Le credenze religiose dividono gli umani
https://www.academia.edu/4489606/I_Vangeli_erano_e_sono_racconti_allegorici
Le religioni separano l’Uomo dalla realtà, anche se l’etimologia della parola “religione” indica il saper unire le cose, le idee che sembrano separate: dal latino Religio= legare, unire
Ecco un esempio di fanatismo religioso:
“Dio mi salverà”. Sbranato da una leonessa allo zoo Kiev (Ucraina) – Giugno 2006
“Se Dio esiste mi salverà”. Dopo aver gridato queste parole, un uomo si è calato nella fossa dei leoni allo zoo di Kiev ed è stato sbranato a morte. “Una leonessa si è avventata su di lui, lo ha gettato a terra e gli ha tagliato la carotide”, ha raccontato ieri un dipendente dello zoo…(lo ha solo ucciso, ma non mangiato).
ANSA)
Le guerre di religione hanno causato miliardi di morti da quando esiste l’uomo, sono persino citate nella bibbia, corano, ed altri libri sacri…
Ecco la Follia della religiosità dei religiosi….
“Il Buddismo separa l’Essere Umano dal mondo nella ricerca di un Nirvana finendo per cercare dentro sé tesso ciò che invece l’Essere Umano DEVE costruire nelle sue sfide dell’esistenza“
Quasi tutte le religioni, al giorno d’oggi, applicano il principio di separazione dell’individuo dal mondo.
Nel senso che l’individuo è immagine del dio, che è il primo pensiero, che ha la ragione, che è all’apice della catena delle reincarnazioni, che può (come nel buddismo) mettere fine alla sequenza delle rinascite.
L’uomo è sempre considerato qualche cosa di speciale, di vertice, di immagine di dio (magari poi la donna è considerata inferiore).
Così l’uomo religioso ha pratiche ascetiche, di preghiera o di meditazione che lo separano dalla comunità degli uomini rendendolo superiore alla società degli uomini che faticano per tirare sera. Così il monaco buddista, il prete cattolico, l’Iman musulmano sono diversi dal resto della società, sono superiori, come i Bramini che sono una casta separata induista (ad imitazione di Brahman).
I guai di tutte queste “religioni” è che perdono di vista il DIVENUTO dell’uomo.
L’uomo, oggi, è ciò che è perché per milioni e milioni di anni è stato parte dell’Essere Natura e soggetto sociale.
Ha partecipato a tutti gli scontri epocali dell’evoluzione delle specie e a tutte le contraddizioni sociali che nel corso di milioni di anni si sono incontrate.
Il separato, l’eletto, viene sottratto all’evoluzione. Viene sottratto alle trasformazioni sociali e spesso diventa l’agente che impedisce ad una società di trasformarsi.
Durante il diciannovesimo secolo sono stati necessari 30 anni di discussioni per decidere di costruire la rete fognaria a Parigi. Le cloache scorrevano in mezzo alla strada e i bambini vi erano quasi sempre immersi.
Ai preti non interessava costruire le fognature: loro si sentivano una specie di superuomini !
Lo stesso vale per i monaci buddisti del Tibet che si facevano mantenere da una popolazione schiavizzata.
Ciò che gli uomini dimenticano è che la conoscenza non è dentro di noi, ma si costruisce unendo ciò che noi siamo col mondo in cui viviamo: affrontando le contraddizioni della vita e acquisendo esperienza.
L’esperienza modifica il soggetto che si rigetta nella mischia; la mischia modifica la persona che si rigetta nella mischia. E ad ogni gettarsi le sfide raggiungono vette divine.
Ci sono persone che combattono con le spade e persone che combattono con le armi degli DEI !
Ma nessuna di loro è separata dal mondo e dai suoi affanni !
Ed è affrontando gli affanni del mondo che diventiamo grandi; quando siamo separati dagli affanni del mondo non stiamo che attendendo la fine di tutto.
By Claudio Simeoni – Newsgroups: it.cultura.ateismo – April 30, 2006
DIFFERENZA fra RELIGIONE e SPIRITUALITÀ:
Questo grande uomo si chiamava Pierre Teilhard de Chardin, paleontologo, sacerdote, nato in Francia nel 1891 e morto nel 1955 a New York. Sintetizzo la mia grande ammirazione per lui con uno dei suoi brillanti scritti:
La religione non è solo una, ce ne sono centinaia.
La spiritualità è una.
La religione è per chi dorme.
La spiritualità è per coloro che sono svegli.
La religione è per coloro che hanno bisogno di qualcuno che gli dica cosa fare e vogliono essere guidati.
La spiritualità è per coloro che prestano attenzione alla propria voce interiore.
La religione ha un insieme di regole dogmatiche.
La spiritualità invita a ragionare su tutto, a mettere in discussione tutto.
La religione minaccia e spaventa.
La spiritualità dà pace interiore.
La religione parla di peccato e di colpa.
La spiritualità dice: “impara dall’errore*.
La religione reprime tutto e in alcuni casi è falsa.
La spiritualità trascende tutto, ti avvicina alla tua verità !
La religione parla di un dio; che non è l’Infinito.
La spiritualità è tutto e quindi è nell’Infinito.
La religione inventa.
La spiritualità trova.
La religione non tollera alcuna domanda.
La spiritualità mette in discussione tutto.
La religione è umana, è un’organizzazione con regole degli uomini.
La spiritualità è Amore, senza regole umane.
La religione è causa di divisioni.
La spiritualità unisce.
