scoperta fu bollata come una mera coincidenza, ma per Shimron invece c’è molto di più.
La sua tesi si basa sul ritrovamento di un decimo ossario sul quale c’è l’iscrizione in aramaico, ‘Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù». «Le prove vanno oltre quanto mi aspettassi», ha dichiarato lo studioso. Dai test geochimici che ha eseguito sui resti contenuti negli ossari, secondo Shimron, emerge che Gesù si è sposato e ha avuto un figlio. Non solo, la presenza stessa dei resti negherebbe di fatto che la resurrezione sia mai avvenuta.
La tesi del geologo è destinata a suscitare un forte dibattito nella comunità scientifica e un’ondata di polemiche da parte degli esponenti religiosi, come avvenne in passato con l’uscita del documentario su Talpiot.
Intanto il collezionista proprietario dell’ ‘ossario di Giacomo’ ha sminuito la scoperta definendola «non definitiva» e gli archeologi israeliani prendono tempo dichiarando di voler aspettare che la ricerca sia pubblicata su una rivista accademica.
Tratto da:
http://gds.it/2015/04/12/un-geologo-israeliano-ho-trovato-la-tomba-di-gesu_341008/
Il geologo ha dichiarato di aver reperito a Gerusalemme delle “prove virtualmente inequivocabili” riguardanti la sepoltura di Gesù, che, oltre ad indicarne il sito esatto in cui è stato sepolto, suggeriscono che abbia condiviso la sua tomba con sua moglie Maria Maddalena e suo figlio, Judah.
Come riporta l’Independent lo studioso in questione è il Dr. Aryeh Shimron, secondo il quale Gesù sarebbe stato sepolto nella Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto nel 1980 nella Gerusalemme orientale, chiamata “L’ultima tomba di Gesù” in un documentario omonimo del 2007 diretto da James Cameron.
All’interno della tomba sono stati ritrovati nove ossuari, sui quali sono state rinvenute delle iscrizioni recitanti le parole “Gesù figlio di Giuseppe”, “Maria” ed altri nomi associati al Nuovo Testamento.
La traduzione delle iscrizioni e le date approssimative di sepoltura hanno fatto nascere diverse teorie attorno alla tomba: secondo alcuni Gesù si sarebbe sposato, avrebbe avuto un figlio e la presenza dei suoi resti indicherebbe che la Resurrezione non sarebbe mai avvenuta.
Queste dichiarazioni molto controverse sono state rifiutate dagli studiosi già in passato, all’epoca dell’uscita del documentario, sulla base di diversi parametri; primo fra tutti il fatto che i nomi incisi sugli ossuari erano piuttosto comuni all’epoca.
Ma il Dr. Shimron ha dichiarato al New York Times di aver scoperto nuove informazioni su un decimo ossuario che sarebbe stato trafugato dalla Tomba prima della sua scoperta: si tratta di una “bara” di marmo dalle dimensioni contenute acquistata da un collezionista israeliano nel 1970.
La scoperta è significativa per la riapertura del dibattito attorno alla Tomba di Talpiot in quanto riporta un incisione in Aramaico che recita “Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù” – dando maggior credito a chi reputa la tomba di proprietà di Gesù e della sua famiglia.
“Si tratta di prove superiori a quelle che mi aspettavo io stesso” ha dichiarato il ricercatore “Credo di avere dei dati davvero evidenti, e virtualmente inequivocabili, che questo ossuario abbia passato la maggior parte della sua esistenza nella Tomba di Talpiot“.
I test geochimici effettuati da Shimron sotto l’attenta supervisione delle autorità israeliane si sono basati sull’assunto che tutti gli ossuari presenti nella tomba fossero ricoperti dallo stesso strato di argilla, formato da sostanze minerali molto particolari.
Lo studioso ha effettuato 150 test su vari campioni provenienti da 25 differenti ossuari (15 dei quali provenienti da altre sepolture della zona) trovando sull’ossuario perduto tracce di magnesio, ferro e silicio che sono perfettamente compatibili con quelle della “tomba di Gesù”.
Mentre questi risultati molto probabilmente riapriranno il dibattito attorno alla Tomba di Talpiot, le intuizioni di Shimron sono ancora lontane dall’essere accettate dalla maggior parte degli studiosi.
Il collezionista proprietario del decimo ossuario ha confessato al Times che il ricercatore “non è giunto a risultati definitivi”, mentre la comunità scientifica ha dichiarato che, prima di esprimersi in materia, attenderà la pubblicazione dei risultati dell’esperimento su una rivista accademica. Tratto da: huffingtonpost.it
vedi anche: l’Ossario di Giacomo – 2002
L’archeologo che ha ritrovato l’ossario (tomba di Gesù), NON è il regista del documentario sulla tomba di Gesù…!, come alcuni studiosi affermano stupidamente:
“La tomba perduta di Gesù” è un documentario co-prodotto e trasmesso per la prima volta su Discovery Channel e Vision TV in Canada il 4 marzo 2007 riguardante la scoperta della Tomba di Talpiot.
È stato diretto dal regista e produttore canadese Simcha Jacobovici e prodotto da Felix Golubev e Ric Esther Bienstock, mentre James Cameron ha svolto la funzione di produttore esecutivo.
Il film è stato lanciato contemporaneamente con un libro sullo stesso soggetto, “La tomba di famiglia di Gesù”, uscito a fine febbraio 2007 e scritto a quattro mani da Jacobovici e Charles R. Pellegrino. Quanto affermato dal libro e dal documentario è attualmente oggetto di controversia sia in campo archeologico cheteologico, come anche tra gli studiosi di linguistica e biblistica”.
– Però le ricerche fatte sull’ossario sono state approfondite, confermando sia l’esattezza dell’epoca, e i contenuti erano appartenuti ad un uomo che era stato crocifisso,
– per il fatto che Gesù fosse stato sepolto in una tomba pagata da qualche famigliare e da qualche seguace di ed in Gerusalemme (visto che era morto li ed era proprio molto noto in quella citta’), uno dei quali è anche citato nei vangeli….(Giuseppe d’Arimatea)
Ciò significa che quest’altra obiezione fatta da certi biblisti, non sta in piedi….
Quindi, malgrado vi possano essere delle interferenze fra le fedi-ideologie dei vari ricercatori, rimangono FATTI che sempre più vengono alla luce e che sono in contrasto notevole con il Nuovo Testamento (falsificato dai sedicenti cristiani, come l’antico testamento dagli ebrei…)….e di ciò ne sono contento perche’ l’INGANNO diabolico (colui che divide)-satanico (colui che si erge contro la Verità) fatto e preparato per gli uomini che non ricercano, per ora la Verità, deve finire presto…. e lo sarà !
Il VANGELO di PIETRO AFFERMA che GESU’ è STATO TIRATO GIU’ VIVO dalla CROCE ! – https://youtu.be/GjrJK3UWwws
Gesù di “Nazareth” anzi il nazareno…, sincresi di un’infinità di archetipi
…“Il nascente cristianesimo, per garantire a se stesso la straordinaria diffusione che poi di fatto ebbe tra popoli di fede e cultura diverse, prendendo a pretesto un fatto politico e locale (del quale abbiamo fondati indizi negli scritti di Giuseppe Flavio) e riconvertendolo in evento universale e trascendentale, assimilò in una gigantesca sincresi un’infinità varietà di archetipi appartenenti agli antichi culti pagani e misterici sui quali costruì il personaggio di Gesù di Nazareth, dando così l’avvio alla realizzazione di quelle fondamenta teologiche che due secoli dopo saranno poste a base del credo niceano”. (Giancarlo Tanfo)
Altra invenzione dei cristiani, illogica ed innaturale.
Domande e risposte:
CANZANO 1
Alcuni agnostici ed atei affermano che escludendo “qualche oscuro riferimento in Giuseppe Flavio e simili”, non ci sono prove storiche della vita di Gesù al di fuori della Bibbia. Nonostante l’evidenza dell’accuratezza e della fedeltà storica del Nuovo Testamento della Bibbia, tu escludi che tali prove sono vere ?
TRANFO
E’ bene innanzitutto intendersi sui termini. A tal proposito devo precisare che il linguaggio e la cultura comuni al nostro tempo riconoscono immeritatamente al Nuovo Testamento il valore di una testimonianza storica che il tempo ha conservato inalterata dall’accadimento dei fatti narrati ai nostri giorni, tanto è vero che “Vangelo”, nella comune accezione, è divenuto sinonimo di “verità”.
In realtà non c’è nulla di più falso. I Vangeli a noi noti non sono che il frutto di secolari manipolazioni, tagli, aggiunte e correzioni di parti preesistenti.
Lo storico Celso nel suo Discorso Veritiero, già nel II secolo, rivolgendosi ai cristiani ebbe a dire: “La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate“.
Gli antichi redattori e i successivi “correttori” degli scritti neotestamentari, dovettero tener conto, oltre che delle esigenze così ben rappresentate dalle parole del loro contemporaneo Celso (che li spinse ad adeguare progressivamente la propria “testimonianza” all’evangelizzazione di popoli votati a culti e tradizioni diversi) anche della necessità di distanziarsi dal variegato microcosmo delle sette eretiche, che si sviluppò nei primi secoli della nostra era, minacciando l’univocità della costruzione teologica faticosamente realizzata e posta a base della fede cristiana. Un’operazione di tale complessità (considerando anche il lungo arco di tempo durante il quale si svolse) non poté che favorire l’insorgenza di errori e disarmonie tra i racconti, che da sempre il “pulpito” si guarda bene dall’evidenziare e che per lo studioso serio (esegeta, critico testuale o storico che sia), costituiscono motivo di riflessione ed approfondimento.
Non mi riferisco soltanto alle insanabili contraddizioni biografiche nella rappresentazione del personaggio di Gesù di “Nazareth” che, secondo il Vangelo preso a riferimento, nacque nel 4 a.c. o nel 6 d.c., che dovette fuggire in Egitto o rimanere dov’era, che ebbe genealogie tra loro non sovrapponibili, apostoli di numero diverso e con nomi differenti, che fece miracoli diversi, che fu crocifisso alla presenza di persone diverse e resuscitò lasciando sbigottite dinnanzi al sepolcro vuoto testimoni diversi (potrei continuare per molto ma preferisco fermarmi qui).
Non mi riferisco, dicevo, soltanto a tali scoordinate attestazioni ma anche a quegli scomodi residui testuali o scorie spurie che, dietro al mite “Agnello di Dio” o “Salvatore del Mondo” lasciano intravedere un agitatore politico di stampo nazionalistico e fede messianista. E’ grazie ad essi che siamo a conoscenza del nomignolo con il quale Gesù appellò i propri apostoli: “Boanerghes” che significa “figli del tuono” o, secondo alcuni esperti di lingua aramaica “della vendetta”.
Grazie agli stessi sappiamo che il mite “San Pietro” era chiamato “Barjona” che tradotto significa “latitante alla macchia” e che, molto tempo dopo aver staccato un orecchio con un colpo di spada ad una guardia del tempio sul Monte degli Ulivi (Giovanni, 18:10), soppresse/uccise i coniugi Anania e Zaffira, rei di non aver versato alla comunità il ricavato della vendita di un loro terreno (Atti, 5:1-11).
Ancora grazie agli stessi incontriamo un Gesù che invita i suoi discepoli ad armarsi: “L’ora è venuta, chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una… ed essi dissero: “Signore ecco qui due spade” (Luca, 22:36), che istiga il popolo alla disobbedienza fiscale: “Abbiamo trovato quest’uomo che sovvertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re.” (Luca, 23:2), che invoca la guerra: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione” (Luca, 12:49), che ignora le preghiere quando non provengono dal suo popolo “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele… non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini” (Matteo, 15:24; 26).
Anche su questi aspetti potrei continuare per molto ma credo di aver già a sufficienza dimostrato quanta poca attendibilità storica ci sia nella testimonianza dei Vangeli e soprattutto nella ricostruzione del personaggio di Gesù di “Nazareth” la cui immagine è stata ricomposta dalla dottrina cristiana in una sorta di teorico “quinto canone”, nato in seno alla tradizione apostolica (condizionata fin dall’inizio dalla cultura ellenistica) e diffuso a piene mani all’ombra del campanile ad ignare folle chiamate all’estasi mistica e dissuase da sempre dallo studio della storia e dalla comprensione della verità (beati i poveri di spirito…).
Dopo aver risposto alla seconda parte della tua domanda, cercando come ho detto di dimostrare, nei limiti di uno spazio ragionevolmente contenuto, che “i Vangeli e gli Atti degli Apostoli sono letteratura” (come dice il prof. R.H. Eisenman nel suo ultimo libro “Giacomo il fratello di Gesù”), passo ora alla prima parte della stessa affrontando il tema della sporadicità delle attestazioni, da parte degli storici dei primi secoli, sul personaggio di Gesù.
Tu stessa citi Giuseppe Flavio, riferendoti a quella che sostanzialmente è l’unica testimonianza alla quale la fede cristiana ha fatto riferimento per secoli prima di arrendersi di fronte all’evidente natura apocrifa della stessa (ormai anche la Chiesa sembra aver cessato di sostenere l’autenticità del passo).
Se il Testimonium Flavianum (così è chiamato il passo in questione) fosse realmente scaturito dalla penna del più accreditato storico di fatti giudaici del I secolo, dovremmo registrare, fin dalla riga successiva allo stesso, la conversione di un integerrimo sacerdote ebreo quale era Giuseppe (di discendenza sacerdotale e di stirpe Asmonea) alla fede cristiana.
