GESÙ, dal Vangelo di Tommaso
Il VANGELO di TOMMASO, nell’interpretazione e traduzione di Mario Guarracino
Testo trovato nella biblioteca copto-gnostica, di Nag. Hammadi, ancora scritto in lingua originale copta, nel 1946
di Tommaso Apostolo, Il REGNO e la PSICANALISI – Filelfo Editore
Traduzioni (dal copto) da: – Mario Erbetta (*) – Marcello Craveri – Mario Pìncherle – Elain Pagels (*)
Da: “REVUE BIBLIQUE”, 1970. Recensione su “Gli apocrifi” di Mario Erbetta:
“Il pubblico italiano, più fortunato del lettore francese a cui purtroppo manca un’opera del genere,
ha a disposizione uno strumento di lavoro che sembra fatto molto bene e che offrirà grandi servizi”.
https://www.academia.edu/4489606/I_Vangeli_erano_e_sono_racconti_allegorici
TRADUZIONE (da Tommaso)
1)Log.1
Sono queste le parole segrete che Gesù, il vivente, ha proferito e Didimo Giuda Tommaso ha messo in iscritto. Egli ha detto:
“chi troverà la spiegazione di queste parole, non gusterà la morte”
(Mt 5/15 – 7/7 – 10/26 – 13/12 – 13/35 + Mc 4/23 + Lc 8/10 – 8/18 + Gv 8/32 – 14/22 -20/24)
Commento “libero” (c. “l”)
1) Log.1
Gesù, da buon psicoanalista, sa bene che le nozioni e gli ammaestramenti non vanno mai dati, ai propri discepoli, in forma semplice e diretta, perché siano essi stessi, col porsi le problematiche, ad avviarsi a capire davvero (o, meglio, a capire il proprio sentire). Un maestro Zen, al riguardo, disse al suo allievo quando, finalmente, questi giunse all’illuminazione: “Se non ti avessi fatto lottare, in ogni modo possibile, per trovare il significato (dello Zen) e non ti avessi condotto, alla fine, ad uno stato di non-lotta e di non-sforzo, da cui puoi vedere con i tuoi stessi occhi, sono sicuro che avresti perso ogni possibilità di scoprire te stesso”.
Commento interlineare:
1) Log.1
Sono queste le parole segrete (dette segretamente) che Gesù, il vivente (interiormente), ha proferito e Didimo (fratello gemello) Giuda Tommaso ha messo in iscritto. Egli (Gesù) ha detto: chi troverà la spiegazione di queste parole, non gusterà (assaporerà amaramente) la morte (cioè: lo stato d’angoscia … giacché, per capire, dovrà egli essere già maturo in problemi psicoanalitici, per averli vissuti. Confr. Dante, Inferno, C. I.: “…tant’è amara che poco è più morte”).
5)Log.24
I suoi discepoli dissero: istruiscici circa il luogo donde tu sei, giacché noi dobbiamo cercarlo. Egli disse loro: chi ha orecchi per intendere, intenda! C’è luce dentro a uomo di luce ed essa illumina il mondo tutto.Quando essa non risplende, c’è oscurità. (Mt 6/22-23 + Mc 4/21 + Lc 11/34 + Gv* 8/21 – 9/5 – 14/5)
Comm. “lib.”
5)Log.24
Per andare nel ‘luogo’ indicato da Gesù, non vi è che una strada: andare verso se stessi. Ma come capire ciò, se non se ne conosce la strada?
Comm. interl.:
5)Log.24
I suoi discepoli dissero: istruiscici circa il luogo donde tu sei, giacché (tu dici che) noi dobbiamo cercarlo (facci capire meglio!). Egli disse loro: chi ha orecchi per intendere, intenda! C’è luce dentro a uomo di luce ed essa illumina il mondo tutto. Quando essa non risplende (quando, non pervenendo al conscio, l’inconscio non traspare), c’è oscurità. (- v. 3/Log.70 -).
6)Log.33
Gesù ha detto: ciò che udrai con il tuo orecchio predicalo sui tuoi tetti. Nessuno accende una lampada e la colloca sotto un moggio né la pone in luogo nascosto. Egli la pone invece sul lucerniere, in modo che chiunque entra ed esce scorga la sua luce. (Mt 5/15 – 10/27 + Mc 4/21 + Lc 8/16 – 11/33)
Comm. “libero”
6)Log.33
Nel processo di avvicinamento al ‘Sé’ profondo, la gioia che ne nasce porta al desiderio di farne partecipi altri.
Comm. interl.:
6)Log.33
Gesù ha detto: ciò che udrai con il tuo orecchio (rendendo cosciente il tuo inconscio) predicalo sui tuoi tetti (parlane a chi ti sta intorno). Nessuno accende una lampada (la lampada della scoperta del ‘sé’) e la colloca sotto un moggio né la pone in luogo nascosto. Egli la pone invece sul lucerniere (oggi egli verrebbe chiamato: ‘agevolatore’), in modo che chiunque entra ed esce scorga la sua luce. (Chi -“entra ed esce”- è colui che ascolta chi si espande e ne viene sul momento coinvolto, per poi uscirne, essendo egli arbitro dei propri ritmi di crescita).
7)Log.15
Gesù ha detto: quando vedrete quegli che non è stato generato dalla donna, prostratevi sulla vostra faccia e adoratelo, quello è vostro padre. (Is 66/2)
Comm. “l.”
7)Log.15
Il momento di ‘illuminazione’ è cosa preziosa: non si abbia a sprecarlo!
Comm. interl.:
7)Log.15
Gesù ha detto: quando vedrete (in voi, portandolo al conscio -v. 3/Log.70-) quegli che non è stato generato dalla donna (l’inconscio), prostratevi sulla vostra faccia e adoratelo (mettetevi umili, in atteggiamento interiore d’ascolto), quello è vostro padre (“padre” come educatore da dentro -v. 8/Log.61b-).
8)Log.61b
Salomè disse: chi sei tu, o uomo? … sei salito sul mio letto e hai mangiato alla mia tavola. Gesù le disse: io sono l’esistente da colui che è uguale e mi è stato dato di ciò che è di mio Padre. -Ella disse: io sono tua discepola. Gesù disse: perciò ti dico che quando il “letto” è vuoto, si riempirà di luce; quando invece è diviso, si riempirà di oscurità. (Dt 18/18 + Is 42/1 + Mt 12/18 + Gv 14/28) c. “l.”
8)Log.61b
Non ci si può appoggiare a nessun altro, per il lavoro di ricerca di sintonia col ‘Sé’. Ma occorre raggiungere tanta umiltà (il “letto vuoto”), per iniziarne il processo.
Comm. interl.:
8)Log.61b Salomè disse: chi sei tu, o uomo? … sei salito sul mio letto (sulla mia anima, affascinandomi -v. 26/Log.21a: “… su un campo che …”-) e hai mangiato alla mia tavola (quella dei miei interessi -v. 53/Log.10_11: “… voi mangiavate ciò che…”-). Gesù le disse: io sono l’esistente (tramite la meditazione) da colui che è uguale (essendo proporzionato alla mia maturità del momento) e mi è stato dato (tramite la meditazione) di ciò che è di mio Padre. -Ella disse: io sono tua discepola-.
Gesù disse: perciò (a questo riguardo) ti dico che quando il “letto” (della tua ‘mente’) è vuoto (disponibile e libero da pregiudizi), si riempirà di luce (tramite la meditazione); quando invece è diviso (v. 53/Log.10_11 e 55/Log.47), si riempirà di oscurità (v. 3/Log.70) (non cercare, dunque, di apprendere da me, ma attingi dal tuo interno: il “Padre” parla anche in te!).
9)Log.57
Gesù ha detto: il regno del Padre è simile a uomo che ha buon seme. Il suo nemico giunse nella notte e seminò loglio tra il buon seme. L’uomo non permise loro di strappare il loglio. Disse loro: può darsi che, andando voi per strappare il loglio, strappiate con esso il grano. Nel dì della mietitura il loglio sarà manifesto; verrà strappato e bruciato.(Mt 13/24) C. “l.”
9)Log.57
Educare un giovane in crescita è compito difficilissimo, perché il suo ‘io’ (“loglio”) gli sarà indispensabile affinché, nel suo processo di formazione come individuo, gli sia di aiuto. Spetterà poi a lui, nel pieno della sua maturità, imparare a detronizzare se stesso, per essere sempre pronto a migliorarsi e ad apprendere con serenità.
Comm. interl.:
9)Log.57
Gesù ha detto: il regno del Padre (cioè: del contatto interiore col “Padre”) è simile a uomo che ha buon seme (l’inconscio). Il suo nemico (l’ ‘io’) giunse nella notte (si formò nell’infanzia e nell’adolescenza: “notte” per la coscienza umana) e seminò loglio (fece nascere l’ ‘io’, col suo naturale egoismo) tra il buon seme. L’uomo non permise loro (l’adolescente si ribella a tutto ciò che angustia il suo ‘io’ in sviluppo) di strappare il loglio.
Disse loro: può darsi che, andando voi per strappare il loglio, strappiate con esso il grano (frutto della meditazione, e questa è più sottile se si avvale di una capacità razionale preformata da vecchie storie di ‘io’ -v. 11/Log.109-). Nel dì della mietitura (giunti alla maturità -v. 56/Log.21b-) il loglio sarà manifesto (all’adulto sarà chiaro che la sua vera crescita avverrà proprio avendo il coraggio di revisionare continuamente il proprio ‘io’); verrà strappato e bruciato (continuamente -v. 19/ Log.71-).
10)Log.106
Gesù ha detto: quando farete i due uno, diverrete figli dell’uomo; e se direte: monte, spostati, esso si sposterà.C. “l.”
10)Log.106
Essere in simbiosi col ‘Sé’ è cosa difficile e difficilissimo è mantenervisi. La difficoltà equivarrà a quella del “monte spostati”!
Comm. interl.:
10Log.106
Gesù ha detto: quando farete i due ( l’ ‘io’ e l’inconscio) uno (v. 16/Log.22) diverrete figli dell’uomo (di voi stessi, e non dell’educazione ricevuta); e se direte: monte, spostati, esso si sposterà (avrete raggiunto, allora, il massimo dell’aspirazione per l’uomo: la pace interiore. Essa non conoscerà desideri inappagabili, perché avrà in se stessa la propria realizzazione).
11)Log.109
Gesù ha detto: il regno è simile a uomo con un tesoro nel suo campo, nascosto, di cui non sa nulla. Quando morì, lo lasciò a suo figlio, il quale pure non sapeva. Questi prese il campo e lo vendette. Chi lo comprò, giunse. Arando, trovò il tesoro e cominciò a dare denaro a interesse a chi voleva. (Mt 13/44) C. “l.”
11)Log.109
Da fanciulli si è fusi, inconsapevolmente, col proprio inconscio e lo si gode spontaneamente; da giovani lo si “vende” volentieri (la coscienza è un freno!); da adulti veri lo si “compra” lavorando a ripulire, via via, gli errori educativi acquisiti. Alleggeriti, poi, da zavorre inutili, ci si espande. Non verso tutti, però…, molti non capirebbero!
Comm. interl.:
11)Log.109
Gesù ha detto: il regno (della pace interiore) è simile a uomo con un tesoro (l’inconscio) nel suo campo (nella sua psiche -v. 51/Log.21a-), nascosto, di cui non sa nulla (l’inconscio al tempo dell’infanzia e dell’adolescenza). Quando morì (quando finì l’adolescenza), lo lasciò a suo figlio (la giovinezza), il quale pure non sapeva. Questi prese il campo e lo vendette (la coscienza, che frena il giovane, da dentro, lo infastidisce nella sua fase di necessario sviluppo, ed è buttata via -“venduta”- volentieri). Chi lo comprò (l’uomo, divenuto adulto), giunse (col passare degli anni). Arando (la revisione del proprio modo di pensare costa lavoro), trovò il tesoro (prese coscienza dell’inconscio) e cominciò a dare denaro (messaggio luminoso, nell’espandersi) a interesse (la gioia della luce riflessa, dall’altro) a chi voleva (per recepire, infatti, il messaggio psicoanalitico occorre della maturità e del coraggio -v. 77/Log.23 e 78/Log.93-).
12)Log.111
Gesù ha detto: i cieli si ritireranno e così la terra davanti a voi e il vivente per mezzo del Vivente non vedrà morte né timore, ché Gesù dice: il cosmo è nulla di fronte a lui. (Gv 12/35-36)
Comm. “l.”
12)Log.111
Chi vivrà in armonia e consapevolezza del proprio sentire uscirà dalle leggi del tempo, perché il suo tempo sarà l’attimo vissuto il più intensamente possibile!
Comm. interl.:
12)Log.111
Gesù ha detto: i cieli si ritireranno (la nozione del tempo, misurata tramite “i cieli”, sparirà, per l’analista, perché l’uomo si concentrerà sul suo istante vissuto) e così la terra (gli interessi terreni) davanti a voi e il vivente (interiormente) per mezzo del Vivente (luce interiore) non vedrà morte né timore (giacché spari ranno gli stati angosciosi), ché Gesù dice: il cosmo è nulla di fronte a lui (che è -e lo sa- la misura di quanto gli capita sotto i sensi, e che domina).
13)Log.83
Gesù ha detto: le immagini sono manifeste all’uomo, ma la luce che è in esse è nascosta. Essa sarà manifesta tramite l’immagine della luce del Padre e la sua immagine è nascosta per mezzo della sua luce.
Comm. “l.”
13)Log.83
Dove la verità? L’uomo fuso con la propria luce interiore (“luce del Padre”) non si lascerà ingannare dalle apparenze. Ma anche la sua verità sarà relativa al proprio grado di maturità (v. 8/Log.61b). Averne di più significherebbe non sapercisi più raccapezzare, per i troppi dati (“luce”) da dover vagliare, e perdersi!