La religione ti cerca perché tu creda.
La spiritualità devi cercarla per credere.
La religione segue i precetti di un proprio libro sacro.
La spiritualità cerca il sacro in tutti i libri e nella Natura
La religione si nutre di paura.
La spiritualità si nutre di fiducia e ricerca continua.
La religione vive nel basso astrale.
La spiritualità vive nella Coscienza.
La religione si occupa del fare.
La spiritualità ha a che fare con l’Essere.
La religione nutre l’egocentrismo.
La spiritualità spinge a trascendere.
La religione ci fa rinunciare al mondo per seguire un dio.
La spiritualità ci fa vivere l’Infinito, senza rinunciare a noi.
La religione è un culto.
La spiritualità è la meditazione.
La religione ci riempie di sogni di gloria in paradiso.
La spiritualità ci fa vivere la gloria e il paradiso anche qui ed ora.
La religione vive nel passato e nel futuro.
La spiritualità vive nel presente.
La religione crea claustri nella nostra memoria.
La spiritualità libera la nostra Coscienza.
La religione ci fa credere nella vita eterna futura.
La spiritualità ci rende consapevoli della Vita Eterna.
La religione promette vita dopo la morte.
La spiritualità promette di trovare l’infinito dentro di noi durante la vita ed al trapasso e per sempre.
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La “libertà” per “gli illuminati d’Oriente”
Al convegno del Centro Edoardo Agnelli su “Dignità umana e libertà di scelta religiosa”, che si è chiuso ieri, studiosi cattolici e musulmani hanno annoverato la libertà fra i fondamenti delle rispettive religioni, imputando le coercizioni storiche all’uso politico della fede. Oggi, le voci dell’induismo e del buddismo sembrano dire che la questione non riguarda le grandi religioni d’Oriente, per il semplice motivo che nessuna di esse richiede atti di fede. La libertà è implicita.
Swami Dayatmananda, per esempio, del centro vedanta Ramakrishna, spiega che per l’induista esiste una sola religione, quella che porta al Divino: divergono le vie, ma è insensato chiedersi quale sia giusta, essendo tutte espressioni diverse della medesima aspirazione.
L’antico mantra vedico salmodiato dal religioso in apertura dei lavori (=Guidami dall’irrealtà alla realtà, dall’ignoranza all’illuminazione, dalla morte all’immortalità=) potrebbe valere per qualsiasi fede.
Certo, lo Swami sa bene che l’induismo è un pianeta brulicante di forme devozionali diverse; ma “se tre figli di età diversa chiamano il genitore “padre, papà e pa’, saranno comunque amati allo stesso modo”.
Così è per chi percepisce Dio come Assoluto indefinibile, per chi lo vede senza forma ma con infinite qualità o per chi gli assegna varie forme e attributi: “Ciascuno deve poter pensare a Dio nel modo in cui meglio riesce ad amarlo”.
La libera scelta è un problema quando si pretenda di imporre ad altri il proprio modo di pensare Dio: e qui nascono i conflitti da cui l’India è tutt’altro che immune, come spiega Shubaganda Atre, storica dell’Università di Puna.
Se è vero che l’induismo si fonda su testi canonici privi di dogma, è altrettanto vero che la consapevolezza tutta politica di essere maggioranza religiosa genera conflitti con minoranze (sikh, islamici) disponibili alla deriva fondamentalista.
La stessa società indù, che oggi vieta per legge le divisioni di casta, è ancora pervasa da quell’idea,
ll punto e’ che gli intoccabili si convertono al buddismo per rompere i vincoli sociali. Non a caso i padri dell’India moderna, a partire da Nehru, hanno visto nello stato laico e neutrale l’unica via per scongiurare tensioni etnico-religiose stridenti con la natura stessa dell’induismo.
Anche il venerabile Mettanando Bhikkhu, leader buddista thailandese, non ha problemi di libera scelta quando afferma che dalle parole di Buddha non verrà mai una religione monolitica. “L’illuminazione“, spiega, “è la via verso una superiore consapevolezza che ciascuno può seguire secondo la propria indole; non si tratta di credere nel suo insegnamento, ma di sperimentarlo secondo le intenzioni personali”. Ma lo stesso Bikkhu parla di discriminazioni a opera di buddisti contro minoranze o contro buddisti di scuola diversa: ciò accade “quando la religione si mischia al nazionalismo, generando sciovinismo, fanatismo”.
Per esempio, l’ortodossia buddista, in Sri Lanka, Thailandia e Myanmar, non concede alle donne libertà di scelta religiosa pari agli uomini. Nessuno è immune dai dèmoni, insomma: e la salvezza, anche per quei saggi d’Oriente, sta nel dialogo con altre tradizioni spirituali. Compresa la nostra cristiana.
(By Cesare Medail) – “Corriere della Sera” del 24-11-2001.
Commento (NdR) condiviso da molti studiosi:
Ciascuno dunque, sia “religioso” secondo il proprio spirito (informazioni raccolte), senza appartenere ad alcun “gruppo religioso” (leggasi religione) ma, sapendo che la propria “verità” raggiunta non potrà mai avere un valore di “certezza assoluta”, sia sempre pronto ad affinare il proprio pensiero religioso, imparando da TUTTI e da Tutto.
Ma ad ogni livello conquistato, occorre che il “ricercatore” della verità si adegui con i propri comportamenti, ai nuovi livelli spirituali raggiunti e ne faccia parte al suo prossimo in primis con l’esempio e contemporaneamente con la dialettica