Poiché, tuttavia, tale “dichiarazione di apostasia” appare come un’isolata “nota stonata” e fuori posto nel percorso testuale e cronologico dell’opera, poiché appare per la prima volta soltanto nel IV secolo dalle “pie mani” di un noto falsario (reo confesso) che risponde al nome di Eusebio di Cesarea (gli stessi “Padri della Chiesa” che lo precedettero dimostrarono di non conoscere tale passo che, se presente, sarebbe loro ritornato più che utile), poiché, infine, nei suoi contenuti ripropone in maniera pedissequa gli stessi capisaldi del credo niceano varato sotto l’egida del potere imperiale costantiniano non meno di due secoli dopo la morte di Giuseppe Flavio (“seppure bisogna chiamarlo uomo… questi era il Cristo… Pilato lo punì di croce… apparve loro il terzo giorno”), poiché per tutti questi e per molti altri motivi, che sarebbe estremamente lungo esporre, il passo in questione non può essere considerato autentico, non resta che ammettere che su quaranta storici del tempo, tra i quali sono da comprendere Giusto di Tiberiade e Filone d’Alessandria che vissero in quei tempi e in quei luoghi (o vicino ad essi), nessuno si accorse degli straordinari prodigi dispensati da “Gesù di Nazareth”, a cominciare dalla sua nascita annunciata da una stella fino a terminare con la sua morte (per non parlare della resurrezione…) che, secondo Matteo, provocò oscuramenti, terremoti con epicentro il Golgota, resurrezioni dei santi e squarci del velo del tempio !
E’ come se la più straordinaria vicenda di tutti i tempi si fosse svolta sotto gli occhi di decine di storici di indiscusso credito testimoniale senza che gli stessi fossero stati in grado di vederla !
Dal canto proprio i Vangeli ci presentano un quadro “edulcorato” (Presentato in maniera meno grave di quanto non sia, mitigato, attenuato, oppure interpretato in chiave ottimistica, in pratica una versione rispetto al vero), dove fermenti sociali e tensioni (così drammaticamente rappresentate dagli storici) stingono e svaniscono in una mistica e stasi celestiale. Non appaiono mai gli zeloti (se non nell’appellativo di un apostolo rimasto per sbaglio al suo posto), sono completamente assenti gli esseni (definiti da Giuseppe Flavio “terza filosofia” ebraica), nonostante lo straordinario peso ideologico che gli stessi ebbero nell’universo culturale e fideistico della Palestina di quei tempi, non vengono registrate le sommosse e non si parla del sangue quotidianamente sparso per via delle stesse… insomma, non solo la storia, quella testimoniata dagli storici, non conosce Gesù, ma la storia di Gesù non conosce quella testimoniata dagli storici !
Potremmo giustificare il fenomeno ricorrendo alla teoria degli “universi paralleli” ma usciremmo inevitabilmente dal seminato delle “evidenze” alle quali lo storico è tenuto ad attenersi.
CANZANO 2
Tu citi il “Discorso Veritiero” dello storico Celso che già nel II secolo, aveva accusato i cristiani di raccontare menzogne, ma, se già nel II secolo c’erano dei dubbi, come ha fatto il cristianesimo con queste basi a diventare il centro della cultura occidentale ?
TRANFO
La nostra conoscenza della storia, con riguardo alle origini del cristianesimo, è fortemente condizionata dalle convinzioni indotte in noi tutti fin dall’età scolare.
In realtà, quello che abbiamo appreso sui banchi ed all’ombra del campanile, non è altro che una “rappresentazione accomodata” di eventi che, per antefatti, implicazioni e conseguenze, sono lontano anni-luce da ciò che accadde realmente.
Per spiegarmi meglio, prima di rispondere direttamente alla tua domanda, ti invito a riflettere su uno degli argomenti intorno ai quali l’immaginario “subculturale” didattico, narrativo e perfino cinematografico (Ben Hur, Quo Vadis ecc.) ancora oggi fa leva per suscitare emozione e partecipazione: le persecuzioni (NdR: tanto per consolidare la narrativa cristiana).
Come sai l’impero romano rappresentò l’espressione più avanzata del progresso e della civiltà cosmopolita e plurirazziale del mondo antico. Roma fu tollerante con tutte le tradizioni e le fedi dei popoli sottomessi ai quali consentì di praticare il proprio culto ed edificare templi conservando peraltro anche gli ordini sacerdotali ad essi preposti.
Ti sei mai domandato come mai Roma non riuscì ad essere tollerante proprio nei confronti dei miti e pacifici oranti di fede cristiana disposti a dare “a Cesare quel che è di Cesare”?
Perché Tacito e Svetonio espressero un così vivo disprezzo per un’umile e innocua fede conciliante con il potere e volta a valorizzare esclusivamente il mondo celeste ?
Come mai per tre secoli imperatori saggi ed equilibrati come Traiano, Antonino Pio, Marco Aurelio e molti altri, se non alimentarono le persecuzioni contro i cristiani si guardarono comunque bene dal liberalizzarne il culto ?
La risposta è una sola: la nuova fede fu vista come una seria minaccia all’ordine pubblico in quanto ispirata dal pensiero messianico-autonomista di estrazione giudaica e animata da spirito di rivalsa contro le istituzioni del potere imperiale.
Se c’era una cosa nei confronti della quale Roma non conosceva tolleranza alcuna, questa era proprio la minaccia nei confronti dell’ordinamento istituzionale.
Fino almeno alla seconda metà del II secolo i “perseguitati” non ebbero nulla a che fare con la fede in Gesù Cristo (il cui personaggio degiudaizzato e reso universale era in corso di coniazione esclusivamente in seno al giudaismo revisionista di stampo ellenistico).
A finire in catene o nell’arena non furono i miti e pacifici “santi” come la storiografia cristiana ci induce a credere, ma i giudeo messianisti ribelli e irrassegnati di fronte al ritardo da parte del loro Dio nell’adempimento di una promessa biblica che li voleva liberi e sovrani del mondo.
Soltanto nel III secolo il cristianesimo “paolino” ebbe la meglio sui “cristianesimi secondari” che iniziarono ad essere criminalizzati e bollati come eresie (il libro di B. D. Ehramn “I Cristianesimi perduti” presenta un esaustivo quadro del variegato planetario di infinite espressioni del primo cristianesimo e delle dinamiche di fagocitazione di quelle “perdenti” da parte della “forma vincente” che ancora oggi regna incontrastata).
Tuttavia per almeno un secolo ancora il cristianesimo dovette lottare sia sul fronte interno (contro la proliferazione delle forme “deviate”), che su quello esterno (il potere imperiale) non ancora in grado di distinguere le vecchie forme politico insurrezionali di stampo giudaico, dalla nuova e compiuta espressione di fede universale assecondante (ora si!) con le istituzioni.
Soltanto nel IV secolo, di fronte al dilagare della nuova fede (grazie alla crisi dei valori espressi dall’obsoleto politeismo romano-ellenistico), Costantino ebbe la geniale intuizione di stabilire la più micidiale alleanza di tutti i tempi sotto l’egida della quale nei secoli successivi sono stati sterminati interi popoli e distrutte o assoggettate straordinarie civiltà.
Non fu l’uomo (Gesù) a cambiare il mondo, ma il mondo a cambiare l’uomo per i propri fini di potere.
Questa lunga premessa è stata necessaria per poter adeguatamente rispondere alla tua domanda.
Celso, vissuto sotto Marco Aurelio, fu un’espressione culturalmente avanzata di quel pensiero istituzionale che ebbe ben chiari i pericoli connessi allo sviluppo di una mistificazione, un’autentica impostura che, favorita dall’ingenuità e dall’ignoranza dei ceti popolari, già in quel tempo aveva iniziato a riconvertire il fondamentalismo giudaico messianista e intollerante, in “pacifismo” universale e conciliante, la spada in ramoscello d’ulivo, la croce (simbolo d’infamia e sovversione) in strumento salvifico e redentivo, il riscatto giudaico in promozione dell’uomo e del mondo.
Se tali “riconversioni” e “ricicli” furono chiari per Celso che ne denunciò la fraudolenza, essi non lo furono per le masse semianalfabete ed in piena crisi di valori alle quali prevalentemente (e non a caso) l’evangelizzazione cristiana proponeva il giusto riscatto della “vita eterna” (mutuato dal riscatto “in terra” al quale era originariamente volta la lotta messianista).
A quei tempi la cultura non circolava certo come oggi. Non c’erano giornali né internet e con ogni probabilità il “risentimento istituzionale”, giustamente motivato dal timore delle turbative per l’ordine pubblico, fu vissuto dagli stessi destinatari della repressione (ignari delle reali origini ideologiche della propria fede) come un ingiusto e immotivato accanimento contro l’amore universale del quale si sentivano portatori. La denuncia di Celso restò circoscritta ad un ambiente che già ne conosceva i contenuti e ne condivideva l’orientamento, ecco perché non arginò minimamente lo straordinario sviluppo che il cristianesimo ebbe successivamente.
Non avremmo mai saputo nemmeno dell’esistenza della preziosa testimonianza offerta dal “Discorso Veritiero” se non fosse stato per Origene che più di un secolo dopo pensò bene di ripescare questo “scheletro” dall’”armadio” degli scritti censurati, dalle “pie mani” della Chiesa per confutarne parola per parola il contenuto in un’opera apologetica di otto libri titolata “Contro Celso”.
Le intenzioni di Origene erano “buone” dal punto di vista della difesa della dottrina cristiana, tuttavia non penso che la chiesa (che peraltro nel VI secolo lo rinnegò) gli sia mai stata grata per tale “felice idea”…
CANZANO
Nella teologia – http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia – cristiana, la verità dogmatica che discende dalla rivelazione divina, viene considerata talmente evidente che coloro che non la accettano si pongono al di fuori della chiesa stessa – http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(istituzione -, e sono tacciati di eresia – http://it.wikipedia.org/wiki/Eresia -, al punto che una loro proposta di discussione o revisione per il cristianesimo può portare all’esclusione dalla partecipazione al culto.
Quando e come sono nati i dogmi ?
TRANFO
Nell’economia delle poche righe delle quali dispongo, non è facile rispondere in maniera esaustiva a questa domanda. Cercherò, pertanto, di seguire “in volata” il percorso storico che ha portato la chiesa a far vincere la propria “verità rivelata” contro tutte le “deviazioni” teologiche che, soprattutto nei primi secoli, ne minavano il primato.
Ho già accennato alle origini della fede cristiana collocandone la nascita ed il successivo sviluppo in epoca non anteriore alla metà del II secolo (anni 250 era volgare), quando il messianismo giudaico e insurrezionale dell’”attesa”, una volta tramontata ogni possibilità di successo, iniziò a riconvertirsi in cristianesimo “gesuano” dell’”avvento”, proponendo come “storica” una lettura mistica e leggendaria dei fatti accaduti in Palestina almeno più di un secolo prima.
Il nascente cristianesimo, per garantire a se stesso, la straordinaria diffusione che poi di fatto ebbe tra popoli di fede e cultura diverse, prendendo a pretesto un fatto politico e locale (del quale abbiamo fondati indizi negli scritti di Giuseppe Flavio) e riconvertendolo in evento universale e trascendentale, assimilò in una gigantesca sincresi un’infinità varietà di archetipi appartenenti agli antichi culti pagani e misterici sui quali costruì il personaggio di Gesù di “Nazareth”, dando così l’avvio alla realizzazione di quelle fondamenta teologiche, che due secoli dopo saranno poste a base del credo niceno.
Ciò, tuttavia, non fu sufficiente, almeno all’inizio, a garantire alla nuova fede una “corsia privilegiata” di affermazione rispetto alle innumerevoli sette esistenti.
Per avere un’idea dell’enorme variegazione di orientamenti diversi in seno al nascente cristianesimo e conseguentemente della fatica che il cristianesimo “paolino” dovette affrontare per affermarsi sugli altri, basti pensare che le attuali diversità tra riti, confessioni e chiese in seno alla fede cristiana non esprimono che in minima parte quello che fu il panorama di quel tempo.
In una tale “selva ideologica” di “cristianesimi diversi”, alcuni tesi a valorizzare l’avvento messianico in forma apparente ed incorporea (docetismo) altri incentrati sulla natura esclusivamente umana e non divina di Cristo, uno solo si rivelerà “vincente”, giungendo ai nostri giorni in veste di “unica” e “indiscutibile” verità rivelata, proprio grazie all’intolleranza verso qualsiasi diversità teologica e fideistica.
La strada scelta impose innanzitutto la stesura di un canone scritto, per evitare che i “punti fermi” della verità “rivelata” si diluissero e svanissero nella fluidità delle tradizioni orali in perenne metamorfosi evolutiva.
Dalla scelta di quattro tra innumerevoli altri Vangeli, nacque così il Nuovo Testamento (successivamente oggetto di interventi correttivi e interpolazioni ancora stratificate nel tessuto narrativo) nel quale la biografia di un erede davidico giustiziato dai romani sulla croce per il reato di “lesa maestà”, fu mescolata con le parole di un “illuminato di nome Yeshua (Gesù ) condannato dal sinedrio alla lapidazione avvenuta a Lydda negli anni successivi alla guerra del 70 d.c.