Comm. interl.:
13)Log.83
Gesù ha detto: le immagini (cioè: le azioni) sono manifeste all’uomo, ma la luce (la motivazione ‘vera’ che porta alle azioni) che è in esse è nascosta. Essa (“luce”: Verità) sarà manifesta (di riflesso) tramite l’immagine della luce del Padre (“luce” presente in ogni uomo che ha fatto dei “due uno” -v. 10/Log.106-) e la sua immagine (quella della ‘verità totale’) è nascosta per mezzo della sua luce (ognuno può recepire una ‘verità’ proporzionata al proprio grado di comprensione raggiunto. Dargli di più significherebbe accecarlo).
L’ “IO“: – GRANDE OSTACOLO PER LA RICERCA DELLA PACE INTERIORE
Volutamente non si fa distinzione tra “io” e “Superio” (intendendo per “io”, sempre, la somma dei due), così come vorrebbe una terminologia appropriata e “moderna” del linguaggio psicoanalitico.
14)Log.98
Gesù ha detto: il regno del Padre è simile a un uomo che vuole uccidere una persona di riguardo. Estratta la spada in casa sua, trapassò la parete. Voleva sapere se la sua mano avesse resistito. Quindi uccise la persona di riguardo
(Mt 16/24 + Mc 8/34 + Lc 9/23 – 14/28-31)
Comm. “l.”
14)Log.98
Dice A. Einstein: “Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura ed in che senso egli è giunto a liberarsi dell’ ‘Io’ “.
Comm. interl.:
14)Log.98
Gesù ha detto: il regno del Padre (del contatto interiore col “Padre”) è simile a un uomo che vuole uccidere una persona di riguardo (l’ ‘io’). Estratta la spada in casa sua (nella propria psiche), trapassò la parete. Voleva sapere se la sua mano avesse resistito (saggiò la propria forza: il lavoro sull’ ‘io’, infatti, è prova di grande coraggio). Quindi uccise la persona di riguardo (e solo allora poté incamminarsi verso la propria pace interiore).
15)Log.37
I suoi discepoli dissero: in qual giorno ti manifesterai a noi e in che giorno ti vedremo? Gesù disse: quando vi svestirete della vostra vergogna, prenderete i vostri abiti e li metterete sotto i vostri piedi, come fanno i bambini
piccoli, e li calpesterete, allora vedrete il Figlio del Vivente e non avrete paura.
(Mc 16/24 + Mc 8/34 + Lc 9/23 + Gv 3/4 – 14/22)
Comm. “l.”
15)Log.37
Solo quando, stanco (e stufo) del proprio modo di pensare, l’uomo sarà disposto a mettere il proprio “abito” (mentale) “sotto” i suoi “piedi” e, dunque, si renderà disponibile, in umiltà, a lasciarsi correggere, solo allora potrà esservi un processo di illuminazione interiore /ed egli diverrà “figlio del Vivente” -v.4)Log.50-/ che lo porterà sulla strada già percorsa da Gesù -v. 8) – Log.61b- e non vi sarà motivo di spaventarsi, ma di gioire.
Comm. interl.:
15)Log.37
I suoi discepoli dissero: in quale giorno ti manifesterai a noi e in che giorno ti vedremo? (Come potremo riuscire a capirti?) Gesù disse: quando vi svestirete della vostra vergogna (la difesa dell’ ‘io’), prenderete i vostri abiti (mentali) e li metterete sotto i vostri piedi, come fanno i bambini piccoli (quando sono stufi di qualcosa), e li calpesterete, allora vedrete (in voi) il Figlio del Vivente (la luce interiore) e non avrete paura (perché il messaggio che vi raggiungerà sarà proporzionato alla vostra maturità del momento -v.8/Log.61b-).
16)Log.22
Gesù vide bambini che ricevevano il latte. Disse ai suoi discepoli: questi piccoli che vengono allattati sono simili a quelli che entrano nel regno. Gli dissero: se noi siamo piccoli, entreremo nel regno? Gesù disse loro: quando farete dei due una cosa sola, l’interno come l’esterno, l’esterno come l’interno e la parte sopra come quella inferiore; quando ridurrete il maschio e la femmina a un unico individuo, così che il maschio non sia maschio e la femmina non sia femmina; quando farete occhi in luogo di occhio, mano in luogo di mano, piede in luogo di piede, immagine in luogo di immagine, allora entrerete nel regno. (Mt 18/3 + Mc 9/35 – 10/13 + Lc 9/48* – 10/21 – 18/17 + Gv 3/4)
Comm. “l.”:
16)Log.22
Si entrerà nel “regno” della pace interiore quando, spogli da ogni difesa del proprio modo di pensare, si tenderà all’obiettività con spontaneità e vero in teresse.
Comm. interl.:
16)Log.22
Gesù vide bambini che ricevevano il latte. Disse ai suoi discepoli: questi piccoli che vengono allattati (chi ha sete di verità ‘beve’ da ogni fonte di interesse) sono simili a quelli che entrano nel regno (dell’autogoverno). Gli dissero (non capivano): se noi siamo piccoli, entreremo nel regno? Gesù disse loro:
quando farete dei due una cosa sola (v. 10/Log.106), l’interno come l’esterno, l’esterno come l’interno e la parte sopra come quella inferiore (quando sarete limpidi, trasparenti, soprattutto a voi stessi); quando ridurrete il maschio e la femmina a un unico individuo, così che il maschio non sia maschio e la femmina non sia femmina (quando riuscirete a vedere nell’altro uno in cui specchiarvi e crescere, indipendentemente dal suo volto esteriore); quando farete occhi in luogo di occhio (obiettività), mano in luogo di mano, piede in luogo di piede, immagine in luogo di immagine, allora entrerete nel regno (il desiderio dell’obiettività porta alla analisi. E l’analisi è una strada obbligatoria per il conseguimento della pace interiore).
17)Log.53
Gli dissero i suoi discepoli: giova o no la circoncisione? Disse loro: se essa giovasse, il loro Padre li genererebbe dalla lora madre circoncisi. La vera circoncisione nello spirito è diventata utile sotto ogni aspetto. (Mt 16/24 + Mc 8/34 + Rm 2/29 + Gal 5/6)
Comm. “l.”:
17)Log.53
Non i segni esteriori potranno cambiare l’uomo, ma la sua disponibilità interna a rinnovarsi (“vera circoncisione”).
Comm. interl.:
17)Log.53
Gli dissero i suoi discepoli: giova o no la circoncisione? Disse loro: se essa giovasse, il loro Padre li genererebbe dalla loro madre circoncisi. La vera circoncisione nello spirito è diventata utile sotto ogni aspetto (v. psicoanalisi).
18)Log.54
Gesù ha detto: Beati i poveri, ché vostro è il regno dei cieli. (Mt 5/3 + Mc 9/35 + Lc 6/20)
Comm. “l.”:
18)Log.54
Beati coloro che hanno capito che solo la disponibilità assoluta all’apprendere (cioè i fattisi “poveri”), senza idee preconcette, rende l’uomo vivo e sereno (padrone del suo “regno dei cieli” interiore).
Comm. interl.:
18)Log.54
Gesù ha detto: beati i poveri (che si son fatti “poveri” di ‘io’ da difendere) ché vostro è il regno dei cieli (della pace interiore).
19)Log.71
Gesù ha detto: distruggerò questa casa e nessuno potrà riedificarla. (Gv* 2/19)
Comm. “l.”:
19)Log.71
Nell’uomo maturo il desiderio di revisione, per migliorarsi, dovrà essere un’ impegno (“distruggerò”) costante.
Comm. interl.:
19)Log.71
Gesù ha detto: distruggerò questa casa (la casa del mio orgoglio: l’ ‘io’) e nessuno potrà riedificarla (giacché io farò in modo di odiare il mio risentimento, se gli altri vorranno provocarmi).
20)Log.77b
Spaccate un legno; io sono lì. Sollevate il sasso e mi troverete. (Mt 16/24 + Mc 8/34 + Lc 9/23)
Comm. “l.”:
20)Log.77b
Il processo di revisione inizia, sempre, con una prima presa di coscienza di qualche errore d’impostazione mentale di cui, un attimo prima, non si aveva consapevolezza.
Comm. interl.:
20)Log.77b
Spaccate(*) un legno (rompete per la prima volta un’abitudine profondamente radicata in voi); io sono lì (è quella la strada per raggiungermi). Sollevate il sasso (il peso di tutti gli automatismi acquisiti con l’educazione e le reazioni ad essa connesse) e mi troverete (giacché, una volta ripuliti interiormente, avremo, dall’interno, lo stesso educatore -v. 8/Log.61b-). (*): v. 21/Log.46 “… così che i suoi occhi non si rompano”.
21)Log.46
Gesù ha detto: da Adamo a Giovanni Battista tra i nati dalle donne non c’è chi è superiore a Giovanni Battista, così che i suoi occhi non si rompano. Io, però, ho detto: chi tra voi diverrà piccolo, conoscerà il regno e sarà più elevato di Giovanni. (Mt 11/11 – 11/12 + Mc 8/34 – 9/35 – 10/15 – 10/44 + Lc 7/28 – 9/23 – 9/48* – 18/17).
Comm. “l.”:
21)Log.46
Fino a Giovanni, infatti, nessuno aveva mai indicato, all’uomo, la strada della introspezione (per la quale “gli occhi si rompono”) da dover percorrere.
Comm. interl.:
21)Log.46
Gesù ha detto: da Adamo a Giovanni Battista tra i nati dalle donne (cioè non trasformati interiormente così da divenire -v. 10/Log.106- figli dell’uomo) non c’è chi è superiore a Giovanni Battista, così che i suoi occhi non si rompano (tra coloro che agiscono per automatismi acquisiti -v. 53/Log.10-11-). Io, però, ho detto: chi tra voi diverrà piccolo (chi saprà distruggere gli errori della propria impostazione mentale -v. 15/Log.37-), conoscerà il regno (la pace) e sarà più elevato di Giovanni (perché più capace di apprendere, in conoscenza di sé -v. ‘analisi’- e più consapevole del proprio sviluppo interiore).
LA PACE INTERIORE NON È UNA CONQUISTA “ETERNA”: ESSA VA CONTINUAMENTE RIAFFERRATA.
22)Log.18
I discepoli dissero a Gesù: dicci come avverrà la nostra fine. Gesù disse: avete dunque svelato l’inizio per domandare circa la fine? Nel luogo, infatti, dove c’è l’inizio, colà ci sarà la fine. Beato colui che si leverà all’inizio e conoscerà la fine e non gusterà morte. (Mt* 24/3 + Mc* 13/4 + Lc* 21/7)
Comm. “l.” :
22)Log.18
Chi impara a conoscere e, quindi, gestire il proprio sentire, sa che mai dovrà lasciare che esso gli sfugga completamente di mano. L’attenzione a questo personale governarsi è “inizio” e “fine”, perché occorre che questo atteggiamento dell’uomo sia costante e non abbia mai attimi di cedimento.
Comm. interl.:
22)Log.18
I discepoli dissero a Gesù: dicci come avverrà la nostra fine (non capivano, perché ancora novizi in prassi, la sostanza dei discorsi). Gesù disse: avete dunque svelato l’inizio per domandare circa la fine? Nel luogo, infatti, dove c’è l’inizio (desiderio profondo, operante, di pace), colà ci sarà la fine (degli stati angoscio si … sempre che non sfugga mai alla mente l’ “inizio”). Beato colui che si leverà (si ‘sveglierà’ al desiderio costante e operante di essere in pace) all’inizio e conoscerà la fine (degli stati angosciosi) e non gusterà (assaporerà l’amarezza della ) morte (interiore). /*/ /*/ (Da: S. B. Kopp, “Se incontri il Buddha per la strada uccidilo”, pag.117…: “Il regno è qui, per coloro che desiderano afferrarlo, ma in ogni momento va riafferrato, e poi nel momento seguente riafferrato di nuovo. La disponibilità alla salvezza va riasserita più e più volte. L’unico modo per essere salvato è passare tutta la vita in un pellegrinaggio”.).
23)Log.49
Gesù ha detto: beati i solitari ed eletti, ché voi troverete il regno; dato che voi siete usciti di lì e di nuovo ne ritroverete l’entrata. (Mt 19/29 + Mc 10/29 + Lc 18/29 + Gv 14/23)
Comm. “l.”:
23)Log.49
La strada della ricerca del ‘Sé’, è un itinerario da dover percorrere completamente da “soli”. Prima di impararne i segreti, però, vi saranno momenti di pace raggiunti e pericolose cadute. La pace raggiunta, comunque, proprio perché intimamente assaporata, sarà di stimolo ai successivi “rientri”.
Comm. interl.:
23)Log.49
Gesù ha detto: beati i solitari (e alla solitudine giunge, sempre, chi, avendo qualcosa in ‘più’ -ed “eletto” per questo- si accorge, col tempo, di non poter essere capito dagli altri) ed eletti, ché voi troverete il regno (che proviene dal contatto col proprio inconscio); dato che voi (a furia di cercare, in solitudine -v. Buddha!-) siete usciti di lì (dalla percezione della pace interiore, conquistata con la meditazione) e di nuovo (sapendo, ormai, cosa davvero cercare) ne ritroverete l’entrata (v. 6/Log. 33 “… chiunque entra ed esce”).
NON ESISTE “MAESTRO”, in PSICOTERAPIA, MA SOLO: “INDICATORE di STRADA”
24)Log.2/3
Gesù ha detto: se coloro che vi conducono vi dicono: ecco, il regno è nel cielo, gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono: è nel mare, i pesci vi precederanno. Ma il regno è nel vostro interno e fuori di voi. Quando voi conoscerete voi stessi, allora sarete consci e saprete che voi siete i figli del Padre vivente. Se però non vi conoscerete, allora sarete in povertà e voi sarete la povertà.
(Mt 10/7 + Mc 1/15 + Lc 17/21)
Comm. “l.”:
24)Log.2/3
Nessun altro potrà sostituirsi a noi, nel processo di conoscenza e di governo di noi stessi.
Comm. interl.:
24)Log.2/3
Gesù ha detto: se coloro che vi conducono vi dicono: ecco, il regno è nel cielo, gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono: è nel mare, i pesci vi precederanno. Ma il regno (la conquista della pace interiore) è nel vostro interno e fuori di voi (è nella vostra capacità di fare armonia tra ciò che voi sentite -“interno”- e ciò che vi proviene dall’ambiente esterno). Quando voi conoscerete voi stessi, allora sarete consci (dei vostri stati d’animo) e saprete che voi siete i figli del Padre vivente (in voi). Se però non vi conoscerete (non sarete, cioè, consapevoli dei vostri stati d’animo), allora sarete in povertà e voi sarete la povertà (giacché le azioni, al di fuori della vostra consapevolezza, determineranno i vostri stati d’animo -v. 98/Log.67).
25)Log.19
Gesù ha detto: beato colui che è esistito prima di venire all’esistenza! Se mi diverrete discepoli e ascolterete le mie parole, queste vi serviranno come pietre. Avete cinque alberi nel paradiso; essi non si muovono in estate e in inverno né le loro foglie cadono. Chi li conoscerà, non gusterà la morte. (Lc 6/48 + Gv 8/51 – 14/6)
Comm. “l.”:
25)Log.19
È bene che l’uomo si formi ponendosi molte problematiche (sia “esistito prima”), in modo che il suo cervello si sviluppi e divenga una valida macchina pensante. Dopo, nella maturità, egli se ne avvarrà per meglio risolvere e portare a frutto le meditazioni (provenienti dai “cinque alberi nel paradiso”) che gli verranno dal proprio inconscio riconquistato /v. 9)Log.57 e 11)Log.109/.
Comm. interl.:
25)Log.19
Gesù ha detto: beato colui che è esistito (che si è posto problematiche -v. 30/Log.1/2-) prima di venire all’esistenza (tramite il contatto con la profondità del proprio inconscio)! Se mi diverrete discepoli e ascolterete le mie parole, queste vi serviranno come pietre (‘miliari’ di riferimento). Avete difatti cinque alberi nel paradiso (del vostro ascolto interiore..:’carità, pazienza, perseveranza, amore, giustizia’ /?/); essi non si muovono in estate e in inverno (col freddo o col caldo dei vostri stati d’animo) né le loro foglie cadono (chi trova la strada, sa tenerla -v. 23/Log.49-). Chi li conoscerà (tramite la meditazione), non gusterà la morte (cioè: lo stato angoscioso).
26)Log.21a
Maria disse a Gesù: A chi rassomigliano i tuoi discepoli? Egli disse: essi sono simili a bambini che si sono messi su un campo che non è loro. Giungendo i padroni del campo, questi diranno: lasciateci il nostro campo! Quelli si svestono alla loro presenza per lasciarlo a loro e dar loro il loro campo. (Mt 4/19 + Mc 1/17 + Lc 5/10)
Comm. “l.”:
26)Log.21a
I veri discepoli hanno reso spoglio il proprio ‘Io’. Essi, quindi, “sono simili a bambini” che si avventurano a stimolare l’altro (“campo che non è loro”), affinché inizi anch’egli il vero processo conoscitivo di sé. Se l’altro, però, sentendosi troppo scoperto (“giungendo i padroni del campo”), non sopporta più la manomissione altrui (“lasciateci il nostro campo”), il discepolo vero dovrà sapersi fermare in tempo (“svestendosi” dal suo ruolo), affinché l’analizzato non abbia a bloccarsi. Diversamente, con la sua chiusura, non vi sarà nessuna possibilità di poterlo aiutare, giacché non ne verrebbero più dati utili alla analisi.
Comm. interl.:
26)Log.21a
Maria disse a Gesù: a chi rassomigliano i tuoi discepoli? Egli disse: essi sono simili a bambini (in psicoanalisi si dice: ‘rientro nel seno materno’) che si sono messi su un campo (la psiche dell’altro) che non è loro. Giungendo i padroni del campo (quando il soggetto non è disponibile a “circoncidersi” -v. 17/Log.53- oltre), questi diranno: lasciateci il nostro campo! Quelli (i veri discepoli, da buoni psicoanalisti) si svestono alla loro presenza (non risentiti, si “svestono” dell’abito professionale) per lasciarlo a loro (con il compito di cercarsi la ‘Log.83. Dice J. Lacan: “L’analista deve saper scegliere il tempo opportuno per racpropria’ verità) e dare loro il loro campo (psichico, per non turbarne eccessivamente la crescita -v. 13/contare al paziente il suo paziente”. -Per il lavoro psicoanalitico, infatti, occorre la collaborazione del soggetto da analizzare. Se questi si bloccasse e, quindi, non fosse più disponibile ad aprirsi, anche il migliore psicoanalista, rimanendo privo di dati, diventerebbe nullo. Per questo è indispensabile che egli sappia fermarsi in tempo, prima che la suscettibilità dell’altro possa rendere inutile il suo lavoro.-).
FARE ANALISI SIGNIFICA: “LAVORARE”
30)Log.1/2
Gesù ha detto: chi cerca non desista dal cercare, finché abbia trovato. Quando avrà trovato, si stupirà; stupito, regnerà e giunto al regno, si riposerà. (Lc 11/9)
Comm. “l.”:
30)Log.1/2
La ricerca della propria pace interiore è laboriosa. Ognuno deve, infatti, per avvicinarsi ad essa, attraversare l’inferno (v. Dante) del riconoscimento dei propri stati d’animo più vili. Ma solo con l’accettazione consapevole delle qualità negative dei propri sentimenti si potrà riuscire, impegnandosi, a “regnare”.
Comm. interl.:
30)Log.112
Gesù ha detto: chi cerca non desista dal cercare, finché abbia trovato (il contatto con l’inconscio non è possibile se prima non si è lavorato a districare la imbrigliata matassa del proprio ‘io’). Quando avrà trovato, si stupirà (della pace raggiunta); stupito, regnerà (avendo imparato l’autogoverno) e giunto al regno, si riposerà (perché cambierà integralmente il suo modo di concepire la vita -v. “Siddharta”, di H. Hesse-).
31)Log.6/7
Gesù ha detto: beato il leone mangiato dall’uomo; così il leone diverrà uomo. E maledetto l’uomo mangiato dal leone: l’uomo diverrà leone.
Comm. “l.”:
31)Log.6/7
L’uomo che ha vissuto istintivamente i propri stati d’animo e che, non dominandoli, è stato “leone” verso se stesso e gli altri, se, con la maturità, riuscirà ad ‘umanizzarsi’, raggiungendo il dominio dei propri sentimenti, sarà”beato” perché nessuno potrà mai convincerlo a tornare indietro. Viceversa ‘uomo troppo ben educato esteriormente (“uomo”, cioè, in apparenza), che riuscisse a liberarsi dei tabù educativi divenendo, poi, “leone” per la scoperta del proprio sentire, potrebbe, per questo, non voler più tornare indietro, condannandosi, così, alla solitudine (e, quindi, alla “maledizione”), per la repulsione che susciterà negli altri.
31)Log.6/7
Gesù ha detto: beato il leone (l’uomo selvatico: sempre a contatto con i propri sentimenti) mangiato dall’uomo (addomesticato, poi, dal ragionamento -“uomo”-: egli non conoscerà tentazioni, perché tutto ha provato e toccato in precedenza); così il leone diverrà uomo. E maledetto (dannato) l’uomo mangiato dal leone (la persona ben educata di fuori, ma impreparata alle tentazioni del proprio animo: -“leone”-): l’uomo diverrà leone (e, forse, si vanterà persino, del proprio nuovo stato, come ‘liberazione’ dai propri tabù precedenti).
32)Log.19
Gesù ha detto: beato colui che è esistito prima di venire all’esistenza! Se mi diverrete discepoli e ascolterete le mie parole, queste vi serviranno come pietre. Avete difatti cinque alberi nel paradiso; essi non si muovono in estate e in inverno né le loro foglie cadono. Chi li conoscerà, non gusterà morte. (Mt 7/24 + Lc 11/9)
Comm. “l.”:
32)Log.19
v.25)Log.19.
Comm. interl.:
32)Log.19
Gesù ha detto: beato colui che è esistito (si è posto problematiche rendendo fertile la propria mente) prima di venire all’esistenza (tramite il contatto col proprio inconscio)! Se mi diverrete discepoli e ascolterete le mie parole, queste vi serviranno come pietre (segnali stradali per l’orientamento). Avete difatti cinque alberi nel paradiso (del vostro ascolto interiore…:”carità, pazienza, perseveranza, amore, giustizia”-?-); essi non si muovono in estate e in inverno (imperturbabilità) né le loro foglie cadono (i loro principi sono eterni). Chi li conoscerà (tramite la meditazione), non gusterà la morte (degli stati angosciosi).
33)Log.20
I discepoli dissero a Gesù: dicci a che rassomiglia il regno dei cieli. Egli disse loro: è simile a granello di senape. Questo è più piccolo di tutti i semi. Quando però cade sulla terra che vien coltivata, produce un grande ramo ediviene un tetto per gli uccelli del cielo. (Mt 13/31 + Mc 4/31 + Lc 13/19)
Comm. “l.”:
33)Log.20
La propria pace interiore la si raggiunge (o alimenta) nei momenti di fusione tra conscio ed inconscio (v. 10/Log.106). L’informazione, però, che viene dal proprio inconscio è sempre più o meno coperta dalle strutture mentali acquisite con l’educazione e, quindi, va cercata come un “granello di senape”.
Quando il lavoro e la ricerca costante, tuttavia, ne avranno spianata la strada e l’uomo sarà divenuto sempre più un tutt’uno con il proprio inconscio, allora per lui sarà più facile alimentarvicisi e divenire interprete verso gli altri, se questi saranno “uccelli del cielo”, cioè, capaci d’intendere.
Comm. interl.:
33)Log.20
I discepoli dissero a Gesù: dicci a che rassomiglia il regno dei cieli. Egli disse loro: è simile a granello di senape (l’informazione che raggiunge l’uomo interiormente, anche se minima -“senape”-, è perfettamente proporzionata al grado di maturità individuale della persona -v. 8/Log.61b-). Questo è più piccolo di tutti i semi.Quando però cade sulla terra che viene coltivata (dal ‘desiderio’ di apprendere),produce un grande ramo (ragionando e meditando) e diviene un tetto (aiuta altri a ‘coprire’ e rifinire ricerche iniziate) per gli uccelli del cielo (per gli amanti dei ‘voli’liberi: i cercatori di Verità).
34)Log.26
Gesù ha detto: la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello tu vedi, ma la trave nel tuo occhio tu non vedi. Quando tu trarrai la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello. (Mt 7/3 + Lc 6/41)
Comm. “l.”:
34)Log.26
È molto più facile vedere gli errori di impostazione mentale degli altri (“pagliuizza”), che non i propri (“trave”). Questi ultimi, infatti, provengono da abitudini (v. Delgado: “Genesi e libertà della mente” -Ed. Boringhieri-) stratificatesi fin dai primissimi anni di vita; esse rendono l’uomo cieco, inconsapevolmente, per essere, egli, un tutt’uno con i propri difetti acquisiti. Solo dopo un accurato lavoro di analisi, quando si sarà iniziato a “trarre la trave dal proprio occhio”, e se ne conoscerà la ribellione e la fatica, si potrà davvero aiutare e confortare altri che vi si predispongano.
Comm. interl.:
34)Log.26
Gesù ha detto: la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello tu vedi (nell’altro è sempre più facile leggere le contraddizioni), ma la trave nel tuo occhio (il proprio modo di essere, nelle sue contraddizioni, è più difficile da districare, perché è un “vestito” -v. 15/Log. 37- appiccicato addosso da tempi molto remoti) tu non vedi. Quando tu trarrai la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello (da Sheldon B. Kopp: “Ripartire da uno”, Ed. Astrolabio -pag.18-leggiamo:”Dal mio personale punto di vista è essenziale che il terapeuta abbia fatto esperienza della terapia come paziente, che cioè non sia più emotivamente vergine. È essenziale che abbia assaporato di persona un po’ delle sofferenze della vita, e che abbia affrontato i propri conflitti interiori. È l’unica cosa che possa infonderti quel minimo di rispetto per chi viene da te in cerca di aiuto”).
35)Log.27
Gesù ha detto: se non digiunate al mondo, non troverete il regno. Se non trattate il sabato come sabato, non vedrete il Padre. (Lc 9/25)
Comm “l.”:
35)Log.27
Chi si avventura in analisi inizia un profondo lavoro introspettivo che lo porterà ad occuparsi delle cose esterne (del “mondo”), solo in funzione delle connessioni e correlazioni di esse con il proprio mondo interiore. Quindi il “mondo” avrà un valore relativo (di “digiuno”, più che di interesse primario). Ed il contatto con il proprio inconscio (“Padre” interiore) avverrà proprio predisponendosi all’ascolto, liberi da pregiudizi di ogni genere e, cioè, con mente interamente sgombera (significato vero del “sabato”) -v. 8/Log.61b-.
Comm. interl.:
35)Log.27
Gesù ha detto: se non digiunate al mondo (v. -53/Log.10_11_-), non troverete il regno (al quale si accede, sempre, dopo un grosso lavoro introspettivo). Se non trattate il sabato come sabato (cioè allontanamento di ogni preoccupazione contingente per favorire l’ascolto interiore), non vedrete (in voi stessi) il Padre (ciò che vi ammaestra da dentro -v. 8/Log.61b-).
36Log.32
Gesù ha detto: città costruita su monte alto e fortificata, non può cadere né potrà rimanere nascosta. (Mt 5/14 – 7/24 + Lc 6/48)
Comm. “l.”:36)Log.32
Chi si sarà impegnato nell’acquisire consapevolezza dei propri stati d’animo,non sarà suscettibile di crolli causati da insidie tesegli da altri. Per questo sarà come se avesse, col suo lavoro, edificato una “città su monte alto”. La
consapevolezza, poi, del proprio sentire più vero, non “potrà rimanere nascosta”, giacché chi tocca stati d’animo caldi e positivi avrà un naturale desiderio di espandersi verso gli altri (v. 6/Log.33).