Sul nuovo uomo/dio, come accennato, fu modellata la fisionomia di tutti i “Soter” pagani (maternità virginale, nascita in una grotta al solstizio d’inverno, morte e resurrezione dopo tre giorni, ascesa al cielo, promessa di un ritorno alla fine dei tempi ecc.).
Tutti coloro che non si riconobbero nei canoni (frutto di arbitrarie a fallaci scelte umane) furono isolati, maledetti e successivamente perseguitati.
Così nacque l’eresia, parola la cui originale accezione greca (αιρεσις, scelta) è ben lontana dal significato negativo al quale siamo stati condizionati dalla tirannia culturale esercitata dal cristianesimo perfino in campo lessicale.
L’eresia è una dottrina considerata come deviante dall’ortodossia religiosa alla cui tradizione si collega, alla maggioranza al potere. Il termine viene utilizzato anche fuori dall’ambito religioso, in senso figurato, per indicare un’opinione o una dottrina filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli dal potere esistente.
Con questa espressione “eresia”, divenuta simbolo d’infamia, venne etichettato quel multiforme mondo ideologicamente non allineato (per un aspetto o per l’altro) alla “verità rivelata direttamente da Dio” alla chiesa imperante.
Gli eretici furono perseguitati dalla chiesa detta cattolica, perfino quando essa stessa era ancora a propria volta perseguitata in quanto, nonostante ormai nemica giurata del giudaismo e assecondante con il potere di Roma, continuava ad essere dallo stesso ritenuta erede ideologico di quell’antico fondamentalismo sviluppatosi nella più ingovernabile delle province e non ancora dimenticato.
Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Ippolito di Roma, furono perseguitati e subirono il martirio dopo aver lasciato a loro volta al mondo una testimonianza di irriducibile avversione contro qualsiasi “devianza” o semplice diversità teologica o dottrinaria dall’unica “verità rivelata”.
Tuttavia non servì a molto lasciare fuori dalla porta le “diversità”, in quanto all’interno stesso della Chiesa l’eresia continuò a svilupparsi insidiando l’univocità del “verbo”.
D’altra parte il secolare processo che portò alla definizione della “verità rivelata Dio” (frutto in realtà di prevaricazioni e compromessi tra uomini…) fu così profondamente condizionato dalle lotte intestine (nelle quali furono coinvolti ideologi ed ecclesiastici) che, prima di assumere la attuali forme, detta “verità” assunse mille volti diversi: in un tale frenetico divenire, un pensiero quale può essere l’investitura divina di un Cristo precedentemente umano (adozionismo) o la diversità di sostanza tra il Figlio e il Padre (arianesimo), poteva, da un concilio all’altro, passare dall’ ”altare” alla “polvere”.
Per Ignazio, Gesù derivò sia da Maria che da Dio, Ireneo preferì l’idea dell’incorporamento, Origene quella della mescolanza (krasis), Ippolito quella dell’irradiazione ecc.
Il concilio di Nicea del 325, voluto da Costantino, servì proprio a dare una connotazione stabile e definitiva all’impianto teologico cristiano.
Nacque così il “credo”, ancora oggi coralmente recitato dall’assemblea dei fedeli radunata dinnanzi al pulpito: un allucinante surrogato di assurdità maldestramente fissate in quella circostanza e successivamente integrate, corrette e riformulate nei concili successivi per contrastare le nuove eresie e per meglio adattarsi alle nuove esigenze delle sacre alleanze con l’impero o più tardi, con le grandi monarchie.
Ogni singola espressione presente nella nota preghiera, ha una storia ed un fine preciso che non ha nulla a che vedere con la testimonianza di qualsiasi verità né con alcuna umana logica.
L’incredibile miscuglio di allucinanti elucubrazioni camuffate da affermazioni di fede, in frequenza ininterrotta e in reciproca contraddizione, fu frutto dell’immaginario schizofrenico, ma… illuminato/unto dallo “spirito santo” (sic !), di una chiesa alla disperata ricerca di un’identità dogmatico – teologica da definire e da opporre alle pericolose “devianze” espresse delle eresie, mediante la sua “professione di fede ”spacciata per “verità” in barba all’umano buonsenso !
Se qualsiasi fedele di media intelligenza si soffermasse per un momento a riflettere sulle “sante” e familiari parole che almeno domenicalmente pronuncia (ma al fedele è chiesto di non riflettere…), si accorgerebbe di aver da sempre recitato, senza rendersene conto, un’insensata e delirante adesione a quello che può essere definito un autentico manifesto della follia recante la firma contraffatta di “Dio” !
Gli autori di tale “contraffazione” sono gli stessi che ancora oggi difendono ed ostentano il proprio primato apostolico a sostegno del quale fanno pretestuosamente valere il verso di Matteo 16:18 “E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere”, da loro stessi maldestramente introdotto nel canone neotestamentario.
In base a questa assurda pretesa di rivestire il ruolo di ambasciatore di Dio in terra, “Sancta Romana Ecclesia” da quasi duemila anni pronuncia e interpreta la parola di “Dio”… a proprio ed esclusivo fine di potere e il dogma non è che l’aspetto più sfrontato ed arrogante dell’esercizio abusivo di tale ruolo.
Nei secoli, con il ricorso a tale strumento, le più straordinarie assurdità sono state proclamate “verità assolute e indiscutibili” come se fossero state pronunciate dalla viva voce di Dio.
La prima espressione concreta di tale intollerabile abuso fu quella della “consustanzialità” del Figlio rispetto a Padre (Nicea, 325), successivamente integrata dall’indecifrabile “unità trinitaria” (Costantinopoli, 381), cervellotico compromesso tra l’ostentato monoteismo di ebraica derivazione e l’evidente politeismo di un culto incentrato sull’adorazione del “Figlio” oltre che del “Padre”.
A complicare ulteriormente le cose intervennero poi le pronunce su Maria che finì, di fatto, con l’assumere il ruolo di “quarta persona trinitaria”.
La sua “carriera” iniziò nel Concilio di Efeso del 431 (precedentemente il suo nome non trovava posto nemmeno tra quelli dei santi pronunciati nelle litanie) grazie a Cirillo d’Alessandria che fece in modo che fosse definita “madre di Dio”, adoperandosi con ogni mezzo (lecito e illecito) per la promulgazione del dogma della maternità divina.
Esiste addirittura un elenco di regali (eulogias) che lo stesso distribuì ad alti funzionari imperiali per ingraziarsene i favori allo scopo di evitare il suo arresto, legittimare il Concilio contro un altro di orientamento nestoriano in contemporaneo svolgimento e soprattutto, ottenere il riconoscimento del dogma al quale teneva tanto.
Seguì poi la proclamazione della sua perpetua verginità (Costantinopoli, 553).
Dopo più di un millennio, nel 1854, venne stabilita la sua nascita in assenza di macchia (immacolata concezione) mentre soltanto nel 1950 se ne proclamò l’assunzione in cielo anima e corpo !
E’ da notare che quando Pio XII, parlando a nome di Pietro asserì quest’ultima verità rivelata (da chi… visto che gli stessi Vangeli non ne sanno nulla?) ”infallibilmente” (grazie ad altro dogma simile a quello in base al quale i parlamentari aumentano lo stipendio a se stessi…), in cielo volavano già gli aerei (dai quali la Madonna non fu avvistata…), qualcuno pensava alle prime missioni spaziali, da un capo all’altro del mondo si parlava con il telefono, in America già esisteva la televisione e quattro anni dopo arrivava anche in Italia.
Eppure fu creduto e, cosa più grave, lo è ancora !
Sull’esistenza di questo straordinario “telefono senza fili” che congiunge il “trono di Pietro” con l’”alto dei cieli”, non mancano le conferme talvolta immediate: Pio IX non aveva ancora nemmeno riposto la penna con la quale nel 1854 firmò “per conto di Dio” (sic!) l’immacolata concezione di Maria, che nel 1858 a Lourdes una contadinella ignorante di nome Bernadette Soubirous se la ritrovò davanti con il biglietto da visita in mano “Io sono l’immacolata concezione”: ciò è grave, come se io dovendomi presentare, dicessi “io sono il concepimento di Giancarlo Tranfo” !
Per brevità trascuro le altre straordinarie perle di saggezza “divina” (quali l’istituzione del purgatorio o la transustanziazione), per soffermarmi ancora un momento sui dogmi cristologici e su quelli mariani e proporre una riflessione sulle assurdità che derivano dalla loro interazione: se Gesù, perfettamente umano e divino (Calcedonia, 451) è uno con il Padre (Costantinopoli, 381) e Maria è madre di Dio (Efeso, 431) e cioè di Gesù, allora è anche madre del Padre (uno con il figlio) e figlia di suo figlio (uno con il Padre) che dunque è anche suo padre e che, essendo nato prima dell’inizio dei tempi è nato prima di sua madre…
In questo incesto alla rovescia con andata e ritorno nel tempo… chi può illuminarmi sul ruolo del povero Giuseppe e su come lo stesso abbia potuto trasmettere la propria discendenza davidica al “Re dei Giudei”?
By Giancarlo Tranfo – Giovanna Canzano – 22/02/2008 – Fonte: politicamentecorretto.com
BIOGRAFIA
Giancarlo Tranfo è nato a Roma nel 1956. Provenendo da una nobile famiglia di integerrima fede cattolica e di antica tradizione forense, per onorare la proprie origini si è laureato in Giurisprudenza, dedicandosi tuttavia successivamente allo studio del cristianesimo delle origini.
Circa dieci anni fa decise di cimentarsi in una ricerca storica, condotta sulle fonti ellenistico- romane e neotestamentarie, volta a confermare la tradizione cristiana e, in particolare, il personaggio di Gesù di Nazareth al quale, fin da bambino, si sentiva molto legato.
Gli esiti di tale impegno furono, tuttavia, diametralmente opposti alle premesse e il suo lavoro, arricchendosi nel contempo dell’apporto di nuove conoscenze sui culti del mondo antico, approdò, dopo varie tappe intermedie, ad una prospetti va di radicale negazione delle origini storiche del personaggio di Gesù.
Soltanto nel 2005, a seguito di un travaglio di coscienza dal quale si dice non ancora uscito, Tranfo ha deciso di pubblicare il suo primo studio in internet realizzando il sito web www.Yeshua.it, del quale è tutt’ora unico curatore, che in meno di tre anni ha ricevuto circa duecentomila visite.
Negli ultimi tempi Tranfo ha acquistato una certa notorietà, soprattutto nel mondo web, a seguito di due iniziative che hanno avuto vasta eco: una pubblica sfida epistolare a dimostrare la storicità di Cristo, lanciata agli avvisi del prof. F. Bisconti, segretario della Commissione Pontificia di archeologia sacra ed una pungente recensione del libro di J. Ratzinger “Gesù di Nazareth”, ripresa da centinaia di siti web e blogs, pubblicata da riviste specializzate in indagini storiche “di frontiera”; e inserita in appendice al secondo libro di Luigi Cascioli “La Morte di Cristo, cristiani e cristicoli”.
Ad aprile 2008 Tranfo pubblicò il suo primo libro “La Croce di Spine- Gesù: la storia che non vi è ancora stata raccontata”, edito da Chinaski Edizioni di Genova, che era facilmente reperibile presso le principali librerie italiane o che, in alternativa, potrà essere ordinato presso lo stesso sito www.Yeshua.it
Nel suo libro Tranfo, avventurandosi in lungo percorso testuale di circa 450 pagine, affronta la spinose problematiche connesse allo studio storico del cristianesimo primitivo, avvalendosi dei criteri di ricerca suggeriti dalla metodologia scientifica.
L’immagine di Cristo che questo lavoro restituisce al lettore è quella di un personaggio leggendario, frutto di una creazione letteraria ispirata ai semidei dell’antichità pagana, iniziata nel secondo secolo e completata in quelli successivi.
La biografia evangelica del Messia cristiano sarebbe stata costruita attingendo alla vicenda reale di due personaggi storici realmente esistiti: il figlio primogenito di Giuda il Galileo, discendente davidico della famiglia Asmonea e fondatore della setta degli zeloti, arrestato dai romani sul Monte degli Ulivi e crocifisso per il reato di lesa maestà e Yeshua (Gesù) detto ben Panthera, il figlio illegittimo di un soldato romano di stanza in Palestina tra il 6 e il 9 d.c., divenuto un “illuminato” profeta, elevato dal popolo al rango di messia sacerdotale, successivamente condannato dal sinedrio ebraico per i reati di apostasia e stregoneria, lapidato a Lydda (vicino Gerusalemme) nel 73 d.c. ed appeso ad una croce.
Dall’unione del messia sacerdotale Yeshua (Gesù) con il terribile messia davidico “Kristos” (NdR: cristo, un uomo unto con l’olio che secerono le ghiandole cerebrali = ipofisi) figlio di Giuda il Galileo, sarebbe nato l’unico “Gesù Cristo” che perdendo ogni originale connotazione ebraica, avrebbe nel tempo acquistato la stessa fisionomia degli antichi Soter universali di origine pagana e orientale, divenendo tra il II e il IV secolo d.c. il “Re del Mondo”.
Sater/Sator: Il Sator viene chiamato “quadrato magico” e molti gli attribuiscono poteri evocativi. Presente sulle pareti di molte chiese, si ritiene possa essere un simbolo del Cristianesimo in forma criptata.
Tratto da ariannaeditrice.it
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Post con domanda e risposta, Tratto dal web, inviato da Elio – 20/04/2005
Ciao Avalon !