Comm. interl.:
36)Log.32
Gesù ha detto: città costruita su monte alto (l’introspezione porta ad una visuale molto più ampia ed “alta”) e fortificata (dall’esercizio continuo), non può cadere (in stati d’animo sconosciuti) né potrà rimanere nascosta (l’introspezione fruttuosa porta al desiderio di comunicare).
37)Log.41
Gesù ha detto: a chi ha qualcosa in mano verrà dato e a chi non ha verrà tolto anche il poco che ha.
(Mt 25/29 + Mc 4/25 – 9/50 + Lc 8/18)
Comm. “l.”:
37)Log.41
Colui che si terrà vivo, nel desiderio di apprendere, potrà arricchirsi, spesso, attingendo al proprio profondo. Chi, invece, non conserverà costantemente questo desiderio, perderà molte ocasioni (v. 33/Log.20) di arricchimento, perché gli sfuggiranno molti momenti, anche a lui favorevoli.
Comm. interl.:
37)Log.41
Gesù ha detto: a chi ha qualcosa in mano (il desiderio ‘operante’ di migliorarsi) verrà dato (aiuto dall’interno, tramite la meditazione) e a chi non ha (questo desiderio operante) verrà tolto anche il poco che ha (la sua fuga dal ‘sé’, infatti, non gli permetterà nemmeno l’ascolto del “poco” che anche in lui vorrebbe giungere al conscio).
38)Log.58
Gesù ha detto: beato l’uomo che ha messo alla prova se stesso! Egli ha trovato la vita. (Mt 7/14)
Comm. “l.”:
38)Log.58
Chi sarà costretto, dalle vicissitudini della vita, a umiliazioni profonde che lo costringeranno a “mettere alla prova se stesso”, sarà, poi, consapevole della propria forza interiore e non avrà più motivo di temere “la vita”.
Comm. interl.:
38)Log.58
Gesù ha detto: beato l’uomo che ha messo alla prova se stesso (collaudo -v.57/Log.68; 58/Log.69a-)! Egli ha trovato la vita (la chiave per giungere alla “vita”:quella dell’umiltà. Essa porta alla pace interiore).
39)Log.69b
Beati quelli che han fame perché sarà saziato il ventre di chi lo desidera. (Mt 5/6 + Lc 6/21 + Ap 21/6)
Comm. “l.”:
39)Log.69b
“Beati” gli assetati di Verità (senza riserve!), perché verranno illuminati interiormente, tramite il contatto col proprio inconscio.
Comm. interl.:
39)Log.69b
Beati quelli che han fame (“fame” di ‘verità’), perché sarà saziato (dall’inconscio che viene alla luce del conscio) il ventre di chi lo desidera (lo desidera davvero, con ‘desiderio’ … da analista -v. 4/Log.50-).
40)Log.73
Gesù ha detto: la messe è davvero grande, ma gli operai sono pochi. Pregate il Signore perché invii operai per la mietitura. (Mt* 9/37 + Lc* 10/2)
Comm. “l.”:
40)Log.73
Sono pochi coloro che, intuite le problematiche da dover affrontare (v. 53/Log.10-11), avranno il coraggio di cimentarvisi. Solo spiriti superiori, ripercorrendo la strada dell’uomo, avranno il coraggio, nella maturità, di affrontare se stessi in un processo di continua revisione (v. 19/Log.71).
Comm. interl.:
40Log73
Gesù ha detto: la messe è davvero grande (la “messe” di problematiche che attende chi si avventura in analisi. V. Dante, Inf., c.I: “… mi ritrovai per una ‘selva’ oscura”), ma gli operai sono pochi (sono pochi coloro che hanno il coraggio -v. 14/Log.98- di iniziare il lavoro di revisione). Pregate il Signore perché invii operai (spiritualità superiori che, ripercorrendo la strada come uomini, abbiano in sé la forza -v. Buddha, Gesù- ed il coraggio di lavorarvi, per giungere alla “mietitura”: la pace interiore) per la mietitura.
41)Log.74
Egli ha detto: Signore, sono molti intorno al pozzo, ma nessuno nel pozzo. (Mt 7/13 + Lc 13/24)
Comm. “l.”:
41)Log.74
Sono pochi quelli che giungono alla vera fusione con il sé profondo (“pozzo”).
Comm. interl.:
41)Log.74
Egli ha detto: Signore, sono molti intorno al pozzo (molti ad intuirne la problematica), ma nessuno nel pozzo (nessuno che attinga davvero al suo ‘profondo’, non essendo disponibile al lavoro di analisi).
42)Log.94
Gesù ha detto: chi cerca troverà e a chi batte verrà aperto. (Lc 11/9)
Comm. “l.”:
42)Log.94
v. 30)Log.1-2.
Comm. interl.:
42)Log.94
Gesù ha detto: chi cerca (chi coraggiosamente affronta il lavoro e la sofferenza connessa all’analisi) troverà (il contatto con il proprio inconscio) e a chi batte (con desiderio vero d’analista) verrà aperto (al contatto interiore).
43)Log.97
Gesù ha detto: il regno del Padre è simile a una donna recante un vaso pieno di farina e percorrente una lunga strada. L’ansa del vaso si ruppe e la farina si versò dietro di lei, sulla strada. Ella però non lo sapeva, ché non si era accorta di ciò che le era occorso. Arrivata a casa, depose il vaso e lo trovò vuto.
Comm. “l.”:
43)Log.97
Ciò che impedisce all’uomo di prendere contatto col proprio, limpido (“farina”) inconscio, è la corazza (“vaso”) del suo volto esteriore, acquisito con l’educazione (fatta, anche, di strutture di ‘rigetto’) . Per il processo di accesso al ‘Sé’ profondo (“farina”) è necessaria la “rottura” della corazza educativa (“vaso”). Ma, almeno nella fase iniziale del cammino (“lunga strada”) dell’uomo verso se stesso, essa (“farina”) è visibile più all’esterno -da parte dell’ascoltatore (incrociato magari “sulla strada”), che si arricchisce degli attimi di sincerità di chi comincia a scoprirla- che non da parte del possessore. Questi, infatti, da novizio, appena nuovamente solo con se stesso (“a casa”), vorrebbe alleggerirsi completamente (“depose”) del suo “vaso”, ma l’estrema solitudine che prova (“vuoto”) gli impedisce ogni ulteriore ricerca.
Comm. interl.:
43)Log.97
Gesù ha detto: il regno del Padre (del contatto interiore col “Padre”) è simile a una donna recante un vaso pieno di farina (la donna lavora, nel trasporto, così come fa il cercatore di pace interiore, il quale “reca” indosso il peso /”vaso”/ di tutte le costruzioni mentali dell’educazione nella quale si è formato, dei cui errori comincia, ora, ad essere consapevole) e percorrente una lunga strada (la strada dell’analisi). L’ansa del vaso si ruppe (chi inizia il processo analitico “rompe” la propria riservatezza e, della scoperta di sé, nuova!, fa partecipi anche gli altri che incontra) e la farina (considerazioni e pensieri ‘candidi’, fatti di sincerità interiore) si versò dietro di lei (tramite il suo discorrere), sulla strada (anche degli incontri occasionali). Ella però non lo sapeva (chi si espande, in fase di autoconoscenza, non si accorge di coinvolgere anche gli altri, in un discorso di ‘verità’) ché non si era accorta di ciò che le era occorso. Arrivata a casa (quando poi, si trovò sola con se stessa), depose il vaso (e, con esso, la vitalità derivante dalle sempre nuove meditazioni) e lo trovò vuoto (si accorse del peso orribile della sua solitudine).
44)Log.76
Gesù ha detto: il regno del Padre è simile a un mercante che ha della merce. Trovata una perla, quel mercante, essendo saggio, vendette la merce e si comprò la sola perla. Voi pure dovete cercare il tesoro che non viene meno, duraturo, là dove nessuna tarma si accosta per consumare né verme alcuno rovina.(Mt 13/45 + Lc 12/33)
Comm. “l.”:
44)Log.76
La propria pace interiore (“regno del Padre” o, meglio, del contatto interiore con la voce “del Padre”) la si conquista operando delle scelte “sagge”, cioè sapendo distinguere, nella maturità, l’informazione che ci illumina dall’interno (“perla”), dai vari messaggi che ci provengono dal mondo esterno (“merce”). Se si troverà la strada per accedere alla prima (“perla”), ogni altro interesse (“merce”) resterà ad essa subordinato, giacché quel bene è una ricchezza del proprio intimo e, quindi, al riparo da ogni deterioramento o furto.
Comm. interl.:
44)Log.76
Gesù ha detto: il regno del Padre (del contatto interiore col “Padre”) è simile a mercante che ha della merce (esperienze e considerazioni). Trovata una perla (“trovato”, anche se per caso, l’attimo di illuminazione interiore, con l’esperienza di calda pace -“perla”- connessa), quel mercante, essendo saggio (non tutti lo sono), vendette la merce (lasciò i vecchi interessi, come primari) e si comprò (operando una scleta -v. 53/Log.10_11-) la sola perla (per poter rendere più duratura la sua pace). Voi pure (il discorso è indirizzato ai diretti discepoli) dovete cercare il tesoro che non viene meno (il contatto interiore con il proprio inconscio), duraturo, là dove nessuna tarma si accosta per consumare né verme alcuno rovina (giacché proviene dal vostro intimo, e nessun altro può attingervi, se non voi).
45)Log.107
Gesù ha detto: il regno è simile a pastore con cento pecore. Una di esse si smarrì, la maggiore. Egli lasciò le novantanove e cercò l’unica, finché la trovò. Stanco, disse alla pecora: ti amo più delle novantanove! (Mt* 18/12 + Lc* 15/4)
Comm. “l.”:
45)Log.107
Il “regno” della pace interiore lo si riconquista, da adulti, se ci si accorge che, fra le “cento” cose e doti acquisite, si è persa (“si smarrì”) la più importante (“la maggiore”): quella della calda spontaneità. Una volta ritrovata, anche se a prezzo di tanta fatica -v.43)Log.97-, ci si accorge, però, che ne è valsa la pena (“ti amo più delle …”), per la riscoperta della propria, intima essenza.
Comm. interl.:
45)Log.107
Gesù ha detto: il regno (della pace interiore) è simile a pastore con cento pecore (con tante nozioni ed interessi). Una di esse si smarrì (v. 11/Log.109), la maggiore (il contatto col ‘sè’ vivo, che dopo la giovinezza tende a sparire). Egli (se saggio -v. 44/Log.76-) lasciò le novantanove (almeno come interesse primario) e cercò l’unica, finché la trovò (ma quanto lavoro, per avvicinarsi al vero ‘sé’ profondo!). Stanco (-v. 30/Log.1_2-, ma finalmente in pace), disse alla pecora (al caldo del suo intimo raggiunto): ti amo più delle novantanove (ora che conosco la pace!).
46)Log.96
Gesù ha detto: il regno del Padre è simile a donna, la quale ha preso un po’ di lievito, l’ha nascosto in una quantità di pasta e ne fece grandi pani. Chi ha orecchi ascolti.(Mt 13/33 + Lc 13/21)
Comm. “l.”:
46)Log.96
Per l’uomo adulto (che ha, dunque, “una quantità di pasta”, di vita vissuta) il rimestare opportunamente i dati, in funzione di piccoli dati (“lievito”), raggiunti con la meditazione, può significare offrire anche ad altri “grandi pani”, come cibo spirituale.
Comm. interl.:
46)Log.96
Gesù ha detto: il regno del Padre (del contatto interiore col “Padre”) è simile a donna, la quale ha preso un po’ di lievito (piccole, ma profonde meditazioni), l’ha nascosto in una quantità di pasta (nella massa delle proprie esperienze di vita; in essa il lievito resta nascosto per qualche tempo, perché sommerso dalle sensazioni dolorose che provoca, col suo fermento) e ne fece grandi pani (con la rielaborazione più appropriata dei dati, frutto di acquisita saggezza).
Chi ha orecchi ascolti.
COMPITO DELLA PSICOANALISI È QUELLO DI PORTARE L’INDIVIDUO AL CONTATTO CON I PROPRI “VERI” SENTIMENTI ED ALLA CONSAPEVOLEZZA DELLA NATURA DEGLI STESSI
47)Log.5/6
I suoi discepoli lo interrogarono e gli dissero: vuoi che digiuniamo? E in quale maniera dobbiamo pregare e fare elemosina? E quali prescrizioni relative al cibo dobbiamo osservare? Gesù disse: non mentite e non fate ciò che odiate, ché tutto si svela di fronte al cielo. Non vi è nulla di nascosto che, in verità, non venga alla luce, alla lunga non possa apparire.(Mt* 10/26 + Mc 4/22 + Lc 8/17 – 12/2)
Comm. “l.”:
47)Log.5/6
L’uomo che volesse conoscere veramente se stesso dovrebbe cercare, da solo, di prendere coscienza dei propri stati d’animo. Ogni consiglio che gli venga dall’esterno, dunque, non farebbe che ritardargli il vero processo di conoscenza che, “alla lunga”, comunque verrebbe inevitabilmente alla luce (del “cielo”).
Comm. interl.:
47)Log.5/6
I suoi discepoli lo interrogarono e gli dissero: vuoi che digiuniamo? (I discepoli di Giovanni lo facevano) E in quale maniera dobbiamo pregare e fare elemosina? E quali prescrizioni relative al cibo dobbiamo osservare? Gesù disse: non mentite e non fate ciò che odiate (fareste sciocchi voi stessi), perché tutto si svela di fronte al cielo (man mano che vi analizzerete, le ‘verità’ dei vostri sentimenti verranno alla luce -del “cielo”- e vi conoscerete). Non vi è nulla di nascosto che, in verità, non venga alla luce (prima o poi, in analisi), alla lunga non possa apparire (questi quesiti, dunque, fateli a voi stessi e non a me).