La tua domanda:
“Primo: che sarebbe successo se ad avere la supremazia sulla religione cristiana ortodossa, fosse stata l’altra Chiesa ?..”Cioè hai un’idea come sarebbe evoluta, se ci fossero state meno divisioni ,meno eresie, etc. meno scismi, insomma che ne pensi ?
Secondo: non pensi che gli gnostici dei primi due tre secoli si portassero appresso infarcimenti di dottrine precedenti come quella di Zoroastro, del buddismo e dei mandei ?
E Mani non fondò proprio sulle sopradette, le proprie ispirazioni dottrinali ?
Mia risposta:
Assolutamente nulla, nel senso che l’antico politeismo sarebbe, forse, giunto sino a noi, magari in forma più evoluta che la semplice idolatria (la scuola neoplatonica stava portando avanti un’elaborazione panteistica assai vicina all’elaborazione dei pre-illuministi del ‘600: purtroppo l’avvento del cristianesimo interruppe violentemente il percorso del pensiero e della stessa filosofia classica che si basava principalmente sul pensiero dei grandi filosofi greci, fiore all’occhiello di tutta la cultura di allora !
Si ritiene che la letteratura pseudo-clementina, elaborata, secondo un nuovo orientamento esegetico, in ambienti dell’ebionismo della diaspora, contenga i “germi” di tale elaborazione panteistica: soprattutto per ciò che concerne le “Homilies” (omelie, liturgie).
L’altra Chiesa, infatti, aveva caratteristiche che l’avvicinavano più al mondo politeista che al monoteismo ebraico. La stessa differenza che esisteva tra gli esseno-nazareni di Palestina ed il mondo giudaico che ruotava intorno al Tempio dei sommi sacerdoti.
La matrice degli ebioniti (dalla quale essi stessi si svilupparono) fu quella degli esseno-nazareni: un’antichissima comunità la cui origine si fa risalire alla stessa comunità di Mosè. Questa comunità era chiamata dei “b’nei Amen o Amon” cioè “figli di Amon” (il dio egiziano adorato dall’egiziano Mosè).
Dal momento che Amon era il loro Dio, essi erano detti anche “figli di Dio”: ovviamente con il significato di essere dei buoni fedeli, osservanti e rispettosi delle leggi mosaiche: molto spesso non coincidenti con quelle insegnate dal clero giudaico del Tempio, soprattutto per quanto concerne il sacrificio degli animali ed il consumo di carne. (in pratica, i b’nei Amen, e quindi i nazareni che da tale matrice ebbero origine, accusavano i sacerdoti di aver introdotto il sacrificio degli animali, non contemplato dall’originale Legge mosaica che essi affermavano di custodire, al solo scopo di poter usufruire, per le loro private cucine, di gran parte della carne degli animali sacrificati !)
“secondo punto”: Mia risposta,
Nel primo secolo dell’era comune il panorama gnostico era tutt’altro che omogeneo, andando dallo gnosticismo ellenico dei neopitagorici, allo gnosticismo orientale, spesso sintesi di echi delle filosofie indù e buddiste, allo gnosticismo delle varie scuole di Alessandria d’Egitto che, a loro volta, risentivano degli influssi dell’antica cultura egizia, sino ad arrivare a forme di gnosticismo frutto di elaborazioni sincretiche “locali”, su base nazarena o giudaica: è il caso dei “nasurei”, setta nata a partire dalla matrice nazarena nella quale vennero introdotti elementi dello gnosticismo “orientaleggiante”, abbastanza diffuso allora nell’area “assiro-siriana” e nella stessa Fenicia. (Maria Magdalena, era stata per lungo tempo sacerdotessa di Astarte nel relativo tempio di Sidone.
Si trattava, molto probabilmente, di un tipo di gnosticismo sincretico scaturito dalla fusione di elementi dello gnosticismo “classico” ellenico con elementi dello gnosticismo orientale, in cui spiccava prepotentemente la filosofia dualistica tipica dello gnosticismo zoroastriano.
Basta osservare la filosofia religiosa dei moderni Mandei, eredi degli antichi gnostici nasurei (la cui setta venne fondata da Giovanni il Battista e da Maria Magdalena, al secolo Mariamne degli erodi: la madre di Gesù il nazareno) per rendersi conto della forte incidenza in tale dottrina religiosa dei principi dualistici. Sicuramente essa, nel III secolo, servì quale base di partenza dell’elaborazione manichea, dal momento che gli studiosi ritengono Mani provenire dalle file dei “sabei” cioè i moderni Mandei/nasurei.
Un cenno particolare va fatto per lo gosticismo di Simon Mago, al secolo Gesù il nazareno. Sebbene la formazione gnostica di Gesù/Simone avvenne in ambiente “nasureo”, cioè sotto la scuola di Giovanni il Battista e di sua madre, Maria di Magdala, ad un certo punto egli si separò dalla comunità per elaborare una forma di gnosticismo “personalizzata”, tendente a fare di lui stesso un Dio o un semidio.
All’uopo egli imbarcò elementi della mitologia classica ellenico-romana (Zeus/Giove, Minerva, Elena, Dioniso) e della mitologia orientale (Astarte/Iside e, forse, lo stesso dio Adonis della mitologia assira)
I moderni Mandei, forti delle tradizioni che si tramandano da tempi immemorabili, ritengono Gesù un traditore: forse ciò potrebbe essere un riferimento alla svolta gnostico-mitologica che lui impresse alle proprie dottrine iniziali. (si pensi che Gesù partì dall’insegnamento classico nazareno, il quale non era affatto gnostico; tuttavia, la realtà esseno-nazarena lo confinava ad una vita di povertà ed indigenza, mentre le sue performance di “mago” gli consentirono una certa agiatezza).
By Elio
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IL DIO-LOGOS della GNOSI – By Antonio Bruno, per Edicolaweb
La Gnosi e lo Gnosticismo acquisiscono oggi un rinnovato interesse agli occhi di coloro che orientano la propria ricerca epistemologica o che sono volti a uno specifico e più soggettivo percorso di crescita spirituale.
È indubbio che lo Gnosticismo – anche alla luce dei recenti ritrovamenti casuali o archeologici di scritti pergamenacei o d’altra natura che sembrano gettare una luce radicalmente diversa e tratteggiare diverse angolazioni dalle quali osservare la vita politica, sociale e religiosa delle terre in cui visse Gesù detto il Cristo, l’unto, l’illuminato – costituisca un forte richiamo in un’epoca come la nostra, contrassegnata da un’apparente quanto marcata dicotomia. Da un lato, cioè, assistiamo ad una pressante, a volte disordinata, richiesta di recupero di un passato più o meno vago, in cui la nostra intera cultura e struttura sociale affondano le radici (e, qui, includiamo senz’altro il famoso “senso del magico”, il recupero delle tradizioni, ecc…) e dall’altro non possiamo più ignorare le pressanti istanze di “rinnovamento”, innegabili richieste di un progresso “esegetico” e di conoscenza che rifiuta la cristallizzazione tipica delle religioni.
Potrei dire, con un’espressione forse un po’ retorica, che “vogliamo sapere la verità” e che una separazione netta, indiscutibile, fra fede e verità storica, benché rispettabile, ci va sempre più stretta.
In quest’ottica, la riscoperta della Gnosi e dello Gnosticismo acquisiscono un ruolo preminente.
Già nel 1900, “G.R.S.MEAD”, l’oscuro autore di “Fragments of a Faith Forgotten”, affermava:
“Il compito dello studioso dovrebbe ora consistere nel trovare termini adatti alle tecnicità della Gnosi, nel porre i vari ordini di idee in giusto rapporto tra loro e mostrare che il metodo della Gnosi, la quale considera i problemi della Cosmogonia e dell’Antropogonia dall’alto, può essere tanto razionale nel suo dominio quanto lo sono i metodi delle moderne ricerche scientifiche, le quali considerano tali problemi interamente dal basso”.
Un po’ come dire “cosmogonia metafisica” in contrapposizione ad una cosmologia che non può uscire dai suoi ambiti puramente fisici”.
Ma cosa affermano gli Gnostici, ovvero i “conoscitori”, dato che “gnosis”, in greco, significa “conoscenza” ?
Non è una facile impresa descriverne esaurientemente i postulati epistemologici poiché dobbiamo ricordare che la Gnosi costituisce una vera e propria religione, con le sue strutture gerarchiche ed i suoi dogmi. Nient’altro che una religione in più, allora ?
Mi si dirà. Sì, ma non solo.
La Gnosi, se è una religione, porta con sé anche una parte di verità, come le altre religioni. Probabilmente, una parte piuttosto importante e “scomoda”, se il Cristianesimo ufficiale, quello emerso a partire dal II secolo d.C. in contrapposizione ai saldi sistemi religiosi giudaici, si è tanto affannato, nel corso dei secoli, a sopprimerne culto e diffusione anche fisicamente, come si vedrà drammaticamente in pieno Medioevo, quando si assisterà a veri e propri stermini fisici di tutti coloro che se ne faranno attrarre.
Come scrissi tempo fa, la Verità è un caleidoscopio mentre le religioni ed i vari percorsi conoscenziali rappresentano i numerosi vetrini colorati che possono sempre stupirci con nuove combinazioni di colori che riflettono il fulgore del sole.
In questa sede, vista la vastità delle dottrine gnostiche, posso solo provare a tratteggiarne un aspetto sperando, così facendo per inevitabili limiti espositivi, di non accrescere unicamente confusione in chi mi legge, ben consapevole che le estrapolazioni sono sempre pericolose. Credo, comunque, che valga la pena di rischiare, se non altro come stimolo per eventuali, ulteriori approfondimenti.
Rifacendoci, pertanto, ad un testo gnostico dei nostri tempi non molto conosciuto ma ben chiaro nelle sue esposizioni (“La Santa Gnosi”, di Fugarion e Bricaud, Sovrano e Patriarca Gnostico e Gran Maestro dell’Ordine Martinista ed. Atanor, 1922), proviamo a delineare sinteticamente cosa lo Gnosticismo afferma a proposito di Incarnazione e Liberazione.
Innanzitutto, viene fatto rilevare come il Salvatore atteso non fosse altri che “Mithra”, antica divinità dionisiaca detta “Il Buon Pastore”, e si ricorda che lo si invocava come “Colui che forma la nostra gioia e la nostra felicità, Colui nel quale sono riposte tutte le nostre speranze”.
Poi, si precisa la reale esistenza di un uomo che si chiamò Jeoshua e che si presentò come Salvatore.
Nel testo citato leggiamo:
“Gesù nacque in una regione magnetica – la Palestina – e nella parte nordica di questa regione, in Galilea, contrada che ne forma il polo positivo o espansivo, mentre la Giudea ne è il polo negativo o concentrativo, nel centro del circolo in cui sono comprese tutte le nazioni che collaborarono all’istituzione della Civiltà. E nacque nell’epoca in cui, dopo la spedizione di Alessandro, si faceva la sintesi di tutto il pensiero di Oriente ed Occidente”.
Più sotto leggiamo:
“Gesù era uno spirito illuminato e misericordioso del Regno del Cielo Circumterrestre disceso sopra la Terra ed incarnatosi espressamente per salvare l’umanità degenerata e per reintegrarla fisiologicamente, spiritualmente e sociologicamente nel suo stato primitivo”.
Ma un’idea più chiara del concetto gnostico di Gesù ce la possiamo fare dove si legge: “Egli possedeva tutta la Scienza Divina, tutta la Gnosi, tutta la Sapienza del Logos: e il Logos abitava in lui, si manifestava in Lui, ed egli era l’incarnazione del Logos. (“Dio” è presente ovunque, ma in Gesù si è manifestato in maniera eccezionale e speciale). Gesù fu dunque un Cristo, un’unto, illuminato, uomo unito a “Dio” (NdR: uomo-dio).
Esistono, per gli Gnostici, due Cristi: un Cristo Universale ed un Cristo Terrestre il quale, proiezione e riflesso del primo, si è presentato sulla Terra in forma umana con tutti i caratteri dell’uomo “primitivo”.
Cosa significa quel “primitivo”…?
“Come uomo terrestre, vestito di un corpo carnale, il Cristo del nostro pianeta ha dovuto subire una involuzione ed un avviluppamento, una specie di annientamento, come dice S. Paolo. Facendosi uomo terrestre, innestandosi cioè sullo psycholon di un humanimale, il Cristo, per incarnarsi, dovette involversi in una molecola-germe. Quando poi questa molecola-germe, una volta incarnatasi, si risvegliò, allora il Cristo si evolse: ma questa evoluzione non poté giungere fino alla perfezione del Cristo-Spirito, bensì fino ad un certo limite che le condizioni terrestri non permettono di oltrepassare”.
Ancora, nel testo gnostico citato, troviamo queste parole:
“Gesù fu sulla Terra un focolare vivente di luce intellettuale e morale. In tal modo Dio-Logos si trovò incarnato sulla Terra col suo organo di riflessione, senza che per questo Egli abbia mai lasciato il punto centrale dell’Universo dove risiede”.
Lo Gnosticismo, insomma, presenta una sua “genesi” del Cristo basata su quelle conoscenze mitriache e misteriche da cui chiaramente derivava.
Si parla di “Logos”, di “psycholon”, di “avviluppamenti nella materia” e di “molecole-germi”. Si parla di umanità in evoluzione e si definisce il Cristo, praticamente, un “organo di riflessione” del Dio-Logos. Il concetto evolutivo-esoterico c’è ancora tutto e lo si ritrova in tutto quel Cristianesimo Gnostico che, probabilmente, sarebbe stata la nostra religione odierna (a scanso di inconvenienti storici e politici d’altra portata), se il Cristianesimo dei primi Padri non si fosse peritato con ogni mezzo di sopprimerne ogni ricordo relegandolo ad un culto segreto, coltivato da circoli e movimenti destinati per lungo tempo a rimanere nell’ombra.
L’istanza, per cui questi primi Padri della Chiesa ritennero indispensabile cancellare ogni traccia del concetto del “Dio”-Logos “riflesso” sulla Terra nell’Incarnazione Cristica, è, probabilmente, di carattere politico, ovvero di “potere”.
È una conclusione altre volte dichiarata da me in quanto la ritengo la più ovvia e la più evidente.
Si doveva costruire un sistema religioso che fosse, al contempo, l’erede spirituale e materiale dell’Impero Romano e che consentisse l’instaurarsi di una fede “leader” sulla galassia di sette e movimenti fideistici esistenti allora sulla Terra.
Di un Dio-Logos riflesso, tutti si potevano “impadronire”, tutti potevano dire di esserne una parte. La nuova religione avrebbe dovuto avere dei caratteri di sacra investitura, dei dogmi indiscutibili che ne sancissero la diretta discendenza da Cristo.
Di qui la mistificazione leggendaria di un Cristo che definisce l’apostolo Pietro la “pietra” su cui avrebbe edificato la “sua” Chiesa… Questa era la fondamentale istanza. Un nuovo sistema dominante stava nascendo; la civiltà dell’Occidente, per 2.000 anni, ne sarà profondamente condizionata, coinvolta, e trascinata.
Peccato che la verità abbia il brutto difetto, prima o poi, di tornare sempre a galla…
Un pò più di luce seria sul personaggio Gesù il nazareno vedi qui: http://www.donninidavid.it
http://www.donninidavid.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=3
…la citta’ di Nazareth esisteva al tempo di Gesu’ ? NO !
Un’altra versione sulla vita su Gesù il rivoluzionario:
http://coscienza.tv/?p=28
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Il Gesù dei vangeli apocrifi
La scoperta più entusiasmante, per chi legge i Vangeli Apocrifi, ossia «segreti», «tenuti nascosti», che la Chiesa ha escluso dal suo canone è che l’immagine di Gesù, da essi trasmessa, non trasfigurata dal mito e dalle sovrastrutture dogmatiche, è proprio quella che più sazia oggi la nostra sete di giustizia, di pace e di amore. Gesù non è negli apocrifi la vittima espiatoria delle nostre colpe ancestrali, né il Figlio di Dio, che vuole essere adorato, ma l’uomo che si è proposto come esempio per insegnarci a vivere con serenità, con la coscienza tranquilla che non si lascia corrompere e contaminare dal male.
I più antichi apocrifi, erano i Vangeli appartenenti a comunità giudaiche, sparse fin dagli albori del cristianesimo in Palestina e in Siria. La voce di questi primi cristiani è stata soffocata. Dei loro Vangeli non rimane che qualche citazione, talora distorta e malevolmente interpretata, negli scritti posteriori dei Padri della Chiesa. Ricercare pazientemente quei frammenti, riordinarli, penetrare il loro profondo significato, è stata per me un’esperienza affascinante.
Per gli Ebioniti (dall’ebraico «ebionim», «gli umili», «i poveri»), Gesù era un uomo giusto che, ispirato da Jahve come gli antichi profeti biblici, aveva tuonato contro i ricchi, i potenti, i profittatori. La presenza tra i suoi discepoli di almeno tre zeloti, faceva credere che egli si fosse investito di una missione rivoluzionaria, che era andata fallita, ma aveva fatto di lui un simbolo sacro.
I Nazareni (da nazir «il separato») riconoscevano in Gesù un modello di purezza e di rigore morale, che li teneva separati, non contaminati, dalla corruzione della società. Per darne segno, essi seguivano un’usanza che si fa’ risalire a Mosè: un voto perenne o temporaneo di castità e semplicità di costumi, tenendo per tutto il periodo del voto i capelli intonsi. Il loro nome corrisponde all’epiteto dato a Gesù stesso «il Nazareno», che non deriva, come comunemente si crede da Nazareth, inesistente a quei tempi, ma denuncia invece, anche da parte di Gesù, l’osservanza di un simile voto.
Altrettanto casti, poveri e vegetariani, erano i Nicolaiti, secondo la tradizione fondati da un diacono dei primi apostoli, di nome Nicola, e più tardi gli Encratiti, che, rinunciando anche al vino, commemoravano il ricordo di Gesù cenando con pane e acqua.
Questo comportamento d’umiltà, povertà e frugalità dilagherà nell’ IV secolo a intere masse di fedeli, con i Manichei, poi nel Medioevo con i Catari («i puri»), più tardi con i Poveri di Lione, fondati da Pietro Valdo e gli Spirituali, eredi di S. Francesco, come protesta popolare contro la corruzione della società e contro la stessa Chiesa che si era lasciata coinvolgere, rifiutando la sua autorità e la sua concezione di Gesù, Signore, Re dei Re, assiso trionfalmente in trono, per ripresentarlo umile tra gli umili, povero tra i poveri.
Intanto, già fin dal II secolo, nel colto ambiente di Alessandria d’Egitto, erano cominciati a diffondersi i Vangeli gnostici, di ispirazione neoplatonica, che interpretavano la predicazione di Gesù su fondamenti razionali.
Dagli gnostici Gesù era visto come simbolo della verità che illumina alla conoscenza (questo è il significato del vocabolo greco, “gnosis”) del bene e del male, per cui è possibile all’uomo di seguire la via della rettitudine per intima convinzione.
Lo gnosticismo, imponeva un severo distacco dalle occasioni di peccato, ma anche una carità fraterna, rivolta ad aiutare gli altri, comunicando loro la gnosi appresa. Il bacio, tra gli gnostici, non era soltanto un segno di affetto, ma il mezzo con cui chi amava, fecondava e generava, un altro fratello.
Un filo conduttore, lega queste varie correnti eretiche del cristianesimo:
L’umanità di Gesù con tutte le passioni più nobili dell’uomo: lo sdegno per l’intolleranza, la prepotenza, la cupidigia di denaro, la pietà per i poveri ed i sofferenti, la capacità di commuoversi e di piangere, il coraggio di rintuzzare il bigottismo farisaico e di sferzare i mercanti del Tempio, di affrontare a viso aperto i potenti.
Un uomo, la cui tragica fine – e l’apocrifo che riporta un immaginario scambio di lettere fra Pilato e l’imperatore Tiberio, vuol essere una testimonianza dell’ipocrisia del potere politico, che elimina un personaggio molesto e poi ne compiange la morte – ne ha fatto un martire ed un modello ideale per tutti quelli che lottano per la libertà e la dignità umana.
Forti movimenti religiosi, soprattutto protestanti, ai nostri giorni, tornano ad accentuare quest’aspetto di Gesù. «Gesù ha predicato contro ogni ingiustizia, privilegio e oppressione. Il vero cristiano deve essere rivoluzionario», dicono i combattenti per la libertà dell’America centrale. «Se Gesù è stato crocefisso in qualità di sobillatore – scrive il luterano J. Moltmann, – come non dovremmo noi oggi, attuare questa sua funzione nella critica della nostra società?»
È questo il vero Gesù ? Si, è anche questo.
Nella molteplicità d’interpretazioni che permette la vicenda di Gesù (Figlio di Dio, Redentore, vittima espiatoria, predicatore, profeta, modello di virtù, combattente per la libertà) sta’ il segreto del suo eterno fascino.
Nemmeno Gesù si sottrae al destino di ogni essere vivente: ognuno conta per gli altri nella misura in cui gli altri riescono ad attribuirgli una personalità che corrisponda a ciò che essi si aspettano da lui.
E oggi, in questa società sconvolta dal male, sempre sull’orlo di una catastrofe anche le previsioni apocalittiche di una non lontana distruzione del mondo intero, attribuite a Gesù da certi apocrifi, sono di sconvolgente attualità. Non per intervento dell’ira divina, come Gesù pensava, ma certo a causa della follia degli uomini stessi, potrebbe essere prossima la fine del mondo.
Riusciranno almeno i superstiti – se ve ne saranno – a fare tesoro degli ammonimenti del Gesù degli apocrifi, per costruire finalmente un nuovo mondo, basato su principi di amore, di fratellanza, di giustizia ?
By Marcello Craveri – Tratto da: visione alchemica.com
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Considerando il fatto che la vita di Gesù e la sua predicazione fu confinata a una zona depressa e relativamente insignificante in un angolino dell’Impero Romano, vi sono comunque informazioni su Gesù possono essere attinte dalle fonti storiche secolari.
Alcune delle prove storiche più importanti su Gesù comprendono le seguenti:
– Il romano Tacito, del I sec., il quale è considerato uno degli storici più accurato del mondo antico, menzionò i superstiziosi “cristiani” dicendo:
“Il fondatore di questa setta, Gesù detto il Cristo, aveva avuto il supplizio sotto il regno di Tiberio, per ordine del procuratore Ponzio Pilato” (Annali, XV, 44 ). Svetonio, il segretario personale dell’imperatore Adriano, scrisse che vi fu un uomo di nome “Chrestus” (ovvero chiamato Cristo) che visse durante il I sec.
– Giuseppe Flavio è il più famoso storico ebreo. Nelle sue Antichità giudaiche egli fa riferimento a Giacomo, “fratello di Gesù ddetto il Cristo”.
C’è un passo controverso (XVII, 63-64) che dice: “Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie […]. Questi era Gesù. […] Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui”. Un’altra versione recita: “A quell’epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso ed a morire.
Ma coloro che erano suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie”.
– Giulio Africano cita lo storico Tallo in una discussione sull’oscurità che seguì alla crocifissione di Gesù.
Nelle sue Lettere (10, 96-97), Plinio il Giovane registrò le antiche pratiche cultuali cristiane incluso il fatto che i cristiani adoravano Gesù come un dio e che erano molto etici, includendo un riferimento all’àgape e alla Cena del Signore.
– Il Talmud di Babilonia (Sanhedrin 43a) conferma la crocifissione di Gesù alla vigilia della Pasqua nonché le accuse mosse a Gesù di praticare la stregoneria e di incoraggiare i Giudei all’apostasia.
– di Samosata fu uno scrittore greco del II sec. che ammise che Gesù era adorato dai cristiani, che introdusse nuovi insegnamenti e che fu crocifisso per loro. Egli disse che gli insegnamenti di Gesù includevano la fratellanza dei credenti, l’importanza della conversione e di rinnegare gli altri dèi. Inoltre, disse che i cristiani vivevano secondo le leggi di Gesù, si credevano immortali ed erano caratterizzati dallo sprezzo della morte, dall’abnegazione volontaria e dalla rinuncia ai beni materiali.
– Mara bar Serapion conferma che si pensava che Gesù fosse un uomo saggio e virtuoso, che fosse considerato da molti il re d’Israele, che fu messo a morte dai Giudei e che continuava a vivere negli insegnamenti dei Suoi seguaci.
– Poi abbiamo tutti gli scritti gnostici (il Vangelo della Verità, l’Apocrifo di Giovanni, il Vangelo di Tommaso, il Trattato sulla Resurrezione, ecc.) che menzionano Gesù.
In effetti, possiamo quasi ricostruire il Vangelo solo basandoci sulle prime fonti non cristiane: Gesù era chiamato Cristo (Giuseppe Flavio), fece “magia”, introdusse Israele a nuovi insegnamenti e fu appeso a Pasqua per loro (Talmud di Babilonia) in Giudea (Tacito), ma affermava di essere Dio e che sarebbe tornato (rabbi Eliezer), cose in cui i Suoi seguaci credevano, adorandoLo come Dio (Plinio il Giovane).
In conclusione, ci sono alcune prove dell’esistenza di Gesù, nella storia secolare, ma e’ soprattutto quella biblica. Forse la prova maggiore che Gesù è esistito è il fatto che letteralmente migliaia di cristiani del I sec. d.C., inclusi i 12 apostoli, furono disposti a dare la propria vita come martiri di Gesù.
La gente muore per ciò che crede essere vero, ma nessuno per ciò che sa essere una menzogna, oppure essendo stata ingannata, muore in buona fede.
Tratto in parte da: gotquestions.org/Italiano/
Qualche INFO su recenti scoperte e studi fatti sui reperti trovati:
In Palestina/Israele sono stati trovati dei reperti in un ossario datato del tempo di Gesu’ tempo nel quale in Palestina si parlava comunemente l’aramaico, il Samaritano, di chiodi conficcati in ossa umane; sono la prima scoperta di documenti fisici della applicazione della crocifissione da parte anche e non solo dei Romani (in questo caso specifico dei romani, visto il luogo del ritrovamento).
Una precisazione
La crocifissione era, al tempo dei romani, una modalità di esecuzione della pena di morte e una tortura.
La pena della crocifissione era tanto atroce e umiliante che non poteva essere comminata a un cittadino romano. Era applicata agli schiavi, ai sovversivi e agli stranieri e normalmente veniva preceduta dalla flagellazione, che rendeva questo rito ancora più straziante per il condannato. Cicerone definiva la crocifissione “il supplizio più crudele e più tetro”.