48)Log.14
Gesù disse loro: “Se digiunate, darete origine a un peccato a vostro danno; se pregate, vi condanneranno; se fate elemosina, farete male ai vostri spiriti. Se entrate in qualsiasi paese e camminerete per le regioni, qualora vi ricevano, mangiate ciò che vi porranno davanti e curate quelli che sono malati. Perché quello che entrerà nella vostra bocca non vi può contaminare, ma ciò che esce dalla vostra bocca, vi contaminerà”.
Comm. “l.”:
48)Log.14
Non vi è nessuna azione dell’uomo che, non motivata dalla spontaneità, possa aiutarlo a conoscersi. Il “digiunare”, “pregare”, “fare elemosina”, mai potranno servire a conoscere il proprio animo. Le motivazioni, invece, il: perché digiuno?: perché prego?, perché faccio elemosina?, queste sì, eventualmente, potrebbero servire a migliorare l’autoconoscenza.
Non sarà, poi, il cibo “che entra nella bocca” che potrà attentare alla propria pace interiore. Si stia, invece, molto attenti a non abbandonarsi a risentimenti (“ciò che invece uscirà”): questi soli potranno, davvero, minare (“contaminare”) l’animo!
Comm. interl.:
48)Log.14
Gesù disse loro: “Se digiunate, darete origine a un peccato a vostro danno (giacché fate una cosa senza ‘sentirla’ davvero, quindi andate ‘contro’ voi stessi); se pregate, vi condanneranno (per incoerenza, giacché dovreste ormai essere convinti che, se vi è Chi vi guarda dentro, Questi sa bene ciò di cui potreste avere bisogno); se fate elemosina, farete male ai vostri spiriti (ogni mera abitudine, infatti, appiattisce l’uomo, perché lo allontana dalla propria spontaneità e, quindi, dal ‘sé’). Se entrate in qualsiasi paese e camminerete per le regioni, qualora (nulla sarà da voi preteso) vi ricevano, mangiate (senza alcuno scrupolo) ciò che porranno davanti a voi e curate (con la parola) quelli che sono malati (nell’animo). Perché quello che entrerà nella vostra bocca non vi può contaminare, ma ciò che esce dalla vostra bocca vi contaminerà (se non saprete essere assennati con le vostre osservazioni e vi lascerete, poi, coinvolgere in risentimenti)”.
49)Log.89
Gesù ha detto: perché lavate l’esterno del bicchiere? Non capite che colui che ha fatto l’interno è lo stesso che ha fatto l’esterno?
(Mt 23/25-26 + Lc* 11/39)
Comm. “l.”:
49)Log.89
Preoccuparsi più di come si può apparire (“esterno” del bicchiere) agli altri, che non di come davvero si sia, è cosa davvero stupida. Chi costruisce veramente bene se stesso, infatti (e per farlo dovrà lavorarvi!), non sarà mai preoccupato di come gli altri potranno giudicarlo, perché avrà un solo volto in cui, per averlo “fatto”, crede.
Comm. interl.:
49)Log.89
Gesù ha detto: perchè lavate l’esterno del bicchiere (il vostro modo esteriore, col quale amate presentarvi agli altri)? Non capite che colui che ha fatto l’interno (colui che è riuscito a prendere contatto col proprio ‘sè’ profondo) è lo stesso che ha fatto l’esterno (perché, una volta che si sarà preso contatto col ‘sé’, quello stesso ‘sé’ costituirà anche il volto esteriore -v. 10/Log,106-)?
50)Log.104
Gli dissero: vieni, oggi vogliamo pregare e digiunare! Gesù rispose: e che peccato ho commesso? o in che sono stato vinto? Quando, però, lo sposo uscirà dalla camera nuziale, allora si digiuni e si preghi!
(Mt* 9/15 + Mc* 2/19 + Lc* 5/34)
Comm. “l.”:
50)Log.104
Per chi vive attento ai moti del proprio animo, la spontaneità dei sentimenti è cosa fondamentale, e nessuno potrà indirizzare questa dall’esterno. Quando, però, capiterà di perdere la propria pace interiore (e, di conseguenza, “lo sposo uscirà dalla camera nuziale”), allora si faccia qualsiasi cosa, nel tentativo di ritornare in armonia con il ‘Sé’.
Comm. interl.:
50)Log.104
Gli dissero: vieni, oggi vogliamo pregare e digiunare! Gesù rispose: e che peccato ho commesso? o in che sono stato vinto? (Se in questo momento sto bene e non sento nessuna necessità di fare cose del genere: perché dovrei venire con voi?) Quando, però, lo sposo (il contatto col proprio inconscio) uscirà dalla camera nuziale (e l’uomo si sentirà solo e vuoto dentro -v. 5/Log.24-), allora si digiuni e si preghi (che ritorni il contatto interiore)!
CHI È LO PSICOANALISTA
51)Log.21a
Maria disse a Gesù: A chi rassomigliano i tuoi discepoli? Egli disse: essi sono simili a bambini che si sono messi su un campo che non è loro. Giungendo i padroni del campo, questi diranno: lasciateci il nostro campo! Quelli si svestono alla loro presenza per lasciarlo a loro e dar loro il loro campo. (Mt 4/19 + Mc 1/17 + Lc 5/10)
Comm. “l.”:
51)Log.21a
V. 26)Log.21a
Comm. interl.:
51)Log.21a
Maria disse a Gesù: A chi rassomigliano i tuoi discepoli? Egli disse: essi sono simili a bambini (sempre fusi col proprio sentire) che si sono messi su un campo che non è loro (la psiche dell’altro). Giungendo i padroni del campo (quando l’interessato giunge alla comprensione del limite delle proprie forze), questi diranno: lasciateci il nostro campo (basta!)! Quelli (io discepoli ‘veri’) si svestono alla loro presenza (non insistono, “svestendosi” dal loro ruolo) per lasciarlo a loro (dice J. Lacan: “L’analista deve saper scegliere il tempo opportuno per raccontare al paziente il ‘suo’ paziente”) e dar loro (lasciare) il loro campo (psichico).
52)Log.12/13
Gesù disse ai suoi discepoli: paragonatemi e ditemi a chi sono simile. Gli disse Simon Pietro:
Tu sei simile ad Angelo giusto. Matteo gli disse: Tu sei simile a filosofo intelligente. Tommaso gli disse: Maestro, la mia bocca non permetterà in alcun modo che io dica a chi Tu rassomigli.
Gesù disse: non sono io il tuo maestro, ché tu hai bevuto e sei diventato ebbro alla sorgente zampillante, che io ho misurato? Egli lo prese, si tirò indietro e gli disse tre parole. Quando poi Tommaso tornò ai suoi compagni, gli chiesero: che cosa ti ha detto Gesù? Disse loro Tommaso: se vi dicessi una sola delle parole che mi ha detto, prendereste sassi e li scagliereste contro di me, dai sassi poi uscirebbe fuoco e vi brucerebbe.
Comm. “l.”:
52)Log.12/13
È impossibile, in analisi, definire l’altro essendo, questi, variabile nel suo sentire, nel tempo. L’altro è l’altro !
(Volendo definire, poi, un uomo come Gesù pronto, cioè, ad un continuo rinnovamento -v. 19/Log.71-, è cosa assolutamente impossibile.) Solo Tommaso risponde saggiamente. Gesù finge, per non recare offesa agli altri, di scandalizzarsi del suo non volersi esprimere ma, poi, preso Tommaso in disparte, lo rincuora con “tre” sole parole -bene, bravo, esatto (!?)-. Tommaso, ovviamente si guarda bene, a sua volta, di mortificare i suoi amici, quando questi passano ad interrogarlo.
Comm. interl.:
52)Log.12/13
Gesù disse ai suoi discepoli: paragonatemi e ditemi a chi sono simile (definitemi). Gli disse Simon Pietro: Tu sei simile ad Angelo giusto. Matteo gli disse:Tu sei simile a filosofo intelligente. Tommaso gli disse: Maestro, la mia bocca non permetterà in alcun modo che io dica a chi Tu rassomigli (ognuno, se analista, sa che può definire solo se stesso, e nell’attimo particolare vissuto. S. Quasimodo dice: “Ognuno è trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”).
Gesù disse: non sono io il tuo maestro, ché tu hai bevuto e sei diventato ebbro alla sorgente zampillante, che ho misurato? (Gesù finge, in presenza degli altri discepoli, di rimproverare Tommaso). Egli lo prese, si tirò indietro (in disparte) e gli disse tre parole (forse: “bene, bravo, perfetto”). Quando poi Tommaso tornò ai suoi compagni, gli chiesero: che cosa ti ha detto Gesù? Disse loro Tommaso: se vi dicessi una sola delle parole che mi ha detto, prendereste sassi e li scagliereste contro di me (per gelosia), dai sassi poi uscirebbe fuoco (quello della discordia) e vi brucerebbe (vi farebbe del male).
Il PROBLEMA PSICOANALITICO NASCE ad un CERTO PUNTO della MATURITÀ dell’UOMO ed IMPONE una SCELTA PERSONALE PERCHÉ POSSA ESSERE APPROFONDITO
53)Log.10/11
Gesù ha detto: questo cielo passerà, quello sopra di esso passerà; i morti non sono più in vita e quelli che sono vivi non moriranno. Nei giorni in cui voi mangiavate ciò che è morto, voi lo rendevate vivo. Quando voi sarete nella luce, che cosa farete? Il dì in cui eravate uno, siete divenuti due; divenuti però due, che cosa farete? (Lc 14/28-31)
Comm. “l.”:
53)Log.10/11
L’attimo della vita dell’uomo trascorre velocemente e non profittare di esso, per migliorarsi, è come essere “morti” prematuramente. Chi è fuso al proprio ‘Sé’, invece, resta vivo e vitale, perché sempre conscio dei propri sentimenti e disponibile a migliorarli.
Vi è, comunque,per tutti un tempo, nella maturità, in cui ci si accorge che è possibile rifiutare di guardarsi dentro (e, quindi, restare fermi -“morti”-), o desiderare di conoscersi oltre (divenendo “vivi”, anche a costo di sofferenze per questo).
Cosa farà l’adulto, a quel punto, è decisione solo sua: nessuno infatti potrà obbligarlo a conoscersi meglio, se non sarà lui stesso a volerlo! (V. 54/Log.7-8 e 26/Log.21a).
Comm. interl.:
53)Log.10/11
Gesù ha detto: questo cielo passerà, quello sopra di esso passerà (il tempo, misurato in “cieli”, trascorre); i morti (quelli che vivono per le cose ‘nel’ tempo) non sono più in vita (essendo divisi dal proprio inconscio -v. 104/Log.40 e 3/Log.70) e quelli che sono vivi (perché in armonia col ‘sé’ interiore -v. 5/Log.24-) non moriranno (perché la fonte interiore è inesauribile…). Nei giorni in cui voi mangiavate (vi interessavate a) ciò che è morto (le azioni esteriori degli uomini -v.13/Log.83-), voi lo rendevate vivo (col vostro interesse). Quando voi sarete nella luce (quando, maturi, capirete che vi è un grandissimo problema alle vostre spalle: l’analisi, non ancora risolta, dei ‘perché’ voi siete ciò che siete e ‘sentite’ ciò che sentite), che cosa farete? Il dì in cui voi eravate uno (in un tutt’uno col vostro agire), siete divenuti due (il vostro modo di essere per abitudini, ed il vostro ‘vero’ sentire, di cui cominciate ad essere consapevoli -v. 43/Log.97-); divenuti però due (giunti a questa consapevolezza), che cosa farete? (Affronterete la ricerca interiore?, o proteggerete a tutti i costi il personaggio che vi eravate costruito -l’ ‘io’-, e non vorrete intaccarlo? -V. 14/Log.98-).
54)Log.7/8
Egli ha detto: l’uomo è simile a pescatore intelligente, il quale ha gettato la sua rete nel mare e l’ha tratta dal mare, piena di pesci piccoli. Il pescatore intelligente ha trovato tra essi un grande pesce, buono. Allora egli gettò in mare tutti i pesci piccoli e scelse il grande pesce senza esitazione. Chi ha orecchi per intendere, intenda! (Mt 13/47)
Comm “l.”:
54)Log.7/8
L’uomo si forma, nel mondo, “gettando la rete”, con la propria attenzione ed intelligenza, nel “mare” delle nozioni che la società a lui contemporanea gli offre (o gli impone). Con la maturità, però, egli comincia a selezionare (“trarre dal mare”) le nozioni pervenutegli e si accorge di quanti “pesci piccoli” siano nel proprio bagaglio culturale. Ma il “pescatore intelligente” riesce ad individuare, da adulto, “un grande pesce buono” e, cioè, che è possibile raggiungere la propria pace interiore, se si saprà lavorare a porre l’IO in sintonia col proprio inconscio (v.10/Log.106). Questo lavoro di ricerca, però, richiede tempo ed occorre che, per esso, si sappiano sacrificare (si “gettino in mare”) altri interessi (i “pesci piccoli”). Ma il “pescatore intelligente” non avrà esitazione nella sua scelta. Chi sa capire questo discorso, ne tragga profitto (con l’esercizio continuo che il lavoro di ‘sintonia’ richiede).
Comm. inter.:
54)Log.7/8
Egli ha detto: l’uomo è simile a pescatore intelligente, il quale ha gettato la sua rete (i suoi interessi) nel mare (delle notizie che la sua società gli porge) e l’ha tratta dal mare (iniziando a selezionare i dati con la propria intelligenza e sensibilità), piena di pesci piccoli (con la maturità -v. 11/Log.109- egli si accorge che molti degli interessi vissuti erano insignificanti). Il pescatore intelligente (v. 44/Log.76-, ma non tutti lo vogliono essere) ha trovato tra essi (tra le informazioni pervenutegli) un grande pesce, buono (: in ogni uomo risiede ‘l’inconscio’!). Allora egli (perché intelligente) gettò in mare tutti i pesci piccoli (che fino ad allora avevano finito col plasmare la sua vita -v. G. Berto: “Il male oscuro”-) e scelse il grande pesce (la ricerca della pace interiore, tramite il contatto col proprio inconscio) senza esitazione. Chi ha orecchi per intendere (grazie all’intelligenza ed al coraggio), intenda!