Dopo aver studiato i reperti ritrovati, con appositi macchinari elettronici che si utilizzano in medicina (tac + microscopio elettronico), si è potuto accertare con sicurezza che trattavasi del ritrovamento delle ossa di un uomo crocifisso; studiando le modalità della possibilità di crocifiggere un uomo, si è arrivati alla certezza conclusiva che le crocifissioni dei romani erano fatte come quelle applicate su Gesù il nazareno, il quale sarebbe stato però crocifisso SOLO su di una croce a X e non a T od a croce verticale come raffigurato nelle immagini che lo rappresentano, pitture che sono molto tarde, dal 250 dopo l’era volgare. Inoltre quelle croci non erano alte sul terreno, ma basse con le punte inferiori della X che toccavano il terreno, quindi erano poco più alte dell’uomo che ci passava vicino.
Ricordiamo anche che il “segno” che rappresentava ed indicava i Giudeo-cristiani del primo secolo, era quello di una CROCE ad X con un palo verticale per tenerla in piedi…a conferma di quelle scoperte. Le iscrizioni di quel segno particolare sono tante e ben note.
Inoltre da una scritta in Aramaico-Samaritano ritrovata, si parla di Bar Abba (il Barabba messo in competizione con Gesù davanti a Pilato), ebbene questo Bar Abba (figlio di Abba) era, è cosi scritto nella pietra ritrovata con la dicitura, un sacerdote, figlio di un alto sacerdote della Giudea, che contestava i Romani….e che doveva essere, per i Romani perché rivoluzionario, messo a morte. e per i farisei e sadducei era un traditore perché:
Gesù fu crocifisso per aver smascherato il demiurgo Yaldabaoth Per aver affrontato il sistema satanico… per aver denunciato Geova/jahve’ come il diavolo/satana.
Giovanni 8, 44: “voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna“.
Gesù il Nazareno ci ha insegnato a salvarci da soli….
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Gesù (Yeshu o Yashu, Nazorai bar Abbà) diceva: – E’ la fede che ti ha salvato
Lui, come molti altri illuminati dell’antichità (Socrates, Zeradusht, Gautama, LaoTze…), aveva capito bene che in noi c’è un potere infinito. Il potere di creare, di modificare completamente la programmazione automatica cellulare e di reindirizzarla in senso positivo, il potere sul DNA, sulla salute.
Dobbiamo capire che la sostanza essenziale di tutte le cose è il principio coscienza_…energia_vita: athanatòs bios. Presente nelle particelle, negli atomi, nei cristalli, nelle piante, negli animali, nell’uomo…
Dogmi religiosi da una parte e dogmi scientifici dall’altra impediscono di realizzare questa consapevolezza. E ci impoveriscono in modo impressionante.
Il nostro cammino futuro è la conquista di questa visione. La rivoluzione individuale, interiore, personale… L’unica che non abbiamo ancora seriamente combattuto.
By David Donnini – Tratto da:
https://www.facebook.com/david.donnini.16 – http://www.donninidavid.it
Commento NdR: parole che condivido in modo TOTALE, perché il “regno di YHWH” e dentro di NOI”, e “voi siete dei”….
Io Sono una particella dell’InFinito quindi sono IMMORTALE ed infinitamente potente, basta essere in armonia con la Legge dell’AmOr e tutto è possibile….la Fisica quantistica lo spiega bene….
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Gesù detto il cristo = SOL INVICTUS
Il famoso Sol Invictus, appellativo che lo stesso Costantino si diede (vedi monete costantinee)… si ! proprio il Costantino del concilio di Nicea (312 era volgare) con il quale si gettavano le basi dell’ortodossia cattolica, del canone biblico e del divieto di professare altre religioni.
Per chi volesse saperne di più:
http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-e-il-sol-invictus_%28Enciclopedia_Costantiniana%29/
Gesù – cristo è un mito solare dei cosiddetti “pagani”.
Certo che si, ma non confondiamo gesù-cristo con Gesù il nazareno (questa confusione dei termini, nomi, è l’eterno problema di coloro che non vanno in fondo ai problemi !)
– vedi: cosa è, dove è e chi è il cristo ?
Il gesu’-cristo dei cristiani deriva da un mito solare, insito nelle religioni antiche ed anche in quella dell’Impero Romano di cui l’imperatore era il Pontefice maximum; i religiosi avendo compreso che le varie idee cristiane potevano minare l’Impero, decisero di inserire i loro concetti religiosi in quelli delle sette nascenti dette “cristiane”, cambiando i nomi dei loro “dei” con i nomi allora in voga nelle varie sette cristiane…e cosi nacque gesù-cristo !
Gesù il nazareno è probabilmente un soggetto che è vissuto in Palestina c.a. 2000 anni fa, era figlio di Erode il grande ed anche un rabbi Esseno e divenuto successivamente uno Zelota, contro i Romani e contro i Farisei e Sadducei (sacerdoti e rabbini di Gerusalemme) che avevano cambiato la legge mosaica ed i profeti, la Torah,….. fin dal tempo di Giosia ed Esdra (600 anni prima dell’era volgare, nella cattività di Babilonia/Assiria), non seguendo la dottrina originale che era basata sull’ Io Sono un Dio e sulla Legge dell’AmOr.
“Cristo Sole” mosaico presente sulla volta del Mausoleo dei Giulii (fine II sec. Inizio III) nella necropoli vaticana. il “Cristo” è rappresentato sul carro trainato da cavalli bianchi, come si usava rappresentare il Sole che sorgeva ad illuminare il mondo.
Ecco una piccola serie di fotografie di rappresentazioni cristiane-cattoliche che confermano anche con i simboli e le immagini che il Cristo = Sole, e lo rappresentano in tutta la loro iconografia !:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=221527281258510&set=oa.238569482882275&type=3&permPage=1
Per i RELIGIOSI (Ebrei, Cristiani, Protestanti ecc.) – La Bibbia, e la “morte“, e le parole di Gesù il nazareno, sul tema
……Infine qualche considerazione su di un pensiero religioso, in genere cristiano, su di un testo della Bibbia (antico testamento) che cosi recita in Ecclesiaste – Qoelet, 9:5: “I morti non sanno nulla…ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole“.
Qoelet 1,2,3: “Io allora ho proclamato i morti ormai trapassati, più beati dei vivi ancora in vita e più beato di entrambi chi non esiste ancora e non ha ancora visto il male perpetrato sotto il sole“.
Semplice significato:
i morti non sanno nulla di ciò che accade sotto il Sole, quindi di ciò che accade sulla Terra, perché essi ormai sono andati in una dimensione diversa dalla nostra alla quale appartiene la Terra, quindi non possono interferire su ciò che avviene sotto il Sole, ma ciò non vuol dire che essi non sappiano tutto di ciò che accade nella loro nuova dimensione (e forse anche nella nostra….perché sono esseri multidimensionali), ove essi son ri-nati (arrivati) e vivono “più beati dei vivi ancora in vita sulla Terra”…..con il loro nuovo corpo di luce/energia, anzi ne sono ben coscienti perché vivono in essa, fino a quando non cambiano nuovamente di dimensione (spazio/tempo), per eventualmente e se necessario o per AmOre, ritornare sulla Terra (od altre Terre…) per fare una nuova esperienza e/o per aiutare gli umani ed i Viventi a conoscere l’InFinito, il Tutto, ed averne la percezione e la consapevolezza sempre più vasta e più complessa, di vita in vita, per poter quindi partecipare consapevolmente al Progetto di Vita INFINITA, nell’Infinità dello spazio e del tempo…! !
Nella Bibbia, cattolica, in Baruc 3:4, si afferma che “Dio ascolta le preghiere dei morti“, quindi significa che i “morti” sono vivi, perché pregano…. attenzione a non confonderle con le preghiere “per” i morti che sono effettuate dai terrestri per i defunti…..
In Tobia (versi 12:9 e 14:11).
In Sapienza viene poi insegnata l’esistenza dell’ “anima” delle persone, prima della creazione del corpo (verso 8:19) e la creazione del mondo (UniVerso) partendo da materia preesistente (11:17).
Nella Bibbia, nuovo testamento, in Matteo 17:1-9, Gesù il Nazareno, si trasfigura ed alla sua presenza si presentano Mosé ed Elia…infatti un’altro testo di Marco 12:26-27 conferma che “Dio” non è il Dio dei morti ma dei Viventi” (quanti morti ci sono stati da quando esiste la Vita sulla terra….miliardi di miliardi.., che però sono tutti quanti vivi anche in altre dimensioni….noi sulla Terra siamo una piccola frazione questo immenso quantitativo di esseri Viventi, siamo nel 2014, solo 7 miliardi !).
In Luca 16:19-25, Gesù narra ai suoi discepoli la descrizione di avvenimenti che avvengono nel “soggiorno dei morti” l’altra dimensione, ove ci si reca alla morte; inoltre parla di un “grande abisso” che divide certi luoghi o dimensioni da altre, cosa assolutamente vera, in quanto noi ci rechiamo in quelle dimensioni parallele, solo attraverso un “tunnel buio”, in realtà un Wormholes = buco nero, quello che attira al trapasso l’atomo in fase di form-azione che noi siamo, e che con-tiene la nostra Coscienza che è l’orizzonte degli eventi del vortice centromosso che è l’atomo creato dall’Io Sono per poter creare il proprio corpo fisico con la collaborazione dei suoi genitori, nel quale si posiziona la mente dell’Essere stesso.
In un’altro testo della Bibbia, in Matteo 10:28, sempre Gesù disse: “non dobbiamo temere coloro che uccidono il corpo, ma che non possono uccidere l’anima“, (NdR: cioè lo Spirito che è Eterno, perché contenuto in un corpo bioelettronico formato da Plasma, perciò indistruttibile, eterno, ma che può prendere qualsiasi forma – il Plasma è il 4° stato della materia, infatti quando un corpo vivente trapassa “muore”, il corpo bioelettronico di Plasma lascia sulla e nella Terra le parti gassose, liquide, solide, del cadavere e lo Spirito personalizzato (dati acquisiti dalla sua mente) dall’esperienza terrestre composta da Plasma, va altrove in dimensioni spazio/temporali diverse a seconda dei suoi comportamenti in coerenza o meno, con le Leggi Universali legate all’AmOr InFinito esemplificato nel Progetto di Vita eterna…).
In altre occasioni sempre lo stesso Gesù, disse: “Io Sono : la via, la resurrezione e la vita, chiunque crede in me (nel proprio Io Sono) non morirà ma vivrà “; ciò è assolutamente Vero in quanto Gesù stesso rispondendo a certe domande disse: VOI SIETE YHWH (Io Sono), e la scrittura non può essere annullata…”
Anche verificando la frase “Io Sono la via. la resurrezione e la vita”…ecc., dal punto di vista della analisi grammaticale, analisi logica e della sintassi,
– vedi qui: http://www.analisi-logica.it/Analisi_Logica.php
… abbiamo queste conferme:
Io Sono = voce del verbo Essere (coniugato all’Infinito), tempo presente singolare, ma anche “soggetto” della proposizione, perché è l’ Io Sono l’emanante della via, la resurrezione e la vita e per ottenere ciò occorre essere Io Sono o meglio occorre ritrovarsi ed identificarsi nell’Io Sono, Gesù lo poteva dire perché aveva scoperto di essere un Io Sono e tu caro lettore cosa pensi di essere ?….un peccatore, quindi un NON Io Sono e ti cerchi quindi come ti hanno propinato al di fuori di te….un “salvatore che ti salvi al posto tuo”….. mentre invece DEVI salvarti dalla tua ignoranza sull’Io Sono, che in realtà tu SEI !,…. e tutto ciò….alla faccia di tutti i falsi profeti, preti, guru, rabbini, iman, pastori, vescovi, psicologi, psichiatri, medici, ecc., ! ….quindi impara a dire Io Sono la via la resurrezione a la vita, chi crede nell’ Io Sono non morirà ma vivrà !
E per essere ancora più sicuri, si dovrebbe analizzare la stessa frase in Greco antico ed ancora meglio in Samaritano, la lingua di Gesù il nazareno.
Tutto ciò in ONORE, VERITA’ ed in AmOre.
Io Sono Jean Paul delle discendenze Vanoli/Badi
PROMEMORIA: La bibbia pur essendo il libro più diffuso al mondo è anche il libro il più FALSIFICATO di tutti i libri in commercio, e ne ho le prove avendo rifatto alcune traduzioni dallo shardano, fenicio, aramaico, ebraico antico, samaritano, per cui la certezza è assoluta.
Ho persino preparato un vocabolario-dizionario su quella lingua: vedi: Alfabeto
Dallo Spirito di Verità NON ci si può ritrarre, specie quando lo Spirito parla cosi chiaro, dimostrando le varie false dottrine cristiane ed ebraiche….i quali pur avendo in mano un libro interessante, non studiandolo seriamente, si attaccano alle parole maltradotte (in malafede) e si illudono, pur di non riformare le loro “credenze=fedi” (la mente mentisce molte volte) lavorando sulla loro emotività, che li illude ancora di più rimangono nelle loro credulità, senza arrivare a scoprire il Vero…;
E’ La mente ed il cuore razionale, che devono unirsi affinché lo Spirito di Verità parli agli Umani…. e lo sta già facendo piano piano, ma sempre più velocemente, in quanto siamo negli “ultimi tempi prima della trasformazione”…..e la conoscenza aumenta ed aumenterà sempre di più ed ho l’onore di essere uno fra i tanti che vi partecipano, per il bene dell’Umanità intera, al di là delle fazioni religiose di tutti i tipi…in quanto TUTTI gli Esseri sono Punti di osservazione dell’InFinito (unico vero “dio” indefinibile) e quindi sono AMATI TUTTI in modo uguale, ma NON allo stesso tempo…. !
Vi ricordo cari religiosi anche che il “canone biblico” attuale è stato INVENTATO da una delle correnti “cristiane” che andavano per la maggiore negli anni 140-180 (Ireneo) della “chiesa” autoproclamatasi successivamente cattolica ed i protestanti, evangelici che sono sue figlie,…. hanno accettato senza controllare le fesserie e le varie falsità incluse in quei testi che non rispecchiavano il VERO pensiero degli esseni – giudeo-cristiani, gnostici, dei contemporanei di Gesù il nazareno, che era anche oltre ad essere un Rabbino-Maestro esseno, un rivoluzionario politico per quei tempi…infatti lo hanno crocifisso proprio per quello…
E questi FALSIFICATORI cristiani, hanno bruciato e nascosto i “vangeli=scritti” del primo secolo…..modulando alle loro dottrine quelli che sceglievano per le loro fedi=credulità….
– vedi Vangeli segreti
Fra poco vedrete altre GROSSE novità sulla famiglia di Gesù il nazareno (moglie e figlio)….sta uscendo il libro di un amico “Il figlio segreto di Gesù “ nel quale dopo una ricerca di 20 anni sugli antichi scritti, ritrovati e sui vangeli ritradotti meglio… si è arrivati a quelle conclusioni rivoluzionarie !
La Verità sta venendo a galla !
Che sia Benedetta l’InFinità che ci ama tutti quanti (i Punti di Egli/Essa) e NON perde nessuno…MAI, ma trasforma tutti…. !
Le fonti storiche sul “Gesù storico” (che nulla c’entra col Gesù dei Vangeli)
“È sorta un’eresia senza Dio e senza Legge da un certo Gesù, impostore Galileo; dopo che noi lo avevamo crocifisso, i suoi discepoli lo trafugarono nottetempo dalla tomba ove lo si era sepolto dopo averlo calato dalla croce, ed ingannano gli uomini dicendo che sia risorto dai morti ed asceso al cielo”
(“Dialogo con Giudeo Trifone”, CVIII, 2, di Giustino di Nablus)
“Dato che i Giudei, istigati da Cresto, provocavano costantemente dei Tumulti [Claudio] li espulse da Roma”
(“Vite dei dodici Cesari”, di G. Svetonio)
“L’autore di questa denominazione, Cristo, sotto l’Impero di Tiberio (Imperatore dal 14 al 37) era stato condannato al supplizio, dal Procuratore Ponzio Pilato (…)”
(“Anneles”, XV, 44 di Tacito)
“Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti i cui miracoli che gli attribuite non erano che manifestazioni operate secondo la magia e i trucchi esoterici. La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità.”
(“Contro i Cristiani” di Celso)
“Perciò Gesù, il più anziano dei sommi sacerdoti dopo Anano, montò sulla torre che fronteggiava gli Idumei e si rivolse a loro dicendo che fra i molti e svariati mali che opprimevano la città (…).”
“Così parlò Gesù, ma la massa degli Idumei non gli dette ascolto, anzi era infuriata di non poter entrare immediatamente, mentre i capi fremevano (…).”
“In breve li presero e li uccisero; poi, accalcandosi presso i loro cadaveri, beffeggiavano Anano per il suo amor di patria e Gesù per il suo discorso dalle mura.”
(“Guerre Giudaiche” Libro IV:238 e seguenti, di G. Flavio)
Si precisa che la scoperta della morte di Gesù nel 68 d.c. nel contesto della I guerra giudaica, ad opera degli Idumei, è frutto delle ricerche di A. De Angelis e a lui va la “paternità intellettuale”
Alcuni passi del Talmud in cui si afferma che Gesù venne ucciso tramite lapidazione, a Lydda, nel 73 d.c.
Se io fossi un Cristiano avrei ben poco da gioire ed esultare per questi fonti… ben tre di esse infatti (Svetonio, Flavio, Talmud) pongono il “Gesù storico” in vita ed operante ben oltre il 35 d.c. – data della presunta crocefissione.
Tutte queste fonti spazzano via la veridicità storica dei Vangeli e fanno comprendere come il Gesù descritto nei Vangeli, sia una assoluta invenzione dei cristiani.
By Marco Scarponi
Il Gesù della storia
“..La conclusione essenziale fù che il Gesù della storia in alcun modo può essere ritenuto uguale o coesistente al Gesù della fede dei cristiani. Infatti, il Gesù della storia è stato trasformato nel Gesù della fede da persone semplici, al meglio; da ingannatori, al peggio.
Insieme a questo recupero del vero Gesù della storia, la “Vecchia Questione” porta con sè l’implicito assunto che la teologia della chiesa cattolica e dei cristiani in genere, dovrebbe cambiare per correggere se stessa, alla luce delle nuove rivelazioni storiche.
La fede in Gesù, passata attraverso tutte le età, nella Chiesa e nelle sue figlie i cristiani protestanti, evangelici, ecc., è stata costruita su un’impropria conoscenza storica. Alla luce di ciò, io credo che essa dovrebbe ora cambiare..”
Tratto da: “A Survey of Historical Jesus Studies: from Reimarus to Wright”, di Michael Burer
Per altri importanti particolari su questo TEMA
vedi anche:
LUNARIO EBRAICO + EQUINOZIO di PRIMAVERA – La Festa di PASQUA + La vera storia di Gesù + l’Albero delle Vite + Rotoli di Qumran e Gesù + Gesù cristo ritorna ? + Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio ?
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Considerazione importante:
Ad un attento osservatore indipendente, non é difficile capire che il “male” non é soltanto nei libri detti “sacri”, cioè nella:
Bibbia, Talmud, Corano o persino in “Mein Kampf”, ecc., ma e soprattutto nell’uso che il lettore degli stessi potrebbe fare.
Se chi li legge ha una mente/personalità, debole, insicura, cioè bambinesca, magari anche fuorviata da altri “maestri” che però hanno “credi” molto più radicali ed utilitaristici che sfruttano i “credenti” (azione normalmente tipica dei preti, pastori, rabbini, imam, guru, stregoni, ecc.), il risultato sarà sicuramente impostato nella direzione della violenza verso chi non la pensa come loro.
Infatti come disse Giordano Bruno:
…”le religioni sono l’OPPIO dei popoli” !
Comunque sia, Tutte le religioni sono state inventate e propinate ad arte alla ignara popolazione, dai vari prePotenti della Terra, che hanno fino ad oggi dominato, controllato e gestito gli umani, come nel corso delle centinaia di migliaia di anni sul Pianeta Terra, infatti riflettete: “Se parli con Dio, dicono che stai pregando, ma se dici che Dio parla con te, Ti ricoverano in psichiatria“..
Video IMPORTANTE, sullo “SFIDANTE”, il parassita, satana l’avversario, il diavolo, il guardiano della soglia…ecc. cosa è, dov’è e chi è ?
Tratto dai versi del Vangelo, parole attribuite a Gesù il nazareno:
Spiegazione al “cieco dalla nascita” della parola cielo:
….è semplice, non tutti gli esseri sono dotati dei sensori adatti per conoscere la manifestazione InFinità, nel caso specifico, quella del nostro UniVerso finito od infinito che sia.
Ognuno ha quello che si è creato nel suo corpo di manifestazione, sulla Terra, nel suo proprio corpo fisico distinguibile nella Persona fisica con Nome e Cognome, quindi può percepire solo quello che i suoi sensori gli manifestano e la sua mente può elaborare.
Le nostre parole, cioè i suoni del pensiero, possono arrivare al soggetto, con meno sensori (caso specifico il cieco), ma hanno un limite che viene posto dalla mancanza della visione di colui che le sente; possiamo solo spiegargli con parole sempre più consoni al tema, in modo che sentendole possa tramutandole con i suoi sensi ed elaborandole con le informazioni che ha acquisito fino a quel momento, percepire, comprendere al meglio ciò che vogliamo dirgli.
Il 99% degli esseri viventi, Te e me compresi, ha i propri sensori funzionali e funzionanti. Quindi il problema non si pone per il 99%, né per noi, la nostra elaborazione intellettuale è sufficiente perché “chi vuole capire, comprenda”….
Comunque se vuoi dire che l’InFinità è incomprensibile nella sua interezza (nei fatti è un’insieme di infiniti punti/enti), sono d’accordo, infatti la si “percepisce” con tutti i nostri sensi, più l’intelletto, solo attraverso la sua stessa manifestazione nelle singole singolarità, enti-entità, ovvero punti, di osservazione.
Domanda:
Tu percepisci ed insegni che il tuo “dio” è l’InFinità oppure no ?
se si, allora cambia nome e Dagli “quello che gli spetta di diritto e di funzione” = InFinito/InFinità, e questo per rispetto come generante (padre/madre) del TUTTO, ed anche come è ben definito dal tetragramma (YHWH), come ho ben spiegato nella pagina di questo link); se cosi non è, allora abbiamo iDee diverse e quindi NON siamo d’accordo, ma il tempo unirà questi concetti che appaiono diversi…..
Ricordati che l’InFinità è intelligente perché contiene il TUTTO (quindi è anche intelligente) ed il tutto, che è SOLO un’INSIEME di singole singolarità, che sono la parte visibile e percepibile della mani-fest-azione (etimologia da studiare)….
Inoltre e quindi non può essere MAI solo maschile, come viene sempre definito dalla e nella bibbia falsificata dai religiosi….o dagli scritti mal ispirati…..ma DEVE essere SEMPRE femminile/maschile, cioè l’INSIEME delle due forze universali generanti (Ynn-Yang), ecco perché l’InFinito e l’InFinità sono sinonimi.
Sul passaggio: “Voi siete Dei”, parole di Gesù il nazareno:
…ciò che Gesù il nazareno (da nazirei/esseni) riferisce, è esattamente il mio pensiero, Io sono figlio dell’InFinità, Io vivo in Essa/Egli vive in Me, Io e l’InFinità siamo UNO nel TUTTO ed in Egli/Ella viviamo, ci moviamo e siamo per l’eternità, ciò è esattamente cosi ed è semplicemente meraviglioso !
Aveva ragione a dire ciò che avrebbe detto su questo tema ed è ciò che affermo, dico ed insegno anch’io, ma i suoi discepoli non capivano le sue parole e cosi neppure le hanno capite i loro seguaci…i cristiani !
Noi siamo Dei, cosi come TUTTI gli esseri Viventi, pochi lo comprendono ed ancora meno lo vivono…ed è questa la conferma che il “regno dei cieli è dentro di noi”, infatti i cieli dentro di noi sono i nostri pensieri (il cielo del pensiero/energia) ove lo Spirito (l’inFormAzione), più o meno sacro/santo, che abita in TUTTI gli Esseri (ma non tutti comprendono queste semplici cose) …ma e deve divenire sempre più Santo, Sacro, vero (per far secernere il cristos, sostanza oleosa, che deve essere “secreto” dal e nel cervello e scendere anche nel corpo ed illuminarlo mentalmente) e ciò avviene SOLO ed UNICAMENTE quando il soggetto, percependo queste profonde Verità, si immette nelle legge dell’AmOr e si lascia trasportare da Ella….
Io sono Padre, figlio e Spirito santo/sacro/vero e sono 3 funzioni in UNO; ecco spiegata la triUNITA’ degli esseri Viventi, ma non tutti comprendono queste semplici ed importanti Verità ed ancora meno le Vivono in Loro e nella loro vita sociale.
Questa è la mia “mOrale” che ho cercato più o meno, di applicare al meglio nella mia esistenza Terrestre.
Sempre con tanto AmOr,
By Jean Paul
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Il pensiero del redattore di questa pagina (NdR) su Gesù il nazareno:
Se accettiamo come verosimile la nascita e la vita di questo personaggio Gesù il nazareno, come pare sia, anche se con molte incertezze, a me interessa da giornalista investigativo, citare i vari autori di ricerche e studi sul personaggio Gesù, in modo che ogni lettore di questa pagina, si possa fare una idea sempre più completa e complessa della storicità o meno di questo personaggio, che ha comunque “segnato” o gli hanno fatto segnare con le manipolazioni dei cristiani, specie quelli della chiesa cattolica, la storia nel mondo occidentale, inoltre lo scopo che mi sono prefissato è solo quello di comprendere e discutere il “messaggio” che questi ha od avrebbe lasciato nel futuro per i suoi consimili e discuterlo riflettendo bene sulle parole che gli vennero attribuite, o che avrebbe veramente pronunciato.
Egli è o sarebbe nato c.a. 2000 anni fa, in un periodo nel quale i Giudei che abitavano la Palestina i quali erano stati soggiogati dai Romani e “guidati” alternativamente e religiosamente (filosoficamente) dalla setta dei Sadducei, dei Farisei, che avevano al loro seguito gli scribi (coloro che trascrivevano la Torah di Giosué, non quella di Mosé), come riportano i vangeli.
Questi Sacerdoti erano ormai deviati da secoli, dalla vera essenza e dal vero insegnamento antico Egizio/mosaico, tant’è che gli Esseni, di cui Gesù fece parte e lo si capisce dal suo linguaggio, li contestavano ufficialmente dicendo che erano degli usurpatori, degli eretici…degli empi e che sarebbe nato un condottiero, salvatore che avrebbe rimesso in auge la Verità nella dottrina, calpestata dal fatto che gli scritti sacri degli ebrei, la Torah (del tempo di Mosé) era stata dagli scribi e dalla casta sacerdotale giudaica, manipolata e coperta da norme, leggine e strutture inutili ma pesanti, legate solo alla lettera-parola e non al significato ai significati spirituali-intellettuali, della parola stessa.