55)Log.47
Gesù ha detto: un uomo non può montare due cavalli e tendere due archi. Uno schiavo non può servire a due padroni: o onorerà uno e disprezzerà l’altro…! Nessuno beve il vino vecchio e vuole subito bere il vino nuovo. Il vino nuovo non è messo in otri vecchi, perché non si spacchino, né si mette il vino vecchio in otre nuovo, perché non lo rovini. Non si pone toppa vecchia su vestito nuovo; altrimenti succederà una rottura. (Mt 6/24 – 9/16 + Mc 2/21_22 + Lc 5/36_37 – 16/13)
Comm. “l.”:
55)Log.47
Chi si avventura in analisi occorre che sappia fare una scelta -v. 14)Log.98 o 53)Log.10/11-. Vivere, infatti, per essere sempre consapevoli del proprio sentire porta, almeno nella fase di noviziato, a dolorose esperienze, giacché, spesso, potrà risultare spiacevole di dover ammettere di provare anche sentimenti non buoni. Vi sarà, per questo, l’impulso a difendersi (per non dover soffrire, fortificandosi, quindi, nel volto acquisito -primo “cavallo”, “arco”, “padrone”, “vino”, “otre”, “vestito”-) e quello, completamente opposto, a guardarsi coraggiosamente dentro, al fine di poter operare, osservandosi nei propri difetti, i miglioramenti desiderati. Qualora i due sentimenti avessero a convivere, nella stessa persona, essa sarà sempre in situazione di disquilibrio (“rottura” interiore).
Comm. interl.:
55)Log.47
Gesù ha detto: un uomo non può montare due cavalli (voler primeggiare con il proprio ‘io’ e, contemporaneamente, volerlo correggere tramite il lavoro di analisi) e tendere due archi. Uno schiavo non può servire a due padroni: o onorerà uno e disprezzerà l’altro…! Nessuno beve il vino vecchio e vuole subito (anche in analisi, l’approccio è lento e delicato) bere il vino nuovo. Il vino nuovo (cioè il nuovo modo di essere: sempre nuovi e sempre disponibili al rinnovo -v. 67/Log.3_4-) non è messo in otri vecchi (le vecchie consuetudini, standardizzate), perché non si spacchino (col fermento che la nuova libertà comporta si potrebbe rischiare anche la ‘follia’ -v. Nietzsche-), né si mette vino vecchio in otre nuovo (“perdete ogni speranza o voi che entrate…” -in analisi-, fa scrivere Dante, sulla porta del ‘suo’ Inferno), perché non lo rovini (col ricadere in vecchi e superati scrupoli, che riportano ‘angosce’). Non si pone toppa vecchia (la parte stereotipata di sé) su vestito nuovo (sul motto nuovo del: “siate come viandanti” -v. 64/Log.42-); altrimenti succederà una rottura (“rottura” nel proprio interno e ci si sentirà sempre come in ‘bilico’ di sclelte -v. 53/Log.10_11-).
IL SILENZIO E LA MEDITAZIONE SONO INDISPENSABILI PER CHI SI INCAMMINA VERSO LA CONQUISTA DELLA PROPRIA PACE INTERIORE (-“REGNO”-)
(In psicoterapia il processo di “iniziazione” al silenzio viene definito: “terza fase”)
56)Log.21b
Invero vi dico: se il padrone di casa sa che viene il ladro, veglierà prima che giunga e non gli permetterà di penetrare nella casa del suo regno, per portar via le sue cose. Ora voi dovete vegliare dinanzi al mondo. Cingetevi i vostri fianchi con gran forza, perché i ladri non trovino la strada per venire da voi, perché essi troverebbero il punto debole che voi proteggete. Tra voi ci sia uomo dotato d’intelligenza! Quando il frutto maturò, egli giunse in fretta, tenendo in mano la falce, e lo mieté. Chi ha orecchi per intendere, intenda! (Mt 15/16 – 24*/43 + Mc 4/49 + Lc 12*/39)
Comm. “l.”:
56)Log.21b
Nella fase di noviziato l’uomo che vive cercando il contatto con i propri, veri, sentimenti è molto precario -v. 55)Log.47-. Occorrerà, dunque, che egli sia sempre molto attento a non cedere a provocazioni. Ciò sarebbe molto facile se si sapesse in anticipo quando, dall’esterno, giungerà l’osservazione (il “ladro”) che sarà occasione di caduta, perché ci si preparerebbe a non cedere all’ira. Non conoscendosi ancora sufficientemente emotivamente, invece, la caduta può essere imprevedibile e, quindi, inevitabile. Sarà bene, dunque, che ci si “cingano i fianchi con gran forza” (d’animo), e si faccia molta attenzione. Il punto debole (il cedere all’ira -v. Mt 11/12-), tra l’altro, è ben conosciuto da chi vive accanto a persone che hanno trovato il coraggio di abolire le proprie difese: per questo riuscirà più difficile, in quest’ultimi, l’evitare i crolli. Quando, però, con la maturità, ci si conoscerà sufficientemente (perché “il frutto maturò”) e l’uomo si sentirà ben padrone di se stesso, allora non si abbia più a temere nulla, anzi, si sia sempre pronti (“tenendo in mano la falce”) alle nuove, salutari provocazioni, perché proprio da esse potranno nascere occasioni per una sempre migliore conoscenza (“mietitura”) di sé.
Comm. interl.:
56)Log.21b
Invero vi dico: se il padrone di casa (il gestore della propria ‘pace interiore’) sa che viene il ladro (“ladro” è tutto ciò che può mettere in tentazione di reazione inconsapevole il “padrone di casa”, e ciò avviene più con la persona cara che con l’estraneo, perché con l’amico/a intimo si è sempre maggiormente impreparati alle incomprensioni), veglierà prima che giunga (giacché ci si aspetta di tutto, da un “ladro”) e non gli permetterà di penetrare nella casa del suo regno (nella ‘sua’ pace interiore), per portar vie le suie cose (preziose: ‘la pace’). Ora voi dovete vegliare dinanzi al mondo (specie nelle precarie condizioni di noviziato). Cingetevi i vostri fianchi con gran forza (siate attentissimi a non lasciarvi andare a reazioni violente), perché i ladri (quelli che, consapevolmente o non, attentano alla pace altrui) non trovino la strada per venire da voi (il modo di farvi cadere nella reazione violenta, non consapevole), perché essi troverebbero il punto debole (il vostro cedere all’ira) che voi proteggete. Tra voi ci sia uomo dotato d’intelligenza! Quando il frutto maturò (tramite la meditazione), egli (l’uomo maturo) giunse in fretta (della propria maturità emotiva ci si accorge, improvvisamente, quando si osserva che anche le incomprensioni più offensive da parte dell’amico/a più intimo, generano solo sentimenti, al massimo, di contenuta amarezza), tenendo in mano la falce (sempre pronto all’autocorrezione), e lo mieté (prese ad affrontare, oramai padrone di sé, l’altro, senza più sfuggirgli per il timore delle proprie reazioni). Chi ha orecchi per intendere, intenda!
57)Log.68
Gesù ha detto: voi siete beati, quando vi odiano, vi perseguitano e non si troverà luogo là, dove siete stati perseguitati.
(Mt 5/11 + Lc 6/22)
Comm. “l.”:
57)Log.68
Quando gli eventi costringeranno l’uomo a non potersi appoggiare ad alcun altro per far fronte ai propri stati d’animo più angosciosi perché, “odiato” e “perseguitato” ingiustamente, egli non potrà nemmeno discolparsi, documentando (“non si troverà luogo là…”) ad altri la propria innocenza, allora egli potrà considerarsi “beato”, giacché avrà avuto modo di conoscere fino in fondo la vera natura del proprio animo, avendola ben collaudata.
Comm. interl.:
57)Log.68
Gesù ha detto: voi siete beati, quando vi odiano, vi perseguitano e non si troverà luogo là, dove siete stati perseguitati (perché, allora, si dovrà fare affidamento solo sulle proprie forze interne, per sorreggersi, e si prenderà più facilmente contatto col vero, personale ‘inconscio’ -v. Dante, Inf., C.I, v.13: “Ma poi ch’i’ fui al pié d’un colle giunto … guardai in alto, e vidi…”. O, ancora: “Ma per parlar del ben ch’io vi trovai, dirò…”-).
58)Log.69a
Gesù ha detto: beati sono quelli che sono stati perseguitati nel loro cuore; quelli ha conosciuto il Padre secondo verità. (Mt 5/10)
Comm. “l.”:
58)Log.69a
V. Dante, Inf., canto I -vv. 13_18-: “Ma poi ch’i’ fui al pié d’un colle giunto là dove terminava quella valle che m’avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de’ raggi del Pianeta che mena dritto altrui per ogni calle.”
Comm. interl.:
58)Log.69a
Gesù ha detto: beati sono quelli che sono stati perseguitati nel loro cuore (l’abbattimento interiore profondo costringe chi lo subisce a solitudini estreme e … facilita, per l’estrema umiltà che ne consegue, il contatto con la voce dell’inconscio), quelli han conosciuto (interiormente) il Padre secondo verità (per “vera” esperienza diretta).
59)Log.75
Gesù ha detto: molti stanno alla porta, ma i soli entreranno nella camera nuziale. (Mt 7/14)
Comm. “l.”:
59)Log.75
Sono molti coloro che intuiscono la giustezza delle problematiche psicoanalitiche (cioè, che “sono alla porta”) ma, per poter conseguire dei risultati concreti, occorrerà che ognuno abbia ad affrontare le proprie problematiche. In questo lavoro, però, si sarà, necessariamente, “soli”, giacché solo così si potrà giungere al contatto col ‘Sé (“nuziale” -v. 10/Log.106-).
Comm. interl.:
59)Log.75
Gesù ha detto: molti stanno alla porta (intuiscono l’esistenza di un problema in loro), ma i soli (la solitudine dell’animo porta alla meditazione) entreranno nella camera nuziale (che è quella del contatto col proprio inconscio).
60)Log.60
Videro un samaritano, che portava un agnello ed entrava in Giudea. Egli disse ai suoi discepoli: che cosa intende fare quel tale con l’agnello? Gli dissero: lo vuole uccidere e mangiare. Disse loro: mentre vive non lo mangerà, ma solo se lo ucciderà ed esso diviene cadavere. Essi dissero: non potrà fare diversamente. Egli disse loro: anche voi dovete cercare un luogo nella quiete, perché non diventiate cadaveri e vi mangino. (Mt* 10/16 + Lc 10/3)
Comm. “l.”:
60)Log.60
Il periodo di ‘iniziazione’ è molto delicato -v. 55)Log.47-. Chi si avvia per quella strada dovrà stare molto attento perché, una volta abolite, con la volontà, le difese acquisite con l’educazione, si è più vulnerabili, perché maggiormante coscienti dei propri, veri, sentimenti. I crolli (quelli nell’ira!) che rendono “cadaveri”, saranno inevitabili. Per questo occorrerà che si cerchi un “luogo nella quiete” (almeno fino al superamento del precariato -v. 56/Log.21b-).
Comm. interl.:
60)Log.60
Videro un samaritano, che portava un agnello ed entrava in Giudea (ogni occasione poteva essere utile per invitare i suoi alla meditazione). Egli disse ai suoi discepoli: che cosa intende fare quel tale con l’agnello? Gli dissero: lo vuole uccidere e mangiare. Disse loro: mentre vive non lo mangerà, ma solo se lo ucciderà ed esso diviene cadavere. Essi dissero: non potrà fare diversamente. Egli disse loro: anche voi dovete cercarvi un luogo nella quiete (in questa vostra delicata fase di noviziato), perché non diventiate cadaveri (cedendo alle provocazioni altrui e finendo nell’ira, la qual cosa vi renderebbe precari -“cadaveri”- agli occhi di voi stessi e degli altri -v. 56/Log.21b-) e vi mangino (con la loro ironia).
IL MESTIERE DELLO PSICOANALISTA NON È FACILE
61)Log.34
Gesù ha detto: se un cieco guida un cieco cadono ambedue giù in una fossa. (Mt 15/14 + Lc 6/39)
Comm. “l.”:
61)Log.34
Avviare l’altro all’autogoverno di sé è compito molto delicato. Solo chi sarà in grado di togliere “la trave dal proprio occhio” -v. 34)Log.26- e sarà divenuto, così, meno “cieco”, potrtà, forse, aiutare l’altro ad intraprendere la propria strada, senza che si finisca entrambi “giù in una fossa” (di sofferenza inutile).
Comm. interl.:
61)Log.34
Gesù ha detto: se un cieco (uno psicoanalista non all’altezza del suo compito) guida un cieco (tutti lo siamo, di fronte alla ‘verità oggettiva’ -v. 13/Log.83-) cadono ambedue giù in una fossa (senza uscita: il primo, perché vorrebbe vedere la ‘sua’ verità trasformare l’altro e portarlo verso l’autogoverno e lo vede, invece, sempre più annegato nei suoi problemi; il secondo, perché sempre più ‘naufrago’).
62)Log.35
Gesù ha detto: non è possibile che un tale penetri nella casa del forte e se ne impossessi con la forza se prima non gli lega le mani. Allora svuoterà la casa di lui. (Mt 12/29 + Mc 3/27 + Lc 11/21-22)
Comm. “l.”:
62)Log.35
Non è possibile portare un altro ad aprirsi spontaneamente a se stesso ed a spogliarsi, quindi, delle difese acquisite con l’educazione ( specie se, inconsapevolmente, “forte” in esse) senza, prima, potergli additare le sue contraddizioni (“legandogli”, così, “le mani”). Solo allora, infatti, l’altro sarà costretto a dover giustificare a se stesso le proprie incoerenze e, se coraggioso, potrà voler davvero conoscersi meglio e desiderare, eventualmente, anche l’aiuto dall’esterno, per ripulire (“svuotare”) il proprio sentire (sua “casa”).