Che poi Gesù avesse avuto una moglie ed un figlio o più figli, mi sembra una cosa cosi semplice e logica, specie nel giudaismo, popolo nel quale avere una sposa, una famiglia e quindi dei figli era un compito di ogni giudeo che si atteneva alla filosofia ebraica della Torah; piuttosto che discutere sulla veridicità o meno di quelle affermazioni, anche se i documenti che i cristiani hanno nascosto, ne parlano chiaramente e quindi sarebbero credibili. Oppure che sia stato crocifisso o meno, o che sia “risorto” come risorgono a miglior vita (trapassano nell’al di là tutti i morti) questo ultima cosa è nei fatti un Fatto che ormai sta venendo alla luce nei tempi odierni anche per la medicina tanatologica, ma nell’antico tempo era assai noto, ritengo sia molto più interessante discutere e riflettere sui messaggi che gli vengono attribuiti.
Quello che posso con certezza affermare è il fatto che, sempre se crediamo nella storicità di questo personaggio Gesù, egli NON sarebbe o non è morto per i peccati dell’umanità, cioè per me o per te caro lettore, ma è morto solo per se stesso, come tutti gli esseri umani, in quanto la Giustizia “divina” è solo questa, il resto sono invenzioni ERRATE dei cristiani e dei manipolatori dei vangeli…canonici, l’aver inventato un supposto ed inesistente “mediatore” fra l’InFinito e NOI STESSI, l’Io Sono (punto di osservazione dell’InFinito), personalizzato dalla mEnte che si va formando di vita in vita, (assumendo in-form-azioni, dati) sempre più complessa e veritiera, che ci salverebbe dal male, in realtà siamo solo NOI che dobbiamo, attraverso la Conoscenza e la Consapevolezza delle Leggi dell’InFinità che vengono sintetizzate e raccolte in quella UNICA dell’AmOr “salvarci dall’Ignoranza su di essa… ! in quanto il male è ciò che non è ancora bene e quindi non è ancora AmOr !
Le religioni calpestano e nascondono l’UNICA verità: tutti i viventi sono punti di osservazione dell’InFinito…
Il battesimo citato dai vangeli null’altro è che il simbolo che questo personaggio scelse per indicare e sancire agli altri suoi conterranei, seguaci e/o simpatizzanti che egli stava “morendo” al modo di vivere precedente al battesimo e rinascendo a nuova vita dal battesimo in poi…, fornendo così un esempio per i successori, di cui parte i cattolici ed sue figlie hanno stravolto anche questo simbolo nel suo profondo significato simbolico = morte e rinascita, che l’immersione completa del corpo nell’acqua simbolizza, con l’aspersione di un pò di acqua sul cranio, che invece non simboleggia proprio nulla – le falsificazioni sono enormi nella cristianità !
In quella occasione i vangeli riferiscono che Gesù dopo il battesimo di immersione nell’acqua del Giordano, uscendo da essa, il “cieli si aprirono e scese lo Spirito santo sotto forma di una colomba”, frase mal resa e mal riportata, ricordo che la lingua parlata da Gesù era l’aramaico e non il greco, i “cieli” sono quello dello Spirito-mEnte, che si aprirono nel cervello (fu circonciso nello Spirito, la mEnte si apri….alla Verità e divenne testimone di essa) perché l’olio sacro secreto dalle ghiandole del cervello), il “cristo“, discese nell’organismo di Gesù come in qualsiasi altro essere che arriva a quelle consapevolezze.
Infatti il vangelo riferisce che proprio dallo Spirito (pensiero) fu condotto, spinto a recarsi nel deserto (dagli Esseni) ove rimase 40 giorni digiunando…..purificandosi e dove le sue paure, i suoi mostri diabolici, gli si rivelarono nella sua mEnte, i vangeli infatti riferiscono che fu tentato da “satana“, rifiutando le immagini mentali che gli apparvero, dicendo “amerai ed adorerai SOLO YHWH (io sono) = l’InFinito“, senza divenire schiavo delle illusioni = immagini mentali = schemi mentali che schiavizzano tutti gli uomini con la paura della “morte”, in realtà il traPasso, e che perciò si inchinano davanti ad esse…senza prostrarsi davanti all’InFinità ed al suo Progetto di Vita Infinita.
Voi, dice sempre Gesù, “NON potete servire dio e mammona” (il dio denaro e tutto ciò che lo circonda), egli era un iconoclasta (secondo il 2° comandamento della Torah che dice “NON ti farai nessuna immagine, anche mentale, né ti prosternerai davanti ad esse…) , cioè Gesù distruggeva tutti gli “schemi mentali” che i religiosi Farisei, sadducei, Scribi avevano inculcato nei secoli passati ai Giudei, od avevano dimenticato di insegnare i concetti che quelle parole insegnavano, lasciando una traccia anche per noi nel futuro dell’umanità.
Veniamo alle parole che hanno messo in bocca a Gesù o che egli avrebbe pronunciato, se crediamo alla sua storicità e facendo questa riflessione, ci riferiamo a tutti i tipi di vangeli esistenti e non solo a quelli detti canonici.
Dai vangeli canonici troviamo che le prime predicazioni del personaggio Gesù furono improntate a: “pentitevi, perché il regno di “dio” è vicino“, infatti in altra occasione, si dice che egli precisò e confermò questa frase dicendo; “il regno di dio è DENTRO di voi“, ….più “vicino” di cosi… si muore….
Noi abbiamo la possibilità di entrare ed assaporare l’ingresso del regno di “dio”, già con l’occhio dello Spirito (la mEnte aperta e consapevole all’Infinità del Progetto Vita vissuta nella legge dell’AmOr dell’InFinito al di sopra di ogni cosa e del tuo prossimo come te stesso) perché l’entrata nel regno fisico dei cieli, nella sua pienezza, avviene solo alla morte naturale del corpo, quando lasciamo la “crisalide che siamo” sulla Terra, con il corpo energetico ed il nostro Spirito contenuto nel corpo Bioelettronico composta da Plasma, indistruttibile ed eterno, che abbiamo consolidato ed ulteriormente informatizzato con la vita presente, nel qui ora, lasciando il corpo, utilizzato in questa vita Terrestre e passando dal “tunnel” (buco nero = la “figa” cosmica) e recandoci nelle infinite, come sempre Gesù afferma, “tante stanze-dimore del padre mio” (= l’InFinità), ma solo in quella per la quale ci siamo preparati con la nostra vita terrestre.
Gesù, riferiscono i vangeli canonici, percorreva la Galilea annunciando il “regno dei cieli (dello Spirito) è dentro di Voi“, (perché nei fatti era ed è dentro in OGNI essere od anima vivente, ma solo chi ne è consapevole della sua reale esistenza, lo ri-conosce dentro di sé, e quindi lo può capire, comprendere e vi può quindi entrare e partecipare, se si adegua alla legge dell’AmOr)…, ed una grande folla lo seguiva… per ascoltare la sua “buona novella del regno dei cieli, in ognuno di noi“.
Ricordo che il Gesù dei vangeli, riferisce, quando gli chiesero come si deve pregare, disse: “quando preghi entra nella tua cameretta chiudi la porta e prega il tuo padre nel luogo segreto (in Te stesso) ed il padre che ti vede nella segretezza (della tua mEnte) te lo renderà “…a riconferma del fatto che noi possiamo parlare con noi stessi, nella nostra mEnte, per parlare con l’InFinito e continua dicendo: “non abbiate timore su ciò che dovrete dire, perché l’InFinito parlerà attraverso voi anche quando sarete perseguitati“…
Gesù l’esseno-nazareno, nei fatti con queste parole ri-scopriva e re-insegnava l’antica dottrina veritiera, insegnata fin dagli antichi, i cosiddetti “pagani”, (gli iniziati, gli illuminati) dell’Io Sono e quindi dell’InFinità sempre esistente in ogni Essere od anima vivente abbinata alla legge dell’AmOr: infatti, continuano i vangeli, quando gli chiesero quale fossero i veri grandi Comandamenti, egli ripeté quello che era stato scritto fin dall’antico (Torah = antico testamento, ripetuto in Matteo 22:36), “ama dio sopra ogni cosa ed il prossimo tuo come te stesso“…”….da questi due comandamenti devono dipendere tutte le leggi….la legge dell’AmOr sopra ogni cosa od altre leggi umane o pseudo divine…, infatti ripeteva spesso: “cercate il regno di dio (che è dentro di voi) e la giustizia divina” (l’applicazione della Legge dell’AmOr), ed aggiungeva: “non entreranno nel regno tutti quanti, ma solo quelli che fanno la volontà del padre che è nei cieli” (dello Spirito) e la volontà è l’attuazione della legge dell’AmOr nel vivere quotidiano.
E per rincarare la dose, diceva: “amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano”….perché non sanno quello che fanno...
Dai vangeli canonici, nel suo primo discorso sulla montagna, detta “Gamala“, rivolgendosi ai suoi discepoli ed ascoltatori, essi ci riferiscono che Gesù parlò sulla legge dell’AmOr, dicendo, come Matteo cap. 5 riferisce: “Beati i mansueti“….il tutto improntato sempre sulla legge dell’AmOr.
In parole povere Gesù si era battuto contro gli insegnamenti della casta sacerdotale di allora (i loro preti, sadducei e farisei) perché avevano sostituito la legge dell’AmOr, con le loro leggi e norme, vedi: le sue frasi, citando la Torah mosaica (antico testamento) tipo: “questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me de è invano che mi onorano, insegnando dei precetti che sono comandamenti d’uomini“… non in sintonia con la Legge dell’AmOr…!
Infatti come riferisce anche Matteo (NT) cap. 16:18, “l’assemblea (chiesa, insieme di individui che la pensano nello stesso modo) è basata sul idea del cristos (l’illuminazione sulla legge dell’AmOr dettata dall’Io Sono = InFinito) che la chiesa deve essere costruita“… e quindi per questi motivi, in quanto egli toglieva ai sacerdoti il loro “potere”, acquisito con l’inganno, potere che doveva invece essere rimesso nelle mani del Soggetto portatore intrinseco dell’Infinità….., che Gesù era stato osteggiato, catturato, denunciato e successivamente condannato a morte, come un malfattore.
E per finire le citazioni dei vangeli segnalo e cito un discorso di Paolo da Tarso (chiamato dai cristiani l’apostolo Paolo), il quale parlando dell’AmOr, così avrebbe detto:
“Se parlassi le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non avessi l’Amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se anche avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri, se possedessi tutta la scienza e una fede così forte da trasportare le montagne, ma non avessi l’Amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutti i miei averi ai poveri e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’Amore, non mi servirebbe a nulla.
L’ Amore è paziente e generoso.
L’ Amore non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio.
L’ Amore è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti.
L’ Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è il suo fine e la sua gioia.
L’ Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza.
L’ Amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La scienza è imperfetta, la profezia limitata, ma verrà ciò che è perfetto ed esse scompariranno.
Tre sole cose dunque rimangono: la fede, la speranza e l’Amore.
Ma più grande di tutte è l’Amore.”
By Paolo di Tarso
Commento NdR: anche in questo caso si vede come un soggetto quando è riempito dall’AmOr dell’Infinità, lascia da parte tutte le diatribe dottrinali, pur non condividendole, le supera e descrive invitando a fare il meglio sul e con l’Amore…..e se vi sono alcuni che vogliono fare i vari “confronti”, deve sapere indicare, spiegare i suoi concetti in modo chiaro e semplice a chiunque.
Il sottoscritto autore di questa pagina, coglie gli insegnamenti sull’Amore anche del cosiddetto Gesù il nazareno e di altri personaggi del Nuovo testamento della Bibbia cosiddetta “canonica”, oltre a quelli di altre “religioni” anche orientali, tutto ciò indipendentemente se sia esistito o meno, e NON giudica il soggetto portatore, ma le idee che avrebbe od ha insegnato, cogliendole e facendole proprie e quindi insegnandole anche in questo trattato.
Se sei esistito, Gesù il nazareno, ti ringrazio per essere stato di esempio e di avere insegnato la legge dell’AmOr, caro fratello anche mio, ma non certo salvatore del mondo inteso come salvatore dei peccatori – vedi Gesù NON è morto per noi – come ti hanno fatto passare in modo indegno e FALSIFICATORE, togliendo così ad ognuno la propria responsabilità sulle proprie azioni, immettendo un FALSO mediatore fra l’Io Sono e l’InFinità (che è dentro di Noi e di cui Noi facciamo parte intrinseca) cosa assolutamente FALSA ed inesistente in quanto la “salvezza” l’abbiamo in ognuno, in Noi e senza mediatori, quando riconosciamo il regno dei cieli, cioè l’InFinito anche in NOI e ci uniformiamo alla legge dell’AmOr !
By Jean Paul delle discendenze Vanoli/Badi – Sovrano Individuale ed LR dichiarato in Trust estero – vedi: Sovranità individuale in questo sito.
Per i particolari biologici vedi qui:
La PINEALE …la ghiandola SACRA – Una ghiandola chiamata Graal, che secreta una sostanza oleosa detta il “cristo” !