Comm. interl.:
62)Log.35
Gesù ha detto: non è possibile che un tale (uno psicoanalista, anche esperto nel suo mestiere) penetri (senza che questi si ribelli e si rinchiuda ancor più, rendendosi, quindi, anche illegibile -v. 26/Log21a-) nella casa del forte (in resistenze interne) e se ne impossessi con la forza ( della persuasione e delle argomentazioni esatte) se prima non gli lega le mani (costringendolo a meditare su contraddizioni espresse dal ‘suo’ stesso comportamento e dalle ‘sue’ stesse convinzioni dichiarate). Allora svuoterà (questo è il compito dello psicoanalista: rompere le barriere di autodifesa e portare l’analizzato al ‘desiderio’ di aprirsi e rinnovarsi) la casa di lui (la “di lui” psiche. Solo allora, infatti, il “forte” si aprirà spontaneamente e lo si potrà aiutare a conoscersi -v. 81/Log.108- meglio).
63)Log.8/9
Gesù ha detto: ecco, il seminatore uscì, riempì la sua mano e gettò i semi. Alcuni caddero sulla strada. Vennero gli uccelli e li raccolsero. Altri caddero sopra la roccia, ma non emisero radici giù nella terra né produssero spiga in alto. Altri caddero sopra le spine. Queste soffocarono il seme e il verme li divorò. Altri caddero sulla terra buona e questa diede buon frutto in alto e recò ora sessanta ora centoventi granelli, per ogni spiga. (Mt 13/3 + Mc 4/3 + Lc 8/5)
Comm “l.”:
63)Log.8/9
Il lavoro psicoanalitico è cosa da affrontare individualmente; ognuno, quindi, dovrà trovare la sua strada, se vorrà avvicinarvisi. Per questo chi vorrà divulgare (“il seminatore”) le tematiche di ricerca interiore si troverà, da parte degli ascoltatori, a contatto con varie risonanze d’ascolto, in funzione delle particolari e specifiche recettività (“terra buona”) d’animo. Comunque, solo chi avrà il coraggio di mettere in pratica ciò che avrà recepito, e vi si applicherà, con lavoro personale ed assiduo, potrà avere una resa, in serenità e vitalità (“ora sessanta ora centoventi granelli per ogni spiga”), ed il frutto del suo lavoro (“buon frutto”) sarà ben visibile -v. 36)Log.32-, perché “alto”.
Comm. interl.:
63)Log.8/9
Gesù ha detto: ecco, il seminatore (lo psicoanalista) uscì (dopo essersi sufficientemente analizzato -v. 34/Log.26-), riempì la sua mano e gettò i semi (aprendosi con la sua anima all’altro gli diede “semi” di meditazioni perché, a sua volta, quello si aprisse e sbocciasse anche in lui la pace interiore). Alcuni caddero sulla terra (sull’uomo piatto e prefabbricato). Vennero gli uccelli (altri) e li raccolsero (di lui non restò assolutamente nulla). Altri caddero sopra la roccia (sull’uomo reso coriaceo dalle mille difese create dalla sua intelligenza), ma non emisero radici giù nella terra (il filtro della fredda intelligenza non lasciò il tempo, alla meditazione, di lavorare per riscaldare l’interno del suo animo -“terra”-, con i caldi echi connessi) né produssero spiga in alto (frutto di sottili -“alte”- elaborazioni personali). Altri caddero sopra le spine (sull’ascoltatore assillato da tante -“spine”- preoccupazioni contingenti). Queste soffocarono il seme (quello della meditazione è molto piccolo -v. 33/Log.20- e richiede molta umiltà e particolare attenzione) e il verme (del contingente) li divorò (facendogli accantonare l’argomento). Altri caddero sulla terra buona (“sulla” mente dell’uomo desideroso davvero di verità, mente tenuta costantemente e coraggiosamente disponibile all’ascolto interiore) e questa diede buon frutto in alto (con spunti ‘propri’ di meditazione) e recò ora sessanta ora centoventi granelli, per ogni spiga (le “spighe”, fertilizzate dalla ‘luce’ dell’inconscio, si arricchirono di ragionamenti appropriati e l’uomo produsse chi “sessanta” e chi “centoventi per spiga”, in funzione dei personali talenti).
CHI È ADDENTRO IN ANALISI VIVE MOLTO ATTENTO ALL’ATTIMO DI VITA
64)Log.42
Gesù ha detto: siate come viandanti! (Mt 8/20 + Lc 9/58)
Comm. “l.”:
64)Log.42
Chi è attento al proprio sentire dell’attimo, vive “come” un “viandante”, il quale osserva, di volta in volta, il panorama che gli si prospetta.
Comm. interl.:
64)Log.42
Gesù ha detto: siate come viandanti (attenti, in ogni momento, al proprio ‘sentire’ dell’attimo)!
65)Log.62
Gesù ha detto: io dico i miei misteri a chi ne è degno. La tua sinistra non deve sapere ciò che farà la tua destra.
(Mt* 6/3 + Lc 8/10 + Gv 14/22)
Comm. “l.”:
65)Log.62
Pochi sono quelli che -v. 41)Log.74- sapranno vivere d’analisi e solo ad essi è rivolto l’invito a vivere non programmando il ‘dopo’ (… “ciò che farà la destra”), giacché ogni momento dovrà essere fine a se stesso, se si vorrà leggere, in esso, il proprio sentire.
Comm. interl.:
65)Log.62
Gesù ha detto: io dico i miei misteri a chi ne è degno (a chi è all’altezza di capire -v. 71/Log.55-). La tua sinistra non deve sapere ciò che farà la tua destra (non vivere del ‘dopo’, ma del tuo sentire dell’ ‘ora’).
66)Log.86
Gesù ha detto: le volpi hanno le loro tane e gli uccelli hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha posto per reclinare e riposare. (Mt 8/20 + Lc 9/58)
Comm. “l.:
66)Log.86
Chi vive cercando la sintonia col ‘Sé’ profondo (per divenire, così, “figlio dell’uomo”, perché “figlio” del ‘Sé’) dovrà essere molto attento (non potrà “riposare”) giacché molte delle sensazioni negative che egli andrà scoprendo potranno essere, per lui, anche molto dolorose. Sarà bene, quindi, che egli non vi giunga impreparato.
Comm. interl.:
66)Log.86
Gesù ha detto: le volpi hanno le loro tane e gli uccelli hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo (“figlio” del contatto col ‘sé’ -v. 10/lLog.106-) non ha posto per reclinare (il capo) e riposare ((il vivere d’analisi non lascia spazio al riposo, finché -v. 30/Log.106- non si sia giunti a trovare la ‘chiave’ per il conseguimento della propria pace interiore. Ed anche allora bisognerà che si sia ‘costantemente’ desti, perché la propria pace perduri -v. 22/Log.18-)).
67)Log.3/4
Gesù ha detto: il vecchio nei suoi giorni non esiterà ad interrogare il bambino di sette giorni circa il luogo della vita e vivrà, giacché molti primi saranno ultimi e diverranno uno solo.
(Mt 19/30 – 20/27 + Mc 9/35 – 10/31 + Lc 13/30 – 22/26 + Gv 17/11)
Comm. “l.”:
67)Log.3/4
L’anziano sarà tanto più adulto, quanto più saprà selezionare informazioni nuove, riuscendo a non trascurare nemmeno quelle che potranno pervenirgli dal “bambino di sette giorni”. Divenendo adulti (“primi”, forse, un tempo), poi, si tenderà ad essere molto simili l’un l’altro (si tenderà, cioè, all’ “uno solo”) per il forte desiderio, comune, di essere liberi da preconcetti e del volersi avvalere l’uno dell’altro, per migliorarsi -v. 100)Log.25-.
Comm. interl.:
67)Log.3/4
Gesù ha detto: il vecchio nei suoi giorni non esiterà (se non vorrà invecchiare davvero, anche nell’animo) a interrogare (per istruirsi e rinnovarsi sempre) il bambino di sette giorni (persino lui!, cioè, praticamente, tutti) circa il luogo della vita e vivrà (della “vita” interiore), giacché molti primi (molti che, un tempo, cercavano di primeggiare sugli altri col proprio ‘io’) saranno ultimi (desidereranno, da adulti, correggersi più che correggere -v. 34/Log.26-) e diverranno uno solo (tutti ‘apprendisti’, l’uno dall’altro, uniti da uno stesso maestro interiore -v. 100/Log.25-).
68)Log.103
Gesù ha detto: beato l’uomo, il quale sa in che momento i ladri entreranno. Si potrà così alzare, potrà raccogliere la sua … e cingersi il fianco, prima che entrino. (Mt* 24/43 + Mc 4/29 + Lc* 12/39)
Comm. “l.”:
68)Log.103
Beati coloro che (almeno in fase di noviziato) riusciranno a prevedere in tempo il “momento” in cui una provocazione (“ladro”) potrà toccarli, inevitabilmente, da vicino. Solo così, infatti, si riuscirebbero ad evitare rovinose cadute (nell’ira).
Comm. interl.:
68)Log.103
Gesù ha detto: beato l’uomo, il quale (sempre attento a vivere al meglio il proprio attimo) sa in che momento i ladri (i suoi provocatori -v. 56/Log.21b-) entreranno. Si potrà così alzare (‘assentandosi’, anche solo mentalmente), potrà raccogliere la sua …(‘roba personale’: il proprio desiderio di pace) e cingersi il fianco (con l’attenzione a non lasciarsi andare), prima che entrino (da lui, tramite il suo crollo nell’ira).
PER DIVENIRE “ANALISTI” OCCORRE VOLERE E SAPERE USCIRE DALL’EDUCAZIONE RICEVUTA
69)Log.105
Gesù ha detto: chi riconoscerà il padre e la madre sarà chiamato figlio di prostituta. (Mt 12/48 + Mc 3/33 + Lc 8/21)
Comm. “l.”:
69)Log.105
Colui che non riuscirà ad uscire da quella parte di educazione ricevuta (suo “padre” e “madre”) che, non essendo giusta, andrebbe rivista, resterà deforme, in essa, e sarà come se fosse “figlio” di (una mentalità) prostituta (giacché non potrà essere chiamato, invece, “figlio dell’uomo” -v. 10/Log.106-).
Comm. interl.:
69)Log.105
Gesù ha detto: chi riconoscerà il padre e la madre (chi resterà nell’educazione ricevuta da “padre” e “madre” o, comunque, da educatori ‘esterni’, in genere) sarà chiamato figlio di prostituta (giacché sarà figlio di consuetudini e non vero “figlio dell’uomo” -v. 66/Log.86-).
70)Log.101
Chi non odierà suo padre e sua madre come me, non mi potrà essere discepolo. E chi non amerà suo padre e sua madre come me, non mi potrà essere discepolo. Mia madre difatti ….. La mia vera madre però mi ha dato la vita.
(Mt 10/37 + Lc 14/26)
Comm “l.”:
70)Log.101
Occorrerà saper distinguere, negli affetti, tra ciò che bisogna “odiare” (e, cioé, le forme di pensiero inesatte, anche se esse provengono dai più vicini educatori, nostri “padre” e “madre” spirituali) e ciò che occorre “amare”, perché persone reali (Il vero “padre” e la vera “madre”) alle quali si deve il dono della vita e della capacità di esseri pensanti.
Comm. interl.:
70)Log.101
Chi non odierà (come parte ‘educante’ acquisita) suo padre e sua madre (o chi per essi) come me, non mi potrà essere discepolo (-v. 69/Log.105-). e chi non amerà suo padre e sua madre come me (come persone: esseri viventi), non mi potrà essere discepolo. Mia madre difatti ….(… come parte educante acquisita, va ripudiata, almeno nelle forme di pensiero inesatte). La mia vera madre però (quella terrena, va amata come persona perché, comunque) mi ha dato la vita.
71)Log.55
Gesù ha detto: chi non odierà suo padre e sua madre non mi potrà essere discepolo. E se non odierà i suoi fratelli e le sue sorelle e non porterà la sua croce come me, egli non sarà degno di me.(Mt 10/37 + Lc 14/26)
Comm. “l.”:
71)Log.55
Ogni legame affettivo, in analisi, occorre che sia vero e non frutto di sole abitudini. Colui, quindi, che si avventura a conoscersi dentro occorrerà che sappia distinguere (“odiare”) tutto ciò che, anche nei rapporti più consueti e familiari, non sia, in lui, realmente genuino. La filosofia della vita del vero analista, quindi, non è cosa da tutti; bisognerà che vi si lavori per esserne “degni” (v. 65/Log.62).
Comm. interl.:
71)Log.55
Gesù ha detto: chi non odierà suo padre e sua madre (v. 70/Log.101) non mi potrà essere discepolo (giacché questi dovrà essere sempre libero interiormente -v. 65/Log.62-). E se non odierà i suoi fratelli e le sue sorelle (nel vincolo pseudoaffettivo che proviene dalle abitudini di vita, che fa sembrare amore ciò che è solo consuetudine. E ogni sentimento non ‘vero’, in analisi, va “odiato” per potersene liberare e guardarsi dentro nel ‘vero’) e non porterà la sua croce come me (non “porterà” il peso della propria esistenza con lo stesso tipo di filosofia: “siate come viandanti” -v. 64/Log.42- con il quale io mi muovo), egli non sarà degno di me (non sarà all’altezza -non ce la farà!- per condurre una vita come la mia -v. 65/Log.62-).
CHI SI ADDENTRA IN ANALISI SI ALLONTANA DAI VALORI COMUNI CHE GOVERNANO IL MONDO
72)Log.110
Gesù ha detto: chi ha trovato il mondo ed è divenuto ricco, rinneghi il mondo. (Mc 10/28)
Comm. “l.”:
72)Log.110
Chi, nella maturità, ha iniziato ad accorgersi che ciò che gli interessa davvero non è quello che gli proviene dall’esterno (cioè: dal “mondo”), ma ciò che realmente sente dentro se stesso, s’interessi di approfondire, con scelta sicura (“rinnegando”, dunque, le cose del “mondo” esteriore), quest’ultimo campo.
Comm. interl.:
72)Log.110
Gesù ha detto: chi ha trovato il mondo (chi ha scoperto che, al mondo, la ‘verità’ non è ciò che ci appare, ma è alle spalle di questo -v.13/Log.83-) ed è divenuto ricco (per la sua stessa scoperta), rinneghi il mondo (almeno come interesse primario -sapendo che la verità oggettiva non potrà mai essere conosciuta- e si dedichi a decifrare la propria realtà: ciò che ‘sente’, e ‘perché’ lo sente. Viva, quindi, di analisi).
73)Log.56
Gesù ha detto: chi ha capito il mondo, ha trovato un cadavere, ma se ha scoperto un cadavere il mondo a che gli serve?
(Rm 8/6)
Comm. “l.”:
73)Log.56
Se, nella maturità -v. 72)Log.110-, si è capito quale valore (di “cadavere”) abbiano le cose del “mondo”: a che vale perdere ancora del tempo, attribuendo ad esse del valore?
Comm. interl.:
73)Log.56
Gesù ha detto: chi ha capito il mondo, ha trovato un cadavere (v. sopra), ma se ha scoperto un cadavere il mondo a che gli serve? (Osservi, dunque, in se stesso -v. 72/Log.110-).
74)Log.80
Gesù ha detto: chi ha conosciuto il mondo, ha trovato il corpo; il mondo, però, non è degno di chi ha trovato il corpo.
Comm. “l.”:
74)Log.80
Con la maturità ci si rende conto che ciò che ci appare, del “mondo”, non è che l’aspetto esteriore degli avvenimenti (“corpo”). Chi, però, è giunto a rendersi conto di ciò, non tema più il giudizio altrui, giacché egli non è più giudicabile con le leggi del “mondo” (esteriore).
Comm. interl.:
74)Log.80
Gesù ha detto: chi ha conosciuto (capito) il mondo (il valore di ciò che ci appare, del mondo), ha trovato il corpo (“ha trovato” che tutto ciò che vede è la parte esteriore -“corpo”- degli avvenimenti -v. 13/Log.83-); il mondo, però, non è degno (non è all’altezza) di chi ha trovato il corpo (se si subiranno, dunque, delle incomprensioni e delle umiliazioni, non ci si faccia caso!).
75)Log.72
Un tale gli disse: di’ ai miei fratelli che spartiscano con me le cose di mio padre. Gli rispose: uomo, chi mi ha costituito spartitore? Rivolto ai suoi discepoli disse loro: sono forse uno spartitore io?
(Lc 12/13)
Comm. “l.”:
75)Log.72
L’analista è la persona meno adatta (“sono forse uno spartitore?”) perché si abbiano da lui dei consigli di comportamento. Egli, infatti, ricaverà proprio dal comportamento spontaneo del soggetto quei dati di conoscenza, onde poter porre specifiche ed utili domande a chi vorrà essere aiutato, da lui, a conoscersi meglio.
Comm. interl.:
75)Log.72
Un tale gli disse: di’ ai miei fratelli che spartiscano con me le cose di mio padre. Gli rispose: uomo, chi mi ha costituito spartitore? (Non sono i beni terreni, ma i sentimenti che interessano un analista. Anche una spartizione di beni, dunque, può portare alla luce ‘verità’ del sentire profondo e dare una migliore conoscenza di se stessi. L’analista, dunque, deve osservare: non consigliare!) Rivolto ai suoi discepoli disse loro: sono forse uno spartitore io? (Egli trae sempre, dalle situazioni, spunti educativi e di riflessioni per i suoi -v. 60/Log.60-).
IN PSICOANALISI, PERCHÉ NE NASCANO FRUTTI, OCCORRE CHE SIA IL SOGGETTO STESSO A PORSI LE PROBLEMATICHE
76)Log.92
Gesù ha detto: cercate e troverete; quelle cose che mi avete domandato in quei giorni, in quel giorno non ve le ho dette. Ora vorrei dirvele ma voi non chiedete.
(Mt* 7/7 – Lc* 11/9)
Comm. “l.”:
76)Log.92
L’analista è tanto più bravo quanto più riesce a far sì che sia lo stesso analizzato (“cercate e troverete” -v. 30/Log.1_2-) a mettere a fuoco le proprie problematiche e le ipotesi di soluzioni. Quando, però, egli ritiene che il tempo sia maturo, è disposto ad intervenire direttamente, per stimolare ed accellerare il ritmo di crescita. Anche a quel punto, però sarà bene che sia sempre l’analizzato stesso, con le proprie domande (“ma voi non chiedete”) a dargli l’opportunità di intervento; diversamente si rischierebbe di creare quel rapporto ‘maestro-discepolo’, che il vero analista non dovrebbe mai permettere, per non creare, nell’altro, delle dipendenze.
Comm. interl.:
76)Log.92
Gesù ha detto: cercate (dentro e fuori di voi -v. 24/Log.2_3-) e troverete (la pace, tramite il contatto col vostro inconscio); quelle cose che mi avete domandato in quei giorni, in quel giorno non ve le ho dette (per lasciare che voi ci arrivaste da soli). Ora vorrei dirvele ma voi non chiedete (o, forse, “chiedete” con poca attenzione -v. 84/Log.38; 89/Log.52-).
LA PSICOANALISI NON È SCIENZA PER TUTTI
77)Log.23
Gesù disse: vi eleggerò uno tra mille e due tra diecimila e si troveranno ad essere come un solo individuo.
(Mt 22/14 + Gv* 15/16)
Comm. “l.”:
77)Log.23
Scegliere persone atte a portare avanti autonomamente (ed è questa l’unica strada per divenire realmente analisti) l’esercizio ed il lavoro di analisi, richiede doti d’intuito molto elevate. Per giunta, più è numeroso il gruppo nel quale l’individuo si è formato, più è difficile staccarsi dalla mentalità collettiva dello stesso. I “diecimila”, infatti, che pensavano allo stesso modo concedono molta sicurezza …: perché doverne uscire, per un’avventura tanto solitaria?
Comm. interl.:
77)Log.23
Gesù disse: vi eleggerò uno tra mille (trovare chi ha il coraggio di fare analisi ‘sulla propria pelle’ è molto raro) e due tra diecimila (più la massa che pensa in modo uniforme è numerosa, più un ‘volto collettivo’ inconsapevole si stampa su tutti ed è difficile estrarre, dal singolo, ‘desideri’ di analisi) e si troveranno ad essere come un solo individuo (v. 67/Log.3_4-).
78)Log.93
Non date ciò che è santo ai cani, perché non lo gettino sul letamaio. Non gettate le perle alle scrofe, perché non le rovinino. (Mt 7/6)
Comm. “l.”:
78)Log.93
La spontaneità (“perla”) dell’uomo fuso al proprio inconscio -v. 10)Log.106- che tenderebbe a far affiorare, naturalmente, sempre nuove sensazioni (l’inconscio è una miniera inesauribile), darà spesso occasioni di amarezza per le incomprensioni che ne nasceranno. Con l’esperienza si sia, dunque, attenti a chi regalarla (la “perla”), sapendo evitare chi non ha buon gusto di scelta (la “scrofa”).
Comm. interl.:
78)Log.93
Non date ciò che è santo (il frutto della meditazione) ai cani (a chi non è all’altezza di capire), perché non lo gettino sul letamaio (scherzandoci e ‘snobbandone’ la profondità). Non gettate le perle (delle vostre ‘preziose’ meditazioni) alle scrofe (che mangiano tutto, senza discernimento di gusti), perché non le rovinino (con l’ironia dell’ignorante).
L’OBIETTIVITÀ È UNA META CUI DEVE ASPIRARE “L’HOMO SAPIENS”
79)Log.4/5
Gesù ha detto: conosci ciò che sta di fronte a te e ciò che ti è nascosto ti sarà manifesto, ché non c’è nulla di nascosto che non sarà manifesto. (Lc 8/17)
Comm. “l.”:
79)Log.4/5
L’analista non viva del ‘dopo’, ma di quanto gli accade nell’attimo (quello che sta vivendo: “di fronte”); solo in questo modo, infatti, egli potrà sapere (perché gli “sarà manifesto”) realmente cosa sente e cosa prova (ed è questo: “ciò che ti è nascosto”). Le proprie sensazioni, infatti, variano nel tempo e, se non si è attenti a carpirle, sfuggiranno alla consapevolezza e, quindi, non porteranno all’autoconoscenza.
Comm. interl.:
79)Log.4/5
Gesù ha detto: conosci (come ‘aspirazione’ di obiettività -v. 13/Log.83-) ciò che sta di fronte a te (di volta in volta) e ciò che ti è nascosto (l’inconscio) ti sarà manifesto (raggiungerà il tuo conscio, proprio grazie alla meditazione), ché non c’è nulla di nascosto che non sarà manifesto (all’uomo coraggioso, tramite la ricerca interiore, unita alla meditazione -v. 16/Log.22; 13/Log.83-)
IN PSICOANALISI NON ESISTE LA PARENTELA DI SANGUE, MA DI “DESIDERI”
80)Log.99
Gli dissero i suoi discepoli: i tuoi fratelli e tua madre stanno fuori. Egli disse loro: quelli qui presenti che compiono il volere di mio a Padre, sono questi i miei fratelli e mia madre. Essi entreranno nel regno del Padre mio.
(Mt 12/49 + Mc 3/34 + Lc 8/21)
Comm. “l.”:
80)Log.99 L’analista non ha legami di sangue, perché conosce, o desidera conoscere, i propri, veri sentimenti, distinguendoli dalle pure abitudini. Scoprirli significa avvicinarsi al ‘Sé (come ascolto interiore, o “regno del Padre”). Solo fra uomini in cammino per questa strada si potrà avere una vera, naturale “fratellanza”, perché vi sarà comunità d’interessi e coscienza di difficoltà di percorsi.
Comm. interl.:
80)Log.99 Gli dissero i discepoli: i tuoi fratelli e tua madre stanno fuori. Egli disse loro: quelli qui presenti che compiono il volere di mio Padre (che si lasciano ammaestrare dall’interno -v. 8/Log.61b-), sono questi i miei fratelli e mia madre (i veri “fratelli” si istruiscono l’un l’altro -“madre”- con sincerità e si amano sinceramente -v. 100/Log.25-). Essi entreranno (vivendo interiormente) nel regno del Padre mio (che è quello della meditazione e della pace interore).
ANALISTA E ANALIZZATO, SE IL LAVORO PROCEDE NEL MIGLIORE DEI MODI, DIVENTANO
QUASI UNA SOLA PERSONA
81)Log.108
Gesù ha detto: chi berrà dalla mia bocca, diverrà come me. Anch’io diverrò ciò che è lui e i misteri saranno a lui manifesti. (Gv 4/14 – 7/38)
Comm. “l.”:
81)Log.108
Il lavoro tra analizzato ed analista è cosa sottile e densa di situazioni sempre nuove ed imprevedibili; solo immergendosi interamente (“anch’io diverrò ciò che è lui”) l’uno nelle problematiche dell’altro, con amore, ci si potrà avviare a districare ingarbugliate matasse (di sensazioni) … ed “i misteri saranno a lui (interessato) manifesti”.
Comm. interl.:
81)Log.108
Gesù ha detto: chi berrà dalla mia bocca (capendo il lavoro da fare e mettendo in pratica) diverrà come me (aperto, sincero e disponibile). Anch’io (tramite la sua ‘apertura’, che mi porterà a conoscerlo sempre meglio) diverrò ciò che è lui e (potendo lavorare insieme, uniti da un solo intento: la conoscenza del ‘vero’) i misteri (dei turbamenti del suo animo) saranno a lui (e a lui, innanzitutto) manifesti (Sheldon Kopp, in: “Ripartire da uno -guida pratica per gli psicoterapeuti”-, Ed. Astrolabio, dice in copertina: “Quando il terapeuta lavora nel miglior modo possibile, non vive più come una persona che cerca di far cambiare un’altra persona, anzi non vive più come una persona che fa psicoterapia. Il terapeuta diviene il lavoro. Il terapeuta e la psicoterapia divengono una cosa sola, e tutto quanto sembra fluire da solo”.
Bibliografia:
MARIO ERBETTA: “Gli apocrifi del Nuovo Testamento” -Vol. 1/1- Ed. MARIETTI
MARCELLO CRAVERI: “I Vangeli Apocrifi” – Ed. EINAUDI
MARIO PÌNCHERLE: “Il Quinto Vangelo” (di Tommaso Apostolo) – Ed. FILELFO
ELAINE PAGELS: “I Vangeli Gnostici” – Saggi – Ed A. MONDADORI
ERICH FROMM: “La disobbedienza ed altri saggi” – Saggi – Ed. MONDADORI
JOSÈ DELGADO: “Genesi e libertà della mente” – Ed. BORINGHIERI
CARL R. ROGERS: “I gruppi d’incontro” – Ed. ASTROLABIO
SHELDON B. KOPP: “Se incontri il buddha per la strada uccidilo” -Ed. ASTROLABIO
THOMAS S. SZASZ: “Disumanizzazione dell’uomo (ideologia e psichiatria)” – Ed. FELTRINELLI
SHELDON B. KOPP: “Ripartire da uno” (guida pratica per gli psicoterapeuti) – Ed. ASTROLABIO
GIUSEPPE BERTO: “Il male oscuro” – Ed. A. MONDADORI
DANTE ALIGHIERI: “La Divina Commedia” – INFERNO
JACQUES LACAN, nel commento di Franco Fornari “Corriere della Sera” del 12-9-1981
ALBERT EINSTEIN: “Come io vedo il mondo” – NEWTON COMPTON EDITORI
HERMANN HESSE: “Siddharta” – Ed. ADELFHI
IDA MAGLI: “Gesù di Nazaret. Tabù e Trasgressione” – Ed. RIZZOLI